URBISAGLIA URBS SALVIA * CAPOLAVORI IN CORSO

GUIDA TURISTICA ALLA CITTË E AL TERRITORIO

COMUNE DI 2003 A CURA DI Giovanna Salvucci Miria Salvucci

TESTI Roberto Perna Giovanna Salvucci Miria Salvucci Alfredo Fermanelli

GRAFICA Tonino Caporicci Giovanna Salvucci

COPERTINA Sandro Polci Tonino Caporicci Giovanna Salvucci

FOTO Archivio di Urbisaglia: pag. 13 (1); 15 (3); 18 (1); 36; 37; 38; 46; 47. Archivio Riserva Naturale Abbadia di (R. Gatta): pag. 41; 42; 44; 45. Archivio Soprintendenza per i Beni Archeologici delle : pag. 6 (1); 8 (4); 9 (5); 10; 11; 12; 18 (3); 20. Piero Chinellato: pag. 15 (1); 22 (1, 2, 4). Umberto Migliorelli: pag. 8 (1, 3); 18 (2); 22 (4). Francesco Recchi: pag.4; 7 (4); 8 (2); 15 (2); 18 (4, 5); 19 (6, 7); 21; 31 (2, 4); 34 (2); 35. Betto Salvucci: pag. 6 (2, 3); 13 (2); 14; 26; 27; 28; 29 (4, 5); 30; 31 (3, 5); 32; 34 (1, 3). Giovanna Salvucci: pag. 17; 29 (2, 3); 33; 39.

MAPPE Archivio Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche: pag. 11; 14; 16; 23; 24-25. Archivio Riserva Naturale Abbadia di Fiastra (M. Cuccurugnani): pag. 43. Tonino Caporicci - Benedetto Salvucci: pag. 36, 37, 38.

COORDINAMENTO Meridiana Srl

FOTOLITO E STAMPA Tipografia S. Giuseppe Srl

Si ringraziano Giuliano De Marinis, Paolo Quiri, Benedetto Salvucci, Giuseppe Ferranti, Francesco Recchi, Umberto Migliorelli, Roberto Cruciani, Piero Chinellato. Storia 5

Percorso I - Il Parco Archeologico di Urbs Salvia 9 Museo Archeologico Statale 10 Palazzo Comunale 13 Serbatoio 14 Teatro 15 Edificio a nicchioni 17 Tempio Ð Criptoportico 19 Mura 20 Anfiteatro 21

Percorso II - Urbisaglia medievale e moderna 27 Rocca 30 Collegiata di San Lorenzo 32 Chiesa dell’Addolorata 33 Porta Trento e Porta Piave 34 Sacrario dei Caduti, Museo delle Armi e delle Uniformi 35 Chiesa della Maestà 36 Piazza Minerva 39

Percorso III Ð La Riserva Naturale Abbadia di Fiastra 40 Sentieri natura 42 Abbazia di Chiaravalle di Fiastra 44

Eventi, tradizioni e sapori 46 Bibliografia consultata 47 Informazioni 48

3 Rocca Medievale

4 l toponimo Urbisaglia deriva da quello fino alla via Flaminia passando anche per della città romana di Urbs Salvia, il cui Auximum (Osimo). I nome è attestato da testi epigrafici e fonti La fase di sviluppo monumentale della letterarie antiche. é riferibile, con ogni pro- città parte dall’età Tiberiana e raggiunge il babilità, a un culto terapeutico associato in età culmine in età Flavia, anche grazie all’inter- imperiale alla Dea Salus. vento di alcuni notabili locali arricchitisi con i A tutt’oggi gli scavi condotti nel sito della servizi prestati presso gli imperatori, mentre la città romana, appartenente alla Regio V sua fine è legata al progressivo abbandono (), non hanno portato alla luce dati dell’insediamento in pianura, poco difendibile che possano essere connessi ad un insedia- in una fase storica caratterizzata da continue mento precedente all’occupazione romana. È guerre. La distruzione è stata associata dalle però ipotizzabile che già nel III sec a.C., vi fonti al passaggio di Alarico nel 408-409 d.C. fosse la sede di una delle prefetture in cui que- Una testimonianza della situazione in cui sta porzione di territorio delle Marche fu divi- versava Urbisaglia nel corso del VI secolo ci sa dopo la conquista. giunge da Procopio di Cesarea che, nella Considerazioni di carattere storico, legate “Guerra Gotica”, descrive il misero stato alla colonizzazione realizzata da Augusto in della città. tutta Italia, e l’evidente monumentalizzazione Nei secoli successivi gli abitanti di avviatasi a partire dal suo principato e prose- Urbisaglia che si erano rifugiati sulla sommi- guita con quello di Tiberio, hanno fatto ipotiz- tà della collina, dettero origine al Castro de zare che la città fosse stata elevata al rango di Orbesallia. colonia in età augustea. A questa prima ipotesi Nel sec. XII nei pressi di Urbisaglia sorse deve però essere aggiunta quella, formulata più un importante polo religioso, economico e recentemente, secondo la quale essa fosse una culturale, l’abbazia cistercense di S. Maria di delle colonie fondate nel Piceno già nel corso Chiaravalle di Fiastra, che esercitò una forte del II sec. a.C. influenza su tutta la Valle del Fiastra e sui ter- Con certezza, gli scavi in corso sembrano ritori circostanti. documentare una presenza romana, caratteriz- Dal XII al XIII sec. Urbisaglia fu domina- zata da un insediamento con monumenti di ta dagli Abbracciamonte che, in varie riprese, notevole prestigio, precedente il I sec. a.C. e finirono per cedere a i diritti sul l’età augustea. castello di Urbisaglia. La nascita dell’insediamento è stata sicura- mente favorita dalla particolare posizione geo- Procopio di Cesarea, ne La Guerra Gotica (VI, grafica, all’incrocio di due importanti strade, 16) racconta che all’approssimarsi delle truppe di Bisanzio, gli uomini e le donne di Urbisaglia fuggi- che univano l’una Firmum (Fermo) a Septem- rono sulle colline vicine in preda al terrore, convin- peda (San Severino M.) e l’altra, la Salaria ti che si trattasse dell’esercito gotico. Nella conci- Gallica, che conduceva da Ausculum (Ascoli tazione del momento, un lattante, abbandonato Piceno) attraverso un percorso pedemontano, dalla madre impaurita, fu allattato da una capra che gli porse la mammella. Quando, passato lo spaven- to, la gente ritornò nelle abitazioni, vide la capra Fonti letterarie antiche che allattava il bambino impedendo a chiunque di C.I.L. VI, 2379, IX, 5560, PLIN. N.h. III, XVIII, 111 avvicinarsi. E il bambino piangeva ogniqualvolta la e nell’Itinerario Antonino; viene anche diversamente capra veniva allontanata, rifiutando con ostinazione chiamata Urbisalvia in C.I.L., IX, 5540, 5542; il seno delle donne che si erano offerte di allattarlo. Ourba Salouia, in TOL. Geogr., III, I, 52; Procopio racconta che al bambino fu imposto il Ourbisalia in PROCOP., Bell.Goth., II, XVI, 16. nome di Egisto, ossia Caprolino.

5 Dall’inizio del XIV secolo fino alla metà del XV, gli urbisagliesi sopportarono la tiran- nia tolentinate e, successivamente, finirono sotto la signoria di Elena Tomacelli, nipote di papa Bonifacio IX e moglie del capitano di ventura Taliano Furlano. Quando nelle Marche cessò la signoria di Francesco Sforza, di cui il Furlano era stato capitano, gli urbisagliesi tornarono sotto il dominio tolentinate. Urbisaglia venne definitivamente affran- cata dalla giurisdizione di Tolentino soltanto nel 1569, quando papa Pio V la pose alle diret- te dipendenze della Santa Sede. Durante il periodo di governo pontificio vennero effettuati i primi scavi della città romana, mentre dopo l’unità d’Italia si crearo- no le condizioni per un migliore livello di vita della popolazione grazie allo sviluppo indu- 1 striale, che vide la nascita di una filanda, un

1. Mura romane 2. Urbisaglia in un dipinto del XIX sec. 3. Case con pergolato 4. Criptoportico: particolare affresco 3

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6 4 calzificio, un saponificio, etc. Con i lasciti dei sede di un campo di internamento ubicato benefattori Angelo Buccolini, Innocenzo nel Palazzo Giustiniani Bandini dell’Abbadia Petrini e del marchese Alessandro Giannelli, il di Fiastra. paese si dotò di un asilo infantile, di un ospe- Oggi il paese conta circa 2.700 abitanti dale, di un ospizio per anziani e di un Monte che si dedicano ai lavori agricoli, artigianali e di Pietà. all’industria dell’abbigliamento. Durante il periodo fascista al toponimo Il campo di internamento Urbisaglia venne aggiunto il nome “Bonser- Venne allestito nella villa Giustiniani Bandini vizi”, in onore dell’urbisagliese Nicola Bon- all’Abbadia di Fiastra. Gli internati erano un centi- servizi collaboratore di Mussolini. Negli anni naio, di cui molti ebrei. Poiché alcuni di loro erano della seconda guerra mondiale, Urbisaglia fu commercianti, pittori ed anche medici, trascorreva- no le giornate aiutando gli agricoltori nei lavori dei campi, con la possibilità di intrattenersi nelle loro case per il pranzo. Stante le varie testimonianze raccolte, gli ebrei erano bene accetti dalla popolazione, che cercava di portare aiuto secondo le proprie possibilità. Nel memoriale di Paul Pollak, internato nel campo, si legge:

“Prima del mio soggiorno ad Urbisaglia ero stato in un campo di concentramento tedesco, e dopo Urbisaglia fui ad Auschwitz, dove potei parlare con deportati di quasi tutti i paesi europei e potei fare confronti sul destino e sul trattamento degli ebrei in altri paesi. Avevo sempre presente allo spirito il campo di Urbisaglia. Il trattamento umano dei suoi internati rimarrà sempre un attestato di lode per l’Italia e un documento della sua nobile antica civil- tà e della sua sincera religiosità. Nelle ore grigie ed oscure di Auschwitz, abbiamo sempre visto davanti a noi, come un miraggio, il luminoso giardino di Urbisaglia in Italia, paese di sole e di buona gente.”.

Nell’ottobre del 1943 il campo fu preso in consegna da una unità tedesca; salvo poche eccezioni gli ex internati di Urbisaglia furono inviati al campo di annientamento ad Auschwitz in Polonia. Del gruppo di Urbisaglia Paul Pollak sarà l’unico superstite.

