Misure Critiche Rivista Semestrale Di Letteratura
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misure critiche Rivista semestrale di letteratura Nuova Serie ANNO XIX numero 1-2 2020 EDIZIONI BUONAIUTO Fondatore GIOACCHINO PAPARELLI Direttore SEBASTIANO MARTELLI Comitato scientifico EPIFANIO AJELLO - ANgeLO CARDILLO - IRENE CHIRICO - DOmeNICA FALARDO EMILIO GIORDANO - ROSA GIULIO - ALbeRTO GRANese - EmmA GRIMALDI - ANTONIA LEZZA SebASTIANO MARTELLI - MILENA MONTANILE - LUIGI MONTELLA - LAURA PAOLINO ANTONIO PIETROPAOLI - LUIGI REINA - VINCENZO SALERNO - GIORGIO SICA - ROSA TROIANO Redazione MARIA BELLISSIMO, ALESSIO BOTTONE, RAFFAELE CESARO, RENATO RICCO [email protected] Segreteria di Redazione ANTONIO ELEFANTE [email protected] Direzione e Redazione Dipartimento di Studi Umanistici - Sezione Italianistica Università degli Studi di Salerno Via Giovanni Paolo II, 132 84084 Fisciano (SA) La Rivista si avvale di un Comitato di referee anonimi. Questo fascicolo della rivista è pubblicato con un contributo del Dipartimento di Studi Umanistici - Sezione di Italianistica dell'Università degli Studi di Salerno «Misure critiche» è consultabile in open access sul sito dell’Università degli Studi di Salerno http://elea.unisa.it/handle/10556/749 Versamenti: Bonifico bancario -I BAN: IT32G0101076480000027002915 intestato a Tipografia Buonaiuto sas di Luigi Buonaiuto & C. - 84087 Sarno (Sa) - Abbonamento Annuo 40,00 - estero 60,00 - Prezzo di un fascicolo 20,00 - Numeri doppi 40,00 Autorizzazione del tribunale di Salerno n. 366 del 28 - 12 - 1971 ISNN: 0392 - 6397 Pubblicazione semestrale, spedizione in abbonamento postale gruppo IV MISURE CRITICHE Nuova Serie ANNO XIX, n. 1-2 Gennaio – Dicembre 2020 Saggi EMMA GRIMALDI, Dalle variazioni in progress al libero arbitrio. Alcune riflessioni sul «sacrato poema» ......................................................................................................... pag. 5 LUCA VACCARO, La partnership coniugale e letteraria di Muzio e Ippolita Manfredi nelle relazioni col duca di Mantova. Documenti inediti dall’Archivio Gonzaga ................................................................................................................................................... » 39 ALESSIO BOTTONE, Per una morfologia del dialogo nel Settecento italiano .... » 71 IRENE CHIRICO Uso e invenzione della tradizione nel romanzo ‘narcotico’ di Francesco Gritti (1740-1811) ...................................................................................... » 98 MANUELA MARTELLINI Una inedita novella in versi di Luigi Cicconi ............ » 115 EMANUELA FERRAUTO, Gli artisti e la Prima guerra mondiale attraverso documenti inediti. Il Teatro del Soldato al fronte. La Federazione degli Artisti del Varietà Italiano contro la chiusura dei teatri ......................................... » 136 ANTONIO PIETROPAOLI, Note sulla metrica di Govoni ............................................ » 175 GIOVANNI GENNA, Il Montale di Gadda: attimi iridati, «femmine», «cocci» e «fagiuoli» ....................................................................................................................................... » 185 MARIKA BILIA, Un epigramma inedito di Giorgio Caproni all’amico e poeta Siro Angeli ....................................................................................................................................... » 201 CATERINA FALOTICO, Anna Maria Ortese. Étrangère per vita e destino .... » 214 Interventi LAURA PAOLINO, In ricordo di Marco Santagata ........................................................... » 241 MAURIZIO ZANARDI, I trent’anni di Cronopio .............................................................. » 249 GRAZIANO BENELLI, Trieste nella prosa di Serena Castro Stera ......................... » 253 EDOARDO EspOSITO, Tà-kài-tà (Eduardo per Eduardo) di Enzo Moscato » 269 Note e Rassegne ANDREA MAURUTTO, Rabboni, Cornelio Bentivoglio d’Aragona e il teatro a Ferrara tra Sei e Settecento ......................................................................... » 279 PASQUALE TUSCANO, La ‘parola evocatrice’ di Antonio Chilà ............................. » 286 APOLLONIA STRIANO, La letteratura militante nel Mezzogiorno assediato ... » 290 MILENA MONTANILE, Orazio Longo tra musica, immagini e parole ................ » 296 Recensioni Cristiano Anelli, Graziano Benelli, Étienne Biot, Alessio Bottone, Sara Cataudella, Ariele D’Ambrosio, Antonio D’Elia, Anna Fiorile, Paola Giu- sti, Francesca Nassi, Paola Nigro, Francesca Tuscano, Lorenzo Resio .... pag. 305 Libri ricevuti ................................................................................................................................................... » 345 4 Saggi EMMA GRIMALDI DALLE VARIAZIONI IN PROGRESS AL LIBERO ARBITRIO. ALCUNE RIFLESSIONI SUL «SACRATO POEMA» Per alcune riflessioni sul Poema Sacro, da collocarsi ai margini dell’aura solenne delle prossime celebrazioni dantesche, provo a partire da una formula analogica già di vasto impiego. Alquanto logorata da un uso di meccanico automatismo, con fondato rischio di rimozione dello spessore estetico/filosofico magnificato a suo tempo da Rosario Assunto, formula in fabula é quella assimilante propriamente il Paradiso, e per estensione, la Commedia, all’imponenza di una cattedrale1. È stato Emilio Pasquini ad averne restaurato il senso con una interessante precisazione: «… come nel caso dei costruttori di cattedrali, esisteva nella mente di Dante un progetto generale; ma i particolari mutavano in corso d’opera […] (pur se) dei risultati precedenti restavano le tracce»2. Prima di esprimersi in questi termini, Pasquini si era mostrato più fermamente orientato in sen- so negativo, contestando, apertis verbis, l’idea che l’impianto del poema dantesco potesse essere «paragonato ora alle strutture solide e compatte di una cattedrale gotica, ora alle miracolose simmetrie e corrispondenze di un grande cristallo». Si era fatto sostenitore della lontananza dal vero, di una simile «immagine statica, sia per quanto riguarda la genesi del poema […] sia per quanto si attiene al temperamento dell’autore»3. Contestata per 1 «… il riferimento alle cattedrali gotiche si fa obbligatorio, perché lo scopo che Dante si proponeva di raggiungere nello scrivere il Paradiso è identico a quello che dalle cattedrali si ripromettevano i loro ordinatori e artefici […] e identiche sono le premesse estetiche […] Ed è allo stesso modo identica la concezione della bellezza come luce sulla quale si fondano l’architettura delle cattedrali e la poesia della terza cantica dantesca» (R. ASSUNTO, Ipotesi e postille sull’estetica medievale, Milano, Marzorati, 1975). Ho tratto la citazione da DANTE, Paradiso, a cura di T. Di Salvo, Bologna, Zanichelli, 1993, pp. 636-639, a tale edizione ho fatto riferimento per tutte le citazioni. Per quelle dall’Inferno, ho invece seguito il testo a cura di S. Bellomo, Torino, Einaudi 2013, per quelle dal Purgatorio, il testo a cura di S. Bellomo e S. Carrai, Torino, Einaudi, 2019. 2 E. PASQUINI, Vita di Dante, Milano, Rizzoli, 2006, p. 89. 5 3 E. PASQUINI, Dante e le figure del vero. La fabbrica della Commedia, Milano, Bruno EMMA GRIMALDI quanto pareva rinviare a un’idea di inerte gravezza, obsoleta per il tempo e l’abuso, l’analogia si è così riciclata in senso dinamico, in riferimento a ciò che, nell’opera dantesca, si connette allo scarto/devianza rispetto a un tracciato predefinito, i cui segni restano comunque palesi. Fra le tante occorrenze indicate, di più forte evidenza l’investitura di Cacciaguida, in Paradiso, XVII, al più alto ruolo profetico/oracolare, programmato per Beatrice sino a Inferno, XV. Da una simile discordanza, come da altre non così eclatanti, tutte non sottoponibili a correzione, essendo solito Dan- te ‘pubblicare’ – passare ai copisti – ogni canto dell’opera subito dopo averlo concluso, Pasquini invita a leggere la Commedia come «un supremo work in progress costruito per successive approssimazioni fino all’approdo onnicomprensivo del Paradiso»4. La compiuta finitezza del poema non è affatto messa in discussione; nessun apparentamento è ipotizzato con la perenne provvisorietà dell’opera aperta. Pur con tutte le possibili devia- zioni in corso d’opera, è pur sempre la rete di simmetriche rispondenze, il più forte segnale della compattezza unitaria del Poema; della sua identità medievale, di mimetica riproduzione dell’ordine del cosmo. Proprio della salda unità dell’opera di Dante è stato in tempi recenti Mirko Tavoni a indicare, in fascinosa ipotesi, due spie segnaletiche. I contrapposti termini speculari di estrema reciprocità, pertinenti l’area semantica del somnium, evocanti l’essenza del «Poema Sacro», in quanto intera esperienza onirico/ visionaria. Di una simile dimensione sarebbe appunto il Dante personaggio a certificare l’incipit: «Io non so ben ridir com’i’ v’intrai, / tant’era pien di sonno a quel punto / che la verace via abbandonai» (Inf.,I,10-12). Il Dante poeta ad anticiparne l’explicit, servendosi delle parole di San Bernardo: «“Ma perché ‘l tempo fugge che t’assonna, / qui farem punto, come buon sartore / che com’elli ha del panno fa la gonna;”» (Pd., XXXII, 139-141)5. Sulla traccia del restauro semantico addotto da Pasquini, provo a ripas- sare i versi 46-99 di Paradiso XVII: l’ampio discorso profetico rivolto da Cacciaguida al discendente, sul tempo che lo attende, di cui già alcuni cenni gli sono giunti in precedenti occasioni. Parlando di annunci profe- tici, farò qui riferimento solo a quelli ad personam, riguardanti il destino Mondadori, 2001, p. 4. Ma fondamentale tutto il primo saggio Dai «prefazi»