venerdì 23 novembre 2012 21 U: WEEK END DISCHI

trario: il tono quieto, intimista di Tinsel & Lights profuma di confidenza individuale: è come se pre- GLI ALTRI DISCHI gasse affinché un fiocco di quelle magiche emo- zioni, di quelle romantiche illusioni, possa tener- Tributi ci compagnia in ogni altro giorno dell’anno che verrà. Non poteva mancare in questo senso la musa ispiratrice, Joni Mitchell, segreto nome tutelare dell’intero progetto. A lei si deve buona parte del feeling dolcemen- THE di Natale te sussurrato lungo le tracce: su disco è omaggia- WALKABOUTS ta da River, indimenticabile inno estrapolato dal Berlin capolavoro Blue, del 1971. Tra i grandi vecchi c’è Glitterhouse anche Randy Newman, con la cover di Snow, men- Gli omaggi di Tracey Thorn tre Hard Candy Christmas arriva dal canzoniere di Dolly Parton, regina del country americano. Ma non è una parata di stelle degli anni Settanta: nel come regali per le feste disco sfilano infatti tanti giovani autori del pre- sente, tutti meritevoli di (ri)scoperta: Sufjan Ste- Quello di band più longeva di Seattle è vens, Stephen Merritt, Ron Sexsmith, Jack Whi- un record importante per i Walkabouts, te ed i Low. ma ce n’è uno altrettanto significativo TRACEY THORN trica composta, sezione ritmica mai ingombran- Arrangiamenti e suoni sono delicati, per lo più che riguarda la coerenza. Anche se è un Tinsel & Lights te e giusto un accenno di elettronica in chiusura: acustici. album dal vivo, Berlin ripropone senza Strange Feeling questa l’architettura sonora di un album che non Non mancano gli archi e i fiati, ma su tutto sbavature l’inquieto folk rock del Records/Pias-Self strepita mai cercando il coro collettivo da panet- svetta comunque la sensuale voce della Thorn, gruppo, catturato all’indomani di un tone, che non ha nessuna intenzione di suggerire valore aggiunto di un lavoro felice, riuscito, di disco in studio spettacolare come o manipolare le emozioni dell’ascoltatore. Al con- rara caratura artistica. Travels In The Dustland. I Walkabouts si sottrarrebbero al paragone, ma siamo ARIEL BERTOLDO ancora dalle parti di Neil Young. G.S. [email protected]

DA UNA VITA INTERA VOLEVA CANTARE IN UN DISCO CHE EVOCASSE ATTRAVERSO LA MUSICA TUTTII COLO- RI, GLI UMORI E LE SENSAZIONI DOLCI/AMARE DEL SUO INVERNO: IL NATALE, NATURALMENTE, MA SENZA AN- Modular ZIANI VESTITI DI ROSSO, RENNE O INGOMBRANTI CAM- Records PANELLINI. Nessuna cartolina da spot pubblicita- rio. Piuttosto il freddo interiore e atmosferico di una stagione, di un anno intero che sta per volare via, lasciando sempre addosso quello strano, av- volgente senso di attesa e grandi aspettative, par- zialmente tradite. E poi la neve, che cade imbian- La nuova «neo psichedelica» che flirta con cando le cime degli alberi nei parchi, il becco del- l’elettronica e il pop ha un nome di punta: le papere nei laghi ghiacciati, l’asfalto dei viali gli australiani Tame Impala, amanti dei notturni illuminati a festa, mentre tutti sembra- Jefferson Airplane e dei Beatles. L’effetto no là fuori e tu vedi arrivare gli invitati dalla fine- retrò è un rischio che i nostri si prendono stra dell’ultimo piano, quando ancora ogni cosa è con grande scioltezza nella maggior parte possibile. dei brani (la bellissima «Feels like we only È questo il nostalgico «sabato del villaggio» rie- go backwards» ne è l’esempio) ma che vocato dalla cantautrice inglese Tracey Thorn, il mediano con l’uso del digitale, presente disco natalizio che avrebbe sempre voluto incide- ma mai preponderante. SI.BO. re, il regalo migliore per i suoi cinquant’anni. Gli intenditori ricorderanno la sua voce soul, elegan- te e raffinata, nel benemerito duo folk/elettroni- co Everything But The Girl, attivo negli anni Ot- tanta e Novanta; i più giovani di certo non hanno ¡Dos! dimenticato la sua collaborazione con i Massive Reprise Attack ai bei tempi del trip-hop. Tinsel and Lights, suo quarto album solista, è un’antologia di dieci cover, impreziosita da due brani originali. Ed è un disco da ascoltare tutto l’anno, pro- prio perché privo di tutta la stucchevole retorica presente nelle uscite a tema natalizio (azzeccata Il tempo passa per tutti, soprattutto per e strategica in questo senso l’idea di farlo uscire chi fa del giovanilismo spinto il suo con largo anticipo, così da distinguerlo dagli scaf- punto di forza. Così mentre il cantante fali dorati e sorridenti infarciti di Mariah Carey, Billie Joe è in ritiro disintossicante, esce Michael Bublé e Rod Stewart). La scelta del re- un disco di cui non sentivamo il pertorio da reinterpretare non è stata affatto ba- bisogno. Si apre con una ballata nale, né tantomeno scontata: l’unico autentico acustica chitarra e voce finto-lo-fi standard festivo, un classico da titoli di coda, è («Amy») che non sa semplicemente di Have Yourself a Merry Little Christmas, immortalata niente, prosegue con «Fuck time», un da Frank Sinatra negli anni Cinquanta e ripresa rock and roll rubato ai Beatles, butta con nuovo tocco femminile. qua e la i soliti pezzi energico-festaoli Tutto ciò che segue e precede è un’eclettica, alla Green Day (tranne la buona originalissima alternanza di tributi ad artisti «Mekeout party»), si lancia in un amati dalla Thorn, ben bilanciata tra passato e Tracey Thorn e le lucine di Natale improbabile rap. Discreto, ma niente di presente. Il pianoforte, le tastiere, chitarra elet- esaltante. SI.BO.

