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Progetto — CHI SONO ?“ note sui nomi delle vie di CESENA

Scheda relativa a : Ernesto —Che“ Guevara

Ernesto Guevara De la Serna, nasce il 14 giugno 1928 a Rosario, in , primogenito di Celia de la Serna e di Ernesto Guevara Lynch, costruttore edile. La famiglia è agiata e vive in una regione confinante con il Brasile e il nel governatorato di Misiones. Nel luglio dello stesso anno si ammala di broncopolmonite: sarà causa dell'asma che lo tormenterà per tutta la vita. Nel 1933, su consiglio del medico che lo ha in cura, la famiglia si trasferisce nella città di Alta Gracia, nella provincia di Córdoba, dove il clima è più mite. Anche la nonna, Ana Lynch, e la zia Beatrice, con la quale rimarrà in contatto epistolare per sempre, lo accompagnano, con i quattro fratelli: Celia, Roberto, Ana Maria e Juan Martin. La preparazione per la scuola elementare è guidata dalla madre, che gli fa conoscere le opere di Verne, Dumas, Cervantes, Stevenson e Salgari. Tra il 1941 e il 1947 prosegue gli studi, come esterno, nella scuola media del collegio Dean Funes di Córdoba e stringe amicizia con che, più tardi, lo accompagnerà nel suo giro per il continente americano. Legge Freud e Jung, Neruda, Quiroga, London, il Capitale di Marx e il Decameron di Boccaccio. Il 22 aprile 1947 conclude gli studi e conosce la giovane Berta Gilda Infante, Tita, membro della Gioventù Comunista di Argentina, con la quale manterrà per sempre una diretta e intima relazione di amicizia. Inizia a scrivere un dizionario filosofico, composto da sette quaderni, nel quale esprime concetti generali sulla storia della filosofia e delle scienze sociali. Il terzo quaderno contiene appunti sulla vita di Carlo Marx e sulle origini della filosofia marxista, nonché alcune definizioni dei concetti di socialismo e di marxismo-leninismo. Nel 1950, terminato il liceo, si trasferisce con la famiglia, che attraversa difficoltà economiche, a , dove si iscrive alla facoltà di medicina, mantenendosi agli studi con un impiego nel municipio di Buenos Aires. Nello stesso periodo lavora gratuitamente presso l'Istituto di Ricerche sulle allergie.

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Nei mesi di vacanza viaggia come può, in bicicletta, a piedi e in moto all'interno del suo Paese, sino alle Ande. Ospitato su di un cargo, arriva anche all'isola di Trinidad. A partire da gennaio 1950, percorre le province del nord dell'Argentina su una bicicletta Northon, sulla quale installa un piccolo motore; attraversa il sud delle province di Buenos Aires e Santa Fe e arriva a Córdoba. Qui viene accolto dalla famiglia del suo amico Granado. Poi si reca a Santiago del Estero e scrive i suoi primi appunti. Alla fine percorrerà 4500 chilometri. Nell'ottobre del '51, a 23 anni, Ernesto Guevara decide di partire con la Poderosa II, una motocicletta Northon 500, con l'amico Alberto Granado per visitare il "suo continente". Nel febbraio del 1952 è in Cile. Si deve fermare a Lautaro per un guasto molto grave alla Poderosa. La moto, molto amata dal Che, dopo vari tentativi di riparazione si rompe definitivamente a Santiago del Cile ed Ernesto e l'amico, seppure a malincuore, l'abbandonano e decidono di continuare a piedi. In quel viaggio si consolida la sua abitudine di registrare le proprie impressioni su carta: la manterrà per sempre. Lavorano qua e là, come capita, finché s'imbarcano come marinai su una nave diretta in Perù. Sono passati sei mesi dalla partenza e a Lima fanno amicizia con un medico che li conduce nel lebbrosario di Huambo, a più di duemila metri, in piena selva. A Huambo si rende conto delle condizioni drammatiche degli ammalati di lebbra, li visita e alla fine scrive: "Le persone che se ne fanno carico svolgono un lavoro davvero meritorio, perché la situazione In un piccolo spazio di meno di mezzo ettaro, due terzi del quale riservato ai malati, si svolge la vita di questi condannati che aspettano come liberazione la morte". Visita Machu Picchu, trascrivendo le sue impressioni e la sua ammirazione per quel luogo sacro dell'impero Inca: Machu Picchu, Enigma di pietra in America.

