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paludosi. I biotopi umidi dovranno essere maggiormente studiati nella prossima stagione. 4- I risultati del 2010 confermano che il massimo di biodiversità si osserva nella parte meridionale della provincia, meno antropizzata, e nella riserva di San Rossore-PI. 5- Per la prima volta sono stati studiati quantitativamente i rirmi Circadianidi gruppi di insetti in ambiente naturale e non in laboratorio. La metodologia adottata è originale e molto promettente. E’ possibile prevederene applicazioni pratiche come, ad esempio, l’utilizzo dei dati raccolti per ritmare efficacemente l’utilizzo in agricoltura dei pesticiin modo da massimizzarne l’efficacia e diminuirne la quantità immessa nell’ambiente. I dati sui bioritmi potrebbero permettere un uso mirato di pesticidi a rapido degrado onde ridurne l’impatto, sempre negativo, sull’ambiente.

Fig. 12.10 – Cluster di affinità tra le specie di imenotteri Mutillidi presenti nelle località

CONCLUSIONI 1- Nella stagione 2010 si è osservata una riduzione media delle catture da parte delle trappole. Purtroppo una analisi di queste fluttuazioni stagionali richiede osservazioni estese su più stagioni per poter individuare delle correlazioni con le fluttuazioni climatiche.Pertanto poco si può dire in questa sede, salvo registrare il fenomeno: Tab. 12.1. 2- E’ stata osservata la presenza di una nuova specie di Imenottero alloctono: carinifrons iwatai, di probabile origine del sud –est asiatico. P.carinifrons iwatai sembra essersi acclimatato e, probabilmente non sisulterà essere una specie nociva, ma anzi potenzialmente utile in quanto predatore di afidi. 3- Alcuni luoghi umidi della provincia hanno rivelato la presenza di specie poco comuni ed interessanti. I particolare nella palude di bientina e nelle colline delle “Cebaie” sono stati catturati alcuni esemplari di una possibile nuova specie di Crisidide del genere Omalus, che sembra essere associata ad ambienti umidi e 29-04-2011 82 29-04-2011 83

Nel caso degli Imenotteri Sfecidi lo studio del materiale di alcune trappole non è ancora completato. Il risultato parziale e mostrato nella figura

Fig. 12.8

Dallo studio delle tre famiglie si conclude che il massimo della biodiversità si ha nel parco di San Rossore e nella parte meridionale (meno antropizzata) della Provincia. I dati raccolti nel 2010 confermano le conclusioni del 2009 pur in presenza di un minor numero Fig.12.9 – Cluster di affinità nella composizione percentuale delle specie. di catture. Eventuali affinità tra le popolazioni catturate nelle diverse località sono state esplorate per Si osserva una maggiore affinità trale due località lungo il torrente Trossa, mentre i luoghi mezzo dell’anisi statistica multivariata, costruendo dei cluster si somiglianza. umidi dei Laghi Salati, del bosco Tanali e dell’oasi del Bottaccio si aggregano in un unico Considerando la composizione in specie delle comunità , si ottiene l seguente cluster, sottocluster indicando che i luoghi umidi tendono ad avere popolazioni simili e fig.12.9 riconoscibili. Nel caso dei Mutillidi, confrontando la composizione in specie delle popolazioni, si ottiene il seguente risultato (fig. 12.10). Si osservano raggruppamenti che concorda con i tipi di ambiente: Gerfalco e verruca sono ambienti collinari con terreno calcareo; Bottaccio, Staffoli e Montefalcone sono ambienti umidi nella zona di Bientina e delle “Cerbaie”; San Rossore e i “laghi salati Solvay” sono aree protette con terreno ben soleggiato e terreni sabbiosi od argillosi, favorevoli alla nidificazione degli Imenotteri ospiti dei Mutillidi.

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Questi confronti possono essere distorti dalle fluttuazioni annuali nello sviluppo degli Risultati analoghi e coerenti si ottengono facendo riferimento ad altre famiglie. insetti. Per esempio, e relativamente al parco di San Rossore, l’ anno 2007 è stato Per esempio considerando gli Imenotteri Mutillidi si ottengono i seguenti grafici: particolarmente povero di catture, Il 2009 molto ricco, mentre il 2010 si è assestato su valori intermedi. A conferma di queste osservazioni, che possono sembrare soggettive, nella fig.12.4 e nella tab. 8.1 è riportato il numero di specie e di esemplari di Crisididi catturate in tutte le località. Nel 2010 ogni trappola ha catturato in media, circa 13 specie e 34 esemplari contro un valore medio di 19 specie e 94 esemplari nel 2009. Questi numeri sono una evidenza oggettiva di fluttuazioni stagionali, probabilmente causate da un diverso regime termico e pluviometrico.

Tab. 12.1

Fig. 12.4

fig. 12.7 29-04-2011 78 29-04-2011 79

S’ varia da: Fig.12.3 - Valori dell’indice di diversità di Simpson per le 12 località monitorate negli anni S’= 0 quando tutti gli individui del campione appartengono ad una sola specie, 2009-2010 a

S’= 1 quando tutti gli individui del campione appartengono a specie diverse.

2 - L’’Indice di diversità di Shannon è basato sul contenuto d’informazione di un insieme di N oggetti, e viene definito come: S ) n # n & , H'= " i (Ln i /+ % ( . i=1 * N $ N ' -

H’ varia dal minimo di H’= 0, quando tutti gli individui del campione appartengono ad una sola specie, al massimo ! H’= Ln(S), quando tutti gli individui del campione appartengono a specie diverse.

Ne consegue che H’ ha un valore che tende a crescere all’aumentare delle dimensioni del campione, tuttavia H’ è un indice utile perché risulta poco sensibile ad eventuali errori d’identificazione di qualche individuo12 Fig. 12.2 – Valori dell’indice di diversità di Shannon per le 12 località monitorate negli anni Nella fig. 12.2 e 12.3 sono riportati rispettivamente i valori dell’indice di Shannon e 2009-2010 dell’indice di Simpson, ottenuti per tutti gli Imenotteri Crisididi catturati da tutte le trappole usate negli anni 2009-2010. I risultati ottenuti con i due indici sono tra loro coerenti nella valutazione della biodiversità

delle località. Non deve sorprendere la bassa valutazione dell’oasi WWF del Bottaccio nel comune di Bientina. Si tratta infatti di un ambiente umido con una copertura vegetale molto densa, che mantiene il suolo costantemente in ombra. E’ una situazione poco favorevole alla riproduzione degli Imenotteri (vedere le figure riportate nella relazione del 2009). Il biotopo di Staffoli è simile: bosco umido con densa copertura vegetale e questo spiega il basso indice di biodiversità registrato per questi siti. Al contrario tutte i siti ben soleggiati e con terreno parzialmente nudo danno valori elevati per entrambi gli indici. Le località di Verruca e della riserva di Montefalcone si collocano in una posizione intermedia: la prima perché si tratta di un terreno coltivato (uliveto), la 12 Si veda ad es.: Peet, 1974 – The Measurement of species diversity: pp.294-296 in Ann. Rev. Ecol. System. 5: 285-307. seconda perché è un biotopo ripetutamente soggetto ad incendi. 29-04-2011 76 29-04-2011 77

Nelle figg. 2.2, 3.1, 6,5.sono, mostrate le buone interpolazioni che si ottengono applicando calcolare la migliore interpolazione ai modello matematico scelto per la struttura della il modello della distribuzione lognormale ai dati raccolti nella provincia Pisa. comunità (per es. la distribuzione Lognormale). Col primo metodo si ottengono in genere stime superiori. Questa differenza non deve sorprendere perchè con i modelli di estrapolazione asintotica si tende a far prevalere nel calcolo le specie molto vagili o migranti, che, pur non facendo parte della fauna locale, possono essere solo casualmente catturate. Le previsioni sono calcolate supponendo tempi lunghi, o molti campionamenti. Nei modelli basati sulla struttura della comunità si analizzano invece i dati raccolti in un intervallo temporale definito, ed un numero finito di campionamenti, tendendo a dare minor peso alle specie vaganti o casualmente migranti e che, in realtà, non fanno propriamente parte della comunità locale. L’aggiunta o l’esclusione di queste poche specie, rappresentate in genere da un solo individuo, mentre incide sensibilmente sul valore asintotico estrapolato, non modifica in modo significativo la distribuzione lognormale. In conclusione la stima del numero di specie ottenuta con l’interpolazione della distribuzione lognormale è più utile per valutare la variazione stagionale od annuale della comunità. Per confrontare la ricchezza dei siti campionati si è deciso di usare i seguenti due indici numerici di diversità:

1 - L’ Indice di Diversità di Simpson è un indice non parametrico, basato sul calcolo delle probabilità ed applicato ad un insieme di N oggetti. E’ definito come: S # ni (ni "1)& S'= (1" D) =1" )% ( i=1 $ N(N "1) '

dove Fig.12.1- Esempio di Whittaker –plot, riprodotto da A. Magurran, 1988. “Ecological Diversity and Its

Measurement”, Priceton U.P., p.14. ni è il numero d’individui della i-esima specie nel campione, N il numero complessivo degli individui catturati nel sito, Per valutare la consistenza numerica delle specie presenti nella comunità si possono ! S il numero delle specie presenti nel campione. usare due procedure diverse. è la probabilità che, estraendo a caso due individui dal campione, questi Si può calcolare la curva d’estrapolazione asintotica del numero di specie accumulato in S’ funzione del numero dei campionamenti (equazione di Michaelis-Menten), oppure si può appartengono a specie diverse. Inoltre 29-04-2011 74 29-04-2011 75

Tuttavia cercare di condensare in un solo numero un concetto che dipende da molti 12- ANALISI DEI RISULTATI parametri non da risultati completamente soddisfacenti. Una rappresentazione dei dati che da indicazioni sulla possibile struttura della popolazione 11 Negli anni 2009 e 2010 la popolazione degli Imenotteri è stata campionata utilizzando è il cosiddetto Whittaker plot : un grafico in cui le specie sono ordinate in funzione della trappole non attrattive posizionate in 12 località della Provincia, ( Tab. 1.1 e 1.2). loro presenza percentuale pi nella popolazione : pi = ni/N (dove N è il numero

La probabilità di cattura da parte della trappola decresce con la distanza dalla medesima complessivo degli esemplari catturati ed ni il numero di individui appartenenti alla i-esima Attualmente non esistono dati sull’estensione della superficie campionata, dipendendo specie). questo dato da diversi fattori legati al microposizionamento della trappola rispetto ad Disponendo i valori di pi secondo una scala logaritmica si osservano delle curve di forma elementi locali del paesaggio. Inoltre la relativa vagilità delle diverse specie può ampliare o caratteristica, che variano a secoda del modello matematico scelto per descrivere la diminuire la superficie e dare un’indicazione deformata della relativa abbondanza. struttura della popolazione. Tuttavia Il tipo di trappole usato (Malaise, water traps) dovrebbe garantire un dato Dall’aspetto della curva nel Whittaker-plot, si ha un’indicazione del modello matematico da oggettivo e valido delle popolazioni di insetti delle diverse località, inoltre il monitoraggio usare per la valutazione della popolazione in esame. non è alterato dalla diversa abilità ed interesse degli operatori. La fig.12.1 è riprodotta dal testo di Magurran (citato) e mostra alcuni dati reali, ed il Dalle informazioni raccolte è possibile fare un confronto tra le popolazioni per stabilire confronto con possibili modelli. Nella fig.12. 2 è mostrato il Whittaker-plot ottenuto dai quali sono i siti più ricchi in biodiversità e quali i più poveri, alterati o degradati. nostri dati degli Imenotteri Chrysididi catturati dalle trappole nella provincia di Pisa. La ricchezza di un sito dovrebbe essere esprimibile per mezzo di un indice, un numero, Dal confronto con la fig. 8.1, risulta che la struttura della popolazione è conforme al che ne permetta il semplice confronto, in modo che a maggiore biodiversità corrisponda modello della distribuzione canonica o lognormale. un indice più elevato.

Intuitivamente si ritiene che un sito, in cui sia possibile osservare molti esemplari appartenenti a molte specie diverse, debba essere considerato un biotopo con alta biodiversità.

Pertanto la biodiversità è un concetto relativo, non univoco ma utile ad ordinare differenti località.

Nella valutazione e descrizione di una comunità di individui un concetto importante è il rango di una specie, vale a dire la sua abbondanza relativa, definita e calcolabile come la percentuale d’individui che la rappresentano nella comunità.

Il ruolo di una specie rara, che potrebbe essere osservata solo in qualche occasione particolare, è intuitivamente molto diverso da quello di specie frequenti e diffuse: le più Fig. 12.2 - Whittaker-plot per la popolazione dei Crisididi della provincia di Pisa. probabili ad essere osservate anche nel caso di una visita superficiale o di un campionamento ridotto. I molti tentativi fatti per definire un “indice di biodiversità” pratico ed affidabile, hanno 10 prodotto una vasta e ricca letteratura . C J, Krebs, 1999. Ecological Methodology, II ed., Addison Wesley J.A. Ludwig & J.F. Reynolds, 1988. Statistical Ecology Wiley Whittaker R.H., 1972. Evolution and Measurement of Species Diversità. Taxon 21:213-251. 10 A. E. Magurran, 2004. Measuring Biological Diversità. Blackwell E.C.Pielou, 1977. Mathematical Ecology. Wiley 11 - C J, Krebs, 1999. Ecological Methodology, II ed., Addison Wesley, pag.427-429. 29-04-2011 72 29-04-2011 73

Fig.7.20 – Variazione stagionale del massimo di attività in volo di tutti i gruppi di insetti, osservato nel periodo:maggio-ottobre 2010 (Linea blu). La linea rossa indica l’ora del tramonto calcolata con le effemeridi (da: www.nautica.it/info/sole)

Fig. 9.19 – Andamento delle catture di Lepidotteri notturni nel periodo 27.V-6.X, osservate CONCLUSIONI in intervalli di 3 ore a partire da 23.00 (colonne verdi). Le interpolazioni con la somma di due gaussiane sono invece in blu e rosso. La trappola modificata permette di osservare con cura e precisione i bioritmi degli insetti. Sono stati osservati per la prima volta bioritmi bifasici nei maschi di Mutillidi, nel genere ANDAMENTI STAGIONALI Tachysphex e nei Lepidotteri notturni. Queste misure dovranno essere ripetute nel 2011 per poter aumentare il numero di catture, migliorare la statistica ed eventualmente Si è osservata una variazione dell’ora del massimo di attività in volo degli insetti nel proporre delle interpretazioni. periodo maggio-ottobre Il risultato è stato ottenuto considerando tutti gli insetti catturati ed è mostrato in Fig.19.20. Per un utile confronto è riportatata nel grafico anche l’ora del tramonto del sole. Il massimo di attività si sposta dalle 15.00 tra maggio e luglio sino alle 16.00-17.00 tra settembre ed ottobre. La distanza tra il massimo e l’ora del tramonto si riduce negli stessi periodi da 4-5 ore sino ad 1-2 in autunno. Questo fenomeno sarà nuovamente studiato nel 2011.

