FONDAZIONE TEATRO LA FENICE DI VENEZIA Sophisticated Ladies, New York Harlem Production 1999.

2 FONDAZIONE TEATRO LA FENICE DI VENEZIA

LA FONDAZIONE TEATRO LA FENICE DI VENEZIA presenta eNEW YORK HARLEM PRODUCTIONS in

ideato da DONALD MCKAYLE su musiche di

PALAFENICE AL TRONCHETTO Giovedì 2 dicembre 1999, ore 20.00, turno A Venerdì 3 dicembre 1999, ore 20.00, turno E Sabato 4 dicembre 1999, ore 15.30, turno C Sabato 4 dicembre 1999, ore 20.30, fuori abb. Domenica 5 dicembre 1999, ore 15.30, turno B Domenica 5 dicembre 1999, ore 20.30, fuori abb. Martedì 7 dicembre 1999, ore 20.00, turno D

3 Duke Ellington in un celebre ritratto fotografico.

4 SOMMARIO

7 CLAUDIO DONÀ SOPHISTICATED LADIES OVVERO LA STORIA DEL DUCA

11 CLAUDIO DONÀ UN MAESTRO DEL JAZZ

19 DEE DEE BRIDGEWATER

21 UN PIANISTA DA RISCOPRIRE

23 FRANCO FAYENZ QUELLA VOLTA IL DUCA ALLA FENICE

26 WWW.DUKE ELLINGTON

27 LA LOCANDINA

31 LE SCENE E GLI INTERPRETI DELLO SPETTACOLO

35 BIOGRAFIE

5 Duke Ellington e la sua Orchestra ritratti nel 1933 nel corso di un concerto al Palladium di Londra.

6 CLAUDIO DONÀ SOPHISTICATED LADIES OVVERO LA STORIA DEL DUCA

Sophisticated Ladies nasce tre anni dopo la pervisione di . Si tratta in morte di Duke Ellington da un’idea di Do- definitiva di un insieme di composizioni nald McKayle, trovando la sua prima ela- celebri, fra cui estratti dalla Black, Brown borazione in un musical che debutta a and Beige, e di altri brani composti per l’oc- Broadway il 6 marzo 1978 con il titolo di casione. Un lavoro quindi molto simile ad “Duke”. Vengono quindi apportati piccoli un musical, che riflette la vulcanica creati- ma continui cambiamenti, sino ad arrivare vità del Duca. allo spettacolo che conosciamo oggi con il Sophisticated Ladies, dopo il fortunato de- titolo di Sophisticated Ladies. Il nuovo alle- butto del 1981, viene replicato a lungo nei stimento va per la prima volta in scena l’u- teatri di Broadway e quindi portato in giro, no marzo ’81 con ancora maggiore succes- prima per tutti gli Stati Uniti, poi nel Vec- so. A dirigere l’orchestra viene chiamato chio Continente. È proprio durante una , figlio di Duke. Coreogra- lunga sosta parigina che una delle sue più fie sfarzose, ballerini, cantanti, attori ma celebri e fortunate interpreti, Dee Dee Brid- soprattutto le inimitabili musiche ellingto- gewater, matura la decisione di lasciare la niane costituiscono le basi del perdurante compagnia per stabilirsi definitivamente successo di un musical che è in fondo an- nella capitale francese. che un doveroso omaggio rivolto, a uno dei Sophisticated Ladies è divisa in due atti che geni musicali del secolo, da Broadway. Un riflettono, simbolicamente, due aspetti del- mondo questo, che non gli è poi così estra- la poliedrica personalità ellingtoniana. Nel neo – si pensi per esempio al periodo del primo si raccontano gli anni dell’afferma- Cotton Club – anche se non riesce mai a zione e del successo, a partire dai fasti del coinvolgerlo pienamente. Questo soprattut- Cotton Club. Si ascolteranno quindi alcune to perché al Duca interessa soltanto la sua gemme della sua prima produzione musi- prodigiosa big-band, il suo strumento di cale, da a It don’t Mean a gran lunga preferito, forse più dello stesso Thing, da Solitude alla finale Rockin’in pianoforte. Rhythm, che chiude con un avvincente cre- Per trovare nella sua pur nutrita produ- scendo di suoni e di luci la prima parte. Ma zione qualcosa di simile a una commedia nel primo atto si parla anche dell’Ellington musicale, bisogna risalire al 1965, quando più maturo, di quello che non a torto molti la Century of Negro Progress Exhibition di critici considerano il suo periodo d’oro Chicago gli commissiona, per il centesi- (1939/1942). mo anniversario dell’emancipazione dalla E così, passando attraverso le suggestive schiavitù dei neroamericani, uno spettaco- note della di poco precedente Caravan, lo musicale che va in scena in agosto e vie- sentiremo alcune pietre miliari di quella ne poi replicato più volte nel corso dell’an- produzione, da a Don’t Get no. Intitolata My People, l’opera pensata da Around Much Anymore, da Something to Ellington comprende musica, balli e canti. Live For alla celeberrima Take the “A” L’orchestra rinforzata da molti solisti ag- Train, brano di Strayhorn che dal 1941, an- giunti è diretta da Jimmy Jones con la su- no della sua composizione, rimarrà per

7 sempre la sigla dell’orchestra. From Me e soprattutto quella che ha ispira- Il secondo atto cerca invece di esplorare il to il titolo del musical, la celeberrima mondo più personale di Ellington, tentando , che verrà proposta pro- di catturarne i segreti attraverso la musica. prio alla fine dello spettacolo. Ma il secon- In fondo è anche un omaggio all’universo do atto offre anche molte altre preziose femminile del Duca, così importante e gemme della produzione ellingtoniana. Ba- sempre presente nella sua scrittura musi- sterà qui ricordare, fra tutte, Duke’s Place e cale. La sensualità, la grazia e la dolcezza , Ko-Ko e , Just di molte sue composizioni non fanno altro Squeeze Me e I Got it Bad And That Ain’t che riflettere il suo modo di intendere l’a- Good. more verso la donna, offrendo diverse im- Sophisticated Ladies ha vinto ben due Tony magini, spesso complementari, delle sue Awards - il premio più prestigioso assegna- muse ispiratrici. Qui troviamo quindi lan- to nel mondo teatrale americano - dopo guide ballad come e aver ricevuto otto “nomination” nello stes- Dancers in Love, Do Nothing ’til You Hear so concorso.

Sophisticated Ladies, New York Harlem Production 1999.

