RIVISTA DELL’ ASSOCIAZIONE BIBLIOFILI BRESCIANI “BERNARDINO MISINTA”

N. 42 - DICEMBRE 2014 ASSOCIAZIONE BIBLIOFILI BRESCIANI “BERNARDINO MISINTA” Evangelistario festivo, ms. F.II.1, f 23v, c/o Biblioteca Civica Queriniana Biblioteca Queriniana Via Mazini, 1 - - Tel. 030 2978201 (fine sec. X – inizi sec. XI) Presidente Filippo Giunta Segretario Edoardo Bignetti

REDAZIONE Via Mantova, 61 - 25123 Brescia Tel 030 43377 [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILE Mino Morandini

COMITATO SCIENTIFICO Angelo Brumana, Antonio De Gennaro, Ennio Ferraglio, Mino Morandini

DIRETTORE di REDAZIONE Filippo Giunta REDAZIONE Ermanno Capretti, Filippo Giunta, Paola Giunta

Questa pubblicazione è realizzata dall’Associazione Bibliofili Bresciani “Bernardino Misinta” senza alcun contributo pubblico o privato, esclu- sivamente con mezzi propri. Si ringraziano tutti gli iscritti che, grazie al versamento della quota sociale, contribuiscono alla vita di questa rivista. La rivista rappresenta per noi un importante mezzo di comunicazione ed un significativo biglietto da visita.

La rivista MISINTA viene inviata gratuitamente a numerose Biblioteche italiane ed europee. Se una Biblioteca desidera riceverne copia, può richiederla per email a [email protected]. IL SECOLO ILLUSTRATO Copyright © (11 marzo 1906) E’ vietata la riproduzione parziale o totale dei contenuti della rivista senza espressa I lavori di allestimento autorizzazione dell’Associazione Bibliofili Bresciani “Bernardino Misinta”. dell’Esposizione Le opinioni espresse negli articoli rispettano quelle dei singoli Autori, di cui l’Associazione non si assume alcuna responsabilità. di Milano. ANNO XXI NUMERO 42 DICEMBRE 2014

ISSN 2038-1735 www.misinta.it INDICE EDITORIALE di Mino Morandini ...... pg, 3

“Coltivatore io pure di un’arte ministra d’immortalità”: aspirazioni culturali e strategie promozionali della tipografia bresciana di Nicolò Bettoni in età napoleonica. di Luca Frassineti ...... pg 5

La battaglia di Chiari e gli avvenimenti delle settimane precedenti visti dalle fonti veneziane. di Piercarlo Morandi ...... pg 25

Curzio Troiano da Navono. Un poco noto editore bresciano a Venezia nel XVI secolo. di Giuseppe Nova ...... pg. 41

I Commentaria Symbolica di Antonio Ricciardo brixiano, 1591. di Pietro Lorenzotti ...... pg. 51

Un documento inedito di storia patria. di Giuseppe Cinquepalmi ...... pg. 56

“Le parfait Mareschal”. Jacques De Solleysel e ‘ le revisioni infinite’ di un’ opera cardine nel panorama equestre tra 1600 e 1700. di Maria Elena Loda ...... pg 58

Legatura: un appunto sulla decorazione del dorso. di Federico Macchi ...... pg 66

PEPITE QUERINIANE. L’adorazione dei Magi in un codice queriniano. di Ennio Ferraglio ...... pg 71

RIVISTE DEI BIBLIOFILI. Le esposizioni universali nei periodici dell’Emeroteca queriniana: da londra 1851 a Milano 1906. di Antonio De Gennaro ...... pg 75

VISTI IN LIBRERIA. Recensioni librarie. di Mino Morandini ...... pg 88

L’ANGOLO DELLA LEGATURA. Le cartas ejecutorias. di Federico Macchi ...... pg 92

Le attività della Associazione Bibliofili Bresciani “Bernardino Misinta” nel nel corso del 2014 ...... pg 96 1 2 EDITORIALE di Mino Morandini Professore di Lettere Ginnasiali al Liceo Classico “Arnaldo” da Brescia, Socio dell’Ateneo di Brescia

E in barba alla crisi, «Mi- che, quanto prima, si esca ziale, di Roberto Vecchioni, Il sinta» è di nuovo in uscita, dalla torre e si portino ad mercante di luce (Einaudi), con un numero ricco di con- arricchire il bene comune i che sono miracolosamente tributi uno più interessante tesori di saggezza e di cono- riuscito a leggere nei giorni dell’altro, grazie all’impe- scenza che ogni buon libro scorsi (uno dei tentacoli più gno dei nostri volonterosi custodisce. infernali della crisi è sottrar- e volontari collaboratori (la Questo è appunto anche re a ciascuno il tempo per cultura alta è sempre stata il senso della nostra rivista e, riflettere, per rientrare in se all’insegna della gratuità, il in maniera più ampia e arti- stessi e cercare anzitutto che non assolve chi, poten- colata, di tutta l’attività della dubbi e domande, attività do, non destina risorse alla nostra associazione, che per che la lettura, quand’è libera cultura!) e del nostro impa- l’anno 2014 è ricordata in da ulteriori utilizzi di lavoro, reggiabile Presidente, Filippo sintesi con i testi e le simpa- propizia quant’altre mai; in- Giunta. tiche immagini che chiudono vece ecco ad ogni piè sospin- Ma che cosa può fare questo numero. to la burocrazia che si affian- un bibliofilo? La tentazione Come esempio di buon ca agli impegni di lavoro e di rifugiarsi nella torre d’avo- libro è bello menzionare un a quelli della vita quotidiana rio dei propri libri è fortissi- recente romanzo breve, o per strapparci anche il più ma, e fino a un certo punto meglio un racconto di 123 piccolo brandello di tempo è anche opportuna, a patto pagine, allegorico ed esisten- libero!). 3 Il mercante di luce è la morte del figlio, che lo tra- globale. storia di un papà che deve sfigura in mercante di luce, A questo proposito, per combattere (quasi da solo, e guarisce il padre (al quale guardare con chiarezza alle perché la mamma ben presto egli stesso aveva dato que- penose bugìe che cercano si defila) una battaglia perdu- sto titolo, prima di morire), invano di mascherare le reali ta già in partenza, contro la liberandolo con l’innocua responsabilità di chi questa malattia incurabile del figlio, violenza della fantasia dal- crisi ha provocato e dalla la progerìa, un invecchia- le sue rabbiose frustazioni quale continua a trarre infa- mento accelerato e progres- (anche sul mondo del libro la mi e sterili vantaggi -il mon- sivo dall’esito inevitabilmente crisi aleggia e signoreggia, do della Grande Finanza-, letale. con la corruzione dilagante una lettura utile è senz’altro In questa lotta contro l’o- che sempre l’accompagna), quella di Serge Latouche, scurarsi di ogni luce, per lui quasi una moderna Comedìa L’economia è una menzogna stesso oltre che per il figlio, non divina, per la defezione (ed. Bollati Boringhieri), con Stefano Quondam Valerio ha di Beatrice, ma ugualmente il suo inequivocabile sottoti- come unici alleati i libri degli salvifica (ed è forse questo il tolo: «come mi sono accorto antichi classici greci, le loro motivo dei sotterranei, fre- che il mondo si stava scavan- parole che gli sono rimaste quenti riferimenti alla Tem- do la fossa». impresse fin dalla preco- pesta shakespeariana) per ce infanzia di appassionato trasfigurare in luce la nostra accanito lettore di letteratura amata cultura occidentale, e in generale e della grecità salvarla dalla devastante pro- in particolare, e l’esito è la gerìa della finanziarizzazione

4 “Coltivatore io pure di un’Arte ministra d’immortalità”: aspirazioni culturali e strategie promozionali della tipografia bresciana di Nicolò Bettoni in età napoleonica di Luca Frassineti Seconda Università degli Studi di Napoli

Victrix causa diis placuit sembra contraddistinguere antagonista di una spiccata sed victa Catoni l’intera parabola dell’azienda personalità come quella di (LUC., Phars., I, 128) tipografica dell’editore ve- Ugo Foscolo abbia fatto velo neto (Portogruaro 1770-Pa- all’ipotesi di ricomposizio- rigi 1842), poi naturalizzato ne della figura a tutto tondo iccolò Bettoni [o bresciano, sin dall’acquisto dell’editore principe del no- Zanon Bettoni, in proprio della stamperia stro Neoclassicismo d’inizio «N dal cognome dipartimentale del Mella (16 Ottocento: Sepolcri fosco- della madre, settembre 1806) ove, per cin- liani, Esperimento di tradu- Angela] passò que anni (dal 25 novembre zione foscolian-montiano e come un colpo di vento sul 1801), egli aveva ricoperto versione integrale montiana mercato librario [lombar- l’incarico di ispettore; ad essa dell’Iliade, raccolta delle Vite do], agitandone la superficie si aggiunsero, nel giro di e Ritratti di sessanta illustri senza intaccarne le basi; appena quattro lustri, quasi italiani non paiono evocare e [...] rappresentò per gli per partenogenesi compulsi- competitori, né per quantità imprenditori della generazio- va, gli stabilimenti di Padova né per qualità dei prodotti. ne seguente l’esempio degli (1808), Alvisopoli (1810), Dopo i fulgori della stagione errori cui la fretta e l’improv- Milano (1819) e Portogruaro napoleonica e l’orizzonte in visazione necessariamente (1826). Nella ricostruzione parte ancora limpido della conducono».1 Così più di e, dunque, nell’articolata prima età asburgica, all’ini- trent’anni or sono Marino Be- narrazione istruita da Be- zio degli anni Trenta sulla rengo, in relazione all’istanza rengo sulla compagine degli ditta Bettoni calano infatti le di gigantismo industriale che intellettuali e dei librai della tenebre del tracollo finan- Milano della Restaurazione, ziario, dell’amministrazione 1. Questa e la seguente citazione da il ruolo dell’eroe è incarnato controllata e del sequestro di MARINO BERENGO, Intellettuali e librai piuttosto dal veneziano Anto- tutti gli stabilimenti, fino alla nella Milano della Restaurazione, nio Fortunato Stella, rispetto completa paralisi dei torchi, il Torino, Einaudi, 1980, pp. 63-64 e 65. Per un profilo completo del al quale il provinciale Bettoni 21 novembre 1834. Seguono Bettoni, a parte gli studi accennati appare il controcanto e l’anti- le ore oscure del trasferimen- nelle righe seguenti, bisogna anco- tesi: «gli mancava e gli faceva to a Firenze e poi a Parigi, ra ricorrere alla datata e romanze- anche difetto quell’attenzione sulla scorta dell’esemplare sca biografia di PIERO BARBÈRA, Nicolò e passione per la contabilità stampa bilingue, autopro- Bettoni. Avventure di un editore, Firenze, Barbèra, 1892, ristampata mercantile su cui si era te- mozionale e autoapologetica (ma senza appendici) col semplice stardamente retto – da buon delle Mémoires biographi- titolo di Nicolò Bettoni in IDEM, Edi- israelita, sia permesso ag- ques d’un typographe italien tori e autori. Studi e passatempi di giungere – lo Stella». (1835-’36, oggi assai rara, un libraio, Firenze, Barbèra, 1904, Resto convinto che la mac- specie per il secondo tomo), pp. 28-105; ad essa si potrà ag- giungere la più sobria illustrazione chia indelebile di ‘vinto della all’insegna del tentativo, (a cura di Francesco Barbieri) del storia’ oltre che, nella tempe- peraltro disperato, di risol- Dizionario Biografico degli Italiani, rie fortemente ideologizzata levarsi da uno stato cronico Roma, Istituto della Enciclopedia del secondo Novecento, di di frustrazione e d’indigenza Italiana, 1967, IX, pp. 774-779. 5 ove, oramai settuagenario, come si legge nella relazione opportuno concentrarmi sia l’editore avrebbe incontrato ad hoc del Prefetto al Mini- sul censimento della cor- la morte. stro dell’Interno di Breme.3 rispondenza edita e inedi- In anni recenti, complici le Dal canto suo, Riccardo ta, con la trouvaille di una benemerite iniziative d’im- Tacchinardi sta da tempo porzione larghissima della pronta bresciana collegate sondando i legati bettoniani parte attiva del carteggio di al bicentenario dell’uscita dei fondi Stella di Treviso e Bettoni con Vincenzo Mon- dei Sepolcri,2 l’interesse per Bodoni di Parma: nella fat- ti fra il 1806 e il 1812, con l’individualità di Bettoni e per tispecie, è oramai prossima sporadiche ed estemporanee le progettualità culturali e al compimento l’edizione del code per il 1813, il 1819, il imprenditoriali ad essa col- ricchissimo carteggio inedito 1823, il 1825, il 1827 e, post legate è parso registrare una Bettoni-Bodoni per gli anni mortem, il 1828,5 sia sul sensibile, significativa ripre- 1802-1813,4 che ho potuto recupero e sulla storicizza- sa, come dimostrano, fra gli scorrere in anteprima e che zione delle diverse iniziative altri, i lavori di due esperti di certifica il rapporto privilegia- promosse dalla stamperia storia del libro come Riccar- to, al limite la fascinazione bresciana all’inizio dell’Ot- do Tacchinardi e Marco Calle- esercitata dal celeberrimo tocento. Sin dai primi anni gari. Il nuovissimo studio di editore piemontese sul gio- di attività, da ispettore an- quest’ultimo su fondi d’ar- vane tipografo veneto-lom- cor prima che da direttore, chivio patavini e meneghini bardo. Bettoni non fa mistero il tipografo veneto riesce ha definitivamente chiarito d’ispirarsi all’esempio del più non solo a rilanciare a pieno membranis intus positis che anziano caposcuola, la cui regime l’esercizio dei cinque la tendenza a ‘pensare in generosa assistenza trasmet- torchi esistenti (nell’ottobre grande’ di Bettoni, sempre te via via all’appassionato 1806 ascesi nel frattempo incline alla ricerca spasmo- neofita i principali segreti al numero di sette), raddop- dica di nuovi mercati su cui della professione, dalla tec- piando in breve il capitale rilanciare le proprie iniziative, nica di temperamento degli degli utili, ma appare anche fonda le sue radici non tanto inchiostri alla maniera di capace di accrescere in mi- nella spiccata megaloma- cilindrare (ovvero di levigare) sura esponenziale la qualità nia dell’operatore culturale la carta, per renderla liscia dei prodotti librari,6 per cui (oggetto delle più pungen- come una lastra marmorea, ti reprimende di Foscolo) dall’acquisto di nuovi ed ele- 5. Si tratta di circa un’ottantina di quanto nell’urgenza ogget- ganti caratteri di stampa alla lettere, per lo più inedite, la cui tiva di ripianare lo svantag- confezione materiale dell’og- raccolta commentata è adesso in gioso contratto di acquisto getto libro, per cui Bodoni, cantiere per i tipi delle edizioni del primigenio stabilimento fra l’altro, rimane antonoma- Torre d’Ercole di Travagliato, in virtù dell’interesse e della liberalità bresciano, preso in carico al sticamente famoso. dell’amico Angelo Brumana: un’an- prezzo esorbitante di 68.634 Al fine di aggiungere ticipazione (a esegesi di una missi- lire milanesi da ripianarsi ulteriori tessere al mosaico va di Bettoni a Monti del 23 marzo in otto anni all’interesse del dell’aggiornato profilo bio- 1807) in LUCA FRASSINETI, Addendum 6%, a esclusivo vantaggio grafico-culturale che gli studi foscoliano: di una recensione rite- dell’amministrazione finan- citati delineano, ho ritenuto nuta inevasa all’ode montiana sui Licei convitti, in «Testo», XXXV, 67 ziaria del Dipartimento, che (2014), pp. 31-51. nella circostanza computò al 3. Cfr. MARCO CALLEGARI, L’ascesa di un tipografo-editore: Nicolò Bettoni, 6. Si pensi, ad esempio, all’impe- neo-direttore anche i gradini gnativa, esemplare, splendida im- di pietra, le porte e gli infissi, in Istituzioni e cultura in età napo- leonica, a cura di Elena Brambilla, pressione del primo volume in-8° Carlo Capra, Aurora Scotti, Milano, (dei trentanove poi licenziati entro 2. Si ricordino almeno l’elegante Franco Angeli, 2008, pp. 220-231, il 1818) della Storia romana di Tito ristampa del carme e i solidi atti ora accolto, col titolo Nicolò Betto- Livio coi Supplementi del Frein- del convegno dell’aprile 2007 pro- semio tradotta dal C. Luigi Mabil ni a Padova (1808-1818), in IDEM, mossi, fra gli altri, dall’Ateneo, nella Stampatori e librai a Padova nella col testo a fronte, uscito dai torchi persona di Angelo Rampinelli Rota: prima metà dell’Ottocento, Padova, bresciani nel luglio 1804, che ot- UGO FOSCOLO, Dei Sepolcri. Carme, Il Prato, 2013. tenne, fra l’altro, gli elogi del Vice- Brescia, Bettoni, MDCCCVII, ristampa presidente della Repubblica Italiana anastatica con saggi di Pietro Gi- 4. Uno stimolante assaggio di que- Francesco Melzi d’Eril (cfr. le schede bellini, Ennio Ferraglio e Bernardo sto work in progress è stato pub- bibliografiche e le note di commen- Falconi, Brescia, Stamperia Fratelli blicato in RICCARDO TACCHINARDI, Dal to in appendice a “A egregie cose”. Geroldi, 2007 e “A egregie cose”. carteggio Bettoni-Bodoni della Studi sui “Sepolcri” di Ugo Foscolo, Studi sui “Sepolcri” di Ugo Foscolo, Biblioteca Palatina di Parma (1802- cit., pp. 300 e 304). La successiva a cura di Fabio Danelon, Venezia, 1813), «La Fabbrica del Libro», a. citazione da TOMMASO BOZZA, Nicolò Marsilio, 2008. XII, 2, 2006, pp. 31-36. Bettoni tipografo editore, in «Em- 6 «da burocrate, [egli] diviene impulso ed eseguito per vato nell’Archivio dell’Ateneo uno dei più grandi editori conto dell’Amministrazione»8 di Brescia, la cui pagina d’a- del suo tempo», fautore di nell’ottobre 1804, in conco- pertura venne riprodotta in un’avanzata, a tratti utopisti- mitanza con le avvisaglie del- anastatica fra le illustrazioni ca nozione delle virtù ‘eter- la crisi produttiva legata alla di un fortunato studio col- natrici’ e delle enormi risorse diminuzione delle commit- lettaneo9 uscito in occasione ‘sociali’ e di mercato insite tenze dei diversi enti pubblici del bicentenario della nascita nel congegno di Gutenberg, del giovane stato italiano del poeta neogreco. Oggi, in quanto medium privile- oramai prossimo a trasfor- grazie soprattutto all’abne- giato di cultura, di fama e di marsi in regno, Il Redattore gazione di Angelo Bruma- bellezza. Ne deriva la rivendi- del Mella (spesso confuso e a na, sono riemerse altre due cazione attualissima dell’in- torto parificato alla qualifica annate pressoché complete dipendenza e del valore del generica di ‘giornale ufficiale (1804/1805 e 1807), anch’es- mestiere dello stampatore del dipartimento’), al quale se rilegate in volume, più quale agente principale di uno dei protagonisti della due frustoli per gli anni 1808 un sistema di comunicazione cultura gardonese del No- (n. 76, del 21 settembre) allargato, cui rende testimo- vecento, Ugo Vaglia, dedicò, e 1809 (supplemento al n. nianza la messe di avvisi, di alcuni decenni or sono, un 28, del 14 luglio, di due sole opuscoli e di manifesti che sintetico ma significativo pagine non numerate):10 tanto avrebbe infastidito Fo- elzeviro, sottolineando la rile- uniti a documenti d’archivio scolo; in essi, Bettoni discute vanza della rarissima testata concorrenti, i vecchi e i nuovi preferibilmente di sé e del quale «miniera di notizie non numeri hanno permesso di proprio lavoro, rendendo sempre altrimenti rintraccia- ricostruire la genesi e la pe- conto dei suoi disegni, delle bili [sulla] vita bresciana» del riodicità, la storia e le finalità sue aspirazioni e delle moti- primo Ottocento. All’epoca della pubblicazione, di cui si vazioni rispetto alle scelte via era stato possibile censire la presenta di seguito il regesto via condotte, come del resto sola annata 1806, rilegata in per il triennio 1804-1807, nella precoce autodefinizione volume e depositata presso confidando esso possa valere di «coltivatore [...] di un’Arte la fondazione Ugo da Como di auspicio al recupero inte- ministra d’immortalità» ram- di Lonato del Garda, oltre a grale dei fascicoli del succes- mentata nel titolo.7 poco più un numero (n. 24, sivo e pressoché sconosciuto Il tentativo di misurare l’o- del 22 aprile 1811), conser- quadriennio 1808-1811, di rizzonte delle attese di que- cui si offre comunque un sto meccanismo di costante identikit provvisorio relati- 8. Cit. da «Il Redattore del Mella», autopromozione ha portato a [a. I], n. 1, 11 ottobre 1804, p. 4, vo ai margini estremi, sulla fissare lo sguardo sul perio- su cui cfr. UGO VAGLIA, Un giornale scorta degli unici e rispettivi dico «offiziale del Diparti- bresciano dimenticato, in «Giornale tasselli posseduti. mento, intrapreso [da Betto- di Brescia», 7 novembre 1978, da ni] per superiore autorevole cui è tratta la successiva citazione. L’erronea promozione al rango di titolo dell’apposizione concorrente IL REDATTORE DEL MELLA porium», LXXXIV (1936), p. 337. di «Giornale dipartimentale», alter- 7. Cfr. ALBERTO CADIOLI, Nicolò Bet- nata a quella di «giornale ufficiale [ANNO I], 1804/1805 = toni, un “artista della stampa” al del dipartimento» (citt. da PIETRO Roma, Bibl. di Storia Moder- servizio delle lettere, in “A egregie BARBÈRA, Nicolò Bettoni, cit., pp. 37 na e Contemporanea: PER. cose”. Studi sui “Sepolcri” di Ugo e 16), si registra nella voce per il Foscolo, cit., p. 88; la citazione DBI del 1967 (vedi supra, nota 1) e RIS. 143 bettoniana è tratta dall’avvertenza viene ripresa in forma cursoria sia Consistenza: nn. 1-76 dell’Editore premessa a VINCENZO da UGO BARONCELLI, Il tipografo de «I (11/X/1804 – 30/XII/1805), pp. MONTI, Il Bardo della Selva Nera. Sepolcri» del Foscolo. Nuove inda- Poema epico-lirico. Parte prima, gini su Nicolò Bettoni, in Aspetti di 9. Cfr. UGO VAGLIA, Il salotto della Brescia, Bettoni, MDCCCVI, p. V, su vita bresciana ai tempi del Foscolo, contessa Annetta Bolognini Calini, cui è ora in stampa, su «Esperien- Brescia, Tipo-Lito Fratelli Geroldi, in Aspetti di vita bresciana, cit., p. ze Letterarie», un mio specifico 1978, p. 29 sia da MARCO CALLEGA- 151 n.n. Non si è potuta invece sin contributo con la riproduzione e il RI, L’ascesa, cit., p. 225: una replica qui riscontrare la copia segnalata commento di un’altra lettera inedita in chiave depistante è nella scheda nell’archivio comunale di Lavenone al Monti (20 agosto 1806). Per le d’appendice (a cura di Ennio Fer- in IDEM, Un giornale bresciano di- rivendicazioni relative all’autonomia raglio) dedicata agli Almanacchi e menticato, cit. d’indirizzo del tipografo-editore e i periodici usciti dai torchi bettoniani disappunti di Foscolo, cfr. RICCARDO di Brescia in “A egregie cose”, cit., 10. Quest’ultimo conservato pres- TACCHINARDI, Sulle note editoriali di pp. 309-10, insieme con un’errata so la Fondazione Ugo da Como di Nicolò Bettoni, in «Studi Italiani», suggestione (1802) circa l’epoca del Lonato del Garda (segnatura: Sala XII, 1 (2000), pp. 147-154. presunto varo del periodico. Rossa. Armadio, 1.14). 7 8 1-328 (con errori meccanici tale; sotto il titolo e scalata annata: nn. 23 (15/III/1805) di seriazione e un’ipotetica sulla destra, un’epigrafe lati- e 36 (15/VI/1805) = Brescia, lacuna).11 na, in corsivo, sempre can- Bibl. Civica Queriniana: Descrizione: pp. 4, su due giante di numero in numero, SR.E.69m17a-b; n. 69 (06/ colonne, per numero (mm. secondo il gusto tribunizio XII/1805) = Milano, Bibl. del 300 x 215), ad eccezione del della pubblicistica del tempo; Museo del Risorgimento: n. 67 (29/XI/1805), di pp. 8; si essa precede (sino al n. 17 Fondo Gnecchi, B. 4446; n. aggiungono 5 supplementi: del 01/II/1805) e quindi segue 72 (16/XII/1805) = Lonato del tre al n. 35 (07/VI/1805) e uno (dal n. 18 dell’08/II/1805), se- Garda, Fondazione Ugo da al n. 37 (21/VI/1805), di quat- parata da un sobrio elemento Como: Sala Rossa. Armadio, tro pagine ciascuno, nume- grafico orizzontale in forma 1.14. rati in progress; uno al n. 51 di fuso, le coordinate topica (27/IX/1805), non numerato e e cronica di stampa (luogo di di due sole pagine. pubblicazione, giorno, mese ANNO II, 1806 = Lona- Periodicità: settimanale: e millesimo), ove, per i nn. to del Garda, Fondazione il giovedì, sino al n. 10 (13/ 1-25, è aggiunta la men- Ugo da Como: Sala Cerutti, XII/1804), poi il venerdì, dal n. zione del calendario della 3.C.7.132 11 (21/XII/1804); poi bisetti- Repubblica Italiana – «Anno Consistenza: nn. 1-103 (3/I manale (il venerdì e il lune- III» (sino al n. 12 del 28/ – 26/XII), pp. 1-412; probabile dì), dal n. 53 (11/X/1805), con XII/1804) e poi «Anno IV» (sino lacuna del n. 104 (30/XII), pp. un errore meccanico nella al n. 25 del 29/III/1805).13 A 413-16(?). data del n. 66 (25 e non 22/ partire dal n. 54 (14/X/1805), Descrizione: pp. 4, su due XI/1805). subito sotto l’epigrafe, segue colonne, per numero (mm. Pubblicazione: «Dalla Ti- l’occhiello, inquadrato fra 260 x 180); fra i nn. 7 (24/I) pografia Dipartimentale». due righi orizzontali: «Siamo e 8 (27/I) è collocata un’altra Costi di abbonamento: 8 autorizzati a dichiarare che unità d’identica consistenza, lire milanesi per annualità tutti gli Atti della Prefettura ma priva di numerazione, (ovvero 5 lire milanesi per e Giudiziarj del Dipartimen- recante i capitoli della pace semestre), poi elevate a 12 to | riportati nel presente di Presburgo del 26 dicem- lire milanesi con il raddop- Giornale sono officiali», dal bre 1805 tra Napoleone e piamento delle uscite setti- successivo n. 55 (18/X/1805) l’Austria. manali.12 più sinteticamente ridotto a Periodicità: bisettimanale Caratteristiche: la nume- «Tutti gli Atti della Prefettura (il venerdì e il lunedì); il n. 2 razione progressiva, priva e Giudiziarj del Dipartimento (07/I) risulta uscito eccezio- di riferimenti all’annualità riportati nel presente Giorna- nalmente di giovedì; come di stampa, sul frontespizio, le | sono officiali». Per lo più anticipato, si registra l’as- nell’angolo superiore sinistro, nell’angolo inferiore destro senza del numero del 30/XII a carattere grande e prece- della prima pagina di ciascun (lunedì). duta dall’abbreviazione «N.», numero, il bollo rettangolare Pubblicazione: «Dalla rilevata dall’abbellimento di da mezzo soldo di lira mila- Tipografia Dipartimentale», una parentesi graffa orizzon- nese prescritto dalla legge sino al n. 98 (08/XII); «Per Bet- sullo spaccio dei periodici. toni Tipografo Dipartimenta- 11. Non si può escludere la perdita Numeri sparsi della stessa le», dal n. 99 (12/XII). di un eventuale supplemento al n. Costi di abbonamento: 12 33, risultando mancanti le pp. 133- lire milanesi per annualità. 136. 13. La relativa espunzione appare connessa ai prodromi dell’irrigidi- Caratteristiche: la numera- 12. Come termine di paragone, mento in senso dispotico del giova- zione progressiva sul fronte- fra il 1804 e il 1807 il principa- ne stato partorito dai Comizi di Lio- spizio, nell’angolo superiore le organo di stampa coevo della ne (dicembre 1801-gennaio 1802), destro, a carattere grande e Repubblica e poi del Regno cui il come conferma il successivo n. 26, periodico bettoniano mostra d’ispi- ove si trascrive il testo della circola- preceduta dall’abbreviazione rarsi, il Giornale Italiano (anch’esso re prefettizia per cui, in data 1° apri- «N.», rilevata dall’abbellimen- di quattro pagine, su due colonne, le 1805, fu sancita la cancellazione to di una parentesi graffa ma di maggiore formato: mm. 340 dagli atti pubblici e d’ufficio del orizzontale, fa da specchio x 215), fondato da Vincenzo Cuoco, Dipartimento del Mella di ogni ri- alla registrazione costan- mostra un costo annuale di associa- ferimento alla spirante Repubblica, zione variabile dalle 18 alle 32 lire ivi compreso l’abbandono del titolo te dell’annualità («ANNO II»), milanesi, ma per un totale progres- outré di «Cittadino» a vantaggio di nell’angolo superiore sini- sivamente crescente dai 157 (con quello più anodino di «Signore» (cfr. stro, anch’essa abbellita dalla periodicità trisettimanale) ai 365 «Il Redattore del Mella», [a. I], n. 26, parentesi graffa (dal n. 31, numeri. 5 aprile 1805, p. 104). 9 del 18/IV, con un restyling alla registrazione costan- le coordinate topica e croni- più accattivante dei carat- te dell’annualità («ANNO III»), ca di stampa (luogo di pub- teri impiegati, specie per le nell’angolo superiore sini- blicazione, giorno, mese e graffe); subito sotto il titolo, stro, anch’essa abbellita dalla millesimo), cui segue l’oc- le coordinate topica e croni- parentesi graffa; subito sotto chiello, inquadrato fra due ca di stampa (luogo di pub- il titolo, le coordinate topica righi orizzontali: «Tutti gli Atti blicazione, giorno, mese e e cronica di stampa (luogo di della Prefettura e Giudiziarj millesimo), cui segue l’oc- pubblicazione, giorno, mese del Dipartimento riportati nel chiello, inquadrato fra due e millesimo), cui segue l’oc- presente Giornale, | nonché righi orizzontali: «Tutti gli Atti chiello, inquadrato fra due quelli della Corte d’Appello della Prefettura e Giudiziarj righi orizzontali: «Tutti gli Atti residente in Brescia, sono del Dipartimento riportati nel della Prefettura e Giudiziarj officiali». Nell’angolo inferiore presente Giornale | sono of- del Dipartimento riportati nel destro della prima pagina, il ficiali». Per lo più nell’angolo presente Giornale | sono of- bollo tondo da 2 centesimi inferiore sinistro della se- ficiali». Per lo più nell’angolo di lira italiana14 prescritto conda o della quarta pagina inferiore destro della prima o dalla legge sullo spaccio dei di ciascun numero, il bollo della terza pagina di ciascun periodici. rettangolare da mezzo soldo numero, il bollo rettangolare di lira milanese prescritto da mezzo soldo di lira mila- dalla legge sullo spaccio dei nese prescritto dalla legge [ANNO VII], 1811 = Brescia, periodici. sullo spaccio dei periodici. Archivio di Stato: Archivio Numeri sparsi della stes- dell’Ateneo di Brescia, Atti ac- sa annata: nn. 31 (17/IV) cademici, busta 197, Bettoni ANNO III, 1807 = Brescia, e 65 (14/VIII) = Lonato del Nicolò. Bibl. della Fondazione Civiltà Garda, Fondazione Ugo da Consistenza: unico n. 24 Bresciana: raccolta rari, sen- Como: Sala Rossa. Armadio, (22/IV), senza numeri di pa- za segnatura. 1.14; nn. 15 (20/II), 31 (17/ gina. Consistenza: nn. 1-104 (2/I IV) e 100 (14/XII) = Brescia, Descrizione: pp. 4, su due – 28/XII), pp. 1-420. Bibl. Civica Queriniana: colonne (mm. 260 x 180 Descrizione: pp. 4, su due 10a.L.VII.7m81-76-77 circa). colonne, per numero (mm. Periodicità: incerta (setti- 260 x 180), ad eccezione manale/per decade?). del n. 63 (07/VIII), di pp. 8, ANNO IV, 1808 = Brescia, Pubblicazione: «Dalla Ti- recante i capitoli dei trattati Bibl. Civica Queriniana: pografia Bettoni». di Tilsit del 7 e del 9 luglio, SR.E.69m17c. Costi di abbonamento: stipulati da Napoleone con la Consistenza: unico n. 76 non indicati. Russia e con la Prussia. (21/IX), pp. 301-04. Caratteristiche: la numera- Periodicità: bisettimanale Descrizione: pp. 4, su due zione progressiva, preceduta (il venerdì e il lunedì); il n. 75 colonne (mm. 260 x 180). dall’abbreviazione «N.» e pri- (17/IX) risulta uscito eccezio- Periodicità: settimanale (il va di riferimenti all’annualità nalmente di giovedì, il n. 95 mercoledì?). di stampa, sul frontespizio, (28/XI), di sabato. Pubblicazione: «Dalla Ti- nell’angolo superiore sinistro, Pubblicazione: «Per Betto- pografia Bettoni». senza ulteriori abbellimenti; ni Tipografo Dipartimentale», Costi di abbonamento: subito sotto il titolo, le co- sino al n. 29 (10/IV); «Dalla non indicati. ordinate topica e cronica di Tipografia Bettoni», dal n. 30 Caratteristiche: la numera- stampa (luogo di pubblica- (13/IV). zione progressiva sul fronte- zione, giorno, mese e mille- Costi di abbonamento: spizio, nell’angolo superiore simo). Nell’angolo inferiore non specificatamente indica- destro, a carattere grande e destro della prima pagina, ti. preceduta dall’abbreviazione il bollo tondo da 2 centesi- Caratteristiche: la numera- «N.», rilevata dall’abbellimen- mi di lira italiana prescritto zione progressiva sul fronte- to di una parentesi graffa dalla legge sullo spaccio dei spizio, nell’angolo superiore orizzontale, fa da specchio periodici. destro, a carattere grande e alla registrazione dell’annua- preceduta dall’abbreviazione lità («ANNO IV»), nell’angolo 14. Moneta introdotta nel 1808 ed «N.», rilevata dall’abbellimen- superiore sinistro, anch’es- equiparata al valore di un franco; to di una parentesi graffa sa abbellita dalla parentesi si tenga altresì conto che una lira orizzontale, fa da specchio graffa; subito sotto il titolo, milanese (pari a venti soldi) valeva 0,7675 centesimi di lira italiana. 10 previo accessit prefettizio, al frontespizio viene aggiunto Iniziato appena nella car- I propositi di Bettoni circa l’occhiello che attesta l’uffi- riera tipografica, io ben so di l’ufficio del giornale, di cui cialità di tutti gli atti pubblici non meritarmi le gentili frasi egli assume in prima perso- accolti dalla testata. Dall’altro della pregiatissima vostra na l’onere della compilazione lato, le colonne dell’ebdoma- [...], ma provai però la più e della stampa, garantita ai dario (le cui uscite raddop- lusinghiera compiacenza per lettori come «né incerta né piano allo scoccare dei primi questo stabilimento Dipar- effimera», appaiono chiari dodici mesi di vita), vengono timentale, le di cui edizioni, sin dall’uscita del nume- a costituire la vetrina pubbli- onorate per tal modo del ro d’esordio, assecondato citaria privilegiata dei prodot- suffragio dei veri dotti, assi- dall’auspicio – peraltro non ti della stamperia bresciana curano ad esso una distinta originale – del virgiliano e dei progetti editoriali del riputazione vantaggiosa per «viresque acquirit eundo» suo effervescente capitano, i progressi delle nobili arti (Eneide, IV, 175) e licenziato, tramite il rampollare insistito in questo industrioso Dipar- come già sappiamo, giovedì seppure discontinuo della se- timento. E tanto è più pre- 11 ottobre 1804, giusto il zione degli Annunzi (o avvisi) gievole il vostro voto quanto giorno successivo alla tra- tipografici, accessoria a quel- che voi soggiornate dove smissione dell’imprimatur la dei Libri nuovi (innanzi al un nuovo Aldo [Manuzio: da parte dell’autorità prepo- 1807 per solito riservata al i.e. Giambattista Bodoni], di sta. La spontanea rinuncia lancio di volumi sfornati dalle cui mi onoro di essere vero a gravare la collettività di presse altrui), senza contare ammiratore, discepolo ed qualsiasi costo diretto sulla le rassegne eccezionali delle amico, ha offerti all’Europa confezione del nuovo pe- Edizioni uscite recentemente de’ modelli di perfezione riodico, «senza aspirare ad e delle Opere sotto il Tor- tipografica. altro premio che a quello del chio, nonché gli articoli e le pubblico aggradimento»,15 comunicazioni ad hoc varia- Donde la sostanziale, e punta con destrezza a un mente elogiative dell’impre- pressoché inalterata (nu- duplice obiettivo. Da un lato, sa: per restare ai casi esem- mero dopo numero e anno accanto e oltre le notizie po- plari spigolati dall’annata dopo anno) bipartitizione dei litiche e belliche continentali, inaugurale, basti ricordare la contenuti del Redattore fra Il Redattore si qualifica come compiaciuta cronaca della vi- una prima sezione, maggio- imperativo strumento d’in- sita di Napoleone in città nel ritaria – pagina più colonna formazione per tutti i poteri giugno 1805 (con tanto di meno – ma qualitativamente periferici della provincia, allo omaggio di copie in-quarto trascurabile, dedicata alle scopo di cattivarsene la vir- grande e in-folio massimo in novità politiche internazionali tuale associazione attraverso pergamena accolte dall’Im- e nazionali (tutte di seconda lo spaccio pressoché ininter- peratore con «cenni di bontà mano, trascelte per circa tre rotto delle Carte pubbliche e di aggradimento»),16 oppu- quarti dai numeri più recenti dipartimentali e delle Sen- re la stampa di un’intera let- del Giornale Italiano e, in tenze (e decreti) del tribunale tera (in data 12 luglio 1805) misura geometricamente d’appello, cioè delle ultime del segretario della Bibliote- ridotta, dei coevi Corriere riguardanti l’amministrazione ca Imperiale di Parma, Ange- Milanese e Gazette Nationale civile e criminale del Mella lo Pezzana, con la richiesta di ou Moniteur Universel), e una (rubricate in alternativa e «qualcheduna almeno delle seconda sezione, più con- rispettivamente come Editti più pregiate [...] edizioni» tenuta ma affatto originale, e come Atti giudiziari), alle bettoniane, accompagnata riservata agli avvenimenti e quali vanno a sommarsi dalla risposta (del 18 luglio) alle cronache più interessanti sporadici riferimenti a No- falsamente modesta dello della vita e della cultura loca- tizie di sanità ovvero a più stesso direttore: le, capaci di orientare ab imis frammentarie Notizie patrie la missione dell’impresa: o urbane o interne: non per 16. Cit. da «Il Redattore del Mella», nulla, dal 14 ottobre 1805, [a. I], terzo supplemento al n. 35 (7 Sarebbero ingiuste le ac- giugno 1805) p. 154; il rammentato cuse di chi trovasse questo catalogo delle edizioni còndite e 15. Per questa e le precedenti cita- condende si legge nel supplemento Giornale troppo povero di zioni cfr. «Il Redattore del Mella», di due sole pagine, non numerate, notizie politiche, avendo noi [a. I], n. 1, 11 ottobre 1804, pp. 4 e al n. 51 (27 settembre 1805); le dichiarato replicatamente 1 (per il cenno allo slogan d’aper- successive citazioni dal n. 41, 19 esser esso principalmen- tura). luglio 1805, p. 183. 11 te consecrato agli oggetti Isabella Teotochi Albrizzi ricambia con l’omaggio non dipartimentali. Hanno già gli (11 settembre 1807, firmata sconveniente di una quar- avidi lettori di cose politiche eccezionalmente per esteso tina dai toni encomiastici, ampia messe in altri fogli. «N. BETTONI») o a quella della che bene attestano la misura Questo si limita a riportar Pronea del vecchio ma ancor dell’affermazione acquisita le sole notizie veramente valido Melchiorre Cesarotti nel giro di pochi anni dall’a- interessanti ed offiziali. Ma (26 ottobre 1807). Del re- zienda editoriale bresciana: sapressimo mal difenderci sto, ai primi del 1808, pure «Mentre ornando i miei versi, dalla taccia di aver troppo di il decano dei letterati italia- o mio Bettone / L’aureo tuo sovente ommesso un arti- ni dell’epoca, l’ex-gesuita torchio dall’oblio mi scam- colo letterario che doveva mantovano Saverio Bettinelli pa, / Non ti dirò Manuzio aver luogo regolarmente. Né nonagenario, onorato per la a gran ragione, / Se cose forse ci serviranno di scusa diffusione di due suoi sonetti scrivi ognor degne di stam- le molte occupazioni dell’e- sulle colonne del Redatto- pa?». Fra le iniziative cultu- stensore e nemmeno la sua re, accoglie con entusiasmo rali degne di nota spicca la absenza e la mal collocata l’ipotesi di abbonamento ai rassegna, in diciannove/venti fiducia in alcuni suoi colti «Numeri del [...] Giornale, capitoli (anno II, nn. 1-24, amici che promesso avevano ove avete voi [Bettoni] messo con sporadiche interruzioni), d’assisterlo.17 mano, [...] unicamente per dei Fasti bresciani, dall’età questo [...] bramando d’aver- antica fino all’undicesimo Alla penna di Bettoni e li, rinunziando ad ogni data secolo (allorché essa tace di pochissimi altri estensori politica, guerriera ecc.»,18 e bruscamente e del tutto), qui o insospettati collaboratori riproposta integralmente in estemporanei, per solito ce- 18. Cit. dalla raccolta di lettere a appendice, che Bettoni an- Bettoni da lui stesso allestita e pub- lati dal velo dell’anonimato o blicata nelle Memorie biografiche di nunciava sin dal 30 dicembre di semplici sigle, non sempre un tipografo italiano. Parte secon- 1805 come il supplemento di facile scioglimento, spetta da, Parigi, Bettoni, 1836, p. 65, n. più sugoso per il nuovo anno dunque la paternità del cir- XCVII, «Mantova, 15 gennaio 1808» di vita del suo giornale: coscritto ma non trascurabile dall’«Abate Saverio Bettinelli»; l’epigramma riportato di seguito, mannello di articoli eruditi e nella successiva lettera XCVIII dello Gli associati sono preve- letterari disseminati nelle pa- stesso, in data di «Mantova, 3 feb- nuti esser questo l’ultimo gine del Redattore, in specie brajo 1808» (ibidem). I due sonetti numero del Redattore del nel biennio 1806-1807. Né bettinelliani (incipit: «Tu dunque Mella per il cadente anno e mancano note, recensioni e m’apri, o novantesim’anno», per Il che nel nuovo si continuerà [suo] Natale 18 luglio 1718 e gior- postille ove l’esaltazione del no annunciatore di Pace al 1807, regolarmente la sua pubbli- genio altrui si mescola alla e «Quale a lasciarmi empio destin cazione, due volte la setti- celebrazione della propria t’affretta», Al suo carissimo nipo- mana. Si assicura che [...] si arte tipografica, come nei te Consiglier Forti nel suo partire continuerà a dar l’estratto di casi emblematici degli el- per Brescia), il secondo dei quali tutte le carte ed atti pubblici promulgato sotto lo pseudonimo zeviri dedicati alla ristampa arcade di Diodoro Delfico, appaiono del Dipartimento in ordina- del Bardo della Selva Nera rispettivamente su «Il Redattore del ta serie e che, in oltre, ogni dell’onnipresente Monti (5 Mella», a. III, nn. 86 e 95, 26 ottobre numero comprenderà un settembre 1806) o all’edi- e 28 novembre 1807, pp. 348 e articolo consecrato ai Fasti zione dei Ritratti della colta 384. Riguardo al testo del sonet- Bresciani, in cui si darà una to genetliaco, «caro assai più per l’autore che per l’argomento», an- succinta storia degli Uomi- 17. Cit. da «Il Redattore del Mella», ticipato in forma manoscritta forse ni illustri che fiorirono nelle [a. I], n. 51, 27 settembre 1805, dall’amico mantovano Ferdinando armi, nelle scienze e nelle p. 223. Il controllo capillare dei Arrivabene in una lettera la cui data arti. Anche le Donne cele- napoleonidi sulla diffusione delle presunta dovrà essere posposta bri avranno il loro articolo, notizie politiche costò a Bettoni dall’aprile alla metà di luglio del pure qualche disgusto, compresa 1807, valgano le parole di Foscolo molte essendo quelle che la condanna a otto giorni di carce- allo stesso Bettinelli: «I versi con si distinsero nelle scienze re, nell’agosto 1806, per via della che celebrate il vostro novantesimo e nelle arti non solo, ma falsa attribuzione al viceré di una anno sono nobili e vigorosi per se eziandio nelle armi. La mo- comunicazione ufficiale relativa stessi: ma comunque si fossero, all’auspicata pace con l’Inghilterra io li ammirerei sempre come cosa (ivi, a. II, n. 65, 15 agosto 1806, p. rarissima, e forse senza esempio» Opere», XV), pp. 194 e 247, nn. 432 259), smentita invano dieci giorni (cfr. UGO FOSCOLO, Epistolario, II (lu- e 482, «[Brescia Aprile 1807]» e più tardi (ivi, n. 68, p. 272), per cui glio 1804-dicembre 1808), a cura «[Brescia 19 luglio 1807]», a Ferdi- cfr. almeno MARCO CALLEGARI, L’ascesa, di Plinio Carli, Firenze, Le Monnier, nando Arrivabene e a Saverio Betti- cit., p. 225. 1952 («Edizione Nazionale delle nelli, rispettivamente). 12 dicità dell’abbonamento [...] sacra (1755) di Giovanni guida di «contribuire alla dovrebbe invitar i Bresciani Girolamo Gradenigo e, so- patria gloria, col rivolgere amatori delle cose patrie ad prattutto, gli Elogi historici di gli animi de’ Bresciani verso inscriversi tra gli associati.19 Bresciani illustri (1620) di Ot- [gli] studi [storici]», risulta tavio Rossi, che, insieme con comunque sintomatico che La rassegna dei Fasti si l’Universitas heroum urbis fra le «persone ragguarde- configura in piccolo quale Brixiae Litteris et Armis [...] voli e distinte» dichiaratesi a cellula antesignana dei suc- exposita (1653) di Illuminato favore dell’iniziativa editoria- cessivi e più organici progetti Calzavacca (anch’esso ram- le, così come fra i «colti [...] di riscrittura del passato e mentato tra le fonti), sembra- Concittadini [...] disposti ad di glorificazione nazionale no aver prestato agli anonimi assisterla con le loro fatiche ad narrandum della miglio- elzeviristi del Redattore del e con i loro lumi nel prose- re storiografia ottocentesca, Mella l’idea stessa della co- guimento» venga avanzata liberale e prerisorgimentale, rona di cammei raffiguranti i l’«onorata e distinta men- di cui avrebbe dato contro- Patres Patriae.22 La mano del zione [...] dell’ottimo signor versa – sul piano dell’affida- tipografo-direttore traspare Vincenzo Peroni»,24 cioè del bilità documentaria – seppur con evidenza in alcuni pas- maggior bibliofilo e collezio- esemplare dimostrazione saggi chiave, quanto meno nista di antichità bresciane la raccolta delle Storie bre- nella tessitura di cornice, a dell’epoca, ispiratore inter sciane (1853-1865, in undici prescindere dall’impersona- coetera delle ricerche arche- volumi) di Federico Odorici, lità dei singoli contributi;23 logico-epigrafiche dell’ex- ove «questa preoccupazione al di là della segnalazione di giacobino e meglio noto di fare del racconto storico quattro presunte corrispon- Giovanni Labus. Del resto la un motivo di incitamento denze esterne marcate dalla più rilevante fatica del Pero- patriottico è [...] costante».20 sigla «Art. com.» (ovvero ni, la Biblioteca Bresciana, Il progetto bettoniano poggia dalla sua plausibile variante prima bio-bibliografia alfa- sulla spigolatura di nume- «A. C.»), tutte peraltro in li- betica dei concittadini illustri rati e rilevanti compendi di nea con il disegno espositivo nelle lettere e nelle scienze erudizione cittadina sei-set- di partenza e con il principio nei tempi antichi e moderni, tecenteschi, come la Istoria rimasta inedita per la mor- di Brescia (1748-1749, in Redattore del Mella», a. II, n. 1, 3 te prematura dell’autore, due volumi) di Giammaria gennaio 1806, p. 4). a partire dal 1817 sarebbe Biemmi, la Libraria bresciana 22. Questo, ad esempio, l’elenco stata pubblicata a puntate (in (1685, in due parti) e il Vago dei Bresciani celebri sino al seco- appendice all’almanacco La e curioso ristretto profano e lo XI estratto dalla citata opera del Minerva Bresciana, sino alla Rossi (fra parentesi rotonde segue sagro dell’historia bresciana l’eventuale numero ordinale in rife- voce ‘Suardi Giambattista’) (1694) di Leonardo Cozzan- rimento alla parallela seriazione del e parallelamente in volume, do (citato esplicitamente fra «Redattore del Mella»): Marco Mi- sempre per i tipi di Nicolò le auctoritates),21 la Brixia nucio Macrino, Giuvenzio Secundo Bettoni, da Gaetano Forna- Console (I), Publio Clodio Sura (III), sini, vice-segretario dell’A- 19. Cit. da «Il Redattore del Mella», Lucio Volusio Metiano (IV), Marco teneo e vice-bibliotecario Nonio Macrino (V), Firmo Ingenuo, [a. I], n. 76, 30 dicembre 1805, p. della Queriniana (anch’egli 325. Benevolo Patritio (VIII), Aldone e Grausone, Petronace Petronio (XIII), ex-giacobino e amicissimo di 20. Si cita dalla nota introduttiva a Onorio Patritio (IX), Luzzago Conte Foscolo). Le raccolte Minervini e Odorici de- di Roncagnana, Tebaldo Martinengo Sulla base di queste gli autografi Ferrajoli, Introduzione, (XVII), Oddone Gambara (XVIII), Teu- inventario e indice a cura di Paolo daldo Rodengo, Ambrosio Martinen- considerazioni, non stupisce Vian, Città del Vaticano, Biblioteca go Vescovo. che accanto all’estempora- Apostolica Vaticana, 1993, p. XXIX, cui si rinvia anche per il profilo più 23. Basti, per l’esemplarità dei suoi generale sull’Odorici e sulla sua in- contenuti, il seguente stralcio: «La 24. Questa e le precedenti citazioni tera opera storiografica. mirabile invenzione della stampa, sono tratte rispettivamente (a cop- non ancora trovata in quell’epoca, pie) da «Il Redattore del Mella», a. II, 21. «Alcuni frati, meccanici erudi- avrebbe preservate queste opere nn. 7 e 1, 24 e 3 gennaio 1806, pp. ti, raccolsero inordinatamente le che insieme ad altre preziose 28 e 4. Per la biografia del Peroni e memorie de’ Bresciani illustri. Fra dell’antichità ci furono involate dal per tutti riferimenti alla diffusione questi scrittori citar si può come più tempo e dalle incursioni de’ barbari, della sua principale opera storio- ricco di fatti il Cozzando, nonché il che immersero la patria nostra grafica, cfr. GIAMBATTISTA ROLFI, Vin- Calzavacca, di cui il primo in rozzo nelle calamità e nella ignoranza che cenzo Peroni (1746-1810), patrizio italiano, l’altro in barbaro latino, ci cagionò la notte di più secoli» (cit. bresciano, storico bornatese, «Ci- lasciarono monumenti delle loro da «Il Redattore del Mella», a. II, n. 5, viltà Bresciana», XIX, 3-4, dicembre poco diligenti fatiche» (cit. da «Il 17 gennaio 1806, p. 20). 2010, pp. 201-13. 13 nea e calcolata celebrazione po tempo divise ed infelici «scintilla, diremmo quasi della renovatio napoleonica contrade!»),25 la narrazione innata, che brilla nei pet- rispetto all’inclemenza degli dei Fasti bresciani promossa ti bresciani, e per cui sono antichi regimi, non ultimo dalle colonne del Redattore essi sempre pronti a correr quello della spirata Repub- del Mella insista piuttosto, alle armi, allorché l’onore li blica di Venezia («Noi felici, e con discreta continuità, chiama», in virtù della quale, che un Genio possente ci sulla rivendicazione in chiave durante la non lontana sta- preservò in questi tempi da protoromantico-idealistica, gione risorgimentale, sareb- simile pericolo, e colla sua popolare e civile del culto e be derivato alla città il meri- mano vincitrice respinse le della memoria di quell’orgo- tato appellativo di ‘Leonessa schiere dei Barbari, mentre glio patrio collettivo, di quella d’Italia’. con l’altra gettò le nuove basi della grandezza italiana, e 25. Cit. da «Il Redattore del Mella», a. II, n. 6, 20 gennaio 1806, p. 24; già tutto annunzia i bei giorni per citazione conclusiva, ivi, n. 2, 7 e sereni di queste per trop- gennaio 1806, p. 8.

