10 OTTOBRE 2020 SISTEMATIZZAZIONE DEGLI ATTI LA STORIA SI INCONTRA AD ALPETTE APPUNTI E SPUNTI SULLE FIGURE DI BERLANDA, PECCHIOLI E PUGNO INDICE

INTRODUZIONE...... 4 MATTINA | INAUGURAZIONE BIBLIOTECA Intervento di apertura di Silvio Varetto, Sindaco di Alpette e Presidente dell’Unione Montana Gran Paradiso...... 5 APERTURA CONVEGNO Intervento di Francesco Aceti, Direttore del Polo culturale, bibliotecario ed ecomuseo del rame, lavoro e Resistenza...... 6 Saluti di Silvio Varetto, Sindaco di Alpette e Presidente dell’Unione Montana Gran Paradiso...... 8 Saluti di Renato Appiano, Vicepresidente dell’ANPI provinciale di Torino.9 “IN RICORDO DI CARLA NESPOLO” Intervento di Massimo Carcione, Direttore del Centro di Documentazione della Benedicta...... 10 IL RICORDO A DIFESA DELLA DEMOCRAZIA ORA E SEMPRE Saluti di Mauro Salizzoni, Vicepresidente del Consiglio Regionale e del Comitato della Regione Piemonte per l’affermazione dei valori della Re- sistenza e dei principi della Costituzione repubblicana...... 12 “STORIE RESISTENZIALI” Intervento di Luciano Boccalatte, Direttore dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Ago- sti”...... 14 “LA REPUBBLICA PARTIGIANA DI COGNE” Intervento della scrittrice Barbara Tutino Elter...... 16 “FRANCO BERLANDA ‘GRIGIA’, L’ARCHITETTO FRA CEMENTO, ARTE E MEMORIA” Intervento dell’On. Umberto D’Ottavio...... 18 “UGO PECCHIOLI, DA COMMISSARIO PARTIGIANO ALLE COM- MISSIONI PARLAMENTARI SU TERRORISMO E STRAGI” Intervento del Senatore Lorenzo Gianotti...... 22 “IL PROGETTO INTERNAZIONALE INTERREG ALCOTRA – PA.C.E.” Intervento di Carla Gatti, Direttore comunicazione, rapporti con il ter- ritorio e i cittadini della Città Metropolitana di Torino...... 24 “DONNE E RESISTENZA” Intervento di Francesco Aceti, Direttore del Polo culturale, biblioteca- rio ed ecomuseo del rame, lavoro e Resistenza...... 26 “EMILIO PUGNO NELLE LOTTE OPERAIE DEL TORINESE E RUO- LO NEL SINDACATO FIOM-CGIL” Intervento di Federico Bellono, componente segreteria Camera del Lavoro CGIL Torino ed ex segretario generale FIOM Torino...... 28 “PER NOI ERA… I FIGLI RACCONTANO” Intervento di Tomà Berlanda, figlio di Franco Berlanda...... 32 Intervento di Alvar Berlanda, figlio di Franco Berlanda...... 36 Intervento di Laura Pecchioli, figlia di Ugo Pecchioli...... 38 Intervento di Ruggero Pugno, figlio di Emilio Pugno...... 40 “LA STORIA DEL SITA” Intervento di Mirella Bazzarone, figlia del comandante della 77° Brigata Garibaldi ed ex sindaco di Alpette Renato Bazzarone...... 42 “GLI SVIZZERI E LA MANO DI LE CORBUSIER” Intervento di Malcolm Einaudi, Presidente della Fondazione Giulio Einau- di...... 44 “NELLA NOTTE CI GUIDAVAN LE STELLE. COME I PARTIGIANI SI ORIENTAVANO NELLE NOTTI BUIE PERCORRENDO I SENTIERI” Intervento di Gilberto Goglio, nipote del comandante partigiano Titala..46 POMERIGGIO Saluti Silvio Varetto, Sindaco di Alpette e Presidente dell’Unione Mon- tana Gran Paradiso...... 48 Saluti di Evaristo Giardina, Segretario sezione ANPI di Alpette.....50 “SCRIVIAMO LA STORIA DELLA 77° BRIGATA GARIBALDI, GIÀ ‘GRUPPO AQUILA’, E DELLA 50° BRIGATA GARIBALDI ‘MARIO ZEMO’ DELLA IV° DIVISIONE GARIBALDI” Intervento di Francesco Aceti, Direttore del Polo culturale, biblioteca- rio ed ecomuseo del rame, lavoro e Resistenza...... 52 “INSIEME POSSIAMO CRESCERE” Intervento di Gilberto Goglio, nipote del comandante partigiano Titala.55 “SENTIERI RESISTENTI” Intervento di Marco Sguayzer, membro dello staff di Sentieri Resistenti.57 “IL COMITATO COLLE DEL LYS, IL PROGETTO PA.C.E., UN PERCORSO CONDIVISO” Intervento di Amalia Neirotti, Presidente dell’Associazione Comitato Re- sistenza “Colle del Lys”...... 59 “IL MUSEO DI PERLOZ E LA GESTIONE DEGLI ECOMUSEI. QUALE FUTURO?”...... 61

Progetto grafico,impaginazione e stampa: Città metropolitana di Torino Raccolta testi e revisione: Carlotta Maiuri Fotografie della giornata: Carla Gatti e Evaristo Giardina INTRODUZIONE

Il libro che vi apprestate a delle prime Società Operaie appuntamenti che andiamo a sfogliare e speriamo leggere di mutuo soccorso. raccontare, ha rappresen- piacevolmente, è il riassun- Altro elemento storico loca- tato un altro passo verso to di una giornata partico- le è rappresentato dal polo un ulteriore sviluppo della lare ospitata dalla piccola astronomico i cui primi passi storia locale, implementan- cittadina montana di Alpette furono compiuti negli anni do il fondo librario della ma che tanta storia ha scrit- ‘50 con il posizionamento di biblioteca e la sua nuova to con il passare dei secoli. un telescopio, oggi rinnova- collocazione logistica. Negli ultimi anni in questa to completamente e posto sul Acquisendo prezioso mate- località sita ai confini del tetto del municipio, a cui riale per la parte resi- Parco Nazionale del Gran Pa- si affianca da alcuni anni il stenziale dell’ecomuseo che radiso, l’amministrazione planetario. prossimamente ampliera’ i comunale in rapporto con le Non mancano in loco altre propri spazi. istituzioni quali la Regio- opportunità culturali,sto- Facendo incontrare parenti ne Piemonte, la Provincia riche e turistiche fra cui il e amici di uomini e donne di Torino oggi Città etro- Parco della Pace, l’affresco che fecero parte della 77° politana e l’Unione Montana, dedicato agli “Svizzeri” e Brigata Garibaldi Titala, ha avviato un percorso di l’opera scultoria denomi- in un lavoro di ricostru- memoria partendo dalle sue nata “ la mano aperta della zione storica ed umana di origini. pace”. quei mesi, grazie anche al Inaugurando l’Ecomuseo del I sentieri da percorrere progetto Alcotra-Interreg rame e del lavoro, fonte pri- in ambito naturale dagli Pa.C.E. di cui Alpette fa maria in passato con l’agri- spendidi panorami sulle vet- parte nell’ambito della Cit- coltura, della sussistenza te dei monti che li circonda- tà Metropolitana di Torino. economica, affiancando alla no e le numerose cappellette Nell’augurarvi una buona struttura la ‘scuola dei ra- votive. lettura , con l’auspicio in mai’ e relativo laboratorio. Per meglio armonizzare e un futuro incontro , per una In seconda battuta dedicando strutturare le suddette pe- nuova giornata particolare. un nuovo spazio ai 20 mesi culiarità ed opportunità, il della Resistenza, partico- Comune si è fatto carico di Francesco Aceti larmente attiva in loco.In- creare il Polo culturale,bi- fine ospitando anche la bi- bliotecario ed ecomuseo del blioteca civica. rame,lavoro e Resistenza. Un connubio non casuale che Questo soggetto nel suo lavo- per quanto concerne gli ul- ro ha approntato la giornata timi anni dell’ ‘800 ed i del 10 ottobre 2020 dedican- primi anni del ‘900 racco- dola a tre figure protagoni- glie in se uomini e donne che ste in più ambiti del ‘900. hanno percorso tutte quelle Berlanda,Pecchioli e Pugno a esperienze compreso lo svuo- vario titolo hanno caratte- tamento demografico del paese rizzato alcuni avvenimenti con l’immigrazione verso la svoltisi sia in loco che pianura e l’industrializza- sul territorio circostante zione, con i ramai trasfor- ed ancora oggi vengono ri- matisi in battilastra nel- cordati ad Alpette e i loro le officine metalmeccaniche famigliari accolti con ca- producendo le prime automo- lore. bili, senza però dimenticar- In questo interscambio di si delle proprie origini, ricoscenza e valori umani, dando vita in paese ad una la giornata con i suoi vari

4 MATTINA INAUGURAZIONE BIBLIOTECA

INTERVENTO DI APERTURA DI SILVIO VARETTO, SINDACO DI ALPETTE E PRESIDENTE DELL’UNIONE MONTANA GRAN PARADISO

“La Storia si incontra ad Alpette” un segno di riconoscenza e grati- ebbene Sì! Signore e Signori se oggi tudine da parte dei Famigliari a un questa biblioteca, qui riposizio- Paese che li ha accolti, sostenuti, nata solo l’anno scorso per fare aiutati, all’epoca dei fatti e anche spazio alle tante donazioni ricevute dopo indirettamente attraverso al- in questi anni, è perché si arric- tri canali politici, partitici, sin- chisce ancora. Non a caso, oggi qui dacali. Il Loro è anche un importante ad Alpette, arrivano importanti do- segno di riconoscenza nei confronti nazioni di testi, cimeli, scritti, della locale Sezione A.N.P.I. che da atti parlamentari, che Famiglie di 1946 non ha mai mollato di mantenere Personaggi divenuti illustri come: i contatti con chi a Guerra finita ha Berlanda, Pecchioli, Pugno, han- mantenuto fede ai propri ideali e no assieme deciso spontaneamente e principi, ha continuato a lottare convintamente di spogliarsi di af- impegnandosi nell’edificare quoti- fetti ed effetti personali al fine di dianamente un’autentica democrazia ampliare, approfondire e affermare all’interno della giovane e acerba la Storia qui ad Alpette. In queste Repubblica Italiana ricoprendo in- Valli, Uomini con il senso di li- numerevoli incarichi Istituzionali, bertà, giustizia, desiderosi di un nei Partiti, nei Governi Locali, nei mondo migliore, sono saliti prima due rami del Parlamento, nel Sin- per rifugiarsi poi, per organizzare dacato, nell’Università. Oggi un la lotta armata contro il dominio pezzo importante di “Storia” viene della dittatura nazi-fascista in tesaurizzata all’interno di questa corso durante il II° conflitto mon- eccellenza Canavesana, certificata diale del secolo scorso perpetrato Herity International, che è il Polo a danno del popolo Italiano; per poi Culturale, Bibliotecario ed Ecomu- contrattaccare al fine di portare la seale del Rame, Lavoro e Resistenza democrazia in tutta la Nazione. A del Comune di Alpette. distanza di oltre 70 anni questo è

5 APERTURA CONVEGNO

INTERVENTO DI FRANCESCO ACETI, DIRETTORE DEL POLO CULTURALE, BIBLIOTECARIO ED ECOMUSEO DEL RAME, LAVORO E RESISTENZA

Buongiorno e benvenuti ad Alpette. culturale bibliotecario ed ecomuseo Nel rispetto delle norme anticovid del rame lavoro e Resistenza, dalla vi invito a mantenere le mascherine sezione ANPI di Alpette in collabo- e il distanziamento mentre provvede- razione con il comitato provinciale remo ad igienizzare i microfoni fra torinese. L’iniziativa si fregia di un intervento e l’altro. Possiamo avere il patrocinio del Consiglio dare inizio ai lavori del conve- Regionale Piemontese, del Comitato gno dopo aver inaugurato la nuova della Regione Piemonte per l’affer- collocazione della biblioteca ora mazione dei valori della Resistenza ospitata nei locali dedicati a Gio- e dei principi della Costituzione vanni “Nino” Ferrero consigliere italiana, della Citta Metropolita- comunale e presidente della sezione na di Torino, dell’Unione Europea ANPI di Alpette prematuramente de- con il progetto Interreg ALCOTRA ceduto l’anno scorso. Grazie alle Pa.C.E., dell’Unione Montana Gran donazioni effettuate dalle famiglie Paradiso, di Herity ente che certi- Berlanda, Pecchioli, Pugno che am- fica musei ed ecomusei a livello in- montano a circa duemila volumi, la ternazionale e di cui l’ecomuseo di biblioteca si arricchisce di mate- Alpette ha già ricevuto tre livelli riale molto importante per avviare mentre da due anni orsono anche il momenti di ricerca ed incontro da Planetario ha ottenuto la sua prima calendarizzarsi in futuro. A Ber- certificazione. Saluto e ringrazio landa, Pecchioli, Pugno abbiamo con tutte le famiglie dei componenti l’inaugurazione della biblioteca, della 77° Brigata Garibaldi Titala a dedicato tre spazi esponendo le loro cui dedicheremo la parte pomeridiana fotografie. Non possiamo quindi che dei lavori, il Comitato Provinciale ringraziare le tre famiglie anche dell’ANPI torinese e le sezioni che per essere oggi presenti all’evento hanno accettato il nostro invito. fortemente voluto dall’amministra- Sindaci, assessori e consiglieri zione comunale di Alpette, dal Polo dei vari comuni oggi presenti oltre

6 naturalmente a quelli di Alpette. Il Comitato Colle del Lys, i rappre- sentanti di Sentieri Resistenti e tutti voi. Un grazie naturalmente ai relatori che hanno accettato l’in- vito ed ai volontari, il personale comunale e agli aderenti dell’ANPI locale che rendono possibile l’i- niziativa. Ci manda il suo saluto Diego Novelli che in queste zone vide combattere per i valori della li- bertà, due suoi fratelli. Siamo noi invece che inviamo i saluti di pronta guarigione al partigiano ultrano- vantenne Palmiro Gonzato che nelle scorse settimane, caduto malamente nel suo giardino, si è fratturato il femore ma fortunatamente si sta velocemente riprendendo. Palmiro è particolarmente legato a vario ti- tolo alle persone a cui dedichiamo il convegno; con Franco Berlanda per essersi iscritto alla scuola Convit- ti della Rinascita di cui Franco ne era direttore, con Ugo Pecchioli in particolare come addetto alla si- curezza, ruolo per altro ricoperto anche per Pugno e Berlanda. Mandano il loro saluto scusandosi per l’as- senza dovuta a precedenti impegni assunti: Marco Marocco vicesindaco della Città Metropolitana di Torino, Marco Bussone presidente nazionale UNCEM, Lido Riba presidente regio- nale piemontese UNCEM, Carlo Vietti sindaco di , Alessandro Bollo direttore del Polo del ‘900, Davide Ricca presidente Circoscrizione 8 di Torino, Paola Parmentola coordina- trice 2° commissione Circoscrizione 8 Torino, Massimo Giaretto consi- gliere delegato coordinatore Ecomu- sei Circoscrizione 8 Torino. Invito il sindaco di Alpette e presidente dell’Unione Montana Gran Paradiso, Silvio Varetto, a prendere la parola portando il saluto della comunità che ci ospita.

7 APERTURA CONVEGNO

SALUTI DI SILVIO VARETTO, SINDACO DI ALPETTE E PRESIDENTE DELL’UNIONE MONTANA GRAN PARADISO

Nel portare il saluto dell’Ammini- strazioni Comunale e dell’Unione Montana Gran Paradiso in qualifica di Presidente pro tempore dell’Ente, ringrazio tutte le numerose Autori- tà Civili e Militari qui presenti, nonché l’Organizzatore del Convegno Francesco Aceti e tutti gli Autore- voli Relatori che si succederanno. Come detto già prima, “La Storia si incontra ad Alpette” non vuole es- sere un titolo pomposo, ma una dimo- strazione tangibile di condivisione che la Storia della Liberazione di queste Valli, del , di To- rino, dell’Italia intera è partita anche da qui. Buon lavoro!

