11 marzo 2008 GliGli esitiesiti deldel RapportoRapporto ambientaleambientale perper ilil ParcoParco regionaleregionale delladella ValleValle deldel LambroLambro

Competenze tematiche Coordinamento e metodi (prof. Pier Luigi Paolillo), elaborazioni di sintesi e geostatistica (dottori Alberto Benedetti e Massimo Rossati), qualità dei fattori fisici (dott. Mino D’ Alessio, Cooperativa Rea, Monza), qualità dell’assetto storico e paesaggistico (dott. Roberta Madoi), qualità dei fattori socio - economici, ambientali e insediativi (dottori Paola Campi, Giorgio Graj, Roberto Raimondi, Luca Terlizzi) I brandelli urbanizzati che marcano gli insiemi metropolitani, null’altro che il binomio “crescita, dispersione” rappresentativo di tanta urbanistica italiana degli ultimi decenni

Si sono così generati innumerevoli non luoghi “a-centrati”, e la risposta del piano è risultata inadeguata rispetto alla domanda di sostenibilità ambientale che la situazione pretendeva

Le opportunità della Valutazione ambientale per il Parco regionale della Valle del Lambro:

(1) Una “cassetta degli attrezzi”, altamente efficiente, da utilizzarsi in qualsivoglia situazione decisionale.

(2) Una “rete esperta” in grado di valutare, orientare e meglio governare le trasformazioni territoriali.

(3) Una “stanza di pensiero” per produrre innumerevoli simulazioni. La Vas secondo gli indirizzi Una Vas “ottima” per il territorio: vigenti in Lombardia un sistema complesso

modelli deboli prescrittivi modelli prescrittivi

VASVAS VASVAS s o ii ii s ff r c o ii ttw o a fftt r tt ca w o d c a a iic s a tt ii i o r iic ffff iim c a a c is m e d e o re c a e g d u m ii a g e iin o lla g d iic n iis c a e ii iin ffff o o z s e o p iio p n e La Vas come un “pianeta”di un unico sistema gravitazionale, con orbite e satelliti

stanze di pensiero strumenti di pensiero modelli

processi valutativi VASVAS indicatori

simulazioni software alternative

basi di dati stanze di pensiero Determinazione di una funzione modelli multidimensionale

strumenti di pensiero

software indicatori

simulazioni

banche dati

processi valutativi Stima di S (funzione multidimensionale per valutare la sostenibilità delle scelte localizzative, apponendo limiti morfologici espliciti al processo insediativo diffusivo)

S = f (a, b, c, d, e, n)

a: compattezza delle forme insediative; b: entità ed estensione dei nuovi nuclei urbanizzati; PRESSIONI c: dispersione insediativa; GENERATE d: consumo di suoli ad alta capacità d’uso o elevato grado di naturalità; e: rischio idraulico; n: contenimento delle pressioni sui sistemi naturali. La Vas una “cassetta degli attrezzi”

La Vas si configura come un vero e proprio contenitore di strumenti che possono sempre essere utilizzati a supporto di qualunque attività di governo del territorio e/o scelta Gli strumenti messi a disposizione dalla Valutazione: Gli strumenti analitico - conoscitivi: Gli strumenti valutativo - previsionali: Gli strumenti normativo - programmatici: Gli strumenti gestionali: Gli strumenti messi a disposizione dalla Valutazione: Gli strumenti partecipativi: La metodologia

L’impianto metodologico assunto tende ad adattarsi a differenti esigenze grazie ad alcune caratteristiche fondanti tra cui elasticità, duttilità, ripercorribilità e reversibilità, lasciando quindi un ampio spazio di manovra per giungere ai fini verso i quali si vuole tendere.

“La Vas deve essere in grado di fornire elementi di congruenza con le scelte decisionali che devono essere assunte con massima responsabilizzazione e minima rigidità” Gli obiettivi della Valutazione ambientale:

Flessibilità È un impianto metodologico molto scientifico ma elastico, uno strumento che veste e non ingessa, potendo dunque cambiare in funzione delle esigenze. Alla luce di tali esigenze ed ulteriori trasformazioni di nuovi quadri territoriali modificati, l’impianto non trova ostacoli ma Duttilità modificati, l’impianto non trova ostacoli ma produce differenti output al variare degli input; è dunque molto flessibili nel recepimento di input e nella produzione di output.

Reversibilità Si configura in questa sede una valutazione ambientale caratterizzata dall’identificazione di un percorso ripercorribile e dunque circolare. A fronte di eventuali aggiornamenti contenutistici e/o normativi sui quali la valutazione stessa si basa, deve essere possibile apportare le dovute Ripercorribilità basa, deve essere possibile apportare le dovute correzioni all’interno dell’impianto metodologico assunto per la valutazione ambientale. Esempio: La necessità di un aggiornamento continuo

Differenza rispetto all’immagine statica che si aveva con la cartografia classica

E’ auspicabile che gli aggiornamenti vengano gestiti “dall’interno” con un flusso di informazioni proveniente da tutti i soggetti che determinano cambiamenti nel territorio

L’aggiornamento consentirà di disporre di basi di dati il più recente possibile La metodologia assunta:

Flessibilità

Duttilità

Reversibilità

Ripercorribilità La Normativa

Il processo di Vas adottato non è un processo inventato, ma è un recepimento della lettura attenta della normativa vigente in materia di Vas, al fine di evincere tutte le potenzialità e opportunità che queste normative sono in grado di fornire in modo innovativo in tema di governo del territorio In conformità a quanto previsto dall’ art. 18 c. 1 lett. a) della Lr 30 novembre 1983, n. 86 il parco regionale della Valle del lambro, istituito con la Lr 16 settembre 1983, n. 82 si è dotato del Piano territoriale di coordinamento aventi effetti di piano paesistico coordinato con i contenuti paesistici del Piano territoriale di coordinamento provinciale della provincia di Milano

Istituzione del Parco Naturale della Valle del Lambro. Lr 9 dic. 2005, n. 18

Materiale analitico e progettuale solo in versione cartacea

Applicazione delle normative in Revisione del Ptc parco valle materiale di pianificazione Lambro territoriale Lo schema e gli approfondimenti sono stati sviluppati analizzando i seguenti materiali: i. legge regionale lombarda 12/2005; ii. indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi (a integrazione del c. 1, art. 4 della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12) e allegati I, II e A; iii. linee guida per la valutazione ambientale strategica, fondi strutturali 2000 – 2006; iv. progetto Enplan

Qualche perplessità sull’impostazione della circolare emanata dalla Regione Lombardia. Appaiono eccessivi i rimandi agli Allegati, e soprattutto non è questo il presupposto che dovrebbero assumere gli indirizzi/linee guida: il principale obiettivo avrebbe dovuto riguardare l’ esplicitazione e la codifica del protocollo tecnico/procedurale di redazione della Vas. Apprezzabile il tentativo, nello schema riportato a fianco, di produrre un parallelo tra il processo di un p/p e le azioni valutative da effettuare. Sarebbe tuttavia risultato più efficace individuare espliciti riferimenti a una delle esperienze valutative prodotte nell’ambito del progetto europeo Enplan, per evitare confusioni terminologiche e, soprattutto, impostare una metrica . Risulta assai ampliata, tramite l’anomalo strumento della circolare anziché nel corpo della Lr. 12/2005, la sfera degli strumenti su cui applicare la Vas: ex c. 2, art. 4 della Lr. 12/2005, «sono sottoposti alla valutazione (omissis) il piano territoriale regionale e i piani territoriali di coordinamento provinciali, il documento di piano di cui all’art. 8, nonché le varianti agli stessi», mentre nell’allegato A della circolare sono 36 i p/p soggetti a valutazione ambientale. All’interno della giuda Enplan sono proposti alcuni esempi di possibile individuazione e utilizzo di indicatori nella redazione e valutazione di un piano urbanistico comunale. Gli esempi proposti non risultano illuminanti: nelle linee guida, viene individuato un numero troppo contenuto di indicatori – variabili, che intervengono su pochi dati essenziali. Oltretutto, negli Allegati pubblicati, non è stata ancora definita una lista di indicatori di qualità, come invece pretenderebbe il contenuto del c. 1, art. 4 della Lr. 12/2005: «Al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile (omissis) la giunta provvede (omissis) definendo un sistema di indicatori di qualità che permettano la valutazione degli atti di governo del territorio»; il set di indicatori ruota ancora intorno alle definizioni usuali, come si constata nella sequenza in basso a destra. Abitanti È Famiglie È Abitazioni È Dimensioni medie unitarie È Capacità insediativa del piano È Tipologie È Occupazione di suolo Mentre la Via si è ormai consolidata come procedimento limitato al tempo di vita del progetto valutato, la valutazione ambientale (Vas) deve invece intendersi come un procedimento integrato, ciclico e processuale. Quindi, la chiave di volta della Vas è costituita dalla sua capacità di integrare e rendere coerente l’intero processo di pianificazione orientandolo verso la sostenibilità, e ciò è ben chiaro nella circolare regionale (cfr. a fianco). Tuttavia, dalle fonti disponibili (circolare e allegati) non sono chiari gli obiettivi a cui rispondere con la Vas dei piani; potrebbe fornire un ausilio lo schema, a fianco riportato, presente nelle linee guida predisposte dal Ministero dell’Ambiente, a cui tuttavia non viene fatto riferimento nella circolare lombarda.

Le peculiarità e i disvalori

Le analisi di indagine svolte utilizzando il modello Psr (pressioni ↔ stato ↔ risposte) hanno portato alla luce situazioni peculia ri e disvalori, di cui si vuole dar conto, che a vario titolo caratterizzano gli ambiti di indagine assunti per la Valutazione ambientale. Gli obiettivi ricognitivi assunti per l’indagine socio-economica

La verifica se abbia luogo in area:

L’espansione e l’incidenza del settore terziario all’interno del Consorzio Parco Valle Lambro. Nuovi modelli di consumo, stili di vita e mutamenti demografici: gli effetti della terziarizzazione su alcune variabili chiave del sistema economico.

