STORIA 108

La signora Galetti nella sua casa di Torre .

L’esperienza di Mariena Scassellati Sforzolini Galetti LA SIGNORA DELLA DOMICILIARITÀ CLASSE 1929, FIGLIA DI UN COLONNELLO E NIPOTE DI UN PIONIERE DEL CINEMA, È DIVENTATA ASSISTENTE SOCIALE NEI PRIMI ANNI ‘50 DEL SECOLO SCORSO. IMPEGNATA NELLE FABBRICHE DEL PINEROLESE, HA VISSUTO LA TRAGEDIA DELLA CRISI MAZZONIS. L’ISTITUZIONE IN VAL PELLICE DEL PRIMO SERVIZIO SOCIALE TERRITORIALE D’ITALIA, CHE HA DIRETTO PER 26 ANNI, NACQUE PER RISPONDERE AI BISOGNI DI UNA VALLE IN GINOCCHIO, CON RISULTATI CHE FECERO SCUOLA A LIVELLO NAZIONALE. IN PENSIONE DAL 1994, MARIENA GALETTI HA FONDATO LA BOTTEGA DEL POSSIBILE: «IL RICOVERO NON PUÒ ESSERE L’UNICA RISPOSTA PER UN ANZIANO», SOSTIENE CONVINTA. UNA LUNGA INTERVISTA PER RIPERCORRERE UNA VITA DEDICATA AGLI ALTRI, CON PIGLIO E CARATTERE La signora della domiciliarità 109

EE Daniele Arghittu Liberato, ha dovuto vivere nascosto». domiciliarità EE Michela Perrone Attorno ai 15 anni, Mariena fu incaricata Nel Nuovo dizionario di ser- CC barbara maurino della sua prima missione: «Il parroco di vizio sociale edito da Carocci, , don Riccardo, mi disse che i fascisti Mariena Galetti propone que- l suo bell’appartamento, a , avevano arrestato due partigiani e mi chiese sta definizione: «Per domicilia- rità si intende il contesto dota- è uno scrigno di ricordi. Arredamento di di intercedere per la loro liberazione. to di senso per la persona». gusto, quadri, una collezione straordi- Sapeva che il giovane sottotenente dei nariaI di galletti di ogni forma e materiale. È il repubblichini aveva un debole per me. La Bottega del Possibile suo contesto, il suo “intorno”: ciò che la fa Andai e lo convinsi a lasciare andare quelle Fondata il 24 gennaio 1994, sentire davvero a casa. due persone. Ma corsi un grande rischio». con sede a Torre Pellice. Mariena Scassellati Sforzolini Galetti ha Alla fine delle ostilità, dopo tanti sacrifici, dedicato molto tempo alla difesa del diritto di Mariena poté frequentare il prestigioso pioniere del cinema ciascuno di trascorrere la vita – fin quando liceo D’ di Torino: «Passavo sempre Nel 1906, Alfredo Gandolfi fu sia possibile – in un ambiente noto, amico, davanti a un bar dove si trovavano i gioca- cofondatore, con Arturo Am- brosio, della celebre Ambrosio rassicurante. Per molti è la signora della tori del Grande Torino. Di vista li conoscevo Film di Torino. domiciliarità: un concetto che ha definito, tutti». approfondito, promosso con La Bottega del La sua passione, da liceale, erano le Anna Maria Mussolini Possibile. Ma la storia di questa donna Scienze Naturali: «Mi sarei iscritta volentie- Quintogenita di Benito Mus- energica e straordinaria, grintosa e scomoda, ri all’università. Poi, però, un cugino della solini e di Rachele Guidi, era combattiva e appassionata, parte da molto mamma, un medico dell’Onmi, mi propo- nata a Forlì nel 1929. Nel dopo- più lontano. se: perché non diventi assistente sociale? In guerra lavorò in Rai come con- effetti mi sentivo portata. Nel tempo libero duttrice del programma radio- FIGLIA DI UN COLONNELLO ero una damina di San Vincenzo, nel fonico “Rotocalco musicale”. Morì a soli 38 anni il 25 aprile Maria Nazzarena Scassellati Sforzolini quartiere di San Salvario: conoscevo i 1968. nacque a Torino, nel 1929: «Papà si chiama- bisogni delle persone. Frequentai il corso, va Giovanni ed era colonnello di artiglieria che all’epoca durava due anni, e mi diplo- isola di Coo a cavallo. Aveva origini umbre, tra Gubbio e mai con una tesi innovativa sulla profilas- Nel mar Egeo, di fronte alla Gualdo Tadino. Mia mamma, Alessandra si prematrimoniale: un tema che, in città turca di Bodrum, l’antica Gandolfi, era figlia di Alfredo: unpioniere quegli anni, era quasi tabù». Alicarnasso. Come tutte le isole del cinema. Possiedo un mobile che aveva del Dodecaneso, Coo appar- utilizzato come scenografia in uno dei tenne all’Italia dal 1912 al primi film. Si era recato alcune volte in 1943. Russia, in cerca di attrici: mia nonna non ne Fondazione Agnelli era entusiasta…». Istituto di ricerca nel campo Il colonnello Giovanni Scassellati Sforzo- delle Scienze sociali, indipen- lini era costretto a frequenti trasferimenti e dente e senza scopo di lucro. Fu portava con sé l’intera famiglia. «Abbiamo inaugurato nel 1966 da Gianni vissuto a Milano, poi tre anni a Roma. Nella Agnelli in occasione del cente- capitale ho frequentato la scuola elementa- nario della nascita del nonno re Riccardo Grazioli Lante della Rovere, in via Giovanni, fondatore della Fiat. Tevere. Tra le mie compagne c’era Anna Oggi è presieduto da Maria So- le Agnelli Teodorani-Fabbri. Maria Mussolini, una delle figlie del duce, che aveva sofferto per una grave Onmi forma di poliomielite». Opera nazionale maternità e Allo scoppio della guerra, la famiglia infanzia, ente assistenziale at- Scassellati Sforzolini era di nuovo a Torino, tivo tra il 1925 e il 1975. ma in procinto per trasferirsi nell’isola di Coo, nel Dodecaneso: «Avevamo già damina di San Vincenzo l’alloggio. All’ultimo arrivò un contrordi- Giovane volontaria laica che ne». collabora in attività di benefi- cenza, in particolare il servizio Per sfuggire ai bombardamenti, come a domicilio per poveri e amma- molti torinesi, gli Scassellati Sforzolini lati, con le Figlie della Carità di trovarono rifugio in provincia, per l’esat- San Vincenzo de’ Paoli. tezza a Caluso, località d’origine della nonna materna: «Ricordo che un giorno le profilassi prematrimoniale SS fecero irruzione e puntarono la pistola Sta muovendo i primi passi il contro la pancia di mia madre, che aspetta- cosiddetto “diritto alla salute”, va un bambino. Mio fratello Ubaldo, che dei singoli e delle famiglie. Con diventerà il primo direttore della mille cautele, s’inizia a parlare Fonda- anche di consapevolezza dei zione Agnelli, fu preso e trattenuto per un Alcuni tra i tantissimi galletti collezionati comportamenti riproduttivi. ’ in una specie di galera a . nel corso della vita. 110 Storia