8 APERTURA CONVEGNO

SALUTI DI RENATO APPIANO, VICEPRESIDENTE DELL’ANPI PROVINCIALE DI TORINO

Saluti a nome della presidente Se- Un caro ricordo della nostra presi- stero e dell’ANPI provinciale. dente da poco mancata che ci ha la- Saluti ai figli dei tre partigiani sciato un insegnamento che porteremo protagonisti di questa iniziativa e avanti con tutta la nostra forza agli organizzatori. Mai più fascismi ora e sempre resi- Iniziative come questa sono un va- stenza lore aggiunto alla memoria. Impegno dell’ANPI a far conoscere queste realtà nelle scuole anche grazie al rinnovato protocollo tra ANPI e MIUR e nel limite del possi- bile. Appena ci sarà la possibilità tornare con delle classi a visitare il museo e la rinnovata biblioteca. Oggi preoccupa le forze antifasci- ste, il rigurgito di troppe manife- stazioni revisioniste supportate purtroppo anche da forze politiche - primi segnali positivi la condanna di alba dorata in Grecia e l’apertura di un procedimento contro militanti di forza nuova. Purtroppo ci lasciano perplessi mani- festazioni e sottovalutazioni da parte di qualche magistrato ad applicare le leggi vigenti. Impegno dell’ANPI a far cancellare leg- gi fasciste ancora valide oggi sensibi- lizzando il governo in questa direzione

9 “IN RICORDO DI CARLA NESPOLO”

INTERVENTO DI MASSIMO CARCIONE, DIRETTORE DEL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE DELLA BENEDICTA

Ringrazio molto gli organizzatori Senza dimenticare però il profilo pri- per avere pensato a me per ricordare vato di docente, studiosa e galleri- oggi, nell’ambito di questo impor- sta d’arte contemporanea, quest’ul- tante convegno, la figura di Carla timo svolto negli anni recenti in Nespolo che ci ha purtroppo lascia- strettissima collaborazione con l’a- ti pochi giorni fa, e con la quale mato cugino Ugo Nespolo. ho avuto il privilegio e il piacere Quindi oggi io voglio dedicare questi di lavorare per alcuni anni, ma so- pochi minuti a un aspetto ben preciso prattutto di poterla considerare non del suo pensiero e della sua attivi- soltanto la mia Presidente ma anche tà recente, che considero di stra- un’amica. ordinaria importanza e pertinenza Sicuramente molti altri avrebbero proprio con i temi di cui tratteremo potuto farlo anche meglio di me, in oggi, e più in generale con il pro- primis Luciano Boccalatte o la Presi- getto europeo ALCOTRA PITEM Pa.C.E. dente dell’ANPI Provinciale, che però di cui parlerà meglio Carla Gatti: oggi non hanno potuto raggiungerci; una vera e propria indicazione pro- comunque in questi giorni abbiamo grammatica che ci ha lasciato e che già ascoltato e letto tanti profili vorrei che tutti noi raccogliessimo e biografie che riassumevano egre- come stimolo e indirizzo per la no- giamente il suo lungo e prestigioso stra attività futura, prendendo il cursus honorum, da Assessore provin- testimone che Carla ci lascia. ciale di Alessandria, a Parlamentare Per sintetizzarlo mi rifaccio alla -prima alla Camera e poi al Senato- e recentissima di dichiarazione di poi negli anni più recenti in veste Elly Schlein, Parlamentare europea e di Presidente dell’Istituto per la Vicepresidente della Regione Emilia Storia della Resistenza e della So- Romagna, la quale ha ricordato come cietà contemporanea di Alessandria, Carla le avesse ancora di recente ma soprattutto di Vicepresidente e ricordato e raccomandato di portare poi Presidente Nazionale dell’ANPI. avanti il progetto di rete europea di

10 collaborazione tra le associazioni storia politica e sociale della di Partigiani e Antifascisti, per realtà ligure e piemontese dal do- resistere e contrastare l’ondata di poguerra a oggi. nazionalismi estremistici che sta E poi naturalmente ha seguito pas- attraversando l’Europa oggi come so a passo la valorizzazione dei cent’anni fa. nostri luoghi della Memoria, la E Carla questa convinzione l’aveva realizzazione del Sacrario e poi maturata e sperimentata per la pri- del nostro Parco della Pace, fino ma volta proprio grazie al proget- alla Legge Regionale n.1/2006 che to europeo “La Memoria della Alpi” ha istituito il Centro di Documen- che tutti noi ricordiamo bene, re- tazione e al recentissimo articolo alizzato tra il 2003 e il 2007 in 24 della Legge quadro sulla Cultura collaborazione con i nostri amici (n.11/2018) che promuove la costi- francesi e svizzeri, coordinati tuzione e il mantenimento di una dall’IEP di Grenoble e dal Memo- rete digitale integrata dei più si- rial de la Resistance di Vassieux gnificativi centri di documentazio- -en-Vercors, sopra Grenoble. ne che valorizzano le testimonianze Ricordo con piacere i viaggi a Gre- e il materiale d’archivio relativi noble insieme a Carla per incontra- al secondo conflitto mondiale ed re il Presidente dei Pionniers du alla Resistenza in Piemonte, svi- Vercors, l’associazione nazionale luppando forme di coordinamento dei Maquisards che poi aveva ri- con gli istituti storici della Re- cambiato la visita intervenendo a sistenza del Piemonte. una commemorazione della Benedicta Un indirizzo e un impegno che por- insieme a Jean-William Dereymez. teremo avanti anche nel suo nome. Noi questo rapporto lo dobbiamo Grazie ancora per l’invito e buona riprendere e sviluppare ni prossimi giornata di studio e Memoria. mesi e anni, così come con tutti i luoghi della Memoria tra la Costa Azzurra e la Savoia, per poi ma- gari provare ad estenderlo anche ad altre analoghe realtà europee, proprio come ci ha raccomandato Carla Nespolo. Concludo dicendo che Carla era una figura importantissima anche per la nostra Benedicta, non solo per i legami famigliari ma perché aveva partecipato fin da bambina -come lei stessa ci raccontava- alle primis- sime commemorazioni, quando ancora si saliva a piedi ai ruderi dell’an- tico insediamento benedettino di- strutto dai nazifascisti dopo la terribile strage della Pasqua del 1944; ma poi è stata sempre presente ogni anno, anche quando sono venu- ti Parri, Pertini, Saragat e infine Ciampi: quindi lei era la Memoria delle Celebrazioni, che attraverso le orazioni ufficiali tenute ogni anno da grandi personalità (tra le ultime, dopo Susanna Camusso e Don Ciotti, c’era stata proprio lei, nel 75° anniversario) sono state anche un pezzo importante della

11 IL RICORDO A DIFESA DELLA DEMOCRAZIA ORA E SEMPRE

SALUTI DI MAURO SALIZZONI, VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE E DEL COMITATO DELLA REGIONE PIEMONTE PER I VALORI DELLA RESISTENZA E DEI PRINCIPI DELLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA

Buongiorno a tutte e a tutti, è con e alla Olivetti, segretario della particolare piacere che oggi porto a Fiom torinese, quindi segretario questa iniziativa il saluto del Con- regionale della CGIL, deputato del siglio regionale del Piemonte e del PCI. Ugo Pecchioli. Torinese, co- Comitato Resistenza e Costituzione. mandante partigiano, partecipò alla Ci tenevo molto ad essere qui con battaglia per la Liberazione di To- voi, ad Alpette, a rendere omaggio rino. Segretario piemontese del PCI a Franco, Ugo ed Emilio. Ci tenevo fino al 1970, per vent’anni Senatore ad esserci non solo per testimoniare della Repubblica, membro della Com- la vicinanza e l’attenzione dell’i- missione d’inchiesta sul caso Moro. stituzione regionale, ma per ragioni Li accomunava l’essere stati insieme personali e sentimentali. Perché in Svizzera, quindi nella Repubblica anche io appartengo a questa terra, partigiana di Cogne, quindi qui ad al Canavese, terra di lavoro e di Alpette nelle fila della 77°Brigata Resistenza; e perché oggi ricordiamo Garibaldi. Ringrazio il Sindaco di tre amici, tre persone che, a diverso Alpette per avermi dato la possibi- modo, ho avuto l’onore di conoscere lità di essere qui a ricordare tre e di frequentare. E sono felice che amici insieme ad altri amici. In da oggi la Biblioteca di Alpette particolare gli amici dell’ANPI e dedichi dei propri spazi a Berlan- dell’Istoreto, due dei partner più da, Pecchioli e Pugno, accogliendo importanti del Comitato Resistenza i volumi donati dalle loro fami- e Costituzione. glie. Franco Berlanda, capitano in Il Comitato è nato in seno al Con- artiglieria da montagna e comandante siglio regionale nel 1976, durante partigiano, docente universitario, gli anni di piombo, con l’obiettivo architetto, consigliere provincia- di affermare, difendere e custodire le del PCI, ideatore qui ad Alpette i valori della Resistenza e i prin- del Monumento agli Svizzeri. Emilio cipi della Costituzione. Valori e Pugno, partigiano, operaio alla Fiat principi che costituiscono le fon-

12 damenta della nostra Repubblica e della nostra comunità. Il Comitato nasceva dalla convinzione che il terrorismo andasse sconfitto an- che sul piano politico, morale e culturale, e che fosse necessaria la mobilitazione delle coscienze contro i nemici della democrazia. Ricordiamocelo, oggi, a fronte dei deliri di chi rispolvera manifesti con la stella brigatista, spedisce proiettili, ricorre a intimidazio- ni e minacce nei confronti delle istituzioni e della magistratura. Contro i nemici della democrazia, ieri come oggi, è fondamentale por- tare avanti un impegno - che deve essere istituzionale ma soprat- tutto culturale ed educativo - a presidio della memoria storica e a difesa dei valori fondanti la nostra comunità. Valori sanciti nella Costituzione e che rappre- sentano la nostra bussola laica. Valori che non devono mai essere dati acquisiti una volta per tutti ma che necessitano ORA E SEMPRE di essere difesi e riaffermati. E se oggi siamo qui insieme, uniti da questi Valori, è anche grazie a Franco, ad Emilio e ad Ugo. Grazie a loro. Grazie a voi.

13 “STORIE RESISTENZIALI”

INTERVENTO DI LUCIANO BOCCALATTE, DIRETTORE DELL’ISTITUTO PIEMONTESE PER LA STORIA DELLA RESISTENZA E DELLA SOCIETA’ CONTEMPORANEA “GIORGIO AGOSTI”

Cari amici, purtroppo le condizioni funzione di questo territorio nella di salute non mi permettono di essere Resistenza - : il gruppo di giova- presente oggi, come avrei voluto. ni intellettuali che dopo il crollo Vi giunga il saluto mio personale dell’8 settembre 1943, l’armistizio e insieme a quello del Presidente che segnò il fallimento di un’intera dell’Istituto piemontese per la sto- classe dirigente che preferì la fuga ria della Resistenza, Claudio Del- all’assunzione di responsabilità, lavalle, e l’augurio per la riuscita si rifugiò dapprima in Svizzera per per questa importante iniziativa che ritornare dopo poco in Italia, tro- è segno della volontà di riaffer- vando in Alpette un luogo ideale per mare valori fondanti della nostra la guerra di liberazione. E i nomi Repubblica, malgrado tempi difficili sono di rilievo non solo nazionale: sia per la situazione sanitaria sia lo stesso Berlanda, eminente ar- per i pericoli sempre incombenti che chitetto, Ugo Pecchioli, dirigente minacciano la nostra democrazia. di primo piano nel Partito comu- Alpette è uno degli alti luoghi del- nista, Saverio Tutino, scrittore e la Resistenza piemontese, piccolo realizzatore di una straordinaria centro per numero di abitanti se con- istituzione, l’Archivio Diaristico sultiamo gli elenchi dei comuni ita- Nazionale di Pieve Santo Stefano, liani, ma crocevia di straordinari dove è raccolta la voce di coloro che incontri nel periodo della lotta di mai hanno avuto voce, i loro diari e liberazione e custode tenace di una memorie. E poi Giulio Einaudi, tra memoria che non si limita alla comme- i maggiori editori italiani. Erano morazione ma che è memoria viva. Nel giovani separati anagraficamente da 2017 Franco Berlanda, che oggi viene pochi anni: Berlanda nato nel 1921, ricordato, ideò quel “Monumento agli Einaudi nel 1912, Tutino nel 1923, Svizzeri”, una delle realizzazioni alcuni sotto le armi, altri che ri- più originali nella nostra regione. fiutano la chiamata alla leva della Gli “Svizzeri” - e qui ritorno alla Repubblica sociale. Tutti compiono

14 una scelta, quella scelta che, nel- in continuazione con la tradizio- la dissoluzione di ogni autorità ne operaia dell’inizio del secolo del vecchio stato fascista, è il scorso, la lotta di liberazione, fondamento di una nuova legittimità la pluralità della partecipazione che troverà espressione nella no- alla Resistenza di militari e ci- stra Costituzione. Una continuità vili di diverse classi sociali, e ideale con Emilio Pugno, classe la concretezza delle realizzazioni 1922, attivo nelle Squadre di azio- e delle iniziative. C’è speran- ne patriottica a Torino, le Sap che za se ciò accade, speranza di una ebbero un fondamentale ruolo nelle rifondazione del Paese che possa giornate insurrezionali dell’a- risollevarlo dall’ignoranza, dal- prile 1945, e in seguito dirigente la corruzione, dai conformismi e sindacale di rilievo, che proprio dall’inerzia morale, dove la po- in queste terre negli anni Cinquan- litica torni ad avere la sua alta ta svolse una significativa attività funzione. nella FIOM. Vite che si incrociano in un patrimonio non solo ideale, ma che si concretizzano nelle ope- re d’arte – la “mano aperta” di Le Corbusier offerta da Berlanda - e nella biblioteca, dove ha trovato opportuna sistemazione, accanto ad altri fondi librari, la biblio- teca di Emilio Pugno. I libri in una biblioteca: non solo un servi- zio al pubblico, ma l’affermazione tangibile di una battaglia contro un’ignoranza sempre più diffusa della nostra storia, essendo la co- noscenza il presupposto indispen- sabile per costruire cittadini con- sapevoli. E ad Alpette il pensiero non può non correre alla figura di Battista Goglio, Titala. Di origini contadine, poi operaio, appartiene alla generazione precedente. Nato nel 1894, attivo già nella giovi- nezza nel movimento cooperativo, poi tra le guardie della sede del gramsciano “Ordine Nuovo”, è tra i protagonisti dell’occupazione delle fabbriche nel 1920. Dirigente del Pci in Canavese negli anni della clandestinità si attiva immedia- tamente dopo l’8 settembre per la costituzione delle prime bande, nelle quali confluiscono militari sbandati, ma anche soldati di altre nazionalità fuggiti dai campi di prigionia, iugoslavi e inglesi, e assume funzioni di comando. Titala cade nella battaglia di contro le truppe nazifasciste l’11 agosto 1944. Ritorna qui il crocevia internazionale di questa località. Un filo lega queste figure

15 “LA REPUBBLICA PARTIGIANA DI COGNE”

INTERVENTO DELLA SCRITTICE BARBARA TUTINO ELTER

Non potendo in poche parole, illu- rispettivamente Ruggero Cominotti e strare l’esperienza della Repub- Piero Elter) Ugo rimase a Cogne fino blica Partigiana di Cogne, che fu al 2 novembre, giorno della famosa attiva dal 6 luglio al 2 novembre battaglia che mise fine all’esperien- 1944 e quindi particolarmente lon- za della Repubblica partigiana. Era geva, mi limito a ricordarne due dei anche stato il primo a rientrare protagonisti appartenenti al gruppo dalla Svizzera, insieme a Ruggero degli Svizzeri, che siamo qui oggi Cominotti. Grigia operava al Pre- a commemorare. Cioè: Franco Berlan- sidio della Vasca, un punto alto e da, nome di battaglia “Grigia” e Ugo altamente strategico all’imbocca- Pecchioli, semplicemente “Ugo”. Al- tura della valle, era uno di quelli tri, sceglievano nomi più romantici che avevano già avuto esperienza di e letterari , “Attila” “Falco” o combattimento, nelle Valli di Lanzo. “Barbaro” come ricordava Armando Ca- il 28 settembre si trovava a Cogne nova, nome di battaglia “Il Biondo” ( per conferire con il comandante Plik appartenente al gruppo della “Scuola quando il presidio della Vasca fu degli Alpini”), ma nella banda che attaccato da un contingente tedesco operava Cogne percorsa da diver- coadiuvato dai fascisti del famige- se correnti politiche che andavano rato battaglione Monterosa. I par- dagli Autonomisti agli Alpini, dai tigiani che vi si trovavano furono socialisti ai Garibaldini (di cui sterminati, Grigia si precipitò sul facevano parte anche gli Svizzeri ), posto, ma tutto era già finito. Due sembrava esserci meno retorica, come dei tre fratelli Vetroni, feriti, si badasse di più all’essenziale, e i furono trasportati a Villeneuve, nomi erano semplici come quello del torturati e successivamente uccisi. Comandante di tutti i quattrocento Nell’inverno successivo, di ritorno partigiani presenti “Plik” (Ferdi- da Val d’Isère, in Francia, parte- nando Cavagnet) o anche decisamente cipò al ritrovamento dei corpi di ironici, come “Malura” e “Disperà” ( 32 inglesi travolti da una valanga.

