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ISBN: 978-88-98389-49-0 TEATRO MASSIMO

Giacomo Puccini | Membro di MADAMA BUTTERFLY

STAGIONE

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Piazza Verdi - 90138 Palermo euro 10,00 STAGIONE

OPERE E BALLETTI Fondazione Teatro Massimo

SOCI FONDATORI Francesco Giambrone Sovrintendente

CONSIGLIO DI INDIRIZZO Leoluca Orlando (sindaco di Palermo) Presidente Leonardo Di Franco Vicepresidente Daniele Ficola Francesco Giambrone Sovrintendente Enrico Maccarone Anna Sica

COLLEGIO DEI REVISORI Maurizio Graffeo Presidente Marco Piepoli Gianpiero Tulelli MADAMA BUTTERFLY

Il Teatro Massimo dedica le recite di Madama Butterfly alla memoria di Daniela Dessì.

Tragedia giapponese in due atti

Libretto di e (da John L. Long e ) Musica di Giacomo Puccini

Data Turno Ora Prima rappresentazione: Venerdì 16 settembre Prime 20.30 Milano, Teatro alla Scala, 17 febbraio 1904 Sabato 17 settembre F 20.30 Domenica 18 settembre D 17.30 Editore proprietario: Martedì 20 settembre S1 18.30 , Milano Mercoledì 21 settembre C 18.30 Venerdì 23 settembre S2 17.30 Sabato 24 settembre B 18.30 Nuovo allestimento del Teatro Massimo Domenica 25 settembre Danza 17.30 in coproduzione con il Festival INDICE

9 Argomento 13 Synopsis 17 Argument 21 Handlung

25 Ilaria Grippaudo | Introduzione all’opera

33 34 Atto I 49 Atto II

69 Mario Morini | Fascino di Butterfly

79 Madama Butterfly nelle lettere di Puccini

89 Alexandra Jud | Tra mondi diversi Riflessioni sulla regia di Madama Butterfly di Nicola Berloffa

97 Madama Butterfly al Teatro Massimo

107 Bibliografia essenziale

109 Note biografiche ARGOMENTO

Atto I F. B. Pinkerton, ufficiale della marina americana, è invaghito di Cio-Cio- San, conosciuta con il nome di Butterfly. Ora, guidato dal sensale Goro, è arrivato alla piccola casa sulla collina di , dove trascorrerà la luna di miele dopo il matrimonio secondo le usanze giapponesi. Goro mostra a Pinkerton la casa e gli presenta Suzuki e gli altri servitori. Poi completa i preparativi per l’arrivo della processione con la sposa, che si sente in lontananza dopo l’arrivo del console americano Sharpless. La sposa giunge con le amiche e un cerimonioso gruppo di parenti (“Quanto cielo! Quanto mar!”). Subito dopo la conclusione del contratto di matrimonio, i festeggiamenti vengono interrotti dall’arrivo dello zio Bonzo, che maledice Butterfly, furioso perché la nipote ha rinunciato alla religione dei suoi avi per sposare uno straniero. Irritato da quest’irruzione, Pinkerton ordina a tutti di andarsene dalla sua casa, e si prepara, rimasto solo con Butterfly, a godere le delizie della notte (“Viene la sera”).

Atto II Già da tre anni Pinkerton è ripartito per l’America, ma Butterfly lo attende ancora. È convinta che tornerà e lo ribadisce alla devota Suzuki, rifiutando di accetterne i dubbi; anzi esalta la sua certezza della futura felicità che la attende al ritorno di Pinkerton (“Un bel dì vedremo”). Butterfly quasi si rifiuta di ascoltare Sharpless, giunto con una lettera di Pinkerton che annuncia il proprio arrivo, ma non da solo: con lui è la sua vera moglie. Butterfly racconta al console che l’avido sensale Goro MADAMA BUTTERFLY

le ha proposto di risposarsi con il ricco Yamadori. E quando arriva appunto Yamadori per rinnovare la sua profferta, Butterfly gli ingiunge freddamente di andarsene. Finalmente Sharpless riesce a leggere la lettera, nonostante le interruzioni di Butterfly, che interpreta ogni frase in base ai propri desideri. Ma il console non ha il coraggio di dire tutto, sconvolto quando vede il figlio di Butterfly e Pinkerton, del quale il padre ignora la nascita. Profondamente commosso, Sharpless si impegna a usare la propria influenza su Pinkerton. Il cannone del porto annuncia l’arrivo di una nave da guerra. Butterfly corre alla terrazza per osservare la nave con il telescopio: è quella di Pinkerton! Insieme a Suzuki adorna la casa di fiori (“Scuoti quella fronda di ciliegio”) e, dopo aver indossato le vesti nuziali, si prepara ad attendere l’arrivo di Pinkerton (Coro a bocca chiusa). La notte è passata. Butterfly porta in un’altra stanza il bambino, che si è addormentato durante la lunga e inutile attesa. Pinkerton arriva con la sua moglie americana, Kate, e Sharpless, ma il rimorso lo costringe a fuggire (“Addio, fiorito asil”). Sharpless chiede a Suzuki di persuadere Butterfly a consegnare il bambino, perché cresca in America con il padre. Butterfly rientra nella stanza e vede Kate che, insieme a Suzuki, tenta di convincerla. Alla fine Butterfly si rassegna, ma impone la condizione che dovrà essere Pinkerton a prendere in consegna il bambino. Rimasta sola, prende la spada con la quale il padre aveva eseguito il suicidio rituale (“Con onor muore”), ma viene interrotta dal figlio. Dopo averlo baciato per l’ultima volta, lo allontana da sé e si ritira dietro il paravento per uccidersi. Quando arriva Pinkerton, Butterfly sta esalando l’ultimo respiro.

10 SYNOPSIS

Act I F. B. Pinkerton, U.S.A. naval officier, is in love with Cio-Cio-San, who is known by the name of Butterfly. Now, guided by the obliging Goro, he approaches the little house on the hill of Nagasaki where he will spend his honeymoon after the marriage has been performed according to the Japanese custom. Goro shows Pinkerton the house and introduces him Suzuki and the other servants. He then completes the preparations for the arrival of the bridal procession which, after Sharpless — the American Consul — has arrived, can be heard in the distance. The bride approaches with her friends and a ceremonious array of relatives (“Quanto cielo! Quanto mar!”). Hardly has the marriage been registered that the festivities are interrupted by Butterfly’s uncle the bonze: he is furious that Butterfly has renounced the religion of her ancestors and married a foreigner. Angrily he curses her. Irritated by this disturbance, Pinkerton orders everybody to go, leaving him alone with Butterfly to enjoy the delights of the hour (“Viene la sera”).

Act II For the past three years Pinkerton has been in America but Butterfly still waits for him. She is convinced that he will return and says so to the devoted Suzuki, refusing to be cast down by the latter’s doubts and exalting her hopes by thinking of the future happiness that will be hers on the return of Pinkerton (“Un bel dì vedremo”). She almost refuses to listen to Sharpless who has come with a letter from Pinkerton in which he announces he is coming back but not alone, with him is his real wife. To Sharpless, Butterfly recounts how MADAMA BUTTERFLY

the greedy marriage broker, Goro, would like to make a match between her and the rich Yamadori. And when Yamadori arrives to renew his proposal, Butterfly coldly desires him to leave. Eventually Sharpless is able to read the letter, though Butterfly interrupts him continually. Towards the end, however, his courage fails him and he cannot finish the reading because Butterfly show him her son, born of her union with Pinkerton and of whose existence he knows nothing. Sharpless is deeply moved and promises to use his influence with Pinkerton. The sound of a cannon from the harbour annonces the arrival of a man- of-war. Butterfly runs to the terrace to look through a telescope at the ship which, with great excitement, she recognizes to be Pinkerton’s. When she is calmer Butterfly gets Suzuki to help her trim the house with flowers (“Scuoti quella fronda di ciliegio”) and, arraying herself in her bridal dress, she keeps watch for the coming of Pinkerton (Coro a bocca chiusa). The night is over. Butterfly carries the still sleeping child into the next room. Pinkerton arrives with his American wife, Kate, and Sharpless, but his remorse is so strong that he cannot bear to stay (“Addio, fiorito asil”). Sharpless asks Suzuki to persuade Butterfly to give up the child. Butterfly coming back into the room meets Kate who, together with Suzuki, tries to make her see reason. In the end Butterfly is resigned to the idea of giving up her son but she imposes a condition, that she may give him into Pinkerton’s keeping herself. Left on her own she takes up the sword with which «one dies with honour», but the unexpected appearance of her child interrupts her (“Con onor muore”). Butterfly kisses him for the last time and push him gently out into the garden, then she retires behind a screen. When Pinkerton arrives it is too late: Butterfly breathes her last.

14 ARGUMENT

Acte I F. B. Pinkerton, officier naval américain, est amoureux de Cio-Cio- San, qui est connue sous le nom de Butterfly. Maintenant, guidé par l’obligeant Goro, il arrive à la petite maison sur la colline de Nagasaki où il passera sa lune de miel, après que le mariage ait été effectué conformément à la coutume japonaise. Goro montre à Pinkerton la maison et lui présente Suzuki et les autres serviteurs. Il prépare ensuite l’arrivée du cortège nuptial et accueille le consul américain Sharpless. La mariée arrive, entourée par ses amis et parents (“Quanto cielo! Quanto mar!”). À peine le contrat a été signé, les festivités sont interrompues par l’oncle de Butterfly, le bonze: il maudit Butterfly parce qu’elle a renié la religion de ses ancêtres et épousé un étranger. Irrité par cette intrusion, Pinkerton ordonne à tout le monde d’aller, le laissant seul avec Butterfly pour profiter des plaisirs de la nuit (“Viene la sera”).

Acte II Depuis déjà trois années Pinkerton est en Amérique, mais Butterfly l’attend toujours. Elle est convaincue qu’il sera de retour et le dit à Suzuki, refusant d’accepter les doutes de sa servante: elle se figure son bonheur lorsque Pinkerton sera de retour (“Un bel dì vedremo” ). Butterfly se refuse presque à écouter Sharpless qui est venu avec une lettre de Pinkerton, dans laquelle il annonce qu’il va revenir, pas seul, mais avec sa vraie femme. Butterfly raconte au consul comment Goro, voudrait la convaincre à se remarier avec le riche Yamadori. Et quand Yamadori arrive à renouveler sa proposition, Butterfly lui MADAMA BUTTERFLY

enjoint froidement de quitter sa maison. Sharpless essaie de lire la lettre, interrompu sans cesse par Butterfly. Vers la fin, cependant, son courage lui manque et il ne peut pas terminer la lecture: Butterfly lui montre son fils, né de son union avec Pinkerton, qui ignore sa naissance. Sharpless est profondément ému et promet d’user de son influence sur Pinkerton. Un coup de canon du port annonces l’arrivée d’un navire de guerre. Butterfly court à la terrasse pour regarder à travers un télescope le bateau qui, avec beaucoup d’enthousiasme, elle reconnaît être celui de Pinkerton. Avec Suzuki elle fleurit la maison (“Scuoti quella fronda di ciliegio”) et, après avoir revêtu sa robe de mariée, attend avec Suzuki et l’enfant l’arrivée de Pinkerton (Coro a bocca chiusa). La nuit est terminée. Butterfly porte l’enfant qui dort dans la chambre voisine. Pinkerton arrive avec son épouse américaine, Kate, et Sharpless, mais ses remords sont si forts qu’il doit fuir la maison (“Addio, fiorito asil”). Sharpless demande à Suzuki de persuader Butterfly de laisser l’enfant à son père. Butterfly revient dans la salle et rencontre Kate qui, en collaboration avec Suzuki, tente de lui faire entendre raison. Butterfly se résigne à l’idée de renoncer à son fils, mais elle impose une condition, elle le remettra seulement à Pinkerton. Une fois seule, elle empoigne l’épée avec laquelle «on meurt avec honneur», mais l’apparition inattendue de son enfant l’interrompt (“Con onor muore”). Butterfly l’embrasse pour la dernière fois et le pousse doucement dans le jardin, puis elle se retire derrière un paravent. Quand Pinkerton arrive, il est trop tard: Butterfly rend son dernier soupir.

18 Handlung

I. Akt Auf einem Hügel in der Nähe von Nagasaki zeigt der Heiratsvermittler Goro dem Marineoffizier Pinkerton das für ihn gekaufte Haus. Hier will Pinkerton mit der jungen Geisha Cio-Cio-San wohnen, die er zu heiraten beabsichtigt. Goro stellt dem Offizier Suzuki, die Dienerin Cio-Cio-Sans, vor. Sharpless, der amerikanische Konsul in Nagasaki, rät Pinkerton, nicht zu leichtfertig mit der neuen Verbindung umzugehen: Butterfly habe sich im Konsulat nach Amerika erkundigt, sie nehme die Heirat sehr ernst. Von weitem hört man Cio-Cio-San und ihre Freundinnen singen (“Quanto cielo! Quanto mar!”). Die Geisha, der Pinkerton den Kosenamen Butterfly gegeben hat, erscheint mit ihren Verwandten und Freundinnen und strahlt vor Glück. Goro berichtet dem Konsul, dass Butterflys Vater vom Mikado ein Geschenk bekommen hatte, welches geeignet war, damit Harakiri zu begehen. Der Vater gehorchte. Ein kaiserlicher Kommissar nimmt die Trauung vor. Die anschließende Hochzeitsfeier wird durch Butterflys Onkel, einen Bonzen, abrupt beendet: der Onkel Cio-Cio-San vorwirft, daß sie die Religion ihrer Väter verraten habe, und er verflucht seine Nichte. Der gerührt Pinkerton tröstet Butterfly und bittet sie, sich mit ihm gemeinsam dem Zauber der Sternennacht hinzugeben (“Viene la sera”).

II. Akt Drei Jahre sind vergangen. Pinkerton hat Butterfly kurz nach der Hochzeit verlassen. Sie wartet in ihrem Haus zuversichtlich auf die Rückkehr Pinkertons, und versucht sogar ihre skeptische Dienerin MADAMA BUTTERFLY

davon zu überzeugen (“Un bel dì vedremo”). Goro begleitet Sharpless ins Haus und rät in seiner Anwesenheit Butterfly, den reichen Fürsten Yamadori zu heiraten, der seit langem um sie wirbt. Aber sie lehnt seinen Antrag höflich ab und verabschiedet ihn. Sharpless liest einen Brief Pinkertons. Butterfly, die immer noch von der Rückkehr ihres Mannes überzeugt ist, unterbricht den Konsul mehrmals. Aus Mitleid mit ihr zögert Sharpless, ihr die ganze Wahrheit zu sagen. Sie holt Pinkertons blondlockiges Söhnchen und erklärt dem Konsul, daß sie betteln gehen müßte, wenn ihr Mann nicht zurückkehre. Ein Kanonenschuss verkündet die Ankunft von Pinkertons Schiff. Cio-Cio-San schmückt das Haus mit Blumen (“Scuoti quella fronda di ciliegio”) und wacht die ganze Nacht in Erwartung ihres Mannes (Coro a bocca chiusa). Die Nacht ist in vergeblicher Erwartung vergangen. Suzuki fordert die übermüdete Butterfly auf, sich mit ihrem Sohn zur Ruhe zu begeben. Da kommt Pinkerton in Begleitung seiner Frau Kate und des Konsuls. Sie wollen das Kind nach Amerika zu holen. Pinkerton, beschämt, sieht seine Fehler, kann Butterfly nicht gegenübertreten und flüchtet (“Addio, fiorito asil”). Butterfly glaubt ihren Mann anzutreffen, sieht aber nur seine amerikanische Frau. Jetzt versteht sie die Wahrheit. Sie schickt alle fort; nur Pinkerton selbst wolle sie das Kind übergeben. Butterfly entzieht sich den Blicken des Kindes und ersticht sich mit dem Dolch, mit dem ihr Vater einst Selbstmord beging (“Con onor muore”). Vom Garten her tönen Pinkertons besorgte Rufe “Butterfly, Butterfly”.

22 INTRODUZIONE ALL’OPERA di Ilaria Grippaudo

Madama Butterfly, sesta opera di Giacomo Puccini, condivide con capolavori quali La traviata, Il barbiere di Siviglia e un destino particolare: a dispetto dell’insuccesso della prima rappresentazione, l’opera infatti ha riscosso negli anni un trionfo irresistibile che oggi la pone fra i lavori teatrali più eseguiti al mondo. Il fiasco della prima, avvenuta al Teatro alla Scala di Milano il 17 febbraio 1904, a quanto pare fu frutto di un complotto premeditato, ordito ai danni del compositore dal pubblico scaligero, appositamente fomentato dagli anti-pucciniani. Nemmeno la stampa si dimostrò particolarmente favorevole: quattro anni erano passati da (1900) e l’atteso ritorno sulle scene di colui che veniva considerato a tutti gli effetti l’erede di Verdi offriva il bersaglio ideale per gli strali dei critici italiani, di rado benevoli con il maestro lucchese. Gravato dal peso dell’aspettativa pubblica e travagliato da problemi personali – il 25 febbraio 1903 un incidente d’auto lo aveva immobilizzato per lungo tempo e anche la relazione con Elvira Bonturi, sua compagna da circa vent’anni, mostrava cenni di inequivocabile crisi – Puccini inizia a sviluppare un’insoddisfazione spirituale e professionale che aumenterà negli anni successivi, alla smaniosa ricerca di nuovi soggetti da mettere in musica. Già infatti a partire dal 1899 il musicista aveva iniziato la sua indagine, considerando testi e autori fra i più eterogenei, da Goldoni a Dostoevskij, da Balzac a Maeterlinck, e persino una possibile collaborazione con D’Annunzio. L’affannosa ricerca arriverà ad un decisivo punto di svolta nel giugno del 1900, quando Puccini si trova ad assistere alla rappresentazione londinese dell’ultimo lavoro di David Belasco, , tratto MADAMA BUTTERFLY INTRODUZIONE ALL’OPERA

dall’omonimo racconto del 1898 di John Luther Long, a sua volta entrano in contrasto con le ampie linee dell’invenzione melodica. Fra ispirato al romanzo Madame Chrysantème (1887) di Pierre Loti. La essi troviamo la melodia Mya-sama, che ascoltiamo per la prima volta storia dell’infelice Cio-Cio-San (Butterfly), giovane geisha innamorata nel II Atto (“Signore, io vedo il cielo azzurro”) e che era già nota al del luogotenente della marina americana F.B. Pinkerton e da lui pubblico occidentale per essere stata inclusa nella celebre operetta abbandonata dopo un matrimonio “all’uso giapponese”, affascinò Mikado (1885) di Gilbert & Sullivan. immediatamente il musicista che per la stesura del libretto si affidò ai È comunque sul piano drammaturgico che l’opera rivela i suoi tratti suoi due collaboratori più fidati, Luigi Illica e Giuseppe Giacosa. I tre più innovativi: il compositore si incentra esclusivamente sull’interiorità si misero subito al lavoro e l’opera venne ultimata il 29 dicembre 1903. di Cio-Cio-San e attraverso la musica fa in modo che lo spettatore si Forse fu anche il lungo periodo di gestazione che causò alcune identifichi con lei in modo completo e che guardi il mondo attraverso debolezze della prima versione, come ad esempio la divisione in i suoi occhi. L’universo che ci viene presentato è dunque costruito due atti, che creava una seconda parte eccessivamente ampia per attraverso una sorta di specchio deformante, causato dalla progressiva qualsiasi pubblico, a maggior ragione per una claque maldisposta. illusione della protagonista. Ciò determina la sovrapposizione di due Modificata in determinati punti e strutturata in tre atti, la nuova versione diverse dimensioni: la dimensione della realtà (che è comunque la vide la luce a distanza di soli tre mesi dalla prima milanese, nel Teatro realtà “falsa” dell’azione scenica) e quella dell’illusione, proiezione del Grande di Brescia, dove ottenne pieno successo. Seguirono altre livello interiore e psicologico dell’eroina. due versioni principali, una per il Covent Garden di Londra (1905) e la Il mondo nel quale si muove Butterfly è un mondo di marionette. quarta, definiva, per l’Opéra-Comique di Parigi (1906). Senza dubbio Coloro che appartengono all’ambiente orientale, ai suoi occhi, l’intervento del compositore produsse un lavoro più convincente, ma acquistano fattezze quasi grottesche e caricaturali, dall’intrigante ciò non vuol dire che la versione originale meritasse le accuse che le Goro al pomposo Yamadori. Persino Suzuki non ne è esente: bloccata erano state mosse dalla critica, come ad esempio di ricalcare le formule in litanie lamentose (“E Izaghi ed Izanami”, Atti I e II) o in cantilene già sfruttate in Bohème otto anni prima. In realtà Madama Butterfly è nonsense (“Sorride vostro onore”, Atto I), non appena ha l’opportunità opera originalissima e moderna, lontana dai cliché del melodramma di liberarsi della maschera che le viene affidata dalla padrona, rivela italiano, sia sul piano musicale che su quello drammaturgico. accenti di intensa umanità (“Io so che alle sue pene”, Atto II). Viceversa Sul versante musicale, pur mantenendo una struttura tradizionale, la i rappresentanti dell’Occidente vengono classificati da Cio-Cio-San più wagneriana fra le opere di Puccini è costruita secondo la tecnica come amici e aiutanti, senza possibilità di smentita. dei Leitmotive (motivi conduttori), ben diversi dalle reminiscenze di Tutto questo raggiunge l’apice nella delineazione del personaggio matrice verdiana e francese. Vari sono i temi che possiamo individuare, di Pinkerton: per Butterfly, egli è l’uomo più affascinante del mondo, in particolare il “motivo della morte” che compare per la prima volta estremamente affettuoso e capace di grandi premure, ma il pubblico quando Butterfly ricorda il padre poco dopo la sua entrata in scena comprende subito quanto ciò sia illusorio. A svelarcelo non è solo il (“E vostro padre? – Morto”, Atto I) e che getta con le sue ricorrenze piano narrativo, ma soprattutto quello musicale (a lui, ad esempio, un’ombra oscura e ineluttabile sulla vicenda. Alla costruzione Puccini associa l’inno nazionale americano, simbolo di rozza e leitmotivica si affianca un’orchestrazione raffinata ed elegante, scelte arrogante supremazia). Il peccato di cui si macchia Pinkerton non è la armoniche spesso ardite e la ripresa di autentici motivi giapponesi, malvagità e nemmeno la menzogna (mai dichiara a Butterfly di amarla costruiti su ristretti ambiti tonali, per lo più pentatonici, ma che non e sulla scena non le fa alcuna promessa), ma piuttosto la superficialità

26 27 INTRODUZIONE ALL’OPERA

e l’indifferenza. Pur essendo a conoscenza dei sentimenti della fanciulla e della differenza di età, non si fa scrupolo di approfittare della situazione e di soddisfare i suoi capricci, consapevole del tragico esito al quale tali azioni potrebbero portare (“se pure infrangerne dovessi l’ale”, Atto I). L’importanza, potremmo dire l’invadenza strutturante della protagonista, indispensabile per la costruzione della vicenda, fa sì che in sua assenza l’atmosfera musicale perda molto del fascino che invece avvertiamo quando è in scena. La sezione del I Atto precedente alla sua apparizione – in particolare il duetto fra Sharpless e Pinkerton in cui quest’ultimo rivela l’intenzione di divertirsi, in attesa della “vera sposa americana” – presenta momenti convincenti e di intensa incisività, ma per lo più confinati ai punti in cui si evoca la figura della fanciulla (“Amore o grillo”). Invece l’entrata di Butterfly (vera e propria epifania, la cui suggestione è aumentata dalla voce fuori scena, come già in Bohème e Tosca) consente il dispiegarsi di una melodia ampia (“Spira sul mare”). Dopo uno scambio di battute, la scena si affolla dei parenti di Butterfly, caso esemplare di corteo marionettistico. Solo per poco i due protagonisti hanno modo di appartarsi e in una breve romanza (“Io seguo il mio destino”) Cio-Cio-San rivela a Pinkerton di avere abbandonato la religione shintoista per convertirsi al cristianesimo; in corrispondenza delle ultime parole (“Amore mio!”) sentiamo chiarissimo nell’orchestra il motivo della morte, a simboleggiare quel tragico connubio che avrà compimento nell’epilogo. Una volta conclusa la cerimonia nuziale, l’irruzione dello zio Bonzo, venuto a conoscenza del sacrilegio compiuto dalla nipote nel rinnegare la fede degli avi (“Che hai tu fatto alla Missione? “), è segnata dall’ossessiva iterazione del tema della maledizione. Ripudiata dai familiari, Butterfly rimane sola con Pinkerton. Inizia il grande duetto d’amore che occupa tutta la seconda parte dell’atto, un susseguirsi di avvincenti melodie, distribuite in sezioni facilmente individuabili: a una parte introduttiva – costituita a sua volta da una sorta di prologo (“Bimba, bimba, non piangere”), una breve sezione di raccordo

29 MADAMA BUTTERFLY INTRODUZIONE ALL’OPERA

(“Viene la sera”) e dalla scena della vestizione (“Quest’obi pomposa”) padre, in caso di abbandono. di morbida sensualità voyeuristica – segue il duetto vero e proprio Commosso, Sharpless promette di informare Pinkerton dell’esistenza (“Bimba dagli occhi pieni di malia”), caratterizzato da progressive del bambino ed esce di scena. Un colpo di cannone annuncia l’arrivo ondate di tensione/distensione e contrappuntato dalle apparizioni dei della nave dell’ufficiale, mentre in orchestra risuona il tema di “Un bel temi della maledizione e della morte. dì vedremo”. Ormai al culmine di un’eccitazione delirante, Butterfly Nel II Atto il gioco tra realtà ed illusione diventa serrato. Da tre anni si prepara all’arrivo dello sposo. Insieme a Suzuki cosparge di fiori la Butterfly attende con incrollabile fiducia il ritorno di Pinkerton, dal casa, in un duetto di delicata impalpabilità (“Scuoti quella fronda di quale intanto ha avuto un figlio. A nulla valgono i tentativi della fedele ciliegio”), poi indossa l’obi nuziale e comincia a vegliare. Sullo stesso Suzuki di riportarla alla realtà. Per convincere la serva (ma soprattutto accompagnamento della scena della lettera, si dipana il Coro a bocca se stessa) riporta alla mente la promessa fattale da Pinkerton prima chiusa, sospensione temporale che è simbolo dell’attesa e ulteriore della partenza: egli sarebbe tornato in primavera, “quando fa la proiezione dell’interiorità tormentata della protagonista. nidiata il pettirosso”. Ma andando avanti, cominciamo a credere che La sezione successiva viene aperta dalle luci dell’alba. Suzuki convince tale promessa esista soltanto nella mente della geisha. Il culmine Butterfly a riposare per poco, ma non appena questa si allontana dell’autoconvincimento viene raggiunto nella celeberrima grande aria arrivano Sharpless, Pinkerton e sua moglie Kate, intenzionati a del II Atto (“Un bel dì vedremo”). A tutti gli effetti questa può essere portar via il bambino per assicurargli un futuro migliore. Suzuki pensa definita un’aria di illusione, in cui la protagonista rappresenta la scena con terrore allo strazio della padrona e non sa come parlarle, ma del ritorno di Pinkerton. L’assenza dell’oggetto amato la porta a uscire quest’ultima – che irrompe quando Pinkerton è già andato via, dopo da sé e impersonarlo, parlando come lui e immaginando frasi di amore aver mostrato un rimorso apparentemente sincero (“Addio fiorito asil”) che non verranno mai pronunziate. A differenziare questo brano dalla – alla vista della donna, comprende tutto. Dopo una lancinante aria di tradizione romantica delle arie di pazzia è proprio la presenza di una addio al figlioletto (“Tu? tu? tu?... piccolo Iddio”), ricca di rimandi ai lucida intenzionalità che porta Butterfly a scegliere di proposito, quasi temi precedenti, Butterfly si uccide dietro un paravento. A Pinkerton, fosse una necessità ineluttabile, la via dell’illusione. che si precipita nella stanza gridando il nome della fanciulla, non resta Che Cio-Cio-San sia consapevole ci viene confermato dal successivo che raccogliere il suo corpo inanimato, mentre risuona in ff il tema della duetto con Sharpless (“Incominciate – Amico cercherete quel bel fior di morte che perentoriamente segna la fine di ogni attesa e illusione. fanciulla”). Il console reca la lettera con la quale Pinkerton abbandona Madama Butterfly è dunque un dramma psicologico, una tragedia la geisha, ma quest’ultima, immaginandone il contenuto, fa in modo dell’attesa e dell’illusione che alla magistrale fusione di musica, dramma che non venga letta, interrompendo di continuo il suo interlocutore. e inconscio deve i motivi del suo imperituro e travolgente successo, Brutalmente Sharpless consiglia a Butterfly di sposare il ricco con buona pace del pubblico milanese che dovette attendere il 1925, Yamadori, suo pretendente. Il momentaneo passaggio del console un anno dopo la morte del compositore, per riascoltare l’opera nella dalla parte dei “nemici” riempie Butterfly di febbrile dolore (“Voi, voi propria città. signor, mi dite questo!”) e dà vita ad uno dei momenti musicalmente più intensi dell’intera partitura. Per tutta risposta Cio-Cio-San gli presenta il figlio avuto dal luogotenente e in una struggente aria (“Che tua madre”) manifesta l’intenzione di commettere suicidio, come già il

30 31 LIBRETTO

MADAMA BUTTERFLY

Tragedia giapponese in due atti

Musica di Giacomo Puccini Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica (da John L. Long e David Belasco)

Personaggi

Madama Butterfly (Cio-Cio-San) () Suzuki, servente di Cio-Cio-San (mezzosoprano) Kate Pinkerton (mezzosoprano) F. B. Pinkerton, tenente della marina degli Stati Uniti (tenore) Sharpless, console degli Stati Uniti a Nagasaki (baritono) Goro, nakodo (tenore) Il principe Yamadori (tenore) Lo zio Bonzo (basso) Lo zio Yakusidé (basso) Il commissario imperiale (basso) L’ufficiale del registro (basso) La madre di Cio-Cio-San (mezzosoprano) La zia (soprano) La cugina (soprano) Dolore (ruolo recitato)

Parenti, amici ed amiche di Cio-Cio-San, servi.