29-04-2011 70 29-04-2011 71

Da questi dati ed usando l’interpolazione gaussiana, si ottiene il risultato mostrato in fig.9.18

Fig. 9.17 – Esemplare femminile di Tachysphex obscuripennis

Si è allora deciso di considerare collettivamente gli individui di un genere, per il quale: 1-la biologia è conosciuta e simile per tutte le specie, 2- le catture da parte della trappola sono risultate sufficientemente numerose. Gli Sfecidi del genere Tachysphex soddisfano questi criteri: in Italia sono presenti 20 specie di aspetto,dimensioni e biologia simili, Fig. 9.17. Inoltre i Tachysphex sono diffusi e numerosi in tutte le regioni. Nel Parco di San Rossore se ne sono osservate nel 2010 ben 12 specie,elencate nella seguente tabella: .

Fig. 9.18 – Osservazione del bioritmo bifasico di Tachysphex con i maschi che precedono le femmne di circa un’ora. Le femmine sono presenti solo nel pomeriggio.

Allo stato attuale non c’è una spiegazione per questo fenomeno. Un altro interessante risultato di bioritmo bifasico è stato osservato nelle catture dei Lepidotteri notturni. La maggioranza degli esemplari catturati appartiene alle famiglie Noctuidae e Geometridae. I conteggi sono complessivi delle due famiglie ed il risultato è mostrato in Fig. 9.19. Si osservano due picchi ben distinti. Un primo periodo di attività in volo si ha alle 18.00, con Elenco dei Tachysphex catturati dalla Malaise oraria nel 2010, suddivisi per sesso un intervallo tra 21.00 e 24.00. Un secondo periodo di volo, completamente notturno, si ha (M=maschi, F=femmine). Prima delle 9.00 e dopo le 21.00 non si sono registrate catture. tra le 3.00 e le 6.00 del mattino. 29-04-2011 68 29-04-2011 69 riportiamo i dati della fig.9.15 ma mostrando sia la somma delle gaussiane, sia le due gaussiane singolarmente. I due massimi di catture sono rispettivamente alle 11.56’ e 17.20’, mentre il periodo di volo è per entrambi i picchi di circa 3 ore.

Fig.9. 16 – Numero di catture temporali di maschi di Mutillidae. La curva verde è l’interpolazione con la somma di due gaussiane, che sono mostrate anche separatamente:

curva rossa e curva azzurra. Fig.9.15 . Esempio di bioritmo bifasico osservato nei maschi di Mutillidi: l’interpolazione con la somma di due gaussiane, curva rossa, da un coefficiente di determinazione R2 = Un altro comportamento interessante da studiare è l’eventuale presenza di un 1.0, migliore di quello ottenuto con una sola gaussiana. Intervalli di 3 or3 a partire dale comportamento bifasico tra maschi e femmine. 23.00 ora solare. La stagione 2010 è stata relativamente poco favorevole agli Imenotteri e le catture d’individui di singole specie, da parte della trappola oraria, poco numerose, tali da non permettere uuna interpolazione sufficientemente accurate per evidenziare periodi di attività in volo distinti tra maschi e femmine.

29-04-2011 66 29-04-2011 67

Fig. 9.14 – Conteggi dei ditteri Tipulidi nell’arco di 33 ore a partire dalle 0-00.

BIORITMI BIFASICI Un esempio di bioritmo bifasico è stato osservato nei Mutillidi. In questa famiglia le femmine sono attere e le trappole Malaise catturano quasi esclusivamente individui Fig. 9.13 – Andamento delle catture di Ortotteri Tettigonidae osservato nel periodo giugno- maschili. Le catture di maschi del periodo 27.V- 12.VIII sono mostrate in fig.9,14. 2 ottobre nel parco di San Rossore. Le ore sono contate dalla mezzanotte e si estendono I dati sono perfettamente interpolati utilizzando la somma di due gaussiane (R = 1.0), sino alla mattina del secondo giorno. Il massimo massimo si ha circa alla mezzanotte e le 2 mentre una singola gaussiana da un coefficiente di determinazione inferiore (R = 0.91). catture proseguono sino al mattino Questo risultato suggerisce che i maschi di Mutillidi hanno due periodi di attività: Un bioritmo analogo è stato osservato per i Ditteri Tipulidi, Fig.9.14. il primo, come altri gruppi di Imenotteri con un massimo verso le 15.00 ed un secondo, più serale, con massimo verso le 19.00. E’ noto che le femmine dei mutillidi hanno una attività legata alla temperatura del terreno e si osservano maggiormente verso il tramonto quando si muovono sul terreno ancora caldo in cerca dei nidi degli Apoidei, loro principale ospite9. Una possibile interpretazione di questo risultato potrebbe essere che i maschi hanno un primo periodo di attività a metà giornata per nutrirsi, come tutti gli altri Imenotteri ed un secondo periodo di attività in serata per cercare le femmine ed accoppiarsi. Per maggior chiarezza nella fig. 9.16

9 - Nonveiller, 1963. “Quelle est la cause de la rareté des Mutillides?”, Mem Soc. E. Ital. 42: 24-57). 29-04-2011 64 29-04-2011 65

Fig 7.10 - Distribuzione temporale degli Imenotteri Crisididi catturati nel periodo cumulato 27.V-2.VIII.2010: il massimo di attività si osserva alle 15.00 per un intervallo di circa 6 ore. Fig. 9.11 – Confronto dei dati di conteggio osservati per i tre gruppi: Sfecidi, Tabanidi ed Icneumonidi (col massimo spostato oltre il tramonto).

Poichè la trappola funziona con continuità a partire dalla mezzanotte, ora legale, è possibile contare i gruppi “notturni” in intervalli di 3 ore a partire dalle 23.00 anche per un La differenza tra gruppi ad attività diurna e notturna è mostratain Fig. 9.11 per gli periodo superiore alle 24 ore. Imenotteri Sfecidi ed Icneumonidi e per i Ditteri Tabanidi. Un risultato interessante si ottiene per i Ditteri Tipulidi, con una chiara evidenza del loro Gli Icneumonidi mostrano infatti un’attività prettamente serale e notturna. comportamento notturno, come mostrato in fig.9.12. Il massimo di catture si ha alle 23.5, mentre iniziano circa alle 18.00 e terminano circa alle 4.00. Un altro caso interessante che abbiamo potuto osservare si riferisce agli Ortotteri Tettigonidae. Poiché sono deboli volatori e si muovono lentamente si temeva che i dati di conteggio potessero risultare confusi. Il risultato è invece buono e mostra un ritmo circadiano tipicamente notturno col massimo di catture attorno alle 24.00 (fig.9.13). L’attività di questi insetti inizia verso il tramonto, 18.00, e termina circa alle 6.00 29-04-2011 62 29-04-2011 63

Fig 9.9 - Distribuzione temporale dei lepidotteri diurni catturati nel periodo cumulato 27.V- 12.VIII.2010: il massimo di attività si osserva alle 14.00 per un intervallo di circa 6 ore.

Fig.9.10 – Esempio di distribuzione temporale di tre gruppi: due con attività diurna (Apoidei e Pompilidi) ed uno con attività esclusivamente serale: Ditteri Asilidi con massimo circa alle 17.00. Si noti la differenza di permanenza in volo tra gli Apoidei, più corta, ed i Pompilidi, più lunga e che si spinge oltre il tramonto.

Un risultato analogo si osserva anche per le Farfalle diurne e per gli Imenotteri Crisididi 29-04-2011 60 29-04-2011 61

Fig.9.7 - Distribuzione temporale di 243 esemplari di Apoidei catturati nel periodo cumulato 27.V-2.VIII.2010: il massimo di attività si osserva alle 15.00, ora legale, con un intervallo di circa 6 ore. Da notare la mancanza di catture al mattino e la loro estensione sino al tramonto.

Fig.9.6 – Interpolazione gaussiana con e senza gli insetti notturni per il periodo 27.V-8.VI. Lo 0 del l’asse orizzontale corrisponde alle 23.00 , ora solare

RISULTATI PER I SINGOLI GRUPPI

I conteggi dei singoli gruppi di insetti possono essere sommati per più intervalli di funzionamento della trappola, per avere ancora dati sufficientemente numerosi ed evidenziare i loro bioritmi caratteristici. Per esempio gli Imenotteri Sfecidi ed Apoidei mostrano una attività prettamente diurna,

Figg.9.6 e 9.7. Fig 9.8 - Distribuzione temporale degli Imenotteri Sfecoidei catturati nel periodo cumulato: 27.V-12.VIII.2010. Il massimo di attività si osserva, come per gli Apoidei, alle 15.00 con un intervallo di circa 6 ore. 29-04-2011 58 29-04-2011 59

Fi. 9.5 – Distribuzione circadiana nel periodo 27.V-1.IX di tutti i gruppi di insetti considerati. Si osserva un’ottima distribuzione gaussiana con R2= 0.97

Fig.9.4 – Interpolazione gaussiana di tutti gli insetti della Tab. 7.1, catturati Il conteggio anche di insetti a prevalente attività notturna nei dati precedenti (27.V-8.VI) nell’intervallo27.V-8.VI. L’interpolazione è molto buona, mentre le piccole non modifica sensibilmente i risultati, come mostrato in Fig. 9.6 dove ai dati precedenti è discrepanze agli intervalli 2 ed 8 sono probabilmente da attribuire alla presenza di stato sovrapposto il calcolo ripetuto senza considerare gli insetti notturni catturati alcuni insetti notturni. (principalmente Lepidotteri, Tipule ed Ortotteri Tettigonidi). Si può notare che le variazioni

2 2 Un risultato analogo e compatibile si ottiene anche analizzando cumulativamente sono minime, mentre la qualità dell’interpolazione migliora: R =0.86 e R=0.99, tutti i 1743 insetti catturati nel periodo dal 28.V al 1.IX 2010 (Fig.9.5). Poiché rispettivamente con e senza gli insetti notturni. L’ora del assimo cambia meno dell’1% l’intervallo 4 corrisponde alle ore 11.00-13.00, si osserva che gli insetti mostrano il così come la semilarghezza della gaussiana, (circa 3 ore). massimo di attivitàtra le 13.00 e le 17.00 per un periodo di circa 6 ore. Questo risultato conferma che la funzione gaussiana può essere utilizzata per l’analisi dei risultati. 29-04-2011 56 29-04-2011 57

27.05-08.06 0.00-3. 3-6. 6-9.00 9-12.00 12.15. 15-18 18-21 21-24 tutti 1 Sfecidi 0 0 0 0 2 1 0 0 2 Pompilidi 0 0 0 6 16 15 0 0 37 3 mutillidi 0 0 0 0 0 0 0 0 0 4 Crisidi 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 apoidei 0 0 0 5 20 11 0 0 36 6 Ichneumonidi 0 2 0 9 8 7 14 4 44 7 Tabanidi 0 0 0 4 5 0 0 0 9 8 Asilidi 0 0 0 0 0 5 0 0 5 9 Bombilidi 0 0 0 0 1 0 0 0 1 10 Farfalle diur. 0 0 0 1 2 3 0 0 6 11 Merie 0 0 0 0 0 0 0 0 0 12 Sapigidae 0 0 1 0 0 0 0 0 1 13 Buprestidi 0 0 0 1 1 0 0 0 2 14 formicaleoni 0 0 0 1 0 0 0 0 1 15 Vespe 0 0 0 0 0 0 0 0 0 16 cerambicidi 0 0 0 0 0 0 0 0 0 17 Cavallette 1 3 0 0 1 2 3 1 11 18 Lep.Notturni 0 1 2 0 0 0 0 2 5

19 Tipule 0 0 0 0 1 0 0 0 1 Fig. 9.3 – Posizionamento della trappola oraria in località “Idrovora”, all’inizio di un 20 Asilidi 0 0 0 0 0 3 0 0 3 bosco di Pini, Roverella e Leccio . 21 Tettigonidae 1 0 0 0 0 1 2 2 6 Tutti 2 6 3 27 57 48 19 9 171

Poiché iI materiale catturato ogni giorno è suddiviso in 8 parti, per ottenere un Tab. 9.1 – Esmpio dei risultati del conteggio degli esemplari catturati nel periodo 27 numero sufficiente di conteggi, la trappola è lasciata in funzione per un periodo di maggio-8 giugno, suddivisi in 21 gruppi tassonomici. Gli Imenotteri Pompilidae, circa 10 giorni. il numero di individui catturato per ogni singola specie è ancora Apoidea ed Ichneumonidae sono quelli presenti in maggior numero. Gli intervalli di mediamente piccolo ed affetto da notevoli fluttuazioni. tempo sono di tre ore a partire dalla mezzanotte e riferiti all’ora legale. Per questo motivo e per avere dati numericamente adeguati si è deciso di

considerare cumulativamente solo i gruppi di insetti, catturati con maggior La distribuzione delle catture complessive (171 esemplari) negli 8 intervalli del frequenza, e non le singole specie. Un risultato tipo di questi conteggi è mostrato periodo 27.V-8.VI è riportato nel grafico della fig.9.4. Per interpolare questi dati si è nella tavola seguente(Tab.9.1). Si sono scelti gruppi omogenei, che, per quanto supposto che la probabilità di cattura abbia fluttuazioni casuali e si è deciso di usare conosciuto, hanno una biologia e quindi un comportamento simile. la classica funzione gaussiana.

