Giovanni da Udine, tra Raffaello e Michelangelo al Castello di Udine dal 12 Dicembre

Raffaello lo volle al suo fianco nella Loggia di Psiche alla Farnesina e nell’impresa delle Logge vaticane, Michelangelo lo teneva in alto conto, Clemente VII si affidò a lui per delicati interventi di restauro e decorazione sia a Roma che a Firenze. Giovanni Ricamatore, o meglio, Giovanni da Udine “Furlano”, come si firmò all’interno della Domus Aurea, riuniva in sé l’arte della pittura, del disegno, dell’architettura, dello stucco e del restauro. Il tutto a livelli di grande eccellenza. A Roma, dove era stato uno dei più fidati collaboratori di Raffaello, rimase anche dopo la scomparsa dell’Urbinate. Conquistandosi, per la sua abilità, dapprima il titolo di Cavaliere di San Pietro e quindi una congrua pensione da pagarsi sull’ufficio del Piombo. Intorno alla metà degli anni trenta del ‘500, Giovanni decise di abbandonare la città che gli aveva garantito fama e onori e rientrare nella sua Udine con il proposito di “non toccar più pennelli”. Preceduto dalla fama conquistata a Roma, una volta tornato in Friuli si trovò pressato dalle committenze e non seppe mantenere fede al suo “autopensionamento”. Tra gli interventi di maggiore importanza, il lungo fregio a stucco ed affresco nel castello di Spilimbergo e, a Venezia, la decorazione di due camerini di Palazzo Grimani. Sarà proprio salendo la monumentale scalinata a doppia rampa progetta da Giovanni, stavolta in veste d’architetto, che il pubblico potrà accedere alla magnifica Sala del Parlamento che dal 12 dicembre 2020 al 14 marzo 2021 accoglie la prima retrospettiva che mai sia stata a lui dedicata. “Giovanni da Udine tra Raffaello e Michelangelo (1487 – 1561)”, promossa dal Comune di Udine – Servizio Integrato Musei e Biblioteche, è a cura di Liliana Cargnelutti e Caterina Furlan, affiancate da un autorevole Comitato scientifico. Per la prima volta in questa mostra viene riunito un cospicuo numero di raffinati disegni che, provenienti da diversi musei europei e da una collezione privata americana, confermano la sua proverbiale abilità nella rappresentazione del mondo animalistico-vegetale e soprattutto di uccelli. Ciascuno degli ambiti della poliedrica attività di Giovanni da Udine è indagato in mostra attraverso stucchi, incisioni, documenti, lettere, libri e altri materiali. Inoltre le spettacolari sezioni dedicate alle stampe e ai disegni di architettura consentono di visualizzare i principali luoghi e ambienti in cui l’artista ha operato: dalla Farnesina alle Logge vaticane, da Villa Madama alla Sacrestia nuova di San Lorenzo a Firenze. Il contesto storico e culturale del tempo viene ricostruito in mostra attraverso libri, documenti e filmati. Una sezione speciale ripropone al Castello di Udine la mostra documentaria realizzata nell’aprile 2017 alla Farnesina, dedicata ai festoni realizzati nella loggia di Psiche da Giovanni da Udine. Concluso il percorso espositivo, il visitatore potrà ammirare dal vivo le opere architettoniche, gli affreschi e gli stucchi realizzati da Giovanni da Udine e dai suoi collaboratori nel Castello di Colloredo di Montalbano, a Spilimbergo, a San Daniele del Friuli e a Udine. Per chi voglia spingersi fuori dal Friuli, l’itinerario ideale trova il suo completamento a Venezia, per una visita a Palazzo Grimani, e naturalmente a Roma, che fa tesoro delle sue opere più celebri. ROMA MOTODAYS CONFERMA L’EDIZIONE 2021: DAL 11 AL 14 MARZO I MOTORI DIVENTANO I PROTAGONISTI DELLA CAPITALE

Esposizione, test ride, shopping, intrattenimento per coltivare la passione e affrontare la nuova mobilità in totale rispetto delle normative anti Covid. Roma, 17 ottobre 2020. Roma Motodays, in occasione della tappa sul circuito di Vallelunga del CIV – Campionato Italiano Velocità -conferma l’edizione 2021 e annuncia le date: il Salone della Moto e dello Scooter del Centro Sud Italia andrà in scena dal 11 al 14 marzo prossimi. Nel massimo rispetto delle misure sanitarie necessarie e dei protocolli che saranno validi in quel periodo, l’appuntamento fieristico internazionale della Capitale promette fin da ora contenuti che lo hanno sempre caratterizzato e che sono già in costruzione, oltre a importanti novità che verranno svelate a breve e che puntano a raccontare il mondo della mobilità. “Con tutto lo staff stiamo andando avanti nella progettazione e nello sviluppo di Roma Motodays, lavorando per offrire, sia agli investitori sia al pubblico, un appuntamento di qualità e di sostegno al settore delle due ruote, come asset fondamentale per coltivare la passione e permettere la mobilità individuale. Sempre accanto alle Istituzioni per fare in modo che le regole siano perfettamente rispettate, vediamo nel 2021 l’anno della ripartenza per il settore fieristico e per l’economia tutta, cui siamo orgogliosi di dare il nostro contributo, anche con appuntamenti come questo, molto importanti per rimettere in moto il comparto”, dichiara l’ingegner Pietro Piccinetti, Amministratore unico e Direttore generale di Fiera Roma. Oltre alla parte espositiva, che evidenzia sempre l’attenzione che le aziende attribuiscono al contatto con i motociclisti e i propri clienti, tra i punti di forza dell’evento ci sarà ancora l’Experience e la possibilità di testare veicoli a trazione endotermica ed elettrica, ma anche accessori di vario genere.

