Marina id’I talia “Una volta marinaio... marinaio per sempre”

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MARINAI D’ITALIA

Anno LXII n. 4/5 • 2018 Aprile/Maggio Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1 - DCB Roma

La Grande Guerra Il saluto militare Editoriale del Presidente Nazionale Una delle versioni più plausibili sul gesto di portarsi la mano alla fronte deriva dal fatto che durante il Medioevo in Europa i soldati indossavano le armature, elmi compresi, e per farsi riconoscere dai propri superiori o dai loro stessi alleati si por - tavano la mano sulla fronte nell’atto di alzare la celata, ossia la visiera dell’elmo. Tale gesto rimase in uso anche dopo la dismissione delle armature e degli elmi classici. Un’altra versione riferisce che il gesto di portare la mano al capo richiami Ma che Stato è questo? quello dei cavalieri medievali che, prima di affrontare l’avversario, chinavano la vi - siera, anche in omaggio al nemico che avevano di fronte: infatti nell’esercito ita - on il solito contorno all’italiana di polemiche, operette e dei “café chantant”. Il 28 aprile 1945 fu uc - liano durante il cosiddetto “saluto al basco” la mano si tiene rigidamente distesa dibattiti (e nessuna voglia di rivelare, finalmen - ciso Benito Mussolini e con l’esposizione del cadavere ma leggermente inclinata in avanti, proprio a richiamare la visiera dell’elmo che C te, la verità), si è consumato anche il quarante - a Piazzale Loreto (la tristemente nota “macelleria mes - si chiude. Un altro aneddoto narra che i militari britannici erano stati abituati, in presenza della Regina Vittoria, a portare una mano a riparo del viso come abba - simo anniversario del rapimento di Aldo Moro, in atte - sicana”, così definita da Ferruccio Parri) finì il “secolo gliati alla vista della augusta Maestà. Ci sono due tipi fondamentali di saluto mi - sa di quello dell’assassinio (a maggio). Ho conosciuto breve”, quello delle guerre mondiali, quello dell’epoca litare: uno con il palmo rivolto verso l’esterno e l’altro con il palmo rivolto verso il Aldo Moro: è stata la Massima Autorità, come Presi - fascista, cui seguì la repubblica antifascista. Ora, con Una giornata particolare! basso. In molti paesi, il saluto è con il palmo rivolto verso l’esterno. Significa mo - dente del Consiglio in carica, invitata al mio giuramen - Moro, finisce l’epoca del compromesso storico ed ini - strare una mano vuota che non rappresenta una minaccia. Ma in alcuni altri paesi Lunedì 29 gennaio 2018 presso l’aula multimediale la Marina saluta con il palmo verso il basso. Questo perché è considerato inappro - to, il 4 dicembre 1966 nel piazzale dell’Accademia Na - zia la lenta consunzione del partito egemone, la De - dell’Istituto Tecnico/Nautico “Ferraris - Leon Pancal - priato mostrare una mano sporca verso il tuo superiore. Il saluto navale differisce vale di Livorno. Buona parte di noi ricordano quel gior - mocrazia Cristiana, che trascinerà con sé tutti gli altri do” di Savona uno dei soci più autorevoli del Gruppo dal fatto che il palmo della mano è rivolto verso la spalla. Ciò risale ai tempi delle no per l’increscioso episodio del rotolo di carta igieni - partiti che avevano dato vita al primo, storico esperi - navi a vela, quando il catrame e il beccheggio venivano usati per sigillare il legna - ca, volato giù da una finestra e srotolatosi proprio ai mento di repubblica (appunto, la cosiddetta prima re - cittadino ha tenuto una lezione molto particolare, me dall’acqua di mare. Una storia narra che la Regina Vittoria sia stata salutata da fuori dai testi e dagli schemi didattici dei programmi piedi dell’illustre personaggio mentre stava tenendo pubblica). Finisce il periodo in cui, dopo la contrappo - un marinaio con il palmo sporco e quindi decretò che i marinai della flotta avreb - la rituale prolusione, molto più che per il contenuto del sizione frontale, fu tentato di opporsi al comunismo scolastici. Grazie alla sensibilità della Direzione di - bero dovuto salutare con il palmo ruotato di 90 gradi e rivolto verso la spalla. dattica dell’Istituto nella persona della Vice Preside lungo, interminabile discorso (astratto, barocco, fu - mediante una manovra avvolgente, consociandolo Luisa Bargnolo, del Prof. Rosario Perrino e di tutto il moso, privo di alcunché di interessante per noi Allievi cioè in un abbraccio soffocante nella gestione del po - e ventenni), lui con la celebre frezza bianca, imbacuc - tere, che ne annullasse e svuotasse la spinta rivolu - corpo docente, il Comandante Rolando “Raoul” Calò Un militare Un militare della US Navy britannico cato in un pesantissimo cappotto, senza pietà per noi, zionaria contenuta in quel 30% di voti (e consentisse, ha incontrato i ragazzi di due classi del quinto anno esposti al freddo vento di libeccio che ci intorpidiva in pari tempo, alla DC di continuare a governare). del corso “Capitani e Macchinisti”. collo e piedi, immobili sull’“attenti” (perché si era di - La Storia evidenzia i segnali del cambiamento, occor - La conversazione è stata un riassunto della sua menticato di dare il consenso al “riposo”). Poi, ne ho re riconoscerli. Moro non piaceva a destra, perché esperienza vissuta durante tutta la carriera nella vissuto il dramma del sequestro mentre mi trovavo al - aveva iniziato il traghettamento dei comunisti verso il Marina Militare, un racconto di storie di vita che l’interno dell’allora Italcantieri (oggi Fincantieri) di potere, e non piaceva alla sinistra, che si vedeva coin - sono andate ben aldilà dello studio sui libri o sui si - Monfalcone, a seguire l’allestimento del nuovo battel - volgere in quel sistema che voleva invece abbattere e mulatori; Raoul ha cercato di trasmettere l’amore lo Fecia di Cossato . Ad un tratto, quella mattina del 16 sostituire. Ciò che, in ogni caso, non è tollerabile è che per il mare e la passione per questa stupenda pro - ERRATA CORRIGE marzo 1978, si videro gli operai lasciare a frotte il posto a distanza di quaranta anni ancora non si sappia la ve - fessione di marinaio, cercando di stimolare gli stu - di lavoro e dirigersi verso l’uscita, una fiumana vocian - rità su quei fatti, che ci siano ancora carte segretate, Nel n. 3 di Marzo di Marinai d’Italia l’articolo di pag. 26 “Primo Longobardo” denti su argomenti che l’attuale programma di stud i è stato erroneamente attribuito al Socio Della Bruna. L’autore è invece il Socio te, disordinata (che ci fece subito comprendere che che neppure si conosca quanti erano i terroristi sul non contempla o tratta marginalmente raccoman - Emanuele Dalla Bella, Vice Presidente del Gruppo di Caorle. La redazione si non si trattava del solito e ormai cadenzato sciopero luogo del rapimento. E procura molto fastidio vedere dando a tutti di essere curiosi e di andare sempre a scusa dell’inconveniente con i lettori e soprattutto con l’Autore. organizzato): così apprendemmo del rapimento e con - alcuni di loro, rei confessi, ancora alla ribalta dei me - fondo nelle problematiche che via via si incontrano. Nel Diario di Bordo n. 3 di Marzo, pag. 33, la foto pubblicata del Gruppo di statammo lo sbandamento che aveva generato. Nes - dia, nelle università, sui giornali, in beata vita all’este - L’intervento ha catturato completamente l’atten - Manfredonia sotto la data del 10 gennaio è errata. Provvediamo a pubblicare suno aveva una spiegazione plausibile sul perché fos - ro. Ma che Stato è questo? Noi vorremmo saperli an - quella giusta scusandoci con quei Soci e con i lettori. zione dei ragazzi durante il quale, è proprio il caso se stato rapito, perché proprio lui. Seguirono giorni di cora in galera, tutti, senza sconti, nel nome e per ri - di dirlo, non volava una mosca. Il successivo in - accuse, polemiche, frenesie, fino al tragico epilogo. A spetto di quei carabinieri e poliziotti che hanno perso con tro si è tenuto mercoledì 21 marzo. me viene in mente che nella storia d’Italia i grandi cam - la vita combattendo per difendere quello Stato che Grazie Raoul per la tua squisita gentilezza e di - biamenti epocali ebbero tutti come origine un omici - essi volevano sovvertire a mano armata ed il cui espo - sponibilità. dio. Il 29 luglio del 1900 fu assassinato a Monza il re nente, Aldo Moro, non esitarono a brutalizzare e ad Umberto I: fine della “belle epoque”, dell’ottocento ri - uccidere con spietata ferocia. Il Comandante Calò, si è diplomato presso l’Istituto Nautico “Leon sorgimentale, dell’epoca, appunto, umbertina, delle Pancaldo” nel 1970 come macchinista ed ha frequentato dal 1972 l’Ac - nnn cademia Navale di Livorno quale allievo dei Ruoli Normali nel Corso “Odissea” uscendone come Ufficiale di Stato Maggiore. Durante la sua lunga carriera (oltre 40 anni di servizio) ha comandato il Draga - mine Bambù in Sinai, la Corvetta Aquila ed il Rifornitore di squadra Stromboli durante la missione in Somalia; come ultimo incarico in ser - vizio ha ricoperto il ruolo di Ufficiale di collegamento presso il Co- mando Navale NATO per il Mediterraneo Orientale, di stanza ad Atene. A pag. 40, invece, è stata erroneamente replicata nella nota del Gruppo di San Zeno Naviglio la foto di pag. 17 riferita alla nota del Gruppo di Castellaneta. Ce ne scusiamo con quei Soci e con i lettori. Pubblichiamo la foto corretta.

Contributi 2018

Gruppo di Sarzana (SP) 123,00 € Gruppo di Montreal (Canada) 120,00 € Gruppo di Toronto (Canada) 12,63 € Avviso MA RINAI D’ITALIA DIARIO DI BORDO ai Naviganti

ella fase di valorizzazione N delle foto inviate alla Presi - denza Nazionale a cura dei Grup - pi, a testimonianza delle varie at - tività effettuate, è stato rilevato come, in diverse circostanze, al - cuni Soci vestano in forma non corretta la divisa sociale : per esempio il pantalone blue jeans, In copertina camicia celeste, cravatta diversa In ricordo dell’ultimo anno da quella sociale, ecc... Ciò è sta - della Grande Guerra (vds art. a pag. 12 e segg.) to in particolare riscontrato in oc - casione di manifestazioni e ceri - monie di carattere ufficiale, alla presenza di organi istituzionali. Soprattutto allo scopo di tutela - re l’immagine dell’ANMI verso l’esterno ed in tutti i contesti (for mali e non) possibili, si ri - Direttore responsabile chiama allo scrupoloso rispetto Giovanni Vignati delle norme per l’impiego della divisa sociale riportate nel “Re - Vicedirettore Angelo Castiglione golamento di attuazione dello Statuto dell’ANMI” (ed. 2012), Redazione Alessandro Di Capua, Gaetano Gallinaro, specificando che NON saranno Massimo Messina, Daniela Stanco, pubblicate foto che ritraggono Beppe Tommasiello Soci in disordine nella divisa. Direzione, Redazione e Amministrazione Con l’occasione si richiama altre - c/o Caserma M.M. Grazioli Lante Il sommergibile Toti sì l’attenzione in merito ai contri - Piazza Randaccio, 2 - 00195 Roma nella sua sede buti fotografici inviati alla Presi - Tel. 06.36.80.23.81/2 nel Museo della Scienza denza Nazionale per la loro Fax 06.36.80.20.90 e della Tecnica eventuale pubblicazione sul Sito web di Milano www.marinaiditalia.com (vds art. a pag 32) “Diario di bordo”. Per ragioni re - E-mail dazionali è opportuno che i sin - [email protected] goli file fotografici abbiano una risoluzione ottimale per la Iscrizione n. 6038 stampa di 300 dpi e una misura Reg. Trib. Roma 28 novembre 1957 Sommario di base pari a 10 cm. , (che di Progetto grafico e impaginazione massima corrisponde al “peso” Roberta Melarance di 1,2 megabyte). Inoltre si ram - Stampa menta che il file fotografico do - Artigrafiche Boccia spa vrà essere inviato separatamen - via Tiberio Claudio Felice, 7 pag. 4 1 Editoriale del Presidente Nazionale 32 Ciccio te dalla parte redazionale (dida - 84131 Salerno pag. 34 scalia o testo) a cui è riferito e Numero copie 35.400 4 “” un nuovo film e le sue vecchie navi 34 Enrica - La gatta del Toti questa dovrà pervenire in forma - to Word (altri formati, tipo JPEG o Codice fiscale 80216990582 8 Leda - La barca che non volle tornare a galla 36 Emilio Bernardi - Andrea Mansi PDF non saranno tenuti in consi - C.C. Bancario derazione per la pubblicazione). UNICREDIT BANCA DI ROMA S.p.A. pag. 12 La protezione delle coste e la guerra di mine Una città di mare in aperta campagna A riguardo, la trattazione delle Agenzia di Roma 213 12 38 pag. 38 foto pervenute alla Presidenza Ministero Difesa Marina Nazionale su carta fotografica IBAN: IT 28 J 02008 05114 000400075643 Le cartoline raccontano Una nave sotto tre bandiere Codice BIC SWIFT: UNCRITM 1B94 18 40 sarà in vigore sino al 31 mag - C.C. Postale gio 2018 ; oltre tale data saran - n. 26351007 20 Panerai - Il tempo degli eroi 42 EUDI no accettate esclusivamente ABI 07601 - CAB 03200 - CIN O pag. 30 immagini fotografiche in forma - IBAN: IT 7400760103200ooo026351007 23 Crociera dei Marinai d’Italia 2018 - MSC Poesia 43 La Peota dei Savoia pag. 40 to digitale (secondo le caratteri - Codice B.I.C. BPPIITRRXXX stiche di cui sopra) da inviare al - Ambedue i conti intestati a Foto d’epoca Corrado Nardi la casella di posta elettronica Associazione Nazionale Marinai d’Italia 26 44 della redazione: Presidenza Nazionale [email protected] c/o Caserma M.M. Grazioli Lante SCISAR Recensioni Piazza Randaccio, 2 - 00195 Roma 30 46 LA REDAZIONE Cinema & Mare

tanta fatica artigianale (i cosiddetti “practical effect” non gene - “British Expeditionary Force”). Quindi, l’assegnazione alla scorta rati al computer), che ha mischiato modelli in scala di grande ac - convogli tra Gibilterra e Liverpool, fino a quando, il 12 maggio curatezza, soprattutto per gli aeroplani, e autentici residuati bel - 1940, non fu rimandato nella Manica: prima per scortare la fami - lici – compresi 2 Supermarine “Spitfire” Mk-IA, versione all’epo - glia reale olandese in fuga dopo l’invasione tedesca, poi per par - ca impiegata -, o navi post-1945, ma adeguatamente truccate. E, tecipare a “Dynamo”. Tra il 28 maggio e il 1 giugno, il vecchio Vi - cosa rara, come abbiamo accennato, anche alcune imbarcazioni vacious tenne fede al suo nome, evacuando in 4 viaggi 1.649 uo - preservate che parteciparono davvero a “Dynamo”, arrivando ad mini, e finendo sotto il tiro delle batterie campali tedesche, che avere in acqua sino a 60 unità. Il tutto coordinato da uno specia - colpirono la nave infliggendo 15 perdite tra l’equipaggio. Il 3 giu - lista del settore, Neil Andrea, che aveva già lavorato in altre re - gno, il cacciatorpediniere partecipò all’operazione che vide centi pellicole navali, come la saga di “Pirati dei Caraibi” (prota - affondare alcune navi mercantili per bloccare il porto di Dunkirk. gonista l’istrionico pirata Jack Sparrow interpretato da Johnny Depp), e il più serio Capitan Phillips . Tra le unità scese in mare, a fare bella mostra di sé è stato il cac - ciatorpediniere francese Maillé-Brézé , costruito negli anni ’50 e radiato nel 1988, e nave-museo a Nantes. Nolan aveva bisogno di ricostruire e riprendere a distanza ravvicinata 2 “destroyer” bri - tannici che parteciparono all’operazione “Dynamo”: il D-36 Viva - cious , e il D-54 Vanquisher . Entrambi vecchi cacciatorpediniere costruiti durante la Prima Guerra Mondiale, il Vivacious era un’u - nità classe “V”: entrato in servizio il 29/12/1917, nell’ultimo anno di guerra aveva operato come dragamine veloce, per poi partecipa - re al contingente inviato nel Baltico per appoggiare i Russi Bian - chi durante la guerra civile contro i Soviet. Passato in riserva negli anni ’30, nell’agosto 1939 era stato riar - mato con un equipaggio di riservisti, per poi essere inquadrato nella “17th Destroyer Flotilla”, con cui aveva scortato le unità Nei mesi successivi, l’unità avrebbe ripreso le attività di scorta e Girare un film ambientato nella Seconda Guerra Mondiale ai no - impegnate a trasportare in Francia il contingente inglese (BEF: pattugliamento per tutta la durata della guerra: a dispetto dell’età “Dunkirk” stri giorni, costringe i registi a fare largo ricorso a modellini o, avanzata, e dell’armamento limitato (4 cannoni da 102 mm, integrati sempre più normalmente, a immagini generate dal computer. Ch - in vari interventi di ammodernamento con armi antiaeree e anti - un nuovo film ristopher Nolan, tuttavia, un giovane regista inglese, a dispetto di som più recenti), la decimazione dei “destroyer” inglesi costrinse film altamente spettacolari (dalla trilogia del cavaliere oscuro Londra a mantenere in prima linea anche questi vecchi soldati, e il Batman, a gioielli come The Prestige , Inception e Interstellar ) Vivacious, disarmato dopo l’armistizio, andò in pensione solamen - e le sue vecchie navi ama girare con uno stile e una tecnica più classici: pochi trucchi te nel 1947, dopo 30 anni di onorato servizio. Un curriculum simile computerizzati, molti modelli di incredibile accuratezza combinati presentava il gemello Vanquisher , consegnato il 2 ottobre 1917, e Giuliano Da Frè - Storico e giornalista a una finezza stilistica, che comprende IMAX e 65mm. Per la sua in forza alla “Harwich Force”, partecipando a numerose operazio - ultima fatica, Dunkirk 1, uscito in Italia il 31 agosto 2017, e dedica - ni di guerriglia navale nel Mare del Nord durante tutto il 1918, an - to all’operazione “Dynamo”, ossia l’evacuazione del contingente che come posamine. Nel 1938 fu assegnato a un nuovo reparto an - u queste pagine, abbiamo spesso parlato dell’impiego di inglese bloccato dai tedeschi nel giugno 1940 sulle spiagge fran - tisom, la “1st Antisubmarine Flotilla”, e con lo scoppio della guerra S vere navi da guerra in film bellici ambientati durante il se - cesi, Nolan non si è smentito. Pochi effetti speciali “hitech”, e condo conflitto mondiale. Per lo più pellicole degli anni ’50 e ’60, che potevano contare sul fatto che molte navi in servizio tra il 1939 e il 1945 erano ancora impiegate, spesso senza aver subito modifiche troppo vistose. In un caso, a partecipare a uno di questi film ( La battaglia di Rio de la Plata del 1956: si veda “Marinai d’I - talia” n. 7/2013) fu addirittura un incrociatore che aveva davvero partecipato a quel famoso scontro.

Note

(1) Qualche polemica c’è stata attorno al titolo del film, che riporta il nome inglese della località al centro dell’operazione “Dynamo; che sarebbe in effetti la francese Dunkerque, la cui testa di ponte fu difesa con tenacia dai soldati francesi, solo par - zialmente evacuati dalla “”. In effetti il film da conto di queste tensioni tra alleati, anche con spietatezza (l’episodio sulla barca da pesca, dove viene “sco - perto” un disertore francese): ma resta il fatto che si concentra su quanto accaduto alle truppe inglesi, e quindi la “licenza” su Dunkirk così si giustificherebbe …

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in 5 giorni è stata camuffata per occultare o smontare sistemi d’ar - ma troppo recenti, e realizzarne di nuovi posticci, per poi essere portata davanti a Dunkirk, dove alternando i due codici alfanume - rici D-36 e D-54 dei “destroyer” britannici, è “andata in scena”. Sebbene decisivo per filmare le scene più ravvicinate, e nonostan - te l’impiego di modelli, era necessario qualcosa di più. Nel film in - fatti vengono narrate anche le storie di altri tre cacciatorpediniere di tipo più moderno, 2 dei quali affondati nel corso di “Dynamo”. Lo HMS Havant , impostato nel 1938, era una delle 6 unità tipo “H” ordinate dal Brasile, da 1.900 t. e configurate soprattutto per la lot - ta antisom (erano equipaggiate con ASDIC e imbarcavano 110 bombe di profondità, e appena 3 cannoni da 120 mm), e che furono poi incorporate dalla “Royal Navy” non appena scoppiata la guerra. Consegnato il 19/12/1939, ebbe vita breve: dopo aver partecipato alla “11th Destroyer Flotilla”, per la scorta convogli e la sorveglian - lo Jaguar sopravvisse a “Dynamo”, per poi combattere a Capo (che interpreta una nave ospedale), e a una trentina di piccole im - za dei “Western Approaches”, il più feroce terreno di scontro tra Matapan, ed essere affondato dall’ U-652 il 26/3/1942. barcazioni private che non parteciparono a “Dynamo”, anche naviglio inglese e “U-boote” della guerra. Riparati i gravi danni ri - Un altro dragamine classe “Dokkum”, il Naaldwijk , in servizio dal molte veterane di quella leggendaria operazione. portati in una collisione, a fine maggio fu riassegnato al “Dover 1955 al 1994, e quindi passato in riserva, revisionato e rimotorizza - La motosilurante inglese MTB-102 , costruita dalla Vosper nel Command” per l’operazione “Dynamo”, e tra il 28 maggio e il 3 giu - to dal 2000 viene pure impiegato per attività addestrative. A que - 1937, effettuò 8 traversate, e come accennato nel film imbarcò per gno evacuò da Dunkirk in 7 viaggi ben 2.704 uomini. Dal 12 giugno st’unità un compito cinematografico più facile, dovendo interpre - Dunkirk anche l’allora contrammiraglio Frederic Wake-Walker partecipò anche alla meno famosa e drammatica evacuazione de - tare il Britomart , un dragamine appartenente alla classe (1888-1945), che coordinava l’operazione sul campo, dopo che la gli inglesi dai porti francesi sul Golfo di Biscaglia, per poi tornare al - “Halcyon”, classificata come “fleet minesweeper”, trattandosi di sua nave di bandiera fu affondata. Disarmata dopo la guerra e la scorta convogli. Anche il Vanquisher fu sfruttato sino in fondo, grandi unità lunghe 75 metri e da quasi 1.400 t., relativamente ve - venduta a privati, nel 1983-1990 è stata trasformata a scopi con - con diversi aggiornamenti soprattutto per armi antiaeree e antisom, loci e armate con 2 cannoni da 102 mm, potendo fungere da pat - servativi, restando operativa grazie alla sostituzione degli originali sino al disarmo nel giugno 1945, e la radiazione due anni più tardi. tugliatori. Sopravvissuto a “Dynamo”, ai terribili convogli artici, e motori Isotta-Fraschini con nuovi diesel, sostituiti ancora nel 2002. Unità piccole e di design antiquato, non era possibile trovare qual - al D-Day, fu affondato per errore nel 1944 da aerei della RAF. Numerose le partecipazioni a parate e rievocazioni storiche, e an - cosa che potesse somigliare loro. Nolan si è quindi dovuto arran - In Olanda le navi scuola per i cadetti dell’orgogliosa tradizione che ad altri film ambientati nella Seconda Guerra Mondiale, come giare con una nave costruita quando ormai i 2 caccia britannici in aprile alle operazioni in Norvegia, il 29 maggio 1940 fu dirottato marittima nazionale, militare e mercantile, sono molto diffuse. Nel La notte dell’aquila (1976) e Soldato d’Orange (1977). veterani erano stati smantellati: il Maillé-Brézé , impostato nel verso Dunkirk salvando in pochi giorni 2.300 uomini: ma il 1 giu - 1950 fu realizzata appositamente come unità ausiliaria della Real Oltre alla MTB-102 , Nolan ha mobilitato anche una dozzina di im - 1953, varato nel 1955, e consegnato il 4 maggio 1957. Si tratta di gno, mentre imbarcava 500 soldati recuperati da un altro caccia Marina olandese la MLV (Marine/Loods Vaar - barcazioni reduci dall’operazione “Dynamo”, una nave appartenente alla classe “T-47” (o “Surcouf” 2), dalle li - gravemente danneggiato, l’ Ivanhoe , fu duramente colpito dagli tuig, ossia nave scuola) Castor , lunga 46 metri e le cosiddette “Little Ships of Dunkirk”, che a nee molto più moderne e decisamente più grande dei vecchi “V” “Stukas” tedeschi, e immobilizzato con 2 bombe esplose nella con un dislocamento di 500 t., armata comun - centinaia (circa 850) salparono per evacuare i britannici di 40 anni prima: è infatti lunga quasi 129 metri e con un sala macchine, che provocarono anche decine di morti e di feriti. que anche come pattugliatore, con 3 cannoni 338.000 uomini scampati alla tenaglia tedesca. dislocamento a pieno carico di 3.740 t., contro le 1.500 t. e i 95 metri L’unità, soccorsa da un dragamine, dovette essere autoaffondata da 76 mm, 4 Bofors da 40 mm e 2 Oerlikon da 20 Non volendo ricorrere ai trucchi digitali, che delle unità che doveva impersonare. Realizzati tra 1951 e 1957 in dopo un fallito tentativo di rimorchiarla. Nel film lo Havant viene mm (armi impiegate durante la guerra), e 2 tra - notoriamente moltiplicano comparse e mezzi 12 esemplari (più tardi ammodernati e suddivisi in caccia-condut - “interpretato” da un vecchio dragamine classe “Dokkum” (basa - mogge per bombe di profondità. Lasciato il ser - scarsi, il regista inglese non ha riempito il mare tori, antiaerei e antisom), i “Surcouf” erano in origine tutti armati to sulla riuscita serie britannica “Ton”), il Sittard , costruito nel vizio attivo e disarmato, il Castor ha operato in di “little ships”. Ma ha usato 12 di quelle che con 6 cannoni da 127/54 mm Mod-1948, 3 impianti binati radar gui - 1955-1956, e disarmato nel 1996, per poi essere trasformato in mano a privati col nome di Redeemer dal 1984 parteciparono all’operazione, o mezzi della dati antiaerei da 57/60 mm Mod-1951, oltre a mitragliere da 20 mm unità addestrativa per i cadetti delle scuole navali. Il Sittard , ri - al 1999, anche come unità scientifica. Salvato stessa epoca, come il piccolo yacht a motore e lanciasiluri. Il Maillé-Brézé fu modificato in unità antisom nel preso da lontano e camuffato il più possibile (si tratta di un’unita dalla demolizione nel 2006, è stato restaurato a Moonstone , dove si svolge una parte impor - 1967-1968, imbarcando un sistema missilistico ASW “Malafon”, 2 lunga appena 46 metri da meno di 500 t.) ha per la verità fatto gli scopi conservativi. Nel film interpreta, grazie tante della storia. Imbarcazione e comandante cannoni da 100/55 mm Mod-1953, nuovi impianti lanciasiluri e lan - straordinari, contando sul fatto che è ancora in grado di muoversi alla linea vintage che la contraddistingue (e ai Il Comandante Lightoller immaginari, ma ispirati al (restau - ciabombe sempre antisommergibili, e rinnovando la sensoristica. autonomamente, interpretando anche il cacciatorpediniere HMS camuffamenti), il caccia HMS Basilisk , unità rato nel 1990, ma non impiegato da Nolan), un Gli interventi strutturali allungarono lo scafo di tre metri e mezzo, Jaguar , classe “J”, da 2.300 t. ma con configurazione simile alla classe “B” costruita nel 1929-1931, da 1.800 t. e 18 metri che fu condotto a Dunkirk da un ex uf - aumentando il dislocamento a 3.900 tonnellate: e per 20 anni il serie “H”. Consegnato pochi giorni dopo lo scoppio della guerra, armata con 4 cannoni da 120 mm, più siluri e armi antisom. Vete - ficiale appartenente a un’altra nave già divenuta leggenda, e im - Maillé-Brézé fu assegnato alla FOST, la “Force Océanique STraté - rano delle operazioni navali inglesi durante la guerra di Spagna, mortalata da tanti film famosi: , del Titanic . gisque”, fino al disarmo, avvenuto il 1 aprile 1988. Sei mesi dopo dopo il 1939 fu assegnato alla scorta convogli e poi alle operazio - Sessantaseienne nel 1940, veterano della Grande Guerra, du - l’unità (che aveva partecipato ad alcune operazioni nella fase fi - ni in Norvegia. Spedito a Dunkirk il 30 maggio 1940, salvò quasi rante la quale comandò un cacciatorpediniere col quale spe - nale della guerra d’Algeria) è stata aperta al pubblico come nave- 700 uomini, prima di essere ripetutamente attaccato da aerei te - ronò nel 1918 un sommergibile tedesco, il 1 giugno salvò 130 museo, e nel 1991 dichiarata monumento nazional e 3. deschi, il 1° giugno. Fallito un tentativo di rimorchiarlo, l’unità fu uomini, con un’imbarcazione che ne poteva portare 21, mano - Già protagonista di varie iniziative culturali (nel 2015, per il festival evacuata e finita a cannonate dal caccia Whitehall . vrando tanto abilmente da evitare – come riportato nel film – gli di arte urbana “Teenage Kicks” ha indossato la livrea mimetizzata La flottiglia armata da Nolan tuttavia comprende, oltre a un mer - attacchi aerei tedeschi. pensata nel 1917 dal pittore navale inglese Norman Wilkinson, e cantile norvegese costruito nel 1929 e preservato, il Rogaland Il Sundowner , requisito dall’Ammiragliato, prestò servizio sino al conosciuta come “Razzle Dazzle”), il cacciatorpediniere france - 1945 come pattugliatore, per poi essere revisionato e restituito a se, affittato per 3 mesi dalla casa di produzione cinematografica Note Lightoller, che morì nel 1952. Warner Bros., ha issato i colori britannici nel giugno 2016, quando (2) L’unità capoclasse fu speronata nel 1971 da una petroliera sovietica, e giudica - Due storie “minori” di uomini, e navi, che Dunkirk ha saputo resti - ha impersonato i ricordati “colleghi” inglesi durante l’operazione ta irrecuperabile fu radiata e cannibalizzata. tuirci, assieme al resto... “Dynamo”. L’unità è stata rimorchiata prima a Saint-Nazaire, dove (3) www.maillebreze.com. nnn