16 Ha sempre sentito dolorosamente il senso del sopravvissuto, come anche mio padre Saverio Tutino (Nerio), anche lui uno Svizzero, trasferito da Cogne alla Serra di , com- missario politico della 76° brigata Garibaldi e unico sopravvissuto alla strage di Lace, perché inviato da Martin (Walter Fillak) la notte del 29 gennaio 1945 ad interrogare un prigioniero tedesco e quindi casualmente assente quando la ca- setta del Comando fu attaccata dai nazifascisti. Sopravvissuto, un sentimento che innanzi tutto, ma non solo, impone l’obbligo morale della Testimonianza per tutto il resto della vita. Una testimonian- za che noi volentieri raccogliamo e tramandiamo attraverso giornate come queste, attraverso incontri e commemorazioni, opere d’arte e pubblicazioni, perché solo la viva- cità della memoria può contrastare i rigurgiti fascisti alimentati negli anni dalla mala pianta del revisionismo. Bisogna rimanere vi- gili e attenti al revisionismo che spesso indossa la maschera della concordia e continuare a ricorda- re. Voglio ricordarlo così, senza entrare nei ricordi personali che è giusto restino tali (e tra l’altro riguarderebbero ognuno di quei cari compagni dei nostri nonni e geni- tori) e avendo raccolto il Testi- mone vogliamo continuare insieme a farlo per i giorni che restano a noi. Quando si alzava in piedi, dall’alto della sua statura oserei dire “biblica”, Grigia accentrava l’attenzione più cristallina di tutti i presenti con le sue parole: “Sono passati più di settant’anni, e ancora sogniamo i morti…”

17 “FRANCO BERLANDA ‘GRIGIA’, L’ARCHITETTO FRA CEMENTO, ARTE E MEMORIA”

INTERVENTO DELL’ONOREVOLE UMBERTO D’OTTAVIO

Cimentarsi nel ricordo Franco Ber- alle armi. Frequenta il corso per landa non è facile, ma è molto af- diventare allievi sergenti di arti- fascinante. glieria alpina a Merano e poi quello Tante e diverse sarebbero le storie di ufficiale di complemento a Bra, e da raccontare che qualunque selezio- diventa sottotenente degli Alpini. ne rischia di essere insufficiente, Dopo l’8 settembre 1943 rifugia in spero di riuscirci, sapendo che la Svizzera dove viene internato a Lo- parte di vita più privata e familia- sanna. Durante l’autunno inverno re, opportunamente, sarà a cura dei 43/44 frequenta corsi di architettu- suoi figli qui presenti. ra al Politecnico Federale, e entra A tutti noi è noto che nella densa in contatto con altri intellettuali vita di Franco sono tanti i sentieri e attivisti italiani. È il gruppo percorsi e le tracce importanti la- degli “svizzeri” che, con l’arri- sciate da partigiano, da urbanista, vo della primavera ’44 rientrano in da protagonista civile e politico Italia per partecipare attivamente Io ho conosciuto il Berlanda nella alla lotta di liberazione. A Cogne parte finale della sua vita, quella riescono nell’impresa di liberare la nella quale si è più speso per la valle dalla presenza nazi fascista, memoria dei suoi compagni e del suo fondando la prima repubblica libera intenso lavoro per non dimenticare, nell’Italia occupata. ma andiamo con ordine. Con il finire delle attività belli- Franco Berlanda nasce a Trento il 21 che, può finalmente completare gli novembre 1921, da giovane si dedi- studi in architettura al Politecnico ca alla corsa, diventando un atleta di Torino, dove si laurea nel 1948 di valore nazionale, correndo per con una tesi sulle “Case colletti- il gruppo sportivo Cesare Battisti ve”. Nello stesso anno è nominato di Trento allenato da Ottone “Bill” preside del Convitto Rinascita a Cestari. Si iscrive a architettura Villa Rey e insegna disegno. a Milano nel 1941, ma viene chiamato Franco Berlanda comandante parti-

18 giano. Partigiano, capitano in ar- gli ricordava di essere stato suo tiglieria da montagna, era stato collega nella stessa università. ribattezzato con il nome di batta- Poi Torino (1972-74) e finalmente glia di «Grigia». Berlanda comanda- Venezia (1976) dove rimarrà fino va il gruppo della «Vasca» durante alla pensione. L’attività di inse- La Repubblica di Cogne nell’estate gnamento lo porta progressivamente del ‘44. lontano dalla pratica professiona- Dopo il 25 aprile, la parata monu- le con gli ultimi edifici di edilizia mentale di Torino del 6 maggio ‘45 scolastica che vengono completati lo vede marciare, la testa un palmo agli inizi degli anni ’70 sopra le altre, come capo di Stato Docente di urbanistica all’Istitu- Maggiore del Raggruppamento 2ª e to Universitario di Architettura di 4ª Divisione Garibaldi “Valli di Venezia. Malcolm Einaudi, nipote di Lanzo e Canavese”. Giulio, lo ricorda come «una figura Il «Grigia» appare anche nella ce- interessante e complessa, di grande lebre fotografia della sfilata in eleganza e riservatezza». piazza Vittorio Veneto, scattata Arriva al Dipartimento di Composi- per festeggiare la Liberazione dal zione urbanistica della Facoltà di nazifascismo. “il Grigia”, il nome Architettura di Torino alla metà di battaglia che aveva scelto, poco degli anni ’70, negli anni immedia- più che ventenne, “da che parte tamente successivi all’istituzione stare” quando l’allora capo di go- del Corso di Laurea in Urbanistica, verno, il generale Badoglio «con il merito della tenacia di Giovanni suo degno compare Vittorio» (il Re Astengo. che aveva firmato le leggi razziali Erano anni di forte innovazione in di Mussolini) l’8 settembre del cui, per dirla con Jane Jacobs, si 1943, fuggì da Roma per mettersi abbandonava la visione agro-pasto- al sicuro al Sud già liberato dagli rale del rapporto città campagna anglo-americani. ereditata da Adam Smith a favore di Ricordo, però, una sua conferenza uno sviluppo del territorio guida- dove usò parole diverse da quelle to dalle forze esogene costituite che ci aspettavamo, non raccontò dalle risorse umane. l’esperienza personale di parti- Un passaggio che Franco Berlan- giano, ma i sentimenti di un UOMO. da comprese immediatamente, tanto Citando le canzoni “La guerra di che, quando successe a Giancarlo Piero” e “Bella ciao”, raccontò i De Carlo nella direzione del Di- tre aspetti della paura della mor- partimento, ne fece il punto di te vista dai giovani combattenti: forza della sua gestione. L’azione quella “semplice” del morire, quel- di direttore di Franco Berlanda si la dell’essere ucciso dal nemico e basò infatti sul principio che la la responsabilità del comandante qualità della Composizione urbana di emanare l’ordine di sparare. era inscindibile dalla crescita Riuscì in quell’occasione e con delle risorse umane. In questo sep- poche parole a trasmettere tutto pe promuovere tre importanti ini- l’orrore della guerra e il dolore ziative: la partecipazione all’al- di dare ordini, compreso quello di lora nascente programma Erasmus, la andare incontro alla morte. collaborazione con l’Agenzia per Franco Berlanda architetto. Dopo l’Ambiente, l’apertura ai contrat- essere stato libero docente all’Ac- ti internazionali. cademia Albertina, nel 1968 riceve Il cogliere queste occasioni tra- la prima chiamata come professore sformò in modo radicale la strut- all’università di Palermo, a questo tura del Dipartimento, da ‘club’ a proposito, nel 2016, il presidente ‘piattaforma’ aperta verso il mon- Mattarella venne a Forno di do, che fu un’altra caratteristica ed ebbe un bellissimo scambio di del lavoro di Franco Berlanda. battute con Franco Berlanda che Tra i tanti ricordi di Franco Ber-

19 landa, ho trovato molto bello ed l’elica. Dovemmo faticare per far- efficace quello di MARIO VIRANO, con lo desistere e lasciare che fosse il quale ha avuto un lungo rapporto il trentacinquenne Andrea a fare il di amicizia e collaborazione scrive sommozzatore. : “il Berlanda” con la sua statura, Dopo due mandati come direttore del la sua dinoccolata eleganza sempre Dipartimento di Urbanistica, va in un po’ fané (di cui l’immancabile pensione nel 1995. Nel 1997 deposita papillon era l’emblema più eviden- presso l’Archivio della Biblioteca te), con somiglianze innegabili con centrale di Architettura di Torino grandi figure del movimento moderno il materiale del suo studio creando (Le Corbusier, Gropius, Aalto, ecc) così il “Fondo Franco Berlanda”. appariva naturalmente élite (senza Franco Berlanda politico. Nel 1960 arroganze) sentendosi popolo (senza viene eletto consigliere provincia- indulgenze), consapevole di far par- le per il Partito Comunista, nel te di una “aristocrazia del pensiero Collegio del Lingotto, dove rima- e della competenza”, che non ambisce ne sino al 1964, e nominato come privilegi, ma mette a disposizione Consigliere del Parco Nazionale del i saperi disciplinari per l’emanci- Gran Paradiso, carica che ricopre pazione di quanti hanno avuto meno dal 1960 al ‘72. opportunità. E’ in fondo un modello Nel 2004 è nominato nella Commissio- illuminista (corretto dalla critica ne di Esperti per la revisione del marxiana sui limiti delle libertà Piano Territoriale di Coordinamento e dei diritti come sovrastruttura) della Provincia di Torino e nel 2007, sapendo che il sentirsi parte di come esperto, nell’Osservatorio un destino collettivo non può voler tecnico per la tratta ferroviaria dire essere corrivi con le arretra- Torino-Lione tezze in seno al popolo, barattando Franco Berlanda e la memoria. L’im- compiacenza con consenso (ovvero pegno nel ricordo della memoria per quello che oggi si dice “parlare alla la lotta di liberazione si traduce in pancia”). In più l’architetto pro- una serie di monumenti, come quello gressista, pensava “il Berlanda”, ai caduti del Col del Lys (1955), porta in dote ai processi di trasfor- quello al colle del Montoso (1952). mazione dei nostri territori, gli Nel 2015, in occasione del 70° della esempi testati in giro per il mondo Liberazione, gli viene consegnato la (soprattutto nord-Europa) capita- Medaglia della Liberazione da parte lizzando le esperienze in termini del Ministro della Difesa, e in Aula di tipologie, modelli e standard. Consigliare gli viene conferito, in A questo aggiunge il ricordo di un qualità di ex Consigliere Provin- fatto privato, ma molto significa- ciale, dal Sindaco Piero Fassino un tivo: Attestato d’Onore “in ricordo del “Da velista provetto istruttore di suo impegno Partigiano.” Caprera, ci invitò (Viviana, Andrea, Ci teneva all’idea di un riconosci- Federica ed io) una dozzina di anni mento a chi si era battuto per la fa, a scoprire la laguna sconosciuta Liberazione, aveva perorato l’idea di Venezia con la sua barca Bagheera di nominare i Cavalieri della Libe- ormeggiata a San Giorgio, nel luogo razione, ed è stato su suo impulso definito da Paolo Rumitz “il più bello se a 70 anni dalla Liberazione sono del mondo”. Indimenticabile! state consegnate diecimila medaglie Ma al ritorno, all’attracco, essen- a donne e uomini, civili e militari dosi impigliata una cima nell’eli- impegnati per la democrazia. Lo dico ca vedemmo “il Berlanda” scomparire con convinzione: se uomini e donne sotto coperta smoccolando come un impegnati nella lotta di Liberazio- turco a Lepanto e poi riemergere, ne hanno avuto un riconoscimento, ultraottantenne quale era, con pinne un piccolo grazie, lo si deve alla e maschera per tuffarsi nell’acqua testardaggine di Franco Berlanda!! limacciosa della darsena e liberare Nel 2017 inaugura, e poi di nuovo

20 nel 2019 completa, con il sostegno di Malcolm Einaudi, un nuovo monu- mento alla memoria dei partigiani “svizzeri” ad Alpette. Si spegne a casa sua in via Sei Ville 15 a Torino, un edificio che aveva progettato nel 1958, nel giu- gno 2019 all’età di 97 anni Un uomo con la schiena dritta e lunga, alto e sempre atletico ci lascia un patrimonio di idee e di proposte che abbiamo il piacere e il dovere di conservare. Grazie Franco

21 “UGO PECCHIOLI, DA COMMISSARIO PARTIGIANO ALLE COMMISSIONI PARLAMENTARI SU TERRORISMO E STRAGI” INTERVENTO DEL SENATORE LORENZO GIANOTTI

Era nato a Torino nel 1925 e sviluppò raccontato: “Diventai comunista nel il suo antifascismo grazie all’in- 1943 perché il Pci era la forza più fluenza del padre e di un professore, organizzata, quella che combatteva Alfredo Corti, che era stato a suo davvero, che dava un autentico con- tempo inviato al confino per aver ri- tributo alla lotta di liberazione. fiutato di firmare il giuramento di Solo successivamente compresi an- fedeltà al regime fascista. Ancora che il senso delle finalità sociali e studente al Liceo D’, Ugo co- delle ragioni della classe operaia stituì un primo nucleo antifascista sostenute dal Pci”. clandestino con Giorgio Elter. Nel novembre 1944, in seguito a un Il 25 luglio 1943 si trovava in vil- rastrellamento nazifascista, Pec- leggiatura a Cogne, in Valle d’Aosta: chioli si rifugiò in Francia, dove qui apprese la notizia della caduta risiedette per breve tempo presso di Benito Mussolini e prese parte una caserma di Grenoble, dalla quale alle manifestazioni che suscitarono; si allontanò assieme al compagno di il che gli valse l’arresto da parte esperienza partigiana Franco Ber- dei carabinieri. landa, per raggiungere un domicilio Dopo l’armistizio dell’8 settembre messo a loro disposizione da mili- 1943 riparò in Svizzera per sfuggi- tanti del PCI espatriati. Iniziò al- re al reclutamento nella repubblica lora a collaborare, sempre assieme di Salò. Il soggiorno in territorio a Berlanda, con i servizi segreti elvetico fu di breve durata: ben pre- francesi, interessati a infiltrare sto abbandonò il campo profughi per in territorio italiano elementi che tornare in Italia e prendere parte fornissero loro informazioni di tipo fin dalle sue prime fasi alla guerra militare; stretta collaborazione che partigiana, che combatté inizialmen- proseguì fino al febbraio 1945. te in Valle d’Aosta. Subito dopo tornò a combattere in Fu in quel periodo che decise di Italia, questa volta nel Canavese, aderire al Partito comunista. Aveva militando sino alla fine della guerra