A Nagasaki, epoca presente. MADAMA BUTTERFLY LIBRETTO

Atto PRIMO Goro Pinkerton Goro Collina presso Nagasaki. Un fianco scorre… Nomi di scherno o scherzo. Ogni cosa. Casa giapponese, terrazza e giardino. Io li chiamerò: musi! In fondo, al basso, la rada, il porto, la città Pinkerton (mentre Goro fa scorrere (indicandoli ad uno ad uno) Pinkerton di Nagasaki. le pareti) Muso primo, secondo, e muso terzo. Gran perla di sensale! Si alza il sipario. Capisco!… capisco!… Un altro… Suzuki (sempre in ginocchio, ma fatta Goro (Dalla camera in fondo alla casetta, Goro Goro ardita rialza la testa) Qui verran: l’Ufficiale con molti inchini introduce Pinkerton, al Scivola! Sorride Vostro Onore? del registro, i parenti, il vostro Console, quale con grande prosopopea, ma sempre Il riso è frutto e fiore. la fidanzata. Qui si firma l’atto ossequente fa ammirare in dettaglio la pic- Pinkerton Disse il savio Ocunama: e il matrimonio è fatto. cola casa. Goro fa scorrere una parete nel E la dimora frivola… dei crucci la trama fondo, e ne spiega lo scopo a Pinkerton) smaglia il sorriso. Pinkerton (si avanzano un poco sul terrazzo) Goro (protestando) Schiude alla perla il guscio, E son molti i parenti? Salda come una torre apre all’uomo l’uscio Pinkerton (sorpreso per quanto ha da terra, fino al tetto. del Paradiso. Goro visto, dice a Goro) (invita Pinkerton a scendere in giardino) Profumo degli Dei… La suocera, la nonna, lo zio Bonzo E soffitto… e pareti… Fontana della vita… (che non ci degnerà di sua presenza) Pinkerton Disse il savio Ocunama: e cugini, e le cugine… Goro (godendo delle sorprese di Pinkerton) È una casa a soffietto. dei crucci la trama Mettiam fra gli ascendenti… Vanno e vengono a prova smaglia il sorriso. ed i collaterali, un due dozzine. a norma che vi giova (Goro batte tre volte le mani palma a palma) (Pinkerton è distratto e seccato) Quanto alla discendenza… nello stesso locale (entrano due uomini ed una donna che provvederanno assai alternar nuovi aspetti ai consueti. umilmente e lenti si genuflettono innanzi a Goro (accorgendosi che Pinkerton (con malizia ossequente) Pinkerton) comincia ad essere infastidito dalla lo- Vostra Grazia e la bella Butterfly. Pinkerton (cercando intorno) quela di Suzuki batte tre volte le mani) Il nido nuzïal Goro (con voce un po’ nasale, accennando) (i tre si alzano e fuggono rapidamente rien- Pinkerton dov’è? Questa è la cameriera trando in casa) Gran perla di sensale! che della vostra sposa (Goro ringrazia con un profondo inchino) Goro (accenna a due locali) (lezioso) fu già serva amorosa. Pinkerton Qui, o là… secondo… Il cuoco… il servitor. Son confusi A chiacchiere costei Sharpless (dall’interno, un po’ lontano) del grande onore. mi par cosmopolita. E suda e arrampica! Pinkerton (a Goro che è andato verso il fondo ad osservare) sbuffa, inciampica! Anch’esso a doppio fondo! Pinkerton (impaziente) Che guardi? La sala? I nomi? Goro (ch’è accorso al fondo, annuncia Goro a Pinkerton) Goro (mostra la terrazza) Goro (indicando Suzuki) Se non giunge ancor la sposa. Il Consol sale. Ecco! Miss Nuvola leggiera. (si prosterna innanzi al Console) Pinkerton (indicando un servo) Raggio di sol nascente. Pinkerton (stupito) Tutto è pronto? (indicando l’altro servo) Esala aromi. Sharpless (entra sbuffando) All’aperto?… Ah!… quei ciottoli (Goro fa scorrere la parete verso la terrazza) mi hanno sfiaccato! 34 35 MADAMA BUTTERFLY LIBRETTO

Pinkerton (va incontro al Console: i Sharpless novantanove sembra figura da paravento. due si stringono la mano) E l’uomo esperto ne profitta. anni. Salvo a prosciogliermi ogni mese. Ma dal suo lucido fondo di lacca Bene arrivato. “America for ever!’’ come con subito moto si stacca, Pinkerton qual farfalletta svolazza e posa Goro (al Console) Certo. Sharpless con tal grazietta silenzïosa Bene arrivato. Ed è bella che di rincorrerla furor m’assale (Goro viene frettoloso dalla casa, seguito la sposa? se pure infrangerne dovessi l’ale. Sharpless dai due servi: portano bicchieri, bottiglie e Ouff! due poltrone di vimini: depongono bicchie- (Goro che ha udito, si avanza premuroso Sharpless (seriamente e bonario) ri e bottiglie su di un piccolo tavolo) ed insinuante) Ier l’altro, il Consolato Pinkerton sen’ venne a visitar! Presto Goro Pinkerton (con franchezza) Goro Io non la vidi, ma l’udii parlar. qualche ristoro. Dovunque al mondo Una ghirlanda Di sua voce il mistero (Goro entra in casa frettoloso) lo Yankee vagabondo di fiori freschi. Una stella l’anima mi colpì. si gode e traffica dai raggi d’oro. Certo quando è sincer Sharpless (sbuffando e guardando sprezzando rischi. E per nulla: sol cento l’amor parla così. intorno) Affonda l’áncora yen. Se Vostra Grazia mi comanda Sarebbe gran peccato Alto. alla ventura… ce n’ho un assortimento. le lievi ali strappar (s’interrompe per offrire da bere a Sharpless) e desolar forse un credulo cuor. Pinkerton (indicando il panorama) Milk-Punch, o Wisky? (Il Console ridendo, ringrazia) Quella divina Ma bello! (riprendendo) mite vocina Affonda l’áncora Pinkerton (con viva impazienza) non dovrebbe dar note di dolor. Sharpless (contemplando la città ed il alla ventura Va, conducila Goro. mare sottoposti) finchè una raffica Pinkerton Nagasaki, il mare, scompigli nave, ormeggi, alberatura. (Goro corre in fondo e scompare discen- Console mio garbato, il porto… La vita ei non appaga dendo il colle. Ad un cenno di Pinkerton i quetatevi! Si sa, se non fa suo tesor due servi rientrano in casa) la vostra età Pinkerton (accenna alla casa) i fiori d’ogni plaga… (Pinkerton e Sharpless si siedono) è di flebile umor. e una casetta d’ogni bella gli amor. Non c’è gran male che obbedisce a bacchetta. Sharpless s’io vo’ quell’ale Sharpless Quale smania vi prende! drizzare ai dolci voli dell’amor! Sharpless È un facile vangelo… Sareste addirittura Vostra? che fa la vita vaga cotto? Pinkerton (offre di nuovo da bere) ma che intristisce il cor. Wiskey? Pinkerton Pinkerton La comperai Pinkerton Non so!… non so! Dipende Sharpless per novecentonovantanove anni, Vinto si tuffa, dal grado di cottura! Un altro bicchiere. con facoltà, ogni mese, la sorte racciuffa. Amore o grillo, (Pinkerton mesce del Wiskey a Sharpless e di rescindere i patti. Il suo talento dir non saprei. Certo costei colma anche il proprio bicchiere) Sono in questo paese fa in ogni dove. m’ha coll’ingenue arti invescato. elastici del par, case e contratti. Così mi sposo all’uso giapponese Lieve qual tenue vetro soffiato Sharpless (alzandosi, leva il calice) per novecento alla statura, al portamento Bevo alla vostra famiglia lontana. 36 37 MADAMA BUTTERFLY LIBRETTO

Pinkerton (si alza e leva esso pure il il bene di chi vive e di chi muor. Pinkerton (gentilmente, ma un po’ per sostentarci. bicchiere) derisorio) (alle amiche) Vero? E al giorno in cui mi sposerò con vere Sharpless Molto raro nozze, a una vera sposa… americana. O allegro cinguettar di gioventù! complimento. Le Amiche (confermano) Vero! Goro (riappare correndo affannato dal Le Amiche Butterfly (con ingenuità) basso della collina) Gioia a te, gioia a te sia Dei più belli Butterfly Ecco! Son giunte al sommo del pendìo. dolce amica, ma pria ancor ne so. Non lo nascondo, (accenna verso il sentiero) di varcar la soglia che ti attira nè m’adonto. Già del femmmineo sciame volgiti indietro e mira, Pinkerton (rincalzando) (vedendo che Sharpless sorride) qual di vento in fogliame le cose tutte che ti son sì care, Dei gioielli! Ridete? Perché?… Cose del mondo. s’ode il brusìo. (appaiono in scena - hanno tutte grandi ombrelli aperti a vivi colori) Butterfly (volendo sfoggiare il suo Pinkerton (ha ascoltato con interesse Le Amiche di Butterfly (interno, repertorio di complimenti) e si rivolge a Sharpless) lontano) Butterfly (alle amiche) Se vi è caro (Con quel fare di bambola quando parla Ah! ah! ah! Siam giunte. sul momento… m’infiamma…) (Pinkerton e Sharpless osservano con cu- (vede il gruppo dei tre uomini e riconosce riosità verso il fondo) Pinkerton. Chiude subito l’ombrello e Pinkerton Sharpless (anch’esso interessato dalle Quanto cielo! quanto mar! pronta lo addita alle amiche) Grazie… no. chiacchiere di Butterfly, continua ad inter- F. B. Pinkerton. Giù. (si genuflette) rogarla) Butterfly (interno) Sharpless (ha osservato prima curio- E ci avete sorelle? Ancora un passo, or via. Le Amiche (chiudono gli ombrelli e si samente il gruppo delle fanciulle, poi si è genuflettono) avvicinato a Butterfly, che lo ascolta con Butterfly Le Amiche Giù. attenzione) Non signore. Ho la mamma. Come sei tarda! (tutte si alzano e si avvicinano a Pinker- Miss Butterfly. Bel nome, vi sta a mera- ton, cerimoniosamente) viglia. Goro (con importanza) Butterfly Siete di Nagasaki? Una nobile dama. Aspetta. Butterfly (fa una riverenza) Gran ventura. Butterfly Butterfly Le Amiche Signor sì. Di famiglia Ma senza farle torto Ecco la vetta. Le Amiche (facendo una riverenza) assai prospera un tempo. povera molto anch’essa. Guarda, guarda quanti fior! Riverenza. (alle amiche) Verità? Sharpless Butterfly (serenamente) Pinkerton (sorridendo) Le Amiche (approvando premurose) E vostro padre? Spira sul mare e sulla È un po’ dura Verità! terra un primaveril soffio giocondo. la scalata? Butterfly (si arresta sorpresa, poi Io sono la fanciulla Butterfly (con naturalezza) secco secco risponde:) più lieta del Giappone, anzi del mondo. Butterfly (compassata) Nessuno si confessa mai nato in povertà, Morto. Amiche, io son venuta A una sposa non c’è vagabondo che a sentirlo non sia (Le amiche chinano la testa. Goro è imba- al richiamo d’amor costumata di gran prosapia. Eppur razzato. Tutte si sventolano nervosamente nelle gaudiose soglie più penosa conobbi la ricchezza. Ma il turbine rovescia coi ventagli) ove s’accoglie è l’impazienza… le quercie più robuste… e abbiam fatto la ghescia 38 39 MADAMA BUTTERFLY LIBRETTO

Sharpless (a Butterfly) Dal sentiero in fondo si vedono sfilare i pa- pur anco a me. in verità bello è così Quant’ anni avete? renti di Butterfly: questa va loro incontro, che non si può sognar di più. insieme alle amiche: grandi saluti, riveren- Butterfly (sdegnosa, alla cugina) Butterfly (con civetteria quasi in- ze: i parenti osservano curiosamente i due Sì… giusto tu! La Cugina fantile) americani. Pinkerton ha preso sottobraccio Goro l’offrì Indovinate. Sharpless e, condottolo da un lato, gli fa Pinkerton (indicando Yakusidé) pur anco a me, osservare, ridendo, il bizzarro gruppo dei E quel coso da strapazzo ma s’ebbe un no! Sharpless parenti; il Commissario Imperiale e l’Uf- è lo zio briaco e pazzo. Bello non è in verità! Dieci. ficiale del registro si fermano in fondo, ri- manendo immobili con grande prosopopea. Parenti, Amici ed Amiche (alla Parenti ed Amiche Butterfly cugina) Bello non è, in verità, bello non è! Crescete. Pinkerton Ecco, perché Che burletta la sfilata prescelta fu, Goro (interviene di nuovo per far cessare Sharpless della nova parentela, vuol far con te il baccano, poi coi gesti fa cenno di tacere) Venti. tolta in prestito, a mesata, la soprappiù. Per carità La sua beltà tacete un po’… Butterfly Parenti (a Butterfly) già disfiorì. Sch! sch! sch! Calate. Dov’è? Divorzierà. Quindici netti, netti; Spero di sì. Sharpless (a Pinkerton, a parte) (con malizia) Butterfly, AMICHE (indicando O amico fortunato! sono vecchia diggià. Pinkerton) Goro (indispettito dal garrulo cicalio, O fortunato Pinkerton Eccolo là! va dall’uno all’altro raccomandando di che in sorte v’è toccato Sharpless parlare sottovoce) un fior pur or sbocciato! Quindici anni! Una Cugina Per carità Non più bella e d’assai Bello non è. tacete un po’. fanciulla io vidi mai Pinkerton di questa Butterfly. Quindici anni! Pinkerton Lo Zio Yakusidé (addocchiando i E se a voi sembran scede Certo dietro a quella vela servi che cominciano a portare vini e liquori) il patto e la sua fede Sharpless di ventaglio pavonazzo, Vino ce n’è? badate!… Ella ci crede… L’età la mia suocera si cela. (accenna a Butterfly) dei giuochi… La Madre E la Zia Butterfly (offesa) Guardiamo un po’. Pinkerton Pinkerton Bello è così Sì, è vero, è un fiore, un fiore! e dei confetti. che non si può… Parenti ed Amiche (con soddisfa- L’esotico suo odore sognar di più. zione, a Yakusidé) m’ha il cervello sconvolto. Goro (annunciando con importanza) Ne vidi già Sì, è vero, è un fiore, un fiore, L’Imperial Commissario, l’Ufficiale del re- La madre e le Amiche color di thè e in fede mia l’ho colto! gistro, i congiunti. Mi pare un re! e chermisì! Vale un perù. Butterfly (ai suoi) Pinkerton La Madre, la zia, le amiche Mamma, vien qua. Fate presto. Cugina (a Butterfly) Mi pare un re! (agli altri) Badate a me: (Goro corre in casa) Goro l’offrì Vale un Perù. attenti, orsù, 40 41 MADAMA BUTTERFLY LIBRETTO

(parlato, con voce infantile) Pinkerton (vede un vasetto) Butterfly (che è ritornata, va a se- stanza dove tutto è pronto pel matrimonio, uno, due, tre Quel barattolo? dersi sulla terrazza vicino a Pinkerton e si trovano Sharpless e le autorità. Butterfly e tutti giù. leva dalle maniche alcune statuette) entra nella casa e si inginocchia; Pinker- (al cenno di Butterfly tutti si prosternano Butterfly Gli Ottokè. ton è in piedi vicino a lei; i parenti sono innanzi a Pinkerton ed a Sharpless: Goro Un vaso di tintura. nel giardino rivolti verso la casa, inginoc- rimane in piedi) Pinkerton (ne prende una e la esami- chiati) Pinkerton na con curiosità) (i parenti si rialzano e si spargono nel giar- Ohibò! Quei pupazzi? Avete detto?.. Goro dino; Goro ne conduce qualcuno nell’inter- Tutti zitti! no della casa. Pinkerton prende per mano Butterfly Butterfly Butterfly e la conduce verso casa) Vi spiace?… Son l’anime degli avi. Commissario (legge) (getta via il vaso di tintura) (depone le statuette) È concesso al nominato Pinkerton Via! Benjamin Franklin Pinkerton, Vieni, amor mio! (trae un astuccio lungo e stretto) Pinkerton Luogotenente nella cannoniera Ti piace la casetta? Ah!… il mio rispetto. Lincoln, marina degli Stati Uniti Pinkerton America del Nord: Butterfly E quello? Butterfly (trae Pinkerton in disparte ed alla damigella Butterfly Signor F. B. Pinkerton… e con rispettosa confidenza gli dice:) del quartiere d’Omara-Nagasaki, (mostra le mani e le braccia, che sono im- Butterfly (molto seria) Ieri son salita d’unirsi in matrimonio, per dritto pacciate dalle maniche rigonfie) Cosa sacra e mia. tutta sola in secreto alla Missione. il primo, della propria volontà, perdono… Colla nuova mia vita ed ella per consenso dei parenti Io vorrei… pochi oggetti Pinkerton (curioso) posso adottare nuova religione. (porge l’atto per la firma) da donna… E non si può vedere? Dirvi ben non saprei qui testimonî all’atto. se del bene o del mal chiaro discerno: Pinkerton Butterfly noi preghiam mille Dei, Goro (molto cerimonioso) Dove sono? C’è troppa gente. voi pregate un sol Dio grande ed eterno. Lo sposo. Perdonate. Lo zio Bonzo nol sa, (Pinkerton firma) Butterfly (indicando le maniche) (sparisce nella casa portando con sé l’a- nè i miei lo sanno. Io seguo il mio destino Poi la sposa. Sono qui… vi dispiace? stuccio) e piena d’umiltà (Butterfly firma) al Dio del signor Pinkerton m’inchino. E tutto è fatto. Pinkerton (un poco sorpreso, sorride, Goro (che si è avvicinato, dice all’orec- È mio destino. poi subito acconsente, con galanteria) chio di Pinkerton:) Nella stessa chiesetta (Le amiche si avvicinano, complimentose, O perché mai, È un presente in ginocchio con voi a Butterfly, alla quale fanno ripetuti inchini) mia bella Butterfly!? del Mikado a suo padre… coll’invito… pregherò lo stesso Dio. (fa il gesto di chi s’apre il ventre) E per farvi contento Le Amiche Butterfly (a mano a mano cava dalle potrò quasi obliar la gente mia. Madama Butterfly! maniche gli oggetti e li depone sopra uno Pinkerton (piano a Goro) (si getta nelle braccia di Pinkerton) sgabello) E… suo padre? Amore mio! Butterfly (facendo cenno colla Fazzoletti. La pipa. Una cintura. (si arresta come avesse paura d’essere sta- mano, alza un dito, e corregge:) Un piccolo fermaglio. Goro ta udita dai parenti) Madama F. B. Pinkerton. Uno specchio. Un ventaglio. Ha obbedito. (s’allontana, mescolandosi agli invitati) (intanto Goro ha aperto lo shosi – nella (le amiche festeggiano Butterfly, che ne 42 43 MADAMA BUTTERFLY LIBRETTO

bacia qualcuna: intanto l’Ufficiale dello Pinkerton (ritorna innanzi e stropic- Coro Ehi, dico: basta, basta! Stato Civile ritira l’atto e le altre carte, poi ciandosi le mani dice fra sè:) Rispondi, Cio-Cio-San! avverte il Commissario Imperiale che tutto (Ed eccoci in famiglia. Bonzo (alla voce di Pinkerton, il Bonzo è finito) Sbrighiamoci al più presto, in modo onesto). Pinkerton (seccato per la scenata del si arresta stupefatto, poi con subita risolu- (i servi portano alcune bottiglie di Saki e Bonzo) zione invita i parenti e le amiche a partire) Commissario (saluta Pinkerton) distribuiscono i bicchieri agli invitati) Che mi strilla quel matto? Venite tutti. Andiamo! Augurî molti. Hip, Hip! (brindando con gli invitati) (a Butterfly) Bonzo Ci hai rinnegato e noi… Pinkerton Coro (brindando) Rispondi, che hai tu fatto? (tutti si ritirano frettolosamente al fondo e I miei ringraziamenti. O Kami! o Kami! stendono le braccia verso Butterfly) (rende il saluto) Amici e Parenti (volgendosi, ansiosi, Pinkerton verso Butterfly) Bonzo e coro Commissario (si avvicina al Console) Beviamo ai novissimi legami. Rispondi, Cio-Cio-San! Ti rinneghiamo! Il signor Console scende? (i brindisi sono interrotti da strane grida Bonzo Pinkerton (con autorità, ordinando a Sharpless che partono dal sentiero della collina) Come, hai tu gli occhi asciutti? tutti d’andarsene) L’accompagno. Son dunque questi i frutti? Sbarazzate all’istante. In casa mia (saluta Pinkerton) Lo Zio Bonzo (dall’interno, lontano) (urlando) niente baccano e niente bonzeria. Ci vedrem domani. Cio-Cio-San! Ci ha rinnegato tutti! (stringendo la mano a Pinkerton) (a questo grido tutti i parenti e gli amici Coro (grido) allibiscono e si raccolgono impauriti: But- Coro (scandolezzati, con grido acuto, Hou! Cio-Cio-San! Pinkerton terfly rimane isolata in un angolo) prolungato) (alle parole di Pinkerton, tutti corrono pre- A meraviglia. Cio-Cio-San! Hou! Cio-Cio-San! cipitosamente verso il sentiero che scende Abbominazione! alla città: la madre tenta di nuovo di anda- Ufficiale (congedandosi da Pinker- Bonzo re presso Butterfly, ma viene travolta dagli ton) Butterfly, Coro (allibiti) Rinnegato, vi dico,… altri. Le voci poco a poco si allontanano. Posterità. Lo zio Bonzo! il culto antico. Butterfly sta sempre immobile e muta col- la faccia nelle mani, mentre Pinkerton si è Pinkerton Goro (infastidito dalla venuta del Bonzo) Coro (gridando) recato alla sommità del sentiero per assicu- Mi proverò. Un corno al guastafeste! Hou! Cio-Cio-San! rarsi che tutti quei seccatori se ne vanno) Chi ci leva d’intorno (Il Console, il Commissario Imperiale e le persone moleste?!… Bonzo (imprecando contro Butterfly, (Comincia a calare la sera. Butterfly scop- l’Ufficiale del registro si avviano per scen- che si copre il volto colle mani: la ma- pia in pianto infantile. Pinkerton l’ode e dere alla città) Bonzo dre si avanza per difenderla, ma il Bonzo va premuroso presso di lei sollevandola Cio-Cio-San! Cio-Cio-San! duramente la respinge e si avvicina terri- dall’abbattimento in cui è caduta e toglien- Sharpless (ritorna indietro e con (al fondo appare la strana figura del Bon- bile a Butterfly gridandole sulla faccia:) dole con delicatezza le mani dal viso piangente) accento significativo dice a Pinkerton:) zo, preceduto da due portatori di lanterne e Kami sarundasico! Giudizio! seguito da due Bonzi. Vista Butterfly, che si All’anima tua guasta Pinkerton (Pinkerton con un gesto lo rassicura e lo sa- è scostata da tutti, il Bonzo stende le mani qual supplizio sovrasta! Bimba, bimba, non piangere luta colla mano) minacciose verso di lei) per gracchiar di ranocchi… (Sharpless scende pel sentiero, Pinkerton che Che hai Pinkerton (ha perduto la pazienza e si è andato verso il fondo lo saluta di nuovo) tu fatto alla Missione? intromette fra il Bonzo e Butterfly) 44 45 MADAMA BUTTERFLY LIBRETTO

