Tutta la superfi cie visibile della Luna in 44 Tavole fotografi che di grande formato, più una Tavola per il lato nascosto. il nuovo Le Tavole sono state realizzate grazie alle riprese ad altissima risoluzione effettuate dalla sonda lunare LRO (Lunar Reconnaissance Orbiter) della NASA. Le riprese sono state elaborate nei laboratori dell’Arizona State University, per ottenere un’immagine completa della Luna come appare vista dalla Terra; ma con un’inclinazione dei raggi del Sole simile su tutta la superfi cie lunare, per una visone ottimale di tutti i crateri. Atlante Fotografico Le Tavole sono accompagnate, nelle pagine a fronte, da mappe che mostrano le disposizioni delle formazioni più interessanti (crateri, mari, monti, solchi) e dalle descrizioni dettagliate di oltre 330 formazioni, preparate da Walter Ferreri. Un’opera indispensabile per l’appassionato osservatore della Luna, per il fotografo esperto di riprese lunari, per lo studioso, per il semplice curioso del cielo, e per tutti coloro che amano il nostro unico della Luna grande satellite naturale. a cura di Walter Ferreri a cura di Walter Ferreri a cura di Walter

45 Tavole da foto originali NASA

ISBN 978-88-95650-364 Atlante Fotografico della Luna GRUPPO EDITORE

22,50 euro il nuovo il nuovo Atlante Fotografico della Luna a cura di Walter Ferreri

45 Tavole da foto originali NASA

Grafica: Patrizia Andreoni - Grafiche Porpora Srl, Segrate (MI) Coordinamento editoriale: Piero Stroppa INTRODUZIONE

