Per saperne di più e e r

• ERSAF - Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle t e Foreste, P.O. Promozione e Valorizzazione dei Sistemi Naturali s v e e Forestali - Corso Promessi Sposi, 132 - 23900 Lecco (LC) - i r V

tel. 0341.492451 - fax 0341.492469; e-mail: [email protected] a o d

sito: www.ersaf.lombardia.it F

• Comunità Montana Lario Intelvese via Roma, 9 - 22028 San Fedeli Intelvi (CO) tel 031.830741 - fax 031.831740

Numeri utili • Comune di Pellio Intelvi (CO): Via Lanfranconi, 34 - Tel. 031.830202

• Comune di Lanzo Intelvi (CO): Piazza Martino Novi, 2 - Tel. 031.840132

• Ufficio informazioni San Fedele: (estivo) - Tel. 031.832498

PROGRAMMA DI • Pronto intervento - 118 COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA • - 1515 ITALIA SVIZZERA Segnalazione incendi boschivi La Guerra 2007 - 2013 LE OPPORTUNITÀ • - Comando Stazione di NON HANNO CONFINI Carabinieri Dizzasco: Tel 031.821129

FONDO EUROPEO DI • Corpo Forestale dello Stato didi pietrapietra SVILUPPO REGIONALE Comando Stazione di Pellio Intelvi: Tel. 031.830272

3 Il Percorso delle Trincee

Itinerari tematici “Luigi Mario Belloni”

in Valle Intelvi (CO) Comunità Montana Lario Intelvese

Questa pubblicazione, realizzata nell’ambito delle iniziative di “Foreste da Vivere”, è stata ristampata nel 2012 nel corso del progetto Interreg ITA-CH ForTi-Linea Cadorna. Montana del Lario Intelvese.

Coordinamento editoriale: Alessandro Rapella

Testi: Antonio Greco e Sergio Poli Ente Regionale ServiziERSAF Agricoltura e ForesteSede di- ERSAF Lecco Sede di Erba

Immagini: Archivio ERSAF La foto di Luigi Mario Belloni è stata messa gentilmente a disposizione dalla Signora Maria Luisa Zecchinelli Belloni. Si ringrazia sentitamente la Famiglia Croppi di San Fedele Intelvi per aver messo a disposizione il suo archivio di foto e documenti

Cartine e schemi: Michela Veronesi

Disegni: Sergio Castelletti

Grafica ed impaginazione: PAYSAGE - Milano Ristampa: Grafiche Valsecchi - Erba Per questa pubblicazione è stata utilizzata carta certificata PEFC La Guerra

Comunità Montana Lario Intelvese di pietra

Questa pubblicazione è stata realizzata nell’ambito delle iniziative di “Foreste da Vivere 2005”, con il contributo di Regione Lombardia - Direzione Generale Agricoltura e la collaborazione della Comunità Montana del Lario Intelvese.

Coordinamento editoriale: Alessandro Rapella

Testi: Antonio Greco e Sergio Poli Ente Regionale Servizi Agricoltura e Foreste - ERSAF Sede di Erba Il Percorso delle Trincee Immagini: Archivio ERSAF “Luigi Mario Belloni” La foto di Luigi Mario Belloni è stata messa gentilmente a disposizione dalla Signora Maria Luisa Zecchinelli Belloni. Foresta Regionale Si ringrazia sentitamente la Famiglia Croppi di San Fedele Intelvi per aver messo a disposizione il suo archivio di - Valle Intelvi (CO) foto e documenti

Cartine e schemi: Michela Veronesi

Disegni: Sergio Castelletti

Grafica ed impaginazione: PAYSAGE - Milano L’Alpe di Gotta nella Foresta Regionale Monte Generoso. In secondo piano il crinale del Percorso delle Trincee

” l progettoa gestione delle Foreste di Lombardia è di ampliareasseggiando l’offerta sui turisticamonti del stessa nostro diversifi Lario - Laradicata Frontiera nella Nord, storia, nota nel impropriamente paesaggio e nella an- candola.Intelvese, tra boschi, prati e rocce, può capita- ILcheidentità come Lineadelle comunitàCadorna, èlocali, un importante valorizzando la- P re di imbattersi …nella Storia. Resti di trincee, lascito memoria della Prima e le tradizioni Guerra Mondiale …” che innerva, gallerie, camminamenti che riportano al passato, ai Così recita il 3° Principio di Gestione delle tempie attività: incerti di guerra durante il Primo conflitto con una sequenza ininterrotta di fortifi cazioni, Foreste di Lombardia, abbiamo firmato con il mondiale.Il progetto Le principalisi articola fortificazioni in: della O.A.F.N. camminamenti, percorsi, viabilità di suppor- Presidente della Regione Lombardia, Roberto L(Occupazione• attività diAvanzata tipo territoriale Frontiera con Nord), progetti presenti pi- to, l’intera parte nord della Lombardia, dalla Formigoni, nell’ottobre del 2004. Un principio lotanella dizona recupero sono dislocate o ripristino lungo di la manufatticresta montuosa della Provincia di Varese fi no al Pizzo del Diavolo. che si traduce in un nostro impegno a conser- Frontierache segna Nordil confine al fi conne dila Svizzera,renderli fruibiliinteressando in si- i vareLa complessa e valorizzare linea le difensiva,testimonianze costruita della astoria, poca luoghi più suggestivi e panoramici della valle: il della vita e della cultura umana nell’ambiente curezzaMonte Bisbino, per un ilutilizzo Sasso diGordona, tipo turistico. la Bocchetta Que- distanza dalla frontiera svizzera, venne realiz- ste attività sono state promosse da partner di forestale.zata nel timore di un’invasione tedesca che, d’Orimento, la Sighignola, il Monte Pinzernone, il A questo principio e a questo impegno si ispira tipoGalbiga territoriale: ed il Monte Comunità Crocione Montana di ValsassinaTremezzo. violando la neutralità elvetica, prendesse alle l’intervento in Valle d’Intelvi dedicato ad un sen- -Partendo Valvarrone da -queste Val d’Esino considerazioni, - Riviera; negli Comuni- ultimi tierospalle tra l’Italia natura settentrionale. e storia. Una natura preziosa e tàanni, Montana con la preziosa Valchiavenna; collaborazione Comunità del ConsorzioMontana unaIl progetto storia importante, ForTi-Linea che Cadorna abbiamo (programma il dovere di ValliForestale del Verbano;Lario Intelvese Comunità e dell’ERSAF, Montana Larioabbiamo In- tutelareoperativo per di garantire cooperazione alla società transfrontaliera di oggi ed telvese;promosso ANA diversi Lecco. interventi volti a ripristinare, ren- alleItalia-Svizzera generazioni 2007-2013) future opportunità prende di lebenesse- mosse Perdere la fruibili Comunità e divulgare Montana la presenza Lario Intelvese di queste gli strut- in- re e di riflessione. ture a fini ricreativi ed escursionistici. Vogliamo dalle forti potenzialità che la Frontiera Nord terventi legati al progetto ForTi-Linea Cadorna Ognipresenta, sforzo, in primis,come ci dal ricorda punto la di storia vista culturaledi questi ricordare e ringraziare così Luigi Mario Belloni, luoghi, trova il suo compimento solo con l’impe- hannoarchitetto, riguardato docente iluniversitario, recupero e amantela valorizzazio- della sto-

La Guerra di Pietra e della memoria storica e, in secondo luogo, gno comune e per questo sono davvero con- neria edel dell’archeologia, complesso fortifi che catofu tra suli primi M.te a compren-Bisbino 02 tentodal punto che ERSAFdi vista abbiaambientale lavorato e paesaggistico,a questo pro- edere dei il percorsivalore storico sul Sassoed architettonico Gordona edelle sul opereM.te gettovista lainsieme loro collocazionecon Regione inLombardia zone strategiche e le real- Galbiga.di fortificazione della O.A.F.N. e si attivò fino agli tàdelle che Alpi. sul Questoterritorio patrimonio, e del territorio perché sonosia ef-la •ultimi attività suoi digiorni tipo pertrasversale sollecitarne che ilapportano recupero ebe- la voce,fettivamente la storia, segno la cultura della e memoria,la natura. deve es- neficonservazione. cio alla totalità Continuando dei territori idealmente coinvolti, nella nonstra-

Itinerari tematici sere reso fruibile anche oggi, naturalmente in legateda da luia stessoun’area indicata, territoriale, uno degli ma impegniallo sviluppo princi- pali della nostra Comunità Montana è proprio quel- un’ottica fortemente differente dai motivi mili- di tematiche o strumenti specifi ci; è in questa lo di tutelare e valorizzare il patrimonio storico, cul- tari per cui è nato. lineaturale eche, della nel memoria, corso importantedel progetto e preziosa ForTi-Linea risor- FrancescoL’obiettivo Mapellidel progetto è l’utilizzoViviana Beccalossidi queste Cadorna,sa di cui queste si è voluta strutture la ristampafanno parte di aquesto pieno titolo.pre- Presidentestrutture non ERSAF più come segnoVicepresidente di divisione, e zioso opuscolo, realizzato nell’ambito delle ini- ma per valorizzare il dialogoAssessore e lo all’Agricoltura scambio in ziative di “Foreste da vivere”, in collaborazioneOscar Gandola un’ottica di turismo sostenibiledella Regione che Lombardia consenta con laPresidente Comunità Comunità Montana Montana del Lario Lario Intelvese. Intelvese a Val d’Intelvi La IlVal sistema d’Intelvi difensivo, così vicina della alla Frontiera metropoli Nord milane- non La Foresta deldel “Monte “Monte Generoso” Generoso”, in ecui una si delle svi- se, rappresenta una meta molto comoda per gli L prevedeva la protezione del confi ne di Stato 18luppa foreste il percorso di Lombardia descritto, di proprietà è una delle regionale 20 foreste e si escursionisti. Tuttavia, il fatto di essere così facilmen- estendedi Lombardia per circa di proprietà 233 ettari regionale nel Comune e si estendedi Pellio in senso stretto, quanto piuttosto lo sbarramento te raggiungibile incoraggia quel turismo “mordi e Intelvi,per circa al confine 233 ettari con lanel Svizzera. Comune La di foresta Pellio Intelvi,è situa- all’eventualefuggi” che non aggressore porta conoscenza delle principali nei fruitori, vie di népe- taal sulconfi versante ne con settentrionalela Svizzera. delLa forestaMonte Generoso,è situata netrazionebenessere ai verso valligiani. la pianura Eppure, ela quindiValle ha versoun grande Mila- massicciosul versante delle settentrionale Prealpi Calcaree del Lombarde,Monte Genero- com- no;patrimonio per questo storico, motivo, culturale, gli obiettivi paesaggistico da battere che con prendendoso, massiccio i bacini delle della Prealpi Valle dell’Inferno Calcaree eLombarde, della Valle l’artiglieriameriterebbero non ben erano altro esclusivamenterispetto e approfondimento. in territorio dicomprendendo Gotta: i due valloni i bacini hanno della versanti Valle dell’Infernomolto ripidi e elvetico,La ricchezza ma della potevano Valle era risultare stata capita anche dal in compian- territorio boscosidella Valle che di rendono Gotta, daiil paesaggio versanti ripidi severo, e boscosi. ma allo nazionaleto Professor (ad Belloni, es. lache Strada venne aRegina vivere sulletra Lennorive del e stessoNell’ultimo modo secolo affascinante. tutta l’area Nell’ultimo ha subito secolo profonde tutta MenaggioLario intelvese, poteva e spese essere buona colpita parte dal della Monte sua Galbi- vita l’areamodifi ha cazioni subito dovuteprofonde all’abbandono modificazioni dovutedell’attività all’ab- per conoscere, far conoscere e valorizzare questo pastorale, passando da un territorio aperto con ga e dal Tremezzo). A nord di Como il sistema era bandonopascoli e dell’attività rare piante pastorale, maestose passando di faggio da (merig-un terri- organizzatopatrimonio. Il susuo un’unica interesse linea si concentrò posta a anche protezione sulle toriogi) ad aperto un bosco con chiusopascoli die latifoglierare piante e coniferemaestose non di avanzataopere di fortificazione dei capisaldi realizzate di Monte in Val Bisbino,d’Intelvi duran- Sasso faggioautoctone. (meriggi) Degli ad antichi un bosco alpeggi chiuso rimane di latifoglie una pic- e Gordona,te la Prima Pizzo Guerra della Mondiale,Croce, Monte nell’ambito d’Orimento, della coniferecola porzione non autoctone. all’Alpe DegliGotta, antichi mentre alpeggi e’ ancorarimane Monte“Occupazione Pinzernone Avanzata (o Cecci), Frontiera sperone Nord” occidentale (OAFN), unapossibile piccola ammirare porzione all’Alpealcuni Gotta,faggi monumentali:mentre e’ ancora il conosciuta anche come “Linea Cadorna”. Le opere - del Monte di Lenno, Monti Galbiga e Tremezzo. possibile“fo di bait” ammirare e il famoso alcuni “fo faggi di parol”monumentali. sulla cui Il “fo cor- di trincee, camminamenti, osservatori, postazioni per Altre postazioni erano su Monte Sighignola, Ca- bait”teccia e gliil famoso sfrosatori “fo di(contrabbandieri) parol” sulla cui corteccia lasciavano gli artiglieria…- costruite tutte in pietra sono ancora lì, a sfrosatori (contrabbandieri) lasciavano segnali in scina Lissiga, Cima Bovè e Sala Comacina. segnali in codice. Interessante la presenza fauni- quasi un secolo dalla loro costruzione, a testimonia- codice.stica: camminando Interessante lalungo presenza la fi tta faunistica: rete di sentiericammi- Da queste postazioni venivano controllate la pia- re, oltre che un doloroso periodo storico, anche la nandodella foresta, lungo la è fittafacile rete imbattersi di sentieri nei della camosci foresta, o inè La Guerra di Pietra naperizia di Mendrisio,costruttiva dellela valle maestranze, di Muggio, degne la eredivalle di di facilepiccoli imbattersi branchi neidi cervi.camosci Più o rari, in piccoli ma presenti, branchi diil 03 ,quei Magistri il ponte Cumacini di cheMelide, portarono la Val in tuttaParadiso, Europa la cervi.capriolo Più erari, il cinghiale. ma presenti, il capriolo e il cinghiale. concail nome didella Val d’Intelvi. e la dogana Un tratto di particolarmenteGandria in ter- ritoriosuggestivo svizzero, di quelle la concafortificazioni di , si trova laall’interno piana di ,della Foresta la valle“Monte Palagna Generoso”, che scende di proprietà a Menaggio della eRegione la Strada Lombardia Regina ein gestita territorio dall’ERSAF, italiano. che ne ha Itinerari tematici Propriocurato il perripristino. la loro Ecco posizione dunque strategicail significato di di con-un trollo“Percorso del territorio,delle trincee”: le postazionirecuperare delladei manufatti Frontiera Nordper recuperare offrono oggi la memoria. panorami Per mozzafi portare ato rispetto sui laghisia dia quegli Como abili e di costruttori, Lugano e sia suggestivi ai Caduti discorci quella sulle sangui- val- latenosa circostantiguerra, troppo che numerosi meritano anche di esserein Val d’Intelvi. scoperti e vissuti. Il Percorso delle Trincee