star Vasco Rossi (Stupido hotel); un campione del nazional-popolare come Riccardo Cocciante (Re- CANZONI SUL RAZZISMOda plunderbund.com Un attore per dodici canzoni sta con me) con un maestro assoluto della canzone d’autore come Francesco De Gregori (Povero me); Billie 02 Bob Marley Omaggio al pop italiano Manuel Agnelli (Ci sono molti modi) e Biagio Anto- Holliday Buffalo Soldier nacci (Seèverochecisei). «La scelta dei pezzi è stata 03 Rage Against the Machine indirizzata dalla tematica che avevano in comu- «Strange Maria Danio Manfredini Dall’attore e folk singer un’ardita ne: gli amori tormentati - dice Manfredini a que- sto proposito -. Quelle relazioni che vanno avanti Fruit» 04 Nina Simone combinazione che fa coesistere autori agli antipodi per lungo tempo e che poi d’improvviso sembra- Mississippi Goddam no finite, ma poi ricominciano. Poi, subito dopo, 05 They Might be Giants PIERO SANTI DANIO MANFREDINI ti sembra che non ci senso nell’andare avanti e Racist Friend [email protected] Incisioni poi invece, disperatamente, cerchi di ritrovarlo. SottoControllo Questo stallo esistenziale, che ci riconduce ad 06 Public Enemy È DALL’INIZIO DEGLI ANNI ’80 CHE DANIO MANFREDINI una condizione adolescenziale, era la caratteristi- Fight the Power STAPORTANDOAVANTI, OSTINATOECONTROCORREN- ca che più mi interessava cogliere riguardo alle TE, UN ECCENTRICO PERCORSO DRAMMATURGICO. I parole. E alcuni pezzi si sono dimostrati più effica- 07 James Brown Say It Loud (I’m Black and SUOI SPETTACOLI SONO COSTRUITI ATTRAVERSO UNO ci di altri, andando a ritrarre proprio l’aspetto spe- I’m Proud) SPIETATO LAVORO DI RICERCA INTERIORE, un’intrica- cifico di questo tipo di storie, dove un giorno dici ta grammatica di parole e gesti con la quale decli- mo ascoltare nell’esclusiva veste di cantante, in- Insieme a te non ci sto più e il giorno dopo Ancora, 08 Sly and the Family Stone na, sempre a nervi scoperti, le tematiche a lui ca- terprete istintivo e sentimentale, intenso e vulne- ancora,ancora». A rendere più omogeneo e convin- Don’t Call Me Nigger, Whitey re dell’amore e del dolore. Non è la prima volta rabile, di dodici brani, più o meno famosi, che cente il risultato finale ha contribuito anche la che lo sentiamo cantare. Già da tempo ha iniziato appartengono agli ultimi cinquant’anni della sto- scelta di arrangiare tutte le canzoni in modo 09 Midnight Oil a mettersi alla prova come folk singer, inventando ria del pop italiano. Un’ardita combinazione che asciutto, elettroacustico e cameristico con chitar- misurati inserti per sola voce e chitarra acustica fa coesistere, straordinariamente, autori fra loro re, pianoforte e contrabbasso, escludendo d’istin- 10 The Mighty Mighty Bosstones all’interno di alcune sue messinscena. Indubbia- davvero agli antipodi: l’eterno outsider dell’indie to batteria e percussioni, impreziosendo il tutto Let’s Face It mente, però, questa è la prima volta che lo possia- rock Federico Fiumani (Labbra blu) con la rock con armonica, fagotto e violoncello.