Banca Balbis & Guglielmone ASSISTENTE DI FABBRICA In valle Mariena tornò come assistente di La Banca Torinese Balbis & Il primo impiego lavorativo della nuova fabbrica, visitando i diversi stabilimenti che Guglielmone nacque nel 1952 assistente sociale fu all’Unione Industriale, all’epoca costituivano il tessuto produttivo dalla fusione tra la Banca Tori- presso il servizio sociale di fabbrica: «Mi della zona: «La Fratelli Turati a , nese e la Balbis & Guglielmone recavo nei diversi stabilimenti per affrontare la Mazzonis a e Torre Banca snc. Nel 1967 fu coinvol- i problemi degli operai e delle loro famiglie». Pellice… A un certo punto mi presentai al ta nell’operazione che diede vi- ta all’Istituto Bancario Italiano Invitata dall’ingegner Ambrogio Turati a un barone Mazzonis e gli proposi di lavorare (Ibi): all’epoca aveva filiali a To- ballo di fine anno al Circolo Sociale di solo per lui. Accettò. Devo dire che per rino, , Luserna San Gio- Pinerolo, conobbe il futuro marito, Ludovico qualche tempo l’ho fatto “in nero”: mi ha vanni, Torre Pellice, , Vil- Galetti: «Era figlio del direttore amministra- assunta solo dopo cinque anni», dice sorri- lafranca Piemonte e San Mauro tivo dell’ospedale Agnelli di Pinerolo e, dendo. Torinese. curiosamente, aveva anche lui radici in «Alla Mazzonis mi occupavo dei problemi di Umbria. Ci sposammo nel 1955, nella parroc- famiglia degli operai – racconta –. Ricordo Fratelli Turati chia dei Santi Pietro e Paolo a Torino». grandi discussioni con il medico di fabbrica, Cotonificio fondato nel 1892 Galetti lavorava al Banco di Roma. A un certo che, per evidenti ragioni, faticava molto nel da Attilio e Cesare Turati, origi- punto sembrò che dovesse trasferirsi a Biella, denunciare le malattie professionali di cui nari di Busto Arsizio, avviò l’at- tività rilevando una filatura ad poi, repentinamente, ci fu un cambio di erano affetti i dipendenti, come il papilloma Abbadia Alpina. Nel 1917 s’in- destinazione: «Si liberò un posto alla Banca vescicale che colpiva gli addetti alla tintoria sediò a Lusernetta, dopo aver Balbis & Guglielmone di Pinerolo». E di Torre Pellice o la sordità da rumore delle acquistato la filatura di cotone anche per Mariena si aprirono le porte di un tessitrici di Pralafera». della ditta Fratelli Gruber & C.. nuovo mondo, quello del Pinerolese. Il barone era una persona notoriamente parsimoniosa: «Indossava giacche di seta blu Mazzonis LA MAZZONIS E LA CRISI e quando si bucavano le riparava con una Il primo nucleo aziendale ri- «Conoscevo la Val Pellice dagli anni del toppa. Quando qualche dipendente era in sale al 1845. Nel 1860 il fonda- liceo. Un’amica di mia madre aveva una casa, condizioni disperate, mi rivolgevo a sua tore, Paolo Mazzonis, acquistò grande, accogliente e piena di vita, a Ciò moglie, la signora Paola, che mi dava dei una manifattura di cotone a San Germano , poi, nel Bruere, sopra Rorà. Ci invitava a trascorrere soldi di nascosto». 1875 rilevò uno storico stabili- il periodo estivo. Un giorno, avevo sostenuto La crisi che portò alla chiusura della mento di filatura e tessitura a da poco l’esame di licenza, ci raggiunse mio Mazzonis – nel 1965 – fu abbastanza repenti- Pralafera (Luserna San Giovan- padre: lo vidi arrivare dalla stradina con un na: «Un dramma. Creò più di mille disoccu- ni), avviato nel 1833 da Giusep- cartello in mano. Aveva scritto: “Promossa”». pati». A nulla valsero l’occupazione da parte pe Malan e dagli svizzeri Grei- nicher e Trog. Nel 1880 completò il ciclo produttivo ac- quisendo da Federico Mylius la stamperia di tessuti di Torre Pellice. barone Mazzonis Giovanni Mazzonis di Prala- fera era nato a Torino nel 1888. Talvolta, più propriamente, era chiamato “il cavaliere”. Si occu- pava dell’impresa tessile di fa- miglia (fondata dal nonno Pao- lo e poi gestita dallo zio Ettore e dal cugino Paolo) dagli anni ‘30 del Novecento, epoca in cui fu anche presidente della Ju- ventus. repentina Valter Careglio, in Quando il telaio scricchiola, Alzani, Pine- rolo, 1999, riporta testimonian- ze di nuove assunzioni ancora alla fine del 1963: «Gli operai più anziani […], avendo assistito già in altre occasioni a momen- ti difficili, erano allora portati a considerare le difficoltà di que- gli anni come la manifestazio- “Ritorno alla dimora”: in un disegno d’infanzia si può leggere l’intuizione del proprio destino. ne di una ennesima crisi pas- Una vita spesa al servizio di chi ha bisogno, puntando sulla casa come luogo del benessere seggera». di una persona. La signora della domiciliarità 111

