CITTÁ DI DOCUMENTO PROGRAMMATICO PER LA RIGENERAZIONE URBANA – D.P.R.U. GRUMO APPULA L.R. n. 21 del 29 luglio 2008

CCIITTTTÁÁ DDII GGRRUUMMOO AAPPPPUULLAA

DD..PP..RR..UU.. DDOOCCUUMMEENNTTOO PPRROOGGRRAAMMMMAATTIICCOO PPEERR LLAA RRIIGGEENNEERRAAZZIIOONNEE UURRBBAANNAA –– Art. 3 – comma 1 - L.R. n. 21 del 29 luglio 2008

DDOOCCUUMMEENNTTOO PPRROOGGRRAAMMMMAATTIICCOO

Redatto dal Settore Tecnico Comunale dott. ing. Carlo Colasuonno Elaborazione: LUGLIO 2017

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INDICE

1. PREMESSA 1.1. Coerenza del Documento con la Programmazione Regionale 1.2. Attuazione della Programmazione Regionale 1.3. Il Documento Programmatico per la Rigenerazione Territoriale e la coerenza con la Pianificazione Strategica

2. ANALISI DEL CONTESTO GENERALE SOCIO-TERRITORIALE 2.1. La popolazione 2.2. L’ambiente 2.2.1. Energia 2.2.2. Acqua e assetto idrogeologico 2.2.3. Rifiuti 2.3. Accessibilità, mobilità e trasporti 2.3.1. Accessibilità 2.3.2. Mobilità 2.3.3. Infrastrutture di trasporto 2.4. Territorio e paesaggio 2.4.1. Inquadramento territoriale, il paesaggio e il sistema di tutele 2.4.2. Città e architettura 2.4.3. Le espansioni recenti e le periferie 2.4.4. Strumenti di pianificazione e programmazione urbanistica e territoriale 2.5. Economia 2.5.1. Analisi del sistema economico locale 2.5.2. Forza lavoro e occupazione 2.5.3. Aree destinate ad attività produttive 2.5.4. Specializzazioni produttive 2.5.5. Economia turistica 2.6 Welfare 2.6.1. Programmazione sociale 2.6.2. Caratteristiche della popolazione e composizione sociale

3. AMBITI DA ASSOGGETTARE A PROGRAMMA INTEGRATO DI RIGENERAZIONE 3.1. Metodologia di individuazione degli Ambiti 3.2. Perimetrazione degli Ambiti 3.3. Documentazione fotografica descrittiva degli Ambiti

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4. COERENZA STRATEGICA 4.1. Idea-guida della rigenerazione 4.2. Coerenza del documento con la visione del piano strategico 4.2.1. Gli obiettivi generali

5. INIZIATIVE PER ASSICURARE LA PARTECIPAZIONE 5.1. Il processo di partecipazione 5.1.1. Manifesti e pubblicazioni 5.1.2. Comunicati stampa e articoli informativi 5.1.3. Riunioni e forum 5.1.4. Realizzazione di un opuscolo

6. GLI INTERVENTI MATERIALI ED IMMATERIALI PREVISTI 7. ALLEGATO Indirizzi di individuazione di contesti urbani

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1. PREMESSA

Il presente documento e i suoi allegati costituiscono parte integrante del Documento Programmatico di Rigenerazione Urbana del Comune di GRUMO APPULA.

1.1. Coerenza del Documento con la Programmazione Regionale

Le città occupano un posto centrale nell’Agenda Europea di sviluppo sostenibile e coesione sociale. Questa priorità strategica territoriale, sostenuta dal Parlamento Europeo, dal Comitato delle Regioni e dalla Commissione Europea, che incrocia molti degli ambiti di intervento di Europa 2020 - dall’inclusione sociale alla crescita sostenibile - ha trovato una traduzione operativa nei Regolamenti per le politiche di coesione 2014-2020.

Il contesto normativo di riferimento per lo “sviluppo urbano sostenibile" nella programmazione 2014 – 2020 è in particolare rappresentato dai Regolamenti UE 1301/2013 e 1303/2013.

In particolare, l'art. 7 del Reg. UE 1301/2013 stabilisce che «il FESR sostiene, nell'ambito dei PO, lo sviluppo urbano sostenibile per mezzo di strategie che prevedono azioni integrate per far fronte sinergicamente alle sfide economiche, ambientali, climatiche, demografiche e sociali che si pongono nelle aree urbane», prevedendo la possibilità che lo Sviluppo Urbano può essere intrapreso, tra l'altro, per mezzo di un Asse prioritario specifico.

Lo stesso art. 7 definisce le Autorità Urbane come le città e gli organismi sub-regionali o locali responsabili dell'attuazione delle strategie di sviluppo urbano sostenibile e dei compiti relativi almeno alla selezione delle operazioni.

Con nota EGESIF 15-0010-01 del 18/05/2015 la Commissione Europea ha adottato il Documento delle “Linee Guida per gli Stati Membri sullo sviluppo urbano sostenibile integrato (articolo 7 del Regolamento FESR)”, che “riguarda le problematiche delle Autorità nazionali, regionali e locali riguardanti l’attuazione dello sviluppo urbano sostenibile integrato di cui all’articolo 7 del regolamento FESR. Richiama gli elementi fondamentali da definire nei programmi e fornisce risposte alle questioni relative all’attuazione connessa alla delega alle autorità urbane, progettando strategie integrate e monitorando e valutando i progressi.”

Sul piano più generale, a supporto delle politiche per lo sviluppo urbano sostenibile, “le strategie integrate urbane devono essere composte da azioni interconnesse volte a determinare un miglioramento duraturo nelle condizioni ambientali, climatiche, sociali e demografiche di un’area urbana”, intendendo per interconnessione l’esigenza di

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sviluppare “le azioni nel contesto di una più ampia strategia integrata con il chiaro scopo di creare una risposta coerente e integrata ai problemi dell'area urbana interessata”.

L'art. 8 del Reg. UE 1303/2013 specifica, d’altro canto, che le azioni proposte devono essere innovative e devono comprendere studi e progetti pilota diretti ad identificare o sperimentare nuove soluzioni che affrontino questioni che sono relative allo sviluppo urbano sostenibile e che abbiano rilevanza a livello di Unione.

Dal versante del quadro programmatorio, si fa riferimento al Documento “Europa 2020” e all’Accordo di Partenariato approvati entrambi dalla Commissione Europea rispettivamente il 3 marzo 2010 ed il 29 ottobre 2014.

L’Accordo di Partenariato ha individuato una serie di drivers tematici di sviluppo, che tengono conto delle sfide economiche, ambientali, climatiche, demografiche e sociali alle quali le azioni per lo sviluppo urbano sostenibile intendono far fronte e che consistono in alcuni ambiti di intervento prioritari, fra loro in parte integrabili, nonché rilevanti anche per le funzioni assicurate dalle città al territorio più vasto che gravita su di esse. In coerenza con il quadro normativo e programmatorio di riferimento appena esposto, il POR FESR-FSE 2014-2020, che è stato approvato con Decisione di esecuzione della Commissione Europea C(2015) del 13/07/2015, intende perseguire lo sviluppo urbano sostenibile attraverso un asse prioritario specifico integrato, combinando priorità di investimento complementari declinate con riferimento a diversi obiettivi tematici. il POR FESR-FSE Puglia 2014 - 2020 stabilisce le strategie, le priorità e gli obiettivi specifici da perseguire in merito allo Sviluppo urbano della Regione in coerenza con le indicazioni dell'Agenda urbana europea, dei Regolamenti dei Fondi Strutturali e di investimento europei nonché dell'Accordo di Partenariato nazionale. Le strategie, le priorità d'investimento e gli obiettivi specifici sono delineati e perseguiti nel POR attraverso l'Asse XII "Sviluppo Urbano Sostenibile - SUS".

Tra le strategie delineate nell’ambito del POR FESR-FSE 2014-2020 è attribuito un ruolo rilevante all’Asse XII “Sviluppo urbano sostenibile” (SUS), che, attraverso l’Azione 12.1 "Rigenerazione urbana sostenibile" prevede interventi per migliorare le condizioni di abitabilità, comfort e qualità della vita delle città con particolare riguardo alle aree periferiche e ai quartieri di edilizia residenziale pubblica.

Infatti, la necessità di affrontare la sfida dello “sviluppo urbano e sostenibile” attraverso interventi che perseguano in maniera sinergica più obiettivi specifici, così come

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individuati negli strumenti di programmazione comunitaria, ha portato alla definizione di un asse prioritario a ciò dedicato, in coerenza con i regolamenti UE sulla gestione dei fondi strutturali e in particolare con il Reg. (UE) 1301/2013 (art. 7. co.2), che riconosce la peculiarità degli aspetti squisitamente territoriali (ad integrazione dell’approccio settoriale) prevedendo l’adozione di strategie basate su azioni integrate che siano in grado di rafforzarsi vicendevolmente. I problemi di vivibilità dell’ambiente urbano, connessi alla cattiva qualità dell’edilizia esistente – con particolare riferimento alla messa in sicurezza e efficientamento energetico del patrimonio edilizio (ricordando che nelle zone a rischio sismico in Puglia risiedono 2 milioni di persone, mentre altri convivono con il rischio idrogeologico alla presenza di suoli e immobili abbandonati) - alla congestione del traffico, all’inquinamento atmosferico, alla impermeabilizzazione dei suoli, alla mancanza di infrastrutture e servizi per i residenti e per i fruitori delle città, sono particolarmente complessi e interrelati. Per questa ragione è necessario un approccio integrato in coerenza con le questioni attinenti alla gestione urbana e, più precisamente, in coerenza con la visione condivisa (sharedvision) e con il principio del “diritto alla città” della nuova Agenda Urbana. Da ciò la scelta di individuare azioni riconducibili ad altri assi del Programma Operativo Regionale Puglia FESR-FSE 2014-2020 incentrate soprattutto sugli obiettivi di inclusione sociale e di rigenerazione ecologica degli insediamenti, (Asse 9 e Asse 4), nonché di aumento della resilienza dei territori urbani più esposti a rischio idrogeologico e di erosione costiera, mediante interventi di riqualificazione che utilizzino, ove possibile, le infrastrutture verdi, permettendo di ottenere molteplici benefici sia in termini ecologici, economici e sociali e migliorando così la qualità della vita dei cittadini negli ambiti territoriali interessati. L’approccio del bando è quindi multi-settoriale.

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La Giunta Regionale della Puglia con deliberazione n. 650 del 4 maggio 2017, pubblicata sul BURP n. 59 del 23 maggio 2017 ha approvato il Bando Pubblico per la selezione delle Aree urbane e per l’individuazione delle Autorità Urbane, al fine di avviare, attraverso la definizione di una governance multilivello, il processo di programmazione degli interventi a valere sulle risorse del PO FESR PUGLIA 2014-2020 – Asse XII Sviluppo Urbano Sostenibile (SUS) perseguendo il miglioramento della vivibilità e della sostenibilità in aree urbane, ponendo particolare attenzione alle zone più degradate e alle fasce di popolazione più disagiate e marginali sotto il profilo socio- economico attraverso soluzioni sostenibili, inclusive, intelligenti. Le predette finalità sono perseguite attraverso una serie di azioni integrate nell’ambito dei diversi Obiettivi

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Tematici coinvolti, che devono essere realizzate all’interno di un contesto urbano e territoriale omogeneo che presenta caratteristiche e fabbisogni di intervento comuni, con il fine di migliorarne la vivibilità e la qualità urbana.

Gli obiettivi tematici individuati per il perseguimento del fine di cui sopra sono i seguenti previsti nell'Accordo di Paternariato (AdP) e coerenti con l'art. 9 "Obiettivi Tematici" del Reg. (UE) 1303/2013:

OT4: energia sostenibile e qualità della vita; OT5: adattamento al cambiamento climatico, prevenzione e gestione dei rischi; OT6: tutela dell'ambiente e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali; OT9: inclusione sociale e lotta alla povertà.

Per rispondere a questi fabbisogni, l'Asse XII del POR FSE-FESR 2014-2020 identifica delle azioni integrate nelle seguenti priorità di investimento (PI):

PI 4c) sostenere l'efficienza energetica, la gestione intelligente dell'energia e l'uso dell'energia rinnovabile, PI 4e) promuovere strategie di bassa emissione di carbonio per tutti i tipi di territorio, PI 5b) promuovere investimenti destinati a far fronte a rischi specifici, garantendo la resilienza alle catastrofi e sviluppando sistemi di gestione delle catastrofi, PI 6b) investire nel settore delle risorse idriche, PI 6c) conservare, proteggere, promuovere e sviluppare il patrimonio naturale e culturale, PI 9b) fornire sostegno alla rigenerazione fisica, economica e sociale delle comunità sfavorite nelle zone urbane e rurali;

E’ richiesto alle Aree Urbane candidate, di elaborare delle strategie integrate di sviluppo urbano sostenibile (SISUS) che, attingendo a diverse priorità di investimento e a diversi obiettivi tematici, diano soluzioni ai problemi urbani presenti in aree caratterizzate da marginalità sociale ed economica, degrado fisico ed ambientale, inefficiente uso delle risorse e dell’energia. Tali strategie devono essere finalizzate a realizzare prototipi di interventi a contenuto innovativo rispetto alle prassi correnti e capaci di orientare il sistema istituzionale e socio-economico a un uso più frequente di alcuni strumenti ordinari delle politiche pubbliche regionali in tema di rigenerazione urbana e di sostenibilità ambientale quali le leggi regionali n. 21/2008 “Norme per la rigenerazione urbana” e n. 13/2008 “Norme per l’abitare sostenibile”.

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La rigenerazione di tali aree mirerà ad elevare gli standard di qualità dell’abitare (anche architettonica), a ridurne il disagio abitativo, a riqualificarli ecologicamente riducendo il consumo delle risorse e contribuendo alla chiusura dei cicli naturali. Tali obiettivi verranno raggiunti tramite azioni quali l’efficientamento energetico degli edifici pubblici, il potenziamento del patrimonio residenziale pubblico, la permeabilizzazione e il rinverdimento delle superfici artificiali, il miglioramento del microclima urbano, la realizzazione di infrastrutture verdi, lo sviluppo della mobilità ciclabile e pedonale, l’incremento della accessibilità ed eliminazione delle barriere architettoniche, il riuso di vecchi immobili pubblici per finalità di inclusione sociale e di lotta alla povertà.