La possibilità di verificare le caratteristiche tecniche e orientarsi per la scelta definitiva è un plus oggettivo e l’area test – Riding Experience – è una opportunità ormai consueta a Roma, che riscuote sempre un grande successo di pubblico. Protagonisti anche i veicoli che costituiscono la micromobilità e che stanno ridefinendo il concetto di spostamento in città, oltre alla viabilità e al ripensamento del tessuto urbano. Riconfermata l’ampia vetrina sul mototurismo, che è la più “sostanziosa” e strutturata a livello europeo. Solo Roma Motodays racconta in maniera così completa, grazie alla presenza di un elevato numero di operatori italiani e stranieri, le infinite possibilità di viaggiare in moto, La parte dedicata alla customizzazione e al mondo delle special; i piloti che si preparano ad affrontare una nuova stagione;il mondo del collezionismo; l’area destinata allo shopping e a vere e proprie occasioni, per acquistare tutto il necessario per spostarsi in maniera adeguata, sicura e glamour; l’intrattenimento e un fitto calendario di workshop e convegni sono gli altri elementi che caratterizzeranno il programma. In qualità di evento internazionale inoltre le aziende che vorranno partecipare a Roma Motodays 2021 potranno usufruire dei finanziamenti, a fondo agevolato e perduto, previsti da SACE-SIMEST in seguito alla crisi sanitaria in corso. Tutte le informazioni su: www.motodays.it www.motodays.it www.facebook.com/RomaMotodays/ www.instagram.com/romamotodaysofficial/ www.youtube.com/RomaMotoDaysOfficial twitter.com/hashtag/motodays

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Il Premio Bianca d’Aponte rinviato a data da destinarsi

RINVIATO IL PREMIO BIANCA D’APONTE 2020

L’Associazione Bianca d’Aponte è costretta a comunicare, con grande dispiacere, il rinvio della 16a edizione del Premio Bianca d’Aponte, che era in programma il 23 e 24 ottobre al Teatro Metropolitan di Aversa.

La decisione nasce dall’impossibilità, a causa dell’aggravarsi della situazione sanitaria, di garantire le condizioni organizzative ottimali per la riuscita dell’evento pur nel totale rispetto dei protocolli sicurezza Covid. Una scelta non facile, che è stata più volte presa in considerazione nelle scorse settimane ma che oggi appare inevitabile.

La manifestazione verrà riprogrammata non appena le condizioni lo consentiranno. Gaetano d’Aponte, presidente dell’Associazione, dopo essersi consultato, per l’ennesima volta con chi attivamente lo affianca nella realizzazione del Premio, nel comunicare la decisione del rinvio ha detto: “fermarsi in vista del traguardo è davvero triste. Era tutto pronto per l’accogliere i tanti partecipanti e per lo svolgimento delle due serate. Ma l’evoluzione della pandemia e la priorità di salvaguardare la salute delle cantautrici finaliste e degli ospiti che sarebbero arrivati da ogni parte d’Italia avvalendosi dei più svariati mezzi di trasporto pubblico, ci ha indotti ad assumere una decisione che abbiamo cercato in tutti i modi di scongiurare. Sarebbe, peraltro, stata un’edizione snaturata per chi conosce il Premio e sa che a prevalere sono i rapporti umani, la goliardia e la gioia di condividere momenti e spazi. Ma l’edizione resta e, appena le condizioni lo consentiranno, ci ritroveremo”.

Ferruccio Spinetti, direttore artistico, ha ricordato a sua volta che: “il Premio Bianca d’Aponte è principalmente una festa della musica, prima che un concorso per cantautrici. La festa, quindi, è solo rimandata. Ringrazio tutti gli ospiti che mi hanno dato già la loro disponibilità a tornare ad Aversa, così come le finaliste. Ed un grazie a Gaetano e a Gennaro Gatto, che lo affianca nell’organizzazione, per la loro passione e dedizione verso questo meraviglioso Premio. Ci vediamo appena saremo usciti da questo delicatissimo momento”.

Il sindaco della Città di Aversa, Alfonso Golia, ha dichiarato: ”condivido la scelta di posticipare il Premio. Una scelta difficile, presa sicuramente con sofferenza, ma credo che abbia prevalso il grande senso di responsabilità. Riconosco il grande sforzo dell’associazione e degli organizzatori con i quali avevamo condiviso ogni dettaglio per rispettare i protocolli di sicurezza. Il Premio è un evento per la città e sono certo che si recupererà al più presto”.

Il Premio Bianca d’Aponte è l’unico concorso in Italia riservato a cantautrici. Quest’anno le finaliste sono BamBi da Napoli, Simona Boo da Termoli (Campobasso), Ebbanesis da Napoli, Lamante da Piovene Rocchette (Vicenza), La Zero da Piano di Sorrento (Napoli), Lucrezia da Bologna, Miglio da Brescia, Elena Romano da Firenze, Sara Romano da Monreale (Palermo), Veronica da Aversa (Caserta), Chiara White da Firenze.

Per maggiori informazioni: 335 7665665 – 335 5383937, oppure alla mail [email protected]

Monferr’Autore

Scompare Bonaria Manca, l’artista “pastora” amata in tutto il mondo. Sgarbi “le saremo per sempre riconoscenti”.