L’indagine a livello di settore: i caratteri rilevanti dell’assetto produttivo, l’analisi della struttura delle imprese e dell’occupazione, alla ricerca di emergenze economiche e di rischio settoriale.

Le peculiarità del settore primario: l’analisi della struttura di impresa e di occupazione; esplicazione delle potenzialità di settore, opportunità di sostegno, promozione e sviluppo dell’attività agricola.

Lo scenario evolutivo intravedibile nel Consorzio Parco Valle Lambro: la trasformazione dell’assetto produttivo, analizzando le intensità socio‐economiche atte all’individuazione di possibili caratteri innovativi e di sviluppo.

L’intreccio fra dinamicità economica ed intensità sociale: valutazione dei caratteri socio‐economici consortili, atti a “qualificare” la vita dei cittadini

L’indagine sulla mobilità: le interazioni socio‐economiche esistenti tra i comuni consortili e tra i comuni e l’intorno. La rete intravedibile negli scenari di mobilità, analisi e rappresentazione della domanda e potenziale di mobilità consortile.

► A1: La terziarizzazione dell’assetto produttivo A2: La problematicità dell’assetto produttivo A3: La propensione all’agricoltura di qualità A4: La propensione all’innovazione nello sviluppo dell’assetto produttivo A5: La potenzialità qualitativa della vita dei cittadini A6: Le interazioni della mobilità intercomunale La competitività territoriale – sintesi della componente

Il territorio consortile è caratterizzato da un processo di terziarizzazione privo di flessioni recenti; una possibile ipotesi deducibile da quanto emerso è

l’esistenza nel consorzio di un processo evolutivo di terziarizzazione che

possiede e mantiene la propria identità territoriale. Parallelamente a quanto emerso è possibile ritrovare una seconda impronta di

lettura che delinea il processo di terziarizzazione come una qualcosa che ha

preso forma in tempi recenti ( anche se non palesemente visibile) ma che ha avuto una fase di flessione nella decade intermedia (1991) ritrovando poi il suo percorso e la propria intensità. Dall’altra parte, se si mantengono le proprie identità terziarie, le problematicità dell’assetto produttivo riscontrano un’evidente carenza di rregressione,egressione, avvenuta

sia in tempi recenti che in tempi passati; in altro modo, possibili manifestazioni di emergenze economiche e di rischi a livello di settore economico, che hanno radici lontane, palesate nel passato e che ancora oggi è possibile ritrovare i propri connotati.

Parallelamente a quando osservato, la situazione del settore primario assume un’impronta del tutto irrilevante all’interno dello scacchiere di crescita economica mantenendosi allo stesso modo contante nel corso del tempo. E’ presumibile dedurre quindi come il settore primario sia stato, nel corso della tre

decadi analizzate, poco sfruttato o, in altro modo, incapace di dar vita a nuovi impulsi di sviluppo. La competitività territoriale – sintesi della componente

Monza ‐ Erba

Arcore ‐ Carate Brianza ‐ Giussano

Besana in Brianza ‐ Biassono ‐ Lesmo – Triuggio ‐Veduggio con Colzano ‐ Villasanta ‐ ‐ Bosisio Parini Casatenovo ‐ Costa Masnaga ‐

Albiate ‐ Briosco ‐ Macherio ‐ Sovico ‐ Vedano al Lambro ‐ Verano Brianza ‐ ‐ Anzano del Parco ‐ Cesana Brianza‐ ‐ Lurago d’Erba ‐ ‐ Nibionno ‐ Rogeno

Correzzana ‐

Gli obiettivi ricognitivi assunti per l’indagine sull’ambiente atmosferico

La verifica se abbia luogo in area:

La combinazione delle fonti inquinanti e della concentrazione degli inquinanti definisce il profilo comunale di criticità della qualità dell’aria: caratteri morfologici e fattori discriminati di tipo antropico, che originano emissioni quantificabili di SO2, NOx, COV, CH4, CO, CO2, N2O, NH3, PM10, PTS, PM2.5, CO2 Eq, sostanze acidificanti, precursori dell’ozono e concentrazioni di PM10, NOx, SO2, O3 e CO.

► L’ambiente atmosferico: obiettivo B1 – La criticità della qualità dell’aria: peculiarità

Le aree ad elevato carico di emissioni e quelle ad alto carico sono in netta minoranza in confronto al resto dei Comuni che invece risulta essere a medio/ medio-basso carico di emissioni inquinanti.

5 – Elevato carico di emissioni 4 – Alto carico di emissioni 3 – Medio-alto carico di emissioni 2 – Medio-basso carico di emissioni 1 – Basso carico di emissioni

052,500 ,000Ò Kilometers L’ambiente atmosferico: obiettivo B1 – La criticità della qualità dell’aria: disvalori

Presenza di aree soggette a forte inquinamento atmosferico a causa di quattro macrosettori in particolare, quali: i)combustione industriale, ii)combustione non industriale, iii)trasporto su strada, iv)processi produttivi.

5 – Elevato carico di emissioni 4 – Alto carico di emissioni 3 – Medio-alto carico di emissioni 2 – Medio-basso carico di emissioni 1 – Basso carico di emissioni

052,500 ,000Ò Kilometers L’ambiente atmosferico: obiettivo B1 – La criticità della qualità dell’aria: disvalori

Erba #######

Assenza di centraline di monitoraggio della qualità dell’aria all’interno del Nibionno perimetro di Parco regionale. ####

Esiguità del numero di centraline nei Carate B comuni consortili: #####

Inquinante CO SO2 NO NO2 NOx O3 PM10 Centralina Erba CO x x x x x x x Nibionno LC - - x x x x - Carate Brianza MI x - x x x x - Villasanta Monza MI x - x x x x x #### Villasanta MI x - x x x - -

Monza ######

052,500 ,000Ò Kilometers L’ambiente atmosferico: obiettivo B1 – La criticità della qualità dell’aria: disvalori Nibionno Sulla base della rete di monitoraggio 1500 dell’Arpa si evince come le ore di 1000 superamento dei limiti previsti per legge sia particolarmente preoccupante per quel 500 che riguarda gli ossidi di azoto che 0 sembrano essere, assieme al biossido di 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 azoto, uno dei maggiori inquinanti, eccezion fatta per la centralina di No No2 Nox O3 Nibionno. Erba Villasanta 1000 2500 800 2000 600 1500 400 1000 200 500 0 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Co No No2 Nox O3 Pm10 So 2 Co No No2 Nox

Carate Brianza Monza 2000 3000

1500 2000 1000 1000 500 0 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2005 2006

Co No No2 Nox O3 Co No No2 Nox O3 Pm10 Gli obiettivi ricognitivi assunti per l’indagine sull’ambiente idrico

La verifica se abbia luogo in area:

Verificare se si registrano episodi di contaminazione e/o alterazione della qualità delle acque sotterranee

Individuare nei comuni del consorzio le fonti antropiche che esercitano le maggiori pressioni sulla risorsa idrica sotterranea.

La qualità delle acque superficiali: qualità chimico‐microbiologica, biologica ed ecologica; le unità produttive non allacciate alla rete fognaria che scaricano direttamente in corpi idrici superficiali e i terminali di fognatura non depurati.

Formulazione di un giudizio sull’efficienza depurativa degli impianti di depurazione presenti sul territorio consortile in termini di percentuali di abbattimento degli inquinanti BOD5, COD, N tot e P tot e conseguenti carichi/concentrazioni in uscita, gravanti sullo stato delle acque superficiali (in relazione ai limiti imposti dalla normativa vigente).

► L’ambiente idrico: obiettivo C1 – La pressione antropica sullo stato qualitativo dell’ambiente idrico sotterraneo: peculiarità

! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! !

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! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! !

! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! Carico medio consortile di apporti

! ! ! ! ! ! ! ! organici di poco inferiore al valore ! !

! ! ! ! ! ! ! medio regionale (2,32 kg/ha di ! medio regionale (2,32 kg/ha di ! ! Sau, rispetto ai circa 2,90 kg/ha di !

Sau regionali) ! !

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Legenda

Confini comunali ! ! Parco regionale

! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! !!!!!!!!! ! !!!!!!!!! ! !!!!!!!!! ! !!!!!!!!! Laghi e specchi d'acqua Corso d'acqua naturale principale

Intensità dei carichi di azoto e fosforo

di origine agricola verso le acque superficiali ! per unità di Sau (Kg/ha Sau) Bassa (0,07 - 0,10) Medio-Bassa (0,11 - 0,16) ! Media (0,17 - 0,28) ! Alta (0,29 - 0,54) Elevata (0,55 - 1,00)

0000 r Kilometers L’ambiente idrico: obiettivo C1 – La pressione antropica sullo stato qualitativo dell’ambiente idrico sotterraneo: disvalori

! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! !

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! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! Bacini ad alta problematicità di

! ! ! ! ! ! ! ! ruscellamento per intensità agricola: ! !

! ! ! ! ! ! ! carico specifico di nutrienti di origine ! carico specifico di nutrienti di origine ! !

! agricola per un valore maggiore di 6

kg/ha di Sau ! !