1.2. Attuazione della Programmazione Regionale

La Regione Puglia, promulgando la legge n. 21 “Norme per la Rigenerazione Urbana” del 29 luglio 2008, ha promosso come affermato all’art. 1 “la rigenerazione di parti di città e sistemi urbani in coerenza con le strategie comunali e intercomunali finalizzate al miglioramento delle condizioni urbanistiche, abitative, socio-economiche, ambientali e culturali degli insediamenti umani e mediante strumenti di intervento elaborati con il coinvolgimento degli abitanti e di soggetti pubblici e privati interessati”.

I contesti urbani periferici e marginali interessati da carenza di attrezzature e servizi, degrado degli edifici e degli spazi aperti e processi di esclusione sociale, i contesti urbani storici interessati da degrado del patrimonio edilizio e degli spazi pubblici e da disagio sociale, i contesti urbani storici interessati da processi di sostituzione sociale e fenomeni di terziarizzazione e le aree dismesse, parzialmente utilizzate e degradate costituiscono i principali ambiti di intervento.

I Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana rappresentano gli strumenti di intervento che, come esplicitato all’art. 2 della legge stessa, sono “volti a promuovere la riqualificazione di parti significative di città e sistemi urbani mediante interventi organici di interesse pubblico”. Essi devono fondarsi “su un’idea-guida di rigenerazione legata ai caratteri ambientali e storico-culturali dell’ambito territoriale interessato, alla sua identità e ai bisogni e alle istanze degli abitanti” e comportano “un insieme coordinato di interventi in grado di affrontare in modo integrato problemi di degrado fisico e disagio socio-economico”.

Secondo la stessa L.R. 21/2008 tra le azioni che possono essere incluse nei programmi di rigenerazione territoriale vi sono:

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 la riqualificazione dell’ambiente costruito, attraverso il risanamento del patrimonio edilizio e degli spazi pubblici, garantendo la tutela, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio storico-culturale, paesaggistico, ambientale;  la riorganizzazione dell’assetto urbanistico attraverso il recupero o la realizzazione di urbanizzazioni, spazi verdi e servizi e la previsione delle relative modalità di gestione;  il contrasto dell'esclusione sociale degli abitanti attraverso la previsione di una molteplicità di funzioni e tipi di utenti e interventi materiali e immateriali nel campo abitativo, socio-sanitario, dell’educazione, della formazione, del lavoro e dello sviluppo;  il risanamento dell’ambiente urbano mediante la previsione di infrastrutture ecologiche quali reti verdi e blu finalizzate all’incremento della biodiversità nell’ambiente urbano, sentieri didattici e museali, percorsi per la mobilità ciclabile e aree pedonali, spazi aperti a elevato grado di permeabilità, l’uso di fonti energetiche rinnovabili e l’adozione di criteri di sostenibilità ambientale e risparmio energetico nella realizzazione delle opere edilizie.

Tali Programmi sono predisposti dai Comuni o proposti ai Comuni stessi da altri soggetti sia pubblici che privati, assumendo gli effetti di strumenti urbanistici esecutivi. Essi non possono comportare variante agli strumenti urbanistici comunali per trasformare in aree edificabili, aree a destinazione agricola, fatta eccezione per quelle contigue necessarie alla realizzazione di verde e servizi pubblici nella misura massima del 5% della superficie complessiva dell’area di intervento.

La rigenerazione è dunque intesa come intervento integrato, che coinvolge non solo gli aspetti fisici interessati dalle operazioni di riqualificazione, ma anche quelli sociali ed economici del degrado urbano. I Comuni definiscono gli ambiti territoriali che rendono necessari interventi di rigenerazione territoriale, predisponendo un Documento Programmatico per la Rigenerazione Territoriale, da approvarsi con apposito atto deliberativo del consiglio di Piano ed applicando le procedure previste dai commi 1, 2 e 3 dell’art. 11 della L.R. n.20/2001.

1.3. Il Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana e la coerenza con la Pianificazione Strategica

Il documento, basandosi sull’analisi della situazione urbanistica, edilizia, abitativa e socioeconomica del territorio del Comune di Grumo Appula, nonché del degrado fisico, abitativo e socio-economico, individua parti significative del territorio comunale e definisce:

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 gli obiettivi di riqualificazione urbana, inclusione sociale e sostenibilità ambientale;  gli ambiti da sottoporre a Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana;

 le azioni principali da includere nei Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana coerenti con la strategia integrata di sviluppo urbano sostenibile dell’Area Urbana costituente il contesto urbano e territoriale omogeneo che presenta caratteristiche e fabbisogni di intervento comuni, con il fine di migliorarne la vivibilità e la qualità urbana.

Il documento costituisce inoltre la base di consultazione con la popolazione, tenendo conto anche delle proposte di intervento avanzate da altri soggetti pubblici e privati, come auspicato nell’art. 3 della L.R. n. 21 del 29.07.2008, e di tutte le strutture intermedie della società civile. La partecipazione pubblica, infatti, è assicurata delle singole Amministrazioni Comunali sotto forma di forum e anche di osservazioni formali al documento programmatico, pubblicato a norma di legge.

Il possesso di un Documento Programmatico è stato assunto quale requisito fondamentale per l’accesso ai finanziamenti già introdotto dalla Deliberazione di Giunta Regionale n. 1333/2010 e confermato dalla successiva Deliberazione di Giunta Regionale n. 743/2011, nonché in ultimo dalla Deliberazione di Giunta Regionale n. 650 del 4 maggio 2017.

La programmazione degli interventi nell’ottica della Rigenerazione diviene infatti strumento operativo per definire gli ambiti unitari ed omogenei su cui concentrare le attività integrate proprie degli strumenti di urbanistica attuativa quali sono in definitiva i Programmi Integrati di Rigenerazione.

Per tali motivi il documento programmatico ha rappresentato l’avvio della Programmazione Integrata, proponendo alle amministrazioni comunali la base per la definizione delle singole attività programmatorie di Rigenerazione Urbana, coadiuvando gli interventi già previsti dalla Pianificazione Strategica con azioni che emergono dalla specifica partecipazione pubblico-privata della cittadinanza attiva di ciascun Comune, nello spirito di concertazione indicato dalla citata Legge Regionale 21/2008.

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2. ANALISI DEL CONTESTO SOCIO-TERRITORIALE

2.1. LA POPOLAZIONE

Il Comune di Grumo Appula si estende su una superficie territoriale di 80,6 Kmq, a sud- ovest del capoluogo pugliese da cui dista 20 km, confina con i comuni di , Sannicandro di , , ed . Il Comune di Grumo Appula è uno dei comuni meno popolosi dell’area metropolitana di Bari (rappresenta circa l’1 % di tutta la popolazione dell’Area Metropolitana) e si caratterizza per una densità abitativa - pari a 160 ab/kmq - inferiore alla media provinciale e regionale.

Dai dati emerge che il comune di Grumo Appula, dal 2001 (12.444 ab.) al 2016 (12.812 ab.), ha registrato un esiguo incremento di popolazione residente (+1,03%).

La tabella in basso riporta il dettaglio della variazione della popolazione residente al 31 dicembre di ogni anno. Vengono riportate ulteriori due righe con i dati rilevati il giorno dell'ultimo censimento della popolazione e quelli registrati in anagrafe il giorno precedente.

Anno Data rilevamento Popolazione Variazione Variazione Numero Media residente assoluta percentuale Famiglie componenti per famiglia

2001 31 dicembre 12.444 - - - -

2002 31 dicembre 12.556 +112 +0,90% - -

2003 31 dicembre 12.613 +57 +0,45% 4.394 2,87

2004 31 dicembre 12.696 +83 +0,66% 4.451 2,85

2005 31 dicembre 12.797 +101 +0,80% 4.542 2,82

2006 31 dicembre 12.898 +101 +0,79% 4.613 2,80

2007 31 dicembre 12.996 +98 +0,76% 4.654 2,79

2008 31 dicembre 13.046 +50 +0,38% 4.706 2,77

2009 31 dicembre 13.095 +49 +0,38% 4.744 2,76

2010 31 dicembre 13.145 +50 +0,38% 4.758 2,76

2011 8 ottobre 13.120 -25 -0,19% 4.792 2,74 (¹)

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2011 9 ottobre 12.940 -180 -1,37% - - (²)

2011 31 dicembre 12.952 -193 -1,47% 4.795 2,70 (³)

2012 31 dicembre 12.899 -53 -0,41% 4.822 2,67

2013 31 dicembre 13.021 +122 +0,95% 4.807 2,71

2014 31 dicembre 13.016 -5 -0,04% 4.822 2,69

2015 31 dicembre 12.961 -55 -0,42% 4.801 2,69

2016 31 dicembre 12.812 -149 -1,15% 4.782 2,67 (¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011. (²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011. (³) la variazione assoluta e percentuale si riferiscono al confronto con i dati del 31 dicembre 2010.

La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2016. Vengono riportate anche le righe con i dati ISTAT rilevati in anagrafe prima e dopo l'ultimo censimento della popolazione.

Anno Iscritti Cancellati Saldo Saldo 1 gen-31 Migratori Migratori dic DA DA per PER PER per o con o totale altri ester altri altri ester altri l'estero comuni o motivi comuni o motivi (*) (*)

2002 291 10 2 205 8 3 +2 +87

2003 245 18 0 192 17 29 +1 +25

2004 242 13 1 194 7 1 +6 +54

2005 288 14 0 208 7 0 +7 +87

2006 279 20 0 207 1 0 +19 +91

2007 268 13 0 186 2 3 +11 +90

2008 240 18 0 218 1 1 +17 +38

2009 216 9 2 195 5 0 +4 +27

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2010 259 35 3 257 3 7 +32 +30

2011 (¹) 140 13 0 189 5 1 +8 -42

2011 (²) 52 1 0 43 0 5 +1 +5

2011 (³) 192 14 0 232 5 6 +9 -37

2012 245 26 10 307 3 1 +23 -30

2013 227 24 135 257 10 3 +14 +116

2014 201 40 53 279 12 24 +28 -21

2015 190 59 5 273 21 1 +38 -41

2016 170 29 25 254 30 82 -1 -142 (*) sono le iscrizioni/cancellazioni in Anagrafe dovute a rettifiche amministrative. (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre). È la somma delle due righe precedenti.

La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2016. Vengono riportate anche le righe con i dati ISTAT rilevati in anagrafe prima e dopo l'ultimo censimento della popolazione.

Anno Bilancio demografico Nascite Decessi Saldo Naturale

2002 1 gennaio-31 dicembre 132 107 +25

2003 1 gennaio-31 dicembre 130 98 +32

2004 1 gennaio-31 dicembre 137 108 +29

2005 1 gennaio-31 dicembre 122 108 +14

2006 1 gennaio-31 dicembre 121 111 +10

2007 1 gennaio-31 dicembre 124 116 +8

2008 1 gennaio-31 dicembre 124 112 +12

2009 1 gennaio-31 dicembre 126 104 +22

2010 1 gennaio-31 dicembre 138 118 +20

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2011 (¹) 1 gennaio-8 ottobre 102 85 +17

2011 (²) 9 ottobre-31 dicembre 33 26 +7

2011 (³) 1 gennaio-31 dicembre 135 111 +24

2012 1 gennaio-31 dicembre 107 130 -23

2013 1 gennaio-31 dicembre 103 97 +6

2014 1 gennaio-31 dicembre 124 108 +16

2015 1 gennaio-31 dicembre 113 127 -14

2016 1 gennaio-31 dicembre 92 99 -7 (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre). È la somma delle due righe precedenti.

Il fenomeno della presenza straniera è ancora marginale: Grumo Appula raccoglie al 2016 la presenza di 225 stranieri di cui 135 uomini, con un’incidenza territoriale sulla popolazione residente pari all’1,76% e vi è una leggera prevalenza degli uomini rispetto alle donne nella distribuzione dei sessi.

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2.2. AMBIENTE

2.2.1. Energia

Il distributore di energia elettrica è Enel Distribuzione S.p.A. I consumi di energia elettrica sono per lo più concentrati nel settore domestico.

Fig. 3. Grumo Appula: Consumi annuali di energia elettrica e distribuzione per settori (elab. dati IPRES 2007).

Non sono presenti rilevanti impianti per la produzione di energia elettrica.

Il distributore di gas naturale è Italgas S.p.A.

2.2.2. Acqua e assetto idrogeologico

Il territorio di Grumo Appula, risulta compreso tra i 173 e i 478 metri sul livello del mare. Il territorio è interessato da notevoli fenomeni di carsismo, con numerose gravi.

Visto il notevole dislivello orografico e il posizionamento dell’abitato lungo alcune linee di compluvio del bacino della lama Lamasinata che interferiscono con la strada Grumo-Toritto, nonché con il rilevato ferroviario sul confine orientale dell’abitato, nel suo territorio urbano sono state evidenziate alcune zone a rischio alluvionale, inserita nel P.A.I. Sono tuttavia state eseguite o sono in corso opere di mitigazione del rischio idraulico.