Descrizione itinerario Luigi Mario Belloni Il Monte Generoso (m 1701) è la cima più alta della Val d’Intelvi. Per la sua posizione strate- gica ha avuto un ruolo importante nei piani difensivi della O.A.F.N. L’itinerario propone un’escursione alla scoperta delle fortificazioni realizzate con mirabile capacità tecnica duran- te la Prima guerra Mondiale da soldati e ope- rai, che seppero ben sfruttare le caratteristi- che naturali del terreno per il posizionamento delle trincee. SALITA: Partendo da Valmara (m 840), il per- corso tocca dodici livelli di trincee, incon- trando dapprima il Sasso Bové (m 1015) con la trincea vicina al cippo di confine, poi il sito militare delle Baracche (m 994), e in alto la trincea n° 8, il Posto di Comando, la più gran- de e importante dell’itinerario, toccando infine il Barco dei Montoni (m 1.350). DISCESA: si può scendere all’Alpe Gotta (m ERSAF e Comunità Montana Lario-Intelvese dedicano questo “Percorso delle trincee” 1250), proseguire per il monumentale Foo di alla memoria di Luigi Mario Belloni, architet- Bait (sorgente), passare per il Foo di Paròl, to, docente universitario, studioso e amante sulle orme dei contrabbandieri e tornare in della storia e dell’archeologia. Valmara. Nacque a Milano nel 1927 in una casa di Le trincee, un patrimonio da salvare Corso Vittorio Emanuele distrutta dai bom- bardamenti dell’agosto 1943, evento que- (...)L’insieme di queste opere costituiscono un sto che modificò la sua vita. Fu operaio in raro esempio di “struttura fortificata” contem- un’acciaieria di Villadossola, poi tenente poranea estremamente interessante sia sotto degli Alpini nel 4° Reg.to, Btg. “Susa” sulle il profilo architettonico che costruttivo, ammi- montagne piemontesi, ricordando sempre revole in particolare dal punto di vista ambien- con orgoglio il padre Guido, maggiore del tale non avendo minimamente alterato il pae- Regio Esercito Italiano, medaglia d’argento saggio. Questo risultato, ovviamente dettato al V.M., reduce della Grande guerra e dece- da ragioni di mimetizzazione militare, è stato duto in conseguenza ad essa. Nel 1957 si possibile grazie alla sensibilità degli Ufficiali trasferì ad Ossuccio, di fronte all’Isola La Guerra di Pietra La Guerra di Pietra del Genio (Complementi provenienti dalla libe- Comacina di cui divenne profondo conosci- 04 ra professione), all’uso del materiale lapideo 05 tore e storico. Diresse campagne di scavi e e soprattutto per essere stato eseguito da restauri di molti importanti monumenti del maestranze militari e civili (militarizzati) reclu- comasco, con lo scopo lungimirante di con- tate in luogo, profonde conoscitrici della loro servare queste ricchezze anche per le gene- Itinerari tematici Itinerari tematici terra ed abituate da sempre per secolare tra- razioni future. dizione all’uso dei materiali locali, specialmen- Fu tra i primi a comprendere il valore delle Scheda tecnica (da Valmara, m 840) Come raggiungere il percorso delle Trincee te in zone montane. Le fortificazioni Da Como seguire la SS 340 “Regina” lungo il Lario fino opere di fortificazione della O.A.F.N., e si - Dislivello: m 485 dell’O.A.F.N. costituiscono oggi un patrimonio ad Argegno; superato il paese, prendere a sin la SP13 attivò fino agli ultimi suoi giorni per solleci- - Tempo di percorrenza: h 4.30 di storia dell’architettura da salvaguardare e passando per San Fedele Intelvi, Pellio Inf. e sup., supe- tarne il recupero e la conservazione. Morì ad - Difficoltà: facile valorizzare. rare la loc. Pian delle Noci; la partenza consigliata è Ossuccio il 31 agosto 2004. dalla Dogana di Valmara (m 840: pannello, frecce). Luigi Mario Belloni Il Percorso delle Trincee

Descrizione itinerario Luigi Mario Belloni Il Monte Generoso (m 1701) è la cima più alta della Val d’Intelvi. Per la sua posizione strate- gica ha avuto un ruolo importante nei piani difensivi della O.A.F.N. L’itinerario propone un’escursione alla scoperta delle fortificazioni realizzate con mirabile capacità tecnica duran- te la Prima guerra Mondiale da soldati e ope- rai, che seppero ben sfruttare le caratteristi- che naturali del terreno per il posizionamento delle trincee. SALITA: Partendo da Valmara (m 840), il per- corso tocca dodici livelli di trincee, incon- trando dapprima il Sasso Bové (m 1015) con la trincea vicina al cippo di confine, poi il sito militare delle Baracche (m 994), e in alto la trincea n° 8, il Posto di Comando, la più gran- de e importante dell’itinerario, toccando infine il Barco dei Montoni (m 1.350). DISCESA: si può scendere all’Alpe Gotta (m ERSAF e Comunità Montana Lario-Intelvese dedicano questo “Percorso delle trincee” 1250), proseguire per il monumentale Foo di alla memoria di Luigi Mario Belloni, architet- Bait (sorgente), passare per il Foo di Paròl, to, docente universitario, studioso e amante sulle orme dei contrabbandieri e tornare in della storia e dell’archeologia. Valmara. Nacque a Milano nel 1927 in una casa di Le trincee, un patrimonio da salvare Corso Vittorio Emanuele distrutta dai bom- bardamenti dell’agosto 1943, evento que- (...)L’insieme di queste opere costituiscono un sto che modificò la sua vita. Fu operaio in raro esempio di “struttura fortificata” contem- un’acciaieria di Villadossola, poi tenente poranea estremamente interessante sia sotto degli Alpini nel 4° Reg.to, Btg. “Susa” sulle il profilo architettonico che costruttivo, ammi- montagne piemontesi, ricordando sempre revole in particolare dal punto di vista ambien- con orgoglio il padre Guido, maggiore del tale non avendo minimamente alterato il pae- Regio Esercito Italiano, medaglia d’argento saggio. Questo risultato, ovviamente dettato al V.M., reduce della Grande guerra e dece- da ragioni di mimetizzazione militare, è stato duto in conseguenza ad essa. Nel 1957 si possibile grazie alla sensibilità degli Ufficiali trasferì ad Ossuccio, di fronte all’Isola La Guerra di Pietra La Guerra di Pietra del Genio (Complementi provenienti dalla libe- Comacina di cui divenne profondo conosci- 04 ra professione), all’uso del materiale lapideo 05 tore e storico. Diresse campagne di scavi e e soprattutto per essere stato eseguito da restauri di molti importanti monumenti del maestranze militari e civili (militarizzati) reclu- comasco, con lo scopo lungimirante di con- tate in luogo, profonde conoscitrici della loro servare queste ricchezze anche per le gene- Itinerari tematici Itinerari tematici terra ed abituate da sempre per secolare tra- razioni future. dizione all’uso dei materiali locali, specialmen- Fu tra i primi a comprendere il valore delle Scheda tecnica (da Valmara, m 840) Come raggiungere il percorso delle Trincee te in zone montane. Le fortificazioni Da Como seguire la SS 340 “Regina” lungo il Lario fino opere di fortificazione della O.A.F.N., e si - Dislivello: m 485 dell’O.A.F.N. costituiscono oggi un patrimonio ad Argegno; superato il paese, prendere a sin la SP13 attivò fino agli ultimi suoi giorni per solleci- - Tempo di percorrenza: h 4.30 di storia dell’architettura da salvaguardare e passando per San Fedele Intelvi, Pellio Inf. e sup., supe- tarne il recupero e la conservazione. Morì ad - Difficoltà: facile valorizzare. rare la loc. Pian delle Noci; la partenza consigliata è Ossuccio il 31 agosto 2004. dalla Dogana di Valmara (m 840: pannello, frecce). Luigi Mario Belloni La Grande Guerra: una ”GUERRA MODERNA” I numeri Guerra di posizione. Da ciò derivò la Guerra di Le motivazioni trincea, l´aspetto più innovativo della Grande Dati sconcertanti La prima guerra mondiale nasce dallo scontro tra Guerra, un´esperienza terribile e disumana. Alcuni numeri danno l’idea di quanto sia stato terribile il Primo Conflitto mondiale: le maggiori potenze in lotta per l’egemonia in Tramontata la millenaria imponenza delle difese Europa e, attraverso le colonie, nel mondo. militari, ora la carta vincente divenne la mimetiz- • 24 maggio 1915 dichiarazione di guerra circa 600.000 soldati e oltre un milione di Inizialmente fu lo scontro degli Imperi Centrali: zazione: tutte le strutture venivano nascoste il più all’Austria feriti. Di questi oltre il 64% erano contadini. Impero Austro-Ungarico e Germania contro le nazio- possibile. • 4 novembre 1918 firma dell’armistizio. • 5.943.600 furono le vittime militari delle ni dell’Intesa: Francia, Gran Bretagna e Russia. Con Le trincee quindi, furono il simbolo di questo • 1974: anno in cui l’Italia ha terminato di varie alleanze si aggiunsero poi Italia, Impero potenze alleate nuovo modo di combattere la guerra. Prima non pagare i debiti contratti durante la Grande Ottomano, Belgio, Canada, Australia, Stati Uniti, • 3.382.500 le vittime militari degli Imperi Centrali c’era mai stato niente di simile: chilometri di fos- guerra • 6.493.000 le vittime civili: la guerra si fa Serbia, Grecia, Montenegro, Romania, Sud Africa, sati in cui centinaia di migliaia di uomini si ammas- India, Giappone e Nuova Zelanda. • oltre 9 milioni di militari morti: il numero “totale”, coi suoi aerei e i nuovi super can- savano, vivevano e spesso morivano. delle vittime della Prima Guerra Mondiale L´agosto 1914 vide per la prima volta nella storia Elemento importante all’interno di questo scenario noni può portare morte ovunque. è il più alto tra tutti i conflitti combattuti tutto il mondo impegnato in una guerra. La Grande è l’impiego dell’artiglieria, sia come arma di attac- • Altro evento collegato fu l’epidemia di nella storia dell’uomo sino ad allora. Guerra fu una guerra diversa da quelle combattute co che come arma di difesa, adattata ad un Influenza “Spagnola”. Nata negli USA, sbarcata fino ad allora, sia per la sua entità spazio-tempora- • 5.900.000 uomini (ufficiali esclusi) chiamati ambiente difficile e ostile come quello della mon- in Europa con le truppe americane, e poi le, sia per il numero di uomini coinvolti. Si trattò di alle armi dall’Esercito Italiano. tagna. I soldati erano esposti al sole, alla pioggia, diffusasi nel resto del mondo: fece oltre una Guerra “moderna”, con nuove armi (alcune • In 41 mesi di guerra l’Italia lasciò sul terreno 20 milioni di morti. delle quali uscirono durante la guerra stessa) e alla neve. Erano costretti a vivere nella polvere o nuove strategie di combattimento. Furono due, in nel fango, a contatto con feriti e morti. Molti sol- Europa, i fronti principali su cui si combattè: quel- dati furono per anni gravemente sconvolti da que- lo Carnico, le cui linee si estendevano per 800 km sta esperienza. Dietro la trincea più avanzata, la con la forma di una grande s disposta orizzontal- prima linea, si trovavano parecchie linee di trin- mente sulle alpi Venete e articolata nei salienti del cee. Servivano soprattutto a contenere gli attac- Trentino e dell´Isonzo, collegati con un tratto quasi chi che fossero riusciti a superare la prima linea. rettilineo; e quello Occidentale, una lunga "Esse" Le trincee erano collegate per mezzo di cammi- estesa per più di 1000 Km al confine tra la Francia namenti. Attraverso essi passavano i soldati che e la Germania (tra le zone più calde del conflitto). Di portavano alla prima linea ordini, viveri o altri rifor- minore rilevanza il fronte orientale, tra le steppe nimenti. Le trincee avversarie distavano normal- nevose della Russia. mente 100-400 metri. In mezzo, nella Terra di Una guerra di posizione nessuno, erano sistemati dei reticolati. Prima Al momento dell´esplosione del conflitto si prevedeva dell´assalto dovevano essere tagliati con grave una guerra lampo. Ben presto le previsioni dovette- pericolo per gli uomini con questo incarico: un ro essere smentite. Iniziò come guerra di movi- attacco o un bombardamento potevano avvenire mento, ma nel giro di un anno divenne una in qualunque momento.