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Legenda

Confini comunali ! ! Parco regionale

! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! !!!!!!!!! ! !!!!!!!!! ! !!!!!!!!! ! !!!!!!!!! Laghi e specchi d'acqua Corso d'acqua naturale principale

Intensità dei carichi di azoto e fosforo

di origine agricola verso le acque superficiali ! per unità di Sau (Kg/ha Sau) Bassa (0,07 - 0,10) Medio-Bassa (0,11 - 0,16) ! Media (0,17 - 0,28) ! Alta (0,29 - 0,54) Elevata (0,55 - 1,00)

0000 r Kilometers L’ambiente idrico: obiettivo C1 – La pressione antropica sullo stato qualitativo dell’ambiente idrico sotterraneo: disvalori

Lo stato di diffusione dei principali inquinanti nel primo acquifero.

Il bacino di diffusione dei nitrati tende ad accumularsi nell’area di prima corona attorno a Monza scendendo dagli acquiferi di Sovico, Legenda

Triuggio e Giussano. Confine comunale Il 35% circa della superficie a Parco presenta Parco regionale fenomeni di diffusione degli inquinanti in prima Laghi e specchi d'acqua Fiume Lambro falda con concentrazione di inquinanti compresi Diffusione dei principali inquinanti nella fascia di attenzione di 30 – 50 mg di nel primo acquifero (1997) Valori di concentrazione Nitrati/litro. Organo-alogenati (30 - 50 microgr/l) Organo-alogenati (> 50 microgr/l) I comuni maggiormente interessati: Nitrati (30 - 50 mg/L) Nitrati (> 50 mg/L) r % di aree a Parco con valori di Non è possibile stabilire una stima della concentrazione di inquinanti nel primo percentuale di compromissione dei pozzi di Istat Comuni percentuale di compromissione dei pozzi di acquifero compresi nella fascia di campionamento per il territorio del Parco dalle attenzionalità fonti disponibili in quanto i punti di rilevamento 15232 Vedano al Lambro 100% dello stato ambientale delle acque di falda 15239 Villasanta 100% dello stato ambientale delle acque di falda 15008 Arcore 100% all’interno del Parco costituiscono fenomeni 15023 Biassono 100% isolati e numericamente insufficienti per 15149 Monza 99% addivenire a conclusioni significative. 15120 Lesmo 97% E’ necessario: 15092 Correzzana 60% Informazioni in possepossesssoso dai comuni sulla 15233 Veduggio con C. 50% qualità delle acque dei rispettivi pozzi.

L’ambiente idrico: obiettivo C2 – La pressione antropica sullo stato quantitativo degli ambienti idrici sotterranei: peculiarità

Ampia area a manifestazione sorgentizia (200 ha di estensione) estesa tra i laghi di Alserio e Pusiano, nei territori comunali di Erba, Merone ed Eupilio. L’ambiente idrico: obiettivo C2 – La pressione antropica sullo stato quantitativo degli ambienti idrici sotterranei: disvalori

Disvalori

Forte incidenza dei prelievi da pozzo (pari al 61% dei volumi captati in concessione totali), con un’elevata diffusione delle captazioni da pozzo per i comuni consorziati della provincia di Milano

Le derivazioni di acqua superficiale, invece, sono più diffuse nei comuni in provincia di e Lecco, soprattutto nei comuni di Merone, Cesana Brianza,

Nibionno e Rogeno

Alte incidenze di sfruttamento delle sorgenti ad Alserio, Inverigo (oltre il 70% dei volumi captati totali da concessioni); più moderate Monguzzo, Veduggio con Colzano ed Erba (sotto il 5%)

Alta pressione antropica esercitata sulla risorsa idrica per soddisfacimento: ¾ fabbisogno idrico civile ¾ processi industriali per i comuni a corona di Monza (fino a Macherio e Sovico), per il comune di Giussano e per la fascia settentrionale del territorio consortile, costituita dai comuni di Erba, Merone e Lambrugo. L’ambiente idrico: obiettivo C2 – La pressione antropica sullo stato quantitativo degli ambienti idrici sotterranei: disvalori

¾ elevate quantità di volumi idrici derivati da acque superficiali impiegate in agricoltura (Monza e Erba) ¾ alto indice di pressione antropica esercitata dal settore industriale sulla risorsa idrica da pozzo ¾ elevati volumi idrici derivati da acque superficiali per uso industriale, prevalentemente impiegati per la produzione di energia (Merone)

Non è possibile, allo stato, stabilire l’incidenza dell’entità dei prelievi di acqua pubblica calcolati dalle portate medie di concessione comunali sullo stato quantitativo delle acque di falda: 1. Mancato rilevamento parametri S.a.f 2. Non si possiede un range di rilevamenti del le misure piezometriche sufficiente a stimare significativi trend di soggiacenza della falda;

3. I punti di rilevamento della soggiacenza della falda all’interno del Parco costituiscono fenomeni isolati e numericamente insufficienti per addivenire a conclusioni significative

L’ambiente idrico: obiettivo C3 – La criticità qualitativa delle acque superficiali: valori

LegendA

Confine comunale SEL 2001 2002 2003 .! Segrino Laghi e specchi d'acqua Rete idrografica Corso d'acqua naturale principale Verificare Corso d'acqua secondario Canale principale l’esistenza di Parco regionale SEL 2001 2002 2003 .! Urbanizzato possibili criticità Pusiano Stato qualitativo acque superficiali circa la qualità .! Centraline di monitoraggio Classificazione acque delle acque Classe 1 Classe 2 SEL 2001 2002 2003 .! superficiali e le Alserio Classe 3 superficiali e le LIM 2001 2002 2003 Classe 4 pressioni agenti IBE 2001 2002 2003 LIM 2001 2002 2003 SECA 2001 2002 2003 Classe 5

IBE 2001 2002 2003 sull’ambiente .! 2001 2002 2003 2004 Anni di rilvamento SECA 2001 2002 2003 Costa Masnaga - Bevera idrico superficiali .! Merone Indicatori qualità LIM Livello inquinamento da macrodescrittori

.! Costa Masnaga - Lambro IBE Indice biotico esteso LIM 2001 2002 2003 SECA Stato ecologico IBE 2001 2002 2003

SECA 2001 2002 2003

Corpo Idrico monitorato Stazione di monitoraggio Merone Fiume Costamasnaga Lambro Le centraline di monitoraggio presenti Lesmo Torrente sul territorio: Costamasnaga Bevera Lago di Alserio Alserio Lago di Pusiano Pusiano L’ambiente idrico: obiettivo C3 – La criticità qualitativa delle acque superficiali: valori

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! provincia di Milano ! ! ! provincia di Milano !

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! ! Ne deriva: ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! !

! gli scarichi non depurati minimi (assenti quelli da terminale di fognatura non depurati) per i comuni consorziati della provincia di Milano

Gli episodi di inquinamento assumono una forma aggregata e sono facilmente localizzabili in singoli comparti produttivi non allacciati alla rete di collettamento, per cui appaiono di più facile risoluzione alla luce di un futuro allacciamento degli scarichi di acque reflue alla rete di collettamento già esistente

L’ambiente idrico: obiettivo C3 – La criticità qualitativa delle acque superficiali: disvalori

Corsi d’acqua Stato qualitativo delle acque superficiali critico soprattutto per quanto riguarda il tratto di fiume relativo alla provincia di Como, come sottolineato dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa). 2003 – 2004 peggioramento dello stato di qualità delle acque del fiume Lambro per il tratto Merone-Costa Masnaga registrata dalle centraline di Costa Masnaga e di Lesmo.

Sufficiente Æ scadente Netto peggioramento del livello di inquinamento espresso da Macrodescrittori (L.I.M) parametro indicante il grado di presenza di inquinanti chimici inorganici e organici. In controtendenza con gli obiettivi fissati dalla normativa vigente in materia entro il 2008: stato SUFFICIENTE

Laghi Sia il lago di Alserio che Pusiano presentano uno stato SCADENTE; Trend positivo che ha visto dal 2001 al 2003 il passaggio da uno stato pessimo a quello scadente.

L’ambiente idrico: obiettivo C3 – La criticità qualitativa delle acque superficiali: disvalori

134 scarichi autorizzati censiti sul

territorio comunale consortile, di cui .! .! territorio comunale consortile, di cui .! .! ben 47 all’interno del Parco. .!.!.! .!.! .! (! (! .! ! .! .! .! . .! La fascia settentrionale del Parco, (! (! .! .! .! (! per i comuni che si attestano .! .! .!(! .! attorno ai laghi di Alserio e Pusiano (! .!

.! è caratterizzata da: (! Legenda

.! .!.! Confini comunali ¾elevata incidenza degli scarichi .! .! Parco regionale (! (! fognari non allacciati al sistema .! Laghi e specchi d'acqua !! !!.! Rete idrografica.! .! (! depurativo .! Corso.! d'acqua naturale principale .! Corso d'acqua secondario ¾ presenza di numerose attività (! .! Canale principale .! industriali inquinanti di notevole Bacino drenante Alserio industriali inquinanti di notevole (! .! Bacini drenanti Pusiano

impatto ambientale con un’elevata ! impatto ambientale con un’elevata !! Scarichi autorizzati sversanti incidenza di scarichi di acque reflue in corpo idrico superficiale incidenza di scarichi di acque reflue (! Scarichi di att. industriali inquinanti

!! contenenti inquinanti chimici (Zinco, r !! Impianti di depurazione 0500 1.000 2.000 .! Terminali di reti fognarie prive Alluminio, Cromo, etc.) Kilometers di impianto di depurazione (! L’ambiente idrico: obiettivo C3 – La criticità qualitativa delle acque superficiali: disvalori

Numero di scarichi Fognature non Attività industriali Depuratori Totale Ambiti depurate Interni Totale Interni al Totale Interni al Totale Interni al Totale al parco comunale parco comunale parco comunale parco comunali N° 11 16 19 39 1 1 31 56 Como % (50%) (20%) (83%) (80%) (50%) (25%) (66%) (42%) N° 11 50 1 3 0 1 12 54 Milano % (50%) (62%) (4%) (6%) (0%) (25%) (26%) (40%) N° 0 15 3 7 1 2 4 24 Lecco % (0%) (19%) (13%) (14%) (50%) (50%) (9%) (18%) Totale 22 81 23 49 2 4 47 134

Si segnala una maggior presenza di scarichi di acque reflue civili, derivanti da terminali di fognatura non depurati, per i comuni consorziati in provincia di Como (pari al 66% sul totale degli scarichi presenti all’interno del Parco).