22 nella 77a brigata Garibaldi, di cui nazionali. A questo si aggiunse la divenne capo di stato maggiore. In violenza mafiosa. quella veste prese parte alla libe- Si può ben dire che il Pci fu il par- razione di Torino del 26 aprile 1945. tito più impegnato nella resistenza Dopo la Liberazione divenne (si di- alle trame, ai complotti, alle bombe, ceva allora) “rivoluzionario di pro- all’illegalità. Non fu opera sem- fessione”, entrò cioè nell’apparato plice, richiese un impegno davvero di partito, dapprima a Torino, poi straordinario. Con perseveranza Ugo nel 1949 a Roma nella segreteria na- Pecchioli rappresentò il principale zionale della Fgci appena costitui- esponente di quella linea, e anche il ta, accanto a Enrico Berlinguer, di più esposto (nelle scritte sui muri tre anni più anziano di lui. gli estremisti alteravano il suo nome Tornò a Torino nel 1956 e dall’anno con due kk, Pekkioli). successivo al 1966 diresse la Federa- Ugo aveva una passione per la mon- zione del Pci, nel triennio successi- tagna legata, certo, all’esperienza vo ricoprì l’incarico di segretario partigiana. C’è una fotografia che regionale del partito. Nel 1969 fu lo ritrae con i calzoni alla zuava chiamato nuovamente a Roma nella se- e un cappello d’alpino (senza pen- greteria nazionale del Pci. Allora al na) in valle d’Aosta in compagnia vertice del partito si stava prepa- di Togliatti. Col trascorrere degli rando il passaggio di consegne dalla anni s’appassionò al mare. Mi disse generazione dei fondatori a quella che, una volta raggiunta la pensione, successiva, da Luigi Longo ad Enrico avrebbe acquistato una barca a vela e Berlinguer. Si deve annoverare Ugo viaggiato con il vento e le onde. Non tra i più vicini collaboratori di ha avuto abbastanza tempo per farlo. Berlinguer, con cui aveva stretto Non era un trascinatore di folle. Il una salda amicizia negli anni giova- suo eloquio era sobrio, lineare, es- nili. Prima ebbe la responsabilità senziale. Non nascondeva il fastidio della commissione d’organizzazione, per le lungagnate, i voli pindarici. poi dell’ufficio di segreteria. Nel Non amava le incertezze, le esitazio- 1972 fu eletto senatore nel collegio ni. Era un uomo d’ordine, portato al Torino Nord e restò a palazzo Madama compendio, alla traduzione concreta fino al 1994. dei discorsi. Come talvolta capita La sua “carriera” ebbe un’evoluzio- ai torinesi, diffidava delle esage- ne significativa negli anni Settanta razioni. che videro un intenso sviluppo del Pecchioli coltivava la disciplina: movimento dei lavoratori e la cor- l’imponeva a sé, la richiedeva agli rispondente crescita dei consensi altri. Era un elemento del carattere elettorali comunisti. Ma furono an- e, insieme, della formazione politi- che quelli in cui la cospirazione ca. Disciplina vuole dire muoversi violenta e il terrorismo diedero vita insieme, tirare dalla stessa parte. alla “strategia della tensione”: Un tempo nel Pci alla disciplina nel dalle bombe nella banca dell’Agri- partito s’è sacrificato non poco. Ma coltura in piazza Fontana a Milano si può provare rimpianto per quel- nel dicembre 1969 all’attentato alla lo stile misurato, severo, oggi che manifestazione sindacale di piazza ci troviamo continuamente davanti della Loggia a Brescia, al rapimento alla sarabanda di dichiarazioni e e all’assassinio di Aldo Moro, alla interviste di personaggi smaniosi di bomba alla stazione ferroviaria di apparire, di stampare la loro faccia Bologna. Da una parte i gruppi neo- sul giornale, alla TV o sui social fascisti, l’organizzazione clande- network, di aggiungere la loro battu- stina Gladio, alti funzionari dello ta alla serie quotidiana di propositi Stato compromessi, Licio Gelli e la (e spropositi) che ci è propinata. loggia massonica P2; dall’altra Bri- In questi anni vale dunque la pena gate rosse, Prima linea, ecc. con i rammemorare compagni come Ugo Pec- loro collegamenti interni e inter- chioli.

23 “IL PROGETTO INTERNAZIONALE INTERREG ALCOTRA PA.C.E”

INTERVENTO DI CARLA GATTI, DIRETTORE COMUNICAZIONE, RAPPORTI CON IL TERRITORIO E I CITTADINI DELLA CITTÀ METROPOLITANA DI TORINO

Ringrazio Umberto D’Ottavio, perché Pa.C.E. (acronimo da intendersi in il suo intervento - che ha ricordato Patrimonio, Cultura, Economia) che l’impegno negli anni della Provincia ha come obiettivo generale quello di di Torino dove Franco Berlanda ha rendere il patrimonio diffuso una ricoperto l’incarico di consigliere leva per lo sviluppo economico ed provinciale - mi consente di ricor- un fattore di coesione tra i terri- dare un episodio del dicembre 2015: tori. Il raggiungimento di questo l’allora sindaco metropolitano Pie- obiettivo viene proposto tramite la ro Fassino consegnò proprio Franco realizzazione di tre progetti singo- Berlanda insieme a Ruggero Cominotti li, di cui uno denominato “Scoprire e alla vedova di Emilio Trovati un per Promuovere” vede l’intervento attestato per il loro impegno di della Città metropolitana nel co- partigiani sfociato nella attività ordinare la valorizzazione della politica all’interno della pubblica memoria storica della Resistenza al amministrazione. nazi-fascismo, inserendo e mettendo Quel giorno, intervistai Berlan- a sistema appositi percorsi, italia- da che lanciò un appello alla cura ni e francesi in una prospettiva di e alla promozione dei luoghi della turismo sostenibile. L’obiettivo è memoria partigiana sul nostro ter- di far emergere un patrimonio spes- ritorio. so poco conosciuto, ma che abbina Oggi qui ad Alpette possiamo dire contesti naturali e paesaggistici di aver raccolto il suo appello at- di grande pregio a memorie stori- traverso un importante progetto eu- che che hanno profondamente segnato ropeo. le popolazioni locali, e che sono La Città metropolitana di Torino state rilevanti per la costruzio- infatti è impegnata in un progetto ne dell’attuale democrazia. Que- transfrontaliero finanziato dal pro- sto progetto vede l’impegno anche gramma ALCOTRA Italia Francia: si di Regione Valle d’Aosta, il Centro tratta del piano integrato tematico di conservazione e restauro della

24 , la Regione Liguria, i dipartimenti francesi della Savoia e delle Hautes Alpes, la Città di Nizza ed il Gip Fipan. Siamo impegnati in un censimento delle risorse (siti, percorsi, ecomusei) sia nel terri- torio italiano che in quello fran- cese, per giungere a creare una rete stabile di valorizzazione dei siti transfrontalieri di memoria della Resistenza. Ma soprattutto per il territorio me- tropolitano torinese, sarà realiz- zata una azione di promozione del percorso “Sentieri resistenti” il cammino in 13 tappe che da Alpette giunge sino a Pian Prà, con la se- gnaletica di tutto il percorso ed una app per la fruizione da parte di escursionisti e turisti interessa- ti a ripercorrere i sentieri della nostra storia recente. Noi di Città metropolitana faccia- mo lavorare a questo progetto anche una giovane volontaria del servizio civile (Carlotta Maiuri) consape- voli che solo coinvolgendo le nuove generazioni potremo dare risposta all’appello dei partigiani a non di- menticare, a ricordare, ad insegnare i valori della libertà.

25 “DONNE E RESISTENZA”

INTERVENTO DI FRANCESCO ACETI, DIRETTORE DEL POLO CULTURALE, BIBLIOTECARIO ED ECOMUSEO DEL RAME, LAVORO E RESISTENZA

Prendo spunto da accenni fatti in Luciana Franzinetti classe 1926, alcuni interventi per sottolineare partigiana e poi fondatrice nel 1972 che anche se le tre figure di cui oggi del CIDI Roma Centro di Iniziativa parliamo sono tutte al maschile, il Democratica degli Insegnanti dive- ruolo delle donne nella lotta di nendone presidente nazionale. Ma Liberazione è stata fondamentale direte chi era Franzinetti? Ebbe- come oramai riconosciuto da tutti. ne era la moglie di Ugo Pecchioli, Le donne non sono state solo di sup- sposato nel 1949, mamma di Laura e porto o di staffette, per altro ruolo Vanni, deceduta nel 2016. Ritorniamo molto complicato e pericoloso, sono in loco per citare, spero tutte, le state anche combattenti assumendo componenti della 77° Brigata Gari- ruoli di comando. Dobbiamo altresì baldi con i loro soprannomi: ricordare il loro ruolo di aiuto, sussistenza subito dopo l’8 settem- Seren Gay Rita bre alle truppe italiane sbandate ma anche ai tanti prigionieri stranieri Seren Bernardone Adriana “ Adriana” fuggiti dai campi di concentramento vedasi ad esempio per quanto concer- Ardessano Margherita “Rita” ne Alpette il gruppo degli inglesi in gran parte poi periti alla Gali- Baudino Antonietta “Diana” sia, gli jugoslavi, i cecoslovacchi. Il nasconderli, il provvedere alla Camagna Maria “Maria” loro alimentazione. Le donne dopo la Liberazione hanno contribuito Cantello Fiorina Anna alla rivendicazione e all’afferma- zione dei diritti vedasi il lavoro Ceretto Castiglione Itala “Italia” svolto dalle ventuno costituenti ed impegnandosi nella società civile. Marchetti Alda “Aida” In questo senso ricordo la figura di

26 Micheletto Maria Luigia “Rina” vane già sposata con il partigiano Giulio Ourlaz facente parte della Micheletto Teresa “Gina” banda Verraz, 87° Brigata Garibal- di. Infine sempre legata a Lola non Oberto Marcella “Anna” possiamo dimenticare la figura di Walter Fillack “Gennaio” “Martin” Savio Gemma anche lui facente parte del gruppo degli svizzeri, catturato durante i Seren Piocca Aurora “Katia” suoi spostamenti fra biellese e ca- navese, impiccato per ben due volte Seren Piocca Franca “ Kira” il 5 febbraio 1945 nella strada che da Cuorgnè porta ad Alpette. Seren Rosso Antonietta “Vigia”

Seren Rosso Maria Ernesta “Iucci”

Vallo Caterina “Rina”

Verlucca Adelaide

Seren Rosso Lena

E vorrei ricordare anche Trione Lui- gina seppur riconosciuta come appar- tenente alla 49° Garibaldi ritengo che nei primi mesi resistenziali ab- bia collaborato con il Gruppo Aquila ovverosia il nucleo iniziale poi divenuto 50° Brigata Garibaldi Mario Zemo ed infine 77° Brigata Garibaldi Titala, ove militava Giuseppe Trione “ Spartaco ll°”, di cui ne era ni- pote. Mi è caro ricordare nell’oc- casione anche la figura di una donna legata agli “svizzeri” ovverosia Aurora Vuillerminaz “Lola” nata nel 1922 a Saint Vincent. Staffetta in- traprendente, guida degli esuli ita- liani che volevano rientrare dalla Svizzera per aggregarsi alle truppe partigiane e particolarmente verso la Repubblica di Cogne. Fra loro ricordiamo nomi che han- no fatto la storia come Giulio Ei- naudi, Cominotti, Saverio Tutino e gli stessi Berlanda e Pecchioli. Aurora al ritorno dal suo ennesi- mo viaggio fu catturata con altre quattro persone al Pont d’Arbonne da una quindicina di fascisti. Porta- ti alla caserma di Villenueve dopo vari ed estenuanti interrogatori, senza aver fornito alcuna informa- zione, furono tutti fucilati il 16 ottobre 1944 presso il cimitero di Villeneuve. Lola era seppur gio-

27 “EMILIO PUGNO NELLE LOTTE OPERAIE DEL TORINESE E RUOLO NEL SINDACATO FIOM-CGIL”

INTERVENTO DI FEDERICO BELLONO, COMPONENTE SEGRETERIA CAMERA DEL LAVORO CGIL TORINO ED EX SEGRETARIO GENERALE FIOM TORINO

Sono contento e onorato di essere qui ringrazio per questo il figlio Rugge- oggi a parlare di Emilio Pugno, un ro e la sua disponibilità a parlarne gigante della storia del sindacato con grande generosità. torinese, anzi per usare la defini- Intanto è bene sapere che quella di zione di un quotidiano torinese, “un Pugno è una figura complessa, asso- sindacalista da antologia”. lutamente centrale nelle vicende Mi fa anche piacere parlarne qui ad del sindacato e del Partito, ma meno Alpette, dove, al Sita, da militan- ortodossa di quanto si potrebbe pen- te prima della Fgci e poi del Pci, sare, e a questo hanno sicuramente ho partecipato a tante riunioni e contribuito le esperienze giovani- seminari, oltre al ricordo di tante li: un antifascismo maturato anche feste dell’Unità e ad una singolare nella frequentazione delle bande sezione del PCI i cui iscritti, per giovanili del suo quartiere - la lo più ex partigiani e poi i loro fi- zona di Piazza Barcellona - , dove gli, abitavano quasi tutti a Torino le scazzottate con i giovani bene e lì si riunivano. provenienti da piazza Rayneri, si Emilio Pugno era nato nel 1922 ed è connotano col passare del tempo come mancato nel 1995, quindi la sua vita scontro tra giovani fascisti e an- attraversa una buona parte del 900, e tifascisti, a cui poi seguì l’espe- partecipa da protagonista, in chiave rienza delle Sap. soprattutto torinese, ai principali E poi il rapporto con alcune figure eventi che hanno scandito la cronaca di operai portatori di idee anar- sindacale e politica. chiche. Tanto che, già entrato alla Non essendo io uno storico, credo che Fiat Aeritalia prima della guerra, sia più utile da parte mia raccontare - la domanda alla scuola allievi Fiat i passaggi che più mi hanno colpito, risale alla fine del 1938 - assumerà all’interno di un percorso di vita presto responsabilità sindacali straordinario che può ancora fornire dentro la fabbrica - era un capopo- buoni spunti anche per il futuro. E polo naturale dirà di lui Giovanni