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2.2.3. Rifiuti Raccolta differenziata Dati Rifiuti Solidi Urbani per singolo Comune

Comune GRUMO APPULA (BA)

ARO di appartenenza ARO Bari 4

Periodo 2016

Mese Indifferenziata Differenziata Tot RSU Rif. Produzione Kg Kg kg Diff. Procapite

kg. kg. kg. % kg. al Mese

Gennaio 139.630,00 218.960,00 358.590,00 61,06 28,24

Febbraio 113.140,00 226.232,00 339.372,00 66,66 26,73

Marzo 122.320,00 235.215,00 357.535,00 65,79 28,16

Aprile 164.640,00 207.700,00 372.340,00 55,78 29,33

Maggio 126.470,00 214.910,00 341.380,00 62,95 26,89

Giugno 180.100,00 220.465,00 400.565,00 55,04 31,55

Luglio 115.900,00 230.740,00 346.640,00 66,56 27,30

Agosto 124.110,00 225.800,00 349.910,00 64,53 27,56

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Settembre 125.540,00 216.280,00 341.820,00 63,27 26,92

Ottobre 118.520,00 206.370,00 324.890,00 63,52 25,59

Novembre 110.600,00 190.390,00 300.990,00 63,25 23,71

Dicembre 97.540,00 208.220,00 305.760,00 68,10 24,08

TOTALE 1.538.510,00 2.601.282,00 4.139.792,00 62,84 27,17

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2.3. ACCESSIBILITA’, MOBILITA’ E TRASPORTI

2.3.1. Accessibilità Il casello autostradale più vicino a Grumo Appula è Bari Nord, che dista 14 km e 16 minuti dalla città; per imboccare l’autostrada in direzione sud, conviene entrare dal casello di Bari Sud, a 15 km e 17 minuti. In città c’è una stazione delle Ferrovie dello Stato. L’itinerario più rapido per raggiungere il porto di Bari è lungo 23 km e richiede 30 minuti; quello per l’aeroporto Karol Wojtyla è lungo 19 km, percorribili in 22 minuti.

Il Comune appartiene al Sistema Locale del Lavoro di Bari, il cui indice di accessibilità ISFORT è 61,16 su 100.

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2.3.2. Mobilità Popolazione che si sposta Parco veicolare giornalmente

Censimento della popolazione 2001, ACI 2005 ISTAT 2005

Il sistema su ferro che connette la città al capoluogo usa la stazione delle Ferrovie Appulo Lucane: la durata media del viaggio è di circa 30 minuti. Il sistema su ferro che connette la città al capoluogo conta anche sulla stazione delle Ferrovie dello Stato: la durata media del viaggio è di 25 minuti.

I collegamenti su gomma per Bari si avvalgono delle Ferrovie Appulo Lucane: la durata media del viaggio è di circa 45 minuti.

Grumo Appula non ha trasporto pubblico urbano.

Manca il Piano Generale del Traffico Urbano.

2.3.3. Infrastrutture di trasporto Il territorio comunale è attraversato dalla strada statale S.S. 96, e dalle strade provinciali S.P. 97, S.P. 31, S.P. 71, S.P. 1, S.P. 17, S.P. 44.

Il Comune è attraversato dai binari delle Ferrovie dello Stato e delle Ferrovie Appulo Lucane; entrambi i gestori hanno una stazione a Grumo Appula.

Non ci sono Zone a Traffico Limitato e piste ciclabili.

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2.4. TERRITORIO E PAESAGGIO

2.4.1. Inquadramento territoriale, il paesaggio e il sistema di tutele

Il territorio di Grumo Appula si estende su un’area di circa 8.060 ettari, Il suo territorio è disteso sul primo gradino murgiano a Sud-Est del capoluogo pugliese, tra coltivazioni di ulivi, mandorli e vigne. La sua collocazione altimetrica passa da 181 m. s.l.m. nel centro abitato a 428 m. s.l.m. nella massima elevazione di monte Cucco. Anche il territorio di Grumo presenta le tipiche forme carsiche distintive dell’area murgiana, come alcuni tratti di lame e grave.

La parte sud del territorio comunale di Grumo Appula, al confine con il territorio di Altamura, ricade all’interno di varie aree naturali protette ai sensi della normativa nazionale o comunitaria. In particolare, ci sono alcune aree che ricadono all’interno del Parco Nazionale dell’Alta Murgia e altre, in parte sovrapposte alle precedenti, all’interno del Sito di Importanza Comunitaria (pSIC) e della Zona di Protezione Speciale (ZPS) Murgia Alta. Inoltre, nella frazione di Mellito, è presente il Rifugio di Grumo Appula, che è Oasi del WWF Italia - Sezione pugliese - dal 1995. Si tratta di cinque ettari di territorio, in cui si distinguono un rimboschimento di pini e cipressi risalente agli inizi degli anni ’70, un querceto di roverelle secolari, una pseudosteppa mediterranea, un coltivo volutamente non produttivo e uno stagno didattico.

Nel territorio sono stati fatti anche alcuni ritrovamenti di sepolture italiche e monete greche e romane.

Si rimanda ai quadri di conoscenza dei documenti del PUG adottato, in particolare al Documento Programmatico Preliminare (DPP).

2.4.2. Città e architettura Il centro storico

In un sito abitato dal IV secolo prima di Cristo dagli Apuli, la città è sorta in epoca romano-imperiale col nome di Grumum (= poggio, altura) ed era nota per l'agricoltura e gli allevamenti. Passò successivamente sotto il dominio bizantino e quello longobardo. Con questi ultimi fu infeudata nella contea di . Nel 1266 agli Svevi subentrarono gli Angioini, che perpetuarono il regime feudale. Agli inizi dell'Ottocento la città si dotò di un ospedale e di un ricovero per poveri e anziani, e delle prime scuole pubbliche. Nel suo stemma, rappresentato da uno scudo sannita ornato da due rami di quercia e di ulivo, campeggia la quercia nella partitura di sinistra, mentre in quella di destra

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figurano le mezzelune arabe a ricordo del lungo dominio dei Saraceni nel meridione d'Italia.

Chiesa S. Maria Assunta Questa è la chiesa matrice e l'antico borgo sorse intorno a questo tempio. Appare difficile la ricostruzione storica di questa chiesa dedicata a Santa Maria Assunta, madonna sacra sia a Federico II di Svevia che agli Angioini. Dal nucleo originario dell'edificio distrutto da Ladislao d'Ungheria nel 1348 per vendicare la morte del fratello, ci rimane la Cappella del Santissimo che si estendeva in una navata divisa i 3 campate. Poi le furono addossate le due navate laterali e fu costruito l'attuale ingresso monumentale. Opere notevoli in essa conservate sono il battistero del 1300 e una cappella gentilizia del XVII secolo. Il suo campanile romanico con cuspide piramidale risale invece al XIII secolo.

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Chiesa Madonna di Monteverde E' sede della seconda e omonima parrocchia. Fu costruita nel 1652 sul'antica cappella di S. Maria di Loreto, nella quale si venerava un bellissimo affresco rupestre del XIV secolo a lei dedicato. Per i Grumesi diventò in seguito la Madonna di Monteverde, per l'altura su cui anticamente era posta l'icona e il verde dei boschi che la circondava. E' patrona del paese e la festa patronale ricorre l'ultima domenica di maggio.

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Chiesa SS. Rosario Sorge nella parte vecchia del paese. Sebbene si ignori l'anno preciso della sua fondazione, con certezza esisteva già nel 1578. Anticamente era dedicata al culto della Madonna dell'Annunciazione. Mutò denominazione dopo la vittoria cristiana sui Turchi a Lepanto, avvenuta il 7 ottobre 1571, quando si diffuse il culto per la Madonna del Rosario e ovunque in Italia si costituirono confraternite omonime.

Chiesa S. Rocco E' una delle più antiche chiese del paese. Fu edificata per volontà dei Tolomei dopo l'infierire della peste nel 1378 e posta fuori le mura per proteggere il paese dagli untori che provenivano dall'esterno e metterlo sotto la protezione del santo di Montpellier, che da allora ne è il patrono. Attualmente la chiesa è posta nel pieno centro della cittadina. Dal 1766 è gestita dalla confraternita omonima.

Chiesa dell'Immacolata Sorta in epoca bizantina, fu ampliata nel 1642. Nella sua cripta sono custodite le spoglie di Francesco Castigliar, il feudatario spagnolo che acquistò il feudo di Grumo e lo risollevò dalle miserie in cui l'avevano precipitato i principi La Tolfa. Nel 1880 fu fondata l'omonima confraternita che la gestisce. All'interno della chiesa oltre ad antichi dipinti è custodito un grande crocifisso in cartapesta ritenuto miracoloso

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Chiesa S. Giuseppe E' una chiesa moderna eretta nel 1956 dalla confraternita omonima istituita nel 1885. Nel giorno della festa liturgica del 19 marzo oltre alla messa solenne all'aperto in villa comunale, continua la bella tradizione degli "altarini". Altari allestiti in casa da varie famiglie e addobbati con profumatissimi fiori. A fedeli che si recano in visita viene offerta la tradizionale "panella" benedetta.

Chiesa S. Antonio E' una delle chiese più recenti. Fu eretta dai coniugi Descisciola nel 1922. Vi si venera un'antica statua del santo, il cui culto risale al Quattrocento.

Chiesa S. Anna E' una piccola chiesa risalente al XIX secolo ed è affidata alle cure della omonima confraternita. Il 26 luglio giorno di S. Anna si svolge una festa rionale.

Chiesa SS. Sacramento Annessa al primo stabile in cui sorse il primo Ospedale Civile, è un tempio della metà del XIX secolo ed è affidato alle cure dell'Arciconfraternita omonima.

Chiesa Madonna delle Grazie Cappella fondata prima del 1559 ampliando l'Icona di S. Primiano sulla vecchia via di Toritto. Un tempo era una chiesa campestre, oggi con lo sviluppo urbanistico del paese, sorge al centro di un popoloso e modernissimo quartiere.

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Chiesa S. Francesco da Paola La chiesa era anticamente dedicata a S. Nicola di Bari, di cui si conserva la statua all'interno della chiesa. Vi erano annesse delle case per alloggiare i pellegrini che erano di passaggio per la contrada. Nella chiesa ha sede la Confraternita omonima istituita nel 1792 e riconosciuta con regio assenso nel 1793.

Cappella SS Trinità Da un testamento stilato dal notaio Giuseppe Damato risulta che la chiesetta fu eretta dalla famiglia D’Urso e donata al Capitolo di Grumo nel 1611, quasi 400 anni fa. Dalla chiesa della Trinità, poi, la strada si biforca in due direzioni: una prosegue verso sinistra e va a Mascerano, l’altra a destra va verso Mellitto. Il 15 giugno vi si svolge una piccola festa con distribuzione di panelle e fuochi pirotecnici.

Chiesa del Convento (Chiesa di San Pietro) Trattasi di Chiesa adiacente il Palazzo Comunale già Convento Francescano del 600 costruita tra il XVI e il XVII sec., edificata su un’antica Chiesa le cui origini risalgono al 1300. All’interno vi sono vari altari e pale di pregio e la pietra sepolcrale dell’ultimo feudatario di Grumo Franciscus Castigliar.

Palazzo Comunale Ex Convento Francescano del ‘600 convertito nell’800 a sede del Palazzo Comunale. All’interno sono visibili le celle a dimora dei monaci con affreschi originali. All’interno è ubicata anche la sede della Biblioteca Comunale “Beniamino D’Amato” e la Sala della Cultura “Michele d’Elia”

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2.4.3 Le espansioni recenti e le periferie La città di Grumo si sviluppa in maniera uniforme intorno al nucleo antico, delimitato dagli assi di penetrazione territoriale. Intorno ad esso si sviluppa una maglia edilizia ottocentesca e primo novecentesca caratterizzata da una edificazione compatta con strade strette e scarsa presenza di verde e parcheggi. La più recente edificazione è invece caratterizzata da tipologie isolate o in linea con superfici fondiarie più ampie e numerose aree desinate a standard attrezzate in parte. Sono presenti nel centro abitato interventi sparsi di edilizia residenziale pubblica (IACP) ed una zona “167” caratterizzata da una soluzione urbanistica aperta, con sezioni stradali fino a 40 m ed ampi spazi destinati a servizi. A sud dell’abitato è presente il tracciato della linea ferroviaria dismesso, con ampie aree compresa quella dell’ex stazione ferroviaria in stato di abbandono. Il centro urbano

Fonte: http://www.maps.live.com/

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L’espansione più recente ha interessato anche la frazione di Mellito. In particolare, alcuni insediamenti turistici e seconde case sono stati concentrati l’area si Monte Cucco, dove, sulla base degli strumenti urbanistici vigenti sarebbe possibile realizzare circa 600 nuovi alloggi, sebbene non ci sia elevatissima richiesta da parte dei costruttori, al momento. Al di fuori dal centro abitato sono stati anche realizzate due zone PIP, di cui una più vicina al centro abitato e l’altra nella zona di Mellitto.

2.4.4. Strumenti di pianificazione e programmazione urbanistica e territoriale La strumentazione urbanistica vigente fa riferimento ad un Programma di fabbricazione (PdF) risalente agli anni ’70. L’amministrazione comunale ha adottato il Piano Urbanistico Generale (PUG) conforme al vigente quadro di riferimento normativo.

Sono stati realizzati alcuni interventi, come le due zone PIP, l’una più vicina al centro abitato e l’altra nella zona di Mellitto.

Nell’ambito dei nuovi strumenti di programmazione urbanistica, l’amministrazione comunale ha in corso di esecuzione due programmi innovativi urbani: un Contratto di quartiere II, che prevede la realizzazione di 24 alloggi di edilizia residenziale pubblica nonché opere di urbanizzazione per un finanziamento pubblico di 5 Milioni di Euro e un PIRP che prevede la realizzazione di nuovi 6 alloggi di edilizia residenziale pubblica oltre a infrastrutture primarie in area ex ferroviaria e interventi di riqualificazione di immobili dell’ARCA per un finanziamento pubblico complessivo di 2 Milioni di euro.

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2.5. ECONOMIA

2.5.1. Analisi del sistema economico locale Il comune di Grumo Appula nel 2004 ha prodotto un valore aggiunto totale pari a circa 76 milioni di euro. La maggior parte del valore aggiunto totale si deve al terziario, tuttavia parti consistenti provengono dal settore industriale (21,1%) e da quello agricolo (13,3%). In particolare, relativamente al peso dell’agricoltura, Grumo è al terzo posto fra i comuni più agricoli di Terra di Bari

Valore aggiunto per settore di attività economica (2004)

13,3%

Agricoltura 21,1% Industria Servizi 65,6%

Fonte: IPRES

Nelle 1.112 unità locali (U.L.) attive sul territorio comunale sono impiegati 732 addetti con una conseguente dimensione media delle stesse di 0,7 addetti.

