Vercelli Iparte.Pdf

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Vercelli Iparte.Pdf impaginato V congresso-1 11-01-2011 9:57 Pagina 1 impaginato V congresso-1 11-01-2011 9:57 Pagina 2 impaginato V congresso-1 11-01-2011 9:57 Pagina 3 BIBLIOTECA DELLA SOCIETÀ STORICA VERCELLESE impaginato V congresso-1 11-01-2011 9:57 Pagina 4 impaginato V congresso-1 11-01-2011 9:57 Pagina 5 SOCIETÀ STORICA VERCELLESE VERCELLI NEL SECOLO XIV ATTI DEL QUINTO CONGRESSO STORICO VERCELLESE VERCELLI , A ULA MAGNA DELL ’U NIVERSITÀ A. A VOGADRO , BASILICA DI S. A NDREA 28 - 29 - 30 N OVEMBRE 2008 A CURA DI ALESSANDRO BARBERO E RINALDO COMBA VERCELLI 2010 impaginato V congresso-1 11-01-2011 9:57 Pagina 6 SOCIETÀ STORICA VERCELLESE via Fratelli Garrone, 20 - 13100 Vercelli - Tel. 0161.254269 [email protected] http://www.retor.it COMITATO SCIENTIFICO: Dr. Rosaldo Ordano, prof. Alessandro Barbero, prof. Rinaldo Comba, prof. Grado A. Merlo, prof. Aldo A. Settia, prof. Maria Antonietta Casagrande, prof. Claudio Rosso. IMPAGINAZIONE E STAMPA: tipografia edizioni SAVIOLO - Vercelli tel. 0161.391000 - fax 0161.271256 www.savioloedizioni.it Proprietà letteraria riservata 2010 ISBN 978-88-96949-00-9 impaginato V congresso-1 11-01-2011 9:57 Pagina 7 PREFAZIONE Questo congresso è stato realizzato in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, cui va il ringraziamento della Società Storica Vercellese. Mi piace poi ricordare che proprio il presidente della Fondazione, avv. Dario Casalini, ne è stato l’entusiasta propugnatore. Un ringraziamento particolare è poi dovuto ai professori Rinaldo Comba e Alessandro Barbero – ambedue soci della nostra Società Storica - il cui contributo scientifico ed organizzativo è stato assoluta- mente decisivo per rendere possibile questo evento. Siamo così giunti al quinto congresso storico vercellese. Ricordo che il primo Congresso fu indetto nel lontano 1982 con il tema “Vercelli nel sec. XIII”, il secolo più glorioso della storia di Vercelli; seguì nel 1992 il secondo congresso su “L’Università di Vercelli nel Medioevo”, una delle massime glorie del comune di Vercelli; il terzo congresso avvenu- to nel 1997 fu dedicato all’“Abbazia di Lucedio”, il quarto, celebrato nel 2002, ebbe come tema “Vercelli nel secolo XII”, secolo che vide il nascere e il consolidarsi del comune di Vercelli. Questo quinto congresso è stato dedicato a “Vercelli nel sec. XIV”. Perché? Fondamentalmente perché la storia di Vercelli di questo secolo non fu mai studiata in modo adeguato. Se avessimo dovuto compilare una bibliografia della storia vercellese del secolo XIV non saremmo riusciti a mettere insieme neppure una diecina di titoli validi. Eppure questo secolo è stato un secolo decisivo. Un secolo, diciamolo subito, che non fu dei migliori, anzi è quello che segna negativamente la sorte di Vercelli, cambiando in modo radicale la storia della città. Per Vercelli, infatti, nel sec. XIV cessa la gloriosa età comunale e cessa per sempre. La città, incapace di darsi uno stabile ordine interno, nel 1335 entra nella signoria viscontea donandosi ad Azzone Visconti, donec vixerit. Una formula illusoria. Nel 1339 muore Azzone e Vercelli passa sotto quella di Luchino e dell’arcivescovo Giovanni. Dopo la morte di Luchino (1349) il Consiglio generale di Milano affermò l’ereditarietà della signo- ria viscontea; poi con Gian Galeazzo (1395) la signoria viscontea si tra- sformò in un ducato. Il destino di Vercelli era segnato in modo definitivo. 