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LEDA La barca che non volle tornare a galla

Antonio Della Bruna - Socio del Gruppo di Pinerolo Santa Margherita Ligure

prestazioni richiedono allenamento e frequenta l’Università alla facoltà di L’immersione nel blu è sempre un banco spirali intorno al cavo del segnale il colore Maurizio Antonio Della Bruna... precauzioni rigorose per la decompres - scienze di Biologia Marina. Potrebbe far - di prova per il subacqueo, è necessario passa dal blu al verde e la luce si affievo - qualche anno fa sione, che deve essere lunga per evitare cela con me a fianco e darmi una mano vincere l’istintivo senso di timore che im - lisce sempre di più. l’embolia, inoltre c’è sempre in agguato nell’agganciare la Leda . pone la mancanza di punti di riferimento Non perdo di vista Maurizio e, nello stesso “la narcosi da azoto” o “ebbrezza alti Detto fatto, lo contatto mi pare un po’ per - intorno e sotto di se, cosa che non avvie - tempo controllo anche le mie reazioni al - bitavo a Santa Margherita Ligure fondali” come solitamente è indicata. plesso ma prendiamo accordi per il matti - ne in prossimità di scogliere o di pareti l’aumentare della profondità. A 60 metri A subito dopo i miei 15 anni di servi - Tale fenomeno procura un senso di no successivo. Quindi parlo con Leo e gli rocciose le quali assicurano, psicologica - vedo il fondo fangoso, le pinne sollevano zio in Marina e non c’era posto mi - euforia pericolosissimo che può condur - dico che avrei fatto una ricognizione per mente, un senso di contatto con la terra e nuvole di fango. Faccio cenno a Maurizio gliore per continuare a frequentare il mare re alla morte. valutare la situazione. spezzano la tremenda sensazione di ca - di avvicinarsi e seguo il cavo steso sul e le immersioni. Il mare nel sangue, potrei Ciò avviene dai 40 metri in giù, e chi ne è Due giorni dopo aiutato da Maurizio carico dere nel nulla. Controllo l’orologio e faccio fondo per una decina di metri ma non ve - dire, ed amici nella cerchia del porto era - colpito si sente come in preda ad una bombole, mute e tutto il necessario sul mio il segnale a Maurizio, al suo cenno di con - do il relitto. no i più frequentati, Leo era uno di questi. sensazione euforica, si sbarazza della “Zorro”, è il nome che ho dato alla barca ferma ci tuffiamo nella fitta nebbia opali - Il cavo si perde nel torbido verde del Gli avevano proposto di recuperare una maschera e del boccaglio che gli eroga dipinta tutta di bianco con una fascia nera na, 30, 40, 50 metri, l’acqua è molto torbida fondale. barca da diporto vela-motore di 11 m. l’aria, oppure ha visioni strane, si sente a forma di Z lungo i fianchi, da qui il nome e le particelle sospese rendono sempre Decido di risalire per non dover ricorrere affondata a pochi metri dalla riva di Mo - potente e senza vincoli o, ancora, cade in scherzoso dell’eroe mascherato. meno distinti i contorni della figura che mi alla sosta di decompressione. Avevo cal - neglia, piccolo centro della Riviera di Le - preda all’angoscia totale che lo porta al Perdiamo tempo a trovare il segnale, un nuota accanto. Mentre si scende in lente colata una curva di sicurezza per un mas - vante, dopo essersi incastrata su uno panico. È facile intuire cosa può capitare grande bidone aveva detto Leo, il mare è simo di cinque minuti, compresa la risali - scoglio emergente. Disincagliata, mentre in tali situazioni. Con Leo prendo 24 ore di ancora grosso e le creste non permetto - ta, d’immersione profonda. veniva rimorchiata verso Santa Margheri - tempo per cercare un compagno di cui fi - no una visuale lunga. Finalmente trovia - Tocco la spalla di Maurizio che trasale. ta Ligure, si erano spezzati i cavi di rimor - darmi. Passo la voce anche al mio amico mo il bidone, cerco di portare il segnale Faccio cenno col pollice di risalire adagio. chio e la barca “Leda” (il suo nome), tor - Peppino, titolare del negozio di attrezza - a piombo sul relitto ma i cavi misti di ca - Non abbiamo superato i cinque minuti di nava sul fondo, questa volta a 60 m e lon - ture da pesca, infine mi danno il nome di napa e acciaio pesantissimi, non con - permanenza sul fondo, quindi secondo la tana da terra di mezzo miglio un palombaro di Portofino. sentono questa operazione con la sola teoria e la mia pratica, non sarebbero state Leo, “factotum” nel porticciolo di Santa, Vado a cercarlo. Mi risponde che non se forza delle braccia. Comunque ci vestia - necessarie soste, comunque a nove metri non se la sente di scendere laggiù, non la sente di raggiungere quelle quote. mo, controllo personalmente la carica ci fermiamo per tre minuti, altri sei minuti a ha mai fatto immersioni profonde, quindi Sto per rassegnarmi quando mi viene in delle bombole, la riserva alzata e l’ero - tre metri dalla superficie. Sono deluso, cer - mi chiede se penso di farcela io. Non mi mente un ragazzo, Maurizio, al quale inse - gatore di entrambi, tutto insomma com - tamente il mare ha causato un trascina - solletica molto l’idea di scendere a quel - gno a pescare e che ho già portato sui 40 preso l’ormeggio della nostra barca al mento della zavorra sul fondo e il bidone si la profondità, non c’ero mai stato, tali metri di fondo. Ragazzo serio intelligente, bidone segnale. ... con una cernia di 18 kg è spostato, oppure l’imbando lasciato al

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cavo stesso era esagerato. Lasciamo la pressione gli avevano fatto perdere luci - Un Grand Soleil zona per rientrare. dità e il controllo su se stesso. Per quel Dopo una corsa veloce accosto Zorro alla giorno non si poteva fare altro. Torniamo banchina e vado subito a cercare Leo. Gli in porto. La notte ho un sacco d’incubi. spiego la situazione e che ritengo sia ne - Maurizio si era allontanato lateralmente cessario l’intervento del peschereccio af - dalla barca, ecco il motivo per cui non finché recuperi tutto l’imbando del cavo, l’ho trovato mentre risalivo. Accidenti per consentirci di scendere direttamente che fifa e che rimorso avrei sentito se...! sul relitto e non superare il limite di tempo Decido che il giorno seguente saremmo stabilito per l’immersione in sicurezza. ritornati sul posto ed avrei portato anche Il mare si mette di mezzo e per una setti - Maurizio, non volevo mortificarlo la - mana infuria impedendo l’uscita. sciandolo a terra, intendevo ridargli la fi - Il tempo trascorso sott’acqua dalla Leda ducia nelle sue capacità in modo che non deve superare il limite che potrebbe non rinunciasse alle immersioni. Doveva compromettere il recupero dell’imbarca - solo badare a se stesso. Avrei svolto io il zione e il suo restauro. Per fortuna giunge lavoro senza perderlo di vista un solo la telefonata del peschereccio, ci avrebbe istante. La giornata è ancora bella, il ma - atteso sul posto alle otto del mattino se - Zorro re calmo ed anche l’acqua più chiara fa guente, essendo migliorate le condizioni presagire un buon lavoro laggiù. Leo ed il del mare. Chiedo a Leo che rimanga sul po - peschereccio sono sul posto. In meno di sto insieme al peschereccio che avrebbe precedenza usato da Leo, durante il suo destino, i cavi di nylon, sistemati durante Inizio la risalita continuando a guardarmi ebbrezza ha amplificato la mia angoscia dieci minuti siamo pronti. Dico a Leo che proceduto al recupero, per eventuale assi - primo tentativo di recupero. Io avrei pro - il precedente recupero, ondeggiano len - attorno, sarà in preda all’ebbrezza sup - e solo ora comincio a ragionare con fred - avrei agganciato solo il barbettone a stenza con la radio sia per il recupero col seguito verso la prua trascinando il cavo tamente, dando alla scena un aspetto lu - pongo. Pinneggio disperatamente verso dezza come mi è consueto. Li raggiungo poppa e, una volta che la barca fosse in verricello della barca fino ad una profon - passatomi dal peschereccio, fino a pas - gubre, quasi spettrale. l’alto, “prenderò l’embolia ” pensavo, “ ma e faccio cenno a Leo di proseguire verso superficie, si sarebbe potuto completare dità utile a rinforzare le cime di traino. sare sotto la prua stessa per riportalo a Osservo Maurizio e mi pare tranquillo, sen - quando sarò in superficie cosa dirò alla la superficie. meglio l’imbracatura. In un bel mattino di sole la mia barca sol - poppa sul maniglione che lui avrebbe za perdere tempo afferro il cavo portato madre?”. Vedo i titoli sul giornale :” giova - Il ragazzo risale velocemente mentre rag - Tutto va liscio, Maurizio mi segue docil - ca veloce un mare calmo, appena una chiuso, avvitando l’apposito perno. dalla superficie recuperandone un po’ per ne sub scompare…presto… presto …”. giungo e tengo fermo Maurizio per un mente senza segni di sofferenza, trovo il lunga onda al traverso muove su e giù la Una cosa semplice e veloce. Maurizio, passarlo dentro al maniglione che Mauri - “La madre... Cosa dirò alla madre !“ – braccio, lo faccio fermare sul cavo per la maniglione sulla poppa come lo aveva la - barca, mentre filo verso l’appuntamento. mentre attendeva, doveva facilitare lo zio tiene aperto, lo richiudo e dopo un cen - Continuo a ripetermi questa frase nella decompressione. Tento di chiedere spie - sciato lui, congiungo i due maniglioni uno Maurizio appare calmo e sistema in ordi - scorrimento del cavo che io trascinavo.. no rassicurante, al suo assenso, parto ve - mente al massimo della preoccupazione. gazioni a gesti. Il ragazzo ha gli occhi ap - dei quali è collegato al cavo d’acciaio e ne l’attrezzatura . Gli faccio ripetere verbalmente l’operazio - locemente sul fianco destro della barca. Sbuco dall’acqua come un bolide urlando pannati e mi sembra un po’ confuso, la - lentamente risaliamo con una sola sosta a Sulla coperta del peschereccio che ci ne in successione quindi attendiamo che Giunto a prua, la distanza è di 11 metri, “Giù Leo… vieni giù… non lo trovo ”. Leo scio perdere e gli faccio segno, unendo il tre metri. La permanenza sul fondo è du - raggiunge dopo qualche tempo, spiego a il peschereccio recuperi l’imbando del faccio fatica a tirare il cavo, Maurizio in grida qualcosa ma non capisco, in preda pollice e l’indice che tutto va bene. Ese - rata due minuti. Maurizio ancora una volta, come ci sa - cavo per avere la posizione esatta sul re - questa fase dovrebbe agevolarne lo scor - al panico. ” Vieni giù, Leo, non l’ho trovato guiamo diverse soste brevi a 12, 9, 6, 3, La barca poteva essere sollevata ma il remmo comportati. litto. Anche Leo indossa la muta e prepara rimento. Impossibilitato a proseguire poso a poppa, non so dove sia andato…vieni metri poi controllando le mie reazioni e pontone apposito sarebbe venuto l’indo - Raggiunta la poppa della Leda , avremmo il suo autorespiratore bibombole. il cavo sulla coperta e torno verso poppa giù a cercarlo” urlo ancora. Respiro ora quelle apparenti di Maurizio risaliamo. Fi - mani. Il mio lavoro è terminato: tre im - aperto il grosso grillo (un maniglione per il Il volto dei pescatori affacciati alla fal - per stimolarlo. Il tempo che passa non ci è ma sono disperato, non potevo rimanere nalmente aria pura. mersioni invece di due, una delle quali fissaggio di cavi) e lo avremmo sistemato chetta insieme a Leo scompaiono alla no - favorevole. Mi rendo conto che il mio ero - un istante di più laggiù, ho fatto 60 metri a Sono quasi impazzito dalla disperazione da brivido. Ma la povera Leda era con - sul barbettone (robusto cavo di canapa) in stra vista mentre scendiamo abbastanza gatore fa fatica a darmi aria, me lo ha pre - velocità folle in disapnea e ora, sono cer - negli ultimi dieci minuti e vedere adesso dannata. Il cavo che “ poteva tirare su veloci verso il fondo. La visibilità non è mi - stato Leo; a Maurizio ho dato il mio molto to, l’embolia non perdonerà. il ragazzo che si spoglia della muta con una corazzata ”, secondo i pescatori, si gliorata rispetto alla volta precedente. più sicuro. Pinneggio verso poppa e mi Leo è in acqua e si tuffa verso una direzio - calma, completamente ripreso, mi riem - spezza con uno schiocco, come una fu - Le fitte sospensioni rendono incerti i con - viene incontro un nuvolone di fango. Non ne diversa da quella prevista. Quasi sven - pie il cuore di consolazione. Se gli fosse cilata, durante il recupero, non appena torni delle cose, seguiamo il cavo, unico vedo più niente e mille luci si accendono go davanti alle facce pallide dei marinai capitato un incidente non me lo sarei mai l’albero spunta alla superficie insieme al contatto con la superficie ed il fondo, che dentro alla mia maschera, puntini lumino - affacciati sulla poppa del peschereccio, perdonato. resto della barca gravando, con il peso pare irraggiungibile. Ho avuto da ridire si che girano vorticosamente. Non vedo intuiscono il dramma. Sbatto il maledetto Mentre torniamo in porto mi faccio spie - dello scafo pieno d’acqua su quel cavo sulla solidità del cavo d’acciaio con il co - Maurizio...! erogatore contro la barca e lo provo, fun - gare quello che gli è accaduto. maledetto. mandante del peschereccio, mi pareva “Maurizio dove sei, non dovevi muoverti ziona adesso. Mi ributto giù senza riflette - “Non mi sono reso conto di niente ” dice Prima che si possa rinforzare l’impianto di molto corroso dalla ruggine, ma lui mi ha da poppa. Accidenti non respiro più, dove re “ funziona adesso l’infame”. La discesa “ero come ubriaco, ho perso il maniglione sollevamento c’è lo schianto e lentamen - assicurato che avrebbe tirato su anche s’è cacciato quel ragazzo ?”. Sono infuria - pare eterna. “ Chissà cosa accade laggiù ” e nel cercarlo ho smosso tanto fango da te Leda s’inabissa scivolando verso un una corazzata. Ora che scendo tenendo il to, tutto si sta mettendo male; giro nel fan - dispero ormai, “ certo è stata l’ebbrezza e non vedere più niente, poi mi sono sentito fondale maggiore a causa della forte cor - cavo che scorre nella mia mano aumenta - go e non vedo nemmeno le mie mani, la chissà dov’è andato…”. Sono a 30 metri strano e sono venuto a cercarti lungo la rente. Il mare caparbio aveva ripreso la no le mie perplessità, infatti sento le fibre barca sembra sparita. Mille pensieri tetri quando vedo delle bolle di scarico salire barca senza trovarti. Ad un certo punto ho sua preda. Ogni errore in mare ha un d’acciaio rotte che rischiano di ferirmi la affollano la mia mente “ Si sarà sentito alla superficie. deciso di risalire senza capire perché e prezzo da pagare, a volte in maniera defi - mano. Spero che lassù abbiano ragione. male? Forse è l’ebbrezza che lo ha preso”. “È Leo ” penso “ ma sono due gli scari - così ho trovato Leo che scendeva, ho nitiva. Una furiosa mareggiata impedì per La barca! Il suo albero, appare all’improv - “E questo maledetto erogatore che non chi… Maurizio accidenti! È Maurizio”. pensato che fossi tu”. un mese intero qualsiasi altro tentativo di viso a poco più di un metro dal mio naso. mi da più aria, non posso rimanere qui, Il cuore sta per scoppiare, sono in preda Non dico niente, capisco che si sente recupero, in seguito il tempo trascorso e Si trova in perfetto assetto orizzontale, la devo trovarlo. Maurizioooo…” urlo dentro a mille sensazioni e il senso di pericolo avvilito. le spese sostenute sconsigliarono altri deriva deve essere sprofondata nel fan - al boccaglio “ Non posso lasciarlo qui ...” per il ragazzo si attenua, quello che con - Non doveva muoversi da poppa e la per - sforzi ed il proprietario si rassegnò. go, tranquilla, rassegnata ormai al suo Leo, penso, devo chiedere aiuto a Leo. ta è che sia salvo. Probabilmente l’effetto dita del maniglione più gli effetti della nnn

10 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 11 Grande Guerra

1915. Difesa costiera. Artiglierie piazzate comunicazioni; e la Marina impiantò con proprio personale e ma - sul litorale redento teriale 150 nuovi uffici telegrafici e 1.250 impianti telefonici, sten - dendo 9.000 chilometri di linee telefoniche e 7.000 di linee telegra - fiche, compresi i cavi sottomarini, per una spesa complessiva di oltre 14.600.000 lire dell’epoca. In seguito, a partire dal 1917, vista la crescente minaccia sottomarina, furono piazzati pure degli idrofoni da fondo, sia lungo lo sbarramento del Canale d’Otranto, sia nei dintorni di punti sensibili, come Spezia – protetta dalle tre stazioni del Tino, di Punta Corvo e Punta Mesco – Taranto e Galli - poli, o Crotone e lo Stretto di Messina, zone, queste ultime due, dove le apparecchiature vennero posate a 200 metri di profondità. Purtroppo nel 1915 gli idrofoni erano praticamente agli inizi della loro resa operativa mentre i radiogoniometri, inventati nel 1907 dal capitano del Genio Navale Alessandro Tosi e dall’ingegner Ettore Bellini del Laboratorio Elettrico Navale della Regia Marina di Ve - nezia, erano ancora pochi. Non potendo avere navi in pattuglia dovunque od esser certi che le postazioni d’avvistamento, specie di notte, vedessero tutto e in tempo, si ricorse a terra ai treni ar - mati e in mare alla posa d’una gran quantità di sbarramenti fissi, fatti da reti – come nel caso dello sbarramento d’Otranto – ma, so prattutto, da mine. Le ostruzioni retali La protezione Il sistema fisso, che poteva interagire colle mine, era quello delle ostruzioni retali. Paradossalmente, lo si iniziò a studiare a prote - delle coste zione dei porti non al principio della guerra ma solo nel 1917 e all’atto dell’armistizio lo si era quasi completato. È vero che di in - cursioni nei porti non se ne ebbero mai, per cui è ragionevole che e la guerra di mine non vi si sia provveduto prima, però un simile ritardo rimane lo stesso insolito. Comunque, prescindendo dallo sbarramento d’O - tranto, alla fine del conflitto praticamente tutti i porti di qualche ri - Ciro Paoletti - Storico levanza militare erano dotati di reti: Cagliari, La Maddalena, Sa - 1915. Mine su due file parallele pronte ad essere rilasciate in mare vona, Porto Maurizio (poi Imperia), Genova, La Spezia, Livorno, Napoli, Torre Annunziata, Gaeta, Palermo, Messina, Augusta, Si - I treni armati no degli aspetti più complessi della Prima Guerra 1915. Il caccia Intrepido in secco a Capo Linguetta racusa, Taranto, Gallipoli, Bari, Brindisi, Barletta, Ancona, Porto U Mondiale sul mare fu quello della protezione delle co - dopo essere incappato in una torpedine il 4 dicembre Corsini e Venezia; in colonia Tripoli e Tobruk; in Albania Valona, Basterà qui ricordare che, dopo le incursioni all’alba del 24 mag - ste e dalle mine. Santi Quarana e Porto Palermo. gio 1915 da sei squadre navali austriache contro il litorale da Ri - Come è noto, la sponda italiana dell’Adriatico è piatta e senza an - 1918, quelle navali aumentarono dalle 187 allo scoppio della Oltre a quelle stabili, nel 1917 si organizzarono delle ostruzioni mini a Barletta ed i ripetuti i bombardamenti navali durante l’esta - fratti, con solo alcune sopraelevazioni come il Conero e il Garga - guerra alle 975 del novembre 1918. Risale proprio a quegli anni “volanti”. Venivano stese intorno ai piroscafi incagliatisi per sfug - te, considerato che le postazioni fisse su tutta la costa avrebbero no. Difenderla dalle incursioni nemiche non era facile. Il pericolo l’impianto della stazione radio della Regia Marina di Roma San gire al nemico e servivano a proteggere da ulteriori siluramenti lo impegnato troppe risorse, in settembre si decise di immettere non consisteva negli sbarchi nemici, ma nelle incursioni per inter - Paolo, capace di trasmettere direttamente in tutto il modo, le cui scafo e il personale addetto al disincaglio. sulla ferrovia adriatica dei treni armati con cannoni di calibro cettare il traffico e bombardare la costa. Era necessario creare un emissioni, dieci anni dopo la guerra, sarebbero state le prime ri - sistema difensivo e lo si fece, integrando una rete d’avvistamento cevute dai naufraghi di Nobile al Polo e le cui palazzine ancora 1915. Il TV Pagano di Melito assiste all’alaggio sulla RN Gianicolo 1915. Torpedine italiana con carica di 100 kg d’esplosivo d’una torpedine austriaca disattivata col sistema Amico su un’unita della Regia Marina e un complesso di forze di difesa e risposta di primo tempo. esistono a Roma in via Ostiense. L’avvistamento venne organizzato su posti a terra e ricognizione Il sistema d’avvistamento venne integrato da un’ulteriore rete di aerea. Le difese mobili furono sostanzialmente realizzate dai treni 22 stazioni radiogoniometriche per rilevare la posizione delle unità armati e dal pattugliamento navale, quelle fisse vennero articola - nemiche, specie subacquee, e da 10 centrali radiotelefoniche. Le te in batterie costiere e, soprattutto, banchi e sbarramenti minati. stazioni radiogoniometriche facevano capo ai tre Centri d’infor - mazioni di Spezia, Napoli e Taranto e davano contemporanea - La rete d’avvistamento mente notizie a loro ed all’Ufficio Centrale informazioni di Otranto. Se le artiglierie fisse entravano in azione a vista, quelle mobili, Nel maggio del ’18 il servizio fu accentrato a Roma, comunicando imbarcate tanto sulle navi che sui treni, si spostavano su chia - ogni notizia direttamente all’ufficio del Capo di Stato Maggiore mata; e la chiamata arrivava dal sistema d’avvistamento. Poi - della Marina e i centri vennero ridotti a due. Quello di Napoli fu re - ché in un periodo ancora senza radar l’unico modo di scoprire sponsabile delle acque da Andora a Gioia Tauro, inclusa la Sarde - il nemico consisteva nella sorveglianza, venne organizzata una gna, mentre quello d’Otranto le controllava da Capo Spartivento rete d’osservazione costituita dai fari e semafori già esistenti e fino a tutto il Basso Adriatico. Entro pochi minuti dalla determina - integrata da nuove postazioni. La dotazione si basava sul tele - zione, i punti radiogonometrati erano comunicati dalle autorità grafo, fosse radio o via cavo e/o sul telefono. Le stazioni radio - costiere alle unità navali per mare, agli aerei disponibili ed ai treni telegrafiche costiere passarono dalle 35 del 1914 alle 107 del armati. Anche per questo fu necessario incrementare la rete di