Il risultato del fit è molto buono e compatibile con l’ipotesi di lavoro. Il coefficiente di

determinazione è: R2= 0.98, a dimostra che le catture nel breve periodo si

distribuiscono conformemente al teorema del limite centrale. La posizione del

massimo della gaussiana dà l’ora della massima presenza in volo degli insetti e la larghezza della durata media del loro periodo di attività. Un primo risultato è che la massima presenza in volo si osserva nel primo pomeriggio, mentre gli insetti sono poco catturati al mattino,. 29-04-2011 54 29-04-2011 55

Per questo scopo, presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa, è stata modificata una trappola di tipo Malaise, in modo da poter sostituire la bottiglia di raccolta ad intervalli programmabili per mezzo di un temporizzatore. •Sono stati scelti intervalli successivi di 3 ore: le catture di un giorno sono quindi suddivise in 8 intervalli di 3 ore a partire dalla mezzanotte. Preventivamente abbiamo verificato, con osservazioni dirette, che un insetto, una volta intercettato dalla Malaise, entra nella bottiglia di raccolta nell’intervallo di qualche minuto. Solo gli insetti che si muovono prevalentemente camminando (es. coleotteri) impiegano in genere tempi più lunghi, ma inferiori agli intervalli di 3 ore. Pertanto, la scelta di intervalli di 3 ore, permette un monitoraggio efficace e significativo dei periodi di attività nei quali gli insetti sono in movimento per nutrirsi,

per l’attività riproduttiva o per la diffusione. Lasciando in funzione la trappola per qualche giorno è possibile catturare un Ffig.9.2 - Dettaglio dell’accoppiamento tra la trappola e le bottiglie mobili. numero significativo, e meno aleatorio, di esemplari, sufficiente per la successiva analisi statistica dei dati di cattura. Ogni bottiglia cattura quindi in continuazione per un prestabilito intervallo di 3 ore In pratica la trappola è stata modificata appendendo 8 bottiglie di raccolta ad un ogni giorno a partire dalla mezzanotte. Il materiale è accumulato per più giorni sino disco ruotante, mosso da un piccolo motore elettrico, controllato da un a raggiungere una quantità adeguata di esemplari. temporizzatore, che lo ruota di 1/8 di giro ogni 3 ore (Fig.9.1 e Fig.9.2). L’energia al sistema è fornita da una batteria che dà una autonomia è di circa un mese.

Una trappola di questo tipo è stata posizionata nel 2010 nel “Parco di San Rossore” (Pisa), in località “Idrovora”, su un terreno sabbioso in prossimità della confluenza tra il “Fiume morto nuovo” ed il “Fiume morto vecchio”, aprosimativamente nel punto dove era stata posizionata una trappola normale nel 2009. (Tab.1.2 e fig. 9.3). E’ stato scelto il “Parco di San Rossore” (Pisa) in quanto la trappola contiene materiale elettronico di un certo valore di proprietà dell’Università: la collocazione nel parco ne garantisce l’integrità.

Fig.9.1 – Dettaglio della trappola modificata: si osservano 6 delle 8 bottiglie rotanti.

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E.Tremblay (“Entomologia Applicata, vol. I, p.72-74”, Liguori Edit. 1996) dedica un 9- STUDIO DEI RITMI CIRCADIANI IN ALCUNI GRUPPI DI INSETTI breve capitolo ai “cicli biologici”: ”sono definibili bioritmi tutte le manifestazioni vitali (, DIPTERA, LEPIDOPTERA, ORTHOPTERA) di carattere ciclico, sia di breve che di lunga durata (giornaliere, mensili, etc). “. Parlando dei bioritmi giornalieri Tremblay distingue il bioritmo monobasico, “con una COSA SONO I RITMI CIRCADIANI sola punta di attività “….comune tra i Coleotteri e gli Ortotteri”, ed il Il bioritmo La presenza del periodo di 24 ore nell’alternarsi del giorno e della notte induce in bifasico ( con due punte di attività) presente tra Lepidotteri e Ditteri. Tremblay tutte le attività biologiche degli esseri viventi la tendenza a mettersi in fase con distingue anche tra bioritmi esogeni e bioritmi endogeni, e descrive un apparato per questo fenomeno periodico. misurare i bioritmi in laboratorio (“attografo”, p.74). Da questo segue il nome di Ritmi Circadiani (dal latino: circa-diem) Maggiori informazioni sui ritmi circadiani si ottengono consultando Wikipedia La definizione data dal Cambridge Dictionary of Ecology è: (http://en.wikipedia.org/wiki/Circadian_rhythm) . Tuttavia appare evidente la scarsità “A biogical rhythm having a periodocity of about 1 day length (24 h); diurnal di osservazioni fatte sul campo ed al di fuori delle condizioni controllate, ed in parte rhythm” artificiali, di laboratorio. In conclusione non sono stati trovati riferimenti quantitativi ai bioritmi di insetti, COSA SI CONOSCE? osservati direttamente all’aperto in ambienti naturali e non artificiali. E’ da A dispetto della vasta letteratura dedicata a questo argomento, nei più accreditati sottolineare che questi dati avrebbero un notevole interesse pratico in agricoltura trattati di entomologia si trovano solo pochi riferimenti ai bioritmi circadiani e ancor potendoli finalizzare al controllo degli insetti nocivi. Per esempio usando minor meno si trovano dati quantitativi. quantità di insetticidi solo quando gli insetti sono al massimo della loro attività o Nel noto trattato di Borror, DeLong, Triplehorn, (“An introduction to the Study of mobilità. ”, Holt, Rinehart,Winston:1976) si trova solo questo accenno (p.55): “Many tipes of behavior in insects show definite rhyhms that are correlated with METODOLOGIA ADOTTATA rhytmic variations in the environmental factors. Insects that live in the open exhibit diurnal rhythms of activity…..Such rhythms (called circadian rhythms ) appear to be Le attività principali di ogni animale sono: nutrizione, riproduzione, dispersione. controlled by environmental factors…….” Per ottemperare a queste esigenze si richiede consumo di energia e capacità di Nessun accenno esplicito si trova in movimento. - Huffaker & Rabb editors : “Ecological Entomology”, Wiley, 1984: Nel caso d’insetti volatori, queste attività sono strettamente connesse al movimento. - R.Ricklefs, “Ecology” Freeman , 1990, Una trappola, capace di intercettare gli insetti in volo e di contarli in funzione del - Price: ” Ecology, Wiley 1975; tempo, darebbe un segnale (numero di esemplari catturati in funzione del tempo) - Chapman: “The Insects”, Cambridge Uiversity Press, 1998. correlato e proporzionale alle attività circadiane di nutrizione, riproduzione, e - Eldredge, edit.: “La vita sulla terra:un’enciclopedia della biodiversità, dell’ecologia dispersione. e dell’evoluzione”,Codice ed., 2002. In conclusione per osservare e studiare i bioritmi degli insetti volatori si può usare Un breve accenno si trova in: E.O.Wilson: ”The insects societis”, Harward U. P., una trappola ad intercettazione, non attrattiva, capace di catturare separatamente 1971, in relazione alla famosa danza eseguita dalle api per indicare la direzione: gli esemplari in volo per intervalli temporali prestabiliti e programmabili: il conteggio (p.214). degli esemplari intercettati dà una quantità proporzionale al numero di individui in attività in funzione del tempo. 29-04-2011 50 29-04-2011 51

Fig. 8.3 – Maschio di Megascolia maculata bischoffi (Micha, 1927), catturato ad Alberese- Tab. 8.1 - Vespoidea osservate nel 2009 GR. La scala è in mm.

Sino ad oggi si riteneva che Megascolia maculata bischoffi (Micha, 1927) fosse confinata Specie Famiglia 6 alla sola isola di Cipro . Megascolia maculata bischoffi si riconosce per avere le setole Saline Montefa lcone Gerfalco S.Ross. Verruca Tutte 1 Polistes associus Kohl, 1898 Vespidae 2 15 20 37 degli ultimi urotergiti rosse anzichè nere come nella forma tipica (fig. 8.3). Questa 2 Polistes dominulus (Christ, 1791) Vespidae 22 5 4 9 40 3 Polistes gallicus (Linnaeus, 1767) Vespidae 2 4 6 sottospecie è nuova in Italia. 4 Polistes nimphus (Christ, 1791) Vespidae 127 34 26 187 Ai Mutillidae (inclusi i Mirmosidae, 5 specie) appartiene il maggior numero di specie di 5 Vespa crabro Linnaeus, 1758 Vespidae 3 20 23 6 Vespula germanica (Fabricius, 1793) Vespidae 8 10 1 13 32 7 Scolioidei italiani (66). Sono Imenotteri dalla biologia poco nota ed interessante . Le 7 Vespula rufa (Linnaeus, 1758) Vespidae 1 1 8 Vespula vulgaris (Linnaeus, 1758) Vespidae 4 6 9 15 34 femmine sono attere ed i maschi quasi sempre alati. Sono per la maggior parte 9 Allodynerus delphinalis (Giraud, 1866) Eumenidae 2 2 10 Allodynerus rossii (Lepeletier, 1841) Eumenidae 2 2 parassitoidi d’Imenotteri nidificanti nel terreno. Vivono di norma in terreni aridi, sabbiosi e 11 Ancistrocerus longispinosus (Saussure, 1855) Eumenidae 2 1 3 soleggiati.I risultati ottenuti per I Mutillidae sono stati descritti nel cap. 4. 12 Ancistrocerus nigricornis (Curtis, 1826) Eumenidae 25 25 13 Antepipona deflenda (S. S. Saunders, 1853) Eumenidae 1 2 3 8 Gli Imenotteri Vespoidea in senso stretto raggruppano tre famiglie : 14 Eumenes coarctatus lunulatus Fabricius, 1804 Eumenidae 2 2 4 15 Eumenes mediterraneus Kriechbaumer, 1879 Eumenidae 1 1 Eumenidae ( 120 specie presenti in Italia) 16 Eumenes papillarius (Christ, 1791) Eumenidae 2 2 Masaridae (2 specie in Italia, solo una in Toscana: Celonites abbreviatus (Villers, 1789)) 17 Euodynerus notatus (Jurine, 1807) Eumenidae 1 1 18 Euodynerus posticus (Herrich-Schaeffer, 1841) Eumenidae 1 1 Vespidae (21 specie in Italia). 19 Gymnomerus laevipes (Shuckard, 1837) Eumenidae 3 3 20 Stenodynerus bluethgeni van der Vecht, 1971 Eumenidae 2 2 4 Con le trappole Malaise sono stati catturati e studiati circa 460 esemplari si Vespoidea, 21 Stenodynerus fastidiosissimus (Saussure, 1855) Eumenidae 1 1 che sono risultati appartenere a 31 specie, elencate nella tab.8.1. 22 Polochrum repandum Spinola, 1806 Sapygidae 1 1 23 Sapyga quinquepunctata (F, 1781.) Sapygidae 10 1 10 La specie catturata con maggior frequenza è: Polistes nimphus (Christ, 1791), 24 Sapygina decemguttata (Jurine,1807) Sapygidae 1 11 1 12 mentre le specie più diffuse sono: 25 Methoca arcticulata (Latreille, 1804) Methochidae 4 1 5 26 Tphia femorata Fab., 1775 Tiphiidae 1 1 Polistes dominulus (Christ, 1791) e Vespula germanica (Fabricius, 1793). 27 Scolia hirta (Schrank, 1781) Scoliidae 3 3 28 Colpa sexmaculata (Fabricius, 1781) Scoliidae 8 8 Queste tre specie sono presenti in tutta Italia, comprese le isole. 29 Megascolia maculata flavifrons (Fabricius, 1775) Scoliidae 2 2 30 Megascolia maculata (Drury, 1773) Scoliidae 2 2 31 Celonites abbreviatus (Villers, 1789)) Masaridae 1 1

6 - T. Osten, 2000. Die Scoliden des Mittelmeer-Gebietes und angrenzender Regionen (Hymenoptera). Eim Bestimmungsschlüssel. Linzer biol. Beitr. 32: 537-593 (2000) 7 - G. Nonvellier, 1963 –“Quelle est la cause de la rareté des mutilles?”. Mem. Soc. Ent .It. 62: 24-57. 8 - A. Giordani Soika, Borsato W., 1994, Hymenoptera Vespoidea. In: Minelli A., Ruffo S. & La Posta S. (eds.) Checklist delle specie della fauna italiana, 102. Calderini, Bo. 29-04-2011 48 29-04-2011 49

flavifrons (Fabricius, 1775), che si sviluppa a spese delle grosse larve dello Scarabeo 8- IMENOTTERI VESPOIDEA Orichtes nasicornis Linnaeus, 1758 (Fig.8.2). Questo grosso Scarabeo, che spesso supera la lunghezza di 4 cm., è comune in Toscana dove le larve si sviluppano nel legno Secondo i più recenti studi la Superfamiglia Vespoidea comprende otto famiglie marcescente dei pini. d’Imenotteri predatori secondo il seguente albero filogenetico (Fig. 1):

Fig.8.1- Albero filogenetico della Superfamiglia Vespoidea (da Wikipedia)

