… dal greco γῆ, gê, "terra" e λόγος, logos, "studio“;è una delle scienze naturali dedicata allo studio della terra. La Geologia analizza le origini della terra, le sue proprietà, il processo della sua creazione, le sue varie componenti ed i processi dinamici che si verificano (come terremoti, deriva dei continenti e delle configurazioni del paesaggio). Geologia studia i minerali , le rocce , iterreni ed i fossili, lo sviluppo della Terra , i processi morfologici che vi si verificano e le sue continue modifiche strutturali con il loro conseguente impatto sulla diversità del paesaggio. la Geologia consiste di diverse aree di ricerca comune al fine di fornire spiegazioni su vari fenomeni naturali in modo da avere con attente osservazioni scientifiche un quadro generale più completo Sono carte nelle quali su una base topografica in curve di livello, sono riportate, distinte con colori e simboli diversi le varie formazioni geologiche affioranti nella superficie rappresentata. COME SI LEGGONO LE CARTE GEOLOGICHE Aspetti Geologici

Il Lazio `e senza dubbio una delle regioni italiane con maggiore varieta` di paesaggi naturali, da cui deriva un complesso insieme di situazioni climatiche e microclimatiche e di ecosistemi. Elemento fondamentale nel definire le diverse morfologie del paesaggio laziale `e, come sempre, la natura geologica del paesaggio stesso, a sua volta definita da una lunga e affascinante storia di trasformazioni e mutamenti avvenuti Vicende geologiche che attraverso processi violenti e improvvisi, come le manifestazioni vulcaniche, oppure lentissimi come l’accumulo di sedimenti di varia natura sul fondo di antichi mari, hanno fornito calcari, tufi, dolomie e arenarie, rocce di ogni tipo che costituiscono la ”materia prima” per l’edificazione del territorio laziale. ”Materia prima” che venne poi rimaneggiata da immani forze della crosta terrestre e modellata, in modo diverso a seconda della natura e composizione delle rocce, dai mari e dai venti, dalle acque continentali e dai ghiacci, fino a trasformarsi in quel mosaico di paesaggi di notevole bellezza che oggi caratterizzano il Lazio.

Evoluzione geologica del territorio Laziale

Il lazio oltre 200 milioni di anni fa

Da N-O a S-E si elevano i rilievi appenninici che sono i resti deformati e sollevati di rocce depostesi sul fondo dell’antico mare della Tetide, 200 milioni di anni fa. I suoi fondali: secche, scogliere coralline, scarpate e bacini pelagici e i processi di accumulo di materiali sedimentari in acque superficiali e profonde, saranno il presupposto per la formazione della Catena Appenninica.

La nascita dei rilievi dell’Appennino

Le prime montagne nascono con il sollevamento della catena appenninica nella successiva Era Cenozoica, circa 100 milioni di anni fa.

”Serie Laziale Abruzzese” è una delle antiche piattaforme carbonatiche e parte dei suoi resti li ritroviamo oggi a formare la catena dei Monti Simbruini e Ernici e quella dei Lepini - Ausoni - Aurunci.

Ritroviamo invece le rocce formatesi rilievi sottomarini che emergono sotto forma di isole (Monte Soratte, Monti Cicolani, Monti Cornicolani e Monte Circeo).

La via del fuoco: il Tirreno ed i Vulcani

Verso la fine dell’era Cenozoica nella parte occidentale della catena appennini- ca, ormai quasi completamente emersa, avvengono profonde trasformazioni. La crosta terrestre si assottiglia, sprofonda lentamente e nasce il Mar Tirreno. Viene messo in posto un gigantesco sistema di faglie (fratture sul terreno parallele) con andamento NO-SE e si creano cos`ı delle profonde depressioni che vengono invase dalle acque. Nel Pliocene medio e superiore (4-3 m.a.) in questo inquieto settore, le grandi fratture consentono la risalita di magmi dalla crosta terrestre lungo i numerosi condotti che daranno origine al vulcanismo laziale. e grandi faglie si rimettono in movimento ed un altro sistema di faglie, trasversali alle precedenti, si viene cos`ı a creare. Queste fratture favoriscono la fuoriuscita di nuovo magma attivando una spettacolare successione di manifestazioni vulcaniche che durerà sino a 60.000 anni fa: Nascono cos`ı i grandi vulcani Sabatino, Vulsino e Laziale;

il Lazio durante gli ultimi 2 milioni di anni

Dai diversi fenomeni eruttivi (esplosivi ed effusivi) vengono emessi miliardi di tonnellate di tufi e di lave che, in tempi e modi diversi, hanno costituito il ”materiale di costruzione” di gran parte del Lazio settentrionale e centrale, attraverso la creazione di rilievi in prossimità della costa. Il Tevere, ostacolato dai prodotti vulcanici, cambia il suo corso e i crateri dei vulcani diventano con il tempo i bacini di grandi laghi. Ripetuti innalzamenti ed abbassamenti del livello del mare (trasgressioni marine) modellano la costa tirrenica fino alla sua attuale morfologia; si forma il delta del Tevere che poi migra verso il mare, conquistando alla terraferma fasce costiere prima sommerse; si originano e si colmano ampi bacini lacustri intrappenninici (Bacino di Rieti, Bacino di Leonessa e Bacino Lirino) e si formano laghi e lagune costiere salmastre.