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1. Interno del Criptoportico 2. Affreschi del Criptoportico (particolare) 3. Elementi di pavimentazione 4. Teatro (corridoio anulare) 5. Aretta (Museo Archeologico Statale)

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8 l Parco archeologico di Urbisaglia interes- parte del corridoio anulare. sa l’area della colonia romana di Urbs Lasciando il Teatro alle proprie spalle si ISalvia, che si estende su di una superficie continua il percorso scendendo sulla sinistra e di circa 40 ettari, a cavallo della Strada Statale costeggiando il poderoso muro di sostruzione 78, tra le frazioni di Convento a Sud e Maestà in laterizi che delimitava e sosteneva il terraz- a Nord. L’assetto monumentale che la città zamento occupato dalla porticus post scaenam ancor oggi conserva va riferito ad un piano del Teatro stesso. Successivamente il sentiero urbanistico coerente ed unitario avviato a par- segue due direzioni: girando a sinistra si tire dall’età augustea e proseguito in quella costeggia la cinta muraria (pag. 20) della tiberiana, caratterizzato dallo sfruttamento e città fino ad arrivare rapidamente alla statale monumentalizzazione dei terrazzi naturali che 78 e all’anfiteatro; continuando invece a destra caratterizzano questo lato della valle del si giunge ad una seconda area terrazzata di cui Fiastra, costituendo certamente un imponente si conserva il muro di fondo ovest, detto per la effetto scenografico. sua conformazione “Edificio a nicchioni” La visita al sito può avere inizio dal (pag. 17), in prossimità della quale si trovano i Museo Archeologico Statale (pag. 10), nel resti di un tratto stradale (con basoli e crepidi- centro storico del paese, lungo la Traversa nes), che costituisce l’unica via romana fino ad Piccinini; ritornando su Corso Giannelli, e ora scoperta nell’area urbana. proseguendo verso l’Arco di Porta Vittoria si Continuando a scendere lungo il percorso possono osservare alcune interessanti epigrafi segnalato, si attraversa la piazza forense, della romane murate sulla facciata del Palazzo quale scavi recenti hanno portato alla luce tra comunale (pag. 13), nonché, lungo il selciato l’altro un basamento - funzionale probabil- stradale, i pozzetti di accesso all’acquedotto mente ad un monumento onorario - ed un tem- romano. Quest’ultimo attraversava l’area del pio minore. paese proprio al di sotto dell’attuale corso Attraversata la Strada Statale 78 (che rical- principale fino a raggiungere il Serbatoio ca l’antico percorso della Salaria Gallica) si (pag. 14) di arrivo, il cui ingresso di visita si raggiunge il complesso santuariale del Tempio- raggiunge uscendo dall’Arco Criptoportico (pag. 19), dedi- (Porta Vittoria) percorrendo cato al culto imperiale legato circa duecento metri lungo la alla Salus Augusta. strada per . Dopo la visita del Tem- A pochi metri dall’ingres- pio il percorso continua, so del Serbatoio, sull’altro parallelo alla SS 78, oltre- lato della strada, inizia il passando la porta nord percorso attraverso il Parco della città - caratterizzata Archeologico di Urbs Sal- da un accesso a tenaglia -, via, che scende lungo un e prosegue fino all’Anfi- comodo tracciato di circa un teatro (pag. 21) costeg- chilometro. giando due monumenti Il primo monumento che si funerari a torre. Fuori dal incontra è il Teatro (pag. 15), percorso di visita è la Porta visitabile grazie ad un sentiero Gemina (pag. 20), sui rude- che attraversa la cavea, scende ri della quale nell’Ottocento fino alla scena, attraversando un venne costruita la casa colo- vomitorium e percorrendo una nica che la ingloba.

5 9 l Museo Archeologico Statale nasce principale tempio urbano, destinato al culto come struttura espositiva legata tematica- imperiale sotto la denominazione della Salus Imente allo sviluppo della città romana e Augusta Salviens(is/ium). Accanto ad un rilie- del suo territorio. Il piano terra è dedicato al vo dell’edificio, è esposto un capitello corin- zio in calcare, provenien- te dall’area del comples- so santuariale. Gli spazi ulteriori (C) ospitano sul- la parete di sinistra un pannello con la pianta del grande serbatoio d’acqua cittadino, e accanto te- gole dipinte provenienti dal cunicolo dell’acque- dotto, decorate con im- magini di divinità poste a protezione dello stesso, un piccolo altare votivo per uso domestico, esem- plari di antefisse prove- nienti dall’anfiteatro con 1 maschere gorgoniche che conservano resti di colo- territorio ed ai fondamentali aspetti di caratte- re rosso scuro, ed infine un plastico della città re urbanistico della città: nella prima sala (A), romana (D), con la dislocazione dei principali associati ad una carta archeologica di sintesi monumenti pubblici conservati, integrato da del territorio stesso, sono esposti materiali un acquerello ricostruttivo dell’impianto urba- ceramici provenienti da siti di carattere fune- nistico. rario ed insediativo, raccolti grazie a ricogni- Il primo piano dell’edificio raccoglie zioni di superficie. Il percorso si dirama attra- nella prima sala (E) frammenti di decorazioni verso un piccolo ambiente (B) dedicato al architettoniche provenienti dai principali edi- fici pubblici dell’area urbana, oltre all’impor- tante testimonianza dei bolli laterizi di M. Attius Fabatus indicanti un’of- ficina di proprietà del santuario della dea Salus. Completano l’esposizio- ne (F) una riproduzione fotografica in scala ridot- ta delle pitture del Cripto- portico e due ritratti mar- morei databili entro la 2 3 prima metà del I sec.

10 d.C., rinvenuti in una delle sale dello stesso 4 complesso. Nell’attigua sala numismatica (G) sono conservate monete provenienti da vari scavi storici, mentre un posto di assoluto rilie- vo assume, accanto ai frammenti di Fasti con- sulares, un frammento di Fasti Triumphales Populi Romani: ovvero la copia di un impor- tante documento con l’elenco dei generali trionfatori della storia di Roma, fatto redigere da Augusto ed esposto nel Foro romano, la cui scoperta ad Urbs Salvia risulta davvero straor- dinaria trattandosi dell’unico caso al di fuori dell’Urbe. Tale rinvenimento documenta l’im- portanza della città e la sua totale adesione ai programmi ideologici del principato. Esposto anche un singolare omphalos, oltre al calco di quello riutiliz- zato, rovesciato, come E capitello di una colon- na della cripta di S. Maria delle O F Macchie di Ripe G . Da questo ambiente L I H si accede al breve 5 corridoio (H) de- dicato all’instrumentum domesti- 1. Interno del Museo cum: frammenti esemplificativi 2. Ritratto femminile M di ceramiche comuni, fini da mensa, nonché di anfore (I), 3. Ritratto maschile 6 documentano la ricchezza della 4. Fasti trionfali città e dei suoi rapporti com- 5. Fasti Consolari merciali con altre aree del 6. Bollo Salus Augusta bacino del Mediterraneo, dal- 7. Capitello Corinzio l’Africa alla Spa- N gna. Gli ambienti 7 successivi sono de- dicati al teatro e al suo arredo scultoreo, di cui fanno parte immagini di divinità: di particolare rilievo una testa di Apollo (L), due statuette di D Eroti alati acefali (M) accanto a effigi di personaggi reali, come le due sta- C tue acefale di to- B gato e di dama A 11 forniscono numerose interessanti indicazioni 1 sulla sua storia, come ad esempio il nome di chi lo fece costruire, Lucius Flavius Silva Nonius Bassus; il numero di spettatori che poteva accogliere, 5150; la data dell’inaugura- zione, con sontuosi giochi, dopo l’81 d.C.; le cariche ricoperte e le gesta da lui compiute a capo della ventunesima legione Rapax.

Lucio Flavio Silva Nonio Basso Dopo Fufio Gemino, Flavio Silva fu certamente il prin- cipale benefattore della città. Probabilmente non prove- niva da una famiglia senatoria, poiché la prima carica da lui assunta a Roma, sotto Nerone (triumvir capitalis, relativa ad un collegio che aveva responsabilità in rela- zione alle pene capitali), non è tra quelle di maggior prestigio, anche se difficilmente raggiungibile senza adeguati appoggi politici. Dopo aver proseguito nella normale carriera pubblica egli assurse al rango di preto- re in maniera rapida ed inusuale con l’imperatore Vespasiano. Probabilmente tale onoreficenza fu legata al fatto che Silva, come ci racconta Flavio Giuseppe nella “Guerra Giudaica”, soffocò le ultime resistenze della guerra giudaica stessa, e questo dopo che l’impe- ratore aveva conquistato Gerusalemme e celebrato, nel 71 d.C., il trionfo a Roma. In particolare a lui si deve la definitiva presa della fortezza rupestre di Masada, even- to tragico che, dopo uno spettacolare assedio condotto con la costruzione di fortini e terrapieni, si concluse con il suicidio collettivo degli occupati prima dell’ingresso delle truppe romane. Successivamente fu anche consul ordinarius, carica ancor più prestigiosa per chi non pro- venisse da una famiglia senatoria (dunque homo novus), e in questo lasso di tempo, aiutato dalla moglie panneggiata che chiudono scenograficamente e dalla madre, utilizzando forse anche gli schiavi con- dotti al ritorno dalle sue imprese, fece costruire a pro- la parete di fondo (N). Ancora da rilevare un prie spese e sul proprio terreno l’Anfiteatro della città capitello di parasta proveniente anch’esso dal della quale assunse anche la più alta magistratura, quel- teatro. la di quinquennalis. Tornando indietro si raggiunge un breve corridoio (O) nel quale sono esposte due epi- 1. Statua femminile acefala grafi monumentali legate all’Anfiteatro che 2. Iscrizione di Lucio Flavio Silva

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12 a fronte del Palazzo Comunale, lungo di Urbs Salvia mentre era amministratore del- il C.so Giannelli, conserva murate l’imperatore in Oriente. L’originale è conser- L quattro interessanti epigrafi romane. vato nella raccolta archeologica dell’Abbazia Due sono originali, due in copia. di Fiastra (pag. 45). La prima da sinistra (originale) è dedica- Anche l’originale della terza epigrafe fa ta a Gaio Salvio Liberale Nonio Basso, uno dei personaggi più 1 importanti di Urbs Salvia, il cui nome di famiglia, “Salvio”, ri- manda probabilmente ad un an- tenato schiavo della città, suc- cessivamente liberato. Fu grazie alla sue capacità retoriche, ma soprattutto all’aiuto del parente urbisalviense Flavio Silva - costruttore dell’anfiteatro, che giunse ad accedere al consolato dando compimento ad un’eccel- lente carriera, esaltata proprio da quest’epigrafe funeraria. La seconda da sinistra è la copia del testo epigrafico iscritto su di un piedistallo che sorreg- geva un dono che Tito Flavio Massimo, di parte della raccolta archeologica dell’Abbadia ordine equestre e la cui origine è probabil- di Fiastra: si tratta di un’ara funeraria che mente urbisalviense, dedicò agli dei e alle dee Marco Calvio Sabino, ex schiavo, dedicò al padrone, Marco Calvio Clemente, che gli con- 2 cesse la libertà. Quest’ultimo era certamente un personaggio importante nella città, avendo rivestito la carica di quattuorviro, ruolo che ad Urbs Salvia era forse legato al collegio sacer- dotale degli Augustales. La quarta è un’epigrafe funeraria (origi- nale) dedicata a Vitellia Rufilla, moglie del console Gaio Salvio Liberale e madre di Vitel- liano, autore di questa dedica. Come testi- moniato dal testo, Vitellia Rufilla fu per tutta la vita flaminica Salutis Augustae, ovvero sacerdotessa della Salus Augusta, il cui culto veniva officiato nel principale Tempio forense di Urbs Salvia (pag. 19).

