GP STA TI UNITI in Texas Hamilton Vince Ancora E Lo Fa "Sverniciando" in Pista Il Suo Compagno Di Squadra Rosberg
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n. 293 3 novembre 2014 GP STA TI UNITI In Texas Hamilton vince ancora e lo fa "sverniciando" in pista il suo compagno di squadra Rosberg. Il Mondiale ha già un padrone morale NUMERO UNO Registrazione al tribunale Civile di Bologna con il numero 4/06 del 30/04/2003 Direttore responsabile: Massimo Costa ([email protected]) Redazione: Stefano Semeraro Marco Minghetti Collaborano: Carlo Baffi Antonio Caruccio Marco Cortesi Alfredo Filippone Dario Lucchese Claudio Pilia Guido Rancati Dario Sala Silvano Taormina Filippo Zanier Tecnica: Paolo D’Alessio Produzione: Marco Marelli © Tutti gli articoli e le immagini Fotografie: contenuti nel Magazine Italiaracing Photo4 sono da intendersi Actualfoto a riproduzione riservata Photo Pellegrini ai sensi dell'Art. 7 R.D. 18 maggio 1942 n.1369 MorAle Realizzazione: Inpagina srl Via Giambologna, 2 40138 Bologna Tel. 051 6013841 Fax 051 5880321 [email protected] 2 Il graffio di Baffi FORMULA 1 GP STATI UNITI 4 FORMULA PANICO E' ormai guerra aperta fra grandi team e scuderie indipendenti. In ballo c'è il futuro modello della F.1, che gli uni vorrebbero in mano a grandi realtà capaci di schierare la terza vettura, e gli altri riequilibrata nei costi e nei ricavi a favore dei “piccoli”. La scelta non è facile, ma scegliere si dovrà 5 FORMULA 1 GP STATI UNITI 6 Stefano Semeraro cosa di serio tutti insieme». Già, ma cosa? Le scuderie maggiori, quelle sostenute dai I Ricchi e i Poveri. Anzi: i Ricchi contro i costruttori e dai grandi sponsor, non sem- Poveri. Da qualche anno la lotta di classe si brano avere davvero nessun interesse alla è trasferita nel mondo dei supermiliardari, sopravvivenza dei team indipendenti. E lo ha quello della F.1, e ormai stiamo arrivando ribadito anche Marco Mattiacci, il team alla resa dei conti. Perché è vero che anche i manager della Ferrari, quando ha dichiarato ricchi piangono, almeno nel Circus, un posto che «gli introiti della F.1 vanno aumentati, dove nemmeno essere straricchi basta a non divisi diversamente». La F.1 finirà come sopravvivere (e Richard Branson e Tony Fer- la Liga spagnola di calcio, dove a dominare nandes ne daanno qualcosa). Alla vigilia di sono i due colossi Real Madrid e Barcellona Austin sembrava addirittura che sarebbe e la vittoria di un club come l'Atletico rappre- scoppiata la rivoluzione, scatenata dall'as- senta, più che un eccezione, una rarità? senza per manifesta insolvibilità di Cater- «Credo che siamo oltre lo stadio della fru- ham e Marussia. I piccoli team, Force India, strazione – è sbottata a Austin la Kalterborn, Lotus e Sauber avevano minacciato il boicot- team principal della Sauber – ed è davvero taggio, e anche se alla fine non se ne è fatto terribile che i responsabili di questo sport nulla – perché nessuno aveva realmente abbiano permesso che si arrivasse a questo interesse che qualcosa succedesse... - è chia- punto. Ora è compito della Fia fare qualco- ro che la situazione ormai è critica, con il sa, perché la F.1 dipende dalla Fia. Non cre- paddock è violentemente, acidamente spac- do che questo sport possa basarsi a lungo sul- cato fra top-team e scuderia in sofferenza. l'interesse dei costruttori, perché già in pas- Tanto che persino Bernie Ecclestone lo ha sato i costruttori sono andati e venuti. E ammesso. «In questi giorni sono stati distri- quando se ne andranno di nuovo che prodot- buiti troppi soldi, e male, forse per colpa mia to resterà in mano alla Fia?». Domanda – ha detto il Supremo – Io sono pronto a seria, e inquietante. Per Mattiacci la soluzio- ridurre le mie quote, se le squadre faranno ne è nell'ingresso di altri costruttori: «ci sono altrettanto, ma il problema è che nessuno lo molti altri grandi marchi che potrebbero vuole fare. Qualcuno ipotizza un prestito, ma investire su una piattaforma fenomenale questo risolverebbe il problema per qualche come la F.1. E noi abbiamo bisogno di team mese, non più a lungo». Per poi concludere competitivi, non sto dicendo piccoli o medi, con ruvido pragmatismo: «Il fatto è che sei ma team competitivi con una base finanzia- un impresario non puoi pagare i Rolling Sto- ria solida». Ma è un argomento che non con- nes come un complesso da strada. E i picco- vince la Kalterborn: «E' stato Marco stesso a li team il nuovo accordo (quello che ha sosti- dire che ha iniziato a preoccuparsi di come tuito il Patto della Concordia, ndr) lo hanno garantire un ritorno agli investimenti della firmato, anche se ora lo contestano». I due Ferrari: come può pensare di avere un ritor- “Landini” della situazione, sulla sponda dei no economico, in una situazione come que- Poveri, sono