delle maestranze, il 29 gennaio, e la requisi- Consiglio di valle zione della fabbrica decisa da un giovane Ente sovracomunale che pre- assessore lusernese, futuro sindaco: Benito cedette la Comunità montana. Renato Martina. «Bisognava prendere delle decisioni verbale Citato da Careglio in Quando drastiche», commenta Mariena Galetti. E lei il telaio scricchiola, op. cit. non si tirò indietro: «Mi sono rivolta al Consiglio di Valle chiedendo l’istituzione di un servizio sociale territoriale. Ottenni il parere favorevole del presidente, Ettore Bert, e del segretario, Ezio Borgarello. Mi dissero: “D’accordo! Ma mancano i soldi”. Una frase che ho sentito molte volte, nella mia vita. Non ho desistito, mi sono data da fare. E ho trovato una persona – che volle restare anonima, ma a distanza di tanto tempo posso A sinistra, la foto a corredo dire che era parente dei Mazzonis – disposta di un’intervista, pubblicata a devolvere 30 milioni di lire per la causa. Era il 1966: quello che nacque in Val Pellice fu il su La Stampa primo servizio sociale territoriale d’Italia». del 26 febbraio 1955, Il compito di organizzare il nuovo servizio quando Mariena Scassellati non poteva che essere affidato a lei, Mariena Sforzolini, giovane assistente Galetti, «data la profonda e personale sociale, si occupava conoscenza che essa aveva sia dei problemi di profilassi prematrimoniale. generali della Valle, sia delle situazioni dei singoli lavoratori e delle loro famiglie», si Sotto, le pagelle risalenti legge in un verbale di deliberazione del all’epoca in cui Mariena Consiglio della Val Pellice. frequentava le elementari Galetti stessa, in fondo, aveva perso il a Roma insieme lavoro: «Mio figlio Marcello nacque il giorno ad Anna Maria Mussolini, dopo che mi era scaduta la mutua». Una una delle figlie del duce. 112 Storia