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Con Alberto, Ernesto arriva il 7 giugno 1952 al lebbrosario di San Pablo, nella provincia di Loreto in Amazzonia. Nello stesso periodo visita la tribù degli indios Yaguas. I degenti del lebbrosario costruiscono per loro una zattera perché possano attraversare diagonalmente il Rio delle Amazzoni, per poter arrivare a Leticia, in Colombia. Nel giugno 1952, a Leticia, per poter continuare il viaggio fino a Bogotà, approfittando della fama di cui godono i calciatori argentini, chiedono di allenare squadre per il campionato locale di football. La loro squadra vince il campionato e in premio Guevara e Granado ricevono un biglietto aereo per Bogotà: sono immediatamente arrestati dalla polizia del dittatore Laureano Gomez. Usciti di prigione un mese dopo, decidono di abbandonare il Paese ed entrano in dove Ernesto, separandosi da Alberto Granado, decide di recarsi a Miami, nel luglio del '52, prima di rientrare in Argentina. Il 12 giugno del '53, superando gli ultimi esami che gli restano, si laurea in Medicina, con una tesi sull'allergia, presso la Facoltà di Scienze Mediche dell'Università di Buenos Aires. Dagli amici e parenti riceve, come regalo, un po' di soldi che gli permetteranno di organizzare un viaggio in Venezuela. Riparte su un treno che va da Buenos Aires a , coprendo seimila chilometri. Ripercorre il Perù e arriva a Guayaquil, in Ecuador, dove incontra Ricardo Rojo, un esiliato argentino che gli parla della riforma agraria promulgata nel febbraio 1953 da Jacobo Arbenz, presidente del Guatemala. Arriva in Guatemala nel dicembre del 1953, collabora con alcune riviste e pubblica anche l'articolo-diario sulle impressioni provate sul Machu Picchu, ma fa anche il venditore ambulante e altri piccoli lavori occasionali. Nel dicembre del 1953, a , nella prigione della Isla de Pinos, Ruz scrive Il Manifesto alla Nazione, dove denuncia i crimini commessi dalla dittatura di Batista e incita il popolo alla rivolta.

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Il 27 dicembre, , un'esiliata peruviana sposerà a Tepozotlàn in Messico il 18 agosto 1955, presenta a Ernesto Guevara un gruppo di rivoluzionari cubani sopravvissuti all'assalto alla caserma Moncada: López, Dalmau, Arancibia che gli parlano di Fidel Castro. Ë in questo periodo che Ernesto Guevara de la Serna acquisisce quel nomignolo famosissimo: "Che", vocabolo argentino di origine guarany, che significa "mio". E proprio lui lo adotta assumendolo come nome proprio. Il 17 giugno del 1954 il governo Arbenz in Guatemala è rovesciato da un golpe organizzato dalla Cia e dal Dipartimento di Stato Usa, che avevano addestrato in Nicaragua e in Honduras un corpo di mercenari. Guevara cerca di organizzare la resistenza armata in città, ma il tentativo non riesce e in agosto, quando i mercenari entrano nella capitale, si rifugia con i rivoluzionari cubani nell'ambasciata argentina, che lo registra come "elemento comunista". Il Che parte per il Messico, dove eserciterà per qualche tempo il mestiere di fotografo ambulante. Nel 1955, si presenta a un concorso dell'Ospedale Generale di Città del Messico e vince un posto nel reparto allergie dell'Istituto di Cardiologia. Frequenta Maria Antonia González, cubana, sorella di un perseguitato politico di Batista, nella cui casa si è stabilito il quartier generale dei futuri partecipanti alla spedizione del ”‘ e conosce Raúl Castro e altri rivoluzionari cubani. Fidel Castro arriva in Messico nel luglio del 1955. Una notte incontra il Che e, in poche ore lo arruola quale medico, nella progettata spedizione contro il dittatore Batista. Nel periodo che il Che ha trascorso in Guatemala, Hilda lo aiuta molto; quando viene deposto Jacobo Arbenz e il Che va in esilio in Messico si sposa con Hilda dalla quale avrà una figlia, Hilda Beatriz. Col tempo, tra i due nasceranno difficoltà e incomprensioni e la coppia deciderà di separarsi. Nel rancho Santa Rosa, nello Stato di Veracruz, segue corsi di storia e di economia e anche quelli di teoria militare tenuti dal generale spagnolo Bayo. Scoperto il luogo