Coro (lontanissimo) seral. corrono via) fra candidi veli. Hou! Cio-Cio-San! (scende sempre più la sera e Pinkerton conduce Butterfly verso la casetta) (Butterfly si reca in un angolo al fondo e fa Butterfly (scendendo dal terrazzo: Butterfly (turandosi le orecchie, per cautelosamente la sua toeletta da notte, le- Pinkerton la segue) non udire le grida) Pinkerton vandosi la veste nuziale ed indossandone una Somiglio Urlano ancor! Viene la sera … tutta bianca; poi siede su di un cuscino e mi- la Dea della luna, randosi in uno specchietto si ravvia i capelli) la piccola Dea della luna che scende Pinkerton (rincorandola) Butterfly la notte dal ponte del ciel. Tutta la tua tribù … e l’ombra e la quiete. Butterfly e i Bonzi tutti del Giappon non valgono Quest’obi pomposa Pinkerton il pianto di quegli occhi Pinkerton di scioglier mi tarda E affascina i cuori… cari e belli. E sei qui sola. si vesta la sposa di puro candor. Butterfly Butterfly (sorridendo infantilmente) Butterfly Tra motti sommessi E li prende, Davver? Sola e rinnegata! sorride e mi guarda. e li avvolge in un bianco mantel. (comincia a calare la sera) Rinnegata… e felice! Celarmi potessi! E via se li reca Non piango più. ne ho tanto rossor! negli alti reami. E quasi del ripudio non mi duole Pinkerton (Pinkerton batte tre volte le per le vostre parole mani: i servi e Suzuki accorrono subito, e Pinkerton (guarda Butterfly dondo- Pinkerton che mi suonan così dolci nel cor. Pinkerton ordina ai servi:) landosi sulla poltrona) Ma intanto finor non m’hai detto, (si per baciare la mano a Pinkerton) A voi, chiudete. Con moti di scojattolo ancor non m’hai detto che m’ami. (i servi fanno scorrere silenziosamente al- i nodi allenta e scioglie!… Le sa quella Dea le parole Pinkerton (dolcemente impedendo) cune pareti transmutando parte della ter- Pensar che quel giocattolo che appagan gli ardenti desir? Che fai?… la man? razza in una camera) è mia moglie. Mia moglie! (sorridendo) Ma tal Butterfly Butterfly Butterfly (con intensità a Pinkerton) grazia dispiega, Le sa. Forse dirle non vuole M’han detto Sì, sì, noi tutti soli… E fuori il mondo… ch’io mi struggo per la febbre per tema d’averne a morir! che laggiù fra la gente costumata d’un subito desìo. è questo il segno del maggior rispetto. Pinkerton (ridendo) (alzandosi, poco a poco s’avvicina a Butterfly) Pinkerton E il Bonzo furibondo. Stolta paura, l’amor non uccide Suzuki (internamente) (va a sedersi e prende una sigaretta) Butterfly ma dà vita, e sorride E Izaghi ed Izanami E ancor l’irata per gioie celestiali sarundasico, e Kami, Butterfly (a Suzuki, che è venuta coi voce mi maledice… (avvicinandosi a Butterfly e prendendole e Izaghi ed Izanami, servi e sta aspettando gli ordini) Butterfly rinnegata… la faccia) sarundasico, e Kami. Suzuki, le mie vesti. Rinnegata… e felice. come ora fa nei tuoi lunghi occhi ovali. (Suzuki fruga in un cofano e dà a Butter- Pinkerton (sorpreso per tale sordo fly gli abiti per la notte ed un cofanetto Pinkerton (solleva dolcemente Butter- Butterfly bisbiglio) coll’occorrente per la toeletta) fly e si avvia con essa sul terrazzo esterno) Adesso voi Chi brontola lì fuor? Bimba dagli occhi pieni di malìa siete per me l’occhio del firmamento. Suzuki (inchinandosi) (a Butterfly) ora sei tutta mia. E mi piaceste dal primo momento Butterfly Buona notte. Sei tutta vestita di giglio. che vi ho veduto. È Suzuki che fa la sua preghiera (Pinkerton batte le mani, Suzuki ed i servi Mi piace la treccia tua bruna (Butterfly ha un moto di spavento e fa 46 47 MADAMA BUTTERFLY LIBRETTO

atto di turarsi gli orecchi, come se ancora Pinkerton (riprendendo dolcemente le Atto Secondo Questo avesse ad udire le urla dei parenti: poi si mani a Butterfly e sorridendo) Interno della casetta di Butterfly. è l’ultimo fondo. rassicura e con fiducia si rivolge a Pin- Un po’ di vero c’è. Si alza il sipario. Le tende e le pareti sono kerton) E tu lo sai perché? chiuse lasciando la camera in una semio- Butterfly Siete Perché non fugga più. scurità. Suzuki prega, raggomitolata da- Questo? Oh! Troppe spese! alto, forte. Ridete (con entusiasmo e affettuosamente abbrac- vanti all’immagine di Budda: suona di (Suzuki ripone il danaro nel piccolo mobi- con modi si palesi! ciandola) quando in quando la campanella delle pre- le e lo chiude) E dite cose che mai non intesi. Io t’ho ghermita… ghiere. Butterfly sta ritta ed immobile pres- Or son contenta. Ti serro palpitante. so un paravento. Suzuki (sospirando) (Notte completa: cielo purissimo e stella- Sei mia. S’egli non torna e presto, to) Suzuki (pregando) siamo male in arnese. (avvicinandosi lentamente a Pinkerton) Butterfly (abbandonandosi) E Izaghi ed Izanami, (teneramente, quasi supplichevole) Sì, per la vita. Sarundasico e Kami… Butterfly (decisa) Vogliatemi bene, (interrompendosi) Ma torna. un bene piccolino, Pinkerton Oh! la mia testa! un bene da bambino Vieni, vieni… (suona la campanella per richiamare l’at- Suzuki (crollando la testa) quale a me si conviene. tenzione dei Numi) Tornerà! (Butterfly si ritrae, quasi vergognosa d’es- Noi siamo gente avvezza E tu sersi abbandonata) alle piccole cose Ten-Sjoo-daj Butterfly (indispettita, avvicinandosi Via dall’anima in pena umili e silenziose, (con voce di pianto, guardando Butterfly) a Suzuki) l’angoscia paurosa. ad una tenerezza fate che Butterfly Perché dispone (indica il cielo stellato) sfiorante e pur profonda non pianga più, mai più! che il Console provveda alla pigione, È notte serena! come il ciel, come l’onda rispondi, su! Guarda: dorme ogni cosa! del mare. Butterfly (senza muoversi) (Suzuki tace) Pigri ed obesi (sempre insistendo) Butterfly (guardando il cielo, estatica) Pinkerton son gli Dei Giapponesi. Perché con tante cure Dammi ch’io baci le tue mani care. Ah! Dolce notte!.. Quante stelle! L’americano Iddio son persuasa la casa rifornì di serrature, (prorompe con grande tenerezza) Non le vidi mai sì belle! ben più presto risponde a chi l’implori. s’ei non volessi ritornar mai più? Mia Butterfly! come t’han ben nomata Trema, brilla ogni favilla Ma temo ch’egli ignori tenue farfalla… col baglior d’una pupilla. che noi stiam qui di casa. Suzuki (a queste parole Butterfly si rattrista e riti- Oh! quanti occhi fisi, attenti (rimane pensierosa) Non lo so. ra le mani) d’ogni parte a riguardar! pei firmamenti, (Suzuki si alza, apre le tende e la parete Butterfly (un poco irritata e meravi- Butterfly via pei lidi, via pel mare… del fondo verso il giardino) gliata a tanta ignoranza) Dicon ch’oltre mare quanti, quanti fiammei sguardi, Non lo sai? se cade in man dell’uom, pieni d’ineffabile languor! Butterfly (si rivolge a Suzuki) (ritornando calma e con fiducioso orgoglio) (con paurosa espressione) Suzuki, è lungi la miseria? Io te lo dico. Per tener ben fuori ogni farfalla (salgono dal giardino nella casetta) (Suzuki va ad un piccolo mobile ed apre un le zanzare, i parenti ed i dolori da uno spillo è trafitta Cala il sipario. cassetto cercando delle monete) e dentro, con gelosa (con strazio) ed in tavola infitta!.. custodia, la sua sposa, Suzuki (va presso Butterfly e le mostra la sua sposa che son io: Butterfly. poche monete) 48 49 MADAMA BUTTERFLY LIBRETTO

Suzuki (poco convinta) confin del mare. Sharpless (affacciandosi, bussa di- Fumate? Mai non s’è udito E poi la nave appare. scretamente contro la porta di destra) di straniero marito Poi la nave bianca Chiedo scusa… Sharpless che sia tornato al suo nido. entra nel porto, romba il suo saluto. (Sharpless scorge Butterfly la quale udendo Grazie. Vedi? È venuto! entrare qualcuno si è mossa) (desideroso di spiegare lo scopo per cui è Butterfly (furibonda, afferrando Io non gli scendo incontro. Io no. Mi metto Madama Butterfly… venuto, cava una lettera di tasca) Suzuki) là sul ciglio del colle e aspetto, e aspetto Ho qui… Ah! Taci, o t’uccido. gran tempo e non mi pesa, Butterfly (senza volgersi, ma correggendo) (insistendo nel persuadere Suzuki) la lunga attesa. Madama Pinkerton. Butterfly (interrompendolo, senza Quell’ultima mattina: E… uscito dalla folla cittadina Prego. accorgersi della lettera) tornerete signor? gli domandai. un uomo, un picciol punto (si volge e riconoscendo il Console batte le Signore, io vedo Egli, col cuore grosso, s’avvia per la collina. mani per allegrezza) il cielo azzurro. per celarmi la pena Chi sarà? chi sarà? Oh! il mio signor Console! (dopo aver tirato una boccata dalla pipa sorridendo rispose: E come sarà giunto (Suzuki entra premurosa e prepara un che Suzuki ha preparata, l’offre al Console.) O Butterfly che dirà? che dirà? tavolino coll’occorrente per fumare, dei piccina mogliettina, Chiamerà Butterfly dalla lontana. cuscini e uno sgabello) Sharpless (rifiutando) tornerò colle rose Io senza dar risposta Grazie… alla stagion serena me ne starò nascosta Sharpless (sorpreso) (tentando ancora di riprendere il discorso) quando fa la nidiata il pettirosso. un po’ per celia e un po’ per non morire Mi ravvisate? Ho… (calma e convinta) al primo incontro, ed egli alquanto in pena Tornerà. chiamerà, chiamerà: Butterfly (facendo gli onori di casa) Butterfly (depone la pipa sul tavoli- “Piccina mogliettina Ben venuto in casa no e assai premurosa dice:) Suzuki (con incredulità) olezzo di verbena”, americana. Preferite Speriam. i nomi che mi dava al suo venire. forse le sigarette? (a Suzuki) Sharpless (ne offre) Butterfly (insistendo) Tutto questo avverrà, te lo prometto. Grazie. Americane. Dillo con me: Tienti la tua paura, io con sicura Tornerà. fede l’aspetto. Butterfly(invita il Console a sede- Sharpless (un po’ seccato ne prende una) (Butterfly e Suzuki si abbracciano com- re presso il tavolino: Sharpless si lascia Ma grazie. Suzuki (per compiacerla ripete, ma mosse) cadere grottescamente su di un cuscino: (e tenta continuare il discorso) con dolore) (Butterfly congeda Suzuki che esce dalla Butterfly si siede dall’altra parte e sorride Ho da mostrarvi… Tornerà… porta di sinistra. Butterfly la segue mesta- maliziosamente dietro il ventaglio vedendo (si alza) (scoppia in pianto) mente collo sguardo) l’imbarazzo del Console; poi con molta (Nel giardino compaiono Goro e Sharpless grazia gli chiede:) Butterfly (porge a Sharpless un Butterfly (sorpresa) – Goro guarda entro la camera, da una fi- Avi, antenati fiammifero acceso) Piangi? Perché? perché? nestra scorge Butterfly e dice a Sharpless tutti bene? A voi. Ah, la fede ti manca! che lo segue:) Sharpless (accende la sigaretta – ma (fiduciosa e sorridente) Sharpless (ringrazia sorridendo) poi la depone subito e presentando la lette- Senti. Goro Ma spero. ra si siede sullo sgabello) (fa la scena come se realmente vi assistesse) C’è. Entrate. Mi scrisse Un bel dì, vedremo (Goro e Sharpless attraversano il giardino) Butterfly (fa cenno a Suzuki di pre- Benjamin Franklin Pinkerton… levarsi un fil di fumo sull’estremo parare la pipa dell’oppio) 50 51 MADAMA BUTTERFLY LIBRETTO

Butterfly (con grande premura) usi nidiar men spesso. Butterfly (lo interrompe, seguendo Yamadori (a Sharpless) Davvero! (Goro s’affaccia e fa una risata) la sua idea) Tra le cose più moleste È in salute? (volgendosi) Ah, sì. Goro, è l’inutil sospirar. Chi ride? appena F. B. Pinkerton fu in mare Sharpless (vedendo Goro) mi venne ad assediare Butterfly (con graziosa malizia) Perfetta. Oh, c’è il nakodo. con ciarle e con presenti Tante mogli omai toglieste, (piano a Sharpless) per ridarmi ora questo, or quel marito. vi doveste abituar. Butterfly (alzandosi con grande Un uom cattivo. Or promette tesori letizia) per uno scimunito… Yamadori Io son la donna Goro (avanzandosi e inchinandosi os- L’ho sposate tutte quante più lieta del Giappone. sequioso) Goro (intervenendo per giustificarsi e e il divorzio mi francò. (Suzuki è in faccende per preparare il thè) Godo… rivolgendosi a Sharpless) Potrei farvi Il ricco Yamadori. Butterfly una domanda? Butterfly (a Goro, che s’inchina di Ella è povera in canna. I suoi parenti Obbligata. nuovo e va ad aiutare Suzuki) l’han tutti rinnegata. Sharpless Zitto. (al di là della terrazza si vede il Principe Yamadori Certo. (a Sharpless) Yamadori seguito da due servi che portano A voi però Egli osò… fiori) giurerei fede costante. Butterfly (torna a sedere) (cambiando idea) Quando fanno No, prima rispondete Butterfly (vede Yamadori e lo indica Sharpless (sospirando, rimette in ta- il lor nido in America alla dimanda mia. a Sharpless sorridendo) sca la lettera) i pettirossi? Eccolo. Attenti. (Il messaggio, ho gran paura, Sharpless (imbarazzato) a trasmetter non riesco). Sharpless (stupito) Mi rincresce, ma ignoro… Entra pomposamente dalla porta di de- Come dite? Non ho studiato ornitologia. stra Yamadori, preceduto dai due servi: Goro (con enfasi indicando Yamadori a Goro corre assai premuroso, e si inchina. Sharpless) Butterfly Butterfly Yamadori, che è vestito all’Europea, da una Ville, servi, oro, ad Omara Sì… orni… poderosa stretta di mano a Sharpless, poi un palazzo principesco. prima o dopo di qui? fa un graziosissimo inchino a Butterfly. I Sharpless due servi giapponesi depongono i fiori, con Butterfly (con serietà) Sharpless …tologia. grandi inchini terra a terra e si ritirano nel Già legata è la mia fede… Ma… perchè?… fondo. Goro, servilissimo, porta uno sga- (Goro che si aggira nel giardino, sale nel Butterfly bello a Yamadori, fra Sharpless e Butterfly, Goro e Yamadori (a Sharpless) terrazzo e ascolta, non visto, quanto dice Non lo sapete ed è dappertutto durante la conversazione. Maritata ancor si crede. Butterfly) insomma. Butterfly, Sharpless e Yamadori siedono. Butterfly (alzandosi di scatto) Butterfly Sharpless Butterfly (a Yamadori) Non mi credo: sono, sono. Mio marito m’ha promesso No. Yamadori ancor le pene di ritornar nella stagion beata (ritenta di tornare in argomento) dell’amor, non v’han deluso? Goro che il pettirosso rifà la nidiata. Dicevamo… Vi tagliate ancor le vene Ma la legge… Qui l’ha rifatta per ben tre volte, ma se il mio bacio vi ricuso? può darsi che di là 52 53 MADAMA BUTTERFLY LIBRETTO

Butterfly (comicamente) Butterfly Sharpless (leggendo) Io non la so. “Ah, mascalzone, Padrone. “Amico, cercherai presto in prigione!” quel bel fior di fanciulla…” Goro (per troncare il discorso ordina a Suzuki:) Yamadori (s’avvia per uscire, poi tor- …per la moglie, l’abbandono Suzuki, il thè. na indietro presso Butterfly) Butterfly (non può trattenersi e con al divorzio equiparò. (Butterfly va presso Suzuki che ha già pre- Ah! se voleste… gioia esclama:) parato il thè e lo versa nelle tazze) Dice proprio così? Butterfly Butterfly La legge giapponese… Yamadori (sottovoce a Sharpless) Il guaio è che non voglio… Sharpless (serio) non già del mio paese. Udiste? Sì, così dice, Yamadori, dopo aver salutato Sharpless, ma se ad ogni momento… Goro Sharpless (sottovoce) sospirando, se ne va, volgendosi poi col- Quale? Mi rattrista una sì piena le mani sul cuore, mostrandosi grotte- Butterfly (rimettendosi tranquilla, cecità. sco spasimante. Lo seguono i due servi. torna ad ascoltare) Butterfly Butterfly ride ancora dietro il ventaglio. Taccio, taccio, più nulla. Gli Stati Uniti. Goro (sottovoce a Sharpless e Yama- Butterfly fa segno a Suzuki di sprepa- dori) rare il thè: Suzuki obbedisce, poi va Sharpless Sharpless (fra sè) Segnalata è già la nave ad accosciarsi in fondo alla camera. “Da quel tempo felice, (Oh, l’infelice!) di Pinkerton. Goro segue premurosamente Yamadori. tre anni son passati.” Sharpless assume un fare grave, serio, però Butterfly (nervosissima, accaloran- Yamadori (disperato) con gran rispetto ed una certa commozione Butterfly (interrompe la lettura) dosi) Quand’essa lo riveda… invita Butterfly a sedere, e torna a tirar fuo- Anche lui li ha contati!… Si sa che aprir la porta ri di tasca la lettera. e la moglie cacciar per la più corta Sharpless (sottovoce ai due) Sharpless (riprende) qui divorziar si dice. Egli non vuol mostrarsi. Io venni appunto Sharpless “E forse Butterfly Ma in America questo non si può. per levarla d’inganno… Ora a noi. Sedete qui, non mi rammenta più.” (a Sharpless) (vedendo che Butterfly, seguita da Suzuki, si (mostrando la lettera) Vero? avvicina per offrirle il thè, tronca il discorso) legger con me volete Butterfly (sorpresa molto, volgendo- questa lettera? si a Suzuki) Sharpless (imbarazzato) Butterfly (offrendo il thè a Sharpless) Non lo rammento? Vero… Però… Vostra Grazia permette… Butterfly (prendendo la lettera) Suzuki, dillo tu. (apre il ventaglio e dietro a questo accen- Date. (ripete come scandolezzata le parole della Butterfly (lo interrompe rivolgendosi na ai due, ridendo) (baciandola) Sulla bocca, lettera) a Yamadori ed a Goro, trionfante) Che persone moleste!.. (mettendola sul cuore) sul cuore… “Non mi rammenta più!” Là un bravo giudice (poi offre il thè a Yamadori che rifiuta e (a Sharpless, gentilmente) (Suzuki esce per la porta di sinistra) serio, impettito s’alza per andarsene) Siete l’uomo migliore dice al marito: del mondo. Sharpless (fra sè) “Lei vuol andarsene? Yamadori (sospirando) (rende la lettera e si mette ad ascoltare (Pazienza!) Sentiam perché?” Addio. Vi lascio il cuor pien di cordoglio: cola massima attenzione) (seguita a leggere) “Sono seccato ma spero ancor… Incominciate. “Se mi vuol del coniugato!” bene ancor, se m’aspetta” E il magistrato: 54 55 MADAMA BUTTERFLY LIBRETTO

Butterfly (prendendo la lettera dalle Sharpless (è vivamente commosso e Ho creduto morir… Ma passa presto di pensare quel signore? mani di Sharpless, esclama con viva tenerezza) passeggia agitatissimo; poi torna verso come passan le nuvole sul mare… (indicando Sharpless) Oh le dolci parole! Butterfly, le prende le due mani e con pater- (prendendo una risoluzione) Che tua madre dovrà (baciando la lettera) na tenerezza le dice:) Ah! m’ha scordata? prenderti in braccio ed alla pioggia e al vento Tu, benedetta! Di strapparvi assai mi costa (corre nella stanza di sinistra) andar per la città dai miraggi ingannatori. a guadagnarti il pane e il vestimento. Sharpless (riprende la lettera e se- Accogliete la proposta (Butterfly rientra trionfalmente tenendo il Ed alle impietosite guita a leggerla imperterrito ma con voce di quel ricco Yamadori. suo bambino seduto sulla spalla sinistra e genti, la man tremante stenderà, tremante per l’emozione) lo mostra a Sharpless gloriandosene) gridando: – Udite, udite, “A voi mi raccomando Butterfly (con voce rotta dal pianto e la triste mia canzon. A un’infelice perchè vogliate con circospezione ritirando le mani) Butterfly madre la carità, prepararla…” Voi, signor, mi dite questo! E questo?… muovetevi a pietà! e questo egli potrà pure scordare?.. (si alza, mentre il bimbo rimane seduto sul Butterfly (con affanno, ma lieta) Sharpless (imbarazzato) (depone il bambino a terra e lo tiene stretto a sè) cuscino giocando con una bambola) Ritorna… Santo Dio, come si fa? E Butterfly, orribile destino, Sharpless (con emozione) danzerà per te! Sharpless Butterfly (batte le mani e Suzuki Egli è suo? (rialza il bimbo e colle mani levate lo fa “al colpo…” accorre) implorare) Qui, Suzuki, presto presto, Butterfly (indicando mano, mano) E come fece già, Butterfly (si alza saltando di gioia e che Sua Grazia se ne va. Chi vide mai la ghesha canterà! battendo le mani) a bimbo del Giappon occhi azzurrini? E la canzon giuliva Quando? Sharpless (fa per avviarsi ad uscire) E il labbro? E i ricciolini e lieta in un singhiozzo finirà! Presto! presto! Mi scacciate? d’oro schietto? (buttandosi a’ ginocchi davanti a Shar- pless) Sharpless (sbuffando) Butterfly (pentita, corre a Sharpless Sharpless (sempre più commosso) Ah! No, no! Questo mai! (Benone). e singhiozzando lo trattiene) È palese. Questo mestier che al disonore porta! (ripone la lettera) Ve ne prego, E Pinkerton lo sa? Morta! Morta! (fra sè) (Qui troncarla conviene… già l’insistere non vale. Mai più danzar! (indispettito) Quel diavolo d’un Pinkerton!) (congeda Suzuki, la quale va nel giardino) Butterfly Piuttosto la mia vita vo’ troncar! (si alza, poi guarda Butterfly negli occhi No. (cade a terra vicino al bimbo che abbrac- serîssimo) Sharpless (scusandosi) (con passione) cia strettamente ed accarezza con moto Ebbene, Fui brutale, non lo nego. È nato quand’egli stava convulsivo) che fareste Madama Butterfly in quel suo gran paese. s’ei non dovesse ritornar più mai? Butterfly (dolorosamente, portando- Ma voi… Sharpless (non può trattenere le la- si la mano al cuore) (accarezzando il bimbo) grime) Butterfly (immobile, come colpita a Oh, mi fate tanto male! gli scriverete che l’aspetta (Quanta pietà!) morte, china la testa e risponde con som- un figlio senza pari! (vincendo la propria emozione) messione infantile, quasi balbettando:) (Butterfly vacilla, Sharpless fa per sorreg- e mi saprete dir s’ei non s’affretta Vien sera. Io scendo al piano. Due cose potrei far: gerla ma Butterfly si domina subito) per le terre e pei mari! Mi perdonate?.. tornar… a divertir (mettendo il bimbo a sedere sul cuscino) (Butterfly si alza in piedi e con atto gentile la gente col cantar… Butterfly (bacia teneramente il bambino) dà la mano a Sharpless che la stringe con oppur,… meglio, morire. Niente, niente!… Sai cos’ebbe cuore ambo le mani con effusione) 56 57 MADAMA BUTTERFLY LIBRETTO

Butterfly (volgendosi al bimbo) Goro (protestando con voce di paura) (Colpo di cannone) Suzuki A te, dagli la mano. Dicevo… solo… Signora, che là in America Suzuki quetatevi… quel pianto… Sharpless (prendendo in braccio il (avvicinandosi al bambino e indicandolo) Il cannone del porto! bimbo) quando un figliolo Una nave da guerra… Butterfly (ritorna con Suzuki nella I bei capelli biondi! è nato maledetto (Butterfly e Suzuki corrono verso il terrazzo) stanza) (lo bacia) (Butterfly istintivamente si abbraccia stret- No, rido, rido!.. Quanto Caro, come ti chiamano? ta al bambino) Butterfly lo dovremo aspettar? trarrà sempre reietto Bianca… bianca… il vessillo americano Che pensi? Un’ora? Butterfly (al bimbo, con grazia in- la vita fra le genti! delle stelle… Or governa fantile) per ancorare. Suzuki Rispondi: (Butterfly corre presso al reliquario e (prende sul tavolino un cannocchiale e cor- Di più. Oggi il mio nome è Dolore. Però prende il coltello che sta appeso) re sul terrazzo ad osservare. Tutta tremante dite al babbo, scrivendogli, che il giorno per l’emozione, appunta il cannocchiale Butterfly del suo ritorno, Butterfly (con voce selvaggia) verso il porto e dice a Suzuki:) Due ore forse. Gioia, Gioia mi chiamerò. Ah! menti! menti! Reggimi la mano (aggirandosi per la stanza) (afferra Goro, che cade a terra, e minaccia ch’io ne discerna Tutto tutto sia pien Sharpless d’ucciderlo - Goro emette grida fortissime, il nome, il nome, il nome. Eccolo: ABRAMO di fior, come la notte è di faville. Tuo padre lo saprà, te lo prometto. disperate, prolungate) LINCOLN! (accenna a Suzuki di andare nel giardino) (mette il bimbo a terra, fa un saluto a But- Dillo ancora e t’uccido!.. (dà il cannocchiale a Suzuki e scenda dal Va’ pei fiori! terfly, ed esce rapidamente dalla porta di terrazzo) (Suzuki si avvia; giunta sul terrazzo si ri- destra) Suzuki (intromettendosi) Tutti han mentito! volge a Butterfly) No! tutti!.. tutti!.. sol io Suzuki (di fuori, gridando) lo sapevo! sol io che l’amo. Suzuki (dal terrazzo) Vespa! Rospo maledetto! Butterfly (presa da disgusto lo re- (a Suzuki) Tutti i fior?… (Suzuki entra trascinando con violenza spinge col piede) Vedi lo scimunito Goro che tenta inutilmente di sfuggirle) Va via! tuo dubbio? È giunto! è giunto! Butterfly (a Suzuki, gaiamente) (grido acuto di Goro) (Goro fugge. Butterfly e Suzuki rimangono proprio nel punto Tutti i fior! Pesco, vïola, gelsomin, immobili come impietrite. Poi Butterfly si che ognun diceva: piangi e dispera. quanto di cespo, o d’erba, o d’albero fiorì. Butterfly (a Suzuki) scuote poco a poco e va a riporre il coltello. Trionfa il mio amor! Che fu? (Butterfly va presso il bambino e lo abbrac- La mia fe’ trionfa intera! Suzuki (nel giardino ai piedi del terrazzo) cia e lo bacia con grande tenerezza) Ei torna e m’ama! Uno squallor d’inverno sarà tutto il giardin. Suzuki (giubilante, corre sul terrazzo) (coglie i fiori nel giardino) Ci ronza intorno Butterfly (stringendosi il bambino (a Suzuki che l’ha seguita sul terrazzo:) il vampiro! e ogni giorno al seno) Scuoti quella fronda Butterfly ai quattro venti Vedrai, piccolo amor, di ciliegio Tutta la primavera voglio che olezzi qui. spargendo va mia pena e mio conforto, e m’innonda di fior. che niuno sa mio piccolo amor. Io vo’ tuffar nella pioggia odorosa Suzuki (appare ai piedi del terrazzo con chi padre al bimbo sia! Ah! vedrai l’arsa fronte. un fascio di fiori che sporge a Butterfly) (lascia Goro) che il tuo vendicator (singhiozzando per tenerezza) A voi signora. ci porterà lontan nella sua terra…