La casa è uno scrigno di ricordi. La domiciliarità è il contesto di una persona. enti di assistenza condizione che l’accomunava a tante perso- Il già citato Onmi, l’Enaoli ne. «Dopo alcuni anni di precariato, la mia (Ente nazionale per assistenza posizione di direttore del servizio fu regola- agli orfani dei lavoratori), l’Ipi rizzata nel 1970. Fu un periodo molto (Istituto provinciale infanzia). difficile, in cui ho cercato risorse bussando Bernezzo alla porta di tutti gli enti di assistenza». Il Piccolo centro del Cuneese, sistema del welfare, come sarebbe stato ha lanciato nel 2009 “Veniamo a chiamato molti anni dopo, era appena trovarti”: un progetto che offre abbozzato. E la Val Pellice faceva da apripista agli anziani una serie di servizi a nazionale. domicilio e altri in casa di ripo- so, in orario diurno. «La novità PIONIERI IN ITALIA importante – si legge nella pre- «Nei primi anni ‘70 avviammo un bel sentazione ufficiale – è che un lavoro ad , basandoci su un’indagi- operatore Oss (operatore socio- sanitario) andrà […] a trovare a ne, condotta da volontari, per capire quali casa le persone anziane sole, in fossero i bisogni reali degli anziani che primo luogo per conoscerle e vivevano nelle borgate. I 104 intervistati poi per ascoltarle: sentire di che espressero due desideri: poter parlare ogni cosa hanno bisogno e spiegare tanto con qualcuno e avere un posto caldo per loro a quali servizi possono ave- trascorrere l’inverno in compagnia. Per re diritto. Si tratta di invertire il rispondere a queste due esigenze, inventam- passo. Invece di aspettare le ri- mo il visitatore domiciliare e realizzammo il chieste, si va così incontro alle Foyer». possibili domande, cercando di dare anche nuove risposte, che Per l’epoca si trattava di due iniziative possono scaturire da diverse originalissime, quasi visionarie. Il visitatore esigenze». domiciliare è stato riproposto nel 2009 a Bernezzo ed è stato salutato come una grande novità. E invece in Val Pellice era già Un opuscolo dedicato al Foyer di Angrogna, attivo tre decenni prima. «La prima visitatri- una delle idee che fecero la storia del servizio ce famigliare fu Emma Charbonnier, poi, per socio-assistenziale in Val Pellice. La signora della domiciliarità 113

