Carta delle vocazioni ittiche - Risultati

BACINO DEL TORRENTE BOESIO

Il bacino del Torrente Boesio occupa un’area di circa 4700 ha, drenando un’ampia zona semi-pia- neggiante, tra i 200 ed i 300 m s.l.m. Posto nella porzione nord-occidentale del territorio della provincia, esso comprende, oltre al Torrente Boesio, da cui prende il nome, altri corsi d’acqua di particolare interesse ittico, come: il Marianne, il San Giulio, il Gottardo e il Reno. Il grande interesse ambientale di questi corsi d’acqua è dovuto sia alla bellezza paesaggistica del- l’alveo naturale, dalle caratteristiche tipicamente ritrali, sia alla presenza di popolazioni integre di trota fario autoctona, che li rendono ambienti di elevato valore naturalistico.

Il Torrente Boesio

Figura 28: Profilo altimetrico del Torrente Boesio

Lunghezza corso d’acqua 11,6 km Sorgenti 270 m s.l.m. Larghezza media alveo di magra 2,5 m Foce 193 m s.l.m. Pendenza 0,7 %

Il Torrente Boesio nasce nella Valcuvia, presso a 270 m s.l.m., e secondo un orientamen- to est-ovest, ricevuti gli apporti dei rami laterali provenienti dal Monte Nudo e dal Sasso del Ferro, sfocia nel Lago Maggiore all’altezza di Laveno. Esso scorre in un territorio piuttosto antropizzato, attraversando insediamenti abitativi, zone indu- striali e campi coltivati, alternati a boschi di latifoglie. L’ambiente possiede caratteristiche iporitrali: l’andamento è sinuoso; la velocità di corrente soste- nuta; le acque sono moderatamente turbolente con lunghi run separati da corti riffle, e pool sulle curve; il substrato di fondo è costituito in prevalenza da ciottoli, ghiaia e fango, con abbondante sedimento organico fine e grossolano e una cospicua copertura di alghe perifitiche. La vocazionalità espressa dall’habitat fisico è a Salmonidi, accompagnati da Ciprinidi reofili. La capacità portante e la produttività potenziale sono buone, in base alle caratteristiche morfologi- che dell’ambiente naturale, delle sue dimensioni e del regime idrologico. I dati sulle portate del corso d’acqua registrati per il pluriennio 1978-95 mostrano infatti una por- tata media annua di 1,75 m3/s, ed un regime idrologico tipicamente pluviale, caratterizzato da due periodi di morbida, uno principale in aprile ed uno secondario in ottobre, e due periodi di magra, principale ad agosto e secondario in gennaio (Figura 29). L’ambiente naturale deve però fronteggiare gli svariati impatti di origine antropica che ne minano sia l’integrità morfologica che la qualità delle acque. In particolare i dati sulla qualità biologica

47 Carta delle vocazioni ittiche - Risultati delle acque registrati nella campagna 1994, attestano la presenza di un forte impatto da parte di sca- richi civili, industriali e zootecnici sul Boesio. Le acque del torrente sono infatti classificate in 4° e 3° classe di qualità, giudicate cioè inquinate o molto inquinate, lungo tutto il suo percorso, da a Laveno (Tabella 16). Figura 29: Andamento annuale e pluriennale delle portate medie mensili del Torrente Boesio.

Tabella 16: Qualità biologica delle acque del Torrente Boesio. STAZIONI DI PRELIEVO DATA Punteggio CLASSE DI IBE QUALITA’ Azzio mar ’94 4 4 ott ‘94 4 4 Brenta mar ’94 7 3 ott ‘94 9 2 mar ’94 5 4 ott ‘94 7 3 Laveno mar ’94 5 4 ott ‘94 7 3

Le stazioni di campionamento ittico sono state fissate in due punti situati: il primo a Cuveglio (BOE-1), il secondo a Brenta, in località Molino Mistura (BOE-2). Nel tratto più a monte il torrente attraversa con andamento meandriforme un territorio coperto da boschi, con sporadici insediamen- ti abitativi e industriali; la stazione è stata fissata subito a valle di una briglia, posta a conclusione di uno scivolo in cemento in cui il torrente è costretto per una quindicina di metri. Qui sono stati rin- venuti unicamente alcuni soggetti adulti di trota iridea, riconducibili ad azioni di immissione. Il secondo tratto attraversa invece una valle per lo più coperta da prati e coltivazioni, cui si alternano pic- coli e radi boschi di latifoglie ed insediamenti abitativi e industriali. Anche in questo tratto il torrente subi- sce alterazioni, sotto forma di argini rinforzati, briglie e diversioni e restituzioni di volumi d’acqua. L’indagine della fauna ittica in questo tratto ha fatto emergere la presenza di una comunità anche in que- sto caso poco diversificata, dominata dal vairone, numericamente abbondante. Risulta invece rara la trota fario.