1. Epigrafe dedicata a Gaio Salvio Liberale 2. Facciata del Palazzo Comunale

13 i tratta del Serbatoio di arrivo e decan- D Nella volta a tutto sesto sono ancora visibi- tazione dell’acquedotto romano. Questo li le impronte lasciate dalle tavole usate per Sera costituito da un cunicolo sotterraneo gettare la malta cementizia. coperto a volta e con pareti in opera laterizia che occupava il crinale del colle per una lunghezza di oltre 1,5 km. Il Serbatoio serviva a raccogliere e far decantare l’acqua proveniente dal- l’acquedotto prima che defluisse lungo il sistema di distribuzione della città. La struttura, alla quale si accede tramite uno stretto corridoio, è formata da due gallerie a volta comunicanti, rivestite di malta idraulica, della capa- cità di 1.000 metri cubi, lunghe circa 51 m, larghe 2,90 m e alte 4,10 m. A Bocchetta erogazione acqua: da que- sta uscita l’acqua veniva convogliata verso il sistema di distribuzione caratterizzato certamente dalla pre- senza di un castellum aquae e da condutture di piombo e terracotta che distribuivano l’acqua a terme, fontane pubbliche e ad alcune case private. B Pozzetti di aerazione (sulla volta): avevano la funzione di purificare l’a- ria e permettere, allo stesso tempo, l’uscita dell’aria all’ingresso dell’ac- qua. Consentivano inoltre l’ispezio- ne del serbatoio. C Bocca d’immissione dell’acqua: l’acqua proveniente dall’acquedotto affluiva al Serbatoio tramite questa apertura; da notare le concrezioni calcaree formatesi nel corso dei 1. Serbatoio, Galleria Est secoli.

A B

D C

14 atto costruire da Gaio Fufio Gemino lità contribuì notevolmente all’esaltazione del- negli anni precedenti il 23 d.C., sfrutta l’immagine della città, dominando il foro con F il pendio del colle secondo modalità un imponente effetto scenografico. costruttive di derivazione greca. Fu realizzato Durante le campagne di scavo, avviate già in opera laterizia con nucleo cementizio e subì nel XVIII sec., furono rinvenuti, tra l’altro, una dissesti già in epoca antica a causa di movi- testa di Apollo, due statue acefale (una femmi- menti franosi. Le sue imponenti dimensioni nile e una raffigurante un personaggio togato), testimoniano l’importanza di Urbs Salvia in conservate presso il Museo Archeologico Sta- epoca augusteo-tiberiana. La sua monumenta- tale di Urbisaglia (vedi pag. 10).

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Gaio Fufio Gemino Appartenente ad una nobile famiglia romana, legata al futuro imperatore Augusto dal quale 1. Cavea ebbe probabilmente in dono terreni vicino ad 2. Vomitorium Urbs Salvia, Fufio Gemino fu uno dei cittadini 3. Scena più illustri. Fu quaestor Ð e dunque alle dirette dipendenze Ð di Tiberio, grazie al quale riuscì 2 probabilmente ad avviare una brillante carriera politica che culminò nel 29 d.C. con il consolato ordinario (cioè quello di maggior importanza che 3 partiva dal 1¡ gennaio e, destinato solo a senatori di spicco). Per quanto la sua attività di senatore debba averlo tenuto lontano dalla città di origine, i legami con essa rimasero forti se giunse ad assu- mere la carica di patronus coloniae, e, pur al di fuori di qualunque obbligo istituzionale, vi fece costruire il Teatro, uno dei più imponenti d’Italia, atto evergetico ricordato da un’iscrizione trovata nel Teatro romano stesso, e proveniente probabil- mente dalla scenae frons.

15 A

C

B D

L I E H Q G F M P N S O R

A Tempietto dedicato forse ad Apollo. L Euripo. Rete di condotti che permetteva il B Cavea. Addossata in parte al pendio della deflusso delle acque. collina ed in parte poggiante su sostruzioni, M Scena. Dell’ampio edificio scenico, lungo ospitava gli spettatori. Le gradinate erano 54 m, rimangono scarsi resti coperti in suddivise in tre settori separati tra loro da due epoca recente con materiale cementizio di corridoi anulari. Misura 85 m di diametro. color rosa. La scena era certamente ornata C Vomitorium. Passaggio di accesso alla cavea. da un ricco e sontuoso apparato scultoreo. D Ambulacrum. Corridoio anulare che permet- N Porta regia. Entrata in scena riservata agli teva l’accesso e la distribuzione del pubbli- attori protagonisti. co alla cavea, proteggendo contemporanea- O Porta hospitale. Entrata in scena degli atto- mente l’edificio dai dissesti del terreno. ri non protagonisti. E Scala di accesso all’Ambulacrum. Da nota- P Stanza di servizio. Da notare, sull’angolo, re il dissesto operato dalle frane del terreno. uno scarico. F Parascaenia. Ambienti rettangolari dispo- Q Pozzetti quadrati che ospitavano le armatu- sti simmetricamente ai lati della scena per re lignee del sipario. il deposito dei materiali necessari allo spet- R Porticus post scaenam. Porticato quadran- tacolo e per l’accesso al teatro. golare che si ergeva dietro l’edificio sceni- G Resti di decorazione parietale. co. Alcuni scavi ora coperti hanno rimesso H Aditus. Corridoio di accesso all’orchestra. in luce i resti dei plinti delle colonne in I Orchestra. A forma di semicerchio, misura laterizio. 27 m di diametro. Qui potevano prendere S Porzione ben conservata di opus quasi reti- posto i musici. colatum.

16 i tratta di una struttura di contenimento, piazza antistante, anche questa terrazzata ad realizzata presumibilmente nelle prime Est ed affacciata verso l’area pianeggiante Sfasi di urbanizzazione, che permetteva il della città e sul Foro. raccordo dei vari terrazzamenti su cui era In quest’area i resti romani vennero adope- organizzata la città. rati in epoca moderna anche per la costruzione L’edificio è formato da un muro con nic- delle case coloniche utilizzate attualmente dalla chie aventi funzione di controspinta al terreno Soprintendenza per Beni archeologici delle retrostante, ed era nascosto alla vista dalla Marche e dall’Università degli Studi di Ma- presenza di un criptoportico - forse costituito cerata come laboratorio e magazzini in funzio- da tre gallerie su due navate, due delle quali ne degli scavi che si stanno tuttora conducendo. visibili e decorate da affreschi parietali oggi Da notare un tipico forno a legna moderno scarsamente leggibili - che abbracciava la costruito nei pressi del muro a nicchioni.

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18 l complesso, delimitato da un ampio recin- due navate mediante una serie di pilastri ret- to sacro, si apriva sulla strada antistante (la tangolari collegati da archi. Le due gallerie ISalaria Gallica) e prospettava con grande laterali Nord e Sud sono lunghe 52 metri, effetto scenografico sull’area forense. quella di raccordo orientale misura 42 metri. Il Tempio prostilo esastilo (con sei colonne Le gallerie erano interamente decorate ad sulla fronte), delle dimensioni di circa m 16 x 30, affresco: il braccio meridionale, aperto alle era dedicato alla Salus Augusta. Di esso attual- visite, permette ancora di apprezzare le inte- mente si conservano solo parte del podio, privo ressanti decorazioni pittoriche di età tiberiana, dell’originale rivestimento di blocchi e lastre riferibili al III stile pompeiano, divise su tre calcaree, e le tracce dei muri divisori interni. fasce, delle quali quella superiore quasi com- L’ingresso principale avveniva in una pletamente perduta. La parete presenta, sopra prima fase attraverso un’ampia scalinata cen- ad uno zoccolo decorato con pannellature di trale, in una seconda Ð successiva al crollo di colore scuro, una serie di quadri raffiguranti un corridoio ancora in situ Ð, probabilmente trofei militari nei quali si distinguono ancora attraverso due rampe simmetriche sui lati, che elmi, lance, scudi, etc. Questi riquadri sono portavano ad una piattaforma dalla quale, separati da listelli verticali decorati da cande- un’ulteriore scalinata centrale, permetteva labri. Nella fascia superiore, conservata solo l’accesso al pronao. Da questo, attraverso un in parte, la decorazione presenta raffigurazio- ampio portale si entrava nella cella dove, sulla ni naturalistiche con animali esotici, scene di parete di fondo di un abside semicircolare, era caccia e maschere lunari; nel complesso i contenuta la statua della divinità. modelli iconografici scelti sono legati alla propaganda augustea ed imperiale. Il Criptoportico è una struttura semisot- I muri perimetrali sono in opera mista, terranea formata da quattro gallerie che cir- costituita da conci di pietra alternati a file di condano il Tempio. Tre di esse erano divise in mattoni, raddoppiati all’esterno da un secondo muro e protetti all’interno, dalle infiltrazioni d’acqua e dall’umidità, mediante un pavimen- 1. Tempietto minore to in opus spicatum. 2. Strutture retrostanti il Criptoportico La costruzione del Criptoportico risale 3. Criptoportico, Galleria Sud all’inizio del regno di Tiberio (prima metà del 4.5.6.7. Affreschi Criptoportico, particolari I secolo d.C.).

