La Signora Della Domiciliarità
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STORIA 108 La signora Galetti nella sua casa di Torre Pellice. L’esperienza di Mariena Scassellati Sforzolini Galetti LA SIGNORA DELLA DOMICILIARITÀ CLASSE 1929, FIGLIA DI UN COLONNELLO E NIPOTE DI UN PIONIERE DEL CINEMA, È DIVENTATA ASSISTENTE SOCIALE NEI PRIMI ANNI ‘50 DEL SECOLO SCORSO. IMPEGNATA NELLE FABBRICHE DEL PINEROLESE, HA VISSUTO LA TRAGEDIA DELLA CRISI MAZZONIS. L’ISTITUZIONE IN VAL PELLICE DEL PRIMO SERVIZIO SOCIALE TERRITORIALE D’ITALIA, CHE HA DIRETTO PER 26 ANNI, NACQUE PER RISPONDERE AI BISOGNI DI UNA VALLE IN GINOCCHIO, CON RISULTATI CHE FECERO SCUOLA A LIVELLO NAZIONALE. IN PENSIONE DAL 1994, MARIENA GALETTI HA FONDATO LA BOTTEGA DEL POSSIBILE: «IL RICOVERO NON PUÒ ESSERE L’UNICA RISPOSTA PER UN ANZIANO», SOSTIENE CONVINTA. UNA LUNGA INTERVISTA PER RIPERCORRERE UNA VITA DEDICATA AGLI ALTRI, CON PIGLIO E CARATTERE La signora della domiciliarità 109 E Daniele Arghittu Liberato, ha dovuto vivere nascosto». domiciliarità E Michela Perrone Attorno ai 15 anni, Mariena fu incaricata Nel Nuovo dizionario di ser- C barbara maurino della sua prima missione: «Il parroco di vizio sociale edito da Carocci, Caluso, don Riccardo, mi disse che i fascisti Mariena Galetti propone que- l suo bell’appartamento, a Torre Pellice, avevano arrestato due partigiani e mi chiese sta definizione: «Per domicilia- rità si intende il contesto dota- è uno scrigno di ricordi. Arredamento di di intercedere per la loro liberazione. to di senso per la persona». gusto, quadri, una collezione straordi- Sapeva che il giovane sottotenente dei nariaI di galletti di ogni forma e materiale. È il repubblichini aveva un debole per me. La Bottega del Possibile suo contesto, il suo “intorno”: ciò che la fa Andai e lo convinsi a lasciare andare quelle Fondata il 24 gennaio 1994, sentire davvero a casa. due persone. Ma corsi un grande rischio». con sede a Torre Pellice. Mariena Scassellati Sforzolini Galetti ha Alla fine delle ostilità, dopo tanti sacrifici, dedicato molto tempo alla difesa del diritto di Mariena poté frequentare il prestigioso pioniere del cinema ciascuno di trascorrere la vita – fin quando liceo D’Azeglio di Torino: «Passavo sempre Nel 1906, Alfredo Gandolfi fu sia possibile – in un ambiente noto, amico, davanti a un bar dove si trovavano i gioca- cofondatore, con Arturo Am- brosio, della celebre Ambrosio rassicurante. Per molti è la signora della tori del Grande Torino. Di vista li conoscevo Film di Torino. domiciliarità: un concetto che ha definito, tutti». approfondito, promosso con La Bottega del La sua passione, da liceale, erano le Anna Maria Mussolini Possibile. Ma la storia di questa donna Scienze Naturali: «Mi sarei iscritta volentie- Quintogenita di Benito Mus- energica e straordinaria, grintosa e scomoda, ri all’università. Poi, però, un cugino della solini e di Rachele Guidi, era combattiva e appassionata, parte da molto mamma, un medico dell’Onmi, mi propo- nata a Forlì nel 1929. Nel dopo- più lontano. se: perché non diventi assistente sociale? In guerra lavorò in Rai come con- effetti mi sentivo portata. Nel tempo libero duttrice del programma radio- FIGLIA DI UN COLONNELLO ero una damina di San Vincenzo, nel fonico “Rotocalco musicale”. Morì a soli 38 anni il 25 aprile Maria Nazzarena Scassellati Sforzolini quartiere di San Salvario: conoscevo i 1968. nacque a Torino, nel 1929: «Papà si chiama- bisogni delle persone. Frequentai il corso, va Giovanni ed era colonnello di artiglieria che all’epoca durava due anni, e mi diplo- isola di Coo a cavallo. Aveva origini umbre, tra Gubbio e mai con una tesi innovativa sulla profilas- Nel mar Egeo, di fronte alla Gualdo Tadino. Mia mamma, Alessandra si prematrimoniale: un tema che, in città turca di Bodrum, l’antica Gandolfi, era figlia di Alfredo: unpioniere quegli anni, era quasi tabù». Alicarnasso. Come tutte le isole del cinema. Possiedo un mobile che aveva del Dodecaneso, Coo appar- utilizzato come scenografia in uno dei tenne all’Italia dal 1912 al primi film. Si era recato alcune volte in 1943. Russia, in cerca di attrici: mia nonna non ne Fondazione Agnelli era entusiasta…». Istituto di ricerca nel campo Il colonnello Giovanni Scassellati Sforzo- delle Scienze sociali, indipen- lini era costretto a frequenti trasferimenti e dente e senza scopo di lucro. Fu portava con sé l’intera famiglia. «Abbiamo inaugurato nel 1966 da Gianni vissuto a Milano, poi tre anni a Roma. Nella Agnelli in occasione del cente- capitale ho frequentato la scuola elementa- nario della nascita del nonno re Riccardo Grazioli Lante della Rovere, in via Giovanni, fondatore della Fiat. Tevere. Tra le mie compagne c’era Anna Oggi è presieduto da Maria So- le Agnelli Teodorani-Fabbri. Maria Mussolini, una delle figlie del duce, che aveva sofferto per una grave Onmi forma di poliomielite». Opera nazionale maternità e Allo scoppio della guerra, la famiglia infanzia, ente assistenziale at- Scassellati Sforzolini era di nuovo a Torino, tivo tra il 1925 e il 1975. ma in procinto per trasferirsi nell’isola di Coo, nel Dodecaneso: «Avevamo già damina di San Vincenzo l’alloggio. All’ultimo arrivò un contrordi- Giovane volontaria laica che ne». collabora in attività di benefi- cenza, in particolare il servizio Per sfuggire ai bombardamenti, come a domicilio per poveri e amma- molti torinesi, gli Scassellati Sforzolini lati, con le Figlie della Carità di trovarono rifugio in provincia, per l’esat- San Vincenzo de’ Paoli. tezza a Caluso, località d’origine della nonna materna: «Ricordo che un giorno le profilassi prematrimoniale SS fecero irruzione e puntarono la pistola Sta muovendo i primi passi il contro la pancia di mia madre, che aspetta- cosiddetto “diritto alla salute”, va un bambino. Mio fratello Ubaldo, che dei singoli e delle famiglie. Con diventerà il primo direttore della mille cautele, s’inizia a parlare Fonda- anche di consapevolezza dei zione Agnelli, fu preso e trattenuto per un Alcuni tra i tantissimi galletti collezionati comportamenti riproduttivi. po’ in una specie di galera a Strambino. nel corso della vita. 110 Storia Banca Balbis & Guglielmone ASSISTENTE DI FABBRICA In valle Mariena tornò come assistente di La Banca Torinese Balbis & Il primo impiego lavorativo della nuova fabbrica, visitando i diversi stabilimenti che Guglielmone nacque nel 1952 assistente sociale fu all’Unione Industriale, all’epoca costituivano il tessuto produttivo dalla fusione tra la Banca Tori- presso il servizio sociale di fabbrica: «Mi della zona: «La Fratelli Turati a Lusernetta, nese e la Balbis & Guglielmone recavo nei diversi stabilimenti per affrontare la Mazzonis a Luserna San Giovanni e Torre Banca snc. Nel 1967 fu coinvol- i problemi degli