8 Nelle foto due scene di Sophisticated Ladies, New York Harlem Production 1999.

9 Duke Ellington ritratto al tavolo di lavoro.

10 CLAUDIO DONÀ UN MAESTRO DEL JAZZ

“Tutti i musicisti dovrebbero un giorno riu- sin da allora notevoli qualità manageriali e nirsi per mettersi in ginocchio e dirti gra- riuscendo presto a formare un proprio zie”. Questa frase di Miles Davis esprime gruppo, che ben presto cominciò a trovare meglio di qualsiasi altra il debito di gratitu- lavoro non solo in città e dintorni, ma an- dine che dovrebbe avere verso di lui non che nel Maryland e in Virginia. Nell’estate solo il mondo del jazz, ma tutta la cultura del 1923, dopo un primo sfortunato ten- musicale americana. Nato a Washington il tativo effettuato qualche mese prima, Duke 29 aprile 1899, il Duca – questo il sopran- riuscì a stabilirsi a New York, formando un nome che venne dato a Edward Kennedy nuovo complesso chiamato The Washing- Ellington all’età di 13/14 anni da un amico tonians. piuttosto aristocratico, secondo cui anche Messo a punto in quattro proficui anni di lui doveva avere un titolo degno della sua lavoro (dal 1923 al 1927) al Kentucky Club raffinata e “nobile” compagnia – è stato di New York, lo stile della big-band di El- senza dubbio il più grande jazzista di tutti i lington si sarebbe affinato ulteriormente al tempi, un musicista davvero completo, poi- Cotton Club, il celebre locale di Harlem che ché le sue attività di compositore, pianista, lo vide protagonista sino al 1931. Quello arrangiatore e direttore d’orchestra sono di che fu definito lo stile giungla, per i suoi ca- fatto inscindibili. Egli non fu solo, come ratteri esotici dovuti all’uso della sordina molti celebri compositori americani, in- wah-wah da parte delle trombe (prima ventore di temi che altri hanno poi fatto Bubber Miley, poi ) e dei propri – anche se alcune versioni di suoi tromboni (Joe ), trovò brani da parte di Charles Mingus, Ella Fitz- nel sax baritono di , nell’alto gerald e Archie Shepp rimangono memora- di e nel clarino di Barney bili – ed ancor meno arrangiatore al servi- Bigard le sue voci più autorevoli e persona- zio di altre orchestre. La sua big-band di- li. Un altro fatto molto più importante, che venne invece – anche quando cambiarono avrebbe influenzato profondamente gli svi- giocoforza alcune delle sue più importanti luppi della sua carriera, fu l’incontro con voci strumentali – essa stessa uno stru- , un impresario ed editore mu- mento, il suo principale anche se non l’uni- sicale assai influente, avvenuto nel 1926. co – l’altro era il pianoforte – mezzo d’e- Divenuto suo agente esclusivo, Mills conn- spressione. In questo Duke fu davvero un vinse Ellington ad ampliare ulteriormente geniale compositore jazz, se non l’unico l’organico del gruppo e a eseguire il più certamente e di gran lunga il più grande. possibile proprie composizioni. Fu inoltre Dopo aver abbandonato gli studi senza il principale artefice della sua scrittura nel neppure diplomarsi nel 1917, Ellington la- celebre Cotton Club, grazie alla quale la po- vorò come fattorino e come cartellonista – polarità dell’orchestra crebbe a dismisura, aveva sempre mostrato una spiccata pro- soprattuttutto grazie alla diffusione in di- pensione verso il disegno e la pittura – ma retta via radio dei suoi concerti in tutti gli soprattutto si dette da fare per introdursi Stati Uniti. nel mondo dello spettacolo, dimostrando In questo primo periodo il Duca compose

11 Duke Ellington e la sua Orchestra fotografati nel 1934 all’Oriental Theatre di Chicago.

12 già vari capolavori, da Black and Tan Fan- concepito – e ne compose davvero molti – tasy a Sophisticated Lady, da Creole Love per mettere in risalto le doti strumentali di Call a The Mooche, da Rockin’ in Rhythm a un singolo solista. Si trattava in pratica di . Fu proprio l’ultimo suo anno brevi concerti per questo o quel musicista di attività al Cotton Club che vide nascere della sua formazione. Oltre allo storico Creole Rhapsody, la sua prima composizio- concerto per Cootie Williams, meritano di ne di ampio respiro, che dimostrava come venire ricordati almeno Clarinet Lament, il minutaggio di un normale disco a 78 giri composto per , Yearning for gli andasse sempre più stretto. La fama del- Love, per Lawrence Brown, Trumpet in l’orchestra di Ellington cresceva mese do- Spades, scritto per la tromba di Rex po mese, e molti importanti musicisti or- Stewart, nonchè Echoes of Harlem, ancora mai venivano appositamente al Cotton per Cootie Williams. Club per ascoltarla. Non nascosero la loro Il 1939 fu un anno cruciale, forse decisivo, ammirazione Igor Stravinskij che, appena per la carriera di Duke Ellington. Vi fu in- sbarcarto in terra americana, volle correre nanzitutto una seconda, ancora più trionfa- ad ascoltare “quelle magnifiche sinfonie le, tournée europea. Ma ben altri furono i jazz di Ellington”, o Leopold Stokowsky fatti salienti. Se da una parte si sciolse con- che, dopo aver parlato di musica con lui, lo sensualmente il rapporto con Irving Mills – invitò ad un suo concerto la sera dopo alla che era stato così importante negli anni Carnegie Hall. Suoi fans erano anche Geor- della sua affermazione – dall’altra il Duca ge Gershwin – anni dopo confessò che si assicurò la collaborazione del composi- avrebbe voluto esser l’autore dell’inciso di tore, arrangiatore e pianista Billy Sophisticated Lady – ed anche Paul White- Strayhorn, musicista di solida formazione man, che ha più volte cercato di rubargli classica che divenne una sorta di suo alter delle idee. Nel 1932 l’orchestra fece altre ego, regalandogli subito tre capolavori co- due importanti acquisizioni: il trombone me Lush Life, Chelsea Bridge e Take the elegante di Lawrence Brown e il canto raf- “A” Train, quest’ultima rimasta per sempre finato di , cantante che si ri- la sigla della big-band. Swee’ Pea, come velò come poche altre adatta alla scrittura venne soprannominato dal batterista ellingtoniana. per il suo sorridente musetto La big-band era ormai pronta per sbarcare da topo e la minuscola statura, divenne in nel Vecchio Continente, dove i suoi dischi breve il braccio destro di Ellington, l’amico avevano già ottenuto un largo successo. fraterno, il consigliere, il co-autore, colla- Nel 1933 l’orchestra di Duke si imbarcò boratore onnipresente ed insostituibile, e quindi al completo sul piroscafo Olympic sarebbe stato al suo fianco ininterrotta- per raggiungere l’Inghilterra (solo molti mente sino alla sua morte, avvenuta nel anni più tardi Ellington riuscirà a vincere ’67. la sua terribile paura dell’aereo). Suonò per L’inizio degli anni ’40 rappresentò quindi due settimane a Londra, quindi in Olanda un altro periodo di vitalità straordinaria ed in Francia, dove ottenne un clamoroso per l’orchestra, rinforzatasi con l’arrivo del successo alla Salle Pleyel di Parigi. Negli sax tenore di e di Jimmy Blan- anni successivi l’incisione di dischi di suc- ton, il primo vero contrabbassista della sto- cesso come Solitude, Caravan, Prelude to a ria del jazz. Il trombettista Cootie Williams Kiss e In a Sentimental Mood accrebbe an- venne inoltre sostituito dal versatile Ray cor più la sua fama in piena “swing era”. Se Nance, abile anche come violinista. Il trien- una composizione in quattro parti e lunga nio 1940-1942 viene unanimamente consi- ben dodici minuti, Reminiscin’ in Tempo derato il periodo d’oro dell’orchestra, che (1935) aveva segnato l’inizio della carriera aveva ormai raggiunto una perfetta coesio- di Ellington come fecondo compositore di ne fra le sezioni di fiati, disponeva di incre- suite, Concerto for Cootie, del 1940, rappre- dibili solisti, si avvaleva di arrangiamenti sentò il più luminoso esempio di brano curatissimi – come forse nessun altra big-