Da adulti questi Imenotteri sono tutti degli impollinatori. Durante il loro sviluppo Fig.8.2 preimmaginale, essendo parassitoidi, si nutrono di larve od adulti d’altri artropodi, Nella Fig 2 è mostrato un maschio riferibile alla ssp. Megascolia maculata bischoffi (Micha, svolgendo un ruolo primario nel controllo delle popolazioni d’altri insetti, spesso nocivi 1927), catturato nel maggio 2003ad Alberese (Grosseto). all’agricoltura. La famiglia Tiphiidae è presente in italia con poche specie (15), che preferibilmente vivono in terreni friabili o sabbiosi. Tutte le specie sono parassitoidi di larve di Coleotteri: segnatamente Scarabeidi. In San Rossore sono particolarmebnte frequenti le specie del genere Meria Illiger, 1807. Della famiglia Methocidae è prente in italia la sola specie Methoca articulata (Latreille, 1792), nota predatrice delle larve di Cicindela (Coleotteri). I Sapygidae sono una piccola famiglia di Cleptoparassiti di nidi di Apoidei. Cinque specie sono presenti in Italia. Tra queste particolarmente noto è Polochrum repandum Spinola, 1806, un parassita dei nidi di Xylocopa, che è raro ma presente in San Rossore. Agli Scoliidae appartengono i più grossi e robusti Imenotteri della fauna europea. In italia sono presenti 13 specie, raggruppate in 5 generi. Noto è il comportamento di Megascolia Tab. 6.1 - Apoidei del trossa Trossa 2 Trossa 1 29-04-20111 Amegilla quadrifasciata (de Villers, 1789) 1 46 29-04-2011 47 2 Andrena coitana (Kirby, 1802) 3 3 Andrena flavipes Panzer, 1799 2 4 Andrena fuscosa Erichson, 1835 1 Anche gli Apoidei catturati dalla trappola posizionata in San Rossor, Loc. “Paduletto” sono 5 Andrena labialis (Kirby, 1802) 1 6 Andrena minutuloides Perkins, 1914 2 stati studiati ed identificati. Sono stati catturati circa 160 esemplari, che risultano 7 1 Andrena rugulosa Stoeckhert, 1935 appartenere a 60 specie , elencate nella Tab.7.2 8 Andrena vaga Panzer, 1799 1 9 Andrena variabilis Smith, 1853 5 10 Anthidium manicatum Linnaeus, 1758 3 8 11 Anthocopa bidentata Morawitz, 1876 2 12 Anthocopa papaveris Latreille, 1799 1 13 Apis mellifera Linnaeus, 1761 1 14 Ceratina chalcites Germar, 1839 1 1 15 Ceratina callosa (Fabricius, 1794) 1 1 16 Ceratina chalybea Chevrier, 1872 1 7 17 Ceratina cucurbitina (Rossi, 1792 1 5 18 Ceratina cyanea (Kirby, 1802 10 19 Ceratina parvula Smith, 1854 1 20 Ceratina saundersi Daly, 1983 1 21 Chelostoma appendiculatum (Morawitz, 1871) 1 22 Eucera clypeata Erichson, 1835 6 23 Eucera hispana Lepeletier, 1841 1 24 Eucera interrupta Baer, 1850 2 25 Eucera nigrifacies Lepeletier, 1841 3 26 Eucera nitidicentris Mocsary, 1879 2 27 Eucera parvicornis Mocsary, 1878 1 28 Eucera parvula Friese, 189 4 29 Halictus kessleri Bramson, 1879 2 30 Halictus patellatus Morawitz, 1873 2 31 Halictus scabiosae (Rossi, 1790) 1 32 Halictus smaragdulus Vachal, 1895 3 33 Heriades crenulatus Nylander, 1856 1 34 Heriades rubicola Perez, 1890 1 35 Lasioglossum brevicorne (Schenck, 1870) 4 36 Lasioglossum calceatum (Scopoli, 1763) 1 37 Lasioglossum clypeare (Schenck, 1853) 3 38 Lasioglossum costulatum (Kriechbaumer, 1873) 2 39 Lasioglossum discum (Smith, 1853) 1 40 Lasioglossum fulvicorne (Kirby, 1802 1 41 Lasioglossum griseolum (Morawitz, 1872 1 42 Lasioglossum interruptum (Panzer, 1798) 2 43 Lasioglossum lucidulum (Schenck, 1861) 1 44 Lasioglossum marginellum (Schenck, 1853) 1 45 Lasioglossum minutissimum (Kirby, 18 2 46 Lasioglossum morio (Fabricius, 1793) 2 1 47 Lasioglossum pauperatum (Brulle, 1832) 1 Tab. 7.2 – elenco degli Apiodei osservati nel parco di San Rossore nel 2010. 48 Lasioglossum pauxillum (Schenck, 1853) 1 49 Lasioglossum planulum (Perez, 1903 2 2 Alcune specie (11) sono osservate per la prima volta in Toscana, precisamente: Andrena 50 Lasioglossum politum (Schenck, 1853) 4 51 Lasioglossum quadrisignatum (Schenck, 1853) 1 coitana (Kirby, 1802), Andrena vaga Panzer, 1799, Ceratina parvula Smith, 52 5 Lasioglossum sphecodimorphum (Vachal, 1892) 1854, Ceratina saundersi Daly, 1983 (sinora conosciuta della sola Sardegna), 53 Lasioglossum subhirtum (Lepeletier, 1841) 1 1 54 Lasioglossum tricinctum (Schenck, 1874) 1 5 Eucera hispana Lepeletier, 1841, Eucera parvicornis Mocsary, 1878, Eucera 55 Lithurgus chrysurus Fonscolombe, 1834 21 56 Megachile octosignata Nylander, 1852 1 parvula Friese, 1896, Lasioglossum planulum (Perez, 1903), Lasioglossum 57 Megachile pilidens Alfken, 1924 1 58 Nomiapis monstrosa (Costa, 1861) 1 sphecodimorphum (Vachal, 1892), Nomiapis monstrosa (Costa, 1861), Osmia 59 1 Osmia ferruginea Latreille, 1811 ferruginea Latreille, 1811. 60 Rhodanthidium septemdentatum (Latreille, 2 Nº di Specie 18 51

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B A

B

A Fig. 7.1 - A: Lithurgus chrysurus Fonscolombe, 1834; B: Anthidium manicatum Linnaeus, 1758 ( Da: Hymis.de)

C

Fig.7.2 – A: Ceratina cyanea (Kirby, 1802); B: Ceratina cucurbitina (Rossi, 1792); C: Ceratina chalybea Chevrier, 1872. ( Da Hymis.de)

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6- IMENOTTERI GASTERUPTIIDAE 7-IMENOTTERI APOIDEi

Nella stagione 2010 sono stati catturati solo pochi esemplari (9 es.) della famiglia Gasteruptiidae. Nella Tab.6.1 è riassunto tutto il materiale catturato nelle due stagioni Gli Apoidei costituiscono uno dei gruppi d’Imenotteri più ricchi di specie. Le 2009-2010. circa 20 000 specie conosciute sono divise in alcune (7) famiglie. Sono Nessuna ulteriore specie è stata osservata nel 2010. Gasteruption hastator (Fabricius, Imenotteri assai noti perchè comprendono l’ape domestica. Essi svolgono un 1804) continua ad essere una specie comune e diffusa nel territorio della provincia, ma la importantissimo ruolo ecologico quali efficaci impollinatori di molti vegetali, in più comune e diffusa diviene ora, con i risultati del 2010, Gasteruption opacum (Tournier, particolare d’interesse agrario. Le specie italiane conosciute sono 944, pari ad oltre il 50% di quelle europee. Gli esemplari catturati dalle trappole

Tab. 6.1-Specie di Gasteruptiidae posizionate lungo oil torrente Trossa (Ponteginori-PI) sono stati identificati dal sig. Luciano Filippi (Cecina-LI). Sono stati catturati 165 esemplari, Gerfalco Verruca Bottaccio Staffoli Laghi Salati S.Rossore Montefalcone Tanali Trossa comuni S. diffuse S. 1 Gasteruption assectator (Linnaeus, 1758) 1 1 1 appartenenti a 60 specie elencate nella Tab. 7.1. 2 Gasteruption erythrostomum (Dahlbom, 1831) 1 1 1 1 Essendo stato studiato il materiale di due sole trappole non è possibile 3 Gasteruption goberti (Tournier, 1877) 1 1 1 4 Gasteruption hastator (Fabricius, 1804) 1 1 6 1 1 10 5 indicare le specie più diffuse. E’ invece possibile elencare le cinque specie 5 Gasteruption jaculator (Linnaeus, 1758) 1 1 1 6 Gasteruption merceti Kieffer, 1904 3 1 4 2 rappresentate dal maggior numero di esemplari, specie più comuni, nella 7 Gasteruption opacum (Tournier, 1877) 1 1 5 2 2 2 13 6 tab. 7.2. 8 Gasteruption pedemontanum (Tournier, 1877) 2 3 1 6 3 9 Gasteruption subtile (Thomson, 1883) 1 1 1 Si tratta di specie presenti in tutta Italia, solo Ceratina chalybea Chevrier, 1872 10 Gasteruption tournieri Schletterer, 1885 3 1 2 6 3 manca in Sardegna. Queste specie sono raffigurate in Fig. 7.1 e Fig. 7.2.. Num. di esemplari 10 3 1 0 16 7 4 3 1 44 37 1877). Tab. 6.2- Specie di Apoidei più Nº di Tab. 6.1- Specie di Imenotteri Gasteruptiidae catturati nel biennio 2009-2010. Le trappole comuni esemplari del 2010 sono evidenziate in azzurro. Lithurgus chrysurus Fonscolombe, 1834 21 Anthidium manicatum Linnaeus, 1758 11 Ceratina cyanea (Kirby, 1802 10 Ceratina chalybea Chevrier, 1872 8 Ceratina cucurbitina (Rossi, 1792 6 29-04-2011 40 29-04-2011 41

L’ordinamento in ottave del materiale catturato dimostra che anche la comunità dei 5 Pompilidi è conforme alla distribuzione Lognormale di Preston, (Fig. 5.4) : R2 =0.67, con una previsione di S=79 specie in provincia. Questo valore è in accordo con quello estrapolato (Fig.5.3) in quanto la distribuzione lognormale è calcolata solo sul materiale catturato dale trappole nel 2010.

Fig. 5.1 –Immagine di Auplopus carbonarius (Scopli, 1763) ( da :www.Google.it)

Dalla tabella 5.3, risulta già accertata la presenza in provincia di 72 specie di Imenotteri Pompilidi. Questo dato non è in contrasto col numero di specie previsto dall’estrapolazione del numero di specie accumulate usando l’eq. di Michaelis-Mennen. Il risultato, mostrato in Fig5.3, , fa prevedere un valore asintotico, di 91±3 specie Fig. 5.4 – Distribuzione lognormale basata sugli esemplari identificati:un campione di 2166 esemplari e 69 specie.

Fig. 5.3 – estrapolazione del numero accumulato di specie di Pompilidi 5 A.E. Magurran, 2004. ”Measuring Biological Diversità”, Blackwell:1-256. 29-04-2011 38 29-04-2011 39