Il Fronte carnico, prima e dopo La Guerra di Pietra La Guerra di Pietra Caporetto 06 07 Itinerari tematici Itinerari tematici

Campo di battaglia sul Carso La Grande Guerra: una ”GUERRA MODERNA” I numeri Guerra di posizione. Da ciò derivò la Guerra di Le motivazioni trincea, l´aspetto più innovativo della Grande Dati sconcertanti La prima guerra mondiale nasce dallo scontro tra Guerra, un´esperienza terribile e disumana. Alcuni numeri danno l’idea di quanto sia stato terribile il Primo Conflitto mondiale: le maggiori potenze in lotta per l’egemonia in Tramontata la millenaria imponenza delle difese Europa e, attraverso le colonie, nel mondo. militari, ora la carta vincente divenne la mimetiz- • 24 maggio 1915 dichiarazione di guerra circa 600.000 soldati e oltre un milione di Inizialmente fu lo scontro degli Imperi Centrali: zazione: tutte le strutture venivano nascoste il più all’Austria feriti. Di questi oltre il 64% erano contadini. Impero Austro-Ungarico e Germania contro le nazio- possibile. • 4 novembre 1918 firma dell’armistizio. • 5.943.600 furono le vittime militari delle ni dell’Intesa: Francia, Gran Bretagna e Russia. Con Le trincee quindi, furono il simbolo di questo • 1974: anno in cui l’Italia ha terminato di varie alleanze si aggiunsero poi Italia, Impero potenze alleate nuovo modo di combattere la guerra. Prima non pagare i debiti contratti durante la Grande Ottomano, Belgio, Canada, Australia, Stati Uniti, • 3.382.500 le vittime militari degli Imperi Centrali c’era mai stato niente di simile: chilometri di fos- guerra • 6.493.000 le vittime civili: la guerra si fa Serbia, Grecia, Montenegro, Romania, Sud Africa, sati in cui centinaia di migliaia di uomini si ammas- India, Giappone e Nuova Zelanda. • oltre 9 milioni di militari morti: il numero “totale”, coi suoi aerei e i nuovi super can- savano, vivevano e spesso morivano. delle vittime della Prima Guerra Mondiale L´agosto 1914 vide per la prima volta nella storia Elemento importante all’interno di questo scenario noni può portare morte ovunque. è il più alto tra tutti i conflitti combattuti tutto il mondo impegnato in una guerra. La Grande è l’impiego dell’artiglieria, sia come arma di attac- • Altro evento collegato fu l’epidemia di nella storia dell’uomo sino ad allora. Guerra fu una guerra diversa da quelle combattute co che come arma di difesa, adattata ad un Influenza “Spagnola”. Nata negli USA, sbarcata fino ad allora, sia per la sua entità spazio-tempora- • 5.900.000 uomini (ufficiali esclusi) chiamati ambiente difficile e ostile come quello della mon- in Europa con le truppe americane, e poi le, sia per il numero di uomini coinvolti. Si trattò di alle armi dall’Esercito Italiano. tagna. I soldati erano esposti al sole, alla pioggia, diffusasi nel resto del mondo: fece oltre una Guerra “moderna”, con nuove armi (alcune • In 41 mesi di guerra l’Italia lasciò sul terreno 20 milioni di morti. delle quali uscirono durante la guerra stessa) e alla neve. Erano costretti a vivere nella polvere o nuove strategie di combattimento. Furono due, in nel fango, a contatto con feriti e morti. Molti sol- Europa, i fronti principali su cui si combattè: quel- dati furono per anni gravemente sconvolti da que- lo Carnico, le cui linee si estendevano per 800 km sta esperienza. Dietro la trincea più avanzata, la con la forma di una grande s disposta orizzontal- prima linea, si trovavano parecchie linee di trin- mente sulle alpi Venete e articolata nei salienti del cee. Servivano soprattutto a contenere gli attac- Trentino e dell´Isonzo, collegati con un tratto quasi chi che fossero riusciti a superare la prima linea. rettilineo; e quello Occidentale, una lunga "Esse" Le trincee erano collegate per mezzo di cammi- estesa per più di 1000 Km al confine tra la Francia namenti. Attraverso essi passavano i soldati che e la Germania (tra le zone più calde del conflitto). Di portavano alla prima linea ordini, viveri o altri rifor- minore rilevanza il fronte orientale, tra le steppe nimenti. Le trincee avversarie distavano normal- nevose della Russia. mente 100-400 metri. In mezzo, nella Terra di Una guerra di posizione nessuno, erano sistemati dei reticolati. Prima Al momento dell´esplosione del conflitto si prevedeva dell´assalto dovevano essere tagliati con grave una guerra lampo. Ben presto le previsioni dovette- pericolo per gli uomini con questo incarico: un ro essere smentite. Iniziò come guerra di movi- attacco o un bombardamento potevano avvenire mento, ma nel giro di un anno divenne una in qualunque momento.

Il Fronte carnico, prima e dopo La Guerra di Pietra La Guerra di Pietra Caporetto 06 07 Itinerari tematici Itinerari tematici