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dalla polizia messicana, i rivoluzionari vengono tutti arrestati e incarcerati: saranno rimessi in libertà dopo circa due mesi, dietro versamento di una forte somma di denaro e per l'intercessione dell'ex Presidente messicano Lazaro Cardenas, col quale Fidel Castro era in contatto. Il 25 novembre 1956, da Tuxpán, parte il battello ”Granma‘ (una contrazione di "grand mother" = nonna): in direzione della Cuba, dominata dal dittatore Fulgencio Batista. Il 2 dicembre avviene lo sbarco a Playa de Las Coloradas, —...una spiaggia selvatica e paludosa...". Sui giornali messicani appare un titolo: "Invasion a Cuba en un barco: Fidel Castro, Ernesto Guevara, Raúl Castro y todos los otros miembros de la expedición han muerto...". I giornali raccontano così che Ernesto Che Guevara è morto. Il 9 dicembre 1956, il Che s'incontra con , al quale rimarrà legato per sempre da una grande amicizia. Dopo la marcia nella Sierra Maestra, agli inizi di maggio, Ernesto supera un gravissimo attacco d‘asma: dal 30 agosto iniziano gli scontri con le forze di Batista. Il 4 novembre fonda la rivista "El Cubano Libre", firmandosi come El Francotirador. Il 29 novembre il Che dirige le operazioni di Marverde contro le truppe di Batista e nella battaglia cade il grande combattente Ciro Redondo. Tra il 24 e il 25 maggio iniziano gli attacchi simultanei dell'esercito batistiano, con combattimenti, nel luglio, a Santo Domingo, El Meriño, Minas del Frio, Vegas de Jibacoa y Las Mercedes. L'esercito batistiano, forte di diecimila uomini, è respinto sulla Sierra e viene decimato dall'esercito ribelle. Fidel Castro affida al Che, in agosto, il comando della colonna numero otto "Ciro Redondo" che deve compiere l'avanzata dalla Sierra Maestra alla provincia di Las Villas. L'obiettivo è anche quello di unire tutte le forze e i differenti gruppi di combattenti e porli sotto unica direzione.

