La Riserva Naturale Speciale Della Lanca Di San Michele a Carmagnola: Studio Della Vegetazione

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La Riserva Naturale Speciale Della Lanca Di San Michele a Carmagnola: Studio Della Vegetazione RIV. PIEM. ST. NAT., 18, 1997: 113-133 DOMENICO VAI * LA RISERVA NATURALE SPECIALE DELLA LANCA DI SAN MICHELE A CARMAGNOLA: STUDIO DELLA VEGETAZIONE SUMMARY - Riserva Naturale Speciale della Lanca di San Michele in Carmagnola (Turin province - Piedmont): a botanical essay. Starting from land use map I made an essay on flora that gives infomations about ecological factors on this area. RIASSUNTO - Partendo dalla carta dell’uso attuale del suolo si è svolto un rilievo floristico che ha fornito una sintesi dei fattori ecologici che insistono sull’area. DESCRIZIONE DELL’AREA Il Parco fluviale a monte di Torino presenta una densità molto alta di impianti estrattivi di materiali inerti (sabbia, ghiaia e pietrisco) ed una col- tura intensiva di pioppi che, alternata ai seminativi, si estende fin quasi al fiume, dal quale è separata da una fascia piuttosto esigua di vegetazione ri- pariale. L’impatto antropico risulta, perciò, notevole. Tuttavia, lungo il fiu- me permangono zone dove la vegetazione ripariale si è sviluppata in modo cospicuo (fig. 3). Queste zone sono state individuate dalla L.R. n. 28 del 17.4.90 come “Aree attrezzate” o “Riserve naturali speciali”, per sottoli- nearne la maggior valenza naturalistica e favorire un intervento di tutela più mirato. La Riserva naturale speciale della Lanca di San Michele è quella meno interessata da impianti produttivi o usi antropici intensivi e, quindi, più adatta ad un recupero naturalistico. Inoltre, la presenza della lanca costi- tuisce una risorsa naturalistica di tutto pregio, data l’estrema rarità di zone umide analoghe lungo il corso del fiume che, negli ultimi anni, è stato pro- * via Tanaro, 3 - 10099 San Mauro Torinese (TO) 113 La Lanca di S. Michele a Carmagnola: studio della vegetazione gressivamente rettificato e canalizzato a causa di interventi di difesa spon- dale. Su quest’area sono state svolte ulteriori indagini botaniche di tipo fito- sociologico per indagare la qualità dell’ambiente e le sue possibili evoluzio- ni, tenendo conto anche degli interventi attualmente effettuati per la valo- rizzazione dell’ambiente naturale come l’istituzione del Parco comunale del Gerbasso nel Comune di Carmagnola. VINCOLI LEGISLATIVI L’area studiata costituisce una Riserva naturale speciale all’interno del Sistema delle aree protette della Fascia fluviale del Po. Con la legge regionale 46/85 tutta la fascia fluviale del Po venne inserita nell’elenco regionale dei Parchi ed il Consiglio regionale in data 8 maggio 1986 ampliò il primitivo programma inserendolo nel “Progetto Po” (I.R.E.S., 1989), un Progetto Territoriale Operativo (PTO: Regione Pie- monte, 1993) che prevede anche la tutela e la valorizzazione ambientale, ecologica e paesistica. Di importanza fondamentale per l’individuazione e la classificazione dell’area fu la Legge Regionale n. 28 del 17 aprile 1990 con cui venne isti- tuito il Sistema delle aree protette della Fascia fluviale del Po. All’interno dei confini del Sistema vennero collocate aree con diverso grado di tutela e precisamente: G Riserve naturali speciali; G Riserve naturali orientate; G Riserve naturali integrate; G Aree attrezzate; G Zone di salvaguardia. La proposta di PTO del 1989 e la legge regionale 28/90 hanno indotto atteggiamenti di maggiore cautela nell’utilizzo dell’ambito fluviale ma non hanno impedito che negli ultimi anni venissero attuati interventi con mo- dalità tali da interferire palesemente con le finalità del PTO. Di specifico interesse per la definizione del PTO sono le previsioni ur- banistiche dei parchi urbani come il Parco comunale del Gerbasso a Car- magnola, funzionalmente collegato al Museo Civico di Storia Naturale con sede nella Cascina Vigna. 114 RIV. PIEM. ST. NAT., 18, 1997: 113-133 CARTA DELL’USO ATTUALE DEL SUOLO Si è partiti dalla fotointerpretazione di una serie di fotografie aeree rea- lizzate il 6.11.88 dalla compagnia riprese aeree del geom. Licinio Ferretti di Fontana-Parma e attualmente in uso presso l’Ufficio Parchi della Regione Piemonte. Sono state raggiunte tutte le aree ed è stato verificato che l’uso attribui- to fosse esatto. In alcuni casi è stato necessario apportare delle variazioni, specialmente in aree interessate da attività produttive. La cartina è stata, poi, digitalizzata. Nella elaborazione della Carta dell’uso attuale del suolo si è notato co- me il fiume si sia spostato parecchio rispetto alla Carta Tecnica Regionale, che costituisce la base di riferimento su cui sono stati tracciati i confini del Sistema delle aree protette con la L.R. n. 28 del 17.4.90. Lo spostamento del fiume, ma il mantenimento dei confini del parco segnati dalla legge, ha portato ad alcune incongruenze, come la fuoriuscita del fiume dall’area