Unità locali attive e personale dipendente addetto (2005)

Unità Locali Attive 1.112

Addetti alle dipendenze 732

Dimensione media delle UL 0,7

Densità territoriale delle UL 13,8

(UL per kmq)

Densità produttiva locale 86,9

(UL per 1.000 ab.)

FONTE: IPRES e ns. elaborazioni

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Inoltre, nella figura che segue è possibile osservare la distribuzione settoriale delle U.L. che, come si rileva, operano per circa il 50% in agricoltura, seguita da piccole quote attive nel commercio, nell’industria, e negli altri servizi.

Unità locali attive per settore di attività economica (2005)

600

500

400

300

200

100

0 Agricoltura Industria Commercio Altri servizi Imprese non classificate

FONTE: IPRES

2.5.2. Forza lavoro e occupazione Il comune di Grumo Appula al 2005 presenta una forza lavoro totale pari a 3.983 persone, con un tasso di attività del 38,4% ed un tasso di disoccupazione dell’11,3%1.

Gli occupati presenti nel comune di Grumo Appula nel 2005 rappresentano il 15,4% della popolazione totale residente2. Dei circa 2.000 occupati in totale, poco più della metà risultano occupati nel settore terziario. Tuttavia l’occupazione negli altri due settori di attività risulta molto elevata, rispettivamente il 26,9% nell’industria ed il 17,1% in agricoltura.

1 IPRES (Istituto Pugliese di Ricerche Economiche e Sociali) Puglia in cifre 2006. 2 Osservatorio Regionale Banche-Imprese di Economia e Finanza - Istituto Guglielmo Tagliacarne (2006) Rapporto Occupazione Valore Aggiunto.

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Occupati per settore di attività (2005)

17,1%

Agricoltura Industria 55,9% Servizi 26,9%

FONTE: Osservatorio Regionale Banche-Imprese di Economia e Finanza

2.5.3. Aree destinate ad attività produttive Esistono 2 zone P.I.P.. La prima in contrada Mellito che occupa una superficie di circa 500.000 mq ed è insediata per il 22 %.

La seconda zona in località Paglizzo occupa una superficie di circa 80.000 mq ed è quasi interamente insediata da aziende artigiane.

E’ stato stipulato tra il consorzio “ARTCOM” e la Regione Puglia un accordo di programma per la realizzazione di insediamenti produttivi a carattere artigianale in località “Pagliazzi”. Il numero di insediamenti previsto è 27.

E’ stato stipulato tra il consorzio “AGRISAL” e la Regione Puglia un accordo di programma per la realizzazione di insediamenti produttivi a carattere artigianale in località “Mellitto”.

2.5.4. Specializzazioni produttive L’economia cittadina è caratterizzata dalle attività agricole e da quelle industriali. L’agricoltura, cui è addetto il 12% della popolazione attiva, realizza la maggior parte del fatturato di grazie all’olivicoltura e alla produzione di frutta (mandorle, ciliegie). Gli agricoltori sono circa 1000, quasi tutti dotati di un discreto parco tecnologico. L’agro è zona di produzione dei vini Doc: rosso, bianco, primitivo e aleatico, ricavati dai vitigni: Trebbiano, Montepulciano, Sangiovese, Negro amaro, Malvasia, Aleatico e Primitivo.

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L'altro ramo economico interessante, seppur non di rilievo nell’ambito dell’economia del territorio, è quello industriale: vi è addetto il 33% della popolazione attiva; le aziende sono oltre 100, con circa 300 dipendenti, presenti in quasi tutti i comparti manifatturieri: agroalimentare, abbigliamento, maglieria, meccanica, impiantistica elettrica industriale e civile, lavorazione del legno, prodotti per arredi. L'artigianato, diffuso in quasi tutti i comparti, rappresenta un terzo delle aziende e degli addetti. Di seguito il dettaglio delle imprese insediate suddivise per settore di attività:

Imprese attive nel comune suddivise per settore di attività.

Localizzazioni 2007 Sedi Artigiane 2006 Sedi di impresa 2006 Localizzazion Totale Registrate Attive Iscrizioni Cessazioni Registrate Attive Iscrizioni Cessazioni i addetti A Agricoltura, caccia e silvicoltura 526 106 0 0 0 0 549 546 19 18 B Pesca,piscicoltura e servizi connessi 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 C Estrazione di minerali 1 23 0 0 0 0 1 1 0 0 D Attivita' manifatturiere 74 129 48 46 4 5 71 61 3 3 E Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 F Costruzioni 135 96 99 98 11 5 138 124 12 8 G Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa 238 144 27 26 1 1 223 212 16 13 H Alberghi e ristoranti 23 9 2 2 0 0 19 19 2 2 I Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 41 27 26 25 1 2 47 44 1 4 J Intermediaz.monetaria e finanziaria 11 10 0 0 0 0 6 6 0 0 K Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 26 7 9 9 0 0 28 24 2 2 L Pubbl.amm.e difesa;assic.sociale obbligatoria 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 M Istruzione 7 2 0 0 0 0 5 5 0 0 N Sanita' e altri servizi sociali 3 0 0 0 0 0 1 1 0 0 O Altri servizi pubblici,sociali e personali 30 11 23 23 2 1 31 28 3 2 P Serv.domestici presso famiglie e conv. 0 0 0 0 0 0 0 0 X Imprese non classificate 19 135 4 0 2 0 51 8 16 2 TOTALE 1.134 699 238 229 21 14 1.170 1.079 74 54 Fonte: Camera di Commercio di Bari

Dai dati emerge che la economia è prevalentemente di carattere agricolo. Si stanno incentivando iniziative nell’ambito dell’agroindustria e dell’agroturismo (prossimità con il parco dell’alta murgia – Foresta di Mercadante).

2.5.5. Economia turistica Il comune di Grumo Appula non dispone di strutture ricettive. Nel territorio è presente una struttura agrituristica aperta tutto l’anno.

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2.6. WELFARE

2.6.1. Programmazione sociale Grumo Appula ha attivato il Piano Sociale di Zona insieme ad Acquaviva, Binetto, Cassano, Sannicandro e Toritto ed è Comune Capofila dell’ambito di appartenenza, quale coincidente con quello del distretto n.2 dell’AUSL Ba/3. L’attività di costruzione del Piano di Zona è iniziato nel novembre 2003, quando i referenti politici e tecnici dell’ambito, si sono incontrati per conoscersi. convenendo all’unanimità che da subito doveva partire un percorso di concertazione tra i Comuni interessati, la competente AUSL ed il terzo settore. In data 04/12/2003 è stata indetta la prima conferenza di servizio dei Sindaci dell’ambito (presente la AUSL) all’interno della quale si sono concordati i primi due punti fermi: a) Il riconoscimento dell’ambito di appartenenza, quale coincidente con quello del distretto n.2 dell’AUSL Ba/3; b) L’attribuzione di “Comune Capofila” al Comune di Grumo Appula.

Dopo un ampio confronto tra ANCI, UPI, OO.SS., Terzo Settore sono state apportate delle modifiche e il Piano è stato approvato definitivamente in data 04/08/2004 e pubblicato sul Burp in data 26/08/2004. In data 12/13 ottobre 2004, presso la Sala convegni del Castello Federiciano del Comune di Sannicandro, si è tenuto il primo tavolo di concertazione, seguito, in data 22 ottobre 2004, dal secondo tavolo presso il Comune di Acquaviva e il 10 novembre 2004 (terzo tavolo) presso il Comune di . Il Tavolo di Concertazione conclusivo si è tenuto a Grumo Appula, in data 17 novembre 2004, con la firma del Protocollo d’Intesa da parte dei referenti.

Il Coordinamento Istituzionale, poi all’unanimità, ha provveduto ad approvare il regolamento del coordinamento Istituzionale, il regolamento dell’Ufficio di Piano, ed a sottoscrivere i protocolli d’intesa sulla integrazione sociosanitaria e sull’ADI, con il Ministero di Giustizia e gli altri soggetti pubblici e l’ OO.SS. Dai tavoli di concertazione3 è emersa, per la maggior parte delle aree, la necessità: a) di provvedere alla realizzazione di strutture socio educative e rieducative per minori, disabili, anziani; b) di implementare i servizi di assistenza; c) di programmare l’informazione alle famiglie e ai giovani; d) di potenziare l’orientamento al lavoro. È emerso anche che il territorio necessita di strutture di accoglienza e sportive dedicate alle attività per i giovani e per i disabili.

In data 17 novembre 2004 è stato sottoscritto il Protocollo d’Intesa tra i Comuni e i Referenti dei tavoli di concertazione. Le aree individuate di intervento (7) sono state

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così nominate: 1) Responsabilità famigliari; 2) Minori; 3) Anziani; 4) Disabilità; 5) Immigrati; 6) Dipendenze/Salute Mentale; 7) Povertà.

L’Amministrazione segnala, come priorità sentite, l’assistenza agli anziani - dimostrata attraverso l’azione svolta in collaborazione con la Caritas a cui seguono iniziative che concernono la salute degli anziani e i soggiorni climatici – e l’assistenza ai disabili – per i quali il Comune svolge numerose attività: supporto a scuola, manifestazioni di sensibilizzazione, progetto estivo di colonia a Binetto.

2.6.2. Caratteristiche della popolazione e composizione sociale L’indicatore “densità abitativa” descrive bene le caratteristiche territoriali dell’ambito n. 2 dell’AUSL BA/3, evidenziando una forma insediativa non allineata (sbilanciata su Acquavia, Cassano, Grumo). Aspetto basilare della fisionomia della popolazione è il fenomeno dell’invecchiamento demografico, cioè della forte consistenza assoluta e relativa delle età anziane. La forte progressività dell’invecchiamento si coglie dall’esame dell’andamento dell’indice di vecchiaia. L’indice di invecchiamento demografico del territorio è del 103%, ponendo a confronto le due distinte fasce di età 0 – 17 anni e oltre i 65 anni dai quali dipende il profilo della struttura per età della popolazione.

Dunque è maggiore il peso della popolazione anziana rispetto a quella minorile, e si registra un alto valore di popolazione nell’età adulta, ciò lascia supporre che il quadro è destinato a cambiare nel corso dei prossimi anni in favore delle fasce più anziane.

L’analisi sull’andamento del fenomeno immigrazione rivela una presenza della popolazione straniera, nel territorio dell’ambito n.2 AUSL BA/3, poco indicativa come valore rispetto al numero complessivo di popolazione autoctona. È da intendere come rilevante il numero dei minori stranieri presenti sul territorio, senza dimenticare, però, un fenomeno di grande incidenza e di probabile esistenza, il sommerso di stranieri residenti, non dichiarati e sconosciuti.

1) Famiglia

Emerge nell’area delle responsabilità familiari un sufficiente livello di servizi erogati nell’Ambito territoriale, sebbene la natura degli stessi sia poco diversificata. Si evince la necessità di interventi mirati alla “famiglia” come entità organica e di sostegno alla genitorialità in maniera integrata con i servizi sanitari. Gli obiettivi specifici che, per questa area, il Coordinamento intende perseguire, sono così riassumibili :a) sostegno alla formazione della coppia; b) sostegno alla genitorialità ed alla tutela della maternità; c) sostegno, nei momenti di disagio acuto della famiglia, o a suoi componenti a rischio di devianza, dipendenza o esclusione sociale; d) sostegno

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scolastico e formativo; e) sostegno a persone diversamente abili; f) sostegno agli anziani, con sollievo della famiglia, anche con sostegno attraverso gruppi di auto-aiuto o inserimento in case famiglia; g) consulenza per l’affido e l’adozione; h) sostegno alle coppie di fatto; i) consulenza permanente all’educazione.

Circa il maltrattamento e gli abusi sulle donne, deriva la necessità, avvertita dal Coordinamento Istituzionale, di aderire al progetto “tratta delle donne” della Prefettura di Bari e di mettere in atto azioni non prescindibili di prevenzione del fenomeno, presa in carico dei casi conclamati e formazione ed informazione; In questa ottica, l’intervento settoriale dovrà essere globale, nel senso che, le Istituzioni sopra citate, devono interagire tra loro per sviluppare buone prassi da connettere con interventi previsti dalla Comunità Europea, in particolare per la misura prevista dal DG DAFNE.

Comuni

Servizi Socio-sanitari

Acquaviva Binetto Cassano Grumo Palo Sannicandro Toritto Responsabilità Familiari Strutture residenziali per madri con figli x

Servizi e attività di consulenza familiare x x

Servizio di mediazione familiare x x

Attività in casi di abuso x x x

Sostegno alle genitorialità x

Sostegno economico x x x

Casa rifugio per donne vittime di violenza x x

Contributi economici ad integrazione del reddito familiare x x x x x

Contributi economici in forma indiretta x x

L.S.U. x

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2) Minori

L’area dei diritti dei minori risulta essere privilegiata nell’Ambito Territoriale quanto a tipologie di servizi offerti. Si evince infatti un cospicuo ventaglio di interventi sebbene distribuiti nei vari comuni e non presenti in tutti. Una particolare attenzione emerge nell’ambito di interventi socio educativi e ricreativi. Carenti invece risultano essere le strutture presenti sul territorio.

Le iniziative di settore, oltre quelle citate nella precedente area, devono tendere soprattutto alla prevenzione di eventi delittuosi e di maltrattamento, che verranno affrontati in seguito. Tali azioni devono prevedere: a) potenziamento ed affiancamento dell’attività degli oratori; b) implementazione di strutture sportive; c) implementazione di strutture di accoglienza già esistenti; d) implementazioni del servizio Informagiovani, allargandolo a tutto il territorio; e) ludoteche, possibilmente allocate nelle strutture di accoglienza o diurne; f) orientamento scolastico e formativo in itinere; g) implementazione servizio trasporto; h) organizzazioni di gemellaggi con coetanei europei; i) occasioni di svago e soggiorni estivi ed invernali; l) creazione della “Banca del Tempo”; m) educazione alla gestione economica.