Appendice *

Fasti Bresciani

Giacché tutto ci promette vicina, sicura e un qualche più fresco colorito. Fu pertanto lunga pace, le notizie politiche occuperanno grande la nostra sorpresa, allorché abbia- in avvenire breve spazio ne’ giornali. Questa mo ritrovato che, mentre Brescia vanta fra i speranza ci determinò a promettere, forse suoi scrittori uomini sommi, che coraggio- con troppo coraggio, un articolo periodico samente e con successo trattarono la storia consecrato ai Fasti Bresciani.1 E certamen- letteraria d’Italia tutta, come si fu il celebre te, se vi è cosa che debba esser grata agli Mazzucchelli e, fra i nostri viventi concittadi- amatori della patria gloria, ella si deve esser ni, l’eruditissimo Corniani, nessuno siasi poi quella che ricorda gl’Illustri Concittadini, né applicato a disporre ordinatamente le patrie vi è mezzo più atto ad infiammare la gioven- memorie. In un’epoca soltanto, in cui l’arte tù di un nobile entusiasmo, e ad eccitar l’a- critica non aveva ancora fatto quasi alcun more della gloria produttrice di nobili azioni progresso su questo suolo, e che lo stile era ed utili alla patria. sommamente trascurato, alcuni frati, mec- Confessar però dobbiamo che, allorché canici eruditi, raccolsero inordinatamente si concepì da noi questo progetto, erava- le memorie de’ Bresciani illustri. Fra questi mo persuasi che esistesse qualche ordinata scrittori citar si può come più ricco di fatti collezione delle vite degl’Illustri Bresciani, il Cozzando, nonché il Calzavacca, di cui il sicché a noi non restasse che la pena di primo, in rozzo italiano, l’altro, in barbaro scegliere il fiore, quasi diremmo, di que- latino, ci lasciarono monumenti delle loro sti scritti, unendoli a qualche anello della poco diligenti fatiche. Alcuni più recenti storia patria e riproducendoli in luce con scrittori sparsero, è vero, un qualche mag- gior lume su questo soggetto, ma nessuno però abbracciò un esteso piano, e neppur 1. Vedi «Il Redattore del Mella», [a. I], n. 76, 30 dicem- bre 1805, p. 325. dispose in ordinata serie di tempi i nomi de’

* Si trascrive di seguito, modernizzandone l’ortografia e la punteggiatura (e sciogliendo tacitamente tutte le abbreviazioni), la serie dei diciannove articoli (preceduti da un’introduzione generale) apparsi sulle colonne del «Redattore del Mella» (anno II, nn. 1-8, 10-11, 14-21, 23-24; 3, 7, 10, 13, 17, 20, 24 e 27 gennaio, 3, 7, 17, 21, 24 e 28 febbraio, 3, 7, 10, 14, 21 e 24 marzo 1806, rispettivamente alle pp. 4, 8, 12, 16, 20, 24, 28, 32, 40, 44, 56, 60, 64, 68, 72, 76, 80, 84, 92 e 96) sotto il titolo collettivo di Fasti Bresciani: a ciascuno dei contributi, rigo- rosamente anonimi (ad eccezione dei numeri VIII, X, XIII, di seguito ai quali si riporta la sigla originale per «Articolo comunicato», cioè per contributo dichiarato di paternità esterna al lavoro di redazione, estensibile, a mio avviso, anche all’eccentrica postilla «A. C.» in calce al numero XVII) è stata attribuita una numerazione ordinale di servizio, in cifre romane. Le sporadiche note di commento intendono rendere ragione delle fonti che sembrano presiedere alla stesura dei singoli articoli. 14 celebri Bresciani. Questa scoperta, lungi dal si sinonimo di valore e coraggio militare. disanimarci, accrebbe al contrario in noi il Né vi è forse alcuna popolazione che porti desiderio di porre ad effetto il nostro divi- un’impronta più marcata della sua origine, a samento come quello che poteva contribu- segno che la raffinata e perseverante poli- ire alla patria gloria, col rivolgere gli animi tica del Veneto Governo, che pur rese molli de’ Bresciani verso questi studi; e persone ed effeminate le altre popolazioni soggette ragguardevoli e distinte ci determinarono fi- in Italia alla sua dominazione, non giunse nalmente all’intrapresa, lusingandoci sempre mai ad estinguere nel corso di più secoli la che ci verrà prestata assistenza da quelli fra’ scintilla, diremmo quasi innata, che brilla nostri Concittadini che in questi ultimi tempi nei petti bresciani, e per cui sono essi sem- raccolsero documenti preziosi di patria pre pronti a correr alle armi, allorché l’onore storia. Con questa fiducia si darà principio li chiama. nel prossimo numero, in cui diremo ciò che Né Brescia rimase nell’oscurità, allorché abbiamo potuto raccogliere di Giuvenzio Se- l’aquila romana copriva ancora colle sue condo, che forma il primo anello de’ celebri ampie ali non solo Italia tutta ma anche le Bresciani. più remote nazioni. Fra questi, s’incontreranno i nomi di mol- Vanta origine cenomana Giuvenzio Se- te donne che, non solo nelle arti belle e nelle condo, cognominato anche Celso da Plinio il scienze, ma nelle armi ancora si distinsero e Nipote e da altri scrittori. si divisero gli allori di Marte con i loro schia- Esistono in Brescia quattro marmi con vi e signori. E forse questi articoli ispireran- iscrizioni che provano poter Brescia onorarsi no un maggior interesse e saranno suscetti- di aver avuto questo uomo illustre fra i suoi bili di più fresche e piacevoli tinte. Concittadini. Né fu esso consigliere ed ami- In questo lavoro noi non ci aspettiamo né co di uno di quei mostri che Roma tremante fama né onore, né aspiriamo ad altro premio venerar doveva come Imperatori, ma fu con- fuorché a quello di aver reso più interessante sigliere intimo ed amico dell’ottimo Traiano questo giornale, allorché non avremo più a e del suo successore Adriano. riportare né battaglie né vittorie: oggetti in Ottenne due volte Giuvenzio l’onore della vero grandi, ma pur troppo contrari ai voti porpora consolare e brillò in mezzo pure alla dell’umanità e all’interesse de’ popoli. gran luce di Roma come perspicacissimo e prudente consigliere ne’ più ardui e dif- ficili affari, e come dice un antico scrittore I. Era volgare 115 – Giuvenzio Secondo de’ Fasti Bresciani, risplendeva la sua virtù Celso nel modo che luce la luna fra le più dense Lasciando ai pazientissimi investigato- tenebre della notte. Né soltanto nei consigli ri dei monumenti della rimota antichità la ma negli scritti ancora si distinse Giuvenzio penosa cura di determinar l’epoca della come profondo giurisconsulto, avendo pub- fondazione di Brescia, lasciando credere blicati 39 libri de’ Digesti, venti di Costituzio- a chi piace che vanti essa il suo principio ni e tredici di Lettere. Il tempo invidioso ci dall’antichissimo Re Cigno, ovvero da Ercole, rapì queste utili e laboriose produzioni di un a noi basta il poter asserire con fondamento cittadino benemerito dell’Impero Romano. e coll’appoggio del principe degli istorici2 Si pone all’anno 115 dell’era volgare l’epoca che i Cenomani, popoli galli valorosi e prodi, in cui fiorì questo grand’uomo, che forma il sotto la condotta di Elitovio, nell’anno 365 primo anello della collana degli illustri Bre- di Roma, occuparono queste contrade, né sciani. da quell’epoca perdettero mai i Bresciani il titolo di Cenomani, nome onorato e qua- II. Era volgare 120 – Nonio Minuzio Funda- 2. Tito Livio, con probabile riferimento alla sintesi pre- no sentata da LEONARDO COZZANDO, Vago e curioso ristretto profano e sagro dell’historia bresciana, Brescia, Per Marco Juvenzio, Marco Acilio Aviola, Cor- Giovanni Maria Rizzardi, 1694 (rist. anastatica, Bologna, nelio Pansa sono questi nomi onorati che Forni, 1975), pp. 2-3. Al Cozzando allude anche il suc- Brescia vanta per suoi Concittadini e che cessivo cenno all’«antico scrittore de’ Fasti Bresciani», brillarono nella prima Capitale del mondo, questa volta in relazione a IDEM, Della Libraria Brescia- avendo ottenuto l’onore del Consolato. La na, Brescia, Per Giovanni Maria Rizzardi, 1685, parte I, pp. 211-212, ove testualmente si legge: «facendo egli mancanza però di prove che questi vera- [Giuvenzio Secondo] sempre risplendere fra lo scuro mente appartengano alla Patria Cenomana, de’ più ardui e difficultosi affari il lume del suo intelletto e più di tutto il silenzio degli storici sulle e la sua gran virtù, nel modo che luce la Luna fra le più gesta di questi Consoli non ci permettono di dense tenebre della notte». 15 consecrare un articolo alla loro memoria. E il sistema repubblicano come quello che in vero desideriamo di scorrere rapidamente sembra il più favorevole particolarmente ai questa prima epoca involta nell’oscurità de’ piccoli stati. tempi, ed in cui difficilmente si trova una E già Bergamo s’intitolava repubblica, e sicura guida, non essendo nostra intenzione repubblica pur si chiamava la popolazione di d’immergerci in vicende di erudizione che Como. Che se queste popolazioni godevano non appartengono né ai nostri studi né al nell’interno delle forme repubblicane, esse nostro piano. Ci sarà peraltro gratissimo il non potevano però pretendere ad una asso- ricever quei lumi che ci fossero comunica- luta indipendenza, anzi riconoscevano già il ti, ed accoglieremo pure con riconoscenza supremo impero de’ Romani e nominavano qualunque urbana critica che ci fosse diret- col titolo di Protettore alcuno de’ più riputati ta a correzione degli errori in cui fossimo ed eminenti personaggi che godevano favo- caduti. re e credito presso i romani Imperatori. Restituendoci pertanto al nostro sog- Publio Clodio Sura, cenomano, era certa- getto, diremo che i nomi dei tre accennati mente fra quelli che brillavano alla corte di illustri personaggi registrati vengono dai Traiano, e per tal motivo fu dichiarato Pro- raccoglitori delle Memorie Bresciane all’an- tettore della Repubblica di Bergamo e, sotto no 120 dell’Era volgare, ed a questo mede- il successore Adriano, fu pur Protettore della simo anno viene assegnata l’epoca in cui Repubblica di Como. fiorì Nonio Minuzio Fundano, egualmente di Quanto fossero lusinghiere queste ca- origine cenomana.3 Troviamo che Minuzio fu riche, e quanto più onorate ai tempi felici Proconsole di Asia, carica forse non meno di Traiano e di Adriano che in quello in cui brillante di un trono, giacché un Proconsole regnavano sul trono di Roma i tiranni, ben allora aveva de’ re soggetti che riconosceva- ognuno sarà d’accordo, né vi è anima ono- no il supremo impero del Popolo Romano: rata che non preferisse l’ultima carica alla tanto è vero che, sotto il medesimo termine, corte di Traiano che la prima a quella di un si comprendono col girar de’ secoli idee ben Nerone o di un Eliogabalo o dello stupido diverse, ed allora la parola re suonava ben Claudio. diversamente da quello che significò poi, È cosa veramente spiacevole per noi il allorché questo titolo espresse il sommo dover far conoscere la poca cura in cui si impero e la politica indipendenza. ebbero nella scorsa età le preziose patrie Sembra che Minuzio sia stato non amico memorie, giacché stavano scolpite in un della cristiana religione, giacché l’Imperatore marmo nella Chiesa di San Faustino di que- Adriano ebbe ad ordinargli con sua lettera, sta città le prove di ciò che abbiamo asserito che trovasi registrata da Eusebio al quarto di Clodio Sura; e questo marmo fu dal tem- libro della Storia ecclesiastica, capitolo nono, pio trasportato in casa del dottore Lodovico di non inveire contro quello in allora na- Baitello che, quantunque Conte e Consiglie- scente culto, che coprir poi doveva colla sua re della Serenissima Repubblica di Venezia, grand’ombra tutte le nazioni civilizzate, ed non doveva mai arrogarsi il diritto di render influir tanto su i destini delle nazioni. suo e privato questo prezioso storico monu- Questo è ciò che abbiamo potuto rac- mento. cogliere del cenomano Minuzio, che fiorì in Noi riporteremo qui sotto l’inscrizione del tempi di cui ci restano poche e non abba- marmo indicato, giacché ci fu conservata stanza certe memorie. dal buon frate e pazientissimo Leonardo Cozzando:4

III. Era volgare 120 – Publio Clodio Sura P. CLODIO P. F. Mentre l’ottimo Traiano con le sue virtù FAB. SVRAE consolava il mondo oppresso e conculcato Q. FLAMINI DIVI da que’ tiranni che lo avevano preceduto TRAIANI PONTIF. nel trono, l’Italia pure respirava e godeva II. VIR. QUINQ. TRIB. LEG. della libertà all’ombra di un principe giusto II. ADIVT. RIC. PIAE FID. e padre de’ suoi popoli, e già molte popola- CURAT. REIP. BERGOM. DAT. zioni ne’ loro ordini interni avevano adottato AB IMP. TRAIANO CURAT. REIP. COMENS DAT. AB IMP. 3. Le indicazioni di questa voce, ivi compresi i pochi dati spigolati sui primi consoli, sembrano essere state 4. Ivi, p. 23 (epigrafe compresa), ove si registra anche dedotte dal citato LEONARDO COZZANDO, Vago e curioso ri- la sottolineatura relativa a Lodovico Baitello, seppur in stretto, cit., pp. 20 e 22. termini meno sciovinistici. 16 HADRIAN. ancora sparsi e in questa città e nel territorio COLLEGIA ancora. FABROR. E CEN. Né ottenne soltanto Macrino l’alto onore del Consolato ma fu ancora Vice Pretore nel- la Ungheria superiore ed inferiore ed infine IV. Anno 141 – Lucio Volusio Presidente di ambedue quelle Provincie.7 Se Giuvenzio Celso onorò la Patria Bre- Erano ancora quelli tempi gloriosi per l’Italia, sciana come intimo amico e Consigliere che inviava i suoi figli a reggere e governare dell’ottimo Traiano, L. Volusio Metiano so- lontane nazioni che riverivano il nome del stenne la gloria cenomana nell’allora Capi- Popolo Romano. Qual contrasto fra quell’e- tale del mondo, essendo stato institutore e poche brillanti e quelle che susseguitarono, maestro nella scienza legale dell’Imperator in cui tante orde di barbari innondarono l’Ita- Marco Antonio il Filosofo. A questo eminente lia e la imbarberirono, portando dappertutto incarico lo condusse la fama già acquistatasi la desolazione, la miseria e l’avvilimento! negli ultimi anni del regno di Adriano. Può Noi felici, che un Genio possente ci pre- Volusio annoverarsi fra i pochi ingegni che servò in questi tempi da simile pericolo, e non furono guastati dalla insidiosa aura del- colla sua mano vincitrice respinse le schiere le corti. Seppe esso conservare intatta la sua dei Barbari, mentre con l’altra gettò le nuo- fama, evitando gli scogli de’ cortigiani a se- ve basi della grandezza italiana, e già tutto gno che, benché maestro di Marco Antonio, annunzia i bei giorni e sereni di queste per continuò le sue onorevoli funzioni sotto il troppo tempo divise ed infelici contrade! successore Antonino Pio non solo, ma giun- Ecco le iscrizioni di due marmi esistenti se a tal età che poté esser anche Consigliere ancora nella nostra piazza, che ci convin- famigliare di Alessandro Severo. cono che non Giulio, come piacque di no- Forse un secreto, che in ora quasi sembra minarlo al Baronio, ma Nonio chiamavasi il perduto, quale è quello dell’uso e dell’econo- nostro Macrino. mia del tempo, ha permesso al nostro Volu- sio, in mezzo alle gravi cure che lo circonda- I vano alla corte, di poter dedicarsi agli studi M. NONIO M. F. severi e profondi della Giurisprudenza. Ha FAB. MACRINO esso scritti 16 libri sui fedecommessi (alcuni COS. XV VIR. SACRIS li notano soltanto per 14) e trattò pure alcu- FAC. LEG. AVG. PROPR. ne questioni di Diritto.5 PROV. PANN. SUPER La mirabile invenzione della stampa, IVLIVS IVLIAN. TRIB. COH. non ancora trovata in quell’epoca, avrebbe PRIM. PANN. PRAESIDI preservate queste opere che insieme ad altre OPTIMO preziose dell’antichità ci furono involate dal tempo e dalle incursioni de’ barbari, che II immersero la patria nostra nelle calamità e M. NONIO M. F. nella ignoranza che cagionò la notte di più FAB. MACRINO CO. secoli. XV VIR. SACRIS FAC. PR. Un antico storico bresciano6 accenna LEG. AVG. PR. PRAET. PRO. rimaner ancora vestigie della famiglia di PANNON. INFERIOR Velusio nella villa di Volciano e di Lumezza- L. VSSIVS. PICENTIN. COMIL. ne; e l’accordo inoltre di tutti gli scrittori non PRAESIDI OPTIMO ET ci lascia dubbio che Volusio non appartenga RARISSIM. alla Patria Cenomana.