7 impaginato V congresso-1 11-01-2011 9:57 Pagina 8 Sotto la signoria viscontea Vercelli fu amministrata abbastanza bene. Il comune come apparato amministrativo e fiscale non subì grandi cam- biamenti. Nel Medioevo si rifuggiva dalle novità formali, non certo da quelle sostanziali. La sostanza era infatti radicalmente cambiata: Vercelli divenne una proprietà dei Visconti, un bell’oggetto di cui pote- vano liberamente disporre; così nel 1427 la donarono ai Savoia come regalo di nozze. Gli ignari vercellesi si accorsero di aver cambiato padrone quando videro arrivare in città le truppe sabaude. Seguirono per Vercelli i tempi peggiori di tutta la sua storia. Il sec. XIV ha quindi avuto un’importanza decisiva nella storia di Vercelli e meritava di essere studiato, così com’è stato fatto in questo quinto congresso. Rosaldo Ordano Presidente della Società Storica Vercellese 8 impaginato V congresso-1 11-01-2011 9:57 Pagina 9 RINALDO COMBA Università degli Studi di Milano _________ A PARTIRE DA VERCELLI NEL SECOLO XIV: UN CONVEGNO E UN PROGETTO DI RICERCA SULLA DOMINAZIONE VISCONTEA IN PIEMONTE 1. Dal comune alla signoria: una nuova attenzione per un tema storico dimenticato? Benché alcuni lavori recenti evidenzino tracce sicure di un rinnova- to interesse storiografico per il Trecento nel suo complesso 1 e in parti- colare – con riferimento alla prima metà del secolo – per il grande tema che tradizionalmente viene definito il passaggio dal libero comune alla signoria 2, non sembra che la medievistica italiana abbia riavviato una riflessione sistematica su questi temi a lungo sostanzialmente dimenti- cati. Le importanti messe a punto realizzate fra gli anni Sessanta e Settanta del XX secolo ancora paiono, in effetti, soddisfare a tutt’oggi le esigenze di molti studiosi 3. In particolare, la celebre panoramica che 1 Il rinnovato interesse per il secolo e per molti dei temi presi in considerazione in questo quinto Congresso Storico Vercellese è evidenziato, per esempio, da una mostra e da un convegno realizzati nella regione Friuli-Venezia Giulia. Cfr. Medioevo a Trieste: istituzioni, arte, società nel Trecento , Catalogo della mostra presso il Civico Museo del Castello di San Giusto a Trieste (30 luglio 2008 – 25 gennaio 2009), a cura di P. CAMMAROSANO e M. M ESSINA , Milano, Silvana Editoriale, 2008; Gemona nella Patria del Friuli: una società cittadina nel Trecento , Atti del Convegno di studio, 5-6 dicem- bre 2008, a cura di P. C AMMAROSANO , Trieste 2009. 2 Senza pretese di esaustività, fra le opere più recenti mi restringo a citare: G. CICCAGLIONI , Dal comune alla signoria? Lo spazio politico di Pisa nella prima metà del XIV secolo , in “Bullettino dell’Istituto storico italiano per il Medio evo”, 109 (2007), pp. 235-269; R. R AO , Il sistema politico pavese durante la signoria dei Beccaria (1315- 1356): “élite” e pluralismo , in “Mélanges de l’Ecole française de Rome. Moyen Age”, 119 (2007), pp. 151-187; Storia di Cremona: Il Trecento. Chiesa e cultura (VIII-XIV secolo) , a cura di G. A NDENNA e G. C HITTOLINI , Cremona 2007. 3 Cfr. P. G RILLO , Un dominio multiforme. I comuni dell’Italia nord-occidentale sog- getti a Carlo d’Angiò , in Gli Angiò nell’Italia nord-occidentale (1259-1382) , a cura di R. C OMBA , Milano 2006, pp. 31-101 (a p. 31). 