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Guevara è responsabile dell'organizzazione politica, economica e sociale dei territori liberati. Parte per Las Villas di notte con quattro cavalli e centoquaranta uomini e il 6 settembre 1958, attraversando il fiume Jobabo, si collega con la colonna "Antonio Maceo" di Camilo Cienfuegos diretta verso occidente. Il 17 ottobre a Gavilanes stabilisce un accampamento provvisorio: è il primo punto di comando nella Sierra de l'Escambray. Nel mese di novembre le truppe del Che e del Directorio, impedendo le elezioni nella zona, riescono progressivamente a chiudere il traffico sulle strade, tagliando in due l'isola di Cuba. Il 28 dicembre l'esercito del Che arriva a Santa Clara, il cuore di Cuba. Il 1° Gennaio 1959, la battaglia di Santa Clara si conclude con la vittoria dei rivoluzionari e Batista fugge dal Paese. Il 2 gennaio 1959 la colonna del Che entra nella capitale di Cuba, La Habana e, nella fortezza militare "La Cabaña", organizza una scuola di alfabetizzazione per tutti gli ex combattenti: in una delle sale della caserma, riceve il dottor Salvador Allende, il futuro Presidente del Cile al quale, in un altro periodo, dedicherà il libro La guerra de guerrillas. Negli stessi giorni abbraccia, all'aeroporto José Marti, i genitori e i fratelli che non vedeva da sei anni e il giorno 21 arriva nella capitale Hilda Gadea accompagnata dalla figlia Hildita. Il matrimonio, già in crisi da tempo, verrà sciolto da lì a poco. All'amico dei viaggi giovanili, Alberto Granado, annuncia il secondo matrimonio con , che sposa il 2 giugno. Aleida si era trasferita sulla Sierra ed era rimasta al fianco del Che, fino all‘ingresso a La Habana. Dalla loro unione nasceranno quattro figli: Aleida, Camilo, Celia ed Ernesto. Il 12 giugno del 1959, in rappresentanza del governo rivoluzionario parte, via Madrid, per il Medio Oriente e l'Asia, alla testa di una delegazione economica che ha come obiettivo principale l'apertura di nuovi mercati. Soggiorna in Egitto, ha vari incontri con Nasser, è acclamato a Gaza dai palestinesi, quale "liberatore di tutti gli oppressi".

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Si reca in visita in India e ha vari colloqui con Nehru. Incontra in Indonesia Sukarno, il primo ministro Djuanda e visita Giacarta, l'isola di Bali e il centro zuccheriero di Madhukusumo. Dopo una tappa a Ceylon, è ricevuto da Tito, in Jugoslavia. A Cuba, il 26 novembre 1959, il consiglio dei Ministri nomina il comandante Guevara Presidente del Banco Nacional, ma è anche Capo del Dipartimento di Industrializzazione. Il Che deve coordinare, tra l'altro, tutta la ristrutturazione del settore dei finanziamenti e dei crediti a enti statali e privati, dell'agricoltura e dell'industria. Il 15 febbraio 1960 prende parte ai colloqui con Mikojan per l'accordo commerciale di cinque anni tra Cuba e l'Unione Sovietica. Nel marzo dello stesso anno inaugura il ciclo di lezioni del programma televisivo "Universidad popular" e, a luglio, firma un accordo col viceministro del Commercio Estero della Repubblica Popolare Cinese. L'8 ottobre 1960 il Departamento de Instrucción del Ministerio de las Fuerzas Armadas Revolucionarias, pubblica il suo libro più famoso, La Guerra de Guerrillas, dedicato al grande amico, comandante Camilo Cienfuegos, morto in un incidente aereo il 28 ottobre 1959. Tra l'ottobre e il novembre del 1960, è in Urss: da Mosca si reca in Cina e ha colloqui con Chou En-Lai e con Mao. A dicembre è ancora a Mosca, dove riprendono le trattative commerciali, poi visita la Repubblica Democratica Tedesca, rientrando a Cuba verso Natale, dopo essere passato a Praga, firmando con Novotny un accordo commerciale per il 1961. Ai primi di gennaio un decreto del Consiglio dei Ministri nomina Ernesto Che Guevara ministro dell'Industria. Nell'aprile del 1961, 1500 soldati mercenari, sbarcati sulla Playa de Cochinos, si dirigono verso la Playa Larga e la Playa Girón. Il Che occupa il suo posto di combattimento nelle forze armate e si reca alla Prefettura di Pinar del Rio.