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Butterfly (prendendo i fiori dalle Butterfly, Suzuki (gettando fiori (sorridente) pure all’esterno: Butterfly si pone innanzi mani di Suzuki) mentre colla persona seguono il ritmo con E Yamadori al foro più alto e spiando da esso rimane Cogline ancora. un blando ondeggiare di danza) coi suoi languori! immobile, rigida come una statua; il bimbo, (Butterfly dispone i fiori nei vasi, mentre Gettiamo a mani piene Beffati, che sta fra la madre e Suzuki, guarda fuori Suzuki scende ancora nel giardino) mammole e tuberose, scornati, curiosamente. corolle di verbene, spennati (assai lentamente comincia la notte) Suzuki (dal giardino) petali d’ogni fior! gli ingrati! Soventi a questa siepe veniste a riguardare Coro (interno, lontano; a bocca chiusa) lungi, piangendo nella deserta immensità. (Suzuki dispone due lampade vicino alla Suzuki (ha terminato la toeletta) toeletta dove si accoscia Butterfly) È fatto. (È notte; i raggi lunari illuminano dall’e- Butterfly sterno lo shosi) Giunse l’atteso, nulla più chiedo al mare; Butterfly (a Suzuki) Butterfly (a Suzuki) (Il bimbo si addormenta, rovesciandosi diedi pianto alla zolla, essa i suoi fior mi dà. Or vienmi ad adornar. L’obi che vestii da sposa. all’indietro, disteso sul cuscino e Suzuki si (comincia il tramonto) Qua… ch’io lo vesta. addormenta pure, rimanendo accosciata; Suzuki (appare nuovamente sul terrazzo No! pria portami il bimbo. (mentre Butterfly indossa la veste, Suzuki solo Butterfly rimane sempre ritta ed im- colle mani piene di fiori) (Suzuki va nella stanza a sinistra e porta mette l’altra al bambino, avvolgendolo mobile) Spoglio è l’orto. il bambino che fa sedere vicino a Butterfly, quasi tutto nelle pieghe ampie e leggiere) mentra questa si guarda in un piccolo spec- Vo’ che mi veda indosso Marinai (dalla baia, lontanissimi) Butterfly chio a mano e dice tristamente) il vel del primo dì. Oh eh! oh eh! Spoglio è l’orto? Non son più quella!… (a Suzuki, che ha finito d’abbigliare il bambino) Vien, m’aiuta. Troppi sospiri la bocca mandò, E un papavero rosso (comincia l’alba) e l’occhio riguardò nei capelli… Suzuki nel lontan troppo fiso. (Suzuki punta il fiore nei capelli di Butter- SUZUKI (svegliandosi di soprassalto) Rose al varco (a Suzuki) fly, che se ne compiace) Già il sole! della soglia. Dammi sul viso Così. (si alza) (Butterfly e Suzuki sporgono fiori ovunque) un tocco di carminio… (con grazia infantile fa cenno a Suzuki di (va verso Butterfly e le batte sulla spalla) (prende un pennello e mette del rosso sulle abbassare lo shosi) Ciociosan… Butterfly e Suzuki guancie del suo bimbo) Nello shosi or farem tre forellini Seminiamo intorno april. ed anche a te piccino per riguardar, Butterfly (si scuote e fidente dice) perché la veglia non ti faccia vôte e starem zitti come topolini Verrà, vedrai. Butterfly (gettando fiori) per pallore le gote. ad aspettar. Tutta la primavera (Butterfly vede il bimbo addormentato e lo voglio che olezzi qui… Suzuki (invitandola a stare tranquilla) (Suzuki chiude lo shosi nel fondo. Scende prende sulle braccia, avviandosi verso la Non vi movete sempre più la notte) stanza a sinistra) Suzuki che v’ho a ravviare i capelli. (Butterfly conduce il bambino presso loshosi ) Gigli? viole? Butterfly fa tre fori nello shosi: uno alto SUZUKI Butterfly (sorridendo a questo pensiero) per sè, uno più basso per Suzuki ed il terzo Salite a riposare, affranta siete. Butterfly Che ne diranno! ancor più basso pel bimbo, che fa sedere Al suo venire Intorno spandi. E lo zio Bonzo? su di un cuscino, accennandogli di guar- vi chiamerò. Il suo sedil (con una punta di stizza) dare attento fuori del foro preparatogli. di convolvi s’inghirlandi. già del mio danno Suzuki dopo aver portato le due lampade Butterfly tutti contenti! vicino allo shosi, si accoscia e spia essa Dormi amor mio, 60 61 MADAMA BUTTERFLY LIBRETTO

dormi sul mio cor. Sharpless (a Pinkerton) Suzuki Suzuki Tu sei con Dio Ve lo dissi?!… Chi è? chi è? Oh me trista! ed io col mio dolor. E volete ch’io chieda A te i rai Suzuki (per andare) Sharpless (con forza repressa ma de- ad una madre… degli astri d’or: La chiamo… liberatamente) bimbo mio dormi! È sua moglie! Pinkerton (entra nella camera a sinistra) Pinkerton (fermando Suzuki) Immutata è la stanza No: non ancor. Suzuki (sbalordita, alza le braccia al dei nostri amor… Suzuki (mestamente crollando la testa) cielo, poi si precipita in ginocchio colla (Pinkerton va verso il simulacro di Budda) Povera Butterfly! Suzuki (indicando la stanza fiorita) faccia a terra) Ma un gel di morte vi sta. (si inginocchia innanzi al simulacro di Lo vedete, ier sera, Anime sante degli avi! Alla piccina Budda) la stanza volle sparger di fiori. s’è spento il sol! Sharpless (si batte lievemente all’uscio d’ingresso) Suvvia, Chi sia?… Sharpless (commosso) Sharpless (calma Suzuki e la solleva parla con quella pia (si batte più forte) Ve lo dissi?… da terra) e conducila qui… s’anche la veda (va ad aprire lo shosi nel fondo) Scegliemmo quest’ora mattutina Butterfly, non importa. (grida, per la grande sorpresa) Pinkerton (turbato) per ritrovarti sola, Suzuki, e alla gran prova Anzi, meglio se accorta Oh!… Che pena! un aiuto, un sostegno cercar con te. del vero si facesse alla sua vista.

Sharpless (sul limitare dell’ingresso Suzuki (sente rumore nel giardino, va a Suzuki (desolata) Pinkerton (vede il proprio ritratto) fa cenni a Suzuki di silenzio) guardare fuori dallo shosi ed esclama con Che giova? Il mio ritratto… Stz! meraviglia:) Tre anni son passati, Chi c’è là fuori Sharpless (prende a parte Suzuki e e noverati Pinkerton (raccomanda a Suzuki di nel giardino?… cerca colla persuasione di averne il con- n’ha i giorni e l’ore. tacere) Una donna!!… senso, mentre Pinkerton, sempre più agita- Zitta! zitta! to, si aggira per la stanza ed osserva) Suzuki (Pinkerton e Sharpless entrano cautamente Pinkerton (va da Suzuki e la ricondu- Io so che alle sue pene (spinta da Sharpless va nel giardino a rag- in punta di piedi) ce sul davanti, raccomandandole di parla- non ci sono conforti! giungere Mistress Pinkerton) (premurosamente a Suzuki) re sottovoce) Ma del bimbo conviene Non la destar. Zitta! assicurar le sorti! Pinkerton (vinto dall’emozione e non potendo trattenere il pianto si avvicina a Suzuki Suzuki (agitata) Pinkerton Sharpless e gli dice risolutamente:) Era stanca sì tanto! Vi stette ad aspettare Chi è? chi è? Oh! l’amara fragranza Non posso rimaner, Sharpless, v’aspetto tutta la notte col bimbo. di questi fior, per la via. Sharpless (a Pinkerton) velenosa al cor mi va. Pinkerton Meglio dirle ogni cosa… Sharpless Come sapea? Sharpless Non ve l’avevo detto? Suzuki (sgomenta) La pietosa Suzuki Chi è? chi è? che entrar non osa Pinkerton Non giunge materna cura Datele voi qualche soccorso… da tre anni una nave nel porto, che da lunge Pinkerton (imbarazzato) del bimbo avrà. Mi struggo dal rimorso. Butterfly non ne scruti il color, la bandiera. È venuta con me. 62 63 MADAMA BUTTERFLY LIBRETTO

SHARPLESS Suzuki (a testa bassa risponde senza angolo, nella piccola alcova e dietro il pa- (Butterfly, che ha capito, guarda Kate, qua- Vel dissi? vi ricorda? scomporsi dalla sua rigidezza) ravento, sgomenta si guarda attorno) si affascinata) quando la man vi diede: Prometto. Non c’è!.. “Badate! Ella ci crede” (vede Kate nel giardino e guarda fissamen- Butterfly e fui profeta allor! Kate te Sharpless) Ah! quella donna Sorda ai consigli, sorda E le darai consiglio (a Sharpless) mi fa tanta paura! ai dubbî, vilipesa… d’affidarmi?… Quella donna? nell’ostinata attesa Che vuol da me? SHARPLESS raccolse il cor… Suzuki Niuno parla! È la causa innocente Prometto. (Suzuki piange silenziosamente) d’ogni vostra sciagura. PINKERTON (sorpresa) Perdonatele. Sì, tutto in un istante Kate Perché piangete? vedo il mio fallo e sento Lo terrò come un figlio. (Sharpless si avvicina a Butterfly per par- Butterfly (comprendendo, grida:) che di questo tormento larle; questa teme di capire e si fa piccina Ah! è sua moglie! tregua mai non avrò! Suzuki come una bimba paurosa) Tutto è morto per me! tutto è finito! Vi credo. Ma bisogna ch’io le sia sola accanto No: non ditemi nulla… nulla… forse potrei SHARPLESS nella grande ora – sola! Piangerà tanto tanto! cader morta sull’attimo… SHARPLESS Andate, il triste vero (con bontà affettuosa ed infantile a Suzuki) Coraggio. da sola apprenderà. Butterfly (voce lontana dalla camera Tu Suzuki che sei a sinistra, chiamando) tanto buona, non piangere! e mi vuoi tanto bene Butterfly PINKERTON (dolcemente con rimpianto) Suzuki! un Sì, un No, di’ piano… Vive? Voglion prendermi tutto! Addio, fiorito asil (più vicina) Il figlio mio! di letizia e d’amor. Dove sei? Suzuki Sempre il mite suo sembiante (appare alla porta socchiusa; Kate per non Sì. SHARPLESS con strazio atroce vedrò… essere vista si allontana nel giardino) Fatelo pel suo bene il sacrifizio… Butterfly (come se avesse ricevuto SHARPLESS Suzuki un colpo mortale: irrigidita) Butterfly (disperata) Ma or quel cor sincero Son qui… pregavo e rimettevo a posto… Ma non viene Ah! triste madre! presago è già… (si precipita per impedire a Butterfly di più. Te l’han detto!… Abbandonar mio figlio! entrare) (Suzuki tace) (calma) PINKERTON No… non scendete… (irritata al silenzio di Suzuki) E sia! A lui devo obbedir! Non reggo al tuo squallor! (Butterfly entra precipitosa, svincolandosi Vespa! Voglio che tu risponda. Fuggo, fuggo, son vil! da Suzuki che cerca invano trattenerla) KATE (che si è avvicinata timidamente al (strette le mani al Console, esce rapida- Suzuki terrazzo, senza entrare nella stanza) mente dal fondo. Sharpless crolla trista- Butterfly (aggirandosi per la stanza Mai più. Potete perdonarmi, Butterfly? mente il capo) con grande agitazione, ma giubilante) È qui… dove è nascosto? Butterfly (con freddezza) BUTTERFLY (Suzuki viene dal giardino seguita da Kate (scorgendo Sharpless) Ma è giunto ieri? Sotto il gran ponte del cielo non v’è che si ferma ai piedi del terrazzo) Ecco il Console… donna di voi più felice. (sgomenta, cercando Pinkerton) Suzuki (con passione) Kate (con dolcezza a Suzuki) E dove?… Sì. Siatelo sempre, Glielo dirai? (dopo aver guardato da per tutto, in ogni non v’attristate per me.

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Kate (a Sharpless, che le si è avvicinato) Butterfly Butterfly di sinistra, gli dà nelle mani la banderuo- Povera piccina! Lascialo giuocar. Tu, tu, piccolo Iddio! la americana ed una puppattola e lo invita Va a fargli compagnia. Amore, amore mio, a trastullarsene, mentre delicatamente gli Sharpless (assai commosso) fior di giglio e di rosa. benda gli occhi. Poi afferra il coltello e, È un’immensa pietà! Suzuki (piangendo) (prendendo la testa del bimbo, accostan- collo sguardo sempre fisso sul bambino, va Resto con voi. dola a sè) dietro il paravento. Kate Non saperlo mai Si ode cadere a terra il coltello, e il gran E il figlio lo darà? Butterfly (risolutamente, battendo per te, pei tuoi puri velo bianco scompare dietro al paravento. forte le mani) occhi, muor Butterfly Si vede Butterfly sporgersi fuori dal pa- Butterfly (che ha udito, dice con so- Va, va. Te lo comando. perché tu possa andar ravento, e brancolando muovere verso il lennità e spiccando le parole) (fa alzare Suzuki, che piange dispera- di là dal mare bambino – il gran velo bianco le circonda A lui lo potrò dare tamente, e la spinge fuori dell’uscio di senza che ti rimorda ai dì maturi, il collo: con un debole sorriso saluta colla se lo verrà a cercare. sinistra) il materno abbandono. mano il bambino e si trascina presso di lui, (con intenzione, ma con grande semplicità) (con esaltazione) avendo ancora forza di abbracciarlo, poi Fra mezz’ora salite la collina. (Butterfly si inginocchia davanti all’imma- O a me, sceso dal trono gli cade vicino). (Suzuki accompagna Kate e Sharpless che gine di Budda. dell’alto Paradiso, escono dal fondo) Butterfly rimane immobile assor- guarda ben fiso, fiso Pinkerton (interno, gridando) (Butterfly cade a terra, piangendo – Suzuki ta in doloroso pensioro – ancora si di tua madre la faccia!… Butterfly! Butterfly! Butterfly! s’affretta a soccorrerla) odono i singhiozzi di Suzuki, i qua- che te’n resti una traccia! (la porta di destra è violentemente aperta – li vanno a poco a poco affievolendosi. Addio, piccolo amor! Pinkerton e Sharpless si precipitano nella Suzuki (mettendo una mano sul cuore Butterfly ha un moto di spasimo. (con voce fioca) stanza accorrendo presso Butterfly che con a Butterfly) Butterfly va allo stipo e ne leva il velo Va. Gioca, gioca. debole gesto indica il bambino e muore. Come una mosca prigioniera bianco, che getta attraverso il paraven- (Butterfly prende il bambino, lo posa su di Pinkerton si inginocchia, mentre Sharpless l’ali batte il piccolo cuor! to – poi prende il coltello, che chiuso una stuoia col viso voltato verso la parte prende il bimbo e lo bacia singhiozzando) in un astuccio di lacca, sta appeso alla Butterfly (si rinfranca poco a poco: parete presso il simulacro di Budda. vedendo che è giorno fatto, si scioglie da Butterfly ne bacia religiosamente la Suzuki, e le dice:) lama, tenendola colle due mani per la Troppa luce è di fuor, punta e per l’impugnatura) e troppa primavera. Chiudi. Butterfly (legge a voce bassa le pa- role che vi sono incise) (Suzuki va a chiudere lo shosi, in modo che poi Con onor muore la camera rimane quasi in completa oscurità) chi non può serbar vita con onore. (Suzuki ritorna verso Butterfly) (si punta il coltello lateralmente alla gola)

Butterfly (s’apre la porta di sinistra e vedesi il brac- Il bimbo ove sia? cio di Suzuki che spinge il bambino verso la madre: questi entra correndo colle manine Suzuki alzate: Butterfly lascia cadere il coltello – Giuoca… Lo chiamo? si precipita verso il bambino, lo abbraccia e lo bacia quasi a soffocarlo)

66 67 Fascino di Butterfly di Mario Morini

Per chi arriva in Giappone dalla via dell’occidente, Nagasaki è il primo approdo nel grande arcipelago. Distesa intorno alla baia, su per le colline, la città più occidentale dell’impero è anche una delle più internazionali: il suo porto, antico e ricco di storia, rimase aperto ai traffici marittimi per quasi trecento anni, e uno dei primi nei quali attraccarono le navi europee e americane quando il Giappone nel 1868, dopo circa due secoli e mezzo, uscì finalmente dal proprio isolamento avviando relazioni diplomatiche e commerciali con i paesi d’occidente. In questo porto, nel luglio del 1885, diede fondo alle ancore la “Triomphante”, una nave francese a bordo della quale prestava servizio il tenente Julien Viaud, universalmente noto come lo scrittore e futuro accademico di Francia Pierre Loti, cui il soggiorno a Nagasaki doveva ispirare un famoso romanzo, Madame Chrysanthème. Apparso nell’87, esso contribuì a instaurare la voga dei soggetti nipponici nella narrativa e sulle scene: esempio tipico e insieme determinante di quell’esotismo floreale che fu una delle espressioni più vive del gusto “fin de siècle”. La Nagasaki descritta da Loti con la sua virtù di creare poetiche atmosfere intorno alle cose, con il suo vigile amore per l’ambiente e i particolari, ci si presenta come una suggestiva immagine del Giappone negli anni in cui cominciava a occidentalizzarsi. Il romanzo, concepito in forma di diario, metteva in evidenza uno degli aspetti più caratteristici, ma al tempo stesso anche meno edificanti, di tale processo, illustrando l’uso singolare per cui gli occidentali potevano contrarre matrimoni temporanei con le musmé: i vincoli nuziali si scioglievano col reimbarco dei contraenti. Loti narrava appunto una propria esperienza di questo tipo. In Chrysanthème – o Kihou San, MADAMA BUTTERFLY FASCINO DI BUTTERFLY

che in giapponese significa Crisantemo – egli aveva ritratto la musmé gamma di sentimenti femminili che hanno piena coscienza di sé e che che era stata sua moglie per quella breve stagione. «Creatura fatta vanno dalla dedizione d’amore al palpito materno, dalla gioia effusa per ridere eppure facile a rattristarsi», tenera, infantile, dolce e insieme al dolore chiuso e silenzioso. E c’è, intimamente connesso con la sua maliziosa, quasi una sorta di gingillo bizzarro se i suoi occhi imbrigliati ingenua fede nell’uomo che ama e con la sua costanza, e dunque alla non sembrassero rivelare, a tratti, «quelque chose comme une âme, base della sua illusione, quel senso morale che nasce da un concetto sous ces enveloppes de marionette», Kihou-San è la progenitrice antico dell’onore, della dignità, e che alla fine condizionerà in Butterfly letteraria di Cho-Cho-San, la “Butterfly” di Long e di Belasco, diventata il conflitto dei sentimenti. Senso morale che rappresenta il fatto nuovo poi la Cio-Cio-San di Puccini. del racconto di Long, dove introduce l’elemento patetico e giustifica Madame Butterfly, il lungo racconto dal quale David Belasco trasse la svolta semitragica. (L’epilogo è alquanto diverso da quello che tutti – mutandone la conclusione – l’omonimo dramma in un atto («A conoscono attraverso l’opera di Puccini e che fu ideato da Belasco, tragedy of Japan», precisa anzi il sottotitolo) che è all’origine dell’opera in Long vi si sfiora il dramma, ma si finisce con l’eluderlo: il bambino pucciniana, nacque una decina di anni dopo Madame Chrysantème, entra piangendo nella stanza dove la madre sta per darsi la morte e le e fu pubblicato nel 1898 sull’americano «Century Magazine». L’autore impedisce di portare a compimento il gesto suicida: al momento giusto John Luther Long, un avvocato di Filadelfia, modellò in una certa la devota Suzuki accorre e prende a medicarle la ferita). misura la sua storia, che si ispirava a un episodio realmente accaduto, Per avere un’idea del modo con cui si delinea nel racconto il personaggio sul romanzo di Loti, traendo da esso vari particolari che modificò per di Butterfly, ecco il brano che ha ispirato a Puccini la romanza più adattarli ai suoi scopi, e adottandone alcuni personaggi, dei quali celebre dell’opera, “Un bel dì vedremo”, là dove la piccola giapponese in parte trasformò o elaborò i caratteri. Così in Goro, il sensale di descrive a Suzuki, immaginandolo, l’atteso ritorno di Pinkerton: «Ma lui, matrimoni, si riconosce, sotto la maschera grottesca impostagli dal quando verrà, farà tutta la salita in tre salti soltanto. Come facilmente Long, quel Kangourou-San «qui est à la fois interprète, blanchisseur et correrà, lui, su per questa collina che a noi è riuscita così faticosa. agent discret pour croisement de races», come ci vien presentato nel Come il temporale, col lampo e col tuono. Zig e zag! Bum, bum, bum! romanzo; e in Suzuki l’amica inseparabile di Chrysanthème, Oyouki- Ed eccoci, è già su… per venire a raggiungere questo piccino qui. E San. Quanto alla protagonista, in lei ritroviamo la grazia infantile, il come scalpiterà in giro, senza togliersi gli stivali… rovinandomi tutti fascino esotico di Chrysanthème, la fragilità di quel suo mondo fatto di i cuscini, facendo tremare tutta la casa come il terremoto… – Dov’è piccole cose. Long ha preso dalla musmé di Loti quello che di più lirico lei?… – E allora io salto fuori e gli butto le braccia al collo prima e delicato lo scrittore aveva saputo infondere al suo personaggio, e ha ch’egli sia troppo in collera, e gli prendo la mano, e gli dico, là, vicino cercato, riuscendovi, di trarne fuori l’anima che appena si intravedeva. all’orecchio: – Come state, signor B. F. Pinkerton? – …» La trasformazione del personaggio comincia da qui, dall’approfondimento E per contrasto, ecco la descrizione della veglia di Butterfly, quando, di questo contatto interiore. Nonostante il suo puerile atteggiarsi di entrata nella rada la nave a bordo della quale è il tenente Pinkerton, la fronte alla realtà, nonostante i suoi fragili trasognamenti, Butterfly si trepida sposa appresta sé, il bimbo e la casa ad accoglierlo: differenzia ormai compiutamente dal prototipo della deliziosa e un po’ enigmatica pupattola giapponese che recita col migliore impegno, Nello spazio di un’ora la casa fu pavesata come per una gran festa: in ossequio a una convenzione rispettabile che è quasi una norma non un fiore era rimasto sullo stelo. Il bimbo era stato veramente sociale, la parte della moglie giocattolo. C’è già, in lei, una trasalente trasformato in una figura di quadro; e così Cho-Cho-San, Suzuki,

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e la casa. E allora si appiattirono dietro lo shoji e, mettendo in esecuzione un loro programma ben definito, con le dita inumidite praticarono spavaldamente nella parete di carta tre buchi: uno molto in basso, perché servisse al bambino messo a sedere sui cuscini, e uno per ciascuna di loro. Fu cantando che Cho- Cho-San si accomodò davanti al suo foro di osservazione, bene attenta a non guastare la perfezione del proprio abbigliamento. Un’ora passò. Poi due… quattro. Scendeva la notte. Padrona e cameriera cessarono di chiacchierare. Poi anche intorno a loro si fece il silenzio. E più tardi, fu l’alto silenzio, quello della notte piena. Senza rumore, Suzuki accese le lanterne… Vegliarono tutta la notte: egli non venne. Stettero alla guardia tutto l’indomani e molti altri giorni e molte notti ancora: non parlavano più, ora. Il bimbo sembrava meravigliarsi di ciò, poiché a lui riusciva nuovo quell’insistito silenzio. Esse non facevano che vegliare, mangiando appena, dormendo appena– sempre meno, sempre meno. Alla fine Cho-Cho-San lasciò di guardare nel cannocchiale: giaceva sui cuscini col bimbo, mentre restava a vegliare la fida Suzuki. Ogni giorno i fiori appassiti venivano sostituiti con altri freschi, ma sempre meno costosi. L’ultimo loro denaro andò per i fiori e per le candela da rimettere, la notte, nelle lanterne… a Cho-Cho-San l’idea di scendere in città per cercarlo neppure sfiorò la mente. Tutte le altre convenzioni della sua gente erano andate distrutte, questa sola era rimasta: nell’Omna Yusciocu Mibia Bunko (l’«Antico libro delle damigelle per bene») si leggeva che la sola donna che va alla ricerca di un uomo è la yuio, la cortigiana. All’ottavo giorno entrò nella rada un vapore postale. L’indomani, fortuitamente, videro Pinkerton sul ponte di quel bastimento. Una donna bionda si appoggiava al suo braccio…

A differenza di Pierre Loti, John Luther Long (1861-1927), il cui cromatismo esotico deve senza dubbio molto alla tavolozza lirico-narrativa dell’autore di Japoneries d’automne e di Madame