Sono ormai trascorsi 20 anni da quando la rivista Nuovo Orione Nel 1651 apparve la mappa di Ricciòli, con in gran parte la iniziò a pubblicare le schede lunari che avrebbero dato corpo nomenclatura attualmente in uso. Negli anni seguenti, furono all’Atlante Fotografico della Luna. pubblicate ulteriori mappe, ma nessuna nettamente superiore alle Le immagini di tale atlante, basato sulle fotografie realizzare altre. Tra queste, comunque, è doveroso citare quella da 20 cm all’Osservatorio del Pic du Midi, nei Pirenei francesi, erano di diametro, realizzata da Tobias Mayer di Gottinga, in quanto fu certamente notevoli per l’epoca in cui furono scattate, nel secondo la prima veramente accurata. Questa mappa venne pubblicata solo dopoguerra, e adeguate a molti appassionati che si occupavano di nel 1775, tredici anni dopo la morte del suo autore. osservazioni lunari nei primi Anni 90. Uno dei maggiori osservatori della Luna fu Johann H. Schröter, Successivamente, gli strumenti a disposizione degli astrofili si che nel 1791 pubblicò un’opera dal titolo Selenotopographische sono molto evoluti, e questo, parallelamente all’abbassamento Fragmente; non si trattava di una mappa completa, ma - come dei prezzi, consente facilmente di utilizzare telescopi con poteri indicato dal titolo - di una serie di porzioni, ognuna delle quali più risolutivi superiori a quelli mostrati nelle foto del Pic du Midi. dettagliata di quanto presente nelle mappe complete disponibili al tempo. Questo lavoro, ampliato, ebbe una successiva edizione nel Grazie alle riprese spaziali di LRO 1802. Per adeguarsi alle nuove e accresciute esigenze, il Gruppo B Schröter avrebbe voluto pubblicare in seguito una mappa completa Editore ha deciso di mettere a disposizione degli appassionati un della Luna, ma poco tempo dopo, durante un’invasione del territorio nuovo atlante fotografico della Luna, composto da 44 Tavole (più tedesco da parte dell’esercito napoleonico, il suo osservatorio una Tavola per il lato nascosto). venne messo a ferro e fuoco, e il telescopio fu totalmente distrutto. Le Tavole sono state realizzate grazie alle riprese ad altissima Per questo, pur avendo dimensioni modeste, la mappa di Mayer risoluzione eseguite recentemente dalla sonda lunare LRO (Lunar rimase la migliore fino al 1824, quando vennero pubblicate le Reconnaissance Orbiter) della NASA, e sono accompagnate da prime parti di un notevole lavoro dovuto a un geometra di Dresda: una descrizione delle formazioni più caratteristiche, preparata Wilhelm G. Lohrmann, che osservava con un rifrattore da 108 mm. dallo scrivente. Purtroppo, l’autore di questo pregevole lavoro ebbe problemi di Le riprese originali di LRO hanno una risoluzione di soli 145 metri vista e non poté completarlo. Solo molto tempo dopo la sua morte, per pixel e sono state realizzate in un periodo di due settimane a che avvenne nel 1840, furono realizzate le parti mancanti, e il tutto cavallo del mese di dicembre del 2010. fu pubblicato: era il 1878. La sonda era equipaggiata con sette strumenti, tra i quali il LROC Ma la mappa che fece testo nella prima metà del XIX secolo è (Lunar Reconnaissance Orbiter Camera), composto da due quella di Beer e Mädler. Questi due amici berlinesi, grazie alle loro telecamere, una ad alta risoluzione (NAC, Narrow Angle Camera) osservazioni compiute con un rifrattore da 95 mm, pubblicarono un e una a grande campo (WAC, Wide Angle Camera). La prima pregevole lavoro nel 1837. In questa mappa, da 94 cm di diametro arrivava addirittura a una risoluzione di 0,5 metri per pixel; la e completa con un vasto libro di consultazione, erano riportati circa seconda a 100 metri per pixel. 7000 crateri. La camera ad alta risoluzione era dotata di un’ottica Ritchey- Occorre attendere il 1878 per vedere un’opera di impegno ancora Chrétien da 195 mm di diametro a f/3,6, che riprendeva al massimo maggiore. Si tratta della mappa da 1,8 metri di Julius Schmidt, porzioni della superficie lunare di 2,5x2,6 km. L’altra, con rapporto realizzata grazie alle sue osservazioni, compiute principalmente di f/5, riprendeva campi con ampiezze maggiori di 100 km. all’Osservatorio di Atene (del quale Schmidt era direttore) Le riprese della sonda sono poi state elaborate nei laboratori attraverso un rifrattore da 16 cm. Questa mappa riporta ben 33 mila dell’Arizona State University con appositi software e composte crateri! insieme per ottenere un’immagine completa della Luna come Altre mappe seguirono, e vogliamo ricordare la più grande realizzata appare vista dalla Terra; ma con la stessa inclinazione dei raggi del da un unico osservatore, quella di H. Percy Wilkins, da ben 7,6 Sole su tutta la superficie lunare, per consentire la visione ottimale metri di diametro (300 pollici), che contiene le immagini di circa di tutti i crateri. 100 mila crateri! La sua prima versione risale al 1946. Negli anni Il mosaico lunare che è stato generato ha una dimensione di ben 550 seguenti, Wilkins presentò successive edizioni della sua enorme Mega: da questa immagine gigante, che è disponibile e “navigabile” mappa, ma l’epoca dei singoli osservatori stava tramontando e per sul sito di LRO (http://wms.lroc.asu.edu/lroc_browse/view/ questo Wilkins deve ritenersi l’ultimo grande osservatore visuale wac_nearside), sono state ricavate le Tavole presenti in questo della Luna. Atlante. Ormai, la comunità astronomica internazionale, riunita nella IAU (International Astronomical Union), dava più credito alle Quattro secoli di atlanti lunari realizzazioni fotografiche, in quanto i progressi della fotografia Di atlanti lunari ne sono stati pubblicati numerosi; già dopo le prime erano stati notevoli nella prima metà del XX secolo. Con la osservazioni telescopiche della Luna, si è sentita la necessità di fotografia, si aveva finalmente un documento oggettivo, esaminabile rappresentare la superficie lunare in base a quanto veniva rivelato da più ricercatori e in qualsiasi momento. Invece, nel disegno ci si dal nuovo strumento. doveva basare su quanto registrato da un solo osservatore e dalla Per quanto ne sappiamo, la prima mappa a riportare dei nomi delle sua capacità di precisione nel riportare i dettagli. formazioni lunari è stata quella di Langrenus del 1645. Due anni Il primo atlante fotografico degno di nota fu quello pubblicato dopo, apparve la mappa eseguita da Hevelius, un ricco cittadino all’inizio del XX secolo a Parigi a cura di Loewy e Puiseux. Allo di Danzica, che diede alle catene montagnose i nomi di quelle scopo, era stato progettato un apposito obiettivo acromatico da terrestri. In realtà, la mappa di Hevelius faceva parte del suo lavoro 60 cm di diametro a f/30, con fuoco coudé. Selenographia, che conteneva disegni della Luna nelle diverse fasi. Nel 1935 si ebbe la prima mappa lunare pubblicata dall’Unione Astronomica Internazionale, soprattutto a cura di M. A. Blagg e K. • se si vede a tre quarti della distanza tra centro e bordo e quindi a Müller, che riportava 681 nomi. 48,6° dal centro, risulta di dimensioni: 10 mm x 2,1 km/mm / cos Negli Anni 60, il planetologo Gerard Kuiper pubblicò un atlante 48,6° = 32 km. fotografico molto completo, raccogliendo le migliori immagini Per evitare di ripeterlo costantemente, abbiamo spesso sottinteso fotografiche provenienti da alcuni tra i maggiori osservatori del che la dimensione indicata si riferisce al diametro. Quindi, anziché mondo, tra i quali quello francese del Pic du Midi. Qui venne scrivere: “Un cratere con un diametro di 50 km”, ci siamo limitati utilizzato l’obiettivo che era servito all’atlante fotografico di Parigi, a: “Un cratere da 50 km”, o “largo 50 km”. cioè il 60 cm f/30. Spesso, anche se non sempre, abbiamo evitato di precisare che le Ancora nella seconda metà degli Anni 60, presso il Lunar and altezze delle pareti o delle cinte delle varie formazioni sono riferite Planetary Laboratory dell’Università dell’Arizona, utilizzando al fondo dei crateri. Ovvero, quando si afferma che un cratere ha un riflettore da 1,5 metri, si ottenne il Consolidated Lunar Atlas: sulla cinta un picco che si eleva fino a 2000 m, questa misura si il migliore atlante fotografico lunare completo, realizzato con un intende - se non altrimenti indicato - rispetto al suo fondo. telescopio dalla superficie terrestre e su pellicola tradizionale. Ricordiamo che la IAU ha deciso di attribuire nomi latini o Nel frattempo, si ebbero molte altre realizzazioni, più modeste, ma latinizzati, oltre che ai crateri, anche alle altre formazioni, elencate mirate soprattutto verso gli appassionati di astronomia. Tra queste, in Tabella 1 con le denominazione latina e italiana a confronto. ci piace ricordare la Carta della Luna realizzata dal nostro Guido L’ultima Tavola dell’Atlante riporta l’emisfero lunare nascosto, Ruggieri nel 1958, con un diametro di 44 cm e pubblicata in sezioni ovvero quello rivolto dalla parte opposta alla Terra e quindi nel nostro libro La Luna (Milano, Gruppo B editore, 2009). invisibile, tranne che per le zone molto prossime al bordo, grazie al fenomeno delle librazioni. Note tecniche Una prima immagine dell’emisfero nascosto, ma di qualità molto Le formazioni di cui sono fornite le caratteristiche in questo Atlante scarsa, si ottenne nel 1959 grazie alla sonda sovietica Lunik 3. In sono state scelte tra le più appariscenti o meglio osservabili. Sono seguito, se ne ebbero molte altre di qualità via via crescente, sino in totale 336 (di cui 21 situate nel lato nascosto) e comprendono a quest’ultima del Lunar Reconnaissance Orbiter, realizzata con soprattutto crateri. A parità di altri fattori, si è data una leggera la stessa tecnica a mosaico adottata per la ripresa dell’emisfero prevalenza alle formazioni che hanno nomi di studiosi italiani. visibile. La scala è di 2,1 km al millimetro. Questo valore, però, vale solo Il sito di riferimento di questa immagine è: http://lroc.sese.asu. per il centro del disco. Man mano che ci si allontana dal centro, la edu/news/index.php?/archives/345-Farside!-And-all-the-way- vera dimensione, lungo un raggio, si ottiene dalla misura diviso il around.html coseno della distanza angolare. Infine, per un rapido ritrovamento delle formazioni trattate nelle Per esempio, consideriamo una formazione che nell’immagine sia Tavole, l’Atlante è completato da un indice analitico. lunga 10 mm lungo il raggio: • se si vede a un quarto della distanza tra centro e bordo e quindi a Ci auguriamo che questo lavoro possa risultare di utilità a chiunque 14,5° dal centro, risulta di dimensioni: 10 mm x 2,1 km/mm / cos osservi la Luna e che, soprattutto, stimoli gli osservatori a dedicare 14,5° = 22 km. più tempo al nostro unico grande satellite naturale. • se si vede a metà distanza tra centro e bordo e quindi a 30° dal cen- tro, risulta di dimensioni: 10 mm x 2,1 km/mm / cos 30° = 24 km. Walter Ferreri