Comuni

Servizi Socio-sanitari

Acquaviva Binetto Cassano Grumo Palo Sannicandro Toritto Diritti dei minori Sostegno economico affidi x x x x x

Centro informazione adozione x

Assistenza domiciliare educativa x x

Attività ricreative extrascolastiche x x x x

Attività estive per minori x x x

Attività di informaz. e orientamento giovani x

Centro socio educativo diurno x x x

Comunità familiare x x

Asilo Nido x

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Ludoteca x x

Tutor per minori x

Contributi economici strutture residenziali x x

Altri servizi e prestazioni resid. per minori x

Trasporto sociale minori x

Apprendistato x

3) Anziani

L’indagine condotta nell’area in questione sottolinea l’assenza dell’ ADI, assenza a cui necessariamente bisogna dare risposta immediata in quanto il servizio, secondo le indicazioni del Decreto del 29.11.2001 risulta essere un LEA.

Sebbene interventi finalizzati all’autonomia della persona anziana siano presenti nell’Ambito territoriale, nel complesso la tipologia degli stessi non risulta essere sufficientemente ampia e mirata al sostegno della domiciliarità

E’ convincimento del Coordinamento Istituzionale che l’anziano, fatte salve le condizioni di salute ed economiche personali, sia una risorsa per la Comunità piuttosto che un fardello ingombrante, vuoi per il bagaglio personale di cultura di base, vuoi per la esperienza che l’anziano, se opportunamente sollecitato, può riversare sulle persone che questo bagaglio non hanno.

Da qui l’intenzione di utilizzare le sue capacità mettendolo al centro di una serie di iniziative positive, che possano essere il pretesto di una integrazione al reddito per quella fascia di anziani (tanti !) che non arrivano a fine mese. Tali iniziative risulteranno, in questa maniera, un doveroso riconoscimento per un servizio svolto, piuttosto che un obolo, rilasciato per pietismo ed assistenzialismo. A tale scopo, si metteranno in atto una serie di attività, eventualmente implementabili nel tempo, dopo opportuna verifica dell’Ufficio di Piano: a) servizio civile per valorizzare il ruolo attivo della persona anziana nella società; b) forme di aiuto per famiglie con disagio sociale; c) forme di aiuto ad anziani soli, soprattutto durante i periodi festivi; d) progetti per emergenza caldo come da delibera della Giunta Regionale n.1871 del 16/12/04 per l’acquisto di climatizzatori d’aria per anziani; e) forme di aiuto per lo sviluppo dell’autonomia;; f) creazione di proprietari di banche del tempo, per la continuità culturale della Comunità; g) creazione di un servizio di prevenzione del deterioramento cerebrale (vedi protocollo con Università di Bari-Cattedra di Geriatria - AUSL BA/3); h) incontro in

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luoghi di aggregazione intergenerazionale e multisettoriale, a ciclo diurno e semiresidenziale.

Diverso discorso va fatto per l’anziano non autosufficiente, per il quale l’ambito deve obbligatoriamente mettere in atto strategie individualizzate, che tengano conto di un PAI disegnato dalla UVDT, come descritto in seguito.

Per tali soggetti sarà necessario prevedere: a) servizio di assistenza domiciliare (SAD); b) servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI); c) telesoccorso; d) centri residenziali con caratteristiche di sovra ambito

Comuni

Servizi Socio-sanitari

Acquaviva Binetto Cassano Grumo Palo Sannicandro Toritto Autonomia delle persone anziane

Attività ricreative e vacanze anziani x x x

Assistenza domiciliare solo sociale x x x x

Assistenza domiciliare sociale (24h/24) x

Altri servizi e prestazioni semires. anziani x

Residenza protetta x

Casa di riposo x x x

Contributi economici strutture semiresiden. x

Contributi per strutture residenziali x x

Contributi economici integrazione reddito x x

Contributi per partecipazione ad attività socioculturali e di x x social.

4) Disabilità

Dall’analisi dei risultati si evince, nell’ Ambito territoriale una crescita quanto a tipologie di servizi offerti. Punto di forza risulta essere l’offerta di servizi integrati con le istituzioni scolastiche, nonché la presenza di servizi finalizzati a favorire la socializzazione di

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cittadini disabili. Sottolineiamo la presenza, seppur in un solo Comune dell’Ambito, di interventi finalizzati al sostegno nella forma della vita indipendente, in piena rispondenza con le indicazioni del P.R.P.S. che invitano a potenziare in ogni servizio l’aspetto della domiciliarità. Si evince invece la carenza di strutture ricreative.

Nella ipotesi di soggetti con handicap grave, naturalmente, gli interventi del PdZ dovranno integrarsi con quelli sanitari e con quelli già previsti dalla L.162/1998 e dalla legge 104/92, e dovranno essere tesi a: a) favorire la domiciliarità degli interventi; b) sostenere e sviluppare l’autonomia residua; c) migliorare le pari opportunità; d) sostenere le famiglie nell’onere dell’assistenza; e) elaborare progetti personalizzati (PAI e PEI); f) mappare, sul territorio, centri diurni socio-educativi (Ausilioteca Toritto); g) promuovere il sostegno di servizio – famiglia - comunità per il “dopo di noi”; h) individuare soluzioni abitative adeguate alla disabilità fisica, favorendo la ristrutturazione delle abitazioni non a norma, ed implementando l’edilizia popolare; i) favorire la pratica sportiva,anche attraverso metodi innovativi (ippoterapia, acquaticità ecc.).

Comuni

Servizi Socio-sanitari

Acquaviva Binetto Cassano Grumo Palo Sannicandro Toritto Sostegno per i cittadini con disabilità

Aiuto alla persona x x x

Assistenza educativa domiciliare e scolastic x

Servizi di integrazione scolastica dei disabili x x x x

Attività di socializzazione e vacanze disabili x

Sostegno a disabili (Vita indipendente) x

Altri servizi e prestazioni semiresidenziali per disabili x

Trasporto sociale x x x x x x x

Contributi abbattimento barriere architettoniche x x domestiche

Inserimento socioterapeutico x

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Contributi economici ad integrazione di rette per x prestazioni residenziali

Altri contributi economici x x x x

Contributi per partecipazione ad attività socio-culturali e di x x soc.

5) Immigrazione

Il settore in questione risulta essere carente riguardo a servizi offerti in quanto gli stessi sembrano essere limitati all’erogazione di contributi in forma diretta e indiretta. Si evince la necessità di prevedere a livello di Ambito interventi strutturati, maggiori conoscenze a riguardo e specifiche competenze nel campo.

Il PdZ promuove l’educazione all’intercultura attraverso iniziative e progetti coinvolgendo scuole, istituzioni, terzo settore, ecc..

L’educazione al rispetto di altre culture deve avvenire partendo dalla conoscenza, in modo da far maturare una condivisione consapevole. La progettazione dovrà prevedere: a) mediazione linguistico – culturale; b) supporto nell’inserimento scolastico dei minori immigrati; c) consulenza legale; d) orientamento al lavoro e ai servizi offerti dal territorio; e) corsi di fomazione per immigrati; f) attività di ricerca e di diffusione; g) consulenza sui mercati interni ed esteri ai fini dell’integrazione economica; h) tutoraggio e assistenza alle comunità di immigrati; i) attività per la promozione e per la valorizzazione delle culture di origine; l) attività di sensibilizzazione nelle scuole e in altre strutture pubbliche.

Inoltre : a) aprire uno spazio per facilitare, stabilire o ristabilire la comunicazione; b) rendere possibile la comprensione reciproca attraverso la decodifica del linguaggio, degli atteggiamenti, ecc.; c) favorire un percorso verso l’autonomia e di dare la possibilità alle persone di essere loro stesse responsabili e attive.

Comuni

Servizi Socio-sanitari

Acquaviva Binetto Cassano Grumo Palo Sannicandro Toritto Interventi per immigrati

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Intermediazione abitativa x

Contributi economici integrazione reddito x x x

Assistenza economica in forma indiretta x

6) Salute Mentale

Il monitoraggio lascia emergere la totale carenza di servizi, a livello di Ambito Territoriale, nei settori in questione, quanto ad interventi di natura sociale. Le problematiche dei soggetti con dipendenze e relative alla salute mentale sono prese in carico soltanto dal settore sanitario (SERT, SIM,).

L’intervento specifico sulle dipendenze è rappresentato da un progetto d’ambito ai sensi delle leggi 309/90, 45/99 e del regolamento regionale 1/2000, con valenza triennale.

La progettazione prevede: a9 uno studio analitico dei bisogni e dei servizi offerti dal territorio; b) una operatività di prevenzione con campagne di sensibilizzazione mirate; c)un sostegno ai soggetti dipendenti; d) accompagno al recupero del benessere; e) aiuto agli operatori specialisti del settore; f) intese con associazioni nazionali del settore; g) accompagno al reinserimento lavorativo; h) azioni di follow-up;

L’insieme degli interventi circa la salute mentale sono indirizzati a: a) curare il nucleo familiare dell’utente; b) sostenerlo nei momenti di acuzie; c) favorire gli interventi domiciliari; d) supportare l’inclusione sociale; e) disegnare un percorso di reinserimento socio – lavorativo; f) sensibilizzazione sociale e lotta allo stigma.

Nell’arco dell’ultimo triennio, con la consulenza di Imprese Sociali Specializzate, sono stati previsti la ricerca di alloggi selezionati e percorsi per l’affido familiare con corresponsione di assegno di cura.

Comuni

Servizi Socio-sanitari

Acquaviva Binetto Cassano Grumo Palo Sannicandro Toritto Dipendenze

Sostegno economico inserimenti lavorativi x

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7) Povertà

Nel settore in questione si evince, nell’Ambito territoriale, la consapevolezza delle problematiche presenti. Emerge inoltre un’offerta diversificata, quanto a servizi erogati nei vari comuni, che sembra contenere in nuce l’opportunità di far fronte ad un cospicuo ventaglio di problematiche, in sede di gestione integrata.

Comuni

Servizi Socio-sanitari

Acquaviva Binetto Cassano Grumo Palo Sannicandro Toritto Inclusione sociale e contrasto povertà Contributi per l’affitto X x x x

Servizi e prestazioni per specifiche esigenze di prima x necessità

Contributi economici per inserimento lavorativo detenuti ed ex detenuti x x

8) Dipendenze

Cfr. Punto 6 ‘Salute Mentale’.

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3. AMBITI DA ASSOGGETTARE A PROGRAMMA INTEGRATO DI RIGENERAZIONE

3.1. Metodologia di individuazione degli Ambiti

Per la definizione dell’ambito da assoggettare a Programma Integrato di Rigenerazione sono state svolte analisi tese a fornire un quadro conoscitivo completo ed esaustivo dell’intero contesto urbano e territoriale sotto vari profili di indagine di seguito specificati, onde definire i livelli di trasformabilità degli ambiti potenziali di intervento. In particolare, le singole fasi di analisi eseguite sugli ambiti potenziali di intervento sono state attuate mediante:  Analisi del sistema urbanistico, insediativo ed infrastrutturale: sono stati elaborati dati ed informazioni provenienti dagli strumenti urbanistici vigenti (P.d.F.) e adottati (PUG), dagli strumenti di programmazione dell’Ente (piano delle OO.PP. – piani urbanistici esecutivi), progetti nel campo socio-culturale-aggregativo, da sopralluoghi ed indagini eseguite sul posto;  Analisi del sistema della viabilità e dell'accessibilità: valutazione dello stato delle urbanizzazioni a rete e del grado di accessibilità della maglia urbana e di interconnessione con le altre porzioni di territorio urbano e con gli snodi modali (stazioni ferroviarie, fermate bus, collegamenti viari);  Analisi del sistema geologico e geomorfologico: valutazione di criticità o rischi idrogeologico;  Analisi del sistema paesistico: valutazione delle criticità e potenzialità dei contesti paesaggistico-ambientali presenti;  Analisi del contesto socio-economico: valutazione degli elementi locali caratterizzanti il contesto socio-economico partendo dai dati di conoscenza della situazione e della pregressa evoluzione del contesto socio - economico del Comune;  Analisi del quadro programmatico: l’analisi del quadro conoscitivo territoriale si è estesa alla ricerca delle più ampie sinergie con altre iniziative oggi in corso ed analizzate, quali: progetti urbanistici pubblici e privati, di dimensioni conformi, nelle zone oggetto di studio; ricognizione delle proprietà pubbliche e private di maggiore consistenza e delle eventuali iniziative già programmate, nonché della situazione demografica ed occupazionale; sono stati elaborati dati ed informazioni provenienti da fonti comunali integrati da dati ISTAT, nonché, per le iniziative già programmate, i dati rinvenienti dalle analisi del quadro programmatico.

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L’attività di costruzione del quadro conoscitivo ha portato alla definizione dei diversi livelli di trasformabilità degli ambiti potenziali oggetto di indagine in riferimento ai vari temi di intervento e alle potenzialità di valorizzazione urbana ed immobiliare, in rapporto sinergico con gli strumenti pregressi di riqualificazione urbana già avviati dal Comune tra cui di grande rilievo il programma innovativo dei Contratti di Quartiere II e il PIRP e di prossimo avvio quali il Periferie e Patto ….………… e il Piano della Mobilità Ciclabile della Città Metropolitana di Bari.

Nella fase iniziale di predisposizione del programma, l’ambito di intervento è stato indicativamente esteso a tutto il contesto abitato periferico a sud oltre la linea della ex ferrovia Bari -Taranto ed al Centro Storico definito secondo l’adottato PUG nelle zone omogenee A1-A2, caratterizzato da forti segni di degrado ed emarginazione, nell’intesa di rafforzare e completare l’azione di riqualificazione già avviata, come si è detto al precedente capo.