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19 e Mura costituiscono uno degli esempi tipologia frequente presso i romani. Il monu- di fortificazioni fra i più appariscenti e mento è oggi di difficile lettura poiché ad esso L meglio conservati delle Marche. Perfet- è stata sovrapposta, in due fasi nel corso del tamente aderenti alle necessità imposte dalla XIX sec., una casa colonica. conformazione del pendio su cui sorge la città, Monumenti funerari a torre. Nei pressi la loro costruzione risponde piuttosto che a della Porta Nord si possono osservare due strut- necessità difensive – nell’Italia augustea ormai ture di cui resta il solo nucleo cementizio: si trat- pacificata anche il problema del brigantaggio ta di due monumenti funerari a torre che fian- era ormai estremamente ridotto Ð ad una cheggiavano, al di fuori delle mura, il percorso volontà di autoaffermazione e autorappresen- tazione della città, emblema della comunità e strumento propagandistico. La tecnica costrut- tiva è quella laterizia a doppia cortina ed il perimetro completo, oggi solo in parte visibile, è di circa due chilometri e mezzo. Lungo il cir- cuito murario vi erano delle torri di guardia, a pianta poligonale, poste quando possibile ad una distanza regolare di ca. 40 m, misura che corrisponde all’incirca alla distanza coperta da un tiro di freccia. Due le porte di ingresso facilmente indivi- duabili: la Porta Nord e la Porta Gemina. 2 La Porta Nord era posta al fondo di un cortile di forma trapezoidale: tale disposizione stradale e che in origine oltreché contenere consentiva una difesa assai efficace in quanto l’urna sacra con le ceneri del defunto, doveva- il nemico che avesse cercato di superare la no essere decorati da lastre di rivestimento ed porta poteva essere colpito non solo di fronte arricchite da un’epigrafe che ne tramandava la o dall’alto della cinta, ma anche dai due fian- memoria ai posteri. chi. 1. Torre Porta Gemina, è così denominata perché 2. Porta Nord caratterizzata da due aperture, secondo una 3. Porta Gemina

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20 ostruito fuori dalla cinta muraria, a L’edificio si conserva per tutto il suo perime- margine della Salaria Gallica, è uno tro fino all’altezza del primo ordine di gradini C degli anfiteatri romani meglio conser- (ima cavea), comprendendo il primo livello vati nelle Marche. Fu fatto erigere intorno dei vomitoria. Nella parte esterna si rileva con all’81 d.C. da Lucio Flavio Silva Nonio Basso, una certa frequenza la mancanza del rivesti- come si legge nell’iscrizione conservata nel mento che rende visibile il nucleo cementizio Museo Archeologico di Urbisaglia (pag. 10). interno, poiché i mattoni vennero prelevati in Di forma ellittica, occupa una superficie di epoca medievale anche e soprattutto per la circa 5.000 mq. L’arena è lunga 59 m e larga costruzione del borgo di Urbisaglia e del- 35. é in opera cementizia rivestita di laterizi, l’Abbazia di Fiastra, come testimoniato dalle con specchiature di opus reticulatum mixtum. Carte Fiastrensi.

Carte Fiastrensi Fondo archivistico costi- tuito da 3.194 pergame- ne, conservate presso l’Archivio di Stato a Ro- ma, appartenenti all’Ab- bazia di Chiaravalle di Fiastra. Esse contengono atti testamentari, dona- zioni, acquisti, vendite, permute, concessioni in enfiteusi, norme disci- plinari, elezioni di abati, privilegi pontifici ed imperiali, ecc. La perga- mena più antica risale al 1006, l’ultima al XVII secolo, abbracciando così sei secoli di storia del territorio. Dalle Carte risulta che i monaci cistercensi del- l’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra ottennero dal Signore del Castello di Urbisaglia la concessio- ne di “cavar pietre” nel- l’antica città romana. Successivamente tra i due contraenti si aprì una lite che fu chiusa nel 1196 con un compro- messo, stipulato dinanzi alla porta dell’Abbazia, che consentiva di prele- vare materiali edilizi solo fino al termine della Anfiteatro costruzione della Chiesa. (Porta Libitinense)

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1. Anfiteatro: arena 2. Anfiteatro: cavea 3. Anfiteatro: muro esterno 4. Anfiteatro: arena

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D

F G A B A

H C I

E

A Ingressi all’arena, che in origine erano portavano direttamente alla gradinata infe- coperti a volta. Di qui entravano i gladiato- riore, ed attraverso una serie di scale poste ri e le processioni che precedevano i giochi. al di sotto di un corridoio anulare che cir- B Arena. L’antico piano dell’Arena era situa- condava tutta la struttura. to circa un metro più in basso rispetto a F Porta Libitinense (da Libitina, dea della morte). quello attuale, e non risulta che sotto di Era la porta da dove venivano fatti uscire i esso vi fossero gallerie e locali di servizio. morti o i moribondi al termine dello spettacolo. Al contrario di quanto spesso indicato, non G Opus reticulatum mixtum. vi sono elementi che facciano supporre un H Muro esterno: presenta in vista una serie di suo uso per le naumachie, cioè le battaglie grosse nicchie e di speroni di cm 60 di navali. spessore. I nicchioni si comportano come C Condotto di immissione dell’acqua per la veri e propri archi orizzontali, che trasmet- pulizia dell’arena. tono la spinta della terra, per mezzo degli D Condotto per il deflusso delle acque per la speroni, sui pilastri esterni. Alcune nicchie pulizia dell’arena. I due condotti per l’af- erano probabilmente ornate da statue, altre flusso e il deflusso dell’acqua sono coperti erano occupate da rampe di scale per l’ac- a “cappuccina”. cesso al piano superiore. E Cavea. Destinata agli spettatori, era forma- I Basi dei pilastri. Resti dei pilastri sui quali ta da due o forse tre ordini di gradinate: poggiavano le strutture dei piani superiori probabilmente quella inferiore con i posti dell’edificio e che nello stesso tempo costi- d’onore per i dignitari dello stato, quella tuivano un ampio porticato esterno. Le fon- mediana per i cavalieri. Quella superiore dazioni dei pilastri erano legate a quelle del riservata ai plebei, alle donne e agli schia- muro perimetrale da una serie di diaframmi vi. Alla cavea vi si accedeva attraverso 12 in muratura, che rivelano l’impiego di un vomitoria, coperti con volta a botte, che ingegnoso procedimento costruttivo.

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1. Urbisaglia in un dipinto del sec. XIX itinerario inizia dalla Rocca (pag. altro parco pubblico denominato Giardino 30), poderosa costruzione quadran- della Pace, da cui lo sguardo domina la valla- L’ golare in posizione dominante sulla ta del Fiastra e l’intero Parco Archeologico. vallata del Fiastra e sul borgo medievale di Dall’altra parte della strada il Sacrario Urbisaglia. dei caduti (pag. 35), che ospita il Museo delle Dalla Rocca si prosegue verso la contigua Armi e delle Uniformi militari. piazza Garibaldi, sulla quale si affaccia la Collegiata di S. Lorenzo (pag. 32) che con- serva un trittico attribuito a Stefano Folchetti. All’uscita della chiesa, attraversata la piazza, inizia corso Giannelli, la via principa- le del centro storico. Il primo monumento che si incontra sulla destra è la Chiesa dell’Addolorata (pag. 33), la più antica edificata all’interno del paese. Subito dopo, Palazzo Brunelli, un edificio porticato dei primi dell’Ottocento, che fu sede della “Casa del Fascio” durante il Ventennio fascista. Sulla facciata, una lapide ricorda due caduti a Dogali, mentre una seconda ricorda alcuni cittadini che beneficiarono la collettivi- tà con i loro lasciti testamentari: Angelo Buc- colini, Innocenzo Petrini e Alessandro Gian- nelli. Di fronte a Palazzo Brunelli si erge la torre campanaria, con una stele a ricordo dei caduti urbisalviensi nelle guerre mondiali. Da questo punto partono due vie perpendi- colari al corso, in fondo alle quali si aprono Porta Trento e Porta Piave (pag. 34), gli antichi accessi al castello medievale. Continuando lungo Corso Giannelli, si incontrano a sinistra il Palazzo Comunale (pag. 13) e, in fondo alla via, la chiesa di San Giorgio e Porta Vittoria, costruita nel sec. XIX. Usciti dalla Porta, sulla destra, c’è il Parco della Rimembranza, dove ogni albero ricorda un caduto urbisalviense nelle guerre mondiali. Al centro una fontana di Giuliano Giganti. Più avanti si alza il pregevole edificio dell’Asilo infantile, costruito per volontà di Alessandro Giannelli. La costruzione si ispira al primo Rinascimento, i portoni sono decora- ti in travertino e le finestre sono ornate in ter- racotta. 1. Un vicolo del centro storico Proseguendo a Nord, dopo l’Asilo, un

27 1. Loggiato di Corso Giannelli

28 Una passeggiata per i vicoli di Urbisaglia permetterà di gustare sug- gestivi scorci e scoprire piccole testi- monianze del passato: case che conser- vano archi di ingresso a tutto sesto o in stile gotico, finestre minuscole, cornici arrotondate. Lungo via Buccolini l’antico Ospe- dale, costruito nel 1862 dalla Congre- gazione di Carità e il Monte Fru- mentario. Lungo via Petrini la sede di quello che fu il Monte dei Pegni, fon- 2 3 dato da A. Buccolini nel 1869. La cinta muraria che racchiude il centro storico conserva sia le tracce di muri romani che delle mura medievali del castello di Urbisaglia. Queste ulti- me culminano con due torrioni ancora ben conservati e appartenenti a case private. In via Enrico Mattei, fuori dalle mura, il torrione medievale si erge sopra i ruderi di una torre romana. Il territorio del Comune di Urbisa- glia comprende tre frazioni: Convento, così chiamata per la presenza dei frati del SS. Crocifisso, di cui rimangono la chiesa e tracce del monastero; Maestà, con la preziosa Chiesa della Maestà o S. Maria del Massaccio (pag. 36) e Abbadia di Fiastra, con l’omonima Riserva Naturale e l’Abbazia di Chia- ravalle di Fiastra (pag. 40). Urbisaglia moderna si è sviluppata verso monte, con un nuovo popoloso quartiere che ha il suo centro in Piazza Minerva (pag. 39), progettata dall’ar- tista romano Giuliano Giganti. 4