Campo di battaglia sul Carso Le tappe fondamentali La Guerra di trincea

mondiale si conclude anche per l’Italia, che ha con- pibile. Molti furono i casi di pazzia diffusi nelle trincee. quistato i territori di Trento e Trieste, portando a Un’esperienza disumana I soldati erano uomini, ma con le armi in mano diven- compimento il sogno di Mazzini dell’unità d’Italia, Molti testimoni hanno descritto l´inferno del fronte tavano carnefici. Questo non accettarono i soldati pagando però un altissimo tributo di sangue. Di ciò orientale: dell’Adamello, della Carnia , dell’altopiano di delle trincee: essere costretti a rinnegare la loro natu- però non v’è traccia nel comunicato, diramato dal Asiago. Luride, fangose, popolate da topi, bisce e ra umana. Nelle trincee i soldati trascorrevano setti- generale Armando Diaz, che celebra la Vittoria scarafaggi, esposte alle intemperie, quelle trincee mane, talvolta mesi. Non mancava il tempo per scri- dell’Italia sull’Austria-Ungheria. costituirono un tale calvario per i soldati che molti di vere, o farsi scrivere dai commilitoni più istruiti, qual- essi attendevano con impazienza il segnale che lettera per casa. Ecco alcune righe scritte da un Bollettino della Vittoria dell´assalto. L´odio per il nemico allora si faceva fero- anonimo soldato: “quello che fa schifo è l’ostinazione Comando Supremo, 4 novembre 1918 cissimo, ma solo in combattimento. Nelle tregue, dei giornalisti a descrivere la guerra come cosa poe- La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta nelle pause, di odio ce n´era così poco che spesso tica. Io non ho trovato nella guerra niente di poetico, guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, gli italiani uscivano dalle proprie trincee per incontra- forse perché sono sempre in trincea e i signori inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 Maggio re a metà strada gli avversari, usciti altrettanto disin- “reporters” se ne stanno nei lontani osservatori. 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condus- voltamente dalle loro. Lo scopo forse non era quel- Quando una granata scoppia in un cimitero, non si se ininterrotta ed asprissima per 41 mesi è vinta lo di abbracciarsi, ma di scambiarsi cibo e sigarette. dice che i cadaveri in avanzatissima putrefazione (…). L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso Il soldato italiano non era un patriota, nel senso che volano per aria a brandelli, e appestano col puzzo Il generale Luigi Cadorna ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza si dà comunemente a questa parola, e tanto meno loro Dio sa quanti chilometri di trincea.” Ed ecco dei primi giorni e nell'inseguimento ha perdute quan- un guerrafondaio. Essendo però soprattutto di estra- cosa scrive il grande scrittore Carlo Emilio Gadda, 1915: l’Italia entra in Guerra tità ingentissime di materiale di ogni sorta e presso- zione contadina aveva un atteggiamento quasi reli- ufficiale degli Alpini: “…Chissà quegli acquosi pancio- Non ottenendo niente di concreto dall’ Austria in ché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lascia- gioso di fronte al dovere. Il dramma della trincea può ni di ministri e di senatori e di generaloni come cre- cambio della neutralità, Il 26 aprile 1915 l’Italia to finora nelle nostre mani circa trecento mila prigio- essere considerato tra le più dure prove dell’ umani- deranno di aver provveduto alle sorti del loro paese firmò il Patto di Londra (rimasto segreto fino al nieri con interi stati maggiori e non meno di cinque tà. Coloro che vi combatterono si definiscono "una con i loro discorsi, le visite al fronte, le interviste. Ma 1917) alleandosi con la Triplice Intesa: si impe- mila cannoni. I resti di quello che fu uno dei più generazione che anche se sfuggì alle granate venne guardino, ma vedano come è calzato il 5° Alpini! Ma gnava così a entrare in guerra ottenendo in caso potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e distrutta dalla guerra". In trincea vennero messi alla Salandra, ma quello scemo balbuziente d’un re, ma di vittoria il Trentino e Trieste, le terre “irredente” prova i sentimenti umani come mai era successo in quei deputati che “vanno a vedere le trincee” doman- ancora in mano all’Austria, l’Istria e una parte di senza speranza le valli, che avevano disceso con nessuna guerra. Oltre alle condizioni di disagio fisico, dino conto a noi…” Dalmazia. Il 23 maggio una dichiarazione ufficia- orgogliosa sicurezza. Generale Armando Diaz si trattava di un logorante disagio psicologico. le del Primo Ministro Antonio Salandra apre le ostilità: “(…) Dov’è il tradimento, l’iniquità, la sor- Il 18/01/1919 si aprì a Versailles la Conferenza di Non per niente per la prima volta in Italia molti presa, se, dopo nove mesi di vani sforzi per rag- pace. Il primo ministro italiano Orlando non ottenendo soldati ricorsero all´uso di alcol e droghe per giungere un onorabile accordo che riconoscesse quanto stabilito col Patto di Londra (Istria, Dalmazia, affrontare i combattimenti e le atrocità della vita equamente i nostri diritti e le nostre libertà, abbia- Fiume) abbandonò Versailles prima della conclusione di trincea. Ciò che faceva più male ai combat- mo riassunto la nostra libertà d’azione? Austria e dei lavori. Si parlò cosi di “vittoria mutilata”. tenti era la coscienza della vita umana, la con- Germania credettero di trattare con un’Italia sapevolezza che l´avversario era prima di tutto debole, incapace di sostenere con le armi i suoi un uomo come loro, con gli stessi diritti umani giusti diritti (…)”. Papa Benedetto XV, eletto dopo di fronte alla vita. Si sviluppò così una solidarie- un mese dall’inizio della guerra, da subito si ado- tà fraterna mai vista, non solo tra membri dello però per una cessazione delle ostilità. Nel 1917 stesso esercito, ma anche tra membri di eser- La Guerra di Pietra La Guerra di Pietra scrisse ai capi delle nazioni belligeranti la lettera 08 citi avversari. Crebbe paradossalmente la con- 09 “Fin dall’inizio:” “…Alziamo nuovamente il grido di sapevolezza che gli uomini erano tutti fratelli, a pace a Voi che reggete le sorti dei popoli bellige- distinguerli era solo il reggimento di apparte- ranti, animati dalla speranza di giungere quanto nenza. Per il resto avevano in comune molte prima alla cessazione di questa lotta tremenda, cose: oltre all´amore per la patria e la nazione Itinerari tematici Itinerari tematici la quale, ogni giorno di più, apparisce inutile stra- c´era, più forte, l´amore per la vita, la paura ge”. Il 24 ottobre 1917 le truppe di Cadorna ven- della morte, la sensazione di vuoto e di smarri- nero travolte a Caporetto e costrette alla ritirata mento. Durante le pause delle battaglie si incon- fino al fiume Piave. Cadorna viene sostituito dal travano nella terra di nessuno, o si scambiava- generale Armando Diaz. no a distanza cortesie. Per un uomo uccidere 1918: La Vittoria un altro uomo come lui, con l´unica motivazio- Nel novembre 1918 finalmente il Grande conflitto Il generale Armando Diaz ne della nazionalità era un qualcosa di inconce- Guerra di posizione Le tappe fondamentali La Guerra di trincea mondiale si conclude anche per l’Italia, che ha con- pibile. Molti furono i casi di pazzia diffusi nelle trincee. quistato i territori di Trento e Trieste, portando a Un’esperienza disumana I soldati erano uomini, ma con le armi in mano diven- compimento il sogno di Mazzini dell’unità d’Italia, Molti testimoni hanno descritto l´inferno del fronte tavano carnefici. Questo non accettarono i soldati pagando però un altissimo tributo di sangue. Di ciò orientale: dell’Adamello, della Carnia , dell’altopiano di delle trincee: essere costretti a rinnegare la loro natu- però non v’è traccia nel comunicato, diramato dal Asiago. Luride, fangose, popolate da topi, bisce e ra umana. Nelle trincee i soldati trascorrevano setti- generale Armando Diaz, che celebra la Vittoria scarafaggi, esposte alle intemperie, quelle trincee mane, talvolta mesi. Non mancava il tempo per scri- dell’Italia sull’Austria-Ungheria. costituirono un tale calvario per i soldati che molti di vere, o farsi scrivere dai commilitoni più istruiti, qual- essi attendevano con impazienza il segnale che lettera per casa. Ecco alcune righe scritte da un Bollettino della Vittoria dell´assalto. L´odio per il nemico allora si faceva fero- anonimo soldato: “quello che fa schifo è l’ostinazione Comando Supremo, 4 novembre 1918 cissimo, ma solo in combattimento. Nelle tregue, dei giornalisti a descrivere la guerra come cosa poe- La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta nelle pause, di odio ce n´era così poco che spesso tica. Io non ho trovato nella guerra niente di poetico, guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, gli italiani uscivano dalle proprie trincee per incontra- forse perché sono sempre in trincea e i signori inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 Maggio re a metà strada gli avversari, usciti altrettanto disin- “reporters” se ne stanno nei lontani osservatori. 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condus- voltamente dalle loro. Lo scopo forse non era quel- Quando una granata scoppia in un cimitero, non si se ininterrotta ed asprissima per 41 mesi è vinta lo di abbracciarsi, ma di scambiarsi cibo e sigarette. dice che i cadaveri in avanzatissima putrefazione (…). L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso Il soldato italiano non era un patriota, nel senso che volano per aria a brandelli, e appestano col puzzo Il generale Luigi Cadorna ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza si dà comunemente a questa parola, e tanto meno loro Dio sa quanti chilometri di trincea.” Ed ecco dei primi giorni e nell'inseguimento ha perdute quan- un guerrafondaio. Essendo però soprattutto di estra- cosa scrive il grande scrittore Carlo Emilio Gadda, 1915: l’Italia entra in Guerra tità ingentissime di materiale di ogni sorta e presso- zione contadina aveva un atteggiamento quasi reli- ufficiale degli Alpini: “…Chissà quegli acquosi pancio- Non ottenendo niente di concreto dall’ Austria in ché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lascia- gioso di fronte al dovere. Il dramma della trincea può ni di ministri e di senatori e di generaloni come cre- cambio della neutralità, Il 26 aprile 1915 l’Italia to finora nelle nostre mani circa trecento mila prigio- essere considerato tra le più dure prove dell’ umani- deranno di aver provveduto alle sorti del loro paese firmò il Patto di Londra (rimasto segreto fino al nieri con interi stati maggiori e non meno di cinque tà. Coloro che vi combatterono si definiscono "una con i loro discorsi, le visite al fronte, le interviste. Ma 1917) alleandosi con la Triplice Intesa: si impe- mila cannoni. I resti di quello che fu uno dei più generazione che anche se sfuggì alle granate venne guardino, ma vedano come è calzato il 5° Alpini! Ma gnava così a entrare in guerra ottenendo in caso potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e distrutta dalla guerra". In trincea vennero messi alla Salandra, ma quello scemo balbuziente d’un re, ma di vittoria il Trentino e Trieste, le terre “irredente” prova i sentimenti umani come mai era successo in quei deputati che “vanno a vedere le trincee” doman- ancora in mano all’Austria, l’Istria e una parte di senza speranza le valli, che avevano disceso con nessuna guerra. Oltre alle condizioni di disagio fisico, dino conto a noi…” Dalmazia. Il 23 maggio una dichiarazione ufficia- orgogliosa sicurezza. Generale Armando Diaz si trattava di un logorante disagio psicologico. le del Primo Ministro Antonio Salandra apre le ostilità: “(…) Dov’è il tradimento, l’iniquità, la sor- Il 18/01/1919 si aprì a Versailles la Conferenza di Non per niente per la prima volta in Italia molti presa, se, dopo nove mesi di vani sforzi per rag- pace. Il primo ministro italiano Orlando non ottenendo soldati ricorsero all´uso di alcol e droghe per giungere un onorabile accordo che riconoscesse quanto stabilito col Patto di Londra (Istria, Dalmazia, affrontare i combattimenti e le atrocità della vita equamente i nostri diritti e le nostre libertà, abbia- Fiume) abbandonò Versailles prima della conclusione di trincea. Ciò che faceva più male ai combat- mo riassunto la nostra libertà d’azione? Austria e dei lavori. Si parlò cosi di “vittoria mutilata”. tenti era la coscienza della vita umana, la con- Germania credettero di trattare con un’Italia sapevolezza che l´avversario era prima di tutto debole, incapace di sostenere con le armi i suoi un uomo come loro, con gli stessi diritti umani giusti diritti (…)”. Papa Benedetto XV, eletto dopo di fronte alla vita. Si sviluppò così una solidarie- un mese dall’inizio della guerra, da subito si ado- tà fraterna mai vista, non solo tra membri dello però per una cessazione delle ostilità. Nel 1917 stesso esercito, ma anche tra membri di eser- La Guerra di Pietra La Guerra di Pietra scrisse ai capi delle nazioni belligeranti la lettera 08 citi avversari. Crebbe paradossalmente la con- 09 “Fin dall’inizio:” “…Alziamo nuovamente il grido di sapevolezza che gli uomini erano tutti fratelli, a pace a Voi che reggete le sorti dei popoli bellige- distinguerli era solo il reggimento di apparte- ranti, animati dalla speranza di giungere quanto nenza. Per il resto avevano in comune molte prima alla cessazione di questa lotta tremenda, cose: oltre all´amore per la patria e la nazione Itinerari tematici Itinerari tematici la quale, ogni giorno di più, apparisce inutile stra- c´era, più forte, l´amore per la vita, la paura ge”. Il 24 ottobre 1917 le truppe di Cadorna ven- della morte, la sensazione di vuoto e di smarri- nero travolte a Caporetto e costrette alla ritirata mento. Durante le pause delle battaglie si incon- fino al fiume Piave. Cadorna viene sostituito dal travano nella terra di nessuno, o si scambiava- generale Armando Diaz. no a distanza cortesie. Per un uomo uccidere 1918: La Vittoria un altro uomo come lui, con l´unica motivazio- Nel novembre 1918 finalmente il Grande conflitto Il generale Armando Diaz ne della nazionalità era un qualcosa di inconce- Guerra di posizione Testimonianze dal Fronte La Grande Guerra in diretta Il valore di quei documenti è ancora intatto, a Le memorie della famiglia Croppi quasi un secolo di distanza; sembra quasi che Lettera di Silvestro al fratello Luigi Nella ricerca di materiale fotografico e storico per anche noi, sconosciute generazioni successive, In questa breve lettera che il capitano Silvestro - straordinario reporter- scrive al fratello, il tenente la realizzazione dei pannelli e del presente opu- siamo i destinatari di quelle lettere e di quelle Luigi, è possibile leggere tutta la durezza della vita di trincea della Grande guerra. scolo sul Percorso delle Trincee, grazie alla C.M. fotografie. Zona guerra 24/11/1916 Lario-Intelvese sono stati rintracciati gli album Si ringrazia la famiglia Croppi per la totale e par- Carissimo Luigi, della Famiglia Croppi di San Fedele Intelvi. Si tecipata disponibilità dimostrata. tratta di memorie e testimonianze di ecceziona- Sono arrivato a destinazione l’altra notte. Ieri ho le valore, prodotte in diretta dal fronte, e assolu- La madre, Edvige Conti ved. Croppi visitato la nostra posizione, che occupa un fronte di 400 m. circa. Un battaglione rimane in trincea per tamente inedite. L’importanza è dovuta al taglio Nata in S. Rocco Intelvi 12/11/1850 – morta in S. Rocco Intelvi 30/11/1928 3 giorni consecutivi, e gli altri 2 nella cosiddetta quasi giornalistico con cui tale materiale è stato seconda linea, che è ad un centinaio di metri dalla realizzato, raccolto e classificato meticolosa- I fratelli linea delle trincee. Queste distano da quelle avversa- mente (con grafia inappuntabile) dalla famiglia •Luigi, classe 1876 – Tenente ospedale da rie dai 30 ai 50 m., ed i bersaglieri sono a perfetto Croppi, e anche al fatto che ben 5 fratelli fosse- campo 32 contatto di gomito. I battaglioni di seconda linea ro impegnati contemporaneamente sui diversi •Giacomo, classe 1877 – S. Tenente 47° sono invece raccolti a ridosso della collina, in un fronti di guerra. Guardando le fotografie, leggen- Battaglione M. T. migliaio di buche. E’ qui che l’artiglieria avversaria do le lettere si ha netta la sensazione della volon- •Silvestro, classe 1878 – Capitano 7° Bersaglieri spara continuamente, non arrischiandosi a dirigere i tà di testimonianza, di comunicare anche molto •Alessandro, classe 1879 – Soldato 7° Fanteria suoi tiri sulla linea delle trincee, per la tema di dove- in là nel tempo cosa furono quei giorni terribili. •Cesare, classe 1881 – Soldato 65° Fanteria re colpire i suoi. Abbiamo già avuti una quarantina di bersaglieri fuori combattimento. Non si può chiu- dere occhio. Le artiglierie sparano senza tregua gior- no e notte, e le nostre, poi, non tacciono mai. Razzi e proiettori, poi, funzionano continuamente. Uno spettacolo raccapricciante è il campo di battaglia: è una sola buca; proiettili di tutti i calibri esplosi ed