operai e delle loro famiglie». Pellice… A un certo punto mi presentai al ta nell’operazione che diede vi- ta all’Istituto Bancario Italiano Invitata dall’ingegner Ambrogio Turati a un barone Mazzonis e gli proposi di lavorare (Ibi): all’epoca aveva filiali a To- ballo di fine anno al Circolo Sociale di solo per lui. Accettò. Devo dire che per rino, Pinerolo, Luserna San Gio- Pinerolo, conobbe il futuro marito, Ludovico qualche tempo l’ho fatto “in nero”: mi ha vanni, Torre Pellice, Vigone, Vil- Galetti: «Era figlio del direttore amministra- assunta solo dopo cinque anni», dice sorri- lafranca Piemonte e San Mauro tivo dell’ospedale Agnelli di Pinerolo e, dendo. Torinese. curiosamente, aveva anche lui radici in «Alla Mazzonis mi occupavo dei problemi di Umbria. Ci sposammo nel 1955, nella parroc- famiglia degli operai – racconta –. Ricordo Fratelli Turati chia dei Santi Pietro e Paolo a Torino». grandi discussioni con il medico di fabbrica, Cotonificio fondato nel 1892 Galetti lavorava al Banco di Roma. A un certo che, per evidenti ragioni, faticava molto nel da Attilio e Cesare Turati, origi- punto sembrò che dovesse trasferirsi a Biella, denunciare le malattie professionali di cui nari di Busto Arsizio, avviò l’at- tività rilevando una filatura ad poi, repentinamente, ci fu un cambio di erano affetti i dipendenti, come il papilloma Abbadia Alpina. Nel 1917 s’in- destinazione: «Si liberò un posto alla Banca vescicale che colpiva gli addetti alla tintoria sediò a Lusernetta, dopo aver Balbis & Guglielmone di Pinerolo». E di Torre Pellice o la sordità da rumore delle acquistato la filatura di cotone anche per Mariena si aprirono le porte di un tessitrici di Pralafera». della ditta Fratelli Gruber & C.. nuovo mondo, quello del Pinerolese. Il barone era una persona notoriamente parsimoniosa: «Indossava giacche di seta blu Mazzonis LA MAZZONIS E LA CRISI e quando si bucavano le riparava con una Il primo nucleo aziendale ri- «Conoscevo la Val Pellice dagli anni del toppa. Quando qualche dipendente era in sale al 1845. Nel 1860 il fonda- liceo. Un’amica di mia madre aveva una casa, condizioni disperate, mi rivolgevo a sua tore, Paolo Mazzonis, acquistò grande, accogliente e piena di vita, a Ciò moglie, la signora Paola, che mi dava dei una manifattura di cotone a San Germano Chisone, poi, nel Bruere, sopra Rorà. Ci invitava a trascorrere soldi di nascosto». 1875 rilevò uno storico stabili- il periodo estivo. Un giorno, avevo sostenuto La crisi che portò alla chiusura della mento di filatura e tessitura a da poco l’esame di licenza, ci raggiunse mio Mazzonis – nel 1965 – fu abbastanza repenti- Pralafera (Luserna San Giovan- padre: lo vidi arrivare dalla stradina con un na: «Un dramma. Creò più di mille disoccu- ni), avviato nel 1833 da Giusep- cartello in mano. Aveva scritto: “Promossa”». pati». A nulla valsero l’occupazione da parte pe Malan e dagli svizzeri Grei- nicher e Trog. Nel 1880 completò il ciclo produttivo ac- quisendo da Federico Mylius la stamperia di tessuti di Torre Pellice. barone Mazzonis Giovanni Mazzonis di Prala- fera era nato a Torino nel 1888. Talvolta, più propriamente, era chiamato “il cavaliere”. Si occu- pava dell’impresa tessile di fa- miglia (fondata dal nonno Pao- lo e poi gestita dallo zio Ettore e dal cugino Paolo) dagli anni ‘30 del Novecento, epoca in cui fu anche presidente della Ju- ventus.