Le forze modellatrici: le grandi glaciazioni del Pleistocene

L’alternanza di periodi glaciali e interglaciali, protrattasi in un arco di tempo tra circa 1 milione e 10.000 anni fa, ha determinato nel Lazio importanti eventi geologici e paleontologici: l’estensione dei ghiacciai sui rilievi appenninici, l’innalzamento e l’abbassamento del livello del mare.

I minerali Nel Lazio possiamo distinguere due zone geologicamente diverse: l’una, essenzialmente vulcanica, compresa nelle provincie di Roma e Viterbo e l’altra prevalentemente calcarea che costituisce il rimanente territorio della regione.

Le cave e le miniere

Calcari ornamentali, argille per laterizi, lave per pietrisco (i ben noti sampietrini), travertini e alabastri calcarei, sono solo alcuni dei materiali la cui estrazione si svolge ininterrotta dall’epoca romana. Attualmente una tra le cave piu` importanti `e quella di Priverno (LT) da cui si estrae ottima silice per la fabbricazione di vetri e affini.

Discreta importanza mineraria presenta per il caolino e la fluorite il territorio della presso . Nel passato la zona era famosa per le miniere di alunite da cui si otteneva l’allume, allora largamente impiegato per la concia delle pelli. I Monti della Tolfa sono ricchi anche di manifestazioni metallifere e numerose sono le miniere abbandonate di ferro, piombo e mercurio. Le residue manifestazioni dell’attività vulcanica, sono ancora oggi ben evidenti nelle numerose solfatare della regione (Latera, Montefiascone, Ferento, , , Ardea). In alcune di queste località `e stata tentata la coltivazione industriale dello zolfo e dei solfuri di ferro ad esso spesso associatI.

Localita`: Monti Simbruini - Ernici Comuni: Subiaco, , , , Jenne, (RM); Trevi nel Lazio, Filettino, Fiuggi, Guarcino, Vico nel Lazio, Collepardo, Alatri, Veroli, Monte S.Giovanni Campano, Castelliri, Isola del Liri, Sora (FR).

Localita`: Monti Lepini-Ausoni-Aurunci Comuni: Roccamassima, Cori, Cisterna di Latina, Norma, Sermoneta, Bassiano, Sezze, Roccagorga, Maenza, Prossedi, Priverno, Terracina, Sonnino, Roccasec- ca dei Volsci, Monte San Biagio, Fondi, Lenola, Campodimele, Itri, Sperlonga, Gaeta, Formia, Spigno Saturnia, Minturno(LT); , , , , , Gorga (RM); Sgur- gola, Morolo, Suoino, Patrica, Giuliano di Roma, Ceccano, Villa Santo Ste- fano, Castro dei Volsci, Amaseno, Valle Corsa, Pastena, Falvaterra, San Gio- vanni Incarico, San Giorgio al Liri,S.Apollinare, S. Ambrogio sul Garigliano, Vallemaio, Sant’Andrea del Garigliano, Coreno Ausonio, Castelforte, SS. Cos- ma e Damiano (FR).

Localita`: Monti Prenestini Comuni: , , , Roma, Poli, , , , , , , Rocca Can- terano, , , , Olevano, Gennazzano, Roc- ca di Cave, Castel S. Pietro Romano, , S. Vito Romano, , , Cerreto Laziale, (RM)

Localita`: Monti Lucretili (Riserva Naturale Regionale) Comuni: Poggio Moiano, Scandriglia, Orvinio, , Monte Flavio, , , S. Polo dei Cavalieri, , Vi- covaro, , , Marcellina, Castel Madama (RI).

Localita`: Monti della Laga (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) Comuni: Amatrice, Accumoli (RI)

Il mare in montagna: l’antico mare della Tetide

Localita`: Monti Sabini- Monti Reatini Comuni: Cottanello, Greccio, Contigliano, Rieti, Monte S. Giovanni in Sabi- na, Salisano, Montopoli di Sabina, Poggio Mirteto, Poggio Catino, Roccantica, Casperia, Montasola, Mompeo, Leonessa, Morro Reatino, Rivodutri, Poggio Bustone, Cantalice, Posta, Micigliano, Cittaducale, Castel Sant’ Angelo (RI)

Localita`: Monte Soratte Comune: S. Oreste (RM)

I Monti della Tolfa:

un museo all’aperto

Localita`: Monti della Tolfa Comuni: Tolfa, , Civitavecchia, , , Brac- ciano, Manziana, (RM); Oriolo Romano, Barbarano Ro- mano, Capranica, Veiano, Blera (VT)

Localita`: Colli Albani (compreso in Parco Suburbano Regionale ”Castelli Ro- mani”) Comuni: Marino, Castelgandolfo, Albano, , Genzano, , , , Artena, , , Monteporzio Catone, Monte- compatri, , ,

Una finestra sul passato: il vulcano di Ponza.