inesplosi; reticolati divelti e contorti; indumenti di tutte le qualità; bombarde, razzi, fucili, bombe a mano, munizioni d’ogni sorta; elmetti, tascapani, sciabole, baionette e, quello che più impressiona, cadaveri in tutte le posizioni, per la maggior parte putrefatti!!.. Anche noi ufficiali stiamo rintanati Luigi e Silvestro Croppi colla truppa nelle stesse buche, sdraiati completa- mente in un fango puzzolente e senza potere muover- ci di un sol passo. Figurati che le stesse buche ci ser- La Guerra di Pietra La Guerra di Pietra 10 vono da locale da pranzo, per dormire ed anche per 11 latrina. E’ da sperare, però, che questo genere di vita non continui a lungo,chè sarebbe impossibile resiste- re e che, al massimo, dopo un mese ci diano il cam- bio. Le licenze per noi ufficiali sono sospese fino a Itinerari tematici Itinerari tematici nuovo ordine. A giorni scriverò ancora. Mi trovo alla quota 144 ad ovest di Monfalcone……………………… Un abbraccio. Ciao Silvestro Croppi Guerra Italo- austriaca 1915-16-17. A sinistra - I Fanti Croppi Capitano Silvestro Croppi Obice dal fronte Carso – A quota 144 Testimonianze dal Fronte La Grande Guerra in diretta Il valore di quei documenti è ancora intatto, a Le memorie della famiglia Croppi quasi un secolo di distanza; sembra quasi che Lettera di Silvestro al fratello Luigi Nella ricerca di materiale fotografico e storico per anche noi, sconosciute generazioni successive, In questa breve lettera che il capitano Silvestro - straordinario reporter- scrive al fratello, il tenente la realizzazione dei pannelli e del presente opu- siamo i destinatari di quelle lettere e di quelle Luigi, è possibile leggere tutta la durezza della vita di trincea della Grande guerra. scolo sul Percorso delle Trincee, grazie alla C.M. fotografie. Zona guerra 24/11/1916 Lario-Intelvese sono stati rintracciati gli album Si ringrazia la famiglia Croppi per la totale e par- Carissimo Luigi, della Famiglia Croppi di San Fedele Intelvi. Si tecipata disponibilità dimostrata. tratta di memorie e testimonianze di ecceziona- Sono arrivato a destinazione l’altra notte. Ieri ho le valore, prodotte in diretta dal fronte, e assolu- La madre, Edvige Conti ved. Croppi visitato la nostra posizione, che occupa un fronte di 400 m. circa. Un battaglione rimane in trincea per tamente inedite. L’importanza è dovuta al taglio Nata in S. Rocco Intelvi 12/11/1850 – morta in S. Rocco Intelvi 30/11/1928 3 giorni consecutivi, e gli altri 2 nella cosiddetta quasi giornalistico con cui tale materiale è stato seconda linea, che è ad un centinaio di metri dalla realizzato, raccolto e classificato meticolosa- I fratelli linea delle trincee. Queste distano da quelle avversa- mente (con grafia inappuntabile) dalla famiglia •Luigi, classe 1876 – Tenente ospedale da rie dai 30 ai 50 m., ed i bersaglieri sono a perfetto Croppi, e anche al fatto che ben 5 fratelli fosse- campo 32 contatto di gomito. I battaglioni di seconda linea ro impegnati contemporaneamente sui diversi •Giacomo, classe 1877 – S. Tenente 47° sono invece raccolti a ridosso della collina, in un fronti di guerra. Guardando le fotografie, leggen- Battaglione M. T. migliaio di buche. E’ qui che l’artiglieria avversaria do le lettere si ha netta la sensazione della volon- •Silvestro, classe 1878 – Capitano 7° Bersaglieri spara continuamente, non arrischiandosi a dirigere i tà di testimonianza, di comunicare anche molto •Alessandro, classe 1879 – Soldato 7° Fanteria suoi tiri sulla linea delle trincee, per la tema di dove- in là nel tempo cosa furono quei giorni terribili. •Cesare, classe 1881 – Soldato 65° Fanteria re colpire i suoi. Abbiamo già avuti una quarantina di bersaglieri fuori combattimento. Non si può chiu- dere occhio. Le artiglierie sparano senza tregua gior- no e notte, e le nostre, poi, non tacciono mai. Razzi e proiettori, poi, funzionano continuamente. Uno spettacolo raccapricciante è il campo di battaglia: è una sola buca; proiettili di tutti i calibri esplosi ed

inesplosi; reticolati divelti e contorti; indumenti di tutte le qualità; bombarde, razzi, fucili, bombe a mano, munizioni d’ogni sorta; elmetti, tascapani, sciabole, baionette e, quello che più impressiona, cadaveri in tutte le posizioni, per la maggior parte putrefatti!!.. Anche noi ufficiali stiamo rintanati Luigi e Silvestro Croppi colla truppa nelle stesse buche, sdraiati completa- mente in un fango puzzolente e senza potere muover- ci di un sol passo. Figurati che le stesse buche ci ser- La Guerra di Pietra La Guerra di Pietra 10 vono da locale da pranzo, per dormire ed anche per 11 latrina. E’ da sperare, però, che questo genere di vita non continui a lungo,chè sarebbe impossibile resiste- re e che, al massimo, dopo un mese ci diano il cam- bio. Le licenze per noi ufficiali sono sospese fino a Itinerari tematici Itinerari tematici nuovo ordine. A giorni scriverò ancora. Mi trovo alla quota 144 ad ovest di Monfalcone……………………… Un abbraccio. Ciao Silvestro Croppi Guerra Italo- austriaca 1915-16-17. A sinistra - I Fanti Croppi Capitano Silvestro Croppi Obice dal fronte Carso – A quota 144 Occupazione Avanzata Frontiera Nord

- 72 Km di trinceramenti; maggior prossimità alla pianura Lombarda e La storia dell’O.A.F.N. - 88 appostamenti per batterie di cui 11 in Le Baracche quindi a Milano. Obbiettivo primario di tutto il setto- Durante la Prima Guerra Mondiale, tra la prima- caverna. Le Baracche erano una sorta di “portineria” della re era il bombardamento del ponte-diga di Melide, vera 1916 e quella del 1917, si presentò la - 25.000 mq di baraccamenti; linea fortificata, dove i camion venivano identifi- sul lago Ceresio, unica via di collegamento strada- necessità di realizzare una forte difesa dell’Alto - 296 km di camionabili; cati e fatti proseguire, oppure potevano scarica- le e ferroviario con Lugano attraverso il territorio Lario per proteggere il Nord Lombardo da una - 398 km di carrarecce o mulattiere. re il materiale che sarebbe stato distribuito nei Svizzero, e l’occupazione del Monte Generoso a possibile invasione dell’esercito germanico dal Le strutture vennero costruite impiegando vari depositi in un secondo tempo. Alle Baracche protezione e sostegno della Sighignola. Invece, da territorio della confinante e neutrale soprattutto manovalanza locale, 20.000 ope- i militari potevano trovare, durante le ore di ripo- Porlezza fino a Menaggio la massiccia catena mon- Confederazione Elvetica. I tedeschi avrebbero rai, per un costo complessivo di 104 milioni di so, un ricovero più confortevole che nelle trin- tuosa (Calbiga – Monte Croce) che si erge a sud ottenuto in questo modo il duplice scopo di col- lire di allora (attuali 150 milioni di Euro), con cee, dove infatti non avevano alcun genere di della valle opponeva una sufficiente difesa naturale, pire il sistema produttivo e di aggirare l’eserci- grande beneficio per la sofferente economia sistemazione per dormire, oltre alle gallerie e ai tale da potervi diradare gli schieramenti dei reparti. to italiano schierato sul Fronte Orientale. montana. ricoveri temporanei. Molte testimonianze riporta- Le postazioni costruite in Val d’Intelvi vennero proget- Ebbe così origine la linea di fortificazione deno- Le strade militari realizzate resero le monta- no come militari e alpigiani fraternizzassero tate per essere armate con pezzi di piccolo e medio minata Occupazione Avanzata Frontiera Nord, gne più accessibili, e molte sono utilizzate volentieri, e le baite vicine (Gotta, Pesciò, calibro, sia a tiro teso che a tiro curvo: cannoni da impropriamente conosciuta come Linea ancora oggi. In tutta la O.A.F.N., seconda per Orimento) ebbero un ruolo vitale nel supporto 105 mm e 149 mm come pure mortai e obici da Cadorna, che si svilupperà dalla Val d’Ossola importanza solo alla francese “Linea logistico ai soldati. Nel 1916 queste montagne 149 mm e 210 mm. Le principali fortificazioni del alla cresta Orobica in un fronte articolato in sei Maginot”, nel corso della Prima Guerra brulicavano di vita: greggi, pastori, contadini, settore presenti in Val Intelvi, costituite da piazzole Settori: Mondiale, non venne sparato nemmeno un soldati, molti dei quali andarono poi a morire sul per batterie di medio e grande calibro e osservatori colpo. Anche durante la II Guerra Mondiale que- fronte orientale. Forse qui, sulla pacifica OAFN, in galleria, si ritrovano nelle seguenti località: 1) Val d’Aosta, ste trincee ebbero un ruolo umanitario ma non vissero i loro ultimi giorni sereni. - M. Bisbino 2) Toce-Verbano, bellico. In tempi diversi vi trovarono rifugio cen- - Sasso Gordona 3) Verbano-Ceresio, tinaia di ex prigionieri in fuga dai campi di con- Il Settore Ceresio - Lario della O.A.F.N. - Orimento (258ª e 259ª Batteria da 75/A) 4) Ceresio Lario, centramento, ebrei, repubblichini, partigiani, Il settore Ceresio-Lario della OAFN, che si sviluppa - M. Sighignola 5) S.Lucio-S.Iorio, sbandati tedeschi in attesa di passare la fron- da Como a Menaggio attraverso il comprensorio - Cascina Lissiga 6) Mera-Adda. tiera con la Svizzera. montano della Val d’Intelvi, rappresenta uno dei - Cima Bové settori di maggiore importanza strategica di - M. Pinzernone (M. Ceci) La O.A.F.N. fu realizzata dalla “Direzione tutta la linea difensiva. Infatti tale settore si sal- - Sala Comacina Lavori Genio Militare di Milano” su ordine dello Le fortificazioni della linea Sasso dava al settore Verbano – Ceresio nel punto di - Monte Galbiga e Tremezzo Stato Maggiore Regio Esercito Italiano. Venne prevista come una linea di difesa in alcuni Bovè - Orimento Sviluppo della OAFN punti arretrata rispetto al confine, ma con uno Il “Percorso delle Trincee”, realizzato sviluppo inferiore e ben appoggiata all’orogra- da ERSAF nella Foresta Regionale fia del terreno. Monte Generoso, si sviluppa lungo il cri- Per progettarla vennero richiamati apposita- nale che scende dal Barco dei Montoni mente alle Armi architetti, ingegneri e geometri verso la dogana di Val . delle classi più anziane, ed anche la quasi tota- Ricalca in buona parte il tracciato della La Guerra di Pietra La Guerra di Pietra lità della truppa impiegata lavorava già da bor- mulattiera militare di servizio della linea 12 13 ghese nel campo edile; questo spiega la fortificata posta a difesa del confine, sapienza e la grande competenza con cui que- che si salda alla linea della Sighignola, ste strutture sono state costruite. sull’opposto versante della valle. Circa Delle oltre 100 postazioni realizzate in realtà a metà dello sperone, in posizione Itinerari tematici Itinerari tematici vennero armate solo poche batterie di artiglie- coperta rispetto al “fuoco nemico”, si ria, dato che nei primi mesi del 1917, quando i trova l’area delle Baracche, ideale lavori di costruzione delle fortificazioni erano punto di ingresso al Percorso. L’area è pressoché ultimati, gli eventi bellici fecero per- stata sistemata come punto di sosta; il dere d’interesse alla difesa della frontiera nord. pannello fornisce informazioni generali Riassumendo i lavori svolti, ecco alcuni dati che sulla OAFN. danno la misura dell’imponenza dell’opera: Occupazione Avanzata Frontiera Nord