VI. Era volgare, secolo IV – San Filastro V. Era volgare, secondo secolo – Marco Vescovo Nonio Macrino Nel quarto secolo dell’Era cristiana l’igno- Che Marco Nonio Macrino, Console ro- ranza aveva già cominciato a stendere il suo mano, appartenesse alla Patria Bresciana denso velo sull’afflitta e devastata Italia, e lo comprovano molti marmi che si vedono 7. Cfr. ivi, p. 8, ove però non c’è traccia delle due epi- 5. Sin qui la voce appare rifatta su IDEM, Della Libraria grafi, le cui lezioni incerte (fatti salvi gli eventuali errori Bresciana, cit., parte I, p. 326. di stampa, come «FRIB.» per «TRIB.», qui corretto) fan- 6. Cfr. OTTAVIO ROSSI, Elogi historici di Bresciani illustri, no pensare a trascrizioni esemplate direttamente sui Brescia, Per Bartolomeo Fontana, 1620, p. 7. marmi di piazza della Loggia. 17 se conservavasi ancora qualche amore per i questo modesto e benemerito coltivatore buoni studi e per le lettere questo non trova- degli studi patri. vasi che presso i ministri dell’Altare, che non Con questi appoggi noi ci lusinghiamo le coltivavano però che per la loro relazione che i Fasti Bresciani esser possano un lavo- alle dispute religiose che cominciavano in ro non inutile e per la dotta curiosità e per quel tempo a turbare la Chiesa Cattolica. Gli ispargere maggiori lumi sulla patria storia. uomini illustri di quell’epoca sono pertanto la maggior parte e Vescovi e Santi, sicché e di Vescovi e di Santi noi pure parleremo in VII. Era volgare, secolo IV – S. Gaudenzio questi Fasti, con soddisfazione certamente Vescovo di Brescia delle pie persone, che vedranno volontieri Vescovo di Brescia e Santo e successore onorata la memoria di quelli che hanno e di San Filastrio nella sede vescovile fu San culto ed altari. Gaudenzio, che ha pur meritato posto distin- L’oscurità de’ tempi non ci permette di to fra gli uomini illustri del suo secolo, es- notar l’epoca della nascita del bresciano sendo giunte fino a noi alcune delle sue ope- Filastro, o Filastrio, illustre per santità e per re che consistono in Sermoni, che ci furono somma dottrina. Sappiamo però che, per conservati nell’opera intitolata Biblioteca de’ seguire Gesù Cristo, abbandonò esso i suoi Padri. Esistono pure manoscritte alcune altre averi e la sua famiglia, che così allora fa- opere di questo santo Prelato, che tutte trat- cevasi da chi era penetrato profondamente tano argomenti di religione. Convien credere dello spirito di religione. Innalzato Filastrio che fosse molto caro e in grande stima pres- al sacerdozio, girò per diverse provincie so i suoi Concittadini, giacché fu eletto per dispensando il pane della divina parola. Si successore a San Filastrio nel Vescovato, ed trattenne a Milano nell’anno 360, combat- anzi il popolo si obbligò con giuramento a tendo e con la penna e con la parola contro non riconoscere altro Vescovo che Gauden- l’Arianesimo, che in allora sembrava mi- zio. Adduceva questo la sua giovinezza e la nacciare quasi la Chiesa di Dio. Obbligato a sua incapacità per essere dispensato dall’e- ritirarsi da Milano il pio Filastrio per le perse- minente posto a cui era stato eletto, e non cuzioni di Aussenzio, Vescovo di quella città vi volle meno che il timore della scomunica e fautore dell’Arianesimo, fu poi eletto circa minacciatagli da Sant’Ambrogio per deter- l’anno 374 Vescovo della sua Patria, inter- minarlo a non ricusar il Vescovato.9 Era in venne nell’anno 381 al Concilio di Aquileia, que’ tempi della massima importanza quella e cessò finalmente di vivere agli 8 di luglio dignità ecclesiastica, giacché nel governo dell’anno 387, essendo poi stato ascritto nel temporale de’ popoli aveva somma influenza Catalogo de’ Santi. l’autorità spirituale, sicché dipendeva bene Scrisse Filastrio due opere, l’una lun- spesso la felicità e la miseria di una popo- ghissima sull’Eresie, l’altra si fu la vita de’ lazione dalla scelta del Vescovo. Per doppio Santi Faustino e Giovita. I titoli di queste titolo, pertanto, dovevasi inscrivere in questi due opere ci dispensano dal dar un estratto Fasti il nome di San Gaudenzio, consecrato qualunque di esse, né questo sarebbe peso già all’immortalità dai Fasti della religione. conveniente alle nostre forze. Prima di por fine a questo articolo,8 vo- gliamo adempiere ad un dovere di ricono- VIII. Benivolo scenza, annunziando che alcuni colti nostri Benivolo, del quale altro nome non tro- Concittadini sono disposti ad assisterci con vasi accennato, sortì nobilissimi natali in le loro fatiche e con i loro lumi nel prose- Brescia colle più felici disposizioni alle guimento di questi Fasti patri, e dobbiamo azioni virtuose, quali, fomentate dalla buona far onorata e distinta menzione, fra gli altri, educazione, lo fecero riuscire uno di quegli dell’ottimo signor Vincenzo Peroni, che ci ha uomini che distinti si sono per giustizia, sa- resi ricchi di molte collezioni di patri monu- viezza, costanza e prudenza. Sino dall’infan- menti, la maggior parte manoscritti, raccolti zia allevato da uno de’ primi luminari della con fatica somma nel corso di molti anni da Chiesa Bresciana, San Filastrio, suo Vesco- vo; amicissimo e familiarissimo d’un altro dottissimo Padre della Chiesa stessa, suc- 8. Sembra sintetizzare, anche per l’ordine degli argo- menti, GIAMMARIA BIEMMI, Istoria di Brescia, Brescia, Per cessore del primo nella sede episcopale, San Giovanni Colombo, 1748-1749, to. I, pp. 208-18, ove Gaudenzio, crebbe in tale riputazione, non però la data di morte è segnata ai 18 luglio e non agli 8 solo tra’ suoi ma tra gli esteri ancora, che (potrebbe trattarsi, comunque, di una mera svista nella trascrizione e/o nella ricomposizione tipografica). 9. Cfr. ivi, pp. 219 sgg. 18 Valentiniano Imperatore l’innalzò al grado di nostra salute 387, accrescendo colle virtuo- Gran Cancelliere dell’Impero, con tutti quegli se sue gesta la gloria e l’ornamento della onori che accompagnano un sì decoroso e nostra Città. (Art. com.) gravoso ministero. Avvenne che, dopo avere per qualche tempo sostenuta una tale magi- IX. Secolo VIII – Onorio Patritio stratura con somma lode di persona diligen- Finalmente ci troviamo in un’epoca in cui te ed ingenua, indotto l’Imperatore da sua non i soli marmi ci somministrano patrie no- madre Giustina a favorire e sostenere la set- tizie, e già la Storia comincia a darci qual- ta ariana, commise a Benivolo di estendere che lume sui celebri nostri Concittadini. A un decreto che impartisse agli Ariani la fa- questa medesima epoca cominciano i fasti coltà di poter convenire e servirsi per le loro militari bresciani, ed il primo nome inscritto funzioni delle chiese, nella stessa maniera in essi è quello di Onorio Patritio, rinomato che venivano usate da’ Cattolici, dichiaran- capitano, che fiorì ai tempi del re Lombardo do sedizioso, perturbator della pace e reo di Luitprando. I Saraceni allora infestavano la lesa maestà chiunque qualche cosa tentasse Provenza, né credendo Carlo Martello, re di in contrario. Benivolo, che già fino da’ suoi Francia, di poter colle sue sole forze resiste- più teneri anni coltivava in se stesso li semi re a que’ barbari, si unì in lega con Luitpran- delle verità fondamentali della Cattolica do, che si recò nella Provenza con numeroso Religione, conosciuto avendo le terribili e fu- esercito in cui pur si trovò il valoroso Patritio neste conseguenze che prodotte sarebbero alla testa di settemille Bresciani, che diedero da una tal legge, ricusò di eseguire un tale prove di marziale coraggio. Servì pure Ono- imperiale comando. Accesa d’ira l’Imperatri- rio in alcune guerre Astolfo, successore di ce per tal negativa, unita a Valentiniano suo Luitprando, ma dopo qualche tempo, o sia figlio, fece chiamare alla sua presenza l’ac- che riputasse di aver riportato abbastanza creditato ministro, cercò di attirarlo nel suo onore dal servigio delle armi o sia che fin da sentimento con varie lusinghevoli esibizioni quel tempo sentissero i Bresciani quel vee- e promesse, minacciandolo della sua disgra- mente attaccamento al suolo natio, per cui zia in caso d’ostinata ripulsa. Allora Benivo- possono bensì per qualche tempo allonta- lo, investito di una forte costanza nella Fede, narsene ma abbandonarlo non mai, si ritirò stimò meglio spogliarsi della ragguardevole ai patri lari il nostro Patritio, passando giorni dignità della quale era investito, e scioltosi il sereni e tranquilli fra le domestiche mura. cingolo militare, insegna di essa, e gettatolo Se non che abbandonò per poco gli ozi della a’ piedi imperiali, proruppe in quelle sem- vita provata, accettato avendo l’onorevole pre lodevoli parole, riferite da vari scrittori: carico di Ambasciatore al Papa, per indurlo “quid mihi pro impietatis mercede altiorem a ritenere nel Monastero di Monte Cassino promittitis gradum? hunc ipsum, quam il già re Rachisio, che minacciava di voler habeo, tollite, tantum mihi conscientia fidei riprendere lo scettro lombardo, essendo- duret illesa”.10 Sprezzati gli onori della Corte, si sdegnato che fosse caduto in mano di ritirossi Benivolo in Patria, dove ebbe l’onore Desiderio, ch’era stato maestro di stalla di d’esser chiamato dal suddetto nostro Ve- Astolfo. scovo Santo Padre Gaudenzio, il degnissimo Dopo questa onorevole ambasciata con- Capo dei più onorati della Città e della plebe viene che Patritio si sia restituito alla vita pri- del Signore. Ad esso noi siamo debitori della vata, giacché di lui più non parla la Storia.11 parte migliore e maggiore delle opere del detto Santo Padre, quali, mercé lo studio e generosità del sempre benemerito nostro X. Secolo Ottavo – Scomburga Vescovo Cardinale Quirini e dell’erudito ed Non deve certamente qui tacersi il nome infaticabile canonico Paolo Gagliardi, sono di Scomburga, la di cui morte, per se stessa state magnificamente stampate. Coronò Be- abbastanza rimarcabile nella Storia Brescia- nivolo la sua felicità collo spirare in braccio na, ci rimembra altresì le conseguenze e le al sopraddetto San Gaudenzio circa l’anno di circostanze di un celebre fatto romano. Era Scomburga figlia di Durunduno, cittadino 10. Cit. da GIROLAMO GRADENIGO, Brixia sacra, Brixiæ, ex di merito e di distinzione, il quale sostene- typographia Joannis Baptistæ Bossini, 1755, pp. 60- va in Brescia la carica di Scavino, ossia di 61: l’intera voce si presenta quale volgarizzamento- sintesi delle pagine latine del Gradenigo, come, ad Giudice civile. Essa era di una rara avvenen- esempio, per i corsivi successivi, traduzione del passo za, ed univa a questa tutte quelle attrattive seguente: «nam in Patriam se recipiens, et Honorato- che possono rendere seducente una gio- rum Urbis et Dominicae plebis dignissimum caput eva- sit» (ivi, p. 61: i corsivi nell’originale). 11. Cfr. OTTAVIO ROSSI, Elogi historici, cit., pp. 14-15. 19 vane donzella. Ismondo, generale di Carlo XI. Secolo Ottavo – Arderico Magno, il primo Conte Franco Governatore Che il celebre Arderico, intimo e riputatis- di Brescia, la vide, se ne invaghì e più non simo Consigliere dell’ultimo re longobardo, pensò che ai mezzi di possederla. Tentò e, dopo la caduta di quel trono, Ministro e primieramente di sedurla colle promesse e Condottiere d’armate di Carlo Magno, fosse coi regali; ma questo segreto maneggio non di origine bresciana, la concordanza de- poté sfuggire alla vigilanza di Imberga, di lei gli storici ce lo fa credere indubitamente. madre, che tolse ad Ismondo ogni speran- Questi pure unanimi si compiacquero di za di riuscita. Questi, già impetuoso e fiero ricordare che Arderico fu debitore della sua per carattere, onnipossente e dispotico per grandezza a se medesimo, assicurandoci abitudine, si inasprì più che mai e decise esser stato figlio di un macellaio. Il genio di di impiegare la violenza, se non valeva la Carlo Magno seppe scoprire il grand’uomo seduzione. Trovati facilmente alcuni infami, nel ministro del suo nemico e, dopo la ca- i quali deposero in giudizio che Imberga duta di Desiderio, si affrettò di avvicinare a e Scomburga davano in lor casa ricetto ai sé l’illustre Capitano Arderico di cui la fama furti, la fece immediatamente arrestare e decantava già i talenti politici non meno che condurre a sé dinnanzi. Ma Durudano, padre i militari. della fanciulla, già informato de’ pravi dise- Né si rifiutò Arderico di seguire le vittorio- gni del Conte, col furore e colla disperazione se insegne del suo nuovo e legittimo sovra- sul volto ivi comparve in quel punto, e pro- no, che servì con onore nella memorabile testando l’innocenza della figlia e reclaman- guerra contro i Sassoni; e convien credere do la santità delle leggi, disse altamente di che vi si distinguesse sopra ogni altro Capi- volerla piuttosto estinta che disonorata. Dis- tano, giacché Carlo lo elesse Comandante se: ma vedendo oramai inutile ogni ragione Generale delle sue truppe che lasciava alla ed ogni sforzo, trasse la spada, e sugli occhi guardia della conquistata Sassonia. Questo stessi di Ismondo la trafisse. Accorsero, ma eminente carico fu affidato ad Arderico, per invano, le guardie, e coll’uccisione di Duru- quanto si può dedurre, nell’anno 777. duno non accrebbero che l’orrore di questa Una tal elezione, che sembrava una scena lugubre. ricompensa, fu un mezzo per Arderico di In un momento si sparse fra la città la acquistare nuova fama e di aspirare ai diritti voce di un fatto sì atroce. I fratelli di Scom- di meritata celebrità, giacché, avendo Guiti- burga, preso fra le braccia il di lei cadavere chindo, Principe Sassone, colto un momento insanguinato, lo levarono in alto e, mostran- creduto favorevole di attaccare con cinquan- dolo al popolo affollato, domandarono ven- tamila uomini le truppe francesi che erano detta. Giurarla e correre all’armi fu un punto in numero di appena diecimila, Arderico, solo. Ismondo, tagliato a pezzi, non calmò confidando non meno nel suo valore che ancora il furore de’ nostri Padri, che misero in quello delle sue truppe, osò incontrare le mani e (oh Dio!) perfino i denti nelle di il nemico e compiutamente lo disfece. Si lui carni straziate.12 Esempio formidabile ai crede che questa sconfitta de’ Sassoni possa Grandi, degli eccessi di un popolo che spez- registrarsi all’anno 778, e che la battaglia sia za la molla che lo teneva oppresso! seguita sul fiume Adarna. Così finì il governo di questo novello Ma a nuove e più difficili prove era ri- Appio, e Carlo Magno, fatto consapevole di servato il coraggio ed il valore di Arderico. questa catastrofe, tirò un velo sopra di essa Sapeva esso di dover essere soggetto agli e mandò tosto il Conte Raimon, il quale non attacchi della invidia, né risparmiava mezzo solo fece dimenticare la durezza del suo an- per disarmarla, ma tutto inutilmente. Molti tecessore ma ispirò nel cuore dei Cenomani offiziali generali della sua armata congiura- per la Nazione Franca quella tenera affezione no contro di lui: egli scopre la congiura, ma che doveva poi sì felicemente svilupparsi nei la scopre nella notte medesima che prece- secoli futuri. deva il giorno in cui Guitichindo, radunate Questo fatto ha servito di argomento al nuove forze, stava per attaccare l’esercito signor dottore Francesco Salfi, per iscrivere francese. Arderico prende il partito il più la sua nota tragedia intitolata: Virginia Bre- coraggioso, il più prudente. Dissimula, sciana.13 (Art. com.) mostra piena fiducia nei generali congiurati: li conduce al combattimento; vince gl’ini- 12. La voce segue la narrazione di GIAMMARIA BIEMMI, Isto- mici, e nel momento del trionfo assicura ria di Brescia, cit., to. II, pp. 72-76. la sorte dell’armata, ma pensa nel tempo 13. Cfr. FRANCESCO SAVERIO SALFI, Virginia bresciana. Trage- dia intitolata al popolo bresciano, Brescia, Dalla Stam- peria Nazionale, [1797]. 20 stesso alla sua salvezza, fuggendo quasi città; e perché era difficile impresa l’emen- dal proprio campo con fida scorta, e vola ai dazione dei vecchi, i quali adorano gli errori piedi del trono. Carlo Magno, che appunto in cui incanutirono come se fossero buoni per esser grande non conosceva l’invidia, principi, occupossi principalmente ad instru- lungi dall’abbandonare il fedele Arderico, lo ire la gioventù per ispargere il seme della innalzò al più eminente grado per dignità e virtù in un terreno che potesse render frutto. per autorità che fosse nella sua Corte, e si Credesi che il metodo d’insegnare di Farolfo lusingò di garantirlo dalle insidie dei nemici, fosse simile a quello di Socrate e che tenes- avvicinandolo sempre più al suo trono. se le sue lezioni senza prescrizione di ore, Ma quelli, implacabili e perseveranti nei di tempo, e tanto nelle strade quanto nelle loro iniqui e vili progetti, colsero un momen- conversazioni e nei conviti. to opportuno e, mentre Arderico ritornava Questo grand’uomo doveva aver per ne- dopo un viaggio alla Corte, alcuni sicari mici tutti i malvagi. Incontratosi una sera in appostati barbaramente lo uccisero. una truppa di questi, di cui era capo Mace- Fu questo il tragico fine del nostro Arde- ronio, figliuolo di Teutelmo Giudice, uno de’ rico, glorioso però sempre, giacché non i signori più potenti di Brescia, fu da essi a di lui vizi ma le di lui virtù gli fecero nemici colpi di bastone barbaramente ucciso. Noi degli scellerati che troncarono il filo de’ suoi fortunati, che viviamo in tempi migliori, in giorni cari ed utili alla sua patria ed al suo cui non è permesso al prepotente di viola- sovrano.14 re impunemente le leggi e di opprimere il debole con il tradimento nelle ombre della notte. XII. Secolo Ottavo – Farolfo Se il suolo Cenomano vantò in questo ottavo secolo una nuova Virginia nella cele- XIII. Secolo VIII – Petronace bre Scomburga, può esso gloriarsi di aver Non avremmo mancato di consacrare nel avuto pure un Socrate, giacché tale ci viene secolo settimo un apposito articolo al nostro dagli storici dipinto il saggio Farolfo, di cui Concittadino Pollione, se di lui ci restassero fu patria la popolata ed industriosa terra di maggiori dettagli; ma di esso non vien fatta Travagliato. altra menzione se non che fu Cancelliere di I natali di Farolfo furono di molto inferiori Rotari, uno de’ più famosi re longobardi; e ancora a quelli del figlio di Sofronisco, giac- che per ordine di questo principe (il quale ché si crede che avesse per padre uno de’ era stato Duca di Brescia prima di salire al servi addetti alla gleba, e che di poco erano trono: anno 636), egli registrò in un libro, distanti dalla condizione degli schiavi. chiamato Editto, quelle leggi che venivano Rachiprando, Prete della terra di Ostiano, conservate soltanto nella memoria degli uo- fu quello che trasse dall’oscurità e che fu mini. Passeremo però a parlare di Petronace, l’institutore del giovane Farolfo, che, giun- ma prima rimarcheremo qui di passaggio to alla sua maturità, fu esempio di virtù che ci ha molta ragione di credere che il re risplendentissime a’ suoi concittadini. Era Desiderio (anno 756) appartenesse alla no- tale la sua profondità e penetrazione che stra Patria; giacché non solo trovasi questa giungeva spesso a prevedere ed a dichiarare asserzione nel Malvezzi ma altresì nella Cro- qual dovesse essere il successo delle cose in nica del nostro Ridolfo,16 il quale ha vissuto avvenire, sicché da molti veniva riguardato nel secolo undecimo e ci ha lasciate delle come vero profeta, ed i di lui consigli erano memorie che corrispondono esattamente ricevuti come oracoli. Zelante per l’utilità coi documenti autentici dei due secoli di cui di tutti i cittadini, impiegava esso tutte le egli ha scritta la storia. In tale guisa sembra sue attenzioni (così si esprime uno storico che, non senza qualche diritto, possiamo bresciano)15 per ben regolare i costumi della aggiungere anche questo principe ai Fasti Cenomani. Ma venendo a Petronace, uno dei personaggi distinti del secolo ottavo, è indu- 14. Cfr. GIAMMARIA BIEMMI, Istoria di Brescia, cit., to. II, pp. 112-21, cui l’intera voce pare ispirarsi. bitabile che ad esso devesi la riedificazione del celebre monastero di Monte Cassino, 15. «Nutrivasi in lui [in Farolfo] un zelo ardente che dove fu fondato da San Benedetto l’ordine nulla più pel bene e per l’utilità di tutti i Cittadini; e ciò fece ch’egli impiegasse tutte le sue attenzioni per ben de’ Benedettini; ordine che ha dato tanti regolare i costumi della Città, tantoché pareva ch’egli grand’uomini alla religione e alle scienze. fosse il Padre comune de’ Bresciani» (cit. ivi, p. 122): anche in questo caso l’articolista sembra ricalcare le 16. Entrambe le fonti citate si riscontrano in parallelo in pagine del Biemmi. GIAMMARIA BIEMMI, Istoria di Brescia, cit., to. II, pp. 30-31. 21 Dopo aver superati infiniti ostacoli, Petro- fino al medesimo Ramperto occuparono nace ebbe la compiacenza di vedere la sua questa sede. Lo stile n’è forse un po’ duro ed grandiosa fabbrica, innalzata dai fondamen- intralciato, ma questo difetto, attribuibile a ti, finalmente compiuta l’anno 742, in cui quei tempi infelici, è compensato dall’erudi- fu consacrata dal Pontefice Zaccaria. Questi zione sacra e dalle saggie riflessioni che vi si vi si recò unitamente a tredici Arcivescovi, leggono. a sessantaquattro Vescovi, che vi trovarono Avendo Ramperto in tale guisa accresciu- alloggio con tutto il loro seguito. ta la venerazione del Vescovo più beneme- Ma la fama di questo celebre abate, di cui rito alla sua Chiesa, volle altresì provvedere hanno parlato con elogio tanti scrittori, era a quella de’ più gloriosi Martiri della mede- in breve già sparsa per tutta l’Italia e fuori sima, e a questo fine, presso la basilica ove di essa. Nell’anno 747 Carlomanno, principe riposavano i corpi di San Faustino e Giovita, de’ Franchi, e nel 749 Rachis, re de’ Longo- riedificò, nell’anno 841, il monastero de’ bardi, vestirono l’abito religioso e si sotto- Benedettini, assegnandogli nel tempo stesso posero alle di lui discipline, onde abbando- una ricca dote. narsi alla vita esemplare e tranquilla di quel Si vuole da alcuni nostri scrittori che monastero.17 Se questo nostro Concittadino sotto questo Vescovo sia seguita anche la vivesse tuttora, chi sa quanti principi gli si traslazione de’ corpi di San Faustino e Giovi- presentarebbero per domadargli un asilo? ta dalla chiesa di Sant’Afra a quella ove tro- e troverebbero forse nell’obbedire la felicità vansi oggidì; ma questo punto è uno dei più che non ebbero nel comandare. (Art. com.) oscuri ed inviluppati della nostra storia. V’ha nulladimeno molta ragione da credere che vi sia avvenuto quasi un secolo innanzi, cioè XIV. Secolo IX – Ramperto prima dell’anno 739, in cui Petronace otten- Ramperto è il primo Vescovo, dopo San ne un braccio di San Faustino per reliquia Gaudenzio, in cui la sorte ci abbia lasciato da trasportare a Monte Cassino, dove aveva qualche documento. Se dobbiamo credere al eretto un altare sotto l’invocazione di Maria Malvezzi, egli copriva questa sede vescovile Vergine e de’ nostri Santi Martiri. Il viaggio fin dall’anno 820;18 ma nell’827 o nel se- intrapreso da Petronace a quest’oggetto, guente egli era certamente salito a quest’e- da’ confini dell’Italia fino a Brescia, e tutte minente dignità; giacché trovasi da lui fatta le memorie di questi secoli ci dimostrano menzione in un Concilio tenuto in Mantova abbastanza che quantunque solo verso il in uno di questi due anni. Ciò che ha reso secolo duodecimo furono essi scelti per celebre il di lui nome è stata la traslazione protettori della nostra Città, pure nutrivasi del corpo di San Filastrio, il sermone che per essi da tempo immemorabile la più alta recitò in quell’incontro e la riedificazione del venerazione. monastero di San Faustino e Giovita. Ramperto fu dotato di molti talenti e di Erano già da quattrocento anni che San molta prudenza. Verso l’anno 840, essendosi Filastrio era stato sepolto nella chiesa di da alcuni monaci di Leno fatta una trama Sant’Andrea (un tempo cattedrale) allora per far comparir Santo un certo Ritaldo, ter- situata fuori della città, alle radici del colle zo abate di quel famoso monastero, Ram- di San Fiorano. Vedendo Ramperto che il perto non permise che essi si procurassero più illustre de’ nostri Vescovi non era ba- delle reali ricchezze collo spacciare de’ falsi stantemente onorato, risolse di trasferirne il miracoli, e ottenne da Gregorio IV l’aboli- corpo in Città e depositarlo nella cattedrale zione di ogni culto al corpo di Ritaldo. Così, della Madre di Dio. Ciò ebbe luogo il dì 9 fino in quei tempi di ignoranza, egli mostrò aprile 838 colla maggiore solennità e col che la vera Religione è sempre nemica di più grande concorso di popolo. Il sermone ogni pratica superstiziosa. È ignoto il tempo composto in quest’occasione da Ramper- preciso della sua morte. to è uno de’ più preziosi monumenti che vi sieno rimasti; e, tra le importanti notizie che XV. Secolo IX – Notengo vi si raccolgono, è da annoverarsi la serie di Notengo succedette al Vescovato a trenta e più Vescovi, i quali da San Filastrio Ramperto, e si vuole che ciò avvenisse fino dall’anno 844. Egli si distinse contro 17. Anche per il medaglione di Petronace, cfr. ivi, pp. al Monaco Gotescalco intorno alle dispu- 22-28. te che anche in que’ tempi ebbero luogo 18. Sia per il riferimento alla fonte citata sia per tutte le sulla predestinazione; e quindi uno de’ più altre notizie ordinate di seguito, cfr. ivi, pp. 156 sgg. (con valenti antagonisti di Gotescalco, cioè Ra- una analessi alle pp. 26-27, in relazione a Petronace). 22 bano Mauro, Abate di Fulda, poscia Arcive- 902 in favore di Gotifredo, Vescovo di Mo- scovo di Magonza, gli diresse un’epistola dena; come si può riscontrare nell’Ughelli e resa pubblica colle stampe dell’Ughelli e del dalle sottoscrizioni del medesimo e di alcuni Sirmondo.19 Uomo di capacità non comune, altri successivi, si raccoglie che quando Ar- soprattutto nel maneggio degli affari poli- dengo fu fatto Arcicancelliere non era ancora tici, ebbe tanto credito presso l’Imperatore Vescovo, dignità cui non venne innalzato, se Lotario e il re Lodovico, figlio di questo, che non verso l’anno 902. L’ultimo documento nell’853 fu spedito a Roma per assistere in di questa specie è quello conceduto a Fede- loro nome ad un Concilio che Leone Quarto rico, Patriarca d’Aquileia, li 3 Ottobre 921, voleva tenervi; e nell’858 gli fu da Lodovico, riportato dal Modrisio.20 Da quest’epoca fino allora Imperatore, affidata un’ambasciata a all’anno 924, intorno al qual tempo Ardengo Lodonio re di Germania. Ma ciò che più deve finì di vivere, non viene più fatta menzione far conoscere quanta fosse la sia riputazio- di questo Arcicancelliere, il quale fu uno de’ ne e quale la sua autorità si è certamente la personaggi più distinti ed illustri che esistes- destituzione di Iselmondo, Governatore di sero allora in Italia, benché sfortunatamente Brescia. Avendo questi osato di venir seco le nostre memorie appena ce ne abbiano a contesa ed uscire con parole ingiuriose conservato il nome. contro di lui, Notengo non solo riuscì a farlo privare del posto ma altresì ottenne di farsi XVII. Tebaldo Martinengo nominare in suo luogo. Così Vescovo insie- L’antichità della Casa Martinengo è tan- me e Conte di Brescia, egli giunse fra i primi to contestata dalla testimonianza di tanti a riunire alla potestà ecclesiastica anche la accreditati scrittori che il metterla in dub- secolare della loro Città; e questo esempio, bio sarebbe lo stesso che voler chiudere gli di cui seppero in seguito prevalersi molti occhi per aver luogo di negare la verità della altri Vescovi della Lombardia, diede luogo a luce: pure, per le numerosissime e presso- un nuovo ordine di cose, non so quanto utili ché infinite mutazioni di governo a cui fu alla religione ed allo stato. Dopo aver egli soggetta la nostra Città, e principalmente corso una luminosa carriera, per cui il suo per le orribili rovine, desolazioni ed incendi nome riscontrasi spesso nella storia, benché che ebbe a sostenere, non si può con ragio- povera e confusa di que’ rozzi tempi, finì di nevole fondamento parlare di essa che dal vivere verso l’anno 864, e il Signore l’abbia tempo di Ottone Imperatore, in cui da veri- in gloria. dici documenti ricavansi particolari notizie di questa nobilissima famiglia nella persona XVI. Secolo X – Ardengo di Tebaldo, quale può considerarsi come il Non ci resta alcun monumento da cui primo rinnovatore dell’antica e non interrot- espressamente risulti che Ardengo, Vescovo ta sua gloria. ed Arcicancelliere di Berengario, fosse il no- Il detto Tebaldo, adunque, soggetto di stro Ardengo Vescovo di Brescia: pure, non gran virtù e di singolare valore, fu tanto trovandosene alcun altro di questo nome fra amato da Ottone I Imperatore che oltre i Vescovi del Regno Longobardo nei primi gli altri titoli co’ quali venne onorato ebbe anni del secolo decimo, non abbiamo alcun quello di Governatore di Verona e d’altre motivo da dubitarne; e lo stesso Muratori lo città, e per molti anni visse Luogotenente e ha riconosciuto per nostro. Vicario Imperiale. Di lui trovasi scritto come, Dal Notaro Ridolfo altrevolte citato, sap- combattendo contro i Greci vicino a Taranto piamo che Ardengo fu Vescovo insieme e con dodicimila fanti a favore dell’Imperatore, Conte di Brescia, come lo era stato Notengo; custode dell’Imperial Vessillo, ritrovandosi in e merita osservazione il vederlo accennato pericolo d’essergli tolto da’ nemici, colmo di come tale anche dal Rossi nella sua Storia. ferite bensì ma molto più di coraggio, spez- Questi aggiunge che fu creato Conte di Bre- zata l’asta, s’inviluppò nello stendardo, quasi scia dall’Imperatore Lamberto, dopo la di cui un nuovo paludamento, risoluto piuttosto di morte, accaduta nell’anno 898, venne con- perderlo con la vita che di macchiar la sua fermato nella stessa dignità da Berengario, gloria. Tanto poi gloriosamente combatté sotto l’obbedienza del quale la nostra Città che, riportando vittoria, ottenne di presen- erasi restituita. Quanto alla sua carica di tarsi con esso tutto di sangue bagnato alla Arcicancelliere il primo diploma da cui ci è presenza dell’Imperatore, dal quale in pre- dato a conoscere in tal posto è dei 7 Agosto mio ebbe in dono quindici castelli sul terri-

19. Entrambe le fonti sono ricordate in ivi, pp. 168-69: 20. Per l’intera serie ordinata delle singole testimonian- per l’intera voce, ivi, pp. 166-72. ze storiche citate, cfr. ivi pp. 190-93. 23 torio bresciano e bergamasco, e l’onore di to di manto d’oro, cinto di spada, con gli spiegare lo stemma, rappresentante un’a- sproni dorati e con la mitra in capo.22 Non quila rossa in campo d’oro, come apparisce può negarsi che in questi tempi un tal con- dal privilegio segnato li 6 Ottobre l’anno trasto di ornamenti e questa unione di segni 953, sottoscritto da due Cardinali e da tre militari ed ecclesiastici non fosse si direbbe Vescovi.21 Del predetto Tebaldo furono quasi ridicola. Consoliamoci di esser giun- figliuoli Leopardo ed Ottone: il primo, che ti in un secolo in cui il trono e l’altare non fiorì dall’anno 995 al 1024, fu uomo illustre sono più fra loro in continue discordie, ed in in pace ed in guerra, e lasciò vari figliuoli; e cui sono finalmente segnati i limiti di questi da Ottone nacque Ambrogio, erudito nelle due diversi poteri. lettere sacre ed umane, quale, creato Vesco- vo di Bergamo, amato ed onorato da diversi Pontefici, sostenne quel carico 41 anni, con XIX. Secolo XI – Adelmanno, Vescovo di universale soddisfazione, lasciando dopo di Brescia sé alcuni commentari sopra li Salmi. (A. C.) La fama che ha lasciata di sé Adelman- no, l’essere stato Vescovo di Brescia, l’avere scritto e con successo contro il celebre ere- XVIII. 1015 – Oddone Gambara tico Berengario, sono questi i titoli per cui Ci troviamo in un’epoca in cui non deve riputiamo di dover dar luogo a questo nome far sorpresa il veder i ministri dell’Altare a nei nostri Fasti. Sembra che fosse eletto al cinger la spada ed a combattere alla testa Vescovado di Brescia nell’anno 1048. degli eserciti. Nell’undecimo secolo la politi- La dissolutezza e l’incontinenza del clero ca faceva uso delle molle della religione per erano giunte a quest’epoca al loro colmo coprire l’ambizione di chi voleva domina- nella Diocesi Bresciana: i preti ed i diaconi re; ed i popoli creduli ed ignoranti erano le vivevano pubblicamente in concubinato, vittime di queste contese fra il sacerdozio ed coprendo questo disordine della Chiesa La- il trono. tina sotto il pretesto che lecito fosse l’am- Oddone Gambara, Abate di Leno, univa mogliarsi secondo l’esempio della Chiesa in sé il doppio carattere di ministro dell’al- Greca. tare e di guerriero, giacché con due mila Non sembra veramente che Adelmanno soldati a proprie spese militò in aiuto dell’Ar- siasi molto occupato nel por argine a questi civescovo di Milano contro i Cremonesi, disordini, forse perché erano troppo radicati; che furono vinti e costretti ad esser sudditi né per estirparli valsero i fulmini del Vatica- dei Milanesi. Queste imprese di Oddone lo no, che interdiceva dai divini uffizi gli eccle- resero a que’ tempi celebre, perché anche la siastici concubinari. celebrità è soggetta alle leggi della moda e Lasciò tuttavia gran nome di sé Adelman- delle opinioni dominanti nelle varie epoche no, e le di lui ceneri riposano onorate nelle dei tempi, ed in allora il valore era la prima chiesa de’ Santi Faustino e Giovita in com- virtù, fosse poi giusta o ingiusta la causa pagnia di quelle di altri Vescovi che hanno che si prendeva a sostenere colle armi. Fu colle loro virtù illustrata questa Sede.23 scoperto nel decimo terzo secolo il sepolcro di Oddone nella chiesa di Santo Stefano di questa città, e si trovò la spoglia di Oddone ch’era armato di corazza d’argento, coper-

21. La voce pare per lo più riordinata sulla base dei dettagli riferiti dal Sansovino (1521-1583) nel noto 22. Trascrive il profilo stilato in OTTAVIO ROSSI, Elogi hi- volume dedicato alle famiglie celebri, per cui cfr. storici, cit., pp. 20-22. FRANCESCO SANSOVINO, Origine e fatti delle famiglie illustri d’Italia, Venezia, Combi & La Noù, 1670, pp. 465-66; 23. Riporta i dati salienti contenuti nella ricostruzione possibile anche l’interferenza di OTTAVIO ROSSI, Elogi di GIAMMARIA BIEMMI, Istoria di Brescia, cit., to. II, pp. 220- historici, cit., pp. 19-20. 22.

24 La battaglia di Chiari e gli avvenimenti delle settimane precedenti visti dalle fonti veneziane

di Piercarlo Morandi Ricercatore

Il secolo dei lumi si apre per gli abitanti della penisola con drammatiche prospettive. Ancora una volta armate straniere si confrontano per il possesso di territori formalmente sotto il dominio di potenze estere. Nuove sofferenze e distruzioni , nuovi lutti. In questa prima parte del Settecento sui campi di battaglia italiani rifulge l’astro di un grande condottiero al servizio dell’impero Eugenio di Savoia che condurrà campagne vittoriose contro le forze del re di Francia Luigi XIV. /HIRQWLDOXLFRQWHPSRUDQHHQHHVDOWDQRLWULRQ¿&RQO¶DYYHQWRGHO5HJQRG¶,WDOLDVRWWR la dinastia sabauda le glorie di questo antenato sono celebrate come precorritrici di quelle risorgimentali che hanno visto la famiglia regnante nell’ducato di Savoia guidare la rinascita QD]LRQDOH$OOD¿QHGHO;,;VHFRORIXURQRWUDGRWWHGDOWHGHVFRHSXEEOLFDWHOHPHPRULHGHOORVWHVVR SULQFLSH(XJHQLRFKHQRYHOOR*LXOLR&HVDUHODVFLDDLSRVWHULODVXDYHUVLRQHVXLIDWWLPLOLWDULGLTXHO primo decennio del Settecento che lo hanno visto trionfare in tutta Europa. Queste memorie costituiranno da subito la più importante, se non la sola, fonte per molti ricercatori relativamente alle vicende dei singoli territori interessati da quei fatti d’arme. Il %UHVFLDQRLQTXHOWHPSRGRPLQLRGLWHUUDIHUPDGHOOD6HUHQLVVLPD5HSXEEOLFDGL9HQH]LDIX DPSLDPHQWHFRLQYROWRGDOFRQÀLWWRIUD)UDQFLDH,PSHURSHUODVXFFHVVLRQHDOODFRURQDGL6SDJQD GRSRODPRUWHVHQ]DHUHGLGHOOHJLWWLPRVRYUDQR&DUOR,,,QSDUWLFRODUHOHYLFHQGHOHJDWHDOOR VFRQWURFUXHQWRGL&KLDULGHOSULPRVHWWHPEUHKDQQRYLVWRVFKLHUHGLYDOLGLHLPSRUWDQWL storici ricostruire i fatti di quei giorni e gli avvenimenti drammatici che videro loro malgrado protagoniste le comunità locali. La disponibilità di altre varie fonti (diari, relazioni, atti notarili) ha integrato quella preziosa e comoda che sono le memorie del grande Savoiardo. Ancora in questi ultimi decenni varie pubblicazioni sulla storia delle battaglie nel Bresciano o sui fatti in oggetto hanno attinto a piene mani dalla pubblicistica precedente e da questa fonte. Senza vanagloria vogliamo presentare ed offrire ai lettori di Misinta una diversa lettura degli DYYHQLPHQWLGLTXHLPHVLGHOGHVXQWDGDOODFRUULVSRQGHQ]DXI¿FLDOHGHO3URYYHGLWRUHJHQHUDOH LQ7HUUD)HUPD$OHVVDQGUR0ROLQHGLDOWULDOWLIXQ]LRQDULGHOOD5HSXEEOLFDFKHLQTXHLIUDQJHQWL FHUFDURQRGLJHVWLUHXQDVLWXD]LRQHSDUWLFRODUPHQWHGLI¿FLOHLQHTXLOLEULRIUDLYDULFRQWHQGHQWL Sono lettere che informano il potere centrale giorno per giorno degli accadimenti maggiori, così come di fatti minori, di indiscrezioni, minuzie curiosità, condite da sfoghi e amare considerazioni SHUVRQDOLFRQO¶RFFKLRVPDJDWRUHDOLVWDFRQIXVRGLTXHVWLPDJLVWUDWLGHOOD5HSXEEOLFDRVVHUYDWRUL impotenti e sofferenti della tragedia che si andava consumando a spese di povere popolazioni e dello stesso Stato veneto imbelle e sulla via del tramonto ormai da tempo e della qual cosa loro erano convinti assertori.