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Chrysanthème, non era mai stato in Giappone, ma aveva acquistato Il bombardamento atomico di Nagasaki ha cancellato molte tracce una certa familiarità con la psicologia, gli usi e i costumi del popolo del passato, ma il mito di Madama Butterfly vi è più che mai vivo. nipponico attraverso la sorella, Mrs. Irwin Correl, che conosceva il La bomba, almeno così dissero poi gli americani, aveva un preciso paese per lunga esperienza diretta. Sposata a un missionario metodista obiettivo bellico: i cantieri navali della Mitsubishi che anche nei americano, nel 1873 essa aveva seguito il marito in Giappone e là aveva momenti più neri della guerra mantenevano tutta la loro efficienza. poi sempre vissuto. Il Correl fu dapprima insegnante a Jokohama quindi (Allo stesso modo quella sganciata su Hiroshima avrebbe dovuto a Tokio presso l’Istituto missionario di Aoyama Gakuin e finalmente, nel distruggere l’importante centro di smistamento ferroviario e paralizzare 1892, nominato professore della scuola superiore di Cinsei Gakukan, il traffico militare). Ma la baia in cui sorgono ancora oggi i famosi a Nagasaki, dove risiede con la famiglia nel quartiere in cui aveva sede arsenali, nascosta tra le montagne, non fu nemmeno sfiorata dalla il consolato degli Stati Uniti. «Per quanro riguarda l’eroina di Madame bomba, che cadde qualche chilometro più addietro, esattamente sulla Butterfly, – rivelò Mrs. Correl nella rivista giapponese «Jiji» (e marzo cattedrale più antica dell’Estremo Oriente. Nel deserto che vi si fece 1931) – quando ero a Nagasaki con mio marito un mercante me ne intorno non restò in piedi che un troncone del portale: la città, fatta raccontò l’infelice storia. Profondamente impressionata da questo di legno e carta, in parte se ne volò via e in parte fu come inghiottita patetico episodio, quando mi recai a Filadelfia lo narrai a mio fratello da un mostro vorace. Ma miracolosamente, sulla collina più prossima John, e fu così che, basandosi su quella narrazione, egli scrisse il al mare, al casa di Mr. Glover non perse una sola tegola, e i cespugli suo racconto». Quanto al Long, che del resto non aveva mai taciuto di camelie che rallegravano il giardino fiorirono puntualmente quando il particolare d’essersi ispirato per Butterfly a un fatto reale, quando fu l’ora. I giapponesi ne gioirono con una commozione che trapela la famosa interprete giapponese di Cio-Cio-San, , si ancora oggi, dopo venticinque anni. Era importante che, nell’immane recò a trovarlo a Filadelfia, non solo le anticipò la rivelazione fatta poi sciagura accettata con rassegnazione intrisa di fatalismo, almeno non pubblicamente dalla sorella, ma le disse anche che la vera «Butterfly», fosse turbato il culto – che tutto il Giappone coltiva e che a Nagasaki proprio come lui aveva narrato, era sopravvissuta al tentato suicidio ed si fa passione – per quella casa all’inglese sull’altra, intorno alla quale era poi rimasta accanto al figlio. Tutto ciò fu ricordato dalla stessa Miura in un la natura si era rivelata così forte, giacché non solo le camelie erano interessante articolo apparso sulla rivista «Jijii-Scingo» (24 dicembre 1935). tornate a fiorire, ma anche gli aceri, i bambù e il sandali tra i quali si cela Il fatto venne poi ulteriormente documentato dalle ricerche dell’ex avevano mantenuto la vita. Quella casa, venerata da sempre, divenne direttore del museo di Nagasaki, E. Hirayama, e del suo segretario K. kami, come in Giappone si designa ogni cosa spiritualizzata che riveli Miyasaki, secondo i quali la vera “Butterfly” fu Tsuru Yamamura (Osaka, forze prodigiose e suggestioni trascendenti. La casa, anche se per la 1851 - Tokio, 1899) che ebbe un figlio, Tom , da un ricco commerciante sua posizione panoramica appare privilegiata, non è più bella di altre inglese, Mr. Glover. Tom Glover seguì suo padre a Nagasaki e studiò che sorgono in vista del mare: ma è la casa di Madama Butterfly, quella alla scuola Cinsei Gakukan, dove il dottor Correl sarebbe stato suo dove là si è finito col credere che Puccini, dopo avervi ambientata la maestro. Tsuru Yamamura e Mr. Glover vissero a Nagasaki nel sua melodiosa storia d’amore e di morte, fosse ospite in suo viaggio quartiere Yamate, dove la donna veniva vista spesso indossare un giapponese, viaggio ch’egli in realtà non ebbe occasione di fare. Mèta “haori” (mantello) con lo stemma della famiglia Agheha-no-cio-cio, di visitatori che giungono da ogni parte e che depongono fiori di carta rappresentante una farfalla, motivo per cui la gente la chiamava O-Cio- d’ogni colore (poiché un fiore vero non va còlto) ai piedi della statua San identificandola con l’eroina del racconto di Long. raffigurante Butterfly col dito puntato verso il mare, per indicare al figlio

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da dove si vedrà levarsi il famoso «fil di fumo», il “bungalow” che fu di sua vera vita, colma di fortune. Mr. Glover è veramente un luogo deputato della vicenda pucciniana. Nella poetica dell’intimismo pucciniano, Madama Butterfly segna un E, insieme con il ritratto in bronzo di Puccini, c’è la copia del diploma limite raggiunto, un punto vertice, un approdo definitivo. È il puccinismo attestante il conferimento al Maestro della cittadinanza onoraria di che si contempla e si decanta in una riflessione oggettiva; e forse in Nagasaki, da lui «beneficata col palpito universale della sua musica», questo atto si consumava. Ritratto lirico di donna, si è detta l’opera. ci sono le prime rare edizioni del libretto e dello spartito dell’opera nelle Il personaggio della protagonista sembra giustificare tutt’attorno a sé lingue più diverse, bozzetti, costumi, ventagli, fotografie, autografi e lo scorrere della vicenda. Lo stesso ambiente, lo stesso paesaggio è altri cimeli; le testimonianze dell’arte, insomma, accanto a quelle della concepito come uno stato d’animo; come una proiezione del dramma vita vissuta. La storia e il mito vi attingono il loro punto di fusione: intimo, regolata sulle luci che fra speranza e illusione, fra gioia e dolore nell’una e nell’altro il popolo giapponese ama tuttora intensamente si accendono e si smorzano in quell’anima. Così la sera di Nagasaki rispecchiarsi e riconoscersi. ha i profumi e la trepida sensualità dell’offerta d’amore; così l’alba sulla Ricco di possibilità drammatiche, il racconto di John Luther Long, collina ha i pallori e i trasalimenti, i palpiti e i presagi di quell’attesa che incontrò subito largo consenso in America, indusse poco dopo la fremente tra i fiori, e la notte d’ansia e di languori che si rinnovano nel pubblicazione due celebri attrici a sollecitare all’autore il permesso di ricordo ha un timbro magico, sognante. Tutto emana dalla presenza ridurlo per le scene. Ma questo consenso fu ottenuto dal drammaturgo di Butterfly e tutto concorre a definirla. Non esotismo, non maniera. Il e regista David Belasco, allora all’apice della notorietà, che per la ritratto è autentico, lo scavo delicato e profondo: la figura se ne staglia trasformazione drammatica si avvalse della collaborazione dello stesso viva: e la pittura lo “racconta” puccinianamente sul filo di quel lirismo Long e affidò la parte della protagonista a un’attrice di grande talento, tenero, patetico, struggente che dà alle lacrime, agli abbandoni scoperti Blanche Bates. Varato con straordinario successo all’Herald Theatre del cuore un sottile velo d’eleganza, un ritegno squisito, un signorile di New York il 5 marzo 1900, il dramma di lì a qualche settimana passava pudore. Fuori di questo lirismo, oltre questa presenza, il congegno al Duke of York’s Theatre di Londra, protagonista Evelyn Millard, regista lo operistico scadrebbe nel convenzionale, la poesia nella prosa. stesso Belasco. Il lessico pucciniano dispone di pesi e misure sapienti, ha una gamma Fu appunto in quell’occasione che Puccini, a Londra per la Tosca, ebbe vastissima di modi allusivi di e di termini persuadenti, ma la sua ad assistere a una rappresentazione e, sebbene conoscesse poco o disponibilità si esaurisce là dove la “verità” sentimentale, il momento nulla della lingua inglese, fu vivamente impressionato dal dramma lirico intravisto e centrato ceda all’esigenza della convenzione teatrale. e chiese a Belasco il consenso alla sua trasposizione operistica. La Allora, alla proiezione del sentimento sulle cose , sull’ambiente, gestazione dell’opera durò, fra libretto e musica, all’incirca tre anni. sull’azione, subentra un vacuo decorativismo; il sentimento si Presentata alla Scala nell’incauto disegno dei due atti, suddivisi da trasforma in sentimentalismo, l’armoniosa dolcezza in melassa. un sinfonico, che al Maestro sembravano costituire la Questo accade talvolta nei particolari dell’antefatto, quando Butterfly dimensione ideale dell’opera, Madama Butterfly cade clamorosamente è ancora crisalide: cessa non appena l’amore prima, il dolore poi, ne la sera del 17 febbraio 1904. Riarticolata nei definitivi tre atti, hanno fatto una donna. Prigioniero di sé, della propria «anima di seta», opportunamente snellita, migliorata nel taglio delle scene e dei singoli come l’ha definita un poeta, Puccini ebbe sempre bisogno di queste atti, l’opera ebbe al Teatro Grande di Brescia il suo secondo e questa veritiere rispondenze per l’opera sua. «L’amore e il dolore», diceva, volta trionfale battesimo la sera del 28 maggio 1904. Iniziava così la «sono le molle che muovono il mondo».

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Giacomo Puccini a Luigi Illica Milano, 2 giugno 1901 Caro Illica, t’ho spedito il copione [di Belasco]. Leggilo e vedrai che ti servirà (anche per il carattere di Cio-cio-san) per il prologo. Il Sig. Giulio [Ricordi] dopo la lettura è rimasto completamente conquiso. Mi ha detto che non ha dormito dall’impressione che gli ha fatto. Io desidererei (e anche il sig. Giulio) farne una lettura con Giacosa, te, io, sor Giulio. […]

Giacomo Puccini a Giuseppe Giacosa Torre del Lago, 23 agosto 1901 Caro Giacosa, ti prego, ti scongiuro, mi inginocchio… Il soggiorno campagnolo volge alla fine e con esso la quiete necessaria ed io non ho niente nelle mani! Mi incomincio a disperare! Per carità finiscimi l’atto, tutto, perché possa iniziare il lavoro prima che termini l’estate. Scrivimi e dammi la notizia desiderata.

Giacomo Puccini a Luigi Illica Torre del Lago, 5 dicembre 1901 Caro Illica, […] Ti raccomando l’ultimo quadro e pensami a quell’intermezzo, per MADAMA BUTTERFLY MADAMA Butterfly nelle lettere di Puccini

servirmi del coro: bisogna trovare qualcosa di buono. Voci misteriose a Giacomo Puccini a Luigi Illica bocca chiusa (per esempio). Non so cosa vorrei, ma ci vuole qualcosa, Torre del Lago, 4 giugno 1902 e questo qualcosa lo troverai tu, ne sono certo. A presto dunque. Caro Illica, grazie della cartolina e del graziosissimo kimono farfallesco che prenderò a modello per un abito di Butterfly. Io lavoro e ne sono Giacomo Puccini a Luigi Illica contento, per ora, anche per il colore che mi preoccupava tanto. Torre del Lago, 10 gennaio 1902 Non so più niente del sig. Giulio e non capisco perché mi tratti così Caro Gigi, col suo oblio. Che forse voleva l’opera pronta per quest’inverno? Caro grazie del ricordo che hai di me. Ormai sono imbarcato in Giappone e mio, prima di tutto non ho il libretto completo, e per quanto ne scriva a farò del mio meglio per renderlo, ma più delle pubblicazioni di costumi Giacosa non mi rispond. Poi lo sa che se non scrivo musica a vapore, morali e materiali, mi sarebbe filo qualche nota di musica popolare!… non sono però neroniano [allusione ai lunghi tempi di composizione N’ho cercata e ne ho trovata, ma è povera e poca cosa. del Nerone di Arrigo Boito]. Dunque? Non capisco. Andiamo avanti. Coll’oblio degli amici mi son quasi familiarizzato! Sto nel mio guscio non felicemente, ma devo starci. Ti ringrazio tanto del pensiero tuo per Giacomo Puccini a Giuseppe Giacosa me. Milano, marzo 1902 Caro Giacosa, ho riletto i fogli staccati della fine atto 2° (prima parte). Ci sono cose Giacomo Puccini a Luigi Illica bellissime ma fuori posto come disposizione ed andamento scenico. Torre del Lago, 15 ottobre 1902 Vorrei scriverti indicando la via da tenersi ma sento che meglio è Carissimo, parlarci e tu fare annotazioni, perciò ti prego di indicarmi per domani io, civettaio, ho sempre avuto una predilezione per i pettirossi e ne un’ora, una mezz’ora, un quarto, mattino o pomeriggio per me è lo sono la silvestre poesia autunnale. Hai ragione: bisogna metterne in stesso. Te lo chiedo per domani perché giovedì ritorno e mi ci vuole bocca a Butterfly il canto, in forma di strofette che odorino di muschio il primo atto. Non è molto quello che hai da fare: fallo e per un poco umido e di foglie secche di macchia. isolati per Butterfly. Fammi il piacere, caro Giacosa. Pensa alla gioia tu e mia quando avremo finito! Giacomo Puccini a Luigi Illica Torre del Lago, 16 novembre 1902 Giacomo Puccini a Luigi Illica Caro Illica, Torre del Lago, 30 aprile 1902 sai cosa ho scoperto? Che il consolato mi portava al fiasco! L’opera Caro Illica, deve essere in due atti. Il primo tuo e l’altro il dramma di Belasco con lavoro. E non ho intervistato Sada Yacco [attrice giapponese, all’epoca tutti i suoi particolari. Assolutamente ne sono convinto e così l’opera in tournée in Italia]. Ho qui però molto materiale della razza gialla che d’arte verrà tale da fare una grande impressione. Niente entr’acte e mi serve. […] arrivare alla fine tenendo inchiodato per un’ora e mezzo il pubblico! È

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enorme, ma è la vita dell’opera. Tu che vedi così bene il teatro, spero deve correre drammaticamente alla catastrofe, sia in un quadro, sia pure vorrai dirmi che ho ragione e se io t’avessi qui ti convincerei come ne in due quadri, ma tenendoci però nel medesimo ambiente. sono convinto io. Ora sì che vado avanti con fede! […] Scendere quella collina, giù da quel sentiero che noi conosciamo tanto, passare pel porto, attraversare la città europea, entrare nella contrada del Consolato… Non sente Ella che fatica? Non è una distrazione inutile? Giacomo Puccini a Luigi Illica […] E ben venga Butterfly! Ben venga Butterfly, col suo buon odore di Torre del Lago, 19 novembre 1902 “successo”! Questo è l’augurio mio, che faccio a Lei, augurio un po’ troppo Caro Illica, da egoista, ma io non lo faccio però soltanto esclusivamente all’editore, io combatto un po’ le tue idee perché rialzare il sipario con una ma a quel Giulio Ricordi che – sia in bene sia in male – sa comandare medesima scena non è bello; e poi ritengo proprio che questo all’anima mia come il vento alla bussola! drammino debba cominciare e finire senza interruzione. La fortuna del dramma di Belasco sta nel blocco del dramma, con tutti i suoi difetti che bisogna evitare il più possibile, noi, e c’è mezzo. […]. Giacomo Puccini a Giuseppe Giacosa Torre del Lago, gennaio 1903 Caro Giacosa, Giacomo Puccini a Giulio Ricordi Kate dice: “E non mi lascerete far nulla pel bambino? Io lo terrei con Torre del Lago, fine novembre 1902 cura affettuosa”. Non ti pare troppo cruda la proposta, o meglio troppo Carissimo Sig. Giulio, crudamente detta? Quel “lo terrei”, se si potesse sostituire! Capirai, così a Illica parte oggi (domenica). Il lavoro è finito e ne siamo contenti, bruciapelo ad una “mamma”!… e Butterfly non ha uno scatto, una mossa anzi contentoni; è riuscito splendidamente, fila via dritto e logico di ribellione! Io direi: “Avrei per lui, io l’amerei…”. Ma quel “terrei” così che è un piacere. Ah! quell’atto al Consolato era una vera rovina! Sto duro e crudo mi urticchia. Io girerei sull’argomento con tattica, tanto più strumentando l’atto 1° e presto verò a Milano e spero che anche lei si che il pubblico sa già dalle scene precedenti che si domanda, si cerca convincerà che il lavoro, così come è stato fatto, è più efficace. […]. d’avere: si vuole il bimbo. Ciao, pensaci.

Luigi Illica a Giulio Ricordi Giacomo Puccini a Luigi Illica Cassano d’Adda, dicembre 1902 Milano, 18 gennaio 1903 […] Quando Butterflyverrà fuori vedrà, caro signor Giulio, quante cose Caro Illica, “alla Butterfly”! Quando Puccini verrà ed Ella sentirà la scenata della Giacosa non accetta la nuova riduzione in un atto [di secondo e terzo lettera… e quando, soprattutto, Ella sentirà il suo cuore stringersi in atto], dicendo che tutto è disastroso, e via ragioni che non capisco e che uno spasimo affannoso allorché Butterfly corre e torna e presenta il non sono logiche né serie. Credo che sia un puntiglio, poiché dopo la bambino, ella comprenderà i miei entusiasmi! Sono sicuro che allora nostra decisione io non ne feci parte subito a lui. Parla di pubblicazione a solo vedrà come quel benedetto Consolato (dopo!) avrebbe pesato parte del suo libretto, ecc. ecc. Insomma quasi una rottura! su tutta l’opera! No, dopo la lettera e la presentazione del bimbo tutto Oggi vedrò (poiché vado da lui) se riuscirò a portarlo alla nostra idea, che

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mantengo anche a costo di dover rinunciare alla sua collaborazione. a lavorare e di mettere il piede a terra! Addio tutto, addio Butterfly, […] addio vita mia! È terribile! E lo scoramento ora mi prende davvero. Cerco farmi animo, ma non riesco a calmarmi. […] Ci pensi come li passerò questi tremendi mesi di estate? Che farò? Dio mio, c’è da far Giacomo Puccini a Luigi Illica invecchiare un neonato! […] Milano, 31 gennaio 1903 Caro Illica, […] Il pubblico, dopo che ha saputo che Pinkerton è arrivato, è sazio Giacomo Puccini a Luigi Mancinelli e non prende più quell’intenso interesse che ha prima dell’alba degli Boscolungo Abetone, 16 agosto 1903 uccelli. Dunque, andar via rapidi e soprattutto con pronta logica; Carissimo maestro, pensare a far una scenetta molto corta e trovare nelle poche parole Credo, spero, desidero che Butterfly sia data a Roma sotto la tua che Kate dice a Butterfly tutto il succo necessario, come pure nel direzione. Lavoro quanto me lo può permetter lo stato mio, che però laconismo e nei silenzi di Butterfly (silenzi ci vogliono, per Butterfly). ora va molto meglio. Insomma bisogna ritornarci, ma con pochi tocchi, pochissimi. […] […] Butterfly è un lavoro cui tengo molto. È fine, chiara, passionale ed efficace almeno per la costruzione del libro. È in due atti. Il 1° durerà un’ora e 5 minuti, il 2° un’ora e 20 circa; c’è una gran parte per la [Nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 1903 Puccini ebbe un gravissimo donna, poca il tenore e il baritono, altri 5 o 6 personaggi in ombra. incidente automobilistico, che lo tenne immobilizzato per mesi] 1° atto espositivo, di colore, mosso e divertente; 2° atto passionale, emozionante, dolce, tenero. […]

Giacomo Puccini a Luigi Illica Torre del Lago, 1 marzo 1903 Giacomo Puccini a , prima interprete di Butterfly Carissimo Illica, Milano, febbraio 1904 da letto dove rimarrò, dicono, due mesi! […] L’immobilità è insopportabile Carissima Signorina, come i dolori dei primi giorni. Ora sono abbastanza tranquillo: penso e così come va? è guarita? Io sono sempre a letto e penso alla mia a Butterfly. […]. Butterfly personificata in lei, gentilissima donnina. Come vanno le prove? gradirei vederla. Se può, in qualche ora passi da me, gliene sarò gratissimo. Giacomo Puccini a Luigi Illica Torre del Lago, 13 maggio 1903 Caro Illica, Ramelde Puccini, sorella di Giacomo, al marito Raffaello […] Mi sfasciarono ieri e fu talmente irrisorio, il progresso, che Guarneri Milano, 18 febbraio 1904 dichiarò che ne avrò ancora per tre mesi se mi dice bene. Non ti sto a Caro Raffaello, dire come mi trovi! E io che speravo di mettermi al piano e di cominciare sotto quale impressione ti scriva te lo puoi immaginare. Siamo più

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morte che vive! Non so quello che ti scrivo. Sono a letto, sono le 4. Alle 2 siamo andati a letto e non posso chiudere occhio. E dire che tutti eravamo tanto sicuri! Giacomo poi non parlava nemmeno dell’opera. Siamo andate là con pochissima trepidazione e fortuna che eravamo in palco, altrimenti davo spettacolo perché eravamo mezze travagliate. Il pubblico è stato contrario dal principio. Ce ne siamo accorti subito. Giacomo, poverino, non l’abbiamo mai veduto perché non si poteva andare sul palcoscenico. Siamo arrivati in fondo non so come. Il secondo atto non l’ho sentito affatto e, prima che l’opera finisse, noi siamo scappati dal teatro. Pubblico schifoso, abbietto, villano. Neanche una dimostrazione di stima. Giacomo, due ore fa, cioè dopo il teatro, si faceva forza assai, mi credevo di peggio (noi lo rivedemmo dopo due ore che era finito lo spettacolo). Giacomo è persuaso di aver lavorato bene e spera che l’opera si riabbia. Io non so quel che dirti perché non ci ho capito niente tanto ero agitata fino dalla prima contrarietà. C’era Mascagni, Giordano: figurati godimento! Basta è andata così! Certo siamo proprio sfortunate, poveracce anche noi! Vorrei essere a casa, ma come si fa a abbandonare Giacomo in questo momento? Maledetto quando gli venne in mente di darla alla Scala! Maledetto quando mi mossi! Ma già avrei sofferto anche costà! La nostra gita ormai è rovinata, ma questo non importa. Non far leggere né parlare di questa lettera confidenziale. A chi ti domanda, di’ che Giacomo dice tranquillamente che il pubblico è stato severo ma lui ha la coscienza d’aver fatto un lavoro come si deve, anzi il suo miglior lavoro. […]

Giacomo Puccini a Camillo Bondi Milano, 18 febbraio 1904 Mio caro Camillo, con animo triste ma forte ti dico che fu un vero linciaggio! Non ascoltarono una nota quei cannibali. Che orrenda orgia di forsennati, briachi d’odio! Ma la mia “Butterfly” rimane qual è: l’opera più sentita e più suggestiva ch’io abbia concepito! […] 86 Tra mondi diversi Riflessioni sulla regia di Madama Butterfly di Nicola Berloffa di Alexandra Jud

Se penso alla Madama Butterfly di Puccini, opera rappresentata per la prima volta il 17 febbraio 1904, trovo all’interno l’idea di una giovane donna innamorata, abbandonata, tradita e di un uomo straniero, egoista, codardo. La struttura psicologica dell’incontro di questi due protagonisti segue uno stereotipo conosciuto in molte opere pucciniane: l’amore fatale. Considerando in più che, durante il lavoro per Butterfly, Puccini stava vivendo il suo caso più grave con una certa «Corinna», sfociato in un litigio tra avvocati, si potrebbe persino pensare ad un elemento autobiografico per questo capolavoro. Parzialmente ciò può essere vero. Però, prendendo sul serio una storia che sembra essere superficiale e ingenua, si scopre che Madama Butterfly è molto di più.

Sfondo esteso Le circostanze dell’azione di Madama Butterfly costituiscono una situazione ben conosciuta nella storia umana: per interessi politici ed economici, due nazioni con culture opposte si incontrano. Finché l’intenzione superiore dello stato viene soddisfatta, la situazione può rimanere tranquilla, ma quando, più tardi, il singolo individuo incomincia a sentire le conseguenze delle trattative, le difficoltà nascono. Dunque, l’incontro tra Butterfly e Pinkerton si può interpretare come la personificazione di uno scontro di culture, in questo caso della cultura americana con quella giapponese. In questa atmosfera già difficile di per sé ci viene presentato lo psicogramma di una donna totalmente disperata, catturata nella sua immaginazione di un futuro liberatorio che lo spettatore sa sin dall’inizio dell’opera che non è nient’altro che un’idea fuggitiva senza legame con la realtà. È esattamente questo MADAMA BUTTERFLY TRA MONDI DIVERSI

sfondo politico-psicologico che infonde a Madama Butterfly una Nei tre anni che passano tra il primo e il secondo atto, questo teatro caratteristica che è di grande attualità nel mondo di oggi. diventa nella nostra regia un cinema per i soldati americani. Butterfly continua a vivere in quest’ambiente nel quale ha passato una notte Dietro la regia con Pinkerton e dove si sono congedati. L’ex teatro diventa per lei Questi due elementi del plot – lo scontro delle culture e la fuga di sia il luogo della sua finzione che della realtà da lei repressa. Il potere una donna in un mondo immaginato – costituiscono il fondo dell’idea simbolico di questo luogo viene accentuato attraverso alcune sequenze principale della regia di Nicola Berloffa. Egli li inserisce in un‘ambiente cinematografiche della Hollywood degli anni Quaranta: Butterfly fugge scenografico che ci apre delle possibilità d’interpretazione che nella finzione dei film trasmessi sullo fondo. La sua speranza vana trova oltrepassano la lettura letterale del testo. Secondo il libretto di culmine nel coro a bocca chiusa che diventa un momento di sogno, Puccini, l’azione dell’opera ha luogo verso la fine dell’Ottocento. rispecchiato sullo schermo. Oltre alle sue fantasie, che riguardano il Nella nostra produzione, ci troviamo in una situazione quasi-realistica ritorno di Pinkerton e un futuro lieto insieme all’americano, Butterfly che precede il 1950, in un momento storico per il Giappone simile si crea attraverso questi film un’immagine dell’America che non ha a quello immaginato da Puccini: dopo la sconfitta della seconda niente a che fare con la realtà in cui sta vivendo. A questo luogo di guerra mondiale, il paese si trovava sotto la dura occupazione degli finzione e di grande speranza rimarrà legata anche nel breve terzo americani. Per luogo dove si svolge tutta l’azione dell’opera, Fabio atto, nel quale tutto il suo mondo finto, sognato e idealizzato perde Cherstich ha creato l’interno di un teatro tradizionale giapponese, ogni splendore. Anche i costumi rappresentano quest’idea distorta di del cui palcoscenico fa parte anche la casetta di Pinkerton. Questo un paese quasi paradisiaco immaginato da Butterfly. Valeria Donata teatro non serve più esclusivamente alle rappresentazioni del teatro Bettella ha studiato attentamente la moda giapponese di quei tempi, tradizionale ma è diventato una casa per la vendita di giovani ragazze, nella quale l’influenza americana era ben visibile. I costumi fanno soprattutto geishe, ai militari ed ufficiali americani. Dunque il teatro, dunque vedere una miscela tra disegni giapponesi e tagli americani. che in passato era simbolo e centro della vita culturale giapponese, è In tutta questa diversità, Butterfly, che rimane rinchiusa dentro di ormai diventato un luogo dell’umiliazione umana, che per tante donne sé, è l’unico personaggio vestito in modo interamente tradizionale giapponesi dell’epoca narrata era l’orrenda realtà quotidiana. Cio- durante tutta l’opera. Marco Giusti approfitta inoltre della presenza Cio-San è la “star” dello spettacolo di questo teatro, che possiamo di un teatro sul palcoscenico con la sua struttura di legno per creare ammirare nel primo atto. Lei viene presentata agli americani, scelta da delle atmosfere che intensificano sia la situazione che lo stato d’animo Pinkerton e venduta da Goro. È un dettaglio dell’arredamento che ci dei protagonisti – elemento irrinunciabile interpretando i personaggi farà immediatamente capire che non stiamo guardando uno spettacolo operistici di Puccini. allegro: l’entrata di Butterfly è accompagnata da uno sfondo pieno di fioriture dei ciliegi, immagine che era una volta il momento sommo del Obiettivi e desideri teatro tradizionale giapponese. Ma nel nostro contesto questo estetico Il cambio d’uso del teatro giapponese riflette emblematicamente lo tableau non serve più come simbolo di bellezza e di fugacità, piuttosto sviluppo della protagonista. Il mondo del cinema è finto così come il crea un’intensificazione dello scontro delle due culture durante il primo mondo immaginato da Butterfly. Traumatizzata dal «seppuku», suicidio incontro vero di Butterfly e Pinkerton. d’onore, di suo padre e dalle sue esperienze di geisha, lei sogna di ricominciare una nuova vita con Pinkerton, lontana dalla tradizione che

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già l’ha fatta soffrire tanto. Segno più impressionante di questo desiderio degli stati d’animo profondissimi, se non essenziali. Il confronto tra è il fatto che Butterfly diventa cristiana. Ma, diciamolo chiaramente, lei il sistema tonale europeo e l’idioma musicale orientale che Puccini rinnega le sue radici per un uomo quasi sconosciuto. Dunque, questo integra nella partitura significa ovviamente lo scontro delle due culture. atto non è tanto un segno del suo amore per Pinkerton quanto una L’uso ingegnoso di motivi ricorrenti ben riconoscibili crea una logica prova dell’immaturità di una ragazza che ha appena compiuto quindici musicale che ci guida attraverso tutta l’opera. Oltre a queste tecniche anni e che sta per fare la sua prima esperienza sessuale con un uomo. compositive, Puccini crea dei contrasti tra l’orchestra e le parti vocali per È nel terzo atto che sappiamo con sicurezza che Butterfly non ha agito rappresentare la complessità summenzionata sul livello psicologico. Ad per amore ma per la sua illusione di un amore, legata strettamente alla esempio nel duetto del primo atto sentiamo un’ambiente predominante speranza di scappare dalla sua vita attuale. È soprattutto questo sfondo di di grande tenerezza nell’orchestra, come se i protagonisti vivessero disperazione che giustifica il comportamento irrazionale di Butterfly. assieme un momento di profonda felicità. Però, ascoltando le linee musicali delle due voci, scopriamo un messaggio totalmente diverso: Pinkerton invece vive la relazione con Butterfly in modo opposto, per mentre Pinkerton continua a sussurrare parole ipocrite, Butterfly canta lui non è altro che un gioco, un passatempo. Vuole godersi la vita e si delle ampie frasi che fanno prova della sincerità quasi eccessiva del assoggetta ciecamente alle convenzioni legate al suo grado. Oltre a suo affetto per l’americano. Come se gli sposi stessero parlando con desiderio sessuale la cui soddisfazione viene legalizzata attraverso un due intenzioni diverse, la musica trasmette allo spettatore due livelli di contratto inumano, questo matrimonio è anche una dimostrazione del diverso significato. E senza renderci conto comprendiamo già alla fine suo stato sociale e del suo potere. Contrariamente, lo stesso contratto del primo atto l’arrivo di una tragedia imminente. è per Butterfly il simbolo dell’ultima speranza rimasta per costruirsi una vita migliore e per recuperare un minimo di onore. Questa speranza Il presentimento creato da questa finezza di struttura musicale viene l’ha portata al di là della sua vita reale, seminando il germe della sua rafforzato attraverso vari effetti di suspense che Puccini integra in modo sorte fatale. È chiaro che questo sogno non sarà duraturo: con l’arrivo mirato nella partitura. Ad esempio nel coro a bocca chiusa Puccini di Kate perde la sua forza salvatrice, tutta la realtà finora da Butterfly allarga e prolunga lo stato emozionale di Butterfly attraverso la musica, negata e repressa si fa presente, e il suo mondo immaginario crolla. mentre l’azione reale diventa marginale. Questo effetto perdura anche Esattamente in questo momento di grande lucidità agisce per la prima nell’intermezzo successivo, nel quale viene inoltre condensato lo volta in modo ragionevole, tratto del carattere che prima non faceva spazio di una intera notte. La partitura di Madama Butterflysi distingue parte del suo essere. A lei rimane un’unica cosa da fare: garantire dunque per diversi tratti eccezionali: mentre l’uso di certe particolarità un futuro migliore al suo bambino e lasciarlo andare con il padre in della musica giapponese permette a Puccini di oltrepassare i limiti del America, senza lasciare una madre disonorata in Giappone. Alla fin dei sistema tonale europeo in certi momenti dell’opera, il compositore fa conti è l’amore profondo di una madre che spinge Butterfly al suicidio nello stesso tempo sentire con molta coscienza l’essenza più pura e che nello stesso tempo la riavvicina alla sua discendenza. della musica: la sensazione sospesa del tempo.