- 72 Km di trinceramenti; maggior prossimità alla pianura Lombarda e La storia dell’O.A.F.N. - 88 appostamenti per batterie di cui 11 in Le Baracche quindi a Milano. Obbiettivo primario di tutto il setto- Durante la Prima Guerra Mondiale, tra la prima- caverna. Le Baracche erano una sorta di “portineria” della re era il bombardamento del ponte-diga di Melide, vera 1916 e quella del 1917, si presentò la - 25.000 mq di baraccamenti; linea fortificata, dove i camion venivano identifi- sul lago Ceresio, unica via di collegamento strada- necessità di realizzare una forte difesa dell’Alto - 296 km di camionabili; cati e fatti proseguire, oppure potevano scarica- le e ferroviario con Lugano attraverso il territorio Lario per proteggere il Nord Lombardo da una - 398 km di carrarecce o mulattiere. re il materiale che sarebbe stato distribuito nei Svizzero, e l’occupazione del Monte Generoso a possibile invasione dell’esercito germanico dal Le strutture vennero costruite impiegando vari depositi in un secondo tempo. Alle Baracche protezione e sostegno della Sighignola. Invece, da territorio della confinante e neutrale soprattutto manovalanza locale, 20.000 ope- i militari potevano trovare, durante le ore di ripo- Porlezza fino a Menaggio la massiccia catena mon- Confederazione Elvetica. I tedeschi avrebbero rai, per un costo complessivo di 104 milioni di so, un ricovero più confortevole che nelle trin- tuosa (Calbiga – Monte Croce) che si erge a sud ottenuto in questo modo il duplice scopo di col- lire di allora (attuali 150 milioni di Euro), con cee, dove infatti non avevano alcun genere di della valle opponeva una sufficiente difesa naturale, pire il sistema produttivo e di aggirare l’eserci- grande beneficio per la sofferente economia sistemazione per dormire, oltre alle gallerie e ai tale da potervi diradare gli schieramenti dei reparti. to italiano schierato sul Fronte Orientale. montana. ricoveri temporanei. Molte testimonianze riporta- Le postazioni costruite in Val d’Intelvi vennero proget- Ebbe così origine la linea di fortificazione deno- Le strade militari realizzate resero le monta- no come militari e alpigiani fraternizzassero tate per essere armate con pezzi di piccolo e medio minata Occupazione Avanzata Frontiera Nord, gne più accessibili, e molte sono utilizzate volentieri, e le baite vicine (Gotta, Pesciò, calibro, sia a tiro teso che a tiro curvo: cannoni da impropriamente conosciuta come Linea ancora oggi. In tutta la O.A.F.N., seconda per Orimento) ebbero un ruolo vitale nel supporto 105 mm e 149 mm come pure mortai e obici da Cadorna, che si svilupperà dalla Val d’Ossola importanza solo alla francese “Linea logistico ai soldati. Nel 1916 queste montagne 149 mm e 210 mm. Le principali fortificazioni del alla cresta Orobica in un fronte articolato in sei Maginot”, nel corso della Prima Guerra brulicavano di vita: greggi, pastori, contadini, settore presenti in Val Intelvi, costituite da piazzole Settori: Mondiale, non venne sparato nemmeno un soldati, molti dei quali andarono poi a morire sul per batterie di medio e grande calibro e osservatori colpo. Anche durante la II Guerra Mondiale que- fronte orientale. Forse qui, sulla pacifica OAFN, in galleria, si ritrovano nelle seguenti località: 1) Val d’Aosta, ste trincee ebbero un ruolo umanitario ma non vissero i loro ultimi giorni sereni. - M. Bisbino 2) Toce-Verbano, bellico. In tempi diversi vi trovarono rifugio cen- - Sasso Gordona 3) Verbano-Ceresio, tinaia di ex prigionieri in fuga dai campi di con- Il Settore Ceresio - Lario della O.A.F.N. - Orimento (258ª e 259ª Batteria da 75/A) 4) Ceresio Lario, centramento, ebrei, repubblichini, partigiani, Il settore Ceresio-Lario della OAFN, che si sviluppa - M. Sighignola 5) S.Lucio-S.Iorio, sbandati tedeschi in attesa di passare la fron- da Como a Menaggio attraverso il comprensorio - Cascina Lissiga 6) Mera-Adda. tiera con la Svizzera. montano della Val d’Intelvi, rappresenta uno dei - Cima Bové settori di maggiore importanza strategica di - M. Pinzernone (M. Ceci) La O.A.F.N. fu realizzata dalla “Direzione tutta la linea difensiva. Infatti tale settore si sal- - Sala Comacina Lavori Genio Militare di Milano” su ordine dello Le fortificazioni della linea Sasso dava al settore Verbano – Ceresio nel punto di - Monte Galbiga e Tremezzo Stato Maggiore Regio Esercito Italiano. Venne prevista come una linea di difesa in alcuni Bovè - Orimento Sviluppo della OAFN punti arretrata rispetto al confine, ma con uno Il “Percorso delle Trincee”, realizzato sviluppo inferiore e ben appoggiata all’orogra- da ERSAF nella Foresta Regionale fia del terreno. Monte Generoso, si sviluppa lungo il cri- Per progettarla vennero richiamati apposita- nale che scende dal Barco dei Montoni mente alle Armi architetti, ingegneri e geometri verso la dogana di Val Mara. delle classi più anziane, ed anche la quasi tota- Ricalca in buona parte il tracciato della La Guerra di Pietra La Guerra di Pietra lità della truppa impiegata lavorava già da bor- mulattiera militare di servizio della linea 12 13 ghese nel campo edile; questo spiega la fortificata posta a difesa del confine, sapienza e la grande competenza con cui que- che si salda alla linea della Sighignola, ste strutture sono state costruite. sull’opposto versante della valle. Circa Delle oltre 100 postazioni realizzate in realtà a metà dello sperone, in posizione Itinerari tematici Itinerari tematici vennero armate solo poche batterie di artiglie- coperta rispetto al “fuoco nemico”, si ria, dato che nei primi mesi del 1917, quando i trova l’area delle Baracche, ideale lavori di costruzione delle fortificazioni erano punto di ingresso al Percorso. L’area è pressoché ultimati, gli eventi bellici fecero per- stata sistemata come punto di sosta; il dere d’interesse alla difesa della frontiera nord. pannello fornisce informazioni generali Riassumendo i lavori svolti, ecco alcuni dati che sulla OAFN. danno la misura dell’imponenza dell’opera: Trincea n°1 e n°2 Evoluzione dell’uniforme 1 - Trincea Sasso Bovè La divisa L’elmetto Salendo dalla Val Mara, le prime postazioni che L'uniforme con cui il soldato italiano affrontò 1915. L'elmetto, che sarà denominato dopo la si incontrano sono proprio quelle del Sasso la "Grande guerra", era il frutto degli esperi- guerra "Modello 15" si componeva di una Bovè (m 1013), singolare risalto roccioso che menti condotti ai primi del novecento con le calotta, una visiera anteriore ed una posteriore emerge dalla cresta, da cui si gode un’ampia prime divise grigioverdi. ed un cimierino che fungeva da copertura dello visuale sul valico di confine italo-svizzero. E' curioso notare come il via alla ricerca di sfiatatoio.. I diversi pezzi erano incastrati e fer- Dal punto di vista strategico va sottolineata una uniforme di combattimento più adatta ad mati da chiodi o coppiglie. l’importanza della trincea di Sasso Bovè, situa- una guerra moderna, venne dato da un civile. Grazioso nell'aspetto, l'elmetto si rivelò deci- ta proprio a ridosso del cippo di confine, la Luigi Brioschi infatti, presidente della sezione samente fragile. Quando colpito sul fianco l'el- quale incrociando il tiro con le fortificazioni di milanese del Club Alpino Italiano, colpito dai metto andava letteral- Monte Creggio aveva il controllo assoluto del resoconti sulla guerra russo giapponese e dal mente in pezzi. Nel tratto di confine e della strada proveniente da numero inaudito delle perdite provocate dalle 1916 entrò Arogno (CH). Così come va sottolineato il par- nuove tecniche di combattimento, si pose il in linea il ticolare gusto estetico e architettonico che Riparo in galleria problema se non fosse tempo di sostituire le "Modello emerge dalle opere del tratto Ceresio-Lario uniformi blu scuro del nostro esercito, con 16", com- della OAFN, tanto che quasi si avverte la diver- 2 - Trincea con galleria qualcosa di meno appariscente. posto dalla tita sapienza di chi ha progettato e realizzato O come la trincea “n° 2”, osservatorio in caver- Questo signore, entrato in contatto con il calotta e questi manufatti, divenuti col tempo preziose na, con quella galleria terminante in un bel “bal- comandante del Battaglione alpini "Morbegno" dal cimieri- “memorie di pietra”: linee sinuose, semplici concino” affacciato su un versante tanto imper- del 5° Reggimento, Tenente Colonnello no sal- angoli arrotondati finemente... vio quanto deliziosamente pittoresco. Donato Etna, anche lui interessato al proble- dato in ma, e presentato da questi al Colonnello sei punti Stazza, Comandante del Reggimento, offrì per alla calotta. primo parte dei fondi necessari ad avviare la Nel dopoguerra sperimentazione. l'elmetto venne guarni- In breve, fu provata la validità delle loro teorie to da insegne metalliche e non con una dimostrazione a fuoco: delle sagome fu sostituito se non all'inizio degli anni trenta di legno verniciate con i colori delle uniformi in dai modelli "31", sperimentale, e dal definitivo uso venivano centrate dai fucilieri a 600 metri "modello 33". di distanza quasi il cento per cento delle volte, men- tre quelle grigie lo erano infinita- mente meno. Il terzetto ottenne il La Guerra di Pietra La Guerra di Pietra 14 finanziamento del 15 progetto. E così nacque l'uniforme grigio- verde che ha Itinerari tematici Itinerari tematici accompagnato il soldato italiano per circa un qua- rantennio.