Sauber e Force India, in parti- sta? Che cosa risponderà se i suoi investito- colare Monisha Kalterborn e Rob Fernley. ri gli chiederanno quale è il ritorno a fronte «Credo che siamo ormai ad un bivio – ha di uno spettacolo sportivo poco attraente, dichiarato ad Autosport il team principal con audience televisive sempre in calo?». della Force India – e non ha senso guardar- Forse che agli investitori interessa vedere la si alle spalle, perché sappiamo tutti come sia- Ferrari vincere: poco importa contro chi. Il mo arrivati a questo punto, sono due anni problema è che con l'ingresso di nuovi atto- che dura questa crisi. Il problema è l'oggi, e ri di peso – Audi, Toyota, Nissan, per ora a me sembra chiaro che fra CVC (il fondo peraltro poco interessate alla prospettiva – d'investimento che possiede la F.1, ndr) e i per le Rosse vincere diventerebbe ancora più primi 5 team che si sono arricchiti e poten- difficile. ziati ci sia un piano sul futuro della F.1. Nel Battute a parte, la F.1 si trova davvero a un 2015 la F.1 non sarà più quella che conoscia- bivio cruciale. Una ricetta sicura non c'è, ma mo, l'addio di Caterham e Marussia ha sca- la malattia è chiara: l'indecisione. Il model- vato un solco. Ora si tratta di capire quanti lo attuale non è sostenibile, occorre sceglie- altri team se ne andranno dalla F.1 prima di re se affidarsi alle grandi Case o trovare un aver raggiunto il loro obiettivo. E mi chiedo: piano sostenibile anche per team indipen- qual è il loro obiettivo? Perché secondo me denti, piano che inevitabilmente passa per neppure l'idea di avere tre macchine per quel tetto dei budget che già Max Mosley ten- team può funzionare». Per Fernley la tò inutilmente di introdurre. E che Merce- responsabilità del crac imminente è della des, Ferrari, Red Bull, McLaren e Williams CVC: «La Fia quest'anno ha provato a ridur- vedono come il fumo negli occhi. L'unico re i costi, ma si è dimostrata impotente per- consiglio è quello che forniva il grande Yoghi ché è stata letteralmente sopraffatta dalla Berra, leggendario catcher degli Yankees, e CVC e dai primi 5 team. Nessuno ha tentato ineffabile pensatore: «quando nella vita ti di risolvere la situazione dei team che non ce trovi davanti ad un bivio, imboccalo». Augu- la facevano più, e ora tocca a noi fare qual- ri, Formula 1. 7 FORMULA 1 GP STATI UNITI Nico Rosberg nulla ha potuto contro un Hamilton davvero determinato Con il decimo successo della stagione, il quinto consecutivo, Hamilton allunga ancora su Rosberg e mette un’ipoteca sulla conquista del titolo LEWIS DIE 8 Se non fosse per la trovata da circo del punteggio doppio asse- gnato nell'ultima gara della stagione ad Abu Dhabi, Lewis Hamilton avrebbe l'iride F1 2014 praticamente in tasca. Ven- tiquattro lunghezze di vantaggio sul compagno di squadra Nico Rosberg con due GP alla fine sarebbero infatti un margi- ne di sicurezza, non sufficiente a festeggiare il titolo ma abba- stanza per considerarlo una formalità. Con ben cinquanta punti in palio sul circuito di Yas Marina, e con l'ipotesi di cedi- menti meccanici che nel primo anno dell'era turbo non può essere esclusa con certezza, il pilota di Stevenage sarà invece costretto ad aspettare la fine dell'ultimo GP della stagione per sentirsi davvero sicuro della corona. Detto questo, però, è impossibile non sottolineare come sul Circuit of the Americas Hamilton abbia fatto un passo davve- ro importantissimo verso il mondiale, soprattutto dal punto di vista psicologico fiaccando una volta di più la resi- stenza di Rosberg. Nico ce l'ha messa tutta per non cedere, prima di tutto reagendo a un venerdì tutt'altro che ideale con una prova brillante nella qualifica di sabato. La pole sembrava il preludio a una gara in cui il tedesco avrebbe potuto dire la sua, ma alla fine i sogni di gloria del figlio di Keke sono durati poco più di venti giri: è stato quello il momento in cui Hamil- ton ha deciso di rompere gli indugi, e da lì in poi la rapidità con cui il flusso della gara ha cambiato direzione è sta- ta sorprendente. Il vantaggio di Rosberg, quasi tre secondi, si è vaporiz- zato nell'arco di quattro passaggi e una volta arrivato a contatto Hamilton ha passa- to il rivale con una facilità disarmante. L'attacco è arrivato alla curva 12 e la risposta di Nico, un leggero scarto a sinistra, è stata decisamente troppo timida. Di fronte a tanta arrendevo- lezza da parte del compagno di squadra Lewis ha deciso di ribadire il concetto e non farsi mancare la mossa da "maschio alfa", accompagnando la F1W05 numero 6 oltre il cordolo. ECI, E LODE 9 FORMULA 1 GP STATI UNITI Un'aggressività non necessaria, se non Con il successo ottenuto ieri ad Austin, a ribadire chi è che comanda in casa infatti, l'alfiere Mercedes ha sorpassato Mercedes.