Il doppio significato della musica L’individuo prigioniero Per la sua sesta opera Puccini ha dunque scelto un libretto con Nonostante tutto, Madama Butterfly non è un’opera politica nel senso un’azione abbastanza scarna, ma con una protagonista che vive proprio. Ma fa accrescere la consapevolezza che l’individuo umano

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è spesso prigioniero di strutture e sviluppi del mondo esterno che da solo non può influenzare. La situazione dei protagonisti è alla fin fine causata da una struttura politica e morale creata dall’uomo stesso e viene rafforzata tramite il loro carattere e la loro storia individuale. È da questo scontro di interessi che nascono sia la tragica morte di Butterfly che la pretesa sofferenza in forma di una concessione fuggitiva di Pinkerton alla fine dell’opera. La sensazione che rimane è quella di un essere umano catturato tra il desiderio di sviluppare la propria individualità e le regole del meccanismo del mondo – come la farfalla caduta nelle mani dell’uomo ed inchiodata alla parete.

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Opera amatissima e spesso presente sul palcoscenico del Teatro Massimo, Madama Butterfly ottiene grande successo fin dalla sua prima apparizione, due anni dopo la creazione (e l’insuccesso milanese), quando va in scena al Teatro Massimo il 26 aprile 1906, sotto la bacchetta di Edoardo Mascheroni, con interpreti principali Maria Farneti (Butterfly), Giuseppe Acerbi (Pinkerton) e Alfredo Costa (Sharpless), e l’opera viene scelta anche per la serata di gala in onore di Vittorio Emanuele III ed Elena di Savoia, l’11 maggio. La recensione dello spettacolo sulle pagine de «L’Ora» diceva: «Il pubblico palermitano, imponentissimo iersera come rare volte si ricorda, […] ha inteso tutta la nobiltà, la squisitezza dell’ispirazione, che fanno della Butterfly un vero gioiello d’arte lirica, ha sentito tutta la delicatezza e la suggestione della dolcissima melodia, tuta la poesia del dramma della piccola Butterfly, ha apprezzato la tecnica squisitamente elaborata ed ha applaudito con entusiasmo, grazie anche ad un’esecuzione assolutamente perfetta e ad una in scena che fu una sorpresa meravigliosa». Giorgio Gualerzi chiosa: «Punta di diamante di questa esecuzione diretta da Edoardo Mascheroni era la 29enne Maria Farneti, in quel momento più che mai sulla cresta dell’onda, esponente fra le maggiori sul versante intimistico del filone verista. Non a caso sarà proprio lei, scrive ancora il recensore de L’Ora, “la trionfatrice della serata” grazie a una voce “carezzevole, deliziosamente espressiva”, e a un “talento interpretativo eccezionale”, che le avevano consentito di fare del personaggio di Butterfly “una creazione mirabile”, al cui confronto, durante il primo quarto di secolo, resiste soltanto la “creatrice” assoluta Rosina Storchio». E ancora Maria Farneti è infatti l’interprete di Butterfly anche l’anno Daniela Dessì (Butterfly) nel 2012 al Teatro Massimo. MADAMA BUTTERFLY MADAMA BUTTERFLY AL TEATRO MASSIMO

successivo, dal 16 marzo 1907, con la direzione stavolta di Tullio alla Scala sotto la direzione di De Sabata. In scena con lei Bianca Serafin e Ida Bergamasco (Suzuki), Fiorello Giraud (Pinkerton) e Remo Arena (Suzuki), Salvatore Romano (Pinkerton) e di nuovo Armando Billi (Sharpless). Dadò (Sharpless), dirige Angelo Ferrari. Segue una sfilata di interpreti importanti, come nota sempre Giorgio Segue un’edizione diretta da Filippo Ernesto Raccuglia, il 15 luglio Gualerzi: «Nel marzo 1919, ad esempio, dieci recite sono ripartite 1944, con Adalgisa Rizzini (Madama Butterfly), Niny Algozzino (Suzuki), fra Giuseppina Baldassarre Tedeschi, una “specialista” della parte, e Giuseppe Fontanarosa (Pinkerton) e Ugo Gennaro (Sharpless) e la regia Juanita Caracciolo, soprano lirico tra i più apprezzati degli anni ‘20 di Aldo Mirabella Vassallo, e in parte con gli stessi interpreti l’opera […]», in un’edizione diretta da Giuseppe Baroni che inizialmente venne viene ripresa anche nel dicembre dello stesso anno. eseguita senza la parte dello Zio Bonzo, poi reintegrata per disposizioni Seguono poi diverse affermate interpreti, soprattutto italiane, come della casa editrice Ricordi. nota Giorgio Gualerzi: Augusta Oltrabella nel 1945 con la direzione di Tra le interpreti di Cio-Cio-San seguono poi Ersilde Cervi Caroli Oliviero De Fabritiis e la regia di Alessandro Sanine; Maria Cebotari nel maggio 1922, con la direzione di Franco Paolantonio. La Cervi «il cui indubbio fascino, aureolato di mito, aveva certamente radici Caroli, che era stata interprete anche della Wally di Catalani che cinematografiche più che operistiche», sotto la bacchetta di Francesco aveva inaugurato la stagione, è una cantante che Gualerzi accosta Molinari Pradelli e con la regia di Enrico Frigerio per l’inaugurazione ad un’altra indimenticabile protagonista di Madama Butterfly, Raina della stagione autunnale 1947; Vera Montanari nel 1949 per due Kabaivanska, poiché «entrambe hanno infatti bisogno non soltanto di rappresentazioni; Elena Rizzieri con la direzione di Ottavio Ziino nel essere ascoltate ma anche viste sulla scena, il che spiega il velo di 1951; Bruna Fabrini e, soprattutto, che la sostituisce per oblio rapidamente sceso sulla Cervi Caroli». una recita nel dicembre 1953 al Politeama Garibaldi, con la direzione di Tre anni dopo la protagonista è il soprano giapponese (di padre Giuseppe Patané e la regia di Aldo Mirabella Vassallo, con Mario Binci olandese) Kiwa Teiko, un’altra interprete specializzata nel ruolo: le sette (Pinkerton) e Renato Capecchi (Sharpless); Kira Baclanova e Bruna rappresentazioni dell’aprile 1925 vedono la direzione di Arturo Lucon Fabrini nel 1956, sempre con la direzione di Raccuglia e la regia di e come altri interpreti Bruna Castagna (Suzuki) Samuele Tulmann Mirabella Vassallo. (Pinkerton) e Umberto Sartori (Sharpless). E ancora un soprano Nel 1960 e nel 1964 protagonista è . Nel primo caso, per giapponese, Nobuko Hara, per la Madama Butterfly diretta da Santo le cinque rappresentazioni a partire dal 28 gennaio 1960, dirige Ottavio Santonocito il 7 ottobre 1929, per una recita fuori stagione in onore dei Ziino, con la regia di Aldo Mirabella Vassallo e le scene e i costumi di partecipanti al Congresso Antitubercolare. Grazia Lusignoli Verdoia, in scena oltre alla Stella anche Stefania Malagù Segue un silenzio insolitamente lungo per un’opera tanto amata dal (Suzuki), Gianni Raimondi (Pinkerton) e Renato Capecchi (Sharpless), pubblico palermitano, che torna solo il 26 gennaio 1937, ancora per mentre in alcune recite il ruolo di Butterfly è affidato a Floriana Cavalli. una recita fuori stagione, diretta da Mario Cordone con Olga Brancucci Su «L’Ora» Filippo Ernesto Raccuglia scrive: «Ovviamente, l’attrazione (Butterfly), Maria Meloni (Suzuki), Alessandro Ziliani (Pinkerton) e principale della serata era Antonietta Stella, che, difatti, ha cantato Armando Dadò (Sharpless), con la regia di Romolo Gismondi. con voce deliziosamente modulata, con affascinante dolcezza di Ma il ritorno sulle scene il 27 ottobre 1940, anche se per sole 3 timbro, con atteggiamenti scenici di ammaliante grazia, disciplinati rappresentazioni, vede la presenza di una grande interprete del ruolo, con sapiente sagacia. Non ci ha convinto la realistica truccatura. […] , che due anni prima aveva interpretato Butterfly Così come non ci ha entusiasmato la scena finale del Karakiri, un po’

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troppo virtuosistica e quindi meno suasiva della commovente azione prevista e minutamente descritta dall’Autore. […] Applausi entusiastici hanno salutato ripetutamente, alla fine di ogni atto, gli esecutori tutti. In modo particolare, naturalmente, Antonietta Stella. Da registrare anche una insistente richiesta di bis al tenore Gianni Raimondi, che ha dovuto ripetere la romanza del terzo atto». Per le recite del febbraio 1964 accanto alla Stella c’è invece un giovane nei panni del tenente americano, con lo Sharpless di Mario Basiola jr e la Suzuki di Aurora Cattelani; dirige Oliviero De Fabritiis, regia di Aldo Mirabella Vassallo, scene e costumi di Tako Jwasaki. È una produzione che attira l’attenzione anche fuori Palermo, perché segna il ritorno sulle scene del soprano dopo una breve indisposizione e la decisione clamorosa di non interpretare al Teatro alla Scala con Franco Corelli. In quanto a Luciano Pavarotti, Roberto Pagano scrive sul «Giornale di Sicilia» che «ha confermato le sue belle doti vocali dandoci un Pinkerton più che adeguato». La Butterfly del gennaio 1965, diretta da Ottavio Ziino e per alcune recite da Maurizio Arena, vede come protagonista Lidia Marimpietri e il Pinkerton di Giacomo Aragall, mentre Sharpless è nuovamente Renato Capecchi. Scene e costumi sono di nuovo quelli di Taku Jwasaki. L’edizione del 1970 vede alternarsi due grandi interpreti: , giustamente celebre per la sua interpretazione profonda e toccante della giovane geisha, ed , «artisticamente nata proprio a Palermo», come ricorda Gualerzi. Insieme a loro la Suzuki di Elena Zilio e il Pinkerton di Gianni Raimondi; dirige Lovro von Matacic, l’allestimento è sempre quello con la regia di Aldo Mirabella Vassallo e scene e costumi di Taku Jwasaki. Elena Mauti Nunziata, di nuovo con Gianni Raimondi, è la Butterfly anche nel febbraio 1974, sotto la bacchetta di Oliviero De Fabritiis. Al filone “esotico”, come lo definisce Gualerzi, si torna nel maggio 1977, quando Butterfly è Yasuko Hayashi; completano il cast Anna Di Stasio (Suzuki), (Pinkerton) e Domenico Trimarchi Madama Butterfly nel 1964 al Teatro Massimo. (Sharpless), con la direzione di Gaetano Delogu, mentre nell’aprile 1984, In alto Aurora Cattelani (Suzuki) e Antonietta Stella (Madama Butterfly). In basso Luciano Pavarotti (Pinkerton). con la regia di Mauro Bolognini e la direzione di Pinchas Steinberg,

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Elena Mauti Nunziata è per la terza volta Butterfly, insieme ad Anna Di Stasio (Suzuki), Umberto Grilli (Pinkerton) e Lorenzo Saccomani (Sharpless) per un totale di 12 rappresentazioni al Politeama Garibaldi. Nel febbraio 1994 sempre al Politeama Garibaldi per dodici rappresentazioni dirige Maurizio Arena, regia di Mauro Bolognini, scene e costumi di Carlo Savi, e , altra eccezionale interprete di Butterfly, si alterna nelle recite con Maria Spacagna e Adriana Morelli, accanto a Eleonora Jankovic (Suzuki), e Maurizio Frusoni (Pinkerton) e Roberto Servile e Alessandro Cassis (Sharpless). Nel 2002 l’interprete di Butterfly è Daniela Dessì, che si alterna con Xiu Wei Sun e Rosa Ricciotti. Insieme a lei la Suzuki di Rossana Rinaldi, il Pinkerton di e lo Sharpless di Roberto Servile. Regia di Stefano Vizioli con scene di Aldo Rossi e costumi di Annamaria Heinreich, dirige Renato Palumbo. Della cantante bresciana scrive Giovanni La Barbera su «La Repubblica»: «Daniela Dessì […] ha tratteggiato una Butterfly assolutamente credibile scenicamente e di notevole spessore vocale. Il suo timbro è bello, dagli accenti fortemente drammatici e sostenuto da tecnica salda, pur se il soprano italiano sembra, a tratti, quasi voler tenere un pizzico di studiata distanza da quel ruolo così drammatico». Nel settembre 2009 Gabriele Ferro dirige l’orchestra e il Coro del Teatro Massimo, con la regia di Lorenzo Mariani ripresa da Elisabetta Marini, scene e costumi di Maurizio Balò e luci di Guido Levi, per un allestimento della Finnish National Opera. In scena Hui He (Butterfly), Rossana Rinaldi (Suzuki), Massimiliano Pisapia (Pinkerton) e Fabio Capitanucci (Sharpless). Scrive Pietro Misuraca su «La Repubblica»: «Applauditissima protagonista, il soprano cinese Hui He sfoggia grazia scenica e una linea di canto ragguardevole, nelle lunghe pagine di conversazione come nei cosiddetti grandi momenti. Specie al secondo atto conferisce quindi al personaggio, con finezza di tocchi interpretativi vivificati dalla nitida dizione, una ricca gamma di accenti e di inflessioni. […] Determinante, infine, il sicuro mestiere di Gabriele Ferro alla guida dell’Orchestra del Massimo, capace di mettere a Due grandi Butterfly al Teatro Massimo: Renata Scotto nel 1970 ( (in alto) e Raina Kabaivanska nel 1994 (in basso).

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fuoco preziosità timbriche, colori esotici e arditezze armoniche in una narrazione serrata e al contempo elastica, che si fonde col canto, lo sostiene e lo amplifica». Infine il 30 ottobre 2012 Daniela Dessì è per la seconda e, purtroppo, ultima volta Madama Butterfly al Teatro Massimo. Insieme a lei sono Giovanna Lanza (Suzuki), Roberto Aronica (Pinkerton) e Alberto Mastromarino (Sharpless), dirige Marcello Mottadelli, la regia di Andrea Cigni riprende l’allestimento storico di Beni Montresor, con le luci di Claudio Schmid. Così scrive Sara Patera sul «Giornale di Sicilia»: «C’è semre un clima di attesa su quel “primaveril soffio giocondo” che ne preannunzia l’apparizione. Ed ecco Daniela Dessì-Butterfly, protagonista nell’opera pucciniana in scena al Teatro Massimo […], ammantata in vivido rosso suggerisce l’impressione di una fanciulla. Il gioco scenico che conduce al primo atto nel dettaglio minuzioso non affettato dei gesti, dalla compostezza degli inchini con tratti sottilmente infantili alle schermaglie morbide del duetto amoroso, si apre gradualmente dal secondo al terzo atto la drammaticità d’una condizione cui perviene attraverso la naturalezza di una quotidianità vissuta nel rapporto con Suzuki e nell’incontro con Sharpless. E la cura del fraseggio, la gradualità delle tinte alle tensioni dell’epilogo ne tratteggiano un profilo vissuto con intensità».

Hui He (Butterfly) nel 2009 al Teatro Massimo. 105 BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

Carteggi pucciniani, a cura di Eugenio Gara, Ricordi, Milano 1958.

Mosco Carner, Giacomo Puccini. Biografia critica, Il Saggiatore, Milano 1961, 19743, rist. 1981.

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Giacomo Puccini. L’uomo, il musicista, il panorama europeo, Atti del Convegno internazionale di studi su Giacomo Puccini nel 70° anniversario della morte (, 25-29 novembre 1994), a cura di Gabriella Biagi Ravenni e Carolyn Gianturco, LIM, Lucca 1997.

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Arman Schwartz, Puccini’s Soundscapes. Realism and Modernity in , Olschki, Firenze 2016. NOTE BIOGRAFICHE

Jader Bignamini Scelto nel 1998 da come clarinetto piccolo dell’Orchestra Sinfonica “” di Milano, Jader Bignamini inizia un percorso all’interno dell’istituzione che lo vedrà passare dalle file dell’orchestra al podio, fino ad essere nominato nel 2010 Direttore assistente e dal 2012 Direttore associato. Nato a Crema, dopo gli studi al Conservatorio di inizia giovanissimo a collaborare, anche come solista, con diverse orchestre e avvia contemporaneamente l’attività di direttore con gruppi da camera, orchestre sinfoniche e di enti lirici. Nell’autunno 2012 partecipa per il secondo anno consecutivo al Festival MITO con la Messe Solennelle di Berlioz. Prosegue inoltre la sua intensa collaborazione con l’Orchestra Verdi dove dirige, oltre a quello inaugurale, svariati concerti con programmi lirici e sinfonici (Brahms, Čajkovskij, Glinka, Musorgskij, Prokof’ev, Ravel, Respighi, Rimsky-Korsakov, Paganini, Piazzolla, Stravinsky, Vivaldi), sia a Milano che nella tournée in Russia (Sala Čajkovskij a Mosca e Sala Glinka della Filarmonica di San Pietroburgo), collaborando con solisti quali Karen Gomyo, Francesca Dego, Natasha Korsakova, Kolya Blacher e Lylia Zilberstein. Seguono i debutti sinfonici in Giappone alla Biwako Hall di Otsu, in Brasile al Teatro Municipal di Sao Paulo, a Palermo con l’Orchestra Sinfonica Siciliana e a Firenze col Maggio Musicale. Inaugura poi il XXXIX Festival della Valle d’Itria con Crispino e la Comare, la XX Stagione Sinfonica dell’Orchestra Verdi con un programma verdiano e il Festival Verdi 2013 a Parma con Simon Boccanegra, a MADAMA BUTTERFLY

seguito del quale gli viene offerto dal Teatro Regio un invito triennale per il Festival. Seguono ancora i Carmina Burana con la Filarmonica del Comunale di Bologna, La bohème a Sao Paulo e alla Fenice, L’elisir d’amore ad Ancona, Tosca a Bologna, La forza del destino al Festival Verdi di Parma, La bohème e con L’amor brujo al Filarmonico di Verona. Tra gli impegni recenti e futuri, oltre ai numerosi appuntamenti sinfonici con l’Orchestra Verdi, tra i quali il verdiano Requiem, ricordiamo a Roma, Madama Butterfly alla Fenice, il debutto americano con alla Santa Fe Opera, Oberto, conte di San Bonifacio a Frankfurt, un tour di concerti con Anna Netrebko in Asia, Andrea Chénier alla National Opera, La traviata a Roma nella nuova produzione di Sofia Coppola e all’Arena di Verona, Ciro in Babilonia al Rossini Opera Festival, al Bolshoi, Il trovatore in due nuove produzioni a Roma e a Francoforte, il debutto al Metropolitan di New York con Madama Butterfly, che dirigerà anche alla Santa Fe Opera.

Nicola Berloffa Nato a Cuneo, ha frequentato gli studi in regia presso la Scuola “Paolo Grassi” di Milano, dove si è diplomato con lode su Frühlingserwachen di Frank Wedekind. Dal 2004 al 2011 ha collaborato come assistente in numerose produzioni operistiche al fianco di registi come Luca Ronconi, Ugo Tessitore, Cesare Lievi e Daniele Abbado in vari teatri internazionali come Teatro alla Scala, Teatro Arriaga Bilbao, La Monnaie di Bruxelles, Opéra Bastille di Parigi, Teatro La Fenice di Venezia, Teatro Regio di Parma, Teatro Regio di Torino, Opera di Firenze, Teatro San Carlo di Napoli, Rossini Opera Festival di Pesaro e l’Opera di Roma. Nel 2006 mette in scena i suoi primi spettacoli come regista ossia Vita e destino di Wassili Grossman al TST e La morte e la fanciulla di Ariel Dorfman al Teatro Litta di Milano. Nel 2008 vince un concorso internazionale di regia indetto dal Ministero della Cultura Francese per la messa in scena di una nuova produzione de Il viaggio a Reims, spettacolo presentato in 16 teatri francesi tra cui Reims, Vichy, Avignone, Paris-Massy, Montpellier, Tours, Metz, Nancy, Nizza,

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Marsiglia, Bordeaux, Tolosa. Milano L’inquilino (2014), Terrore e miseria del terzo Reich (2015) e Bull Successivamente firma la regia de La serva padrona di Pergolesi al (2016). Tra i prossimi progetti, la regia di Opera Panica di Alejandro Teatro Regio di Torino, di Un giorno di regno di Giuseppe Verdi al Jodorowsky prodotta dal Teatro Franco Parenti, le scene per La Wally Cantiere Internazionale dʼArte di Montepulciano, Le nozze di Figaro con la regia di Nicola Berloffa per il Teatro Municaple di Piacenza, il e per il circuito As.li.co, Il noce di Benevento, Teatro Comunale di Modena e il Teatro Valli di Reggio Emilia e una Le chalet, Demetrio e Polibio e Le comte Ory al Rossini-Festival di seconda opera in forma di OperaCamion. Wildbad, Hänsel und Gretel a Marsiglia, Avignone e Merignac, Die Zauberflöte e Così fan tutte all’Opera di Tenerife, L’italiana in Algeri Valeria Donata Bettella all´Opera di Marsiglia, Vichy, Avignon e Massy, Die lustige Witwe e Les Dopo aver conseguito il diploma in Scenografia contes d’Hoffmann al Teatro Municipale di Piacenza, La bohème al presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia Teatro delle Muse di Ancona. (2007), frequenta il corso di Sartoria teatrale Recentemente ha riscosso un grande successo di pubblico e critica nel dell’Accademia di Arti e Mestieri dello Spettacolo suo debutto al Teatro di St. Gallen con le nuove produzioni di Carmen del Teatro alla Scala di Milano (2008). Durante e Norma. Tra i suoi progetti futuri ci sono La Wally a Piacenza e Don il percorso accademico collabora con diverse Carlo a St. Gallen. realtà teatrali, tra cui la Biennale di Venezia per la progettazione e realizzazione delle marionette de Il mondo della luna di Galuppi, regia Fabio Cherstich di G. Ferrari. Nel 2008 inizia la sua attività di costumista di Diplomato in regia teatrale alla “Scuola d’Arte e di prosa. Collabora con il regista Federico Grazzini alle produzioni Drammatica Paolo Grassi” di Milano, dal 2005 di Expoi, Piccolo Teatro di Milano (2008); Rigoletto, progetto Pocket collabora come assistente alla regia di Giorgio Opera di As.Li.Co. (2009); Gianni di Parigi di Donizetti, in occasione del Barberio Corsetti (tra gli altri spettacoli, Tosca, Festival della Valle d’Itria (2010) e del Wexford Festival Opera (2011); Portopalo, nomi su corpi senza tomba, Zelmira Nabuccolo, progetto educativo As.Li.Co. (2011); Il barbiere di Siviglia e Le streghe di Venezia). Nel 2011 ha cominciato (2011) e Der fliegende Holländer (2013) per il Circuito Lirico Lombardo; la collaborazione artistica con Filippo Timi e ha ripreso Le streghe e per il Teatro Regio di Parma (2014); di Venezia all’Opera Nazionale di Amsterdam e al Teatro Alighieri di per l’Opéra di Nizza (2014); Rigoletto per il Macerata Opera Festival Ravenna. Dal 2012 collabora con Andrée Ruth Shammah al Teatro 2015; Nabucco per il Festival di Caracalla 2016. Con il regista Andrea Franco Parenti e insegna Storia della regia contemporanea alla Scuola d’arte Cigni collabora alle produzioni di Ernani, Circuito Lirico Lombardo drammatica Paolo Grassi, alla Scuola di Cinema di Milano e allo IULM. (2012) e La Cambiale di Matrimonio per il Teatro Regio di Parma (2014). Ha disegnato le scene per Il flauto magico e Così fan tutte con Dal 2015 collabora con Nicola Berloffa alle nuove produzioni di Les la regia di Nicola Berloffa all’Auditorium di Tenerife. Nel 2015 ha contes d’Hoffmann per i teatri lirici di Piacenza, Modena, Reggio Emilia disegnato le scene per Les contes d’Hoffmann, La bohème e Un ballo e Toulon (2015); La bohème, Teatro delle Muse di Ancona (2015); Un in maschera con la regia di Nicola Berloffa. Di recente ha curato la ballo in maschera, Circuito Lirico Lombardo (2015); Norma, Opera di regia di Conversazioni con Chomsky su musiche di E. Casale per la St. Gallen (2016). Fondazione Musica per Roma (2014) e per il Teatro Franco Parenti di Prossimi progetti la vedono impegnata nelle nuove produzioni di La