2. Torrione Sud 3. Torrione Nord 4. Frazione Convento: Chiesa del SS. Crocifisso 5. Piazza Garibaldi

29 5 a Rocca è posta nell’angolo occidentale rione settentrionale e dal sovrastante mastio. del tracciato delle mura della città anti- L’interno della Rocca è in parte occupato Lca. La sua posizione, dominante l’intero dai ruderi delle precedenti fortificazioni. Nei spazio cittadino, fa ipotizzare che qui fosse torrioni sono situate le troniere per effettuare localizzato l’arce o il Campidoglio. Tracce il tiro diretto e fiancheggiante. In particolare, consistenti di agglomerati in calcestruzzo di all’interno del torrione sud, si scorgono le epoca romana sono ancora oggi visibili all’in- tracce delle mura romane, e fra il torrione sud terno della Rocca (vedi foto n. 5). e quello est si nota una sorta di caditoia che In questo luogo si rifugiò la popolazione probabilmente serviva da latrina. nel periodo successivo alla caduta dell’Impero Il Mastio, che ha subito vari rifacimenti romano, quando ci fu il ritorno alle alture per dal XII al XV secolo, conserva all’interno tre motivi di sicurezza, dando origine al Castro vani, adibiti ad abitazione della guarnigione. de Orbesallia. Già i documenti del XII secolo ci 1 testimoniano la presenza di una fortifi- cazione, più volte rimaneggiata e riadattata nei secoli a causa dei continui scontri fra Urbisaglia e Tolentino. La Rocca nelle sue forme attuali fu terminata nel 1507, dopo due secoli di dominazione tolentinate, per prevenire ribellioni della cittadinanza insofferen- te al suo potere. Nella costruzione dell’edificio sono state applicate le tecniche caratteristiche delle fortificazioni concepite dopo l’av- vento della polvere da sparo: i torrioni e le cortine sono provvisti di una forte scarpatura e, a livello del piano di calpe- stio, sono presenti le bombardiere dove venivano piazzate le bocche da fuoco. La Rocca ha forma di trapezio, con lati disuguali e quattro torrioni agli angoli. Questa forma asimmetrica risponde alle funzioni che Tolentino attribuiva alla Rocca: difesa da un at- tacco dall’esterno e, nello stesso tempo, controllo e repressione di una eventua- le ribellione interna. L’ingresso originario si apriva nella torre di guardia posta sotto al mastio. Vi si accedeva per mezzo di una scala di legno che, in caso di pericolo, pote- va essere ritirata. L’ingresso era co- munque protetto dal prospiciente tor-

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I camminamenti di ronda, ancora percorri- 1. Rocca: Mastio bili, erano forniti di caditoie e feritoie per il 2. Camminamento di ronda sul torrione Ovest tiro ficcante e piombante. Dall’alto della 3. La Rocca e la casa parrocchiale Rocca si gode un magnifico panorama che spazia dai Monti Sibillini fino al mare, e una 4. Veduta della Rocca dall’alto vista d’insieme del borgo di Urbisaglia. 5. Tracce di muro romano sul torrione Sud

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31 a chiesa, a pianta circolare con otto sposalizio mistico di S. Caterina d’Alessandria colonne che sorreggono gli archi a tutto con Gesù e, ai lati, San Lorenzo martire e San Lsesto, venne costruita fra il 1790 e il Pietro apostolo. Sulla predella sono raffigurati i 1800. Dal 1925 iniziò la sua ristrutturazione e dodici apostoli con al centro la figura del la decorazione secondo lo stile del tempo. Cristo. Nel pilastro laterale sinistro le figure di San Sebastiano, San Francesco d’Assisi e San Nicola da Tolentino. Nel pilastro laterale destro San Rocco, Sant’Agata e Santa Apollonia. Nei semipennacchi è raffigurata l’Annunciazione. Nella seconda cappella a destra dall’in- gresso, l’altare del Sacro Cuore, la cui effige, molto venerata dagli urbisagliesi, fu portata in processione nell’aprile del 1893 per invocare la pioggia dopo un lungo periodo di siccità. Secondo la devozione la richiesta venne esau- dita e da allora, ogni 28 aprile, si celebra ad Urbisaglia la festa votiva del Sacro Cuore. Ai lati del Sacro Cuore altri due affreschi del Pavisa: la Crocifissione e l’Ultima Cena. Nella seconda cappella a sinistra dall’in- gresso, la Vergine del Rosario, opera che imita la Madonna del Rosario di Lorenzo Lotto 1 conservata a nella chiesa di San Domenico. La tela, datata 1577, raffigura la Nello stesso periodo Ciro Pavisa (1890- Madonna in trono con il Bambino, circondata 1973) affrescò l’abside con cinque episodi della dalla rappresentazione dei 15 misteri del vita di San Lorenzo. Gli affreschi, completati da Santo Rosario, legati fra loro da una corona. un’epigrafe che ne chiarisce il significato, sono, La tela conservata sulla sinistra della stessa da sinistra: Guarigione degli ammalati (“Diede cappella rappresenta la Madonna circondata dai la vista ai ciechi”), I Tesori della Chiesa santi patroni di Urbisaglia: papa San Pio V, San (“Questi sono i tesori della Chiesa”), Il suppli- Lorenzo martire, San Giorgio e San Marone. zio sulla graticola (“Sulla gratico- la non negò Dio”), Arresto di Sisto II (“Dove vai, padre, senza il figlio?”), Esercizio del ministero (“Sbrigati a battezzarmi”). Di notevole interesse, nella prima cappella a destra dall’in- gresso, il Trittico di Stefano Folchetti di San Ginesio, del 1507 (come riferito dal cartiglio centra- le). Esso rappresenta al centro lo

1. Vergine del Rosario 2. Processione del Sacro Cuore

32 2 la chiesa più antica esistente nel centro fianco, storie di Sant’Antonio. storico. Non si conosce con precisione ¥ Santa Lucia e San Rocco. é quando sia stata edificata, ma le sue Sulla parete a destra dall’ingresso: forme architettoniche la fanno risalire al XV ¥ Madonna in trono con il Bambino. A fianco sec. circa. Dai documenti storici risulta che un frammento di ex voto. questa era la sede della pievania di S. Lorenzo ¥ Santa Caterina d’Alessandria, Sant’Antonio prima della costruzione della Collegiata di S. da Padova e Santa Lucia. Lorenzo. Nel 1828 la chiesa, non più sede par- ¥ Quadro su tela raffigurante la Madonna di rocchiale, fu acquistata dalla Confraternita Loreto in volo con la Santa Casa, San- dell’Addolorata, che le attribuì il nuovo nome t’Antonio e Mosè. e ne fece la propria sede. ¥ Madonna in Gloria con il Bambino, San L’edificio è costruito con mattoni a faccia Catervo con in mano la città di Tolentino, vista, con contrafforti di sostegno alla strut- San’Antonio da Padova ed un santo non tura sul lato Nord. Lo stile della costruzio- distinguibile, probabilmente San Nicola da ne richiama la coeva Chiesa della Maestà Tolentino. (pag. 36). ¥ Deposizione con Padreterno in alto e San Il portale in pietra bianca è di origine Giovanni a destra. A fianco frammenti dei romana, quasi certamente proveniente da un Misteri del Rosario. arco trionfale. La facciata ha subito un rifaci- Sulla parete di fondo, sopra le porte late- mento nel 1886 quando, per allineare gli edi- rali all’altare, a sinistra la Vergine della Purità fici del corso, fu arretrata di circa 1,5 m. In col Bambino proveniente da una chiesa scom- quell’occasione il rosone da circolare fu reso parsa (sec. XV), a destra un dipinto a tempera semicircolare. del tardo ’800 raffigurante S. Andrea d’Avellino. L’interno è ad una sola navata, il tetto è a La chiesa è dotata anche di un gruppo copertura lignea a capriate. Alle pareti si apro- ligneo dell’800, utilizzato nella processione no cinque nicchie, che corrispondono alle del Venerdì Santo, raffigurante i personaggi strutture di rafforzamento esterno. della Passione: Gesù morto (sotto l’altare), la Gli affreschi, recentemente restaurati, Vergine addolorata, San Giovanni e Santa risalgono ai primi del ’500. Maria Maddalena. Sulla parete a sinistra dall’ingresso: ¥ Battesimo di Cristo con San Giovanni. ¥ Madonna col Bambino seduta in trono con San Sebastiano e San Rocco. In un riquadro sotto l’affresco, una scritta ricorda un even- to straordinario accaduto il 14 giugno 1530 ad Urbisaglia (vedi foto n. 1). ¥ Quadro su tela ad olio raffigurante la Madonna di Loreto con Sant’Antonio da Pa- dova e Sant’Antonio Abate. L’autore, Giu- seppe Locatelli, nato a nel 1751 e morto a Tolentino nel 1828, dipinse l’opera prima di essere chiamato a Milano da Napo- leone Bonaparte. 1 ¥ Sant’Antonio Abate in trono con gli angeli. Nei riquadri superiori l’Annunciazione e a 1. Chiesa dell’Addolorata, particolare affresco

33 e mura di Urbisaglia medievale erano interrotte da due porte ogivali, Porta LPiave (già denominata Porta Fiastra perché si affaccia sulla valle del Fiastra) e Porta Trento (già Porta Entogge, dalla valle del torrente Entogge). Quest’ultima, con una ghiera in cotto, è ad arco acuto e parzialmente interrata. Imponente il fornice che delimita uno spazioso vano con volta a botte. Le porte avevano la funzione di isolare il paese durante la notte e quando scoppiavano casi di epidemia. In questo caso restava aper- ta solo Porta Piave (Fiastra), dove le guardie cittadine dovevano effettuare severissimi con- trolli ai forestieri che si presentavano, sotto la rigida reponsabilità di due deputati eletti dal Consiglio comunale. Ancora visibili all’inter- 2 1 no della porta i cardini per la chiusura e, a destra della fonte, un piccolo sportello in metallo appartenente al sistema di illumina- zione stradale ad olio istituito nell’800: all’in- terno dello sportello, tenuto chiuso a chiave, veniva agganciata la catena che sosteneva la lampada; la catena veniva sganciata quando si doveva abbassare la lampada per rifornirla d’olio. Le porte erano difese da torrioni, alienati dal Comune nel sec. XIX ed abbattuti per edi- ficare le abitazioni dei nuovi proprietari. 3 Sulle porte erano collocati, per tradi- zione, gli stemmi del Papa regnan- te e della comu- nità, raffigurante San Giorgio che uccide il drago.