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In pochi giorni i mercenari si arrendono e mentre a Cuba la televisione intervista alcuni di loro, il Presidente degli Stati Uniti, J.F. Kennedy, ammette la responsabilità degli Usa e annuncia l'embargo totale contro Cuba, che dura ancora oggi. Il 15 aprile 1962, nel discorso di chiusura del congresso nazionale della Central Trabajadores Cubanos (Confederazione del lavoro), il Che annuncia l'inizio della fase dell'emulazione socialista in tutto il Paese, sottolineandone la funzione importante per l'adempimento del piano economico. Il 22 ottobre 1962, gli Stati Uniti dispongono il blocco navale contro Cuba e chiedono il ritiro da parte dell'Unione Sovietica dei missili strategici situati sull'isola. In tantissime capitali, soprattutto latino-americane, avvengono manifestazioni di appoggio alla pace che si vede in grande pericolo. Anche il papa Giovanni XXIII, chiede a Krusciov e Kennedy di riprendere il dialogo. Verso la fine di ottobre la crisi rientra e il mondo tira un sospiro di sollievo. Nel luglio 1963 compie un viaggio in Algeria, presenziando ai festeggiamenti del primo anniversario dell'indipendenza del popolo algerino che, dopo più di centotrenta anni, si era liberato del colonialismo francese. Ë a colloquio con Ben Bella e incontra Boumedien che lo accompagna nel viaggio di ritorno a Cuba, invitato per i festeggiamenti del 26 Luglio, in rappresentanza dell‘Algeria. Nel febbraio del 1964 tiene una conferenza alla televisione sull'automazione e la meccanizzazione per lo sviluppo di nuove industrie. A marzo è alla testa della delegazione cubana alla conferenza sul commercio e lo sviluppo convocata dall'Onu a Ginevra. In questo incontro internazionale, sottolinea l'importanza di riunioni periodiche tra i Paesi sottosviluppati, per definire il futuro politico, commerciale e tecnologico. A dicembre guida, a New York, la delegazione cubana che partecipa alla XIX assemblea dell'Onu e pronuncia, il giorno 11, il suo discorso. Ai primi di gennaio del 1965 è in Congo,

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dove ha colloqui con il presidente Debat ed i dirigenti rivoluzionari angolani Agostino Neto e Lucio Lara, ai quali assicura l'invio di istruttori cubani. Prosegue per il Mali e incontra gli operai della Société des conserves du Mali. Seguono le missioni in Guinea, Ghana, Dahomey (oggi Benin), Tanzania. Nei discorsi Guevara, tocca soprattutto i temi dell'istruzione, dell'organizzazione e appena può s'incontra con i dirigenti sindacali. Dopo Parigi ed Atene, ritorna in Algeria e poi va in Egitto, visitando vari complessi metallurgici e tessili della capitale, la diga di Assuan, una fabbrica di fertilizzanti e lo zuccherificio Komombo. Rientra a La Habana, il 14 marzo del 1965. All'aeroporto ci sono Fidel Castro, Dorticos, Carlos Rafael Rodriguez e . Ë l'ultima volta che Ernesto Guevara, compare in pubblico. Il 14 marzo 1965, a trentasette anni, il Che scompare agli occhi del mondo. Si ritira per modificare le sue conosciutissime sembianze, per arrivare, attraverso la Tanzania, nell'ex Congo Belga, pensando già alla . La giornalista Juana Carrasco, che lo incontra segretamente a La Habana, non lo riconosce, ingrassato e con pochi capelli. In Congo entra con un passaporto intestato a Ramón Ben¡tez. Il 1° aprile del 1965, scrive la lettera di addio ai suoi genitori e ai suoi figli: "Cari vecchi, un'altra volta sento sotto i miei talloni la costola di Ronzinante e torno sulla vecchia strada. Quasi dieci anni fa vi ho scritto un'altra lettera di addio. Ricordo che con voi mi lamentavo di non essere un miglior soldato e anche un medico migliore; la seconda cosa non mi interessa più. Come soldato, ora, non sono poi così male. Nel profondo nulla è cambiato, salvo che sono molto più cosciente e il mio marxismo si è fortificato e depurato.