NOMENCLATURA LUNARE

Nome latino Nome italiano Catena Catena di crateri Dorsa Gruppo di creste Dorsum Cresta presente in un Mare Lacus Lago (piccola pianura lavica) Mare Mare (pianura lavica) Mons Montagna Montes Catena montagnosa o gruppo di picchi Oceanus Oceano (grande pianura lavica) Palus Palude Promontorium Promontorio Rima Solco Rimae Rete di solchi Rupes Scarpata Sinus Golfo Vallis Valle Tabella 1 1 2 3 4 5 6

7 8 9 10 11 12 13 14

15 16 17 18 19 20 21 22

23 24 25 26 27 28 29 30

Xenophanes 31 32 33 34 35 36 37 38

Volta Markov

39 40 41 42 43 44 Repsold SINUS RORIS

Galvani TAVOLA 1 Dechen

Gerard Harding

Dechen. Da Ernst H. Karl von Dechen (1800–1889), mineralo- si vedono dei circhi quasi cancellati dalla lava che li ha som- gista e geologo tedesco. mersi. È un piccolo cratere, con un diametro di soli 12 km, situato su una lunga cresta che va da Repsold a Harding. Lo si nota facil- Repsold. Ricorda Johann G. Repsold (1771–1830), costruttore mente, in quanto è isolato dagli altri crateri. tedesco di strumenti meccanici di precisione e in particolare di congegni astronomici. Galvani. Da Luigi Galvani (1737–1798), il fi sico e anatomi- Si tratta di una formazione grande (107 km), ma molto degra- sta bolognese che viene ricordato per i suoi studi pioneristici data. sull’elettricità. Con un rifl ettore da 32 cm, il selenologo inglese del XX seco- È un cratere dalle dimensioni di tutto rispetto (80 km di diame- lo Wilkins trovò al suo interno quattro piccoli crateri prossimi tro), che sarebbe anche appariscente, se la sua estrema vicinan- alla parete sud, tre colline vicine alla parete nord e una cresta za al bordo non ne rendesse diffi cile l’osservazione. centrale. In pratica, lo si può osservare solo quando la librazione è favo- revole. Volta. È il cratere che ricorda il nostro Alessandro Volta (1745–1827), al quale si deve la realizzazione della prima pila Gerard. Da Alexander Gerard (1792–1839), esploratore scoz- elettrica, nel 1800. zese noto per le sue esplorazioni sull’Himalaya e in Tibet. Benché molto esteso (113 km), questo cratere si vede solo Cratere esteso (90 km), ma molto degradato. Al suo interno, è quando la librazione è favorevole, essendo situato proprio lun- visibile una cresta che corre dal centro alla parete. All’estremi- go il bordo lunare nord-ovest. tà nord di questa cresta, il selenologo tedesco Julius Schmidt vide un cratere. Xenophanes. Da Xenophanes di Colophon, fi losofo e poeta greco (circa 570–478 a.C.) che riteneva la Terra piatta. Harding. Da Karl Ludwig Harding (1765–1834), astronomo Un cratere da 120 km che, come Volta, si vede quando la libra- tedesco, che nel 1804 scoprì l’asteroide Giunone. zione è favorevole, benché sia situato un po’ meno al bordo. Un cratere con un diametro di 23 km e pareti dal bordo molto Ciò nonostante, la posizione lo rende poco cospicuo. netto. Le osservazioni in luce radente mostrano che Harding è situato all’interno di un basso anello appena percettibile.