1. Porta Piave. Processione del Sacro Cuore 2. Porta Trento 3. Stemma di 34 Urbisaglia l Sacrario dei Caduti di tutte le Guerre, resse che risalgono, fra l’altro, all’epoca dello voluto dall’Associazione Reduci e Com- Stato Pontificio, della battaglia di Castel- Ibattenti di Urbisaglia, fu costruito sul sito di fidardo e della Prima Guerra Mondiale. una antica chiesa dedicata a San Biagio. Le testimonianze più antiche risalgono al 1195 quando, dagli Annales Camaldu- lenses, la chiesa di San Biagio di Urbi- saglia risulta alle dipendenze dell’Abbazia di Fonte Avellana (in provincia di Pesaro Urbino). Nel 1663 il vescovo di Macerata ne ordinò la demolizione a causa del forte degrado, e nel 1771 venne ricostruita dai Gesuiti che risiedevano presso l’Abbazia di Fiastra. Diventata di proprietà della famiglia Giustiniani Bandini (pag. 40), fu successivamente donata al Comune di Urbisaglia dalla contessa Maria Sofia Gra- vina Giustiniani Bandini. 1 Il Museo delle Armi e delle Uni- formi Militari, allestito all’interno del Sacra- 1. Museo delle Armi e delle Uniformi Militari rio, raccoglie cimeli di guerra di notevole inte- 2. Sacrario dei Caduti

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35 a chiesa della Maestà o di S. Maria del PARETE NORD: Massaccio, è dal punto di vista pittori- A San Nicola da Tolentino. (Sant’Angelo in L co il gioiello più notevole di Urbisaglia. Pontano 1245 - Tolentino 1305). Si riconosce Il nome di Maestà richiama le edicole dal giglio e dal sole rappresentato sull’abito. sacre poste vicino alle strade. In questo caso B Frammento di ex voto. l’edicola fu ricavata su un rudere romano, C Sacra Conversazione. Raffigura la Madon- forse un imponente monumento funerario, na col Bambino, un santo monaco e San ancora ben visibile all’esterno. Rocco inginocchiato. L’affresco riporta il Secondo la tradizione in questo luogo, nel- nome del committente e la data 1525. Tra l’anno 1429, apparve la Madonna: in cambio le foglie di acanto del fregio sottostante la della costruzione di una chiesa in suo onore firma dell’autore Marchisiano di Giorgio. ella promise la liberazione dalla peste che D Frammento di ex voto. imperversava ad Urbisaglia. E San Sebastiano. All’interno della chiesa le figure ricorren- F Madonna adorante il bambino. ti negli affreschi ed i numerosi ex voto sem- G San Rocco. brano avvalorare l’ipotesi che la costruzione H Madonna con Bambino e San Rocco. La della chiesa sia legata ed una epidemia di figura di San Rocco sulla destra sembra sia peste. La quasi totalità degli affreschi infatti stata aggiunta a lavoro iniziato. Sullo sfon- furono realizzati per grazia ricevuta e per do gli usuali drappi decorati. invocare l’intercessione dei Santi protettori I Santi Sebastiano e Rocco. I santi si trovano dalla peste (Santi Sebastiano e Rocco). all’aperto davanti a due drappi che ne esal- Le immagini, che furono fatte dipingere a tano la figura. San Rocco, che indossa il scopo devozionale, ripetono i medesimi temi e mantello in un’inedita versione, porge a schemi iconografici, mettendo in evidenza la San Sebastiano un cappello rosso. firma del committente piuttosto che quella L San Rocco. dell’autore (sono firmati dall’autore soltanto il M Santa Lucia. San Sebastiano dipinto di fianco alla Vergine N San Domenico. Il santo è ritratto nell’atto all’interno dell’abside e la Sacra Conversa- della predicazione con il libro aperto. zione sulla parete Nord). O San Rocco.

Parete Nord

F H I E G C A L M N O

B D 36 PARETE SUD: A Gruppo di tredici ex voto. Dipinti sugli spazi rimasti liberi nelle pareti, seguono uno sche- ma fisso: la Vergine e il Bambino assistono da una nube coloro che li invocano. B Crocifissione. I personaggi ai piedi della croce recano ciascuno uno strumento del martirio (chiodi, lancia, canna con spugna e tenaglie). C Pietà attribuita a Stefano Folchetti di S. Ginesio. D Affresco quasi completamente illeggibile, riporta in basso piccoli devoti in preghiera che richiamano l’iconografia della Madon- na della Misericordia. E Madonna con Bambino e Sant’Anna. F Madonna del Soccorso con San Nicola da Tolentino. La scena è legata alla novellistica medievale: la mamma promette il figlio parti- 1. Chiesa della Maestà, Natività colarmente vivace al diavolo, ma quando questi viene a prenderlo, ella invoca la sinistra la presenza di un monaco bianco fa Madonna per non consegnarlo. Questo affre- pensare ai monaci cistercensi dell’Abbazia di sco ritrae la Madonna in atto di cacciare il dia- Fiastra. Nella nube, insieme alla Madonna, volo con un bastone, la madre inginocchiata compaiono San Sebastiano e San Rocco. che invoca soccorso ed il bambino spaventa- I San Rocco. Vissuto nel sec. XIV, protettore to. La perdita di colore della figura del diavo- dei pellegrini e degli appestati, viene raffi- lo non appare casuale, piuttosto sembra indi- gurato con l’abito del pellegrino caratteriz- care la precisa volontà di cancellarlo. zato dalla corta mantella. Egli mostra un G Madonna con Bambino e i Santi Rocco e bubbone della peste sulla coscia: era il Sebastiano. Questo affresco, come rivela l’i- primo segnale della malattia. scrizione ai piedi della Vergine, fu commis- L San Sebastiano. Vissuto nel III sec. La sua figu- sionato da due persone: uno fece dipingere ra è legata alla peste perché per sua intercessio- la Madonna col Bambino, l’altro i due Santi. ne fu debellata la pestilenza del 680 a Roma. H Gruppo di quattro ex voto. Nel secondo da MSan Rocco. L’affresco, come quello di San Sebastiano sulla sinistra, ne ricopre un altro dello stesso soggetto. N Madonna in trono con Bambino e i Santi Rocco e Sebastiano. Parete Sud

D B F G E A H C I L M N

37 fa pensare alla struttura del vicino anfiteatro romano. Nella stalla si scorgono il bue e l’asinello mentre fuori San Giuseppe, la Madonna ed i pastori adorano il Bam- bino, disteso a terra e con il capo appoggiato ad un pic- colo covone di grano. Dal- A B C D l’esame delle figure presenti si evidenziano diversità sti- listiche e la partecipazione di più mani al lavoro. Al centro dell’arco è raffi- E F gurato Dio Padre che sostiene il globo del mondo nella mano sinistra e lo benedice. L’Annunciazione si pre- PARETE OVEST: senta con una disposizione spaziale insolita: la A Madonna con Bambino e i Santi Sebastiano Madonna è raffigurata all’interno di una stan- e Rocco. za rinascimentale mentre l’angelo Gabriele, B Santo Stefano. Il santo, primo martire cristia- con le braccia conserte e privo di volto per un no, è raffigurato con una pietra sulla la testa maldestro restauro del tetto, è dipinto ancora che simboleggia la sua morte per lapidazione. in volo nell’atto di scendere sulla terra. C San Rocco e Sant’Antonio abate. L’affre- sco, incorniciato da un motivo che imita il INTERNO DELLA CAPPELLA marmo, è datato 1506. La cappella, chiusa da una pesante inferria- D San Sebastiano alla colonna. Ai piedi del ta, è la parte più antica della chiesa, alla quale santo l’iscrizione del committente. venne poi aggiunto il resto dell’edificio attuale. E Gruppo di sei ex voto. Da notare, nel primo Al centro è raffigurata la Madonna della e terzo riquadro in alto, scene di situazioni Maestà, l’affresco più antico della chiesa, che pericolose legate a lavori domestici e agrico- viene fatto risalire al Trecento. La Madonna li per le quali si invoca l’aiuto della Vergine. tiene in braccio il Bambino che regge un F Gruppo di cinque ex voto. uccellino sul dorso della mano destra. Alla destra del dipinto della Madonna vi è PARETE EST: San Rocco, sulla sinistra San Sebastiano, La parete Est presenta gli affreschi di datato 1437 e firmato da Gasparino da Parma. maggior pregio artistico. Da sinistra l’Ado- La cappella venne rivestita di stucchi raf- razione dei Pastori, al centro Dio Padre, a figuranti le scene del Battesimo di Cristo e di destra una Annunciazione. San Giovanni Battista nel XVI secolo e fu L’Adorazione dei Pastori ha sullo sfondo coronata da una piccola cupola a pianta ellitti- un imponente edificio con archi e colonne che ca e a sesto ribassato. iazza Minerva è un compendio di poe- la piazza e la scena del teatro. Il teatro, di tica, simbolismo e funzioni. Progettata forma semicircolare, può ospitare circa 500 P dall’artista romano Giuliano Giganti, spettatori. La cavea è limitata da una recinzio- ha come motivo conduttore l’uomo raffigura- ne in cui sono istallate 30 figure, realizzate to come sagoma, l’uomo geometrico, che ora combinando triangoli di ferro zincati a caldo e esalta la tecnologia simboleggiata dall’auto- saldati fra di loro negli angoli. Le figure si mobile, ora stringe fra le braccia la nuvola muovono da destra e da sinistra rispetto al cen- come metonimia della natura. tro presidiato da un grande triangolo, somma La piazza impegna circa 2.100 mq e pre- di tanti triangoli, e si librano liberamente per senta una pavimentazione di fondo in pietre di afferrare la luna, una nuvola, una casa, una porfido grigio: l’intero spazio è nettamente tavolozza, giocando con candele, tenendo connotato come luogo destinato a raccogliere il un’automobile, un arcobaleno, rincorrendo un movimento del sole e ad essere suo interprete. pallone. C’è anche una figura acefala attorno Il centro della piazza è costituito dalla alla quale ruotano 8 teste, a rappresentare la rosa dei venti, da cui si dipartono otto grandi continua ricerca della propria identità. sagome d’uomo, del tipo che si è descritto. La Ai lati di Piazza Minerva Giganti ha collo- rosa dei venti segnala le direzioni intercardi- cato sette panchine zincate: ciascuna panchi- nali dette “venti”, poiché indicano le direzioni na è sorretta da una coppia di sagome-uomo. di provenienza dei venti i cui nomi sono scrit- Ciasuna coppia è colta in una posizione diver- ti in nero nelle sue punte. La parte centrale sa: riversa a terra, poggiata su una mano e su della rosa riporta una scritta circolare che for- una gamba piegata a terra, oppure su un piede mula un’antica e sempre attuale domanda: e con la gamba sollevata da terra, tutte a sim- “Che genere di speculazione si ricava dallo boleggiare il legame dell’uomo con la terra e scorrere del tempo”. il suo progressivo distacco. Un altro elemento importante di questa costruzione è l’orologio analemmatico. 1. Piazza Minerva, la scacchiera e il teatro Questo tipo di orolo- gio solare non utilizza un proprio stilo o gnomone predetermi- nato e istallato come elemento fisso. é la figura umana che, collocandosi nella ca- sella corrispondente al mese corrente, funge da stilo e quin- di, con la propria ombra, segnala l’ora solare del luogo. Un ulteriore ele- mento che caratterizza piazza Minerva è la grande scacchiera 1 che fa da cerniera tra

