Corte E Cerimoniale Di Carlo Di Borbone a Napoli ------ISBN 978-88-6887-069-0 978-88-6887-069-0 10.6093/978-88-6887-069-0

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Corte E Cerimoniale Di Carlo Di Borbone a Napoli ------ISBN 978-88-6887-069-0 978-88-6887-069-0 10.6093/978-88-6887-069-0 Università degli Studi di Napoli Federico II a Napoli di di e cerimoniale Carlo Borbone Corte Pubblicazioni del Dipartimento di Studi umanistici Clio. Saggi di scienze storiche, archeologiche e storicoartistiche 27 Corte e cerimoniale Con l’arrivo a Napoli di Carlo di Borbone, nel 1734, cessata la pluri- di Carlo di Borbone secolare dipendenza delle Sicilie da sovrani esterni e non residenti, prese subito avvio la formazione di una corte che divenne ben pre- a Napoli sto motivo di ammirazione per diplomatici e viaggiatori stranieri, oltre che uno dei simboli della politica di rafforzamento del nuovo Stato e della sua autonomia. a cura di Anna Maria Rao A lungo trascurata dalla storiografia, la corte di Carlo e Maria Ama- lia viene qui indagata da punti di vista molteplici: le continuità e le discontinuità rispetto ai precedenti modelli vicereali e ad altri mo- delli europei, l’importanza simbolica di cerimonie ed etichette nella costruzione di gerarchie cetuali e statuali, i contesti architettonici e la pluralità delle sedi, da Napoli e Capodimonte a Caserta e Cardi- tello, da Portici a Persano. Nozze, nascite, funerali, rappresentazio- ni teatrali e scavi archeologici, partite di caccia e cerimonie laiche e religiose furono altrettante occasioni di esibizione della maestà del re e della sua munificenza, momenti celebrativi della unione tra il sovrano e il suo popolo. Anche inchini e baciamani potevano ser- vire a costruire una civiltà delle buone maniere e a forgiare un’im- magine di prestigio dello Stato napoletano sulla scena europea. Anna Maria Rao insegna Storia moderna e Metodologia della ricerca storica nell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Già Presidente della Commissio- ne Internazionale di Storia della Rivoluzione francese e della Società italiana di studi sul secolo XVIII, ha pubblicato vari volumi e saggi di storia politica e cultu- rale del Settecento e del periodo rivoluzionario. ISBN 978-88-6887-069-0 ISBN 978-88-6887-069-0 DOI 10.6093/978-88-6887-069-0 Università degli Studi di Napoli Federico II Clio. Saggi di scienze storiche, archeologiche e storico-artistiche 27 Corte e cerimoniale di Carlo di Borbone a Napoli a cura di Anna Maria Rao Federico II University Press fedOA Press Corte e cerimoniale di Carlo di Borbone a Napoli / a cura di Anna Maria Rao. – Napoli : FedOAPress, 2020. – (Clio. Saggi di scienze storiche, archeologiche e storico-artistiche ; 27). – 178 p. : ill. ; 24 cm. Accesso alla versione elettronica: http://www.fedoabooks.unina.it ISBN: 978-88-6887-069-0 DOI: 10.6093/ 978-88-6887-069-0 ISSN: 2532-4608 In copertina: Antonio Joli, Il corteo dei reali a Piedigrotta, metà del XVIII secolo, olio su tela, collezione privata. Comitato scientifico Francesco Aceto (Università degli Studi di Napoli Federico II), Francesco Barbagallo (Univer- sità degli Studi di Napoli Federico II), Roberto Delle Donne (Università degli Studi di Napoli Federico II), Werner Eck (Universität zu Köln), Carlo Gasparri (Università degli Studi di Napoli Federico II), Gennaro Luongo † (Università degli Studi di Napoli Federico II), Fernando Marías (Universidad Autónoma de Madrid), Mark Mazower (Columbia University, New York), Marco Meriggi (Università degli Studi di Napoli Federico II), Giovanni Montroni (Università degli Studi di Napoli Federico II), Valerio Petrarca (Università degli Studi di Napoli Federico II), Anna Maria Rao (Università degli Studi di Napoli Federico II), André Vauchez (Université de Paris X-Nanterre), Giovanni Vitolo (Università degli Studi di Napoli Federico II) © 2020 FedOAPress - Federico II University Press Università degli Studi di Napoli Federico II Centro di Ateneo per le Biblioteche “Roberto Pettorino” Piazza Bellini 59-60 80138 Napoli, Italy http://www.fedoapress.unina.it/ Published in Italy Prima edizione: aprile 2020 Gli E-Book di FedOAPress sono pubblicati con licenza Creative Commons Attribution 4.0 International Indice Anna Maria Rao, Introduzione: «una corte nascente» 7 1. Elena Papagna, «Conservare con tanta esattezza le consuetudini e l’eti- chette spagnuole». Note sul regno di Carlo di Borbone a Napoli 31 2. Giulio Sodano, L’arrivo della regina. Novità e persistenze nel cerimoniale napoletano per le nozze tra Carlo di Borbone e Maria Amalia di Sassonia 55 3. Ilaria Telesca, Il cerimoniale di Napoli come specchio della dignità reale di Spagna 73 4. Paologiovanni Maione, La cappella musicale del Palazzo tra Sei e Sette- cento 89 5. Francesco Cotticelli, Sul caso Liveri e sulle scelte politiche in campo tea- trale e musicale 99 6. Elisa Novi Chavarria, Il confessore alla corte di Carlo 111 7. Pasquale Palmieri, La devota corte di Carlo di Borbone e Maria Amalia di Sassonia 125 8. Domenico Cecere, La corte e la città. Lo spazio urbano nelle cerimonie reali sotto Carlo di Borbone 141 9. Diego Carnevale, Lutti e funerali reali alla corte di Carlo di Borbone 153 Indice dei nomi 167 5 Anna Maria Rao Introduzione: «una corte nascente» Anna Maria Rao, Introduzione: A Raffaele Ajello «una corte nascente» 1. Immagini e rappresentazioni Napoli è la sola città d’Italia che dia veramente la sensazione di essere una capitale; il movimento, l’affluenza del popolo, il gran numero e il fracasso continuo delle vetture; una Corte con tutte le regole, e molto brillante, il tono di vita e lo spettacolo magnifico dei grandi signori; tutto contribuisce a darle quell’aspetto esteriore vivo e animato che hanno Parigi e Londra, e che non si trova affatto a Roma1. A pochi anni dall’arrivo a Napoli di Carlo di Borbone, il consigliere del Par- lamento di Borgogna Charles de Brosses, in viaggio in Italia, già registrava per le sue future memorie – le Lettres écrites d’Italie en 1739 et 1740 – un’immagine vivacissima della città e della sua corte, brillante e «con tutte le regole», capitale della maggiore monarchia che si potesse visitare nella penisola. Questo suo ricor- do contrasta con altre più pessimistiche o, probabilmente, realistiche rappresen- tazioni coeve o successive: in particolare, quelle di Bernardo Tanucci. Il ministro toscano venuto al seguito di Carlo avrebbe rivendicato con fierezza, nel 1758, di essere stato il vero e proprio artefice della corte di Napoli, poiché con la tenace attività diplomatica dispiegata tra il 1729 e il 1738 – un «tempo eroico» – aveva portato a compimento le ambizioni nutrite da Elisabetta Farnese per suo figlio: Io son così antico in questa Corte, che posso dir d’esserne il Patriarca, perché dall’anno 1729 in qua, cioè fin da quando ella non era ancora, gli affari primi, e i primi vagiti pas- sarono per le mie mani […] La fondazione, e il tempo eroico di questa Corte comincia dal trattato di Siviglia, e finisce alla partenza di qua del Conte di S. Stefano2. 1 La citazione (dall’edizione Viaggio in Italia. Lettere familiari, Milano, Parenti, 1957) è tratta da Antichi Stati, Collana diretta da G. Guadalupi, Regno delle Due Sicilie, tomo I, Real Città di Napoli (1734-1860), con un saggio di A.M. Rao, Milano, Franco Maria Ricci, 1996, pp. 43-44. 2 Bernardo Tanucci a Luigi Viviani, Napoli 29 agosto 1758, in E. Viviani Della Robbia, Ber- nardo Tanucci ed il suo più importante carteggio, II, Le lettere, Firenze, G.C. Sansoni Editore, 7 Corte e cerimoniale di Carlo di Borbone a Napoli La corte, nella sua testimonianza, era insieme la conseguenza e lo strumento del nuovo Stato napoletano, del cui cammino ripercorreva le tappe più impor- tanti: il trattato concluso a Siviglia il 9 novembre 1729 tra la Gran Bretagna, la Francia e la Spagna, che riconobbe l’introduzione di truppe spagnole in Toscana e nel ducato di Parma, così assicurando la presenza in Italia del giovane figlio di Filippo V e Elisabetta Farnese; la partenza da Napoli di Manuel de Benavi- des y Aragón conte di Santiesteban, aio e maggiordomo maggiore di Carlo, suo influente tutore fino al 1738, l’anno del matrimonio con Maria Amalia. Non solo, ma la corte alla quale qui Tanucci si riferiva non era spettacolo e sfavillio di dame e cavalieri, come nelle cronache mondane di gazzette e corrispondenze di viaggio, ma monarchia, governo, diplomazia. Non era un caso che a quei primi «vagiti» il ministro ripensasse proprio nel 1758: bisognava, allora, consolidare a Napoli la nuova dinastia, assicurando la successione ereditaria di Carlo, quasi certamente destinato a occupare il trono spagnolo. Meno di dieci anni dopo, nel giugno 1767, ormai partito il re e inse- diato a Madrid col nome di Carlo III, cessata da pochi mesi la minorità di Ferdi- nando IV, la corte napoletana di nuovo gli appariva malsicura, lontana da quelle «regole» che avevano positivamente colpito de Brosses, tutt’altro che assestata nei suoi ordinamenti, soprattutto nelle sue relazioni con le altre corti europee. All’ambasciatore napoletano a Parigi, Giuseppe Baeza y Vicentelo marchese di Castromonte e duca di Cantillana, a proposito di questioni cerimoniali relative ai rappresentanti diplomatici, in particolare delle richieste avanzate dall’amba- sciatore di Francia, il 20 giugno Tanucci scriveva: «non è alcuna vergogna il dirsi, che questa è una corte nascente, onde non è pur vergogna lo stabilire un rituale nuovo»3. Molto, in effetti, dopo l’arrivo di Carlo, si discusse non solo di riforme ammi- nistrative e di epurazioni nobiliari, di fisco, tribunali, concordati e relazioni con 1942, pp. 55 e 57. Da tempo ho segnalato – invano – l’uso improprio del «tempo eroico» in ri- ferimento al decennio successivo all’arrivo di Carlo a Napoli: si veda, in particolare, A.M. Rao, Napoli borbonica (1734-1860), in Real Città di Napoli (1734-1860), cit., p. 14. 3 Archivio di Stato, Napoli (ASNa), Archivio Borbone, vol. 13, cc. 8-9, 20 giugno 1767. Cfr. anche A.M. Rao, La questione feudale nell’età tanucciana, in Bernardo Tanucci la corte il paese 1730-1780, Atti del Convegno (Catania 10-12 ottobre 1985), «Archivio Storico per la Sicilia orientale», LXXXIV (1988), Catania 1991, pp.
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