“Dalla Sardegna alla Tuscia l’imperturbabile e fuori dal tempo Bonaria Manca ci ha lasciato, nei dipinti e sulle pareti della sua casa, il sogno di un mondo da lei vissuto e da noi perduto, vivendolo per noi e trasferendolo nella pittura. Per questo le saremo per sempre riconoscenti. Così Vittorio Sgarbi nell’apprendere la scomparsa di Bonaria Manca, artista atipica, sarda di nascita ma da decenni a Tuscania, nella Tuscia laziale. La pittrice “pastora” aveva infatti scelto Tuscania come seconda casa assieme alla sua famiglia; se ne è andata questa notte all’età di 95 anni. A darne l’annuncio sabato scorso, l’amministrazione comunale.“All’1,30 di stanotte ci ha lasciati Bonaria Manca, nostra concittadina, artista pluripremiata di fama internazionale, dall’animo gentile che ha saputo trasmettere attraverso la sua arte, le tradizioni culturali della sua terra natia”. Artista autodidatta, negli anni aveva trasformato il suo appartamento in un piccolo museo, “La Casa dei Simboli”: su tutte le pareti, dipinte rigorosamente a mano, sono raffigurate scene di vita contadina, il mare, le lavandaie al fiume. E ancora, animali, personaggi religiosi e surreali figure al confine tra realtà e fantasia. Attraversare quelle stanze significa fare un viaggio che inizia dall’infanzia trascorsa nella natia Orune, in Sardegna, fino ad arrivare a Tuscania, dove Bonaria Manca si era trasferita nel 1957. Le sue opere sono state esposte oltre che a Roma, Torino, Viterbo e Cagliari anche a Parigi, Lione, Ginevra, Salonicco, Marsiglia e nei Paesi Bassi. Nel 2000, venne nominata ambasciatrice dell’Unesco. Il critico d’arte Vittorio Sgarbi di lei aveva già detto: “Bonaria è sorretta da uno straordinario spontaneismo multiforme che la fa vivere nel presente con il proprio mondo bambino”. Così come lo scrittore e cineasta francese, a lungo direttore dell’Accademia di Francia a Roma, Jean-Marie Drot: “La cosa che mi piace nella opera di Bonaria è il fatto che quasi niente ci viene dalla testa, ma tutto viene dal cuore. Per me la sua è una pittura cosmica. La casa di Bonaria, in una certa maniera è unica forse in tutta Italia. Avere un quadro di Bonaria è come avere un talismano, un portafortuna in un mondo di solitudine, di aprire subito una finestra su un domani, un futuro che sarà pieno di luce!”. Sia Sgarbi che Drot avevano nel 2015 partecipato alla realizzazione di un pluripremiato documentario sulla vita dell’artista , L’Isola di Bonaria, di Jo Lattari per la regia di Luigi Simone. Qui il link al trailer: https://youtu.be/nxqqfi7T_cY

La casa di Bonaria, a Tuscania, è da tempo sotto l’egida del MiBact. Nel novembre 2015 il Ministero dei Beni Culturali decreta lo Studio d’artista della Casa dei Simboli (l’Isola di Bonaria del documentario) e oggi è una Casa Museo.

Ufficio Stampa Hdrà s.p.a.

Palazzo Fiano – Roma

Udinese-Parma 3-2, decisivo Pussetto all’88°

Alla Dacia Arena brutta partita tra una Udinese senza punti e con l’ossessione dell’ultimo posto in classifica, alla fine però le zebrette friulane la spuntano contro il Parma.

Dopo il vantaggio dei gialloblù con Hernani, arriva il pareggio dei padroni di casa con Samir due minuti dopo, quasi a volersi far perdonare subito dell’errore che aveva permesso al Parma di andare in vantaggio. Udinese avanti grazie a un autogol di Iacoponi ma viene poi raggiunta dalla rete di Karamoh.

Nel finale all’88° è Pussetto a regalare i tre punti alla formazione di Gotti con una rasoiata imprendibile che con questo risultato smuove finalmente la classifica dei friulani.

UDINESE-PARMA 3-2

26′ Hernani (P), 28′ Samir (U), 53′ aut. Iacoponi (P), 70′ Karamoh (P), 89′ Pussetto (U)

UDINESE (3-5-2): Nicolas; Becao, De Maio, Samir; Ter Avest, De Paul, Arslan (67′ Makengo), Pereyra (78′ Deulofeu), Ouwejan (78′ Forestieri); Okaka, Lasagna (67′ Pussetto). All. Gotti

PARMA (4-3-1-2): Sepe; Laurini, Iacoponi, Gagliolo, Pezzella; Hernani (80′ Grassi), Brugman (64′ Cyprien), Kurtic (64′ Sohm); Kucka; Gervinho, Karamoh. All. Liverani

Per la redazione sportiva E.L.

Geoghegan Hart vince a Piancavallo la tappa 15 del Giro d’Italia, Almeida conserva la Maglia Rosa per 15”

GEOGHEGAN HART: VITTORIA CON DEDICA A PORTAL ALMEIDA NON MOLLA LA MAGLIA ROSA

Foto Massimo Paolone/LaPresse 18 ottobre 2020

Piancavallo, 18 ottobre 2020 – Tao Geoghegan Hart ha ottenuto la sua prima vittoria WorldTour battendo il duo del Team Sunweb formato da Wilco Kelderman e Jai Hindley sul traguardo di Piancavallo, Montagna Pantani del 103^ Giro d’Italia. Il londinese ha conquistato la quinta vittoria per il Team , con una dedica commossa nel ricordo del suo direttore sportivo Nicolas Portal. In classifica generale Kelderman è a soli 15 secondi da Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step). Il portoghese ha perso contatto dai tre battistrada ai 7 km dal traguardo ma ha lottato riuscendo a conservare la Maglia Rosa per il 13° giorno consecutivo.

LE PILLOLE STATISTICHE

Prima vittoria WorldTour per Tao Geoghegan Hart. Da professionista aveva vinto solo la 1^ e 4^ tappa del Tour of the Alps dell’anno scorso. 30^ vittoria di tappa per la Gran Bretagna al Giro d’Italia. La seconda quest’anno dopo il successo di Dowsett a Vieste. 13^ Maglia Rosa per Joao Almeida, le stesse di Simon Yates, che le indossò tutte nell’edizione 2018. Sia il vincitore Geoghegan Hart che il terzo all’arrivo, Jai Hindley sono al primo podio di tappa al Giro d’Italia. RISUL TATO DI TAPPA 1 – Tao Geoghegan Hart (Team Ineos Grenadiers) – 185 km in 4h58’52”, media 37.140 km/h 2 – Wilco Kelderman (Team Sunweb) a 2” 3 – Jai Hindley (Team Sunweb) a 4”

CLASSIFICA GENERALE 1 – João Almeida (Deceuninck – Quick-Step) 2 – Wilco Kelderman (Team Sunweb) a 15” 3 – Jai Hindley (Team Sunweb) a 2’56” 4 – Tao Geoghegan Hart (Team Ineos Grenadiers) a 2’57” 5 – Pello Bilbao (Bahrain – McLaren) a 3’10” 6 – Rafal Majka (Bora – Hansgrohe) a 3’18” 7 – Vincenzo Nibali (Trek – Segafredo) a 3’29” 8 – Domenico Pozzovivo (NTT Pro Cycling) a 3’50” 9 – Patrick Konrad (Bora – Hansgrohe) a 4’09” 10 – Fausto Masnada (Deceuninck – Quick-Step) a 4’12”