12 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 13 Grande Guerra

La guerra di mine in generale Guerra di mine in Adriatico La guerra di mine implicò in realtà degli impianti di due tipi diversi: È difficile stabilire chi fra Italiani e Austriaci cominciò a posare banchi di torpedini e mine. La differenza fra le due armi, in sostanza mine per primo sull’opposta sponda dell’Adriatico. È certo che non esisteva. In origine, nell’ultimo quarto dell’Ottocento, le torpe - quelle austriache erano già in mare da dieci mesi sulla costa dini erano dei siluri non autopropulsi, fissati a terra o in bassi fon - orientale e che da maggio del ’15 entrambe le parti si accorsero dali in attesa che un natante li urtasse, oppure messi su una nave, in fretta di quelle nemiche e si impegnarono in un lavoro crescen - chiamata perciò “torpediniera”, che li trasportava fino a farli urtare te e continuo. Nella tarda primavera del ’15 agli Italiani era già contro il fianco della nave avversaria. Dopo la comparsa del siluro chiarissimo che la posa delle mine austriache non veniva esegui - autopropulso “Whitehead”, nella marina italiana i siluri erano le ar - ta solo dai posamine di superficie, ma pure probabilmente da pe - mi che si lanciavano e raggiungevano il bersaglio da sé, mentre le scherecci e sicuramente da sommergibili. Quanti e da dove ve - torpedini erano quelle che continuavano a restar ferme in attesa nissero era intuitivo; che difficilmente la loro autonomia – almeno d’essere urtate. Ciò che all’epoca della Grande Guerra veniva nel ’15 – consentisse una navigazione di lungo raggio era evidente. chiamato torpedine era l’arma ancorata, mentre la mina era quella Chi li rifornisse fuori dalle loro basi, sconosciuto. libera di flottare, ma la distinzione in breve scomparve e in seguito Da parte loro, gli Austriaci notarono subito le mine flottanti italia - rientrarono tutte nella definizione di “mina marittima”. ne e ne iniziarono il dragaggio diurno e notturno assai presto, Se in Italia qualcuno aveva ancora dei dubbi sull’efficacia delle mentre, secondo la loro relazione ufficiale, sembrano aver draga - 1916. Preparazione delle forbici su un dragamine mine, scomparvero prontamente non appena si seppe che il 13 1916. Batteria costiera in azione sull’Adriatico to il primo banco di torpedini italiane nelle acque dell’Alto Adria - agosto del 1914 il Baron Gautsch del Lloyd Austriaco era affonda - tico il 20 giugno 1915, continuando il 21 e neutralizzandone un al - compreso fra i 76 e i 152 millimetri, montati su normali carri ferro - to su uno sbarramento di mine, per di più austroungariche, colla caccia, perché il dragamine vero e proprio comparve solo colle tro il 24. L’operazione non fu indolore, perché rimasero uccisi un viari adattati e serviti da personale della Marina. Si muovevano morte di 127 fra passeggeri e membri dell’equipaggio. commesse che in tempo di guerra portarono alla già citata classe ufficiale e due marinai, i primi d’una non breve lista, ma consentì su allarme telefonico o radio e, nonostante i danni da loro inflitti All’entrata in guerra, nove mesi dopo, alla Regia Marina era già “R” entrata in servizio nel 1917. Ecco il motivo per cui la relazione il recupero di 66 torpedini italiane; evidentemente una frazione al nemico nell’arco di tutta la guerra siano stati nel complesso ri - evidente che in Adriatico bisognava impedire agli Austriaci sia il ufficiale, invece di dire: “ soltanto nei primi mesi del 1918 ”, affer - minima di quelle che erano state già posate. dotti a soli cinque aerei abbattuti e ad una reazione tale da inter - traffico che l’attacco. Il primo era difficile da intercettare a causa ma: “…, fin dai primi mesi del 1918, era stata riconosciuta la ne - Gli Austriaci cercarono di non essere da meno e ben presto fiori - rompere tre azioni di bombardamento navale contro costa e due dell’intrico di isole a protezione della costa dalmata, il secondo cessità di istituire squadriglie fisse di dragamine, destinate a per - rono banchi di mine paralleli a quasi tutta l’estensione delle coste bombardamenti aerei, la presenza dei treni agì da deterrente, andava bloccato quanto più lontano possibile dalla costa italiana. correre tutto il litorale, per assicurare ai convogli al massimo pos - adriatiche, col dragaggio di entrambi i contendenti impegnato in un contribuì notevolmente a ridurre le offese nemiche e liberò dal In entrambi i casi le mine erano utilissime e non c’è da stupirsi se sibile, la navigazione serrata della costa; ”(1) prima mancavano le lavoro quotidiano, sfiancante, ripetitivo e apparentemente senza fi - pattugliamento costiero un consistente numero di unità sottili e la Regia Marina ne fece costruire 20.000 dei vari generi – incluse navi adatte, ma il dragaggio era iniziato col principio delle ostilità. ne, sempre nelle stesse acque, sempre all’erta, sempre ricordando leggere, che poterono essere impiegate in altri modi, tra cui prin - quelle da getto e da rimorchio – posandone in Adriatico 15.760. Il testimone più spigliato e conosciuto del dragaggio, protagoni - che ogni nave può essere un dragamine, ma una sola volta. cipalmente la scorta convogli. Gli Austriaci riuscirono a neutralizzarne circa 720 e a recuperar - sta delle avventure più varie, fu Gennaro Pagano di Melito, pluri - Mentre i torpedinieri della Regia Marina sembravano da subito ne circa 370. Le altre sfuggirono e furono recuperate dalla Regia decorato, ufficiale mercantile richiamato e poi immesso in SPE abbastanza al corrente della tecnica per disarmare le armi nemi - Le artiglierie costiere Marina dopo la guerra. per merito di guerra, passato infine alla carriera consolare. Ricor - che, tant’è vero che Pagano di Melito riferisce di come il suo tor - Là dove i treni armati non c’erano, vennero posizionate artiglie - Le mine erano, in mare, un ostacolo simile alle trincee a terra: ral - dato sopratutto come ardito comandante di MAS, Pagano di Me - pediniere Amico. dopo averle osservate da vicino, avesse fin dal rie costiere, collegate alla rete di posti d’avvistamento ed ascol - lentavano o impedivano i movimenti, causavano grandi perdite lito fu altrettanto noto come dragatore, oltre che attivo nel con - primo dragaggio ideato un efficace e semplice sistema per neu - to, che allarmava i comandi da cui esse dipendevano. All’inizio con poca spesa ma, come le trincee, pur conoscendole da molto trospionaggio e impegnato nell’evacuazione dei Serbi dall’Alba - tralizzarle, gli Austriaci ammisero d’avere a che fare con armi “ di del conflitto la Regia Marina praticamente non aveva artiglierie tempo, nessuno aveva previsto quanti danni potevano fare e la nia e poi degli Italiani da Durazzo. Nel secondo volume delle sue tipo sconosciuto e ancorate a profondità ignote ”(3). a terra, essendo la difesa costiera assolta dai reggimenti d’Arti - Regia Marina non aveva abbastanza unità adatte al dragaggio, memorie di guerra dedicò ampio spazio all’attività di dragaggio, Ben presto però impararono a maneggiarle e si accorsero di ulte - glieria da Costa del Regio Esercito, per cui spesso si dovettero che, del resto, era una specialità ancora poco o per nulla svilup - svolta coi suoi uomini a partire dall’inizio dell’estate del 1915 sul riori rischi: “ Nel ricupero di una torpedine italiana nel golfo di Trie - impiegare dei pezzi da campagna piuttosto vecchi, come quelli pata in tutte le altre marine. brutto ma efficiente Gianicolo , un vecchio piroscafo mercantile a ste… all’atto della disattivazione si riscontrò che all’innesco era da 87 in bronzo rigato con affusto non scudato, forniti appunto Come uscirne? Con italica flessibilità si acquistò, confiscò e rac - fondo piuttosto piatto, requisito, classificato come rimorchiatore stata fissata una sottile catenella che non era mai stata veduta in dall’Esercito. Ben presto la produzione d’artiglierie fornì pezzi cattò di tutto, dai pescherecci ai rimorchiatori, in Italia ed all’este - e convertito in dragamine. alcuna torpedine. Un più accurato esame mostrò che la catenella nuovi di maggior calibro e gittata. Nel loro insieme i piccoli cali - ro, si riallestì quel “di tutto”, lo si armò ed equipaggiò e si iniziò il Da Pagano di Melito sappiamo che difficoltà incontrasse il dra - aveva per iscopo di provocare l’esplosione della torpedine all’e - bri della Marina salirono dai 2.058 dell’entrata in guerra ai 4.448 dragaggio, con poca conoscenza, ma molta versatilità, molta fan - gaggio al principio della guerra, quanto spesso si trovassero ban - strazione dell’innesco durante le operazioni di disattivazione. Si dell’armistizio; i medi calibri da 805 a 1.019, di cui 22 forniti dagli tasia, molta dedizione e molta fatica. I risultati non si fecero atten - chi di torpedini sulle coste italiane ed albanesi e che i torpedinieri dovette soltanto ad un caso fortunato il fatto che nel caso di que - Alleati e, infine, i grossi calibri da 176 a dere e furono decisamente buoni. In segui - della Regia Marina erano perfettamente in grado di rendere inerti sta prima torpedine fornita di una piccola macchina infernale la 265, quattro dei quali forniti dagli Alleati. Di to, molto in seguito, apparvero i dragamine, le mine nemiche in uso, sulle quali, almeno all’inizio, dovevano catenella fosse spezzata. Più tardi si poté anche accertare che gli questi pezzi ne furono impiegati per la pro - anzi, i “rimorchiatori dragamine” classe RI”, però intervenire manualmente. L’alternativa era sparare alle mine Italiani avevano contrassegnato cosiffatte torpedini con una cro - tezione costiera 1.187, di cui 27 di grosso a scafo di legno, da 8.040 tonnellate e con finché un colpo di fucile non le faceva esplodere. Se le si recu - cetta sulla vite di chiusura per non rimanere essi stessi vittime calibro, 258 di medio calibro e i rimanenti macchine da 25.700 cavalli, ma all’inizio ci perava, si poteva portarle via. Alla fine del primo dragaggio il Gia - dell’artifizio segreto nel caso di doverle disattivare. ”(4) 907 di piccolo calibro, mentre altri 594 pas - si dovette arrangiare con quel che c’era. nicolo rientrò a Brindisi con 42 torpedini disattivate in coperta: fu In definitiva gli Austriaci ne ricuperarono quante poterono, non savano all’impiego a terra, serviti da per - La Regia Marina aveva a disposizione va - cacciato alle Pedagne di gran carriera! molte; come scritto nella loro relazione: “ Le torpedini italiane del sonale della Marina o ceduti all’Esercito rie torpedini, tra cui le “Bollo”, dal nome La velocità con cui le mine venivano posate era notevole. Pa - mentre 100 pezzi di medio calibro venivano dell’ideatore, costruite secondo le direttive gano di Melito racconta che una mattina dell’autunno del ’15, dati agli Alleati. Ma il sistema più econo - della Conferenza della Pace del 1907, e dopo aver passato la notte a dragare fuori Valona, all’arrivo Note mico per interdire la navigazione nemica e l’apparato inventato dal medesimo coman - d’un convoglio di tre piroscafi scortati dal Quarto e da tre cac - (1) Ravenna, Luigi – Di Losa, Mario, Il traffico marittimo , 2 voll., Roma, Ufficio del Capo ridurre considerevolmente i rischi d’incur - dante Gerolamo Bollo per il dragaggio del - cia scorse “ Di poppa sulle onde livide del mattino otto mine in di Stato Maggiore della Regia Marina - Ufficio Storico, 1932, vol. 2°, pag. 141. sione rimanevano mine. le mine, al quale si poteva aggiungere l’ap - deriva! Il nemico era venuto nella notte, forse pochi minuti pri - (2) Pagano di Melito, Gennaro, Mine e spie , Roma, Ardita, 1934, pagg. 100-101. parecchio ricercatore “Simonetti”. ma .”(2) Il convoglio passò a 20 nodi e non ci furono urti né dan - (3) Sokol, Hans – Braun, Teodoro, La guerra marittima dell’Austria-Ungheria , 4 voll., 1917. Si trattava però di dotazioni da installare su ni; ma, nelle stesse acque, il 4 dicembre l’ Intrepido saltò su una Roma, Poligrafico dello Stato, 1931, vol 2°, pag. 38. Torpedine austriaca galleggiante navi preesistenti, di solito torpediniere e mina a Capo Linguetta. (4) Sokol, – Braun, op. cit., vol 2°, pag. 39, nota 1.

14 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 15 Grande Guerra

tipo ‘Tosi’ rappresentavano per l’i.r. Marina una preda assai buo - il 23 e ne furono dragate 69. Il 19 novembre gli Austriaci ricambia - na, perché contenevano molti pezzi in metalli ricchi, e, fra l’altro, rono lasciando 80 mine sulla rotta Venezia-Ancona; ma furono ri - ad esempio, cartoccieri in ottone. ”(5) pagati il 21 con un analogo sbarramento posato dalla Regia Ma - Come accennato, però, di 15.760 posate dalla Regia Marina, i rina nella stessa zona. nemici riuscirono a recuperarne solo 370, che, unite alle 720 di - Nel settembre del 1918 gli Austriaci trovarono un bel banco di tor - strutte danno un totale di circa 1.100, pari a poco più d’un quat - pedini lasciato dal nemico nel golfo del Drin. Decisero di dragarlo tordicesimo del totale. Ad ogni modo non mancarono di dichia - e, mentre stavano finendo, navi e aerei italiani piombarono loro rare nella loro relazione ufficiale che gli Italiani ne avevano di - addosso. Ne seguì un’azione concitata, ma senza perdite per le strutte 300 delle loro: 261 sui banchi e 38 alla deriva. Questo da - due parti. to è però fuorviante e assai inferiore al vero. Infatti la relazione Nel complesso entrambi i contendenti adoperarono gli sbarra - ufficiale austriaca, dicendo: “ Dalle poche fonti italiane a dispo - menti di mine quasi solo sotto costa, sia a scopo difensivo, da - sizione… risulta che vennero distrutte dagli Italiani 261 mine vanti ai propri porti, sia per ostacolare il movimento avversario; e nemiche là dove erano state collocate e 38 alla deriva ” in questo secondo fine fu quello che spinse i sommergibili tedeschi realtà si riferisce implicitamente – e lo si capisce dal contesto a posare mine fuori dall’Adriatico. – alle mine posate dai sommergibili tedeschi fuori dell’Adriati - co, ricavandone per di più – e lo si ammette – il numero dalla La guerra di mine nel Tirreno relazione ufficiale italiana, perché, come dichiara candida - e nelle altre acque italiane mente, i Tedeschi non dissero mai agli alleati Austriaci quante Secondo la relazione ufficiale italiana, al di fuori dell’Adriatico, mine avessero posato e dove. nel 1915, sarebbero state posate solo 24 mine e solo davanti a Ta - Tornando all’Adriatico, nel luglio 1915 le torpedini italiane recupe - ranto dal sommergibile tedesco UC12 , che, sempre secondo la 1917. Campi minati del Medio e Alto Adriatico e del Medio e Basso Adriatico rate vennero riutilizzate per posare un altro banco nel Golfo di relazione ufficiale, affondò durante l’operazione. In realtà l’ UC12 , Trieste e di nuovo lo furono in settembre, mentre si dragava un ceduto dai Tedeschi agli Austriaci, giunto per ferrovia a Pola in molto probabile che delle 294 mancanti all’appello ce ne siano a Catania, 12 a Siracusa, 9 a Capo Passero e 6 a Licata, seguite nuovo banco posizionato dalla Regia Marina e scoperto da poco; tre tronconi, rimontato e ribattezzato U24 , se n’era tornato tran - ancora varie, forse molte decine, tuttora ancorate in profondità in ottobre da 13 intorno a Messina – col contrappeso di 5 a Reg - e almeno due banchi vennero attivati dalle navi austroungariche quillamente alla base ed avrebbe continuato ad operare fino al 16 nel Tirreno e nel Mar di Sicilia. gio – e 5 a Porto Empedocle. Il resto venne inegualmente posato lungo le coste italiane di Nord-Est nel gennaio 1916. marzo 1916, quando, di nuovo a circa un miglio davanti a Taranto, Intanto la guerra continuava e la posa delle mine nemiche au - davanti al Circeo, ai Capi Palinuro, Vaticano e Scalea, a Punta Li - Naturalmente da parte italiana non si stava certo ad aspettare sarebbe saltato su una delle mine che stava posando. Fu ripesca - mentava. In Adriatico se ne trovavano ovunque, nel resto del Me - cosa, a Taranto e Gallipoli. che le dragassero tutte e la posa era ripetuta, continua e diffusa: to da un fondale di 30 metri, riparato e immatricolato nella Regia diterraneo in minor quantità, ma concentrate intorno ai principali Infine nel 1918, complice anche il fatto che gran parte delle mine una vera semina, però la precedenza era data a quella a prote - Marina con la sigla “X”, dando al colonnello del Genio Navale porti degli Alleati, come Marsiglia, Biserta, Malta, Genova, La posate l’anno prima erano ancora attive, il nemico si limito a po - zione del litorale nazionale. Da parte loro gli Austriaci, concentra - Curio Bernardis la possibilità di sfruttarlo per costruire i primi Spezia e Taranto, ma pure lungo le rotte più battute, perciò nel sarne 188 e a rilasciarne libere altre 18, per un totale di 206, cer - tisi nel dragaggio delle proprie rotte costiere, si accorsero presto sommergibili posamine italiani. Ma il punto non è questo. Il punto Golfo del Leone, nel Canale di Sicilia, intorno a Malta e a Porto cando di minare soprattutto le rotte irradiantisi da Malta e quelle che gli sbarramenti italiani erano perlopiù difensivi, dunque co - è che occorre fare molta attenzione a ciò che le fonti d’archivio e Said. Poiché il traffico interportuale italiano per motivi di sicurez - che dallo Stretto di Messina giungevano a Livorno, per intercet - stieri, e che in alto mare ce n’erano pochi. a stampa dell’epoca dicono a proposito delle mine, perché pec - za era prevalentemente costiero, aumentò il numero di banchi, di tare il traffico proveniente dall’India attraverso Suez, divenuto Nel maggio del 1917 la Regia Marina dispose uno sbarramento cano per difetto. Non c’è da stupirsi. Trattandosi di armi insidiose, solito però costituiti da un massimo di 18 a un minimo di tre armi, fondamentale per lo sforzo bellico italiano forse più di quello in nelle acque litoranee dalmate tra Arbe e Jablanazzo e in giugno molte furono trovate per caso e solo assai dopo il conflitto, nono - nei pressi dei sorgitori più disparati. Questo si doveva alla portata arrivo da Gibilterra. uno fra Punta Sottile e l’isola di Levrera; ma entrambi furono tro - stante a fine guerra i Tedeschi e gli Austriaci avessero consegna - massima ed al piccolo numero dei sommergibili posamine. Men - Nel complesso affondarono per mine e torpedini parecchie navi vati e dragati dagli Austriaci. In agosto vennero sistemate due li - to le carte dei loro banchi posati. tre in Adriatico gli Austriaci potevano posare mine da qualsiasi italiane, benché assai meno di quelle colate a picco dai som - nee di torpedini fra la punta Sud dell’isola di Curzola e la punta Limitandosi alle acque non adriatiche, la relazione ufficiale italia - nave, fuori dell’Adriatico andavano solo i sommergibili ed erano mergibili nemici: la corazzata Regina Margherita , il caccia In - Nord di quella di Meleda. Un idrovolante austriaco se ne accorse na, 14 anni dopo la guerra, diceva che: “ Lungo le coste italiane pochi. Dai due iniziali del 1915, capaci di 12 mine, passarono trepido , la torpediniera 17 OS , benché per l’esplosione di una dal confine francese al Capo Santa Maria di Leuca, tutti gli sbar - nell’autunno 1916 a quattro con 18 mine l’uno, ma in dicembre sa - propria mina, l’incrociatore ausiliario Città di Palermo , il draga - 1917. Regia Nave posamine all’opera ramenti vennero effettuati da sommergibili posamine tedeschi: lirono a nove, saliti a 11 nel marzo del’17, a 13 in aprile e a 17 in mine RD 10 , le vedette Meloria e Monsone , la nave ambulanza furono ancorate 565 armi dal 1915 all’armistizio ”;(6) ma doveva giugno, diminuendo poi progressivamente ai soli sette del gen - Marechiaro , il sommergibile Jalea , e probabilmente il sommer - ammettere che di esse ne erano state trovate durante il conflitto naio 1918 e ad ancora meno in seguito. gibile W4 ; incidentalmente, le mine ci affondarono tanti som - solo 309, di cui 271 dragate e 38 alla deriva, liquidando le altre col L’aumento dell’attività fu lento ma progressivo. Nel 1916 ci si ac - mergibili quanti l’alleata marina britannica. dire che il loro ritrovamento e distruzione “ continuò poi per un corse di banchi posati solo davanti a Genova e fra Taranto e Gal - A queste navi si aggiunsero dieci piroscafi, di cui uno seque - certo tempo dopo la guerra. ”(7) lipoli, per un totale che poi si seppe essere stato di sole 52 mine. strato al nemico, due velieri, cinque pescherecci a vapore e Di conseguenza occorre integrare, per quanto possibile, e non Ma nel 1917 fuori dell’Adriatico ne furono posate 293 – massimo cinque a vela. è molto, la relazione ufficiale con tutte le altre fonti disponibili, di tutta la guerra – che insidiavano le rotte a nord di Ischia – 18 Le perdite austriache furono minori, specie perché il traffico era per avere un’idea un po’ più chiara della situazione. ma va fatta mine posate in marzo – e le acque toscane, laziali, campane, sar - quasi tutto fra le isole e dunque costiero. A parte il vapore Ba - pure un’altra aggiunta. Poiché i miglioramenti tecnici portarono de, liguri, calabresi e soprattutto siciliane. In Toscana in settem - ron Gautsch , affondato il 14 agosto 1914 su un campo di mine i Tedeschi a produrre mine ancorabili fino a 220 metri di profon - bre ne vennero posizionate, con equità, 9 a Livorno, 9 a Portofer - austroungarico, l’imperialregia marina da guerra perse nel dità – come si constatò nel caso d’una rinvenuta a Capo Sparti - rajo e 9 intorno all’Argentario, con altre 9 di nuovo davanti a Li - maggio del ’18 il piroscafo Giulia , portato poi ad incagliare, fu in vento nel 1918 – e poiché alcune avevano un dispositivo che fa - vorno in novembre. In Sardegna il nemico si limitò a metterne 18 seguito recuperato, come il Marina in settembre e la nave ospe - ceva loro assumere l’assetto prestabilito solo dopo 45 giorni, è alle Bocche di Bonifacio. In Liguria ne pose 6 a marzo davanti alla dale Oceania in ottobre. in agosto affondò il piroscafo Gorizia , Spezia, ripristinò in giugno il banco fuori Genova con 12 mine e come i sommergibili 5, 10 e Wildfang . Note poi, in ottobre, ve ne piazzò altre 6, lasciandone 9 pure a Portofi - Nel complesso la guerra di mine ebbe forse maggior efficacia no, 12 nelle acque fra Vado, Savona e Varazze e, a novembre, 9 come deterrente che come mezzo per infliggere perdite, ma (5) Sokol, – Braun, ivi. davanti ad Oneglia. senza l’opera indefessa e misconosciuta di chi dragava non sa - (6) Ravenna – Di Losa, op. cit., vol. 2°, pag. 207. La Sicilia fu circondata: 10 mine in aprile da Capo Zaffarano a Ca - rebbe stato così, ed è doveroso ricordarlo. (7) Ravenna – Di Losa, op. cit,. vol. 2°, pag. 218 po Gallo, 9 in maggio fra Trapani e Favignana, poi, in estate, sette nnn