Scarichi industriali Terminali fognatura Fiume Lambro 32% Fiume Lambro 12% Roggia Brovada 28% Lago Pusiano 12% Torrente Pescone 12% torrente Bova 4% Altro 38% Altro 72% L’ambiente idrico: obiettivo C4 – L’efficienza della risposta depurativa: peculiarità

Formulazione di un giudizio sull’efficienza depurativa degli impianti di depurazione presenti sul territorio consortile in termini di percentuali di abbattimento degli inquinanti BOD , COD, N tot e P tot e conseguenti carichi/concentrazioni in uscita, 5 gravanti sullo stato delle acque superficiali (in relazione ai limiti imposti dalla normativa vigente).

I comuni consorziati sono allacciati a 4 depuratori, 2 dei quali all’interno del Parco: ¾ impianto intercomunale di Merone;

¾ impianto di Nibionno.

Impianto di Monza a cui fa capo la rete di collettamento presente sul territorio del Parco.

Alta potenzialità depurativa residua per il depuratore di Nibionno: maggiore capacità di trattare più del doppio delle utenze allacciate attualmente.

Le concentrazioni di BOD5 e COD rilevate negli scarichi in uscita si collocano tutte sotto le concentrazioni limite imposte dalla normativa vigente, con percentuali di abbattimento in linea con gli standard normativi in essere. L’ambiente idrico: obiettivo C4 – L’efficienza della risposta depurativa: disvalori

Basso livello di utilizzo del depuratore di Nibionno e conseguente basso regime di conduzione dell’impianto rispetto alle proprie potenzialità .

Le concentrazioni di N sempre sopra la soglia normativa limite: ¾ scostamento variabile dai 7 ai 13 mg/l ¾ percentuali di abbattimento che si attestano attorno al 45%, fatta eccezione per l’impianto di Merone che raggiunge una percentuale di abbattimento pari al 65% (disponendo della nitrificazione), tuttavia non sufficiente a contenere i valori di concentrazione di N in uscita sotto i valori limite di emissione.

Le concentrazioni di P risultano rispettate solo dall’impianto di Nibionno con una percentuale di riduzione dei carichi di Fosforo inferiore di cinque punti percentuali al valore normativo (il 75% anziché l’80%).

Non è sufficiente il trattamento di de fosfatazione dell’impianto di Merone per il rispetto dei limiti normativi.

L’ambiente idrico: la qualità dell’ambiente idrico

Alto grado di pressione esercitata sull’ambiente idrico !! !! !!! !!!! !!!! !!!! a Monza, Villasanta, Arcore. !!!! a Monza, Villasanta, Arcore. !!!! !!! !!! !!!! !!!! !! Diffuso medio grado di pressione per tutti i comuni !! !! !!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!!!!!!!!! immediatamente a nord del contesto metropolitano di !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!!!!!!! Monza (Biassono, Macherio, Lesmo, Albiate, !!!!!!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!!!!!!! !!!! !!!!!!!!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!! !!! !!!!! !!!!!!!!!!!! ! !!!! ! !!!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!! Triuggio, Casatenovo) !!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!! !!!!!!!!!! !!!!!!!!! !!!!!!!! !!!!! Fattori incidenti: !! !!! !!!! ! !!!!! !!!! ! !! !!!!! !!!!! !! !!! ¾elevata densità insediativa e residenziale, !! ¾elevato sviluppo antropico dei settori economici

!! !! !!! !!! (compresa l’elevata intensità dell’attività agricola in !!

!! !! !! ! !! termini di sversamenti, prelievi irrigui e compattazione !! !! !! del terreno, che genera elevati carichi di nutrienti nel ! ruscellamento delle acque piovane). !! !!

!! Nelle aree più settentrionali della fascia dei laghi !! prealpini (Merone in prima istanza, seguito da Erba, Anzano del Parco, Lambrugo e Lurago d’Erba), le !

pressioni incidenti sulla risorsa idrica dipensono da: Legenda

! ! ¾le grandi industrie, in termini sia di acque reflue Confini comunali ! Parco regionale ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! !!!!!!!!!! sversate sia di fabbisogni idrici per la produzione; !!!!!!!!!! !!!!!!!!!! !!!!!!!!!! Laghi e specchi d'acqua ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ¾gli scarichi fognari non allacciati all’impianto di Corso d'acqua naturale principale

collettamento; Grado di pressione antropica esercitata ! ¾l’attività agricola, la quale rappresenta un fattore sulla componente ambiente idrico Basso

inquinante per i fenomeni di ruscellamento e Medio-basso !! ! ! Medio lisciviazione delle sostanze nutrienti sversate. ! Medioalto Alto

0120,5 Kilometers r Gli obiettivi ricognitivi assunti per l’indagine sull’ambiente suolo

La verifica se abbia luogo in area:

La sostenibilità e compatibilità degli assetti agricoli nei confronti degli ambienti locali: l’analisi degli usi agricoli, le potenzialità produttive dei suoli, l’intensità di conduzione dell’attività agricola.

La tendenza alla dispersione dell’assetto insediativo in nuclei di ridotte dimensioni o di natura puntiforme e grado di compattezza dell’armatura urbana consolidata: le logiche localizzative a‐centrate, la polverizzazione dell’armatura insediativa, generativa di tessuti urbani discontinui eforiera di porosità, vuoti urbani, aree intercluse con presenza di numerosi episodi degenerativi di frangia.

Le conseguenze delle scelte urbanizzative orientate alla dispersione: la perdita di funzionalità a causa del consumo indiscriminato e dell’elevato spreco di suolo.

► L’ambiente suolo: obiettivo D1 – La propensione all’utilizzo dei suoli agricoli

L’intensità di conduzione delle pratiche agricole

Alta incidenza di pratiche agricole di carattere intensivo (quasi 35% del territorio), nonostante siano presenti ambiti a conduzione estensiva, tuttavia di esigua estensione (non più del 4% del territorio a Parco)

Generale alta propensione all’utilizzo dei suoli agricoli. Situazione diffusa di moderato sovra sfruttamento dei suoli a conduzione agricola, con assetti il più delle volte poco o moderatamente sostenibili con gli ambienti locali.

Presenza di bassi valori di propensione all’utilizzo agricolo dei suoli entro le aree a forte valore naturalistico, a differenza delle aree interstiziali e urbane di frangia che si configurano, per lo più, come aree ad alta o quanto meno media propensione. L’ambiente suolo: obiettivo D2 – La propensione alla dispersività e alla diffusione dell’assetto insediativo

Generale criticità dal punto di vista dei fenomeni diffusivi e dispersivi dell’assetto insediativo la cui evoluzione nel tempo è stata caratterizzata dal binomio “crescita

– dispersione”.

Forti spinte insediative derivanti dallo sviluppo economico che ha imposto ai comuni di soddisfare continue richieste residenziali e di localizzazione di nuove imprese.

“La crescita edilizia si è espressa secondo un’accentuata dispersione insediativa dei nuclei consolidati verso un nuovo spazio urbanizzabile, che ha intaccato progressivamente nel corso del tempo il territorio giungendo a compromettere anche aree di pregio naturalistico e ambientale all’interno del Parco”.

Fenomeni sempre più crescenti di polverizzazione dell’armatura insediativa ed episodi di frangia sempre più frequenti.

Alta interferenza esercitata dal sistema insediativo sulla risorsa suolo (che non ha risparmiato nemmeno le aree a PaParcrco)o) con conseguente erosione progressiva del perimetro di Parco e di alcuni bacini interni. L’ambiente suolo: obiettivo D2 – La propensione alla dispersività e alla diffusione dell’assetto insediativo

Ambiti di maggiore criticità:

a.la fascia pedemontana in corrispondenza dei laghi prealpini di Alserio e di Pusiano.

b.sul grande conoide di Erba che presentano ingombranti propaggini di edificazione produttiva che dividono in due parti il conoide e interrompono

completamente la continuità del paesaggio e dell’ecosistema

c.la fascia centrale del Parco, all’altezza dei comuni di Briosco, Carate Brianza, Besana in Brianza e Triuggio, interessata da una tendenza alla diffusione di nuclei di ridotte dimensioni anche lungo il fiume Lambro;

d.sulle unità di alta pianura (ambito meridionale del Parco), in cui la fittezza dell’edificazione e, soprattutto, delle nuove grandi aree industriali e artigianali

colpisce soprattutto per la mancanza evidente di programmazione complessiva; le

possibilità di connessioni verdi stanno ormai scemando, e un livello così alto di congestione non può non portare danno alla qualità ambientale anche nelle aree

vicine

L’ambiente suolo: obiettivo D3 – La prestazionalità agro-ecologica dei suoli

La funzionalità agro-ecologica dei suoli

Peculiarità Due bacini ad alta capacità d’uso agricolo dei suoli: uno settentrionale (incluso nel SIC di

Alserio) e uno meridionale (nell’ambito del parco della Villa reale di Monza). In generale: netta prevalenza di classi di capacità d’uso d’intensità intermedia III “suoli adatti ma che presentano limitazioni

moderate o severe all’uso agricolo” Condizioni di moderata potenzialità di protezione, soprattutto dovuta a migliori

condizioni chimiche e alla maggiore profondità della falda nel tratto centrale di Parco, in

corrispondenza con i rilievi morenici recenti, in cui condizioni di migliore capacità protettiva si verificano di fatto sulle superfici più antiche

con suoli ricchi di argilla e permeabilità

moderata e bassa (morenico e terrazzi

antichi). L’ambiente suolo: obiettivo D3 – La prestazionalità agro-ecologica dei suoli