MAGLIE

Maglia Rosa, leader della classifica generale, sponsorizzata da Enel – João Almeida (Deceuninck – Quick-Step) Maglia Ciclamino, leader della classifica a punti, sponsorizzata da Segafredo Zanetti – Arnaud Démare (Groupama – FDJ) Maglia Azzurra, leader del Gran Premio della Montagna, sponsorizzata da Banca Mediolanum – Giovanni Visconti (Vini Zabu’ – Brado – KTM) Maglia Bianca, leader della Classifica dei Giovani, sponsorizzata da Eurospin – João Almeida (Deceuninck – Quick-Step), indossata da Jai Hindley (Team Sunweb)

DATI MONITORATI OGGI I dati forniti da Velon raccontano la tappa attraverso dati dispositivi per il monitoraggio in tempo reale. I dati sono disponibili a questo link.

Alcune immagini del G.P della montagna di Sella Chianzutan:

Un gruppetto di appassionati arrivati in cima a Sella Chianzutan in bici (notare il logo della felpa del primo a sinistra) Giovanni Visconti,vincitore del G.P. della montagna di Sella Chianzutan nel gruppetto dei 12 fuggitivi Gli inseguitori del gruppetto in fuga La maglia rosa Joao Almeida nel gruppo degli inseguitori

Foto ricordo dell’A.S.D. Fortezza di Osoppo a Sella Chianzutan CONFERENZA STAMPA Il vincitore di tappa Tao Geoghegan Hart: “Siamo venuti al Giro con un piano chiaro per aiutare Geraint Thomas, era in forma straordinaria. Non è andata come previsto a causa del suo ritiro nella terza tappa ma siamo riusciti a sfruttare al meglio ogni tappa. Non voglio pensare alla classifica generale. Sicuramente i grandi nomi di questa corsa proveranno qualcosa di spettacolare nell’ultima settimana. Nico Portal è stato importantissimo per tutto il team e soprattutto per me: ogni giorno corriamo per ricordarlo”.

La Maglia Rosa João Almeida: “Sono molto contento di aver conservato la Maglia Rosa, per un attimo sull’ultima salita ho pensato che l’avrei persa. Nel complesso è stata una buona giornata: mi sentivo bene ma c’erano corridori più forti di me. Mancano ancora 6 tappe alla fine del Giro, non vedo l’ora di scoprire fino a dove posso arrivare. Non ho mai fatto una corsa così lunga. Intanto cercherò di staccare un po’ domani nel giorno di riposo”.

La Maglia Azzurra Giovanni Visconti: “Il mio obiettivo è vincere una tappa ma sono molto contento di indossare la Maglia Azzurra. È stato difficile andare in fuga anche perchè Guerreiro mi seguiva come un’ombra. Oggi siamo riusciti a portare fuori una fuga di 12 corridori ma il gruppo non ci ha mai lasciato molto spazio. Ci riproverò di sicuro, voglio vincere una tappa”.

LA PROSSIMA TAPPA TAPPA 16 – UDINE-SAN DANIELE DEL FRIULI – 229km Tappa molto mossa con una prima parte su e giù per le Prealpi Giulie e il finale in circuito attorno a San Daniele del Friuli. I primi 150 km fino all’ingresso in circuito si svolgono in un continuo su e giù con tre GPM mediamente impegnativi. Il primo, la Madonnina del Domm, è il più lungo e ripido, i successivi (Monte Spig e Monteaperta) presentano punte a due cifre di pendenza, ma sono più brevi. I tratti in montagna sono su strade di media larghezza, mentre quelli in pianura sono rettilinei e ampi. Giunti a Majano si entra nel circuito che si percorre quasi interamente prima del passaggio sull’arrivo. Dopo l’ingresso si affronta il muro del Castello di Susans (circa 1km con pendenze a crescere fino al 16%). Dopo un breve discesa di alcuni chilometri pianeggianti si affronta il Monte di Ragogna (2.8 km al 10.4% medio, 16% max) che verrà scalato altre due volte nei due giri di circuito. Segue una breve e impegnativa di- scesa e l’avvicinamento all’arrivo attraverso strade ondulate.

Ultimi KM A 3 km dall’arrivo si entra nell’abitato di San Daniele per affrontare alcuni strappi che portano all’ultimo km al muro di via Sottomonte (max 20%) seguito da una brevissima discesa per affrontare il rettilineo finale in asfalto di 200 m al 10% (largh. 6.5 m). COPERTURA TV I palinsesti della Tappa 16 del Giro d’Italia sono disponibili a questo link. #Giro

Photo Credits: LaPresse /#darionnen.photographer

Ganna vince la tappa 14 del Giro d’Italia, la Maglia Rosa Almeida guadagna sui diretti avversari

A VALDOBBIADENE BRINDANO E ALMEIDA Il campione del mondo contro il tempo vince la Prosecco Superiore Wine Stage mettendo in fila tutti gli avversari come già fatto nella crono inaugurale di Palermo. La Maglia Rosa incrementa il vantaggio nella generale. Domani arrivo in salita a Piancavallo. Valdobbiadene, 17 ottobre 2020 – Filippo Ganna (Team Ineos Grenadiers) ha vinto la Prosecco Superiore Wine Stage ITT Tissot da Conegliano a Valdobbiadene, battendo il compagno di squadra Rohan Dennis e Brendan McNulty (UAE Team Emirates). L’americano è stato l’unico tra i contendenti della generale ad aver fatto meglio della Maglia Rosa João Almeida (Deceuninck-Quick Step), sesto miglior tempo di giornata. Il portoghese ha adesso 56” di vantaggio su Wilco Kelderman (Team Sunweb) e 2’11” su Pello Bilbao (Bahrain – McLaren). LE PILLOLE STATISTICHE