16 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 17 Testimonianze

Capriolo, Zebra e Camoscio ed erano Le cartoline stati riuniti in una squadriglia proprio alla fine del 1903. raccontano... L’episodio nel quale troverà la morte il te - nente di vascello Grabau avviene il 3 di - cembre, pochi giorni dopo l’assunzione Roberto Liberi del comando. A.I.C. (r) e Socio del Gruppo di Livorno Grabau si era imbarcato sul sambuco Antilope per controllare il villaggio co - iamo alla seconda puntata sulle stiero di Durbo che riteneva punto di ap - S cartoline parlanti. Quella che prodo dei trafficanti d’armi. propongo in questo numero è Al rifiuto dei notabili locali di alzare il tri - stata scritta il 21 novembre 1904 dall’al - colore si era convinto della lo ro infedeltà lievo Manlio Tarantini alla sorella Clelia. verso l’Italia ed aveva dato un ultimatum, Entrato in Accademia nel 1903, all’età di al termine del quale aveva iniziato a sedici anni, conseguirà nel 1906 la nomi - bombardare il villaggio. na a guardiamarina. I Somali avevano però risposto al fuoco Durante la Prima Guerra Mondiale di - con i fucili ed erano riusciti, mentre si venterà comandante del sommergibile trovava allo scoperto per dirigere il tiro “F 13” (settembre 1917) e avrà un meritato dei cannoni, a colpirlo mortalmente alla testa. Decorato per l’occasione con la meda - particolare, ripristinando cinque coraz - Tarantini era quindi appena rientrato in Tralasciando per brevità i vari incarichi modesto costo di esercizio, per il mode - glia d’argento al valor militare alla me - zate che erano state rese inutilizzabili dai Accademia per l’inizio della seconda precedentemente svolti con ottimi risul - sto pescaggio che ne permetteva la na - moria, la salma era stata inizialmente tu - siluri. Assumerà poi l’incarico di Coman - classe dopo aver fatto la campagna d’i - tati, dirò solo che nel novembre del 1903 vigazione anche là dove altre navi da mulata ad Aden. dante Militare Marittimo in Albania, con struzione al termine del primo anno e era diventato caposquadriglia dei sam - guerra non potevano passare, ed infine Un anno dopo l’ariete torpediniere Elba , sede a Durazzo respingendo fieramente una breve licenza. buchi che operavano in Mar Rosso. perché non destavano sospetto nei con - di ritorno in Italia al termine di un lungo anche con le armi le ingiunzioni e gli at - Ma chi era questo tenente Grabau, da Non a tutti è noto che la Regia Marina trabbandieri essendo perfettamente periodo di servizio in Estremo Oriente, tacchi nemici per bloccare in porto le no - dove veniva la sua salma e perché l’av - ha annoverato fra le sue navi anche i uguali ai loro sambuchi. aveva prelevato ad Aden la salma sbar - stre unità. venimento era così importante da richie - sambuchi. Ciascun sambuco era comandato da un candola poi a Livorno il 21 novembre Ma leggiamo adesso il testo della car - dere una comandata di allievi? Fin dal 1902 queste unità erano state im - sottufficiale timoniere e aveva l’equipag - 1904, proprio il giorno della nostra carto - tolina: Carlo Grabau era un livornese di nobile piegate lungo le coste del Mar Rosso e gio composto da indigeni salvo tre o quat - lina, per il successivo trasferimento il “Clelia carissima, dopo un viaggio como - famiglia di origini tedesche, nato nel della Somalia settentrionale (Migiurti - tro cannonieri per i due pezzi da 76 mm. giorno dopo nella tomba di famiglia al ci - do e felice giunsi ieri a Livorno; a mezzodì 1868, che aveva frequentato l’Accademia nia) per la repressione del contrabbando montati sulla prora. mitero protestante, con tutti gli onori mi - L’amm. Manlio Tarantini preciso rientrai in accademia e il dopo - Militare di Torino diventando nel 1887 di armi e della tratta dischiavi. In questa Avevano nomi di animali come Daino litari (vedi foto). pranzo avemmo nuovamente uscita. Gli sottotenente di artiglieria. attività si erano rivelati preziosi per il (nella foto), Cervo, Gazzella, Antilope, nnn momento di gloria quando, il 16 novem - bre successivo, andrà assieme al ge - mello “F11” ed ai “Mas 13” e “Mas 15” , al largo di Cortellazzo per contrastare l’a - zione delle corazzate austroungariche Wien e Budapest che stavano bombar - dando le nostre linee. L’operazione avrà successo, costringen - do le corazzate a ritirarsi. Per questa e per le numerose altre missioni svolte fi - no al settembre 1918, Tarantini sarà de - corato con la medaglia d’argento al va - lor militare (nella foto un sommergibile classe “F”). Durante la Seconda Guerra Mondiale aveva raggiunto il grado di ammiraglio di divisione e avrà anche in questa circo - stanza modo di distinguersi, prima nel - studi sono regolarmente incominciati Attratto però dalla vita sul mare aveva l’incarico di direttore dell’Arsenale di Ta - quindi addio divertimenti; domani avremo dato le dimissioni ed era transitato all’ac - ranto, ottenendo risultati di tangibile por - il trasporto della salma del tenente Gra - cademia di Livorno diventando guardia - tata bellica assicurando per oltre due an - bau. A voi il divertirvi. Scriverò presto. marina nel 1890, sottotenente di vascello ni l’efficienza delle squadre navali e, in Bacio tutti. Manlio”. nel 1891 e tenente di vascello nel 1894.

18 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 19 A proposito di... famiglie marinare

cronografici per siluri, timer. Proprio “Ra - Operatore specifiche della stessa Panerai. Le anse anni del dopoguerra si cominciò anche a PANERAI diomir” diventerà sinonimo di Panerai. gamma 1951 per l’attacco del cinturino in cuoio fustel - sentire la necessità di ridurre la radioatti - Con questa parola si brevettò (siamo in - lato erano a filo saldate sulla cassa. Que - vità dei quadranti “Radiomir” e per questo torno al 1914) un composto a base di sol - sto si dimostrò uno dei punti deboli di que - venne studiato un composto a base di tri - Il tempo furo di zinco fosforescente, bromuro di sto primo modello anche perché molto zio, il “Luminor”, con un notevole abbatti - radium e mesotorio che era in grado di sollecitato dal lavoro del cinturino che, mento delle radiazioni emanate. Ricordo degli eroi emanare una fortissima luminosità in spesso e di notevole lunghezza, veniva al - l’orologio “Luminor” Panerai con quadran - condizioni di oscurità ambientale. Inizial - lacciato sopra i vestiti impermeabili (ve - te Marina Militare modello “6152/1”. Con mente veniva inserito sotto forma di pol - stiti “Belloni”). Successivamente, sempre certezza non si sa quando fu introdotto il si - Fabio Vitale vere in ampolline di vetro sigillate. Queste durante gli anni del conflitto, la cassa stema di chiusura con ponte a leva. Il bre - Storico della subacquea ampolle erano poi alloggiate in quei con - verrà ridisegnata ricavando le anse diret - vetto è stato depositato nel 1955 ma pare e cultore della materia gegni, come i traguardi di mira e punta - tamente dal blocco della cassa stessa. sia stato utilizzato già verso la fine del pe - mento, che dovevano essere utilizzati in Un altro motivo di preoccupazione circa riodo bellico o quantomeno verso la fine l’affidabilità della tenuta, risiedeva nella se - degli anni 40, anche su orologi “Radiomir”. de del congegno di carica del movimento, Questo sistema consentiva un’impermea - on c’è nome come quello di Pa - nipote del capostipite Giovanni, che spo - Fabio Vitale la cosiddetta corona. Gli orologi con mec - bilità fino a -200 metri. L’orologio portò il N nerai che, nel mondo del colle - serà Guglielmina Fracei il cui padre era ti - canica “Rolex” necessitavano di essere ri - quadrante al “Radiomir” fino al 1949 (con zionismo o anche dei semplici tolare di un’avviata officina meccanica. caricati quotidianamente, andando così a qualche fornitura anche negli anni 50), an - appassionati, riesca a suscitare ancora Sarà con l’ingresso in azienda di Giusep - sollecitare non poco la guarnizione di tenu - no in cui Panerai brevettò il “Luminor”, un un fremito d’interesse e di emozione. Pa - pe, figlio di Guido, che le attività delle Of - ta. Venne così introdotto un altro movimen - composto luminescente al trizio molto me - nerai, però, non sarebbe il nome che è ficine Panerai si amplieranno notevol - ambiente notturno. Per gli orologi subac - to, l’”Angelus”, che con una riserva di ca - no radioattivo del “Radiomir”. Questo mo - senza gli assaltatori della “Decima Flotti - mente fino ad arrivare nel 1934 a svolgere quei, in un primo momento, il “Radiomir” rica di ben otto giorni, necessitava di agire dello porta il movimento “Angelus”, rico - glia MAS” che, con le loro incredibili ge - la quasi totalità del proprio lavoro per il venne utilizzato per “dipingere” gli indici sulla corona con molta meno frequenza. noscibile per la presenza della lancetta dei sta, hanno unito il nome Panerai a impre - Ministero della Difesa e la Regia Marina. e i numeri dei quadranti. Successivamen - Questo movimento portava anche la lan - secondi alle ore 9 (da opera già citata). se eroiche al limite del possibile, episodi Le Officine Panerai non fornirono alla Re - te ne venne fatto un composto che veniva cetta dei secondi. Appare così sul qua - Sono molti i modelli di orologi prodotti dalla conosciuti e ammirati in tutto il mondo. Le gia Marina solo quegli strumenti entrati racchiuso tra due lamine (una era il qua - drante, alle ore nove, una piccola lancetta Panerai dal 1936 in avanti, alternando pro - origini di questa ditta si fanno risalire al oramai nella leggenda quali orologi, bus - drante con indici e numeri traforati) degli dei secondi, contrariamente ai primi movi - duzioni in serie a prototipi. Ci fu anche una 1860, quando Giovanni Panerai (1825- sole e profondimetri ma anche apparec - orologi “Radiomir”. In questo modo si au - menti “Rolex” che ne erano sprovvisti. limitata produzione di due modelli per la 1897) apre sul Ponte delle Grazie a Firen - chiature molto sofisticate per quei tempi mentava notevolmente il potere illumi - Questi orologi erano costruiti per resistere Marina Egiziana per complessivi 50 pezzi. ze un piccolo negozio di orologeria. Di pa - come congegni di puntamento al “Radio - nante con una conseguente aumento a una pressione pari a 100 metri di profon - Ovviamente, oltre agli orologi, esiste tutto dre in figlio si arriverà a Guido Panerai, mir”, altamente visibili di notte, indicatori della radioattività che arrivava a livelli dità. Successivamente, proprio per aumen - il resto del mondo Panerai, fatto degli altri perlomeno poco rassicuranti. tare la resistenza alla pressione, verrà ap - strumenti leggendari come bussole e Come molte altre applicazioni, i congegni portata un’ulteriore modifica alla corona di profondimetri, congegni di mira, strumen - di mira al “Radiomir” derivavano da un carica, applicando alla cassa una mezzalu - ti di segnalazione, ecc. ma, da un punto di progetto di un ufficiale di Marina, il capi - na in acciaio con una leva eccentrica che vista collezionistico, l’oggetto più ambito tano Carlo Ronconi, parente di Panerai e serrata premeva la corona stessa. Questo rimane sicuramente l’orologio e ci riferia - per pochi anni socio nell’azienda. Durante meccanismo consentì agli orologi di arriva - mo agli originali prodotti dal 1936 in avanti tutto il secondo conflitto mondiale sarà re a una tenuta stagna fino a 200 metri di per uso esclusivo dei reparti speciali e sempre molto intensa la collaborazione profondità. Questo brevetto data 1955 ma in non delle repliche prodotte per il mercato tra la Panerai e i progettisti della Regia molti sono concordi con l’affermare che in degli appassionati sempre dalla stessa Marina. Tra tutti gli strumenti ideati per gli realtà venne sviluppato e applicato a parti - Panerai (anche questi oggetti di culto e operatori dei mezzi d’assalto, il più famoso re dagli ultimi anni del conflitto. Con i primi valore). Da sinistra a destra dei mezzi d’assalto Il meccanismo era Orologio “Radiomir” a sandwich, si era mai in produzione rimane l’orologio. 6 esemplari della Regia Marina, fornito dalla Rolex, Panerai con le anse in grado di rendere probabilmente per Le sperimentazioni per un orologio effetti - di orologio Panerai raggruppati così come il fondello di pezzo ricavate nel molto luminosi gli il precipitare delle vamente impermeabile fino a notevoli Bussola “Radiomir” Panerai Indicatore inizialmente sotto e la corona a vite. blocco cassa. indicatori. vicende belliche. profondità e di facile lettura in ambienti cronografico no dei primi il I° Gr. Smg. in un Le dimensioni della Questa modifica rese (da opera già citata) Orologio “Radiomir” per siluri U esemplari forniti reparto chiamato cassa sono di 47 mm gli attacchi del Orologio “Luminor” Panerai “Egiziano”, privi di luce erano iniziate intorno al 1936 alla Regia Marina I Flottiglia MAS. e il vetro è in cinturino molto più Panerai con quadrante modello “2/56”. con la realizzazione di un primo prototipo nel 1936 era Sarà solo nel marzo “perspex”. Garantito solidi. Movimento Marina Militare Realizzati nei primi costruito in 55 esemplari. il modello “3646”. del 1941 che il reparto impermeabile Rolex. Ha un modello “6152/1”. anni 50 per la Marina Il quadrante riportava diventerà autonomo fino a -100 metri. quadrante dove Orologio “Radiomir” Militare Egiziana. Sarà però dal 1938 che comincerà la pro - per metà numeri con il nome di Decima Porta un cinturino venivano “traforate” Panerai La cassa in acciaio è di duzione di un modello realmente operati - romani e per l’altra Flottiglia MAS. in cuoio fustellato le cifre e gli indici. “Mare Nostrum”. notevoli dimensioni, vo arrivando, con gli anni quaranta, a un metà quelli arabi. Anse a filo saldate di grandi dimensioni Al di sotto veniva Fu progettato nel 1943 58 mm, e pare totale di circa 1290 esemplari costruiti. Movimento sulla cassa. in modo da poter posizionata un’altra per essere dato in ne furono realizzati Cortebert Rolex. Il quadrante è virato essere indossato piastra ricoperta dotazione agli Ufficiali sia con quadrante Dal dopoguerra in avanti, invece, saranno Orologio “Radiomir” in color bronzo sopra il vestito di materiale della Regia Marina. “Radiomir” che meno di 800 gli esemplari prodotti per i re - Panerai modello “3646” probabilmente a causa impermeabile fosforescente Ne furono costruiti “Luminor”. Movimento parti della Marina. I primi orologi, la cui in dotazione fin dal della radioattività “Belloni”. “Radiomir”. Grazie solo 2 (forse 3) otto giorni “Angelus”. cassa a saponetta di grandi dimensioni 1938 agli operatori del “Radiomir”. (da opera già citata) a questo quadrante esemplari e non entrò (da opera già citata) aveva un diametro di 47 mm., erano dotati di una meccanica “Rolex”, prodotta su

20 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 21 A proposito di... famiglie marinare

Associazione Nazionale Marinai d’Italia in collaborazione con MSC Crociere MECCANICA”. Nel 1925, Guido insieme al Profondimetro figlio Giovanni, aprì la “GUIDO PANERAI & FIGLIO”, OFFICINE MECCANICHE. Nel 1972, alla morte di Giovanni, l’azienda pren - derà la ragione sociale di “OFFICINE PA - NERAI SRL”, con a capo l’Ing. Dino Zei. Crociera dei Marinai d’Italia 2018 Bussole ma non solo … Ma Panerai produsse anche bussole ma - gnetiche. La bussola era infatti lo stru - mento fondamentale per impostare nel buio della notte la giusta rotta verso l’o - MSC POESIA biettivo da attaccare. La bussola con qua - In occasione del Centenario della fine vittoriosa della Prima Guerra Mondiale, drante di tipo Radiomir (vedi foto a pag. la Presidenza Nazionale organizza, in collaborazione con MSC CROCIERE 21), ha una base in metallo amagnetico su cui è fissata la rosa costituita da un qua - che ha concesso tariffe speciali per i Soci ANMI, la “Crociera dei Marinai d’Italia 2018” Liquidometri drante circolare piatto. Il quadrante è rac - particolarmente dedicata, con un itinerario in Adriatico e Mediterraneo orientale, chiuso in una cupola in “perspex” e gal - alla commemorazione dei marinai italiani caduti in combattimento nel corso di quel conflitto leggia in un liquido trasparente. Sulla cu - pola è incisa la linea di fede bianca per il Nel mondo dei cosiddetti “originali” oggi traguardo del rilevamento. La bussola in si spuntano valori elevati, con aste che “Luminor” adottava un quadrante tronco raggiungono cifre a quattro zeri. Per dare conico che andava così a risolvere il pro - un’idea, nel 2005 il Museo Panerai ha ac - blema della lettura a bussola inclinata Elettro segnalatore a pile impiegato quistato un raro prototipo di orologio rea - quando il quadrante piatto tendeva a in - sulle navi per le segnalazioni luminose lizzato in due esemplari dalla Panerai nel cepparsi nel movimento rotatorio. Ne fu 1943, chiamato “Mare Nostrum” ad un’a - fatto un modello con una mascheratura sta di Christie’s a Ginevra per una cifra che lasciava aperta solo una fessura per no a –16 metri, non essendo previsto nelle battuta di circa 85.000 euro. la lettura del quadrante, un accorgimento fasi di attacco a basi nemiche la possibi - Un aiuto alla datazione delle attrezzature per limitare la forte luminescenza che po - lità di raggiungere particolari profondità. Panerai ci viene dalle varie trasformazioni teva essere notata, di notte, anche fuori Quelli da “difesa” svolgono, invece, la societarie avvenute nel corso degli anni. dall’acqua. funzione di un vero e proprio profondime - La prima denominazione della ditta alla sua tro necessario per le normali immersioni apertura nel 1860 era “OROLOGERIA G. I profondimetri di recupero o sminamento. Vennero fatti PANERAI & C.” Fu nei primi anni del 1900 I profondimetri erano del tipo a meccani - anche nel tipo “Luminor” dalla fine degli che Guido diede al negozio il nome di “Oro - smo “Bourdon”, con scale variabili a se - anni 40, con possibilità di tarare il qua - logeria Svizzera”, fondando contempora - conda della profondità massima. Quello drante rispetto allo zero misurato dalla neamente la “GUIDO PANERAI OFFICINA cosiddetto “da attacco” porta la scala fi - lancetta in superficie.

Altri strumenti Panerai sono: Torce subacquee Panerai L’indicatore cronografico per siluri : stru - a compensazione manometrica, anni 50/60. mento utilizzato per verificare ed even - Per tutte le informazioni, l’organizzazione tecnica e le prenotazioni, la Presidenza tualmente modificare la programmazione Nazionale, in accordo con MSC Crociere, ha dato l’incarico all’agenzia “I Viaggi delle Corpo metallico rivestito a tempo dei siluri. Questo apparecchio di in gomma anti salmastro Me raviglie S.r.l.” sita in Roma in Viale Trastevere, 117-121 (contattabile via telefono allo e anti olio con pulsante controllo portatile era affidato agli Ufficiali per lampi di luce dei sommergibili. 06.53.27.43.74 oppure all’indirizzo e-mail [email protected]) che opererà e sistema di bloccaggio attraverso un service dedicato a disposizione dei Soci ANMI dal lunedì al venerdì dalle del pulsante per fissarlo Torce subacquee a compensazione ma - in posizione nometrica. 10,00 alle 13,00 e dalle 15.00 alle 18.00. spento o acceso. L’elettro segnalatore : strumeto impiegato La torcia di destra ha una lampadina per le segnalazioni lumenosi. Usato princi - Per motivi di semplicità ed omogeneità organizzativa si raccomanda a tutti i Gruppi e/o Soci di fare esclusivo classica mentre palmente a bordo delle unità italiane MM riferimento alla citata agenzia la quale, tra l’altro, per chi lo desidera, offre modalità agevolate di pagamento quella di sinistra utilizza un brevetto ed chiamato tout court “Il Panerai”. (da richiedere e valutare direttamente). Panerai di nome “Elux”. Liquidometri (N.d.R. aggiunta all’articolo In questa torcia LE ATTIVITÀ PROGRAMMATE SARANNO RISERVATE ESCLUSIVAMENTE AI PRENOTATI PRESSO QUESTO UNICO REFERENTE la lampadina originale da parte del Direttore di Marinai è sostituita da un disco d’Italia - sommergibilista): strumento che elettroluminescente misura la quantità di liquido in un recipien - in grado di emettere una luce biancastra te. Utilizzato da tuttti i sommergibili a par - tire almeno dai classe ”Toti”. Tutte le informazioni di dettaglio, inerenti a tariffe, modalità di iscrizione, nnn attività a bordo e terra, etc sono pubblicate sul sito www.marinaiditalia.com

22 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 Veneziaia Crociera dei Marinai d’Italia 2018 MSC POESIA Per i Soci ANMI sono previsti due porti di imbarco Da Caporetto Sabato 29 settembre - Venezia partenza ore 16,30 a Vittorio Veneto Domenica 30 settembre - Bari partenza ore 17,00 Lunedì 1 ottobre - Katakolon - Grecia dalle 11,00 alle 17,00 Martedì 2 ottobre - Mykonos - Grecia dalle 8,00 alle 19,00 CROAZIA Mercoledì 3 ottobre - Pireo/Atene - Grecia dalle 7,30 alle 16,30 Giovedì 4 ottobre - Sarande - Albania dalle 12,00 alle 20,00 Venerdì 5 ottobre - Ragusa (oggi Dubrovnik) - Croazia dalle 9,00 alle 15,00 Ragusa Sabato 6 ottobre - Venezia dalle 9,00 alle 16,30 ITALIA (oggi Dubrovnik) Domenica 7 ottobre - Bari arrivo ore 10,00

Il salvataggio dell’Esercito Serbo

Bariri ALBANIA

Mar Tirreno Sarande Mar Egeo Mar Ionio GRECIA

Pireo/Ateneeo/At ene La Regia Marina nella Prima Guerra Mondiale Mykonos Katakolon

Il Dodecanneso Mar Mediterraneo italiano Omaggio ai caduti di Matapan Foto d’epoca

Foto storiche della Seconda Guerra Mondiale gentilmente donate alla redazione da parte del socio Francesco Napolitano (appartenenti al padre Antonio) del Gruppo di Ciampino

Foto gentilmente concesse dalla famiglia Pistone di Porto Empedocle

Nella foto con altri commilitoni il terzo a destra è il marinaio Francesco Pistone cl. 1916

Il primo in basso disteso è il marinaio Le altre foto sono state scattate sull’unità sulla quale Mario Antonucci nato il 3 giugno 1922 era imbarcato (Corazzata della classe Littorio) Ricevuta dal figlio CA (ris.) Medico Carlo Antonucci e che partecipò alle battaglie navali di Punta Stilo e di Capo Teulada

Giuseppe Todaro - Socio di Porto Empedocle

Nota storica di Enrico Cernuschi La nave è il Vittorio Veneto visto dal Cesare e risale al 9 febbraio 1941

Nota storica di Andrea Tirondola Se la nave in questione è il Cesare , la foto del Principe Umberto dovrebbe risalire all’inverno 1940-41; l’ufficiale accanto a lui, con sciarpa alla rovescia e distintivo da aviatore, è il comandante della nave, CV Angelo Varoli Piazza (Varoli Piazza lasciò il comando il 12 luglio 1941) Il secondo marinaio da sinistra è Francesco Balia, di Sant’Antioco, insieme ai compagni della Squadra Sommergibili Atlantici. La foto è stata scattata in una base navale del Canada, in un anno non precisato durante la Prima Guerra Mondiale. Nato nel 1883 e deceduto nel 1968, Francesco Balia era Cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto. Questa immagine viene inviata dal figlio, anch’egli marinaio, che porta il suo stesso nome. Cavaliere ufficiale al merito della Repubblica Italiana, nato nel 1927, ha fondato il Gruppo Marinai d’Italia di Sant’Antioco, di cui oggi è Presidente Onorario

26 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 27 Foto d’epoca

Giuseppe e Mauro, soci del Gruppo di Correggio (RE) e figli del M.M. Chiaffredo Gallo , nato nel 1922 a Cherasco (CN), iscritto al Gruppo di Reggio Emilia, in occasione della ricorrenza della sua scomparsa, hanno scritto:

“Desideriamo inviarvi materiale per i vs. archivi e per eventuale pubblicazione sul giornale per onorare la memoria di nostro padre, che si sentiva sempre marinaio nel cuore. Ricordiamo che al termine della Santa Messa è stata recitata la preghiera del Marinaio. Nostro padre a 18 anni venne chiamato alle armi, fu imbarcato sul Garibaldi e successivamente sul RCT Lampo , che venne affondato dagli inglesi il 30 aprile 1943 al largo della Tunisia, dopo essere partito da Trapani, nella battaglia dei convogli. Al termine della guerra prestò servizio sui dragamine in Italia ed in Grecia, negli anni 50 passò alla Guardia di Finanza di Mare, dove terminò la carriera nella 1 Legione a Genova, come Maresciallo Maggiore di Mare, andando in pensione. Vi inviamo in allegato la tessera di imbarco della Marina del 1947, una sua foto con il Lampo in navigazione sullo sfondo, un diario di navigazione. Chiediamo ai suoi amici e commilitoni di ricordarlo nelle preghiere. Vi ringraziamo per la cortese attenzione”

1962 - Plotone di marinai davanti alla sede ANMI di Bari con, al centro, la M.B. al V.M. Francesco Spizzico. Foto inviata da Pasquale Trizio, Socio di Bari

Nel mettere ordine nei cassetti di un mobile, Francesco Pagani, Socio del Gruppo di Legnano, ha trovato una vecchia fotografia in bianco e nero che lo ritrae nella squadra di calcio (1° a sinistra) della Marina Militare di Roma dell’aprile 1961 Al volgere dell’anno 1939 fu ammesso Con la stessa missiva, inoltre, dalla base navale di Taranto quando prestava servizio militare alla Segreteria speciale di Maristat. all’Accademia Navale di Livorno e la informava di aver inventato a quella di Napoli. Allega la fotografia avanti e retro con alcune firme dei componenti inquadrato nel Corpo del Genio Navale. un autointercettatore di livello, Il sommergibile britannico United Nominato Sottotenente di Vascello un dispositivo che permette intercettò il Remo e gli indirizzò nel 1942, fu assegnato alla di evitare la fuoriuscita di liquido contro quattro siluri, colpito R. Corazzata Littorio (1), in seguito (nafta, olio, acqua) dai grossi tubi da uno di questi al centro affondò passò alla R. Corazzata Roma di livello quando questi si rompono in pochi minuti. sulla quale rimase imbarcato fino per una causa qualsiasi Erano le ore 18.30 circa del 15 luglio a dicembre dello stesso anno. (scoppio di proietti, ecc.) il livello 1943, a 25 miglia dalla costa calabra, Nel gennaio del 1943 fu inviato si intercetta automaticamente, al traverso di Punta Alice. presso la Scuola Sommergibili si eviterà così la perdita di liquido, Furono quattro i superstiti su di Pola (Istria), per frequentare allagamenti e incendi conseguenti cinquantanove uomini d’equipaggio. il corso riservato al personale e che era intenzionato a sottoporre Negli anni Cinquanta la famiglia destinato ad imbarcare il progetto, non appena completato, ricevette, dal Ministero della Difesa – sui sommergibili. alle autorità superiori per farne Marina, il Brevetto n. 3029 Con l’intento di rassicurare esaminare la fattibilità. con il quale furono riconosciute, la famiglia e minimizzare i pericoli Una volta concluso il tirocinio al loro congiunto, le Campagne insiti nella vita di sommergibilista, e promosso Tenente di Vascello, di guerra 1940-43 con l’apposizione in una lettera inviata nel mese dal 1° maggio 1943 fu destinato di tre stellette d’argento sul Nastrino. Fronte Orientale 1944 Aldo Boccardi di febbraio alla sorella Flora (2), al nuovo R. Sommergibile Remo Compagnia G. D’ANNUNZIO scriveva: della classe “Romolo”, decimata nell’ultimo scontro Conseguita brillantemente …la vita del sommergibilista in fase d’allestimento nei cantieri con l’esercito Slavo IX Corpus titino. (1) L’unità dal 30 luglio 1943 la maturità scientifica, Aldo Boccardi non è così brutta, c’è dell’enorme navali “Tosi” di Taranto, assunse il nome Italia . Pochissimi Marò ritrovati salvi: (cl. 1921, nato a Goia Tauro) sacrificio, vita grama, aria poco sul quale perse la vita a seguito (2) Prof.ssa Flora Boccardi, Tancredi Premaschi di Fortunago (PV), partecipò al concorso per Ufficiale buona, veglie continue e qualche dell’affondamento avvenuto Iginio Zori di Trieste, Sandro Forza di Fiume. ved. dell’Architetto Giuseppe Cotroneo, della Regia Marina. leggero pericolo…. durante la missione di trasferimento docente di Matematica in pensione. Nella foto a sn. Tancredi Premaschi 17enne, oggi Socio del Gruppo di Cremona

28 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 29 Amici animali

Come spiega Marco Scialpi, presidente e fondatore della SCI - contemporaneamente, all’intervento su lunga distanza, fino alle SCISAR SAR, oltre che responsabile nazionale del settore cinofilo soc - tecniche di salvataggio imbarcati su mezzi di soccorso. Infine è corso in acqua di AICS CINOFILIA, “per poter conseguire il bre - previsto un modulo volto alla conoscenza di nozioni relative al Pri - Scuola Cinofila vetto operativo di unità cinofila, il conduttore deve essere in pos - mo Soccorso del cane, utile sia per le attività specifiche che si an - sesso del brevetto da Bagnino o Assistente Bagnanti, così come dranno ad affrontare sia nella vita di tutti i giorni. disposto dalle ordinanze del Comando Generale del Corpo delle Italiana Soccorso Capitanerie di Porto - Guardia Costiera, oltre che di apposito Attività Brevetto “BLS-D”. Come nel resto d’Italia, le future Unità Cinofile SCISAR entreranno Acquatico e Ricerca In assenza della qualifica di Bagnino di Salvataggio da parte del quindi nella squadra che in regime di volontariato opera nei settori conduttore, il binomio, si potrà quindi cimentare unicamente in riguardanti la cinofilia finalizzata al soccorso che va dal semplice attività amatoriali (Brevetto Sportivo). I cani-bagnino rappresen - pattugliamento delle spiagge, pubbliche o private, all’assistenza di Marco Scialpi - Il Presidente tano un ausilio altamente valido per le attività di soccorso in am - gare di nuoto o regate e, a seguito di specializzazione, al fianco dei biente acquatico poiché permettono al soccorritore (quindi al lo - militari della Guardia Costiera nell’ambito del soccorso imbarcati ro conduttore) di portare a termine attività di salvataggio che egli sui mezzi navali SAR. Come già avvenuto la scorsa estate, nell’am - ntervenire tempestivamente tuffandosi da un gommone in da solo non potrebbe mai compiere. Le razze maggiormente im - bito dl progetto “Mare Sicuro 2017” e, come previsto per il corren - I corsa, nuotare in mare aperto controcorrente, trasportare a piegate nelle attività di soccorso acquatico, sono: Terranova, te anno, durante l’operazione “Mare Sicuro 2018”; difatti, da giu - riva tre pericolanti contemporaneamente o trainare una im - Golden Retriever e Labrador ma possono essere ammessi cani di gno a settembre le Unità Cinofile operative della SCISAR affian - barcazione alla deriva con diverse persone a bordo, mantenere tutte le razze purché il loro peso sia superiore a 25 kg. e che di - cheranno il personale militare imbarcando sui mezzi navali dipen - l’autocontrollo in condizioni di stress sono attività complesse che mostrino una buona propensione all’acqua, siano in buone con - denti dalla Capitaneria di Porto di Gallipoli durante le attività di vi - richiedono al binomio conduttore-cane una formazione adeguata, dizioni fisiche, siano in regola con le vaccinazioni, non mostrino gilanza in mare nonché in occasione delle attività SAR. Presso la oltre che una particolare motivazione. aggressività verso l’uomo e verso i simili, siano registrati all’ana - propria Sede Nazionale e Delegazioni Regionali presenti sul terri - Tutti questi elementi sono alla base della formazione per il conse - grafe canina e provvisti di un’assicurazione verso terzi”. torio italiano, oltre le attività di preparazione dei c.d. “Cani Da Sal - guimento del brevetto operativo di Unità Cinofile da Salvataggio vataggio” e loro conduttori, SCISAR tiene corsi di approccio all'ac - dall’organizzazione SCISAR. Il Corso qua, nuoto sportivo, mobilità in acqua per cani che abbiano proble - La Scuola è un’importante organizzazione di volontariato dedita, Il corso per il conseguimento del brevetto operativo da unità ci - mi alle articolazioni, gestione del cane in acqua e attività di educa - a livello nazionale, alla formazione e all’addestramento di unità nofila da salvataggio SCISAR prevede un percorso della durata zione base e avanzata aperti a tutti i possessori di cani. cinofile per il soccorso in ambiente acquatico. media di circa un anno e si sviluppa in due fasi. nnn

SCISAR La prima parte del corso comprende l’addestramento a terra, la Scuola Cinofila Italiana condotta anche senza guinzaglio, l’educazione, la socializzazione Soccorso Acquatico e Ricerca - Asd Aps con altri cani, il controllo del cane in qualsiasi contesto ovvero Sede Legale anche in ambienti carichi di distrazioni, il gioco ed altro. via Aldo Moro, 10 - 73010 Arnesano (Le) La seconda parte comprende invece l’insegnamento delle tecni - Sede Operativa Nazionale che di intervento in acqua previste per l’ottenimento del brevetto Centro Sportivo “Materdomini” Via Madonna Monte Vergine di salvataggio SCISAR, riconosciuto dal Dipartimento della Prote - 73010 - Arnesano (LE) zione Civile e dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie Tel. 329.1370248 - 347.7817498 di Porto – Guardia Costiera, valido su tutto il territorio nazionale. Per maggiori informazioni Nell’addestramento in acqua cane e conduttore mettono a frutto contattare la Sede Nazionale SCISAR telefonando al 329.1370248 la strettissima relazione costruita nella prima fase dell’addestra - oppure attraverso l’indirizzo e-mail: [email protected] mento per lavorare in acqua in assoluta sintonia e sicurezza, ap - Pec: [email protected] prendendo tecniche che vanno dal semplice nuoto con il cane, all’invio sulla richiesta di aiuto, al trasporto a riva di più persone

30 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 31 Amici animali

con uno scodinzolio e l’ultimo a salutar - “Ora capisco”, mi disse sorridendo, e io, CICCIO mi la sera. quasi a giustificarmi: “È Ciccio, il nostro ca - UNSINKABLE SAM Quando nominammo due commissioni se - ne”. Sorrise ancora ed aggiunse: “Lo co - di Gianluca Bertozzi C.A. (ris.) Enzo Arena parate per valutare Ciccio per un avanza - nosco da sempre. Ciccio è il cane della Post su Facebook del 10 marzo 2018 Socio del Gruppo di Messina mento di grado, nessuno riuscì a trovare in Marina ed è anche il cane di Sabaudia”. lui un solo lato negativo. Dopo il gelato tornavamo piano piano ver - scar, gatto tedesco di oscuri natali ma Ciccio non era un amico qualsiasi; era l’a - so la caserma; se incontravo qualcuno con O di carattere socievole, vide la luce in uanto mi mancava il povero Cic - mico con la “A” maiuscola. cui scambiare due chiacchiere lui mi qualche porto del Reich all’inizio del 1940. Imbarcato come mascotte sulla corazzata Q cio! Ricordo che, arrivato a Sa - I giudizi espressi dalle due commissioni fu - aspettava paziente. Bismarck , quando questa venne affondata baudia quattro anni prima, Ciccio rono i seguenti: I marinai che escono in franchigia insieme dagli inglesi il 27 maggio 1941, fu tratto in era stato il primo ad accogliermi. Ricordo 1° Commissione tornano a bordo insieme, e Ciccio era un salvo dai marinai dell’ HMS Cossack che lo come fosse ieri. Sempre presente in ogni circostanza, Cic - ottimo marinaio. trovarono appollaiato ad un asse galleg - Sdraiato accanto all’ancora all’ingresso cio è di supporto morale a tutto il persona - Si faceva sempre più vecchio Ciccio… non giante, molte ore dopo l’affondamento. Passato inconsapevolmente nei ranghi del - della caserma, nel vedermi deve aver pen - le che assiste durante gli allenamenti, du - ce la faceva più a camminare. la Royal Navy, si adattò senza problemi alla sato: “Questo è uno dei nostri”, mi guardò rante i momenti di grandi soddisfazioni ma Ciccio si alzava a fatica e tutti noi ci pren - nuova nave, Il 24 ottobre 1941 il Cossack con dolcezza e scodinzolò. Mi aveva dato il anche e soprattutto durante i momenti du - devamo cura di lui; gli portavamo il pran - partì da Gibilterra per scortare un convoglio benvenuto. ri, portando conforto. Attento alle proble - zo al Corpo di Guardia, gli facevamo com - verso il Regno Unito e fu silurato dal som - Aveva lo sguardo sereno e stava lì come matiche dell’Ente, collabora fattivamente pagnia, stavamo in pena per lui. Anche se mergibile tedesco U-563 ; si provò a trainare la nave, finché colò a picco. I superstiti furo - fosse a guardia per proteggere tutti quelli col comando riuscendo ad attirare su di sé non ce la faceva più ad alzarsi aveva no trasferiti sul cacciatorpediniere Legion , che lui pensava gli appartenessero, da le simpatie degli ispettori più severi. Sem - sempre per ognuno di noi, un movimento incluso Oscar, che fu preso in consegna dal qualcosa di indefinibile. pre al suo posto, riesce a non invadere mai di coda. comandante del porto della Rocca. Qualche Io era la prima volta che mettevo piede a spazi di non competenza, dando l’esempio Tutti gli andavamo a raccontare qualcosa mese dopo sull’ Ark Royal fecero domanda Sabaudia; avevo l’animo in subbuglio e la In seguito, al giro del “Caterattino” di cor - quando, il giorno della “Pasqua dell’Atle - a tutto il personale. Meritevole della mas - e lui, con occhi dolci ed espressivi, ci per avere un gatto, come arma anti-topi. Così Oscar - nel frattempo soprannominato mente piena di pensieri. Come sarebbe sa con i marinai e con Ciccio che correva ta”, dopo aver riunito in divisa tutto il per - sima stima e considerazione. ascoltava. Unsinkable Sam, l’innaffondabile Sam - stata questa nuova avventura? Come avrei con noi per proteggerci dalle macchine sonale mi avviai a piedi dalla caserma 2° Commissione Io ed altri quattro marinai un giorno lo ab - prese servizio sulla portaerei. Inutile dire trascorso i prossimi tre o quattro anni? che arrivavano in senso opposto, seppi verso la chiesa dove sarebbe stata cele - Trattasi di cane di eccellenti qualità che biamo visto chiudere gli occhi per l’ultima che anche questa nave fu silurata da un Quant’era bella la caserma da lontano! che l’animale non aveva un’età ben defini - brata la cerimonia. Ciccio, al quale non emerge per tratto e capacità relazionali volta. Ci siamo guardati e, tornati in ufficio sommergibile, l ’U-81 , di ritorno da Malta. Oscar fu ancora una volta recuperato in ma - Quant’era bella Sabaudia! Il mare, il lago, ta. Forse era nato con la caserma della sfuggiva niente ed era sempre presente espresse prevalentemente con scodinzolii. e chiusa la porta, capii che Ciccio mi sa - re, mentre dormiva tranquillo sul rottame di il Circeo sullo sfondo, che meraviglia! Ma Marina a Sabaudia. soprattutto nelle cerimonie importanti, si Sensibile ai comportamenti del personale, rebbe mancato tantissimo. una scialuppa distrutta. In seguito fu asse - io, pensavo, sono qui per lavoro, non per “Comandante”, mi diceva il Capo Gamel - era unito a noi. cura in prima persona la correttezza dello Si sparse presto la notizia che Ciccio era gnato all’ HMS Lightning , che ovviamente vacanza. la, “io ero qui dieci anni fa e Ciccio già “Mamma mia”, pensavo, “ora come faccio stesso durante la franchigia mediante morto ed in caserma per un po’ di tempo venne affondato in combattimento nel 1943 “Buongiorno comandante”, disse il mari - c’era. Allora faceva con gli atleti un giro se Ciccio vuole entrare in chiesa? Ci sono un’attenta e meticolosa sorveglianza. il clima cambiò; non c’era più Ciccio al - senza che il gatto ne subisse alcuna conse - guenza. Il suo ultimo imbarco fu sull ’HMS naio che mi aveva visto arrivare; poi, ac - più lungo di quello del “Caterattino”; do - il Vescovo, il Sindaco, i Presidenti delle fe - Per le sue eccellenti qualità Ciccio è rite - l’assemblea del mattino, non c’era più Legion (che lo aveva già raccolto dopo il si - cortosi che avevo la mente altrove e guar - veva vederlo, non si fermava mai. Avrà derazioni sportive. Ci sono tutti gli atleti, la nuto unanimemente “essere animato di si - Ciccio all’ora di mensa, agli allenamenti, luramento del HMS Cossack ) ma la nave fe - davo quel cane vecchio e malandato ma dodici o tredici anni, fa il giro più corto ma chiesa è piena di gente. Si, è vero che tutti curo affidamento la cui mancanza di paro - alle cerimonie, in franchigia per le vie di ce naufragio nel 1944. Oscar, arrabbiato ma dall’aspetto altero e dignitoso, aggiunse: continua a correre”. lo conoscono ma, come faccio se cerca di la costituisce motivo di saggezza e supe - Sabaudia. in perfetta salute, si salvò ancora una volta. “Lui è Ciccio. È il nostro cane e noi tutti Scandiva, Ciccio, gli orari della caserma; entrare?” riorità”. Ci compiacciamo vivamente e lo ri - Non c’era più il nostro amico Ciccio col Scampato cinque volte alla morte, il fortu - nato felino ormai soprannominato “The Un - siamo i suoi marinai. Ci vuole tanto bene e alle otto era presente all’assemblea matti - Avevano lavorato tanto i marinai per ad - teniamo pianamente degno di un avanza - suo sguardo pieno di dolcezza e saggez - sinkable Sam” divenne popolarissimo tra i noi tutti gliene vogliamo tanto. Vedrà che nale, a mezzogiorno era il primo a portarsi dobbare la chiesa per l’occasione, aveva - mento di grado. za. Il grande e vecchio Ciccio se n’era an - marinai inglesi. Prudentemente però l’ Am - anche lei gli vorrà bene”. verso la sala mensa. Si posizionava li da - no tra l’altro issato il Gran Pavese e non vo - Quanto mi è stato di compagnia Ciccio! dato e ci mancava tanto. miragliato decise di tenerlo ben lontano dal Ciccio, sentendo che parlavamo di lui, capì vanti senza mai entrare. Aspettava fuori levo che tutta l’ammirazione per la Marina Nella “capanna dello zio Tom”, di sera, Cic - Sono passati i miei quattro anni di Sa - mare e dopo un congedo onorevole, lo af - che quella era una presentazione; si alzò e che i marinai gli allungassero il pranzo. potesse essere offuscata da un cane un cio mi veniva spesso a trovare. Sentivo baudia, ora sono in un ufficio della capi - fidò - come riporta Detlef Bluhm nel libro ”Gatti di lungo corso” - ad un istituto per continuando a scodinzolare mi si avvicinò. Quant’era bravo Ciccio! Ma chi gli aveva po’ malconcio dentro la chiesa. bussare alla porta, aprivo e lui mi salutava tale ed alle pareti ho appeso un piccolo marinai, l’“House for Sailors” di Belfast. Qui “Molto lieto”, gli dissi, “io sono Enzo” e lo insegnato l’educazione!? Mentre ci avviavamo a piedi pensavo che muovendo la coda. quadro della meravigliosa spiaggia di Sa - morì di morte naturale nel 1955. Nessuno ha accarezzai. Gli volevo già bene. Ciccio non entrava mai in mensa, non en - avrei dovuto dare ad un marinaio il compi - Altre sere passavo io a trovare lui al Corpo baudia con sullo sfondo il Circeo, una fo - mai scoperto se lavorasse per Cana ris. trava mai negli uffici, non entrava mai nelle to di tenerlo e non farlo entrare. Pensavo di Guardia, ed al mio “Ciao Ciccio, vuoi ve - to della “capanna dello zio Tom” ed una palestre. all’imbarazzo che avremmo provato tutti nire in franchigia con me?” si alzava e mi foto di Ciccio di guardia davanti alla ca - Ciccio non entrava mai nei bar o nelle piz - noi marinai; giunti sui gradini della chiesa, seguiva. E io raccontavo. serma così come lo trovai il primo giorno zerie o ristoranti di Sabaudia. Ciccio si fermò, ci guardò e si sedette. Facevamo il giro di Sabaudia passeggian - in cui arrivai. Ciccio aspettava sempre fuori. Non c’era Ci aveva detto: “Entrate pure, io vi aspet - do, arrivavamo al bar vicino alla stazione Quando guardo questi tre quadretti mi bisogno di dirglielo, lui lo sapeva da solo. to qui!”. dei pullman, io entravo, lui aspettava fuori. vengono le lacrime agli occhi. Aspettava fuori. Ma chi glielo aveva insegnato? Ciccio Sapeva che sarei uscito con in mano un Mi ricordano: le persone speciali che ho La vita di caserma prevedeva anche la aspettava fuori. gelato che avrei diviso con lui. conosciuto a Sabaudia; la bellezza del ma - franchigia e, dopo l’attività lavorativa e la Durò un’ora e mezza la cerimonia. Ci era - Probabilmente dopo essersi chiesto come re, delle dune, del lago; mi ricordano la cena, Ciccio usciva in franchigia con noi vamo dimentica di lui ma, all’uscita, Ciccio mai io, pur essendo da solo, prendevo straordinarietà di un cane amico. marinai. Se fuori dal barbiere, da un bar, era lì; si alzò dai gradini, si unì a noi e tutti sempre un cono e chiedevo anche un’ostia da una pizzeria di Sabaudia c’era Ciccio, insieme tornammo in caserma. vuota, un giorno il proprietario del bar si af - …Ciao Ciccio. sicuramente dentro c’era qualcuno di noi. Eh si, era proprio impeccabile il povero facciò fuori e vide che stavo dividendo con Ricordo la mia stupida preoccupazione Ciccio. Il primo a salutarmi al mattino Ciccio il mio gelato. nnn

32 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 33 Amici animali Foto di Maria Paola Gianni

ENRICA Il Museo in cifre 50.000 MQ. di superficie La gatta del Toti 35.000 MQ. coperti 25.000 MQ. espositivi La dolce miciona nera 16.700 beni storici 45.000 volumi nella biblioteca vive ormai da circa dieci anni 50.000 beni fotografici e audiovisivi al Museo della Scienza di Milano, 17 sezioni espositive 13 laboratori interattivi servita e riverita di tutto. 155 percorsi educativi Lei ricambia ammaliando 500.000 visitatori i visitatori, specie i bambini, con tutto il suo charme