Ufficiali in divisa Trincea n°1 e n°2 Evoluzione dell’uniforme 1 - Trincea Sasso Bovè La divisa L’elmetto Salendo dalla Val Mara, le prime postazioni che L'uniforme con cui il soldato italiano affrontò 1915. L'elmetto, che sarà denominato dopo la si incontrano sono proprio quelle del Sasso la "Grande guerra", era il frutto degli esperi- guerra "Modello 15" si componeva di una Bovè (m 1013), singolare risalto roccioso che menti condotti ai primi del novecento con le calotta, una visiera anteriore ed una posteriore emerge dalla cresta, da cui si gode un’ampia prime divise grigioverdi. ed un cimierino che fungeva da copertura dello visuale sul valico di confine italo-svizzero. E' curioso notare come il via alla ricerca di sfiatatoio.. I diversi pezzi erano incastrati e fer- Dal punto di vista strategico va sottolineata una uniforme di combattimento più adatta ad mati da chiodi o coppiglie. l’importanza della trincea di Sasso Bovè, situa- una guerra moderna, venne dato da un civile. Grazioso nell'aspetto, l'elmetto si rivelò deci- ta proprio a ridosso del cippo di confine, la Luigi Brioschi infatti, presidente della sezione samente fragile. Quando colpito sul fianco l'el- quale incrociando il tiro con le fortificazioni di milanese del Club Alpino Italiano, colpito dai metto andava letteral- Monte Creggio aveva il controllo assoluto del resoconti sulla guerra russo giapponese e dal mente in pezzi. Nel tratto di confine e della strada proveniente da numero inaudito delle perdite provocate dalle 1916 entrò Arogno (CH). Così come va sottolineato il par- nuove tecniche di combattimento, si pose il in linea il ticolare gusto estetico e architettonico che Riparo in galleria problema se non fosse tempo di sostituire le "Modello emerge dalle opere del tratto Ceresio-Lario uniformi blu scuro del nostro esercito, con 16", com- della OAFN, tanto che quasi si avverte la diver- 2 - Trincea con galleria qualcosa di meno appariscente. posto dalla tita sapienza di chi ha progettato e realizzato O come la trincea “n° 2”, osservatorio in caver- Questo signore, entrato in contatto con il calotta e questi manufatti, divenuti col tempo preziose na, con quella galleria terminante in un bel “bal- comandante del Battaglione alpini "Morbegno" dal cimieri- “memorie di pietra”: linee sinuose, semplici concino” affacciato su un versante tanto imper- del 5° Reggimento, Tenente Colonnello no sal- angoli arrotondati finemente... vio quanto deliziosamente pittoresco. Donato Etna, anche lui interessato al proble- dato in ma, e presentato da questi al Colonnello sei punti Stazza, Comandante del Reggimento, offrì per alla calotta. primo parte dei fondi necessari ad avviare la Nel dopoguerra sperimentazione. l'elmetto venne guarni- In breve, fu provata la validità delle loro teorie to da insegne metalliche e non con una dimostrazione a fuoco: delle sagome fu sostituito se non all'inizio degli anni trenta di legno verniciate con i colori delle uniformi in dai modelli "31", sperimentale, e dal definitivo uso venivano centrate dai fucilieri a 600 metri "modello 33". di distanza quasi il cento per cento delle volte, men- tre quelle grigie lo erano infinita- mente meno. Il terzetto ottenne il La Guerra di Pietra La Guerra di Pietra 14 finanziamento del 15 progetto. E così nacque l'uniforme grigio- verde che ha Itinerari tematici Itinerari tematici accompagnato il soldato italiano per circa un qua- rantennio.

Ufficiali in divisa Trincea n°3 - Trincee e Camminamenti La costruzione della trincea Le trincee erano prima scavate nel terreno o nella roccia, larghezza da m. 1,25 a m. 1,60 con altezza di circa m. 1,80 e banchina in pietra per fare il livello di sparo da m. 1,30. Lo scavo era eseguito a coppie: uno scavatore con piccone o apposita zappa ed un paleggiatore con badile. Si eseguiva lo scavo facendo passare tra le gambe la terra rimossa, il badilante la prendeva e l’ap- piattiva sul fondo o l’accumulava sui bordi in alto. Poi si costruivano le pareti, sostenute per mezzo di muri a secco in pietra ricavata sul posto dagli scavi, dello spessore di circa 50 cm.. Quindi si completava il tutto con le strutture necessarie al loro pieno funzionamento: piazzole per le mitra- gliatrici, feritoie per l’osservazione, piccoli incavi nel muro per appoggiare le munizioni, rialzo sul fondo della trincea con funzione di appoggio per i soldati, canalizzazioni per lo scolo delle acque.

Funzione militare delle trincee Ingresso della Trincea n°3 La Prima Guerra Mondiale combattuta soprat- vari tratti di trincea armati venivano collegati fra tutto sul fronte Italo – Austriaco fu una guerra loro da camminamenti, piccole trincee non arma- di posizione: quando un esercito riusciva a te trasformabili all’occorrenza anch’essi in trincee conquistare una zona era fondamentale mante- vere e proprie. Spesso coperti, i camminamenti nerla, creando una serie di ostacoli per rende- servivano da collegamento tra le varie parti della re faticoso l’eventuale contrattacco del nemi- fortificazione; garantivano un sicuro avvicenda- co. Le trincee erano cioè strutture di difesa mento delle truppe, i necessari rifornimenti di vive- passiva. Invece le postazioni di artiglieria ser- ri e munizioni nonché la rapida evacuazione dei vivano a contrastare attivamente il nemico, feriti. Il tracciato delle linee di trincea solitamente bersagliandolo, e quindi erano strutture di è di forma irregolare, le deviazioni che si susse- difesa attiva. guono a brevi intervalli si dicono traverse e aveva- no lo scopo di impedire il tiro d’infilata; al nemico La Guerra di Pietra La Guerra di Pietra Struttura di difesa passiva infatti sarebbe bastato sparare da una estremità Per tenere la posizione, veniva anzitutto scava- 16 per avere sotto controllo un intero rettilineo. 17 ta una trincea, vale a dire una sorta di “cana- le” dentro il quale i soldati si posizionavano a All’estremità di ogni tratto di trincea venivano rica- difesa delle proprie postazioni, protetti dal vati i locali adibiti a deposito di armi e munizioni, fuoco nemico. Davanti alla trincea venivano qui talvolta si ritrovano anche i ricoveri temporanei Itinerari tematici Itinerari tematici Costruzione di una trincea al fronte quindi stesi dei reticolati di filo spinato e dei per la truppa; spesso questi spazi venivano ricava- “cavalli di Frisia”, sorta di cavalletti a forma di ti nella roccia viva della montagna. La difesa delle croce che servivano ad ostacolare l’avanzata Collegamenti opere venne affidata alle medesime truppe che le delle truppe nemiche. Le trincee erano quasi sempre realizzate a tratti stavano realizzando: gli Zappatori del Genio e la Nella trincea i soldati vivevano anche per mesi: discontinui, nei punti più strategici per il controllo famosa Milizia Territoriale, composta da soldati la Grande guerra fu soprattutto una guerra di del terreno antistante: per raggiungerle dalla richiamati delle classi più anziane (1874/1880), Reticolati in prima linea trincea. mulattiera vicina venivano create le scale, mentre i scherzosamente soprannominata “La Terribile”. Trincea n°3 - Trincee e Camminamenti La costruzione della trincea Le trincee erano prima scavate nel terreno o nella roccia, larghezza da m. 1,25 a m. 1,60 con altezza di circa m. 1,80 e banchina in pietra per fare il livello di sparo da m. 1,30. Lo scavo era eseguito a coppie: uno scavatore con piccone o apposita zappa ed un paleggiatore con badile. Si eseguiva lo scavo facendo passare tra le gambe la terra rimossa, il badilante la prendeva e l’ap- piattiva sul fondo o l’accumulava sui bordi in alto. Poi si costruivano le pareti, sostenute per mezzo di muri a secco in pietra ricavata sul posto dagli scavi, dello spessore di circa 50 cm.. Quindi si completava il tutto con le strutture necessarie al loro pieno funzionamento: piazzole per le mitra- gliatrici, feritoie per l’osservazione, piccoli incavi nel muro per appoggiare le munizioni, rialzo sul fondo della trincea con funzione di appoggio per i soldati, canalizzazioni per lo scolo delle acque.