39 a Riserva Naturale Abbadia di Fiastra, Riserva Antropologica. Comprende l’im- istituita ufficialmente il 18 giugno 1984 ponente complesso monastico dell’Abbazia di Lcon una convenzione stipulata fra la Chiaravalle di Fiastra (pag. 44), parte dei Regione Marche e la Fondazione Giustiniani campi coltivati ed il fiume Fiastra, con la Bandini, proprietaria dell’area, è stata ricono- caratteristica fauna e vegetazione ripariale. sciuta, con Decreto del Ministero dell’Agri- È l’area a maggiore vocazione turistica, ma coltura e Foreste nel 1985 quale “Riserva l’agricoltura vi riveste ancora un’importanza Naturale dello Stato”. notevole. Si estende per circa 1.800 ettari nel territo- Zona di Protezione. Comprende la re- rio dei comuni di Urbisaglia e Tolentino, nella stante parte della proprietà della Fondazione fascia medio-collinare della provincia di Giustiniani Bandini. Essa costituisce un filtro Macerata, fra i 130 ed i 306 m. fra la Riserva vera e propria ed il territorio cir- Il territorio della Riserva è stato suddiviso costante. in tre aree principali: L’ambiente naturale è caratterizzato da tre Riserva Naturale Orientata. Comprende zone aventi valenze naturalistiche crescenti la Selva (pag. 42) ed ha lo scopo di guidare lo quali: sviluppo della natura per raggiungere assetti il ¥ il paesaggio agrario che rappresenta, in più possibile vicino a quelli naturali originari. riferimento all’attuale qualità della vita urbana, un patrimonio di primaria importan- I Giustiniani Bandini e l’Abbadia di Fiastra za; L’Abbazia di Fiastra fu ceduta in enfiteusi al mar- ¥ i corsi d’acqua (torrente Entogge e fiume chese Alessandro Bandini-Collaterali nel 1773. Fiastra) con la loro caratteristica fauna e Negli anni 1802-1803 suo figlio Sigismondo, vegetazione ripariale, nonchè il lago “le acquistò tutte le proprietà avute in enfiteusi e fece costruire il Palazzo. Vene”, piccolo bacino lacustre, di origine Carlo, figlio di Sigismondo, sposò Cecilia, figlia artificiale, che è stato oggetto di un interes- del Principe Vincenzo Giustiniani, e il loro figlio sante progetto di riqualificazione naturalisti- Sigismondo, ottenne la facoltà di fregiarsi del ca; cognome dei Giustiniani e di farlo precedere a ¥ la Selva, che è un bosco di oltre 100 ettari quello del proprio casato. Nel 1863 un breve di Papa Pio IX riconobbe a Sigismondo ed alla sua giunto quasi intatto fino ai giorni nostri, gra- discendenza in linea mascolina il titolo di principe. zie alla cura che ne ebbero prima i monaci Primogenito maschio del principe Sigismondo fu cistercensi e successivamente la famiglia Carlo, che fece ben presto parlare di sé nei salotti Bandini ed infine la Regione Marche che lo romani. Dopo la morte del padre, avvenuta nel ha dichiarato “Area Floristica Protetta”. 1908, Carlo rinunciò all’usufrutto della tenuta dell’Abbadia di Fiastra in favore del suo figlio pri- Molti sono i percorsi pedonali e ciclabili mogenito Sigismondo, che nel 1910 sposò Teresa presenti all’interno della Riserva Naturale Boncompagni. Nella rassegnata attesa di un erede Abbadia di Fiastra. Guide dettagliate ai per- che tardava ad arrivare e che non avrebbe mai corsi sono disponibili presso i punti vendita e avuto, Sigismondo fu provato dalla perdita del fra- il Centro Visite della Riserva. tello Giuseppe, morto in combattimento alle porte di Gorizia nel 1916. Egli stesso morì pochi anni dopo, nel 1918, lasciando usufruttuaria la moglie 1. Paesaggio agrario della Riserva Naturale Teresa e la sorella Maria Sofia. Dopo la morte di Donna Teresa (1969) e di Maria 2. Viale di ingresso all’Abbazia di Fiastra Sofia (1977), tutti i beni della famiglia sono passa- 3. Sentiero sensoriale “il bosco e il fiume” ti, secondo il testamento del Principe, alla Fon- dazione Giustiniani Bandini. * Testi tratti da A. Fermanelli (1989, 2002)

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1 41 La Selva Il Lago le Vene Con i suoi cento ettari di bosco, “La Selva” Il sentiero attraversa il territorio agricolo è il più importante esempio di querceto collina- compreso tra la Selva ed il fiume Fiastra. La re conservatosi nelle Marche. Questo ecosiste- morfologia di gran parte dell’area è dovuta ma, che un tempo si estendeva su buona parte all’azione modellatrice del fiume iniziata du- del territorio regionale e che è stato quasi ovun- rante le glaciazioni del Quaternario. Questo que eliminato per far posto alle colture agrico- percorso permette, in particolare, di osservare le, si è conservato all’Abbadia di Fiastra per un tipico lembo di bosco planiziale, assai inte- una serie di circostanze fortunate. ressante, che appare peraltro molto simile alla Il percorso all’interno della Selva mostra Selva come struttura e composizione, ma che il bosco nei suoi differenti aspetti: si inizia tuttavia, per la presenza e la diffusione di infatti osservando dall’esterno quel particola- alcune specie quali la farnia, la berretta del re tipo di vegetazione che costituisce il man- prete, l’acero campestre, l’olmo, è riconduci- tello del bosco, cioè la fascia di transizione tra bile più alle antiche foreste che un tempo si alberi e coltivazioni, per poi inoltrarsi in un sviluppavano lungo il fondovalle. Tale percor- sentiero che percorre l’intera Selva ed in cui si so è, inoltre, particolarmente favorevole per le osservano alcune interessanti tracce lasciate osservazioni faunistiche, per la presenza con- dall’uomo nel corso dell’ultimo secolo, come comitante di tre ambienti: i campi coltivati, il la fagianeria e le piante sempreverdi introdot- bosco ed il fiume. Scendendo lungo le rive del te a scopo ornamentale. L’ultima parte del per- Fiastra è possibile osservare l’ecosistema fiu- corso mostra, invece, il volto più naturale me con la caratteristica vegetazione ripariale. della selva e le dinamiche in atto nella vegeta- Il percorso continua costeggiando il lago “Le zione, come la tendenza allo sviluppo dell’al- Vene”, ex cava di ghiaia che è stata recupera- to fusto, in zone di bosco governato a “ceduo” ta allo scopo di ricreare un ambiente umido fino a qualche anno fa. seminaturale. Il lago è così denominato perché alimentato da sorgenti sotterranee. Vi si pos- sono osservare diversi uccelli migratori, fra i quali l’airone cenerino e la garzetta. Altre spe- cie che vi nidificano regolarmente sono il tuffetto, il martin pesca- tore e la gallinella d’ac- qua. Il sentiero succes- sivamente entra per un breve tratto nella Selva, per poi costeggiare un’interessante casa co- lonica e quindi giungere alla “Pignolara”, pineta di chiara origine artifi- ciale, ed infine all’Ab- bazia.

42 1. Il Centro Visite della Riserva Naturale Abbadia di Fiastra Il Bosco e il Fiume: sentiero sensoriale tato lungo l’intero tracciato da una staccionata Il sentiero sensoriale è un percorso lungo e da un cordolo di legno alto 10 cm. il quale la scoperta delle caratteristiche del- l’ambiente viene effettuata non solo con il Museo della Civiltà contadina senso della vista, ma anche attraverso quelli Il Museo è costituito da una raccolta di dell’udito, dell’olfatto e del tatto. attrezzi agricoli, utensili da cucina e oggetti di Il sentiero “Il Bosco e il Fiume” inoltre è falegnameria che provengono dalle case colo- stato realizzato eliminando ogni barriera archi- niche del circondario, ancora oggi a vocazio- tettonica al fine di renderlo perfettamente ne prevalentemente agricola. accessibile ad ogni categoria di persone, com- Il Museo ricostruisce gli ambienti caratte- presi i non vedenti. Esso si svolge in pianura e ristici della casa colonica e raccoglie numero- si percorre in 30 minuti: è caratterizzato da un se fotografie dei momenti più significativi fondo di ghiaia compatta e rullata ed è delimi- della vita rurale.

43 abbazia di Chiaravalle di Fiastra ra proprietà ad una fondazione agraria intesta- venne fondata nel 1142 dai monaci ta al suo nome. L’ cistercensi provenienti dall’abbazia I monaci cistercensi sono ritornati all’Ab- madre di Chiaravalle di Milano. bazia di Fiastra nel 1985, e nello stesso anno è Nei tre secoli successivi l’Abbazia si svi- stata istituita, sui 1.800 ettari di proprietà della luppò sia dal punto di vista religioso, con il Fondazione Giustiniani Bandini, la Riserva fiorire di numerose vocazioni, che da quello Naturale Abbadia di Fiastra. economico, grazie a lasciti e donazioni da Grazie al buono stato di conservazione parte di privati e di signori feudali. degli edifici, l’Abbazia consente di ammirare Nel 1422, all’apice della sua potenza eco- l’originaria architettura cistercense. nomica e spirituale, l’Abbazia venne saccheg- La chiesa è a croce latina a tre navate. giata da Braccio da Montone, capitano di ven- Misura 70m di lunghezza, compreso il portico, tura e signore di Perugia. e 20m di larghezza. Le volte della navata cen- Persa in conseguenza a ciò l’autonomia, trale, alta 25m, erano originariamente tutte a l’Abbazia venne prima affidata a cardinali crociera come quella della prima campata e commendatari, che restaurarono il chiostro e quella del presbiterio. Ora invece mostrano la la chiesa, poi ai Gesuiti, che gestirono i beni copertura a capriate da quando l’Abbazia fu dell’Abbazia costruendo magazzini, stalle e saccheggiata da Braccio da Montone nel 1422. case coloniche. Lo stile della chiesa esprime in modo Nel 1773 l’Abbazia venne ceduta alla autentico le caratteristiche di povertà, sempli- nobile famiglia Giustiniani Bandini, che edifi- cità, essenzialità tipiche dell’ordine cistercen- cò sul lato Sud del monastero un ricco palaz- se. Unici elementi di decorazione i capitelli, zo. L’ultimo discendente dei Giustiniani Ban- tutti diversi fra loro, e i due rosoni che illumi- dini, morto senza eredi nel 1918, lasciò l’inte- nano la chiesa da Est e da Ovest.