Filippo Ganna è il primo italiano che vince due cronometro nello stesso Giro dal 1990 (Gianni Bugno a Bari e sul Sacro Monte). È anche il primo atleta che vince due cronometro al Giro a meno di 25 anni dal 1994, quando Evgueni Berzin vinse a Follonica ancora 23enne e al Passo del Bocco 5 giorni dopo il suo 24° compleanno. Terzo podio di tappa al Giro per Rohan Dennis, tutti ottenuti a cronometro: vincitore a Rovereto nel 2018, secondo a Gerusalemme nel 2018 ed oggi. Joao Almeida eguaglia il numero di Maglie Rose ottenute a meno di 23 anni d’età di Beppe Saronni, 12. RISUL TATO DI TAPPA 1 – Filippo Ganna (Team Ineos Grenadiers) – 34.1 km in 42’40”, media 47.953km/h 2 – Rohan Dennis (Team Ineos Grenadiers) a 26” 3 – Brandon McNulty (UAE Team Emirates) a 1’09”

CLASSIFICA GENERALE 1 – João Almeida (Deceuninck – Quick-Step) 2 – Wilco Kelderman (Team Sunweb) a 56” 3 – Pello Bilbao (Bahrain – McLaren) a 2’11” 4 – Brandon McNulty (UAE Team Emirates) a 02’23” 5 – Vincenzo Nibali (Trek – Segafredo) a 02’30” 6 – Rafal Majka (Bora – Hansgrohe) a 02’33” 7 – Domenico Pozzovivo (NTT Pro Cycling) a 02’33” 8 – Fausto Masnada (Deceuninck – Quick-step) a 3’11” 9 – Patrick Konrad (Bora – Hansgrohe) a 3’17” 10 – Jai Hindley (Team Sunweb) a 3’33”

MAGLIE

Maglia Rosa, leader della classifica generale, sponsorizzata da Enel – João Almeida (Deceuninck – Quick-Step) Maglia Ciclamino, leader della classifica a punti, sponsorizzata da Segafredo Zanetti – Arnaud Démare (Groupama – FDJ) Maglia Azzurra, leader del Gran Premio della Montagna, sponsorizzata da Banca Mediolanum – Ruben Guerreiro (EF Pro Cycling) Maglia Bianca, leader della Classifica dei Giovani, sponsorizzata da Eurospin – João Almeida (Deceuninck – Quick-Step), indossata da Brandon McNulty (UAE Team Emirates)

DATI MONITORATI OGGI I dati forniti da Velon raccontano la tappa attraverso dati dispositivi per il monitoraggio in tempo reale. I dati sono disponibili a questo link.

CONFERENZA STAMPA Il vincitore di tappa Filippo Ganna: “È stata una cronometro più difficile di quella di Palermo perchè era più lunga e con un tracciato collinare. Sono orgoglioso di questo successo. Se Geraint Thomas non si fosse ritirato a causa della caduta nelle prime tappe il mio Giro sarebbe stato diverso ma sono contento di quello che abbiamo fatto come squadra da quando non è più in corsa. Non abbiamo avuto una sola tappa senza un Ineos Grenadiers tra i primi dieci. È bello avere un compagno di squadra come Rohan Dennis. Siamo amici ma ogni volta che mettiamo il numero sulla schiena per una cronometro diventiamo rivali fino al traguardo”.

La Maglia Rosa João Almeida: “Ho guadagnato più secondi di quanto pensassi. Non avevo mai corso una cronometro così lunga e mi aspettavo di perdere qualcosa da Wilco Kelderman e di essere vicino a Vincenzo Nibali. Avevo un piano ed ha funzionato: spingere sulle salite e recupare in discesa. Posso guardare alle prossime tappe di montagna più rilassato e senza alcuna pressione”. LA TAPPA DI DOMANI

Tappa 15 – BASE AEREA RIVOLTO (Frecce Tricolori)-PIANCAVALLO – 185km Tappa di montagna con ampi tratti di discesa o pianeggianti tra le salite. Si supera il GPM del Sella Chianzutan su strade mediamente ampie e in buono stato prima della lunga discesa fino a Tolmezzo. Segue, su strada a carreggiata ristretta, il GPM di Forcella di Monte Rest (dove si segnalano alcune gallerie in tornante, con numerosi tornanti sia a salire sia a scendere).

La discesa successiva porta poi al GPM di Pala Barzana, con alcuni passaggi cittadini articolati in salita. Discesa abbastanza impegnativa seguita da una galleria di oltre 4 km in leggera discesa perfettamente illuminata e con fondo perfetto. Il percorso diventa quindi pianeggiante fino ad Aviano, dove inizia la salita finale. Ultimi KM Ultimi 15 km interamente in salita. Primi 10 km molto ripidi sempre attorno al 9% con punte del 14%. Al km 10.9 la strada spiana e scende leggermente per ricominciare a salire (si attraversa una galleria paravalanghe) con pendenze più moderate (max 8%). Ultimo km piuttosto articolato sempre leggermente a salire. Arrivo su ampia semicurva all’1.5% di 100 m, largo 7.5 m su asfalto.

COPERTURA TV I palinsesti della Tappa 15 del Giro d’Italia sono disponibili a questo link. #Giro

Photo Credits: LaPresse

The Boys 2: la recensione della seconda stagione della serie

La seconda stagione riprende la storia da dove si era interrotta alla fine della prima. Il punto di vista privilegiato è però ora quello dei supereroi, i Sette, che poi così eroi non sono, e cala di molto il ritmo, tanto che forse per chi vede questa serie per la prima volta, partendo dalla seconda stagione, è facile perdersi, all’inizio.

Questo rallentamento fornisce tuttavia l’opportunità per indagare più a fondo sui personaggi, che acquistano maggiore spessore. Se da un lato continua lo scontro tra i Sette e i Boys, dall’altro tra il gruppo dei supereroi e quello degli uomini ”normali” si crea una crescente rete di complicità e connivenze, che porta alla ricerca di un punto di equilibrio, per quanto debole e in perenne evoluzione.