28 Longo, altro autorevole dirigen- modo straordinario, anche e soprat- te sindacale e anch’esso operaio tutto in Fiat, dove nel frattempo da dell’Aeritalia - ma si iscriverà al una costola della Cisl era nato il PCI solo nel 1947. Sida, il sindacato giallo di stretta Non a caso, per definirne l’apparte- osservanza aziendale: dopo il primo nenza politica, lui stesso si è spes- sciopero, Togliatti troncherà la di- so definito “liberamente comunista”. scussione dicendo che “gli scioperi Questo tratto secondo me aiuta a giusti sono quelli che riescono”. La comprendere la capacità di Pugno stessa federazione del PCI polemiz- nel rifuggire i luoghi comuni, nel zò con la linea della Fiom e della non accontentarsi delle spiegazioni Cgil torinesi, incarnata in quella burocratiche, soprattutto di fronte fase da Sergio Garavini, arrivando agli insuccessi, come capitò dopo la a definirla “velleitaria, visionaria sconfitta della Fiom alle elezioni o perlomeno atipica”, accusata di per la Commissione interna alla Fiat “tendenze operaiste e anarcosinda- nel 1955. Capacità di riflettere, caliste”. di ripartire sempre della realtà, Eppure furono loro ad avere poi ra- dalla condizione di lavoro, e senza gione. E questa dialettica sindacato perdere tempo: non a caso già alla - partito si ritrova in altri momenti fine di quell’anno terribile la Fiom della storia di Emilio Pugno. torinese pubblica i risultati di un Peraltro la fase successiva, che questionario sulle condizioni di porta al biennio 68-69 delle lotte lavoro. operaie e del movimento studentesco, Non dimentichiamo che quelle vicende vede Pugno segretario generale della incisero nella carne viva di tanti Fiom di Torino dal 62 al 67 e poi dal lavoratori, a partire dallo stes- 69 segretario generale prima della so Emilio Pugno, che tra l’inizio Camera del lavoro di Torino e poi degli anni 50 e il 1955 passò da un della CGIL piemontese. reparto confino all’Aeritalia ad un In questi anni prende corpo un’e- altro reparto confino, questa volta sperienza straordinaria che segnerà alla Fiat Lingotto, dove fu infine tutti gli anni 70 e che resta tutto- licenziato. Una tragedia indivi- ra attualissima: ed è l’esperienza duale e collettiva, che forgiò una sull’ambiente di lavoro che nasce generazione di dirigenti politici dall’incontro nel 1959 con un medi- e sindacali ma provocò anche tante co, Ivan Oddone, che avrà uno primo sofferenze. riconoscimento formale nel 1964 con Ecco, se c’è un’altra convinzione l’istituzione della Commissione me- che Emilio Pugno maturò anche in dica in CGIL da lui presieduta. questa fase, e che ritorna poi in I famosi quattro fattori di rischio, tutta la sua esperienza sindacale, contenuti in un opuscolo che nel tem- è che di fronte ad un insuccesso non po ha fatto scuola non solo a livello sono mai i lavoratori che non hanno italiano, ha formato generazioni di capito, ma il gruppo dirigente del delegati e dirigenti sindacali, e ha sindacato che non è stato in grado di fortemente influenzato le lotte del capire la gente. Nella sua sempli- decennio successivo. cità è una lezione buona anche per E quella lezione nei suoi principi l’oggi, di fronte alla tentazione generali - la salute prima di tutto sempre presente di autoassolversi e non come oggetto di scambio - ci di fronte alle difficoltà. torna utile purtroppo in anni più re- Tra l’altro questo approccio non centi - pensiamo alla tragedia della impedirà a Pugno di difendere scelte Thyssen - e anche oggi, con l’impegno difficili, quando la situazione co- a contenere la diffusione del Covid mincerà a cambiare, a partire dagli nei luoghi di lavoro. Si ripropone scioperi del 62 per il contratto, e la durezza dello scontro tra capi- dove ad un primo sciopero fallito ne tale e lavoro: incredibile è stata seguirà un altro riuscito invece in la linea di condotta di Confindustria

29 nel chiedere la riapertura delle Pugno ha poi fatto il parlamentare, fabbriche anche nel pieno della pan- dal 76 all’83, e dopo avrebbe volu- demia, con i lavoratori costretti a to tornare all’attività sindacale, scioperare per difendere un diritto in Fiat in modo particolare: non primario come la salute! gli è stato concesso. Eppure la sua L’ultimo tratto che voglio mettere presenza - forse considerata in- in risalto dell’esperienza sinda- gombrante - sarebbe stata preziosa, cale di Emilio Pugno, che si collega soprattutto dopo la sconfitta dell’80 al tema della salute, è quello della troppo presto rimossa da buona parte condizione di lavoro, a partire dai del sindacato. tempi di lavoro e dal cottimo, pa- Da parlamentare fu protagonista rola in apparenza desueta che torna di un battibecco con un onorevo- prepotentemente d’attualità: pen- le missino che dà l’idea di quanto siamo al lavoro dei riders, o alle l’antifascismo fosse un tratto fon- grandi multinazionali della logi- dante della sua militanza e della stica come Amazon. Anche in questo sua identità: di fronte al deputato caso l’esperienza personale segna neofascista che lamentava il fatto l’azione sindacale di Pugno, operaio che uno squallido individuo lo stava professionale torinese, figlio di un insultando, rispose al richiamo del operaio professionale, orgoglioso Presidente di turno della seduta e che vive in modo traumatico l’e- della Camera: “L’ho solo onorato sperienza del reparto confino, dove dandogli dello stronzo”. viene messo a saldare marmitte, e si Oltre all’antifascismo c’è anche sente deprivato nella sua profes- molto altro che lega Emilio Pugno sionalità. Eppure è tra quelli che a questo territorio: ci sono molte riesce a rendere fecondo l’incontro belle fotografie che lo ritraggono, con i giovani operai provenienti dal soprattutto nella zona di Forno, Sud impegnati sulle linee di montag- durante comizi improvvisati, impe- gio, il cosiddetto “operaio massa”. gnato nella raccolta delle firme per Mi hanno colpito nei suoi racconti le liste della Fiom, andando casa la voglia di raccontare anche nel per casa a convincere i lavoratori, dettaglio come funzionava concreta- e i rispettivi coniugi, in una fase mente l’organizzazione del lavoro e potenzialmente esiziale per l’or- come incideva nella condizione dei ganizzazione: Destefanis, altro di- lavoratori, consapevole che da lì rigente sindacale dell’epoca, parlò occorreva sempre partire. poi del rischio di estinzione di una Facendo un piccolo passo indietro, Fiom che, soprattutto in Fiat, si va ricordato che quella generazione trovava sostanzialmente in clande- uscita dalla guerra non si limitò a stinità. Una situazione drammatica progettare e a costruire il proto- che pure, in forme un po’ diverse, tipo di un’autovettura - la celebre si è riproposta in anni più recenti. vetturetta - ma un gruppo di operai e Insomma se noi siamo qui oggi lo tecnici dell’Aeritalia, nell’ambito dobbiamo anche a uomini e donne come della campagna chiamata Ala di Pace, Emilio Pugno, persone semplici ep- progettò e costruì fuori orario di pure straordinarie, che con il loro lavoro in un capannone della Mandel- impegno, la loro coerenza e anche li, un prototipo di aereo civile che i loro sacrifici - commovente è il venne portato in corteo il 1^ maggio racconto di Emilio che preannuncia del 1952. “Sembravamo i battagliero alla moglie Cornelia lo sciopero e il del Volga - disse Emilio - perché suo probabile licenziamento - hanno portare dietro questo uccellaccio, testimoniato che ci si può rialzare dall’Aeritalia, tutto corso Vitto- anche dalle sconfitte più atroci, se rio, per sfilare in via Roma e poi si è in grado di guardarsi dentro portarlo al parco Michelotti fu una e ripartire dai problemi concreti fatica immensa.” delle persone.

30 E penso che mai come oggi, in un mondo del lavoro profondamente cambiato ma non meno complicato e pieno di problemi, abbiamo bisogno di ricor- dare e raccontare vite così stra- ordinarie.

31 “PER NOI ERA… I FIGLI RACCONTANO”

INTERVENTO DI TOMÀ BERLANDA, FIGLIO DI FRANCO BERLANDA

32 Buongiorno, mi chiamo Tomà era iscritto all’università Berlanda e sono l’ultimo dei a Milano. Come mostra il suo figli di Franco Berlanda, detto stato di servizio viene chia- “il Grigia”. È con piacere che mato alle armi solo nel dicem- registro questo breve messag- bre ‘41. Effettua il corso di gio di ricordo della figura allievi ufficiali di comple- di papà in occasione dell’in- mento di Artiglieria Alpina contro che si celebrerà il 10 alla scuola di Bra corsi dove ottobre ad Alpette intitolato si gradua nel luglio del ‘42. “La storia si incontra ad Al- Prenderà poi servizio alla fine pette, appunti e spunti sulle del ’42, inizio del ‘43. E figure di Berlanda, Pecchioli quindi, è solo con l’otto set- e Pugno”. Ci avete chiesto a tembre del ‘43 con l’armisti- me i miei fratelli qualche zio che prende una decisione ricordo su chi fosse per noi che cambierà radicalmente il papà. E soprattutto qual era corso della sua vita sia bel- il ricordo della sua lotta lica che poi il suo operato di e il suo impegno ad Alpette intellettuale, architetto, sia durante il periodo della professore e militante. guerra di resistenza che poi Perché come dimostra il li- dopo soprattutto negli ultimi bretto di prigionia svizzero anni della sua vita, quando si passa la frontiera a Ponte è impegnato a fondo per con- Chiasso il 17 settembre. E servare la memoria della lotta dopo una serie di interna- di resistenza e fare in modo di menti raggiunge Losanna nel poterla trasmettere e passare gennaio del ‘44. Qui riesce alle nuove generazioni. a proseguire i suoi studi di È il primo anno senza papà architettura al Politecnico ormai e a distanza non è faci- locale e entra in contatto con le conciliare la tristezza la una serie di figure, italiani sua mancanza con allo stesso che si erano anche loro rifu- tempo il sollievo per il fat- giati in Svizzera a seguito to che se ne sia andato prima dell’armistizio, che sono in della pandemia. 75 anni dopo contatto con il Partito Comu- la fine della seconda guerra nista Italiano e la costruzio- mondiale e la vittoria del ne del sistema di resistenza e 25 aprile 1945 nella lotta dei gruppi di liberazione sul di resistenza contro il ne- territorio nazionale. mico nazifascista, credo che Questa familiarità, questo la presenza della pandemia diventare collega e amico di faccia di quest’anno un’oc- una serie di figure di spicco casione ancora più importante da Einaudi, Saverio Tutino, e urgente per riflettere sul Elter, Nello Corti, Ugo Pec- messaggio che la liberazio- chioli sarà cruciale perché ne rappresentava per lui. E permette il suo entrare a alla quale teneva molto che stretto contatto con l’orga- le nuove generazioni faces- nizzazione militante comuni- sero attenzione riuscissero a sta della resistenza armata continuare questa lotta. in Italia e permetterà alla Per papà l’impegno bellico era fine dell’estate del 44, l’eva- nato tardi perché come raccon- sione di cui contiene traccia tava lui essendo della classe il libretto di in Svizzera del ‘21 era riuscito a evitare il 22 agosto, in collegamento la chiamata alle armi per i con il passaggio delle Alpi e primi anni del conflitto. Si l’arrivo nel territorio ita-

33 liano nella Valle di Cogne che di concludere i suoi studi di dal luglio di quell’anno era architettura, si laureerà a stata la prima valle liberata Torino nel ‘48 e inizierà una dell’alta Italia. lunga carriera, prima facendo L’esperienza della Repubbli- l’architetto all’Istituto di ca di Cogne è una esperienza autonomo case popolari, so- cruciale perché permette al stanzialmente lungo tutto il gruppo degli svizzeri così decennio degli anni Cinquanta come sono ricordati nei li- e poi avviando pratica pro- bri di storia, di mettere a fessionale privata prima con sistema un’impresa e un’espe- Gino Becker e poi con altri. rienza che non è solo militare Iniziando anche la sua car- ma è politica, culturale, di riera accademica che lo vedrà propaganda, e di costruzio- poi ottenere la cattedra di ne di un nucleo di militanza architettura e urbanistica intellettuale e sociale che alla fine degli anni Sessanta. avrà una lunga durata anche A questa attività progettua- nel dopoguerra. Con l’arrivo le e di militanza nel Partito dell’autunno e l’inverno del Comunista di cui sarà consi- ‘44 purtroppo i nazifascisti gliere provinciale a Torino riescono a sconfiggere l’indi- tra le altre cose, affianca pendenza della Valle di Cogne sin dagli inizi un’importan- e papà insieme a Ugo Pecchio- te attività per conservare la li passano sostanzialmente le memoria. È preside del Con- montagne e scendono in val vitto Rinascita nell’immedia- Ceresole e si aggregano al to dopoguerra Torino. E gra- gruppo di partigiani che era- zie alle frequentazioni che no stati inquadrati nell’area aveva sviluppato durante il di Alpette all’interno della conflitto e alla crescita del Quarta Divisione Garibaldi, suo percorso professionale di che si era raccolto intorno a architetto, riesce ad avere una figura carismatica di Gio- l’incarico per una serie di vanni Battista Goglio Titala, monumenti di ricordo ai caduti il quale era caduto nell’ago- nella libertà. Uno dei primi a sto del 44 nella battaglia di quello che costruisce al Mon- Ceresole. È facendo parte di toso in provincia di Cuneo nel questa quarta divisione Ga- ’52, la cui lapide recita “Non ribaldi che papà e Ugo assu- dimenticate che lottando per mono incarichi di comando, in un mondo libero con un mondo particolare papà chiuderà il giusto continuate l’opera del periodo bellico come capo di nostro sangue consacrata” e un stato maggiore altro ai martiri del Colle del della divisione, entrando Lys dove la torre che comple- trionfalmente a Torino nella ta nel ‘55 recita “Fermati o famosa parata di Piazza Vit- Passeggero e medita in questa torio del 6 maggio ‘45 dove è valle per la libertà caddero ben riconoscibile perché come dei Partigiani”. amava ricordare di ben tutta E direi che per un lungo pe- la spalla egli sovrastava il riodo poi questo attivismo di resto dei soldati e commili- memoria smette di trovare una toni. manifestazione costruita, e Quindi con la chiusura del- si trasferisce più nelle aule, la guerra e lo smembramento nella didattica, nell’inse- delle bande partigiane papà gnamento, nella pubblicisti- ha finalmente la possibilità ca, e nell’oratoria. A papà

34 piaceva parlare tutto sommato sciare questo monumento agli di queste storie anche se io svizzeri a fianco al camposanto che sono l’ultimo dei figli “pour que nous puissons dire nato abbastanza tardi nella demain notre parole” come ama- sua vita dii queste cose e di- va citare. E fare in modo che scorsi ho un ricordo ancorché la memoria non si disperda. vago. Fino a quando direi che Credo che per noi figli l’apri- all’inizio degli anni ‘90, con le 2017 sia stato davvero un la caduta del Muro di Berlino e momento importante di cele- la successiva fine del Partito brare questo lascito di papà, Comunista Italiano e quindi di che poco dopo e tutto sommato un lungo cinquantennio quasi inizierà a mostrare i primi di militanza, papà si trova segni di un cedimento fisico, politicamente e ideologica- dopo una lunga vita. Quindi mente spiazzato. E si aggrappa tutto sommato cementare que- vieppiù all’idea della memo- sto sodalizio con il Comune ria della Resistenza e della di Alpette e il Museo della lotta per la liberazione come Resistenza che sono stati così ultima possibile speranza per gentili ad averci sempre sop- un futuro migliore. Quindi portato e supportato. E credo credo che fosse veramente gra- che in conclusione la lezione to a Ugo Pecchioli di avergli della lotta di resistenza nata permesso di affiancarlo nelle in risposta ai regimi totali- orazioni di Alpette di cui poi tari che aveva posto quindi prende il testimone dal ‘96 in le basi per una democrazia poi. Per due lunghi decenni fondata sull’uguaglianza e davvero ci tiene molto ogni l’unità sia ancora più attua- anno – e include anche noi figli le oggi. Perché i partigiani - a fare in modo che fossimo ci ha davvero mostrato che presenti il più possibile in bisogna combattere per poter queste manifestazioni. Fino costruire un domani migliore, al 2017 che è un anno cruciale e tocca a noi, alle nuove gene- perché tra il 2016 e il 2017 razioni inventare nuovi modi insieme a Malcolm Einaudi del- per continuare lo sforzo. Ora la Fondazione Einaudi con l’a- e sempre resistenza. iuto di Maurizio Cilli riesce Ciao papà. a mettere insieme un progetto per donare un calco di bronzo della mano aperta che Le Cor- busier, architetto svizzero francese aveva disegnato per Chandigarh, la nuova capitale del Punjab in India per or- ganizzare un monumento agli svizzeri. Un ricordo appunto a questo gruppo tutto somma- to eterogeneo di combattenti della libertà che erano rien- trati in Italia e di cui alcu- ni di loro poi avevano fatto in modo di trovare in Alpet- te il loro approdo definitivo nella lotta di resistenza e aggregarsi alla settantesima Brigata Garibaldi. Quindi la-

35 “PER NOI ERA… I FIGLI RACCONTANO”