Markov. Da Andrei A. Markov (1856–1922), matematico rus- so specialista nella teoria delle probabilità. Cratere da 40 km con il bordo delle pareti quasi tagliente che si trova proprio all’imboccatura del Sinus Roris. Vicino a Markov,

1 2 3 4 5 6

7 8 9 10 11 12 13 14 Desargues Carpenter

15 16 17 18 19 20 21 22 Anaximander J. Herschel Pythagoras

23 24 25 26 27 28 29 30 Robinson A Babbage Horrebow South

31 32 33 34 35 36 37 38

Harpalus Bouguer la Condamine

39 40 41 42 43 44 Foucault

Maupertuis JURA Bianchini

TAVOLA 2 MONTES Sharp SINUS Promontorium IRIDUM Laplace A

Babbage. Questa formazione ricorda Charles Babbage (1792– numerosi picchi, più alti nella parte centrale. Una grande mon- 1871), un matematico inglese inventore di una delle prime tagna vicino a Sharp si eleva per almeno 6000 m. macchine calcolatrici. È un grande (144 km) circo che a un’osservazione attenta si J. Herschel. Ricorda John Herschel (1792–1871), l’astronomo rivela dovuto alla fusione di due grandi formazioni anulari. A nato in Inghilterra dal più famoso padre William (emigrato dal- sud del centro della formazione meridionale, si trova un pro- la Germania). fondo cratere, chiamato A, facilmente visibile con un piccolo Si tratta di una porzione della superfi cie lunare, con un dia- telescopio. metro di ben 156 km, bordata da una montagna molto alta sul lato orientale. Il vasto interno contiene numerose colline, cra- Bianchini. Dall’astronomo italiano Francesco Bianchini teri e creste, alcune delle quali indicano la presenza di antichi (1662–1729). circhi. Questo cratere ha un diametro di 38 km e si trova quasi nel mezzo della catena montuosa dei Monti Jura, quella che borda Pythagoras. Da Pitagora (circa 580–500 a.C.), il fondatore il Sinus Iridum. Bianchini ha alte pareti dalla forma vagamente della scuola greca di fi losofi a e scienza, nella quale si passò poligonale e una montagna centrale con un cratere a nord e un dalla concezione della Terra piatta a quella sferica. altro sulla parete a sud. È un cratere molto evidente con un diametro di 130 km e pa- reti stupendamente terrazzate, che in alcuni punti raggiungono Harpalus. Dall’astronomo greco Harpalus, vissuto intorno al i 5000 m rispetto al fondo sottostante. Sul fondo si vede fa- 460 a.C. cilmente un gruppo montuoso centrale, sulla cui sommità P. È un profondo cratere raggiato con un diametro di 39 km e alte Moore scoprì nel 1952 un piccolo cratere con il rifrattore da 83 pareti che si ergono ad almeno 5000 m a ovest. Lo si distingue cm di Meudon. facilmente, perché si trova nel bel mezzo del . Sul fondo, si vedono una collina un po’ a sud del centro e un Robinson. Da John T. R. Robinson (1792–1882), astronomo e piccolo cratere sotto la parete nord. fi sico irlandese. Cratere a fondo piatto da 24 km con pareti terrazzate che con- Iridum, Sinus. Il poetico “Golfo della Rugiada”, nome dovuto tengono un craterino sul lato est. a Riccioli. Inizialmente un enorme cratere, con un diametro di ben 260 Sharp. Nome dovuto all’astronomo inglese Abraham Sharp km, la cui parete sud è stata completamente demolita dalla lava, (1651–1742), che fu assistente di Flamsteed a Greenwich. una volta fl uida del Mare Imbrium. È una delle regioni più bel- È un profondo cratere con un diametro di 40 km. Sul fondo, si le di tutta la Luna ed è spettacolare da vedere anche con un vedono una piccola montagna centrale, alcuni bastioni e una piccolo telescopio. Il bordo nord di questa formazione prende cresta a est. Sharp è circondato da alte montagne, la più alta il nome di Monti Jura; una catena molto aspra che contiene delle quali raggiunge i 6000 m. Carpenter

la Condamine 1 2 4 5 6 3 Mouchez Poncelet Cassini J.J. Anaxagoras Anaximenes Philolaus Goldschmidt 7 8 9 10 11 12 13 14

Epigenes

15 16 17 18 19 20 21 22 Birmingham Fontenelle

23 24 25 26 27 28 29 30 MARE FRIGORIS

31 32 33 34 35 36 37 38

MONTES ALPES 39 40 41 42 43 44 Plato

MONTES RECTI TENERIFFE TAVOLA 3 MONTES

MARE IMBRIUM Mons Pico

Anaxagoras. Filosofo greco vissuto dal 500 al 428 a.C. Philolaus. Filosofo greco della fi ne del V sec. a.C.; sosteneva Cratere da 51 km con raggiera. Ha pareti terrazzate che si ergono che la Terra è in movimento e che al centro del cosmo vi fosse fi no e oltre i 3000 m, rispetto al fondo, dove si trova una brillante un “fuoco centrale”. collina centrale, alta circa 350 m. Cratere da 71 km con pareti terrazzate che si elevano fi no a 4000 m dal fondo, sul quale sono presenti molte irregolarità. Anaximenes. Dal nome del fi losofo greco di Mileto (585-528 a.C.). Insegnava che il Sole era così caldo a causa del suo girare Pico, Mons. Montagna battezzata così da Schroeder, che si rife- vorticosamente intorno alla Terra. Cratere da 80 km con pareti riva al “Pico von Teneriffe”. che si ergono fi no a 2500 m a ovest, ma più basse nelle altre di- Montagna isolata alta 2400 m con base di 15x25 km, ben visibile rezioni. A sud sono ancora visibili le vestigia di un vecchio circo. in ogni periodo in cui è illuminata dal Sole.