li antefatti e la l’ultimo Asburgo di Spagna, sima. La seconda, una princi- situazione generale senza eredi diretti. La prima pessa tedesca, nessuno. La G nell’Europa di que- moglie - figlia del principe salute di Carlo II nel frattem- gli anni d’Orleans, germano del Re po era andata peggiorando Il primo novem- Sole - , gli aveva dato una e i troni europei paventando bre 1700 muore re Carlo II femmina che mancò giovanis- una sua improvvisa scom- 25 parsa e un pericoloso vuoto possedimenti spagnoli: il poteva diventare eccessi- di potere, avevano pensato a Regno di Napoli, la Sicilia, e vamente soffocante se non soluzioni di sicuro interesse in particolare lo Stato di Mila- fatale, per uno Stato in dif- per loro, che però vennero no. Armate francesi scesero ficoltà, nel quale il centrali- tutte respinte dal monarca così in Italia per ostacolare smo veneziano, espressione perché erano solo una mera le mire imperiali ed il Nord di una oligarchia di potere spoliazione dei domini iberici. Italia tra Ducato di Savoia, ormai esausta, non riusciva Il sovrano spagnolo era Mantovano e territorio del- a rispondere alle esigenze e combattuto fra le pressioni la Repubblica di Venezia, alle sollecitazioni di cambia- di una parte della sua corte divenne un grande campo mento che venivano dai do- e del papa che guardavano di manovra e di battaglia. mini di Terraferma e da Mar. a Parigi e le sollecitazioni La tragedia della guerra La Repubblica e i suoi orga- dell’imperatore, cugino e piombò su popolazioni iner- nismi dirigenti, Senato in par- cognato del re (così come lo mi, da decenni in pace, senza ticolare, in quest’occasione era anche il re di Francia), alcuna possibilità di evitarne affrontarono la situazione con per una soluzione di conti- le nefaste conseguenze, né di determinazione e con pron- nuità dinastica in casa Asbur- essere difese dalle violenze e tezza. Da un lato venne riba- go. Alla fine Carlo II scelse ruberie delle soldataglie. Si dita presso tutte le cancellerie come suo successore Filippo aprì così un lunghissimo pe- la totale neutralità di Venezia d’Anjou, nipote del monarca riodo di sofferenze scatenate rispetto alla contesa in atto, oltre i Pirenei, legando que- dalla cupidigia dei potenti cercando di ottenere da tutte sta nomina a tutta una serie del tempo che terminò alla le parti in causa il rispetto di clausole per impedire la metà del XVIII secolo. Solo la delle popolazioni e dei beni unificazione delle corone ca- pace di Aquisgrana (alla fine presenti entro il suo territo- stigliana e francese. Le cose della guerra di successione rio, dall’altra vennero inviati in non andarono come aveva polacca 1748) assicurerà Terraferma a fronteggiare le previsto e Luigi XIV divenne davvero un lungo periodo di armate dei belligeranti gli uo- di fatto il controllore di un tranquillità fino alla Rivolu- mini migliori di cui dispone- immenso dominio e l’arbi- zione francese e a Napoleo- va lo Stato in quel momento. tro delle vicende europee. ne, facendo scrivere parole Venne richiamato Alessandro Lo strapotere francese così inusuali a Ludovico Antonio Molin2 - già Capitano generale come si veniva configurando, Muratori: ”Lasciando queste da Mar, il comandante milita- era naturalmente inaccetta- inutili doglianze e luttuose re più preparato, successore bile per le altre potenze in memorie, volgiam più tosto del Morosini nella guerra di particolare per l’imperatore i ringraziamenti nostri alla Morea - e nominato Provve- d’Austria Leopoldo I d’Asbur- divina clemenza, che ha fatto ditore generale in Terrafer- go, al cui fianco scesero in quest’anno cessar l’ire de’ ma, carica che coprirà fino al in campo l’Inghilterra (che regi e coll’evacuazione de’ 1705 e migliaia di fedelissimi puntava alle colonie ameri- paesi che s’aveano a restitui- soldati “oltremarini”3 speri- cane e temeva di perdere il re, ha ridonata la tranquillità monopolio del commercio e l’allegrezza a tanti regni e 2. Alessandro Molin Capitano gene- 1 rale da mar può essere considerato mondiale), i Paesi Bassi principati..”. con il suo successore Daniele Dolfin (che da sempre miravano IV, il fondatore dell’esercito perma- alle Fiandre), la Prussia e altri Venezia alla finestra nente veneziano avendo per primo piccoli principati tedeschi. La Serenissima Repubblica proposto l’istituzione di reparti Abbandonata presto la via visse questi avvenimenti con formati solo da soldati provenienti da un determinato territorio dello della diplomazia, il confronto particolare ansia e timori. stato. Cosa che si realizzerà solo fra le parti si accese a livello Costretta a condividere con nel 1730 con la nascita del primo planetario. gli Asburgo un lunghissimo reggimento, il Veneto Real, al quale Mentre nelle Americhe lo confine, dalla Dalmazia, ne seguiranno altri. In epoca suc- scontro si svolse sul mare, in al Cadore dal Trentino alla cessiva verranno costituite, come all’estero, anche brigate mobili di Europa le azioni militari degli Bergamasca, continuamente artiglieria di campagna con batterie eserciti investirono le Fian- agitato da una micro con- di pezzi ippotrainate, affiancando i dre, la Germania e natural- flittualità, paventò come corpi di artiglieri da fortezza. mente l’Italia, strategica per il estremamente pernicioso il 3. I reggimenti di soldati oltremarini controllo del Mediterraneo. passaggio del Milanese agli molto legati alla Repubblica erano In realtà nella penisola Austriaci. Il loro abbraccio 11 per circa 8000 uomini e compo- la casa d’Austria ambiva ai sti in gran parte da soldati dalmati e 1. Annali d’Italia, anno 1749. albanesi, e guidati da ufficiali delle 26 mentati nelle guerre contro grande fortezza di Palma - d’arme. Alla testa dei francesi il Turco e nel controllo dei l’odierna Palmanova - l’unica c’era il maresciallo Nicolas confini di Dalmazia e Morea. veramente grande e moderna de Catinat de la Fauconnerie Inoltre venne inviato nel (alla cui costruzione aveva eroe di tante campagne del re Bresciano in tempi brevissimi collaborato come architetto Sole, anziano, richiamato per anche Daniele III Dolfin come anche Marcantonio Martinen- l’occasione dalla pensione5. suo principale collaboratore, go Villachiara della quale sarà Lo affiancavano in particolare perché valutasse la situazione anche governatore) finanzia- il principe Carlo Enrico di Lo- e coordinasse l’azione dei ret- ta in parte dai Savorgnan e rena Vaudemont6, erede del tori e delle forze mobilitate, dai contributi ‘volontari’, delle casato di Lorena, ma al servi- dalle cernide alle fortezze. maggiori città del dominio, zio del re di Spagna e gover- Venezia non aveva mai Brescia in particolare (con natore generale dello Stato di avuto un vero esercito stan- 25000 ducati nel solo bien- Milano, il cui unico figlio Tom- ziale formato da forze ar- nio1597-98). Ogni territorio maso era invece comandante ruolate su base territoriale, aveva poi inviato un certo di un reggimento di cavalleria ma si era sempre servita di numero di “guastatori” (1400 (corazzieri) sotto le insegne truppe mercenari, schiavo- i bresciani) cioè di genieri imperiali di Eugenio di Savo- ni dell’entroterra dalmata e (muratori, fabbri pontieri). ia. Sotto il giglio di Francia delle Craine, albanesi, svizze- Il sistema difensivo della pia- erano raccolti alcuni dei mi- ri, tedeschi, irlandesi, corsi. nura veneta “metropolitana” gliori reggimenti reali, men- Dopo la disfatta di Agnadel- invece era garantito, a sud, tre le poche forze spagnole lo (1509) contro la lega di dal Po e dall’Adige e a ovest, erano formate in gran parte Cambrai, la Serenissima poi oltre che dal Mincio, dalle dalle brigate di stanza già nel aveva rinunciato a valersi di fortezze di Verona, Peschiera Milanese rinforzate da batta- una vera armata di terra, ma e Legnago, che coll’aggiunta glioni napoletani. A queste si aveva puntato tutto sull’ap- di Mantova costituiranno poi aggiungeranno più avanti le prestamento di una catena di il famoso quadrilatero, per- forze savoiarde al comando fortezze imprendibili e ben no delle difese austriache in del riluttante duca Amedeo7 dotate di artiglierie sia lungo epoca risorgimentale. costretto dagli eventi a schie- i confini esterni (Crema, rarsi con il Re Sole al quale Orzinuovi, Pontevico, Rocca La guerra in Italia venne assegnato il comando d’Anfo), sia interne a dife- Le forze francesi nella tar- sa dei maggiori centri. Una da primavera del 1701 passa- 5. Nicolas de Catinat de la Faucon- scelta strategica allora, ma rono le Alpi e in breve tempo nerie (1637-1712), maresciallo di agli albori del XVIII secolo in si stanziarono tra il Milanese Francia, figlio di un magistrato di parte superata e dispendio- e i territori già dei Gonzaga provincia intraprese da giovanissi- sa visti i costi per mantenere e dei principati emiliani. E mo la carriera militare passando di in efficienza queste grandi all’inizio dell’estate entrarono successo in successo tanto da me- ritarsi il bastone di maresciallo. Già strutture. Per la difesa dei nello Stato veneto per impe- anziano fu richiamato in servizio in vari territori e per l’ordine dire la discesa delle truppe occasione della guerra di successio- pubblico si era poi sempre cesaree lungo la via dell’Adi- ne spagnola e poi sostituito dal Vil- affidata alle cernide, una ge. leroy per la sua strategia attendista. sorta di milizia territoriale, Le truppe gallospane o 6. Carlo Enrico di Lorena Vaude- soggetta ad ufficiali scelti delle due corone 4 cioè le mont (1649-1723), terzo figlio di fra la nobiltà e richiamata forze unite franco-spagnole, Carlo IV di Lorena e della sua se- un paio di volte l’anno per costituivano un temibi- conda moglie. Il loro matrimonio non fu accettato dalla Chiesa e lui l’addestramento e manovre le esercito forte di almeno non potè ereditare il titolo. Andato dimostrative. Nel territorio quarantamila uomini forte- in esilio come il padre entrò nell’e- bresciano queste forze face- mente dotato di artiglierie sercito spagnolo degli Asburgo e vano capo a quattro centri di di campagna e d’assedio, il fece una brillante carriera. Insignito comando e logistici, Orzinuo- più forte apparso nelle vicen- del titolo di cavaliere dell’ordine del Toson d’oro nel 1675, divenne go- vi, Rovato, Lonato e Ghedi. de italiane da molto tempo. vernatore dello Stato di Milano nel Per la salvaguardia della Un’armata ben supportata 1698. Nella campagna militare del Patria del Friuli e della laguna, da validi servizi di sussisten- 1701 fu uno dei comandanti militari mancando i confini orien- za, rifornimento e sanità e dell’esercito franco spagnolo ma te- tali di veri ostacoli naturali, guidata da validissimi uomini nuto in sospetto perché l’unico suo figlio era comandante di reggimen- Venezia aveva edificato la to nell’armata imperiale. 4. Prendiamo in prestito queste stesse etnie. espressioni dalle fonti del tempo 7. Vittorio Amedeo II di Savoia. 27 formale dell’armata, mentre La Repubblica non osta- Provveditore generale di Ter- quello reale rimase sempre colò i disegni dei contendenti raferma come il conte Paolo nelle mani dei generali tran- autorizzando entrambi a far Uggeri poi rappresentante salpini (in realtà molto diffi- passare gli eserciti sul pro- del Molino al campo franco- denti del duca perché ritenuto prio territorio, anche perché spagnolo. Molti propende- in combutta col cugino). le sarebbe stato impossibile vano per l’impero, anche se In attesa della discesa agire diversamente. Il di- non manifestamente, alcuni nell’Italia del Nord degli im- battito politico nei veneziani addirittura erano al servizio periali – a Vienna il Consiglio palazzi del potere era molto degli Asburgo come Teodo- aulico che dirigeva la guerra, acceso. Forte era il partito filo ro Secco, alfiere di Eugenio aveva creato molte difficoltà francese, ma sentito era il di Savoia o il Maggi e altri si al principe Eugenio Carigna- timore che una chiara presa rifiutarono di servire in que- no8 (cugino del duca Amedeo) di posizione anti austriaca sti frangenti il Leone di San negandogli truppe sufficienti avrebbe potuto avere conse- Marco come il Fenaroli10. e fornendole di poca artiglie- guenze letali. La nobiltà di I francesi disposero un ria e scarsa sussistenza -. Per Terraferma già parteggiava forte dispositivo militare alla le precedenti vittoriose cam- per l’imperatore (come gran Chiusa d’Adige per impedi- pagne contro i turchi infatti parte della popolazione) e re la calata dei cesarei, ma era andata crescendo l’ostilità suoi inviati ne avevano più inutilmente. All’inizio di luglio dei generali verso di lui, di o meno discretamente con- 1701 Eugenio di Savoia, nascita e di formazione estra- tattato i principali esponenti consigliato anche da nobi- neo e diverso dalla nobiltà lusingandoli e prospettando- li veronesi, scelse una via imperiale. ne i grandi vantaggi derivanti alternativa attraverso i monti Gli austriaci avevano tre loro nel caso di un passaggio Lessini verso Vicenza facendo possibili vie per scendere dalla parte cesarea9. passare l’esercito per luoghi in Italia: quella attraverso i Tutti questi movimenti impervi e spesso inaccessi- cantoni svizzeri e la Valtellina, non erano passati inosserva- bili, fidando nell’aiuto attivo la via del Friuli, e dal Tren- ti alle autorità venete e agli dei montanari locali. Lasciò tino per la Chiusa d’Adige. I Inquisitori di Stato. Dei nobili nel basso Trentino le salmerie “signori Grigioni” espressero bresciani la maggior parte era e avviò solo le truppe e parte la massima contrarietà all’i- fedele a Venezia, la galassia delle artiglierie. Grande fu lo potesi di essere coinvolti nella Martinengo in testa e così sconcerto dei francesi allor- guerra ed opposero un secco allo scoppio della crisi subito ché si accorsero dell’inganno no. La via del Friuli venne si erano messi a disposizio- tedesco. scartata per la lunghezza e le ne dei rettori, raggiungendo Catinat da consumato difficoltà. Restava sulla carta le truppe, chi come capi di generale temporeggiò cer- la via dal Tirolo alla pianura guerra, chi al servizio del cando di privare gli imperiali veneta. di foraggi e rifornimenti e 9. Grande allarme aveva suscitato presidiando i ponti e i guadi nei rettori veneti la venuta a Bre- 8. Eugenio di Savoia Carignano scia e la lunga permanenza (da dell’Adige e poi del Mincio. duca di Soissons (1663-1736) figlio gennaio ai primi di giugno) di un Egli si proponeva - come di Eugenio Maurizio di Savoia e di nobile mantovano Annibale Viscon- scrisse poi in una memoria Olimpia Mancini nipote del card. ti, in particolare dopo aver appreso ‘difensiva’ sulle sue scelte Mazzarino, per la morte del padre che lo stesso era Luogotenente ge- strategiche nella campagna e l’esilio della madre per la congiu- nerale di battaglia e membro dello ra dei veleni, gli venne negata la Stato maggiore del principe Eu- d’Italia, inviata a Luigi XIV possibilità di entrare nell’esercito genio di Savoia. Venne sottoposto – di non cercare uno scon- francese. Si arruolò nelle fila degli a stretti controlli di polizia e ogni Asburgo dove in breve si distinse suo movimento e contatto venne 10. In una lettera dell’aprile il Dol- per intelligenza tattica e audacia. seguito, annotato e poi segnalato fin a proposito della nobiltà di casa Percorse tutta la carriera militare in a Venezia dagli uomini dei servizi nostra, non è tenero nel giudizio paticolare per i successi conseguiti di sicurezza dello Stato che non lo temendo il suo opportunismo e nelle guerre contro i turchi e l’impe- persero di vista un attimo. (ASVe, la propensione a mutar casacca a ratore lo nominò feldmaresciallo., Inquisitori di Stato, b. 123). Lo seconda dell’interesse del momen- attirandosi invidie e odi. Nel 1701 stesso era successo a Verona ove to, e aggiunge: «Sarà in ogni loco gli fu affidata la conduzione della il plenipotenziario imperiale conte indefessa l’attentione nel blandir il campagna d’Italia che concluse di Castelbarco tornato da Venezia genio della nobiltà ché in questa vittoriosamente per le armi degli dopo aver incontrato il doge, si era città mostra sin hora la maggior Asburgo d’Austria. La sua ultima fermato e aveva incontrato a lungo finezza d’ossequio verso chiunque vittoria fu a ben 72 anni. A Vienna la nobiltà con grande irritazione sostiene il decoro della publica edificò il bellissimo palazzo del Bel- delle autorità per l’irrituale gesto rappresentanza e nell’accrescere la vedere. (lettera n. 95 del Molin). fede et divotione de sudditi» 28 tro diretto dal quale forse nel Basso Garda e il 30 luglio agosto alla piazza di Desen- sarebbe uscito vittorioso, ma in particolare occuparono zano la trovò di fatto occupa- di logorare le forze, peral- Desenzano fondamentale ta dagli austriaci che teneva- tro limitate, del Savoia per mercato granario nel quale no anche con i sudditi veneti indebolirlo, isolarlo dai centri giungevano cereali da buona comportamenti insolenti di rifornimento, accerchiarlo, parte del Mantovano, Cremo- (scrive nella sua terza lettera sfiancarlo11. Le sue opzioni nese, Polesine e Stato della al Senato del 14 agosto che non sempre furono condivise Chiesa. Il Savoia si era garan- vide “la porta per Brescia sor- dagli altri comandanti dell’Ar- tito così per un certo periodo vegliata da quattro aleman- mata e dalla corte a Versail- la continuità negli approvvi- ni”) e subito se ne lamentò les, tanto che verso la fine gionamenti. col barone Martini, suo inter- di agosto 1701 fu sostituito Le disposizioni del Se- locutore di parte imperiale, dal Villeroy, un generale più nato imponevano al Molin abile negoziatore, capace di avvezzo ai salotti della favo- che andasse al più presto a trovare sempre giustificazioni rita di turno del re, madame Verona (gennaio 1701) e che a difesa dell’operato dei suoi, de Montespan che ai campi di da lì dirigesse le operazio- nel quale i veneziani trova- battaglia, presuntuoso, ignaro ni. Solo verso il 20 di agosto rono sempre un vero muro della reale situazione militare venne obbligato a trasferìrsi a di gomma di fronte alle loro e per nulla incline a condivi- Brescia per seguire da vicino richieste e rimostranze14. dere le scelte operative con gli avvenimenti. Daniele III E’ ancora possibile riper- gli altri comandanti, tanto da Dolfin invece fu raggiunto ai correre gli eventi succedutisi imporre scelte strategiche primi di agosto dalla nomina giorno per giorno nei mesi che portarono al disastro e a ‘Provveditore estraordina- precedenti e successivi al alla sconfitta sul campo12. rio in Terra Ferma’ (e dagli primo settembre 1701 attra- In poche settimane gli ordini ducali di raggiungere verso le memorie lasciate da imperiali riuscirono a pas- Brescia), a Chioggia dove spettatori d’eccezione e estre- sare l’Adige sotto gli occhi risiedeva con la sua nume- mamente interessati quali i dei francesi che nulla fecero rosissima famiglia (aveva ben provveditori veneziani che per impedirlo. Anzi vennero tredici figli), ma questi non ricevevano quotidianamente sconfitti a Carpi Veronese dal esitò un attimo a lasciarli e aggiornamenti dai vari teatri principe Eugenio e si ritiraro- in soli cinque giorni (dall’otto di guerra in gran quantità, no oltre Mincio incalzati dagli al tredici agosto) raggiunse la per mezzo di una fitta rete di austriaci. Ancora di lì a poco città lombarda. 13 informatori. il 28 luglio anche il fiume Con grande disappunto il A queste fonti si devono tra Veronese e Mantovano Dolfin giungendo il giorno 13 aggiungere le missive che venne facilmente superato si scambiavano i protagoni- sotto Peschiera e gli imperiali 13. Daniele III Dolfin (Venezia sti diretti del confronto e le dilagarono nel Bresciano e 1654-Costantinopoli 1729) del autorità venete sui più sva- ramo di San Pantalon fu un impor- riati argomenti. A loro volta 11. Egli scrive a Luigi XIV che: «Il tante uomo politico veneziano. Per la Repubblica ricoprì un’infinità di il Molin, il Dolfin, il capitano fuggire l’incontro non è sempre da vice podestà di Brescia Ber- Marte codardo, come l’accettarlo incarichi prestigiosi e difficili fra i senza necessità egli è da incauto. quali una lunga ambasceria a Vien- nardo Donado (dei Donà Ogni sito vantaggioso non deve na proprio negli anni della guerra poi dalle Rose) uomo di eccitare al combattere». Dal «mani- in Italia fra francesi e imperiali. Fu a gran carattere e di valore (del festo del Signor Marchese di Catinat Varsavia e infine bailo presso la Su- blime Porta durante il quale morì e podestà Pisani non vi sono mandato al Re Cristianissimo sopra lettere e testimonianze), e i la sua diretione in Italia» (BCMC, su là sepolto. (Vedere la bellissima fondo Donà dalle Rose, ms. 467, e ricchissima scheda preparata da responsabili civili e militari XIII). Gino Benzoni per il Dizionario bio- si scambiavano continua- grafico degli italiani (vol. 40, 1991). mente dispacci con notizie, 12. François de Neufville duca di Il Dolfin iniziò subito un carteggio Villeroy (1644-1730), intimo di Luigi fitto col Senato per ragguagliarlo richiesta di consigli, ordini. XIV guidò più volte i suoi eserciti compiutamente. Bellissima e si- Da e per Venezia vi era poi un ma non brillò mai per intuizioni gnificativa la lettera che scrive in incessante scambio di rela- strategiche. Più avvezzo ai salotti di questa occasione al doge, vero Versailles viene ricordato per il ter- decalogo del nobile veneto che an- ribile bombardamento di Bruxelles tepone il servizio allo Stato (a sue 14. Il barone gli fece sapere che il dell’agosto 1695. Inviato in Italia a spese, non erano pagati) al bene principe Eugenio si professava “na- sostituire il Catinat subì una serie di della famiglia. Può apparire retorica turalmente” ignaro del fatto e «che rovesci militari per la sua incapaci- e tronfia, ma resta pur sempre una averebbe dato l’ordine perché fos- tà. Fu addirittura catturato a Cremo- testimonianza di questo civil ser- se riparato l’inconveniente» (lettera na nel 1702 dagli imperiali. vant dello Stato. quarta, Verona 18 agosto) 29 zioni e disposizioni, con cor- tanti sudditi sofferenti per le impiccare alcuni militari per rieri che partivano ad ogni ora drammatiche conseguenze aver ecceduto,18 ma di fat- del giorno e della notte. Gran del conflitto17. to le giustifica e in qualche parte di questa documenta- Il carteggio tra il Molin, modo le autorizza visto che zione si è conservata ed è i principali attori della crisi non è in grado di garantire stato possibile consultarla Eugenio di Savoia, i generali alle truppe il vitto quotidiano. all’archivio di Stato di Venezia gallispani, e Venezia am- Verso i veneziani usa sem- ai Frari dove è depositata. monta ad alcune centinaia pre la carota ed il bastone. Sono in gran parte fonti inedi- di lettere, se consideriamo Formalmente viene richiesta te, almeno per ll Bresciano 15, che ogni missiva per i po- la loro collaborazione per la ricche di notizie militari, poli- teri centrali era corredata da fornitura di carriaggi, barche, tiche, economiche, ma anche relazioni, scambi epistolari manodopera, fieno e viveri, di valutazioni su situazioni tra i protagonisti di entrambi ma se le autorità temporeg- e personaggi coinvolti e di gli schieramenti, informazioni giano o accampano difficoltà riflessioni, e sfoghi personali tra le parti. Quelle che ci subito viene minacciata la anche molto forti e critici del interessano relative al solo requisizione forzata motiva- Molin per le frustrazioni e la periodo luglio - settembre del ta da un atteggiamento più sua impotenza verso i conten- 1701 sono una quarantina e accomodante verso la parte denti e le stesse autorità della vanno dalla n. 80 alla numero avversa. Dominante16, intente ai loro 119. A queste se ne devono I veneziani furono molto giochi politici interni o a fa- aggiungere alcune del Dol- attenti ad usare un atteg- vore dell’una o dell’altra parte fin. Le missive indirizzate giamento equilibrato verso in campo e ignare e indiffe- al «Serenissimo Prencipe», le due parti in conflitto, ma renti al vissuto quotidiano di sono una vera miscellanea è indubbio che fino al pre- di notizie, che spaziano dalle cipitare dei fatti del primo informazioni militari all’incet- settembre il comportamento 15. Solo lo Zimolo le ha ampiamen- te utilizzata per un saggio molto ta di cereali, a commenti su dei franco spagnoli savoiardi ricco sulle ultime tre campagne mi- singoli, e danno l’opportunità nel nostro territorio fu abba- litari della Serenissima repubblica di leggere gli avvenimenti, le stanza corretto e rispettoso prima della fine, ma senza porre scelte strategiche dei con- di forme e sostanze. Se le attenzione ai fatti di casa nostra, tendenti, di cogliere l’oppor- truppe francesi si erano la- (vedi G. C. Zimolo in Archivio Vene- to 1928, Ve., p. 185-276) tunismo o la buona fede dei sciate andare a gravi eccessi comportamenti. Si fa un gran- nel Veronese, quelle spagno- 16. Allegata alla lettera n. 88 del de spolvero di complimenti le invece si comportarono 23 luglio da Verona, c’è una minuta senza indirizzo e senza alcuna fir- e di dichiarazioni di principio sempre in maniera estrema- ma – ma presumibilmente di mano in favore della Repubblica mente corretta: disciplina del Molin – nella quale il Provvedi- nelle lettere ufficiali del Sa- ferrea, rispetto delle persone tore generale si sfoga contro gli voia e dei marescialli tran- e dei beni, pagamento im- intrighi di palazzo in Venezia. Al salpini, ma poi come sempre mediato di quanto preleva- destinatario in laguna scrive di aver saputo che “il doge inclina ai fran- la realtà è molto diversa. to da contadini e autorità. cesi”, cosa che lo irrita fortemente Gli imperiali si fanno beffa Addirittura scrive il Molin al perché così si gioca alle sue spalle delle dichiarazioni di princi- generalissimo austriaco (in una partita scorretta, mentre lui è pio e hanno comportamenti riferimento ai fatti veronesi) impegnato a dare della Repubblica più consoni ad un esercito «per dove passano avisano li un’immagine di equidistanza dai contendenti. Aggiunge di aver sa- occupante. Per Eugenio non paesani di salvare li loro ef- puto in via confidenziale dai suoi in- valgono le cosiddette “salva- fetti prima che sopravvenga- terlocutori imperiali che il Savoia (il guardie” verso luoghi, edifici no le altre (le truppe francesi) principe Eugenio) ha scritto a Vien- e persone. A parole o meglio delle quali già parlano con na suggerendo di “prendere alcune nelle sue missive si straccia fortezze in ostaggio e di assicurarsi qualche piazza prima di uscire le vesti di fronte alle razzie dallo Stato” e che gira a Verona una della soldataglia, fa anche 18. Lettera n. 86. In risposta al ve- malignità circa il suo (del Molin) al- ronese conti Turci Eugenio accusa lontanamento dal potere. Il provve- 17. Il materiale documentario è addirittura i veneziani di aver causa- ditore, risentito si lamenta col suo conservato nell’immenso fondo del to i disordini in quanto bloccando le importante interlocutore e in qual- Senato sotto la voce: Provveditori di barche con i rifornimenti per i sol- che modo paventa la minaccia di terra e da mar, b. 80 (ex 122) per dati ne hanno causato la loro vio- stare a guardare aggiungendo che i dispacci relativi al Provveditore lenta reazione e la depredazione di “se tali voci fossero vere, lui non generale in Terraferma Alessandro beni e foraggi. Aggiunge che però potrebbe opporsi a forze superiori Molino e sempre PTM, b. 132 (ex ha ordinato l’impiccagione dei più e soverchianti”. 195) per i dispacci del Dolfin. agitati per dare l’esempio. 30 assai di libertà»19. di cannoni non le poterono Dalla lettura delle testimo- Il Vaudemont, il duca Ame- dispiegare per l’assenza di nianze raccolte dal Molin e deo e il Catinat concordano rilievi e la presenza di corsi dalla sua rete di informatori, con i veneziani un protocol- d’acqua e boschetti fluviali. si comprende in realtà come lo di “salvaguardie” cioè di Sarebbe stato semplicissi- in tutta la prima parte della luoghi abitati con popolazioni mo anche per loro occuparla campagna il principe Euge- e beni, luoghi di culto, pre- nelle settimane precedenti nio avesse temuto la superio- sidi veneziani da rispettare come avevano fatto a Palaz- rità degli avversari sia per il che invece il generalissimo zolo a luglio, ma tergiversa- numero di effettivi, il parco imperiale non vuole sotto- rono forse per un formale delle artiglierie, la migliore scrivere preferendo avere le rispetto di quanto convenuto disposizione stratetica. Le mani libere. La stessa occu- fra i comandanti veneti e sue maggiori preoccupazio- pazione della rocca di Chiari delle due corone, cosa sul- ni erano rappresentate, uno e della città violava le norme la quale il Savoia imperiale dalla difficoltà di reperire con del tempo secondo le au- passò sopra, o per un errato continuità sufficienti riforni- torità della Repubblica, ma calcolo strategico del nuovo menti in loco, visto che dal non secondo Eugenio, che comandante in capo Villeroy Tirolo giungevano via lago col a giochi fatti, il 3 settembre che riteneva quello di Chiari contagocce, due dal rischio invierà una missiva al Molino un piccolo presidio lì instal- di venir accerchiato e messo assumendosi ogni responsa- lato per coprire la ritirata del in condizioni di rinuncia- bilità e sollevando il presidio principe Eugenio verso Rova- re all’azione ed alla libertà veneto e i deputati cittadini to e le montagne. E questo di movimento. Per questo da ogni responsabilità. nonostante la mole di in- timore non volle mai perdere Questi infatti in un primo formazioni diverse e i pareri il controllo delle sponde del momento oppongono re- dello Stato maggiore alleato. lago rallentando così la sua sistenza e solo dopo le mi- Quando si convinse della avanzata verso il Milanese nacce di bombardare la città bontà delle ragioni adotte dai in attesa di ricevere anche acconsentono ad aprire le suoi consiglieri, la sconfitta nuove truppe e aver predi- porte ai cesarei. A quel punto era ormai cosa certa.20 sposto sicure via di fuga in ogni resistenza del piccolo caso di difficoltà. Dal Trenti- distaccamento veneziano di- 20. A Palazzolo l’occupazione del venta inutile e pericolosa per castello da parte dei francesi con non avevano onorato la promessa. la cittadinanza, per cui l’uffi- 500 fanti intorno al 20 di luglio, fu Secondo le indiscrezioni raccolte ciale comandante abbando- favorita dall’ingenuità dei deputati poi dal capitano dall’oste de “La locali che secondo quanto raccolto Posta” poi i francesi pensavano di na con la truppa la rocca. da testimoni dal cap. Scalfi, diedero portare da Milano dei cannoni per Il possesso della fortezza loro le chiavi (i locali invece si giu- rafforzare le difese del castello e di clarense fornisce alle forze stificarono dicendo che gli aggres- aprire una nuova porta con ponte imperiali indubbiamente un sori approfittarono di un’impalca- levatoio per fare sortite. Una lunga vantaggio strategico impor- tura esterna innalzata per lavori). Il trattativa col Vaudemont dei dele- possesso dei ponti sull’Oglio avreb- gati veneti porterà ad una soluzione tante, perché potendo piaz- be consentito un facile passaggio positiva (nella n. 92 vi è una missi- zare i cannoni in una posi- di truppe per tagliare le vie sulle va del generalissimo spagnolo che zione sopraelevata rispetto al montagne sabbine agli austriaci e avvisa il Molin d’aver ordinato alle piatto circondario, permette completarne l’accerchiamento La truppe di lasciare il paese di di sal- di controllare e impedire con città fu poi sgombrata dai reali e dare ogni debito). Lo Scalfi osserva presidiata da un corposo contin- poi in un’altra informativa allegata l’artiglieria ogni movimento gente veneto. I sindici del paese alla n. 88 diretta a Venezia, che il nemico. vennero poi mandati a processo. Il sentimento degli abitanti è di paura I francesi sebbene dispo- capitano veneto Scalfi il 22 luglio totale ma ingiustificato: «e si come nessero di numerose batterie riuscì ad entrare nel castello per la questi particolari (quelli appresi via del soccorso e ad incontrare il all’osteria) jo consideri poco veri- comandante degli occupanti che si simili; ma più sono derivati de […] 19. Lettera 84 del 14 luglio. Dice rifiutò di abbandonarlo. Non solo i timori e spavento in cui sono tutti il Molin che giudicando negativo il francesi cercarono di occupare pure quelli di Palazzuolo che piangono a comportamento degli alleati verso la rocchetta con la torre maggiore lagrime diffuse il loro stato vanno a le popolazioni civili (nel Veronese i ma i custodi chiusero le porte loro tutta furia ritirandosi con le robbe francesi si erano lasciati andare ad in faccia (lettera n. 90). Lo Scalfi sue ciascuno crede esser più sicuro eccessi e violenze inutili (lettera n. riferì al Molin altri due curiosi fatti. jo non ho mancato di consolarli 82 del 12 luglio da Verona), ha rac- Truppe spagnole si erano accam- col dirlo che non dubitino d’esser comandato ai suoi collaboratori di pate all’esterno e i cittadini avevano abbandonati e ch’il loro stato non suggerire agli abitanti del Bresciano loro concesso un prestito in contan- è così miserabile» perché aggiunge di nascondere beni e sostanze e di ti di mille filippi per far fronte alle non conoscono la situazione di al- mettersi in salvo nelle fortezze. spese in attesa delle paghe, ma poi tre comunità. 31 no i rinforzi scendevano con territorio nemico alla canoni- paesi del lago e a Brescia. parsimonia e ancora il giorno ca sopra gli Orzi. Nel frattem- Il tutto condito da una nota avanti lo scontro decisivo di po il doge aveva richiamato personale nella quale auspica Chiari attendeva con appren- il Dolfin dagli ozi familiari che «il Dolfin giunga presto a sione l’arrivo di quattro nuovi nominandolo Provveditore suffragare le mie debolezze». reggimenti tedeschi dalla via estraordinario di Terraferma La 101 del 9 agosto è molto d’Anfo21. Addirittura il giorno cosa della quale si compiace interessante per le conside- avanti la battaglia fa imbar- molto il Molin, e ordinato allo razioni poco lusinghiere che care sul lago uomini, mezzi, stesso provveditore generale il Provveditore di T. F. fa del vettovaglie salmerie come se di portarsi a Brescia. principe Eugenio, deluso o temesse una débacle. meglio meravigliato dalla sua La situazione va compli- inettitudine ed indecisione. Il Gli avvenimenti giorno candosi perché ormai dap- duca di Soissons senza pane, per giorno pertutto si respira aria di soldi, artiglierie campali per Il quotidiano scambio guerra. Tutto si ferma, la gen- assediare le fortezze, senza di missive con Venezia ci te terrorizzata fugge dove può truppe del genio, azzarda consente di seguire il lento con i pochi beni che spera di solo qualche scaramuccia, movimento di Eugenio di Sa- salvare. ma non si allontana dal lago. voia verso lo Stato di Milano Il mercato delle granaglie Amaro e ironico il Molin giu- sempre alle prese con gravi di Desenzano, uno dei più im- stifica questo comportamen- carenze di uomini, artiglieria, portanti del dominio di terra to, perché il Savoia ha tutta rifornimenti. Il 30 luglio supe- (come si legge nella missiva la «convenienza di restare in rato il Mincio si era portato tra n. 99 del 6 agosto), è ormai un paese grasso che gli som- Lonato e Castiglione con la completamente bloccato sia ministra ciò gli bisogna o se sua armata. perché la paura blocca i tra- lo piglia sopra il conto longo Il cinque agosto i cesa- sporti di grano dai tradizionali cosa comodissima».22 rei assediavano la cittadina luoghi di produzione e im- Nella successiva 102 del dell’alto Mantovano (difesa da magazzinamento, sia perché 10 agosto, - ormai la resa dei soli 400 francesi) con quat- gli imperiali fanno incetta di conti tra i contendenti si av- tromila uomini e sei canno- tutto, suscitando le proteste vicina ma non vi sono novità ni (lettera n. 98 dello stes- non più solo verbali di chi eclatanti da comunicare al so giorno). Così mentre la deve rinunciare al foraggio Senato e al doge - accenna principessa Laura Pico della e agli animali. Così succede solo all’arrivo delle cernide Mirandola moglie di Ferdi- a Lonato dove la fornitura di padovane e di sei compagnie nando II Gonzaga, ultimo ben 800 carra di fieno non di corazze vicentine. Esprime signore di Castiglione (fuggito pagati accende forti tumulti; con durezza il proprio malu- a Milano), con i quattro figli così a Ponte Passero dove more ancora una volta per il veniva accompagnata da sol- i villici col Grimani reagi- doppiogiochismo della no- dati a Verona presso parenti, i scono alle pretese di fran- biltà rimproverando al conte poveri abitanti erano sotto un cesi e alemanni causando Mazzoleni di darsi da fare per violento fuoco d’artiglieria. la morte di alcuni soldati. procurare il foraggio al Sa- Le forze poste a difesa capi- I contatti fra le due armate si voia. Prima, - scrive al Donà toleranno il giorno seguente. moltiplicano e presto - come - bisogna riservarlo all’eser- si riferisce nella n. 100 dell’ot- cito e ai residenti e se ve ne Il Molin in questa prima to agosto - , si giunge ad uno sarà in eccedenza questa va parte del mese, giudica anco- scontro cruento a Canneto venduta a prezzo giusto per ra possibile una soluzione che dove i francesi, gettati due ricompensare i sudditi di tanti metta il territorio bresciano nuovi ponti, hanno tentato sacrifici!. al riparo dallo scontro aperto, di riattraversare il fiume. Re- Il 12 agosto 1701 inaspet- ritenendo fattibile che il duca spinti perdono 100 cavalli e tatamente Eugenio di Savo- Eugenio attraversi il fiume 50 uomini caduti prigionieri. Oglio a Pontevico e passi in Il generalissimo veneto pensa 22. In sostanza dice che il conto ad un possibile abbandono delle spese non pagate dagli impe- di Mantova da parte dei tran- riali è ormai lunghissimo e difficil- 21. I rinforzi incontrarono a Vestone mente sarà portato all’incasso e per forti difficoltà per la presenza di un salpini e ad una facile marcia questo il principe non si fa mancare importante presidio francese, e solo verso Milano dei cesarei, ma nulla. A conti finali fatti le spese per l’intraprendenza di guide locali nel contempo distribuisce le non saldate per il solo Veronese poterono scendere lungo vie alter- forze a sua disposizione nei ammonteranno a più di 200 mila native verso Nave e Brescia. ducati. 32 ia leva il campo dalle terre ferma a Desenzano il tempo 400 cavalleggeri tedeschi limitrofe al lago e muove di emanare nuove disposizio- si portano lo stesso al di là incontro ai franco-spagnoli ni per rianimare quel mercato dell’Oglio con molti contadini che sono accampati ancora al e per far uscire allo scoperto di Urago con la falce per “fare di là dell’oglio fra Antegnate, gli accaparratori di grano of- erba” in una lingua di terra Calcio e Romano. Lascia solo frendo sussidi per sostenere il cremonese che si insinua tra pochi uomini del Reggimento prezzo del frumento sopra le Crema e la Bergamasca, ma del Tirolo, a difesa dei ma- 40 lire la soma (uguale a due vengono respinti dai francesi. gazzini. Alessandro Molino stari veneziani) (lettera 105 Questi hanno cambiato tattica commenta a tal proposito che del 18 agosto). e ora terrorizzano gli abitanti di fronte all’insolenza degli Intanto l’esercito cesareo della Lombardia spagnola ma occupanti è consolante e una dopo una tappa nel territorio anche del Cremasco. Inoltre garanzia la presenza ordinata tra Torbole e Roncadelle si è da un po’ di tempo hanno delle cernide padovane e del- accampato fra Ospitaletto e smesso di pagare i prelievi di le corazze vicentine (lettera n. Coccaglio da dove secondo derrate e fieni dai civili. 103 dello stesso giorno). i veneti mirava a passare il Il Molin allora si appella ai fiume Oglio a Palazzolo per comandanti francesi e ottie- L’umore del comandante inviare la cavalleria in incur- ne un accordo che contem- veneziano è altalenante e i sioni verso il Cremonese. pla pure alcune salvaguardie suoi sfoghi sono specchio di A risvegliare dal suo momen- di paesi. Il principe Eugenio una forte frustrazione se non taneo immobilismo il prin- ha fretta ora di riprendere la depressione. Infatti la mis- cipe Eugenio ci ha pensato marcia verso Milano e solo a siva successiva n.104 del 15 l’imminente arrivo del nuovo parole dà il suo consenso a agosto, gronda di amarezza generalissimo francese il Vil- questo accordo; al massimo ed è una disarmante dichia- leroy con rinforzi importanti. dice può accettare solo due razione d’impotenza davanti Lo squilibrio di forze che si va salvaguardie ma la cosa non all’evidenza che le prepotenze accentuando rende la tattica deve figurare in alcuna scrit- degli occupanti hanno portato attendista inutile e pericolosa, tura ufficiale! alla carestia di cui soffre la ma le difficoltà dell’armata Il tempo stringe. Il 21 popolazione civile. Fa alcune cesarea sono ben sottolineate agosto (lettera 107) rice- riflessioni a voce alta sulle nella relazione n. 106, del ve rinforzi dalla Croazia e conseguenze delle man- 20 agosto, dal Provveditore rinfrancato muove tutto cate scelte forti del potere generale di Terra Ferma e l’esercito. E’ a corto anche centrale che non ha avuto il consistono in particolare nella di danari tanto che dà al coraggio di agire al momen- mancanza di pane perché i barone Martini solo 12mila to giusto, ma nel contempo forni sono rimasti ancora nel ducati con i quali dovrebbe si ritrae quasi avesse osato Salodiano e non ci sono ab- provvedere ai rifornimen- troppo e chiosa ironico che bastanza carri per il trasporto. ti di tutta l’armata (n.108). non può permettersi questi Il Molin riferisce poi al Sena- Il 23 agosto arriva il nuo- lamenti in quanto spetta al to un fatto che ha creato un vo generalissimo francese Senato prendere decisioni e forte allarmismo. La cavalleria François Neufville duca di a lui spetta solo obbedire… con il “treno del cannone” il Villeroy nei pressi di Crema, Il Molino non è molto convin- 18 si è presentata davanti a e un forte contingente gli va to della necessità di andare a Chiari sulla via per Pontoglio, incontro. Il nuovo campo Brescia vicino al teatro della seguita due giorni dopo dalla franco spagnolo savoiardo guerra, ma gioco forza «ras- fanteria che era impegnata in posto là dove voleva andare segnandomi alle pubbliche gran parte a fabbricare pane. il prinz Eugenio gli dà un commissioni» vi si reca. Il prinz Eugenio esprime in significativo vantaggio stra- Durante tutta la campagna lui confidenza al conte Ugge- tegico. Ma il duca altezzoso con lo Stato maggiore veneto ri il suo timore circa il fatto e privo di cognizioni militari non si allontana dall’ombra di poter trovare adeguati sul terreno, crea disagi e del Cidneo, perché per lui si rifornimenti nella Bergama- disaccordi nello Stato mag- danno da fare moltissimo il sca e Milanese. Il conte gli giore alleato, irritando oltre Donà, il Dolfin e i suoi dele- risponde che gli avversari misura il duca di Savoia e gati presso i due contendenti, hanno fatto terra brucia- sarà incapace di trarne le giu- il Tadini e l’Uggeri. ta davanti per far trovare ste conseguenze operative. Durante la marcia d’avvi- il deserto alle sue truppe. Il 24 agosto l’armata francese cinamento alla nostra città si Lo stesso 18 agosto però è forte di più di sessantami- 33 34 35 la uomini, memtre il Molin è scontro decisivo è ormai im- si disgrazie”»23. nella città di Brescia e ha a minente si fanno sempre più Inoltre distribuisce in disposizione 7 reggimenti di decisi. Dal campo gallospano vari paesi della zona alcune fanteria e ben 2000 cavalli, sono stati inviati i bagagli, le compagnie di oltremarini e in mentre non ha dati attendibili salmerie e la pletora di civili altre la cavalleria. della consistenza delle truppe che accompagnano l’esercito cesaree (lettera 109). in trasferta, a Lodi. Inoltre il Il Molin per una volta lascia Il 25 agosto il comandan- conte Tadini è stato fermato trasparire le sue preferen- te imperiale (lettera n.110) e impedito di raggiungere il ze per la parte imperiale e ottiene la certezza che le campo savoiardo ed è qua- considerando per chi batteva sue nuove truppe sono mol- si prigioniero. Così il Dolfin il cuore del popolo, osserva to vicine. Cinquemila fanti, mentre tentava di raggiunge- che se il principe Eugenio un reggimento di dragoni a re Crema con due compagnie avesse lasciato lo Stato come cavallo e mille ussari. A poca di cavalleria su ordine del promesso questi avrebbe po- distanza seguono diecimila Molino, ha trovato la strada tuto contare anche sui suddi- ausiliari. I dragoni del reg- sbarrata poco dopo gli Orzi e ti veneti come suoi alleati. gimento Vaubonne appena ha dovuto fermarsi per cerca- Invece «Ora non è uscito il arrivati si copriranno di gloria re una via alternativa e sicura. cesareo ma vi entrato anche pochi giorni dopo attaccando Il 31 agosto lo scacchiere è quello francese», cioè non oltre Oglio a Villachiara un tutto in movimento (lettera solo non ha abbandonato il convoglio francese in trasferi- n. 114) ben riassunto dalla territorio veneto l’esercito im- mento da Cremona al campo descrizione che ne fa il Mo- periale, ma disgraziatamente e prendendo prigioniero il lin: «Voltafaccia dell’esercito vi è entrato anche quello fran- brigadiere di Narbonne con cesareo che tiene la dritta co spagnolo e questa è una 12 ufficiali e vari soldati sem- sull’Oglio a Pontoi et s’esten- terribile calamità non solo plici. de verso Chiari; continuano perché la battaglia decisiva Il 27 agosto il Molino visita li francesi nel disegno preso si svolgerà nel Bresciano, il Castello trovandolo ben di- di circondarlo, sia per levar- ma anche in previsione del feso e ricco di bocche da fuo- gli la sussistenza, macerarlo prosieguo della campagna co (lettera n.111). Mentre la et poi venire a battaglia, sia e dei quartieri d’inverno. In battaglia si rinvia di giorno in per prontamente cimentar- prospettiva non si tratta più giorno, egli lavora per un’in- si; certo è che li francesi si di salvare il grano e il fie- tesa scritta sulle salvaguardie trovarono hieri da Rudiano no e di resistere a qualche ma inutilmente. Invia ai supe- sull’Oglio avanzati con l’ala piccola insolenza, ma a ben riori una dettagliata relazione dritta quasi fino sul camin re- altro di incalcolabile portata. sulla disposizione del campo ale di Bressa» nel tentativo di Approfittando del passaggio franco-savoiardo frutto delle accerchiare i cesarei e tagliar per Brescia del brigadiere osservazioni del sergente di loro ogni via di fuga. «Cor- di Narbonne, prigioniero e campagna Grimaldi che, in- sero poi voci che i tedeschi diretto in Tirolo, lo accoglie viato a portare un messaggio avessero mandato la caval- in Broletto e ha con lui un co- al duca di Savoia era stato da leria ad impegnarli, ma ciò struttivo colloquio sugli errori questi trattenuto a colazio- – scrive sempre il Molin - non della strategia del Catinat. ne e poi invitato a visitare il corrispose a verità tanto che Intanto i francesi hanno ri- campo. a sera mandai una relazione chiamato i quindicimila fanti I veneti (ma anche gli semplice con la staffetta. Pre- fermi a Soncino e fanno affi- altri eserciti) sono afflitti sagendo cose grosse a breve damento sul fatto che la pre- dal grave problema delle “di un affare di tante conse- diserzioni e dalla mancan- guenze”». 23. Il duca di Savoia in persona ai za di denari tanto che un Il Provveditore, esperto sudditi veneti che fuggivano pas- sando da Rudiano assicura che comandante (non si legge uomo d’armi e vincitore di avrebbe garantito in ogni modo la il nome nel testo della infor- tante battaglie sul fronte bal- loro sicurezza, e lo stesso ribadisce mativa n. 112 del 28 agosto) canico, ritenendo imminente entrando il 30 agosto a Castrezzato ha dovuto provvedere con la resa dei conti, ordina ai di buon’ora, invitandoli a non fug- propri fondi a fornire una sudditi veneti di «stare nelle gire assicurandoli che sarebbero stati trattati da “buoni amici”. La divisa a più di 200 uomini. loro terre alla custodia delle storia purtroppo non andò così Sempre il 28 agosto una medesime né di mescolarsi e i paesi attorno a Chiari vissero nuova missiva la n.113 parte per nessuna ragione nella drammatici avvenimenti e violenze per Venezia. I segnali che lo “causa alliena per non attirar- inenarrabili da soldataglie francesi e tedesche allo sbando. 36 senza di tanti canali e fiumi presidio. Da Chiari l’Uggeri lo situazione precipitasse e vi impedisce alla cavalleria te- ragguaglia su una richiesta- fossero novità significative. desca (ma anche alla loro) di ultimatum del principe impe- Nel testo riferisce della libera- operare. Il principe Eugenio riale: questi pretende di far zione del co. Tadini e del suo al contrario confida nell’arrivo entrare le sue milizie in paese allontanamento dal campo imminente delle fanterie te- o almeno di poter occupare delle due corone dopo che desche e temendo imboscate una porta. questi ha visto l’esercito alle- alleate sulla via d’Anfo, ordi- Di fronte agli iniziali di- ato in marcia «con l’ala dritta na ai reggimenti di ritornare nieghi veneti il cesareo si verso Coccaglio quasi fino a Lodrone e prendere la via adira,dice di non poterne fare sul camin reale di Bressa, e dell’Adige, ma il reggimen- a meno adducendo come la sinistra su Chiari» mentre to Serrer era già a Vestone giustificazione che Chiari non «L’esercito cesareo stava per come riferisce il Negroboni. era annoverata come fortez- appunto all’opposto in simil I soldati (tra duemila e i za e che «li francesi hanno situazione col canòn ……… duemilacinquecento) ignora- fatto il simile a Rudiano e da cavalli di frisia nelle vici- no il contrordine del Savoia gli spagnoli a Castrezato..». nanze di Chiari et fra loro vi e prendono la via delle mon- Il comandante veneziano sono due seriole dalle quali tagne ben provvisti di pane comprende le conseguenze era stata cavata l’acqua dagli prontamente pagato, e guida- generali dell’accettazione di alemanni per ingrossar l’O- ti da montanari sabbini. Die- una simile richiesta e le rica- glio ora l’hanno restituita per tro di loro marcia poi il reg- dute immediate per questa circondare il loro campo la gimento di Lorena, mentre comunità che conta dieci- battaglia. E non può evitarla lontani sono gli ussari (caval- mila anime. Prende tempo (i tedeschi non possono evi- leria). I lorenesi per evitare (forse in cuor suo spera che tare la battaglia) non avendo le strade della valle strette e il Carignano Soissons usi le che una via di fuga svantag- dirupate, hanno inviato via maniere forti e prenda manu giosa verso le montagne». lago di Garda carriaggi e sal- militari possesso della rocca Il co. Tadino lascia il cam- merie fino a Desenzano e così sollevando i veneti da una po dei francesi con la lettera hanno corso più veloci e leg- possibile accusa di conviven- del duca di Savoia per le “sal- geri. Al contrordine si ritirano za) e scrive al conte Uggeri ve guardie”24 e il Molin ag- a Salò dove hanno portato di rappresentarlo in tutto «et giunge «con le risposte delli pure le farine da Desenzano insinuare che li francesi ben principi di Vaudemont, mar- per metterle al sicuro. lungi di havere sostenuto un chese di Villeroy e conte di tale trapasso fatto dalle loro Tessé che humilio dicendomi La vigilia dello scontro genti in Palazzolo, haveva- credere assolutamente che Gli avvenimenti in que- no comandato di evacuarlo per ommissione accidentale sta convulsa giornata del alle mie prime instanzie». non vi sia quella del Duca (di 31 agosto si accavallano e la Aggiunge nella relazione per Catinat) troppo distratto ne situazione va precipitando. i palazzi del potere laguna- gli affari». Contemporaneamente - rife- ri che «Del medemo tempo Tutti si rammaricano degli risce a Venezia sempre nella havendomi scritto li deputati eventi. «Secondo tutte le n. 114 – gli giungono due della terra, li animo a tenerla notizie molto inquietanti che ben chiusa essendovi pure 24. La lettera del duca di Savoia a richiedono grande pruden- una compagnia di oltremarini nome degli altri capi militari del- le due corone dice (tradotta dal za nella risposta da dare agli ch’è garantisce la preven- francese). «Noi dichiariamo con la interlocutori. Il provvedito- zione et la vigilanza senza la presente che si accordano dette re della Magnifica Patria lo forza». salvaguardie d’un uomo solo nei informa che i cesarei vogliono luoghi che stanno tra le 2 armate tante barche per portare a Il primo settembre in ogni parte che siano, le quali sal- vaguardie dovranno esser rispettate Salò i grani dei magazzini de- Nella primissima mattina e queste non faranno cos’alcuna senzanesi, perché il paese è del primo giorno del nuo- contraria alla buona fede e non più vicino ad una possibile via vo mese, dopo una notte di scrivendo né dando avvisi circa li di fuga per il Tirolo e a Riva veglia e di tensione, il Prov- nemici, il che intendendosi dover via lago. Il Molin allora gli veditore generale invia con la esser reciprocamente esseguito dalle due armate et sopra la loro al suggerisce di prender tempo posta ordinaria alcune scar- di dietro ciascuna potrà metter det- e al massimo di ospitare in ne informazioni sulla situazio- te salvaguardie ma non assieme. Salò il magazzino ma non ne (lettera n. 115), per poter Date dal campo di Castrezzato 31 i soldati di scorta né alcun usare la staffetta veloce se la agosto 1701, Amedeo» 37 apparenze non haverò biso- ore (lettera n.116). Scrive che con quell’altre espressioni gno di valermi della Carta appena spedita la missiva con che S. Serenità degnavano del signor. Duca per le sal- la posta ordinaria «Soprag- far leggere. Protestavano ve guardie. Farò che segua giunsero persone da Chiari que’ popoli, che gl’imminen- prontamente la nomina di un che mi riferiscono havere li ti disastri non li affliggevano commissario come l’Uggeri francesi verso le 18 hore25 tanto come il riflesso d’es- al campo cesareo et come attaccata l’ala sinistra delli sere stati costretti ad aprire il Principe di Vaudemont me Todeschi, la quale copren- le porte ad armi forestiere. ha dimanda scriverò a lui do Chiari, se lo tiene alla Il capitano degli Oltremarini senz’altro, et mi servirò poi schiena: vi si è fortificata con mi scrive non essere stato del mezzo di esso deputato trinciere di terra et d’alberi et né consultato né avertito per levare quelle ombre che vi ha posto cannone conti- della rissolucione trovan- vedo assai invalse contro li nuando veramente: la Dritta dosi hora imbarazzato con sudditi apportando veramen- nel posto di prima, estesa la insegna di San Marco, et te rimedio a quelli desordini sino all’Oglio fra Pontoij et il Colombo capitano del- de quali sarò informato.. ». Urago. Tutti accordano che le cernide si scusa di ha- Aggiunge a chiusura del testo le cannonate habbiano conti- vere aperte le porte della che la missiva parte con la nuato per tre o quattro hore, Rocca doppo le proteste posta ordinaria «per accom- ma nessuno mi sa dire l’essi- di abbatterle col cannone. pagnar per staffetta gli avvisi to che per quanto ri…. Non Tutta questa non è che un che sopravvenissero no sa- può esser coll’impegno di ammasso di irregolarità le pendo se l’impedimento delle battaglia alla quale non vo- quali trovarebbero li suoi seriole ingrossate habbi per- lendo venire li Todeschi non ripieghi se non vi fosse il suaso li francesi a differire la vi possono essere forzati. riflesso d’un essempio pes- battaglia ò che si contentino Vi è ben altro emergente che simo in faccia degli esserciti di stringerli et abbatergli con merita la pronta notisia a delle Corone, mentre se ad gli incomodi prima di venire Sua Serenità per le sue con- un partito s’admette la rag- al cimento». Il principe Euge- seguenze. Pars in ferendo. gione del Cosi………. l’altro nio ha sfruttato al massimo Il principe Eugenio nel se ne valerà conforme al bi- a suo vantaggio la situazione proposito di voler Chiari à sogno; et l’abbuso introdotto del territorio clarense che già sua disposizione ha con le nelle Terre potrebbe passare naturalmente con la ricca pre- minacie di rasarlo forzato oltre quando sia lecito di senza di canali e di consisten- quei sindici à dargli una occupar tutto quello dove ti macchie di alta vegetazione porta, et poche hore doppo può arrivar la forza contro la impedisce i movimenti della ottenuta la porta ha occupa- quale vostra Serenità non s’è cavalleria e ha predisposto to la rocca, dove ha piantato premunita stante le amplis- ostacoli e difese che consen- il cannone, promettendo sime dichiarazioni di lasciarla tono di supplire alla minore protezione ai sudditi et che quieta nella sua neutralità. consistenza delle sue forze e ciò sia per cautelarsi da Non so se li proclami che si costringono i franco-spagnoli mal maggiore hanno essi facessero possano in qualche a tentare assalti alla dispera- resistito quanto che lo ha parte sanare il pregiudicio né ta. Infatti il gran numero di permesso il timor di vedere mancherò di farli con termi- morti sofferti dagli attaccanti forzate le porte della terra ni proprij fino ad altri ordini è dovuto proprio ai conti- indi saccheggiate le loro case più precisi. Dall’…. come nui - ad ondate successive dalla licenza de soldati et nella istessa terra si ritrova- - tentativi delle fanterie di per testimonio della propria no quantità di grani che il rompere la cerchia di trincee fedeltà mi mandano copia baron Martini ha chiesto di e terrapieni e avvicinarsi al di carta segnata dal Principe comprarne il bisogno minac- paese vanificati dall’artiglieria Eugenio quale confessa di ciando il pigliarlo, quando caricata a mitraglia e ai colpi haverli obligati con un scip- facessero scrupolo di ven- dei difensori sicuri dietro i po (essendo) non vero che derne. Insinuo alle genti di ripari . (Chiari) sia Terra aperta et pigliare denaro di quello che già non si può dire più nelle 1701 primo settembre, loro mani; vero essendo veri- 25. le 18 dell’hora italica corrispon- la battaglia dono all’una del pomeriggio. Fino simile che li Todeschi, stretti Lo scontro è iniziato ed il al 1797 nello Stato veneto vigeva come sono dalli Francesi, vo- Molin informa subito Venezia l’”hora italica” per la quale il giorno gliano mossi dalla fame, per degli accadimenti di quelle principiava alle 19 della sera prece- non toccar il pane de sudditi dente. 38 di V. Serenità che crederanno comunità di Chiare come tre volte rivenuti alla mar- poter già proceder altrove. luogo aperto può riuscire cia e tributati fino alla sera Ogni operacion di ….(cesa- vantaggioso al nemico il restò agli Todeschi lo spo- rei) … ritroverà la sua giu- quale viene avanzandosi», glio de morti abbandonati stifficatione appoggiata su di ha chiesto ai sindaci di ce- dalli Francesi per ritirarsi loro convenienze né si faran- derglielo e che non l’avrebbe al loro campo di Castrezato. no scrupolo che deroglino occupato se non in caso di Il Reggimento di Normandia alle cose altrimenti concer- necessità. I sindaci avrebbero fece il primo attacco non tate. voluto conoscere l’opinione spalleggiato dalli quatro Da questo esempio ben del Molin ma il cesareo non pezzi di cannone per i qua- vede la Serenità vostra qual ha acconsentito. li non trovarono sito alto fondo si può fare sopra Il giorno fatidico è appena abbastanza. Dall’altra parte il la ressistenza de sudditi passato, ma ancora a Brescia reggimento Suldestein so- da se stessi: crescono … i veneti non hanno un quadro stenne il primo impeto, poi prevencion che basti dove preciso degli avvenimenti e rilevato da quello di Negrelli mancando fondamenti degli del risultato dello scontro. et li granatieri di Mansfelt accordi si usa la forza sopra In quelle convulse ore il chiusero la giornata, pren- della quale caderanno da qui generalissimo ha cercato di dendo gli Alemanni di havere avanti li riflessi della sere- ricostruire il più fedelmen- cinque bandiere con cento nità Vostra come si debba te quanto successo a Chiari priggioni la maggior parte frenarne il corso……..». attingendo a varie fonti: dalle Ufficiali che vi siano restati Il Molin sembra però non relazioni ufficiali dei suoi rap- di due mille morti; fra i quali capire la vera portata degli presentanti sul campo di bat- due Brigadieri et il nipote di avvenimenti e di fronte all’oc- taglia ai racconti di viaggiatori Catinat et mille feriti quali cupazione di Chiari teme e mercanti che si trovavano costino à loro pochissimo la reazione dei francesi, e malauguratamente a passare sangue. Questo vè quanto manda al doge anche una per quei luoghi e nella lettera della giornata di hieri non serie di allegati a sua giustifi- n. 117 del 2 settembre, fa havendo fin hora alcun av- cazione (lui è al sicuro dietro una dettagliata descrizio- viso che hoggi sia seguito le fortificazioni cittadine) e dei ne di quelle ore decisive26. immaginabile movimento»27. responsabili clarensi. «Combinando assieme La prima è una lettera dei più relacioni che mi sono 27. Il fedele resoconto di quelle deputati di Chiari che dan- procurato de faccendieri, ore convulse fatto dal co. Uggeri no la loro versione dei fatti: concordano che li Francesi costretto nella città di Chiari gli giunse fuori tempo massimo per- «Apena resa la porta alle 3 alle 18 hore attaccassero li ché questi solo la tarda sera potè di notte ecco sopragionge Todeschi nelle trinciere alla raggiungere Cologne e da lì inviar- l’istesso signor generale della Chiesola fuori dalla Porta glielo. Vale la pena leggerlo perché fanteria alemana con minac- di Chiari et in due altri siti è forse il più preciso, attendibile cie di fuoco à desolazione contigui frà le case vicine e imparziale: «Cologne, primo settembre 1701 à hore 3. Lette- di tutta la terra, quando non alle fosse della Terra, dove ra del co. Paolo Uggeri destinato se gli dà la libertà d’entrar trovatele non finite fossero commissario all’Armata cesarea. nella Rocca questa mattina. anche penetrati poi respin- E’ principiata la battaglia alle ore Dettogli esservi Guardie di ti alla sopravvenienza del diciotto col’attacco che hanno fatto S. Marco, rispostoci chi l’ha Prencipe Eugenio con rinforzi li Francesi al fianco sinistro dell’ar- mata imperiale che è trincerata alla …., et obligati li sindici ivi et così successivamente per seriola à mezzodì di Chiari. Questa portarsi perché dal capitanio è continuata sino all’imbrunire del Colombo gl’era stà risposto 26. Inoltre allega a questo dispaccio giorno con un foco continuo non di più tosto morire che ren- un dettagliatissimo disegno con l’il- essendosi per la quantità degli derla; lo stato essendo della lustrazione delle posizioni delle for- arbori, essersi potuto impiegar la ze in campo e il succedersi degli av- cavalleria de’ francesi. Si è segna- Rocca priva di soldati …... venimenti. Il tutto giunge a Venezia to nella fazzione il Reggimento di Vedendosi tutti attorniati da al 5 settembre e costituisce la più Boulon che ci è rimasto tutto. Dopo milizie e cannone alla fine la completa e veritiera testimonianza questo sono entrate al cimento tre rocca viene ceduta ai cesa- dei fatti clarensi del primo settem- brigate e due reggimenti di dra- rei….». bre. La maggior parte delle mappe goni che vi sono morti più della è posteriore di anni agli avvenimen- metà de Tedeschi pure ve ne sono Segue la lettera del 31 ti e rappresenta le forze in campo in rimasti molti, ma tutti soldati ordi- agosto di Eugenio di Savo- forma solo statica. Addirittura le più nari, eccetto li due tenenti colonelli ia nella quale questi dice conosciute rappresentazioni della Mansfelt e Pritestein che son restati che «siccome il luogo della battaglia sono di autori tedeschi e feriti. Lo spoglio de cadaveri è ri- sono di fantasia. masto à tedeschi, che oltre di ciò 39 In quelle ore intanto a Chiari principe non evita alla città Nel frattempo nel cam- chi non aveva potuto abban- violenze e saccheggi. Case po alleato si era consumata donare la città – già dalla fine private (il palazzo Chizzola una irreparabile frattura fra i di luglio l’avevano fatto i notai venne privato di tutto dal savoiardi dall’una e i franco - infatti da tempo non viene contenuto agli infissi), chiese, spagnoli dall’altra. Il duca rogato di fatto alcun atto vennero ripulite. Drammatico Amedeo con le sue truppe ha come se la città vivesse in un è poi il bilancio in campagna abbandonato il campo accu- tempo sospeso con il blocco dove non si è salvata alcuna sato non troppo velatamente di tutte le attività ( solo verso pianta , vite o gelso, sradi- di essere stato in combutta la metà di settembre ritrovia- cati o tagliati per far legna. col cugino. Di lì a pochi mesi mo i primi rogiti), che assie- Sui paesi vicini si scatena il savoiardo porterà armi e me alla nobiltà, clero e altri l’ira dei francesi e poi ancora bagagli al servizio dell’impe- notabili sicuramente avevano dei tedeschi. A Castelcovati ratore. Il Catinat riprende la cercato rifugio a Brescia. I la violenza raggiunge limi- via della Francia lasciando al poveri, i malati, i funzionari, ti estremi tanto che decine Villeroy la piena guida dell’e- erano stati costretti a resta- di fedeli di ogni età e sesso sercito. Questi verrà l’anno re in paese. Nelle stesse ore raccolti in chiesa in preghie- seguente sconfitto pesante- della battaglia gran parte dei ra, sono privati così come mente a Cremona dai cesarei residenti stava partecipando il curato, di tutti gli abiti e e addirittura fatto prigioniero. ad un rito religioso di pre- lasciti ignudi. Per giorni andò Nei giorni successivi il ghiera nella basilica faustinia- avanti il terribile spettacolo timore del riaccendersi della na dove sull’altar maggiore senza che i veneziani possa- lotta va lentamente scemando era esposto il Santissimo no opporsi alla scelleratezza perché i francesi preferirono Sacramento.28 La vittoria del delle milizie29. levare il campo e rinunciare al contatto col nemico. Nei hanno la gloria d’aver acquistate 5 la divina clemenza in tal urgentis- mesi successivi gli eserciti si bandiere, e quantità di tamburi. Li simo bisogno, essi componenti et regimenti tedeschi che hano com- vicini s’attrovavano in detta Chiesa, portano verso l’Emilia e altri battuto sono ….. e Nigrelli oltre li sentendo il grande rimbombo delle territori non soggetti alla Re- granatieri di Mansfelt che col gran canonate si risolsero unitamente, pubblica. fuoco hanno respinto il nemico». stando il bisogno del Divin aiutto Venezia in uno sforzo levarsi in piedi et motu proprio eccezionale capì in parte la 28. Ce ne dà testimonianza un con li loro capelli alle mani prima atto notarile rogato da Antonio in quelli vi posero suoi denari et lezione e tardivamente raf- Biancinelli il 2 maggio dell’anno poi ricercarono per tutta la chiesa forzò la sua presenza militare seguente (ASBs, f. 9499) attestante l’elemosina con queste precise pa- in questa parte del Dominio che nelle ore cruciali del cimento rolle, l’elemosina per il Santissimo mentre tantissimi fedeli col parro- tanto che nei primi mesi del Sacramento dimandandola à cia- 1702 si contavano solo a co Giacomo Giugno erano raccolti scheduno in nome del Santissimo in preghiera davanti al Santissimo, e le raccolsero abbondantissima Chiari più di 2000 uomini terrorizzati dai rombi dei cannoni, quale posero sopra l’Altar Maggiore posti a presidio del territorio. in chiesa spontaneamente si avvia- di detta Chiesa dove era esposto Così a Palazzolo, Rudiano, va una raccolta di fondi a favore il Santissimo e dal reverendissimo della Scola del S. Sacramento e Pontoglio e via dicendo con signor Prevosto di detta chiesa guarnigioni meno consistenti. i suoi bisogni come ulteriore of- furono interpellati chi haveva rac- ferta a Dio per impetrar la pace. comandata la sudetta elemosina; Il Bresciano ritornerà scena- «Fede su una raccolta di denari à cui risposero detti comparenti di rio di guerra tra francesi ed nella parrocchiale il primo set- detta cerca fossero motu proprio imperiali tra il 1704 e il 1706 tembre 1701 durante la battaglia. per servirsene la Venerabile scola Comparsi nell’atti di me nodaro in particolare nel territorio del Santissimo ne suoi bisogni et della Magnifica Patria. infrascritto alla presenza dell’infra- ciò attestano con loro giuramen- scritti testi Biasio q. Paolo Bricone to…». e Bernardino q. Michiele Foglia della terra di Chiare et habitanti, quali si ritrovarono nella Chiesa 29. Nei fondi dell’Archivio di Stato Parocchiale Collegiata delli Glorio- cittadino vi sono ancora conserva- sissimi santi Faustino e Giovita di te centinaia di polizze attestanti i detta terra, sotto il primo settem- danni che i singoli e le istituzioni bre prossimo passato in tempo era avevano patito in quei giorni. La esposto il Santissimo Sacramento, Repubblica aveva richiesto la loro mentre seguiva la battaglia tra esibizione per una possibile stima l’armate cesarea e quelle delle tre complessiva dei danni arrecati ai Corone, vicina alla terra di Chiare à patrimoni privati e ai beni pubblici mattina parte nel qual tempo con ma solo pochi fortunati poterono grandissimo concorso del popolo accedere alle provvidenze pubbli- si facevano orationi per supplicar che. 40 Curzio Troiano da Navono Un poco noto editore bresciano a Venezia nel XVI secolo

