Volume "Italia 150. Le Radici Del Futuro"
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Alto Patronato del Presidente della Repubblica 5 Presentazione 7 PARTE PRIMA CENTRALITÀ DEI TERRITORI E DIMENSIONE GLOBALE: STORIA E PROSPETTIVE 9 Italia 150. Le radici del futuro 13 Rappresentanza degli interessi, mercato e Stato: il lungo itinerario istituzionale delle Camere di commercio 31 La piccola transizione italiana 63 Rigenerare lo Stato nella società delle reti. Il sistema camerale tra locale e globale Ideazione e coordinamento scientifi co 69 Perché non si è sciolto il nodo del Mezzogiorno? Unioncamere Centro per la cultura d’impresa 77 Coordinamento editoriale PARTE SECONDA Centro per la cultura d’impresa Retecamere LE MODIFICAZIONI DEL TESSUTO ECONOMICO-SOCIALE DELL’ITALIA DAL 1861 AI GIORNI NOSTRI Con la collaborazione di ISTITUTO GUGLIELMO TAGLIACARNE per la promozione 147 della cultura economica PARTE TERZA ELENCO DEI PRESIDENTI E DEI SEGRETARI GENERALI NDICE DAL 1862 AI GIORNI NOSTRI Le immagini provengono dagli archivi Centro per la cultura d’impresa, Corbis, Fratelli Alinari, Marka, Scala. © 2011 Unioncamere, Roma Editore: Retecamere Scrl – Edizioni Camere di commercio d’Italia ISBN: 978-88-6077-111-7 PRESENTAZIONE Molte sono le angolazioni dalle quali si può guardare alla storia d’Italia degli ultimi 150 anni. Quello che proponiamo in questo volume è lo sguardo delle Camere di commercio, istituzioni volute dalle imprese ancora prima dello Stato unitario e che il primo Parlamento ha individuato come protagoniste a fi anco delle imprese nella costruzione dell’Unità d’Italia. Istituzioni da subito in rete per incrociare le esigenze delle imprese alla continua ricerca di innovazione e proiezione internazionale. Con il marzo 1861 inizia la vera avventura politica del Paese: costruire una società italiana, il tessuto di relazioni politiche, culturali, sociali ed economiche che trasformano un aggregato territoriale in una nazione. Di questo processo gli attori economici, singolarmente e in forma organizzata, sono stati un vettore fondamentale, svolgendo il compito di fondere le tante microeconomie locali in un mercato nazionale e di trasformare un’economia quasi essenzialmente agrocommerciale in un sistema progressivo, via via aperto all’espansione dell’artigianato, dell’industria e dei servizi. I protagonisti di questa trasformazione sono state le imprese e le loro organizzazioni, inizialmente solo le Camere di commercio e poi l’associazionismo di categoria, sempre più articolati man mano che l’economia italiana si diff erenziava, adeguandosi alla crescente modernità del Paese. Alle imprese che hanno accompagnato il processo di sviluppo nella sua lunga, e a volte complessa, vicenda unitaria, il sistema camerale ha dedicato in questi mesi un ciclo di approfondimenti e occasioni di confronto nei territori, di cui l’Assemblea dei presidenti delle Camere di commercio d’Italia dell’8 giugno 2011 vuole essere il momento culminante per off rire loro un rico- noscimento simbolico a testimonianza di questa lunga durata. Ma ancor di più l’evento celebrativo vuole sottolineare l’inizio di un percorso di conoscenza e valorizzazione delle vicende storico-imprenditoriali ultracentenarie attraverso l’istituzione di un apposito registro nazionale. La sfi da sta proprio nel moni- toraggio di soggetti in continua evoluzione e trasformazione, ma che fanno di questa dinamicità il volano della loro longevità. Il premio è il riconoscimento a un duplice valore: da un lato l’attaccamento alla tradizione e alla continuità, dall’altro la capacità di adattamento alla costante mutevolezza delle condizioni del mercato. Proprio a questo binomio di valori fanno di Ferruccio Dardanello riferimento i saggi contenuti nel volume, che inquadra la nascita di un primo sistema nazionale di Camere di commercio presidente Unioncamere nel 1862, a ridosso della proclamazione dell’Unità, ne descrive in chiave evolutiva l’azione di supporto alle imprese e alla regolazione del mercato, collocandolo nella prospettiva dei prossimi 150 anni. È questo un augurio che Unioncamere rivolge al Paese, alle imprese, agli attori del sistema camerale, che favoriscono il colle- gamento con le istituzioni e agevolano lo sviluppo del tessuto socioeconomico. 5 PARTE PRIMA Battitura del grano a Calcinaia (Pisa), 1890-1900 (Archivi Alinari, Firenze) CENTRALITÀ DEI TERRITORI E DIMENSIONE GLOBALE: STORIA E PROSPETTIVE 6 ITALIA 150. LE RADICI DEL FUTURO Quando molti mesi fa discutevamo col presidente Dardanello, con Claudio Gagliardi e con altri dell’oppor- tunità-necessità di affi ancare le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia con una rifl essione e iniziative legate all’identità economica del Paese, al suo saper fare, non era scontato che le celebrazioni avrebbero avuto successo. Ricordo che si è dubitato dell’opportunità di rendere il 17 marzo festa nazionale a tutti gli eff etti. Poi la marea è montata. L’azione straordinaria di manutenzione e valorizzazione dell’identità nazionale portata avanti negli ultimi anni da grandi presidenti della Repubblica come Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napoli- tano ha prodotto i suoi eff etti. Forse, oltre ai milioni di italiani che hanno aff ollato strade e piazze delle nostre città, il momento più signifi cativo, anche se irrituale, è stato l’identifi carsi del Paese nella straordinaria e poe- tica orazione civile di Roberto Benigni a Sanremo. Anche noi abbiamo visto crescere questa attenzione e abbiamo visto confermata la nostra intuizione. Nel no- stro attraversare l’Italia, incontrare imprese, istituzioni e soggetti, che si è incrociato con il lavoro in corso sulla green economy, abbiamo scoperto molte cose che ci possono essere utili nell’aff rontare le diffi coltà del presente e le sfi de del futuro. Del resto, diceva Einaudi, «Chi cerca rimedi economici a problemi economici è su falsa strada; la quale non può che condurre se non al precipizio. Il problema economico è l’aspetto e la conseguenza di un più ampio problema spirituale e morale». L’economia italiana ha un cuore antico, legato alla nostra storia e ai nostri territori. Un rapporto che è ancora una chiave essenziale del suo successo. Parlare oggi dei 150 anni dell’Unità d’Italia signifi ca anche valorizzare quella capacità tutta italiana, come diceva Carlo Maria Cipolla, «di produrre all’ombra dei campanili cose che piacciono al mondo». È questa l’idea da cui nasce la collaborazione fra Symbola e Unioncamere e del roadshow che si è tenuto in questi mesi in giro per le regioni d’Italia: nelle nostre radici risiede la nostra scommessa sul futuro. Un tema, quello dei caratteri culturali, sociali e antropologici della sistema produttivo italiano, che è sembrato rimanere in ombra rispetto ad altri nell’elenco delle manifestazioni previste e del dibattito svoltosi fi n’ora. Tema che Unioncamere e Symbola hanno ritenuto dovesse avere la giusta attenzione e considerazione proprio per il suo essere fortemente rappresentativo dei caratteri più profondi dell’identità nazionale, e di come questa viene percepita a livello internazionale. Come dimostrano il successo e la diff usione di un’espressione di Ermete Realacci come quella di made in Italy, aff ermatasi quale sinonimo di un’idea dell’Italia strettamente legata alla qualità, presidente Fondazione Symbola prima ancora che di versatilità creativa e produttiva nei più diversi ambiti. Una rifl essione per meglio compren- dere come superare una crisi che colpisce soprattutto le nostre imprese vocate all’export. Una storia e una pro- spettiva che vedono un ruolo importante del sistema camerale che da sempre ha svolto una preziosa azione di accompagnamento delle imprese proprio grazie alla sua diff usione capillare e al suo radicamento territoriale. 9 CENTRALITÀ DEI TERRITORI E DIMENSIONE GLOBALE: STORIA E PROSPETTIVE Italia 150. Le radici del futuro Spesso nel passato la forza e la vitalità dell’economia italiana sono grandi gruppi, delle produzioni agroalimentari di qualità, ha molto Tanto per citare qualche esperienza, siamo gli unici al mondo, insie- radici di una scommessa sul futuro. Una scommessa che si nutre di state sottovalutate. In tempi recenti sono stati presentati come elementi da insegnare, con i suoi imprenditori, le sue comunità, i suoi saperi e me ai tedeschi, ad avere tecnologie per la produzione di rubinetti e valori, di creatività e di abilità, di coesione sociale e che vede nella di arretratezza quelli che potevano essere punti di forza. Basti pensare orgogli territoriali, il suo straordinario capitale umano, le sue profes- valvole senza piombo. Ben tre associazioni del settore, Assomet (me- sussidiarietà un formidabile fattore produttivo in grado di valorizzare ai giudizi liquidatori più volte espressi anche in autorevoli sedi inter- sionalità. È questo anche il senso della green economy, intesa come talli non ferrosi), UCIMU (macchine utensili) e AVR (valvole e rubi- i saperi e i talenti dei territori. nazionali sul ruolo della piccola e media impresa, sulla presenza in insieme delle attività direttamente connesse non solo alle questioni netti) hanno brevettato insieme un ottone puro, senza piombo, che Una suggestione positiva di questa idea di Italia si è avuta all’Expo di settori produttivi maturi e più in generale sul peso del settore manifat- ambientali, ma anche a qualcosa che per l’Italia signifi ca molto di più. rispetta i più avanzati standard internazionali. Un’innovazione made Shanghai, dove il padiglione italiano è stato il più visitato dopo quello turiero. C’è molto da cambiare, basti pensare al peso della burocrazia, Si incrocia, in tutti i campi, con la scommessa della qualità e della