13 Duke Ellington con Billy Strayhorn, suo arrangiatore e pianista per ventotto anni.

14 band jazzistica poteva avere – ma soprat- A metà degli anni ’50 l’orchestra si era tutto aveva dalla sua un repertorio di qua- rinforzata con l’acquisizione di altri impor- lità assolutamente superiore. Basterà qui tanti solisti. Ai sassofoni si distinsero i nuo- ricordare brani come Ko-Ko, Conga Brava, vi venuti e Paul Golsalves Cotton Tail, Blue Serge, Sepia Panorama, – quest’ultimo, che aveva ereditato il ruolo Jack the Bear, solo per citare qualche titolo. di Ben Webster, fu protagonista di un me- Duke era ormai pronto per imprese ancora morabile lunghissimo assolo nel brano Di- più impegnative, come fu senza dubbio la minuendo and Crescendo in Blue, eseguito scrittura di Black, Brown and Beige, suite al Festival di Newport del ’56 e fissato per di un’ora eseguita nel gennaio ’43 alla Car- nostra fortuna su disco – alla tromba si mi- negie Hall, fra i suoi capolavori assoluti, se in luce il duttile . Interessan- ma non solo, forse una delle opere musica- te fu quindi nel ’59 la colonna sonora com- li più significative dell’intero secolo. Incise posta per il film di Otto Preminger Ana- solo alcuni estratti della suite in studio di tomy of a Murder, cui seguì nel 1961 il cu- registrazione, nel 1944 e nel 1958, in que- rioso lavoro eseguito per il film , st’ultima occasione con l’importante con- per cui scrisse alcune musiche originali ma tributo della voce di Mahalia Jackson, soprattutto riesumò qualche vecchio pezzo. mentre ci è rimasta la registrazione, anche Sul set di questo film ebbe inoltre occasione se di mediocre qualità, effettuata dal vivo di reincontrare Louis Armstrong, che proprio nel 1943. La suite si proponeva di avrebbe chiamato qualche mese dopo in illustrare la storia drammatica del negro in studio di registrazione per uno dei più riu- America, che è black negli anni della schia- sciti e divertenti incontri discografici della vitù, diventando poi brown ed infine beige sua carriera. Ma riusciti furono anche quel- nei decenni successivi, via via che si proce- li con Coleman Hawkins e John Coltrane, deva nel faticoso cammino verso l’integra- maestri del sassofono tenore separati da zione, peraltro, negli anni della sua compo- due generazioni, eppure per niente a disa- sizione, ancora largamente incompiuta. gio a fianco di Ellington. Un’ulteriore di- Dopo di allora le opere estese di Ellington si mostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, moltiplicarono, al punto da raggiungere al- dell’estrema apertura e della sorprendente la fine della sua lunghissima carriera la cin- modernità della musica ellingtoniana. Van- quantina. Gran parte delle suite furono co- no inoltre ricordati i numerosi incontri con munque scritte con il decisivo apporto di la splendida voce di Ella Fitzgerald, più Billy Strayhorn. Ricordiamo fra queste la volte ospitata all’interno della sua orche- Perfume Suite del 1944, The stra, soprattutto in occasione di importanti del 1947, la Harlem Suite del 1950, quindi festival e concerti. nel 1956 e nel 1957 Su- La simbiosi fra Duke Ellington e Billy ch Sweet Thunder, due delle opere più si- Strayhorn produsse ancora nell’aprile del gnificative della produzione Ellington- ’66 una splendida suite, La Plus Belle Afri- Strayhorn. La prima delle due suite, che ha caine, composta in occasione della sua par- un carattere decisamente spettacolare, rac- tecipazione al Festival Mondiale delle Arti conta in chiave allegorica la storia del jazz Negre, organizzato a Dakar, nel Senegal. La attraverso le vicende di Madame Zaji, un loro collaborazione raggiunse forse il suo tamburo-donna che personifica simbolica- punto più alto nello stesso anno, con la mente questa musica. Ancor maggior pre- composizione della , ricca dei gio ha la , commissio- più diversi umori e colori, allo stesso tempo nata dal Festival di Stratford, nel Canada, festosa e raffinata, per interrompersi bru- dedicato a Shakespeare, che è composta da scamente nel maggio del 1967 con l’im- dodici bozzetti dedicati a vari personaggi provvisa morte del suo fedele collaborato- dell’universo scespiriano, brani autonomi re, che aveva dovuto soccombere ad un ed allo stesso tempo caratterizzati da un’in- male incurabile. Ma nonostante tutte le av- consueta unità di ispirazione. versità l’idea del ritiro non sfiorò mai l’in-

15 stancabile Duke. Forse nessun altro jazzi- rose città europee ed africane. sta ha avuto una vita così strettamente le- Uomo forse egocentrico ma generoso – «I gata ed intrecciata alla propria musica co- love you madly» («Vi amo alla follìa»), era me lui. Si può forse dire che, superata l’a- solito ripetere al pubblico nei suoi concerti dolescenza, Ellington non abbia trascorso – Ellington lavorò sino a quando ebbe fiato. un giorno senza suonare. Si è fermato sol- Ma per la prima volta, proprio durante il tanto per sottoporsi ad interventi chirurgi- tour europeo del ’73, si cominciava a levare ci. qualche timida voce di dissenso. Il grande Il 16 settembre 1965 Ellington aveva pre- musicista in verità era stanco e malato e, sentato il suo primo concerto di musica sa- pur conservando una mirabile vena com- cra a San Francisco. Il concerto, pur dan- positiva, denunciava qualche debolezza neggiato dall’acustica della chiesa, ebbe negli arrangiamenti e nella esecuzione dei momenti di grande bellezza, che poterono brani. Ma il Duca – non tutti lo sapevano – essere pienamente apprezzati dopo che fu era ormai condannato da un tumore ai pol- registrato su disco. All’orchestra, rinforzata moni. Lavorò fino a quando ebbe fiato, con per l’occasione dalla batteria di Louie Bell- ammirabile ostinazione, anche contro il son, vennero affiancati un poderoso coro, parere dei medici. molti cantanti solisti ed un celebre balleri- Nel gennaio del 1974 venne ricoverato no di tip-tap. Le polemiche naturalmente, d’urgenza, operato alla tiroide e quindi di- da parte dell’ufficialità ecclesiastica, non si messo. Ma il tumore, diagnosticatogli due fecero attendere, ma il primo Concerto Sa- anni prima, si era esteso e non lasciava più cro venne egualmente replicato in una cin- speranze. Venne nuovamente ricoverato al- quantina di chiese americane ed in due oc- la fine di marzo al Columbia Presbyterian casioni, nel 1966 e 1967, anche in Inghilter- Hospital di New York, e da lì non sarebbe ra. Nel 1968, dopo la morte di Strayhorn, più uscito. Trovò la forza, nonostante tutto, Duke Ellington diresse il suo secondo Con- di finire nel letto d’ospedale, aiutato da un certo Sacro a St. John the Divine, la più piano elettrico, Queenie Pie un’opera comi- grande chiesa newyorkese, davanti a quasi ca iniziata prima del ricovero, e di iniziare 8.000 persone. Questa volta non vi furono la stesura dell’ultima sua suite Three Black riserve da parte delle autorità ecclesiasti- Kings, che verrà poi ultimata dal figlio Mer- che. Anche in questo caso Duke ricorse al- cer, già trombettista della sua orchestra, e l’ausilio di un coro, di molte voci soliste e di che la stessa cercò poi di tenere in vita per diversi ballerini. La musica era di ottima qualche anno ancora. qualità e venne registrata in studio solo Duke Ellington festeggiò il suo settantacin- qualche giorno dopo la sua prima esecuzio- quesimo compleanno, ricevendo gli affet- ne. La pur grave perdita di Strayhorn non tuosi messaggi augurali di migliaia di am- ebbe quindi subito pesanti ripercussioni miratori da ogni parte del mondo, in quello sulla musica di Ellington, che anzi scrisse stesso letto d’ospedale dove sarebbe morto, nello stesso anno un altro lavoro notevole, quietamente e senza troppe sofferenze, la Latin America Suite, composta durante una notte del 24 maggio 1974. Il servizio funebre tournée in Sudamerica. si tenne nella cattedrale di St. John the Divi- Ci fu ancora, nel 1970, la suggestiva New ne, zeppa come non mai. C’erano più di die- Orleans Suite, dov’erano stati inseriti alcu- cimila persone, e molti non riuscirono ad ni riusciti ritratti di importanti musicisti entrare, fermandosi a seguire la funzione afroamericani, fra cui quelli di Mahalia fuori della chiesa. Jackson, Louis Armstrong e Sidney Bechet. Nell’ottobre del 1973 il terzo Concerto Sa- cro ellingtoniano viene rappresentato, sotto il patrocinio dell’ONU, nell’Abbazia di We- stminster a Londra, all’inizio dell’ennesi- ma tournée che avrebbe poi toccato nume-