Birminghan. Dal selenografo irlandese John Birminghan (1829- Plato. Grande fi losofo greco (Platone, 427-347 a.C.), allievo di 1884). Resti di un cratere da 92 km con un interno molto acciden- Socrate. È una delle formazioni lunari più cospicue e più affa- tato per la presenza di molte colline. Pareti molto frammentate. scinanti. Si tratta di un circo da circa 100 km, con pareti a spigoli netti alte mediamente 1 km, con cime che si elevano fi no a 2 km. Cassini J.J. Dal fi glio di Gian Domenico, al quale succedette Il fondo liscio è costituito dallo stesso materiale di quello dei come direttore all’Osservatorio di Parigi (1677-1756). mari, mediamente più scuro ed è costellato da minuscoli crateri. È una regione racchiusa da creste con una parete abbastanza ben marcata a est. All’interno sono visibili numerose colline e creste. Poncelet. Dal matematico francese Jean V. Poncelet (1788- Fontenelle. Da Bernard de Fontenelle (1657-1757), astronomo 1867). Cratere da 69 km poco appariscente, anche perché visi- francese. Cratere da 38 km, con pareti strette ma brillanti a sud, bile molto di scorcio e talvolta invisibile, quando la librazione è dove la parete è interrotta in due punti. All’interno, quasi proprio sfavorevole. al centro, si trova un piccolo cratere. Recti, Montes. Catena diritta così chiamata da Birt per il suo Goldschmidt. Da Hermann Goldschmidt, astrofi lo tedesco aspetto. Lunghezza di circa 90 km e altezza fi no a 1800 m. Il (1802-1866). Pianura con pareti interrotte e un cratere a ovest. picco più brillante è situato circa in mezzo, ma non raggiunge la All’interno, vi è un piccolo cratere appena a est del centro. luminosità di Piton o Pico.

Mouchez. Da Ernest A.B. Mouchez (1821-1892), che fu diretto- Teneriffe, Montes. Nome dato in ricordo dei monti dai quali re dell’Osservatorio di Parigi. Piazzi Smith fece i primi test di osservazioni telescopiche ad alta Resti di un cratere da 82 km prossimo al lembo durante una quota. È una catena montagnosa lunga circa 110 km e con al- librazione media. Il fondo ospita una dozzina di piccoli cra- tezze fi no a 2400 m. Queste montagne segnano la parete di un teri, alcune creste e un anello dal bordo basso. grande antico anello a sud-ovest di Plato. Goldschmidt

Epigenes 1 2 3 5 6 Main 4 Challis de Sitter Scoresby Euctemon Baillaud Meton 7 8 9 10 11 12 13 14 Barrow

Neison Peters Arnold 15 16 17 18 19 20 21 22 W. Bond C. Mayer Kane

23 24 25 26 27 28 29 30 Sheepshanks

MARE FRIGORIS

31 32 33 34 35 36 37 38 Protagoras Galle

39 40 41 42 43 44 Mitchell Trouvelot Vallis Alpes Egede TAVOLA 4

Eudoxus

Alpes, Vallis. La celebre fenditura che attraversa la catena e una grande collina centrale. A nord-est una fi la di collinette si montuosa delle Alpi e per questo chiamata Valle delle Alpi, estende fi n verso Peters. lunga 180 km. Visibile con un piccolo telescopio, è una delle formazioni più interessanti della Luna. In passato si pensava Eudoxus. Da Eudosso, famoso astronomo greco (400-347 a.C.), che fosse stata provocata da un meteorite passato di striscio, ma allievo di Platone. Per spiegare il moto dei corpi celesti, concepì oggi sappiamo che è dovuta al “raggrinzimento” della crosta un sistema di sfere concentriche, ruotanti intorno alla Terra. lunare. Un potente telescopio rivela che il suo interno è attra- Si tratta di un cratere appariscente, con pareti terrazzate e un versato da un sottile crepaccio. diametro di 67 km. L’interno presenta numerose colline, spe- cialmente a nord-ovest. Nell’interno si vede un’alta collina ta- Archytas. Filosofo greco (428–347 a.C.), uomo di stato e ge- gliata da un crepaccio, che è attraversato da un’altra fessura. ometra. Un cratere relativamente piccolo ma brillante (32 km di diametro). Mentre la parete a sud, sul Mare Frigoris, appare Galle. Dal nome dell’astronomo tedesco Johann G. Galle liscia, quella a nord, verso W. Bond, confi na con una regione (1812–1910), che avvistò Nettuno nel 1846 in base alle indica- corrugata. Le pareti si elevano fi no a 1500 m dal fondo, nel cui zioni di Le Verrier. centro vi è una montagna. È un piccolo ma profondo cratere con un diametro di 21 km, situato a nord-est di Aristoteles, nel Mare Frigoris. Sul fondo, Aristoteles. Grande fi losofo greco vissuto dal 384 al 322 a.C. a ovest, vi è un piccolo cratere, e un altro è sulla parete sud. i cui insegnamenti infl uenzarono profondamente il mondo fi no al Rinascimento. Meton. Astronomo e matematico greco vissuto intorno al 430 È un cratere con un diametro di 87 km e pareti terrazzate dotate a.C. (italianizzato in Metone). di picchi che raggiungono i 3600 m. Sul fondo vi sono molte Benché si tratti di uno dei maggiori circhi presenti sulla Luna colline; un gruppo è quasi al centro, dove si trovano anche i (diametro superiore ai 150 km), la sua posizione prossima al resti di un vecchio circo. Dalla parete occidentale un gruppo di lembo boreale lo rende poco appariscente. Visto con un pic- montagne si estende fi n quasi a Egede. colo telescopio la superfi cie interna appare liscia, ma un buon strumento mostra che in realtà il fondo è rugoso. Un grande te- Arnold. Da Christoph Arnold (1650–1695), astronomo dilet- lescopio mostra una fenditura che inizia da un picco a nord-est. tante tedesco. Un circo con un diametro di 95 km e pareti molto basse, quasi assenti a sud. Il fondo è scuro e contiene un cratere W. Bond. Dal celebre astronomo americano William C. Bond a nord-ovest, alcuni minuti craterini e delle colline. (1789–1859). Si tratta di un circo con un diametro di 158 km, al cui interno C. Mayer. Astronomo e matematico austriaco (Christian Ma- vi è un profondo cratere da 11 km. Il vasto spazio interno è yer, 1719-1783). attraversato da fi le di colline, e in generale tutto il fondo appare È un cratere prominente con un diametro di 38 km di diametro piuttosto tormentato.

