3 Marzo / 2 Maggio 2010
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Un’iniziativa promossa da: IDEAZIONE E ORGANIZZAZIONE: 3 MARZO / 2 MAGGIO 2010 LA PELANDA CENTRO DI PRODUZIONE CULTURALE MATTATOIO DI TESTACCIO PIAZZA ORAZIO GIUSTINIANI, 4 INFOLINE: 060608 - INGRESSO 6 EURO, RIDOTTO 4 EURO DA MARTEDÌ A VENERDÌ H16/24 - SABATO E DOMENICA H12/24 ROMAEUROPA.NET ROMAEuROPA ARTE E CuLTURA È: FESTIVAL, WEBFACTORY, PALLADIUM UNIVERSITÀ ROMA TRE, OPIFICIO TELECOM ITALIA. L’innovazione è il fil rouge che attraversa l’operato dellaC amera di Commercio di Roma, l’istituzione economica della Capitale. “Innovazione” da intendersi, prima ancora che come progresso tecnologico, come cultura, metodo, consapevolezza, come ricerca di nuovi codici culturali sui quali poggiare le basi per lo sviluppo. In quest’ottica, la Camera di Commercio ha realizzato, in collaborazione con la Fondazione Romaeuropa (di cui la Camera è uno dei sostenitori) e con il supporto dell’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma e del MACRO, la Mostra DigitaLife. Un’esposizione “esperienziale” che, consente di gettare uno sguardo sulla contemporaneità e di percepire il futuro. La mostra è uno dei momenti di un articolato progetto della Camera, denominato “Padri Analogici, Figli Digitali”, finalizzato a dare vita a un dibattito denso e costruttivo sul tema della cultura e del cambiamento in un momento storico in cui il Paese sembra segnare il passo di fronte ad un’accelerazione delle dinamiche economiche, tecnologiche e sociali senza precedenti. Abbiamo voluto scegliere il linguaggio dell’arte per rendere immediatamente visibile il senso di “Padri Analogici, Figli Digitali”. Con questo progetto, infatti, la Camera mette in campo una vasta indagine socio-economica condotta a livello locale e nazionale: una riflessione profonda sui meccanismi di creazione e trasmissione culturale, per comprendere quali sono i principali attori del processo di creazione e diffusione della cultura dell’innovazione, e individuare i principali “enzimi” e inibitori al cambiamento. Per la nostra istituzione, essere una Camera di Commercio “innovativa” ha significato massimizzare la qualità e l’efficienza dei processi operativi interni per liberare risorse che hanno consentito la realizzazione di infrastrutture all’avanguardia e di INIZIATIVA PROMOSSA DA iniziative ad alto contenuto tecnologico. CAMERA DI COMMERCIO - ROMA Partendo da questa visione, la Camera di Commercio ha destinato, in questi anni, ingenti investimenti in infrastrutture - il Sistema dei Tecnopoli, la Nuova Fiera, IDEAZIONE E ORGANIZZAZIONE l’Auditorium - ed eventi culturali come il Festival Internazionale del Film di Roma, la FONDAZIONE ROMAEUROPA Notte Bianca e il RomaFictionFest. ANDREA MONDELLO CURATORE PRESIDENTE CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA RICHARD CASTELLI Che il nuovo spazio della “Pelanda” apra le sue porte al pubblico, per la prima volta, con Va da sé che la complessità degli effetti della digital life si affermi anche grazie alla una mostra dedicata alle contaminazioni tra arti e nuove tecnologie è il miglior modo ricchezza dei contrasti cui essa dà luogo, laddove la virtualità e la smaterializzazione per sperimentarne le straordinarie potenzialità. delle cose arrivano a rigenerarsi concretamente e visibilmente agli occhi e soprattutto L’esperienza della digital life ha del resto radici profonde che si innervano ai sensi del visitatore. coerentemente nel pensiero contemporaneo. Essa risale infatti a quel cosiddetto “sentire artificiale” che il filosofo Mario Perniola, già quindici anni orsono, riuscì UMBERTO CROPPI a cogliere nei suoi tre aspetti fondamentali: in primo luogo, nella virtualizzazione ASSESSORE ALLE POLITICHE CULTURALI E DELLA COMUNICAZIONE della materialità e nell’animazione degli oggetti e delle immagini. L’una e l’altra causate da quella inversione per cui, da un lato gli esseri umani diventano sempre più capaci di espandere la loro potenzialità espressiva, dall’altro il mondo inorganico sembra coadiuvare l’uomo nella sua percezione degli eventi. Perniola definì questo fenomeno “effetto egizio”, riferendosi alla compiuta reificazione dell’umanità e alla conseguente sensibilizzazione dell’ambiente. In secondo luogo assistiamo a un allargamento e a una dilatazione dello spazio. È il fenomeno dell’esteriorizzazione, per cui tutto è superficie, tutto è abito, tutto è esterno. Nell’impossibilità di penetrare in un interno, continuiamo a trovare paesaggi, superfici, tessuti. In questo senso la digital life avrebbe origine da quella sensibilità barocca che Gilles Deleuze descrisse molto bene nel saggio “La piega”, che era appunto dedicato allo studio del barocco. Ma il momento più importante è il terzo, ossia quello di un sovrainteressamento di tipo emozionale che non appare utilitario, bensì