Funzione militare delle trincee Ingresso della Trincea n°3 La Prima Guerra Mondiale combattuta soprat- vari tratti di trincea armati venivano collegati fra tutto sul fronte Italo – Austriaco fu una guerra loro da camminamenti, piccole trincee non arma- di posizione: quando un esercito riusciva a te trasformabili all’occorrenza anch’essi in trincee conquistare una zona era fondamentale mante- vere e proprie. Spesso coperti, i camminamenti nerla, creando una serie di ostacoli per rende- servivano da collegamento tra le varie parti della re faticoso l’eventuale contrattacco del nemi- fortificazione; garantivano un sicuro avvicenda- co. Le trincee erano cioè strutture di difesa mento delle truppe, i necessari rifornimenti di vive- passiva. Invece le postazioni di artiglieria ser- ri e munizioni nonché la rapida evacuazione dei vivano a contrastare attivamente il nemico, feriti. Il tracciato delle linee di trincea solitamente bersagliandolo, e quindi erano strutture di è di forma irregolare, le deviazioni che si susse- difesa attiva. guono a brevi intervalli si dicono traverse e aveva- no lo scopo di impedire il tiro d’infilata; al nemico La Guerra di Pietra La Guerra di Pietra Struttura di difesa passiva infatti sarebbe bastato sparare da una estremità Per tenere la posizione, veniva anzitutto scava- 16 per avere sotto controllo un intero rettilineo. 17 ta una trincea, vale a dire una sorta di “cana- le” dentro il quale i soldati si posizionavano a All’estremità di ogni tratto di trincea venivano rica- difesa delle proprie postazioni, protetti dal vati i locali adibiti a deposito di armi e munizioni, fuoco nemico. Davanti alla trincea venivano qui talvolta si ritrovano anche i ricoveri temporanei Itinerari tematici Itinerari tematici Costruzione di una trincea al fronte quindi stesi dei reticolati di filo spinato e dei per la truppa; spesso questi spazi venivano ricava- “cavalli di Frisia”, sorta di cavalletti a forma di ti nella roccia viva della montagna. La difesa delle croce che servivano ad ostacolare l’avanzata Collegamenti opere venne affidata alle medesime truppe che le delle truppe nemiche. Le trincee erano quasi sempre realizzate a tratti stavano realizzando: gli Zappatori del Genio e la Nella trincea i soldati vivevano anche per mesi: discontinui, nei punti più strategici per il controllo famosa Milizia Territoriale, composta da soldati la Grande guerra fu soprattutto una guerra di del terreno antistante: per raggiungerle dalla richiamati delle classi più anziane (1874/1880), Reticolati in prima linea trincea. mulattiera vicina venivano create le scale, mentre i scherzosamente soprannominata “La Terribile”. Trincea n° 5 - Postazione per mitragliatrice Decalogo del Soldato con quello della pistola Glisenti mod. 1910 (Revelli). La caratteristica peculiare di quest'arma era il cari- Il decalogo del soldato catore. Non utilizzava il sistema di alimentazione dei I - Dormi con un occhio aperto; eviterai sorprese colpi a nastro, bensì un caricatore diviso in 10 II - Nella trincea sii astuto come la volpe, scomparti, ognuno munito di una molla e di un ele- fuori serpe e leone vatore in cui andavano immesse le cartucce. Una III - Trova tempo per un saluto alla tua volta inserito nell' apposito alloggio ricavato famiglia; orgoglio tuo il mandarlo, suo il sotto la canna, questo caricatore si presentava riceverlo con un fila di dieci cartucce, disposte orizzontal- IV - Non farti inutile bersaglio; è bravata mente. Il meccanismo di alimentazione aveva un che non merita premio dente che, una volta sparate tutte le cartucce V - Non scordare la preghiera; la trincea è del primo scomparto, faceva scattare il succes- il più bell´altare della patria sivo caricatore in direzione della camera di scop- VI - Il nemico guata dalla sua trincea e, se pio. Un selettore permetteva il tiro continuo a raf- ti coglie ride; fai altrettanto fica oppure intermittente. Il mod. 1914 era dota- VII - Ama e cura la tua trincea ma ricorda to di un manicotto di raffreddamento e di un ser- che dovrai abbandonarla batoio per l' acqua. Il caricatore conteneva 50 VIII - Spara a colpo sicuro; se la cartuccia Un basamento per mitragliatrice cartucce disposte in 10 file da 5 cartucce sparata a caso potesse parlare ti direbbe cadauna ed il calibro - come il modello 1910 - una bestemmia Le postazioni era da 6,5 mm (mentre tutte le altre nazioni bel- Percorrendo la O.A.F.N. si trova un gran numero di IX - In trincea due cose a te vicine: fucile, ligeranti utilizzavano l’8 mm) e quindi veniva uti- cartucce; due cose mute: nervi, lingua; postazioni per armi automatiche (mitragliatrici e lizzato lo stesso munizionamento del fucile mod. due cose forti: anima, cuore pistole-mitragliatrici). Questo tipo di postazioni, '91 dal quale derivava anche la canna di questa X - La Vittoria non è nella tua trincea ma in quasi sempre sporgenti rispetto alla trincea, veniva- mitragliatrice, ovviamente rinforzata. La celerità quella del nemico; devi, a qualunque no realizzate in vari modelli: aperte con basso di tiro raggiungeva i 500 colpi al minuto, sparati costo, strappargliela. muretto per tiratori sdraiati, completamente blinda- i quali veniva cambiata l'acqua, anche se poteva- te con 2, più raramente 3, feritoie a 45°, con ban- no venire sparati 1200 colpi senza danno per la china per appoggio dell’arma (da dove l’operatore canna stessa. La Fiat costruì più di 15.000 di sparava stando seduto su di uno sgabello); o simili queste mitragliatrici, ma non furono sufficienti, alle precedenti ma scavate nella roccia viva. La tanto che l' Esercito si avvalse anche di altri tipi funzione tattica delle postazioni era fondamentale: di mitragliatrici quali la Saint-Etienne francese proteggere il fianco della montagna dall’avanzata (mod. 1907). delle forze nemiche. Queste postazioni erano gene- Il duro “codice” di Cadorna ralmente armate con mitragliatrici tipo Revelli Fiat Il codice militare di guerra, pena capitale inclusa, 1914 del peso di 38,5 Kg montate su treppiede, era applicato e fatto applicare dal gen. Cadorna con velocità di tiro di 500 colpi al minuto in grado con un rigore assoluto, che rasentava la crudel- La Guerra di Pietra La Guerra di Pietra tà. Moltissimi furono i soldati fucilati all’istante 18 di sparare ad una distanza di 500 metri. 19 senza sufficiente motivo. Moltissimi anche gli La mitragliatrice Revelli Fiat mod. 1914 ufficiali e i sottufficiali morti in circostanze poco Quest’arma fu la chiare, oggi si direbbe per “fuoco amico”, quasi grande protagoni- certamente per vendette. La disfatta di Itinerari tematici Itinerari tematici sta delle battaglie Caporetto può essere collegata anche a tale della Prima stato di cose. Guerra La disciplina dunque era assolutamente ferrea e mondiale. semplici decaloghi come questo servivano a fare La canna comprendere pochi e chiari concetti fondamen- era raffreddata con un radiatore ed tali alle truppe, perlopiù formate da soldati-con- il meccanismo di sparo presentava molte analogie tadini di scarsa scolarizzazione. Trincea n° 5 - Postazione per mitragliatrice Decalogo del Soldato con quello della pistola Glisenti mod. 1910 (Revelli). La caratteristica peculiare di quest'arma era il cari- Il decalogo del soldato catore. Non utilizzava il sistema di alimentazione dei I - Dormi con un occhio aperto; eviterai sorprese colpi a nastro, bensì un caricatore diviso in 10 II - Nella trincea sii astuto come la volpe, scomparti, ognuno munito di una molla e di un ele- fuori serpe e leone vatore in cui andavano immesse le cartucce. Una III - Trova tempo per un saluto alla tua volta inserito nell' apposito alloggio ricavato famiglia; orgoglio tuo il mandarlo, suo il sotto la canna, questo caricatore si presentava riceverlo con un fila di dieci cartucce, disposte orizzontal- IV - Non farti inutile bersaglio; è bravata mente. Il meccanismo di alimentazione aveva un che non merita premio dente che, una volta sparate tutte le cartucce V - Non scordare la preghiera; la trincea è del primo scomparto, faceva scattare il succes- il più bell´altare della patria sivo caricatore in direzione della camera di scop- VI - Il nemico guata dalla sua trincea e, se pio. Un selettore permetteva il tiro continuo a raf- ti coglie ride; fai altrettanto fica oppure intermittente. Il mod. 1914 era dota- VII - Ama e cura la tua trincea ma ricorda to di un manicotto di raffreddamento e di un ser- che dovrai abbandonarla batoio per l' acqua. Il caricatore conteneva 50 VIII - Spara a colpo sicuro; se la cartuccia Un basamento per mitragliatrice cartucce disposte in 10 file da 5 cartucce sparata a caso potesse parlare ti direbbe cadauna ed il calibro - come il modello 1910 - una bestemmia Le postazioni era da 6,5 mm (mentre tutte le altre nazioni bel- Percorrendo la O.A.F.N. si trova un gran numero di IX - In trincea due cose a te vicine: fucile, ligeranti utilizzavano l’8 mm) e quindi veniva uti- cartucce; due cose mute: nervi, lingua; postazioni per armi automatiche (mitragliatrici e lizzato lo stesso munizionamento del fucile mod. due cose forti: anima, cuore pistole-mitragliatrici). Questo tipo di postazioni, '91 dal quale derivava anche la canna di questa X - La Vittoria non è nella tua trincea ma in quasi sempre sporgenti rispetto alla trincea, veniva- mitragliatrice, ovviamente rinforzata. La celerità quella del nemico; devi, a qualunque no realizzate in vari modelli: aperte con basso di tiro raggiungeva i 500 colpi al minuto, sparati costo, strappargliela. muretto per tiratori sdraiati, completamente blinda- i quali veniva cambiata l'acqua, anche se poteva- te con 2, più raramente 3, feritoie a 45°, con ban- no venire sparati 1200 colpi senza danno per la china per appoggio dell’arma (da dove l’operatore canna stessa. La Fiat costruì più di 15.000 di sparava stando seduto su di uno sgabello); o simili queste mitragliatrici, ma non furono sufficienti, alle precedenti ma scavate nella roccia viva. La tanto che l' Esercito si avvalse anche di altri tipi funzione tattica delle postazioni era fondamentale: di mitragliatrici quali la Saint-Etienne francese proteggere il fianco della montagna dall’avanzata (mod. 1907). delle forze nemiche. Queste postazioni erano gene- Il duro “codice” di Cadorna ralmente armate con mitragliatrici tipo Revelli Fiat Il codice militare di guerra, pena capitale inclusa, 1914 del peso di 38,5 Kg montate su treppiede, era applicato e fatto applicare dal gen. Cadorna con velocità di tiro di 500 colpi al minuto in grado con un rigore assoluto, che rasentava la crudel- La Guerra di Pietra La Guerra di Pietra tà. Moltissimi furono i soldati fucilati all’istante 18 di sparare ad una distanza di 500 metri. 19 senza sufficiente motivo. Moltissimi anche gli La mitragliatrice Revelli Fiat mod. 1914 ufficiali e i sottufficiali morti in circostanze poco Quest’arma fu la chiare, oggi si direbbe per “fuoco amico”, quasi grande protagoni- certamente per vendette. La disfatta di Itinerari tematici Itinerari tematici sta delle battaglie Caporetto può essere collegata anche a tale della Prima stato di cose. Guerra La disciplina dunque era assolutamente ferrea e mondiale. semplici decaloghi come questo servivano a fare La canna comprendere pochi e chiari concetti fondamen- era raffreddata con un radiatore ed tali alle truppe, perlopiù formate da soldati-con- il meccanismo di sparo presentava molte analogie tadini di scarsa scolarizzazione. Trincea n°8 - Postazione di comando Le strade militari della O.A.F.N. La storia Per la costruzione delle fortificazioni della “Linea Cadorna”, e a servizio delle stesse, fu realizzata una fitta ed estesa rete di strade di montagna. Costruiti a regola d’arte, questi tracciati si possono percorrere ancora oggi, tanto che le strade militari sono considerate la più utile eredità lasciata dalla Linea Cadorna in molte zone della montagna alpina. Classificazione delle strade A seconda delle dimensioni e della pendenza dei tracciati, le strade militari si distinguono in: Camionabili: larghe 3-4 metri, pendenza non superiore al 10%, consentono il transito di grossi mezzi motorizzati. Sono gli assi principali da cui si diramano le altre vie. Carrarecce: più strette delle camionabili (2,5 – 3 metri), e più ripide (pendenza max 15%), servono i grossi appostamenti di artiglieria. Mulattiere: non percorribili dai mezzi motorizzati ma solo da animali da soma, collegano fra loro gli appostamenti più dislocati. Larghezza m 1,5 pen- denza a tratti anche del 20%. Caratteristiche costruttive La trincea più complessa Le strade militari furono costruite, come possiamo ancora constatare, con grande abilità. Tutte le Questa è forse la struttura più importante e com- opere (muri di sostegno, selciature, canalizza- Costruzione trincea al Barco dei Montoni plessa dell’intera linea difensiva Orimento – Sasso zioni) sono fatte in pietra Bovè, e rappresenta quindi la meta principale dell’iti- locale “a secco” (cioè nerario. Qui troviamo riassunta un po’ tutta la tipolo- non legata con cemento). gia delle fortificazioni della O.A.F.N. Questa tecnica non solo - Posto di Comando con ricovero: punto di riferimen- assicura lo scolo delle to e coordinamento di tutte le postazioni. acque, ma dà una lunga - Osservatorio resistenza ai manufatti e - Trincea si inserisce perfettamen- La Guerra di Pietra La Guerra di Pietra - Riservette per munizioni 20 te nel paesaggio. 21 - Rete di collegamento (camminamenti) Per il problema dell’ero- - Costruzioni per il ricovero del personale e magazzini sione da parte delle - Postazioni di artiglieria: appostamenti per mitra- acque piovane, i costrut- gliatrici e altre armi automatiche tori realizzarono il piano Itinerari tematici Itinerari tematici Il tutto, assai ben mimetizzato, era collegato da stra- stradale inclinato verso de militari d’accesso sterrate, acciottolate o selciate, monte, selciando una con cippi di numerazione chilometrica e guardiole per canaletta longitudinale sentinelle. La postazione n° 8 è raggiungibile dalla per convogliare l’acqua in Strada militare grazie ad un sentiero di raccordo, rica- appositi tombini che sot- vato nel fianco della montagna. Un altro sentiero di topassando la strada raccordo unisce la postazione superiore (la n° 9). Postazione di tiro scaricano a valle l’acqua. Militari e civili su camion in Val d’intelvi Trincea n°8 - Postazione di comando Le strade militari della O.A.F.N. La storia Per la costruzione delle fortificazioni della “Linea Cadorna”, e a servizio delle stesse, fu realizzata una fitta ed estesa rete di strade di montagna. Costruiti a regola d’arte, questi tracciati si possono percorrere ancora oggi, tanto che le strade militari sono considerate la più utile eredità lasciata dalla Linea Cadorna in molte zone della montagna alpina. Classificazione delle strade A seconda delle dimensioni e della pendenza dei tracciati, le strade militari si distinguono in: Camionabili: larghe 3-4 metri, pendenza non superiore al 10%, consentono il transito di grossi mezzi motorizzati. Sono gli assi principali da cui si diramano le altre vie. Carrarecce: più strette delle camionabili (2,5 – 3 metri), e più ripide (pendenza max 15%), servono i grossi appostamenti di artiglieria. Mulattiere: non percorribili dai mezzi motorizzati ma solo da animali da soma, collegano fra loro gli appostamenti più dislocati. Larghezza m 1,5 pen- denza a tratti anche del 20%. Caratteristiche costruttive La trincea più complessa Le strade militari furono costruite, come possiamo ancora constatare, con grande abilità. Tutte le Questa è forse la struttura più importante e com- opere (muri di sostegno, selciature, canalizza- Costruzione trincea al Barco dei Montoni plessa dell’intera linea difensiva Orimento – Sasso zioni) sono fatte in pietra Bovè, e rappresenta quindi la meta principale dell’iti- locale “a secco” (cioè nerario. Qui troviamo riassunta un po’ tutta la tipolo- non legata con cemento). gia delle fortificazioni della O.A.F.N. Questa tecnica non solo - Posto di Comando con ricovero: punto di riferimen- assicura lo scolo delle to e coordinamento di tutte le postazioni. acque, ma dà una lunga - Osservatorio resistenza ai manufatti e - Trincea si inserisce perfettamen- La Guerra di Pietra La Guerra di Pietra - Riservette per munizioni 20 te nel paesaggio. 21 - Rete di collegamento (camminamenti) Per il problema dell’ero- - Costruzioni per il ricovero del personale e magazzini sione da parte delle - Postazioni di artiglieria: appostamenti per mitra- acque piovane, i costrut- gliatrici e altre armi automatiche tori realizzarono il piano Itinerari tematici Itinerari tematici Il tutto, assai ben mimetizzato, era collegato da stra- stradale inclinato verso de militari d’accesso sterrate, acciottolate o selciate, monte, selciando una con cippi di numerazione chilometrica e guardiole per canaletta longitudinale sentinelle. La postazione n° 8 è raggiungibile dalla per convogliare l’acqua in Strada militare grazie ad un sentiero di raccordo, rica- appositi tombini che sot- vato nel fianco della montagna. Un altro sentiero di topassando la strada raccordo unisce la postazione superiore (la n° 9). Postazione di tiro scaricano a valle l’acqua. Militari e civili su camion in Val d’intelvi