Comune Di Ula Tirso Piano Di Protezione Civile Comunale
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REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA COMUNE DI ULA TIRSO PROVINCIA DI ORISTANO PIANO DI PROTEZIONE CIVILE COMUNALE RISCHIO IDRAULICO E IDROGEOLOGICO ALLEGATO RELAZIONE DI PIANO 1 IL PROFESSIONISTA ING. ANGELA FADDA Giugno 2015Maggio 2014 IL RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO ING. GIULIANA LUPINO IL SINDACO SIG. OVIDIO LOI Provincia di: ORISTANO Comune di : Ula Tirso PIANO DI PROTEZIONE CIVILE PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO E IDRAULICO Relazione di Piano Aggiornamento 00 INDICE 1 Comune di Ula Tirso - Provincia di Oristano All.1 Relazione di piano 1. PREMESSA 3 2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO 3 3. INQUADRAMENTO GENERALE 7 3.1. Analisi del territorio di Ula Tirso 7 3.1.1. Geologia 7 3.1.2. Orografia 7 3.1.3. Idrografia 8 3.2. Dati generali Comune di Ula Tirso 8 3.3. Cenni storici 9 4. RISCHI CONNESSI AL TERRITORIO COMUNALE 10 4.1. Il rischio idraulico e idrogeologico nel territorio comunale 11 4.1.1. 11 4.1.2. Rischio idraulico 11 4.1.3. Rischio idrogeologico 13 4.2. Elementi a rischio 16 5. LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE 16 5.1. Obiettivi della pianificazione 16 5.2. Lineamenti organizzativi 17 5.2.1. La struttura comunale di protezione civile 17 5.2.1.1. Le Funzioni di supporto 18 5.2.2. Coordinamento operativo locale 19 5.2.2.1. Presidio operativo comunale 19 5.3. Livelli di allerta e fasi operative 19 5.4. Sistemi di allertamento 22 5.5. Sistemi di allertamento per la popolazione 23 5.5.1. Modalità di assistenza alla popolazione 24 5.6. Censimento delle risorse 25 5.6.1. Censimenti delle risorse comunali 25 5.6.2. Strutture sanitarie comunali e limitrofe (in zone NON esposte a rischio) 25 5.6.3. Strutture ricettive comunali o limitrofe 25 5.7. Aree di protezione civile 26 5.7.1. Verifica della funzionalità delle aree di emergenza 28 5.8. Viabilità di emergenza 28 5.9. Ripristino dei servizi essenziali 30 5.9.1. Ripristino della viabilità e dei trasporti 30 5.9.2. Salvaguardia delle strutture ed infrastrutture a rischio 30 5.10. Codici 30 5.10.1. Tipologie esposti 30 2.6 31 5.10.2. Materiali 33 5.10.3. Mezzi 34 5.10.4. Volontariato – Ambito attività 36 5.10.5. Servizi essenziali 37 6. DESCRIZIONE DEGLI ELABORATI DI PROGETTO 37 ACRONIMI 38 Bibliografia 38 2 Comune di Ula Tirso - Provincia di Oristano All.1 Relazione di piano 1 PREMESSA La redazione del presente piano di protezione civile, applicato al rischio idrogeologico e idraulico, si inserisce all’interno di un contesto normativo nazionale fatto di leggi ed ordinanze emanate a seguito di una serie storica di eventi calamitosi che si sono succeduti negli anni in tutto il territorio nazionale. In particolare è opportuno ricordare la Legge n.225/92 che rappresenta il riferimento nazionale in materia di protezione civile e che affida al Servizio Nazionale di Protezione Civile (S.N.P.C.) la programmazione nell’ambito delle attività di Previsione e Prevenzione e la pianificazione d’emergenza. In seguito all’esponenziale crescita del numero e della frequenza di nubifragi e alluvioni lampo (Flash Flood), che si sono verificate non solo nella Regione Sardegna negli ultimi 15 anni, è di fondamentale importanza per i comuni dotarsi di un piano di protezione civile che ponga le basi se non altro per limitare i danni conseguenti all’evento calamitoso. Questo documento nasce come strumento di gestione dell’emergenza legata al rischio idrogeologico e idraulico allo scopo di coordinare tutte le figure coinvolte. Un piano di protezione civile deve contenere un piano di emergenza semplice, adattabile alle modifiche che gli aggiornamenti successivi potranno introdurre e soprattutto deve essere alla portata dei cittadini, i quali devono essere preventivamente informati sui luoghi in cui poter ricevere assistenza in caso di necessità. Al fine di redigere tale piano si sono condotti i seguenti studi: analisi della vulnerabilità di persone, strutture e servizi; analisi della pericolosità e del rischio del territorio circostante l’abitato attraverso l’esame degli studi idraulici e idrogeologici precedentemente condotti; censimento di tutte le componenti utili in caso di emergenza, quali mezzi anche privati, associazioni di volontariato, strutture sanitarie, etc.; definizione degli scenari di rischio di evento massimo; individuazione della viabilità di emergenza interna ed esterna al centro abitato; individuazione di cancelli all’interno e all’esterno del paese; elaborazione di un modello d’intervento. 