legato al raggiungimento di uno scopo o alla realizzazione di un progetto. Il filosofo Wittgenstein parlava di una epoché colorata ed intensa, allorché qualcosa viene percepito sotto un nuovo aspetto che non si era colto prima: vedere cioè in modo differente. Non c’è dubbio infatti che la perenne originalità della digital life risieda proprio nella condizione percettiva a cui essa dà luogo. Nelle opere in mostra l’interattività a cui si fa illusione rimanda concettualmente alla nozione di empatia. D’altronde l’empatia, da oltre un secolo, è considerata un genere di esperienza estetica che ha a che fare con un’emozione di carattere fisico. Si manifesta in una sorta di “infusione” del contemplatore nell’opera. Allo stesso modo, si penetra nel video di Jean Michel Bruyère, si è avvolti nell’allestimento di Erwin Redl, ci si fa onda nella vasca di McIntosh, Madan e Hynninen, e così via. Con l’apertura del nuovo spazio della Pelanda, l’area dell’ex Mattatoio di Testaccio si Innanzitutto desidero esprimere i più vivi ringraziamenti al Presidente Andrea rivela sempre più come luogo di sperimentazione, vivacità culturale, incontro e sinergie. Mondello e alla Camera di Commercio di Roma per averci permesso, con il loro La vicinanza con i padiglioni del MACRO Future non è solo geografica, ma anche contributo e la loro iniziativa, di realizzare questa importante manifestazione. ideale. La vocazione alle forme più performative dell’arte contemporanea propria Quando 25 anni fa cominciò a Villa Medici il nostro primo festival c’erano già intorno a di quegli spazi, testimoniata con forza dagli ultimi importanti eventi espositivi come noi gli artisti, i registi, i musicisti della modernità. Noi non eravamo nati per dar vita ai New York Minute, sembra irraggiarsi anche alle inedite superfici della Pelanda, consueti Festival Culturali-mondani-turistici, ma per aprire un dialogo con la cultura rendendole il luogo ideale per accogliere eventi di carattere multidisciplinare, viva dell’Europa e del mondo. Erano con noi le avanguardie di allora e i loro maestri, da basati sulle contaminazioni fra tecnologia, nuovi media ed espressioni artistiche Alechinsky a Dorazio, da Lüpertz a Joe Tilson e così per la musica e la danza. Ormai, contemporanee. L’idea di collaborazione, incontro e azione congiunta con diverse dall’800, la tecnica aveva, con l’invenzione e la diffusione della fotografia, liberato realtà culturali del panorama romano e internazionale deve caratterizzare l’attività di l’arte dalle sue antiche funzioni di documentazione storica, con le sue visualizzazioni luoghi come questo, votati, anche per le loro caratteristiche spaziali, ad accogliere di battaglie, i ritratti in ricordo dei sovrani, degli eroi, dei condottieri: ormai ci si poteva le diversità e le varietà della creatività contemporanea. Luoghi in cui viaggiare esprimere nei modi più liberi, e grazie alla riduzione delle distanze e all’accelerazione rimanendo fermi, in cui muoversi in più direzioni seguendo le spinte dell’arte. dei tempi di comunicazione, fare incontrare popoli e continenti. Non tutti ci amarono: L’evento DigitaLife, organizzato da Roma Europa Festival alla Pelanda, rappresenta ci accusarono, da parte di qualche incanutita sinistra e di qualche destra passatista, di quindi un ottimo inizio, fedele alla vocazione e all’aspirazione culturale di questo essere “elitari”, quasi degli snob per una minoranza intellettuale esigua. Sbagliavano: spazio aperto alla città e ai cittadini. Questi ultimi sono coinvolti direttamente dalla nostra nascita un milione di spettatori sono venuti alle nostre manifestazioni e i nostri in un’esperienza non di passiva osservazione, ma di immersione sensoriale e Festival sono ormai divenuti un fenomeno di massa, frequentati da decine di migliaia intellettuale, prova di come le espressioni artistiche contemporanee possano dar vita di spettatori, soprattutto giovani. Non eravamo elitari, eravamo in ascolto delle voci del a nuove forme di fruizione e godimento estetico. Esemplari il caso dell’installazione nostro tempo e in sintonia con loro. In un certo modo la storia si ripete e con un certo di Ryuichi Sakamoto e Shiro Takatani, in cui si viene immersi in un buio riempito orgoglio possiamo dire che oggi come allora siamo impegnati con il nuovo tempo. È quello degli stimoli e delle sollecitazioni della musica e della visione, o quello di Jean Michel dell’informatica, di internet, della rete, delle tecnologie di ultima generazione, con gli Bruyère, che in La Dipersion du Fils esplora le potenzialità artistiche e comunicative artisti più innovativi. La rivoluzione tecnologico-scientifica ha ancora una volta spezzato di un nuovo sistema di proiezioni. Entrambi gli interventi danno testimonianza di come barriere e dato all’arte nuove immense possibilità. Romaeuropa è oggi anche Webfactory