molti anni, l’incarico fu ricoperto da Miranda Serre di Angrogna Canale» ricorda Mariena Galetti. La grande Sorge non lontano dal Museo intuizione fu quella di assegnare a questa «Il visitatore delle donne valdesi, all’imboc- figura un ruolo di prevenzione: «Girava di domiciliare girava co dell’itinerario che porta al borgata in borgata per parlare con gli monumento di Chanforan e al- abitanti e scoprire i bisogni nascosti». di borgata in borgata la Gueiza ‘d la Tana. Anche quella del Foyer, realizzato dal per parlare con è possibile febbraio 1980 in una casa del Serre di È il concetto alla base della Angrogna concessa in affitto dalla Chiesa gli abitanti e scoprire domiciliarità e della missione valdese, è una storia bellissima: «I primi i bisogni nascosti» de La Bottega del Possibile. cinque anziani che vi trascorsero l’inverno erano stati compagni di scuola e stavano benissimo assieme. Alcuni di loro, dalla appoggiato alla bici per non cadere. Discu- finestra, potevano guardare la loro abitazione. temmo molto su cosa fare, su come aiutarlo. Ernesto, ad esempio, andava a tirare l’acqua a Provammo a proporgli il Foyer. Beh, si è casa sua, perché secondo lui era più buona». trovato benissimo ed è diventato una sorta di Gli ospiti del Foyer, che con la bella stagione “portiere”. Si è messo a disposizione per tornavano a casa propria, non perdevano la accogliere gli ospiti, per aiutare gli anziani loro indipendenza: «Miranda Canale passava più in difficoltà, per preparare la colazione e di tanto in tanto per vedere se ci fosse per impagliare le sedie, un mestiere che bisogno di qualcosa. Per la notte e per ogni pochi sanno fare ancora». urgenza gli ospiti avevano il numero di Sandrino, un agricoltore che viveva di fronte AMAREZZE E SODDISFAZIONI al Foyer». I concetti di casa e di vicinato, tanto Non sono mancati i contrasti, i momenti cari alla signora Galetti. difficili, le amarezze: «Ho dovuto superare il «E poi c’è il caso di Giorgio, figlio naturale disfattismo di certe persone e di certi modelli di una ragazza che, per punizione, era stata culturali che vedevano nel ricovero delle Sotto, un prezioso biglietto mandata in Francia a fare la domestica. persone in difficoltà l’unica soluzione, di ringraziamento Aveva problemi col bere, stava sempre mentre invece è possibile, se aiutati da parte degli ospiti del Foyer di Angrogna. 114 Storia

Leggendo vecchi articoli e documenti.

Franca Coïsson Ha guidato l’amministrazio- ne angrognina dal 1975 al 1995. È stata anche consigliera pro- vinciale e candidata al Parla- mento.

Fondazione Zancan Istituita nel 1964 a Padova come centro di studio, ricerca e formazione nel settore dei ser- vizi sociali e sanitari.

Giovanni Nervo Nato nel Lodigiano nel 1918 da una famiglia di profughi di guerra provenienti dal Vicenti- adeguatamente, continuare a vivere a casa esperienze, per portare la sua testimonianza. no, fu ordinato sacerdote a Pa- propria. Inoltre ho dovuto lottare con forme «Ho frequentato molto la Fondazione dova nel 1941. Attivo nella Re- di vera ignoranza. Un giorno sentii un Zancan di Padova, presieduta da monsignor sistenza, è stato responsabile sacerdote sostenere che la povera T., che Giovanni Nervo, magnifico formatore di nazionale del Servizio sociale aveva alcuni figli ammalati, era stata punita moltissimi operatori sociali. Gli ho voluto dell’Onarmo e soprattutto è per aver sposato un valdese. In epoca più molto bene, porto ancora la sua foto nel stato il fondatore, nel 1971, su recente un sindaco ha ipotizzato che la portafogli. Poi sono stata a Faenza, in incarico di Paolo VI, della Cari- disabilità potesse essere contagiosa. Ho una provincia di Ravenna, dove si sperimentava tas Italiana. È morto a 94 anni, busta piena di queste frasi. Sopra ho scritto: una nuova organizzazione socio-assistenzia- nel 2013. “Stupidario”». le su iniziativa di Fosco Foglietta. A Fosco Foglietta Parallelamente, le soddisfazioni sono state Grenoble, in Francia, ho appreso e mutuato i Già direttore del Centro ita- enormi: «Quanto avevamo inventato ad criteri dell’assistenza domiciliare, sperimen- liano per la ricerca sanitaria e Angrogna – con il sostegno di Bert, Borgarel- tati in Italia a , vicino a , da sociale (Cirss). lo e del sindaco Franca Coïsson – fu Renzo Giglio Ubertino. All’inizio, a occuparci gradualmente esteso a quasi tutti i Comuni di queste cose, eravamo pochi e soli… Poco Ciss di Pinerolo della valle. Si mossero diverse testate per volta, però, abbiamo costruito una rete». Consorzio intercomunale per nazionali, per dei reportage sul nostro servizio Un patrimonio di contatti e conoscenze che i servizi socio assistenziali, co- sociale territoriale, e fui invitata per un’inter- non poteva andare perduto. stituito a Pinerolo nel 1996. I primi Comuni a convenzionarsi vista alla Radio Vaticana». «Così, quando sono andata in pensione, ho furono , , Bu- A partire dagli anni ‘70, Mariena Galetti ha fondato, insieme a un gruppo di amici, La riasco, Campiglione Fenile, Ca- cominciato a girare l’Italia per confrontare le Bottega del Possibile, per sviluppare, diffondere e vour, , , sperimentare la cultura della domiciliarità». , , Macel- Negli ultimi vent’anni Mariena Galetti ha lo, Osasco, Pinerolo, Piscina, «Togliere i servizi assistito, con grande sofferenza, al progressi- , , San Pietro vo smantellamento dei servizi che un tempo Val Lemina, San Secondo di Pi- per far quadrare i conti erano stati un fiore all’occhiello della valle. nerolo, , Vigone, Vil- «Il “regalo” per il mio pensionamento è stata lafranca Piemonte, Virle Pie- impedisce monte. Nel 1999 è giunta la soppressione dei visitatori domiciliari. Un l’adesione di e, nel la prevenzione delitto». Il mondo è cambiato. La Comunità 2015, quella di Angrogna, Bi- dei bisogni, che è montana non esiste più e si è chiusa l’espe- biana, , Luserna rienza dei servizi socio-assistenziali di valle. San Giovanni, Lusernetta, Rorà, il vero risparmio» Dal 2015 i Comuni della Val Pellice delegano Torre Pellice e . la funzione al Ciss di Pinerolo, che deve La signora della domiciliarità 115