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Wally, regia di N. Berloffa per la Fondazione Teatri di Piacenza, e La Nata in Cina nell’antica capitale imperiale Xi’an, ha completato i suoi Scuola de’ Gelosi di Salieri, regia di I. Nunziata per la Fondazione studi musicale nel suo paese natale. Nel 2000 ha vinto il secondo Salieri in collaborazione con l’Opera di Firenze. premio al Placido Domingo’s International Operalia Competition a Los Angeles ed è stata invitata a cantare in concerto con Domingo a Marco Giusti Shangai. Nel 2001 ha vinto il primo premio al Concorso Voci Verdiane Dopo gli studi in storia all’Università di Trieste di Busseto, dove è stata particolarmente apprezzata da . si trasferisce a Milano dove si diploma in regia Il suo debutto italiano è avvenuto nel 2002 come Tosca al Teatro Regio presso la Scuola Paolo Grassi. Inizia il suo di Parma. Sono seguite poi Alzira a Parma, Un ballo in maschera a percorso teatrale come assistente del pittore- Verona e Bolzano e Aida a Firenze, Napoli, Roma, Busseto, Lucca, lighting designer Gabriele Amadori con cui Piacenza e Catanzaro. Ha debuttato poi alla Staatsoper di Vienna in collabora a progetti di action painting, installazioni di Verdi e all’Arena di Verona come Liù in Turandot. Nel 2006 ha museali ed al progetto Magic Flute Tableau Vivant patrocinato debuttato al Teatro alla Scala di Milano in Tosca con la direzione di Lorin dall’Unesco. Perfeziona la sua formazione di lighting designer presso Maazel e all’Opéra Bastille di Parigi in Madama Butterfly. Nel 2007 ha enti come Rossini Opera Festival, Biennale DMT, CSS Udine e Teatro debuttato a Monaco come Tosca e nel 2010 alla Stabile FVG. Acquisisce inoltre competenze nella creazione di Live- con Aida. Nella stagione passata ha interpretato Madama Butterfly Shows collaborando come resident lighting designer a Festival come alla Bayerische Staatsoper, Aida all’Arena di Verona e al Teatro Verdi No Boarders Music, Folk-Est e Sexto’nplugged. di Salerno, Tosca alla Deutsche Oper di Berlino e alla Semperoper di Ha lavorato negli ultimi anni per Théâtre du Châtelet di Parigi, Festival Dresda, Il trovatore all’Opéra di Parigi e all’Arena di Verona e La forza del di Avignone, Opera di Losanna, Teatro Real di Madrid, Opera di Roma, destino al Teatro Filarmonico di Verona e allo Staatstheater di Wiesbaden. Teatro di St. Gallen, Maggio Musicale Fiorentino, Teatro Petruzzelli I suoi impegni per la stagione 2016/17 includono Un ballo in maschera di Bari, Napoli Teatro Festival, collaborando con registi quali Giorgio al Teatro dell’Opera di Roma, Tosca alla Deutsche Oper di Berlino, Il Barberio Corsetti, Romeo Castellucci, Nicola Berloffa, Benedetto trovatore al Teatro San Carlo di Napoli e Madama Butterfly al Teatro Sicca, Adriano Sinivia, Juliette De Champs. Real di Madrid, alla Deutsche Oper di Berlino, alla Den Norske Opera e alla Dallas Opera. Hui He Al Teatro Massimo è stata protagonista di Tosca nella stagione 2014 e Si è imposta sulla scena internazionale nel 2003 di Aida nel 2013. con la sua interpretazione della protagonista di Madama Butterfly all’Opéra di Bordeaux, Maria Katzarava ruola del quale è oggi una delle più acclamate Uno dei soprani più talentuosi della sua interpreti, come di Aida e Tosca. Ha cantato nei generazione, Maria Katzarava ha conquistato principali teatri del mondo: Metropolitan Opera di la fama internazionale nel 2008 vincendo nelle New York, Staatsoper di Vienna, Teatro alla Scala di Milano, Deutsche categorie opera e zarzuela al Concorso Operalia Oper di Berlino, Bayerische Staatsoper di Monaco, Gran Teatre del fondato e presieduto da Placido Domingo. La Liceu di , Arena di Verona. giovane cantante messicana di padre georgiano

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ha già avuto modo di prendere parte ad importanti produzioni in alcuni a Masada diretta da Daniel Oren. Ha intepretato Azucena nel Trovatore fra i più prestigiosi teatri del mondo, fra i quali ROH Covent Garden al Teatro Massimo di Palermo, al Teatro Comunale di Bologna e in di Londra, Liceu di Barcellona, Teatro alla Scala, Opéra di Losanna, tournée col Ravenna Festival in vari teatri italiani e al Royal Opera Florida Grand Opera di Miami, Teatro Filarmonico di Verona, Grand House in Oman nell’allestimento firmato da Cristina Mazzavillani Muti. Théâtre di Ginevra, Teatro San Carlo di Napoli, Maggio Musicale Per i 150 anni dell’Unità d’Italia ha interpretato Fenena in Nabucco Fiorentino, Teatro Petruzzelli di Bari, Teatro Lirico di Cagliari, Teatro all’Opera di Roma diretta da Riccardo Muti, ruolo intepretato anche Regio di Parma, collaborando con direttori d’orchestra del calibro di al Teatro Regio di Parma, alla Bayerische Staatsoper di Monaco e Zubin Mehta, Daniel Oren, Michele Mariotti, Gustavo Dudamel, Donato all’Arena di Verona. Nel 2012 ha partecipato al concerto del Senato Renzetti, Alain Guingal e Paolo Carignani. della Repubblica diretto da Riccardo Muti, con il quale ha cantato anche Nella stagione 2010/11 ha debuttato al Covent Garden di Londra Macbeth al Teatro dell’Opera di Roma e al Festival di Salisburgo. Nel interpretando Juliette in Roméo et Juliette con la direzione di Daniel 2013 è Santuzza in Cavalleria rusticana ad Ancona, ruolo intepretato Oren, ruolo nel quale ha trionfato in teatri quali Teatro alla Scala, Opéra anche al Teatro di Bergamo, ed esegue, ancora sotto la direzione di di Losanna, Florida Grand Opera, Teatro Filarmonico di Verona, St. Muti, la Messa in Si Minore di Bach a e la Missa Defunctorum Etienne e Mosca. Nel corso della stagione 2015/16 ha interpretato di Paisiello al Festival di Salisburgo e in tournée in vari teatri italiani. Ha con grande successo Fidelio (Leonora) all’Opera Carolina di Charlotte interpretato Maddalena in Rigoletto al Teatro Comunale di Bologna, (USA), Il duca d’Alba all’Opera di Oviedo, La traviata al Teatro Verdi all’Arena di Verona con regia di Franco Zeffirelli, al Teatro La Fenice di di Padova, Otello (Desdemona) debuttando al Liceu di Barcellona, Venezia, al Teatro dell’Opera di Roma e all’Opera di Firenze diretta da Carmen (Micaela) al Teatro Comunale di Bologna, Faust (Margherita) Zubin Mehta. È stata Suzuki in Madama Butterfly al Teatro Comunale all’Opéra di Losanna, la IX Sinfonia di Beethoven al Festival di St. Denis. di Bologna, all’Arena di Verona con regia di Franco Zeffirelli, al Teatro Ha debuttando inoltre a Vienna prendendo parte a un Gala insieme a dell’Opera di Roma e alle Terme di Caracalla di Roma. Ultimamente Juan Diego Florez. In concerto ha collaborato in diverse occasioni con è stata interprete al Teatro dell’Opera di Roma del Trittico di Puccini , Placido Domingo e Zubin Mehta. diretto da Rustioni con regia di Michieletto e della Traviata di Verdi Fra i prossimi impegni annovera La traviata nei Teatri di Reggio Emilia, firmata da Valentino con regia di Sofia Coppola. Bergamo, Cremona, Brescia, Pavia e Modena, Tosca all’Opéra de Tours, Stiffelioal Teatro Regio di Parma, Die Fledermaus (Rosalinde) al Raffaella Lupinacci Teatro Petruzzelli di Bari, La bohème al Teatro Comunale di Bologna, Simon Frequenta il Conservatorio “S. Giacomantonio” Boccanegra all’Opéra di Losanna e Carmen (Micaela) all’Opera di Oviedo. di Cosenza, dove si diploma, e prosegue gli studi con e Carlo Desideri. Attualmente si Anna Malavasi perfeziona con Fernando Cordeiro Opa. Dal 2009 è una delle interpreti più affermate Scelta da Alberto Zedda per l’Accademia di Carmen, ruolo che ha debuttato a Fano, ha Rossiniana di Pesaro nel 2012, ha debuttato portato in tournèe in Olanda e che ha interpretato come Marchesa Melibea ne Il Viaggio a Reims di Rossini. Nel 2013, anche al Comunale di Bologna diretta da Michele dopo essersi affermata al concorso As.Li.Co., debutta Tancredi nel Mariotti, a Lubecca con la regia di Alberto Triola e ruolo del titolo all’interno del Circuito Lombardo.

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Tra gli appuntamenti passati ricordiamo inoltre: Zulma ne L’Italiana in (1995) come protagonista in Henrico Leone di A. Steffani. Algeri nel 2013 al Rossini Opera Festival a Pesaro; Otello di Rossini Ha lavorato in importanti teatri italiani ed esteri, tra i quali: il Filarmonico (Emilia) ad Anversa diretta da Zedda; Maometto II a Zurigo, Basilea e l’Arena di Verona (ininterrottamente dal 1997 al 2012); il Regio di Torino; il e Friburgo; Petite Messe Solennelle di Rossini a Saint-Etienne diretta Teatro dell’Opera di Roma; il Carlo Felice di Genova; il Massimo di Palermo; da Zedda, Publia in Aureliano in Palmira nel 2014 al Rossini Opera il Comunale di Bologna; lo Sferisterio di Macerata; l’Opéra e l’Acropolis di Festival di Pesaro. Nizza; il Teatro dell’Opera di Budapest; la Concert Hall di Dublino. È stata recentemente protagonista di importanti debutti: Dorabella in Ha collaborato con i principali direttori italiani e stranieri e ha partecipato Così fan tutte al Teatro Olimpico di Vicenza e La forza del destino al ad allestimenti quali Die Teufel von Loudun di Penderecki nel ruolo Teatro Regio di Parma; è stata quindi impegnata in Nabucco (Fenena) di Louise, per la regia di José Carlos Plaza (Regio di Torino, 2000); per il Circuito Lirico Lombardo nei teatri di Como, Brescia, Pavia, Sly di Wolf-Ferrari, doppio ruolo di Rosalina e di Terza Ancella, sia Cremona ed ha riscosso il plauso di pubblico e critica per la sua nell’edizione con protagonista Josè Carreras (Regio di Torino, 2000, Donna Elvira in Don Giovanni a Modena, Lucca e Piacenza. Ha, inoltre, regia Hans Hollmann) che in quella con Placido Domingo (Opera di debuttato al Teatro dell’Opera di Roma come Cherubino ne Le nozze di Roma, 2003, regia di Marta Domingo); parallelamente, ha svolto attività Figaro. Ha cantato in La Gazzetta al Rossini Opera Festival di Pesaro, concertistica in Italia e all’estero. Don Giovanni al Teatro di Trieste con la direzione di Gelmetti e la regia Ha partecipato a prime riprese moderne (tra le altre Il Barone di Rocca di Aguilera e in Madama Butterfly nei teatri di Ascoli Piceno, Fano e Antica di Franchi-Anfossi, Joaz di Benedetto Marcello, Stabat Mater di Fermo diretta da Francesco Ciampa e con la regia di Pizzi. Nel 2016 ha Traetta) e prime esecuzioni assolute, effettuando incisioni per la RAI e debuttato al Teatro Carlo Felice di Genova in Don Giovanni e al Teatro per diverse case discografiche. Comunale di Bologna nel Barbiere di Siviglia. Tra i prossimi impegni: Nabucco al Teatro Verdi di Salerno; Rosmonda d’Inghilterra (Arturo) a Firenze e per il Festival Donizetti di Bergamo; Il tenore americano debutterà in una serie di concerto di inaugurazione della stagione 2017 al Teatro Comunale di ruoli molto attesi nella stagione 2016/17, tra Bologna; Così fan tutte al Teatro Carlo Felice di Genova. cui Radamés in una nuova produzione di Aida alla Opera; Maurizio (Adriana Milena Josipovic Lecouvreur) alla Royal ; e Froh (Das Si è diplomata in canto giovanissima presso il Rheingold) nella sua prima apparizione con la Conservatorio “F. Morlacchi” di Perugia dove New York Philharmonic. Canterà Madama Butterfly al suo debutto alla ha conseguito anche il compimento inferiore di Washington National Opera e si esibirà per la prima volta al Teatro Real pianoforte. È laureanda in Storia della Musica di Madrid come Macduff (Macbeth) e all’Opera di Stoccarda in Tosca. presso l’Università degli Studi di Perugia. Il Nella stagione 2015/16 Brian Jagde ha debuttato al Teatro San Carlo suo repertorio spazia dal barocco alla musica di Napoli diretto da Zubin Mehta come Don José in Carmen), ruolo che contemporanea. ha cantato anche alla Deutsche Oper di Berlino e alla San Francisco Vincitrice di concorsi internazionali ha debuttato a Braunschweig Opera, nella première degli Stati Uniti dell’emozionante produzione di Calixto Bieito. È stato inoltre all’Houston Grand Opera in Rusalka e alla

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Palm Beach Opera in Ariadne auf Naxos. inoltre: Canio in Pagliacci, Turiddu in Cavalleria rusticana, Cavaradossi Ha recentemente debuttato alla di Londra nel in Tosca e Alfredo nella Traviata. Grande successo ha riscosso la sua ruolo di Pinkerton e cantato Cavaradossi nella sua prima apparizione interpretazione nella nuova produzione de I Shardana di Porrino al alla Lyric Opera di Chicago. Ha anche offerto uno “sfologorante” e Teatro Lirico di Cagliari, per la regia di Davide Livermore, spettacolo “glorioso” (San Francisco Classical Voice) debutto come solista in che sarà pubblicato in DVD. Ha fatto il suo debutto in Madama Butterfly recital al Centro Mondavi a Davis, CA, con il pianista Craig Terry. (Pinkerton) all’Opera di Lubecca e ha inaugurato il Festival della Valle Impegni precedenti includono debutti al Metropolitan come Conte d’Itria di Martina Franca ne La donna serpente di Casella diretto da Elemer (Arabella); Don José (Carmen) all’Opéra de Limoges; Fabio Luisi. Ha recentemente cantato il ruolo di Maurizio in Adriana Cavaradossi alla Santa Fe Opera e alla Deutsche Oper di Berlino; Lecouvreur nei teatri del Circuito Lirico Lombardo, successivamente è Rodolfo (La bohème) al Palacio de Bellas Artes di Città del Messico; stato protagonista in Madama Butterfly a Bari, al Teatro Regio di Parma Ismaele (Nabucco) al Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia; e il e alle Terme di Caracalla per la stagione estiva del Teatro dell’Opera Principe (Rusalka) e Narraboth (Salome) all’Opera di San Antonio. Ha di Roma. Particolarmente apprezzata è stata la sua interpretazione fatto il suo debutto europeo nei ruoli di Werther e Macduff al Teatr in Guglielmo Ratcliff di Mascagni al Festival di Wexford diretto da Wielki Opera di Poznan in Polonia. Francesco Cilluffo. Più recentemente è stato Manrico nel Trovatore a Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti, il primo premio al Concorso Cesena e a Catania e ha cantato ne La campana sommersa di Respighi Loren L. Zachary (2014) e il secondo premio nel concorso Operalia al Teatro Lirico di Cagliari. Placido Domingo (2012), dove ha vinto anche il premio speciale Birgit Tra i suoi prossimi impegni ci saranno Requiem di Verdi a Madesano con Nilsson per le sue interpretazioni di Wagner e Strauss. Si è diplomato il Teatro Regio di Parma e Un ballo in maschera al Teatro Costanzi di Roma. al ’s Adler and Merola Programs. Angelo Villari Interprete importante della tradizione operistica Nato a Messina, si è diplomato in Canto lirico italiana si distingue, nei primi anni della presso il Conservatorio “A. Boito” di Parma sua carriera, nell’esecuzione del repertorio e successivamente si è specializzato presso belcantistico belliniano e donizettiano, per la Fondazione Toscanini con Alain Charles arrivare al repertorio verdiano dove la sua vocalità Billard. Vincitore del primo premio al Concorso raggiunge la massima espressione, eccellendo internazionale di canto “Simone Alaimo” (2010), in particolar modo nei grandi ruoli di “baritono nobile”. è inoltre arrivato finalista al concorso “Puccini Festival” a Torre del Lago. Nel corso della sua carriera ha avuto modo di partecipare alle Ha debuttato in opere quali Il filosofo di campagna di Galuppi, L’oca del produzioni in alcuni fra i più importanti teatri internazionali, fra i quali: Cairo di Mozart, Le convenienze ed inconvenienze teatrali di Donizetti Metropolitan Opera of New York, Wiener Staatsoper, Opernhaus di e Mosè in Egitto di Rossini. Nel 2007 prende parte a Luisa Miller di Zurigo, Bayerische Staatsoper, Hamburgische Staatsoper, Liceu de Verdi diretto da Donato Renzetti al Festival Verdi di Parma; sempre al Barcelona, NCPA in Beijing, Teatro Bolshoi di Mosca, Concertgebouw Teatro Regio si è esibito in Szenen aus Goethes Faust di Schumann, di Amsterdam, Carnegie Hall, Lyric Opera di Baltimora, Opéra de nel Corsaro e in Lucia di Lammermoor. Tra i ruoli interpretati ricordiamo Nancy, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Regio di Torino, Teatro La

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Fenice, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Debutta nel 2004 al Teatro La Fenice di Venezia con Les pêcheurs de Regio di Parma e Arena di Verona. Attivo anche in ambito concertistico, perles, canta poi in Polyeucte di Gounod al Festival di Martina Franca, in ha cantato in alcune fra le più prestigiose istituzioni e sale da concerto Parisina a Bergamo, in Ugo, Conte di Parigi al Teatro Bellini di Catania, del mondo tra le quali la Carnegie Hall di New York, il Concertgebouw ne La Juive al Teatro La Fenice di Venezia, ne I Puritani a Palermo di Amsterdam, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. e al Festival di Savonlinna, ne La gazza ladra al Teatro Comunale di Ha collaborato con importanti direttori d’orchestra tra i quali Riccardo Bologna. Debutta con la compagnia del Covent Garden di Londra in Muti, Zubin Mehta, Myung-Wun Chung, Gary Bertini, Daniele Gatti, tournée in Giappone ne La traviata diretta da Pappano, esegue poi Daniel Oren, Gianluigi Gelmetti, Alain Lombard, Nello Santi, Donato Lucia di Lammermoor alla Deutsche Oper di Berlino, Masetto in Don Renzetti, Renato Palumbo e registi quali Franco Zeffirelli, Hugo De Ana, Giovanni per l’inaugurazione del 90° Festival Lirico Areniano con il Pierluigi Pizzi, Robert Carsen, Denis Krief, Giuliano Montaldo, Jonathan nuovo allestimento di Franco Zeffirelli. Ha partecipato al Festival di Miller, Beni Montresor, Alberto Fassini, Gilbert Deflo, Renzo Giacchieri. Salisburgo di Pentecoste con Il matrimonio inaspettato di Paisiello in Nel corso della stagione 2015/16 ha preso parte ad importanti prima rappresentazione moderna, con la direzione di Riccardo Muti. produzioni, fra le quali Il trovatore all’Opéra de Toulon, La traviata al Recentemente è stato impegnato in Simon Boccanegra (Paolo) Teatro San Carlo di Napoli e al Teatro dell’Opera di Roma, Tosca al all’NCPA di Pechino con Placido Domingo, La bohème a Palermo e Teatro dell’Opera di Roma, Nabucco al Teatro Petruzzelli di Bari e Simon Cagliari, Turandot alla Royal Opera di Muscat, Il turco in Italia al Teatro Boccanegra al Liceu di Barcellona e Aida al Teatro San Carlo di Napoli. Regio di Torino e a Digione, La fille du régiment a Palermo e in Oman, Fra i suoi prossimi impegni La traviata all’Opera di Graz e Un ballo Madama Butterfly al Teatro Massimo di Palermo. in maschera al Liceu di Barcellona, al Grand Theatre de la Ville de Tra i suoi prossimi impegni: La pietra del paragone al Teatro Lirico di Luxembourg e all’Opéra de Nancy. Cagliari, La fille du régiment a Shanghai, Turandot al Carlo Felice di Genova, L’italiana in Algeri (Taddeo) al Teatro Massimo di Palermo. Vincenzo Taormina Baritono palermitano, inizia a studiare canto Mario Bolognesi contemporaneamente agli studi in Architettura; È nato a Roma, dove ha compiuto gli studi nel 2000 si trasferisce a Bologna dove studia musicali specializzandosi nel repertorio di tenore con Paride Venturi, nel 2003 vince il concorso lirico leggero. Ha debuttato nella città natale con internazionale per il reclutamento dei “Cadetti le cantate di Bach e oggi svolge un’intensa attività della Scala” e si trasferisce a Milano dove vive. concertistica e teatrale in Italia e all’estero. Approfondisce lo studio e il repertorio con L. Serra, G. Ostini e V. Ha cantato molte opere in prima esecuzione in Terranova. Attualmente viene seguito da Roberto Coviello. Frequenta epoca moderna: Adamo di Galuppi, La schiava liberata di Jommelli corsi internazionali di perfezionamento e si diploma all’Accademia al San Carlo di Napoli con Curtis, Tito di Cesti e Il sogno di Scipione Verdiana “” di Busseto, dove viene seguito dallo di Mozart con Hogwood alla Fenice e al Teatro Olimpico di Vicenza stesso Bergonzi nell’interpretazione. Tra i concorsi vinti ricordiamo il in occasione del Festival Mozart. Si è subito distinto per la grande 56° Concorso Internazionale “A. Belli” di Spoleto nel 2002 e la XXIV versatilità di repertorio grazie alla musicalità e duttilità vocale e edizione del “Mattia Battistini” di Rieti. stilistica che gli hanno permesso di esplorare campi musicali diversi

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che vanno dal Barocco al teatro del Sette-Ottocento con partiture di Tobia Mill ne La cambiale di matrimonio a Wexford e di Cascada ne La Mozart, Cimarosa, Paisiello e Rossini, fino alle composizioni di musica vedova allegra al Teatro Carlo Felice di Genova. moderna e contemporanea di Berio, Bussotti, Henze, Manzoni e Nono. In Italia e all’estero ha cantato nei maggiori teatri e festival: Teatro Manrico Signorini alla Scala, Opera di Roma, Teatro Massimo di Palermo, Arena di Nasce a Livorno e si diploma al Conservatorio Verona, Maggio Musicale Fiorentino, Teatro Comunale di Bologna, “Luigi Boccherini” di Lucca; si è perfezionato con Glyndebourne Opera Festival, Colón di , Théâtre des Maria Giovanna Gabanizza. Riceve il diploma Champs Élysées di Parigi, Alte Oper di Francoforte, etc. Tra i direttori e di merito all’Accademia Chigiana di Siena, si i registi con i quali ha collaborato, Muti, Maazel, Whung Chung, Berio, mette presto in luce all’Accademia Verdiana Oren, Mehta, Bartoletti e Zeffirelli, Montaldo, Cavani, Krief, Cobelli, di Parma e canta al Teatro del Giglio di Lucca Salvatores, Pizzi. in Bastiano e Bastiana di Mozart. Debutta a Livorno nel Guglielmo Ractliff di Mascagni e successivamente al Teatro Verdi di Pisa con Vittorio Albamonte L’incoronazione di Poppea (Seneca). Nato a Palermo, nel 1999 è stato Sharpless in Dopo il debutto al Teatro alla Scala di Milano nel 1996 con Il giocatore Madama Butterfly per la Michigan Opera Theatre di Prokof’ev, con la direzione di Valery Gergiev, inizia subito un’intensa (Stati Uniti) e Malacarne ne La Finta Parigina al collaborazione con la Radio televisione della Svizzera italiana di Teatro Politeama di Palermo. Negli ultimi dieci Lugano. Tra le opere interpretate: Attila di Verdi all’Arena Sferisterio di anni ha cantato per il Teatro Massimo di Palermo Macerata per la regia di Brockhaus, I diavoli di Loudun di Penderecki nei ruoli di Johann in Werther, Melchior in Amahl al Teatro Regio di Torino, Lady Macbeth del distretto di Mcensk per il and the Night Visitors, Sagrestano in Tosca, Marullo in Rigoletto, Maggio Musicale di Firenze diretto da Semyon Bychkov, Il flauto magico Schlémil e Hermann in Les Contes d’Hoffmann, Fiorello ne Il barbiere (Sarastro) al Teatro dell’Opera di Roma diretto da Gianluigi Gelmetti e di Siviglia, Peter in Hansel e Gretel, Caspar in Genoveva, Hotelier in a Livorno per la direzione di Piero Bellugi, Don Carlo (Il Frate) al Teatro Manon, Notaio in Don Pasquale, Marchese d’Obigny e Barone Douphol San Carlo di Napoli con Gabriele Ferro. in La traviata, Oste in Manon Lescaut, Orlando in Cenerentola.com, II senatore in Die Gezeichneten, Sid ne La fanciulla del West, Tony in Cosimo Diano Help, Help The Globolinks. Si diploma in canto al conservatorio “Cilea” Inoltre ha cantato più volte al Teatro Manoel di Malta debuttando i ruoli di Reggio Calabria e consegue la Laurea in di Guglielmo in Così fan tutte, Leporello in Don Giovanni, Figaro ne Il Musicologia al DAMS di Bologna. barbiere di Siviglia e Belcore in L’elisir d’amore. Vince il Concorso “” di Tra gli altri ruoli interpretati, Ormondo in Torvaldo e Dorliska, Daniele Marsala ed è finalista al concorso “Adriano Belli” in Ciro in Babilonia, Moroski in L’amor coniugale al Festival Rossini di Spoleto. Vince il premio “Primo Palcoscenico” di Wildbad, Ortensio ne La figlia del reggimento al Teatro Donizetti di indetto dal Conservatorio di Cesena e debutta nel ruolo di Germont ne Bergamo e il conte d’Almaviva ne Le nozze di Figaro a Caserta. Ha La Traviata al Teatro Bonci di Cesena. Canta poi in Turandot e Madama interpretato il ruolo di Yamadori in Madama Butterfly al Teatro Comunale Butterfly al Festival Pucciniano di Torre del Lago. Tra i ruoli intrepretati: di Firenze e al Teatro Grande di Brescia. Nel 2009 ha cantato i ruoli di 124 125 MADAMA BUTTERFLY

Sharpless (Madama Butterfly), Marcello e Schaunard (La bohème), Simon Boccanegra, Belcore (L’elisir d’amore), Tonio (Pagliacci), Alfio (Cavalleria Rusticana), Figaro (Il barbiere di Siviglia), Scarpia (Tosca). Ha inciso con I Solisti Veneti, diretti dal maestro Claudio Scimone, la Messa di Gloria di Mascagni per la Warner Music .