del parco in alcuni tratti. Si ritiene utile, perciò, una ridefinizione dei confini in sede legislativa. ESTRAZIONE DEI DATI Dalla cartografia numerica in possesso sono state “estratte” le aree in metri quadrati delle singole zone individuate. Si presentano nella tab. 1 le aree e le relative percentuali destinate ai singoli usi sia per tutta la fascia fluviale tra Casalgrasso e Moncalieri, sia per la sola Riserva naturale. Sistema delle aree protette Si nota il grande impatto antropico di seminativi e pioppeti. La coltivazio- ne di cave, tra bacini e aree di stoccaggio, raggiunge circa il 10% del territo- rio, una percentuale molto alta. La regolazione dell’escavazione è, dunque, problema prioritario per questo tratto. La risorsa naturale principale è la ve- getazione ripariale a prevalenza di salici. Riserva naturale speciale della Lanca di San Michele Il territorio lasciato alla vegetazione ripariale copre una percentuale di ter- ritorio ben maggiore rispetto a tutto il Sistema delle aree protette. Questo è dovuto principalmente alla presenza della lanca che ne è circondata. L’attività di escavazione è presente, ma solo con aree di stoccaggio. L’as- senza di bacini riduce il rischio idrogeologico, presente, invece, in altre zone. 115 La Lanca di S. Michele a Carmagnola: studio della vegetazione Tab. 1 - Sistema delle aree protette della Fascia fluviale del Po tra Casalgrasso e Moncalieri Uso Area (m2) Percentuale Vegetazione ripariale a prevalenza di robinie 213.841 0,72% Vegetazione ripariale a prevalenza di salici 19.260.645 6,46% Vegetazione ripariale a prevalenza di latifoglie miste 5.301 0,02% Incolto a prevalenza di specie erbacee 611.395 2,05% Incolto a prevalenza di specie arbustive 178.279 0,60% Boscaglia di latifoglie 73.619 0,25% Boscaglia di robinie 32.575 0,11% Boscaglia di salici 140.608 0,47% Greto 115.435 0,39% Vegetazione arbustiva del greto 120.521 0,40% Po e canali o affluenti 2.158.899 7,25% Lanca 53.584 0,18% Pioppeto 5.462.995 18,33% Seminativo 14.193.827 47,63% Prato stabile 24.496 0,08% Orto urbano 168.865 0,57% Bacino di cava 1.722.293 5,78% Area di stoccaggio e lavorazione materiali inerti 1.536.095 5,16% Bacino di cava abbandonato 460.704 1,55% Impianto di cava abbandonati 16.101 0,05% Bacino di cava adibito a riserva di pesca 380.141 1,28% Area di servizio alla riserva di pesca 50.034 0,17% Area urbanizzata 86.947 0,29% Impianto sportivo 15.965 0,05% Discarica 38.373 0,13% Impianto di depurazione 5.122 0,02% Maneggio 5.451 0,02% TOTALE 29.797.531 100,00% 116 RIV. PIEM. ST. NAT., 18, 1997: 113-133 Tab 2 - Riserva naturale speciale della Lanca di S. Michele Uso Area (m2) Percentuale Vegetazione ripariale a prevalenza di salici 358.000 21,77% Incolto a prevalenza di specie erbacee 125.201 7,61% Incolto a prevalenza di specie arbustive 600 0,04% Greto 37.150 2,26% Vegetazione arbustiva del greto 52.048 3,17% Po e canali o affluenti 166.300 10,11% Lanca 53.584 3,26% Pioppeto 160.433 9,76% Seminativo 565.863 34,41% Bacino di cava 7.200 0,44% Area di stoccaggio e lavorazione materiali inerti 118.000 7,18% TOTALE 1.644.379 100,00% STUDIO DELLA LANCA DI SAN MICHELE Le lanche fluviali costituiscono biotopi umidi lentici, originatisi dalla fusione di due alvei del corso d’acqua lungo il tratto planiziale, per un salto di meandro. Dopo la chiusura del vecchio meandro, il bacino si isola sem- pre più dal fiume e subisce un processo di naturale interramento per l’ap- porto dei sedimenti che depositano facilmente grazie alla ridotta velocità dell’acqua. Come tutti gli ambienti umidi le lanche hanno un grande valore, ricono- sciuto dalla Convenzione di Ramsar del 1971. I caratteri fisici e naturali sono simili a quelli tipici di stagni e paludi. L’interramento del bacino, che già di per sé ha un fondale poco profon- do, è dovuto a vari fattori. Tra di essi i più importanti sono la notevole pro- duttività biologica, caratteristica di questo tipo di biotopo, e la continua sedimentazione sia degli organismi morti che delle loro produzioni. Biso- gna ricordare che la palude è probabilmente il biotopo che produce la maggiore biomassa per unità di superficie. Infatti la produzione biologica è tanto maggiore quanto minore è la velocità dell’acqua. Man mano che la velocità della corrente diminuisce per il progressivo interramento, la vegetazione si evolve verso una maggiore complessità. 117 La Lanca di S. Michele a Carmagnola: studio della vegetazione Partendo dal centro del bacino si succedono le macrofite galleggianti, quel- le emerse ed infine il bosco ripariale, con specie adatte a suoli via via meno umidi. La scarsa profondità determina la presenza di specie acquatiche ra- dicate anche al centro del bacino. In questa grande varietà di ambienti generati dalla vegetazione trovano il loro habitat ideale parecchi gruppi zoologici in grado di adattarsi alle no- tevoli variazioni stagionali della temperatura (specie euriterme).
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