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Dalla metà del XIV secolo la chiesa venne arricchita con alcuni affreschi, fra cui una 1. Abbazia di Chiaravalle di Fiastra Madonna col Bambino (ultimo pilastro a sini- 2. Chiostro stra) della scuola dei fratelli Salimbeni, e una 3. Refettorio dei conversi, colonne romane Crocifissione attribuita al Folchetti (abside). Per la costruzione della chiesa venne usato molto materiale edilizio prelevato dalla città 3 romana di Urbs Salvia. Di particolare impor- tanza all’interno dell’abside un’ara pagana, attualmente usata come base per l’altare. Il chiostro, austero e silenzioso, unisce fisi- camente ed idealmente gli ambienti della vita quotidiana dei monaci: la sala del capitolo, simbolo della vita comunitaria, dove si svolge- va quotidianamente la lettura della Regola; le grotte, suggestivo ambiente ipogeo che si snoda sotto la chiesa, con volte a crociera; il deposito delle oliere, dove oggi si possono ammirare reperti archeologici provenienti da Urbs Salvia e una mostra sulle abbazie delle Marche; il cellarium, grande stanza per il lavo- ro; il refettorio dei conversi, stupenda sala dove il riutilizzo del materiale romano prove- niente da Urbs Salvia risulta particolarmente suggestivo. Sul chiostro si affaccia il palazzo dei principi Giustiniani Bandini, della prima metà del XIX secolo, che occupò l’ala Sud del monastero. é possibile visitarne il parco, splendidamente ornato da alberi secolari e da un’imponente quercia da sughero.

45 a grande vivacità culturale e associati- con Maddalena Crippa (2002). va di Urbisaglia trova la sua espressio- Il Premio Nazionale Massimo Urbani L ne principale nelle le numerose mani- (giugno) è una manifestazione musicale nata festazioni annualmente in calendario. per fare emergere giovani talenti jazzistici. Il L’appuntamento più importante è la Premio è intitolato ad uno straordinario artista Rassegna di Teatro Classico Antico: ospita- prematuramente scomparso, l’alto sassofoni- ta fin dal 1990 nell’Anfiteatro romano, si sta Massimo Urbani, che nel 1984 tenne pro- svolge ogni anno a cavallo tra luglio e agosto. prio ad Urbisaglia uno storico concerto (The Favorita dagli straordinari monumenti, abbina Urbisaglia Concert. Philology W 70.2). la qualità dello spettacolo alla suggestione dei Manifestazione tra cultura e gastronomia è luoghi. La Rassegna evidenzia l’attualità dei il Banchetto dell’Antica Roma (agosto), che temi del teatro classico, la problematicità, la si tiene all’interno dell’Anfiteratro romano e non risolvibilità storica: il modo migliore di ripropone piatti tratti dalle ricette di Gaio parlare ad un pubblico giovane e nel contem- Marco Apicio (De re coquinaria). po di presentare agli amanti dei testi classici le Per le vie del centro storico, nel mese di infinite possibilità drammaturgiche. Dal 1997 aprile, si svolgono la Fiera di San Giorgio l’attività della Rassegna procede sotto la (istituita nel 1863), la Festa del Sacro Cuore denominazione TAU (Teatri Antichi Uniti), (pag. 32) e, nel mese di settembre, la Festa associazione che sostiene l’attività del teatro dell’Addolorata. Molto partecipata è la Festa classico antico, prodotto e rappresentato in della Maestà (15 agosto, fraz. Maestà), che luoghi archeologici. Tra le produzioni in testimonia la devozione per l’Assunta. prima nazionale si ricordano: Antigone con la Legate alle celebrazioni del Venerdì Santo compagnia Argot (1996), Il Caso Fedra con e del Corpus Domini le processioni religiose Pamela Villoresi, regia di Maurizio Panici che si svolgono con la presenza delle confra- (1997), Coefore (1999), Eumenidi nella tradu- ternite. zione di Pier Paolo Pasolini con regia di Elio Le feste paesane rappresentano un’occa- De Capitani (2000), Pentesilea di Peter Stein, sione per assaporare la gastronomia locale: il territorio in gran parte agricolo conserva ancora il gusto della tradizione e i sapori delle semplici pietanze popolari: lu ciaùsculu, lu pulendó ‘rencoàtu, li fascióli co’le cóteche, la papera arrosto, li scartocci, etc., accom- pagnati dai pregevoli vini della zona, il Rosso Piceno e il Bianco dei Colli Maceratesi.

Anfiteatro: Rassegna di Teatro Classico Antico

46 AA.VV. Antiqua Frustula. Urbs Salvia. Delplace, Christiane. La Romanisation du Materiali sporadici dalla città e dal Picenum. L’exemple d’Urbs Salvia. territorio. Catalogo della Mostra, Collection de l’école française de Abbadia di Fiastra, 4 ott.- 31 dic. Rome, 177. Roma: L’Erma, 1993. 2002. Fabrini, Giovanna M. Tracce, segni e sim- Bacchielli L. Ð Ch. Delplace Ð W. EckÐ L. boli romani nel maceratese. Gasperini Ð G. Paci. Studi su Macerata: Archeoclub d’Italia, Sede Urbisaglia romana. ÇSupplementi a di Macerata, 1995. PICUSÈ, V. Tivoli: Tipigraf, 1995. Fermanelli, Alfredo (a cura di). Sentiero sen- Barile, Nicola. La Passione di San Lorenzo. soriale. Il Bosco e il Fiume. Riserva Gli affreschi di Ciro Pavisa nella Naturale Abbadia di Fiastra: 2002. Collegiata di Urbisaglia. Urbisaglia: 1998. Fermanelli, Alfredo (a cura di). Sentiero Bertini, Adelaide Ð Giuseppe Ferranti Ð natura. Il lago le Vene. Riserva Miria Salvucci (et al.). Abati e Naturale Abbadia di Fiastra: 2002. Feudatari nella Valle del Fiastra. Fermanelli, Alfredo (a cura di). Sentiero Urbisaglia: 1996. natura. La Selva. Riserva Naturale Capodaglio, Giuseppina. Statue e ritratti di Abbadia di Fiastra: 2002. età romana da Urbs Salvia. : 1994. Fermanelli, Alfredo (a cura di). La Riserva Naturale Abbadia di Fiastra. Vol. 1. Capodaglio, Giuseppina Ð Fabrizio s.l.: Villamaina, 1989. Cipolletta. I teatri romani delle Marche. Macerata: Archeoclub Ferranti, Giuseppe. Guida al territorio di d’Italia, Sede di Macerata, 1999. Urbisaglia. Pro Monoscritto a cura di Urbsalviambiente. Urbisaglia: Chiavari, Aldo. L’Ultima guerra in Val di luglio 1994. (1940-46). Macerata: Sico Editore, 1997. I.T.C. “A. Gentili” di Macerata. Urbs Chiavari, Paola Ð Giuseppina Emiliozzi. Salvia. Parco Archeologico. CD- Abbazia Chiaravalle di Fiastra. 3» Rom. Macerata: 1999. ed. Pollenza: 2000. Mauro, Maurizio. La Rocca di Urbisaglia. Cleri, Bonita. La chiesa della Maestà di Guide ai castelli delle Marche, Vol. I. Urbisaglia. Urbisaglia: 1998. Ravenna: Adriapress, 1994. Consolati, Paola. I Giustiniani Ð Bandini. Pierangelini, P. Ð W. Scotucci. “La ‘cona’ Urbisaglia: 1999. ritrovata della basilica di San Nicola Cruciani, Roberto (a cura di). E vennero… a Tolentino”. Quaderni di Ricerca 50 anni di libertà. 1943-1993. sul Patrimonio Artistico Marchi- L’internamento nelle Marche. giano disperso, I, 2002. Macerata: Coop. Artivisive, 1993. Salvucci, Benedetto (a cura di). Urbs Salvia. Cruciani, Roberto Ð Benedetto Salvucci. Periodico, I-III. Urbisaglia: 1970- Saluti da Urbisaglia. Pollenza: 1999. 1972.

47 Come arrivare

AEREOPORTO BOLOGNA DI FALCONARA PESARO MILANO ANCONA

A 1 4 URBINO ANCONA MARE ADRIATICO JESI ss 361

ss 502 MACERATA MACERATA ss 361 CIVITANOVA ss 485 URBISAGLIAURBISAGLIA MARCHE TOLENTINO trada Supers ASCOLI URBISAGLIA URBISAGLIA PICENO

ss 78 SAN GINESIO A14 ss 256

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ss 209 da Numeri e indirizzi utili Municipio: C.so Giannelli, 45 - 62010 Urbisaglia (MC) Superstra TERNI ASCOLI PICENO tel. 0733.511.091 - fax 0733.512.649

ss 4 Pro Loco di Urbisaglia: tel. 0733.506.566 - 339.595.16.15 PESCARA M. SIBILLINI BARI e-mail: [email protected] ROMA Museo Archeologico Statale: Traversa Piccinini tel. 0733.50.107 Strada Meridiana Srl (guide turistiche): tel. 0733.202.942 - Versante adriatico: fax 0733.205.042 e-mail: [email protected] - Autostrada A14, uscita . www.meridianasrl.it Raccordo autostradale Tolentino-Civitanova Marche uscita “Macerata Ovest”. Hotel, Agriturismo e Ristoranti SS78 in direzione Sarnano. ★★★ Hotel Ristorante “La Maestà”, fraz. Maestà, Versante tirrenico: Urbisaglia (MC), tel. 0733.509.660; Autostrada A1 ★★★ Hotel Ristorante “La Foresteria”, Abbadia di Fiastra, Da Firenze: uscita “Val di Chiana” direzione Urbisaglia (MC), tel. 0733.202.942 - 0733.549.347 Perugia-Macerata ★★★ Hotel “Le Grazie”, Via Grazie Fiastra, Loro Da Roma: uscita “Orte” direzione Foligno-Macerata. Piceno (MC), tel. 0733.509.660 Raccordo autostradale Tolentino-Civitanova Marche ★★ uscita “Macerata Ovest”. Hotel “Seri”, Via Fiastra, 75, (MC), SS78 in direzione Sarnano. tel. 0733.50.341 Ostello “Il Larice”, Ristorazione Macrobiotica Pullman Loc. Convento, Urbisaglia (MC), tel. 0733.506898 Da Roma: autolinee “Roma-Marche Linee” (tel. 0733.818.638 - 0733.778.015) Centro Agrituristico “La Fontana”, C.da Villamagna, Da Ancona, Sarnano, Macerata: autolinee SASP Urbisaglia (MC), tel. 0733.514.002 (tel. 0733.663.137) Agriturismo “La Selva”, C.da Selva, Urbisaglia (MC), Ferrovia tel. 0733.514.010 Stazione di Urbisaglia a 8 km. dal centro storico. Bar Ristoro “La Baita” C.da Selva, Urbisaglia (MC) tel. 0733.514.004 (apertura estiva) Siti internet www.urbisaglia.com Ristorante “Nabissi Rosa”, Abbadia di Fiastra www.urbisaglia.sinp.net Tolentino (MC), tel. 0733.203.552 Ufficio Informazioni Turistiche Camper Service Urbisaglia: tel. 0733.506.566 Via Flavio Silva - Urbisaglia Abbadia di Fiastra: tel. 0733.202.942 Abbadia di Fiastra - Urbisaglia

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