16 Duke Ellington con il trombettista Charles Cootie Williams, uno dei suoi più celebri solisti.

17 Dee Dee Bridgewater.

18 CLAUDIO DONÀ DEE DEE BRIDGEWATER

Non sembra affatto esagerato considerare competizione canora che vincer‡ l’anno Denise “Dee Dee” Bridgewater una delle successivo a fianco dei Pooh con Angel of migliori cantanti di jazz oggi in attivit‡; di the Night. Nel 1991 partecipa al film “Black sicuro, almeno qui in Europa, la pi× popo- Ballad”, di Frank Cassenti, ma sono due lare presso il grande pubblico. Professio- splendidi dischi, “Dee Dee in Montreux” nalmente attiva sin dal 1971, l’istrionica vo- (Polygram 1991) e “Keeping Tradition” calist di colore, originaria di Memphis – ma (Verve 1993), a consacrarla interprete vo- da ormai quindici anni vive stabilmente a cale di prima grandezza. Inizia in questo Parigi - canta fra il 1972 e il 1974 nella big- periodo una proficua collaborazione con il band di Thad Jones e Mel Lewis, dove suo- pianista Thierry Eliez e il batterista AndrÈ na anche il trombettista Cecil Bridgewater, Ceccarelli. il suo primo marito, di cui conserva ancora Nel 1995 si conferma ottima interprete di il cognome. commedie musicali, recitando nel ruolo di Ad appena venticinque anni, nel 1975, vin- Sally in “Cabaret”, che rimane a lungo in ce un Tony Award per la sua brillante in- scena a Parigi. Nel 1996 esce un suo nuovo terpretazione nel musical di Broadway lavoro discografico dedicato a Horace Sil- “The Wiz”. Non possiede infatti soltanto su- ver, “Love and Peace”, sempre per la Verve, blimi doti vocali, ma anche un grande ta- e nel 1998 Ë quindi la volta di “Dear Ella” , lento interpretativo. Collabora con jazzisti primo importante tributo di una cantante a del calibro di Max Roach, in un rifacimento Ella Fitzgerald, dove brani di Duke Elling- della “Freedom Now Suite”, Dizzy Gille- ton e Count Basie sono interpretati con gu- spie, Sonny Rollins e Dexter Gordon, ma si sto e travolgente senso dello swing. dedica soprattutto al teatro musicale, trion- Questo Ë ancor oggi lo spettacolo che Dee fando con la rivista “Sophisticated Ladies”, Dee porta in tournÈe, anche se nell’anno basata su musiche di Duke Ellington. Con delle celebrazioni ellingtoniane non poteva questo spettacolo gira anche in Europa e mancare la ripresa della rivista costruita su nel 1984 si ferma a lungo a Parigi, dove al- alcune delle pi× celebri composizioni del la fine decider‡ di stabilirsi. Nel 1986 inter- Duca, quella “Sophisticated Ladies” che la preta la difficile parte di Billie Holiday nel- Bridgewater ha gi‡ pi× volte magnifica- la commedia musicale “Lady Day”, prima mente interpretato e che rimane uno dei nella capitale francese, poi a Londra. Parte- suoi maggiori cavalli di battaglia. cipa quindi ad Amburgo, nel 1988, alla “Cantante-musicista”, come lei stessa ama creazione di “Cosmopolitan Greetings”, definirsi, la Bridgewater si mostra disinvol- opera nata dalla collaborazione fra George ta sia davanti a un trio che a una grande or- Gruntz e Allen Ginsberg. chestra. La sua voce oscilla senza contrasti A Parigi, citt‡ da cui non vorr‡ pi× separar- fra le pi× tenui sonorit‡ e l’esclamazione si, completa nel corso del successivo de- pi× potente, riuscendo ad essere convin- cennio una vertiginosa scalata al successo. cente sia quando improvvisa avvalendosi Nel 1989 duetta con Ray Charles nel brano di uno “scat” particolarmente inventivo, Precious Thing al Festival di Sanremo, che quando urla, in linea con la migliore

53 tradizione popolare neroamericana, i suoi blues, spesso arricchendoli di coloriture funky. Il tutto viene sempre tenuto sotto controllo da un’efficace e sempre sicura sensibilit‡ ritmica. Consumato “animale da palcoscenico”, Dee Dee sa coinvolgere co- me poche altre cantanti gli spettatori. Sono esibizioni al fulmicotone, quasi sempre in apnea, le sue, ma qualche volta non immu- ni da un eccessivo e autocompiaciuto vir- tuosismo.

54 CLAUDIO DONÀ IL PIANOFORTE DECONDO DUKE

Duke Ellington non fu soltanto un geniale sempre stato relegato. direttore d’orchestra e compositore, proba- Molto importante fu anche un disco di pia- bilmente, insieme a George Gershwin. il no-solo registrato da Ellington nel 1953, pi× grande musicista americano del secolo. che dimostrÚ definitivamente quanto E’ stato anche un importantissimo pianista, infondato e superficiale fosse stato sino ad capace di influenzare le generazioni suc- allora il giudizio di alcuni critici sulle sue cessive, primo fra tutti il geniale Thelo- capacit‡ di pianista. Nel 1962 infine sfidÚ nious Monk. I suoi primi maestri, i musici- anche i pi× scettici mettendo il suo pia- sti che maggiormente lo influenzarono noforte al servizio di altrettanti maestri del quando non ancora ventenne girava per jazz moderno. Prima in un delizioso incon- Washington, furono soprattutto pianisti di tro discografico con l’allora emergente ragtime e di stride piano. A colpirlo in par- John Coltrane – al cui interno di trova una ticolare fu il grande James P.Johnson, di bellissima In a Sentimental Mood – e quin- cui il giovane Duke imparÚ a memoria un di in un disco a suo nome, “”, brano, il celebre Carolina Shout. Il suo stes- uno dei suoi capolavori, realizzato in trio so modo di comporre prevedeva lunghe se- con Charles Mingus al contrabbasso e Max dute al pianoforte, ed anche la messa a Roach alla batteria. Riascoltandolo sar‡ pi× punto degli arrangiamenti con l’orchestra facile capire perchÈ Thelonious Monk lo al completo, prima dell’esecuzione definiti- abbia indicato come uno dei suoi principa- va, assegnava ampi spazi alla sua tastiera. li ispiratori. BenchË il suo stile derivasse chiaramente dallo stride piano dei pionieri di Harlem, al cui fianco all’inizio della carriera spesso amava esibirsi, Ellington fu pianista origi- nale ed interessante, sia per la sua fervida creativit‡ che per la sua grande duttilit‡. Vi sono poche ma luminose perle pianistiche della sua prolifica produzione che merita- no di venire ricordate. Storici e memorabili sono stati prima di tutto Mr. J.B. Blues, Sophisticated Lady, Body and Soul e Pitter Panther Patter, quattro duetti realizzati nell’ottobre del 1940 in coppia con , che consentono di apprezzare, ol- tre al gi‡ maturo e personale pianoforte di Duke, la maestrÏa del giovane e purtroppo prematuramente scomparso contrabbassi- sta neroamericano, il primo ad affrancare questo strumento dal ruolo rigido e subal- terno in cui nella storia del jazz era prima