9 impaginato V congresso-1 11-01-2011 9:57 Pagina 10 Rinaldo Comba Ernesto Sestan propose in una lezione romana del 1961 è stata giudica- ta per almeno un ventennio esauriente, come dimostrano le riedizioni di cui è stata ripetutamente oggetto 4. I successivi contributi di Giorgio Chittolini 5 fornirono poi un solido quadro interpretativo, mirato da un lato a “rifiutare esegesi moraleggianti della transizione dal comune alla signoria, vista come un cammino verso le più articolate forme di gover- no tardomedievali e rinascimentali, dall’altro a sottolineare la continuità della costruzione politico istituzionale cittadina anche nel Quattrocento, quale elemento costitutivo delle nuove strutture statali di dimensione regionale” 6. Non sembra un caso, del resto, che si tenda oggi “a rivalu- tare la creazione delle signorie urbane come momento organico alla sto- ria del comune di popolo, accentuando gli elementi di compatibilità di tali regimi con la tradizione amministrativa municipale” 7. Considerazioni non dissimili esprimeva nel 1973-74 Giovanni Tabacco, che nell’incapacità delle autorità cittadine di stabilire un accet- tabile ordine interno vedeva il frutto del dinamismo sociale caratteristi- co della società urbana 8. Nella sua ottica, “potevano costituire altrettan- te risposte a tale pericolosa instabilità l’istituzione di una “signoria”, 4 E. S ESTAN , Le origini delle signorie cittadine: un problema storico esaurito? , in “Bullettino dell’Istituto storico italiano per il Medio Evo”, 73 (1962), pp. 41-69, ripub- blicato in I D., Italia medievale , Napoli 1966, pp. 192-223, e in La crisi degli ordinamenti comunali e le origini dello Stato del Rinascimento , a cura di G. C HITTOLINI , Bologna 1979, pp. 53-75. 5 Cfr. G. C HITTOLINI , La crisi delle libertà comunali e le origini dello stato territo- riale , in “Rivista storica italiana“, LXXXII (1970), pp. 99-120, ora anche in I D., La for- mazione dello stato regionale e le istituzioni del contado , Torino 1979, pp. 3-35. 6 GRILLO , Un dominio multiforme cit., pp. 31-32. 7 R. R AO , Signorie cittadine e gruppi sociali in area padana fra due e trecento: Pavia, Piacenza e Parma , in “Società e storia”, XXX (2007), pp. 673-706 (alle pp. 673- 674), con riferimento ad A. Z ORZI , Una e trina: l’Italia comunale, signorile e angioina. Qualche riflessione , in Gli Angiò nell’Italia nord-occidentale cit., pp. 435-443 (alle pp. 441 sgg.); G. M ILANI , I comuni italiani , Roma-Bari 2005, pp. 133-139; G. M. V ARANINI , Aristocrazie e poteri nell’Italia centro-settentrionale dalla crisi comunale alle guerre d’Italia , in R. B ORDONE , G. C ASTELNUOVO , G. M. V ARANINI , Le aristocrazie dai signo- ri rurali ai patriziati , Roma-Bari 2004, pp. 121-193; G. C HITTOLINI , “Crisi” e “lunga durata” delle istituzioni comunali in alcuni dibattiti recenti , in Penale, giustizia, pote- re. Metodi, ricerche, storiografie. Per ricordare Mario Sbriccoli , a cura di L. L ACCHÉ , C. L ATINI , P. M ARCHETTI , M. M ENCARELLI , Macerata 2007, pp. 125-154. 8 G. T ABACCO , La storia politica e sociale. Dal tramonto dell’Impero alle prime for- mazioni di stati regionali , in Storia d’Italia , a cura di R.
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