di Giuseppe Nova Bibliofilo

ochissimo sappiamo circa la vita e l’attività P di questo figlio della terra bresciana attivo in campo editoriale a Vene- zia nel XVI secolo. Le poche notizie desunte scorrendo sia i principali repertori re- lativi all’arte della stampa, sia gli annali della tipografia lagunare, non consentono, purtroppo, di tracciare una pur minima traccia sulle sue vicende editoriali, anzi dalla lettura dei documenti in que- stione viene addirittura a de- linearsi una figura piuttosto nebulosa, sulla quale esisto- no più congetture che reali dati di fatto. Tenteremo, quindi, a fron- te di uno studio particolare delle sue non certo abbon- danti pubblicazioni e sulla Figura 1. Marca editoriale di Curzio Troiano da Navono raffigurante base di documenti di recente un leone rampante in scudo sormontato da un elmo e sostenuto acquisizione, di ricostruirne da due guerrieri (Venezia, XVI secolo). la storia e di ordinare la sua poco nota produzione. Dobbiamo innanzitutto do luogo, non esistendo a da Navò, Curzio Troiano di segnalare che alcuni studiosi, tutt’oggi studi specifici che lo Navò, Curtio Troiano di Navò, soprattutto del secolo scorso, riguardano, permangono seri Troianum Curtium, Curzio lo indicano come “oriundo dubbi circa l’interpretazio- Troiano, Curtium Troianum francese”, ritenendo, proba- ne dell’esatta grafia del suo e Troiano Navono, compli- bilmente, che ‘Navò’ fosse il nome, tanto che nei maggio- cando ulteriormente l’iden- cognome e non l’indicazione, ri repertori risulta citato in- tificazione ed aumentando, seppur dialettizzata, del suo differentemente come Curtio di conseguenza, la confusio- paese d’origine1. In secon- Navo, Curtio di Navo, Curtio ne. Decisiva, per risolvere Troiano Navò, Curtio Troiano la questione, è la lettura sia 1. Un errore simile, non nuovo tra i dei Navò, Curtius Troianus dei suoi primi frontespizi2, in primi compilatori dei repertori tipo- calce ai quali egli stesso si grafici e degli annali sulle cinque- centine italiane, venne commesso il nostro conterraneo Giovanni Pa- anche a scapito di un altro stam- squetti da Salò. D’altro canto era 2. Si tratta dell’opera di Francesco patore bresciano attivo a Napoli. In uso, all’epoca, sostituire l’anonimo Berni intitolata Le terze rime del un indice riguardante i protagonisti cognome con il paese d’origine: Berni et del Mauro (Per Curtio Navo, dell’arte della stampa partenopea classico esempio è quello della fa- Venezia 1537) e dell’opera di Gio- viene, infatti, riportato il nome del miglia Nicolini che adottò il cogno- vanni Mauro dal titolo I capitoli del tipografo “francese” Jean Pasquet me Sabbio, rendendo il loro paese Mauro e del Berni et altri authori de Sallo, che altro non era se non noto ed apprezzato nel mondo. (Per Curtio Navo, Venezia 1537). 41 Figura 2. Marca editoriale di Curzio Troiano da Figura 3. Marca editoriale di Curzio Troiano da Navono Navono raffigurante un leone rampante con in raffigurante un leone rampante che attacca un drago basso un drago con la testa recisa ed il motto ed il motto “Nil fortitudini malignitas” (Venezia, XVI “Invidia fortitude superatur” (Venezia, XVI secolo). secolo).

firmava “Per Curtio Navo”, sia Curzio Troiano nacque a suo apprendistato presso di una polizza d’estimo da lui Navono in Valsabbia attorno la bottega del padre. Non compilata a Venezia nel 1538 ai primi anni del Cinquecen- conosciamo molto circa i in cui si sottoscrive “Curtio to e, come molti suoi con- suoi trascorsi giovanili, ma q. Troianus”, il che significa terranei5, si trasferì ancora sappiamo che attorno al che la corretta lettura del suo in giovane età con la fami- 1537, dopo aver lavorato nome doveva essere “Cur- glia6 in laguna, dove fece il esclusivamente come libra- zio q. Troiano da Navono”, io7, decise di intraprendere cioè Curzio figlio del defunto 5.Non dobbiamo dimenticare che Troiano3 da Navono4, anche ancora nel 1616 Ottavio Rossi nelle et fratelli”). sue “Memorie Bresciane” riferendosi se noi lo chiameremo Cur- a Sabbio Chiese ed a tutta la valle, 7. A questo proposito esiste una po- zio Troiano da Navono, così così scriveva: “E’ pieno d’huomini lizza d’estimo, oggi conservata pres- com’è conosciuto. sottilissimi, gli quali han per pro- so l’Archivio di Stato di Venezia, che pria, e connatural professione il me- documenta la sua attività di libraio 3. Il padre, Troiano, era un libraio stier delle stamperie de i libri, nel negli anni Trenta del Cinquecento. che, una volta lasciato il territorio cui esercitio s’impiegano da putti Inoltre in un successivo documen- bresciano, aprì nel primo quarto del piccoli, et se ne trovano fin fuori to del Tribunale della Serenissima, XVI secolo una bottega a Venezia d’Italia, gli quali eccellentemente datato 23 luglio 1550, a seguito di “in Merzaria, al ponte dei Berettari”, pratticando ogni lingua, et ogni na- una sentenza a lui favorevole, viene che registrò “all’insegna del Leone”. tione, si fanno celebri, et cari a tutti indicato il nome di “Curtio Troiano i letterati del mondo”. Navò” con la qualifica di “librarius”. 4. Si tratta, senza alcun dubbio, del Infine in un atto notarile del 26 ot- piccolo paese valsabbino della Perti- 6. Al seguito dei genitori, il giovane tobre 1553 (carteggi del notaio bre- ca Alta, tra Marmentino e Livemmo. Curzio approdò a Venezia insieme ai sciano Annibale Bornati), risulta che Questo per risolvere definitivamente fratelli Scipione e Fabio, con i qua- il valsabbino aveva inviato a Brescia alcune errate interpretazioni circa i li rileverà la bottega “in Merzaria” e da Venezia una balla di libri da ven- natali dello stampatore bresciano, continuerà l’attività del padre (in al- dere, con la provvigione del 10%, ad secondo le quali alcuni lo indicavano cuni frontespizi usciti dai torchi “del un certo Giovanni Antonio da Odolo, come nativo della Valtrompia, altri Leone” troviamo infatti due guerrieri abitante a Brescia. Dall’atto in que- come discendente della nobile fami- con i nomi dei due fratelli che sor- stione risulta inoltre che entrambi i glia Navo di Mompiano, o come ori- reggono la marca tipografica raffi- contraenti rispettarono le loro obbli- ginario di Navone di , sulla gurante un leone rampante e, più gazioni: la merce arrivò in perfette sponda bresciana del lago di Garda. sotto, la dicitura: “Per Curtio Navo, condizioni ed il debito venne rego- 42 Figura 4. Marca editoriale di Curzio Troiano da Navono raffigurante un leone rampante che guarda il sole ed il motto “Simile ad sibi simile” (Venezia, XVI secolo).

Figura 5. “Tutte le terze rime del Mauro novamente raccolte et stampate” (Venezia, per Curtio Navo, et fratelli, 1538).

43 Figura 6. “Terze rime del Molza, del Varchi, del Dolce et d’altri” Figura 7. “De la pirotechnia” (Venezia, per Curtio Troiano (Venezia, per Curtio Navo et fratelli, 1539). di Navò, 1540).

l’attività editoriale, dando alla successivo uscirono Le terze dallo stesso contenuto, e luce le sue prime opere: Le rime del Berni e del Mauro cioè Tutte le terze rime del terze rime del Berni et del novamente con ogni diligen- Mauro novamente raccolte et Mauro di F. Berni (1537) e I tia et corretione stampate stampate di G. Mauro (1538) capitoli del Mauro e del Berni di F. Berni (1538), I capitoli e le Terze rime del Molza, del et altri authori di G. Mauro del Mauro e del Berni et altri Varchi, del Dolce et d’altri (1537). Si trattava di due authori nuovamente con (1539). raccolte scherzose e satiriche ogni diligentia et correttione Il primo periodo della pro- pubblicate in volgare ed in stampati di G. Mauro (1538), duzione dell’editore di Navo- terza rima che ebbero subito cui fecero subito seguito, per no9, che va dal 1537 al 1560, un clamoroso successo: non sfruttare appieno le tendenze conta due dozzine circa di dimentichiamo che l’aggetti- di mercato, altre due opere8 opere pubblicate nell’arco di vo “bernesco” deriva proprio 8. Nel frontespizio dell’edizione del 9. E’ necessario ribadire che Cur- dall’opera del Berni e dal suo 1538 appare la prima delle marche zio Troiano da Navono non era uno tipico stile giocoso e faceto. editoriali usate dal valsabbino: un stampatore, bensì un libraio-editore Gli ottimi riscontri di mer- leone rampante in scudo sormonta- che sceglieva e finanziava la stampa cato spinsero l’editore bre- to da un elmo e sostenuto da due dei testi da pubblicare, affidandosi a sciano ad impegnarsi in velo- guerrieri (che nell’occasione chiamò diverse officine tipografiche attive a con i nomi dei due fratelli: Fabio e Venezia, alcune delle quali, ma non ci ristampe, tanto che l’anno Scipione); nel frontespizio dell’edi- tutte, compaiono nei relativi fronte- zione del 1539, invece, compare la spizi. Tra quelle conosciute troviamo larmente saldato, anche se non sap- seconda delle marche editoriali da le stamperie di Giovan Padovano, piamo se Giovanni Antonio da Odo- lui usate: un leone rampante con in Comino da Trino Monferrato, Ven- lo fu un libraio con bottega in città basso un drago con la testa recisa (a turino Ruffinelli, Giovanni Farri, Gio- o, come sembra più probabile, un cui, però, è aggiunto il motto “Invi- vanni Marco Salvioni e Bartolomeo semplice intermediario. dia fortitude superatur”). Cesano. 44 Figura 9. “De gl’augurij, et de le sopestitioni de gl’antichi...” (Venezia, per Curzio Troiano di Navò, 1542).

Figura 11. “Sfortiade...” (Venezia, per Curtio Troiano di Navò al Leone, 1544).

Figura 8. “Dioscoride fatto di greco italiano” (Venezia, per Curzio Troiano di Navò, 1542). circa un ventennio e, oltre a cosa simile a questa10 di V. quelle già citate, dobbiamo Biringucci (1540), il Diosco- ricordare la Philippica secon- ride fatto di greco italiano. Al da di Cicerone (1538), la De cui fine sono apposte le sue la Pirotechnia libri X dove tavole ordinate, con certe ampiamente si tratta non avertenze e trattati neces- solo di ogni sorte et diver- sarij, per la materia medesi- sità di miniere, ma anchora ma di Padanius Dioscorides quanto si ricerca intorno (1542), il De gl’augurij, et de alla prattica di queste cose 10. Una prima ristampa dell’ope- di quel che si appartiene a ra del Biringucci fu pubblicata nel l’arte de la fusione over gitto 1550, cui fece seguito un’ulteriore de metalli come d’ogni altra edizione nel 1559. 45 Figura 10. “Vita et gesti d’Ezzelino terzo da Romano...” (Venezia, per Curtio di Navo, al Figura 12. “General trattato di numeri e misure” (Venezia, segno del Leone, 1543). per Curtio Troiano dei Navò, 1556).

le sopestitioni de gl’antichi. diversi eccellentissimi signo- la Sfortiade fatta italiana de De gli starnuti. De gli tremo- ri a diversi huomini scritte li gesti del generoso et invit- ri, et salti di ciascuna parti- (1542), l’Oratione di Isocrate, to Francesco Sforza, qual per cella del corpo. Quarantotto del governo de regni, Nic- propria virtù divenne duca di osservationi regolate dal cocle re di Cipro di Isocra- Milano, distinta in lib. XXX. moto della Luna. De le lette- tes (1542), la Comedia del Ove s’ha l’intera cognitione re de l’alfabeto. De li dati di sacrificio de gli Intronati da de li fatti di G. Simonetta Fausto da Langiano (1542), il Siena a cura dell’Accademia (1544), le Historiae vinitiane Dialogo piacevole di messer degli Intronati (1543), la Vita di Marco Antonio Sabellico, Lodovico Dolce, nel quale et gesti d’Ezzelino terzo da divise in tre deche con tre messer Pietro Antonio parla Romano, da origine al fine di libri della quarta deca. Nova- in difesa d’i male aventurati sua famiglia, sotto la cui ti- mente da messer Lodovico mariti di L. Dolce (1542), la rannide mancarono di morte Dolce in volgare tradotte Meteorologia. Cioè Discorso violenta più di XII millia pa- 11 de le impressioni humide et dovani di P. Gerardo (1543), iano allora provvide ad una secon- secche generate tanto nell’a- da edizione, del tutto identica alla ria, quanto ne le caverne de 11. Nel cui colophon possiamo leg- precedente, ma uscita l’anno suc- la terra non per via di tradot- gere “Per Curtio di Navo, al segno cessivo e stampata per i tipi di una tione ma di scelta, traspor- del Leone, 1543 – Giovanni Farri e diversa officina tipografica, come si fratelli”. Quest’opera ebbe subito evince dal colophon: “Venezia, per tate in lingua italiana di S. un grande successo, tanto che andò Curtio di Navò, al segno del Leone, Fausto (1542), le Lettere de esaurita in pochi mesi. Curzio Tro- 1544 – Venturino Ruffinelli”. 46 Figura 14. “De insidentibus aquae” (Venezia, apud Troianum Curtium, 1565).

Figura 13. “General trattato di numeri e misure” (Venezia, per Curtio Troiano dei Navò, 1556). di M.A. Sabellico (1544), il tato di numeri e misure in ometria di Nicolò Tartaglia, Dialogo di Marco Tullio Cice- Undici libri di Nicolò Tartaglia che vide la luce nel 1560. rone dintorno alle partitioni (1556) e la seconda ristampa Dopo la pubblicazione di oratorie: con la spositione della De Pirotechnia del Bi- quest’opera dobbiamo la- di m. Rocco Cattaneo di M.T. ringucci che vide la luce nel mentare un silenzio di poco Cicero (1545), il De occulta. 1559, questa volta per i tipi più di un lustro, nell’arco Libri tres di H.C. Agrippa von di Comino da Trino Monfer- del quale non si hanno più Nettsheim (1551), il Tractatus rato. notizie del libraio-editore astrologicus. In quo agi- L’ultima opera edita da valsabbino. tur de praeteriis multorum Curzio Troiano nel primo hominum accidentibus per periodo della sua attività è proprias eorum genituras ad La sesta parte del general Riguardo l’irreperibilità unguem examinatis. Quo- trattato de numeri, et mi- di Curzio Troiano in questo rum exemplis consimilibus sure. Giontovi in fine molti periodo esistono parecchie di L. Gaurico (1552), l’opera quesiti risolti per Algebra, sia congetture, tra le più accre- enciclopedica General trat- in Arithmetica, come in Ge- ditate delle quali ricordiamo 47 Il soggiorno di Curzio in Dalmazia, senza più far Troiano a Ragusa durò fino ritorno in patria. al 1565, dopo di che fece Oscuro rimane l’ultimo ritorno a Venezia e riprese periodo della sua vita, tanto la sua attività dietro i banchi è vero che per circa quindi- della sua bottega “al Leone13” ci anni non si hanno notizie finanziando la stampa di certe circa la sua attività a nuove edizioni. Ragusa, se non la data della Tra la produzione edito- morte, che sopraggiunse tra riale del secondo periodo il 1583 ed il 1585. d’attività di Curzio Troiano, La bottega che Curtio che durò soltanto un triennio Troiano conduceva in Dal- circa dobbiamo segnalare mazia passò presto di mano, la pubblicazione del Iordani mentre l’attività veneziana opusculum de Ponderosi- fu continuata da non meglio tate di N. Tartaglia (1565), specificati “Heredi14. del De insidentibus aquae. Tra la produzione de- Liber primus et secundus di gli “Eredi di Curzio Troiano Archimede (1565) e l’Euclide da Navono”, che conta una Megarese philosopho, solo ventina di edizioni pubblicate Figura 15. “Euclide Megarese introduttore delle scientie in un arco di circa quindici philosopho” (Venezia, appresso mathematice. Diligentemen- anni, dobbiamo ricordare Curtio Troiano, 1565). te rassettato, et alla integrità le due ristampe dell’opera ridotto, per degno profes- matematica di Euclide “ri- la necessità di seguire più sore in tal scientie, Nicolo visitata da Nicolò Tartaglia” da vicino gli affari relativi Tartalea Brisciano di Euclide (1585 e 1586), il De amore alla sua libreria veneziana; (1565 e 1566). et concordia fraterna di L. l’ipotesi di un suo ritorno Nel 1568 Curzio Troia- Carboni (1586), l’Avocato. in patria per seguire i pro- no decise di lasciare (o fu Dialogo nel quale si discorre pri interessi in Valsabbia; e costretto a lasciare) ancora tutta l’auttorità che hanno quella che sembrerebbe la Venezia per far ritorno a Ra- i magistrati di Venezia di S. più seria supposizione, cioè gusa dove riprese ad eserci- Sansovino (1586), l’Opuscu- la sua partenza per Ragusa tare il “doppio mestiere” per lum sane aureum di L. Car- (l’odierna Dubrovnik, all’e- la Repubblica Veneta. Questa bone (1586), il De balsamo poca dominio veneziano volta, però, il libraio di Navo- dialogus. In quo verissima in Dalmazia), dove espletò no rimase in pianta stabile balsami plantae, opobalsa- l’attività “ufficiale” di libraio e mi, carpobalsami, et xilo- quella “riservata” di spia ed “Tre Leghe”: nel 1667 uscirono in- balsami cognitio prerisque informatore per la Serenissi- fatti gli Statuti, Ordinationi et leggi antiquorum atque iuniorum ma Repubblica12. municipali de la terra et territorio di medicorum occulta di P. Poschiavo). Alpino (1591), il Fidamante. 12. A quel tempo non era partico- 13. Le marche editoriali usate per Poema eroico dell’illustriss. larmente raro avere a che fare con sottoscrivere le edizioni finanziate inviati di Venezia all’estero che eser- da Curzio Troiano erano sostanzial- 14. Siccome, pur sposato, Curzio citavano “il doppio mestiere”. Ricor- mente quattro: la prima derivava Troiano non aveva figli maschi (solo diamo che lo stesso Bonino Bonini, dall’insegna della bottega aperta dal una femmina che sposò il conter- stampatore a Brescia, fu mandato a padre e raffigurava un leone ram- raneo Giovanni Bariletto), gli eredi Lione ufficialmente come libraio e pante che attacca un drago con il potrebbero essere o i fratelli Fabio tipografo, ma con precisi compiti di motto “Nil fortitudini malignitas”; la e Scipione (ma sembrerebbe mol- spia ed informatore per i veneziani seconda, come abbiamo visto, raf- to improbabile, visto che non risul- in terra francese , ma ve ne erano figura un leone rampante in scudo tano sottoscrizioni a loro nome), o di “insospettabili” anche nel terri- sormontato da un elmo e sostenuto Giovanni e Lelio Bariletto (rispetti- torio di Milano, di , di Roma, da due guerrieri; la terza raffigura vamente cognato e nipote, origina- di Napoli ecc. (probabilmente an- un leone rampante con in basso un ri della Riviera di Salò, ma librai a che gli ultimi rampolli dei Sabbio, drago con la testa recisa con il mot- Venezia “al liocorno”). In ogni caso Francesco e Cecilio Nicolini, rese- to “Invidia fortitude superatur” (se- le successive edizioni risultano tutte ro “servizio” a Venezia allorquando gno evidente della vittoria del leone, sottoscritte o con impersonali “He- negli anni Sessanta del XVII secolo simboleggiante Brescia, sul drago, redi di Troian Navò” e “Heredes Tro- si trasferirono in Svizzera, nel Can- simboleggiante il male); l’ultima, iani Navij”, o con la semplice marca ton Grigioni, e lavorarono per una poco usata, raffigura un leone ram- editoriale “Ad Leonis signum”, “Sub committenza pubblica a Poschiavo, pante che guarda il sole ed il motto signum Leonis” e “all’insegna del allora nel territorio confinante delle “Simile ad sibi simile”. Leone”. 48 mo Curtio Gonzaga, ricor- retto da lui, et di nuovo ristampato, aggiuntivi gli argomenti dell’illustre et virtuosiss. signora Maddale- na Campiglia di C. Gonzaga (1591), le Rime dell’illu- striss. sig. Curtio Gonzaga già ricorrette, ordinate, et accresciute da lui; ed hora di nuovo ristampate con gli argomenti ad ogni composi- tione di C. Gonzaga (1591), il Philodicus, sive Dialogus de ptisana, eiusque cremore non tantum pleuriticis, sed et morbis aliis exibenda, in quo methodicem ac per indicationes ad mentem Hippocratis, et Galeni omnia pertractantur di G.T. Minadoi (1591), la raccolta intitolata Tutte l’opere d’arithmetica del famosissimo Nicolò Tar- taglia. Nelle quali in XVII libri con varie prove, et ragioni, mostrasi ogni prattica natu- rale, et artificiale; i modi e le regole di Nicolò Tartaglia (1592-1593), il Flavii Iacobi Eborensis Cato minor sive Dysticha moralia ad Ludi- magistros Olyssipponenses. Accessere nova epigramma, et alia nonnulla eodem auc- tore. Opus pium, et erudien- dis pueris di D. Pirro (1592), il Della preminenza dell’offi- Figura 16. “Iordani opusculum de Ponderositate” (Venezia, apud cio di Sradicò. Della nobile Curtium Troianum, 1565). città di Messina et sua cor- te. Compendio brevissimo Carcano in lode dell’illu- Colombo fatta per la fau- diviso in trenta discorsi di striss. sig. cardinal s. Giorgio stissima assontion dello V. Ferrarotto (1593), le Glo- Cinthio Aldobrandino dopo illustriss. et reverendiss. sig. riose imprese della Repub- che da Clemente VIII sommo patriarca di Venetia, Lorenzo blica Venetiana. Ridotte in pontefice gli fu dato nuovo Priuli al cardinalato di P. Co- canzone di L. Arrighi (1594), luogo nel sacratiss. Colle di lombo (1597) e il Delle rime l’Oratione di Loppo Aurelio V. Carcani (1596), l’Oratio spirituali overo elogio de’ Brandolino. De’ romiti ago- et carmina ad illustriss. et santi di P. Cresci (1597). stiniani. Delle virtù del N. S. reverendiss. D.D. Laurentium L’ultima edizione che Giesu Christo, mostrateci Priulum patriarcham Venetia- porta la sottoscrizione “Ad nella sua passione. Cent’an- rum di G.B. Cominelli (1596), Leonis signum” è l’orazione ni prima recitata in Roma il le Orationes XLIII, Latinae All’illustriss. et reverendiss. giorno del venerdì santo di locutionis mirificam elegan- Laurentio Priolo Venetiarum A.L. Brandolini (1596), l’In- tiam, magnamque argumen- patriarchae, S.R.E. cardinali troductio ad cathechismus, torum varietatem accurate, amplissimo di P. Colombo, sive doctrinam Christianam et docte dispositam conti- che porta la data del 1598. di L. Carboni (1596), la Do- nentes di G.B. Evangelisti Non si conoscono altre no- dicesima oratione di Vittorio (1596), l’Oratione di Pietro tizie circa gli “Eredi”, se non 49 Figura 17. “De balsamo dialogus” (Venezia, sub Figura 18. “Opusculum sane aureum” (Venezia, signum Leonis, 1591). apud heredes Troiani Navij, 1586).

che i fratelli Fabio e Scipione sione all’Arte (nel 1592 fu im- mo esponente della famiglia scomparvero entrambi prima matricolato libraio) continuò bresciana, esercitò solo il dello scadere del secolo; l’attività di famiglia (prima mestiere di libraio (si co- Giovanni Bariletto15 morì nel “all’insegna del Leone”, poi nosce un unico intervento 1578, prima del 12 luglio, in una nuova bottega “all’in- editoriale nel 1635) fin circa in quanto in un atto notarile segna del Mondo”). La sua alla metà del XVII secolo, riportante tale data la mo- morte è da collocare dopo allorquando decise di cedere glie, figlia di Curzio Troiano, il 22 maggio 1622 (data l’azienda e cessare definitiva- è citata come “vedova”; Lelio dell’ultima riunione dell’Arte mente ogni attività in campo Bariletto, figlio di Giovanni che lo vide presente) e prima librario ed editoriale. morì prematuramente nel del giugno 1625 (data della 1580. Fu dunque Francesco domanda accettata d’im- editori bresciani in Italia nel Seicento” Bariletto, nipote di Giovanni, matricolazione all’Arte del (Brescia, 2005 – Fondazione Civiltà Bre- che una volta superato age- figlio Antonio che presentò sciana – pp. 176-177). volmente l’esame di ammis- la richiesta “in quanto legitti- mo erede del defunto libraio 15. Sull’attività e sulla produzione Francesco Bariletto”). della famiglia Bariletto nel XVI seco- Antonio Bariletto16, l’ulti- lo si veda: GIUSEPPE NOVA “Stampatori, librai ed editori bresciani in Italia nel Cinquecento” (Brescia, 2000 – Fon- 16 Sull’attività e sulla produzione dazione Civiltà Bresciana – pp. 184- della famiglia Bariletto nel XVII secolo si 186). veda: GIUSEPPE NOVA “Stampatori, librai ed 50 I Commentaria Symbolica di Antonio Ricciardo Brixiano 1591

di Pietro Lorenzotti Bibliofilo, esperto in Bibliografia bresciana

hi era costui? E’ il bel gentiluo- C mo di ANNO AETATIS LXIII che ci guarda con aria saputa e ironica nel ritratto a stampa con gran- de cornice allegorica, con il simbolo di famiglia nello stemma, il riccio e il motivo della sua gloria SYMBOLA QUI SCRIPSIT REFERO TU CANDIDE LECTOR UT MELIUS NOSCAS SYMBOLA NOSTRA LEGAS. Non si conosce l’anno di nascita esatto del Riccardi, ma si può dire che egli abbia avuto il suo natale a Brescia verso la metà del sec. XVI e che qui sia morto nel 1610. Visse sano ed honorato fino all’età decrepita, amato ed onorato da tutti quelli che riveriscono lo splendore e l’immortalità dei costumi rari et honorati. Scrisse e fece stampare i Commentaria Symbolica in cui è raccolto quanto dettaro- no gli antichi e i moderni fino ai suoi tempi in così erudita e curiosa materia. Nonostante la coincidenza degli stemmi di famiglia - il riccio - non risulta sia col- legabile ai Rizzardi, famosa famiglia di stampatori ed editori bresciani, negli anni Figura 1. successivi al nostro e la cui seguenti). Ottavio Rossi, in Brescia con attività è ben dettagliata Il Nostro per la stampa privilegio, per Bartolomeo da Giuseppe Nova nel suo della sua opera ricorse a Fontana con licenza dei su- Stampatori, librai ed editori Venezia. periori, MDCXX, 1 volume in bresciani in Italia nel Seicen- Negli Elogi historici di IV, Ottavio Rossi nato e morto to, (Brescia 2005, pag. 48 e Bresciani illustri, Teatro di a Rovato 1570 - 1630 dedi- 51 scritte al Ricciardi una con la quale lo incita e lo prega di voler trasferirsi per lettore in Ravenna con grossa provisio- ne. Scrisse e fece stampare i Commentari Simbolici, raccogliendo in due grossi volumi quanto mai dettarono gli antichi o i moderni fino ai suoi tempi in così erudita e curiosa materia. Compose un libro delle precedenze delle lingue con opinione che la Cimbrica fusse più antica e più nobile della Ebrea. Scrir- re le Istorie di Asola e si affa- ticò nel dichiarar le Sibille. Ci ha lasciato ancora tre dot- tissimi discorsi: uno sopra a gli Angeli, l’altro intorno alla cognitione dell’huomo e in un altro che non è compìto, tratta l’Istoria dell’Orifiamma. Fu ascritto tra i nostri Acca- demici Rapiti. E visse sano e honorato fino all’età decre- pita e felice, così per l’opere lasciate alla posterità come per Ricciardo suo figliuolo che seguitando le pedate del Padre e amato e stimato da tutti quelli che riveriscono lo splendore e l’immortalità dei costumi rari et honorati.”

Di Antonio Ricciardo han- no scritto.

COZZANDO ANDREA. Prese il nome di Leonardo entrando nell’Ordine dei figli di Maria: i Serviti. Nato e morto a Rovato 1620 - 1702, letterato, scrit- tore, professore di teologia e filosofia. Autore della Libraria Figura 2. bresciana stampata a Bre- ca l’opera alle vite dei suoi gran memoria e gran cogni- scia per Gio. Maria Rizzardi, concittadini ed a pagina 440 tione di Istorie. Lesse pubbli- MDCXCIV, un volume in VIII, scrive: “Furono unite in Anto- camente in Asola e in Brescia 306 pagine, dove vengo- nio Ricciardi cittadin honora- l’Humanità, le Retoriche e la no “trecentosedici scrittori to tutte quelle qualità nobili Filosofia con metodo e con bresciani rimembrati” ed a che si convengono a buon costumi tali che rendevano pagina 46: ANTONIO RICCIARDI, letterato perciochè era di ani- gli Scolari affezionatissimi “soggetto di varia dottrina e mo religiosissimo, possedeva alla sua Scola et ammiratori di molte lingue, amante delle la cognitione della lingua, et della sua Virtù. Fu amicis- antichità e in essa in ogni haveva gran prattica di tutte simo di Aldo Manuzio e si altro più honorato studio e le scienze e le arti liberali, legge fra le altre sue lettere cognitione erudito e dotto, 52 lesse pubblicamente in Asola e in Brescia l’Humanità, la retorica e la filosofia. Godia- mo di questo grand’homo due grossi volumi in lingua latina, in folio: Commentaria symbolica ...”. Scrisse inoltre tre bellissi- mi discorsi. Uno delli “Ange- li”, l’altro “del conoscimento dell’huomo”, il terzo “dell’Hi- storia dell’Orifiamma glo- riosa Crocetta della Città di Brescia”, “l’Historia di Asola” e un libro della “precedenza delle lingue” nel quale si in- segna che quella dei Cimbri supera di nobiltà e antichità l’Hebraica. Visse assai vec- chio con prospera e buona salute e l’anno 1610 passò all’altra vita.” Il Cozzando si rifà all’Ottavio Rossi e non aggiunge altro.