53 FRANCO FAYE NZ QUELLA VOLTA IL DUCA ALLA FENICE

Ho avuto il privilegio di incontrare Duke ma volta. C’è stata un po’ di commozione, Ellington parecchie volte: le prime due, era inevitabile. Per i veneti di buon sangue, guarda caso, proprio a Venezia. Accadde compresi gli emigrati come me, la Fenice è nel lontano 1950, ai primi di maggio, quan- un simbolo analogo a quello che la Scala è do il maestro fu ospitato con la sua orche- per i milanesi. Non sono soltanto la bellez- stra al Lido, sul palcoscenico del Palazzo za della sala, l’oro irripetibile degli stucchi, del Cinema. Ma allora io ero un ragazzo il rosa delle poltrone settecentesche, a ispi- che aveva appena cominciato a scrivere su rare affetto e ammirazione; ci sono anche qualche giornale minore. Non mi passò un certo clima, lo stesso modo di arrivarci – nemmeno per la mente di avvicinare un si- a piedi, o per acqua – che ricordano lo mile personaggio che intimidiva critici e splendore e la saggezza, ahimé quanto lon- cultori del jazz ben più anziani ed esperti di tani, della Serenissima Repubblica». me. Ricordo soltanto che riuscii a stabilire Ebbi poi altri incontri con il maestro a Mi- un minimo di dialogo con i sassofonisti lano, a Verona e l’ultimo, drammatico, nel Harry Carney ed Alva McCain – quest’ulti- novembre 1973 a Bologna, quando fu chia- mo poi scomparso dalla circolazione – che ro che Ellington stava male e che i senatori erano i più disponibili dell’orchestra. della sua orchestra erano quasi alla deriva, Molto diversamente andarono le cose tanto è vero che ci fu perfino qualche fi- quando il 14 novembre 1969, un venerdì, schio. Ma il colloquio, in un certo senso, Duke Ellington tenne il suo unico recital al poté proseguire anche dopo la sua scom- Teatro La Fenice, inaugurando una lunga e parsa, perché nel 1994 mi venne affidato da applauditissima serie di concerti di jazz Fuorithema editore in Bologna l’incarico di (per secondo arrivò il quartetto di Thelo- ritradurre la sua autobiografia Music is my nious Monk, il 5 dicembre successivo) che Mistress, che in italiano volli rendere come si interruppe alla fine del 1973. Tutto fu di- La musica è la mia donna. Lì ritrovai El- verso, allora, perché Ellington lo portai io lington tale e quale mi era apparso quella come consulente del Teatro, e perché riu- sera nel camerino della Fenice. Aveva ter- scii a parlare con lui. minato il libro nel 1973, e quindi il bilancio Mi sia permesso di riproporre, con la stessa poteva considerarsi definitivo, consapevole commozione di allora – anzi di più, date le di tutto. attuali circostanze – alcune righe di ciò che È stato un uomo fortunato, Duke Ellington. scrissi qualche giorno più tardi: «Non ho Lo sapeva e me lo disse. Sentite come inizia mai avuto simpatia per la retorica, le cele- la sua autobiografia: «C’era una volta una brazioni, le ricorrenze, le date importanti. bella ragazza e c’era un bel ragazzo. Si in- Ma sento di dover fare un’eccezione per lo namorarono e si sposarono. Erano proprio scorso 14 novembre, il giorno in cui, per una bella coppia, andavano d’accordo e Dio l’esattezza alle ore 16.30, Duke Ellington è benedisse la loro unione con un bell’omet- comparso con la sua orchestra sul palco- to di quattro chili. Amavano molto il loro scenico del Teatro La Fenice di Venezia, bambino, lo crescevano, lo nutrivano, lo portandovi ufficialmente il jazz per la pri- coccolavano e lo viziavano. Lo portavano

23 in palma di mano, pronti a soddisfare ogni un figlio unico». Era chiaro che non amava suo desiderio. Infine, quando ebbe sette od nessuno, sebbene dicesse sempre al pub- otto anni, lo misero coi piedi per terra. La blico “I love you madly” fatta eccezione per prima cosa che feci fu scappar fuori nel se stesso, per la musica e forse per Billy cortile e attraversare il cancello. Qui trovai Strayhorn, il suo meraviglioso alter ego che qualcuno che mi disse: Vai avanti, Edward! aveva perduto due anni prima, al quale Va bene laggiù. Quando arrivai sul lato op- aveva dedicato uno dei suoi album più bel- posto della strada, incontrai qualcun altro li, ...And his mother called him Bill. che mi diede via libera per svoltare a sini- Parlava, Ellington, e mi accorgevo che ogni stra, e qui qualcuno mi raccomandò: Gira a tanto negava senza avvedersene quello che destra, poi vai dritto, non puoi sbagliare. aveva detto poco prima: e a me veniva in Per me è sempre stato così. Ogni volta che mente Arrigo Polillo che lo aveva definito arrivavo a un punto dove mi occorreva «un adorabile bugiardo». Venticinque anni un’indicazione, trovavo un amico, un con- dopo avrei trovato la conferma nell’auto- sigliere che mi spiegava la via giusta per biografia, dove non è difficile imbattersi andare dove volevo o per avere quello che nella smentita involontaria di qualche af- desideravo». fermazione fatta poche pagine prima. Par- Quando lo incontrai alla Fenice, il maestro lava da uomo religioso fino al bigottismo, aveva già scritto queste cose (o le aveva disposto ai compromessi e all’adulazione dettate a Stanley Dance, come qualcuno so- dei potenti. Anche di questo avrei letto la stiene). Aveva compiuto settant’anni nell’a- prova. prile precedente, ed era già tempo di tirare Ma dall’altro lato sentivo, anzi subivo il fa- molte somme. Mi parlò con tono affabile e scino di un personaggio meraviglioso, uni- gentile, anche se poco prima, quando apri- co. Pur senza alcuna vanteria, sapeva di es- vo la porta del camerino e lui era ancora sere uno dei grandi musicisti del Novecen- sudato, mi aveva urlato: «Chiudi subito to senza distinzione di generi. Detestava il quella porta! Quante volte devo dire che termine jazz che, almeno nel suo caso, rite- uno spiffero d’aria può uccidere?». neva limitante. «Questa parola, io l’ho rifiu- «Sì» mi disse «a conti fatti mi è andata bene, tata fin dal 1943, quando eseguii per la pri- anche nei momenti peggiori, e ho intenzio- ma volta la mia suite Black, Brown and ne di continuare finché ce la farò». Beige alla Carnegie Hall» precisò. Poi ag- Per stabilire un clima un po’ confidenziale giunse sorridendo: «D’altra parte, qualche gli raccontai di Johnny Hodges che aveva critico aveva già provveduto a buttarmi suonato per tutto il concerto con il sassofo- fuori dal jazz molti anni prima, all’epoca no allusivamente rivolto verso due prege- della Creole Rhapsody». voli signore sedute in un palco basso di Mi azzardai, a questo punto, a toccare l’ar- proscenio della Fenice. Il direttore non se gomento delicato di lui come pianista, da n’era accorto, ma a sua volta mi chiese se si molti storditamente giudicato mediocre. era capito che , tanto per Sorrise ancora: «Ho la tecnica che mi basta cambiare, aveva bevuto troppo prima di per quello che voglio e devo fare. Sai, io ho andare in scena. Certo che si era capito, ma imparato a suonare il pianoforte ascoltan- aveva suonato così bene che nessuno ci do gli altri, come si usava una volta. Ho tra- aveva fatto troppo caso. scorso ore su ore appoggiato ai pianoforti Parlava spontaneamente, anche senza che di James P. Johnson, di Willie The Lion gli facessi delle domande. Da mille segni Smith e di tanti virtuosi di ragtime. Me ne trapelava che l’uomo Ellington, oltre ad es- sono staccato quando mi è sembrato di po- sere un po’ ipocondriaco, era stato viziato ter volare da solo». Ma chissà se era vera come pochi. Lo riconosceva anche lui, non modestia. soltanto fin dall’inizio del libro. «Sai, mia Avrei voluto continuare il colloquio ancora sorella Ruth ha sedici anni meno di me. per ore, tanto più che il maestro sembrava Quindi io per tutto quel tempo sono stato ben disposto, cosa che non accadeva spes-