1 2 3 4 5 6

Cusanus 7 8 9 10 11 12 13 14

15 16 17 18 19 20 21 22 Schwabe

Democritus Strabo Thales

23 24 25 26 27 28 29 30 Gartner de la Rue

31 32 33 34 35 36 37 38 MARE FRIGORIS Endymion

39 40 41 42 43 44 Keldysh Baily

Hercules Atlas TAVOLA 5 LACUS

Burg MORTIS

Atlas. Uno dei titani della mitologia greca (in italiano Atlante); terno, si vedono molte formazioni e in particolare un profondo si trovava sull’estremità occidentale della Terra e sosteneva il cratere dalle pareti taglienti, situato al centro. cielo con le sue spalle. Da un’estremità all’altra misura 87 km e splende di una luce Endymion. Giovane pastore della mitologia greca che, baciato che ricorda quella della madreperla. Un buon telescopio rivela dalla Luna (Selene), si addormentò per sempre. al suo interno colline, minuscoli crateri, cavità e crepacci. È un cratere molto evidente, con un diametro di 125 km. Il Nel centro c’è una collina non molto alta, e tutt’intorno vi sono fondo scuro lo rende riconoscibile sotto ogni angolo di illumi- enormi massi, come se in quel punto fosse avvenuta un’esplo- nazione. Le pareti sono molto alte, sui 5000 m. sione. Le pareti terrazzate si ergono rispetto al fondo di circa Visto attraverso un piccolo telescopio, il fondo di questo cra- 3000 m. tere sembra liscio come un tavolo da bigliardo. Ma, con illu- minazione radente, un grosso strumento rivela la presenza di Baily. Da Francis Baily (1774–1844), uomo d’affari inglese macchie bianche, una striscia di luce e alcuni minuscoli crateri che dal 1825 si dedicò completamente all’astronomia. Fu il pri- e colline o coni. mo a descrivere il fenomeno dei “grani di Baily”, che osservò durante l’eclisse totale di Sole del 1836. Hercules. L’eroe della mitologia greca dotato di una forza stra- Cratere con un diametro di 27 km e pareti molto erose, in parte ordinaria (in italiano, Ercole). Secondo Riccioli, a far scaturire mancanti a sud, dove è visibile un solco che attraversa il cratere il mito di Ercole sarebbe stato un astronomo di questo nome da nord-ovest a sud-est, passando per il suo centro. Sul fondo, a vissuto intorno al 1560 a.C. nord, si vede un craterino. Si tratta di un cratere molto evidente, non solo per le dimensio- ni (69 km), ma anche perché nel suo interno vi è un cratere pro- Bürg. Da Johann Tobias Bürg (1766–1834), un astronomo au- fondo con le pareti così sottili che, viste dalla Terra, sembrano striaco che elaborò una teoria sul moto della Luna. taglienti come una lama. È un cratere con un diametro di 40 km, abbastanza prominente, in quanto abbastanza isolato nel Lacus Mortis. Ha un fondo Strabo. Geografo e storico greco (55 a.C.–24 d.C.). molto concavo, con una doppia montagna centrale, sulla cui È un cratere evidente con un diametro di 55 km; ha pareti ter- sommità un grande telescopio rivela un minuscolo cratere. razzate e l’interno piatto uniforme. Perlomeno, questo è l’a- Gran parte del fondo a ovest è invaso dal materiale franato dal- spetto che presenta se visto con un piccolo telescopio. Tuttavia, la parete occidentale. uno strumento maggiore rivela che il fondo è cosparso di mi- nutissimi crateri. De la Rue. Dall’inglese Warren de la Rue (1815–1889), che fu uno dei pionieri dell’astrofotografi a. È un circo largo 136 km, con le pareti in gran parte rovinate o ridotte a frammenti, soprattutto nella parte sud-ovest. Nell’in-