Complessivamente, dall’analisi dell’ambito di intervento e del contesto specifico individuato, si sono osservati: 1. Problemi ambientali: le problematiche ambientali specifiche dell’area bersaglio trovano ragione, principalmente, in uno sviluppo urbano ed economico non supportato da adeguate misure di infrastrutturazione, solo in parte compensate da recenti azioni di riqualificazione ed infrastrutturazione avviate dall’Amministrazione Comunale . 2. Problemi di degrado urbanistico: il contesto si caratterizza per la mancanza/insufficienza di aree destinate alla vita pubblica e/o economica, le aree verdi in abbandono (in parte oggetto di recenti interventi di recupero e bonifica in zona Madonna delle Grazie) o la mancanza assoluta del verde (centro Storico). Laddove presenti, tali strutture presentano inoltre difficoltà di accesso e fruibilità, per le precarie condizioni ambientali del contesto e delle strutture adiacenti. 3. Problemi sociali ed occupazionali: la scarsa propensione alla creazione di nuove opportunità di lavoro, produce negativi riflessi sui redditi dei cittadini, con un aumento delle condizioni di povertà e di marginalità della componente giovanile, contribuendo ad aggravare una situazione socio economica locale che risente del carattere di monofunzionalità del contesto.

In questo quadro e in linea con le strategie di sviluppo individuate, l’obiettivo globale del progetto presentato dal Comune di Grumo Appula riguarda la riqualificazione urbana, la risoluzione di problematiche sociali e occupazionali ed il rilancio compatibile

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con l’ambiente di aree strategiche per la città. L’obiettivo di elevare il tono urbano della città, di migliorarne la competitività e nello stesso tempo la qualità della vita dei cittadini, richiede anche una strategia di offerta dei servizi alla popolazione ed alle attività produttive.

3.2. Perimetrazione degli Ambiti

L’allegato grafico al presente documento contiene l’indicazione cartografica per l’individuazione degli ambiti da assoggettare a Programma Integrato di Rigenerazione Urbana.

3.3. Documentazione fotografica descrittiva degli Ambiti

Piazza della Libertà Piazza Vittorio Veneto

Scorcio Chiesa di San Rocco Piazza Tenente Binetti

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Zona Pirp

Scorci Quartiere Madonna delle Grazie

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Altri Scorci Quartiere Madonna delle Grazie

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Altri Scorci Quartiere Madonna delle Grazie

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Altro Scorcio Quartiere Madonna delle Grazie

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4. COERENZA STRATEGICA

4.1. Idea-guida della rigenerazione

Gli interventi di riqualificazione, da prevedersi nel Programmi Integrato di Rigenerazione Urbano, costituiscono un sistema integrato di azione rigenerativa dell’Ambito Urbano preso a riferimento basato su un’idea-guida di rigenerazione legata ai caratteri ambientali e storico-culturali dell’ambito territoriale interessato, alla sua identità e ai bisogni e alle istanze degli abitanti e comportano un insieme coordinato di interventi in grado di affrontare in modo integrato problemi di degrado fisico e disagio socio-economico.

Coerentemente con gli obiettivi delineati nei documenti comunitari e regionali indicati al precedente capitolo 1.1. “Coerenza del Documento con la Programmazione Regionale” la rigenerazione di tali aree si propone di elevare gli standard di qualità dell’abitare (anche architettonica), ridurne il disagio abitativo, riqualificarli ecologicamente riducendo il consumo delle risorse e contribuendo alla chiusura dei cicli naturali. Tali obiettivi verranno raggiunti tramite azioni quali l’efficientamento energetico degli edifici pubblici, il potenziamento del patrimonio residenziale pubblico, la permeabilizzazione e il rinverdimento delle superfici artificiali, il miglioramento del microclima urbano, la realizzazione di infrastrutture verdi, lo sviluppo della mobilità ciclabile e pedonale, l’incremento della accessibilità ed eliminazione delle barriere architettoniche, il riuso di vecchi immobili pubblici per finalità di inclusione sociale e di lotta alla povertà.

Il quadro conoscitivo della situazione territoriale permette di individuare un’idea forza del Programma che si traduce in un piano degli interventi prioritari.

È quindi possibile individuare delle macroazioni operative per il territorio in oggetto che perseguiranno attraverso interventi mirati i seguenti obiettivi:

• Centro storico: interventi atti a migliorare la dotazione di servizi e a completare le opere di recupero edilizio e valorizzazione residenziale degli spazi pubblici;

• Area periferica: eliminazione degli elementi di degrado, attrezzamento delle aree destinate a servizi e ad attrezzature.

Nello specifico, gli interventi da attuare, dovranno mirare a completare il riassetto urbanistico ed edilizio di alcune parti di città, attraverso il recupero e la riqualificazione di fabbricati degradati e sottoutilizzati e degli spazi aperti in stato di degrado.

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Obiettivo fondamentale del programma dovrà consistere nella realizzazione delle attrezzature pubbliche a servizio della residenza attualmente mancanti, e nel sopperire al fabbisogno di edilizia residenziale sociale, ove tale necessità emerga dai Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana dei singoli Comuni.

Al fine di integrare le mancanze in alcuni quartieri della zona di completamento del centro cittadino, si opterà per una integrazione tra le destinazioni compatibile con quella principale della residenza: aree a verde attrezzato, parcheggi interrati e di superficie, spazi di aggregazione, locali commerciali.

Gli interventi proposti fanno parte, pertanto, di un ciclo di rigenerazione in atto e sicuramente non ne costituiranno la fine, poiché come già accaduto in passato, tale processo imprimerà una continuità agli stessi.

L’idea guida di rigenerazione è, pertanto, il risultato di un processo ideativo più ampio legato alle caratteristiche del territorio, alla sua identità, agli abitanti che lo abitano e dai quali emergono i problemi reali ed i loro fabbisogni.

Gli interventi che saranno previsti all’interno degli ambiti individuati, mirano ad un unico obiettivo generale che è quello di migliorare la qualità urbana ed ambientale anche di queste parti del territorio.

Gli interventi ivi previsti, concorrendo al medesimo obiettivo, sono tutti tra loro collegati: devono essere integrati tra loro residenza e servizi alla residenza, residenza e standard urbanistici di qualità, interventi materiali ed interventi immateriali per il miglioramento delle condizioni economiche e sociali del territorio interessato dal Programma.

L’idea guida di rigenerazione è strettamente legata non solo alle caratteristiche delle aree di intervento, ma anche alla particolare condizione abitativa delle aree del centro storico e delle altre aree periferiche individuate che per motivi differenti vivono analoghe condizioni di degrado e di disagio sociale. Di conseguenza l’idea guida del programma di rigenerazione urbana e territoriale presenta la seguente articolazione:

• Perseguire strategie di intervento finalizzate ad affrontare il problema legato al degrado edilizio e al disagio abitativo;

• Eliminare le situazioni di degrado urbano, ambientale e sociale diffusi in alcuni ambiti periferici della città, attraverso la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria attualmente mancanti ed attraverso il potenziamento dell’offerta di edilizia per categorie sociali svantaggiate, in modo particolare, innalzare il livello quali-quantitativo dei servizi e degli spazi pubblici;

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• Perseguire interventi di ristrutturazione urbanistica finalizzati alla creazione di strutture a valenza comunale, incentrate attorno a spazi urbani fortemente aggregativi e socializzanti e la previsione di aree attrezzate, percorsi e attività in grado di fornire alla città quei luoghi centrali che oggi mancano del tutto e che possono contribuire a dare un’identità alla città ed alla gente che vi abita.

• Attivare un efficace sistema di connessione dei quartieri periferici e degli agglomerati dell’agro con il centro città, al fine di annullare l’isolamento fisico e sociale ed incentivare la coesione inter-comunale.

4.2. Coerenza del documento con la visione del piano strategico

La visione dell’ambito intercomunale, intesa come l’idea di territorio alla quale si vuole pervenire nel medio e lungo periodo con l’attuazione della Strategia di Sviluppo Sostenibile (SISU), costituisce un obiettivo primario del Piano, intorno al quale costruire ed impostare obiettivi generali, obiettivi specifici, progetti strategici ed azioni. La visione al futuro è prevalentemente orientata verso un processo di riqualificazione delle grandi occasioni ambientali, dei servizi esistenti e dell’unicità delle trame storiche, naturali che definiscono i contorni e la riconoscibilità degli assetti dell’ambito.

4.2.1. Gli obiettivi generali

Per consentire lo sviluppo della visione proposta, è stato individuato come prioritario il seguente obiettivo, al fine di attuare la realizzazione di strategie di sviluppo sostenibile dei territori: Ambiente e territorio: avvio di un percorso di “valorizzazione ambientale”, che orienti verso la sostenibilità, lo sviluppo economico e territoriale e miri alla ricerca della qualità nella realizzazione delle grandi e piccole trasformazioni urbane e nelle riconversioni insediative attraverso la progettazione di nuove centralità e l’utilizzo di sistemi innovativi, certi che essere virtuosi dal punto di vista ambientale non significa rinunciare al vero sviluppo moderno. In questo Obiettivo generale, significativo come componente del Piano, convergono l’insieme delle progettualità che evidenziano le relazioni incentrate sulla cura e fruizione del territorio. A ciascuna di esse corrisponde una scala di operatività che spesso rimanda ad interlocutori e processi decisionali più ampi, che riguardano la sfera delle relazioni intercomunali o di soggetti sovraordinati. Spesso tali temi richiedono l’attivazione di percorsi di condivisione di scelte e di obiettivi, di concertazione e di co-pianificazione anche con enti sovraordinati. L’ambiente e territorio riflette un’aspettativa diffusa di qualità e di attenzione verso il contesto insediativo, attuabile attraverso interventi materiali o immateriali che hanno

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carattere trasversale, intendendo in tal senso che interessano tutti i territori dell’Area Vasta (città metropolitana) e in particolare l’ambito territoriale dei Comuni aggregati nel perseguimento delle strategie di sviluppo sostenibile dei territori. La dimensione territoriale è il riferimento del complesso di azioni programmate, inteso non solo come destinatario di iniziative e di azioni di sviluppo, ma come contesto unico di cui si vogliono attivare le potenzialità latenti inespresse del territorio.

In coerenza con la pianificazione regionale riconducibile all’Asse XII del P.O.-FESR-FES 2014-2020, molti degli interventi ivi previsti sono riconducibili ad una strategia di Rigenerazione urbana e territoriale.

Nella definizione della strategia di riqualificazione urbana e territoriale si è adottato un approccio integrato, da un lato finalizzato a valorizzare le risorse ambientali, economiche e culturali presenti nelle aree urbane, dall’altro a contrastare la concentrazione di problemi dell’ambiente fisico, sociale ed economico che le caratterizza.

Tale strategia deve includere azioni materiali e immateriali ed assumere come terreno di integrazione specifici ambiti territoriali, a scala di zona urbana o di territorio intercomunale.

Guardando a quanto in generale è avvenuto nel nostro Paese, la domanda di abitazioni adeguate e la mancanza di servizi rispondenti alle esigenze, ha prodotto l’abbandono delle parti più antiche delle città, tradizionalmente caratterizzate da elevati indici di affollamento degli alloggi e dell’agro, caratterizzato dalla mancanza di infrastrutture, in favore delle nuove espansioni residenziali.

In assenza di opportune politiche pubbliche atte ad affrontare questi fenomeni e nonostante la presenza di beni di elevato valore storico, culturale e simbolico, il crescente degrado fisico, sociale, economico è così divenuto caratteristica peculiare dei centri storici.

Sono, pertanto, i fenomeni di abbandono che appare indispensabile contrastare al fine di avviare processi di rigenerazione urbana e territoriale basati sulla valorizzazione delle ingenti risorse storicoculturali e ambientali che caratterizzano il territorio e che sembrano in grado, allo stesso tempo, di promuovere il progresso socioeconomico e la crescita dell’occupazione e di risolvere le problematiche di esclusione sociale e di degrado ambientale.

Il quadro conoscitivo e programmatico, all’interno del quale trovano attuazione i piani integrati di sviluppo urbano e territoriale, è servito a costruire il processo di pianificazione frutto del confronto e della condivisione di opzioni di sviluppo tra i diversi

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soggetti istituzionali, economici e sociali che è avvenuto in diverse sedi (Contratti di Quartiere, PIRP, DPRU, PUG, Agenda 21, EMAS…).

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5. INIZIATIVE PER ASSICURARE LA PARTECIPAZIONE

5.1. Il processo di partecipazione

La formulazione dei Programmi Integrati di Rigenerazione costituisce un laboratorio di sperimentazione per il recupero urbano non solo da un punto di vista dei contenuti degli interventi previsti e della loro reciproca integrazione, ma anche dal punto di vista dell’architettura del processo decisionale per la realizzazione di un documento programmatico condiviso e per la formulazione di una proposta progettuale o del programma nel suo complesso.

Infatti, la modalità “concorsuale” di accesso ai finanziamenti dei precedenti programmi di riqualificazione urbana (Contratti di Quartiere, P.I.R.P., ecc.), mediante la presentazione del “Programma” da parte degli enti interessati (e per loro tramite anche i soggetti privati), ha promosso una notevole spinta a maturare comportamenti amministrativi e capacità tecnico-professionali innovativi, che possano rispondere, anche in prospettiva, alle esigenze della pubblica amministrazione, assecondando ed eventualmente “governando” tendenze e domande sociali emergenti.

Tra questi “comportamenti amministrativi” si sottolinea la ricerca di cooperazione presso altri enti, territoriali e non, e l’opportunità/necessità di coinvolgere finanziatori e operatori privati, che comporta necessariamente una decisiva crescita delle capacità di comunicazione dell’ente locale che intenda promuovere politiche e iniziative di sviluppo.

Schematizzando in maniera certamente generale, tali capacità devono essere finalizzate:

- a far conoscere e comprendere gli obiettivi assunti, la “filosofia” e le motivazioni che li sottendono, nonché ad accreditare relativamente ad essi lo stesso ente promotore;

- a consultare, raccogliendo adesioni e consensi intorno agli obiettivi stessi e agli interventi che li concretizzano;

- a trasformare adesioni e consensi, manifestati da enti e operatori che è necessario e opportuno coinvolgere, in precisi impegni di collaborazione e di iniziativa;

- a generalizzare il più possibile il consenso sociale, anche perché gli interventi non siano in vario modo ostacolati, e perché il consenso possa sostenere almeno in parte la trasformazione di bisogni e desideri in domanda di mercato (quest’ultima è trasversale rispetto ai precedenti).