Maria Paola Gianni sono quattro o cinque. A Natale e Capo - Giornalista danno sono venuto io a darle da mangiare. La Sezione Navale e il coraggio degli uomini di mare Attualmente caposervizio nella redazione del periodico E a casa ho anche una figlia di Enrica, Cesare Manstretta - Socio del Gruppo di Milano quando arrivò qui era in cinta e partorì dei “Quattro Zampe” (Edizioni Morelli, Milano) Oltre al sommergibile Toti , il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo © foto Archivio Museo Nazionale Scienza Tecnologia cuccioli, poi l’abbiamo fatta sterilizzare”. da Vinci di Milano racchiude, sin dalla sua fondazione, anche la prestigiosa “Sezione dei www.museoscienza.org Trasporti Navali”. Fra i pezzi più pregiati ospitati dalla sezione, l’intero veliero (circa 50 me - A darle il nome tri di lunghezza) “Brigantino Goletta Ebe” (deI 1921), che fu nave scuola della Marina Mi - nrica è la gatta più intelligente, più fu l’ammiraglio Sergio Biraghi litare, il ponte di comando del transatlantico “Conte Biancamano” (1925) e la prua della E coccolata e più fotografata del L’ Enrico Toti 1 giunse a Milano il 14 agosto nave “Stella Polare” (testimone delle prime spedizioni al Polo Nord). Sono esposti anche mondo. Vive ormai da dieci anni al 2005, quindi circa 13 anni fa, per forte im - alcuni mezzi d’assalto utilizzati durante le guerre mondiali (tra cui il mitico “Maiale”, o SLC prestigioso Museo della Scienza di Milano, pulso e desiderio sia dell’ammiraglio Ser - - siluro a lenta corsa) che mostrano il coraggio degli uomini di mare. Il nucleo originario servita e riverita. E dorme nel sottomarino gio Biraghi, di Milano, allora Capo di Sta - della collezione fu donato al Museo dall’Associazione Nazionale Marinai d’Italia ( ANMI ), Enrico Toti, nella zona notte dell’ equipag - simile contesto e subito pronti a dispensar - stima e affetto, le firme dei connazionali im - to Maggiore della Marina Militare (la più l’Associazione d’Arma della Marina Militare, che venne fondata proprio a Milano nel 1911, gio. Per lei i dolci volontari del museo han - le carezze e a scattarle foto che lei accetta migrati in Sud America. Ma in questo padi - alta carica della Marina Militare) sia sulla specchio acqueo della Darsena dove ancora oggi ha la sede, a testimonianza della no sistemato un’accoglienza coi fiocchi, di buon grado: sempre, però, con un certo glione Enrica ha tantissimi altri posti predi - dell’ammiraglio Ottorino Beltrami, ufficia - aitante (ma forse inaspettata) vocazione marinara di Milano. dalle pappe umide che tutti i giorni le ven - distacco e fare aristocratico. letti, basti pensare che qui sono in mostra le in seconda - durante la Seconda Guer - gono a portare (anche quando il museo è due mezzi di dimensioni straordinarie: il ra Mondiale - del primo sommergibile Toti chiuso, come a Natale e a Capodanno), al - Massimo arricchimento Brigantino Goletta Ebe che fu nave scuola e presidente emerito del Gruppo di Mila - le cure necessarie. Così lei se ne sta tutto ambientale della Marina Militare, il ponte di comando no dell’ANMI 2. E fu proprio l’ammiraglio A zonzo tra un treno e l’altro Attrazione vivente il giorno a gironzolare indisturbata per il Ma pensiamoci bene, dove altro potrebbe del transatlantico Conte Biancamano e la Biraghi che, durante una sua successiva E se qualcuno non la trovasse, può dare del prestigioso museo museo, per lo più nel padiglione Aeronava - divertirsi di più un gatto se non in un im - prua della nave Stella Polare . visita al sommergibile, intravide e nominò una sbirciatina al vicino Padiglione Ferro - Enrica si fa capire da chiunque: quando le, ben riscaldato. Qui la si può ammirare menso padiglione aeronavale con un simi - “Al museo c’è una colonia registrata e la gatta, custode del Toti . viario, altro luogo preferito dalla nostra vuole entrare o uscire da un padiglione at - imperturbabile, come una bella statuina, le arricchimento ambientale? Lei, infatti, protetta del Comune di Milano “, spiega il Di fronte all’imbarazzo e alla sorpresa di simpatica gattona. Qui è esposto il Tram a tende davanti alla porta d’ingresso per proprio vicino alla porta d’ingresso, accoc - quando vuole sgranchirsi le zampotte, si volontario Jonathan Scott che sorprendia - tutti, fu proprio lui a rompere il ghiaccio e cavalli della società Anonima degli Omni - sgattaiolare al volo al passaggio dei visita - colata sul Siluro a lenta corsa o “Maiale” sposta agilmente sul Leone di Caprera , che mo accudire Enrica proprio mentre siamo disse simpaticamente: “ Ma questa gatta bus che iniziòa essere utilizzato fin dal tori o degli addetti al museo, che pronta - del 1936, il mezzo d’assalto più famoso del - si trova lì accanto: è la famosa goletta con venuti a trovarla. “ Da 15 anni vengo qui a dovete chiamarla Enrica!”. 1860: la linea principale era la Milano- mente la fanno passare per prima, come la Seconda Guerra Mondiale. Coi suoi oc - la quale nel 1880 tre italiani affrontarono dar da mangiare ai gatti, ma c’è una signo - Fu il giorno dell’ufficializzazione del nome Monza che veniva percorsa in circa due gesto di rispetto e cortesia. Nella zona ci chi magnetici attrae i visitatori, grandi e l’Oceano Atlantico per raggiungere Gari - ra che lo fa da almeno 20” , continua lui, “la della gattona e del suo ruolo di mascotte ore, con un cambio dei due cavalli a metà sono anche altri gatti, ma Enrica è la più piccini, sorpresi di incontrare un gatto in un baldi a Caprera e consegnargli, in segno di colonia c’è da tanti anni, ora i gatti regolari del Museo. dei 16 km. Non c’erano altre soste, per cui stanziale e più in vista, come fosse una i passeggeri salivano in corsa usando il “prima donna”. predellino in coda. Da qui l’espressione di nnn oggi “attaccarsi al tram”. C’è anche la Car - Enrica partorì nel Museo rozza Postale a cavalli, nata come mezzo di Note del Direttore trasporto pubblico per collegare i centri ur - di “Marinai d’Italia” Quando Enrica arrivò al Museo della Scienza era incinta e partorì dentro a un bani che trasportava fino a 12 persone. mega-condotto del riscaldamento, a diversi metri di altezza, nel padiglione Ae - Una sorta di diligenza che si poteva affitta - 1 Sono stato comandante del Toti ronavale. Bisognava “sfrattare” con urgenza la famigliola, perché a breve sareb - re nella seconda metà dell’Ottocento per per il “miglior anno d’imbarco della mia vita”. be stato azionato l’impianto per riscaldare il museo. una gita fuori città. L’esposizione presenta È quindi un particolare motivo di orgoglio che È stato condotto un ottimo lavoro di squadra dagli addetti ai lavori e dai volon - cento anni di evoluzione del trasporto su il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano tari: un tecnico entrato nel grande tubo per prelevare i micetti, uno ad uno. Una rotaia a partire dalla seconda metà dell’Ot - custodisca il MIO battello. femminuccia è stata adottata dallo storico volontario del museo, Jonathan Scott tocento, con diverse motrici a vapore ed che da 15 anni porta da mangiare alla colonia felina e da circa una decina alla 2 L’atto di cessione da parte della Marina Militare elettriche. A “vegliare” su di loro c’è Enri - fu firmato dall’allora Amm. Div. Paolo Pagnottella, nostra Enrica. ca, con la sua silenziosa, aristocratica e Comandante del Presidio Marina di Venezia, benaugurante presenza. oggi Presidente Nazionale dell’ANMI.

34 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 35 Testimonianze

Emilio Bernardi Andrea Mansi Dopo alcuni minuti di bombardamento a sco - po terroristico, i tedeschi penetrarono nelle Una vita sopra Il marinaio di Ravello case e cominciarono l’opera di rastrellamen - to e di distruzione. Gli abitanti venivano cac - e sotto il mare trucidato ciati fuori, spogliati di ogni loro avere, inco - lonnati e costretti ad assistere all’incendio Valerio Bernardi dalla rabbia nazista delle loro abitazioni. Socio del Gruppo di La Spezia Emiliano Amato Anche l’Università venne invasa e incendia - Direttore Responsabile de “Il Vescovado” ta, distrutti migliaia di volumi. L’obiettivo non era scelto a caso: i tedeschi sapevano che uggito dagli Austriaci approdò nel Gli imbarchi del T.V. Bernardi: R. sommergibile X3 ; R. sommergibile Tricheco ; R. sommergibile Veniero ; dopo il 25 luglio l’Università era divenuta uno R. sommergibile Marconi ; R. sommergibile Manara ; R. sommergibile Berillo ; squadriglia sommergibili CB F golfo; fu un marinaio esemplare: è ra l’alba del 12 settembre 1943. Un dei centri di raccolta dell’antifascismo. Emilio Bernardi e il figlio Valerio lo ri - E giovane marinaio di leva di Ravello, Giunto presso l’Ospedale di Fuorigrotta An - corda così. che permisero l’inizio della industrializzazione in banchina al servizio della squadriglia Som - Andrea Mansi, classe 1919, faceva drea Mansi non trovò nessuno. Erano spariti Per quelli come me, nati nella prima metà del dell’oggi opulento nord-est e che con tutta la mergibili CB ed infine al Comando Dragaggio ritorno a Napoli, dove prestava servizio tutti. Non sapendo cosa fare, ma soprattutto secolo scorso, il periodo storico che attraver - famiglia fuggì, davanti agli austriaci con un di La Spezia quale Ufficiale dell’allora Corpo presso l’ospedale militare di Fuorigrotta, do - non essendo a conoscenza di ciò che a Na - siamo sembra non dare alcuna sicurezza né bambino al seguito e la guerra alle calcagna, Equipaggi Marina Militare, di cui era ovvia - po una licenza breve. Prima di lasciare Ra - poli stava accadendo (veniva da alcuni gior - sociale né globale. fino a più sicuri lidi lombardi. mente entrato a far parte a seguito di altri stu - vello, quel giovane, dalla profonda devozio - ni di licenza e in tanti, parenti e amici gli ave - Ci sono cardini del nostro esistere che sem - Eccolo nel ‘21 fare quel passo che lo portò alla di ed esami. ne verso la Madonna, si incaricò di suonare vano consigliato di non fare ritorno a Napo - brano frantumarsi al peso dei nostri egoismi; Spezia. Amore per il mare? Per la divisa? O la Ma a parte i compiti che i nostri marinai svol - a distesa le campane della chiesa parroc - li), si diresse verso il centro, vestito della di - orizzonti che rapidamente si offuscano; ricerca di “certezze”? gevano a bordo dei mezzi della nostra Marina, chiale del Lacco, il suo rione, nel giorno del - visa di servizio estiva bianca della Regia realtà credute durature che vediamo volgere Eccolo al Maridipart Spezia, primo degli innu - le nostre navi dove erano in quei tempi? la ricorrenza del Santissimo Nome di Maria Marina, speranzoso di incontrare qualche al termine in breve. Tante, “troppe” incertez - merevoli vai e vieni che lo videro circolare dal Bisogna dire che le guerre o le tensioni inter - Vergine. Ma Andrea era all’oscuro di ciò suo commilitone, magari quel Luigi Nappo di ze per noi e soprattutto per i nostri figli. Muggiano a Cadimare come una barca del nazionali in quel tempo non sono certamente che sarebbe accaduto in serata nel capo - Gaeta con il quale aveva un rapporto privile - Ma cosa avrebbero dovuto dire quelli che palio. Una scuola specialistica a Taranto, di mancate, basta seguire gli spostamenti del luogo partenopeo. Alle 18 e 30 dell’8 settem - giato. Ma riconosciuto dalla bianca divisa nel secolo scorso hanno consumato l’intera nuovo un corso, nel ‘28, a San Bartolomeo per Bernardi per averne un piccolo esempio: bre precedente, Dwight D. Eisenhower rese Andrea venne fatto prigioniero, ingiusta - loro vita terrena? Con questo breve scritto diventare sottufficiale della Regia Marina e Schangai nel 1927 (L’Italia con le grandi po - nota l’entrata in vigore dell’Armistizio di Cas - mente accusato di aver attentato alla vita di proverò a ricordare, scoprire, comunicare ancora per mare... quasi un sarabanda... mo - tenze del tempo a controllare i problemi orien - sibile (armistizio breve, già siglato il 3 set - un militare tedesco. tone, ulteriormente sve ntrato anche da una un esempio di ciò che vivere allora potesse vimentata; certo allegra non direi! tali); Africa (quanti francobolli di Eritrea, Libia tembre) e confermato poco più di un’ora do - Fu questo il vile pretesto per poterlo subito cannonata, per essere arso vivo nell’atrio in significare. Inizia a navigare consecutivamente dal 1924 (a e Cirenaica avevano le nostre famiglie!), Spa - po, alle 19 e 42, dal proclama del maresciallo giustiziare, proprio come accadde per tanti fiamme, poi fu tirato fuori e legato ad una delle La storia di uno dei tanti che con i loro piccoli 17 anni) con un imbarco sulla R.N. Leone , poi gna (anticipo del dramma della Seconda Pietro Badoglio trasmesso dai microfoni altri innocenti militari italiani. porte roventi, per essere più facilmente visto eroismi, enormi paure e grandi sacrifici ci due anni sull’ Andrea Doria e ancora sul Cam - Guerra Mondiale). dell’EIAR. Le forze armate italiane, come in Il 12 settembre il 24enne marinaio di Ravello dalla folla mentre urlava agonizzante, col me - permettono di essere preoccupati per il futu - pania (Mar Rosso -Oceano Indiano), sul Pisa Quel ragazzo fuggito agli austriaci ed appro - tutto il Paese, a causa della mancanza di or - venne condotto sul patibolo della soglia del - tallo che gli ustionava la schiena. Alla cruenta ro di chi segue e che senza di loro forse sa - (Mediterraneo-Atlantico) per poi passare ai dato nel Golfo vi trovò un rifugio ove crescere dini dei comandi militari si trovarono allo la sede centrale dell’Università Federico II esecuzione furono costretti ad assistere nu - rebbe già stato brutto. sommergibili: primo imbarco sul X3 seguito dal la propria famiglia a cui lasciare i valori suoi e sbando anche a Napoli. Qui la situazione, ancora in fiamme. Come spiegava alla folla merosi civili, ai quali venne dato ordine di in - Vi parlerò di Emilio Bernardi nato a Schio (Vi - Tricheco /Finzi /Veniero /Marconi /Manara fi - della sua generazione. già difficile per i bombardamenti subiti e per un funzionario fascista, sarebbe stato il re - ginocchiarsi sotto la minaccia delle mitraglia - cenza) il 10 luglio 1907 e vissuto, quanto più no a quello sul Berillo , dal cui affondamento (2 Oggi siamo in tre figli relative mogli, nipoti e bi - lo squilibrio delle forze in campo (oltre 20 mi - sponsabile della, inesistente, uccisione del trici, a guardare i soldati tedeschi che spara - gli è stato possibile, in quel della Spezia ove ottobre 1940) scampò avventurosamente, co - snipoti che nella Provincia crescono e svol - la tedeschi a fronte di soli 5 mila italiani, in soldato tedesco. A colpi di calcio di fucile il vano al marinaio che gemeva ed infine, alla ancora riposano i suoi resti. Non era un Valli - me quasi tutto il resto dell’equipaggio, per fi - gono attività produttive felici e grati di quell’a - tutta la Campania), ben presto divenne cao - marinaio fu spinto sulla scalinata dell’Ate - sua morte, ad applaudire. giano, non ebbe i natali in città ma vi ha la - nire prigioniero degli Inglesi ed attraverso l’E - more che lui portò al Golfo. tica, cui seguì lo sbando delle truppe. neo, mentre urlava la sua innocenza. Una Una lapide posta sulle scale dell’ateneo an - sciato corpo e stirpe nata e cresciuta, come gitto essere internato in India. (1) Nel corso dei suoi 10 lustri di carriera militare Il 12 settembre i tedeschi decidono di sospen - telecamera della Gestapo, montata su un cora oggi ricorda quel supplizio. molti di voi, tra mare e monti. Tre anni di prigionia nei quali oltre che ad im - Emilio ha ricevuto: una Medaglia di Bronzo al dere i preparativi per la ritirata e di instaurare carro armato leggero riprendeva la scena Il corpo di Andrea Mansi venne tumulato nel Ancora una vita non facile: figlio di un operaio parare un po’ di inglese e tedesco riuscì an - Valor Militare, una Croce di guerra al Valor il loro pieno controllo sulla città. Un corriere della folla e dell’edificio incendiato. Dappri - cimitero di Napoli e traslato in pompa magna tessile della “Valdagno” sì... di uno di quelli che a dimostrare doti di organizzatore e me - Militare, una Medaglia Commemorativa per la da Berlino portò al comandante tedesco ma il marinaio fu forzato ad entrare dal por - a Ravello solo il 17 marzo 1951, presso l’ala diatore operando come “Italian chief com - Campagna di Spagna (sommergibili) e fu no - Walter Schöll l’ordine di non lasciare la città antica del cimitero comunale al loculo nu - mander” dall’ala 4 del “P.O.W. Camp” di Fa - minato Cavaliere della Repubblica. e in caso di avanzata delle truppe anglo- mero 66 dove si leggeva "Il Comune di Ravel - lahalli (Bangalore). Una storia finita bene. americane di non abbandonarla prima di lo per onorare il martirio di tanto eroe pose". Ma siccome anche lui, come il resto della sua Per me: un richiamo a non scoraggiarsi e a averla ridotta "in cenere e fango". Dagli anni novanta del secolo scorso, il Co - generazione, era di quelli che non si tiravano cercare nel ricordo dei problemi affrontati da Fu allora che proprio il 12 settembre, il co - mune di Ravello ha intitolato, al nome di An - indietro, trovò il modo, assieme ad altri 25 mi - quelle generazioni la forza per superare le dif - lonnello Schöll, assunto il comando delle drea Mansi, la piazzetta del rione Lacco, il litari compatrioti, di affiancarsi agli Inglesi nel - ficoltà attuali evitando magari di ripetere i loro forze armate occupanti la città partenopea, luogo dal quale quel dì di settembre il giova - le battaglie contro nemici, che in seguito al - stessi errori. proclamò il coprifuoco e dichiarò lo stato ne marinaio ravellese partì per non farvi mai l’armistizio erano divenuti comuni. nnn d’assedio con l’ordine di passare per le armi più ritorno. Fu cosi che al termine della guerra si trovò a tutti coloro che si fossero resi responsabili I suoi resti sono stati estumulati il 12 set - Ceylon. Come altri ebbe la fortuna di ritornare Nota di azioni ostili alle truppe tedesche, in ragio - tembre 2013 e collocati presso il Sacrario dei ma ormai il mare, la Marina, La Spezia erano ne di cento napoletani per ogni tedesco Caduti di Piazza Fontana Moresca, degno ri - “entrati nel sangue“ per cui lo rivediamo an - (1) Chi volesse approfondire la tragica storia dei nostri eventualmente ucciso. conoscimento della Città di Ravello al suo sommergibili potrebbe trovare notizie interessanti Bernardi cora nel Golfo, ancora su un nave, il Giulio Ce - sul libro “Cento sommergibili non sono tornati“ di Ma il proclama venne reso noto soltanto il marinaio eroe. sare (Mediterraneo) e poi non più a bordo ma Teucle Meneghini edito da C.E.N. Roma) giorno successivo. nnn

36 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 37 I soci raccontano

tesa alla espansione, tra alti e bassi, la fecero assurgere a po - tenza. Le galere, ormai diventate obsolete e inadatte ad una sod - disfacente navigazione per la loro chiglia piatta, con le migliorie apportate alla vela quadra vennero via via sostituite dalle prime fregate, più manovriere e veloci. Per il loro comando furono in - gaggiati ufficiali inglesi già avvezzi all’uso di tale strumento. Co - minciò quindi a istruire i nuovi comandanti scegliendoli dalla no - biltà e affidando loro le nuove unità. Questi ufficiali di alto lignag - gio cominciarono, in maniera lecita per l’epoca, alla cattura del naviglio che incontravano lungo le loro rotte depredandoli del carico. Per dirimere le inevitabili controversie nate da tali cattu - re venne istituito il “Tribunale delle Prede” che doveva decidere se erano “di buona presa” o meno, comportando quindi l’arrivo di comitive di corsari, di comandanti e relativi azzeccagarbugli che ne difendevano gli interessi. Questo tribunale quindi venne insediato in una città vicina alla Capitale, al logico termine della strada che dal mare, attraverso i monti, giungeva in pianura. L’e - volta costrinse la città a ridurre il suo apporto alla vita del Regno conomia si basava pure sui dazi pagati per attraversare le terre Sabaudo. Alcune attività però rimasero. Per una legge del 1931 Una città di mare di proprietà e sul commercio di seta e sale. Il sale dalle zone co - il cordame e la velatura del Vespucci e delle gemella Colombo stiere veniva trasportato a dorso di mulo o su carri attraverso i dovevano avere quello che oggi si chiama “ricambio originale” in aperta campagna passi sui monti nella stessa città, che era anche la più vicina al e quindi i telai e la filatura dovevano essere quelli di Carmagnola grande fiume e questo avrebbe permesso una distribuzione ve - e l’ultima fornitura, prima della decadenza della legge e con l’av - loce lungo lo stesso, verso tutto il paese e non solo; questo tra - vento di nuovi prodotti, fu garantita da quel telaio. Durante il Se - Dario Bilotti gitto prese il logico nome di “Via del sale”. Alla Marineria occor - condo Conflitto Mondiale sotto una tettoia (gli Antichi Bastioni) Consigliere del Gruppo ANMI di Carmagnola reva il materiale di consumo per la navigazione e la città di cui pri - venivano custoditi motori marini prodotti dalla Fiat e decentrati Direttore del Museo Civico Navale ma poteva disporre di molteplici canali e di marcite per la produ - in luoghi lontani dai bombardamenti. È visitabile l’”Ecomuseo zione della canapa. Vele e cordame quindi venivano prodotte in della Canapa”, in cui si può prendere visione del lungo lavoro loco senza dipendere dagli Stati viciniori. Ed era logico che una necessario per la produzione del filato, una sorta di percorso era una volta una Contea nata in mezzo alle montagne parte di tali artigiani fossero arruolati in Marina. Ma le maestranze che va dalla pianta alla vela e alle corde. A cura dell’ANMI loca - C’ prima della scoperta delle Americhe. I suoi interessi si e i cordai di tale città estesero i loro affari anche nelle nazioni vi - le si può visitare il Museo Civico Navale, pieno di storia e con estendevano anche su un lago oltre i monti e possede - cine ed esportarono oltre alla loro merci e conoscenze anche ab - delle peculiarità tali da renderlo interessante. La storia della va una flotta di galere che combattevano per difenderli. Divenne bigliamento e idee rivoluzionarie. Il nome di tale città è Carmagno - Città e dei suoi uomini però non finisce con l’avvento della mo - Ducato ed ebbe finalmente l’agognato sbocco sul mare, questo la ed ebbe una notevole importanza a dispetto dell’esiguità del ter - dernizzazione. Le aziende industriali sul territorio hanno conti - permise di partecipare alla battaglia del Cristianesimo contro ritorio in quello che nel tempo si sarebbe trasformato da Ducato del ter ritorio francese con i loro prodotti. La loro corta giubba in nuato a fornire maestranze alla Marina Militare fino alla sospen - l’invasione Turco - Barbaresca. in Regno Sabaudo. La città di Carmagnola fu sede del “Tribunale Francia venne chiamata “Carmagnole” e “Carmagnole” fu anche sione della leva, un continuo e costante approvvigionamento di Nuove annessioni aumentarono l’estensione territoriale e questo delle Prede”; era posta al termine del tragitto terrestre della “Via il nome di una canzone e relativa danza in voga durante la rivolu - tecnici che spaziavano dai motori alle più sofisticate tecnologie Ducato dovette pensare a dotarsi di una Marina che difendesse del sale”; la canapa era il principale prodotto dell’artigianato lo - zione francese. E che dire del Conte di Carmagnola, al secolo come le girobussole e le centrali di propulsione. sull’acqua i propri interessi e apportasse sempre nuova linfa cale e i cordai trasportarono il loro lavoro e il loro commercio an - Francesco Bussone, che comandò la flotta veneziana? Ma l’inevi - ...E pensare che a Carmagnola non c’è il mare. all’economia. Battaglie navali e non solo, insieme a una politica che in Provenza e da qui partirono alla conquista commerciale tabile corso della Storia e l’avanzan te modernizzazione poco alla nnn

per i 100 anni della Prima Guerra Mondiale STELLA ERRANTE propone LA REGIA MARINA nell’Alto Adriatico un viaggio in Croazia, Slovenia e Friuli Venezia Giulia dal 15 al 21 ottobre 2018 Quota individuale di partecipazione (minimo 40 persone) 890 € Supplemento cabina singola in traghetto e camera singola in albergo 150 € Ai nostri soci verrà applicato uno sconto di 50 sulla quota di partecipazione € TERMINE ISCRIZIONE 20 GIUGNO Informazioni e prenotazioni www.marinaiditalia.com e STELLA ERRANTE Via Brescia, 16 - 00198 Roma - 393.2868172 www.stellaerrante.it • [email protected]