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Credo nella lotta armata come unica soluzione per i popoli che lottano per la loro liberazione e sono coerente con quello in cui credo. Certamente molti mi chiameranno avventuriero, e lo sono, ma di un tipo diverso e di quelli che mettono a disposizione la propria pelle per dimostrare le proprie verità. Può essere che questa lettera sia quella definitiva. Non cerco la fine, ma è dentro il logico calcolo delle possibilità. Se sarà così, ricevete il mio ultimo abbraccio. Vi ho voluto molto bene, solo che non ho saputo esprimere la mia affettuosità; sono estremamente rigido nelle mie azioni e credo che a volte anche voi non mi abbiate capito. Certo, non era facile capirmi. D'altra parte, credetemi, soltanto oggi una volontà, che ho acquisito quasi con ricerca d'artista, mi permette di sostenere due gambe deboli e i miei polmoni stanchi. Ricordatevi ogni tanto di questo piccolo condottiero del secolo ventesimo. Un bacio a Celia, a Roberto, Juan Mart¡n, a Beatriz, a tutti. Un grande abbraccio dal vostro figliol prodigo, recalcitrante, per voi —Ernesto". Il Che si muove come al solito: combatte, medica sia i ribelli che i contadini che riportano ferite nei combattimenti, prepara sempre spazi dedicati alla scuola e all'educazione. Ë dai capi della resistenza, che lo hanno chiamato, che prenderà gli ordini. Utilizza un dizionario swahili-francese. Sono con lui anche José Mar¡a Mart¡nez Tamayo, e altri compagni della Sierra che lo accompagneranno anche in Bolivia. Accordi fra Stati africani e i differenti fronti di Liberazione Nazionale, portano al cessate il fuoco e i combattenti cubani lasciano, dopo circa sette mesi, lo Zaire. Tornato a Cuba, chiede a Fidel Castro di non affidargli alcun incarico di governo, nessuna mansione ufficiale, perché vuole essere libero di ritornare in patria o di andare a lottare a favore di un altro popolo. Il 3 novembre del 1966, il Che parte per La Paz, con passaporto uruguayano intestato a Adolfo Mena González e una credenziale con il timbro della Direzione Nazionale dell'Informazione della Presidenza della Repubblica di Bolivia, che lo presenta

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come un inviato speciale dell'Organizzazione degli Stati Americani (OSA). Il 7 novembre raggiunge la fattoria base del gruppo che costituirà il focolaio guerrigliero in Bolivia. In dicembre, al gruppo si uniscono, tra gli altri, i boliviani Inti e Coco Peredo, Lorgio Vaca Marchetti, Carlos, e l'altro cubano, José Mar¡a Mart¡nez Tamayo. Inizia la marcia verso il Rio Grande e poi in direzione del fiume Masicur¡. Ernesto dorme su un‘amaca e mangia come può, quello che trova. Il gruppo di guerriglieri arriva, l'otto marzo, a Tatarenda e sono accolti e ospitati dai campesinos. Il governo boliviano, l'11 marzo, sollecita l'aiuto degli Stati Uniti, in coordinamento con i servizi segreti di Argentina, Brasile, Cile, Perù e Paraguay. Alcuni uomini del gruppo che ha portato il sindacalista Moisés-Guevara disertano. In seguito si saprà che uno di questi, Vincente Rocabado, lavorava per la polizia segreta e per i militari boliviani. Il Che chiede al giornalista Régis Debray, che era riuscito a raggiungerlo, di informare il mondo, a partire dagli intellettuali Jean-Paul Sartre e Bertrand Russel, che avevano bisogno di solidarietà, ma soprattutto di soldi e medicine. Il 23 marzo 1967 iniziano le operazioni di guerriglia. All'aeroporto di Santa Cruz, arriva un aereo nordamericano con quindici istruttori di antiguerriglia che avevano fatto molta esperienza in Vietnam. Il Comandante è preoccupato e annota che, ascoltando la radio, ha capito che i militari boliviani sanno quasi sempre dove sono, con estrema precisione. Dopo alcune imboscate nelle quali l‘esercito boliviano perde diversi soldati, a giugno il governo boliviano proclama lo stato d'assedio e nella città di La Paz viene effettuata una vasta retata di elementi appartenenti alla sinistra. Il 24 giugno 1967 i militari boliviani entrano in un accampamento di minatori (sospettati di appoggiare la guerriglia), che avevano festeggiato la notte di San Juan e incominciano a sparare.