Purtroppo il dr, H. Wolf non ha potuto studiare tutto il materiale raccolto nel 2009 e 2010. Tab.5.2- Pompilidae: specie diffuse!4 Per avere un dato più accurato sulle specie presenti nella provincia di Pisa nella Tab. 5.3 Nº indiv. Presenza sono elencate anche le specie catturate in diverse località in anni precedenti e conservate Paduletto trossa1 Tanali Grfalco Bottaccio Staffoli Saline Montefalc. Idrovora Auplopus carbonarius (Scopoli 1763) 1 3 2 6 1 1 39 53 7 nella collezione del museo di Storia naturale dell’Università(Tab.5.3). Agenioideus usurarius (Tournier 1889) 8 6 4 6 24 4 Anoplius nigerrimus (Scopoli 1763) 1 5 9 5 20 4 Aporus bicolor Spinola 1808 2 11 1 14 28 4 Tab5.3. -Specie Pompilidi osservati nella Provincia di Pisa Cryptocheilus notatus (Rossius 1792) 2 1 1 6 10 4 Dicyrtomellus tingitanus (Wolf 1966) 1 1 4 4 10 4 1 37 Agenioideus apicalis (Vander Linden 1827) Dipogon bifasciatus (Geoffroy 1785) Priocnemis melanosoma Kohl 1880 2 1 6 9 18 4 2 Agenioideus cinctellus (Spinola 1808) 38 Dipogon monticolum Wahis 1972 3 Agenioideus nubecula (Costa 1874) 39 Dipogon subintermedius (Magretti 1886) Priocnemis pusilla (Schioedte 1837) 1 1 4 1 7 4 4 Agenioideus sericeus (Vander Linden 1827) 40 Dipogon variegatus (Linnaeus 1758) 5 Agenioideus usurarius (Tournier 1889) 41 Entomobora crassitarsis (Costa 1887) 6 Anoplius concinnus (Dahlbom 1843) 42 Eoferreola rhombica (Christ 1791) Tab: Pompilidae: specie comuni:≥20 7 Anoplius infuscatus (Vander Linden 1827) 43 Episyron albonotatum (Vander Linden 1827) Nº indiv. 8 Anoplius nigerrimus (Scopoli 1763) 44 Episyron arrogans (Smith 1873) Presenza 9 Anoplius samariensis (Pallas 1771) 45 Episyron gallicum (Tournier 1889) Paduletto trossa1 Tanali Grfalco Bottaccio Staffoli Saline Montefalc. Idrovora 10 Anoplius viaticus (Linnaeus 1758) 46 Episyron rufipes (Linnaeus 1758) Auplopus carbonarius (Scopoli 1763) 1 3 2 6 1 1 39 53 7 11 Anospilus orbitalis (Costa 1863) 47 Evagetes proximus (Dahlbom 1843) Priocnemis melanosoma Kohl 1880 37 37 1 12 Aporinellus sexmaculatus (Spinola 1805) 48 Evagetes dubius (Vander Linden 1827) Aporus bicolor Spinola 1808 2 11 1 14 28 4 13 49 Aporus bicolor Spinola 1808 Evagetes elongatus (Lepeletier 1845) Agenioideus usurarius (Tournier 1889) 8 6 4 6 24 4 14 Aporus unicolor Spinola 1808 50 Evagetes littoralis (Wesmael 1851) ? 15 Arachnospila alpivaga (Kohl 1888) 51 Evagetes pectinipes (Kohl 1886) Anoplius nigerrimus (Scopoli 1763) 1 5 9 5 20 4 16 Arachnospila anceps (Wesmael 1851) 52 Evagetes proximus (Dahlbom 1843) Dipogon bifasciatus (Geoffroy 1785) 19 1 20 2 17 Arachnospila conjungens (Kohl 1898) 53 Evagetes siculus (Lepeletier 1845) Tab.5.2 –Specie di Imenotteri Pompilidi che risultano più comuni o più diffuse nella prov. 18 Arachnospila minutula (Dahlbom 1842) 54 Evagetes trispinosus (Kohl 1886) 19 Arachnospila silvana (Kohl 1886) 55 Homonotus sanguinolentus (Fabricius 1767) Di Pisa. 20 Arachnospila trivialis (Dahlbom 1843) 56 Meragenia sculpturata (Kohl, 1898) 21 Auplopus albifrons (Dalman 1823) 57 Nanoclavelia leucoptera (Dahlbom 1843) 22 Auplopus carbonarius (Scopoli 1763) 58 Poecilagenia rubricans (Lepeletier 1845) Come risulta dalla Ta.5.2 Auplopus carbonrius (Scopli, 1763) non solo è la specie più 23 Auplopus rectus (Haupt 1927) 59 Poecilagenia sculpturata (Kohl 1898) 24 Batonzonellu lacerticida, Pallas 60 Pompilus cinereus (Fabricius 1775) catturata come numero di esemplari ma è anche la sola che è presente in tutti i siti 25 Caliadurgus fasciatellus (Spinola 1808) 61 Priocnemis rufozonata Costa 1883 investigati. IPertanto A. carbonrius (Fig.5.1), è l’elemento caratterizzante della famiglia per 26 Ceropales albicincta (Rossius 1790) 62 Priocnemis bellieri Sichel 1860 bellieri 27 Ceropales cribrata Costa 1881 63 Priocnemis fastigiata Haupt 1934 il territorio provinciale, quello cioè che puo essere osservato, con la massima probabilità, 28 Ceropales helvetica Tournier 1889 64 Priocnemis gracilis Haupt 1927 29 Ceropales pygmaea Kohl 1880 65 Priocnemis melanosoma Kohl 1880 ovunque si faccia un campionamento. A. carbonrius è una specie ad ampia diffusione 30 Ceropales variegata (Fabricius 1798) 66 Priocnemis minuta (Vander Linden 1827) 31 Cryptocheilus elegans (Spinola 1806) 67 Priocnemis parvula Dahlbom 1845 paleartica. Priocnemis pogonoides Costa 1883 32 Cryptocheilus notatus (Rossius 1792) 68 33 Cryptocheilus variabilis (Rossius 1790) 69 Priocnemis pusilla(Schioedte 1837) 34 Cryptocheilus versicolor (Scopoli1763) 70 Priocnemis susterai Haupt 1927 35 Dicyrtomellus argenteus Wahis, 1982 71 Priocnemis vulgaris (Dufour 1841) 36 Dicyrtomellus tingitanus (Wolf 1966) 72 Tachyagetes filicornis (Tournier 1889)

Tab. 5.5- Le specie evidenziate in azzurro non sono state osservate nel 1009-2010, ma sono presenti nella collezione del Museo e sono state raccolte rispettivamente a :Pisa-San Piero. Fauglia e Pomarance .

29-04-2011 36 29-04-2011 37

5 – IMENOTTERI POMPILIDI Tab. 5.1-Specie di Pompilidi I Pompilidi sono una famiglia di Imenotteri comprendente oltre 4000 specie distribuite in - stagioni 2009-2010 tutti i continenti. In Italia si conoscono 175. Sono insetti buoni volatori molto vagili e Paduletto trossa1 Tanali Grfalco Bottaccio Staffoli Saline Montefalc. Idrovora tutti 1 Agenioideus cinctellus (Spinola 1808) 5 6 11 presenti numerosi in quasi tutti gli ambienti monitorati. Come conseguenza della vagilità si 2 Agenioideus nubecula (Costa 1874) 1 1 4 3 Agenioideus sericeus (Vander Linden 1827) 7 1 4 12 trovano numerosi nelle isole del Mediterraneo . I Pompilidi sono tutti dei predatori: le 4 Agenioideus usurarius (Tournier 1889) 8 6 4 6 24 femmine catturano ed immobilizzano ragni,li trasportano in un nido, depongono un uovo 5 Anoplius nigerrimus (Scopoli 1763) 1 5 9 5 20 6 Anoplius viaticus (Linnaeus 1758) 4 4 sulla vittima paralizzata e la larva che emerge se ne nutre. Il materiale catturato è stato 7 Anospilus orbitalis (Costa 1863) 1 2 3 parzialmente studiato dal noto specialista dr. Heinrich Wolf di Plettenberg-Germania. In un 8 Aporinellus sexmaculatus (Spinola 1805) 1 1 9 Aporus bicolor Spinola 1808 2 11 1 14 28 campione di 437 esemplari sono state osservate le 47 specie, elencate nella Tab 5.1. 10 Aporus unicolor Spinola 1808 6 3 6 15 11 Arachnospila alpivaga (Kohl 1888) 4 3 1 8 Come per le altre famiglie elenchiamo separatamente le specie che risultano più comuni 12 Arachnospila anceps (Wesmael 1851) 2 2 e/o più diffuse nella provincia di Pisa ( tab.5.2). 13 Arachnospila minutula (Dahlbom 1842) 2 12 14 14 Arachnospila trivialis (Dahlbom 1843) 3 3 15 Auplopus albifrons (Dalman 1823) 2 2 9 13 16 Auplopus carbonarius (Scopoli 1763) 1 3 2 6 1 1 39 53 17 Auplopus rectus Haupt 1927 1 1 2 18 Batozonellus lacerticida (Pallas 1771) 7 7 19 Caliadurgus fasciatellus (Spinola 1808) 2 2 20 Ceropales pygmaea Kohl 1880 1 1 21 Cryptocheilus notatus (Rossius 1792) 2 1 1 6 10 22 Cryptocheilus versicolor (Scopoli 1763) 4 2 4 10 23 Dicyrtomellus tingitanus (Wolf 1966) 1 1 4 4 10 24 Dipogon bifasciatus (Geoffroy 1785) 1 1 1 19 1 23 25 Dipogon monticolus Wahis 1972 2 2 26 Dipogon subintermedius (Magretti 1886) 1 1 27 Entomobora crassitarsis (Costa 1887) 4 2 6 28 Eoferreola rhombica (Christ 1791) 5 5 29 Episyron albonotatum (Vander Linden 1827) 2 2 4 30 Episyron arrogans (Smith 1873) 2 2 31 Evagetes proximus (Dahlbom 1843) 3 3 32 Evagetes elongatus (Lepeletier 1845) 1 1 33 Evagetes pectinipes (Linnaeus 1758) 1 13 1 15 34 Evagetes siculus (Lepeletier 1845) 5 5 35 Meragenia sculpturata (Kohl, 1898) 4 4 36 Poecilagenia rubricans (Lepeletier 1845) 1 1 2 Esemplare di Auplopus carbonrius (Scopoli, 1763), la specie più frequente nei biotopi 37 Poecilagenia sculpturata (Kohl 1898) 1 1 1 3 della provincia di Pisa. 38 Priocnemis bellieri Sichel 1860 2 13 15 39 Priocnemis fastigiata Haupt 1934 4 1 1 3 1 10 40 Priocnemis gracilis Haupt 1927 1 1 41 Priocnemis gracilis Haupt 1927 1 1 42 Priocnemis melanosoma Kohl 1880 2 1 6 9 37 55 43 Priocnemis minuta (Vander Linden 1827) 1 1 44 Priocnemis parvula Dahlbom 1845 3 4 7 45 Priocnemis pusilla (Schioedte 1837) 3 1 1 4 1 4 1 15 46 Priocnemis vulgaris (Dufour 1841) 1 1 4 47 Tachyagetes filicornis (Tournier 1889) 1 1 Strumia F., Dapporto L., Wolf H., 2006.Hymenoptera Chrysididae e Pompilidae dell’arcipelago - toscano. Frustala entomologica 28:172-187 - Wahis R., 2006. Pompilides de la Corse (Hymenoptera Pompilidae). Note faun. De Gembloux 29-04-2011 34 29-04-2011 35

Come per le altre famiglie, nella Tab.4.2 sono elencate la specie di Mutillidi che risultano rispettivamente più comuni e più diffuse in base ai dati raccolti negli anni 2009-2010. San Ross. Montefal. Bottaccio Gerfalco Verruca Solvay Specie di Mutillidi comuni Località staffoli Tanali Paduletto Idrovora Trossa2 Trossa1 comuni diffuse Smicromyrme sulcisia Invrea 1955 8 271 22 25 1 14 341 6 Myrmosa atra Panzer 1801 29 4 3 12 12 9 13 2 8 1 93 10 Krombeinella thoracica (Fabricius 1793) 5 8 26 28 2 2 2 1 74 8 Smicromyrme ausonia Invrea 1950 17 5 5 6 4 20 1 58 7 Paramyrmosa brunnipes (Lepeletier1845) 2 2 3 6 18 5 3 7 3 49 9 Smicromyrme ruficollis (Fabricius 1793) 5 27 10 1 43 4 San Ross. Montefal. Bottaccio Gerfalco Verruca Solvay Specie diffuse - Mutillidi Località staffoli Tanali Paduletto Idrovora Trossa2 Trossa1 comuni diffuse Myrmosa atra Panzer 1801 29 4 3 12 12 9 13 2 8 1 93 10 Paramyrmosa brunnipes (Lepel. 1845) 2 2 3 6 18 5 3 7 3 49 9 Krombeinella thoracica (Fabricius 1793) 5 8 26 28 2 2 2 1 74 8 Smicromyrme rufipes (Fabricius 1787) 1 1 2 10 2 15 2 3 36 8 Smicromyrme ausonia Invrea 1950 17 5 5 6 4 20 1 58 7

Tab.4.2 – Specie di Mutillidi che risultano comuni e diffusie in provincia. In giallo sono evidenziate le trappole funzionanti nel 2010, in bianco quelle nel 2009.

Myrmosa atra Panzer,1801 sembra essere la specie caratteristica della provincia: presente e comune in tutti siti, mentre Smicromyrme sulcisia Invrea, 1955 risulta essere la specie dominante nel parco di San Rossore (fig.4.3). Non abbiamo dati per spiegare questa sua grande presenza in San Rossore.

Fig. 4.3 – Immagini dei tre Imenotteri Mutillidi più comuni e diffusi nella provincia di Pisa: In alto a sinistra Paramyrmosa brunnipes (Lepeletier, 1845); in alto a destra maschio di Smicromyrme sulcisia Invrea, 1955; in mezzo a sinistra Myrmosa atra Panzer, 1801; in mezzo a destra, maschio di Krombeinella thoracica (Fabricius,1787); In basso a sinistra femmina di Smicromyrme sulcisia Invrea, 1955; in basso a destra femmina di Krombeinella thoracica (Fabricius,1787). 29-04-2011 32 29-04-2011 33

IMENOTTERI: 4- MUTILLIDAE presenza di 22±1 specie nei luoghi campionati, (Fig. 4.1). La stessa procedura applicata agli esemplari catturati nel 2010, prevede la presenza di 23±3 specie. L’elenco dei Mutillidi catturati negli anni 2009-2010 dalle 12 trappole e mostrato nella Tab. Questi dati concordano e suggeriscono che la fauna dei Mutillidi della provincia è nota, 4.1 Complessivamente sono state osservate 20 specie, di cui 3 catturate solo nel 2010 (in salvo l’arrivo di elementi alloctoni,come il caso di Skorikovia pliginskiji verificatosi nel 2009 rosso), mentre altre 3 del 2009 non sono state ritrovate nel secondo anno (in blu). e confermato nel 2010. San Ross. Montefal. Bottaccio Gerfalco Verruca staffoli

Specie di Mutillidi Località salati Laghi Tanali Paduletto Idrovora Trossa2 Trossa1 comuni 1 Myrmosa atra Panzer 1801 29 4 3 12 12 9 13 2 8 1 93 2 Paramyrmosa brunnipes (Lepeletier1845) 2 2 3 6 18 5 3 7 3 49 3 Krombeinella thoracica (Fabricius 1793) 5 8 26 28 2 2 2 1 74 4 Smicromyrme rufipes (Fabricius 1787) 1 1 2 10 2 15 2 3 36 5 Smicromyrme ausonia Invrea 1950 17 5 5 6 4 20 1 58 6 Smicromyrme sulcisia Invrea 1955 8 271 22 25 1 14 341 7 Smicromyrme sicana (De Stefani 1887) 1 7 1 7 2 2 20 8 Physetopoda scutellaris (Latreille 1792) 1 7 8 4 2 22 9 Myrmilla calva (Villiers 1789) 2 1 4 1 2 10 10 Myrmilla erythrocephala (Latreille 1792) 1 1 2 1 1 6 11 Smicromyrme ruficollis (Fabricius 1793) 5 27 10 1 43 12 Physetopoda lucasii (Smith 1855) 17 5 1 9 32 13 Nemka viduata (Pallas 1773) 22 10 1 33 Fig. 4.1 – Specie accumulate di Mutillidi nella stagione 2009 in provincia di Pisa. Il valore 14 Myrmilla capitata (Lucas 184) 4 1 3 8 asintotico dell’eq. Di Michaelis-Mennen prevede la presenza di S= 22±1 specie. 15 Ronisia ghilianii (Spinola 1843) 1 1 3 5 16 Skorikovia pliginskiji (Lelej 1984) 17 1 18 17 Cystomutilla ruficeps (Smith 1855) 3 3 18 Artiotilla biguttata (Costa 1858) 1 1 19 Physetopoda daghestanica (Radosz.i 1885) 1 1 20 Tropidotilla litoralis (Petagna 1787) 2 2 Numero di catture 75 27 5 16 84 431 21 8 91 38 28 31 855