24 so. Gli argomenti erano infiniti: il suo me- ch’io, naturalmente), e qualcuno addirittu- todo compositivo, la scoperta di tanti talen- ra bussava vigorosamente. Perciò mi con- ti, la fedeltà dei musicisti all’orchestra, il gedai, e fu tutto. suo polso di direttore (questo sì, forse, un po’ debole), l’atteggiamento conciliante sot- to il profilo politico e razziale. Ma fuori del camerino della Fenice premeva una folla di cacciatori di autografi (ne approfittai an-

Duke Ellington in un’intensa immagine ripresa a conclusione di un concerto a fine carriera mentre, come era solito fare, presenta i solisti della sua band.

25 WWW.DUKE ELLINGTON

stodontico lavoro del giapponese Yoshioka Toshika che ha indicizzato tutte le compo- sizioni del songbook di Ellington e Strayhorn. Sulla schermata iniziale com- pare una tabella con le lettere dell’alfabeto: cliccandone una apparirà la lista delle composizioni il cui titolo inizia con quella lettera. Si può anche cliccare il link Compo- sition List in cui sono riportati i titolo delle composizioni, l’anno di incisione e gli eventuali co-compositori: 1275 brani, 38 suites e 3 concerti sacri! Il sito è aggiornato con regolarità. Questa nuova rubrica propone al lettore Rude interlude. A Duke Ellington Home pa- una serie di siti e collegamenti, visitati na- ge: vigando nella rete, attinenti alle opere in http://www.ilinks.net/~holmesr/duke.htm. cartellone nella Stagione 2000; per questa Tra i vari link del sito segnaliamo: I live prima puntata lo spunto è offerto dallo with music saggio introduttivo di Robb Hol- spettacolo Sophisticated Ladies e i siti re- mes sulla figura dell’uomo e musicista El- censiti sono ovviamente dedicati a Duke lington; Duke Ellington on compact disc Ellington. una selezione dei cento fondamentali del Il primo: A Duke Ellington Panorama Duca, ognuno con una breve descrizione, http://nicom.com/~machare/ell/index.ht utile per chiunque voglia accostarsi alla m. ha un taglio principalmente discografi- musica di Ellington acquistando a colpo si- co ed è un’eccellente guida all’acquisto del- curo; Searching for Duke, collezione di 32 la musica del Duca. Il cuore del lavoro del link sul Duca; una decina riguarda siti curatore Peter Machare è la lista cronologi- con file audio. Duke Ellington Society: ca delle incisioni al momento disponibili su http://duke.fuse.net/. Ottimo come introdu- Cd ad essa si accede dal link Ellington Ses- zione per neofiti all’universo ellingtoniano. sions. Degni d’attenzione anche i seguenti Sono descritti per sommi capi la vita e la link: Ellington Titles (elenco dei titoli incisi musica del Duca, le collaborazioni illustri, dal Duca); Ellington Vocalists (indice alfa- ecc. Notevole il link Sing a song of Elling- betico dei cantanti dell’orchestra); Elling- ton: undici tra i maggiori vocalist della cor- ton By Composers (i titoli incisi da Elling- te ducale si cimentano nei loro più riusciti ton divisi per compositore); Ellington Mu- successi in RealAudio. Molto suggestivo il sicians (elenco di tutti i musicisti che han- ricordo del funerale di Strayhorn racconta- no suonato alla corte del Duca). to dalla viva voce (RealAudio) del pianista Ellington & Strayhorn Compositions: Billy Taylor. http://www2.Meshnet.or.jp/~sog- book/Ellington-strayhorn/index.html ma- Si ringrazia la rivista Musica Jazz per la gentile

26 LA LOCANDINA

LA FONDAZIONE TEATRO LA FENICE DI VENEZIA presenta DEE DEE BRIDGEWATER eNEW YORK HARLEM PRODUCTIONS in

ideato da DONALD MCKAYLE

su musiche di DUKE ELLINGTON

interpreti RAUN RUFFIN KIMBERLY HESTER e ANGELO ADKINS CHARLES MALIK LEWIS KEITH MAHONEY CHRISTY PAYS E N RENEÉ HOWARD stand by per Ms. BRIDGEWATER

direttore coreografia BRUCE HEATH direttore musicale WILLIAM FOSTER MCDANIEL direttore artistico e maestro concertatore e direttore WILLIAM BARKHYMER

costumi scene luci WILLA KIM WALTER SPEER, TONY WALTON JOHN MCLAIN

assistente coreografo direttore palcoscenico CHERYL BAXTER ADRIAN QUINN

Musical and Dance Arrangements Vocal Arrangements Original Musical Direction LLOYD MAYERS MALCOLM DODDS MERCER ELLINGTON e LLOYD MAYERS ORCHESTRA NEW YORK HARLEM THEATRE 27 INTERPRETI (in ordine di apparizione) RAUN RUFFIN KIMBERLY HESTER CHARLES MALIK LEWIS CHRISTY PAYSEN ANGELO ADKINS KEITH MAHONEY DEE DEE BRIDGEWATER

SOPHISTICATED LADIES... Rebecca Brancato Melissa Haizlip Kolina Janneck Lisa Marie Panagos Jessica Polsky

...e Gentlemen Raphael Barragán Eric DySart Larry Stephen Hines Lawrence Thompson Steven Wenslawski Brian Wightman

DOPPI (I doppi non subentrano mai agli attori in cartellone salvo previo annuncio specifico, a voce o sulle locandine, all’ora dello spettacolo.) Larry Stephen Hines, Eric DySart per Mr. Ruffin; Melissa Haizlip per Ms. Hester; Eric DySart, Lawrence Thompson, Brian Wightman per Mr. Lewis; Lisa Marie Panagos, Kolina Janneck per Ms. Paysen; Larry Stephen Hines, Raphael Barragán per Mr. Adkins; Brian Wightman, Steven Wenslawski per Mr. Mahoney; Reneé Howard, Melissa Haizlip, Rebecca Brancato per Ms. Bridgewater.

MUSICISTI Direttore: William Foster McDaniel; Pianista e Aiuto Direttore: Terence Conley; Grancassa: Michael Pouncy; Tamburi: Elmar Schmidt: Percussione: Kahlil Bell; Sassofoni /Clarinetti contralti: Eddie Alex, Bernard Watt; Sassofoni /Clarinetti tenori: Robert E. Carten, Jack Murray; Sassofono baritono: Bobby Eldridge; Trombe: Dave Olson (prima tromba), Tanya Darby (solista), Barbara Laronga, Art Falbush; Tromboni tenori: Gary Grimaldi, Rex Rathgeber; Trombone basso: Rick Blanc

Servizi

Acustica di Audio Concepts; Cartelli e fondali forniti dai produttori originali di Broadway di Duke Ellington’s Sophisticated Ladies; Scene costruite da Sander Gossard & Associates, Inc. e Steinberg Buehnendekoration; Costumi confezionati da Grace Costumes, Inc., Vincent Costumes, Inc. e Parsons Meares Costumes; Scarpe di Capezio, Calzemaglie di S. and S. Hosiery; Cilindri di Jay Lord Hatters Ltd.; Tessuti forniti da Gladstone Fabrics, Inc. e I S W of Beverly Hills; Perline di Jack Goldman Embroidery; Trasporti di Fame Travel, Coach Service, Cologne and Trucking Service, Cologne; Fotografia di Gerth van Roden, Olanda; Assicurazione: Great Northern Brokerage Corp., Kathy England e Oliver Dirks.

