Il Motovelodromo Coppi Rinasce All'insegna Delle Associazioni
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6MAGGIO2016ANNO12NUMERO7 futuraPERIODICODELMASTERINGIORNALISMO”GIORGIOBOCCA”UNIVERSITÀDITORINO-COREP ATTUALITÀ Torino al tempo del terrorismo. I racconti. 0!').! FOCUS Salone del libro tra giovani editori e incontri d’autore 0!').% POSTE ITALIANE. SPEDIZIONE IN A.P. 70% - D.C.B. TORINO TORINO - D.C.B. 70% IN A.P. SPEDIZIONE ITALIANE. POSTE SPETTACOLI Fringe festival invasioni teatrali per la città 0!').! Visto da noi di Federico Gervasoni Il Motovelodromo Coppi rinasce all’insegna delle associazioni Da gioiello dell’architettura sportiva della comunale, sarà gestito in collaborazione con i dell’architetto Vittorio Eugenio Ballatore di la riapertura possa essere vista come uno città a rudere. La gloriosa pista dove pedalò membri delle associazioni coinvolte nella sua Rosana, l’impianto ha ospitato per decenni le spiraglio, non tutti i cittadini potranno accedere Fausto Coppi e dove a pochi passi sorge il riqualificazione. “La rinascita a luogo di sport più svariate manifestazioni agonistiche: dalle alla struttura ma solamente i tesserati delle monumento a lui dedicato, sabato 30 aprile, del Motovelodromo, se fatta bene, potrà quindi gare di atletica e ciclismo che hanno premiato associazioni coinvolte nel piano di gestione. dopo anni di chiusura ha riaperto. Merito di un trasformarsi in un progetto a lungo periodo” - campioni come Bartali e Coppi, alle partite del “Il progetto d’intervento prevede, infatti, una comitato, “Pezzi di Motovelodromo”, formato commenta l’assessore comunale al bilancio Grande Torino tra il 1943 e il 1944, dalle sfide graduale riapertura del Motovelodromo, sarà prevalentemente da residenti del quartiere Gianguido Passoni. tra il Cus e il Rugby Torino fino al motociclismo, poi compito nostro promuovere il maggior “Madonna del Pilone”, capace di riunire Lo stadio, costruito poco dopo la prima Guerra al quale il complesso deve il suo nome. Nel numero di attività sportive per l’estate”, conclude nel bando promosso dal Comune di Torino Mondiale, da alcuni anni era completamente corso del tempo, il Motovelodromo ha poi subito Delmastro. quindici associazioni sportive interessate alla inutilizzato e nei mesi scorsi si era addirittura diverse operazioni di restauro ma sul finire degli Chi ha amato il Motovelodromo come uno dei ristrutturazione della struttura. “Dopo tempi di ipotizzato di trasformarlo in un ipermercato, anni ottanta era stato dichiarato inagibile e da luoghi unici della storia sportiva di Torino, potrà incertezze – spiega il portavoce del gruppo, ipotesi comunque tramontata grazie anche allora è incominciato un inesorabile periodo di tornare finalmente a gioire. La giornata di sabato Stefano Delmastro – siamo riusciti a prendere in alla raccolta delle firme promossa dal Comitato ombre. Una luce si era poi riaccesa nel 1999, con è stata infatti un primo passo verso la rinascita gestione per sei mesi un monumento allo sport”. di volontari, alla quale aveva aderito anche la nascita del Comitato di privati che ha preso dell’impianto, perché questo storico posto non Si tratta di un esempio di amministrazione e Francesco Moser. a cuore la situazione, presentando un progetto sia cancellato per sempre dalla memoria della gestione condivisa in cui l’edificio, di proprietà Nato dal progetto in stile Art Nouveau di ristrutturazione dell’impianto. Sebbene generazione future. DIRETTORE RESPONSABILE: RENATO RIZZO. REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI TORINO NUMERO 5825 DEL 9/12/2004. E-MAIL: [email protected] E-MAIL: DEL 9/12/2004. 5825 NUMERO DI TORINO TRIBUNALE REGISTRAZIONE RIZZO. RENATO RESPONSABILE: DIRETTORE 6MAGGIO2016 Torino al tempo del terrorismo Claudio Giacchino, cronista de La Stampa, racconta gli Anni di Piombo orino tra il 1969 e il 1981 è stata uno anni: “Un altro mondo, un mondo in bianco dei principali centri del terrorismo. e nero. Torino era una città completamente Qui si sono formate storiche colonne diversa da quella che conosciamo oggi: Tdelle Brigate Rosse ed è nata Prima grigia, livida, appiattita sugli orari della Fiat dell’estremismo di sinistra. Ma, spesso, a via Ventimiglia, l’11 dicembre”. Linea, qui sono stati compiuti molti attentati con posti di blocco sulle strade, le camionette farne le spese era chi, con la lotta armata, Il punto di svolta? nei confronti di civili innocenti, sindacalisti, e i blindati a proteggere caserme, tribunali, non c’entrava nulla, chi veniva a trovarsi in “Sicuramente quando i carabinieri hanno dirigenti, magistrati, poliziotti, guardie car- redazioni, uffi ci. Tutto si rianimava intorno mezzo a un confl itto a fuoco per sbaglio, chi arrestato di Patrizio Peci, che nella caserma di cerarie, come Lorenzo Cutugno e Giuseppe alle 22.30 quando fi niva il secondo turno trovava per caso un pacco di volantini con la Cambiano ha rivelato al generale Carlo Dalla Lorusso, e giornalisti, come Carlo Casalegno. e dagli stabilimenti di Mirafi ori e Rivalta stella a cinque punte, chi veniva scambiato Chiesa informazioni sulla colonna genovese Claudio Giacchino, cronista de La Stampa uscivano migliaia di operai e allora per 20 per informatore, quando in realtà non lo era”. e sul covo di via Fracchia. Poco dopo la durante gli Anni di Piombo ricorda quei tempi minuti si vedevano i corsi invasi da auto e poi E i terroristi? polizia rispose con la cattura di Roberto e identifi ca proprio nell’assassinio del vice- dopo calava di nuovo il silenzio. Al mattino si “C’era un po’ di tutto: da Matteo Caggegi, Sandalo, dando di fatto un colpo mortale a direttore de La Stampa lo spartiacque “della tirava un sospiro di sollievo se non vi erano “Charlie”, fi glio di un ergastolano affi liato Prima Linea”. strategia sanguinaria del terrorismo”. Il gior- notizie di omicidi o agguati. I funerali di Stato all’ndrangheta e addetto alle presse a Che cosa ci si porta dietro di quella nalista fu colpito il 16 novembre del 1977 e erano diventati una triste routine e dopo un Rivalta, a Marco Donat-Cattin fi glio di stagione, secondo lei? morì, dopo tredici giorni di agonia. Giacchino po’ si trasformarono anche in occasione per Carlo, potentissimo ministro democristiano, “Nulla. Solo chi l’ha vissuta se ne ricorda. C’è spiega: “Casalegno, da osservatore acuto contestare i politici e i vertici delle istituzioni. passando per il teorico Renato Curcio. stata una completa rimozione - voluta anche della realtà italiana, aveva capito quale fos- La gente era frustrata ed esasperata”. C’erano i capi seri, freddi e determinati e i dalla politica e dal potere - di cosa è stato il se l’essenza delle Brigate Rosse e ne aveva Un clima cupo che contagiava non solo le manovali, spesso con scarsa preparazione terrorismo, di cosa hanno patito le vittime. BR scritto in un articolo di fondo pubblicato un fabbriche nelle quali la paura alimentava culturale, ma pronti a tutto”. e PL sono quasi due entità mitiche circonfuse mese prima dell’attentato”. Quel pezzo fi rmò l’omertà ma anche i luoghi del sapere. Quali sono stati i momenti più bui per la di una grandissima ignoranza. Meno si sa, la sua condanna a morte, in un agguato teso “Tra gli operai si sapeva che esistevano città? meglio è. E chi, come me, è stato un testimone arrivata nell’androne di casa, in un giorno in simpatizzanti e fi ancheggiatori dei “Il ’79 è stato un anno terribile, con tantissimi e va a raccontare quello che ricorda, passa cui, casualmente, aveva rinunciato alla scorta terroristi, ma nessuno parlava per timore omicidi e il sequestro di 200 tra studenti e quasi come un reduce”. e all’auto blindata di ritorsioni. Anche nelle Università e tra gli professori e la gambizzazione di dieci ostaggi Giacchino si cala nell’atmosfera di quegli intellettuali era frequente trovare sostenitori nella Scuola di Amministrazione Aziendale di MARTINA TARTAGLINO Luciano Borghesan: “Aiviter, il dovere di non dimenticare le vittime“ ricordo -, “non possono essere dal punto di vista fi sico ed emotivo, dimenticati e non vogliamo che siano dimenticati”. Anche se il ricordo di quegli anni sta andando via via affi evolendosi: “Non dobbiamo permettere Come nasce che si perda la memoria storica di un periodo così travagliato, pericoloso, ma AIVITER? anche importante per il nostro paese”. Il rischio che le nuove uciano Borghesan, ex carnefi ci, che hanno pubblicato generazioni sappiano troppo Il 20 marzo del 1985 Maurizio giornalista della Stampa, libri su quegli anni provando a poco riguardo a quegli anni Puddu, Giovanni berardi, Adele Lracconta come e perché giustifi carsi”. Le opere pubblicate che vanno dal 1969 al 1981 Andreis (vedova Casalegno), nasce l’Aiviter: “L’associazione da chi materialmente aveva fatto è purtroppo molto alto e Antonio Cocozzello, Severa nasce per tre motivi principali: gli attentati si sono susseguite Aiviter si batte, insieme con Marone (vedova Croce), Dante il primo è la memoria, bisogna dopo la fi ne degli anni di piombo altre associazioni, perché ciò vanno a colpire anche le abitudini Notari Stefano, Mario De Orsola, ricordare quegli anni perché in e questo un’associazione come non accada: “A livello nazionale di vita“. Chi rimane orfano del Leone Ferrero,Sergio Palmieri troppi hanno girato pagina senza Aiviter non poteva accettarlo. è l’unica organizzazione resto ha bisogno di un sostegno e Giovanni Picco, tutti feriti o cercare la verità; il secondo è di Tre motivi che rispondono a riconosciuta, ma nel panorama economico e di qualcuno che parenti di vittime fondarono carattere giuridico, perché Aiviter tre istanze molto precise e che europeo sono molte le realtà lo tuteli anche dal punto di vista l’Associazione Italiana Vittima del ha voluto stare vicina alle famiglie, vengono sottolineate nell’atto simili che vogliono tenere vivo giuridico: “L’organizzazione si è Terrorismo e dell’Eversione contro agli orfani delle vittime, costruendo costitutivo dell’Associazione. il ricordo in primis, ma anche battuta più di una volta per far l’ordinamento costituzionale dello delle leggi che gli potessero dare Familiari, feriti, invalidi e dare una mano a quanti che, approvare leggi che potessero Stato.