Antonio Barbagallo Nato a Catania, dopo gli studi con F. Celso e G. Bavaglio e il perfezionamento con Carmelo Corrado Caruso intraprende un’intensa attività solistica nei maggiori teatri lirici italiani, quali il Regio di Torino, Massimo di Palermo, Opera di Roma, Regio di Parma, Filarmonico di Verona, Grande di Brescia, Ponchielli di Cremona, Pavarotti di Modena, Sferisterio di Macerata, Antico di Taormina e molti altri. Tra i ruoli interpretati, Amonasro (Aida), Sharpless (Madama Butterfly), Silvio (Pagliacci), Fabrizio (La gazza ladra), Samuel (Un ballo in maschera), partecipando anche a diverse produzioni audio e video. Ha una intensa attività concertistica ed è stato il baritono protagonista in Bianco, Rosso e Verdi al Teatro Massimo di Palermo, spettacolo che ha ricevuto il “Premio Abbiati”. È artista del coro presso la Fondazione Teatro Massimo di Palermo dal 1998, con la stessa mansione ha anche collaborato con il Teatro dell’Opera di Roma e il Bellini di Catania.

126 Fondazione Teatro Massimo

Sovrintendente Francesco Giambrone Direttore artistico Oscar Pizzo Direttore musicale Gabriele Ferro

Maestro del Coro Piero Monti Coordinatore del Corpo di ballo Marco Bellone

Direttore operativo Elisabetta Tesi

Direttore della programmazione Giovanni Mazzara

Direttore dell’allestimento scenico Renzo

Direttore comunicazione, nuovi media e marketing Gery Palazzotto Responsabile rapporti con la stampa Laura Anello Editoria Angela Fodale

Responsabile della promozione e valorizzazione nazionale e internazionale dell’immagine della Fondazione Eliana Liotta

Responsabile delle relazioni nazionali e internazionali della Fondazione e del coordinamento delle attività di staff Chiara Zarcone Area artistica Coro

Maestro del Coro: Piero Monti Segretario artistico Marcello Iozzia Altro maestro del Coro: Salvatore Punturo Casting manager e assistente del direttore musicale Alessandro Di Gloria Direttore musicale di palcoscenico Danilo Lombardini Direttore di scena Ludovico Rajata Regista collaboratore Alberto Cavallotti Soprani Contralti Tenori secondi Maria Luisa Aleccia Silvia Bacioccola Antonio Alotta Maestri collaboratori di sala e di palcoscenico Giuseppe Cinà, Alfonsa Fantaci Anna Campanella Cristian Bonnes Giacomo Gati, Giorgio Mirandola, Steven Rizzo Rosana Lo Bosco Maria Rosalia Gottuso Vincenzo Leone Mariella Maisano Monica Iraci Antonio Lo Presti Daniela Marabete Ambra Mancuso Pietro Luppina Maestro collaboratore ai sopratitoli Simone Piraino Claudia Munda Cinzia Sciortino Carlo Morgante Daniela Pedi Tenori primi Maria Randazzo Giovanni Di Pasquale Orchestra Valentina Vitti Antonio Li Vigni Mezzosoprani Alfio Marletta Rita Bua Francesco Polizzi Violini primi Violoncelli Corni Giuseppina Caltagirone Fabrizio Pollicino Silviu Dima* Giuseppe Nastro** Gianpiero Riccio** Manuela Ciotto Raimondo Ponticelli Giacomo Mazzola Luca De Muro Antonino Cappello Carmen Ghegghi Salvo Randazzo Patrizia Richichi Antonio Cantiello Stefano Amarù Damiana Li Vecchi Emanuele Urso Giuseppe Dorato Marcello Insinna Francesco Modica James Hutchings Massimo Frangipane Trombe Laura Minella Vincenzo Giuliani Filippo D’Asta** Addetto Coro Nicola Pedone Daniele Malinverno Contrabbassi Davide Pezzino Fabio Ferrara Christian Ciaccio** Antonino Saccone Rossana Rocca Gaetano Di Peri Vincenzo Cecere Tromboni Aniello Vigilante Dalmar Nur Hussen** Daniele Cappello Antonio Mezzapelle Francesco Palmisano Rodolfo Bonfilio Cesare Raffaelli Antonio Bontempo Violini secondi Arpa Gianluca Gagliardi Gioacchino Di Stefano** Francesca Luppino** Francesca Viscito Roberto Lo Coco Flauti (ottavino) Davide Ravioli** Giuseppe Polizzotto Antonino Saladino** Percussioni Giuseppe Arcuri Emilio Campo Rosario Barretta Luca Gira Elisa Alibrandi Santo Campanella Nicoletta Conigliaro Oboi (corno inglese) Elio Anselmo Antonio G. Geraci Carmelo Ruggeri** Silvia De Checchi Lorenzo Marcuccio Francesca Ciccateri Alessandro Zambito Andrea Finocchiaro In palcoscenico Viole Clarinetti Rosario D’Amato** Giuseppe Balbi** Viola d’amore Matteo Giacosa Giuseppe Lanzi Rosario D’Amato Francesco Mineo Vincenzo Davì Leoluca Vella Giovanni Giuliano Percussioni Antonino Reina Anna Schillaci Fagotti Rosalia Ballo Aldo Terzo** Andrea Bertucci Maurizio Barigione Francesco Chinnici * spalla ** prime parti

Assistente musicale Domenico Pirrone Addetta Orchestra Claudia Di Mattei Area tecnica

Direzione Allestimenti scenici Reparto Trucco e Parruccheria Patrizia Sansica, Rosalba Di Maggio, segreteria Ileana Zarbo, Francesca Maniscalco, Maria Lucchese, Maria Di Fiore, Maria Ruffino Maurizio Costanza, addetto movimentazione scene Teresa Romano, Maria Cusimano, Monica Amato, Rosalia Dragotto Reparto Macchinisti di palcoscenico Portineria Cosimo Alaimo caporeparto Lorenzo Mazzola, Vincenzo Trapani Sebastiano Demma, vice caporeparto Felice Lo Iacono, Vincenzo Vella, Calogero Messina, Alfonso La Rosa, Vincenzo Brasile, Usciere Bartolomeo Tusa, Giacomo Vaglica, Carlo Gulotta, Giuseppe Buscemi, Vincenzo Fricano, Luigi Maragliano Francesco La Barbera, Massimiliano Cannova, Vincenzo Pisano Ufficio Servizi tecnici e generali Reparto Attrezzisti di palcoscenico Cosimo De Santis, coordinatore Antonino D’Amore caporeparto Giuseppe Cangemi, Antonio Costanzo, Bartolo Martorana Giuseppe Pizzurro vice caporeparto Luigi Amato, Alfredo Arnò Reparto Vigilanza e controllo Cosimo De Santis coordinatore Reparto Elettricisti Emilia Accetta, Domenico Amato, Giovanni Aulico, Gioele Chinnici, Salvatore Spataro caporeparto Giuseppe De Corcelli, Antonio Galletti, Salvatore La Barbera, Giuseppe Martorana, Pietro La Monica, Francesco Randazzo, Gioacchino Piazza, Vincenzo Rizzo, Danilo Iraci, Antonio Vincenzo Milazzo, Ida Petrotto, Franco Salvatore Sidoti, Lorenzo Megna Giunta, Leonardo Librizzi, Giovanni Bruno, Biagio Ignoffo, Vincenzo Traina elettricisti Giuseppe Morreale, Michele Bisconti, Rosario Principe operatori consolle luci

Reparto Audiovisivi Giuseppe Uccello, Santo Benigno

Reparto Macchinisti costruzioni Angelo Pisano caporeparto Salvatore Maiorana, Antonio Cuccia, Giacomo Romano, Giuseppe Ventura, Sebastiano Bruccoleri, Michelangelo Ligammari, Davide Curcio, Giuseppe Messina

Reparto Scenografia Raffaele Ajovalasit, Christian Lanni, Maria Passavia, Alessandra La Barbera, Maria Abbate, Vitalba D’Agostino, Cinzia Carollo Vincenzo Gorgone cucitore

Reparto Attrezzisti costruttori Roberto Lo Sciuto caporeparto Francesco Canepa, Salvatore Vescovo, Giorgio Chiappara, Carmelo Chiappara, Giuseppe Salvato, Stefano Canzoneri

Reparto Sartoria Marja Hoffmann Direttore della sartoria Nino Pollari caporeparto Francesco Marfia, Aurora Uccello, Giuseppe Genna, Stefano Sciortino, Anna Maria Di Carlo, Antonina Tantillo, Antonio Vitale, Vincenza Scalisi, Anna Maria D’Agostino, Rosalia Amarù, Anna Maria Chiarelli, Felicia Uccello, Andrea Cancemi Area amministrativa Note sui collaboratori

Sovrintendenza Ernesta Insalaco segreteria L’introduzione all’opera è una rubrica realizzata in collaborazione con la Sezione Carlo Graziano autista Musica del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Palermo; gli autori, coordinati dalla docente Anna Tedesco, sono studenti del Corso di laurea magistrale in Direzione operativa - Contenzioso Musicologia e del Dottorato di ricerca in Musica e Spettacolo, curriculum Storia e analisi Francesco Caltagirone segreteria delle culture musicali. Ilaria Grippaudo è musicologa e assegnista di ricerca dell’Università di Palermo, dove Direzione artistica insegna a contratto dal 2013. Si occupa di attività musicali in conventi e monasteri Maria Pia Lenglet segreteria palermitani (secc. XVI-XVIII), ma anche di storia dell’opera e dei rapporti fra musica e Maria Concetta Restivo, Deborah Boga, Filippo Barrale archivio musicale cinema. Nel 2014 è risultata vincitrice del Premio per la musica sacra “Pier Luigi Gaiatto” istituito dalla Fondazione Levi di Venezia. Direzione Programmazione Il testo di Mario Morini è stato pubblicato per la prima volta sul programma di sala di Vincenzo Vitale monitoraggio e verifica del budget della produzione artistica Madama Butterfly della stagione 1984 del Teatro Massimo. Maria Pia Di Mattei segreteria Alexandra Jud si è diplomata in pianoforte nel conservatorio di Basilea e di Losanna e in filosofia e musicologia all’università di Zurigo. Dopo aver lavorato all’Opernhaus Ufficio Amministrazione Zürich e alla Komische Oper ha ricoperto il ruolo di drammaturga al teatro di St. Giuseppe Tamburella coordinatore ufficio ragioneria Gallen. Attualmente è rettrice dell’Istituto di Musica classica e di Musica da chiesa alla Vincenza De Luca, Giorgia Paganelli, Silvia Giannetto addette ufficio ragioneria Hochschule Luzern – Musik. Maurizio Alessi C. E. D. La fotografia in copertina è di fotografiassociati.com Ufficio del Personale e Protocollo Le fotografie alle pagine 8, 11, 12, 15, 16, 19, 20, 23, 24, 28, 32, 68, 73, 78, 87, 88, 95, Flaminio Ferrante capo ufficio 106, 127 sono di Rosellina Garbo. Michele La Mattina ufficio presenze Le fotografie alle pagine 96, 104 sono di Franco Lannino/Studio Camera. Alfio Scaglione ufficio paghe e contributi Le fotografie a pagina 100 sono di Lillofoto. Alessandro Semplice ufficio contratti e protocollo Le fotografie a pagina 103 sono di Allotta.

Ufficio Acquisti Per la pubblicità Flaminio Ferrante responsabile Ufficio Marketing del Teatro Massimo, piazza G. Verdi, Palermo (tel. 0916053213) Antonio Ciappa ufficio acquisti [email protected] Vincenzo Carollo, Giovanni Montalbano addetti ufficio acquisti Programma di sala a cura di Angela Fodale [email protected] Servizi di sala Si ringrazia Silvana Danzé della Biblioteca del Teatro Massimo. Antonino Sampognaro direttore sala Grafica e impaginazione: Luca Orlando Stampa: Seristampa (Palermo) Ufficio Marketing Marida Cassarà coordinatrice La Fondazione Teatro Massimo è disponibile a regolare eventuali pendenze con gli Maria Castiglione addetta aventi diritto che non sia stato possibile contattare.

Ufficio Comunicazione, Nuovi Media e Marketing ISBN: 978-88-98389-49-0 Francesca Falconi addetta

Biblioteca, Progetti educativi e Servizio scuole Giovanna Proto coordinatrice Salvatrice Danzè, Rosa Scuderi, Vincenzo Monteleone, Santo Rizzo addetti biblioteca

Biglietteria Antonino Renna coordinatore Paolo Lo Cicero, Sofia Maiorino, Crocifissa Abbate, Margherita Safina addetti Associazione Amici del Teatro Massimo

Viale del Fante 70/b, Palermo fax 0916891158 martedì, mercoledì e venerdì dalle ore 10 alle ore 12:30

Invito all’opera

Calendario delle conferenze di presentazione delle opere a cura degli Amici del Teatro Massimo

Stagione 2016

Mercoledì 20 gennaio Götterdämmerung con Pietro Misuraca Giovedì 18 febbraio Attila con Anna Tedesco, sarà presente il regista Daniele Abbado Martedì 29 marzo Lucia di Lammermoor con Damien Colas Venerdì 15 aprile La Cenerentola con Amalia Collisani, sarà presente il regista Giorgio Barberio Corsetti Mercoledì 27 aprile Le streghe di Venezia con Dario Oliveri Martedì 13 settembre Madama Butterfly con Angela Fodale e Ilaria Grippaudo Venerdì 14 ottobre Jenůfa con Paolo Emilio Carapezza Mercoledì 16 novembre Carmen con Massimo Privitera

Le conferenze sono a ingresso libero e si svolgono nella Sala Onu del Teatro Massimo alle ore 18,00, con ingresso da via Volturno

OPERE E BALLETTI teatromassimo.it

Richard Wagner Georg Friedrich Händel 28 4 GÖTTERDÄMMERUNG 13 19 CINDERELLA gen feb Direttore Stefan Anton Reck mag Direttore Ignazio Maria Schifani Regia Graham Vick Coreografia e scene Fabrizio Monteverde

Giuseppe Verdi Coreografie di Roland Petit 19 26 ATTILA 15 19 SOIRÉE ROLAND PETIT feb Direttore Daniel Oren giu Direttore Alessandro Ferrari Regia Daniele Abbado Étoile Eleonora Abbagnato

Testo di Attilio Bolzoni Giacomo Puccini Musica di Giovanni Sollima 5 6 16 25 MADAMA BUTTERFLY mar IL CARAVAGGIO RUBATO set Direttore Jader Bignamini Direttore e violoncello solista Giovanni Sollima Regia Nicola Berloffa Immagini Letizia Battaglia

Gaetano Donizetti Leóš Janáček 13 15 LA FILLE DU RÉGIMENT 23 2 JENŮFA mar Direttore Keri-Lynn Wilson ott nov Direttore Gabriele Ferro Regia Filippo Crivelli Regia Robert Carsen

Gaetano Donizetti Georges Bizet 30 5 LUCIA DI LAMMERMOOR 26 4 CARMEN mar apr Direttore Riccardo Frizza nov dic Direttore Alejo Pérez Regia Gilbert Deflo Regia Calixto Bieito

Gioachino Rossini Pëtr Il’ič Čajkovskij 19 26 LA CENERENTOLA 21 28 LO SCHIACCIANOCI apr Direttore Gabriele Ferro dic Direttore Kevin Rhodes Regia Giorgio Barberio Corsetti Coreografia Giuseppe Picone

Philip Glass Orchestra, Coro, Coro di voci bianche, Corpo di ballo e Tecnici del Teatro Massimo 29 5 LE STREGHE DI VENEZIA Maestro del Coro Piero Monti | Maestro del Coro di voci bianche Salvatore Punturo apr mag Direttore Francesco Lanzillotta Regia Giorgio Barberio Corsetti Biglietteria del Teatro Massimo / Tutti i giorni dalle 9.30 alle 18.00 Call center 091 84.86.000 / tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00 CONCERTI teatromassimo.it

22 APOCALISSE NEL DESERTO 3 LE TRE REGINE Regia di Werner Herzog feb Direttore Francesco Lanzillotta set Direttore Maxime Pascal Soprano Mariella Devia Voce recitante Cosimo Scordato 2 LE NOZZE 30 LENINGRADO mar Direttore Daniel Kawka set Direttore Aziz Shokhakimov Ensemble corale Pokrovsky 6 MAHLER PETITE MESSE SOLENNELLE ott Direttore Gabriele Ferro 11 Direttore Piero Monti Baritono Georg Nigl apr Soprano Mariangela Sicilia Contralto Teresa Iervolino Tenore Giorgio Misseri BRUCKNER Gianluca Margheri Basso 9 Direttore Gabriele Ferro Soprano Andrea Danková nov Mezzosoprano Anna Maria Chiuri 26 7 NEW YORK, NEW YORK Tenore Peter Berger mag giu Basso Marko Mimica 26 maggio DOWNTOWN STORIES MESSIAH Direttore Daniel Cohen Direttore Fabio Biondi Violino Salvatore Greco 10 Soprano Maria Grazia Schiavo dic Contralto Sonia Prina 31 maggio Tenore Carlo Allemano Luca Tittoto RHAPSODY IN BLUES Basso Direttore Todd Reynolds Pianoforte Uri Caine Clarinetto Giuseppe Balbi

7 giugno Orchestra, Coro, Coro di voci bianche del Teatro Massimo G-SPOT TORNADO Maestro del Coro Piero Monti Direttore Jonathan Stockhammer Maestro del Coro di voci bianche Salvatore Punturo Tromba Paolo Fresu

Biglietteria del Teatro Massimo / Tutti i giorni dalle 9.30 alle 18.00 Call center 091 8486000 / tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00 OPERE E BALLETTI

21 / 29 Giuseppe Verdi 16 / 19 luglio Adolphe-Charles Adam gennaio Teatro MACBETH di Verdura GISELLE Direttore Gabriele Ferro | Regia Emma Dante Coreografia di Ricardo Nunez Direttore Alexei Baklan 19 / 28 Vincenzo Bellini febbraio 19 / 27 NORMA settembre Direttore Gabriele Ferro | Regia Luigi Di Gangi, Ugo Giacomazzi A MIDSUMMER NIGHT’S DREAM Prima esecuzione a Palermo Giuseppe Verdi 19 marzo Direttore Daniel Cohen | Regia e scene Paul Curran 1 aprile LA TRAVIATA 13 / 22 Francesco Cilea In occasione della tournée in Giappone ottobre Direttore Giacomo Sagripanti, Francesco Ivan Ciampa (30.3 – 1.4) ADRIANA LECOUVREUR Regia Mario Pontiggia Direttore Daniel Oren | Regia, scene e costumi Ivan Stefanutti Giacomo Puccini 31 marzo 3 / 4 Salvatore Sciarrino 2 aprile TOSCA novembre SUPERFLUMINA In occasione della tournée in Giappone Omaggio a Salvatore Sciarrino in occasione dei suoi 70 anni Direttore Gianluca Martinenghi | Regia Mario Pontiggia Direttore Tito Ceccherini | Regia Rafael Villalobos 11 / 15 TRITTICO aprile 10 novembre #MADREINCERTA CONTEMPORANEO Prima rappresentazione assoluta Coreografie di Jiri Kylian, Johann Inger e Matteo Levaggi Regia, testo e drammaturgia di Marco Paolini Musiche di Michael Nyman, Wolfgang Amadeus Mozart, Musiche di Mauro Montalbetti Maurice Ravel, Arvo Pärt Direttore Alessandro Cadario 23 / 30 Gioachino Rossini novembre 27 / 28 Johann Sebastian Bach L’italiana in algeri Paolo Carignani | Maurizio Scaparro aprile PASSIONE Direttore Regia 17 / 28 Pëtr Il’ič Čajkovskij SECONDO GIOVANNI dicembre Versione in forma scenica LA BELLA ADDORMENTATA Matteo Levaggi | Farhad Mahani Direttore Ignazio Maria Schifani | Regia Pippo Delbono Coreografia di Direttore

Jules Massenet 26 maggio Orchestra, Coro, Coro di voci bianche, Corpo di ballo e Tecnici del Teatro Massimo 1 giugno WERTHER Maestro del Coro Piero Monti | Maestro del Coro di voci bianche Salvatore Punturo Direttore Omer Meir Wellber | Regia Giorgia Guerra RINNOVO CON PRELAZIONE: dal 10 settembre al 16 ottobre NUOVI ABBONAMENTI: dal 10 settembre all’11 dicembre

Biglietteria del Teatro Massimo / Tutti i giorni dalle 9.30 alle 18.00 Call center 091 84.86.000 / tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00 teatromassimo.it CONCERTI

Sabato Sabato ORLANDO BAROCCO SOGNO DI UNA NOTTE 10 giugno Direttore Enrico Onofri 4 febbraio ore 20.30 ore 20.30 Inaugurazione Contralto Sonia Prina Direttore Gabriele Ferro Musiche di Georg Friedrich Händel, Antonio Vivaldi Voce recitante Thomas Quasthoff | Soprano Lauryna Bendziunaite Sabato MARATONA CHOPIN 30 settembre Sabato Jazz Night Concert Direttore Daniel Cohen | Pianoforte Lucas Geniusas 4 febbraio Domenica Wolfgang Amadeus Mozart (30/9), Voce Thomas Quasthoff | Pianoforte Frank Chastenier Musiche di: ore 22.30 1 ottobre Fryderyk Chopin (30/9 - 1/10), Robert Schumann (1/10) Fuori abbonamento ore 20.30 Giovedì #MADREINCERTA Martedì SINFONIA FANTASTICA 9 novembre 7 marzo Prima rappresentazione assoluta Direttore Ingo Metzmacher ore 20.30 ore 20.30 Marco Paolini Musiche di Hector Berlioz, Arvo Pärt Regia, testo e drammaturgia Musiche Mauro Montalbetti Marco Paolini Johann Sebastian Bach Voce recitante Giovedì Direttore e violoncello solista Mario Brunello 27 aprile PASSIONE ore 20.30 Sabato MAURIZIO POLLINI SECONDO GIOVANNI 25 novembre Pianoforte Maurizio Pollini Versione in forma scenica ore 20.30 Direttore Ignazio Maria Schifani | Regia Pippo Delbono Fuori abbonamento Giovedì RACH 2 Domenica LUDOVICO EINAUDI 4 maggio 3 dicembre Carlo Tenan Asher Fisch | Simon Trpčeski Direttore ore 20.30 Direttore Pianoforte ore 20.30 Ludovico Einaudi Musiche di Alexander Mosolov, Sergej Rachmaninov, Sergej Prokof’ev Pianoforte Musiche di Luciano Berio, Ludovico Einaudi Venerdì MAHLER 12 maggio Giovedì MAURICE RAVEL ore 20.30 7 dicembre Gabriele Ferro RESURREZIONE ore 20.30 Direttore Pianoforte Roberto Cominati In occasione dei 20 anni dalla riapertura del Teatro Massimo Direttore Gabriele Ferro Mezzosoprano Marianna Pizzolato | Soprano Rachel Harnisch Orchestra, Coro, Coro di voci bianche del Teatro Massimo Domenica IN Paradisum Maestro del Coro Piero Monti | Maestro del Coro di voci bianche Salvatore Punturo 4 giugno Direttore Piero Monti ore 20.30 RINNOVO CON PRELAZIONE: dal 10 settembre al 16 ottobre Soprano Valeria Sepe | Baritono Ludwig Mittelhammer Musiche di Johannes Brahms, Arvo Pärt, Gabriel Fauré NUOVI ABBONAMENTI: dal 10 settembre all’11 dicembre

Biglietteria del Teatro Massimo / Tutti i giorni dalle 9.30 alle 18.00 Call center 091 8486000 / tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00 teatromassimo.it Foto: Rosellina Garbo © finanziaria Angelo Morettino srl Sais Autolinee Giovanni Alongi Tasca d’Almerita ALBO DEIDONATORI [email protected] -Tel. 091605.32.13 Per informazionipiùdettagliatecontattaci: fiscali previste dallanormativa. nell’Albo dei donatori Art Bonus e potrai usufruire delle agevolazioni Ricorda Fondazione Teatro MassimodiPalermo -p.iva00262030828” Causale: “ArtBonus-Erogazione Liberaleasostegnodella IBAN: IT33Z0200804648000300559866 Beneficiario: FondazioneTeatro MassimodiPalermo INFORMAZIONI SUCOMEEFFETTUAREL’EROGAZIONE LIBERALE attività piùchecentenaria. culturale e storico patrimonio del diffusione favoriscano della dell’arte musicale,dellaconoscenzamusica,delteatro liricoe Con iltuocontributopotremo continuare apromuoverediffusione la E SOSTIENILAFONDAZIONETEATRO MASSIMO! DIVENTA ANCHETUUNMECENATE culturale pubblicoitaliano. per ilTeatro Massimo d Con Art bonus donato, L’Art Bonusconsenteuncredito diimposta,parial65%dell’importo ai iltuosostegno danza; a di con l’indicazione chi conservare un prevedere interventidiformazionedelpubblico,che effettua ascolto erogazioni la consapevole; della ricevuta causale, liberali del favorire bonifico inseriremo latua a sostegno maturato nella nostra la conservazione e o dell’operazione del patrimonio donazione teatromassimo.it BAMBINI ALL’OPERA

Mentre i nonni e i genitori in sala Grande si godono lo spettacolo, i bambini, in sala degli Stemmi, vivono l’opera in forma di gioco. I laboratori a cura di Libero Gioco si rivolgono a bambini di età compresa tra i 4 e i 10 anni.

Dom 29/01 Macbeth 17.30 ovvero “come un Leone altero e fiero” Dom Norma 26/02 17.30 ovvero “la sacerdotessa, la luna e la guerra dei Druidi” Dom 26/03 Traviata 17.30 ovvero “la breve vita di un fiore” Dom Sogni di una notte di mezza estate 24/09 17.30 ovvero “Oberon e la polvere magica” Dom 22/10 Adriana Lecouvreur 17.30 ovvero “il mistero delle violette” Dom L’italiana in Algeri 26/11 17.30 ovvero “i Capricci di Mustafà” Sab La bella addormentata 23/12 ovvero “Carabosse e l’arcolaio” 17.30

Costo di 1 laboratorio: 20 euro compresa la merenda Abbonamento a 7 laboratori: 115 euro

Info e prenotazioni: tel 329 7260846 - 349 3612353 | Biglietteria: 091.605.35.80 PARTNER ISBN: 978-88-98389-49-0 TEATRO MASSIMO

Giacomo Puccini | Giacomo Puccini MADAMA BUTTERFLY Membro di MADAMA BUTTERFLY

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Piazza Verdi - 90138 Palermo euro 10,00