La funzionalità agro-ecologica dei suoli

Peculiarità Dal punto di vista della prestazionalità agro-ecologica (attitudine e comportamento dei

suoli in relazione a specifici usi e funzioni di produzione, protezione delle risorse e capacità a supportare habitat naturali dei

suoli): concentrazione di aree caratterizzate da buoni valori pedologici che si estende per tutto il territorio del Parco ad est del fiume Lambro fino al comune di Veduggio con Colzano, fatta eccezione per le zone interessanti i greti dei fiumi, ed il territorio del Parco storico di Monza. L’ambiente suolo: obiettivo D3 – La prestazionalità agro-ecologica dei suoli

La funzionalità agro-ecologica dei suoli Disvalori Limitazioni prevalenti: ¾ superficialità delle acque di falda con conseguenteconseguente abbondante presenza di acqua entro il profilo nelle zone circumlacuali o nelle depressioni intramoreniche soggette a condizioni di drenaggio peggiore ¾ caratteristiche negative del suolo (tessitura e pietrosità). Presenza di aree non adatte all’agricoltura nel territorio a sud dei laghi di Alserio e Pusiano e nel territorio di Costa Masnaga e Nibionno, per lo più a causa di condizioni di acclività severe che ne limitano o ne compromettono un utilizzo

intensivo (rilievi prealpini e morenici recenti attorno ai laghi briantei).

Parte settentrionale del Parco è caratterizzata da condizioni di rischio maggiore di percolazione di agenti inquinanti trasportati in soluzione dovuti sia alla superficialità

della falda (area dei laghi) sia alla permeabilità del suolo poco in grado di ritenere

l’acqua percolante in concomitanza con caratteristiche chimiche di scarsa capacità

tampone.

Dal punto di vista della prestazionalità agro-ecologica: la porzione di territorio ad ovest del fiume Lambro e tutta la fascia pedemontana a nord è caratterizzata da valori pedologici dei suoli minori, fatta eccezione per qualche sporadico caso.

L’ambiente suolo: obiettivo D3 – La prestazionalità agro-ecologica dei suoli

L’interferenza dell’assetto insediativo

Ben il 32,47% di espansioni insediative comunali si localizzano su suoli a maggiori prestazionalità del Parco.

Una più generale consistente porzione di Parco interessata da espansioni urbanizzative per quasi 80 Ha di territorio, di cui:

circa il 50% per fabbisogni residenziali. L’ambiente suolo: Il rischio di compromissione

Valori

Aree a basso e medio-basso rischio di compromissione = ambiti rappresentativi di suoli gestiti in termini compatibili con gli ambienti locali e con le loro prestazioni - nonostante vada più considerata una

dimensione agricola anche con funzioni di

presidio ambientale, garante dell’ambiente e non solo caratterizzata da funzioni produttive

Un’ampia fascia territoriale di Parco ad est del fiume Lambro da Monza a Veduggio con Colzano e l’intera piana di Erba (interessante circa il 50% del territorio di Parco).

Generale stabilità degli usi del suolo presenti, condotti dunque in coerenza con le loro vocazioni L’ambiente suolo: Il rischio di compromissione

Disvalori

Ambiti caratterizzati da un rischio di compromissione medio-alto: ¾ circa l’11% sul totale dei suoli ricadenti dentro il Parco

¾ rappresentano degli spazi assai importanti ai fini ecologici in quanto risorse che, nonostante presentino medio-bassi valori prestazionali (tuttavia, improntati a un uso naturale da parte della vegetazione spontanea, e pertanto non antropizzati come i restanti terreni agricoli), costituiscono delle fondamentali fasce tampone e corridoi naturali di collegamento tra la dimensione agricola e quella insediata

Ambiti a medio rischio di compromissione interessanti ampie porzioni della fascia superiore di Parco rappresentano quegli ambiti agricoli: ¾ sottoposti a stress per un’intensità di agroconduzione sopra le reali prestazioni dei suoli (facendo riscontrare quindi una sostanziale incompatibilità dell’assetto agricolo nei confronti del fattore suolo, oltre alla necessità di contenerne l’eccessivo sovrasfruttamento), ¾ scarse vocazionalità produttive, ¾ usi antagonisti non per questo soltanto negativi (di tipo, cioè, urbanizzativo), ma anche di riconversione ambientale o di insediamento di pratiche agricole eco- compatibili (marchi ecologici). Gli obiettivi ricognitivi assunti per l’indagine sulla funzionalità e vulnerabilità dell’ambiente fisico Un’accurata caratterizzazione della qualità fisico-naturalistica del territorio, in un ambito urbanizzato quale quello della Brianza e della Valle del Lambro, è necessaria per la pianificazione territoriale e per la conservazione dei pochi ambiti di naturalit à ancora presenti, nonché della rete ecologica residua, in grado di rendere possibile la sopravvivenza della flora e della fauna autoctone della regione.

La verifica se abbia luogo in area:

L’utilizzo del suolo sulla base delle unità di paesaggio; la distribuzione spaziale delle tipologie di suolo presenti in termini fisiografici e di uso delle terre.

La potenzialità e la vulnerabilità delle risorse geopedologiche; la lettura geologica (in termini di analisi dei caratteri dei materiali alterati e dei suoli), geomorfologica (in termini di dinamiche di dissesto ed erosive) e pedologica del territorio.

I caratteri rappresentativi degli elementi di criticità derivanti dai fattori di rischio idrogeologico e di rischio antropogenico (industrie a elevato rischio di incidente, siti contaminati, aree da bonificare), per la definizione di scenari di mitigazione dei rischi naturali e antropogenici.

I tipi d’uso delle terre; analisi su porzioni di territorio e paesaggi studiando separatamente le aree a uso prevalentemente agricolo e quelle con vegetazione arboreo‐arbustiva naturale, seminaturale e antropica.

L’analisi degli elementi naturali: struttura delle aree naturali protette e vincolate (Sic, Riserve naturali) e delle aree di continuità individuate dalle reti ecologiche.

► La funzionalità e vulnerabilità dell’ambiente fisico: Gli elementi di valore

Gli ambiti di protezione e di interesse naturalistico

Sono inclusi quasi totalmente all’interno del perimetro di Parco: ¾ 4 Siti di Interesse Comunitario (lago di Pusiano, lago di Alserio,Valle del Rio Pegorino, Valle del Rio Cantalupo); ¾ 1 Riserva Naturale (riva orientale del lago di Alserio) ¾ 1 Riserva Regionale (riva orientale del Lago di Alserio); ¾ 1 Monumento Naturale (Orrido di Inverigo)

Inoltre nelle cave di Baggero sono stati in parte recuperati i laghi di Cavolo ed è stata costituita un’oasi naturalistica.

Ambiti di maggior pregio naturalistico

¾ i boschi che ricoprono il versante del colle di Monguzzo sul Lago di Alserio sono tra i meglio conservati di tutto il Parco ¾ i boschi mesofili prevalentemente a essenze autoctone, cioè di maggior pregio naturalistico, siano localizzati nell’area a est di Inverigo ¾ presenza di boschi igrofili di pregio (alnete, pioppeti, saliceti) negli ambienti ripariali ¾ nei pressi dell’Orrido di Inverigo, sono presenti altri nuclei di specie alloctone, ¾ presenza di piccoli e frammentati lembi di querco-carpineto ben sviluppati sui rilievi morenici di Giussano, a fianco della Valle del Lambro La funzionalità e vulnerabilità dell’ambiente fisico: Gli elementi di rischio

Dissesto idrogeologico

Il rischio idrogeologico è generato essenzialmente dalla presenza di corsi d’acqua e di piccoli rilievi, che determinano rispettivamente fenomeni di tipo alluvionale e frane;

Le aree esondabili sono legate essenzialmente al corso del Lambro, ma possono essere collegate anche ad altri corsi d’acqua.

Sono presenti infatti aree allagabili lungo il torrente Gandaloglio, le Bevere, e sulle sponde dei laghi di Alserio, Pusiano.

Presenza di corsi d’acqua a carattere torrentizio esondazioni e dissesti a carattere torrentizio.

Un’area a nord del lago di Pusiano e una zona in località Coboldo, a sud est di Bosisio Parini, oltre a numerose aree lungo l’asta del Lambro;

Aree a rischio idrogeologico molto elevato: la frazione S. Giorgio di Biassono sul Lambro all’altezza del Parco di Monza, la zona di Agliate e l’asta del torrente Bova a nord di Erba.

La funzionalità e vulnerabilità dell’ambiente fisico: Gli elementi di rischio

Rivisitazione del Piano di Assetto Idrogeologico per il Lambro nella Variante relativa al “Fiume Lambro nel tratto dal Lago di Pusiano alla confluenza con il Deviatore Redefossi”

Si prevede la progettazione di un nuovo assetto idraulico per l’asta del fiume nel tratto considerato dalla variante: ¾la costruzione di opere di controllo della piena sul Lambro e sugli affluenti principali (vasche di laminazione) ¾la sistemazione di tratti di fiume, ¾l’adeguamento di opere, ¾la costruzione di argini ¾una nuova definizione delle fasce di esondazione

Documento di sintesi del “Progetto di Piano stralcio per l’Assetto idrogeologico” dell’Autorità di Bacino: definisce il quadro degli squilibri sul corso d’acqua principale e nei fondovalle:

¾instabilità morfologica dell’assetto planimetrico e altimetrico dell’alveo in relazione ai fenomeni di erosione spondale e di fondo, che si manifestano a danno delle opere di difesa e delle infrastrutture di attraversamento ¾elevato grado di artificializzazione del corso d’acqua soprattutto in relazione alla riduzione delle capacità di laminazione; ¾riduzione della sezione disponibile per il deflusso delle piene, per la presenza di localizzate formazioni di deposito alluvionale e per l’inadeguata altezza dell’intradosso di numerose infrastrutture di attraversamento, in particolare tra Merone e Linate ¾sistema difensivo frammentato e inadeguato al contenimento dei livelli idrici di piena. La funzionalità e vulnerabilità dell’ambiente fisico: Gli elementi di disvalore

Limitatezza delle aree con indici elevati di naturalità, confinata in specifiche aree del Parco concentrate specialmente all’interno del perimetro di parco naturale e attorno alle fasce perilacuali.