Forse è ai due leader del gruppo, il misantropo Patriota e il mefistofelico Billy Butcher, che la seconda serie dedica maggiore tempo. Se il primo dimostrerà fino in fondo la sua strutturale incapacità a relazionarsi con gli altri e a evolversi, rimanendo prigioniero di sé stesso e della sua rappresentazione mediatica, il secondo invece prende consapevolezza di sé e decide di cambiare, tanto che è lecito chiedersi quale sarà il suo ruolo nella terza serie, di cui è già stata annunciata la realizzazione.

Boys contro i Sette, ma non a qualunque costo

All’inizio della seconda stagione sia gli uomini che i supereroi sono in crisi, ma mentre Billy Butcher è l’indiscusso capo dei Boys, i Sette stanno attraversando una profonda crisi di leadership. L’arrivodi Stormfront, supereoina eccezionalmente dotata sia in fatto di poteri che di capacità comunicative, oscura la figura del Patriota, che medita in cuor suo di farla fuori, anche se poi rimane preda del suo fascino. Il leader ammaccato dei Sette ha inoltre crescenti problemi con suo figlio Ryan, che vorrebbe educare come un supereroe. E alla faccia sua apparente monoliticità, in realtà ha forti dubbi su quale sia l’atteggiamento migliore da tenere. Anche perché la madre del piccolo è umana (trattasi di Rebecca, la moglie di Billy Butcher), e non condivide le idee del padre, cosa con la quale il Patriota deve venire a patti, in un modo o nell’altro, magari a denti stretti.

Si allargano ulteriormente le crepe nel gruppo dei Sette: dopo la cacciata di Abisso, è il turno di A-Train, che dietro le quinte è pronto a tutto pur di rientrare in gioco. Il Patriota scopre l’omosessualità di Queen Maeve, costringendola a un improbabile e non voluto coming-out, che gli mette contro la sua ex-preferita. Starlight ne ha le scatole piene di vivere una vita fatta di apparenze, e continua la sua ambigua relazione con il giovane Hughie, membro dei Boys, da sempre divorato da dilemmi morali e incerto sulle scelte fatte da Butcher.

Anche il gruppo dei Boys è quindi poco monolitico. Tra il Francese e la Femmina della Specie, unica donna del gruppo e unica a essere dotata di superpoteri, nasce del tenero, mentre il controllo del fratello di lei, superterrorista che viene catturato al suo ingresso negli States, si rivela essere molto più difficile del previsto.

Insomma la divisione dicotomica tra umani e superumani tende ad attenuarsi, mentre si crea una rete di interessi e connivenze che alla fine, piuttosto che all’annientamento reciproco, porterà alla ricerca di nuovi equilibri, capaci di tenere conto della molteplicità degli interessi in gioco.

Il mondo dei Supereroi come metafora del malessere nella società statunitense contemporanea

Nella prima serie la messa in scena del mondo dei supereroi, la cui vita non per niente ruota intorno allo svettante grattacielo della Vought, è occasione per rappresentare la vacuità del mondo moderno, che, dietro llaa facciata di personaggi apparentemente integerrimi e votati al sacrifico e al bene dell’umanità, nasconde una quantità di marcio inimmaginabile. Questa dicotomia tra apparenza e sostanza prosegue nella seconda serie, nella quale è ormai chiaro che i Super non solo sono un ricettacolo di ipocrisia, crudeltà e cinismo, ma sono in realtà dei prodotti costruiti in laboratorio, ottenuti dalla perfida Vought inoculando il misterioso Composto V in bambini “normali”.

La novità è che viene dato maggiore spazio al Patriota, del quale viene palesato il profondo disprezzo per la gente che dovrebbe difendere e il livello mostruoso di narcisismo che lo pervade. Ma con la figura di Stromfront entra n i modo esplicito il tema razziale. Questa finta eroina nasconde un passato oscuro che la lega al Nazismo, enel secondo dopoguerra si è macchiata di atti di violenzagratuita apertamente razzista, sotto il nome di Liberty,rendendosi responsabile di azioni da fare impallidire le bande di suprematisti . Tra Stormfront e il Patriota scoppia la passione, a suggellare un idillio che bene rappresenta la pancia di una certa America, che sogna il ritorno del dominio WASP (White Anglo-Saxon Protestant), per non dire di peggio. Il punto di forza di Stormfront è la sua capacità di ottenere il consenso grazie all’uso dei social media, sfruttando gruppi di volontari che non sono neanche pagati, ma lavorano come cani a gratis per la loro beniamina, ottenendo risultati molto migliori di quelli ottenuti con centinaia di milioni di dollari di investimenti in marketing da parte della Vought. Un immagine forse non troppo lontana da quello che può accadere nell’ambiente mediatico contemporaneo.

Il tentativo di Stormfront di creare una specie di Quarto Reich di supereroi, con a capo lei e il Patriota, va quasi in porto, anche perché la gente, in fondo, è con loro. Come lei spiega bene, “la gente ama quello che dico, solo non ama la parola nazista”. I nomi cambiano, le idee a esse sottese rimangono.

Fa sorridere, poi, l’attenzione maniacale che i media prestano in questa serie alla questione razziale e di genere nella composizione del gruppo dei Seven. Quella che preoccupa è però il giusto bilanciamento numerico tra le varie razze e generi, non alla sostanza dei fatti. Ancora una volta ciò che conta è l’apparenza, non la sostanza.