Tab. 4.1 – Elenco degli Imenotteri Mutillidi osservati in provincia di Pisa nelle stagioni 2009-2010: in giallo sono evidenziate le catture del 2010

Nel 2009 sono stati catturati 659 Mutillidi da 7 trappole, mentre nel 2010, utilizzando solo 5 trappole si sono catturati 196 esemplari. L’efficienza di cattura scende da 94 esemplari per trappola a 39, evidenziando la stagione 2010 come meno favorevole allo sviluppo dei Mutillidi pur essendosi catturato lo stesso numero di specie (17).L’indice di biodiversità di Shannon da rispettivamente S’=2.0442 e S’=2.3091, risultato coerente in quanto lo stesso numero di specie (17) è stato osservato con un minor numero di catture (196invece

di659). L’estrapolazione del numero di specie accumulato nel 2009 fa prevedere la Fig.4.2 – Specie accumulate di Mutillidi nella stagione 2010 in provincia di Pisa. Il valore asintotico dell’eq. Di Michaelis-Mennen prevede la presenza di S=23±3 specie. 29-04-2011 30 29-04-2011 31

L’eventuale distribuzione canonica della popolazione degli Sfecidi è stata verificata sul solo materiale catturato nel 2010 (fig. 3.6). La curva di migliore interpolazione fa prevedere una comunità di 105 specie nei siti campionati. Questo dato, basato su un campione di 581 esemplari, conferma che la stagione 2010 è stata più povera di insetti rispetto alla stagione 2009.

Fig.3.5 – Femmina di quadrimaculatus (Fabricius, 1793) Specie di Sfecide più comune in Provincia, e quinto per diffusione. (foto tratte da http://hymis.de).

Crossocerus quadrimaculatus (Fabricius, 1793): Si tratta di specie ad ampia diffusione paleartica, verosimilmente presente in tutta Italia, Sicilia, Sardegna e Corsica comprese. Le numerose specie di questo genere nidificano nel suolo o nel legno di arbusti, ramoscelli ecc., dove scavano gallerie che riforniscono abitualmente con diverse specie di Ditteri di diversi generi. Gli adulti sono efficaci impollinatori3. Fig. 3.6- Distribuzione Lognormale dei 581 esemplari di Imenotteri Sfecidi catturati nel Psenulus pallipes (Panzer, 1798), 2010. E’ una specie Euroasiatica presente e comune in tutta Italia, isole comprese. Nidifica in gallerie scavate in rametti secchi od utilizza gallerie scavate nel legno da altri insetti. Preda afidi per approvvigionare il nido ed è un impollinatore. I nidi di P. pallipes sono di parassitizzati da diversi Imenotteri quali i Crisididi: , Pseudomalus auratus e Trichrysis cyanea ( tutti presenti in Provincia).

3 G. Pagliano, E. Negrisolo, 2005, Hymenoptera Sphecidae, in Fauna d’Italia vol.XL, Calderini:1- 559 29-04-2011 28 29-04-2011 29

Fig.3.2- Sfecide alloctono Psenulus carinifrons iwatai (Gussakovskij), catturato in San Rossore. Si notino le caratteristiche zampe gialle. La specie era precedentemente nota del Giappone ed dellʼestremo oriente. Una sola specie risulta catturata da tutte le trappole. Si tratta di Psenulus pallipes (Panzer, 1798), mostrato in Fig.3.4, mentre le specie più comuni sono Tachysphex obscuripennis e SFECIDI COMUNI E MAGGIORMENTE DIFFUSI IN PROVINCIA Crossocerus quadrimaculatus(fig.3.3 e 3.5) , catturate rispettivamente da 6 ed 8 trappole.

Basandoci su tutto il copioso materiale catturato nel 2009-2010 possiamo identificare le specie che sono più comuni (catsono un maggior numero di esemplari) e quelle che sono più diffuse nel territorio ( catturate dal maggior numero di trappole, e quindi nel maggior numero di località). Questi dati sono riassunti rispettivamente nelle Tab. 3.3 e 3.4.

Tab.3.3-Imenotteri SFECIDI più comuni osservati nella prov. Di Pisa nel 2009/10 Montefal. rossore Saline bottaccio staffoli verruca gerfalco tanali paduletto idrovora 1 trossa 2 trossa oraria Comuni Diffuse 1 Tachysphex obscuripennis gibbus Kohl, 1885 2 50 22 3 1 17 95 6

2 Crossocerus quadrimaculatus (Fab., 1793) 2 16 4 15 4 1 43 6 91 8 3 Psenulus pallipes (Panzer, 1798) 9 12 2 2 2 8 3 8 7 2 12 67 11 4 Ammophila sabulosa (Linnaeus, 1758) 48 4 2 5 1 4 64 6 Fig. 3.3- Esemplare di Tachysphex obscuripennis Kohl, 1885. 5 Bembix bidentata Vander Linden, 1829 44 7 8 59 3 6 Cerceris fimbriata (Rossi, 1790) 1 42 14 57 3 7 Bembix oculata Panzer, 1801 52 4 56 2 8 Trypoxylon deceptorium Antropov, 1991 3 14 11 2 1 3 3 6 1 5 49 10 9 Oxybelus quatuordecimnotatus Jurine, 1807 34 5 6 45 3 10 Dryudella tricolor (Vander Linden, 1829) 1 38 3 2 44 4 11 Psenulus fuscipennis (Dahlbom, 1843) 16 1 1 1 3 13 1 1 1 38 9 12 Tachysphex fulvitarsis A. Costa, 1867 6 10 12 3 2 5 38 6 13 Ectemnius cephalotes (Olivier, 1792) 5 9 15 8 1 38 5 14 Ammophila heydeni Dahlbom, 1845 20 6 5 4 35 4

Tab.3.4- Specie di Imenotteri Sfecidi più diffuse in prov. Di Pisa nel 2009/10 Montefal. rossore Saline bottaccio staffoli verruca gerfalco tanali paduletto idrovora 1 trossa 2 trossa oraria Comuni Diffuse 1 Psenulus pallipes (Panzer, 1798) 9 12 2 2 2 8 3 8 7 2 12 67 11 2 Trypoxylon deceptorium Antropov, 1991 3 14 11 2 1 3 3 6 1 5 49 10 3 Psenulus fuscipennis (Dahlbom, 1843) 16 1 1 1 3 13 1 1 1 38 9 4 Dolichurus corniculus (Spinola 1808) 10 5 3 4 2 1 1 3 3 32 9 5 Crossocerus quadrimaculatus (Fabricius, 1793) 2 16 4 15 4 1 43 6 91 8 6 Trypoxylon figulus (Linnaeus, 1758) 11 3 2 6 3 1 4 1 31 8 7 Trypoxylon clavicerum Lepel. & Ser., 1828 1 5 7 2 2 2 1 2 22 8 8 Trypoxylon latilobatum Antropov, 1991 5 5 2 2 1 1 1 1 18 8 9 Astata boops (Schrank, 1781) 13 4 2 1 6 1 1 28 7 10 Trypoxylon medium Beaumont, 1945 13 4 3 2 2 1 2 27 7 Fig. 3.4- Femmina di Psenulus pallipes (Panze, 1798) unica specie di Sfecide veramente 11 Tachysphex consocius Kohl, 1892 4 11 5 1 2 1 1 25 7 diffusa in Provincia, perché catturata da tutte le trappole, 12 Trypoxylon minus Beaumont, 1945 11 2 1 1 1 2 1 19 7 13 Tachysphex obscuripennis gibbus Kohl, 1885 2 50 22 3 1 17 95 6 29-04-2011 26 29-04-2011 27

Japan in our collection, and it is completely identical. Also, it runs unequivocally to iwatai Nella stagione 2009 erano state osservate 115 specie. Alcune di Queste non sono state in van Lithʼs (1966) key to the pulcherrimus species group”. ricatturate nel 2010. Tuttavia sono state invece catturate altre specie, non osservate l’anno Si tratta in conclusione di una specie alloctona, proveniente dal Giappone e probabilmente precedente, che sono elencate nella tab.3.2. introdotta accidentalmente in Italia, dove sembra essersi acclimatata, visto che nel 2009 ne era già stata catturata una femmina dalla Trappola posizionata ai Laghi Salati Solvay di Montecatini val di Cecina. Tab.3-2: Specie di Sfecidi Osservate in Prov. Psenulus carinifrons iwatai si aggiunge quindi allʼormai nutrito elenco di specie alloctone di Pisa nel 2010 e non nel 2009 che si sono recentemente aggiunte alla fauna italiana, Tanali padulett o Idrovora 1 trossa 2 trossa oraria 1 Alysson spinosus (Panzer, 1801) 1 I dati di cattura di Psenulus carinifrons iwatai sono i seguenti (Fig.3.2): 2 Astata cobosi Giner Mary, 1946 1 3 Astata gallica Beaumont, 1942 1 1. 2 Femmine 1 Maschio: 43° 43' 8 N - 10° 19' 4 E; 22.VII-2.VIII 2010 S. Rossore, 4 Astata rufipes rufipes Mocsary, 1867 1 località “paduletto” leg. Strumia. 5 Crossocerus capitosus (Shuckard, 1837) 1 2. 1Maschio: 43° 43' 8 N - 10° 19' 4 E; 24.VIII-1.IX. 2010 San Rossore, loc. “paduletto” 6 Crossocerus ovalis Lepeletier & Brull!©, 1835 1 leg. Strumia. 7 Liris niger (Fabricius, 1775) 1 3. 1 Femmina 43° 21' 59 N - 10° 45' 66 E - 18.V-8.VI.09 “laghi Salati di Mont.val di 8 Miscophus eatoni E. Saunders, 1903 4 9 Nitela borealis Valkeila, 1974 1 2 1 Cecina” leg. F. Strumia 10 Nitela fallax Kohl, 1884 5 1 9 11 Nysson quadriguttatus Spinola, 1808 1 12 Nysson trimaculatus (Rossi, 1790) 3 1 Psenulus carinifrons iwatai, come le specie congeneri, dovrebbe predare varie specie 13 Oryttus concinnus (Rossi, 1790) 1 14 Passaloecus turionum Dahlbom, 1844 3 1 1 di afidi e non risultare dannosa, ma forse utile. 15 Passaloecus vandeli Ribaut, 1952 22 2 9 16 Psenulus carinifrons iwatai (Gussakowskij) 4 17 Sphex flavipennis Fabricius, 1793 1 18 Tachysphex coriaceus A. Costa, 1867 1 19 Tachysphex fugax Radoszkowski, 1877 1 20 Trypoxylon kolazyi Kohl, 1893 2

In particolare una specie (Psenulus carinifrons iwatai) non risultava presente nella fauna europea. Tra gli esemplari di sfecidi del genere Psenulus catturati nel 2009 era stato osservato un individuo non riferibile a specie italiane od europee. Nel 2010 ulteriori 4 individui di questʼentità sono stati catturati nel Parco di San Rossore in località “Paduletto”. Essi sono stati inviati per lo studio al noto specialista Wojciech J. Pulawski, (Curator Emeritus del Museo di San Francisco), che li ha identificati come una specie già nota del Giappone e dellʼEstremo Oriente. Pulawski ci scrive: "I was finally able to identify your mysterious Psenulus from San Rossore: it is Psenulus carinifrons iwatai (Gussakovskij). Psenulus carinifrons has several subspecies ranging from Sri Lanka to Australia, but iwatai from Japan is the only one with an all black thorax (as is the case with your specimen). I could compare this individual with the material from