28 NEW YORK HARLEM THEATRE direttore artistico WILLIAM BARKHYMER; direttore generale ROGER SPIVY; direttore della compagnia EMMANUEL THIERY; coordinatore amministrativo AYESHA POWELL; assistenti direttore di palcoscenico SARAH FREEMAN, ERIC DYSART; capo coreografo BRIAN WIGHTMAN; aggiunto capo coreografo LISA MARIE PANAGOS, CRYSTAL WILLIAMS; bibliotecario e responsabile archivio RICK BLANC; coordinatore di produzione TIM MCKANIC; capo falegname JOSÉ GARCIA; aiuto falegname/operatore luci TIM O’NEIL; capo elettricista PAUL GIBSON; aiuto elettricista/operatore luci DAVE HARE; tecnico del suono TORSTEN CLEMENS; aiuto tecnico del suono ZACH ZIEGLER; responsabile dei costumi PATRICIA ECHOLS; responsabile parrucche/guardaroba KIM THURSTON; aiuto responsabile guardaroba BLYTHE COLOMBO, BETH NOWAK;

Originally Produced on Broadway by ROGER S. BERLIND, MANHEIM FOX, SONDRA GILMAN, BURTON LITWIN & LOUISE WESTERGAARD

in Association with Belwin Mills Publishing Corp. & Norzar Productions, Inc.

DUKE ELLINGTON’S SOPHISTICATED LADIES è presentata in collaborazione con RODGERS & HAMMERSTEIN THEATRE LIBRARY 1065 Avenue of the Americas, Suite 2400, New York, NY 10018

Tournée italiana organizzata da MODENA INTERNATIONAL MUSIC

Un particolare ringraziamento a Tom Briggs, ai produttori originali di Broadway, a Happy Arsel e a Lynn Utstein.

TEATRO LA FENICE direttore degli allestimenti scenici LAURO CRISMAN direttore musicale di palcoscenico GIUSEPPE MAROTTA direttore di palcoscenico PAOLO CUCCHI maestri di sala STEFANO GIBELLATO E ROBERTA FERRARI maestro di palcoscenico SILVANO ZABEO assistente allestimenti scenici MASSIMO CHECCHETTO capo macchinista VALTER MARCANZIN capo elettricista VILMO FURIAN capo attrezzista ROBERTO FIORI capo sarta MARIA TRAMAROLLO

29 Duke Ellington con Harry Carney, in orchestra dal 1926.

30 LESCENEEGLIINTERPRETIDELLOSPETTACOLO

Scene Interpreti

Overture Orchestra

I’ve got to be a rug cutter (1937) Sophisticated Gentlemen: Larry Stephen Hines, Musica e testi di Duke Ellington Lawrence Thompson, Steven Wenslawski, Brian Wightman

Music is a Woman Kimberly Hester, Raun Ruffin (Based on Jubilee Stomp 1928) Musica di Duke Ellington e testi di John Guare

The Mooche (1929) Charles Malik Lewis and Sophisticated Ladies: Musica di Duke Ellington e Irving Mills Rebecca Brancato, Melissa Haizlip, Kolina Janneck, Ursula Lawson, Crystal Williams

Hit me with a hot note and watch Christy Paysen me bounce (1945) Musica di Duke Ellington. Testi di Don George

Love you madly (1950) / Perdido (1971) Kimberly Hester, Charles Malik Lewis, Musica e testi di Duke Ellington Angelo Adkins Musica e testi di , e Hans Lengsfelder

Everything but you (1945) Keith Mahoney Musica e testi di Duke Ellington, Harry James e Don George

It don’t Mean a Thing (1929) Dee Dee Bridgewater, Charles Malik Lewis, Musica di Duke Ellington e testi di Irving Mills Angelo Adkins, Sophisticated Gentlemen

Bli-Blip (1941) Keith Mahoney, Christy Paysen Musica di Duke Ellington. Testi di Duke Ellington e Sid Kuller

Cotton Tail (1940) Sophisticated Ladies and Gentlemen Musica di Duke Ellington

Take the ‘A’ Train (1941) Dee Dee Bridgewater, Raun Ruffin, Eddie Alex Musica di Billy Strayhorn e testi di Betty Roché

31 Solitude (1934) Kimberly Hester, Dee Dee Bridgewater Musica di Duke Ellington. Testi di Eddie DeLange e Irving Mills

Don’t Get Around Much Anymore (1942) Raun Ruffin Musica di Duke Ellington e testi di Bob Russell

I let a song go out of my heart (1938) Kimberly Hester Musica di Duke Ellington. Testi di Irving Mills, John Redmond e Henry Nemo

Caravan (1937) Charles Malik Lewis, Sophisticated Musica di Duke Ellington e Juan Tizol. Ladies and Gentlemen Testi di Irving Mills

Something to Live For (1939) Raun Ruffin Musica e testi di Duke Ellington e Billy Strayhorn

Rockin’ in Rhythm (1933) The Company Musica di Duke Ellington, Irving Mills e Harry Carney

INTERVALLO

Duke’s Place (1975) Raun Ruffin Musica di Duke Ellington. Testi di Bill Katz, R. Thiele e Ruth Roberts

In a Sentimental Mood (1935) Dee Dee Bridgewater Musica di Duke Ellington. Testi di Manny Kurtz e Irving Mills

I’m beginning to see the light (1944) Raun Ruffin, Kimberly Hester Musica e testi di Duke Ellington, Don George, Johnnie Hodges e Harry James

Satin Doll (1958) Keith Mahoney Musica di Duke Ellington. Testi di Billy Strayhorn e Johnny Mercer

Just Squeeze Me (1946) Christy Paysen Musica di Duke Ellington e testi di Lee Gains

Dancers in Love (1945) Charles Malik Lewis, Angelo Adkins, Musica di Duke Ellington Crystal Williams

Echoes of Harlem (1936) Charles Malik Lewis, Angelo Adkins, Musica di Duke Ellington Sophisticated Ladies

32 I’m just a luchy So-And-So (1945) Raun Ruffin, Sophisticated Gentlemen Musica di Duke Ellington*. Testi di Mack David * (used with permission of Paramount Musica Corp. e Harry Von Tilzer Musica Publishing Co.)

Imagine my frustration (1966) Christy Paysen, Angelo Adkins, Musica e testi di Duke Ellington, Sophisticated Ladies and Gentlemen Billy Strayhorn e Gerald Wilson

Kinda Dukish (1955) Charles Malik Lewis Musica di Duke Ellington

Ko Ko (1939) Raun Ruffin, Sophisticated Ladies Musica di Duke Ellington and Gentlemen

I’m checking out Goombye (1939) Dee Dee Bridgewater Musica e testi di Duke Ellington e Billy Strayhorn

Do Nothing ’til You Hear From Me (1943) Raun Ruffin Musica di Duke Ellington e testi di Bob Russell

I Got it Bad And That Ain’t Good (1941) Dee Dee Bridgewater Musica di Duke Ellington e testi di Paul Francis Webster

Mood Indigo (1931) Christy Paysen, Dee Dee Bridgewater Musica e testi di Duke Ellington, Irving Mills e Albany Barney Bigard

Sophisticated Lady (1933) Raun Ruffin, Kimberly Hester, Sophisticated Ladies and Gentlemen

It don’t Mean a Thing (reprise) The Company Musica di Duke Ellington. Testi di Irving Mills

33 Duke Ellington ritratto in un altro dei suoi classici atteggiamenti, mentre incita i suoi musicisti durante gli assolo, qui tenore sassofonista Harold Asby.