Stato di conservazione naturalistica piuttosto precario, anche se esistono delle grandi differenze tra le diverse unità paesaggistiche in modo analogo a quanto accade al solo uso del suolo

Dominanza dei rimboschimenti artificiali a conifere sul versante, con formazioni normalmente di bassissimo valore ecologico e naturalistico a causa dell’alloctonia della formazione, della scarsa biodiversità vegetale che le caratterizza e della facilità di aggressione da parte dei patogeni;

La funzionalità e vulnerabilità dell’ambiente fisico: Gli elementi di disvalore

Degrado antropico

Degrado nel complesso abbastanza elevato all’interno del Parco per:

Diffusione di aree ad alto livello di alterazione alle quali corrispondono ambiti dove, alla forte urbanizzazione, si sommano altri fenomeni di degrado quali cave e forti alterazioni morfologiche dei luoghi.

Le alterazioni più diffuse sul territorio del Parco: ¾modifiche morfologiche spesso connesse ad aree con attività di cava in atto o pregressa ¾modificazioni per attività industriali più diffuse nella parte settentrionale dell’area in esame, spesso lungo il corso del Lambro, e risultano particolarmente interessate la zona della Valle del Lambro e della Bevera di Nibionno tra Briosco e Gaggio, dove sono presenti tre cave di argilla di cui due in essere e una (in località Fornacetta di Briosco) storica.

Sono presenti due siti contaminati entrambi classificati come “siti di classe A” = che presentano un rischio ambientale e sanitario tale da far ritenere prioritario un intervento di bonifica”.

Sono presenti 8 aree di bonifica una sola delle quali però nella quale la bonifica è già in corso. Queste aree necessitano di bonifica a causa delle scorie lasciate dalle precedenti industrie; in particolare si segnala un impianto petrolchimico, uno chimico, una tintoria e tre industrie.

Statale Vallassina: ha inciso e modificato profondamente il territorio tagliando dossi e cordoni morenici e producendo una cesura tra comparti ambientali che non ha paragone, per gravità, in tutto il resto del territorio. Gli obiettivi ricognitivi assunti per l’indagine sui fattori naturali

La verifica se abbia luogo in area:

Il valore ecologico degli habitat e degli ecosistemi preesistenti sul territorio: la stabilità e la potenzialità biologica ed ecologica; il grado di alterazione della naturalità, degli habitat e degli ecosistemi da parte del processo di diffusione insediativa.

La tassonomia delle preesistenze naturali: il grado di presenza di boschi naturali, di vegetazione naturale e acquatica, di elementi agro‐forestali lineari; la salvaguardia degli elementi vegetazionali preesistenti e l’identificazione di ambiti da rinaturalizzare.

I processi di frammentazione delle aree naturali, la continuità dell’assetto fisico e le reti ecologiche presenti: la struttura spaziale degli elementi del sistema naturale, il grado di prevalenza dei differenti livelli di reti per il mantenimento e/o ripristino di corridoi di interconnessione per la salvaguardia della biodiversità.

► I fattori naturali: obiettivo F1 – Il grado di resistività degli ambiti naturali rispetto al consumo di suolo: peculiarità

L’area più prossima al fiume e ai laghi di Alserio e – in minor misura Pusiano –

esprime una potenzialità ecologica che

le permette di configurarsi come ambito

a maggior resistività. I fattori naturali: obiettivo F1 – Il grado di resistività degli ambiti naturali rispetto al consumo di suolo: disvalori

Emerge dalle analisi una generale tendenza degli ambiti a configurarsi come poco resistenti al consumo di suolo.

La situazione critica delineata è il risultato di un processo continuo, che

ancora non s’è arrestato, di diffusione insediativa e spinte urbanizzative che

compromettono la capacità biologica degli habitat ed ecosistemi di resistere

al consumo di suolo. I fattori naturali: obiettivo F2 – La qualità dell’equipaggiamento vegetazionale: peculiarità

Le uniche aree dotate di vegetazione naturale in misura significativa risultano essere le fasce poste a nord del lago di Alserio e qualche area frammentata lungo il fiume I fattori naturali: obiettivo F2 – La qualità dell’equipaggiamento vegetazionale: disvalori

La dotazione vegetazionale risulta molto scarsa rispetto alle risultanze attese come mostrato anche dal grafico che evidenzia una netta carenza di vegetazione naturale ed acquatica in maniera molto diffusa.

Boschi Vegetazione naturale Vegetazione acquatica 14.151174% 0.0151952% 0.006316% I fattori naturali: obiettivo F3 – La salvaguardia e valorizzazione degli elementi di continuità ambientale: peculiarità

I bacini caratterizzati da un elevato grado di connettività ambientale, derivato dalla presenza di valori molto

bassi sia di interferenza infrastrutturale, sia di continuità dell’assetto urbanizzativo ed eterogeneità del

pattern insediativo, si collocano in

maniera pressoché uniforme sul territorio entro il perimetro di Parco.

I fattori naturali: obiettivo F3 – La salvaguardia e valorizzazione degli elementi di continuità ambientale: disvalori

Eccezion fatta per le aree ururbanibanizzatezzate consolidate (dove non si rileva alcuna residua naturalità), tende a configurarsi una situazione generale di medio – bassa continuità degli elementi naturali, determinata da una generale frammentazione dei settori ecologici. I trend delineano una situazione di rischio poiché la continuità degli elementi naturali si contrappone, per antonomasia, alle spinte urbanizzative e, in particolar modo, a quelle spinte che tendono all’ulteriore frammentazione degli assetti insediativi L’elevata frammentazione resta il carattere principale dei comparti verdi del Parco; inoltre si segnala la difficoltà ad individuare settori ecologici elusivamente naturali, in quanto sono quasi sempre presenti elementi di interferenza antropica di carattere urbanizzativo. La frammentazione dei singoli sistemi di comparti verdi è causata da due fattori principali: l’urbanizzazione e le infrastrutture; in particolare:

¾urbanizzazione. La cementificazione di superfici verdi per consentire l’espansione di nuclei abitati e aree industriali è sicuramente la causa principale della frammentazione, ¾infrastrutture. Le strade cha causano maggior frammentazione sono quelle a elevata percorrenza; si stima infatti che il flusso di specie animali e vegetali da un habitat idoneo all’altro possa essere completamente interrotto se esiste una barriera “impermeabile”. I fattori naturali: obiettivo F3 – La salvaguardia e valorizzazione degli elementi di continuità ambientale: disvalori

Di seguito viene riportata la situazione, molto complessa dal punto di vista della continuità ambientale, nella parte nord dell’area.

Risulta soggetta a notevoli pressioni dal punto di vista della continuità degli ambienti naturali anche la parte meridionale del Parco Valle Lambro compresa a nord del

Parco di Monza e a sud del territorio di Triuggio, bersagliata da episodi infrastrutturali che potrebbero compromettere irrimediabilmente la continuità degli spazi naturali già connotati da un carattere di residualità.

I fattori naturali – la potenzialità ecologica dei fattori naturali

I valori negativi legati alla potenzialità ecologica dei fattori naturali sono ristretti per lo più alle aree già densamente urbanizzate ad a quelle a loro più prossime. Il Parco regionale è risultato un utile freno alla perdita di valori ecologici.

Gli obiettivi ricognitivi assunti per l’indagine sul paesaggio e sui beni storico – architettonici

La verifica se abbia luogo in area:

L’assetto storico‐paesaggistico: la lettura delle evoluzioni del paesaggio inteso come usi del suolo urbanizzato e non urbanizzato, per delinearne i caratteri di resistività rispetto al consumo di suolo.

L’assetto paesaggistico: l’analisi del patrimonio paesaggistico e culturale presente all’interno del Parco. Il paesaggio e gli elementi storico – architettonici: Gli elementi peculiari “Leggendo” il paesaggio attraverso l’analisi multi temporale degli usi del suolo e, in particolare, delle variazioni di usi del suolo negli anni, e, dunque, l’evoluzione del territorio, si nota quanto segue: la persistenza degli usi del suolo, degli insediamenti e delle infrastrutture caratterizzative dei paesaggi consolidati briantei è risultata piuttosto labile anche all’interno del Parco; la struttura del sistema vincolistico ha permesso una persistenza dei caratteri storico – paesaggistici in misura maggimaggioreore rispetto alle aree non sottoposte a indirizzi e restrizioni.

Processo evolutivo del territorio caratterizzato dal susseguirsi di numerose trasformazioni degli assetti originari del luogo, a testimonianza di un intensa interazione tra uomo e ambiente naturale. Tuttavia permangono sul territorio del Parco vasti ambiti che presentano un elevato grado di integrità e di permanenza degli assetti originari. Il paesaggio e gli elementi storico – architettonici: Gli elementi di disvalore

Occorre tenere presente come, negli ultimi decenni, la sempre più accentuata velocità delle trasformazioni e il loro consistente sviluppo quantitativo abbiano spesso alterato, anche nel caso del territorio del Parco regionale della Valle del Lambro, i connotati di equilibrio del paesaggio – talvolta ancora riconoscibili nelle tessiture di certi paesaggi agrari o nella coerenza tra complessi architettonici o manufatti edilizi tradizionali e la struttura dello scenario circostante – dando luogo a episodi di degrado paesistico.