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La località “Paduletto”, nel parco di San Rossore è stata il più ricco, sia come numero d’esemplari, sia come numero di specie. Risultano invece abbastanza povere le due Tab. 3.1- 94 specie di Sfecidi catturate nel località posizionate lungo il torrente Trossa (Ponteginori-PI). La notevole ricchezza in 2010 nella provincia di Pisa biodiversità di questa famiglia nel parco di San Rossore conferma i risultati già ottenuti nel tanali paduletto idrovora 1 trossa 2 trossa oraria Tutti 45 Miscophus bicolor Jurine, 1807 2 7 9 2009. In San Rossore si osserva infatti il massimo di biodiversità degli Imenotteri 46 Miscophus eatoni E. Saunders, 1903 4 4 47 Nitela borealis Valkeila, 1974 1 1 2 relativamente alla provincia di Pisa. Questo risultato può dipendere sia dalla particolare 48 Nitela fallax Kohl, 1884 5 9 14 conformazione del terreno (sabbioso e compatto che favorisce la nidificazione), sia con 49 Nysson dimidiatus Jurine, 1807 1 1 50 Nysson quadriguttatus Spinola, 1808 1 1 l’essere il parco un’area protetta da lungo tempo, che conserva in buono stato gli ultimi 51 Nysson trimaculatus (Rossi, 1790) 3 1 4 boschi planiziali della costa tirrenica, sia con la presenza di ambienti diversi con biotopi 52 Oryttus concinnus (Rossi, 1790) 1 1 53 Oxybelus haemorrhoidalis Olivier, 1812 1 1 particolarmente favorevoli. 54 Oxybelus quatuordecimnotatus Jurine, 1807 6 6 55 Palmodes occitanicus (Lepeletier & Serv., 1828) 1 1 Con i dati accumulati negli anni 2009-2010 si è studiata la composizione della comunità 56 Passaloecus corniger Shuckard, 1837 6 6 degli Sfecidi: le specie sono ordinate e in funzione del numero di individui catturati per 57 Passaloecus gracilis Curtis, 1834 2 2 58 Passaloecus insignis (Vander Linden, 1829) 1 1 ogni specie. I dati sono raggruppati in ottave di 0-1, 1-2, 2-4, 4-8, 8-16, 16-32, etc. 59 Passaloecus ribauti Merisuo, 1974 1 1 individui per specie. Si ottiene il grafico della fig. 3.1. La distribuzione Lognormale 60 Passaloecus singularis Dahlbom, 1844 1 1 2 61 Passaloecus turionum Dahlbom, 1844 3 1 4 (comunità canonica ) si ha quando i punti sono interpolabili con una funzione gaussiana. 62 Passaloecus vandeli Ribaut, 1952 22 9 31 63 Pemphredon inornata Say, 1824 2 2 Nella fig. 3.1 è mostrato il risultato, con la curva gaussiana che da la migliore 64 Philanthus triangulum (Fabricius, 1775) 1 1 65 Prionyx kirbii v.d,l. 2 2 interpolazione col metodo dei minimi quadrati. 66 Pseneo exaratus (Eversmann, 1849) 1 1 67 Psenulus carinifrons iwatai (Gussakowskij) 4 4 68 Psenulus fuscipennis (Dahlbom, 1843) 13 1 1 1 16 69 Psenulus pallipes (Panzer, 1798) 8 7 2 12 29 70 Solierella compedita (Piccioli, 1969) 2 2 1 5 71 Sphex funerarius Gussakovskij, 1934 1 1 72 Tachysphex consocius Kohl, 1892 2 1 1 4 73 Tachysphex coriaceus A. Costa, 1867 1 1 74 Tachysphex costae De Stefani, 1882 10 10 75 Tachysphex fugax Radoszkowski, 1877 1 1 76 Tachysphex fulvitarsis A. Costa, 1867 3 2 5 10 77 Tachysphex incertus Radoszkowski, 1877 4 4 78 Tachysphex julliani Kohl, 1883 1 1 79 Tachysphex mediterraneus Kohl, 1883 9 9 18 80 Tachysphex nitidior Beaumont, 1940 2 1 3 81 Tachysphex obscuripennis gibbus Kohl, 1885 22 3 1 17 43 82 Tachysphex psammobius (Kohl, 1880) 4 4 83 Tachysphex tarsinus (Lepeletier, 1845) 4 4 84 Tachytes etruscus (Rossi, 1790) 15 1 16 85 Trypoxylon attenuatum F. Smith, 1851 1 1 2 4 86 Trypoxylon beaumonti Antropov, 1991 2 2 2 6 87 Trypoxylon clavicerum Lepeletier & Serville, 1828 2 2 1 2 7 Fig.3.1- distribuzione Lognormale degli Sfecidi catturati nel 2009-2010, basata su 88 Trypoxylon deceptorium Antropov, 1991 3 3 6 1 5 18 140 Specie e 1840 esemplari. L’integrale della curva indica la presenza di circa 186 89 Trypoxylon figulus (Linnaeus, 1758) 4 1 5 90 Trypoxylon kolazyi Kohl, 1893 1 2 3 specie nei siti della provincia campionati(Tab.1.1 e 1.2). 91 Trypoxylon latilobatum Antropov, 1991 1 1 1 1 4 92 Trypoxylon medium Beaumont, 1945 2 1 2 5 2 93 Trypoxylon minus Beaumont, 1945 1 1 2-R.H. Macarthur, E.O. Wilson: The theory of island biogeography, Princeton, 2001:1-202 94 Trypoxylon scutatum Chevrier, 1867 2 2 2 2 8 N= esemplari catturati 38 325 9 26 24 158 581 N di Specie per località 20 58 5 15 14 51 29-04-2011 22 29-04-2011 23

IMENOTTERI 3-SFECIFORMI 581 esemplari. L’elenco di tutte le specie di Sfecidi osservate nella stagione 2010 è mostrato nella Tab.3.1. Dal campionamento di 5 località della Provincia si sono ottenute 94 specie, ed un totale di

Tab. 3.1- 94 specie di Sfecidi catturate nel 2010 nella provincia di Pisa tanali paduletto idrovora 1 trossa 2 trossa oraria Tutti 1 Alysson spinosus (Panzer, 1801) 1 1 2 Alysson tricolor Lepeletier & Serville, 1825 1 1 3 Ammophila heydeni Dahlbom, 1845 5 4 9 4 Ammophila sabulosa (Linnaeus, 1758) 5 1 4 10 5 Astata boops (Schrank, 1781) 6 1 1 8 6 Astata cobosi Giner Mary, 1946 1 1 7 Astata costae A. Costa, 1867 2 2 8 Astata gallica Beaumont, 1942 1 1 9 Astata kashmirensis Nurse, 1909 1 3 4 10 Astata rufipes rufipes Mocs!°ry, 1867 1 1 11 Bembecinus tridens (Fabricius, 1781) 22 4 26 12 Bembix bidentata Vander Linden, 1829 7 8 15 13 Bembix oculata Panzer, 1801 4 4 14 Bembix rostrata (Linnaeus, 1758) 5 3 8 15 Cerceris arenaria (Linnaeus, 1758) 17 1 18 16 Cerceris fimbriata (Rossi, 1790) 14 14 17 Cerceris quadricincta (Panzer, 1799) 4 4 18 Cerceris rubida (Jurine, 1807) 1 1 19 Cerceris sabulosa (Panzer, 1799) 1 2 3 20 Crossocerus annulipes (Lepeletier & Brullè, 1835) 1 1 21 Crossocerus elongatulus (Vander Linden, 1829) 1 1 22 Crossocerus ovalis Lepeletier & Brull!©, 1835 1 1 23 Crossocerus podagricus (Vander Linden, 1829) 1 6 1 8 24 Crossocerus quadrimaculatus (Fabricius, 1793) 43 6 49 25 Didineis lunicornis (Fabricius, 1798) 1 1 26 Dinetus pictus (Fabricius, 1793) 3 2 5 27 Diodontus fiesei Kohl, 1901 2 2 28 Dolichurus bicolor Lepeletier 1845 1 1 2 29 Dolichurus corniculus (Spinola 1808) 1 3 3 7 30 Dryudella freygessneri (Carl, 1920) 1 1 31 Dryudella tricolor (Vander Linden, 1829) 3 2 5 32 Ectemnius cephalotes (Olivier, 1792) 1 1 33 Ectemnius rugifer (Dahlbom, 1845) 1 1 34 Entomognathus brevis (Vander Linden, 1829) 4 4 35 Gorytes quinquecinctus (Fabricius, 1793) 1 1 36 Harpactus elegans (Lepeletier, 1832) 3 3 37 Harpactus formosus (Jurine, 1807) 1 1 38 Isodontia mexicana 1 1 2 39 Lestica clypeata (Schreber, 1759) 1 1 40 Lindenius panzeri (Vander Linden, 1829) 8 1 2 11 41 Lindenius pygmaeus armatus (Vander Lind., 1829) 2 1 3 42 Liris niger (Fabricius, 1775) 1 1 43 Mimesa grandii Maidl, 1933 2 4 6 44 Mimumesa unicolor (Van der Linden, 1829) 1 1 29-04-2011 20 29-04-2011 21

(Mocsáry 1889), Hedychridium femoratum (Dahlbom 1854) e Hedychridium flavipes (Eversmann 1857) è in pratica circoscritta al Parco di San Rossore, dove invece sono comuni. In fig.2.3 si osserva che, nel caso di H. femoratum il tasso di cattura giornaliero di H. femoratum è più che triplicato nel periodo 13-18 agosto, mentre la specie è presente per tutta la stagione

Fig. 2.4 – Distribuzione Lognormale degli Imenotteri Crisididi catturati nel 2010. La curva continua mostra la migliore interpolazione con una funzione Gaussiana.

Fig. 2.3- Tasso di cattura giornaliera di H. femoratum in San Rossore, località ”Idrovora

Dai risultati combinati delle stagioni 2009 e 2010, la curva d’accumulazione delle specie catturate fa prevedere la presenza di 121 specie di Crisididi (Fig. 2.4). Questo valore è compatibile con i dati storici che danno la presenza di 130 specie di Crisididi nella Provincia di Pisa. Il valore inferiore ottenuto dall’estrapolazione suggerisce una distribuzione a macchia di leopardo, e che non è stato ancora studiato un numero sufficiente di siti.

Le struttura della popolazione dei Crisididi catturati nel 2010 si adatta bene alla distribuzione lognormale delle comunità canoniche, come mostrato in Fig. 2.4. Fig. 2.5 – Accumulo del numero di specie ottenuto da 14 trappole. Il valore asintotico della funzione di Michaelis- Mennen fa prevedere una presenza di 121 specie.

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Per una migliore comprensione delle osservazioni, è opportuno introdurre i concetti di specie comune e di specie diffusa: entrambi basati su dati numerici e sempre più attendibili con l'aumentare della consistenza del campione. Si elencano nella Tabella 2.5 le specie che sono state catturate nel maggior numero d’esemplari (specie comuni) e quelle che sono state osservate nel maggior numero di siti monitorati (specie diffuse).

Tab.2.5-Specie diffuse Località ne San Verrca Staffoli Solvay Solvay Solvay Rossore Gerfalco Bottaccio montefalco Tanali Paduletto Trossa 2 Trossa Idrovora Trossa1 Campo Nº Indiv. Presenza Chrysis gribodoi Abeille de Perrin 1877 5 1 2 4 2 1 1 4 3 1 24 10 Omalus aeneus (Fabricius 1787) 14 14 1 1 2 2 17 1 2 2 56 10 Trichrysis cyanea (Linnaeus 1758) 8 4 5 1 2 21 8 1 19 8 77 10 Chrysis auriceps Mader 1936 1 3 13 1 4 1 2 1 1 27 9 Pseudomalus auratus (Linnaeus 1758) 10 8 2 3 3 12 1 39 7 Chrysis bicolor Lepeletier 1806 4 26 3 12 3 1 49 6 Chrysis comparata Lepeletier 1806 1 1 6 2 1 5 16 6 Fig. 2.2 – Curva d’accrescimento del Numero di specie di Crisididi osservati nel 2010. Il Chrysis scutellaris Fabricius 1794 9 4 10 1 2 1 27 6 valore asintotico fa prevedere la presenza di 105±3 specie. Hedychridium roseum (Rossi 1790) 15 2 2 5 1 3 28 6 Hedychrum gerstaeckeri Chevrier 1869 7 2 4 2 2 1 18 6 Rispetto alla stagione “2009” sono state osservate ulteriori 12 specie, elencate nella tab.2.4.

Specie frequenti Località ne

San Verrca Solvay Solvay Staffoli Solvay Solvay Rossore Gerfalco Bottaccio montefalco Tanali Paduletto 2 Trossa Idrovora Trossa1 Campo Nº Indiv. Presenza Trichrysis cyanea (Linnaeus 1758) 8 4 5 1 2 21 8 1 19 8 77 10

Specie S=12 Località ne San Hedychridium iucundum (Mocsáry 1889) 2 4 55 3 1 65 5 Verrca Solvay Solvay Staffoli Rossore Gerfalco Bottaccio Omalus aeneus (Fabricius 1787) 14 14 1 1 2 2 17 1 2 2 56 10 montefalco Tanali Paduletto S0lvay10 2 Trossa Idrovora Trossa1 Laghi diCampo Omalus aeneus blandus ? (Fabricius, 1787) 6 Chrysis bicolor Lepeletier 1806 4 26 3 12 3 1 49 6 Chrysura laodamia (Du Buysson, 1900) 2 2 Hedychridium femoratum (Dahlbom 1854) 38 6 44 2 Philoctetes punctulatus (Dahlbom, 1854) 3 1 Pseudomalus auratus (Linnaeus 1758) 10 8 2 3 3 12 1 39 7 Chrysis grohmanni Dahlbom 1854 4 Hedychridium flavipes (Eversmann 1857) 1 1 28 1 2 33 5 Chrysis consanguinea Mocsáry 1889 2 Hedychridium monochroum Buysson 1888 22 1 1 6 1 31 5 Cleptes aerosus Förster 1853 2 Hedychridium roseum (Rossi 1790) 15 2 2 5 1 3 28 6 Stilbum cyanurum (Forster 1771) 2 Chrysis auriceps Mader 1936 1 3 13 1 4 1 2 1 1 27 9 Chrysis marginata Mocsáry 1889 1 Chrysis scutellaris Fabricius 1794 9 4 10 1 2 1 27 6 Chrysis ragusae De-Stefani 1888 1 Cleptes pallipes Lepeletier 1806 10 2 6 8 26 4 Holopyga chrysonota (Förster 1853) 1 Chrysis gribodoi Abeille de Perrin 1877 5 1 2 4 2 1 1 4 3 1 24 10 Pseudomalus pusillus (Fabricius 1804) 1 Pseudospinolia uniformis (Dahlbom 1854) 1 Tab.2.5- Elenco delle specie di Crisididi più frequenti e più diffuse nelle stagioni 2009 e Tab.2.4 Specie di Crisididi osservati nel 2010 ma non nel2009. In giallo sono indicate le 2010. In giallo sono indicati i siti monitorati nel 2010. trappole del 2010.