Nella Storia di Brescia del Treccani (Brescia, 1963, volume III, pagina 213) si cita ANTONIO RICCIARDI “che sostenne l’anteriorità della lingua cimbrica rispetto a quella ebraica, e lo annovera tra i letterati e gli insegnanti che nella seconda metà del Cinquecento Brescia può; vantare per aver svolto in va- rie scuole in patria e altrove il loro compito.”

Nell’ Enciclopedia brescia- na del Fappani (volume XV, pagina 98) riprende quanto scritto da altri senza partico- lare aggiunte sotto il nomi- nativo di RIZZARDI (O RICCIARDI) Figura 3. ANTONIO, ma non viene specifi- cato altro. contenuti dell’opera. academica lingua: Tum de Volume 1 al frontespizio antiquissima Aegyptorum, I Commentaria Symbolica il titolo (Figura 2): Commen- caeterarumque; Gentium sono raccolti in due poderosi taria Symbolica in duos Orphica Philosophia: Tum ex volumi, rari a trovarsi. La Bi- tomos distributa Antonio Sacrosancta veteri Mosaica, blioteca Querinana ne pos- Ricciardo Brixiano auctore & Prophetica, nec non Co- siede un esemplare in ottime in quibus explicantur arca- elesti nova Christiana Apo- condizioni (Salone K.IV.18 e na pene infinitaad mysti- stolica, & Sanctorum pa- 19). E’ disponibile dal 2005 cam naturalem, & occul- trum Evangelica Theologia, in copia anastatica. tam rerum significationem deprompta sunt. Praeterea In folio cm 20x30. nei due attinentia. Quae nempe de quae etiam Celeberrimorum frontespizi, ripetuti in latino, i abstrusiore omnium prima vatum sigmentis, & denique 53 Figura 4.

in Chimistarum secretissi- po, riccamente drappeggiata, alla fine del volume II, con lo mis involucris conteguntur. che regge nella mano destra stesso soggetto, ma realizza- Nunc primum in lucem edita, un ramo d’olivo ed appog- to differentemente da quel- atque instructa duplici Indice gia il braccio sinistro a una lo stampato come vignetta tam significantium vocum colonna sul cui basamento grafica nei frontespizi dei due omnium, quam ex illis signi- è scritta la parola PAX. Sullo volumi. Matrona in ovale con ficantarum. Com Privilegiis. sfondo panorama collinare in ramo d’olivo nella sinistra, Venetiis. Apud Franciscum ricca cornice con due putti e con due leoni, sullo sfondo de Francischis Senensem. fronde. paesaggio collinare, nella MDXCI. destra una face rovesciata su L’argomento PAX, la cui un trofeo di frutta, a fianco di Bella vignetta grafica al- parola però non si trova tra una colonna con nastro torti- legorica (Figura 3), xilografia i simboli, è ripreso in una le in cui figura la scritta PAX, (cm 6,5 x 7) rappresentante grande incisione xilografi- in ricca cornice con in alto la pace: in ovale una giovane ca su tavola fuori testo, nel due figure femminili. figura femminile a pieno cor- volume I dopo il folio 88 e 1 foglio bianco + 15 fogli 54 non numerati con frontespi- vignetta grafica analoga al fonti citate particolarmente zio rosso e nero. Dedica al frontespizio del volume I con la varietà degli argomenti Serenissimo Principe Vincen- la variante “Commentariorum trattati, il dettaglio dei si- zo Gonzaga duca di Mantova Simbolicorum Tomus Se- gnificati interpretativi, con e Monferrato, Datum Brixia cundus”. 1 foglio bianco più molteplicità di varianti ed Idibus Decembris MDXCI, 2 fogli numerati con fron- esempio per le parole Amore Antonio Ricciardo. Scritti tespizio e carmi laudativi di 115 simboli, per Aquila 114, laudatori in poesia e prosa di Jacopo Rossetti, foglio 939 per Dio 382, per Homo 116. Antonio Beffa Negrini, Pu- non numerato, Index e foglio Ma secondo l’autore di facile blio Fontana, Nicola Inama. numerato 309 di testo con consultazione “Tu scire cupis Dichiarazione del tipografo inizio il il simbolo Me, al fine quid significet lavare manus, che chiede venia per even- Zychtdon, tavola fuori testo inveniens dictionem MANUS tuali errori. Indice dell’autore con grande xilografia (Figura et in numero 75 invenis ita al benigno e candido lettore, 4). scriptum“ e termina la dedica 88 fogli non numerati INDEX, “Iterum atque Iterum VALE“. 371 fogli non numerati di Che dire di una opera così testo su due colonne, inizia poderosa ed erudita. Ce lo Concludendo anch’io au- con il simbolo per A e termi- dice l’autore nella dedica, guro all’eventuale e pazien- na con il simbolo LYSIPPON. nel volume I, molto lunga e te lettore “Ancora e ancora Dopo folio 88 tavola fuori dettagliata, dove illustra le salute”. testo con grande xilografia difficoltà incontrate “Ego iam (Figura 4). ingravescente aetatem”, le Volume II, frontespizio profonde conoscenze del- con titolo in nero (Figura 3), le lingue e delle numerose

55 Un documento inedito di storia patria

di Giuseppe Cinquepalmi Presidente dell’Associazione Amici dell’Archivio di Stato di Brescia

olto spesso anti- Gargnano). che abbiamo più sopra cita- chi documenti che Sappiamo che il borgo di to) e che i “consiglieri” del all’apparenza sem- Piovere, Pluer nel Catastico comune erano “Zucchello e M brerebbero sola- del 1537, conserva ancora Giovanni Ognibene, Piero da mente d’interesse oggi vecchie case di tipo ve- Armo [piccola borgata della locale o di specifico riferi- neziano con stretti e ripidi vi- posta su di una mento personale, riguardan- coletti e sottoportici, ma non spianata che si incunea tra ti cioè realtà o personaggi conosciamo molto circa la due vallette percorse rispet- minori nelle vicende storiche sua storia amministrativa, se tivamente dai torrenti Arma- di un territorio, ad una più non che nel 1444 era “vicario rolo e Personcino, affluenti attenta lettura si rivelano, in- della terra” tale Venturello del Toscolano] e Antonio da vece, significative ed inedite Pelacani, annoverato anche Piovere”. pagine di storia patria. tra i “sapienti” nella quie- Riportiamo il documento E’ il caso di un atto pubbli- tanza di una somma e che originale e la trascrizione del co scritto e rogato il 25 aprile nel 1494 la stessa carica fu contenuto dell’atto notarile. 1480 a Piovere dal notaio assegnata ad un componente Il documento, redatto su Bartolomeo quondam Dolci- della famiglia Stefanini, tale carta coeva riportante fili- bene da Muslone. Giovanni. grana “Bucranio con quadri- Innanzitutto il luogo di La lettura dell’antico docu- foglio”, proveniente quindi stesura: Piovere. Si tratta di mento, nella fattispecie una dagli opifici della Valle del una poco nota frazione di concessione annuale di un Toscolano, risulta vergato in Valvestino che si monte in Valvestino, ci offre su quattro pagine (il testo a estende sul fianco destro importantissime e dettagliate penna con inchiostro color dell’omonima valle, sotto il notizie non solo sull’identità ocra sulla prima; bianche le monte Rocchetta. La località dei contraenti, ma soprattut- due centrali, data “1480” sul- in questione si sviluppa su un to su coloro che ricoprivano la quarta), presenta due lievi breve pianoro e vi si accede le cariche amministrative mancanze che inficiano parte o per la strada per Tignale o della poco nota frazione di del testo ma che, in genera- per un sentiero panoramico Tignale. Scopriamo così che le, è in buone condizioni di da Muslone (proprio il luogo nel 1480 il “vicario” di Piove- conservazione. di provenienza di ser Barto- re era “Guerra, del fu Ventu- lomeo che, probabilmente, rello” (probabilmente il figlio esercitava l’attività notarile a di quel Venturello Pelacani

56 Piovere, 25 aprile 1480, indizione XIII. In contrada pubblica, presso l’abitazione degli eredi di Bertolino Ruggeri da Piove- re. Presenti il magister Luchino da Villa di Gargnano, parolarius, Bartolomeo Pasquetti e Belenono Marchetti, questi ultimi due di Gargnano. Guerra del fu Venturello da Piovere in comune di Tignale, vicario del comune stes- so, insieme a Zucchello e a Giovanni Ognibene, a Piero da Armo, ad Antonio del fu Faustino da Piovere, tutti abitanti del comune di Tignale e consiglieri del comune stesso, a nome del comune concedono in locazione per un anno a decorrere dal gior- no di San Marco a Pietro di Baldassare da Moerna [località della Valvestino sulla cima del monte ad ovest di Turano], che stipula anche a nome dei soci Pietro di Grecino da Armo e Pietro di Domenichino da Moerna di Valvestino, un monte giacente in territorio di Droane [località a sud ovest di Cadria] che confina con il monte di Magasa, con il fiume di Droane [il torrente Droanello] e con proprietà della chiesa di San Vilio al prez- zo di tre ducati. Rogato e scritto da Bartolomeo del fu Dolcibene da Muslone.

57 “LE PARFAIT MARESCHAL” Jacques De Solleysel e ‘le revisioni infinite’ di un’opera cardine nel panorama equestre tra 1600 e 1700

di Maria Elena Loda Ricercatrice

e’ Gli uomini illustri ap- considerata come una regola vedendo diversi editori e con- parsi in Francia nel XVII posta su basi ferree e incon- dividendo con la cinquecen- secolo, lo scrittore e fa- trovertibili, sebbene il 1598 tesca opera del Ruini la sorte N volista Charles Perrault, sia stato l’anno della svolta di essere sottoposta a plagi e insigne membro dell’ grazie alle teorie scientifiche copiature da parte di vari au- Accademia Letteraria Francese, divulgate dall’ “Anatomia” del tori, in primis l’italiano Marino descrive Monsieur Jacques de Ruini (cfr. Charta n° 80 pag. 44 Garzoni che per la sua Arte di Solleysel come un uomo ricco e segg. ): ma ciò a cui ancora ben conoscere e distinguere le e di buon gusto, amante delle si ricorreva nelle scuderie era qualità de’ cavalli trasse pari scienze e delle arti, musicista piuttosto una trasposizione pari le gravure dal Solleysel. Il raffinato, pittore assai prege- delle conoscenze applicate in testo, poi, rimase a fare scuola vole. In effetti, gli avvenimenti ambito umano ed ispirate dalla ai Saunier, a Garsault, perfi- che in seguito riguardarono teoria galenica degli umori, no a La Guériniére, finendo quest’eclettica personalità così come veniva tramandata per riallacciarsi idealmente a furono la prova di come egli dall’antichità classica attraver- Ruini, del quale rappresentava seppe ritrarsi dall’Umanesi- so l’età medievale e insegnata la continuazione nel tempo, e mo per rivelare un’apertura di perfino nelle cattedre universi- gettando le basi per gli svi- spirito poco comune per il suo tarie. luppi che sarebbero stati dati tempo, ma in grado di porlo Nel 1610 la controversa alla storia della veterinaria da tra i precursori del Razionali- opera di Gervase Markham, Claude Bourgelat. smo settecentesco, matrice di Markham’s Maisterpeece, Senza dubbio il maggiore esperienze fermentanti in un aveva tentato un distacco da contributo che il capolavoro di crogiolo di sperimentalismo questo tipo di visuale arretra- Solleysel diede all’ ippologia precoce: l’attenzione posta sui ta, anche se persisteva tra gli fu di escludere le credenze su- campi d’indagine abbandona “écuyers” - per lo più uomini perstiziose dei secoli passati, definitivamente l’empirismo di estrazione modesta e scarsa contrastando l’uso di formule filosofico, ancora in grande cultura - l’ attaccamento a pra- e ricette assurde e stabilendo considerazione nei paesi eu- tiche di sfondo superstizioso diagnosi differenziate per le ropei aderenti alla Controrifor- tanto inefficaci quanto, spesso, malattie. ma, e inizia ad abbracciare un crudeli, come il tranciare la Il vero breviario, dunque, approccio naturalistico che già coda ai cavalli a mo’ di svermi- indirizzato a tutti i praticanti di era stato anticipato da lavori ri- natura. embrionale zooiatria. voluzionari e incompresi, come Non tutte le figure di Nato nel 1617 a Clapier ad esempio le ricerche astro- nomiche di Galileo e gli studi Edizione Didot 1754: incisione su ferro del frontespizio. di ippiatria di Carlo Ruini. Nel 1600, sono generica- “écuyers”, però, apparivano presso Saint Etienne, Jacques mente gli “écuyers”, i maestri inficiate di una simile scienza de Solleysel scoprì presto di cavalleria, ad esperire la me- barbarica. la sua inclinazione per l’al- dicina animale, affiancandola Tra i luminari del settore ta scuola equestre, trovando all’arte della “maréchalerie”, la è d’obbligo citare La Broue, posto come allievo nell’Ecurie maniscalcia, e le discipline di Pluvinel, ma soprattutto Sol- parigina del grande Pluvinel. maneggio. leysel, la cui opera, Le Parfait Là ricevette l’ insegnamento Questa “farmacopea dei Maréschal, fu tradotta moltis- da uno dei massimi cavallerizzi cavallerizzi“ non deve essere sime volte e in tutte le lingue, francesi, Ménou de Charnizay. 58 Edizione Didot 1754: incisione su ferro del frontespizio. Durante un viaggio diplomati- Newcastle, famoso per il suo Nel 1664 pubblica, pres- co in Westfalia ebbe modo di libro chiave Méthode et Inven- so l’editore Gervais Clouzier apprendere nuovi rimedi vete- tion nouvelle de dresser les di Parigi, l’opera Le Parfait rinari e di confrontarsi con gli chevaux uscito nel 1657, rap- Maréschal, tomo unico in 4°, ippiatri al di là del Reno, “qui presentò per Solleysel l’ideale suddiviso in due parti, correda- sont là aussi fréquents que le punto di partenza al fine di ac- to di 25 figure di morsi impres- sont en France les medecins quisire una visione nuova della si su legno, 2 incisioni su rame des hommes”, e che indicherà disciplina che voleva trattare. di cui una in forma di dépliant, nella prefazione alla prima edi- Come riferisce puntualmente con dedica al Principe Carlo di zione de ‘ Le Parfait Maréschal Perrault, “il quitta l’ ancienne Lorena, conte di Marsan. ‘ in questi precisi termini: “J’a- méthode de dresser les che- La materia esposta com- voue que j’ai beaucoup pro- vaux qu’ il avait pratiquée jusq’ prende, oltre alle analisi ippia- fité dans la fréquentation des alors, pour prendre celle du triche sulle principali affezioni habiles de ce pays là, et que Duc de Newcastle”. nel cavallo e loro cura, anche pour la meilleure partie de ce Non solo: avendo guada- un trattato sulle razze, il meto- que je sais et des remèdes que gnato reputazione d’innova- do di allevamento, le accortez- je vous propose dans ce livre, tore, venne invitato dal dottor ze da prestare a fattrici e pule- je les ai appris en Allemagne”. Bernardi, suo allievo, a Parigi dri nei primi quaranta giorni di Al ritorno dalla Germania, per insegnare i nuovi principi. allattamento, una dissertazione dopo aver fatto tesoro di una In quegli anni di ordinario sulla podologia e sulla ferratu- solida formazione professio- all’Academie Bernardi dal 1653 ra correttiva- tutt’oggi valida- e nale, Solleysel decise di rac- al 1658, Solleysel divenne noto una critica scientificamente at- cogliere in volume tutto quel in tutta Europa, anche grazie tendibile sull’usanza che vuole sapere medico ancora ignoto “aux idées modernes et libre purghe e salassi da effettuarsi in Francia. de toute superstition”, come sui cavalli in colica, non di La corrispondenza con scrive di lui Sir William Hope, rado provocandone la morte. William Cavendish, Duca di suo discepolo. La pubblicazione ottenne 59 Edizione Didot: titolo definitivo di tutte le redazioni. subito grande risonanza e nel edizione anglosassone del sono salite a 6, e si ha nota 1667 uscì una seconda edizio- 1717, The Complete Horse- di numerose immagini libe- ne presso lo stesso stampa- man, impressa nelle stamperie ramente ispirate all’ opera di tore, mentre la terza edizione Bonwick, la prima che uscì William Cavendish- Newcastle. del 1672 risulta arricchita di 28 in-folio nel Regno Unito e la Si hanno anche tirature impressioni contro le 25 iniziali più completa nel testo e nelle d’altri anni con 5 e 7 gravure e 3 gravure invece che 2. litografie, includente anche il - l’inglese del 1696 e la franco- Nel 1696, Le Parfait ritratto dell’autore nel fronte- tedesca del 1677. A proposito Maréschal aveva già cono- spizio, pregevolmente inciso dell’edizione bilingue uscita sciuto 7 edizioni francesi, una sulla base di un quadro di presso Johannes Widerhold, franco-tedesca in-folio su due Hainzeman, cosa mai compar- bellissima in-folio scritta su colonne nel 1677 per i torchi sa nella più parte delle secen- colonne parallele a caratte- di Johannes Widerhold, e una tine saliche se non dal 1680 in ri latini ma anche gotici con traduzione inglese suddivisa in avanti, e comunque poi sop- antiporta figurata, intitolata due volumi, sia presso Gillyflo- pressa: l’esemplare del testo Der warhafftig vollkomene wer a Londra che per i tipi di che noi esaminiamo, l’edizione Stallmeister, fu un esperimen- George Mosman a Edimburgo. Didot del 1754, non riporta già to che venne ripreso anche da L’ esemplare londinese fu più l’immagine di Solleysel in Jean Pierre Schmidt nel 1706 a curato personalmente da Sir gravura. Colonia, per una tiratura oggi William Hope, e aprì la strada L’uscita Bonwick 1717 pre- poco corrente di 4° in francese, per quelle altre edizioni inglesi senta, oltre alla lettera ai let- sempre sulla doppia colonna che nel corso del 1700 resero tori accanto alla dedica e alla per pagina, 25 figure di morsi, il lavoro di Solleysel come un prefazione, una tavola ex-novo 3 di ferri e le 2 incisioni, più ‘masterpiece‘ fondamentale esplicativa dei termini francesi l’ Abrégé de l’Art de monter à nelle biblioteche private dei che compaiono nel testo. Cheval. gentlemen britannici. Le raffigurazioni di morsi Sicuramente le edizioni che Da menzionare, la quinta restano 25, ma le xilografie i collezionisti ambiscono mag- 60 giormente sono l’altra. quelle risalenti Per fare un confronto con- al XVII secolo creto in termini economici, che, per quanto l’esperto francese di lettera- allora uscite con tura equestre Philippe Deblai- frequenza, sono se quota l’ edizione bilingue divenute oggi Wiederhold 1677 come valente assai rare da re- 1600 € in buono stato, mentre perire, specie in l’ in-folio inglese Bonwick 1717 buono stato di corrisponde a 1300 €. conservazione. 1100 € li vale la quinta Questi ristampa Clouzier 1675, 950 € continui rima- la Clouzier 1685. neggiamenti, Se in condizioni di buona con aggiunte conservazione, la nostra Didot e variazioni, 1754 ha un valore approssima- rimarranno una tivo di 750 €, essendo anche costante per una delle più reperibili sul tutta la storia mercato del libro antico. dell’opera, of- Un particolare che subito frendo al pubbli- colpisce l’occhio confrontando co dei bibliofili alcune tra le secentine, sono le di ieri e di oggi diciture del titolo: nel 1667 ab- una quantità di biamo semplicemente Le Par- versioni sempre fait Maréschal per il tipografo diverse, tutte Clouzier, mentre nel 1675 si collezionabili se- ha l’aggiunta dell’aggettivo, condo differenze Le Véritable Parfait Maréschal e quotazioni dai nelle officine di André Moulins notevoli sbalzi a Trévoux, proseguita nella tra un’edizione e versione franco-alemanna del

Edizione Didot: lettera al lettore e illustrazione con numeri delle fasce anatomiche del cavallo.

61 Edizione Didot: riassunto ( abrégé ) aggiunto in appendice con tavola delle materie, e vari tipi di morsi per dressage e caccia.

1677; ancora nel 1677, presso sentiamo riprodotto, il 1754, la e sue affezioni, apostrofe ai Clouzier abbiamo un isolito ti- struttura composita dell’opera lettori, 3 figure di ferri, 25 di tolo presentato nelle immagini era definitivamente assestata, morsi e l’appendice sull’arte a corredo ed appartenente alla dopo lunga gestazione: codice di cavalcare. Privo di cameo Biblioteca Queriniana di Bre- in 4°, 512 pagine per la pri- figurato dell’autore. scia, che fa riferimento all’edi- ma parte, 406 per la seconda, Secondo il Mennessier De zione inglese, Nouvelle metho- antiporta figurata, 2 incisioni La Lance, sono conosciute più de pour dresser les chevaux, con i nomi scientifici che com- di 30 edizioni su suolo fran- en suivant la nature & mesme pongono l’apparato del cavallo cese ed estero, di cui l’ultima la perfectionnant par la subti- lité de l’ art: le tout invente’ et mis au jour par monseigneur le duc de Nieuucastle / Tra- duction nouvelle sur l’original anglois. Di nuovo nel 1675 invece, il titolo appare come Le Maréschal Méthodique sotto l’egida dello storico stampa- tore Clouzier; e alla metà del secolo successivo, nel 1754, anche l’ortografia del sostan- tivo cambia, togliendo la “s” da “Le Parfait Maréchal” nell’ impressione a marca Didot. Per la data a cui risale l’esemplare che noi qui pre- 62 messa ai torchi risale al 1782. Solleysel trascorse i rima- nenti anni di vita pubblicando nel 1677 la traduzione di A general system of horse- manship in all its branches, il libro reimpostato del suo men- tore, il Duca Cavendish di New- castle, rivedendo e ampliando a più riprese quel Le Parfait Maréschal che già era diven- tato un unicum nel panorama della letteratura specialistica equestre. Il continuo lavoro di revisione a cui lo spirito perfe- zionista e aggiornato del Sol- leysel lo spinse, giustifica quei cambiamenti che, pur essendo talvolta minimi, si rivelarono

Edizione Bonwick 1717: incisio- ne su ferro del ritratto dell’auto- re tratto da un ritratto a olio del pittore Haizeman, quinta edizione londinese dell’ opera ma prima in- folio apparsa in Inghilterra.

63 Edizione Bonwick: parti anatomiche del cavallo descritte in cornice, incisione dell’ edizione inglese leggermente più rozza rispetto alla gravura francese, con aggiunte di strumenti di marescalcia vicino agli zoccoli dell’ animale.

Edizione Clouzier 1677: incisione di dressage dall’ edizione presente in Queriniana, che nella postura si richiama alle incisioni già apparse nell’ opera di Cesare Fiaschi e del barone Eisenberg, e nel titolo si rifà all’ opera inglese del Duca di Newcastle curata da Sir William Hope.

64 sempre incisivi nell’economia MENNESSIER DE LA LANCE, Essai del Novecento da C. LEMAR- strutturale dell’opera, stimo- de Bibliographie Hippique vol. CHAND, Solleysel, Ecuyer et lando la critica moderna a II, pag 524- 28, Paris 1915- Hippiatre, pére de la médecine confronti e collazioni tra le 1917, per precisazioni formali vétérinaire moderne, Créteil varie stesure pubblicate. Il suo sulle 30 edizioni, un buon Alfort 1986. Per chi volesse autore morì il 31 gennaio 1680 riferimento all’ analisi criti- approfondire lo studio circa la a 63 anni, per un colpo apo- ca della medicina veterinaria formazione di Solleysel come plettico, lasciando di sé grande partendo dalla comparazione “écuyer”, consiglio A. REPIQUET, fama presso i contemporanei dei metodi di Jacques Sol- Origine des Académies d’ del suo tempo, e preparan- leysel e di Gervase Markham, équitation, Récueille de Méde- do la strada per un prestigio con citazioni da carteggi e cine Vétérinaire, pag. 568- postumo come anticipatore di fonti contemporanee ai due 574, 1890. Infine, a chi volesse un certo modo di intendere la dottori, è l’articolo di CHRISTO- seguire lo sviluppo del testo di ricerca. PHE DEGUEURCE e BRUNO RICHOUX, Solleysel su suolo anglosasso- L’epitaffio funebre che gli La médecine des écuyers, à ne, segnalo F. S MITH, The early dedicò il collega Santucci elo- travers les écrits de Markham history of veterinary literature quentemente pone di fronte al et de Solleysel, in Bullétin de and its british development, bilancio di come “dopo la sua la Société Française d’ Histoi- in Journal of Comparative scomparsa, la professione ve- re de la Médecin Sciéntifique Pathology and Therapeutics, terinaria venne a mancare del Vétérinaire, n° 2, année 2003. 1912- 1918, altrimenti raccolto suo miglior maestro.” Interessante la tesi di dottora- in ALLEN J- A and Co., vol I, pag. to veterinario pubblicata dallo 222- 289. Per approfondimenti: stesso B. RICHOUX La médecine Gli esemplari riprodotti vétérinaire au XVII siécle d’ appartengono alla collezione Non esiste una vera biblio- aprés les oeuvres de Markham privata dell’ autrice e alla Bi- grafia sulle molte edizioni del et Solleysel, Créteil Alfort blioteca Queriniana di Brescia. libro di Solleysel, né biografie 1999, e quella monografica su di lui. A parte il ricorso a presentata negli anni Ottanta

Edizione Jean Mariette a sinistra; a fianco a destra, Edizione Leclerc del libro dell’écuyer Garsault che a Solleysel si ispira anche nel titolo, con ritratto del Garsault stesso.

65 LEGATURA:

Un appunto sulla decorazione del dorso

di Federico Macchi Bibliofilo, esperto in Legature Storiche

a decorazione del caratteri gotici: l’elegante dorso assume im- grafia può essa stessa essere portanza a partire considerata un abbellimento. L dalla prima metà del A partire dal terzo decen- XVI secolo, allorché i nio del XVI secolo, conse- libri, sino allora voluminosi e guentemente al diffondersi prodotti in pochi esemplari, dell’adornamento in oro sulle grazie al tumultuoso sviluppo legature (tecnica di impres- della stampa a caratteri mo- sione con ferri a caldo su bili vedono crescere la tiratu- foglia d’oro), anche il dorso ra dei singoli titoli, pubblicati subisce lo stesso trattamen- in edizioni di formato ridotto. to. In questo periodo, i motivi Praticità ed esigenze di spa- dorati impressi su quest’ul- zio portano allora a disporre timo sono costituiti da fregi sugli scaffali i volumi non più singoli di piccole dimensioni orizzontalmente, poggiati sui (Figura 2) oppure dai mede- piatti protetti da borchie, ma simi orpelli utilizzati ai piatti: verticalmente con il dorso nel complesso un ornamento rivolto verso l’esterno. Una sobrio, di misurato effetto, cura maggiore viene pertanto lungo il dorso dai nervi so- dedicata alla decorazione del litamente rilevati. A mano a dorso, ora in bella vista, che mano che il decoro si arric- oltretutto deve permettere al chisce di nuovi motivi, che lettore l’agevole identificazio- alla fine del secolo ne occu- ne del libro. peranno l’intera superficie Nella seconda metà del XV (Figura 3), anche la decora- secolo e nei primi decenni zione sulla costola riproduce del XVI, gli scompartimenti via via gli schemi compositivi del dorso vengono ornati con dei quadranti, utilizzandone semplici ornamenti impressi i medesimi ferri. Si hanno a secco mediante un ferro così, negli ultimi decenni del riscaldato, senza doratura. Cinquecento, dorsi muniti di Queste decorazioni sono nervi con scompartimenti ric- generalmente costituite da camente decorati, e, specie filetti incrociati a formare un in Francia, dorsi senza nervi reticolo (Figura 1) o da una o di limitato spessore (dorsi croce di sant’Andrea, non lisci) provvisti di estesi decori infrequentemente ornata con a decorso continuo, analoghi singoli fregi fitomorfi. Sul a quelli impressi sui piatti. dorso dei libri legati in per- Quest’ultimo genere sprov- gamena compaiono spesso, visto di nervi, venuto in uso in questo periodo, mano- scritti il nome dell’autore e Figura 1. Dorso del secolo XVI. il titolo dell’opera talvolta in Legatura italiana. 66 alla fine del XV secolo, fu im- ra superficie, così da formare piegato in seguito al diffon- un reticolato, anche inter- dersi di una tecnica di lega- rotto nella porzione di testa tura, il grecaggio, importata dal titolo. Nel Seicento i fregi dagli artigiani provenienti dal presentano piccole spirali Vicino Oriente dopo la cadu- poste le une vicino alle altre, ta di Costantinopoli in mano mentre nel Settecento hanno turca; questa tecnica, che forma di fogliami. Anche il elimina la sporgenza dei ner- solo colore è stato utilizzato vi incassandoli direttamen- per porre adeguata atten- te nella piega dei fascicoli, zione a questa componente favorisce l’ornamento longi- fondamentale del libro. In tudinale continuo. Durante molti monasteri austriaci, alla il XVII secolo il decoro sui metà del Settecento, quando dorsi lisci riproduce di solito le biblioteche furono in parte i motivi stilistici tipici dell’e- rifatte nel quadro dell’ingran- poca impressi sui quadranti, dimento e dell’abbellimento mentre il dorso provvisto di di molte abbazie (i volumi scomparti delimitati da filetti sugli scaffali costituivano un semplici o doppi presenta, tassello importante nell’ar- specie in Francia, uno spazio chitettura delle biblioteche centrale a forma di losanga barocche e rococò), centi- costituita da motivi ad arabe- naia di rozzi e scuri dorsi in sco, a spirali, a filigrana entro vitello di legature medievali uno sfondo circostante vuoto furono rifatti in cuoio bianco (Figura 4), arricchiti da fregi affiancato da vistose etichet- negli angoli. Questo schema te. Questo rapido metodo di compositivo - losanga cen- conversione cromatica fu un trale con angolari -, caratteri- ingegnoso espediente per stico del Seicento, si protrae evitare le spese per il rifaci- nel secolo successivo con mento completo delle lega- piccole modifiche nei singoli ture. In altre biblioteche, di fregi. Così negli scomparti- fronte allo stesso problema, menti in luogo della losanga sui dorsi delle legature me- centrale compaiono, nel XVIII dievali fu applicata una mano secolo, motivi singoli, quali di colore bianco. Allo stesso il melograno (Figura 5) , il scopo, un analogo ma oppo- garofano, la rosa, la conchi- sto trattamento fu riservato glia, il rametto di fiori, più ai manufatti in pelle di porco, raramente motivi geometrici il cui dorso bianco fu provvi- negli angoli. In testa, in coda sto di un sottile rivestimento e sui nervi stessi del dorso, in pelle scura di vitello. nel Settecento vengono im- Nel XIX secolo il deco- pressi mediante palette ele- ro lungo la costola diventa menti decorativi a forma di sempre più variegato, come banda trasversale. In questo avviene per quello dei piatti: secolo vengono in uso, sulle su quelli provvisti di nervi costole lisce caratterizzate vengono impressi singoli da suddivisioni in caselle, ferri raffiguranti lire, scudi, filetti che simulano i nervi. fasci incrociati, urne, mentre Sul dorso di legature del XVII le costole lisce evidenziano e XVIII secolo si incontrano placche munite di motivi alla inoltre peculiari decori detti cattedrale, elaborati motivi alla grottesca, lievemente geometrici congiuntamente a differenziatisi tra loro nel cor- motivi à la rocaille (Figura 6) so dei due secoli. Essi sono connotati da fregi impressi in Figura 2: Dorso del secolo XVI. serie ravvicinata lungo l’inte- Legatura francese (?). 67 Figura 4: Dorso del secolo XVII. Legatura francese.

anche in policromia. Nel XX secolo la decorazione abban- dona gli schemi tradizionali e diventa sovente tutt’uno su Figura 3: Dorso del secolo XVII. Legatura italiana. piatti e dorso. Dalla fine del XVI secolo, 68 Figura 7: Dorso del secolo XVIII. Legatura italiana.

semplici piuttosto che co- Figura 6: Dorso del secolo XIX. ronati, simboli inerenti al Legatura francese. contenuto del testo (masche- re nei volumi di commedie, specie nel XVII e nel XVIII, sul simboli religiosi su volumi dorso di legature alle armi devozionali). A partire dal compaiono talvolta, al centro XVII secolo si manifestano i o ripetuto negli angoli, l’e- tasselli con il titolo dell’opera lemento araldico più signifi- stampato in oro, lettera per cativo dello stemma (leone, lettera con caratteri a punzo- giglio, torre...), monogrammi ne, solitamente su cuoio ros- so o verde solo a partire dalla Figura 5: Dorso del secolo XVIII. Legatura italiana. fine del XVIII secolo il dorato- re, per imprimere il titolo sul 69 Figura 8: Dorso del secolo XX. Legatura francese.

dai semplici filetti in oro o a secco; per contro tipiche legature nordiche in pelle di porco del XVI e del XVII secolo, provviste di ricche placche impresse a secco sui piatti, si af- fiancano solitamente a dorsi privi di or- pelli o, al più, carat- terizzati da semplici dorso, ricorrerà al composi- tuttavia eccezioni alla regola: filetti a sottolineare i toio con i caratteri allineati. nella seconda metà del XVI nervi. In alcune legature del Nel corso del XVIII secolo, secolo, semplici fregi di rami XX secolo, dello stilema art nello scompartimento sotto- fronzuti sui piatti si associa- nouveau (genere ornamen- stante il tassello con il titolo, no a ricchi dorsi dai compar- tale di fine Ottocento che in se ne afferma un secondo, timenti geometrici. In quello Francia ha dato luogo alla anche di colore diverso, indi- successivo, l’austero impian- nascita di un nuovo genere, cante il numero progressivo to ornamentale à la Du Seuil riferito al contenuto del libro del volume (Figura 7). Sulle caratterizzato da due cornici mediante l’impiego di fregi lussuose legature realizzate costituite da tre filetti due tratti dalla flora o ispirati ad nel XIX secolo si possono an- dei quali ravvicinati, munita ambienti e a paesaggi) o art che leggere al piede la data, quella interna di un fiorone déco (stile mutuato dalla il luogo di stampa del libro o filigranato in punta d’angolo Exposition des arts déco- il nome del legatore. esterno, fronteggia la costola ratifs di Parigi del 1925 che Generalmente, fra la de- che spicca per l’abbellimento privilegia motivi geometrici corazione sul dorso e quella a scompartimenti campiti. stilizzati e astratti), la deco- sui piatti esiste una concor- Analogamente, nel XIX seco- razione del dorso prosegue, danza: a un ricco ornamento lo, abbondanti decori nelle essendone parte integrante, su questi corrisponde un caselle oppure ampie plac- quella dei piatti (Figura 8). altrettanto importante deco- che longitudinali, tipiche del ro su quello. Non mancano periodo, convivono con piatti 70 PEPITE QUERINIANE: Rubrica di scoperte bibliografiche

L’adorazione dei Magi in un codice querinianio

di Ennio Ferraglio Direttore del Sistema Bibliotecario urbano, Socio dell’Ateneo di Brescia

l recente allestimento grande globo dorato, posto barba e capelli grigi, è ritrat- della mostra “Die Hei- sull’asse verticale rappresen- to nell’atto di inginocchiarsi; ligen Drei Könige. My- tato dai volti della Vergine e alle sue spalle il giovane e I thos, Kunst und Kult” del Bambino. imberbe Baldassarre sor- (“I tre Re Magi: mito, Sulla destra della scena regge il bacile con la mirra arte, culto”), visitabile fino al si trova la Vergine, assisa su nascondendo, in segno di 25 gennaio 2015 a Colonia, di una cattedra dalla fattura devozione e rispetto, le mani consente di tornare a parlare elaborata, con una predella sotto al mantello; infine il dello splendido Evangeli- poggiapiedi incrostata di pie- mistico Gaspare è ritratto in stario festivo ms. F.II.1 della tre preziose. Tiene in grembo abiti sacerdotali, a differenza Biblioteca Queriniana (fine il Bambino, sorreggendolo degli altri due che invece ve- sec. X – inizi sec. XI), che con la mano sinistra, men- stono secondo la tradizione della mostra rappresenta uno tre la destra è protesa in un persiana, cioè con brache o dei pezzi più significativi. gesto di saluto ed accoglien- calzoni attillati e tunica corta. La storia, la tradizione e za. Il Bambino, benedicen- Tutti indossano calzature, ad il culto dei Magi non sono te, stringe nella sinistra la eccezione del Bambino, che limitate a Colonia. La città sul Sacra Scrittura: si intuisce è scalzo. Reno rappresenta, però, dal un volume con una preziosa Il miniatore si dimostra as- 1164, anno dell’arrivo delle legatura dai riflessi dorati. La sai abile nelle lumeggiature, reliquie in città, uno dei prin- Vergine che riceve i Magi è che effettua in bianco, rosa cipali centri di pellegrinaggio tradizionalmente raffigurata o ocra chiaro, e nell’efficace e di diffusione del culto dei con il Bambino in grembo; resa dei volti, alla ricerca di Magi in tutta l’Europa con- l’impostazione iconografica un’espressività quasi natura- tinentale. L’arca con le reli- si trova nelle pitture paleo- listica. L’incarnato dei Magi è quie, conservata nel Duomo cristiane di Roma e dell’area rosa con sfumature bianche; di Colonia, è uno dei più alti ellenistica, mentre la fonte quello della Madonna e del esempi di oreficeria medie- letteraria è rappresentata dal Bambino è ocra chiaro con vale; nello stemma civico, Vangelo apocrifo dello pseu- ombreggiature verdi. Il cielo, inoltre, figurano le tre corone do-Matteo, 16.1: «Et ingressi inoltre, viene reso con ban- dei Magi, patroni della città. domum invenerunt infantem de orizzontali digradanti dal Una grande miniatura a Jesu sedentem in sinu Ma- blu-violetto, all’ocra, al giallo piena pagina dell’Evangeli- tris». chiaro e al bianco. stario queriniano, al f. 23v, Maria indossa tunica e Nei manoscritti di Reiche- illustra l’arrivo dei Magi. La velo azzurri, dalmatica blu nau più antichi l’iconografia scena è ambientata di fron- con ampio bordo oro, man- dell’Adorazione prevedeva te ad un sontuoso edificio tello verde e calzature nere. alcune significative varianti policromo ad archi, con Gesù bambino indossa una quali, ad esempio, la pre- preziose colonne scanalate lunga tunica azzurra e, a senza di Giuseppe, o la resa e marmorizzate e capitelli a prefigurare la Passione, un sovrascalata del corpo della foglie d’acanto, prospiciente ampio mantello rosso. Dalla Madonna e del Bambino, su di un cortile erboso all’in- sinistra avanzano i Magi, i oppure l’enfatizzazione del terno del quale si muovono i quali recano i doni tenendoli solo corpo di Gesù con la personaggi. La stella cometa, all’interno di ampie bacinel- conseguente riduzione di tut- simile al sole, è resa con un le. L’anziano Melchiorre, con ti gli altri soggetti a semplici 71 L’ Evangelistario queriniano, al f. 23v, illustra l’arrivo dei Magi. comparse. La resa iconogra- nella miniatura del codice ce, uno degli esempi più tar- fica dell’Adorazione dei Magi queriniano rappresenta, inve- di e più alti nell’ambito dello 72 Il Codex Egberti, Ms. 24, della Stadtbibliothek di Trier. 73 L’ Evangeliario del sec. XII della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco, Clm 13069.

stile di Reichenau. La com- dalle miniature raffiguranti Ms. 1503, del Rijksmuseum plessità formale della scena, l’Epifania all’interno di altri di Utrecht, e il Codex Egber- l’assenza della figura di Giu- codici provenienti da Rei- ti, Ms. 24, della Stadtbiblio- seppe e le armoniche pro- chenau, quali, ad esempio, thek di Trier e l’Evangeliario porzioni corporee dei Magi, l’Evangelistario Cod. 78.A.2 del sec. XII della Bayerische della Vergine e del Bambino, del Kupferstichkabinett di Staatsbibliothek di Monaco, si distaccano notevolmente Berlino, il Bernulphus Codex, Clm 13069. 74 LE RIVISTE DEI BIBLIOFILI Le Esposizioni Universali nei periodici dell’Emeroteca queriniana: da Londra 1851 a Milano 1906

di Antonio De Gennaro Responsabile dell’Emeroteca della Biblioteca Civica Queriniana

assegnazione alla città di Milano e all’Italia dell’Expo 2015, è L’ stata stimolo per una ricerca, fatta con la collega Giovanna Inverardi, su quanto sull’argomento è possibile reperire su giornali e riviste posseduti dalla no- stra Emeroteca. Il notevole patrimo- nio, risalente ai primi anni dell’Ottocento, ci permette di avere un quadro, alquan- to esaustivo, del risalto che questi avvenimenti ebbero sulla stampa. Come tutte le ricerche a cui sono chiamati i bibliote- cari quando devono affronta- re la fatidica domanda posta da chi, come studioso o stu- dente o semplice curioso, fa entrando in una biblioteca … ma cosa avete qui su…? ci ha stimolato ad indagare sul patrimonio della nostra eme- roteca cercando le risposte all’ipotetica domanda. Un primo problema è stato quello di individuare, con una certa precisione, quelle che, a tutti gli effetti, saranno riconosciute come esposizioni universali. Non è stato un problema indiffe- molte città del mondo. ritrovato relativo all’Expo di rente e solo la certificazione Il secondo problema Milano del 1906 ci ha con- dell’Ufficio Internazionale del- è stato quello di delimitare sigliato, e quasi costretti, a le Esposizioni (BIE) di Parigi cronologicamente le nostre concludere lì il nostro lavoro. ci ha permesso di individua- ricerche: in un primo mo- Il terzo problema che re, con una certa precisione, mento il limite temporale abbiamo dovuto affrontare, le esposizioni che, a partire che ci eravamo dati era stato di carattere più bibliografico, dalla metà dell’Ottocento, il primo conflitto mondiale è stato quello di quale mate- hanno iniziato a coinvolgere ma la quantità di materiale riale esaminare. Se la ricerca, 75 76 inizialmente, ha coinvolto nel corso delle varie edizioni striali a cura di Sergio Onger alcuni dei periodici più con- delle esposizioni: sicuramen- contenuto nel fascicolo n. 3 sultati, e quindi da noi più te hanno trovato più spazio del 2011 della rivista Storia conosciuti, si è sviluppata, le notizie sulle esposizioni in Lombardia. successivamente, seguendo realizzate in Europa (Londra, Della prima rivista vo- criteri di tipo cronologico: Parigi, Vienna, Barcellona, gliamo richiamare, in parti- quali periodici possiede la Milano ecc.) e meno quelle colare, l’articolo che apre e nostra emeroteca che sono d’oltreoceano. spiega i contenuti del nume- stati pubblicati negli anni che Tra gli articoli comparsi ro: si intitola Città brevi: sto- abbiamo scelto di analizzare? sulle riviste, vorrei ricordare ria, storiografia e teoria delle Il numero finale non è stato solo due tra i più importanti pratiche espositive europee, indifferente anche se non in contributi pubblicati in questi 1851-2000 e il suo autore è tutti, naturalmente, abbiamo anni: il primo è il fascicolo Alexander C.T. Geppert. Lo potuto reperire notizie ine- monografico n. 17 (sett.-dic. storico afferma: Considerate renti le esposizioni universali. 2004) della rivista Memoria e come strumenti per analiz- Il risalto dato agli avve- ricerca, il secondo il dossier zare i modi di auto-rappre- nimenti non è stato uniforme Città ed esposizioni indu- sentazione visuale-spaziale 77 delle società, le esposizioni attratto grande attenzione un terreno formidabile per urbane, regionali, nazionali, sociologica e storiografica analizzare i precedenti storici imperiali e internazionali che per più di un secolo… Le dei processi contemporanei si sono tenute nell’Europa esposizioni e le fiere mon- di globalizzazione così come del XIX e XX secolo hanno diali ora sembrano costituire dei mondi visuali-virtuali 78 della contemporaneità… the Works of Industry of All sia nella vita pubblica sia Dopo l’enorme e in gran Nations a Londra del 1851, nell’immaginario collettivo parte inatteso successo della le esposizioni internazionali dell’Europa Occidentale e epocale Great Exhibition of si insediarono rapidamente degli Stati Uniti… Le nume- 79 rose esibizioni su larga scala zioni miravano a introdurre e complicati; a ciascuno furono conglomerati com- una riproduzione, ridotta ma perciò era assegnato uno plessi, ben organizzati, com- nondimeno accurata, della specifico posto in un mondo posti di numerose sezioni e versione europea del mondo idealmente ordinato. sottosezioni dedicate a vari “dentro il centro della me- Sempre secondo Alexan- aspetti di temi diversi che tropoli” e a presentarla a un der C.T. Geppert nel suo arti- includevano topoi industriali, largo pubblico di visitatori, colo in Memoria e ricerca del artistici, geografici, etno- spettatori, turisti locali, na- 2004, sono i cinque gruppi di grafici e storici. In generale zionali e internazionali. Così attori e protagonisti: e nonostante tutte le spe- gli oggetti messi in mostra gli artefici dell’esposizio- cifiche differenze tra “casi” furono simultaneamente ne, che si muovono a volte singoli e il rispettivo uso ordinati in sistemi di clas- come singoli individui, ma delle loro forme e rappresen- sificazione sempre varianti, più spesso come rappresen- tazioni, tutte queste esposi- gradualmente complessi tanti di gruppi , associazioni 80 81 o anche di ordini governativi; forme e formati diversi per so in stampa) in cui, pur non gli organizzatori ufficiali, un vario tipo di pubblico; avendo la pretesa di avere la commissari e rappresentanti lo stesso pubblico locale, caratura di studiosi che scen- delle nazioni, delle colo- regionale, nazionale e inter- dono nell’agone delle ricer- nie, delle regioni, delle città nazionale, composto sia da che storiche, abbiamo voluto partecipanti, incaricati della coloro che fruiscono diret- offrire, come bibliotecari, a realizzazione effettiva dell’im- tamente e in prima persona chi ha più capacità e a chi lo presa “sul posto”; dell’evento espositivo sia da fa di mestiere, materiale utile i partecipanti attivi na- quanti partecipano all’evento agli approfondimenti che zionali e stranieri, inclusi gli tramite i mezzi di comuni- vorrà intraprendere. impiegati che lavorano sul cazione, che ne mediano la Nel volume abbiamo posto e i cosiddetti “nativi”; diffusione anche a distanza. voluto dare una rappresen- giornalisti, critici, mediato- Il frutto del nostro lungo tazione di quanto nel corso, ri e osservatori professionali, lavoro si è concretizzato nella soprattutto del XIX secolo ciascuno dei quali riferisce stesura di un volume (che hanno voluto essere le espo- dei rispettivi mega-eventi in speriamo possa essere mes- sizioni universali: abbiamo 82 segnalato i numerosi artico- late. Il nostro lavoro è stato niera di mettersi in mostra li comparsi sulle riviste ed un contributo ad una epoca con un gusto e una passione abbiamo riprodotto le tavole e alla sua società che, nelle difficilmente oggi rintraccia- e le fotografie ad essi corre- esposizioni, trovò la sua ma- bili. 83 84 85 86 87 VISTI IN LIBRERIA

Rubrica di recensioni librarie

di Mino Morandini Professore di Lettere Ginnasiali al Liceo “Arnaldo” di Brescia; Socio Ateneo di Brescia

Riprendiamo il discorso sulle novità librarie con alcune recenti uscite di argomento bre- sciano e anche un pochino più vasto, ringraziando, come sempre, la libreria Resola per la disponibilità e gli autori per la generosità.

spazia dalla teologia trinitaria GIOVANNI SCOTO, Sulle nature trattenevano dall’infierire fino alla domanda sull’immortalità dell’universo (Periphyseon), al cannibalismo sul cadavere dell’anima degli animali. libri II e III, voll. II e III a cura del nemico; egli stesso vive di Peter Dronke, traduzione in un’epoca travagliata dalla ROBERTO MUSSAPI, Le poe- di Michela Pereira, Milano, crisi dell’Impero Carolingio e sie, Milano, Ponte alle Gra- Fondazione Lorenzo Valla – dall’inizio dell’ultima ondata di zie (Adriano Salani Editore), Arnoldo Mondadori Editore, invasioni barbariche dal nord, 2014, pp. 528, € 29, a cura di 2013 e 2014, pp. 392 e 421, con i Normanni appunto che, Francesco Napoli, con prefa- € 30 ciascuno: continua l’edi- prima di essere cristianizzati, zione di Wole Soyinka e sag- zione di un testo imperdibile, infliggeranno danni spaven- gio introduttivo di Yves Bon- la prima grande riflessione tosi alla nascente Europa; e nefoy: l’opera omnia poetica sul senso complessivo della tuttavia questo “barbaro d’in- (fin qui, perché l’autore ha 61 realtà dopo i grandi del pen- gegno”, padrone di un latino anni e sta attualmente lavo- siero antico e della Patristica, raffinatissimo, sa anche il gre- rando a nuovi libri) di uno tra formulata però da un “bar- co, conosce anche la tradizio- i pochi poeti italiani contem- baro”, uno scoto, gli antenati ne del pensiero greco pagano poranei noti, tradotti e letti del quale andavano nudi e e cristiano e ne produce qui anche all’estero, la caratura feroci in battaglia, e non si una sintesi originalissima, che del quale è dimostrata dal- la prefazione, firmata da un 88 che li leggono. E padre Gio- vanni Pozzi (1923-2002) fu ed è, se l’intelletto non va tre occasioni ufficiali), nonché perduto, tra questi: editore paesaggi e persone di loca- Nobel per la letteratura, e dal della monumentale edizione lità come il Tembien, Samré, saggio introduttivo, scritto dal del più bel libro d’ogni tempo, Gondar (con i suoi antichi decano dei poeti francesi; Le l’«Hypnerotomachia Poliphi- castelli, ripetutamente foto- poesie riunisce tutte le raccol- li», e per giunta dell’«Adone» grafati), il lago Tana («merita te poetiche di Mussapi (oggi del Marino, per dire solo le proprio vederlo, mi sembrava in parte di difficile reperibi- due più note delle sue molte, a prima vista di vedere il lago lità o introvabili, soprattutto, e veramente erculee, fatiche di Garda, manca solo coro- com’è ovvio, le prime) da La filologiche; a lui sarà d’uopo narlo di opere che il genio gravità del cielo (1980-1982) che, quanto prima, anche «Mi- italiano saprà fare, degne del a Il capitano del mio mare sinta» dedichi più attenzione. suo Impero») e, al ritorno, (2012), che tuttavia rappre- Massaua e il Canale di Suez; il sentano solo una sfaccettatu- STEFANO STRADIOTTI, «1935 – tutto filtrato attraverso la sen- ra, ancorché la più luminosa, 1937 reportage dall’Etiopia, sibilità di un giovane di origini di questo poliedrico autore, Brescia, Museo Nazionale del- contadine, che preferisce la che ha scritto testi poetici te- la Fotografia – Cinefotoclub, pace alla guerra, ed è pronto atrali di altissimo livello, e poi Brescia 2013, pp. 60, s.i.p., alla compassione verso gli saggi, biografie, traduzioni di con prefazione di Sergio On- abissini («povera gente, una poeti e prosatori, soprattutto ger e introduzione di Renata cosa da niente li sorprende, inglesi e classici latini (ma c’è Stradiotti, commenta più di e hanno anche paura quando anche un Baudelaire di abis- 60 foto originali bn, scattate c’è da ridere», dice, descriven- sale profondità e bellezza) e da Stefano Stradiotti (1910- do una prima cinematografica molto altro ancora. 1998) durante il servizio assoluta a Gola Gul, «in piena militare come radiotelegrafi- Abissinia», e prosegue «Ma GIOVANNI POZZI, Tacet, Mila- sta nella Guerra d’Abissinia, penserà la nostra Italia mae- no, Adelphi, 2013, pp. 42, € con stralci dalle lettere del stra di civiltà, portarvi luce e 7, l’idea platonica del libro in medesimo all’allora fidanzata benessere»). Tanta ingenua tempo di digitale: un concen- e futura moglie Angiolina, ed fiducia sarà poi crudamente trato di sapienza, una rifles- è di un pregio e di una vivezza disfatta dalla Seconda Guerra sione sul silenzio, distillata eccezionali, perché documen- Mondiale, che vedrà Stefano da una frequentazione lunga ta la quotidianità delle retro- Stradiotti tra i pochi superstiti una vita, tra i libri, quelli che vie italiane e dei villaggi etio- della campagna di Russia. tutti conoscono e leggono (o pici, ma anche molti momenti dovrebbero leggere), e quelli particolari (la sottomissione di GIOVANNI BONTEMPI, Un gira- che pochi o pochissimi san- ras Sejum, la festa maskal o sole lo veglierà. Da Marone no a malapena che esistano, della Vera Croce, il corteo del alla campagna di Russia: un e ancor meno sono gli eletti Ramadam, liturgie copte e al- 89 memoriale della Seconda diversamente esperti dell’ars guerra mondiale, Brescia, do nel distruggere uomini e scribendi, e tutti con una per- Grafo, 2014, pp. 160, € 12, è cose da noi era umanamente sonalità letteraria ben definita, invece il resoconto di un redu- insopportabile, e per questo che spazia dal fantasy alla ce, geniere della Divisione di non ci siamo mai affiatati: il cronaca, dai ricordi dell’in- Fanteria Autotrasportabile “To- soldato Italiano era eroico fanzia perduta alle memorie rino” («la nostra divizione era nella battaglia, ma il cuore di guerra alla rivisitazione dei autotrasportata, ma gli auto- era sensibile ad ogni sventura classici (con protagonisti del mezzi erano carichi di scorte del mirabile popolo Russo, calibro di Giacomo Leopardi, di viveri e materiali, così a noi per questo ci volevano bene Ulisse, o Francesco De Santis, rimaneva l’autotrasporto delle ed al momento opportuno ci alias la Musa della Critica Let- scarpe» p. 49) che fece parte diedero disinteressato aiuto. teraria), da temi estremamen- dell’ARMIR: quattro quaderni I Tedeschi hanno seminato te impegnati alla leggerezza fitti di ricordi, che l’Autore si la morte e in contraccambio dell’ironia, tutti accomunati decise a scrivere nel 1965, l’hanno avuta», e nella pagina dalla ferma fiducia nel valore sollecitato dal parroco, per far successiva racconta l’ospitalità della parola scritta e nella sua finalmente tacere rimpianti e ricevuta da un’anziana ucrai- capacità di agire per il bene. rimorsi di esser tornato vivo na quando era giunto, mezzo A questo punto ci sarebbe da da dove i più, e soprattutto morto, alle porte di Khar- entrare nei dettagli, ma … o i suoi amici più stretti, non kov; poi il ritorno in Italia, l’8 tutti, o nessuno, e forse è me- tornarono; l’edizione a stampa settembre che lo sorprende a glio lasciare un po’ di suspen- ha rispettato minuziosamen- Capua e l’avventuroso risalire se e augurare “Buona lettura”! te la scrittura del Bontempi, la penisola, eludendo le retate tedesche, l’arrivo a casa e la e ne risulta un documento ALESSANDRO D’AVENIA, Ciò che coinvolgente e sconvolgente, partecipazione alla lotta parti- inferno non è, Milano, Arnol- in crescendo dall’inizio nelle giana nelle Fiamme Verdi, fino do Mondadori Editore, 2014, retrovie, sul Fronte Francese al «desiderato» 25 aprile. pp. 317, € 19: è un romanzo, e poi a Mostar, nella ex Ju- come precisa già in copertina goslavia, all’affresco sempre FRANCESCA BRIZZI, SARA DALENA, il sottotitolo, ma nella miglior più grandioso e tragico della AUGUSTO FUNARI, LING’ (LUIGI IN- tradizione del romanzo storico catastrofe in Russia; in una GRASCIOTTA), ALDO PISONI, CRISTINA italiano, cioè una narrazione delle pagine più concitate SCUDELLARI, Racconti, Brescia, fedele al vero e alla sua bel- dei suoi ricordi, rileva di aver Edizioni Arnaldo da Brescia, lezza, e quindi animata dalla imparato in fretta a capire e 2014, pp. 188, € 12, inanella profonda stima dell’autore farsi capire in russo, lingua 32 racconti, alcuni brevi come per il personaggio principale, dei nemici, ma di non saper un bozzetto, altri dal ritmo più una ricostruzione rigorosa e nulla dell’idioma degli alleati ampio, di sei autori bresciani partecipata della vita e dell’o- germanici, «il loro compor- d’origine o d’adozione, molto pera di Padre Pino Puglisi, tamento, il loro sangue fred- diversi per età, ma tutti già “3P” per i suoi studenti del 90 Liceo Classico “Vittorio Ema- Torino e Lugano, dove ha fon- tali strappano inevitabilmente nuele II” di Palermo, ai quali dato l’Istituto Studi Mediterra- al lettore. impartiva lezioni di religione nei; «arrivato ora consciamen- teoriche e pratiche, portandoli te all’incontro con la morte», ROBERT GALBRAITH, Il baco da con sé, dopo scuola, a far del a 88 anni, l’eroe di guerra e di seta, Milano, Salani Editore, bene al quartiere Brancaccio, pace si autodefinisce un «falli- 2014, pp. 555, € 18,60: la la Palermo oltre la ferrovia, to che non è riuscito nelle ini- Rowling prosegue, con l’ormai regno incontrastato e disa- ziative e carriere intraprese», noto pseudonimo maschile, strato di Cosa Nostra, che per e le ripercorre e le ricostru- con le inchieste di Cormoran questo lo condannò a morte, isce minuziosamente, alter- Strike, dopo il successo de Il e la sentenza fu prontamente nando la commozione per la richiamo del cuculo. Al centro eseguita, ma l’esecutore restò malattia della moglie Rosetta questa volta è la scomparsa folgorato dall’ultimo sguardo alla ricerca intellettuale de “Il di Owen Quine, uno scritto- di don Pino e si convertì. Sto- benedettino”, riflessioni sull’e- re che sa troppe cose della rie di sublimità e d’infamia, braismo e ritratti a tutto tondo cupola editoriale e del bel che D’Avenia racconta non per di uomini e donne che hanno mondo che le ruota attorno, e sentito dire, ma perché, tra gli attraversato, o accompagnato ha deciso di rivelarle nel suo studenti di “3P”, c’era anche per tratti più o meno lunghi, il ultimo romanzo, scomparso lui. suo tortuoso cammino. in manoscritto con lui.

VITTORIO DAN SEGRE, Storia ANDREA VITALI, Biglietto, si- JOHN RONALD REUEL TOLKIEN, dell’ebreo che voleva esse- gnorina, Milano, Garzanti Edi- Beowulf, Milano, Bompiani re eroe, Torino, Bollati Bo- tore, 2014, pp. 393, € 16,40: Editore, 2014, pp. 543, € 20: ringhieri, 2014, pp. 285, € è il più fresco della covata, finalmente è accessibile in 16,50: nato nel 1922, “Anno I assai numerosa, dei romanzi italiano la traduzione com- dell’Era Fascista”, figlio di una “retrò” di Vitali. Ambientato, mentata del primo grande buona famiglia ebrea piemon- come al solito, sul Lago di poema epico della lettera- tese, e delle sue scelte econo- Como, ma nel ‘49, quando tura anglosassone, opera di miche errate, date le succes- l’Italia è ancora sospesa tra le Tolkien, nell’edizione curata sive Leggi Razziali, Vittorio ferite della guerra mondiale e dal figlio Christopher, che Dan Segre fugge a 17 anni in le speranze del nuovo ordine narra l’uccisione del drago da Palestina, a 19 si arruola al atlantico, narra la vicenda di parte di Beowulf, archetipo di Cairo nell’Esercito Britannico, «una bella forestiera squattri- san Giorgio, patrono d’Inghil- combatte nel ‘48 per la na- nata, pericolo numero 1 per la terra; il libro è completato dal scita dello Stato d’Israele, per carriera politica del candidato Racconto meraviglioso, una poi passare alla diplomazia e sindaco». Vicenda abbastanza variante della prima parte del- alla carriera accademica inter- imprevedibile, mentre preve- le avventure di Beowulf. nazionale, nelle Università di dibilissime sono le risate -e le Oxford, Boston, Haifa, Milano, riflessioni- che le pagine di Vi- 91 L’ANGOLO DELLA LEGATURA

Le cartas ejecutorias

di Federico Macchi Bibliofilo, esperto in Legature Storiche

eseguite nelle città sedi di università. Queste lettere di nobiltà (cartas ejecutorias de hidalguía) possono anche essere munite di un sigillo in cera che ritrae sul recto il re- gnante seduto sul trono, sul verso lo stemma che raffigu- ra i suoi domini nel periodo di esecuzione (Figura 1). Il materiale di copertura non riguarda unicamente il cuoio, ma si estende anche al tessuto (Figura 2), genere di antica tradizione attestato almeno a partire dal secolo XIV nelle biblioteche reali, principesche e prelatizie a causa della modesta qualità conseguita dalla concia del

Figura 1. Legatura su e cartas ejecutorias carta ejecutoria del consistono in atte- secolo XVI. stazioni spagnole di L nobiltà, che precisano il luogo e il tempo del Figura 2: Legatura su carta ejecutoria del conferimento: esse costitu- secolo XVIII. iscono, al pari delle Com- missioni dogali (documento o lettera ufficiale del Doge o del Governo di Venezia, diretto a un altro Governo, a un pubblico ufficiale o a un privato), un importante corpus di documenti per la storia della bibliopegìa. La decorazione, sebbene elabo- rata e appariscente, è talora di modesta qualità quanto ad esecuzione: assai più raffina- te, invece, sono le legature 92 pellame in quel tempo: la fragilità ne spiega la limitata sopravvivenza. Le cartas prodotte durante il Rinascimento nella Spagna settentrionale presentano le- gature più sofisticate e sobrie sia nell’ornamento sia nell’e- secuzione, che denunciano talvolta un influsso francese; in quella meridionale, inve- ce, l’abbellimento, esube- rante, è di realizzazione più approssimativa, malgrado il cuoio sia di migliore qualità. I manufatti provenienti da Granada in particolare, sono solitamente caratterizzati da una doppia cornice assolta tramite rotella, da tre doppi filetti e dalla presenza, specie nello specchio, di numerosi piccoli ferri in foggia di uc- celli, animali araldici, stelle, agnus Dei. La diffusione non si limi- ta alla penisola iberica, ma si estende anche ai passati possedimenti, come attesta una legatura prodotta nel nuovo mondo, in Messico per la casata Lopez Murillo verso la fine del Cinquecen- to contenente la richiesta di nobiltà esaminata da Raffael de Trojo, alcade ordinario in Città del Messico e a Tlaxcala nel 1590 (Figura 3). Questi documenti furono emanati ininterrottamente Figura 3: Legatura su carta ejecutoria del secolo XVI. dal XVI al XIX secolo. Le lega- ture impiegate testimoniano il trascorrere delle mode e ma di petalo stretto e lungo impero, ad imitare in una degli stili: si succedono così (lancetta) che contiene al suo metà circa del piatto i tes- i moduli tipos populares interno una fine decorazione suti d’arredamento allora di (1575 - 1635 circa, denomi- di arabeschi, di motivi fito- moda: un motivo a tendaggio nazione dovuta ai motivi de- morfi o geometrici, talvolta sospeso dalle pieghe libere rivati dalle arti minori, quali i filigranati – Figura 5), roco- realizzato nei più svariati e ricami, gli oggetti d’argento cò (secolo XVIII - sostantivo delicati colori - Figura 7). Il di uso liturgico e domestico, scherzoso derivato dal fran- genere interessa i collezioni- quasi sempre di forte con- cese rocaille o roccia, di cui sti, specie ove le cartas siano notazione popolare - Figura lo stile imita aspetti bizzarri fornite di manoscritti miniati 4), a ventaglio (secolo XVII, e imprevedibili, sotto forma di lussuose legature in uno ispirato ai merletti che, di di modelli mossi e sinuosi stato pristino, come attesta- gran moda all’epoca, furono – Figura 6), a cortina (1810- no le apprezzabili quotazioni oggetto di manuali illustrati 1830 circa, ispirato ai motivi richieste in cataloghi e spun- sia in Italia sia in Francia, ca- ornamentali propri dello tate in occasione di aste. ratterizzato da un ferro a for- stile neoclassico e di quello 93 Figura 4: Legatura su carta ejecutoria del secolo XVI.

Figura 5: Legatura su carta ejecutoria del secolo XVII. 94 Figura 6: Legatura su carta ejecutoria del secolo XVIII. Figura 7: Legatura su carta ejecutoria del secolo XIX.

95 LE ATTIVITA’ DELL’ ASSOCIAZIONE BIBLIOFILI BRESCIANI DURANTE L’ANNO 2014 Iniziamo il 2014 con ancora negli occhi il ponderoso libro commemorativo, fresco di stampa, del ventennale della nostra Associazione e contemporaneamente pensando alla conferenza di gennaio che sarà tenuta dalla stessa parsona che ne ha curato la presentazio- ne sul Giornale di Brescia. Le attività della nostra Associazione si dividono sostanzialmente in attività pubbliche, come le conferenze, e riservate ai soci e amici, come le visite guidate presso le biblioteche. Le conferenze sono state sette, dedicate prevalentemente ad alcuni stampatori bresciani, senza tralasciare l’arte pittorica e la musica bresciana. Un evento pubblico che ha suscitato un notevole interesse e partecipazione tra i bibliotecari bresciani è stata la Tavola rotonda intitolata: La comunicazione tra utenti e biblioteche nell’era digitale. Tradizione e innovazio- ne, alla quale abbiamo avuto come coordinatore il Direttore della Bayerische Staatsbiblio- thek che ha promosso in tutto il mondo la digitalizzazione dei libri. Le visite guidate a biblioteche sono iniziate quest’anno con la visita alle biblioteche della Romagna ed in particolare siamo stati ad ammirare la biblioteca malatestiana di Cesana in cui si possono osservare la struttura architettonica, i leggii ed i libri miracolosamente con- servati dal 1452. In tutte le biblioteche abbiamo avuto il grande piacere, per dei bibliofili, di vedere libri di particolare pregio storico e artistico esposti dagli stessi Direttori. A queste attività istituzionali si aggiunge quest’anno la costituzione di un “fondo librario Misinta” custodito nelle preziose scaffalature lignee donate dalla moglie del nostro ex-se- gretario al Museo Diocesano. Infine, alla Cena degli Auguri di dicembre, ci ritroveremo piacevolmente con parenti ed amici a parlare di libri e a gustare un’esposizione di bellissime stampe.

96 23 gennaio

d’Huomini della Stampa, & al con accurata iconografia in più presente ne vivono molti, che edizioni dalla tipografia di Giu- sono celebri in quest’arte». A seppe Pavoni, tipografo ufficiale quattro secoli di distanza, men- della Repubblica con prolun- tre è vivo e celebrato il ricordo gato monopolio nell’arte della degli stampatori di Toscolano e stampa in quella città. Sabbio, è svanita la memoria di Diversa sorte ebbe la coe- quest’altro significativo con- va iniziativa imprenditoriale di tributo alla diffusione dell’arte Comino Presegni a Brescia: la tipografica. Il libro «Dal lavoro morte lo colpì a soli dodici anni dei torchi all’arte dei libri – dall’avvio e non risparmiò l’u- Migrando verso le stampe- Soprazocco nella Rivoluzione nico erede maschio prima che rie veneziane, giovani abitan- Gutenberg», edito a cura della potesse subentrargli. Avrebbero ti dell'entroterra gardesano Fondazione Civiltà Bresciana, però provveduto altri stampa- lasciarono tra Cinquecento e racconta un percorso di risco- tori di Soprazocco – Giovanni Seicento il lavoro della cam- perta, attraverso i documenti Paolo Bizardo e Antonio Rizzar- pagna per impratichirsi nella d’archivio e la consultazione dei di – a mantenere attivi i torchi nuova arte della stampa. Alcuni volumi conservati nella Biblio- della stamperia nata al Canton raggiunsero livelli d'eccellen- teca Queriniana, che hanno Stoppini e poi trasferita in con- za e si fecero imprenditori, a fornito un eloquente apparato trada di Palazzo Vecchio, in quel stretto contatto con istituzioni iconografico. vicolo Rizzardo che conserva civiche e religiose, artisti e ac- A Venezia si compiva l’ap- nel nome il ricordo dell’antica cademie in diverse città. prendistato dei giovani con- attività. Anno 1597. Comino Pre- tadini che nella terra natale segni avvia a Brescia la sua avevano familiarità con i torchi La dott.ssa Elisabetta Ni- attività tipografica, dopo una da vino e, percorrendo la trafila coli si è laureata in lettere serie di pubblicazioni vene- necessaria per diventare mae- all’Università Cattolica di Mila- ziane. A Genova, Giuseppe stri d’arte, in alcuni casi sono no, è giornalista pubblicista. Pavoni acquista dagli eredi arrivati a farsi imprenditori, a Ha all’attivo collaborazioni a del salodiano Girolamo Bar- diretto contatto con letterati, quotidiani e riviste e a pubbli- toli una tipografia destinata a artisti e accademici; con gli cazioni di carattere storico. Alla primeggiare nel territorio della importanti ordini religiosi e le conferenza si è avvalsa del dott. Repubblica. I due personaggi istituzioni civili. A Venezia ha Ruggero Radici si è laureato in attivi nel mondo dei libri hanno avuto successo il soprazoc- lettere moderne all’Università in comune l’origine, essendo chese Giacomo Sarzina tra gli degli Studi di Milano con una nati entrambi a Soprazocco, anni Venti e Quaranta del XVII tesi su Antonio Rizzardi, stam- all’epoca Comune autonomo secolo, editore della seconda patore di Soprazocco. Pur aven- di seicento abitanti, luogo di edizione del Vocabolario degli do scelto in seguito un settore comunicazione tra Val Sabbia Accademici della Crusca, dell’A- professionale diverso, mantiene e area gardesana che Otta- done di Giambattista Marino, una passione personale per vio Rossi nelle sue «Memorie della Gerusalemme Liberata la storia del libro bresciano, bresciane» citava per il vino con pregevoli illustrazioni a collaborando con studiosi del eccellente, l’aria salubre e tutta pagina. A Genova l’opera settore. per aver avuto «gran quantità del Tasso era uscita anni prima 97 20 febbraio

Il collezionismo è un fenomeno che ha caratteriz- zato la storia di Brescia per oltre quattro secoli, deter- minando in modo decisivo la nascita dei musei moderni. Molte famiglie nobiliari, tra Sette e Ottocento, attri- buirono all'arte un ruolo di primo piano per soddisfare le proprie aspirazioni culturali. Una parte rilevante del colle- zionismo cittadino intrecció le vicende degli illustri casati Avogadro, Barbisoni e Lechi, tra i principali estimatori del pittore milanese Giacomo Ceruti. Seguendo i percorsi Storia dell'Arte presso l'Uni- che determinarono la forma- versità degli Studi di Udine. zione del celebre "ciclo di Pa- È attualmente Curatore delle dernello" di Ceruti, riscoperto raccolte artistiche e archeolo- soltanto nel Novecento, è giche del Museo Camuno di possibile ripercorrere anche Breno. due secoli di storia del colle- Ha all'attivo pubblicazio- zionismo bresciano. ni relative a vari argomenti storico-artistici bresciani e Filippo Piazza nasce a lombardi. Brescia nel 1983. Laureato in Storia dell'Arte presso l'U- Nell’immagine: Giacomo niversità Cattolica di Milano Ceruti detto il Pitocchetto, (2009), nel 2012 consegue il Portaroli che giocano a carte. diploma di perfezionamento. Collezione privata Oggi svolge il Dottorato in

98 23 gennaio ricoperto la carica di podestà a Borgosatollo, egli approdò alla guida del capoluogo e da po- destà di Brescia egli promosse interessanti iniziative di caratte- re politico e amministrativo e, soprattutto, significative trasfor- mazioni urbanistiche che tuttora segnano in modo rilevante il tessuto urbano del capoluogo Fausto Lechi fu anche un protagonista indiscusso delle manifestazioni culturali brescia- ne organizzate negli anni Tren- ta. Oltre a essere il promotore delle prime celebri mostre d’arte e del XXI Congresso della So- cietà Nazionale per la storia del Risorgimento, il suo impegno (triennale) alla Statale di Milano si concretizzò anche all’interno con una tesi sul fronte dell'Ada- dell’Ateneo di Scienze Lettere e mello durante la prima guerra Arti di Brescia. mondiale. Ha successivamente Durante l’esposizione sono conseguito la laurea magistrale state date indicazioni bibliogra- presso l'Università degli studi fiche e archivistiche sul lavoro di Verona in Storia e Geografia svolto, sottolineando anche le dell'Europa, presentando la tesi La figura di Fausto Lechi è difficoltà incontrate nel reperire "Il fascismo in periferia: la pode- stata fra le più rappresentative le fonti (andate perdute) per la steria di Fausto Lechi a Brescia e importanti della vita politica e ricostruzione della vita ammini- (1933-1937). Attualmente inse- culturale bresciana nel periodo strativa comunale della podeste- gno storia e letteratura italiana fra le due guerre e nel secondo ria Lechi. presso la Scuola Bottega Arti- dopoguerra. La conversazione Il dott. Michele Piacentini, si giani di San Polo. proposta dal dottor Piacentini è laureato in scienze storiche ha tracciato un denso profilo biografico e una attenta conte- stualizzazione dell’operato di Luigi Lechi in ambito politico, culturale e civile in senso lato. In una breve introduzione l’autore ha ripercorso le vicende biogra- fiche di Lechi, con particolare riguardo alla sua partecipazio- ne al primo conflitto mondiale e alla sua prima esperienza amministrativa locale come membro della giunta Gadola. Lechi fu in seguito pienamen- te organico al vivace ambiente culturale bresciano, che Piacen- tini ha ricostruito fino alla presa di potere da parte dei fascisti facenti capo alla corrente di Turati. Fu in questo periodo che Lechi maturò la sua adesione al fascismo e si impegnò per un breve periodo come vice pode- stà di Pietro CAlzoni. Dopo aver 99 29 marzo - 3 aprile VISITA ALLE BIBLIOTECHE della ROMAGNA e d'URBINO,

Sabato 29 marzo. Partenza ore 15 per Rimini. Appuntamento al parcheggio Castellini (incrocio via Castellini-via Mantova, dove è possi- bile lasciare l'automobile). Sistemazione all'Hotel Bikini. Conversazione del prof. Angelo Turchini (Prof. Ordinario di archivistica e biblioteconomia all’Università di Bologna *) su Romagna storia e Cultura. Cena in Hotel. * - A. Turchini è attualmente uno dei più rinomati studio- si della storia moderna e in questo contesto della storia romagnola in Italia (per quanto riguarda quest'ultima direi anche nel mondo). E’ nato e cresciuto a Rimini, ha studiato storia e si è laureato a Padova, in seguito ha lavorato (come ricercatore e prof. associato) alla Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed anche di Brescia. Poi negli anni novanta ha vinto il concorso per la sopraddetta cattedra alla università di Bologna.

Domenica, 30 marzo. Partenza ore 8 per Urbino. Visita allo studiolo/biblioteca di Federico da Montefeltro. Ci accompagnerà il sopraintende dei Beni Librai delle Marche dott. Alessandro Marchi, amico di Klaus Kempf, sia per quanto con- cerne la visita guidata alla città d'Urbino sia, in particolare, al palazzo ducale con lo studiolo/ biblioteca di Federico da Montefeltre. Pranzo libero in Urbino. Cena in Hotel Bikini.

Lunedì, 31 marzo. Ore 9. Partenza per Cesena alla visita della Biblioteca malatestiana. La Malatestiana è l’unico esempio di biblioteca umanistica conventuale perfettamente conservata dal 1452 nell’edifi- cio, negli arredi e nella dotazione libraria, come ha riconosciuto l’Unesco, inserendola, prima in Italia, nel Registro della Memoria del Mondo. Pranzo al ristorante di Casa Artusi a Forlimpopoli. Visita alla Biblioteca e alla strut- tura Casa Artusi. Cena in Hotel.

Martedì, 1 aprile. Rimini, visita alla Biblioteca Gambalunga. Pranzo hotel Bikini. Visita al Tempio Malatestiano con la guida del prof. A. Tur- chini. Il Tempio Malatestiano è stato rinnovato completamente sotto la signoria di Sigismon- do Pandolfo Malatesta, con il contributo di artisti come Leon Battista Alberti, Matteo de' Pasti, Agostino di Duccio e Piero della Francesca, è, sebbene incom- pleto, l'opera chiave del Rina- 100 scimento riminese ed una delle architetture più significative del Quattrocento italiano in genera- le. Cena “guidata” dalla prof.ssa Lucia De Nicolo (ri- cercatrice confermata e docente di storia moder- na e di storia del mediterraneo all’Università di Bologna **) sulla Cucina di mare romagnola. ** - L. De Nicolo ha studiato storia all'università di Bologna. In particolare, Lei ha fatto anche del- le ricerche empiriche proprio nell'ambito della cultura e tradizioni del mare, della pesca, etc. E diventata con gli anni una esperta straordinaria per tutte le questioni del mare (storia, tradizioni di pesca, di cucina) nell'epoca della storia mo- derna ed in avanti. Gestisce, oltre la sua docenza e la pubblicazioni di tanti, tanti libri, anche un piccolo museo dedicato al mare Adriatico e a Pesaro.

Mercoledì, 2 aprile. Ore 9. Partenza per Ravenna. Visita alla Biblioteca Classense (a sinistra). Nel 1803, in seguito alle soppressioni napoleoniche dei beni monastici, l'antica e prestigiosa libre- ria dei Monaci Camaldolesi, edificata fra XVII e XVIII secolo dall'abate Pie- tro Canneti all'interno nell'Abbazia di Classe, fu eletta a Biblioteca Civica di Ravenna. Negli spazi monumentali della Classense furono raccolti anche i fondi librari dei più importanti com- plessi conventuali e abbazie della città. Tra i fondi più antichi si annoverano codici manoscritti, incunaboli, edizioni a stampa di pregio, autografi, mano- scritti musicali, ricchissimi carteggi, raccolte di grafica quali disegni, xilo- grafie, incisioni su rame, litografie. Pranzo libero. Pomeriggio: Visita al Tempio di Dante. Oppure Visita alla Ravenna bizantina. Basili- ca di san Vitale e il mausoleo di Galla Placidia. Cena in Hotel.

Giovedì, 3 aprile. Visita guidata alla romana,”Ariminum”, con le sue Mura Repubblicane, poi Sil- lane e infine Aureliane ; con il Ponte di Tiberio ; con l’Arco di Augusto ; con la Domus del Chirurgo (a sinistra),il cui recupero archeologico straordinario ha comportato anni di lavoro e fruibilità solo recente, dal 2008. Ritorno a Brescia. 101 ASSOCIAZIONE ATENEO DI BRESCIA BIBLIOFILI Accademia di Scienze, BRESCIANI Lettere ed Arti “BERNARDINO MISINTA” Fondata nel 1802 - onlus

Venerdì, 11 aprile 2014, ore 15 presso il Salone delle Conferenze, Ateneo di Brescia, via Tosio, 12. L’Associazione Bibliofili Bresciani “Bernardino Misinta” e l’Ateneo di Brescia con il patrocinio di Università degli Studi di Brescia, Università Cattolica di Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, Rete Bibliotecaria Bresciana e Cremonese, Comune di Brescia, Provincia di Brescia Assessorato Cultura e Turismo, Lions Club Brescia Host, Rotary Club Brescia Ovest, Lions Club Valle Trompia, Rotary Club Brescia, hanno il piacere di invitarvi alla Tavola Rotonda La comunicazione tra utenti e biblioteche nell’era digitale. Tradizione e innovazione

Ore 15. Saluto Presidente Ateneo, Sergio Onger Saluto Presidente Misinta, Filippo Giunta Saluto autorità Brescia ovest Ore 15:30. Inizio dei lavori Coordina: Klaus Kempf, Bayerische Staatsbibliothek intervengono: Marco Gussago, Rete Bibliotecaria Bresciana e Cremonese Maddalena Piotti, Biblioteca Civica Queriniana Enrica Veronesi, Università degli Studi di Brescia Gabriele Signorini, Università Cattolica di Brescia Interventi preordinati e domande dal pubblico.

Ore 17:30. Caffè al bar.

Ore 18. Considerazioni conclusive a cura di Klaus Kempf con la partecipazione dei relatori e del pubblico.

Ore 18:45. Fine dei lavori.

A piedi o con pulmino dall’Ateneo all’Hotel Vittoria

Ore 19:30. Aperitivo Saluto dei Presidenti dei club Lions e Rotary

Cena all’Hotel Vittoria

Ore 21:30. Klaus Kempf. Breve disamina degli argomenti trattati alla tavola rotonda con invito alla discussione.

102 La comunicazione tra utenti e biblioteche nell’era digitale. Tradizione e innovazione.

Il seminario di idee sotto forma di tavola rotonda si terrà nel pomeriggio del giorno 11 aprile 2014, dalle ore 15 alle ore 19, nella prestigiosa sede dell’Ateneo di Brescia.

Sede dell’incontro: il salone delle conferenze dell’Ateneo, via Tosio, Brescia con intervallo coffee bre- ak e prosecuzione conviviale presso l’Hotel Vittoria secondo la formula cena+conferenza in uso presso i club Lions e Rotary.

Proposta Da qualche decennio è finita l’era dei “topi di biblioteca”. La migliorata comu- nicazione delle biblioteche tra di loro e tra utenza e biblioteche per via informatica ha permesso di soddisfare l’esigenza di “conoscenza” che si è diffusa assieme alla evoluzione tecnologica. Per esempio: il prestito interbibliotecario (indice di scambio di libri tra biblioteche nazionali ed estere) ha avuto il questi ultimi anni un notevole incremento nonostante la graduale riduzione delle risorse. In particolare nella Biblioteca Queriniana l’indice è aumentato del 26% a fronte di una riduzione delle risorse del 75% (dati 2009 vs 2012). Ma la sofferenza maggiore si è evidenziata nelle Emeroteche dove la riduzione delle risorse si rivela fisicamente nel triste spettacolo delle scaffalature per le riviste parzialmente vuote. Anche per la Rete Bibliotecaria Bresciana e Cremonese si può osservare un fenomeno simile. A fronte di una leggera contrazione del prestito locale (ossia del prestito che le biblioteche effettuano utilizzando il proprio patrimonio) si è verificato, nel corso del 2013, un impetuoso aumento del prestito interbibliotecario: del 50.9% per quanto riguarda il prestito che i Sistemi bibliotecari membri della RBBeC scambiano all’interno del territorio di loro competenza; addirittura del 90% se si considera quello che i Sistemi scambiano fra di loro. Ciò a dimostrazione di come gli utenti, di fronte a una tendenziale diminuzione del tasso di incremento delle raccolte locali, si rivolgano alla Rete, intesa ormai come unica grande biblioteca diffusa territorialmente.

Il seminario di idee intende promuovere un confronto fra operatori delle biblio- teche, specialisti della digitalizzazione libraria e documentaria e utenti delle biblioteche cittadine, alla luce delle nuove tecnologie digitali e della conservazione libraria tradiziona- le. In questa occasione saranno presentate alcune realtà bibliotecarie che operano, da tempi e in forme diverse, nel territorio bresciano. Sarà una importante occasione per conoscere aspetti di insospettato interesse che ognuna delle istituzione rappresentate può offrire all’utenza, sia in termini di conservazione e valorizzazione di fondi di particolare presti- gio, sia in termini di offerta di servizi all’avanguardia.

Relatore e coordinatore dei lavori: Klaus Kempf. Il ruolo di introdurre e coordinare i lavori sarà affidato al dottor Klaus Kempf. Commendatore della Repubblica Italiana, Direttore del Dipartimento dell’Organizzazione e Fruizione patrimoniale (libri) della Biblioteca di Stato di Monaco di Baviera, ideatore e realizzatore del sistema di digitalizzazione libri della stessa biblioteca, che collabora con Google Books, e autorità indiscussa di livello mondiale nell’ambito di questa disciplina.

103 104 105 La Rete Bibliotecaria Bresciana e Cremonese e il digitale: le biblioteche di pubblica lettura tra la dematerializzazione dei documenti e la prossimità dei lettori

Attraverso la Rete Bibliotecaria Bresciana e Cremonese (RBBeC), le biblioteche di pubblica lettura delle province bresciana e cremonese hanno costituito una vera e propria “infrastruttura culturale”, capillarmente diffusa sul territorio e basata sulla logica della cooperazione e della condivisione delle buone pratiche di gestione.

Il valore di questa infrastruttura sta, innanzitutto, nell’essere fortemente orientata alle relazioni di prossimità con gli utenti. Gli utenti della biblioteche di pubblica lettura, infatti, riconoscono il servizio bibliotecario sia a partire dalle sue attribuzioni di efficienza nel recupero dell’informazione, sia come “luogo sociale” intessuto di relazioni interpersonali. Da questo punto di vista la cultura viene vissuta sia come processo di appropriazione e interpretazione di informazioni, sia come riferimento a una comunità determinata, costruita attorno a relazioni di prossimità.