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In tale processo, carattere fondamentale riveste quindi la comunicazione che può essere perseguita con svariate modalità, più o meno formalizzate ed istituzionalizzate: dalle assemblee popolari alla presenza sui mass media, alla consultazione di rappresentanze delle categorie presumibilmente interessate, alla promozione di conferenze stampa, convegni, seminari, pubblicazioni, all’istituzione di forum e sportelli informativi permanenti, al consiglio comunale aperto, etc..

È evidente comunque che le diverse fasi/modalità sopra enunciate non possono essere distinte tra loro in modo troppo netto e sequenziale, così come è evidente che ciascuna di esse implica un corrispettivo di "ascolto" degli interlocutori a cui è diretta la comunicazione stessa, ovvero una forma di comunicazione interattiva. Questa assumerà “stili” e strumenti diversi, a seconda dell’ampiezza della platea, degli specifici contenuti della comunicazione (se si tratta di obiettivi, progetti, etc.) e del ritorno atteso: ad esempio se solo in termini di consenso generico, ovvero di assunzione di specifici impegni.

Inoltre, l’attivazione di forme di comunicazione di questo tipo implica in ogni caso la disponibilità del “comunicatore” (ad esempio l’amministrazione comunale) a cambiare opinione, ed anche a modificare le proprie proposte e, almeno parzialmente, anche gli obiettivi; in sostanza a rimettere eventualmente in gioco anche le decisioni già assunte ed il proprio stesso ruolo.

Il processo partecipativo deve accompagnare, piuttosto che seguire le decisioni.

Tuttavia la partecipazione non è solo una modalità di acquisizione del consenso, ma anche e soprattutto una forma di legittimazione delle scelte di interesse pubblico. Il progressivo sgretolarsi delle gerarchie e del principio di autorità porterà certamente a dover sviluppare tecniche e specifiche competenze in questo campo, presso gli enti locali e il settore pubblico in genere.

Un ulteriore fattore che caratterizza questi programmi è il partenariato pubblico/privato. La cooperazione tra operatori pubblici e privati ruota su una questione centrale: la qualità urbana è intesa, in prima istanza, come dotazione “appropriata” di attrezzature e infrastrutture adeguate alla domanda effettiva, qualitativa e quantitativa della popolazione che risiede e vive nei territori. Di qui ha preso il via la sperimentazione sui cosiddetti “standard aggiuntivi” o qualitativi.

Il privato che aderisce ad un programma infatti si impegna, oltre alla corresponsione degli oneri dovuti per legge, ad incrementare la dotazione di servizi in modi diversi attraverso contributi monetari, cessione di aree, realizzazione di infrastrutture e gestione di servizi.

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Il ruolo del soggetto pubblico diviene pertanto più quello di “promotore” e di “coordinatore” di un insieme di azioni che vanno governate e integrate. Assume parimenti importanza la capacità dell’ente promotore di comunicare gli esiti dei programmi, non solo in quanto supporto all’attuazione, ma anche dal punto di vista della trasparenza verso gli attori, i cittadini e le loro associazioni.

Seguendo tale logica l’elaborazione del Programma Integrato di Rigenerazione in tutte le sue componenti, è stato oggetto di un continuo approfondito dibattito, animato dalle Amministrazioni Comunali, con l’ausilio di esperti di sviluppo urbano e territoriale.

La metodologia da seguire è stata quella della “ricerca–azione”, che prevede il coinvolgimento operativo, potenzialmente dell’intera popolazione, fin dalla fase di analisi del contesto.

Il processo di collaborazione o coinvolgimento attivo è stato organizzato secondo un Action Planning che trae origine fin dalla elaborazione del Piano Strategico di Area Vasta dal quale questo Programma deriva direttamente. Questo piano prevede una serie di fasi consistenti in:

- l’introduzione e la conoscenza dei partecipanti;

- la definizione dei problemi e delle tematiche;

- lo sviluppo di soluzioni alternative;

- l’analisi e la sintesi delle soluzioni alternative;

- la promulgazione dei risultati. Il piano di comunicazione pubblica che e stato e sarà utilizzato in futuro per la progettazione partecipata si porrà come obiettivi principali:

- il coinvolgimento e la sensibilizzazione dei cittadini e del territorio sulle tematiche del programma;

- l’informazione sulle attività e sulle metodologie utilizzate nella predisposizione del programma;

- il raggiungimento di un’ampia visibilità data al programma in sé ed alle attività ad esso relative;

- un’ampia visibilità data agli organismi e istituzioni (Comune, Associazioni, Enti, etc) che collaboreranno alla realizzazione del programma. Il piano si propone di garantire un dosaggio equilibrato al flusso di messaggi, di raggiungere il target desiderato e di utilizzare un linguaggio chiaro in modo da suscitare interesse nei destinatari.

I destinatari privilegiati e principali delle attività da effettuare sono:

 Residenti  Rappresentanti della Pubblica Amministrazione

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 Circoli Didattici  Parrocchie ed associazioni  Comitati degli inquilini e dei cittadini  Cooperative Sociali  Centri di Formazione Professionale  Associazioni sportive  Associazioni culturali  Cooperative di servizi e gestione ambientale  Associazioni di volontariato e promozione sociale  Organizzazioni sindacali  Associazioni esercenti commerciali e delle attività della ricettività turistica  Imprenditori promotori o potenziali promotori di project financing

I criteri di massima che caratterizzeranno il complesso di iniziative di comunicazione per diffondere il programma, saranno i seguenti:

 Visibilità: per favorire più ampie possibilità di coinvolgimento da parte dei cittadini;

 Credibilità: affinché la comunicazione riceva la fiducia del target cui è diretta, cioè la fonte dell’informazione deve dare la massima garanzia di serietà e correttezza ed evitare di suscitare dubbi e perplessità;

 Chiarezza: linguaggio semplice ed accessibile, soprattutto rapportato al pubblico cui è destinato; il messaggio deve avere la sua forza nella chiarezza e nella precisione per non far perdere interesse e validità all’informazione;

 Interesse: il pubblico segue ed accetta esclusivamente quei messaggi che rappresentano e comportano un tornaconto (interesse), che sia ben preciso e sviluppi utilità;

 Rispondenza all’immagine che il pubblico si è fatto della fonte stessa: ci deve essere rispondenza assoluta tra il ruolo della fonte e il destinatario.

Le attività di comunicazione e partecipazione, in parte già attivate ma non esaurite, comprendono eventi di seguito esposti rivolti all’intera area intercomunale ed ai territori direttamente interessati dai Programmi Integrati di Rigenerazione futuri.

5.1.1. Manifesti e pubblicazioni

Anche la realizzazione del manifesto deve rispondere ai seguenti criteri per un prodotto di qualità:

- agile

- di facile lettura

- aderente alle disposizioni del programma.

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Per i manifesti già pubblicati e per quelli della prosecuzione del processo partecipativo saranno di norma mantenuti la stessa impostazione e lo stesso logo scelti dal piano di comunicazione e saranno fornite tutte le informazioni principali per descrivere il programma previsto per la realizzazione degli eventi di diffusione del progetto, punto fondamentale del piano di comunicazione. Nella locandina saranno evidenziati:

- data e luogo di realizzazione dell’evento;

- il logo dell’Amministrazione comunale ospite. L’impostazione del manifesto punterà sulla forza dello slogan e dell’immagine visiva, rispettandone le informazioni essenzialmente istituzionali. Della partecipazione pubblica è stata data notizia, oltre che con affissioni nelle principali bacheche pubbliche e nei luoghi di maggior rappresentanza, anche attraverso il sito istituzionale del Comune ospite di volta in volta, oltre che sul portale dell’assistenza tecnica incaricata.

5.1.2. Comunicati stampa e articoli informativi

Si provvederà a presentare i programmi integrati ai media tramite articoli e comunicati veicolati attraverso il sito internet dei Comuni, nelle redazioni giornalistiche, radiofoniche e televisive. Per ovviare al pericolo d’inefficacia del messaggio si punterà su un comunicato mirato, non eccessivamente tecnico, con un linguaggio adeguato. Compito del comunicato sarà quello di rendere pubblico l’impegno dell’Amministrazione nella riqualificazione degli ambiti individuati e la volontà di attuare una strategia partecipata di sviluppo. I diversi comunicati stampa saranno inviati alle redazioni per comunicare le fasi di preparazione dei programmi e le modalità per contribuire alla redazione degli stessi.

5.1.3. Riunioni e forum

La redazione del presente Documento Programmatico deriva dal percorso partecipativo che ha avuto seguito per l’elaborazione di varie attività comunali e intercomunali. Tra queste vi sono l’Agenda 21, il PUG, il processo che ha visto l’implementazione del sistema di gestione ambientale e secondo il regolamento comunitario EMAS nel territorio dell’ex bacino BA/3 (Valenzano, , , Binetto, , Grumo Appula, Palo del Colle, e Toritto) i Contratti di Quartiere e il PIRP. Per i futuri Programmi Integrati di Rigenerazione Territoriale, saranno organizzate diverse occasioni di confronto pubblico, fra le quali vi sono riunioni, forum di discussione con

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attori privilegiati, settoriali ed intersettoriali, sia a tema aperto che a tema specifico, oltre ad un approfondito convegno di rilevanza regionale. Il processo seguirà l’iter della fase di “Start”, la fase del “Decidi insieme” più sperimentale di confronto di punti di vista eterogenei riuniti in “Laboratori” che vede impegnati soggetti già autoselezionati nelle precedenti iniziative e che condurrà alla costruzione della proposta definitiva. Infine, è prevista un’ultima fase “Condividi e implementa” in cui saranno individuate le modalità di comunicazione pubblica e campagna di informazione e sarà favorito l’incontro di saperi esperti e diffusi al fine di individuare indicatori relativi alle persone e agli effetti sulla qualità della vita, con particolare riguardo agli ambiti potenziali di intervento e ai soggetti limitrofi e/o interessati a vario titolo. Attraverso un’efficace ed estesa opera di animazione su tutto l’ambito, saranno contattati numerosi attori e soggetti rappresentativi delle realtà sociali, economiche, istituzionali e culturali dell’area di intervento. In particolare saranno consultati e coinvolti enti no profit, associazioni culturali, parrocchie, gruppi di volontariato, organizzazioni sindacali e di categoria, rappresentanti di PMI locali, responsabili di centri sociali, esperti delle problematiche economiche e sociali locali (assistenti sociali, ricercatori, ecc.). In particolare, la partecipazione dei numerosi soggetti si rivela fondamentale non solo per pervenire ad un’efficace analisi, ma anche per quanto attiene la conseguente definizione di:

- obiettivi e priorità;

- strategie e tipo di azioni che saranno realizzate;

- risorse che ogni partner metterà a disposizione;

- metodologia, tecniche e strumenti di coordinamento fra i diversi partner. La formulazione del programma integrato si articola in due sedi progettuali. La prima sede definita “Tavolo sociale” che vede la partecipazione dei residenti degli ambiti territoriali individuati da sottoporre a programmi integrati, operatori economici, e rappresentanti di associazioni e cooperative sociali a vario titolo impegnate nel quartiere, delle associazioni di volontariato, delle organizzazioni sindacali. Il ruolo dell’Amministrazione è limitato a quello di regia del tavolo. Il lavoro è stato scandito da un calendario molto serrato di riunioni che si estende a tutto il periodo di formazione del programma integrato. Nelle riunioni, attraverso la compilazione di schede, sono state rilevate le azioni previste dai partecipanti. Le proposte sono state quindi discusse e valutate collettivamente. L’altra sede progettuale è quella del “Tavolo tecnico- politico di coordinamento”. Vi partecipano i rappresentanti delle amministrazioni, l’assistenza tecnica incaricata dell’elaborazione del Programma, i funzionari degli UTC designati in base alle competenze richieste: tecnici ed operatori dei servizi socio assistenziali dei Comuni.

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5.1.4. Realizzazione di un opuscolo

Il processo di partecipazione per la definizione del Documento Programmatico per la Rigenerazione Territoriale comporta anche l’elaborazione di materiale informativo in formato cartaceo di semplice ed immediata lettura quale può essere un opuscolo. La realizzazione dell’opuscolo deve rispondere ai seguenti criteri per un prodotto di facile lettura e contenente le caratteristiche, gli obiettivi e le finalità del programma oltre alla descrizione dell’ambito oggetto dell’intervento, delle sue criticità ed alle azioni intraprese dell’Amministrazione nella fase progettuale. L’opuscolo avrà una tiratura di alcune centinaia di copie. Scopo ultimo è stato quello di raccogliere intorno al programma il maggior numero di cittadini e operatori economici cui il progetto si rivolgerà, di operatori dell’informazione e di soggetti istituzionali. L’attività sarà finalizzata al massimo coinvolgimento degli attori del territorio, ed avrà avvio con l’organizzazione di una specifica assemblea pubblica per la presentazione delle linee essenziali del Programma e per proseguire con la partecipazione pubblica già abbondantemente perseguita. I suddetti eventi costituiranno una prima fase della durata di una settimana il cui obiettivo è la presa di coscienza del programma e favorire l’attenzione e l’interesse non solo dei soggetti immediatamente coinvolti. Seguirà una seconda fase in cui le Amministrazioni comunicano i contenuti del programma avviando un percorso di confronto con Istituzioni, Enti, Stakeholders pubblici e privati e la cittadinanza attiva.

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6. Gli interventi materiali ed immateriali previsti

Ambiti di rigenerazione: La rigenerazione territoriale agisce nella porzione di territorio comunale di Grumo Appula con le Zone A1 e A2 del PUG (ex A1 e B1 in parte del PdF) e sulla Zona periferica sud dell’abitato già bersaglio parziale del P.I.R.P. a comprendere aree dismesse dallo spostamento del tracciato ferroviario.