34 BIOGRAFIE a cura di PIERANGELO CONTE

WILLIAM BARKHYMER Ha svolto gli studi alla Carnegie Mellon WILLIAM FOSTER MCDANIELL University a Pittsburgh, all’Indiana Univer- Ha incominciato la carriera nel teatro mu- sity a Bloomington, e all’Hochschule für sicale come direttore e pianista di uno spet- Musik und Darstellende Kunst a Vienna, tacolo di gran successo, intitolato The Fan- dove si è perfezionato in direzione d’orche- tasticks. In seguito ha collaborato con varie stra sotto la guida di Hans Swarowsky. Do- compagnie per Big River, Dream Girls, po un periodo di studio con Franco Ferrara, Guys and Dolls, Hello Dolly!, Showboat, e, William Barkhymer ha intrapreso l’attività in qualità di direttore, per Timbuktu, Bub- professionale dapprima ad Aachen in Ger- blin’ Brown Sugar ed Ain’t Misbehavin’. Al mania dove per sei anni ha diretto produ- Crossroads Theater di New Brunswick zioni operistiche e quindi negli Usa. A que- (New Jersey) ha diretto la produzione di sto periodo risale la collaborazione con la Sophisticated Ladies, circuitata in Europa Houston Grand Opera per Porgy and Bess, nel 1990/91, e di recente a Off-Broadway lavoro proposto anche a Parigi, Monaco ed Dinah Was, tributo teatrale alla cantante in varie città italiane, che in seguito jazz Dinah Washington. Oltre ad arrangia- Barkhymer ha prodotto e diretto anche nel- re brani per vari famosi interpreti, William la produzione del New York Harlem Thea- Foster McDaniell ha composto diversi la- tre. Recentemente ha collaborato alle mes- vori, eseguiti dalla Mozart Society Orche- se in scena di Show Boat e Carmen Jones. stra ad Harvard e dalla Brooklyn Philhar- monic. BRUCE HEATH Coreografo di numerose produzioni a RAUN RUFFIN Broadway, Los Angeles, Las Vegas e Long Nel corso della carriera ha preso parte a di- Beach, Bruce Heath ha iniziato a danzare versi spettacoli: ha infatti interpretato Fre- alla Gloria Jackson School of Dance di New deric Douglas nel suo debutto a Broadway York e successivamente si è diplomato alla in The Civil War, The Duke nello spettaco- High School of the Performing Arts. Dopo lo Play On! su musiche di Duke Ellington aver impersonato alcuni ruoli in composi- (trasmesso anche in televisione per il ciclo zioni di Bernstein (Mass e Dr. Jazz), si tra- Great Performances Series), Judah in Jo- sferisce a Los Angeles e incomincia a lavo- seph and the Amazing Technicolor Dream- rare in circuiti cinematografici, televisivi e coat al fianco di Donny Osmond, Nomax in di night club. È apparso in diversi show te- Five Guys Named Moe. levisivi al fianco di star quali Debbie Allen, Bob Hope, Lola Falana, Shirley McLaine ed KIMBERLY HESTER ha curato le coreografie per Natalie Cole, Accanto agli impegni in Broadway (Aubert The O’Jays, Leslie Uggams, The Gap Band in Titanic, Margie in Crazy for You, Zieg- e Smokey Robinson. Attualmente fa parte field’s Favorite in The Will Rogers Follies), del corpo docente della California State Kimberly Hester ha partecipato a diverse University e dell’University of Riverside. produzioni circuitate negli USA e in tutto il

35 mondo (Hands in the Mirror, Play On!, of Music) e televisivi (in Sex in the City ed Blackbirds of Broadway, Crazy for You), si in Law and Order). è esibita da solista con The Duke Ellington Orchestra a Milano e New York ed è appar- sa in numerosi video e film.

ANGELO ADKINS La sua attività artistica si fonda principal- mente su numerose tournée: si è esibito in Five Guys Named Moe, Play On!, Shades of Harlem, Struttin’, Fiorello, Crazy for You, My One and Only, Singin’ in the Rain, Ok- lahoma!, Hello Dolly!, West Side Story ed Hair (quest’ultime due presentate anche in Europa). Recentemente impegnato nel 42nd Street al Westchester , Angelo Adkins vanta apparizioni in trasmissioni televisive ed in film (Law and Order, The Minnie Pearl Special e Car- lito’s Way).

CHARLES MALIK LEWIS Conclusi gli studi di recitazione alla Duke Ellington School for the Performing Arts e di danza all’Università di New York, Char- les Malik Lewis ha ballato con molte com- pagnie, quali The Fred Benjamin Dance Company, Dyanne McIntyre’s Sounds in Motion e Mike Malone’s Workshop. Negli ultimi cinque anni si è dedicato al balletto, all’insegnamento ed alla coreografia in Francia ed in Europa.

KEITH MAHONEY Terminata la preparazione all’Università di Cincinnati, ha preso parte a Singin’ in the Rain (nei panni di Don Lockwood), Tap Dogs, Forever Plaid, The Most Happy Fella, Falsettos e Jesus Christ Superstar e si è esi- bito in Germania, Bulgaria, Svizzera ed in Croazia (al Festival di Dubrovnik).

CHRISTY PAYSEN Recentemente impegnata in Bye Bye Birdie al fianco di Troy Donahue in una lunga tournée negli Stati Uniti ed in Canada, Ch- risty Paysen è stata una delle «Bartlettes» e si è esibita con Rob Bartlet nello show ra- diofonico nazionale Imus in the Morning. Ha interpretato diversi ruoli teatrali (Bon- Sophisticated Ladies, New York Harlem Produc- nie in Anything Goes e Maria in The sound tion 1999.

36 Duke Ellington con alle spalle il figlio Mercer, trombettista e poi leader dell’Orchestra alla morte del padre, e primo direttore dello spettacolo Sophisticated Ladies.

37 Sophisticated Ladies, New York Harlem Production 1999.

38 39 FONDAZIONE TEATRO LA FENICE DI VENEZIA

, sovrintendente Mario Messinis, sovrintendente

Paolo Pinamonti, direttore artistico Isaac Karabtchevsky, direttore musicale

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

presidente Massimo Cacciari

consiglieri: Giorgio Brunetti, vicepresidente

Giorgio Pressburger

Pietro Marzotto

Angelo Montanaro

,,sovrintendente Mario Messinis, sovrintendente

segretario Tito Menegazzo segretario

COLLEGIO REVISORI DEI CONTI

presidente Angelo Di Mico

Adriano Olivetti

Maurizia Zuanich Fischer

40 segretario generale Tito Menegazzo

direttore del personale Paolo Libettoni

direttore di produzione Dino Squizzato

direttore dei servizi scenici e tecnici Lauro Crisman

segretario artistico Francesco Sanna

capo ufficio stampa e relazioni esterne Cristiano Chiarot

Pubblicazione a cura dell’Ufficio Stampa del Teatro La Fenice

fotocomposizione e scansioni immagini Texto - Venezia

stampa Grafiche Zoppelli - Dosson di Casier (TV)

Supplemento a: LA FENICE Notiziario di informazione musicale e avvenimenti culturali della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia dir. resp. C. CHIAROT, aut. Trib. di Ve 10.4.1997, iscr. n. 1252, Reg. stampa

finito di stampare nel mese di novembre 1999

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