INTERVENTO DI ALVAR BERLANDA, FIGLIO DI FRANCO BERLANDA

36 Buongiorno. Alexander che rimandava di un Siamo molto contenti di essere giorno l’attacco. Così entra- qui ad Alpette per questa ce- rono a Torino un giorno prima rimonia molto toccante. degli altri distaccamenti, in Come famiglia Berlanda vo- particolare di Barbato che era gliamo ringraziare moltissi- sulle colline di Torino. Quin- mo il comune di Alpette. Sia di si può dire che Torino è nostro padre, che Ugo Pec- stata conquistata da Alpette. chioli sono stati sempre mol- to affezionati al paese dove avevano passato quei momenti della lotta di liberazione molto intensi ed esaltanti. I rapporti con il comune sono stati sempre bellissimi. Ugo Pecchioli prima e poi negli ultimi anni nostro padre sono sempre venuti qui a celebrare la ricorrenza del 25 aprile. Nostro padre lo ha fatto fino a oltre l’età di 90 anni. Ce- rimonia a cui teneva partico- larmente. Vorrei sottolineare l’affetto di nostro padre per Alpette, generosamente ricambiato dal- la popolazione e dai sindaci che si sono succeduti, prima di Varetto, vorrei ricordare Marino Ceretto e Piero Gia- chino. Un particolare ricordo anche per la signora Adriana Prospero, che si è spesa sem- pre moltissimo per la orga- nizzazione delle cerimonie. Un ringraziamento particolare per la popolazione di Alpette che tutti gli anni affollava la cerimonia. In occasione poi della posa del monumento agli svizzeri, un ringraziamento particolare a Malcolm Einaudi, al sinda- co e ai cittadini di Alpette tutti che hanno collaborato e sostenuto l’opera. Volevo anche ricordare un epi- sodio della guerra di libe- razione. I partigiani che da Alpette scesero conquistan- do prima Cuorgnè, poi si di- ressero verso Torino secondo l’ordine “Aldo dice 26 per 1”. Ma non furono raggiunti dal contrordine del generale

37 “PER NOI ERA… I FIGLI RACCONTANO”

INTERVENTO DI LAURA PECCHIOLI, FIGLIA DI UGO PECCHIOLI

38 Solo due parole e vorrei co- Nel sistemare abbiamo sposta- minciare con: meno male che to un quadro e abbiamo scoper- c’è Alpette. to che papà nel suo studio, Di questo vi voglio veramente insieme alla foto di Elter, ringraziare. aveva una cassaforte del- Vanni ed io siamo cresciu- la quale non sapevamo nulla. ti con Alpette. Nostro pa- Naturalmente non avevamo la dre veniva sempre qui, ogni chiave e abbiamo dovuto chia- 25 aprile ma anche in molte mare un fabbro. Dentro la cas- altre occasioni, ce ne par- saforte c’era solo una busta, lava sempre e per lui era un che vi ho portato. impegno inderogabile. Ma è Sulla busta c’è scritto: solo dal 1996, quando papà è “Contiene biglietto trovato mancato, che abbiamo capito nella tasca di Walter Fillak il perché di questo affetto. dopo l’impiccagione. Cuorgnè Perché questo affetto voi ce 5 febbraio 1945”. In questa lo avete restituito da subito, busta c’è un piccolo frammento fino dai primi giorni dopo la di carta di quaderno dove c’è sua morte e noi questo affetto scritto: Trovato nelle tasche non lo possiamo dimenticare. dei pantaloni del giustiziato Per questo siamo felici di e dietro, scritto a matita da aver deciso di portare qui Walter, Martin, ci sono le le ceneri di papà. Lui qui sue generalità per far rico- avrebbe voluto stare, fra le noscere il suo corpo: “Fil- sue montagne, insieme ai suoi lak Walter (Martin) nato a compagni, alle sue compagne, Torino 10-6-1920. Comandante ai suoi amici. Questo senti- 76° Brigata, figlio di ing. mento papà ce lo ha trasmesso Ferruccio Fillak via Reims 5 in tutti gli anni della nostra – Milano”. infanzia e dopo, fino alla fine. Con Vanni non abbiamo avuto In questi anni mi è stato chie- dubbi su dove questo bigliet- sto molte volte di ricordare to, questo documento dovesse mio padre in pubblico. Ho sem- stare. Deve stare qui, ve l’ho pre declinato l’invito perché portato, ve lo doniamo con- ritengo che non sia compito segnandolo al Sindaco Silvio mio. Posso solo dirvi che è Varetto, rappresentante di stato un padre amorevole e tutta la comunità molto amato. Ringrazio ancora i compagni Una sola cosa però oggi vo- della sezione ANPI di Alpette glio raccontarvi, una cosa che di cui sia io, Vanni, mio mari- dice di lui molto più di tante to e mia cognata ci onoriamo di altre. far parte, gli organizzatori Due anni fa è mancata anche di questa bella iniziativa e mia madre e con mio fratello tutti voi. Vanni abbiamo cominciato a si- stemare i documenti, le carte ed i libri. Molti libri li abbiamo donati qui, ad Alpet- te, altri li abbiamo inviati a Casa Gramsci a Ghilarza in Sardegna, il paese natale di Antonio Gramsci dove, anche lì, hanno creato una piccola biblioteca, per dare un signi- ficato a questi libri.

39 “PER NOI ERA… I FIGLI RACCONTANO”

INTERVENTO DI RUGGERO PUGNO, FIGLIO DI EMILIO PUGNO

40 Mio padre aveva con me un Di lei voglio ricordare che rapporto molto stretto e ci quando mio padre le disse del- consideravamo amici nel vero lo sciopero che si sarebbe senso della parola. effettuato e del suo probabile Con lui ci si poteva interlo- licenziamento la sua risposta quire su tutto dalle questio- fu “ caro Emilio se non ti li- ni più semplici a quelle più cenziano perderai tutto il ri- delicate ed aveva sempre una spetto dei lavoratori” e suc- risposta adeguata, cosa che cessivamente mantenne unita mi ha spinto sempre ad avere la famiglia con il suo lavoro con lui un rapporto schietto da sarta quando mio padre non ed aperto. portava a casa uno stipendio Mi ha sempre portato con lui pur essendo già nel sindacato quando raccoglieva le firme per chiamato da Garavini. la FIOM assieme a Coha sulla Commovente per me fu la di- giardinetta in dotazione del- scussione che avemmo quando la Camera del Lavoro spiegan- lasciò il PCI e passò a Rifon- domi la durezza di quel lavoro dazione Comunista e successi- e facendomi ragionare sulle vamente quando lasciò anche scelte di vita a cui come es- questa isolandosi nelle sue seri umani si è costretti a ferme convinzioni. decidere. Mi padre con il territorio di Sullo studio poi come sul la- Alpette non ha avuto alcun voro e sempre stato rigido rapporto, ma ne era unito da un e categorico spiegandomi che filo rosso che si chiama resi- per poter controbattere ar- stenza, quella partigiana in gomentazioni o decisioni sia città, quella della fabbrica a scuola che sul lavoro biso- e dei diritti dei lavoratori. gnava sempre essere a posto e sicuri. Le nostre discussioni sia a casa che personali sono sempre state pacate e coinvolgenti: non ricordo un pranzo o cena durante al quale si dibattes- sero argomenti sia di vita che politici. Questo insegnamento alla pa- catezza e al ragionamento stando in tema all’argomento in discussione me lo sono por- tato dietro anche nella mia esperienza lavorativa. La cosa che lo irritava par- ticolarmente erano le persone che per spiegare un argomento “partivano da Forlimpopoli” come diceva lui e non chiude- vano mai. È stato per me un vero esempio di vita. Voglio però ricordare anche mia madre che è stata per noi due un vero e unico collante di mediazione e di amore.

41 LA STORIA DEL SITA

INTERVENTO DI MIRELLA BAZZARONE, FIGLIA DEL COMANDANTE DELLA 77° BRIGATA GARIBALDI ED EX SINDACO DI ALPETTE RENATO BAZZARONE

Sono Mirella Bazzarone, sono socia per i quali avevano combattuto, for- dell’ANPI di Alpette fin da quando ti della loro amicizia e dall’amore ho avuto la possibilità di ottenere per Alpette, sentirono il bisogno di la tessera. avere un luogo fisico dove potessero Sono figlia di Renato, socio e presi- ritrovarsi per parlare, discutere, dente della società che ha edificato progettare, raccontarsi, divertir- e fondato questo edificio e che ne ha si anche, stare insieme con le loro gestito, oltre alle attività di ri- famiglie. cezione, le innumerevoli iniziative All’inizio furono due camere prese culturali, ricreative e di promo- in affitto in cui prese forma una can- zione turistica per un lungo tempo. tina (piola) denominata CRAL. Oggi noi siamo ospiti di questa La gestione dell’attività era affi- struttura che si chiama “Spazio Gran data ad un socio e tramandata tra di Paradiso”, uno spazio rinnovato, loro di anno in anno. Si era intorno risanato, ma soprattutto riportato ai primi anni ’50. alla vita dopo una lunga, cupa e in- Ben presto ci si accorse che questi certa chiusura. Ma un tempo questo locali erano insufficienti perché in luogo si chiamava SITA, acronimo che paese si sviluppava un forte bisogno sta per “Società Immobiliare Titala di turismo. Fu così che nacque l’am- Alpette”. biziosa idea di costruire un locale Titala, ecco, sta in questa dedica molto più grande che continuasse ad all’uomo da cui tutto ebbe inizio essere un punto di riferimento per l’essenza ed il perché di questa tutti, alpettesi e non. struttura. Promotore fu un gruppo di partigiani Permettetemi di delineare in breve della 77^ Brigata Garibaldi che so- la storia del SITA. lidariamente decisero di acquistare Alla fine della Seconda Guerra Mon- il terreno cu cui sarebbe sorto un diale, dopo il 25 Aprile, un gruppo albergo bar ristorante. di partigiani, uniti dagli ideali Fu fondata la Società Immobiliare

42 Titala alla quale aderirono 27 soci, le condizioni finanziarie e le oppor- tra partigiani ed antifascisti che tune sinergie istituzionali per il vivevano o frequentavano Alpette. recupero e procedere ad un’imponente L’obiettivo perseguito era duplice: ristrutturazione. da un lato riunire tutti coloro che La riapertura è avvenuta grazie in amicizia e semplicità avevano al tenace ed appassionato impegno voglia di fare una partita a carte o dell’attuale sindaco, Silvio Va- a biliardo, di bere un bicchiere di retto. vino in compagnia, di guardare una Grazie. partita di calcio alla TV; dall’al- tro offrire soggiorni ai lavoratori a prezzi modici. Era il comune ben esser, lo stare bene insieme lo scopo ultimo. E così fu. I 27 soci si autofinanziarono, sop- portando, alcuni, grandi sacrifici personali, per fare fronte al paga- mento dei mutui e dei prestiti cui dovettero accedere. Dovettero farlo tre volte: la prima per la costru- zione dell’edificio, la seconda volta per comprare l’attrezzatura e l’ar- redamento, la terza volta per potere dotare l’albergo di un impianto di riscaldamento. L’albergo fu inaugurato il 25 aprile 1961, fu dato in gestione e nel 1965, grazie alla forte richiesta di ospi- talità, fu sopraelevato grazie al generoso contributo di uno dei soci. Dopo un prolungato periodo di pro- sperità e benessere sorsero alcune difficoltà nella gestione ammini- strativa e finanziaria dell’albergo per cui, con il consenso unanime di tutti i soci, la struttura venne donata al Partito Comunista Italia- no, mentre la Società SITA continuò ad assicurare la continuità degli obiettivi dei fondatori mantenendo la gestione in comodato d’uso. Alla fine degli anni ’90, com’è noto, il PCI venne travolto da una irrisol- vibile crisi finanziaria che costrin- se quell’organizzazione politica a cedere alle banche finanziatrici tutti i beni posseduti. L’albergo chiuse i battenti e così rimase per tanti anni. Tutto ciò finché il sindaco di al- lora, Marino Ceretto Castigliano, ottenuta la collaborazione della Regione Piemonte e in unione con l’amministrazione della Comunità Valle Orco e Soana, ha potuto creare

43 “GLI SVIZZERI E LA MANO DI LE CORBUSIER”

INTERVENTO DI MALCOLM EINAUDI, PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE GIULIO EINAUDI

Tra le figure che ogni tanto attra- miei trenta (e oltre i suoi settan- versavano la scena di famiglia, era ta) ma convocato da nonna Renata, da sempre esistito “l’architetto stavolta, in veste professionale: Berlanda”. Era un amico dei nonni, si era aperta una grossa, preoccu- anzi era “il vecchio amico” per ec- pante crepa nella casa in campagna cellenza: un signore alto, schivo, e bisognava fare qualcosa. Il Gri- laconico. Appariva raramente e come gia (così lo chiamavano) prese la appariva spariva, però si sentiva situazione in mano e capitò che - io godesse, in qualche maniera, di una come autista – si facessero due o tre affezione particolare: di quelle viaggi a vedere la casa, a parlare che forse si riservano a coloro con con impresari di zona per avere dei cui ci si è detti tutto, si è vissuto preventivi. Ne verificai l’efficacia: già tutto e con cui non c’è altro da andava dritto al punto, rivolgendosi aggiungere, nulla più da dimostrare. a chiunque con una asciutta, quasi Io in questa prima epoca de “il Ber- spazientita, superiorità gerarchi- landa” avrò forse avuto sei anni, e ca. Otteneva con poche parole e in poi otto, e tredici, e poi diciotto, breve ciò che voleva sapere; cose che e poi forse ventidue... ma rimase di norma avrebbero richiesto tempo, sempre un “intravisto”, uno che si valutazioni, sopralluoghi ripetuti. sapeva esistere e poco più... Se ne Fu fatto un preventivo e si scoprì apprezzavano conseguenze però, tipo che era costoso, che per noi non era che quell’armadio di casa lo ave- il momento. Il Berlanda sparì anco- va disegnato lui, quella scrivania ra, la crepa rimase lì a lungo e per della Einaudi anche, e che quella anni di nuovo non lo incrociai più. poltrona, quel tavolino in salotto, Credo la volta successiva sia av- li vendeva sua moglie in un negozio. venuta per caso, in strada, dalle Poi deve esserci stato un buco di parti di piazza Vittorio, lui già anni, e quasi me ne dimenticai... ultraottantenne io dopo i quaran- riapparve in casa un giorno, dopo i ta... stranamente era un po’ come se

44 non fosse cambiato nulla, come ci Fu più o meno a metà di questi “ap- si fosse visti cinque minuti prima puntamenti” (credo avesse 94 anni e ci si potesse rivedere il giorno e io “ormai” 51), che un giorno te- dopo: “Ciao Berlanda! Come va !?” lefonò: “ Il Berlanda! Ciao. Senti, - “ Male! E tu? “ - “Faccio del mio io ho giù in cantina un Bronzo di peggio.” - “Come sta Renata? Salu- Le Corbusier, e siccome ho un piede tamela.” - “Sarà Fatto!”. nella fossa, lo vorrei regalare al La discussione, per la cronaca, comune di Alpette, perché ci faccia avveniva a una fermata del tram un monumento agli “svizzeri”. Non che stava aspettando e già all’e- è che mi potresti aiutare in questa poca la mancanza di senescenza che cosa? “. ancora lo sosteneva, nonostante Questa fu la premessa: mi resi in- gli ottanta suonati, era notevole. cautamente disponibile. Da allora, Usciva a piedi, due o tre volte alla settimana, per saliva su autobus e su tram, come i successivi due anni, avrei rice- fosse la cosa più normale del mon- vuto sue convocazioni telefoniche do. Però a pensarci un attimo, non e sarei passato a casa sua innume- lo era. E chi diamine mai avrebbe revoli volte. potuto immaginare - all’epoca - che Si fece quel che si doveva, por- il bello dovesse ancora venire, e tammo su quel bronzo da 200 kg, che ci fosse anzi un futuro in ag- trovammo il muro, si fecero gli guato, nonostante tutto? accordi e si avviò una ideazione. C’era allora questa specie di amico Alla fine divenne un assemblaggio omeopatico, vero e proprio “resi- progressivo, figlio essenzialmente duato bellico” assorbito dai nonni del suo impulso prima ancora che di senza quasi sapere chi fosse e che un progetto finito. Chi rallentava sopravviveva a tutti. E infatti la le cose, alla fine era semplicemente nostra successiva (e più assidua) lasciato indietro, abbandonato. frequentazione fu poi scandita pro- Il 25 aprile del 2019, il comandante prio dai funerali. Ci fu quello del Berlanda presenziò alla inaugura- nonno, e poi un po’ dopo, quello zione dell’affresco che completava della nonna. Là sul prato la parete, al centro della quale la del cimitero (da lui stesso restau- “mano aperta” di Le Corbusier por- rato lui stesso nel primo dopoguer- tava in palmo un mattone di rame. Un ra) a Dogliani, dopo la muratura mese più tardi ci avrebbe lasciato. della lapide e la soporifera tiri- Quasi avesse misurato lui i tempi e tera del parroco che si era preso segnato le tappe di questo ultimo la scena, ebbe come un guizzo. Non cammino, a cui ci ha dato l’onore dico che diede una gomitata al prete di partecipare. Quasi avesse intu- ma poco ci è mancato. Si piantò in ito che bisognava fare in fretta e mezzo al prato e ad alta voce quasi che solo pochi mesi più tardi, il imprecò “Io vorrei anche ricordare mondo si sarebbe poi fermato. E no, che questa donna è stata una par- questo proprio non avrebbe potuto tigiana, e che tutti noi dobbiamo sopportarlo! anche a lei qualcosa della nostra libertà”. E ci scoprimmo tutti grati di questo finale imprevisto, come un sasso che aveva infranto la litania manierata di un rituale altrui. Ma ci fu poi ancora il fu- nerale di Cominotti, e infine quello più prematuro di Egi Volterrani. E immancabilmente il Berlanda si presentava, e si piantava in mezzo alle esequie a rendere onore agli amici.