Localita`: Ponza, Palmarola, Zannone Comune: Ponza (LT)

Localita`: Forra del torrente Biedano Valle del Treja (Parco Regionale Subur- bano) Comuni: Monteromano, Blera, Barbarano Romano, Calcata (VT), (RM)

Le acque termali

Localita`: Tivoli Comuni: Roma (RM) Localita`: Campo Soriano (Monti Ausoni) (Monumento Naturale) Comune: Terracina

Localita`: Monti Lepini Comuni: Roccamassima, Cori, Cisterna di Latina, Norma, Sermoneta, Bassiano, Sezze,Roccagorga, Maenza, Prossedi, Priverno (LT); Artena, Colleferro, Seg- ni, Montelanico, Carpineto Romano, Gorga (RM); Sgurgola, Morolo, Supino, Patrica, Giuliano di Roma (FR)

Localita`: Monti Simbruini (Riserva Naturale Regionale) Comuni: Subiaco, Cervara di Roma, Camerata Nuova, Valle Pietra, Jenne, Arcinazzo Romano (RM); Trevi nel Lazio, Filettino (FR) MONTI LUCRETILI CASTELLI ROMANI LA GEOLOGIA: La successione stratigrafica del gruppo dei Monti Lucretili è costituita in massima parte da formazioni sedimentarie di origine e di ambiente marino depositatesi a partire da circa 200 milioni di anni fa nell'antico oceano mesozoico, Tetide. L'intera area è compresa nel dominio di transizione umbro-sabino, un settore di raccordo tra la piattaforma carbonatica laziale-abruzzese caratterizzata da sedimentazioni in ambiente marino poco profondo e il dominio umbro-marchigiano rappresentato da livelli e depositi calcarei di ambiente pelagico quindi di mare profondo. Nella successione calcareo- silico-marnosa (Triassico superiore-Miocene) la presenza di livelli costituiti da accumuli di materiali grossolani detritici - megabrecce - denota proprio il carattere di area di transizione tra i due diversi ambienti marini dove meccanismi di smantellamento della scarpata continentale hanno depositato grandi quantità di materiali. Nella successione stratigrafica la più antica formazione è rappresentata da dolomie grigie in basso e da calcari dolomitici ascrivibile al Retico (Triassico superiore), localizzata nel settore sud-occidentale del gruppo montuoso. Dal Triassico superiore al Giurassico inferiore si sedimentano livelli calcarei che formano il cosidetto Calcare Massiccio mentre successivamente l'insieme di brecce, calcari marnosi e calcari costituisce la formazione Corniola. Al Lias superiore (Giurassico inf.) si ascrive la formazione Rosso Ammonitico formata da sedimenti calcareo-marnosi e marne argillose di ambiente pelagico contenenti ammoniti e lamellibranchi.

Nella prima fase, quella più imponente, viene eruttata una grande quantità di materiali pari a 200 Km cubi circa. In questo periodo vengono riconosciuti 4 differenti cicli di attività: 1) nel primo ciclo vengono deposte tre colate piroclastiche a cui segue un’intensa attività effusiva di lave. L’area interessata è quella posta a sud-ovest; 2) nel secondo ciclo viene deposta la più imponente colata piroclastica di “pozzolane rosse”, che in alcuni punti arriva anche a 90 metri di spessore e che raggiunge i monti Tiburtini. Anche dopo questa colata si hanno attività effusive e l’area interessata è quella posta nella zona orientale; 3) nel terzo ciclo si hanno colate piroclastiche ma senza attività effusiva; 4) nel quarto ciclo si hanno ancora colate piroclastiche nelle quali vengono emessi materiali che daranno origine al “tufo litoide” o di “Villa Senni”. L’attività di questa prima fase termina con il collassamento della parte alta del cratere del vulcano. Questo crollo determina la formazione di una grande pianura (caldera), gran parte della quale è ancora ben visibile e che, prendendo il nome dai monti che interessa, viene denominata caldera Tuscolano-Artemisia. Nella seconda fase, che avviene dopo un periodo di quiete, sorge un altro vulcano più piccolo al centro della caldera del precedente vulcano. I nuovi monti che si formano sono chiamati Recinto interno per differenziarlo da quello esterno precedente. Questa periodo di attività risulta inferiore per quantità di prodotti eruttati, i materiali fuoriusciti sono stati di soli 2 km cubi circa. Nella terza ed ultima fase, concentrata nella parte nord-ovest del vulcano, si è verificato l’incontro a grandi profondità di acqua e magma incandescente. A causa dell’enorme pressione creatasi si sono verificate violente esplosioni che hanno dato origine ai bacini degli attuali laghi vulcanici di Nemi ed Albano. Questa fase è stata chiamata idromagmatica. Anticamente i bacini lacustri erano molto numerosi, ma nel corso dei secoli sono stati quasi tutti prosciugati dall’uomo