L’irrompere dei documenti digitali e del web nelle abitudini della fruizione culturale, pone le biblioteche di pubblica lettura di fronte a un nuovo contesto: da una parte l’efficienza nel recupero delle informazioni è grandemente favorita dall’apparente disintermediazione del web, dall’altra questa stessa disintermediazione – destrutturando i tradizionali ordinamenti del sapere – disorienta i lettori, che faticano ad attribuire correttamente il grado di autorevolezza alle fonti e a valutare la loro pertinenza rispetto ai bisogni informativi.

A partire da queste considerazioni, la RBBeC ha avviato un processo di aggiornamento della proprie pratiche di mediazione bibliografica, aggiornamento che si è rivolto anche alla manifestazione più evidente della presenza della Rete sul web: l’opac.

Ecco i punti sui quali vorrei soffermarmi: 1) Opac come occasione per avvicinare gli utenti alla rete di relazioni semantiche che intercorrono tra i documenti, 2) Opac come “luogo” dal quale si dipartono le “comunità virtuali” dei lettori, 3) Opac come ipertesto arricchito con contributi digitali (copertine, indici e sommari, …) 4) Opac come punto di accesso a pubblicazioni digitali, sia frutto della digitalizzazione di documenti analogici (progetto “Biblioteca digitale della Lombardia”), sia “nativamente” digitali (Media Library OnLine).

Per concludere, l’intenzione è di mostrare come l’innovazione rappresentata dai documenti digitali possa essere avvicinata come occasione per rinsaldare il rapporto tra gli utenti (alla ricerca di un orientamento affidabile nel contesto dell’information overload rappresentato dal web) e le biblioteche (custodi non solo di documenti, ma anche delle comunità che attorno ai documenti si riuniscono).

Dott. Marco Gussago, 030 3748980. [email protected]

106 Il Sistema Bibliotecario Urbano: dalle pergamene al digitale per “pubblico benefizio ed utilità”

Se si parla di biblioteche a Brescia il pensiero non può non andare alla biblioteca Queriniana, fondata a metà Settecento da un vescovo lungimirante e colto che, donandola all’amministrazione cittadina per un “pubblico benefizio ed utilità”, la fece diventare una delle prime biblioteche pubbliche della Lombardia. Il suo patrimonio si è costituito nel corso di quasi tre secoli affiancando ad opere di uso corrente per lo studio e l’aggiornamento, come le riviste letterarie settecentesche e ottocentesche e i manuali per le discipline tecnico-scientifiche, pezzi unici di inestimabile valore (pensiamo al Codice Purpureo del VI sec. e alle splendide Concordanze di Eusebio del XI sec.). Ripercorrendo nei suoi fondi librari, la lunga vita di questa istituzione storica, vediamo che è sempre stata caratterizzata da una doppia valenza: biblioteca di conservazione con vocazione museale e biblioteca pubblica in grado di fornire strumenti di studio nelle aree disciplinari di volta in volta emergenti. Negli anni ’80 con la costituzione del sistema bibliotecario urbano, la Queriniana è diventata centro sistema di un insieme bibliotecario composito, che integra funzionalmente compiti istituzionali di conservazione documentaria con la promozione della lettura e la copertura di ambiti specialistici nell’area letteraria, storico-artistica, pedagogica, scientifica. Il sistema bibliotecario, che si radica sul territorio anche con servizi di pubblica lettura decentrati rivolti a tutte le fasce d’età, trae forza, vitalità e senso dall’osmosi che riesce a creare con il suo contesto sociale. Fornisce l’insieme di servizi attraverso i quali, in modo prioritario e continuativo, si alimenta, si esplica e si condivide la dimensione culturale della città. L’osmosi che nasce dalla compresenza di generazioni e di interessi diversi arricchisce gli input che arrivano al servizio e sottolinea il forte valore simbolico delle biblioteche nella città: spazi sociali pubblici per interagire con un patrimonio di documenti che fanno la storia di una collettività. La vitalità che nasce dalla proficua interazione tra servizi e utenza ha portato nel tempo ad uno spostamento del baricentro dei servizi: negli anni sono stati potenziati i servizi da remoto per gli utenti, consentendo una fruizione fluida e dinamica che integra i servizi in sede indipendentemente dalle barriere fisiche di distanza e di orario. Da questo punto di vista le biblioteche sono sicuramente un fronte avanzato delle amministrazioni pubbliche perché hanno saputo cogliere prontamente le opportunità del digitale come strumento imprescindibile di evoluzione dei servizi. Vediamo insieme una sintesi delle tappe e i servizi realizzati dal Sistema Bibliotecario Urbano: x Passaggio dal catalogo cartaceo a schede mobili all’Opac (Online Public Catalog). Le origini di questa trasformazione risalgono all’ormai lontano 1985, quando viene avviata la catalogazione informatizzata delle nuove accessioni della biblioteca Queriniana e viene iniziato il riversamento informatico delle edizioni del Novecento e di parte di quelle dell’Ottocento. Questo imponente lavoro di riversamento dei cataloghi cartacei (che porta nel 2003 al debutto dell’opac su internet), consente ad oggi di trovare nell’opac tutte le edizioni novecentesche, una grossa parte di quelle ottocentesche, parte delle edizioni settecentesche e seicentesche, tutte le cinquecentine e tutti gli incunaboli, oltre che i periodici, CD musicali e DVD, il patrimonio delle biblioteche decentrate e quello delle biblioteche speciali. x Servizio di prestito interbibliotecario(PIB) e document delivery (DD). Attivo in Queriniana già dall’inizio degli anni ’90, ha subito un forte impulso dalla presenza in internet dei cataloghi delle biblioteche, dalla realizzazione di un servizio integrato e gratuito con la Rete Bibliotecaria provinciale, dall’attivazione del servizio all’interno del Sistema Urbano, dall’ingresso dell’opac queriniano in due cataloghi collettivi nazionali: MAI (Metaopac Azalai Italiano) e ACNP (Archivio Collettivo Nazionale dei Periodici) e dalla estensione di rapporti di reciprocità gratuita con

107 x tante biblioteche italiane. Parallelamente all’estensione dei rapporti di collaborazione con sistemi e singole biblioteche e all’ingresso in alcuni cataloghi collettivi, viene digitalizzato tutto il percorso del document delivery: viene aperta una pagina internet con descrizione del servizio, indicazione dei costi, mail dedicate per il PIB e il DD; tutti i materiali richiesti con il DD vengono scannerizzati (scanner da tavolo per documenti moderni e scanner planetario per l’antico e i periodici); nel luglio 2010 viene attivato un sito ftp per il trasferimento di file pesanti che integra la spedizione via mail dei file più leggeri; dal dicembre 2012 è stato attivato un modulo online per consentire agli utenti di inoltrare da remoto le richieste di PIB e DD. x Servizi di reference. Dal 2007, ad integrazione del servizio informazioni in sede, viene avviato formalmente un servizio di consulenza online con l’apertura di una pagina internet e l’attivazione di una mail dedicata per inoltrare richieste di: informazioni sui servizi, brevi bibliografie, percorsi di ricerca, presenza di documenti, ecc. Sono in preparazione: un modulo strutturato per raccogliere le richieste e facilitare la produzione di statistiche e un virtual reference desk sulla documentazione locale e le risorse per la didattica. x Queriniana digitale. La biblioteca Queriniana sta procedendo da tempo ad un lavoro di digitalizzazione di manoscritti, edizioni antiche a stampa e periodici bresciani dell’Ottocento e dei primi del Novecento. Attraverso la banca dati Queriniana digitale è possibile consultare online il primo nucleo dei materiali informatizzati. In particolare sono disponibili oltre 300 manoscritti, quaranta edizioni a stampa del Quattrocento e del Cinquecento e una ventina di testate di giornali locali (ad es.: L’illustrazione bresciana, La provincia di Brescia, La sentinella bresciana, ecc.) x Dalla fine del 2011 le biblioteche comunali del Servizio Bibliotecario di Brescia, congiuntamente alla Rete Bibliotecaria Bresciana, propongono ai loro utenti l’accesso gratuito da remoto a contenuti digitali attraverso la piattaforma di Medialibraryonline (MLOL). Medialibrary è il primo network italiano di biblioteche pubbliche per la condivisione di contenuti digitali. Con l’adesione alla piattaforma MLOL le biblioteche bresciane offrono un servizio di “prestito digitale” ai propri utenti (oltre 5000 titoli in catalogo), l’accesso ad una significative edicola di quotidiani italiani e stranieri, un archivio di mp3 musicali, ed altri contenuti digitali. Presso il servizio internet dell’Emeroteca sono state attivate alcune postazioni dedicate all’accesso a MLOL. x Anche la consultazione in sede ha beneficiato dell’innovazione tecnologica: il servizio gratuito di connessione WI-FI copre tutti i locali al pubblico di Queriniana, Emeroteca e Biblioteche Decentrate, consentendo l’indispensabile integrazione fra documenti cartacei e informazione online. x Alla fine del 2011 è stato messo in rete il portale del Sistema Bibliotecario Urbano: in modo organico e strutturato presentava l’insieme dei servizi bibliotecari cittadini, veicolando Carta dei Servizi, Carta delle collezioni, bibliografie, accesso ai servizi online. Nel gennaio 2014 le pagine sono confluite nel nuovo portale del comune e sono in fase di riorganizzazione.

Dott.ssa Maddalena Piotti, 030 2978216. [email protected], Bibliotecari della Queriniana

108 Il Sistema Bibliotecario di Ateneo: nuovi scenari e servizi di qualità Viene presentata l’esperienza di una biblioteca universitaria il cui “core business” è fornire supporto alle attività di didattica e di ricerca di alto livello. La biblioteca provvede a erogare sia servizi tradizionali che innovativi mediante strumenti tecnologicamente avanzati per far fronte alle esigenze di un’utenza che richiede standard di servizio particolarmente elevati. A fianco del tradizionale patrimonio cartaceo si sono aggiunte gradualmente un gran numero di pubblicazioni scientifiche e banche dati in formato elettronico che assorbono oltre l’80% delle risorse economiche assegnate. Molto è stato fatto per consentire agli utenti istituzionali di richiedere servizi e consultare le risorse elettroniche da remoto, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, tramite cataloghi e strumenti integrati nel portale di Ateneo. Per mantenere un sistema così complesso e articolato e assicurarsi che sia ade- guato alle nuove esigenze della didattica e della ricerca, sono necessari un monito- raggio e un impegno costante, un adeguamento continuo delle infrastrutture tecno- logiche e un sostegno economico non indifferente. Il crescente uso di internet e dei social network, l’incremento esponenziale del materiale disponibile liberamente in rete, la diffusione dell’Open Access pongono anche le biblioteche accademiche di fronte ad un nuovo scenario: divengono essen- ziali una formazione permanente del personale e una rinnovata formazione degli utenti che devono diventare utenti consapevoli della rete. Collaborazione e cooperazione con altre realtà accademiche e di ambiti disci- plinari affini hanno sempre contraddistinto le biblioteche dell’Ateneo, è auspicabile individuare per il futuro sinergie utili a realizzare nuove forme di collaborazione. Il Sistema Bibliotecario di Ateneo (SBA) viene costituito a fine 2011, effettua la gestione centralizzata delle acquisizioni, della catalogazione e delle risorse elettro- niche comuni. Eroga i servizi tramite la Biblioteca di Ingegneria e Medicina e la Biblioteca di Economia e Giurisprudenza, specializzate nelle specifiche aree disci- plinari. Nel 2013 ha ottenuto la certificazione di qualità secondo la norma UNI EN ISO 9001: 2008 e ha adottato la Carta dei Servizi. Nel 2011 e 2012 ha partecipato al pro- getto Good Practices (tra 20 Atenei) volto alla misurazione di indicatori di efficacia ed efficienza, riportando un ottimo risultato. La Sezione Storica della Biblioteca di Economia e Giurisprudenza, è stata selezio- nata dalla Regione Lombardia per partecipare al progetto Digital Library. Il fondo librario annovera tra il materiale antico 124 cinquecentine, 157 esemplari del 1600, 551 del 1700 e circa 500 esemplari del primo ‘800. http://www.cultura.regione.lombardia.it/cs/Satellite?c=Redazionale_P&childpa gename=DG_Cultura%2FDetail Dott.ssa Enrica Veronesi, Responsabile Sistema Bibliotecario di Ateneo, Università degli studi di Brescia Mailto: [email protected]. Tel. 030 2989471 – Mobile 366 6601849

109 La biblioteca universitaria nell’era digitale: nuovi strumenti, stesse finalità.

La relazione intende percorrere rapidamente le principali tappe dello sviluppo tecnologico che ha influenzato, a partire dalla fine degli anni ottanta le biblioteche universitarie italiane. Il tutto, naturalmente, contestualizzato alla nostra realtà. (Le prime catalogazioni online, la nascita dei primi opac ed i primi collegamenti inter- sede per la condivisione prima di conoscenze e poi di risorse.) Si tratta in sostanza di uno sguardo critico al fenomeno che ci ha riguardati negli ultimi 20-30 anni e che ha coinvolto non solo le biblioteche ma anche il tessuto della società,la struttura dell’Università e della scuola in generale , il modo di comu- nicare, di apprendere, di insegnare e di leggere. Va segnalata la reale portata del fenomeno che , lungi dall’investire il solo appa- rato organizzativo, ha comportato risvolti professionali, psicologici ed economici. Venendo ai tempi presenti si illustrano le attuali configurazioni dell’organizza- zione di una biblioteca accademica alla luce di tutti i cambiamenti avvenuti negli ultimi anni. Un concetto che sarebbe opportuno ribadire è insito nel titolo stesso: esistono delle meta-funzioni della biblioteca che sopravvivono ad ogni cambiamento. La “mission” delle nostre organizzazioni è quella di conservare, descrivere, valorizzare e diffondere conoscenza, a prescindere dal supporto che la contiene. Per questa ragione la nostra realtà ha sempre sposato una particolare filosofia e cioè quella di considerare il progresso tecnologico non un’alternativa o un supera- mento della biblioteca tradizionale bensì una nuova opportunità per rafforzare la nostra azione, per incidere maggiormente. In buona sostanza non si tratta di fare cose diverse ma di farle meglio. Un esempio calzante di questa impostazione è la preservazione digitale che pur- troppo, per evidenti ragioni finanziarie , non può essere sistematica. Ma, come in tutte le cose, l’importante è indicare la via, la direzione. La semplice digitalizzazione di un documento video analogico (VHS) e la sua trasposizione su DVD rappresenta già un passo, un segnale. Un riferimento doveroso va poi alla Biblioteca Carlo Viganò, con tutti suoi tesori ed in particolare all’ Archivio Tartaglia, che si articola essenzialmente in tre aree: ‘Documentazione’, ove si trovano segnalati e in parte riprodotti studi e citazioni varie inerenti la biografia e l’attività di N.Tartaglia; ‘Riproduzione delle Opere’, in cui vengono offerti saggi di pagine originali tar- taleane; ‘Trascrizioni di opere’, nella quale sono messe a disposizione degli studiosi alcu- ni testi tartagliani opportunamente trascritti e quindi analizzabili elettronicamente secondo diverse chiavi di lettura. L’intervento si conclude con una rapida carrellata sui principali fondi librari cu- stoditi dalla nostra istituzione. Dott. Gabriele Signorini, Direttore della Biblioteca Padre Ottorino Marcolini, Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Brescia. email: [email protected]

110 Interventi preordinati

Dott. Angelo Brumana, Edizioni Torre d’Ercole.

Parlerò nella duplice veste di “fruitore” di servizibibliotecari e di piccolo editore. Come studioso e fruitore di servizi bibliotecari: - Importanza della valorizzazione informatica dei fondi antichi. Mettere in rete quanto più sia possibile di testi antichi, in scansioni complete per le collezioni in più volumi, oggi disgraziatamente disponibili in forma ridotta o parziale. - Importanza della duplicazione degli incunaboli e dei testi antichi di particolare pregio: note di possesso particolari, apparato di note e di postille, decorazioni, legature sono elementi che raccomandano la necessità di riprodurre il pezzo, anche se appartiene ad una edizione già disponibile sul web.

Come piccolo editore: - Necessario mantenere viva la diffusione del supporto cartaceo, non solo per ragioni “sentimentali” o meramente economiche (neppure così una piccola casa editrice paga le sue spese), ma per sottrarre la produzione del libro alla dittatura dei colossi informatici. - Salvaguardare i diritti intellettuali degli autori che decidono di stampare in carta i loro contributi. - Modificare i criteri di classificazione editoriale recentemente dilaganti nel mondo della ricerca.

Avv. Giorgio Pedrazzi, Professore Aggregato di Diritto delle Nuove Tecnologie e Istituzioni di Diritto Privato - Università di Brescia [email protected] tel. 3356883042 L’Oggetto (digitale) in cerca (di diritto) d’Autore L’Oggetto digitale rappresenta oggi il contenitore di opere letterarie, musicali o anche una combinazione delle stesse. Così come la tecnologia anche il quadro legislativo appare in continua evoluzione, basti pensare al voto del 4 febbraio u.s. del Parlamento Europeo sulla Direttiva Ue sulla gestione collettiva dei diritti d’autore e al recepimento (D. Lgs. 21 febbraio 2014, n. 22) della direttiva 2011/77/UE che incide sulla durata di protezione del diritto d’autore e di alcuni diritti connessi. Le basi storicamente consolidate della disciplina giuridica in tema di Diritto d’Autore devono oggi necessariamente essere poste a confronto con la facilità di riproduzione e trasmissione telematica e con le moderne esigenze degli operatori e dei fruitori delle opere. La gestione digitale dei diritti connessi all’opera dell’ingegno si colloca precisamente sul crinale tra tradizione e innovazione, individuato dagli organizzatori del presente convegno, e s’inserisce di prepotenza nella comunicazione, istituzionale e non, tra fornitori e biblioteche, tra biblioteche nonché tra biblioteche ed utenti. Le principali questioni giuridiche e le implicazioni del diritto d’autore (copyright), delle licenze Creative Commons (copyleft) e degli strumenti DRM (Digital Rights Management), nell’ottica della dematerializzazione e della comunicazione di oggetti digitali costituiscono oggi i temi centrali per il giurista contemporaneo che si occupa di Tutela della Proprietà Intellettuale.

111 Prof. Giuseppe Colosio, Dirigente Scolastico.

Il digitale, i testi e il sapere Dieci anni fa si è tenuta a Brescia una mostra intitolata “Dalla pergamena al monitor”. E’ stata un momento di celebrazione del ruolo avuto da Brescia nell’editoria e di presentazione dei tesori della Biblioteca Queriniana; ma è stata anche l’occasione di una prima riflessione, oscillante fra preoccupazione e fiducia, sui grandi cambiamenti in atto prodotti sui libri, nonché sulle attività e sugli ambienti ad essi legati, dalla sinergia fra informatica e telematica. In ogni epoca gli strumenti per la diffusione del sapere hanno determinato le forme del potere (politico, economico) derivante dal sapere, la struttura del rapporto fra produttori e fruitori, l’ampiezza dei fruitori, i processi di insegnamento e apprendimento, i materiali e i luoghi della raccolta. Nell’epoca moderna, che sotto questo profilo inizia con l’invenzione della stampa a caratteri mobili, le biblioteche e l’Enciclopedia, il prodotto più maturo e significativo della modernità, come indice ragionato di una sorta di biblioteca universale, sono state il motore della continuità del sapere e della sua lenta, ma inarrestabile evoluzione. Intorno ad esse sono nate le scuole di ogni tipo, le università, i centri di ricerca e i centri di amministrazione. Hanno rappresentato il cuore della legittimazione del sapere. Quest’epoca, volenti o nolenti, sta rapidamente tramontando. Già alle prime manifestazioni della rivoluzione microelettronica Jean- François Lyotard asseriva: “L’Enciclopedia del domani sono le banche di dati” (La condition post-moderne, 1979). Le banche di dati condensano, a differenza dell’Enciclopedia, un sapere senza un titolare unico e alla portata di ogni utilizzatore senza alcuna mediazione, che pone problemi di legittimazione. Successivamente la digitalizzazione combinata alla Rete ha prodotto, specialmente negli ultimi vent’anni, un’accelerazione esorbitante di quei problemi: t scardinamento della gerarchia dei centri di produzione delle conoscenze (con difficoltà anche per le università e certamente con la fine dell’organizzazione humboldtiana dell’università), t sovvertimento dei processi di insegnamento e apprendimento (una nuova era di clerici vagantes?), t necessità di spostare il centro della legittimazione dagli oggetti di codifica del sapere alla “testa” dei singoli soggetti, t prevalenza, in ogni attività di ricerca, del principio di performatività (what works?). La digitalizzazione costringe a ripensare la vecchia distinzione fra erudizione (nella quale prevale la dimensione quantitativa) e cultura (nella quale prevale la dimensione qualitativa), nel senso che oggi tutti possono accedere in brevissimo tempo a un’enorme quantità di informazioni, alle quali, tuttavia bisogna saper dare senso e unità, sapendo come utilizzarle. Nello stesso tempo costringe a rivedere il significato del magis contenuto nella parola magister: il maestro, il docente si distinguerà sempre meno dall’alunno per la quantità di conoscenze possedute, ma piuttosto per la capacità di condurre l’alunno a “fare nuove mosse o a cambiare le regole del gioco”, cioè ad essere produttore di conoscenze. Un ulteriore, forse definitivo, durissimo colpo, dopo quellodella scienza dell’epoca moderna, all’ipse dixit. Il supporto materiale cambierà, ma i testi, le opere resteranno. Verranno digitalizzate, come si appresta a fare il Vaticano con la sua biblioteca, e saranno accessibili a una fascia enormemente più vasta di uomini. Che questi sappiano trarre ispirazione da queste opere per la costruzione del sapere dipende dall’educazione che avranno ricevuto.

112 Ing. Enrico Pedini, (R.C, Brescia Sud Est Montichiari ) Coordinatore delle Rotary Fellowships del Distretto 2050, [email protected]. Avv. Pietro Lorenzotti, (R.C. Brescia), Assistente del Governatore, [email protected].

Nell’ambito del nostro incontro odierno, e per memoria negli atti che mi auguro potranno essere pubblicati, viene affrontato il tema della comunicazione tra utenti e biblioteche nell’era digitale e nel mio breve intervento richiamo una iniziativa del Rotary che nel 2007 ha creato una biblioteca digitale aperta agli utenti di tutto il mondo utilizzando le tecniche messe a disposizione per l’informatizzazione e internet con risultati apprezzabili se non eccellenti. Basti dire di un libro di oltre 900 pagine, purtroppo senza diritti d’autore, “ le Stanze segrete: le donne Bresciane si rivelano” libro di ricerca sulla letteratura bresciana al femminile nei secoli scorsi, reso disponibile dall’Inner Wheel. Il libro è stato tirato in copia cartacea in 1.200 esemplari e scaricato ad oggi da internet per intero in 9.000 copie. L’iniziativa ha avuto felice riconoscimento dalla immediata accoglienza che si è tradotta in numerosissime consultazioni nelle varie lingue rese disponibili e nel copioso scaricamento via internet del materiale messo a disposizione. Siamo certi che l’iniziativa troverà concreto ulteriore sviluppo nel prossimo futuro. Poiché lo scopo del Rotary è promuovere e sviluppare relazioni amichevoli tra i propri soci per renderli meglio atti a servire l’interesse generale,un gruppo di rotariani Bresciani appassionati cultori del libro antico ha deciso di dare vita ad una iniziativa svolta a promuovere a livello mondiale una Fellowship dal titolo: “Old and rare antique books and prints” il cui motto è: “Amor Librorum nos Unit”. Scopo della “Fellowship” è: t 1SPNVPWFSFMBNJDJ[JBFMPTDBNCJPEJJOGPSNB[JPOJBMJWFMMPNPOEJBMFUSB rotariani che condividono un comune interesse per i libri e le stampe antiche. t %JČPOEFSFMBDPOPTDFO[BFMBQBTTJPOFQFSJMJCSJBOUJDIJBEBMUSJSPUBSJBOJ ed in particolare ai giovani. t 6TBSFJNPEFSOJTTJNJTUSVNFOUJEJEJWVMHB[JPOFFEJDJSDPMB[JPOFEFMMF informazioni che rendono al giorno d’oggi facilmente accessibile un patrimonio di cui il nostro distretto è tra i più ricchi a livello mondiale. L’Associazione è aperta a: Rotary , Rotaract, Interact, Inner Wheel. L’ Associazione ha operato nella fase iniziale tramite il generoso supporto della Biblioteca Queriniana di Brescia (una delle più antiche e famose), e del suo Diretttore Aldo Pirola . Come richiesto da regolamento internazionale l’iniziativa ha avuto l’adesione di tre governatori appartenenti a tre diverse nazioni ed è stata approvata dal consiglio centrale del Rotary International nel mese di novembre 2006. L’iniziativa è stata inserita nell’elenco delle Rotary Fellowships ed è a tutti gli effetti operativa sotto il sito: rotaryoldbooks.org. Perché questa iniziativa: perché i Rotariani cultori di libri e di stampe antiche sono numerosissimi nel mondo, perché il nostro Distretto e tutta l’Italia sono ricchissimi di un patrimonio culturale unico che va difeso e divulgato, perché i mezzi informatici attuali rendono oggi disponibile un patrimonio che una volta poteva essere difficilmente consultato. Ma soprattutto: perchè la cultura offre costantemente l’occasione di un dialogo armonioso con le tante realtà del mondo e della nostra società, perché la crescita culturale dell’uomo è altrettanto importante di quella economica e sociale. Ci auguriamo con questo progetto di diffondere la conoscenza e la passione per il libro antico, di creare scambio di informazioni tra i rotariani bibliofili (tra cui con grande piacere citiamo l’attuale Presidente del Rotary International Bill Boyd che anche di recente ha dichiarato di essere rappresentante di una famiglia amante dei libri), di superare con i mezzi informatici attualmente disponibili la proverbiale ritrosia del bibliofilo a prestare i propri libri, ritrosia che ben si riassume nel pensiero del bibliofilo medioevale:Librum meum non praestabo, si praestabo non habebo, si habebo non tam cito, si tam cito non tam bonum, si tam bonum perdo amicum: Ergo nolo praestare librum.

113 Prof.ssa Paola Bonfadini, Storica dell’Arte, Presidente Associazione Nazionale Storia dell’Arte. Specialista in storia delle arti minori, Università Cattolica del Sacro Cuore Sede di Brescia, Liceo Statale “Veronica Gambara” di Brescia.

“La conservazione dei materiali rari e antichi, pergamenacei e cartacei, negli ultimi decenni ha rappresentato un particolare aspetto che ha visto coinvolti bibliotecari, restauratori, tecnici e storici dell’arte in un interessante dibattito per la tutela, la salvaguardia del libro e del documento quale irrinunciabile “bene culturale”. Interessanti, ad esempio, risultano le esperienze di digitalizzazione di frammenti e codici miniati promosse dal Paul Getty Museum di Malibu o dalla British Library londinese. È di pochi giorni or sono, poi, l’accordo stipulato tra Biblioteca Apostolica Vaticana e la giapponese Ntt Data Corporation per un progetto triennale di digitalizzazione e di fruizione in Rete di 82.000 “tesori librari”, come riportato in un articolo del 21 marzo scorso pubblicato sul “Corriere della Sera”. Le moderne tecnologie, perciò, grazie alla riproduzione digitale e al recupero online delle fonti manoscritte, sembrano offrire sempre più strumenti di consultazione oltre che garanzie per la conservazione di delicati e fragili volumi membranacei e cartacei. Quali sono, dunque, secondo l’esperienza locale ed europea (i relatori presenti e il dott. Kempf), i nuovi “scenari” di ricerca e quali problemi si presentano a livello tecnico e organizzativo per quanto riguarda un simile tipo di approccio culturale digitale? Come cambia, ancora, il rapporto tra libro antico, la copia digitale e i fruitori, studenti e studiosi che siano?”.

114 8 maggio

Ore 16.30 Onorario dal Ministero per i Esecuzione del mottetto sa- Beni e le Attività Culturali per cro “Nulla in mundo pax sin- le province di Brescia, Man- cera” di Antonio Vivaldi (Ve- tova e Cremona per la stessa nezia 1678 – Vienna, 1741) materia. Soprano Brigida Garda Per la sua intensa attività, Violino Giulia Mabellini la nomina è stata rinnovata Violoncello Sara Conti nel 2001 dal Ministro Gio- vanna Melandri con apposito Ore 16.45 Decreto Ministeriale. Per Titolo: Angeli e demoni, archi la Soprintendenza brescia- sonori tra Marini e Vivaldi. na, come Ispettore e come professionista, ha impostato Contenuti: l’ufficio organi, ha curato Il percorso, corredato di una catalogazione di zona, immagini e ascolti musica- ha seguito e sta seguendo li, ripercorre la storia della i restauri più delicati degli musica strumentale brescia- ultimi 20 anni nelle province na per archi da Biagio Ma- di competenza e diversi altri, rini ad Antonio Vivaldi, con a livello nazionale riferimenti a strumenti storici e internazionale. mitici della nostra liuteria. Strumenti Musicali del Kunst Historisches Museum Curriculum: di Vienna ha condotto ricer- Docente presso il Con- che sugli strumenti bresciani servatorio “Luca Marenzio” presenti nella collezione. di Brescia, Flavio Dassenno Nel 2009 ha realizzato le è considerato uno dei mag- celebrazioni relative a Ga- giori organologi italiani per sparo da Salò riuscendo la sua preparazione culturale eccezionalmente ad ottenere e interdisciplinare. Nel 1983 in prestito esclusivo a livello il Comune di Ragusa lo ha mondiale dal Kustindustri- nominato progettista e diret- museum di Bergen il cele- tore dei lavori di restauro dei berrimo violino rinascimen- 20 organi storici della città e tale, con testa intagliata e nel 1985 è entrato a far parte decorata (e una volta coperto della Commissione per la da pietre preziose), apparte- Tutela degli Organi Artistici nuto alla collezione imperiale della Lombardia e, nel 1991 asburgica. è stato nominato Ispettore 115 10 maggio

Visita all’abbazia di San Giacomo in Pontida, alla biblioteca mandamentale di Caprino Bergamasco e al Romanico di Almenno San Bartolomeo.

Programma

-Partenza in Bus dal piazzale auto Iveco in via Volturno alle ore 07,45

-Arrivo a Pontida previsto per alle ore 09,30

Sosta breve caffè e incontro con la guida

-Visita all’abbazia Cluniacense di Pontida e ai suoi gioielli d’arte, compresa la biblioteca .

-Alle ore 11,15 partenza per Caprino Bergamasco ,antico luogo di villeggiatura dei nobili Bergamaschi. -Accompagnati dal sig. Sindaco visiteremo la Biblioteca Mandamentale e alcuni dei suoi tesori nascosti.

-Alle ore 13,00 saremo a pranzo in una delle trattorie di Almenno san Salvatore.

-Nel pomeriggio alle ore 15,30 visiteremo il gioiello di Almenno = l’antica Pieve Romanica di San Tomè.

-Alle ore 16,30 rientro a Brescia con arrivo previsto alle ore18,00.

Il video con le foto della visita verrà messo nel sito www.misinta.it 116 18 settembre

Maria Teresa Rosa Ba- ne neumatica illustrata ma- ri: un epilogo di eccezionale rezzani ha parlato della gistralmente dalla Relatrice. suggestione, considerando notazione neumatica di Attraverso il confronto con che i fortunati presenti han- area bresciana in età alto- altri tipi di notazione neuma- no potuto ascoltare dal vivo medioevale attraverso l’illu- tica sincronica diffusi in Italia un inno liturgico bresciano, strazione di alcune pagine e in Europa, nonché attra- che da un millennio almeno tratte da un eccezionale verso la spiegazione delle non era più stato cantato monumento codicologico: il diacroniche evoluzioni nel si- nella terra per cui era stato codice Canoniciano Liturgi- stema di notazione musica- composto. co 366 conservato presso la le, la Relatrice ha chiaramen- Bodleian Library di Oxford. te individuato e spiegato gli Il manoscritto è costituito da elementi peculiari del siste- un breviario-graduale allesti- ma bresciano, soffermandosi to certamente a Brescia nei con particolare attenzione su secoli X-XI e rappresenta una un inno composto e recita- collezione di testi liturgici e to per la liturgia della festa poetici di notevole interes- dei santi Pietro e Paolo in se storico-letterario, distesa una fondazione eccelsiastica sull’intero anno liturgico. bresciana, probabilmente Fra i testi più rari e signi- identificabile con la cattedra- ficativi tramandati dal codice le stessa, intitolata in quei oxoniense spicca una serie secoli proprio a san Pietro. di antifone e di inni che, pur La Relatrice ha dunque appartenendo alla consolida- concluso la sua lezione con ta e diffusa pratica liturgica un suggestivo esempio di romana, conservano evidenti trascrizione in notazione caratteri di rarità “locale” moderna dell’inno per san proprio nel corredo musica- Pietro, che è stato successi- le, allestito fra le righe del vamente eseguito per sola testo con un tipo di notazio- voce da don Giuseppe Fusa- 117 10 ottobre a Cremona Incontro con ADAFA, sodalizio culturale di antica data e tradizione Cremonese, ricevuti pres- so la loro magnifica sede in palazzo Sperlari dalla Presidente dott.ssa Barbierato (nella foto a sinistra). Visita alla Biblioteca di Cremona, accompagnati ancora dalla gent.ma dott.ssa Bar- bierato (responsabile del fondo manoscritti) e da ultimo, visita alla Basilica di San Sigismon- do, a conoscere e godere del grande ciclo pittorico dei f.lli Campi e tanto altro ancora.

Visita alla Biblioteca Civica di Cremona

1493. Prima stampa della lettera di Cristoforo Colombo che rela- zione sulla scoperta del nuovo mondo.

Globo del Mercatore molto raro

Visita alla Basilica di San Sigismondo

118 23 ottobre

Luca Frassineti ha presentato alcuni spunti di riflessione scaturiti da una vasta ricerca, che egli ha condotto sul car- teggio intercorso nei primi decenni dell’Ottocento fra Vincenzo Monti e il tipografo bresciano Niccolò Bettoni, carteggio tuttora inedito, an- che se di imminente pubbli- cazione. Con grande generosità, il Relatore ha consegnato alla nostra rivista il testo integrale del suo intervento, corredan- dolo con un ricco apparato di note e con una appendice di notevole interesse: il con- tributo è stampato in questo volume alle pp. 5-24.

UN FOGLIO PERIODICO NELLA BRESCIA NAPOLEONICA (1804-1811)

Nicolò Bettoni è stato uno dei più grandi editori del primo Ottocento e, come ogni stam- patore che non fosse semplice impressore di caratteri, diede alla sua impresa editoriale la fisionomia inconfondibile della “fucina” di idee e di testi. Egli intrattenne contatti e amicizie con i maggiori letterati italiani della sua epoca, a partire dal Foscolo, passando per Pietro Giordani, per finire con il non meno importante Vincenzo Monti: per loro egli allestì edizioni di testi in una veste di straordinaria eleganza. Fra le iniziative editoriali più curiose e meno conosciute di questo inquieto editore si segnala un periodico dal titolo Il Redattore del Mella. Il primo numero di questa agile gazzetta uscì il 14 ottobre 1804, in piena età napoleonica: il Bettoni, che aveva rilevato la stamperia diparti- mentale del Mella, ne fece un foglio di notizie internazionali, distese sulle prime tre pagine, e un veicolo per divulgare le proprie novità editoriali e gli aggiornamenti più tempestivi sulle novità letterarie bresciane e, più in generale, nord-italiane. La gazzetta uscì regolarmente fino al dicembre 1811, per poi cambiare “pelle” e nome (Gior- nale del Dipartimento del Mella prima e Giornale della Provincia Bresciana, in ossequio al mutato ordine politico in epoca di Restaurazione). Inutile sottolineare la notevole importanza di questa fonte di notizie letterarie e culturali. Ma come in ogni bella storia, anche in questa c’è un fondo di amaro: di questo giornale sopravvivono poche annate complete (1804-5, 1806, 1807) e solo miseri frammenti di annate successive. La maggior parte delle annate sembra essere sparita nel nulla. Abbiamo cercato nei repertori on-line delle maggiori biblioteche d’Italia e del mondo, ab- biamo cercato nei cataloghi delle biblioteche cittadine, ma senza risultati. Riteniamo che un foglio periodico di tale importanza non possa essere svanito nel nulla: pertanto sollecitiamo tutti gli appassionati bibliofili, collezionisti, studiosi o solo curiosi di memorie storiche bresciane a darsi da fare per recuperare o solo segnalare, se possibile, in collezioni private o sul mercato antiquario i pezzi rimanenti di questo puzzle.

SI INVITANO I BIBLIOFILI BRESCIANI A RICERCARE NELLA PROPRIA MEMORIA, TRA I PROPRI LIBRI E CARTE E A CHIEDERE AD AMICI, PARENTI, VICINI E CONOSCENTI SE POSSEGGONO O CONOSCONO DOVE POSSANO TROVARSI ALTRE COPIE DE “IL REDATTORE DEL MELLA”

119 20 novembre.

Piercarlo Morandi laureato all'Università Cattolica del Sa- cro Cuore nel 1976 con una tesi di storia medievale, ha all'attivo una serie di pubbli- cazioni e di contributi a lavori di ricerca storica. Tra questi: "S. Eufemia della Fonte fra Settecento e Ottocento", "Il monastero benedettino e la parrocchia di S. Eufemia" e i saggi: "Aristocrazia e nobiltà: il feudo dei Gambara" in La corte del Mito, Gambara an- tico feudo della Bassa; "Lat- te e formaggi nei consumi nobiliari. L'esempio di due famiglie aristocratiche bre- sciane (secc. XVI-XVIII)" in La relativi alle tre mostre sul- civiltà del latte; "Le istituzioni la pittura in Valtrompia dal civili in epoca moderna" in Cinquecento al Settecento e Monticelli Brusati,dall'abitato ad altri volumi di storia loca- sparso al comune; "Dal 1701 le. Attualmente lavora sulle ai nostri giorni" in Urago fonti di storia bresciana nei Chiostro del Campo dei Frari Mella nella storia e nell'arte. sede dell’Archivio Storico fondi documentari veneziani. di Venezia Ha contribuito con ricerche archivistiche ai cataloghi

120 19 dicembre

Il venerdì 19 dicembre alle ore 18 presso il Museo Diocesano, in via Gasparo da Salò 13, è stato inaugurato, all’interno della Biblioteca del Museo Diocesano, un “fondo Misinta” che raccoglie i libri della Associazione Bibliofili Bresciani “Bernardino Misin- ta”.

Il fondo Misinta nasce dalla donazione della no- stra associata Anna Girotto Giacomini, moglie dell'indi- menticabile segretario Enzo, che ha messo a disposizione dell’Associazione Misinta le preziose scaffalature della biblioteca di famiglia. Le stesse sono state inserite nella Biblioteca del Museo Diocesano in una sala con una altezza di 5 metri. Nel fondo Misinta con- vergeranno i libri già donati alla nostra associazione e le future donazioni. 121 122 PROGRAMMA PROVVISORIO DELLE CONFERENZE PER IL 2015

Giovedì 15 gennaio. La dott.ssa Laura Rinnovati, responsabile della biblioteca del Con- servatorio di Brescia, ci parlerà della sua visita alla biblioteca Samagratha in India.

Giovedì 19 febbraio. La dott.ssa Maria Fiori ci parlerà del bresciano Richino che nel XVI secolo operava in Germania come stampatore.

Giovedì 19 marzo. Il prof. Enrico Bisanti, noto studioso di Dante, ci parlerà de La te- matica politica nella DIVINA COMMEDIA, con particolare riferimento ai canti se- sti del poema.

Giovedì 16 aprile. Il prof. Giancarlo Petrella ci illustrerà la Comedia dantesca stampata nel 1487 a Brescia, riccamente illustrata da numerose xilografie ricche di contenuti.

Nell’ambito della collaborazione con la Biblioteca Queriniana che organizzerà mostre e conferenze nel periodo dell’EXPO sul tema “Nutrire il Pianeta”, la nostra Associazione ha proposto alcune conferenze.

7 - 30 aprile. Biblioteca Queriniana, mostra di antichi manuali di medicina e alimenta- zione. In aprile. Sala Emeroteca, il prof. Luigi Fasani, esperto di Storia della Medicina, ci parle- rà dei rapporti tra Alimentazione e Salute nell’antica trattatistica medica. Domenica 19 aprile. Visita guidata alla Biblioteca e alla mostra.

8 maggio – 2 giugno. Biblioteca Queriniana, mostra: “Menù d’artista ed ex libris sul tema del cibo”. Incisioni e xilografie di G. Schialvino e G. Verna. Venerdì 8 maggio. Sala Emeroteca, conferenza: “La natura e il cibo nella xilografia”. Domenica 17 maggio. Visita guidata alla Biblioteca e alla mostra.

6 – 27 giugno. Biblioteca Queriniana, mostra di antiche edizioni de “Le giornate” di A. Gallo e altri manuali di agricoltura. Giovedì 11 giugno. Sala Emeroteca, conferenza: Gianpietro Belotti “Natura e vita: l’uni- verso “pacificato” di Agostino Gallo”. Domenica 21 giugno. Visita guidata alla Biblioteca e alla mostra.

4 – 31 luglio. Biblioteca Queriniana, mostra di antiche edizioni di testi sul vino. Giovedì 9. Sala Emeroteca, conferenza: Ennio Ferraglio “Il vino nella trattatistica agro- nomica bresciana”. Domenica 12 luglio. Visita guidata alla Biblioteca e alla mostra.

1 – 26 settembre. Biblioteca Queriniana, mostra di antichi erbari e di testi di botanica. Giovedì 17. Sala Emeroteca, conferenza sulle “Piante commestibili spontanee e coltiva- te nel Bresciano”. Domenica 13 o 20 settembre. Visita guidata alla Biblioteca e alla mostra.

1 – 16 ottobre. Biblioteca Queriniana, mostra di manoscritti con miniature sul tema del cibo. Mercoledì 7. Sala Emeroteca, conferenza su “Il cibo nella miniatura medievale”. Domenica 11 ottobre. Visita guidata alla Biblioteca e alla mostra.

23 ottobre – 20 novembre. Biblioteca Queriniana, “A tavola!”, mostra di antiche edizioni di ricettari di cucina. Giovedì 5 o Mercoledì 11 novembre. Sala Emeroteca, conferenza intorno “Alle origini della cucina italiana negli antichi ricettari”. Domenica 8 o 15 novembre. Visita guidata alla Biblioteca e alla mostra.

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