45 “NELLA NOTTE CI GUIDAVAN LE STELLE. COME I PARTIGIANI SI ORIENTAVANO NELLE NOTTI BUIE PERCORRENDO I SENTIERI” INTERVENTO DI GILBERTO GOGLIO, NIPOTE DEL COMANDANTE PARTIGIANO TITALA

Benvenuti al Planetario, la cui sto- scudo lucente e falcetto di diamante ria è legata alla figura di Don Gio- aveva tagliato la testa alla Medusa, vanni Capace, sacerdote molto attivo interrompendo il suo regno di ter- in Valle Orco durante la Resistenza. rore. Di ritorno da questa impresa Il Polo Astronomico di Alpette è de- era riuscito a sconfigge la Balena dicato a Don Capace perché era stato e a salvare la bella Andromeda poi lui nel 1971 ad iniziare l’attività divenuta sua sposa osservativa in paese, conclusa poi Veniamo ad immedesimarci come fos- con la donazione della strumenta- simo alla sera del 10 agosto 1944 zione al Comune nel 1989 in quanto proiettando il cielo di Ceresole ormai anziano. nella notte prima della battaglia Ora passo la parola per la visita al finale dei partigiani contro la X Planetario a Roberto Grande, nipo- MAS. Voglio ricordare come in quel te acquisito di Don Capace, grande periodo ci fosse il picco di visibi- appassionato di astronomia e membro lità delle scie luminose (stelle ca- del direttivo degli Amici del Polo denti) lasciate dal passaggio dello Astronomico di Alpette (A.P.A.). sciame meteorico delle Perseidi, che Roberto: il mio racconto sul cielo prende il nome dalla costellazione degli antichi e sulle costellazioni di Perseo. spiegando come, partendo dalla co- Gilberto: ricordo ora i tratti sa- stellazione dell’Orsa Maggiore, si lienti della battaglia di Ceresole possa trovare la Stella Polare che come raccontati nel libro pubblicato indica il Nord. da Claretta Coda e Giovanni Riccabo- Vi è poi la leggenda di Perseo e ne. Chiedo poi di immaginare il suo Andromeda indicando come trovar- prozio “Titala” intento a guardare le nel cielo partendo dalla W che le stelle cadenti e a immedesimarsi indica Cassiopea. L’attenzione si in Perseo di fronte ad un’impresa sofferma sull’eroe mitologico Per- impossibile. Purtroppo lui e i par- seo, che dotato di sandali alati, tigiani non possiedono sandali alati

46 o armi magiche ed hanno ormai finito questa mia decisa volontà fa sì che quasi tutte le munizioni cercan- io affronti la morte con la calma do di compensare gettando massi dei forti. Non so altro che dire. sui fascisti. I partigiani sperano Il mio ultimo abbraccio Walter Il ancora che le armi arrivino dalla mio ultimo saluto a tutti quelli Francia ma questo desiderio non si che mi vollero bene” avvera e la battaglia si conclude la sera del 11 agosto con l’uccisione di Titala mentre è intento a orga- nizzare e a proteggere la ritirata dei compagni. La notte successiva il commissario politico Gino Seren Rosso prende il comando della 77° brigata in fase di ripiegamento verso il colle del Nivolet. Lo immaginiamo con gli altri partigiani mentre cercano di orientarsi con il Gran Carro e la Stella Polare e finalmente riescono ad arrivare al piano che porta a Pont Valsavaranche. Titala e la sua 77° brigata hanno combattuto strenuamente una bat- taglia più grossa di quello che potessero immaginare (con la pre- senza di Pavolini e Borghese) e che sapevano di non poter vincere. Sapevano però che la guerra sarebbe finita presto e che i nazi fascisti sarebbero stati sconfitti. Purtroppo prima della fine della guerra ci saranno ancora dei momen- ti tristemente storici in Canavese come la battaglia del Monte Soglio e la tragedia della Galisia. Ringraziandovi dell’attenzione ri- cordo a chi scenderà a Cuorgnè di soffermarsi al fondo della strada nel punto in cui fu barbaramente ucciso, dopo una doppia impicca- gione, Walter Fillak. Per concludere vi leggo la lettera scritta da Walter al padre prima dell’esecuzione (e riportata nella lapide):

“Mio caro papà, per disgraziate circostanze sono caduto prigionie- ro dei tedeschi. Quasi sicuramente sarò fucilato. Sono tranquillo e sereno perché pienamente consa- pevole d’aver fatto tutto il mio dovere d’italiano e di comunista. Ho amato sopra tutto i miei idea- li, pienamente cosciente che avrei dovuto tutto dare, anche la vita; e

47 POMERIGGIO SINDIC RICORDA CHE SUMA NA’ SQUADRA!

SALUTI DI SILVIO VARETTO, SINDACO DI ALPETTE E PRESIDENTE DELL’UNIONE MONTANA GRAN PARADISO

Cari Parenti, cari Compaesani, il e semplici esempi di vita giovanile saluto che Vi porto oggi è un saluto che hai avuto modo di osservare in sentito e commosso ai Figli, ai Ni- Paese al fine di maturare e crescere poti, ai pro Nipoti, di chi la Storia il meglio possibile. l’ha fatta realmente anche se non ne- L’Amministrazione Comunale prose- cessariamente tutti in prima linea. gue nel solco tracciato da chi ci In questi momenti di commemorazio- ha preceduto, dunque alla Cultura ne si identifica il Sindaco come il Materiale del Rame si è aggiunta padrone di casa. In realtà Vi ri- nel 2014 una nuova ala nell’Ecomu- cordo che il Sindaco è pro tempo- seo, quella del Lavoro e della Re- re, di passaggio, quello che stiamo sistenza. Questo è stato possibile facendo in questi anni con i miei grazie alle generose donazioni di validi Collaboratori, Colleghi Am- tante Famiglie di Alpettesi come i: ministratori, Impiegate e meritorie Bazzarone, Seren Rosso, Seren Ber- Associazioni è il frutto di quello nardone, Ceretto Castigliano, Seren che abbiamo maturato nel cuore, nel- Gay, Goglio, Prospero, Altri, tutti la testa, nelle menti, nelle poche tenuti assieme grazie al lavoro ul- scienze che abbiamo studiato ancora tra settantennale della locale se- prima di prendere certi incarichi e zione A.N.P.I. di Alpette. In segui- che ci ha mossi per far sì che tutto to l’impegno culturale del Comune è questo un giorno fosse ancora vivo, stato quello di ottenere nel 2018 un possibile e duraturo. doppio “bersaglio” in avanti nella Certamente frutto di insegnamenti, ricertificazione Herity Internatio- di cultura materiale tramandataci, nal del sito culturale. di cultura orale da chi aveva poca Come avete potuto sentire questa dimestichezza con carta e penna o mattina durante il Convegno, dove addirittura con la lingua italia- sono intervenuti anche Figli dei na e pertanto Ti ha raccontato la personaggi illustri, la volontà è “sua” storia in dialetto, esperienze quella di continuare a donare e ar-

48 ricchire di testimonianze questo luogo di cultura materiali e di sto- ria contemporanea, proprio perché a beneficio di una memoria che la Collettività Locale si riconosce con il Suo Polo Culturale ed in- tende mantenere viva, espandere e comunicare alle nuove generazioni che verranno. Prima di chiudere, permettetemi un ricordo in onore della prematura scomparsa del Consigliere Comuna- le NINO FERRERO avvenuta solo poco più di un anno fa. Nino ha mantenu- to viva tutta questa Storia e gli ideali che essa ha tramandato, ha lavorato e collaborato fattivamen- te tutta la Sua esistenza, proprio qui ad Alpette negli innumerevoli ruoli che ha ricoperto. Un Suo adagio “SINDIC ricorda che suma na’ squa- dra!”

49 TRAMANDARE LA MEMORIA

SALUTI DI EVARISTO GIARDINA, SEGRETARIO SEZIONE ANPI DI ALPETTE

Gentili signore, gentili signori, un po’ anomala, perché la maggior care compagne, cari compagni, parte degli iscritti non vive qui. Come annunciato da Francesco Ace- Non è quindi la stanzialità che ci ti, sono il segretario della sezione unisce, ma altro. ANPI di Alpette. Il primo luogo il bisogno coltivato Una sezione che ha una lunga esi- da tanti di noi di non disperdere la stenza e un’importante “Storia” alle memoria familiare e di testimoniare proprie spalle. la nostra riconoscenza per il gene- Un’esistenza e una “Storia” iniziata roso impegno profuso nella lotta di già nel 1946, come testimonia la bel- Resistenza da padri, madri, nonni, la collezione di tessere ANPI che cu- nonne. stodiamo all’Ecomuseo, e continuata Fino allo scorso anno erano ancora senza interruzioni fino ad oggi. con noi, nella nostra sezione, due La vita della nostra sezione si è amatissimi partigiani, Renzo Seren spesso identificata non solo per la Rosso e Franco Berlanda. Oggi ab- realizzazione di momenti ricorren- biamo il piacere di annoverare tra ti e celebrativi, ma anche per la i nostri iscritti una “Patriota”, promozione di eventi e di attività una testimone di quel tempo di Re- culturali e sportivi e per la crea- sistenza che qui si è vissuto, una zione di opportunità di aggregazione donna che ha compiuto essa stessa sociale e ricreativa. azioni di sostegno e di solidarietà Da alcuni anni ci siamo assunti l’im- ai partigiani e ai soldati sbandati, portante, se non addirittura neces- che è stata sorella e sposa di un sario impegno di gestione dell’Eco- partigiano. museo del Rame, Lavoro e Resistenza Sedici dei 34 iscritti sono figli o che abbiamo peraltro contribuito, nipoti di partigiani della 77^ Bri- in modo fondamentale, a creare nella gata Garibaldi. parte che riguarda la Resistenza. Si evidenzia quindi con chiarezza Oggi la nostra è una piccola sezione, che uno dei motivi, se non il prin-

50 cipale, per cui la sezione vive è questo: il forte senso di appar- tenenza a questo luogo di Storia e di Memoria. Ecco allora che l’appuntamento di oggi vorrebbe essere un innesco, un’azione di propulsione tesa a conseguire lo scopo di fare av- vicinare o riavvicinare a questo luogo i figli e in loro mancanza i discendenti di coloro che 75 anni fa qui combatterono perché si rea- lizzassero gli ideali di Libertà, di Giustizia, di Pace. Care amiche, cari amici, il nostro giusto orgoglio sta nella conside- razione che la Storia dell’Italia democratica e repubblicana è pas- sata anche da qui, tra queste case e su questi monti. Chiudo ricordando il senso di ciò che con lucidità scrisse Piero Ca- lamandrei e cioè che è qui, così come in qualsiasi altro luogo dove si è combattuta la Guerra di Libe- razione, che si trovano le radici della nostra democrazia e del ri- scatto morale dell’Italia. Grazie per essere qui con noi.

51 “SCRIVIAMO LA STORIA DELLA 77° BRIGATA GARIBALDI GIÀ ‘GRUPPO AQUILA’ E DELLA 50° BRIGATA GARIBALDI ‘MARIO ZEMO’ DELLA IV DIVISIONE GARIBALDI” INTERVENTO DI FRANCESCO ACETI, DIRETTORE DEL POLO CULTURALE, BIBLIOTECARIO ED ECOMUSEO DEL RAME, LAVORO E RESISTENZA

L’incontro a cui stiamo dando vita coniugando la tradizione locale con oggi pomeriggio l’ho fortemente vo- i prodotti del rame, all’immigrazio- luto sin da quando l’amministrazio- ne su Torino nel ruolo di battilastra ne comunale con il Sindaco Silvio ma mantenendo un contatto con le loro Varetto e l’ANPI alpettese con il origini creando la Società Operaia e presidente Nino Ferrero mi proposero poi dando vita sin dall’8 settembre di assumere il ruolo di direttore 1943 alla prime bande armate parti- del Polo culturale bibliotecario giane con il Gruppo Aquila. Basta ed ecomuseo del rame lavoro e Resi- ricordarsi della frase che ancora stenza e che accettai con piacere oggi capeggia nell’ala ecomusea- nella primavera del 2019. Purtroppo le dedicata alla Resistenza in cui la pandemia legata al Covid 19 ha Battista Goglio “Titala” dopo l’en- fatto sì che tale evento non si po- nesimo assalto delle bande fasciste tesse svolgere prima il 25 aprile e alla sede della Società Operaia allo poi il 9 maggio 2020 data originaria stesso tempo Cooperativa e Circolo, dell’odierna iniziativa. Ringrazio scrisse “ voi fascisti bruciate le tutti voi di aver accettato l’invito case, ma l’ideale è come la pietra e poiché ritengo indispensabile per la pietra non brucia” dicembre 1922. ricoprire tale incarico affidatomi, Gli obiettivi che mi sono dato, dopo la collaborazione del maggior numero essermi confrontato con chi mi chie- di persone possibile. Voglio altresì se di assumere l’incarico, è quello ricordare che l’ecomuseo raccoglie di rilanciare e sviluppare le tante al suo interno ben tre aspetti dif- opportunità che Alpette può e po- ferenti tra loro: rame, lavoro, Re- trebbe offrire sia in ambito stori- sistenza ma che ad Alpette si legano co, culturale ed ambientale facendo rendendo inscindibile il legame. altresì squadra con le altre realtà Uomini e donne hanno infatti fatto territoriali, allargando la visio- la storia locale e non solo, vedasi ne, le opportunità che il territo- i contributi e le presenze odierne, rio offre. Per quanto concerne il