Si pone dunque l’importante problema di un adeguato controllo estetico-formale e quantitativo delle trasformazioni, che risulta ovviamente molto complesso.

La sensibilità fisica: La sensibilità fisica:

La conclusione del Rapporto ambientale dà luogo alla classificazione del valore ambientale multidimensionale che caratterizza ogni cella d’indagine che ha portato all’identificazione della “Carta del grado di sensibilità fisica territoriale per il Parco regionale della Valle del Lambro”, costruita avvalendosi dei risultati derivanti dalle indagini compiute su ogni componente ambientale, poi ricondotti a classi di intensità degli indici sintetici probanti, derivati da tali indagini.

La sensibilità fisica esprime il livello di peculiarità e specificità ambientali, naturalistiche e paesaggistiche presenti localmente, nell’ottica della permanenza dei caratteri territoriali originari e della vulnerabilità, funzionalità e potenzialità dell’assetto fisico e naturale per la conservazione della flora e della fauna, il tutto espressivo di differenti potenzialità e vocazioni di carattere ambientale di un ambito. La sensibilità fisica:

Alcune considerazioni

Sono presenti comuni che presentano quote di ambiti urbanizzati all’interno del Parco tra il 30% e il 40%, (tra cui anche comuni che presentano ampie superfici urbanizzate a fronte di una bassa percentuale di territorio a Parco)

Si segnala un vasto ambito a bassa sensibilità fisica per tutta l’area a sud dei laghi di Alserio e Pusiano (tra Costa Masnaga, Rogeno, Nibionno e Monguzzo), i cui territori sono pesantemente caratterizzati dalla natura dei suoli, assai poco vocati all’ utilizzo agricolo

Incidono in maniera evidente su una complessiva medio-alta sensibilit à dell’assetto fisico l’ambito di Parco storico di Monza e il contesto paesaggistico del lago di Pusiano e delle colline prealpine di Pusiano e Eupilio.

I comuni che presentano alte percentuali di aree ad alta sensibilità caratterizzati da ambiti naturali di elevato valore naturalistico ed ecologico e da rilevanze di tipo paesaggistico nella Valle del Lambro sono Anzano del Parco, Inverigo e Casatenovo.

I comuni che presentano alte percentuali di aree ad elevata sensibilità fisica, e, pertanto, possiedono sul loro territorio risorse ambientali di inestimabile valore sono Cesana Brianza (oltre il 50% del territorio comunale), Verano Brianza (30% circa), Sovico e Triuggio (atto rno al 25%).

Si segnalano elevate pressioni esercitate dallo sviluppo insediativo dei comuni consorziati i quali, nella più parte dei casi, giungono a urbanizzare il proprio territorio fino allo stesso confine del Parco.

La sensibilità fisica e le istanze di trasformazione:

Alcune considerazioni

A livello complessivo, si pone in evidenza come le classi che maggiormente caratterizzano gli ambiti interessati dalle istanze siano la 1 (Zone urbane consolidate e fasce urbane esterne) e 6 (Ambiti agricoli a utilizzo intensivo su suoli caratterizzati da una media predisposizione agricola), ma anche la classe 9 (Ambiti naturali di maggiore ampiezza, prevalentemente boschi e vegetazione naturale arbustiva e arborea a medio – alto valore fisico) risulta piuttosto sollecitata dalle spinte trasformative manifestando, nel caso si tratti di trasformazioni comportanti interventi di medio/alto impatto, una situazione di bassa idoneità localizzativa.

La suscettività alla trasformazione: Viene inteso come valutazione combinata sia delle vocazioni e sensibilità fisico – ambientali individuate, sia della predisposizione a recepire trasformazioni in rapporto alla struttura del sistema socio – economico locale, Stima il bilanciamento tra i pesi ambientale e socio – economico, per determinare: il livello di coesistenza tra la sfera ambientale e socio – economica raggiungibile in un ambito; il livello di resistività alla trasformazione in base alla sostenibilità degli usi vigenti e al grado di vocazione individuata; il livello di predisposizione alla trasformazione antropica in base all’idoneità della struttura del sistema socio – economico a ricevere nuovi stimoli di trasformazione dell’assetto locale.

Viene espresso un indirizzo sulla condizione di equilibrio perseguibile per ogni ambito, individuando così un grado di idoneità alla trasformazione anche in funzione dei fattori economici legittimanti presenti sul territorio. La suscettività alla trasformazione:

Alcune considerazioni

Situazione di generale equilibrio e stabilità che appare ben rappresentare gli assetti del Parco: il 50% del suo territorio è caratterizzato da una medio – bassa suscettività alla trasformazione il 40% da una media suscettività alla trasformazione;

Per questo nel 90% di Parco va configurandosi una situazione di rispetto degli attuali assetti naturali e/o agricoli da parte della matrice antropica, dove al massimo è ammissibile il raggiungimento di un medio livello di coesistenza con la sfera socio – economica in cui è auspicabile che il giudizio di sostenibilità nei confronti della dimensione ambientale debba e possa venire rispettato nei confronti delle esigenze della sfera socio – economica.

Gli ambiti, all’interno del Parco regionale, dove appare possibile aspirare a un alto o medio – alto livello di coesistenza sono rappresentati dagli spazi a medio – alta e alta suscettività (il rimanente 10% di territorio a Parco).

Risultano localizzati in corrispondenza esclusivamente di quei contesti socio – economici che sono stati individuati come predisposti e idonei a ricevere nuovi elementi di assecondamento alla matrice antropica esistente.

La suscettività alla trasformazione e le istanze di trasformazione:

Alcune considerazioni

Risulta generalmente diffusa una suscettività con grado “Basso” o “Medio-Basso” mentre, al contrario, emergono i comuni di Monguzzo e

Anzano del Parco, caratterizzati dalla presenza di notevoli quantitativi di aree a “Medio-Alto” grado di suscettività alla trasformazione.

La problematicità delle istanze di trasformazione:

Alcune considerazioni:

Risulta manifesta la problematicità di un notevole numero di istanze di trasformazione pervenute.

Gli scenari di trasformazione

Attraverso la costruzione di possibili scenari di trasformazione, è possibile individuare un ventaglio di alternative di sviluppo valutandone la qualità in funzione degli impatti generabili, e, di conseguenza, scegliendo quali considerare accettabili o meno, in base alle esigenze strutturali e funzionali dell’ambiente in composizione con le necessità dello sviluppo antropico, e individuando così le trasformazioni in sintonia con le possibilità evolutive e i limiti individuati dal sistema Parco. Gli scenari di trasformazione: La scelta dell’immagine futura condivisa e dell’alternativa di sviluppo assumibile:

¾ muove da una lettura condivisa delle trasformazioni succedutesi nel tempo e degli attuali caratteri prevalenti derivanti dallo scenario di stato e di tendenza,

¾ in modo tale da permettere al Parco un ruolo di amplificatore delle tendenze positive, e di tamponamento e inversione delle tendenze negative La visione futura dunque:

¾ non può assolutamente tenere conto solo degli stimoli degli amministratori comunali, ¾ deve essere adeguata a una realtà, che necessariamente la vincola sulla base dei valori e soprattutto disvalori a cui lo scenario futuro deve offrire risposte, evitando in tal modo opzioni che rasentino l’astrattezza dal punto di vista dell’applicabilità, ¾deve dunque tenere conto delle esigenze strutturali e funzionali dell’ambiente in composizione con le necessità dello sviluppo antropico, individuando così le trasformazioni in sintonia con le possibilità evolutive e i limiti individuati dal sistema Parco

Gli elementi da cui sono state prese le mosse per la formulazione di visioni condivise: ¾ un modello di sviluppo assumibile come guida ¾ il ruolo istituzionale del Parco nel controllo e nella gestione dei processi di trasformazione e governo delle risorse ¾ lo scenario di stato e di tendenza Gli scenari di trasformazione:

Ipotesi zero Scenario A

Scenario E

Scenario B

Scenario D Scenario C

► L’immagine di sviluppo futuro più consona per il Parco della Valle del Lambro:

Scenario D

“Parco come luogo di sviluppo virtuoso e altamente dinamico del territorio brianteo”

- forte coesistenza tra sfera ambientale e socio – economica

- forte ruolo istituzionale del Parco

Parco visto come:

= grande bacino territoriale in grado di far coesistere le esigenze della matrice antropica insediata con quelle della tutela e valorizzazione ambientale, individuando limiti e carichi ambientali da non superare, disvalori da risanare, valori da amplificare

= sede istituzionale che amplifica e finalizza soluzioni tecnologicamente innovative a basso impatto ambientale per il perseguimento di uno sviluppo eco – compatibile innovativo, alternativo e d’eccellenza.

= volano per la costruzione di un sistema di autoregolazione e autocontrollo della dimensione antropica, configurando così un meccanismo virtuoso di coesistenza tra uomo e risorse fisiche.

L’immagine di sviluppo futuro più consona per il Parco della Valle del Lambro:

Gli strumenti: istituzione di un efficiente sistema di controllo e gestione del proprio territorio, adozione di tecnologie innovative (Sistemi informativi territoriali, produzione di indicatori ambientali, contenimento dei consumi energetici e simili).