Interventi materiali previsti:

Titolo intervento: RIQUALIFICAZIONE DEL CONNETTIVO VIARIO DEL CENTRO STORICO CON VALORIZZAZIONE DEI CONTESTI ARCHITETTONICI DI PREGIO E RIVITALIZZAZIONE DEGLI SPAZI PUBBLICI DI RELAZIONE

L’intervento prevede un programma integrato di opere per il completamento della riqualificazione dei percorsi nel nucleo storico in continuità con gli spazi già riqualificati o in corso di riqualificazione, attraverso il restauro dei basolati antichi e la regolazione del traffico mediante l’istituzione di zone a traffico limitato, la ricucitura e rivitalizzazione degli spazi pubblici di relazione lungo i tracciati del “centro” della città facendo sì che esso torni ad essere il “salotto del paese”, vivibile, gradevole ed accessibile nonché architettonicamente Descrizione: bello. L’intervento prevede anche la valorizzazione dei contesti nei pressi di edifici storici come Palazzo della Torre (prima sede del Municipio) e casa del personaggio storico Filippo Minutilli, patriota di Grumo Appula.

Obiettivi: Ne scaturirà la riqualificazione e valorizzazione degli spazi storici a partire dalle centralissime ed interconnesse Piazza Vittorio Veneto con la facies del Municipio, piazza Kennedy con l’ingresso nella città antica e Piazza Aldo Moro con su lo sfondo lo scenario dell’imponente prospetto di ciò che fu il Castello, aperte sulla rete dei vicoli in basolato e collegate con la rivitalizzata e ripensata Piazza della Libertà, la villa comunale restituita alla comunità dopo restyling architettonico, da cui conseguirà l’innalzamento del confort urbano e territoriale, l’aumento dell’indotto economico legato anche al turismo a breve termine e quindi il miglioramento dello stato sociale e lavorativo della cittadinanza, con un possibile ripopolamento del centro storico e l’apertura di nuove attività produttive e commerciali.

Altri progetti/programmi: L’intervento programmato si interfaccia sinergicamente con altre iniziative ed opere, alcune già eseguite o in corso di esecuzione quali per il centro storico la riqualificazione della piazza Ten. Binetti e Pio X, così come anche della piazza Carmine (già nuovo mercato previsto tra

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CITTÁ DI DOCUMENTO PROGRAMMATICO PER LA RIGENERAZIONE URBANA – D.P.R.U. GRUMO APPULA Ai sensi della L.R. n° 21 del 29 luglio 2008

gli interventi del Contratto di Quartiere II “Centro storico”), nonché il restauro dei basolati, per l’area periferica le opere di mitigazione idraulica del quartiere Madonna delle Grazie, di riqualificazione di aree pubbliche attraverso il GAL “Conca Barese”, di recupero dell’impiantistica sportiva, di innesto di nuovi servizi (Asilo Nido- primavera), le opere del PIRP di infrastrutturazione primaria (aree di verde attrezzato, isole pedonali e aree per l’aggregazione sull’ex tracciato ferroviario) e secondaria (centro Parrocchiale Monteverde - centro Aperto per Anziani), la dotazione di impianti fotovoltaici ai plessi scolastici.

In particolare l’intervento si integra con i programmi di interventi in fase di avvio quali:

Patto per lo sviluppo della città Metropolitana di Bari

Progetto: Grumo in rete: Valorizzazione del “Museo della Civiltà Contadina” e sviluppo del paesaggio rurale con realizzazione di servizi tecnologici nella frazione di Mellitto

Il progetto che si intende avviare è un progetto multidisciplinare che si sviluppa in tutto il territorio comunale di Grumo Appula. Il Comune di Grumo Appula può annoverare nel suo patrimonio la Frazione di Mellitto, borgo rurale distante circa 7 Km dal centro abitato, che vede una presenza costante di alcune famiglie durante tutto l’anno e un maggior incremento di persone durante la stagione estiva. Mellitto è un borgo rurale situato a metà strada tra Altamura e Bari, a poca distanza dalla stazione Fal – Fermata Mellitto. Per questa peculiarità è un punto nevralgico fondamentale rispetto anche agli ormai prossimi eventi previsti per “Matera Capitale della Cultura - 2019”. Una parte della proposta progettuale prevede un miglioramento della fruibilità e dell’offerta turistica della frazione di mellitto e nello specifico le azioni previste sono:  Realizzazione della videosorveglianza innovativa costituito da telecamera ad alta risoluzione che permettono di mantenere i video in archivio per una settimana. Il sistema sarà collegato 24 h al giorno alla sala operativa della Polizia Municipale di Grumo Appula.

 Realizzazione della rete di accesso gratuito ad internet in modalità Wi-fi con colonnine per la ricarica di personal computer, smartphone ecc alimentate da celle fotovoltaiche.

 Installazione di posteggi per biciclette e mezzi non motorizzati

 Realizzazione di info point e allestimento dello stesso.

 Allestimento punto primo soccorso (defibrillatore)

Il Comune di Grumo Appula negli ultimi anni ha visto un notevole incremento e sviluppo delle attività culturali, artistiche e religiose grazie alle quali il territorio ha visto un netto incremento del

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CITTÁ DI DOCUMENTO PROGRAMMATICO PER LA RIGENERAZIONE URBANA – D.P.R.U. GRUMO APPULA Ai sensi della L.R. n° 21 del 29 luglio 2008 turismo. L’amministrazione comunale di Grumo Appula è riuscita negli ultimi mesi ad aggiudicarsi un bando della Regione Puglia per la riqualificazione del chiostro comunale che permetterà di offrire tali spazi recuperati che sia adattano perfettamente per la creazione di un Museo della Civiltà Contadina. I lavori di recupero termineranno ad inizio 2017. Al fine di rendere maggiormente il Museo della Civiltà Contadina, di prossima realizzazione, ad un pubblico sempre maggiore, risulta necessario aumentare l’offerta proposta mediante:  Allestimento del museo (scaffali, bacheche, vetrinette, scrivanie, sedie, lampade, punti luce, bacheche virtuali, teli per proiezione, proiettori, postazioni multimediali, visori di realtà virtuale, audio guide, stampanti 3d per realizzazione gadget, computer)

 Creazione di contenuti multimediali da utilizzare all’interno del museo

 Poltroncine, panchine ed attrezzature per spazio antistante l’entrata del museo, piccolo palco per iniziative culturali e di spettacolo,

 Allestimento punto primo soccorso (defibrillatore)

 Impianto di videosorveglianza e antincendio

 Infissi esterni al museo

 Arredo per esterno (piante ornamentali)

Altro punto d’interesse ai fini di un aumento dei contenuti culturali è la riqualificazione funzionale della “Sala della Cultura” del Municipio. In particolare risulta necessario allestire la stessa con:  Poltroncine, proiettore e telo per proiezione, pedana e tavolo conferenze, impianto di illuminazione e impianto termico.

Così come previsto nella frazione di Mellitto, nel centro cittadino si prevede:

 Realizzazione della rete di accesso gratuito ad internet in modalità Wi-fi con colonnine per la ricarica di personal computer, smartphone ecc alimentate da celle fotovoltaiche e sia nel centro abitato di Grumo Appula e nello specifico nelle seguenti piazze: Devitofrancesco, Binetti, Carmine e Vittorio Veneto ed inoltre anche nella Pineta Comunale.

 Installazione di posteggi per biciclette e mezzi non motorizzati

Ai fini della realizzazione del progetto non risultano esserci vincoli o autorizzazioni particolari, se non l’iter amministrativo previsto per la fornitura dei servizi e dei beni e dei lavori pubblici previsti nel territorio di Mellitto. La proposta progettuale rispetta in pieno quelle che sono le linee programmatiche del Piano Strategico Metropolitano, nello specifico la proposta rientra in quelle che sono le azioni strategiche localizzate in un solo comune ma che riguardano funzioni di interesse collettivo. Compatibilità con il Piano Strategico Metropolitano

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L’ambito territoriale di riferimento sarà il Comune di Grumo Appula e territori limitrofi.

Il risultato atteso è un aumento dell’offerta turistica del territorio di Grumo Appula e della Frazione di Mellitto. L’intervento permetterà una maggior conoscenza del territorio ed inoltre aumenterà l’offerta turistica dello stesso, andando ad implementare i sistemi previsti dalle samrt city, infatti sarà implementato l’uso di tecnologie, miglioramento della mobilità e dell’efficienza energetica nel rispetto dell’ambiente. Gli output previsti sono:  Aumento dell’offerta turistica e culturale

 Maggior visibilità e conoscenza del territorio

Riprendiamoci il centro: controllo ztl e videosorveglianza

Istituzione della ztl. favorire la permeabilità ciclo-pedonale, diminuire il conflitto tra componente collettiva e privata del traffico, ridurre la sosta veicolare su strada nelle aree centrali, regolamentazione della sosta nella ztl e nelle aree adiacenti (zsc), potenziamento e rifunzionalizzazione dei parcheggi concentrati mobilità lenta. il piano ha previsto di implementare azioni che, pur complementari all’istituzione della ztl, fossero anche funzionali agli obiettivi di razionalizzazione della mobilità nelle aree centrali in uno scenario di assenza di limitazioni del traffico.

Programma straordinario di interventi per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie, di cui al DPCM 25 maggio 2016. Progetto “Periferie Aperte”.

Il progetto di che trattasi riguarda un insieme coordinato di interventi interessanti le aree periferiche a sud ovest del centro abitato. In particolare riguardano: - realizzazione zona fitness e spazio riservato per cani nell’area prospiciente via Madonna delle Grazie e via sold. M. Caporusso con contestuale sistemazione dei percorsi pedonali, realizzazione di pubblica illuminazione e video-sorveglianza; - riqualificazione dell’area prospiciente via Fariello con realizzazione di punti di aggregazione all’aperto con arre di gioco e nuove piazzette; - riqualificazione di aree comunali dismesse del campo sportivo, manutenzione dell’impianto e realizzazione di strutture sportive di quartiere; - realizzazione di pista ciclabile di collegamento delle suddette aree di intervento; - realizzazione nel cortile della scuola “Devitofrancesco” di strutture di aggregazione per lo svolgimento di eventi culturali aperti alla cittadinanza.

Biciplan Metropolitano

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Pianificazione a livello di Area Metropolitana e progettualità di piste ciclabili in ambito urbano ed extraurbano.

Interventi immateriali previsti:

Percorsi sociali

Il Comune negli ultimi anni ha realizzato diverse azioni per l’implementazione di un servizio integrato di servizi sociali; particolare attenzione è stata posta alle politiche in favore dei minori, anziani, disabili ed immigrati.

La difficoltà di raccolta di dati attendibili potrà essere superata con l’approvazione del regolamento dei servizi sociali, nell’ambito del quale sono stati previsti degli strumenti tecnici per ovviare a questi limiti. Dalle segnalazioni degli operatori sociali è emersa l’esistenza di un disagio sociale profondamente reale. Le domande connotano, in primo luogo, come bisogni di natura economica, lavorativa e abitativa (soprattutto intesa come difficoltà a sostenere l’’onere di un canone di locazione). Richiesta di lavoro soprattutto da parte di persone con bassa scolarizzazione senza una formazione professionale specifica, con uno stato di disoccupazione “cronica”.

In relazione alle criticità sociali di seguito si riporta un’analisi delle principali suddivise per aree di bisogno:

Area Minori Tra le problematiche di disagio sociale emergenti, l’area evidenzia la presenza di un numero di minori le cui condizioni socio-ambientali risultano a rischio. Le forme di marginalità: strutturale- culturale, sociale e relazionale si intrecciano e si sovrappongono, mostrando come il minore (specialmente adolescente) rappresenti l’anello debole di una catena di problemi che la famiglia si trova a gestire.

Disabiità In relazione all’area “Disabili” l’amministrazione comunale ha inteso adottare politiche in favore dell’handicap finalizzate a combattere l’esclusione sociale ed a garantire pari opportunità. In quest’’ottica di avvio di un processo di inclusione sociale estesa tutti gli aspetti della vita delle persone con disabilità (scuola, lavoro, mobilità, accessibilità).

DPRU – DOCUMENTO PROGRAMMATICO PER LA RIGENERAZIONE URBANA 65

CITTÁ DI DOCUMENTO PROGRAMMATICO PER LA RIGENERAZIONE URBANA – D.P.R.U. GRUMO APPULA Ai sensi della L.R. n° 21 del 29 luglio 2008

Anziani Il tendenziale aumento della fascia di popolazione anziana a livello comunale e la maggiore concentrazione di popolazione rilevata nell’area d’intervento del P.I.R.P. richiede, un’offerta di risposte adeguate ai bisogni socio-assistenziali, informativo-culturali e di socializzazione al fine di ridurre i processi di emarginazione, tutelando la dignità dell’anziano e valorizzando il patrimonio umano e sociale di cui è portatore. Si dovranno promuovere reti di supporto all’anziano, anche al fine di prevenire l’isolamento, favorire e/o potenziare la istituzione di centri ricreativi, culturali e di socializzazione, favorire il ruolo attivo dell’anziano nella società, anche attraverso il loro utilizzo in servizi territoriali di utilità sociale. La risoluzione dei casi non necessita solo di interventi di tipo economico, ma deve portare all’attivazione di risorse e servizi tali da garantire risposte a bisogni individuali, collettivi e territoriali finalizzati al recupero dell’individualità personale nella sua interrelazione sociale e comunitaria.

DPRU – DOCUMENTO PROGRAMMATICO PER LA RIGENERAZIONE URBANA 66

CITTÁ DI DOCUMENTO PROGRAMMATICO PER LA RIGENERAZIONE URBANA – D.P.R.U. GRUMO APPULA Ai sensi della L.R. n° 21 del 29 luglio 2008

7. ALLEGATO

ALLEGATO CARTOGRAFICO PERIMETRAZIONE – Tav. ACP – perimetrazione ambiti su base PUG adottato Contiene la delimitazione degli ambiti territoriali da assoggettare a Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana, utilizzando la base cartografica del PUG adottato.

DPRU – DOCUMENTO PROGRAMMATICO PER LA RIGENERAZIONE URBANA 67