Il motto della campagna di marketing della Vought, “Le Ragazze ce la Fanno”, fa da patinata copertina a scene di massacri e combattimenti agghiaccianti, dove le eroine macellano l’odiato nemico con il sorriso sulle labbra, trovando poi magari il tempo per curare il proprio aspetto fisico, tra una esplosione l’altra. E saranno proprio le donne a darsela di santa ragione, nel finale, a dimostrazione di come il ruolo della donne venga finalmente rivalutato, con i maschi ridotti a funzione ancillare. Ma forse questa serie TV suggerisce che rivalutare il ruolo della donna è qualcosa di diverso dal fagocitare gli stereotipi maschili,iniettandoli nei personaggi femminili…

The Boys 2: una serie imperdibile per gli amanti del genere

Più in generale, è il capitalismo moderno, rappresentato dalla Vought, che viene pesantemente criticato in questa serie, che di fatto ha un forte aspetto di denuncia sociale. Viene messo in scena un mondo dove tutto viene spettacolarizzatoe mercificato, e coloro che vengono invidiati dalle masse, ridotte a vivere una vita precaria e vicaria, sono ancora più depressi e infelici dei loro fan, anche se supermiliardari. Basti pensare a Queen Maeve, costretta a mettere sulla piazza i suoi fatti privati per risollevare l’audience, a Starlight, la cui unica occasione per godersi la vita è sgattaiolare fuori dalla torre-prigione dove vive per incontrarsi clandestinamente con Hughie, o allo stesso Patriota, di fatto un povero psicolabile onanista, che per tirare avanti deve raccontarsi continuamente di potere fare tutto quello che vuole, anche se in realtà nessuno dei suoi deliranti progetti va in porto, ed è lui il primo a doversi piegare ai voleri della Vought, alla faccia deu suoi tanto sbandierati superpoteri.

Una società violenta, dove viene però viene fornito un nemico – i superterroristi che entrano illegalmente negli States, che la stessa Vought produce, per auto-giustificare la sua esistenza – e una speranza: l’avvento di una razza di supereroi senza macchia e paura, di cui bisogna fidarsi ciecamente. Nel frattempo la Vought guadagna fantastiliardi.

Ma è un gruppo di emarginati, di reietti della società, The Boys, che riescono alla fine a metter una pezza su una situazione disastrosa, con la connivenza di alcuni supereroi e, per alcuni aspetti, della stessa Vought, che in nome della sopravvivenza dei propri traffici sacrifica senza battere ciglio chiunque sia necessario. Anche i propri membri. Basta che il business continui.

In definita, The Boys è molto più di una semplice serie TV di intrattenimento, costruita con mestiere e ottimamente recitata. La seconda serie è indubbiamente un prodotto molto più maturo della prima.Certo, all’inizio mancano le incalzanti scene mozzafiato della prima edizione, i tempi sono molto più rilassati, c’è spazio per molti flash-back (forse troppi, a dire il vero).

Ma questo è il prezzo da pagare per dare spessore ai personaggi e, in definita, alla storia stessa. Che comunque a partire dal quinto episodio tende ad accelerare, convergendo verso un finale veramente ben costruito a appagante, che lascia aperte diverse finestre per l’inevitabile, terza serie.

Sarà dura aspettare un anno per vederla su Amazon Prime…

FESTIVAL DELLA CANZONE FRIULANA, PRESENTATA OGGI L’EDIZIONE 2020 DEI “BEST OF”

Dal 1959, anno della sua nascita, fino a metà anni Ottanta era considerata la kermesse musicale più importante della regione, tanto da ospitare, oltre ai cantanti locali, artisti di fama nazionale come Enzo Tortora, Enrico Montesano, Lino Toffolo, Gino Bramieri, Ric e Gian, Wilma De Angelis, Cochi e Renato e molti altri ancora. Se il 2010, ad un cinquantennio dalla nascita, segna il grande rilancio della manifestazione,il 2020 entrerà senz’altro nella storia come un altro anno da ricordare.

Rimandato dalla primavera scorsa a causa del lock down dovuto alla pandemia, torna ora il Festival della Canzone Friulana, alla sua quinta edizione dal “rilancio” avvenuto 10 anni fa e organizzato ancora una volta da Noi Cultura, gestione associata della cultura e del turismo che riunisce i Comuni di Manzano, San Giovanni, Corno di Rosazzo, Pradamano, Buttrio, Premariacco e Pavia di Udine. Sul palco del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, il 24 ottobre alle 20.45 si alterneranno i “best of”, le migliori canzoni proposte nelle edizioni del 2010, 2012, 2015 e 2017 appositamente selezionate da una giuria di esperti formata da giornalisti e operatori delle principali radio della regione. Le musiche saranno eseguite, anche queste dal vivo, dalla prestigiosa Orchestra Fvg diretta dal Maestro Valter Sivilotti. «Un festival strepitoso come sempre, come vuole la tradizione del festival della canzone friulana», ha sintetizzato il direttore tecnico della rassegna,Renato Pontoni.

I dettagli sono stati presentati oggi, 17 ottobre, nell’Abbazia di Rosazzo, scelto come luogo simbolo e cuore storico pulsante dei Comuni che afferiscono a Noi Cultura. All’incontro erano presenti tra gli altri, il sindaco di Manzano, Piero Furlani, l’assessore comunale alla Cultura e turismo, Silvia Parmiani, la direttrice artistica della rassegna, Franca Drioli, e il direttore tecnico e organizzativo, Renato Pontoni, oltre al presidente dell’Arlef, Eros Cisilino e il presidente di BancaTer, Luca Occhialini, oltre ad altri assessori degli altri Comuni coinvolti.

«Questo – ha commentato il sindaco di Mazano Piero Furlani – è stato un anno difficile, ma abbiamo fermamente voluto attivare nuovamente questo festival proprio perché ci crediamo, così come crediamo nelle radici friulane. La canzone in marilenghe, che rappresenta il connubio perfetto di tutte le attività umane, permette di confrontarsi con la storia non solo a livello culturale, ma anche emotivo. E questo permette di valorizzare e capire quali sono le nostre radici per guardare poi al futuro».

Dello stesso avviso anche il suo assessore alla Cultura, Silvia Parmiani. «Manzano, come Comune capofila di Noi cultura e turismo – ha spiegato –, è orgogliosa di portare avanti questo progetto che vanta una storia quarantennale. Certo, questa è un’edizione un po’ particolare dovuta alla situazione che stiamo vivendo, ma sono rimasti intatti i valori che sono alla base del festival stesso così come lo abbiamo sempre conosciuto».

Sulla serata si è soffermata la direttrice artistica, Franca Drioli. «Sarà l’edizione del best of con cantanti provenienti da tutta la regione, un’orchestra di una quarantina di elementi, Rudy Fantin al pianoforte, cinque vocalist. Uno spettacolo all’insegna dell’alta qualità delle canzoni e degli interpreti. Uno dei punti forti di questo festival, inoltre, e che a livello europeo non ha pari tra le rassegne di lingue minoritarie, è stato il bel percorso di formazione che abbiamo svolto con dei laboratori insieme agli artisti».

A contendersi i premi del Festival della Canzone Friulana 2020, che sarà presentato dalla giornalista Martina Riva, saranno in tutto 16 brani, selezionati tra i primi tre classificati nelle passate quattro edizioni a cui si aggiungono 2 premi della critica e altri 2 scelti dalla giuria tecnica composta da Nicola Angeli (Radio Rai Fvg), Claudia Brugnetta (Radio Rai Fvg), Cristian Comelli (Radio Studio Nord), Nicola Cossar (Radio Spazio), Roberto Gennaro (Radio Sorriso).

Sul palco, dunque, si alterneranno Sara Simondi (Denant di te), Fausto Zarabara (Al vignarà seren), Megan Stefanutti (I vues di Diu), Laura Furci (Pinsîr), Eliana Cargnelutti (Timp par dismenteâ), Serena Finatti (Dal uman mateâ), Jessica Interdonato (Tal cîl des acuilis), Claudia Grimaz (Dal balcon a ven binore), Giordana Gismano (Lûs), Ulisse Tonon (Penseir animâl), Nicole Lizzi (Viaç – Still life), Consuelo Avoledo (Mi plasarès savê), Michela Franceschina (Il cûr), Megan Stefanutti (Grispis – a S.d.J.), Milena Galasso (Il cîl di Alessandrie) e Jody Bortoluzzi (Sunsûr).

I primi tre vincitori e il premio della critica saranno decretati grazie alle votazioni ottenute sia dalla giuria tecnica e da quelli dei 7 assessori alla Cultura delle altrettante amministrazioni che fanno parte di Noi Cultura.

Il festival, lo ricordiamo, è realizzato con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e la Fondazione Friuli, la partecipazione del Comune di Udine, dell’ ARLeF Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane e da BancaTer. Alla preparazione artistica ha lavorato Franca Drioli per la direzione artistica di ArteVoce, mentre quella tecnica e il coordinamento sono a cura di Renato e Carlo Pontoni della Pregi Srl. La segreteria della manifestazione è stata curata da Cristina Qualizza dell’ufficio cultura e turismo del Comune di Manzano, amministrazione capofila di Noi Cultura.

L’ingresso alla serata del 24 è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili e con prenotazione obbligatoria telefonando dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 all’ufficio Iat di Manzano allo 0432 1799010.

MUSEO DI CJASE COCEL: 100 ANNI DI TONINO GUERRA

A 100 anni dalla nascita del grande Tonino Guerra, l’omaggio degli amici friulani: sarà il Museo di Cjase Cocèl di Fagagna a ricordare non solo lo sceneggiatore, ma anche l’uomo che sarà celebrato con l’esposizione di 26 libri d’arte realizzati insieme all’ amico dello stampatore friulano Federico Santini

Tonino Guerra, grande sceneggiatore del cinema italiano e internazionale, nacque 100 anni fa. Esattamente come il celebratissimo Fellini. A cercare di equipararne le memorie, ci hanno pensato il Museo di Cjase Cocèl di Fagagna e l’Ecomuseo della gente di collina “Il Cavalîr”, in collaborazione con lo stampatore Federico Santini che gli hanno dedicato una mostra visitabile dal lunedì al venerdì mattina dalle 9 alle 13 e il fine settimana per piccoli gruppi su prenotazione, in visite guidate condotte dallo stesso Santini. Non sono previste inaugurazioni ma, adeguandosi alla situazione sanitaria in corso, il museo ha deciso di cogliere l’opportunità di sperimentare l’accesso a piccoli gruppi regolamentati, che potranno visitare la mostra in maniera del tutto personale.

I libri d’arte

In occasione dei cento anni dalla nascita del poeta, il museo esporrà i ventisei libri d’arte realizzati con Federico Santini stampatore d’arte udinese che con Guerra ha lavorato dal 2000 al 2012 anno della sua morte. Federico Fellini e Tonino Guerra sono nati nel 1920 ed oggi avrebbero compiuto cento anni. Il Museo di Cjase Cocèl ha scelto di festeggiare il compleanno di Tonino con una mostra. Lungo il percorso della mostra che ospita stabilmente i simboli della vita contadina in Friuli (attrezzi da lavoro, manufatti ed altro) sono esposti i 26 libretti d’arte che Santini ha realizzato con le poesie, i brevi racconti e le incisioni di Tonino Guerra poeta e sceneggiatore del grande cinema italiano ed internazionale di cui nel 2020 ricorre il centenario della nascita.

Le visite guidate con Santini

Il professor Santini condurrà su richiesta dellevisite guidate per piccoli gruppi, ogni fine settimana. Sono stati predisposti tre spazi video: nel primo Santini racconta Guerra come sceneggiatore, artista e poeta, nel secondo ci sarà la possibilità di sentire alcune riflessioni direttamente dalla voce di Tonino Guerra, nel terzo Santini ripercorrerà l’intero processo di stampa che ha permesso la creazione dei libretti.

Per far capire meglio chi era Tonino Guerra, sarà dunque lo stesso Federico Santini a condurre, su prenotazione, le visite guidate alla scoperta di questi libri d’arte: i racconti dello stampatore condurranno il pubblico attraverso una narrazione personale e professionale dello sceneggiatore. Tonino Guerra, poeta e sceneggiatore del grande cinema italiano, ha sempre “scarabocchiato”, come lui diceva, ed in modo particolare quando ha lasciato Roma per vivere nella “casa dei mandorli” a Pennabilli, in Emilia Romagna. Qui nel 2000, incontra Federico Santini con il quale inizia a fare delle piccole incisioni che accompagnate da poesie o brevi racconti andranno a formare preziosi libri d’arte.

Per prenotare la visita si può mandare una mail a [email protected] oppure telefonando a 3519656319.

Non è previsto un biglietto di ingresso ma offerta libera all’ Associazione che gestisce il Museo.