38 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 39 Storie di navi

gno temperato dal 22° al 24° da un’atmosfera di 25° al 25° centesima - Con un dislocamento a pieno carico 1.641 tonnellate, era lunga le. Lungi dal vivervi a stento, vi si è nutrito in modo da giungere alla Una nave 47,10 metri fra le perpendicolari e 64,30 fuori tutta, larga 10,90 lunghezza di 3 piedi e 4 pollici, dimensione che lo qualifica per grosso metri e con una immersione di 5,5. L’unità aveva due ponti, una abbastanza. Infatti i più grandi Ginnoti osservati dal celebre De Hum - sotto tre bandiere batteria coperta ed una scoperta. L’artiglieria era composta da boldt a Cano de Bera nell’America meridionale erano di 5 piedi e 3 pol - 24 cannoni a canna liscia da 18 libbre, 4 obici “Paixhans” da 30 lici (1,70 metri), benché gli si fosse assicurato dagli Indiani di esserve - libbre e 16 cannoni da 24 libbre sistemati in coperta. L’armamen - ne di 6 piedi (1,90 m)”. Carolina, Amalia, Caracciolo to velico comprendeva tre alberi (trinchetto, di maestra e di mez - zana) a vele quadre con randa alla mezzana e, naturalmente il Negli anni ‘40, unitamente a gran parte della flotta, il Carolina dires - Antonio Cimmino - Socio del Gruppo di Castellammare di Stabia bompresso. L’equipaggio era di 350 uomini. se diverse volte in Sicilia in occasione delle rivolte contro i Borbo - Entrata in servizio e posta al comando del Capitano di fregata Ema - ni; nelle spedizioni per sedare i disordini scoppiati principalmente nuele Grasset , il Carolina , nel mese di settembre del 1814, si recò a Palermo, era al comando del Brigadiere Periluigi Cavalcanti e del a fregata a vela Carolina fu costruita nell’Arsenale di Napoli a Portoferraio per imbarcare la madre di Napoleone Bonaparte e Generale Filangieri. L negli anni 1810-1811 durante il regno di Gioacchino Murat. portarla a Napoli a visitare la figlia. Dal 1851 al mese di luglio 1858 la nave, al comando del Capitano di L’unità rappresentava una delle 4 navi ordinata dal Murat Nel mese di maggio del 1815 fu destinata in Romagna di rinforzo fregata Vincenzo Lettieri prima e del Capitano di fregata Giuseppe per potenziare la Marina Napoletana (vascelli Capri e Gioacchino , alle truppe murattiane che combattevano contro gli austriaci. Al Marsella poi effettuò diverse crociere di istruzione per gli allievi del costruiti a Castellammare di Stabia e la fregata Letizia ). ritorno, però, fu bloccata nel porto di Taranto dalla squadra na - Collegio di Marina. Ad agosto dello stesso anno di nuovo nel Real vale inglese al comando del Commodoro Campbell e costretta a cantiere navale di Castellammare per riparazioni radicali e per es - rientrare a Napoli ove, nel frattempo (mese di giugno) i Borboni scalo a mezzo di poderosi argani fatti installare qualche decennio sere adattata a prigione galleggiante (“bagno fluttoante”) per i ga - avevano ripreso il trono. La nave, così, mutò nome in Amalia e prima e manovrati da decine di marinai e galeotti. leotti che ivi lavorano alla costruzione delle navi, in sostituzione fu incorporata nella Real Marina del Regno delle Due Sicilie co - Il battesimo oceanico l’unità lo ebbe nel mese di luglio 1843 quan - della fregata Urania che svolgeva tale compito dal 1852. Lo scafo me fregata a vela di 2° rango. Amalia era il nome della sorella di do, al comando del Capitano di fregata Luigi Jauch, raggiunse il dell’ Urania fu venduto il 4 giugno del 1859 per la demolizione a En - Re Ferdinando. Brasile. La spedizione era formata dal vascello Vesuvio e dalle fre - rico Ciliberti di Castellammare di Stabia. Al comando del Capitano di fregata Raffaele de Cosa, nel mese di gate Partenope ed Isabella , nonché dalla fregata brasiliana Costi - Dal mese di aprile 1860 al 4 settembre dello stesso anno, mentre in - dicembre del 1819, unitamente alla corvetta Cristina , trasportò a Li - tuicao sulla quale era imbarcata la principessa Teresa Cristina di calzavano gli avvenimenti che avrebbero portato alla scomparsa sbona circa 300 galeotti. Questi, in seguito ad un trattato stipulato Borbone che aveva sposato per procura il 30 maggio, Dom Pedro del Regno delle Due Sicilie, la nave fu di nuovo armata ed inviata a con il governo del Portogallo, furono inviati in Brasile per la colo - II di Braganca Imperatore del Brasile. Palermo a bombardare gli insorti. Al comando dell’ Amalia si alter - nizzazione di alcune zone deserte. Nell ’’800 le navi spesso effettuavano crociere all’estero sia per navano il Capitano di vascello Girolamo Vergara e il Capitano di Il 2 settembre 1820 la nave trasportò truppe in Sicilia per sedare “mostrare bandiera” sia per matrimoni di Stato tra case regnati di - fregata Michele Capecelatro. un’insurrezione. Il giornale la Gazzetta di Milano n. 262 di lunedì 18 mostrando, così la potenza della nazione cui appartenevano e rin - Nei successivi giorni di settembre, mentre il Re lasciò Napoli per settembre 1820, così riportava la notizia: saldare legami politici ed accordi commerciali. tentare l’ultima resistenza a Gaeta, il comando della nave fu assun - Il Regno delle Due Sicilie da anni aveva mostrato la sua bandiera to dal Capitano di vascello Giuseppe Flores, ma l’unità non era in “(...) Altre notizie del 5 da Napoli riferiscono che il 2 del corr. settem - nel Mediterraneo e nelle Americhe cercando uno spazio per così grado di riprendere il mare e forse non l’avrebbe mai fatto in quan - bre, alle 4 pomeridiane, mise alle vele da quella rada una squadra dire politico fra le maggiori nazioni europee. to gli ufficiali della Real Armata di Mare, nella quasi totalità si erano composta dal vascello della marina il Capri, e delle fregate Amalia, del - Il Cristina fu inviato una seconda volta a Rio de Janeiro nel mese già venduti ai Savoia. le corvette il Leone, delle polacche S.Antonio e l’Italia, e di quattordici di febbraio del 1844, per accompagnare il Conte d’Aquila, fratello L’ Amalia fu aggregato quindi alla squadra sarda del Contrammira - brigantini. Il 3 partirono, per unirsi alla squadra, sei cannoniere ed una del Re, che andava a convolare a nozze con la principessa Maria glio Persano e ribattezzato Caracciolo . bombardiera. Tutti quei legni hanno a bordo truppe da sbarco, le quali, Januaria sorella dell’Imperatore Dom Pedro II. I suoi comandanti, nei mesi che seguirono, furono ex ufficiali della unite a quelle già partite nei giorni precedenti da Napoli e da altri punti In tale occasione l’ Amalia effettuò anche rilievi e ricerche scienti - Marina Borbonica e cioè i Capitani di fregata Leopoldo Fowls e Gu - della costa sono diretti per la Sicilia (...)” fiche portando in patria un esemplare vivo di pesce “gimnoto“ una glielmo Acton. specie di torpedine che emanava scariche elettriche. Il nuovo armamento era così costituito: Il varo avvenne il 16 luglio 1811 alla presenza di re Murat e della Nel mese di agosto del 1823 fece da scorta al vascello Capri che Nel 1845 così viene descritto l’avvenimento da una pubblicazione • 24 cannoni a canna liscia e da 24 libbre posti in batteria; moglie Carolina Bonaparte di cui l’unità prese il nome. Sull’albero trasportava da Livorno a Napoli Ferdinando I di Borbone che, dopo scientifica edita dal Gabinetto Fisico della Regia Biblioteca Privata • 24 cannoni a canna liscia e da 18 libbre posti in coperta; maestro fu issata la nuova bandiera napoletana stabilita dallo stes - essersi recato a Vienna, si era fermato a Firenze ospite del Gran - del Re (stamperia napoletana De Miranda-Paci): • 4 cannoni-obici “Paixhans” da 30 libbre. so Murat. duca di Toscana; facevano parte della squadra navale anche la L’unità, al comando del Capitano di fregata Ferdinando Monte - Così venne descritto l’avvenimento: “16 luglio: Alle ore sei pomeri - corvetta Galatea e il brigantino Aquila . “Degnatasi la Maestà del Re N.S. di affidare alle nostre cure un Ginno - mayor, rimase a Napoli come bastimento di guardia al porto. Il 17 diane dalla Darsena è varata la nuova fregata Carolina . Assisteva - Ad ottobre del 1830 trasportò da Genova a Napoli circa 200 soldati to (Gymnotus electricus) recatogli in dono nello scorso anno dal Bra - marzo del 1861 fu inquadrata nel naviglio da guerra del Regno d’I - no il Re e la Regina con tutta la corte, il corpo diplomatico nonché svizzeri arruolati nell’Esercito delle Due Sicilie. sile da S.A.R.D. Luigi Conte di Aquila, ci è riuscito opportuno di studiar talia e classificata “fregata a vela di 2° ordine”. gran numero di popolo. Il varo viene annunciato da una salva di Nel 1841 entrò nel Real cantiere navale di Castellammare di Stabia da vicino questo pesce singolare, e verificarne le proprietà. Trasporta - Dopo una breve sosta a Gaeta, ritornato a Napoli e posto al co - cannoni. La Carolina inalbera, contemporaneamente a tutti i forti, per lavori di raddobbo allo scafo. La nave fu tirata a secco sullo to da Rio-Gianeiro sulla fregata Amalia, e giunto in Napoli al 15 agosto mando del Capitano di fregata Raffaele Cacace, il Caracciolo fu per la prima volta la nuova bandiera nazionale. La decisione di 1844, fu messo in una piccola peschiera sita sul gran loggiato al mez - declassato a “corvetta a vela di 2° ordine”, giusto decreto ministe - zogiorno della Reggia. Alla temperatura di quell’acqua dal nostro sole cambiare è presa a marzo formando la bandiera napoletana di tre A sinistra la bandiera della Marina di Murat e a destra la bandiera navale delle Due Sicilie riale 14 giugno 1863. colori divisi a scacchi con in mezzo lo stemma napoletano. I colori riscaldata, non cibossi che di rane, ed a preferenza di gamberi, acciu - Il suo armamento fu cosÌ mutato: sono l’amaranto, il bianco ed il celeste che indicano l’amaranto il ghe, tozzi, ed altri piccoli pesci. Questo pasto intanto diede luogo a pa - • 24 cannoni a canna liscia e da 24 libbre posti in batteria colore caro a Re Gioacchino, il bianco l’unione dell’Impero france - recchie importanti osservazioni.(...). • 10 cannoni-obici da 16 libbre in coperta. se, ed il celeste l’antico colore della nazione. La coccarda nazio - Dopo 54 anni di servizio sotto tre bandiere, la nave fu messa in di - nale sarà di colore amaranto con orlo celeste. Ciò per ribadire l’in - Tra le osservazioni scientifiche dell’esemplare, si legge: sarmo il 12 ottobre 1864 e radiata dal naviglio di guerra il 18 giugno dipendenza del Regno“. 1875 con regio decreto 2374. L’anno successivo lo scafo fu venduto Come tutte le unità dell’epoca, per evitare che l’opera viva fosse “Originario infatti delle più calde regioni, e dimorando nelle acque di a privati per la demolizione. attaccata dalle teredini, fu foderata con lastre di rame. 26° del termometro centigrado, ha ben vissuto nell’inverno in un ba - nnn

40 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 41 Cerimonie e Manifestazioni Cultura marinara

EUDI Il primo tratto è di navigazione in laguna, a vela, toccando Ghioggia La Peota dei Savoia e Brondolo. Quindi, attraverso il traino con cavalli e risalendo i canali Fiera della subacquea il convoglio raggiunge Pontelagoscuro, il porto di Ferrara nello Stato di Bologna Mario Veronesi - Socio del Gruppo di Pavia delle Legazioni pontificie, e si immette nel Po, raggiungendo Brescel - 3 marzo 2018 lo. Il 13 agosto il convoglio arriva a Cremona, supera Piacenza e il 14 Mauro Guidi N elle scuderie juvarriane della Reggia di Venaria Reale fa bella Socio del Gruppo Nazionale mostra di sé, il Bucintoro ordinato dai Savoia ai cantieri della A prua la polena con un Narciso che si specchia nelle acque, “Leone di San Marco” - ANMI Serenissima. Impostato forse nel 1730 negli “squeri”, o cantieri na - affiancato da due vegliardi vali, come “peota” (un tipo di natante molto diffuso, usato per la pe - che versano acqua da due otri, nche il Gruppo Nazionale Leone di sca e il piccolo cabotaggio). Il Bucintoro dei Dogi veniva invece co - personificazione del Po e dell’Adige (foto M. Veronesi) A San Marco-MM, Gruppo speciale struito nei cantieri dell’Arsenale della Serenissima. Il ricco progetto ANMI “Stefano Cappellaro” di Brindisi, decorativo si deve ai veneziani Matteo Calderoni ed Egidio Goyel. La non ha voluto mancare all’importante ap - barca torinese rimane oggi l’unico grande esempio dell’eccellenza puntamento della Fiera della Subacquea, dell’arte veneziana per le barche da parata e per la loro decorazione EUDI, di Bologna. scultorea e pittorica, dal momento che l’ultimo Bucintoro dei Dogi Questo il commento del socio Mauro Gui - venne distrutto dal fuoco nel 1798. Navigò per l’ultima volta nel 1842 di, esperto subacqueo: in occasione delle nozze di Vittorio Emanuele II (1820-1878) con Maria “Stand della MM affollato, mani che sfio - tirato a lucido, pazientemente sopporta. Giampaolo Trucco verso il pubblico, in - Adelaide d’Austria (1822-1855). Venne donato nel 1873 alla città di To - rano e muovono leve, aprono rubinetti, toc - Due ragazzi inglesi mi chiedono cosa sia e somma la Marina è un grande polo di at - rino dal Re Vittorio Emanuele II, trasferitosi ormai a Roma. cano ogni cosa. Il vecchio SLC (Siluro a come funziona; riesco a stento a contene - trazione in un salone fieristico importante Dopo un lungo restauro, finanziato dalla Consulta per la Valorizzazio - Lenta Corsa, conosciuto come “Maiale”) re un sorriso, forse non sono a conoscenza e affollato.” ne dei Beni Artistici e Culturali di Torino, costato 250.000 euro oggi è del terrore che incuteva nei loro nonni ma - nnn l’immagine della magnificenza del Settecento. è alla confluenza del Po con il Ticino. Qui il piccolo convoglio si ferma rinai. Gli SLC, furono una spina nel fianco Il 2 agosto 1731, dopo le operazioni di carico e doganali, il Bucintoro ed il carico viene trasbordato su due imbarcazioni di minor pescag - della potente marineria inglese (vedi ciò lascia Venezia per raggiungere Torino risalendo il Po. Le statue do - gio, mandate incontro dall’Ammiraglio del Po di Torino. Il 15 agosto, che è stato fatto ad Alessandria e in altri rate sono state protette con stoppa e tele cerate, gli arredi della giorno dell’Assunta, Frate Brunello raggiunge invece con il Bucinto - porti europei). Presente allo stand, il cam - “peota” smontati. ro Pavia, che in quegli anni (non esiste ancora il naviglio pavese) fun - pione Guardiamarina Emanuele Lo Schia - Lo accompagnano in questo viaggio una gondola e un “burchiello” (im - ge da porto di Milano. vo, vanto della Marina, disponibile con il barcazione da carico che trasportava le decorazioni e l’armatura della L’agostiniano ci tiene infatti a visitare la basilica di San Pietro in Ciel pubblico, bravo e modesto: sarebbe entra - barca smontate). Disponeva anche di otto remi e di altrettanti scalmi d’oro, dove è custodita la sepoltura di Sant’Agostino (354-430) protet - to nella storia della US-Navy , ma aiuta un per le manovre di attracco, mentre un grosso anello a prua indica la po - tore dell’Ordine (verso il 725 il suo corpo fu traslato a Pavia, ad opera suo collega in difficoltà trasportandolo per sizione del cavo di alaggio per il traino fluviale controcorrente. del re longobardo Liutprando († 744). un miglio fino al traguardo e per 0,002 punti Il comando del piccolo convoglio è affidato al veneziano Antonio Il viaggio riprende, risalendo il fiume con traino di buoi, mandati da perde il record. Sono rimasto favorevol - Corrin, con lui viaggiano Antonio Brunello, frate agostiniano respon - Casale: le sponde dei fiumi erano per legge tenute sgombre, per po - mente impressionato dalla professionalità sabile del viaggio, incaricato della tenuta di un libro di bordo e della ter effettuare i rimorchi, lungo le alzaie. Il 26 agosto sono a Frassinet - e dalla grande disponibilità dell’Ammira - gestione delle spese di viaggio. Sono documenti che hanno permes - to, il porto di Casale, ormai in territorio sabaudo. glio Paolo Pezzutti e del Comandante so la ricostruzione particolareggiata del viaggio di risalita. Un car - Qui gli uomini possono finalmente dormire in un letto, ospiti del “Di - pentiere e quattro barcaioli. La risalita del Po prevede l’ingaggio de - rettore delle Gabelle”. Il tratto da Casale a Torino è il più difficile della gli “arzaioli”, compagnie di conduttori di cavalli e buoi che garanti - risalita, per la presenza di rocce in alveo, oltre alle difficoltà incon - scono il traino delle imbarcazioni lungo gli argini rialzati (alzaie) del trate lungo tutto il percorso, come il superamento degli impianti dei fiume e dei canali, mediante cavi fissati alla sommità dell’albero delle traghetti e dei molini natanti, allora molto frequenti. imbarcazioni e l’aiuto di remi e rampini. Le istruzioni che frate Bru - Alla fine del Settecento, per l’esenzione dalle imposte decretata a nello ha ricevuto sono di viaggiare esclusivamente di giorno, fer - loro favore con l’intento d’incrementare l’industria, questi mulini au - mandosi alle ripe (sponde) per le soste notturne e dormendo a bordo mentarono a dismisura, ma così si creò un pregiudizio alla naviga - delle navi. zione e alle sponde. Le testimonianze storiche attestano la loro di - Sono frequenti gli incontri con imbarcazioni di doganieri degli Stati slocazione lungo il corso del fiume Po e dei suoi affluenti dove, fe - rivieraschi ai quali vengono esibiti i permessi, precedentemente cero parte del patrimonio paesaggistico fino agli inizi del 900’ quan - procurati dall’Ammiraglio del Po sabaudo, ma vengono anche pa - do, a causa della comparsa sui fiumi della navigazione a vapore, dei gati i dazi. battelli e dei rimorchiatori che necessitavano di grandi spazi, i mu - Così è a Brescello, il paese che oggi noi conosciamo come paese di lini scomparvero. Peppone e don Camillo, dove le tre imbarcazioni sono controllate dal Torino è raggiunta il 2 settembre dopo un viaggio di 32 giorni. Frate “Bergantino” dei doganieri del duca di Modena, che utilizzano que - Brunello rimarrà ospite ancora qualche mese a Torino, presso l’Am - sto tipo di barca per la riscossione dei diritti di transito (il “Berganti - miraglio del Po, il tempo necessario al Primo Architetto di corte, il no” era una imbarcazione con cassero semplice o doppio, che sem - messinese Filippo Juvarra (1678-1736), per preparare la sua relazio - brerebbe derivare dal Bucintoro da carico, adibita all’esazione dei ne, in cui indica come congrua la richiesta presentata in fattura dai tributi e alla repressione del contrabbando sul Po. Generalmente or - rappresentanti dei costruttori veneziani di 19.597 lire di Piemonte, meggiata presso i porti, con funzioni di sorveglianza, esazione tributi, comprensiva delle spese di trasporto. È questo il documento d’ar - ed appoggio a eventuali operazioni militari, infatti a bordo si trovava - chivio più dettagliato di cui oggi disponiamo. no sei soldati e due barcaioli). nnn

42 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 43 Marinai nella Storia

Galilei mosse al l’attacco di una formazione navale britannica com - Emerso per ricaricare le batterie con il buio , fu attaccato da unità Corrado Nardi posta da un incrociatore e da alcune siluranti. Scoperto e sottopo - di superficie; dovette immergersi nuovamente e subì un bombar - sto a una prolungata caccia, Nardi manovrò con freddezza e pe - damento con cariche di profondità, restando però indenne. Dopo Sommergibilista rizia fino a che, ripetutamente colpito, fu costretto ad emerge - aver trascorso la notte posato sul fondale (tra l’altro nelle prime re. Malgrado la preponderanza avversaria, il comandante ore del mattino si guastò l’apparato di condizionamento dell’aria della Regia Marina Nardi decise di impegnare in combattimento le unità nemi - determinando una pericolosa perdita di cloruro di metile , per for - che in superficie. Gravemente ferito nell’impari lotta e con tuna in quantità ridotta), nella mattina del 19 il sommergibile si Daniele Guarisco l’equipaggio decimato dal fuoco nemico, Nardi incitò i suoi portò a quota periscopica rendendosi conto che l’unica nave pre - Consigliere Gruppo ANMI di Tarquinia uomini fino alla fine, finché, investito dallo scoppio di una gra - sente era la cannoniera britannica Moonstone , scarsamente ar - nata, cadde al servizio della Patria. L’azione ebbe luogo il 19 giu - mata: il comandante Nardi decise quindi di emergere ed attaccarla gno del 1940, pochi giorni dopo l’ingresso dell’Italia nella Se - con le artiglierie, anche perché l’unità inglese aveva cominciato a n’esistenza priva d’ideali risulterebbe inevi - conda Guerra Mondiale. Tarquinia pianse il suo concittadino, lanciare bombe di profondità. U tabilmente arida e farebbe scadere l’indivi - ricordandone le eroiche gesta e commemorando tre anni più Tuttavia il sistema di puntamento del cannone prodiero smise di duo nell’indifferenza, lo farebbe sentire tardi, anche suo fratello Mario, Capo Servizio del Genio Navale funzionare e le manovre del Moonstone erano troppo agili e rapide inutile e costituirebbe fonte di amarezza e di delu - sul Cacciatorpediniere Corsaro , disperso in mare il 9 gennaio sione. Invece, un impegno sostenuto da valori e da del 1943, dopo essere stato colpito da siluri lanciati da unità Lo sfarzo etrusco venne annientato dalla potenza di Roma nel 311- ideali riempie davvero la vita, creando entusiasmo, nemiche a 39 miglia da Biserta, in acque tunisine. 308 a.C., facendo di Tarquinia un municipio della Roma imperiale. consentendo di dare significato a quello che si fa. I va - Il Gruppo ANMI di Tarquinia è stato pertanto intitolato alla Dopo la caduta di Roma, le barbare invasioni costrinsero gli abitan - lori, come per esempio l’onestà, l’amicizia, la solida - memoria dei fratelli “Nardi”, mentre alcuni edifici scolastici ti della Civita a trasferirsi su un nuovo colle, fondando una nuova rietà, l’operosità nel lavoro, non sono che segnali di una ne portano il nome su grandi lettere marmoree. città che dal Medioevo al 1922 prese il nome di Corneto (presumi - più complessiva consapevolezza etica che consente bilmente da corniolo, una pianta durissima che cresceva vigorosa all’individuo di relazionarsi positivamente con gli al - Le origini del Capitano di Corvetta Corrado Nardi sul territorio). Successivamente, Corneto cambiò nome riaffer - tri, con responsabilità e con partecipazione, nel Corneto - Tarquinia mando il legame del suo popolo con le origini etrusche, ricordando convincimento che la vita sociale richieda l’osser - Il Comandante Nardi nacque a Corneto, oggi Tarquinia, città Tarconte, il fondatore della città. Gli etruschi - conosciuti come “Si - vanza di doveri e non solo l’esercizio dei diritti, in special modo se etrusca per eccellenza dell’Etruria viterbese, che conserva nelle gnori del mare” - disponevano lungo la costa tirrenica di un porto rivolti alla bandiera, alla Patria. Ebbene, Corrado Nardi fu un uomo famose tombe dipinte, una ricchezza d’inestimabile valore. Sorge importantissimo chiamato “Gravisca”: le origini sembrano risalire dai valori inamovibili, dagli ideali fermi e seri, dall’entusiasmo spic - nel versante occidentale del Viterbese su un ripiano calcareo, in al VII sec. a.C. ed esso fu un emporio aperto agli scambi con l’Oc - La medaglia del smg. Galileo Galilei cato, onesto, amico e comandante rispettoso per ogni categoria di vista del mar Tirreno. L’archeologia conferma che fu una delle città cidente esprimendo, come centro portuale, grande vivacità in marinaio, solidale con il mare e nella vita quotidiana, ufficiale di più antiche della confederazione etrusca; i sepolcreti testimoniano quanto frequentato da viaggiatori provenienti da ogni parte del mar Marina dall’indiscussa morale e operosità. Della vita marinara fu la presenza di villaggi su alcuni pianori, di cui il più importante – Mediterraneo. Ecco perché Tarquinia esprime ancor oggi una per poter lasciare all’equipaggio del sommergibile la possibilità di esempio concreto per Tarquinia, città etrusca che osserva il Mar detto la Civita – era un vero e proprio centro urbano dell’epoca, di - grande tradizione marinaresca. mirare con efficacia . Dopo pochi minuti, la cannoniera aggiustò il Tirreno dall’alto, quel mare blu che ha vinto il grido di un eroe, por - stante dall’attuale Tarquinia circa sei chilometri. tiro e i primi proiettili che colpirono il Galilei uccisero alcuni uomini tandolo negli abissi per il ricordo eterno. Il Capitano di Corvetta La battaglia del smg. Galilei e ferirono Nardi, mentre la seconda scarica decimò i serventi del Corrado Nardi, Medaglia d’argento al Valor Militare, fu in primis al comando di Corrado Nardi cannone prodiero uccidendo anche l’ufficiale in seconda; inoltre, Sopra, un tarquiniese (allora chiamato cornetano) e poi comandante del il Capitano di Corvetta Corrado Nardi Partito da Massaua, in Eritrea, per la sua prima missione, il som - il cannone poppiero del Galilei si bloccò, e due colpi del Moonsto - sommergibile Galileo Galilei , impegnato in acque lontane, quelle in alta uniforme mergibile Galileo Galilei , giunse - tra il 12 e il 19 giugno 1940 - nelle ne centrarono in rapida successione la falsatorre, uccidendo il co - (Foto gentilmente concessa del Mar Rosso, dove, in un’ardita missione di guerra, attaccava ed dalla famiglia eredi Nardi) acque antistanti Aden. In una tranquilla Articolo datato 8 settembre 1940 mandante Nardi e altri uomini: unico ufficia - affondava una petroliera avversaria. Dopo questa prima azione, il Taranto - 19 marzo 1934 mattinata, i marinai del battello avvistarono le rimasto in vita era il giovane guardiamari - Il varo del Galileo Galilei una nave cisterna battente bandiera norve - na Ferruccio Mazzucchi , ferito e impegnato gese, presumibilmente a supporto dei rifor - a far fuoco col cannone prodiero . Quando nimenti inglesi: dopo essere stata fatta eva - infine il Moonstone fu raggiunto dal caccia - cuare dall’equipaggio, la nave fu silurata e torpediniere britannico Kandahar , il som - affondò avvolta da esplosioni e fuoco. Una mergibile, esaurite le munizioni, si arrese; densa colonna di fumo nero si alzò tanto in l’equipaggio fu preso prigioniero ed il battel - alto da mettere in allerta le difese inglesi lo fu rimorchiato ad Aden . della zona: l’incrociatore britannico Leander Nel combattimento avevano perso la vita in fu inviato alla ricerca del Galilei , ma l’abile tutto 16 uomini del Galile i: il comandante comandante Nardi ne depistò le ricerche e Nardi, altri quattro ufficiali , sette sottufficia - riuscì ad evadere il contatto. li e quattro marinai. Il pomeriggio del 18 giugno il Galilei fermò In quell’unica missione di guerra, l’unità il piroscafo jugoslavo Drava cui però permi - aveva percorso 160 miglia in superficie e 35 se di proseguire perché all’epoca la Jugo - in immersione. slavia era ancora neutrale. Il sommergibile fu poi incorporato nella Tuttavia, il colpo di cannone sparato per av - Royal Navy e tornò in servizio nel 1942 dap - vertire la nave di fermare le macchine fu fa - prima con il nome X.2 e poi come P. 711 ; fu tale: fu sentito da una nave da guerra ingle - impiegato per l’addestramento, sino alla ra - se, che mise in allerta il comando di Aden. diazione e alla demolizione, avvenuta nel Alle 16.30 il Galilei fu costretto all’immersio - gennaio del 1946. ne a seguito dell’attacco di un aereo . nnn