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LACUS TAVOLA 6 Mercurius

L Zeno A TEMPORIS F G Chevallier Carrington LACUS SPEI

Carrington. Da Richard C. Carrington (1826–1875), l’astro- le. Un altro craterino, ancora più visibile, è situato sul pendio nomo inglese che determinò il periodo di rotazione del Sole. esterno della parete sud-ovest. I crateri indicati con le lettere F Di questo cratere, che ha un diametro di 30 km, i piccoli tele- e G sono alla portata di un rifrattore da 60 mm. scopi mostrano soltanto un fondo uniforme a un livello molto Come in altri casi, i craterini indicati da una lettera che si tro- inferiore a quello del terreno circostante. vano in prossimità di una formazione maggiore, hanno come Solo strumenti molto potenti rivelano che il suo interno è co- nome completo quello della formazione più la lettera. Così, i perto da minutissimi craterini e attraversato da un solco che craterini F e G si chiamano Mercurius F e Mercurius G. Noi, passa per il centro. per essere più concisi, li chiamiamo quasi sempre con la sola lettera. Chevallier. Da Temple Chevallier (1794–1873), l’astronomo Tra Mercurius e il lembo lunare, vi sono diverse formazioni, e matematico inglese che divenne direttore dell’Osservatorio tutte diffi cili da esaminare, a causa della loro sfavorevole posi- di Durham. zione sul disco. Formazione con un diametro di 52 km, della quale rimangono essenzialmente le rovine della cinta. Spei, Lacus. Lago della Speranza. Denominazione recente. Con un piccolo telescopio, si può vedere all’interno solo un È una pianura lavica estesa per circa 80 km. cratere dal fondo piatto; un telescopio potente invece rivela la presenza di molti crateri minuti, molti dei quali formano degli Temporis, Lacus. Lago del Tempo. Un’altra denominazione allineamenti. recente. È una pianura lavica estesa per circa 250 km. Humboldtianum, Mare. Dal naturalista ed esploratore tedesco Alexander von Humboldt (1769–1859). Nel 1799 osservò un Zeno. Filosofo e astronomo greco-cipriota (336–263 a.C.), che notevole sciame delle Leonidi dal Sud America. spiegò correttamente la ragione delle eclissi solari e lunari. La visibilità di questo bacino lunare, una pianura lavica cir- Cratere da 65 km la cui visibilità è pesantemente condizionata condata da pareti concentriche e con un diametro di circa 170 dalla posizione prossima al bordo; ciò nonostante, vi si riesce km, dipende molto dalla librazione lunare. Il suo bordo orien- a scorgere un cratere sulla parete nord e due su quella sud. Le tale contiene dei picchi, talvolta visibili di profi lo, alti fi no a piccole creste interne sono invece riservate a strumenti potenti, 5000 m. poiché l’interno appare piuttosto liscio, se viene osservato con telescopi medio-piccoli. Mercurius. Da Mercurio, il leggendario messaggero degli dei. Un bel cratere con un diametro di 68 km e il fondo essenzial- mente piatto, al cui centro si trova una bassa collina. Sempre all’interno, ma in prossimità della parete nord, vi sono due piccoli crateri, dei quali il più a nord è anche il più accessibi-

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Briggs

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Russell

OCEANUS

TAVOLA 7 Schiaparelli Struve PROCELLARUM

Eddington Seleucus

Briggs. Dal matematico inglese Henry Briggs (1556–1630), nalisi più delicata rivela la presenza di minuscoli craterini sul che sviluppò l’uso dei logaritmi neperiani. fondo. È un cratere con un diametro di 37 km e pareti piuttosto basse. Il centro e la parte nord dell’interno sono occupati da montagne Schiaparelli. Dal nostro Giovanni V. Schiaparelli (1835–1910), e colline. scopritore, tra l’altro, delle relazioni tra gli sciami meteorici e Uno strumento potente rivela che il fondo è attraversato da pa- le comete. recchi solchi, tali da ricordare un piccolo Gassendi. È un cratere di piccole dimensioni (24 km), ma ben distinguibi- le. Le sue pareti si ergono per circa 1000 m rispetto al fondo, al Eddington. Da Sir Arthur S. Eddington (1882–1944), grande cui centro si trova una collina. astrofi sico e matematico inglese, che si occupò della struttura Uno strumento potente mostra due craterini sulla parte esterna interna delle stelle e della Relatività. della parete nord-est, mentre anche uno strumento più modesto, È un circo esteso (diametro di 125 km), in precedenza noto in luce radente, rivela che Schiaparelli si trova al centro di una col nome di Reinhold B, con le pareti in gran parte scomparse, cresta che attraversa l’Oceanus Procellarum. soprattutto verso sud-est. Con un ingrandimento moderato, si ha l’impressione di vedere Seleucus. Astronomo babilonese vissuto intorno al 150 a.C., all’interno, un po’ a sud-est rispetto al centro, un cratere largo difensore della teoria eliocentrica. 7-8 km, ma i forti ingrandimenti dimostrano che si tratta solo di È un cratere piuttosto evidente con un diametro di 43 km e pa- due creste. Un potente strumento rivela la presenza di crepacci reti terrazzate che si elevano fi no a 3000 m rispetto a un fondo nella regione interna di Eddington a nord-ovest. piuttosto infossato. Una caratteristica di Seleucus è quella di presentare una pen- Procellarum, Oceanus. L’”Oceano delle Tempeste” è il più denza delle pareti molto dolce all’esterno, aspetto che si nota grande Mare lunare, con una superfi cie di 2,1 milioni di km qua- bene all’osservazione telescopica, come anche una collina cen- drati (meno del nostro Mediterraneo). Mentre i suoi confi ni sono trale e un piccolo cratere sulla parete a nord. relativamente netti a ovest, nord e sud, a est sono indefi niti. Struve. Per ricordare la dinastia degli Struve: Friedrich G. Russell. Questa formazione ricorda il pittore britannico John Wilhelm von Struve, astronomo russo-tedesco (1793–1864), Russell (1745–1806), che fu anche un appassionato di astrono- Otto von Struve (1819–1905), direttore dell’Osservatorio di mia e selenografo. Pulkovo, e Otto Struve (1897–1963), astrofi sico americano Una formazione estesa (103 km) ma molto degradata, fi no al nato in Russia. punto che a sud la parete è totalmente scomparsa e con Struve Una pianura con un diametro di 170 km, delimitata da una cinta forma quasi un unico circo con due lobi. montuosa bassa, sopra tutto a ovest. All’interno sono facilmen- La prima formazione che si nota, quando lo si osserva, è un te visibili alcuni crateri dai contorni netti. profondo cratere annidato sulla parete orientale, mentre un’a-