2.1 NORMATIVA DI RIFERIMENTO Art. 117, comma III della Costituzione che attribuisce la potestà legislativa in materia di protezione Civile alle Regioni, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato; D. Lgs n. 112 del 31 marzo 1998 che conferisce alle regioni le funzioni relative all’attuazione degli interventi urgenti; La legge n. 225/1992 di istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile che costituisce la principale fonte normativa in materia di Protezione Civile; Decreto-Legge n. 343 del 7 settembre 2001, che reca “Disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di Protezione Civile e per migliorare le strutture logistiche nel settore della difesa civile” e modifica la precedente legge n. 225/1992, convertito con modificazioni dalla legge n. 401/2001; Decreto Legge n. 59 del 15 maggio 2012, convertito con modificazioni dalla legge n.100/2012, recante “disposizioni urgenti per il riordino della Protezione Civile”; 3 Comune di Ula Tirso - Provincia di Oristano All.1 Relazione di piano D.Lgs 49/2010 che reca : “le Regioni, in coordinamento tra loro, nonché con il Dipartimento nazionale della protezione civile, predispongono la parte dei piani di gestione per il distretto idrografico di riferimento relativa al sistema di allertamento, nazionale, statale e regionale, per il rischio idraulico ai fini di protezione civile con particolare riferimento al governo delle piene”; Legge quadro n. 266 del 11 agosto 1991 che stabilisce i principi cui le Regioni e le Province Autonome devono attenersi nel disciplinare i rapporti fra le istituzioni pubbliche e le organizzazioni di volontariato nonché i criteri cui debbono uniformarsi le amministrazioni statali e gli enti locali nei medesimi rapporti; Decreto del Presidente della Repubblica n. 194 del 8 febbraio 2001 che detta nuove norme sulla disciplina della partecipazione delle organizzazioni di volontariato alle attività di Protezione Civile; Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 novembre 2012 che reca gli indirizzi volti ad assicurare l'unitaria partecipazione delle organizzazioni di volontariato all'attività di protezione civile; R.D. n. 2669/1937 che detta norme sull’organizzazione funzionale ed operativa del Servizio di Piena e di pronto intervento idraulico e sulla tutela di opere idrauliche; Legge n. 183/1989 reca “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo”; Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del Bacino unico regionale (P.A.I.), redatto ai sensi della legge n. 183/1989, rappresenta lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione, alla difesa ed alla valorizzazione del suolo, alla prevenzione del rischio idrogeologico, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato; Circolare P.C.M. n. DSTN/2/22806 del 13 dicembre 1995 reca “Disposizioni attuative e integrative in materia di dighe” e stabilisce per “i concessionari o proprietari delle opere di sbarramento l’obbligo di valutare la massima portata di piena transitabile in alveo a valle dello sbarramento”; Circolare P.C.M. n. DSTN/2/7019 del 19 marzo 1996 reca “Disposizioni inerenti l’attività di protezione civile nell’ambito dei bacini in cui siano presenti dighe” regolando il comportamento dei gestori per ogni singola diga attraverso il Documento di Protezione Civile (DPC) emesso dalle Prefetture; Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 luglio 2014 che reca “Indirizzi operativi inerenti l’attività di protezione civile nell’ambito dei bacini in cui siano presenti grandi dighe”; Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri che del 27 febbraio 2004 che prevede “indirizzi operativi per la gestione del sistema di allertamento nazionale per il rischio idrogeologico e idraulico”; Dir.P.C.M. del 27 febbraio 2004 demanda alle regioni il compito di organizzare un efficace ed efficiente servizio di Presidio territoriale Idrogeologico individuando i soggetti responsabili del coordinamento e della gestione del servizio stesso, nonché l'organizzazione e lo svolgimento 4 Comune di Ula Tirso - Provincia di Oristano All.1 Relazione di piano funzionale del Presidio territoriale Idraulico nel rispetto del criterio di conservazione dell'unitarietà del bacino idrografico; Dir.P.C.M. del 25 febbraio 2005 modifica ed integra la Dir.P.C.M. 27 febbraio 2004, ed introduce ulteriori indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di Protezione Civile; Dir.P.C.M. 3 dicembre 2008 - detta “Indirizzi operativi per la gestione delle emergenze”; Circolare P.C.M. del 12 ottobre 2012 contiene “Indicazioni operative per prevedere, prevenire e fronteggiare eventuali situazioni di emergenza connesse a fenomeni idrogeologici e idraulici”; Delibera n. 22 del 1 agosto 2012 con cui il Comitato Istituzionale dell'Autorità di Bacino ha approvato la Direttiva “disposizioni in ambito di manutenzione degli alvei e la gestione dei sedimenti in attuazione delle Norme di Attuazione del Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico della Sardegna (P.A.I.)”; L.R. 26/1985 che indica Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale come struttura della Regione Sardegna che svolge a livello regionale compiti di collaborazione nelle attività di protezione civile, polizia fluviale e sulle pertinenze idrauliche; L.R. n. 25/1988 che prevede che le Compagnie Barracellari assicurino il proprio apporto di collaborazione agli interventi di Protezione Civile; L.R.