44 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 45 Recensioni di Paolo Pagnottella

momento in cui il panorama politico tanti di noi, non può che sentirsi “mi - documenti antichi, raccolti senza ri partire dall’esame critico delle E fra questi il giovanissimo Vincen - ed economico riporta indici di segno gliore”, direi appagato, condividen - ordine dai suoi antenati e trasferiti fonti, dalle relazioni scritte subito zo Ciaravolo, nativo di Torre del contrastante. Se ne traggono molti do tutto lo sforzo fatto dagli autori di soffitta in soffitta nel corso degli dopo gli eventi, dai documenti uffi - Greco, che conobbe Borsini a bor - insegnamenti e molti convincimenti per dire ai giovani quello che abbia - innumerevoli spostamenti di domici - ciali tedeschi ed italiani, dai car - do della R.N. “Eritrea” e non volle corroboranti per lo spirito e per la ve - mo il dovere di dire loro. Usare l’arte lio. Erano forse destinati a rimanere teggi privati, spesso ignorati o ine - più distaccarsene: la mamma lo rità storica: se ci rapportiamo all’av - del fumetto da un lato del libro e una senza voce ma Antonello li ha riesu - diti. Su tutto, campeggia la trage - aveva da poco lasciato e non volle versario che avevamo di fronte, la presentazione concisa dall’altro mi mati ed esaminati, riaprendo la fine - dia che rientra nel più ampio dram - perdere anche quel suo Ufficiale più potente Marina del pianeta, allo - sembra dunque operazione molto stra su avvenimenti e personaggi ma dell’Esercito Italiano, allora di così gentile e premuroso. ra a testa alta ribadiamo che ne ben riuscita e degna di elogio, per - che hanno fatto la storia del Meri - stanza nei Balcani, abbandonato Mentre il “Nullo” affondava, Ciara - uscimmo con un successo davvero ché sicuramente sarà gradita al dione d’Italia, evocando fatti d’arme dai comandi al momento della re - volo vide che il suo comandante brillante, che deve rimanere negli pubblico che vuole apprendere sen - e intrecci politici che hanno coinvol - sa. Tentare di ricostruire cosa av - non sbarcava, nella affannosa ri - Orazio Ferrara annali della Storia. All’ottimo corredo za stare dall’altro lato della cattedra to in primis la comunità locale ma Elena Aga Rossi venne realmente è sempre impre - Massimiliano Naressi cerca dei suoi uomini ancora vivi BATTAGLIA AERONAVALE fotografico si associa una narrazione ma divertendosi. Non è certo il primo che la hanno resa partecipe di av - CEFALONIA sa difficile ma occorre tentarla con COSTANTINO BORSINI da porre in salvo, fra cannoni e la - DI MEZZO GIUGNO basata sullo sviluppo temporale degli né sarà l’ultimo libro su quel campio - venimenti molto più grandi. Vengo - La resistenza, l’eccidio, il mito onestà di pensiero e indipendenza l’Uomo, il Marinaio, l’Eroe miere divelti, macchine ferme in DELTA Editrice eventi che consente un’agevole let - ne di umanità e professionalità che no dunque alla luce la vita di corte Società editrice Il Mulino - Bologna di giudizio. Basti pensare che an - Pietro Macchione editore - Varese fiamme, fumo ovunque, timone alla tura, senza fronzoli ma efficacissima, fu il Comandante Todaro, per noi nei grandi palazzi di famiglie nobili, che recentemente la stima ufficia - banda. E, rituffatosi dalla zattera su el corso della recente “Crocie - che prende per mano e accompagna sommergibilisti ancor oggi esempio contratti matrimoniali, complicati uesto libro di Elena Aga Rossi le sulle cifre dell’eccidio dava qua - n questo mondo dove i “Valori”, cui era già, nuota fino a raggiunge - N ra della memoria” che l’ANMI attraverso gli avvenimenti e sottoli - luminoso e personalità di riferimen - rapporti amorosi, disastri economici Q è uno dei più riusciti tentativi si tutta la Divisione annientata, I quelli fondanti una società coe - re il relitto che sta per inabissarsi, ha organizzato nell’autunno 2013, i nea, se ce ne fosse ancora bisogno, to: ma quest’opera consegue un ri - e cambi di schieramenti politici, in di non arrendersi alla vulgata ma, mentre il più attento esame ne for - sa e sana sembrano sempre più la - per restare per sempre vicino al marinai a bordo della “Costa Favolo - come la direzione ed il coordinamen - sultato che tutte le altre hanno solo un susseguirsi di emozionanti vicen - sulla scia degli “apoti” (coloro che nisce una molto inferiore, come se sciare il posto a materialismo ed “suo“ Comandante. sa” hanno ripercorso le rotte sulle to in mare di tante unità ed il sincro - parzialmente raggiunto, quello di de e personaggi che li hanno vissuti non la bevono, per dirla con Prez - si temesse, dimensionandolo alla egoismo, il libro di Naressi richia - Tutto è qui narrato con pathos, che acque del Mediterraneo Occidenta - nismo con le azioni aeree siano stati presentare una biografia moderna, e li hanno determinati. zolini), va a scavare, attraverso do - realtà, di sminuire l’enormità e la ma una vicenda che ha al centro ben si armonizza con l’esatta rico - le in cui avvennero i principali scon - la chiave del successo. E noi Italiani frizzante, accattivante nei termini in Siamo dunque grati all’ultimo traslo - cumenti e testimonianze – prima bestialità dell’evento. due persone che, oggi, sarebbero struzione di fatti e delle testimo - tri e le battaglie della seconda guer - ne fummo capaci. cui si esprime. Summa di storia na - co di Antonello dalla casa avita alla che si seppelliscano i primi e si Così, in un succedersi avvincente fuori schema e fuori moda. nianze, con precisione unita a spe - ra mondiale. Là hanno lanciato a vale, equilibrata sintesi, anche psi - nuova residenza perché ha dovuto esauriscano le seconde – alla ri - e inesorabile, si ripercorre giorno Parlare oggi di Costantino Borsini ciale attenzione ai sentimenti ed mare fiori, hanno reso gli onori mili - cologica, di una personalità com - inevitabilmente sgombrare anche cerca della verità. Nell’isola di Ce - per giorno quella cruciale settima - e della sua ordinanza (incarico al alle circostanze. Così, l’autore ri - tari e ricordato i loro fratelli scom - plessa e poliedrica come quella di quella soffitta, fino allora inesplora - falonia è noto che si svolse, fra il 15 na dall’8 al 15 settembre, dall’an - volgo meglio noto come attenden - corda le toccanti parole della parsi in mare, proprio laddove essi Todaro, il libro usa un frizzante ed ta, aprire quei polverosi bauli pieni di ed il 22 settembre 1943, il più im - nuncio della resa, captato via ra - te) Vincenzo Ciaravolo, però, fa be - mamma e della moglie di Borsini, hanno sacrificato la propria vita per espressivo tocco di disegno. È un carte, pergamene, fascicoli e docu - portante scontro armato, definito dio, all’inizio dei combattimenti, ne a noi, che ne coltiviamo la tradi - intrise di struggente tristezza unite la Patria. Non a caso saluto dunque, volume certamente destinato alle bi - menti, certificati di battesimo, di ma - dagli stessi Tedeschi del XXII cor - con una ricostruzione precisa e zione e la memoria, e a tutti coloro ad orgoglio e fierezza. Meraviglia con particolare enfasi, la comparsa blioteche dei giovani ma non sfigura trimonio, di morte. Antonello li ha po d’armata di montagna “difficile certamente aderente a quello che che rifiutano di arrendersi alla de - la circostanza che egli, in quella in libreria di questo volume dell’or - di certo in quelle degli storici. Mi “decifrati” con fatica, essendo per - e violento”, fra truppe italiane e te - realmente accadde. Così, i pezzi di riva dei tempi, sperando che dopo missione, era a bordo del “Nullo” mai ben noto Orazio Ferrara, del complimento con gli ideatori e i rea - lopiù manoscritti in italiano antico se desche nei Balcani dopo l’armisti - quel quadro complesso ed a volte le tenebre ci sia uno sprazzo di lu - per sostituire il comandante titola - quale mi piace molto il sottotitolo: lizzatori, dei quali si comprende per - non in latino: sono così assurti a nuo - zio, seguito da un eccidio di massa contradditorio tornano insieme, a ce e di maggiore moralità, pubblica re, gravemente ammalato. “Quando vincemmo gli Inglesi sul Dino Memmo fettamente il disegno e ciò non sem - va vita e splendor, fra gli altri, “quin - di militari italiani. Da quando Ciam - formare la storia drammatica della e privata. Borsini era un fervente ammiratore mare”. Passando, settantuno anni Sergio Ravagnan pre si può affermare di fronte ad ternioni” ossia registri dei privilegi pi, nel 2001, lo dipinse come “im - Divisione “Acqui”, pur nella dichia - L’opera, scritta in una prosa asciut - di Nelson. La sorte ha voluto che dopo, con la nave sulle acque di SALVATORE TODARO opere più paludate. Se l’obiettivo era concessi dal Sovrano in materia feu - portante esempio della resistenza rata consapevolezza che molti ta, scorrevole, accattivante, riper - morisse lo stesso giorno del suo questa grande battaglia, abbiamo ri - il corsaro gentiluomo quello di contribuire a colmare la dale e di nobiltà, “cedolari” cioè re - militare antitedesca”, i fatti di Ce - aspetti restano ancora oscuri. corre la vita di Borsini fino al suo eroe di riferimento, di cui era solito cordato che essa fu, forse, la più lim - Grafica e stampa “Grafiche Tiozzo” gravissima lacuna di cultura marina - gistri delle tasse sul reddito, tutti rife - falonia sono entrati nella memoria Nessun tribunale, né italiano né te - su premo sacrificio della vita in citare fatti, aneddoti e frasi. Si nar - pida vittoria della nostra guerra per Art Print Editrice ra che affligge le nostre genti, posso riti a Tufillo, questo piccolo paese ufficiale della Repubblica come desco, ha formulato un giudizio di quell’alba del 21 ottobre 1940 in Mar ra che le ultime parole di Nelson quando Regia Marina e Royal Navy Copyright ANMI Chioggia con certezza affermare che è stato adagiato sul crinale della valle del esempio di eroismo militare. Ma le condanna dei crimini compiuti dai Rosso, quando le cannonate dell’in - siano state: “Grazie, Signore, ho si batterono dal 12 al 16 giugno 1942. (cui rivolgersi per eventuali acquisti) perfettamente centrato, così come Trigno, al confine fra Abruzzo e Moli - interpretazioni non sono univoche tedeschi meglio del generale crociatore inglese “Kimberley” (da fatto il mio dovere”. Così Borsini Fu davvero una grande battaglia, do - centrati erano i colpi di cannone e i se, la terra dì origine della sua fami - ed in questo imponente, preciso e Telford Taylor al processo di No - bordo del cacciatorpediniere “Nul - considerò il suo gesto, morire con i ve gli Inglesi mossero più di cento riginalissimo e accattivante vo - siluri del “Cappellini”. glia. Dall’appassionata lettura di inoppugnabile lavoro, l’autrice si rimberga: ”È una delle azioni più lo” scambiato per il nostro “Sauro”) suoi uomini era semplicemente fa - navi con la copertura aerea dei veli - O lume, la cui grafica inconfondi - quelle carte è emerso uno straordi - sofferma sui tre aspetti fondamen - arbitrarie e disonorevoli nella lun - determinarono l’affondamento del - re il proprio dovere. voli di due portaerei e gli Italiani circa bile dobbiamo a Dino Memmo men - nario intreccio di storie familiari e tali che ne sono alla base: il giudi - ga storia del combattimento arma - l’Unità italiana al suo comando. Questo libro, coraggioso e signifi - cinquanta navi e cinquecento velivoli tre i testi e le ricerche storiche, pre - genealogie che è stato sicuramente zio sul Comandante della Divisione to. Questi uomini, infatti, indossa - Una vita come tante altre, dalla cativo (non per nulla scritto dal della Regia Aeronautica e della cise, inoppugnabili e accurate sono impegnativo ma credo anche certa - “Acqui”, Generale Antonio Gandin, vano regolare uniforme, portavano crescita in una famiglia di “piccola Presidente dell’Accademia dei Cu - . Eppure, osserva con ama - di Sergio Ravagnan. Se vogliamo che mente emozionante districare. Ora il ruolo avuto dalla grave crisi di - le proprie armi apertamente e se - borghesia milanese” agli studi, al - riosi di Malnate), ricorda un Uomo rezza l’autore, questa fulgida, limpi - i giovani “vengano a noi”, dobbiamo quei nomi, protagonisti di questa sciplinare all’interno del reparto guivano le regole e le usanze di l’ingresso in Accademia Navale (anche l’autore lo scrive con la da, riconosciuta vittoria rimane an - saper comprendere il loro tempo, il inusuale ma affascinante opera, si - italiano ed il comportamento degli guerra. Erano soldati regolari che (Corso 1922, insieme a tanti altri ra - maiuscola) che considerava suo cor oggi misteriosamente dimentica - loro modo di essere, le loro esigenze gnificano davvero personaggi reali, oppositori di Gandin. avevano diritto a rispetto, a consi - gazzi, come Romeo Romei e Junio dovere essere sempre alla testa ta, poco presentata e ricordata. Se e il loro linguaggio, tutti aspetti a vol - vivi, a noi vicini, perché ne conoscia - Sullo sfondo della sempre avvin - derazione umana e trattamento ca - Valerio Borghese). dei suoi uomini, essere responsa - ciò si può comprendere, ma fino ad te lontani – anche molto lontani – dai mo passioni, gioie, drammi incasto - cente ricostruzione, aleggia la do - valleresco”. Un ragazzo e poi un uomo, appun - bile della loro vita, essere loro un certo punto, da parte britannica nostri e dal nostro modo di interpre - nati nelle date essenziali dei loro ar - manda: cosa sarebbe stato giusto Credo sia appropriato chiudere to, come tanti altri, che percorre la sempre d’esempio: un Capo, come (che continua a sostenere che si tarli. Questo lavoro dimostra che si chi di vita, nascita, matrimonio e fare in quel momento? Perché, a queste annotazioni citando la dedi - sua carriera in Marina che lo por - vorremmo che fossero ancor oggi trattò di due operazioni separate), può ottenere che i giovani ci ascolti - morte. Questo libro inusuale, piace - giudizio dell’autrice, la vicenda di ca di questo impressionante libro, terà in giro per il mondo, dalla Cina tutti coloro che ambiscono a diri - meno ciò è accettabile da parte no - no, leggano quello che noi desideria - Antonello Bassano volissimo e appassionato si legge Cefalonia resta una delle più diffi - degno di ogni libreria di uomini li - a Pola, dalla guerra di Spagna al - gere uomini ed assumersi respon - stra, per la combattività e la determi - mo trasmettere e comprendano il TUFILLO con partecipazione, perché attrae cili da raccontare e districare, sia beri e coscienti del valore del pro - l’Africa Orientale, ad arricchirsi di sabilità di comando e di governo. nazione finalmente messe in campo messaggio che vorremmo fosse da La storia in una soffitta nello scorrere gradevole e leggero per i molti interrogativi lasciati in - prio passato: Elena Aga Rossi, cui esperienze e di “valori”, ad affina - Uomini che siano convinti e co - e per l’indiscutibile risultato raggiun - loro correttamente capito e interio - NANE Edizioni di una prosa accattivante, che non soluti dalle lacune della documen - va tutta la mia stima e il ringrazia - re le sue doti di Ufficiale esecutore scienti che occorra anteporre al to. Bene dunque ha fatto Ferrara a rizzato. Quest’opera è al contempo indulge, ma coinvolge. Sembra di tazione sia per lo stratificarsi delle mento per tanto coraggioso impe - di ordini fino ad assumere quelle, proprio patrimonio materiale quel - contribuire, con questa opera snella, semplice ma completa, espressiva in Ammiraglio Bassano, il “me - entrare in un mondo finora solo im - ricostruzioni, spesso condite con gno, dedica “ in memoria di tutti i ben più impegnative, di comandan - lo morale e spirituale della gente appropriata e esaustiva, a riportare chiave moderna e storicamente pre - L’ dico di bordo” della Presiden - maginato. Quanta fatica deve esse - travisamenti e personalismi, suc - caduti a Cefalonia e a Corfù, morti te e responsabile di una nave della affidata, l’unico su cui si fonda la all’attenzione un fatto d’arme che cisa, tanto che alla fine della lettura za Nazionale dell’ANMI, ha avuto la re costato ma quanta bellezza ha ri - cedutesi negli anni. Ecco allora che in nome di una Patria che non sep - Patria e degli uomini che la Patria solidità, la credibilità e la validità di onora la Marina e gli Italiani in un anche un adulto, come me, come fortuna di entrare in contatto con portato alla luce! occorreva fare come qui è fatto, pe tutelarli”. affida come equipaggio. un popolo.

46 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 47 Recensioni di Paolo Pagnottella

zione che Martelli propone su questi contro di lei ma non aveva realizzato temi perché, sebbene le battaglie che l’unico fattore che avrebbe po - fra sommergibili e mezzi aeronavali tuto modificare il corso degli eventi alleati siano state in certo modo de - era proprio l’arma subacquea. Si sa - cisive, esse sono rimaste – e sono rebbe dunque dovuto concepire l’in - tuttora – solo sullo sfondo della sto - tera guerra in funzione di questa, ria e in larga parte ignote al grande ma così non avvenne: all’inizio i pubblico. Fu così anche nel corso sommergibili erano troppo pochi e delle due guerre, poiché l’attenzio - quando divennero più numerosi la ne delle masse (e degli storici poi) si cooperazione aeronavale ed i mezzi concentrò sul fronte occidentale, di lotta antisom ebbero la meglio, dove gli uomini morivano a milioni anche se solo dopo un confronto Mario Genco Antonio Martelli nel corso del primo conflitto, e la durissimo. Per vincere la guerra, in - GENTE DI MARE LE DUE BATTAGLIE guerra ad Est e successivo assalto somma, l’autore riflette che sarebbe Dal mediterraneo all’Oceano DELL’ATLANTICO alla “fortezza Europa” nel corso del occorso predisporre un’arma sotto - Torri del Vento editori - Palermo La guerra subacquea, secondo, con conseguente appan - marina adeguata molto prima di di - www.torridelventoeditori.it 1914-18 e 1939-45 namento della percezione dell’im - chiararla, ma così non fu, eviden - Recensione di Luciano Grazioli Società editrice Il Mulino portanza della guerra subacquea. ziando che quella dirigenza tedesca Bologna Qui sono rimessi al posto che loro non aveva metabolizzato il vero si - compete anche gli uomini che com - gnificato del potere marittimo, del L’ agile volumetto, primo di una a sommergibilista, non posso batterono a bordo dei sommergibili, dominio del mare e delle sue conse - terna, apre, infatti, una fine - D che gioire quando leggo libri di fino all’ultimo giorno, quando ogni guenze economiche. Errore com - stra sulla marineria siciliana fra la fi - questa caratura, il cui autore de - speranza di vittoria era ormai svani - piuto in entrambi i conflitti, quasi un ne del XVIII secolo e la prima metà scrive la sua creatura come “libro di ta: un doveroso tributo alla loro ab - comune multiplo, ma gravissimo nel del XX. Basato essenzialmente su divulgazione rivolto non agli storici negazione ed al loro coraggio. secondo, poiché nel primo non esi - dati tratti dai ponderosi volumi delle di professione quanto al lettore me - La stragrande maggioranza degli stevano precedenti cui riferirsi. Ec - matricole della gente di mare delle dio, interessato alla storia navale ed analisti di strategia navale nega il co allora riportata nella sua giusta Capitaneria di porto della Sicilia, Pa - a quella delle due guerre mondiali carattere decisivo della guerra su - luce l’epopea dei sommergibili, lermo in particolare, integrati con i pur senza essere uno specialista”. È bacquea ma in questo eccellente combattuta con enorme coraggio, risultati di ricerche presso vari ar - proprio da questa impostazione e ti - lavoro si dimostra come ristretto sia capacità e abnegazione da coman - chivi pubblici, biblioteche, giornali po di lavori, basati su fonti di tutti i stato il margine che ha assicurato la danti ed equipaggi, in entrambe le locali, ricostruisce a grandi linee le Paesi combattenti (e non solo dei vittoria agli Alleati e come la sconfit - guerre e su entrambi i fronti: da un vicende di capitani che hanno fatto vincitori) che si ricavano dati, pro - ta tedesca, soprattutto nella secon - lato spicca la figura di Donitz, che la storia della marineria mercantile spettive nuove, considerazioni e ri - da battaglia dell’Atlantico, sia stata sovrasta tutti gli altri capi tedeschi o siciliana, di capitani divenuti arma - flessioni molto interessanti, alcune fattore “endogeno”, ovvero essen - alleati, dall’altro (sfido chiunque a tori, di dinastie di marinai e delle re - anche originali. Vengono qui ap - zialmente causata dalla mancata rammentarlo) va ricordato anche un lazioni anche familiari fra di loro. Ma profonditamente esaminati i tentati - tempestiva creazione di una flotta oscuro Max Horton, autore delle in - anche i capitani ed i marinai delle vi che, insieme a tanti altri, la Ger - subacquea adeguata e dai ritardi novazioni tattiche della lotta anti - marine rivoluzionarie trovano spazio mania compì per vincere due guerre nella messa a punto dei nuovi U- som che merita, soprattutto da parte in questo volume, e non mancano mondiali mediante offensive contro boote , primi e veri sottomarini che di noi specialisti del ramo, la stessa episodi curiosi, come l’ordine impar - il traffico marittimo nemico sferrate avrebbe potuto “fare la differenza”. attenzione dell’avversario ideatore tito al personale della “Marina Na - dai suoi U-boote . Le due guerre, Donitz l’aveva capito ma non aveva dei famosi “branchi di lupo”. È que - zionale” di radersi i “mostacci”, pur seppure con caratteristiche ovvia - il potere di cambiare le direttive po - sta un’opera coinvolgente, appas - potendo mantenere la barba, “per mente diverse, furono tuttavia en - litiche (basti ricordare che nel 1939 sionante, di profonde riflessioni e come si usa presso tutte le altre li - trambe guerre d’attrito il cui simbolo era solo Capitano di Vascello). Ne è grande divulgazione di fatti e situa - bere nazioni”. Vengono citati capi - può essere riconosciuto nei famosi prova che, nel campo avverso, zioni, eccellente sintesi di avveni - tani siciliani che doppiarono il fami - grafici che Karl Donitz voleva ma - dell’88% totale di perdite di naviglio menti epocali: merita un posto d’o - gerato capo Horn, marittimi vittime niacalmente aggiornati giornalmen - mercantile giapponese, il 57% fu do - nore nella letteratura di mare e di di episodi di pirateria, salvataggi mi - te e riportanti le curve degli affonda - vuta ai sommergibili americani, che guerra, degna di studio da parte di racolosi. Il tutto con uno stile piano menti di navi nemiche a raffronto interruppero così i rifornimenti alle chi, oggi e ancor più domani, vorrà o ed accattivante che rende il piccolo delle perdite dei suoi sommergibili. truppe che combattevano sui vari dovrà cimentarsi con problemi stra - volume di piacevole ed interessan - Qui si dimostra, dati alla mano, che fronti del Pacifico. Paradossalmen - tegici e piani operativi. tissima lettura. le due guerre costituiscono in realtà te l’autore condivide l’opinione di un vero “continuum”, interrotto solo molti storici, i quali hanno affermato temporaneamente da un periodo di che “i migliori collaboratori degli Al - prolungato armistizio: l’epicentro leati, quanto alla guerra subacquea, Una bella iniziativa... dei due grandi scontri fu sempre l’A - furono Hitler, Goring e Raeder”. In - Il Gruppo di Cittadella tlantico, seppure con vicende stret - fatti, nel 1914 così come nel 1939, del Capo Bonifati tamente connesse agli avvenimenti l’unico modo per lanciare “l’assalto ha rilegato i vari fascicoli negli altri mari, la discendenza viene al potere mondiale” senza correre il di “Marinai d’Italia” dal medesimo concetto di potere rischio mortale del blocco era quel - e del “Notiziario della Marina” navale tedesco a partire dalla se - lo di predisporre una guerra talmen - dalla data del 2001, conda metà dell’Ottocento, lo stes - te rapida da evitarne la realizzazio - anno dell’inaugurazione. so fu il tentativo di soluzione del pro - ne. La Germania era conscia che blema strategico, identico in en - non avrebbe potuto vincere una Marcello Filaci - Presidente trambi i casi. Plaudo alla focalizza - guerra contro un mondo coalizzato

48 Marinai d’Italia Aprile/Maggio 2018 ~ļĭçĭŇŇĎǝçĎŀĹĭħĎàĎğĎǝÊǝĹļëŲŲĎǝŀáĭħŇÊŇĎǝĹëļǝ

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