Il Parco si configura come garante di un utilizzo ottimale delle risorse in suo possesso:

¾ minimizzando il consumo di suolo

¾adottando – all’interno degli ambiti di trasformazione ammessi nella revisione del Ptc - criteri di intervento preordinati alla tutela ambientale, paesaggistica e storico – monumentale, ecologica, geologica e idrologica

¾ agendo in modo prioritario verso il risanamento delle situazioni più critiche dal punto di vista ambientale - verso la valorizzazione delle peculiarità e sensibilità presenti - verso il soddisfacimento in primis dei servizi alla persona, attraverso l’avvio

di strutture sovracomunali per una migliore fruizione e ricettività del Parco e

per aumentare e diffondere una coscienza ambientale della società qui

insediata

Gli impatti ipotizzabili e la mitigazione degli effetti negativi:

Calcolo degli impatti che avrebbero le azioni di Piano sull’ambiente fisico 1 e sulle interazioni socio-economiche a seguito dell’individuazione dello scenario di trasformazione più probabile.

Necessità di prevedere misure di mitigazione e orientamento per le azioni che hanno un impatto negativo e misure di solo orientamento per 2 quelle azioni il cui impatto risulta essere positivo.

Utilizzo di un set core di indicatori per la misura degli effetti per la fase 3 di gestione ambientale del Ptc.

Esempi di misure di mitigazione ed orientamento ipotizzabili:

Obiettivi di Piano Azioni di Piano Impatti Misure di mitigazione Misure di orientamento C.2. Potenziamento e C.2.3. Incentivazione per l’adozione di Bat (Best Privilegiare interventi con le monitoraggio del Available Technologies) all’interno degli +++ migliori ricadute ambientali. sistema di impianti di depurazione smaltimento delle C.2.4. Promozione di campagne di censimento Privilegiare interventi tesi alla acque reflue da degli scarichi sversanti in ambiente idrico collaborazione dei Comuni per il ++ scarichi puntuali attraverso un’attività sinergica dei Comuni raggiungimento di obiettivi di consorziati qualità. C.2.7. Adozione di limiti emissivi maggiormente restrittivi per l’autorizzazione di Nei progetti ricadenti in tali aree sversamenti inquinanti che avvengono privilegiare gli interventi che all’interno dei bacini drenanti alle aree + contribuiscono al raggiungimento/ sensibili del lago di Alserio e Pusiano, ai mantenimento degli obiettivi di sensi della normativa vigente in materia di qualità preposti. scarichi.

Obiettivi di Piano Azioni di Piano Impatti Misure di mitigazione Misure di orientamento H.1. Controllo del H.1.1. Stima dei possibili bacini di erosione (per Integrazione con verifiche di nuovo consumo istanze a carattere generale) idoneità localizzativa sulla Evitare la frammentazione del di suolo base di parametri dati e scelti territorio e la compromissione –––– secondo esigenze di tutela della funzionalità ecologica di ambientale ed efficienza tali ambiti. insediativa. H.1.2. Nuovo consumo di suolo per fini insediativi Integrazione con verifiche di (B1, B2, C1, C2, C3) idoneità localizzativa sulla Solo per il completamento del base di parametri dati e scelti margine urbano dei nuclei –––– secondo esigenze di tutela esistenti, evitando la formazione ambientale ed efficienza di nuovi sistemi insediativi. insediativa. H.1.3. Nuovo consumo di suolo per servizi pubblici Integrazione con verifiche di Perseguimento degli obiettivi di e infrastrutture sportive idoneità localizzativa sulla tutela per tali ambiti che debbono base di parametri dati e scelti essere coerenti e compatibili –––– secondo esigenze di tutela rispetto alle caratteristiche ambientale ed efficienza paesistico-ambientali del insediativa. contesto in cui si inseriscono. H.1.4. Nuovo consumo di suolo per Integrazione con verifiche di Perseguimento degli obiettivi di produttivo/artigianato/commerciale/terziario idoneità localizzativa sulla tutela per tali ambiti che debbono /ricettivo (D1, D2, D3) base di parametri dati e scelti essere coerenti e compatibili –––– secondo esigenze di tutela rispetto alle caratteristiche ambientale ed efficienza paesistico-ambientali del insediativa contesto in cui si inseriscono Il processo di valutazione ambientale ex-post: il monitoraggio degli effetti di Piano:

Il processo di Valutazione Ambientale prosegue anche dopo l'approvazione e l’adozione di un Piano (valutazione ex post), nella fase di attuazione e gestione dello stesso – fase in cui si realizzano gli effetti, anche ambientali, delle azioni previste al suo interno – con il monitoraggio e le connesse attività di valutazione dell’efficacia ambientale delle azioni di Piano.

Il monitoraggio, dunque, si pone la finalità di consentire la verifica di coerenza tra gli obiettivi definiti in sede di programmazione e le azioni intraprese per il loro raggiungimento, valutando l’efficacia ambientale di tali azioni. Diventa a tale proposito indispensabile individuare un set di indicatori che consentono di seguire costantemente l’andamento effettivo degli interventi e che consentano anche di intervenire “tempestivamente” in caso di rilevino significativi scostamenti rispetto agli obiettivi di Piano inizialmente definiti.

È opportuno associare agli indicatori selezionati per il monitoraggio gli obiettivi ambientali da perseguire e gli interventi significativi per il loro raggiungimento (e, analogamente, gli interventi che potrebbero ostacolare il raggiungimento di tali obiettivi) specificando un target quantitativo che l’indicatore deve raggiungere al fine di valutare il grado di raggiungimento e lo scostamento dagli obiettivi posti. La predisposizione della tavola sinottica di monitoraggio ambientale:

Nome indicatore Nome dell’indicatore selezionato per l’attività di monitoraggio Ambito Componente e tema ambientale di pertinenza dell’indicatore (ad esempio: aria, acqua, etc…; densità di inquinamento, criticità della qualità delle acque superficiali, etc…) Unità misura Unità di grandezza attraverso cui è espresso il valore dell’indicatore PSR Collocamento dell’indicatore all’interno dello schema concettuale Stato-Pressione- Risposta Ultima data aggiornamento Anno più recente per cui si dispone dei dati necessari per il calcolo dell’indicatore o dei valori dell’indicatore Copertura Grado di copertura territoriale del dato considerato per il calcolo dell’indicatore (totale, parziale, etc…) e livello di aggregazione del dato (aggregata comunale o disaggregata poligonale, lineare o puntuale) Fonte di riferimento Le fonti e i dataBase di provenienza dei dati necessari per il calcolo dell’indicatore Formato Formato dell’informazione acquisita (shapefile, dato alfanumerico, Cad, etc…) Note Note sulla qualità del dato, sulla sua disponibilità, eventuali difficoltà di reperimento delle informazioni necessarie per il calcolo Attenzionalità Grado di attenzionalità dell’indicatore in base alla criticità del fenomeno monitorato Indicatori complessi correlati Indicatori di calcolo non immediato (funzione di più variabili) che sono correlati e che pertanto potrebbero essere suscettibili di modifica al variare dei valori dell’indicatore/variabile di più facile misura/monitoraggio Valore ultimo aggiornamento valore dell’indicatore assunto come “stato di fatto” da considerarsi come soglia attuale rispetto alla quale calcolare i futuri scostamenti dei valori dell’indicatore Trend Valutazione dell’andamento storico (su più soglie temporali, prima di quella di stato di fatto) dell’indicatore (ove possibile) Possibilità di aggiornamento Informazioni sulle eventuali possibilità di aggiornamento dei dati utilizzati per il calcolo dell’indicatore Target Soglia-obiettivo quantitativa che l’indicatore deve raggiungere al fine di valutare il grado di raggiungimento e lo scostamento dagli obiettivi posti, mutuati dalla normativa o definiti ad hoc in seguito a concertazione politica Obiettivi e azioni di intervento gli obiettivi ambientali da perseguire e gli interventi significativi per il loro correlati raggiungimento (e, analogamente, gli interventi che potrebbero ostacolare il raggiungimento di tali obiettivi) di cui si intende valutare il grado di raggiungimento e l’efficienza attraverso l’analisi dell’andamento dei valori dell’indicatore Giudizio Giudizio finale sintetico sul grado di raggiungimento degli obiettivi e sull’efficienza delle azioni in base ai valori monitorati dell’indicatore La perimetrazione delle istanze di trasformazione pervenute:

Categoria Destinazione richiesta Area Peso (ha) (%) 1. Ottenimento di insediamenti/aree 16.68 2.00 produttive 2. Ottenimento di funzioni ricettive 11.54 1.38 3. Ottenimento di variazione della 1.28 0.15 Ambiti di viabilità trasformazion e individuati 4. Ottenimento di parcheggi 1.49 0.18 per le istanze 5. Ottenimento di servizi pubblici 3.11 0.37 comunali finalizzate a 6. Stralcio di ambiti territoriali ottenere una compresi nel Parco Valle del 484.48 58.05 classificazione Lambro non contenuta 7. Inserimento di ambiti territoriali nelle Nta del 26.42 3.17 Ptc nel Parco Valle del Lambro 8. Ottenimento di recupero 40.06 4.80 ambientale 9. Rettifica di ambiti individuati dal 14.51 1.74 Ptc 11. Inserimento in ambiti agricoli 7.18 0.86

Ambiti di 12. Inserimento in aggregati urbani 38.31 4.59 trasformazion 18. Inserimento in parco storico 2.25 0.27 e individuati per le istanze 20. Eliminazione di elementi di 9.04 1.08 comunali archeologia industriale riferite ad 21. Inserimento in ambiti ambiti 145.10 17.39 espressamente insediativi classificati 22. Inserimento in ambiti di 1.39 0.17 nelle Nta del riqualificazione insediativi Ptc 23. Inserimento in ambiti per 31.69 3.80 infrastrutture sportive e ricreative Area totale (ha) 834.58 100.0 La perimetrazione delle istanze di trasformazione pervenute: