Francesco Buonvisi, Un Nunzio Apostolico Alla Corte Di Leopoldo I

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Francesco Buonvisi, Un Nunzio Apostolico Alla Corte Di Leopoldo I THÈSE Pour obtenir le diplôme de doctorat Spécialité LANGUES ET LITTERATURES ETRANGERES Préparée au sein de l'Université de Caen Normandie En cotutelle internationale avec Università degli Studi della Tuscia , ITALIE Francescο Βuοnvisi, un nunziο apοstοlicο alla cοrte di Leοpοldο Ι. Présentée et soutenue par Giulio MERLANI Thèse soutenue publiquement le 22/02/2020 devant le jury composé de M. GAETANO PLATANIA Professeur des universités, Université de Tuscia - Italie Membre du jury Mme MICHAELA VALENTE Professeur des universités, Universita degli Studi del Molise Membre du jury Mme ELENA VALERI Professeur assistant, Université Sapienza Rome - Italie Président du jury M. JUAN CARLOS D'AMICO Professeur des universités, Université Caen Normandie Directeur de thèse Thèse dirigée par JUAN CARLOS D'AMICO, Equipe de recherche sur les littératures, les imaginaires et les sociétés (Caen) Sommario Abbreviazioni 3 Introduzione 4 I) Il lucchese Francesco Buonvisi 11 1.1 Francesco Buonvisi al servizio della Santa Sede 11 1.2 La missione straordinaria a Vienna di Francesco Buonvisi 49 1.3 La nunziatura straordinaria e ordinaria in Polonia 59 II) Gli Asburgo di Vienna e il Sacro Romano Impero 79 2.1 Il potere imperiale nella seconda metà del XVII secolo 79 2.2 Istituzioni di governo imperiali ed austriache 86 2.3 Il patrimonio ereditario degli Asburgo 94 2.4 Leopoldo I, un imperatore per caso 98 2.5 La corte di Leopoldo d’Asburgo 101 III) Francesco Buonvisi nunzio a Vienna, l’impero tra problemi interni e tensioni internazionali 117 3.1) Insediamento di Buonvisi nella capitale imperiale 117 3.2) Una sede per il congresso di pace: la questione di Nimega 132 1 3.3) La mediazione di Venezia e l’incidente del golfo adriatico 149 3.4) Gli Asburgo di Vienna a rischio di estinzione 167 3.5) La Santa Sede di fronte alla scelta dell’eretica città olandese 173 IV) La politica diplomatica di Innocenzo XI Odescalchi e i suoi rappresentanti alle corti d’Europa: Il “caso” di monsignor Francesco Buonvisi 190 4.1) L’elezione di Benedetto Odescalchi 190 4.2) Francesco Buonvisi e i nunzi apostolici nei progetti di Innocenzo XI 200 4.3) Le aspettative pontificie vengono disattese 215 4.4) Francesco Buonvisi e la diplomazia pontificia si preparano al congresso di pace 227 4.5) Il nunzio Buonvisi e i passaporti per i delegati dei principi a Nimega 247 4.6) Roma, Vienna e Mosca: strategie pontificie per la lotta al Turco 270 4.7) La Serenissima non partecipa al congresso di Nimega 280 Conclusione 289 Bibliografia 294 Indice dei nomi 311 2 ABBREVIAZIONI Si sono usate le seguenti abbreviazioni: AAV per Archivio Apostolico Vaticano; ACap. per Archivio Capitolino; ASLu per Archivio di Stato di Lucca; ASR per Archivio di Stato di Roma; ASVen. per Archivio di Stato di Venezia; B.A.V. per Biblioteca Apostolica Vaticana; BVal per Biblioteca Vallicelliana; DBI per Dizionario Biografico degli Italiani. 3 Introduzione Quella di Francesco Buonvisi è una figura centrale per qualsiasi studioso che voglia approfondire ed analizzare le vicende e le dinamiche politico-diplomatiche della Santa Sede nella seconda metà del XVII secolo, periodo durante il quale si evidenzia quel processo, iniziato dopo i trattati di Westfalia, di indebolimento e decadenza dell’autorità e dell’influenza pontificie sullo scenario internazionale. Nonostante la sistematica e capillare macchina al servizio della diplomazia papale, rappresentata, in primo luogo, dai nunzi apostolici, nel secondo Seicento la corte di Roma aveva dovuto constatare la sua crescente difficoltà nel condizionare ed indirizzare le decisioni delle corti europee. Questo fatto aveva compromesso non solo l’autorità politica della Santa Sede ma anche la sfera religiosa soprattutto all’interno del complesso mondo germanico dove le clausole degli accordi di Osnabrück e Münster avevano posto le basi per una difficile coesistenza tra cattolici, luterani e calvinisti e tra le giurisdizioni dei poteri secolare e spirituale. In un contesto così fragile, un ulteriore fattore di destabilizzazione dei precari equilibri raggiunti nel 1648 era rappresentato dall’ambizioso Luigi XIV. Il re sole, infatti, mirava ad estendere la sua egemonia all’intero continente espandendo i confini della Francia a danno dei possedimenti dei due rami del casato asburgico e, in particolare, dell’imperatore che sedeva sul trono di Vienna. Ciò perché era intimo desiderio del Borbone acquisire, un giorno, la corona del Sacro Romano Impero scalzando il secolare controllo che, da circa tre secoli, gli Asburgo esercitavano sull’elezione imperiale. Di fronte alla politica aggressiva del re cristianissimo, la Santa Sede intravedeva sia la possibilità di portare il 4 cattolicesimo in territori finiti in mano agli “eretici” sia, d’altro canto, il rischio di un’egemonia continentale borbonica che avrebbe potuto avere gravi conseguenze per l’equilibrio geo-politico europeo. Difatti, le mire di Luigi XIV erano talmente ambiziose da indurlo a scatenare continui conflitti e, cosa ancor peggiore per Roma, a ricercare delle intese, non troppo velate peraltro, con turchi ed altri “infedeli” pur di raggiungere i propri obiettivi. Tale strategia rispondeva ad una logica di accerchiamento a danno di Vienna che, attaccata su più fronti, rischiava di veder collassare la propria autorità nei confronti del già instabile mondo germanico. Del pericolo che venisse meno l’equilibrio geo- politico d’Europa, a causa della Francia, aveva parlato anche il lucchese Francesco Buonvisi scrivendo un lungo memoriale indirizzato al re d’Inghilterra affinché prendesse una posizione per evitare l’inizio di una dominazione francese sul continente. Questo testo, riportato da Tommaso Trenta nella sua biografia del cardinale lucchese, esprime la visione lungimirante e pragmatica del Buonvisi il quale vedeva nella monarchia inglese la sola potenza in grado di controbilanciare, in prospettiva futura, il potere borbonico. Nel presente studio si è cercato di dimostrare ed evidenziare proprio come la visione e la capacità d’analisi del nunzio lucchese abbiano rappresentato una risorsa importante per la diplomazia pontificia e, di conseguenza, come il Buonvisi abbia saputo leggere attentamente le situazioni e gli eventi con i quali aveva dovuto interagire nell’esecuzione dei compiti affidatigli da Roma. Attraverso lo studio della prima nunziatura di Francesco Buonvisi, a Colonia [1670-1672], si vuole mostrare il nunzio alle prese con le tensioni politiche, diplomatiche e religiose suddette, tra le quali spiccavano le contese tra cattolici e riformati e le ostilità tra autorità secolare e spirituale, come nel caso del controllo di molte badie (abazie). 5 Inoltre, la giurisdizione di Colonia era geograficamente prossima, se non addirittura iscrivibile, in quel territorio di contesa e scontro costante che opponeva la monarchia francese all’impero. Si trattava, quindi, di una regione strategica, soprattutto in un momento in cui si profilava all’orizzonte la guerra che Luigi XIV avrebbe provocato in Olanda (aprile 1672). Per queste ragioni, si desidera indagare il ruolo avuto da Buonvisi nella difesa delle prerogative e dei diritti dell’autorità cattolica contro i soprusi del braccio temporale o degli “eretici”. Allo stesso tempo, si mira a dimostrare come, durante la nunziatura di Colonia, il lucchese abbia operato per favorire la pace nella regione del Reno, compito che sarebbe stato centrale anche in occasione del successivo incarico di Buonvisi a Vienna. Questa lunga ricerca di una pace europea, da parte della Santa Sede, era legata al proposito, fortissimo sotto Innocenzo XI, di costituire una coalizione di principi cattolici che fosse capace di eliminare la minaccia turca. C’è, quindi, un filo conduttore che lega i diversi incarichi svolti da Francesco Buonvisi, come dimostra la successiva missione straordinaria, poi diventata ordinaria, nel Regno polacco-lituano [1672-1675]. Nel presente lavoro, riguardo la missione polacca del Buonvisi, si intende sottolineare l’impegno del lucchese per la pacificazione interna alla Rzeczpospolita in funzione di una controffensiva, voluta dalla corte pontificia, a danno del Turco. Obiettivo raggiunto grazie agli sforzi del nunzio che, arrivato in Polonia come straordinario, era poi stato “invitato” da Roma a restarvi in qualità di nunzio ordinario. Le nunziature di Buonvisi a Colonia e a Varsavia sono state oggetto di maggiore studio, da parte della storiografia, rispetto a quella svolta dal nunzio lucchese a Vienna. Difatti, tra il 1959 e il 1965, l’Istituto Storico Italiano per l’età Moderna e Contemporanea pubblicava nella collana 6 Fonti per la Storia d’Italia quattro volumi contenenti le trascrizioni della corrispondenza, tra Francesco Buonvisi e la Santa Sede, relativa alle prime due nunziature del lucchese. Questa annosa opera, realizzata da Furio Diaz e Nicola Carranza, costituisce un riferimento fondamentale per chiunque intenda studiare la figura del nunzio Buonvisi e, insieme, il ruolo delle rappresentanze apostoliche nel secondo Seicento. Tuttavia, ancora oggi non è stato svolto alcun lavoro analogo in merito alla nunziatura ricoperta dal lucchese a Vienna (lunga quattordici anni), sebbene questa sia, a tutti gli effetti, la più significativa alla luce degli importanti eventi che l’hanno contrassegnata e nei quali il contributo di Francesco Buonvisi si è rivelato determinante. Per queste ragioni si è scelto di focalizzare l’attenzione del seguente studio sul più lungo degli incarichi ricoperti dal prelato lucchese, quello, appunto, svolto presso la corte imperiale
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