fare i conti con un territorio molto esteso, della domiciliarità ha avuto dei problemi di comunità amichevole con bisogni diversi e con risorse che – negli salute, ma – dopo un ricovero ospedaliero – è con la demenza anni – sono andate diminuendo drastica- voluta tornare a casa, nel suo ambiente. «A Iniziativa promossa, in parti- mente. volte sono un po’ giù di corda. Penso alla colare, dalla Diaconia valdese «Sarebbe importante riproporre, attualiz- domiciliarità futura, quando una persona (Coordinamento Opere valli) e dal Rifugio Re Carlo Alberto di zandole, le esperienze di un tempo. Com- non c’è più. Quel quadro, ad esempio: dove Luserna San Giovanni. prendo i problemi di carattere economico. andrà a finire? In che casa? Per fortuna mio Ma togliere i servizi per far quadrare i conti figlio mi ha detto che gli piace. Spero che le Livia Turco nell’immediato impedisce la prevenzione mie cose, i miei galletti, possano finire a chi Cuneese, clas- dei bisogni, che rappresenta il vero rispar- sappia apprezzarli». se 1955, è stata mio». Una preoccupazione comprensibile e ministro della Per fortuna, grazie a quella cultura che commovente, che dice molto di questa Solidarietà so- Mariena Galetti ha contribuito a diffondere, persona forte, che Livia Turco ha sempre ciale tra il 1996 e sono nate nuove iniziative che dimostrano definito «una roccia», conferendole nel 2000 il 2001, nei Go- verni Prodi, D’A- una sensibilità particolare. Ad esempio, la Val il premio Donna della solidarietà. lema e Amato; dal 2006 al 2008 Pellice è diventata una comunità amiche- La sua creatura, l’associazione La Bottega del è stata ministro della Salute vole con la demenza: molti enti, negozi, Possibile, continua la sua attività di promozio- con il secondo Governo Prodi. esercizi pubblici, chiese, associazioni e ne sociale e culturale. Organizza corsi di La foto è della Camera dei De- semplici cittadini «hanno appreso come formazione e seminari. È presieduta da putati (CC BY 3.0). valorizzare le persone con demenza, dando Salvatore Rao ed ha, ormai, una dimensione loro fiducia e facendole sentire parte della co- nazionale. munità». Il seme è finito lontano, ma sarebbe «A Mariena, una roccia!» davvero un peccato che non continuasse a Una dedica affettuosa LA DOMICILIARITÀ DEL DOPO germogliare anche qui, nella valle che un da parte di Livia Turco, L’incontro con Mariena Scassellati Sforzo- tempo è stata un esempio da imitare per all’epoca ministro lini Galetti si avvia a conclusione. La signora l’Italia intera. della Solidarietà sociale.