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Gruithuisen 23 24 25 26 27 28 29 30 Wollaston

Angström 31 32 33 34 35 36 37 38 Krieger Fedorov

Mons Toscanelli MONTES AGRICOLA MONTES Herodotus HARBINGER Artsimovich Raman 39 40 41 42 43 44 RUPES Väisälä TOSCANELLI S lis ch l r

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Herodotus TAVOLA 8 Aristarchus

Brayley

Aristarchus. Dal celebre astronomo greco Aristarco da Samo lunghe notti trascorse al telescopio a disegnare in dettaglio, con (310–230 a.C.). una precisione sorprendente, la superfi cie lunare. È un cratere non molto grande (40 km) ma eccezionalmente È un piccolo circo (da 22 km) con all’interno un curioso terra- brillante, visibile anche quando è illuminato solo dal “chiaro pieno di forma quadrata e la parete nord rettilinea. A sud la cin- di Terra” ed è al centro di una raggiera. Per la sua luminosità, ta è occupata dal piccolo ma profondo cratere Van Biesbroeck Aristarchus attira subito l’attenzione di chi osserva la Luna al (in precedenza noto come Krieger B), mentre a ovest, dove è telescopio. William Herschel credeva che fosse un vulcano in più bassa, arriva un piccolo solco sinuoso. eruzione! Si pensa che abbia avuto origine “solo” 450 milioni di anni fa. Prinz. Dal selenologo tedesco Wilhelm Prinz (1857–1910), Le sue poderose pareti si elevano per ben 3000 m rispetto al che fece studi comparativi tra la superfi cie terrestre e quella fondo, al cui centro c’è una collina. lunare. Aristarco è il cratere dove sono stati osservati più fenomeni Sono essenzialmente i resti di un circo invaso dalla lava da 47 lunari transienti; bagliori e colorazioni poi scomparse. Anche km. L’interno è disseminato da parecchi craterini e da un accen- degli astronauti del progetto Apollo sono stati testimoni di tali no di collina centrale. eventi. Un solco proveniente da nord arriva fi no alla parete di Prinz, dove questa è più alta (circa 1000 m rispetto al fondo), termi- Gruithuisen. In ricordo dell’eccentrico astronomo e fi sico te- nando sulla sua parte esterna. desco Franz von Gruithuisen (1774–1852), che scrisse un libro sulla sua “scoperta” di fortifi cazioni e edifi ci lunari. Schröteri, Vallis. È la maggiore valle sinuosa presente sul- È un cratere con un diametro di 16 km e la cinta alta circa 1800 la Luna, il cui nome deriva dal selenografo tedesco Johannes m rispetto al fondo, molto netta. Circa 20 km a nord c’è un cu- Schröter. rioso “ammasso” di piccoli crateri. Questa valle inizia 25 km a nord del cratere Erodoto e si allarga a 10 km per formare quella che l’astronomo di Cambridge W. Herodotus. Dallo storico greco Erodoto (484–425 a.C.) di Ali- H. Steavenson chiamò “Testa di Cobra”. Da qui in avanti essa carnasso, soprannominato “il padre della storia”. tende sempre a restringersi. È un cratere da 35 km, dalle pareti relativamente basse (mas- La parte fi nale, quella più a ovest, termina in un minuscolo cra- sima elevazione di 1000 m) e - in contrasto con Aristarchus tere, ed è così sottile che sia essa che il piccolo cratere si vedo- - con l’interno scuro. Anche un piccolo telescopio mostra un no solo con un grande telescopio. La lunghezza totale è di 160 craterino sulla parete nord-ovest, mentre quelli che tempestano km; la profondità massima di 1000 m. Fu il primo solco visto il fondo di Herodotus sono accessibili solo a strumenti potenti. sulla Luna da questo studioso di Hannover ed è visibile anche con un piccolo telescopio. Krieger. Un omaggio al selenografo tedesco Johann N. Krie- ger (1865–1902), che morì prematuramente per le numerose e Artsimovich Tutta la superfi cie visibile della Luna in 44 Tavole fotografi che di grande formato, più una Tavola per il lato nascosto. il nuovo Le Tavole sono state realizzate grazie alle riprese ad altissima risoluzione effettuate dalla sonda lunare LRO (Lunar Reconnaissance Orbiter) della NASA. Le riprese sono state elaborate nei laboratori dell’Arizona State University, per ottenere un’immagine completa della Luna come appare vista dalla Terra; ma con un’inclinazione dei raggi del Sole simile su tutta la superfi cie lunare, per una visone ottimale di tutti i crateri. Atlante Fotografico Le Tavole sono accompagnate, nelle pagine a fronte, da mappe che mostrano le disposizioni delle formazioni più interessanti (crateri, mari, monti, solchi) e dalle descrizioni dettagliate di oltre 330 formazioni, preparate da Walter Ferreri. Un’opera indispensabile per l’appassionato osservatore della Luna, per il fotografo esperto di riprese lunari, per lo studioso, per il semplice curioso del cielo, e per tutti coloro che amano il nostro unico della Luna grande satellite naturale. a cura di Walter Ferreri a cura di Walter Ferreri a cura di Walter

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