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La radio Argentina dà la notizia di ottantasette morti. Il 3 luglio Debray conferma, in un'intervista, la presenza del Che in Bolivia; il 6 luglio i guerriglieri occupano per qualche ora la città di Samaipata, ma inizia anche la grande operazione d'accerchiamento concertata dall'esercito boliviano. Mentre i guerriglieri sono accampati nei pressi del fiume Suspiro, avviene uno scontro con un distaccamento dell'esercito: il gruppo dei guerriglieri ha solo ventidue persone e il Comandante Guevara è tormentato dall'asma, senza medicine che possano aiutarlo. Il 19 luglio i guerriglieri arrivano nel villaggio di Moroco, e il Che scrive: "Ci hanno bene accolto, ma Calixto, ossia un contadino nominato sindaco da una commissione militare passata dal villaggio un mese fa, si è mostrato freddo e non disposto a venderci alcune cosette". Più avanti: " [...] al tramonto, sono arrivati tre mercanti con dei maiali. I tre individui non sono, per la verità, mercanti; uno è tenente e gli altri due hanno una carica simile. Questo, faceva la polizia: infiltrava persone che si spacciavano per commercianti nelle zone della guerriglia, per poter spiare i guerriglieri e per spaventare i contadini con la minaccia di bruciare i raccolti''. Il 14 agosto del 1967 la radio da la notizia che l'esercito aveva scoperto alcune grotte usate dai guerriglieri, recuperando documenti, piantine, tantissime fotografie. L'editore Giangiacomo Feltrinelli viene arrestato a La Paz ed espulso dal Paese. Durante la visita del generale americano Porter a Santa Cruz, una compagnia della VII divisione tende un'imboscata al gruppo di Joaqu¡n che cerca di attraversare il Rio Grande. Cadono nove guerriglieri, e con loro Acuña Nuñez, Joaqu¡n, e Bider, Tania. Il 2 settembre il gruppo del Che tende l'ennesima imboscata nei pressi di Valle Grande, che non riesce e viene arrestata Loyola Guzmán. Il 22 settembre i generali Barrientos e Ovando affermano che il gruppo capeggiato dal Che è stato localizzato nei pressi del villaggio . Pochi giorni dopo, il suo gruppo cade in un'imboscata e muoiono Coco Peredo e Miguel Hernández Osorio. Ernesto Che Guevara, fatto prigioniero l'8 ottobre del 1967, è portato nella

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scuola di La Higuera in cui rimane fino al 9 mattina; vengono informati il Presidente della Bolivia, generale René Barrientos Ortuño e l'ambasciatore degli Stati Uniti a La Paz. Consci del pericolo costituito dal Che ancora in vita, i militari ne decidono l‘uccisione. La sua morte avvenne alle tredici e dieci del giorno 9 e il cadavere venne trasportato in elicottero a Valle Grande, mutilato per esigenze di polizia e, dopo l‘autopsia, sepolto in un luogo segreto, nei pressi dell'aeroporto. La località della sepoltura è rimasta sconosciuta fino a luglio del 1997, quando un gruppo di ricercatori ha identificato il cranio e alcune ossa del Comandante, sepolto in una fossa comune a Valle Grande, 150 miglia a sud-est di Santa Cruz. I resti del Che sono stati traslati a Cuba, a Santa Clara, nell‘ottobre 1997. Guevara raccontò il suo viaggio giovanile nel diario Latinoamericana (Notas de viaje) da cui, nel 2004, verrà tratto il film I diari della motocicletta. Guevara è stato interpretato al cinema da Francisco Rabal (1968), Omar Sharif (1969), Antonio Banderas (1996), Alfredo Vasco (1999), Gael García Bernal (2002) e (2003) e Eduardo Noriega (2005). La storica fotografia del Che scattata il 6 marzo 1960 da e da questi donata a Giangiacomo Feltrinelli, è diventata una delle immagini più famose del Novecento, forse la più riprodotta in assoluto della storia della fotografia. La celebre canzone Hasta Siempre (conosciuta anche come Hasta siempre comandante) è stata composta nel 1965 da Carlos Puebla.

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