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Dai risultati dei campionamenti ittici appare dunque evidente lo stato di forte compromissione del Torrente Boesio, la cui comunità ittica risentendo dell’impatto antropico subito dall’ecosistema flu- viale non rispecchia per composizione la vocazione ittica del corso d’acqua.

Torrente San Giulio Il Torrente San Giulio nasce sul versante sud del Pizzo di Laveno, sopra Vararo, a 950 m s.l.m. Scorrendo con orientamento nord-sud in una valle profonda stretta a gola coperta da boschi di latifoglie, e attraversato l’abitato di Cittiglio, esso confluisce nel Torrente Boesio, dopo 4,6 km di percorso. Figura 30: Profilo altimetrico del Torrente San Giulio

Lunghezza corso d’acqua 4,5 km Sorgenti 950 m s.l.m. Larghezza media alveo di magra 2 m Foce 235 m s.l.m. Pendenza 15,9 %

L’ambiente è assolutamente naturale e di tipo ritrale: la pendenza e la turbolenza delle acque sono elevate; il fondo è roccioso e coperto da massi, ciottoli e ghiaia, le rive sono per lo più scoscese e stabilizzate dalle radici di alberi ed arbusti. La vocazione è a Salmonidi. L’indagine sulla fauna itti- ca del torrente ha interessato un tratto lungo 101 m, all’altezza di Vararo (BOE-3). La comunità itti- ca è composta dalla sola trota fario, della quale sono stati rinvenuti un numero considerevole di sog- getti riconducibili alle prime classi d’età. La popolazione appare comunque discretamente struttu- rata, pur mancando dal campione soggetti superiori ai 20 cm (Figura 31).

Figura 31: Distribuzione di frequenza in classi di lunghezza dei soggetti di trota fario catturati.

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Torrente Marianna Il Torrente Marianna nasce in Valcuvia, presso il comune di Arcumeggia e con un percorso di 4,8 km, attraverso una valle con forma a “v”, poco antropizzata, per lo più coperta da prati e boschi di latifoglie, confluisce nel Torrente Boesio. Figura 32: Profilo altimetrico del Torrente Marianna

Lunghezza corso d’acqua 4,8 km Sorgenti 648 m s.l.m. Larghezza media alveo di magra 3,5 m Foce 274 m s.l.m. Pendenza 7,8 %

Il corso d’acqua presenta caratteristiche tipicamente ritrali, con pendenza piuttosto elevata, fondo roccioso, in prevalenza coperto da massi e ciottoli; acque turbolente con tutte le tipologie idrauli- co-morfologiche ben rappresentate. La larghezza media dell’alveo, che si allarga procedendo verso valle, è di 3,5 m. L’ambiente naturale riveste dunque un notevole interesse sia dal punto paesaggistico che ittico. Esso esprime una chiara vocazionalità a Salmonidi. L’indagine sulla fauna ittica del corso d’acqua è stata condotta in due tratti: il primo, lungo 81 m e situato presso Arcumeggia; il secondo, lungo 60 m, situato in prossimità dell’abitato di . Tra le due stazioni, nel tratto intermedio del corso d’acqua, esiste una derivazione idrica che ne impoverisce le portate a valle. Subito a valle della seconda stazione il torrente subisce numerosi interventi artificiali, nella forma di briglie e argini rinforzati che ne rettificano l’andamento, alterando la qualità dell’habitat. La comunità ittica è composta dalla sola trota fario, la cui popolazione è ben strutturata in classi d’età ed è caratterizzata da soggetti il cui fenotipo tipicamente “mediterraneo” ne determina il note- vole interesse faunistico (Figura 33). Da segnalare è inoltre la presenza di una popolazione numericamente abbondante e rappresentata da molte classi d’età di gambero autoctono (Austropotamobius pallipes).

Figura 33: Esemplare di trota fario del Torrente Marianne. Particolare.

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