52 movimento resistenziale ovverosia inglesi o i sovietici, il turco ed la parte che più ci interessa oggi il greco... Un’ altra sfida poi ci pomeriggio, il primo obiettivo al di attende, si sta lavorando infatti là delle singole interpretazioni di alla ristrutturazione della terza parte e di ruoli sugli avvenimenti di ala del capannone che attualmente oltre settantacinque anni fa, quindi ospita l’ecomuseo. Quando i lavori difficili da ricostruire, è quello di saranno terminati, mi auguro entro completare l’elenco dei componenti la primavera 2021, questo nuovo spa- nei suoi vari passaggi da Gruppo zio sarà interamente dedicato alla Aquila a 50° Brigata Garibaldi Mario Resistenza. Si tratterà di allestire Zemo per terminare con la 77° Bri- in forme tecnologiche più avanzate gata Garibaldi Titala facente parte il tutto, grazie anche come avrete della IV° Divisione Garibaldi. Un sentito questa mattina nell’inter- passo certo non semplice per molte- vento di Carla Gatti della Città Me- plici motivi: si era in clandestini- tropolitana di Torino, del progetto tà, molti nomi risultano storpiati, Interreg ALCOTRA Pa.C.E. Affinché il tanti partigiani provenivano da ter- tutto abbia successo è necessario il ritori lontani, vi era un gran movi- maggior coinvolgimento e contributo mento di uomini che passavano da una di tutte le persone disponibili a banda, da una formazione all’altra. partire da voi parenti, amici, co- Nel nostro caso principalmente per noscenti di quelle persone che oltre quanto concerne le Brigate Garibaldi settantacinque anni fa rischiarano in particolare della IV ° Divisione: o diedero la loro vita per la nostra la 18° Papandrea, la 49° Viano, la libertà. Di cosa abbiamo bisogno? Spartaco II° ma anche la 47° Monza- Raccogliere il maggior numero di ni, fino a spingersi nel Monferrato informazioni, racconti. Materiale come raccontatoci nei mesi scorsi cartaceo e fotografico. Indumenti ed da alcuni figli di partigiani. Non oggetti vari. Per quanto concerne va dimenticato soprattutto il primo il materiale cartaceo e fotografico periodo di costituzione del Gruppo non vi chiediamo di privarvene ma Aquila a cui presero parte Trio- con le moderne tecnologie possia- ne Giuseppe “Spartaco II°”, Aprato mo tranquillamente riprodurre gli Giovanni “Ratulin” Leale Giovanni originali. La stessa collaborazione “Nino il Vercellese” “Nino il bion- e richiesta di coinvolgimento la do” ma anche tante altre persone avanzeremo nei confronti di altri che in tempi successivi fondarono ecomusei e musei, Istituti vari qua- diversi gruppi. Scontiamo nel la- li Istoreto, ANCR (Archivio Nazio- voro avviato la mancanza purtroppo nale Cinematografico Resistenza) , di documenti, ad esempio nei mesi le sezioni dell’ANPI. Ringraziamo scorsi ho scoperto che tutti o buo- della loro presenza odierna il Comi- na parte dei documenti dell’allora tato del Colle del Lys e l’ecomuseo 50° Brigata Zemo furono trasferiti, valdostano di Perloz, partner del ove non si sa, in tutta fretta a fine progetto ALCOTRA. Al momento pos- luglio 1944 dai locali del comune so dirvi di aver reperito e preso di Alpette, per metterli al riparo contatti anche fuori dal Piemonte dall’offensiva nazifascista conclu- ed in particolare su alcuni dei 33 sasi con la battaglia di Ceresole avieri che da Altessano salirono Reale. La stessa banca data base del ad Alpette. Ho anche materiale di Partigianato Piemontese prodotta da Renato Cottini di cui si è parlato Istoreto è molto parziale e contiene stamattina e che risulta presente vari errori e svarioni. in Alpette in due distinti momenti Allo stesso tempo vorremmo racco- quale traduttore per gli inglesi. gliere anche il maggior numero di Accanto a queste storie vorrei svi- informazioni e dati sui tanti stra- luppare la ricerca, il racconto sul- nieri che combatterono in loco: da- la Società Operaia Circolo Coopera- gli jugoslavi ai cecoslovacchi, gli tiva embrione resistenziale già alle

53 origini del fascismo e nel dopo con la nascita e le attività del Sita: hotel, ristorante, circolo, luogo di aggregazione e di confronto. Ri- visitare i luoghi del paese, i suoi monumenti, le sue targhe. Non per ultimo e legato allo sviluppo del pa- ese, delle sue attrazioni, delle sue origini e storie, dell’ambiente e del turismo compatibile e collegato al progetto internazionale i “Sen- tieri Resistenti” su cui da anni ci lavora alacremente Gilberto Goglio, nipote del comandante Titala. L’in- sieme di queste idee che mi auguro si traducano in atti concreti grazie a voi tutti, porteranno nuova linfa al paese, al territorio e permetteranno di trasmettere la memoria storica alle nuove generazioni di cui c’è tanto bisogno, coinvolgendo ed in- crementando quando sarà nuovamente possibile, il turismo culturale di- dattico che negli anni ha portato ad Alpette alcune migliaia di giovani studenti. Non resta che augurarci un buon lavoro di squadra, grazie.

54 “INSIEME POSSIAMO CRESCERE”

INTERVENTO DI GILBERTO GOGLIO, NIPOTE DEL COMANDANTE PARTIGIANO TITALA

Per poter tenere vivo il tema della re chi magari ha avuto poca voce in Resistenza dobbiamo riuscire a coin- passato. volgere i parenti dei partigiani che Sembra strano che sia difficile ri- hanno combattuto nella 77° Brigata salire agli elenchi dei partigiani o che comunque avevano delle radici che hanno combattuto nella 77° Bri- ad Alpette o in Canavese. gata ma, immedesimandosi nel periodo Man mano che si entra nel dettaglio storico, risulta chiaro come fosse delle ricerche si nota come ci siano pericoloso tenere elenchi scritti. pochi documenti con valore storico e C’era inoltre un passaggio di quanto materiale sia andato perduto persone da un gruppo all’altro e da magari con l’intento di favorire un una valle all’altra e resta difficile racconto più semplice ed idilliaco legare molti personaggi ad un singo- di un periodo che poco riflette la lo territorio o formazione. realtà complessa di una guerra ci- Spesso la realtà sui singoli par- vile. In questo momento storico è tigiani è conosciuta solo dai fa- invece possibile andare più a fondo miliari a cui probabilmente hanno su vari argomenti dimenticati senza anche raccontato i motivi, personali incorrere nel rischio di offendere o o politici, di alcune scelte fatte. di scontrarsi con qualcuno. Il modo E di nuovo i familiari sono quelli migliore di risalire ad una storia che probabilmente hanno disponibi- meno romanzata, ma forse più inte- lità di fotografie, documenti o altro ressante, è quello di passare attra- materiale che messo insieme ad altri verso le persone che hanno sentito i pezzi può portare a migliorare il racconti “senza filtri” di chi quei quadro che vogliamo mostrare all’E- periodi li ha vissuti. comuseo. L’intento non è quello di fare re- Per questo motivo chiediamo alle visionismo storico ma semplicemente famiglie e ai conoscenti di colla- quello di allargare la base di rac- borare con l’ANPI e con Francesco colta dati cercando di non esclude- Aceti, raccontando storie o portan-

55 do materiali (che potranno essere duplicati digitalmente e restitui- ti). Sperando che non sia successo come nella famiglia di “Titala”, di cui faccio parte, dove molti ricordi sono andati persi perché ritenuti, erroneamente, poco importanti. I Sentieri Resistenti entrano an- ch’essi nell’ottica di collegare la storia partigiana al territorio per renderla più viva e più presente. Si tratta di un museo a cielo aperto che si collega ad Ecomuseo e Biblioteca e può aiutare a portare ad Alpette un turismo veramente interessato a conoscere la storia e il territo- rio. Si pensa agli stranieri e agli studenti di vario livello ma anche a chi cerca un turismo rispettoso che generi non solo economia ma che autoalimenti la memoria storica. Tra l’altro i Sentieri Resistenti si in- tersecano e, in alcuni tratti, si sovrappongono al percorso dell’Alta Via Canavesana e al Sentiero degli Alpeggi definendo anche sulla monta- gna l’intreccio di argomenti che si trovano nell’ecomuseo. Pensare ai partigiani sui loro sen- tieri e sulle loro montagne ci ricor- da come e di cosa si viveva in quel periodo storico e ci collega ad un mondo che è quasi scomparso. Una vita fatta di notti passate al freddo, di malnutrizione e di ristrettezze economiche ma con la speranza di poter mantenere i propri ideali e di arrivare ad un mondo più libero.

56 “SENTIERI RESISTENTI”

INTERVENTO DI MARCO SGUAYZER, MEMBRO DELLO STAFF DI SENTIERI RESISTENTI

A nome dello staff di “Sentieri Re- montani posti a quote medio-basse, sistenti”, saluto tutti i presenti in senso turistico meno valorizzati in sala e in particolare gli organiz- di quelli d’alta quota. Con il Comune zatori, che ringrazio per l’oppor- di Alpette, “Sentieri Resistenti” tunità di farci conoscere che ancora condivide la partecipazione al piano una volta ci hanno offerto. “Sen- Interreg Pa.C.E, che entro il 2022 tieri Resistenti” è un itinerario dovrebbe nello specifico garantire per trekking che, partendo proprio il finanziamento dell’infrastruttu- qui da Alpette, in tredici tappe razione dell’intero itinerario. In percorre tutto l’arco alpino della altre parole, dovrebbe permettere provincia di Torino congiungendo la posa della segnaletica direzio- molti segni di memoria della Resi- nale e, soprattutto, dei pannelli stenza. Il patrimonio informativo informativi lungo il percorso. Vi- disponibile per chi intraprende il sta l’occasione, tengo in partico- trekking - dalla descrizione degli lare a sottolineare quest’ultimo itinerari alla cartografia, dalle aspetto dell’iniziativa. “Sentieri gallerie fotografiche alle notizie Resistenti” vuole dare nuova voce storiche - è già reperibile oggi ai protagonisti della guerra di Li- in italiano e in inglese sul sito berazione e ai segni di memoria che www.sentieriresistenti.org. L’i- ricordano le loro spesso tragiche niziativa si propone tre obiettivi: vicende. Se le nostre montagne sono il primo è rafforzare la conoscenza ricche di quei segni, a distanza di della storia e della memoria locali decenni dai fatti che commemorano della guerra di Liberazione; il se- essi devono poter tornare a rivelare condo, coniugare la pratica dell’e- a chi li osserva il senso pieno della scursionismo con la consapevolezza propria presenza. La Città Metro- delle vicende che hanno coinvolto politana di Torino, che nel piano i territori percorsi; e il terzo, Pa.C.E. riveste il ruolo di capofila contribuire allo sviluppo dei centri piemontese, sta infine operando per-

57 ché “Sentieri Resistenti” diventi più efficace sul piano comunicativo e possa così entrare a pieno titolo nell’offerta dei grandi itinerari escursionistici della nostra Regio- ne. La Resistenza avrà così, almeno lo speriamo, un modo nuovo per essere celebrata: quello di essere ricor- data camminando. Grazie

58 “IL COMITATO COLLE DEL LYS, IL PROGETTO PA.C.E., UN PERCORSO CONDIVISO”

INTERVENTO DI AMALIA NEIROTTI, PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE COMITATO RESISTENZA “COLLE DEL LYS”

Oggi ad Alpette la STORIA è andata promettente… e sappiamo bene quan- in scena raccontando tante storie. A to sia importante il recupero anche cominciare da quelle di Franco Ber- di questo tipo di testimonianze in landa, Ugo Pecchioli ed Emilio Pugno anni in cui vengono progressivamen- che hanno fatto dono dei loro libri te a mancare i protagonisti e i loro alla nuova biblioteca di Alpette, racconti. Comune che li ha accolti durante Quello che lega noi del Colle del Lys la guerra, che hanno amato tanto da ai Comuni di Alpette, Coazze e Per- scegliere di esservi sepolto (Pec- loz, grazie al progetto transfronta- chioli). Persone che con il loro liero France Italie ALCOTRA - Italia impegno hanno scritto molte pagine Francia ALCOTRA, coordinato dalla della storia della lotta partigiana Città metropolitana, è la volontà di e dei diritti del lavoro, ricordate migliorare il modo di raccontare la dando la parola anche ai loro figli. storia nei nostri Ecomusei e di pro- Altre storie quelle che l’ammini- muovere la conoscenza dei percorsi strazione comunale vuole raccoglie- della Resistenza, ricchi di ricordi re per scrivere quella della 77° e testimonianze del passato che of- Brigata Garibaldi operativa nella frono ai turisti la possibilità di zona, coinvolgendo la cittadinanza unire interessi ambientalistici e in un progetto collettivo di recu- storico-culturali e promuovono il pero della memoria con l’obiettivo turismo di memoria come un nuovo di arricchire la sezione dedicata filone di scoperta del territorio. alla Resistenza nell’Ecomuseo di Nei nostri Ecomusei ci sta a cuore Alpette. proporre la Storia come esperienza E poiché, in piena osservanza di di memoria attiva che faccia cono- norme COVID, in una sala piena di scere le fondamenta democratiche persone che hanno accolto l’invito, del nostro paese e il ruolo che i molte mani si sono alzate per ini- partigiani ebbero nella lotta di ziare a raccontare, l’inizio sembra liberazione combattendo e morendo

59 per la resistenza e l’antifascismo, e in quella giornata ad Alpette ab- biamo raccolto molte indicazioni per le attività future. Complimenti all’Amministrazione comunale per il progetto e buon lavoro a tutti coloro che ci lavoreranno. La STORIA continua ….

60 “IL MUSEO DI PERLOZ E LA GESTIONE DEGLI ECOMUSEI. QUALE FUTURO?”

INTERVENTO DI SOLANGE SOUDAZ, ASSESSORE ALLA CULTURA DEL COMUNE DI PERLOZ

Il Centro di Documentazione e Mu- sua realizzazione, oggetti, docu- seo della Resistenza “Brigata Lys” menti e fotografie originali o in di Perloz, inaugurato il 25 aprile copia donati dalla popolazione, al- 2008, è stato realizzato nell’ambito cuni dei quali già precedentemen- del progetto ALCOTRA III Mémoire des te esposti a Marine, sede inverna- Alpes-La Memoria delle Alpi Sentieri le della banda realizzata nel 2001 della Libertà. a partire da un lavoro di ricerca L’edificio che lo ospita bruciò in- svolto dalle scuole elementari di sieme a molti altri nel corso del Pont-Saint-Martin. Dalla sua aper- drammatico incendio del 30 giugno tura nel 2008 il comune di Perloz ha 1944 appiccato per rappresaglia dai avviato una proficua collaborazione nazifascisti. Nel dopoguerra fu ac- con l’Istituto Storico della Resi- quistato dai partigiani che lo re- stenza e della Società Contemporanea staurarono intitolandolo alla loro in Valle d’Aosta e con l’Amministra- formazione, poi nel 1995 fu donato zione Regionale per portare sempre al comune di Perloz affinché lo tra- più alunni e studenti a percorrere i sformasse in un luogo di memoria per Sentieri della Libertà e a visitare le future generazioni. Con l’aper- il museo che si è concretizzata con tura del museo e l’allestimento del l’organizzazione della “Settimana Sentiero della Libertà che collega della Resistenza” che si svolge ogni tre luoghi particolarmente evocati- anno ad aprile-maggio. vi quali Plan de Brun, luogo della Nel corso degli anni il numero di vi- prima battaglia contro i nazifasci- sitatori è aumentato ed è diventato sti, La Ville (il Capoluogo) teatro evidente che il gruppo di volontari di rappresaglie e incendi e Marine che garantiva l’apertura e l’accom- con la sua Campana del Partigiano, pagnamento alla visita rischiava di si è onorato questo impegno. non essere sufficiente soprattutto All’interno sono conservate le te- ad intercettare i numerosi passaggi stimonianze orali raccolte per la di persone dovuti anche all’inse-

61 rimento del borgo in numerosi iti- nerari escursionistici e turistici quali l’Alta via, il Cammino Balteo o Bassa Via, i Sentieri del Lys, le Chemin de la Vallaise. Il progetto che intendiamo realizza- re vuole rispondere a questa esigen- za e si prefigge di accogliere sem- pre più visitatori per trasmettere i valori che i giovani partigiani di allora ci hanno trasmesso. A tal fine si vogliono creare alle- stimenti multimediali che ne permet- tano la fruibilità anche senza guida e un “collegamento” interno/esterno per i più frettolosi. Inoltre con questo progetto voglia- mo promuovere il nostro territorio con tutto ciò che può offrire: l’e- comuseo “L’école d’autrefois”, il mulino di Glacières, i torchi, il santuario di Notre Dame de La Garde, i castelli, il museo a cielo aperto del villaggio di Chemp, il sito delle peonie NATURA 2000, l’antica chie- sa con il suo museo ora in fase di allestimento....affinché il museo diventi anche motore per lo sviluppo turistico del paese. MEMORIA e SVILUPPO penso possano ben riassumere il nostro intento.

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