Tutte queste specie erano già conosciute della provincia di Pisa. E’ stata trovata una Dai dati della tab. 2.5 è possibile evidenziare degli effetti di blooming o di "mass nuova possibile specie, forse d’Omalus, che sembra essere legata agli ambienti umidi. emergence" di alcune specie. Con questi termini si indicano apparizioni improvvise e Per la definizione del suo status tassonomico attendiamo I risultati della stagione 2011. numerose ma di breve durata, dovute a sfarfallamenti in massa, e più o meno simultanei, degli adulti. Si può notare come la presenza di Hedychridium iucundum 29-04-2011 16 29-04-2011 17

Nel 2009 erano state campionate 8 località, osservando complessivamente 69 specie. Nel 2010 non sono state osservate specie nuove per la Provincia di Pisa. L’indice di biodiversità di Shannon da complessivamente per le catture del 2010: S’(2010) =3.376. Nel 2009 lo stesso indice raggiungeva il valore S’(2009) =3. 50, un valore che mostra una leggera riduzione della diversità nel 2010 rispetto al 2009. Questa diminuzione dell’indice di shannon nel 2010 si osserva per tutte le famiglie considerate a conferma di una stagione meno favorevole allo sviluppo degli Imenotteri. Oltre al materiale catturato dalle trappole Malaise, in due lacalità: i laghi di Campo (PI) ed i laghi salati Solvay di Montecatini Val di Cecina, nei mesi di maggio e giugno, furono catturate col retino entomologico o con trappole ad acqua le seguenti specie, tab.2.3:

Fig.2.1- A sinistra il dittero Stratiomyiidae Stratiomyia chamaeleon L. (si notino i caratteristici 2 processi spiniformi sul metanoto) ed, a destra, femmina del Crisidide

Pseudospinolia uniformis

Il numero previsto di specie presenti in provincia era stato stimato (S 2009=

134±7 specie) in base ai campionamenti del 2010 estrapolando il numero di Tab.2.3- Le specie evidenziate in giallo non erano state osservate nel 2009. specie accumulato con l’equazione di Michaelis-Mennen. In fig. 2.2 è mostrato Tre specie: Pseudospinolia uniformis (Dahlbom 1854), Chrysis consanguinea Mocsáry il risultato del medesimo calcolo effettuato con i dati del 2010, che dà la 1889 e Chrysura refulgens (Spinola 1806) si aggiungono alla checklist dei Laghi Salati. presenza di S=105±3 specie nei siti monitorati. Questo valore è inferiore a Pseudospinolia uniformis è una specie poco frequente in Italia. In Toscana, era in quello del 2009, la differenza è da attribuire alle fluttuazioni annuali delle precedenza segnalata solo per le località di Pomarance (PI) ed Ansedonia (GR). popolazioni, come già accennato. Sempre ai Laghi salati di Montecatini Val di Cecina è stato osservato anche il Dittero In aggiunta ai risultati della stagione 2009 sono state osservate ulteriori 12 Stratiomyiidae Stratiomyia chamaeleon L. Si tratta di un elemento tipico delle zone umide, (fig. 2.1). specie, elencate nella tab.2.4 29-04-2011 14 29-04-2011 15

IMENOTTERI: 2-CHRYSIDIDAE

Nella stagione 2010, 216 Imenotteri Crisididi, appartenenti a 49 specie sono stati catturati in 7 località diverse (Tab. 2.1).

Esemplare di Barichneumon derogator (Wesmael, 1844), a sinistra e di Coelichneumon

cyaniventris a destra (da www.rutkies.de/bienen), specie nuove per la fauna Toscana.

Tab2.1 – - Elenco delle 49 specie di Crisididi osservati nella provincia di Pisa nel 2010

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Tab. 2.2- Specie d’Imenotteri Ichneumonidi che sono nuove per la Toscana, osservate ai Laghi Salati Solvay ed a Staffoli (Cerbaie) 2- IMENOTTERI ICHNEUMONIDI

La facilità con cui si catturano specie nuove per la Toscana, è una evidenza della limitata LA SUPERFAMIGLIA ICHNEUMONOIDEA con oltre 100 000 specie attualmente conoscenza che abbiamo di questa importante e diversificata famiglia di Imenotteri di conosciute è la più vasta dell’ordine ed è suddivisa in due grandi famiglie: Braconidae grande importanza agraria . (circa 40 000 specie) ed Ichneumonidae (circa 60 000 specie). Gli Ichneumonidae sono presenti in tutti i continenti, ma la maggior presenza si osserva nella regione Oloarctica. La loro funzione in ambito ecologico è d’importanza primaria in quanto gli Ichneumonidae sono ecto- od endoparassitoidi di molti gruppi d’insetti o ragni: specialmente Lepidotteri, Imenotteri Sinfiti, Ditteri, Coleotteri, Tricotteri. In conclusione gli Ichneumonidae prediligono ambienti freschi ed umidi dove raggiungono la massima biodiversità e presentano un’attività prevalentemente crepuscolare (vedi 8- Ritmi circadiani). In Italia sono note almeno 1850 specie. Il copioso materiale catturato è stato visionato dal sig. G. Tagliano del Museo regionale di Torino, che segnala alcune specie come nuove per la Toscana. Otto specie sono state catturate nel Parco di San Rossore tra maggio e settembre. Esse erano in precedenza note del solo Nord-Italia con la sola eccezione di Hoplismenus Ichneumonide Hoplismenus bidentatus (Gmelin, 1790) e maschio di Vulgichneumon suavis (Gravenhorst, 1829),nuovi per la fauna Toscana, da www.google.com/images? e bidentatus bidentatus (Gmelin, 1790) che era già conosciuto anche di Sicilia ed www.biolib.cz/cz/image Italia meridionale, tab. 2.1.

nuove specie di Ichneumonidae per la Toscana San Rossore, 2008 1 Coelichneumon nigerrimus (Stephens, 1835 1F 28/VIII-8/IX-2008 2 Coelichneumon lacrymator (Fonscolombe, 1847) 1 F 18/28.VIII.2008 3 Coelichneumon cyaniventris (Wesmael, 1859) 1 M 25/IV.5/V.2008 4 Vulgichneumon diagrammus (Gravenhorst, 1820) 1 F 5/18.VIII.2008 5 Vulgichneumon diagrammus (Gravenhorst, 1820) 1 F 18/28.VIII.2008; 6 Vulgichneumon suavis (Gravenhorst, 1820) 1 M 5/12.V.2008 7 Barichneumon derogator (Wesmael, 1844) San Rossore 1 M 8 Hoplismenus bidentatus bidentatus (Gmelin, 1790) 1 F 28/VIII.28/IX.2008

Tab. 2.1- Specie d’Imenotteri Ichneumonidi che sono nuove per la Toscana, osservate in San Rossore.

Altre 3 specie nuove per la Toscana sono state rinvenute nel materiale catturato nel 2009 dalla trappola posizionata ai Laghi Salati Solvay a Montecatini val di Cecina ed a Staffoli, tab.2.2:

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Diversi specialisti si sono resi disponibili anche nel 2010 per l'identificazione degli insetti: • i Mutillidi, gli Sfecidi, i Sapigidi ed i Gasteruptionidi dal sig, Guido Pagliano, conservatore onorario al Museo Reg. di Scienze Naturali di Torino, • Gli Imenotteri Pompilidi da Heinrich Wolf di Plettenberg, Germania. • Gli Apoidei sono stati studiati dal sig. Luciano Filippi di Cecina (LI). • Altre famiglie d’Insetti saranno preparate e studiate con la collaborazione del Museo di Torino e dell'Università di Salamanca (prof, Severiano Fernandez Gayubo) e dell’Università di Pisa. Particolare attenzione è stata data agli Imenotteri, in quanto sono una componente ecologicamente rilevante degli Artropodi sia come impollinatori, sia come predatori, Fig. 1.9 - Esemplare adulto di Testudo hermanni fotografato sul terreno presso uno dei parassiti o parassitoidi d’insetti fitofagi, sia come fonte di cibo per altri animali. laghetti dei Bacini salati Solvay di Montecatini Val di Cecina, Tra i non Imenotteri si segnala la cattura da parte della trappola “Trossa1” di un esemplare di Palpares libelluloides L. 3 - Nei mesi di luglio ed agosto sono state fatte diverse visite ai “Laghi di Campo” nel Si tratta del più grande Neurottero europeo, che può raggiunge un’apertura alare di comune di San Giuliano-PI. Si tratta di due invasi d’origine estrattiva e non utilizzati da oltre 11 cm ed è presente, anche se poco frequente in tutto il bacino mediterraneo. molti anni e situati sulla riva destra del fiume Arno fig. 1.10.

Fig. 1.11 – Esemplare di Palpares libelluloides L. catturato a Ponteginori- PI

Fig.1.10 – Scorcio dei laghi di campo. Il materiale raccolto nel 2010, dopo essere stato preparato e studiato, è stato depositato presso il "Museo di Storia naturale e del Territorio" dell'Università di Pisa presso la Certosa di Calci, che ne garantisce la conservazione e l'accessibilità per successivi studi. 29-04-2011 8 29-04-2011 9

Fig.1.7- Nuovo tipo di trappola Malaise usato nel 2010 presso il torrente Trossa Fig. 1.8. Parco dei laghi salati di Montecatini Val di Cecina visto da ovest: (Ponteginori-PI) Biotopo dove si osserva frequentemente la Testudo hermanni Gmelin, 1789. Queste trappole sono state acquistate dalla Provincia di Pisa specificamente per il

Progetto ZOUMGEST. 3 - I Bacini salati Solvay sono invece risultati un biotopo molto interessante, la cui parte

occidentale non è disturbata da molti anni (circa 50-60 anni a detta dei custodi); il Nel 2010 sono state fatte inoltre delle raccolte a vista, o con trappole ad acqua, in altre terreno, prevalentemente argilloso presenta elementi interessanti e particolari. L'attività località della provincia, classificate dal progetto ZOUMGEST come zone umide. mineraria estrattiva ha provocato lo sprofondamento del terreno in alcuni punti con la In particolare abbiamo ripetutamente visitato: formazione d’alcuni laghetti, che contribuisce ulteriormente alla peculiarità di questo 1 – zona ANPIL “Bacini salati Solvay” nel comune di Montecatini Val di Cecina, fig. 1.8 ambiente. 2 – zona ANPIL “Cavi del Fiorino”. Cecina (LI). L’area comprende alcuni bacini estrattivi Nel 2010 è stata individuata una piccola zona di terreno argilloso e nudo dove sono state ora dismessi e situati sulla riva sinistra del fiume Cecina. Ad una prima visita il sito si è viste nidificare alcune interessanti specie d’Imenotteri, non ancora segnalate nelle presentato molto povero d’insetti e non si è ritenuto utile mettervi in funzione delle catture del 2009 (es. Chrysis rufitarsis, Pseudochrysis uniformis). Nella prossima trappole. stagione si cercherà di identificare la relazione ospite-parassita di queste specie,

attualmente non conosciuta. In più occasioni sono stati osservati individui della tartaruga terrestre Testudo hermanni Gmelin, 1789, tutti ben sviluppati ed in ottime condizioni fig. 1.9.

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Altre tre trappole sono state messe in funzione nelle zone umide previste dal progetto, e 3 - nel Parco di San Rossore in località “Idrovora”, alla confluenza tra il “Fiume morto precisamente: nuovo” ed il “Fiume morto vecchio”, sempre su terreno sabbioso (fig. 1.5) è stata collocata 1 - nel comune di Bientina una Malaise fu collocata nell’area ANPIL “Bosco Tanali” in anche la trappola modificata per investigare i ritmi circadiani. Questa trappola particolare località Caccialupi. La trappola fu collocata al bordo meridionale del bosco ed orientata sarà descritta in seguito. verso I ristagni d’acqua primaverili, ben visibili sullo sfondo della figura 1.3.

Fig.1.3 – Trappola in località “Bosco Tanali” nel “Padule di Bientina”. Fig. 1.5 – Trappola per lo studio dei ritmi Circadiani in loc. “Idrovora”- San Rossore.

2 - nel Parco di San Rossore una trappola fu collocata in località “Paduletto” su un terreno sabbioso all’inizio del bosco misto di Pino e Farnia a circa 50 m dalla zona inondata, fig. 1.4

Fig. 1.6- trappola presso il torrente “Trossa” (Ponteginori-PI) 4- Due ulteriori trappole furono collocate a Ponteginori (PI) in prossimità del torrente Trossa, un affluente del Fiume Cecina. Si tratta di una località agricola, scarsamente antropizzata, e poco inquinata. Questa trappola fu distrutta da eventi metereologici nel mese d’agosto e sostituita con una delle trappole acquistate dalla provincia di PI: anche

Fig.1.4 – Trappola nel Parco di San Rossore, in loc. Paduletto questo tipo di trappola ha funzionato bene e con efficienza, fig. 1.7. 29-04-2011 4 29-04-2011 5

Nell'anno 2009 sono state usate trappole in sette siti della Provincia, mentre nel 2010 ne sono state utilizzate solo sei, dovendosi impiegare le trappole residue del 2009. Tab, 1.2 - Elenco delle trappole Malaise messe in funzione nella provincia di Pisa nel Un successivo sito (laghi di Campo-PI) fu parzialmente monitorato con water traps e 2009. la cattura a vista. I dati pertinenti alla sistemazione e funzionamento di tutte le trappole sono riportati Periodo di nelle tab. 1 tab. 2. Le trappole sono state attive complessivamente per 631 giorni. Localita' e coordinate Coordinate Ambiente Attività Non è stato possibile, per difficoltà burocratiche, installare trappole nella zona umida San Rossore, idrovora 05.V-9.IX 43˚44,06'-10˚18,67' Bosco del Lago di Santa Luce. Nel corso di una visita effettuata nel mese d’ottobre, 1 bosco di abbiamo contattato un privato, che ci ha manifestato la sua disponibilità ad ospitare Montefalcone-PI 6.V-30.IX 43˚44'-10˚43' 2 conifere nel 2011 una trappola sul suo terreno al margine orientale del lago: (fig. 1.2). bosco misto Staffoli-PI, loc. Casoni 6.V-30.IX 43˚45,99'-10˚42,61' 3 umido Oasi WWF del Bottaccio 6.V-9.30.X 43˚46,1'-10˚37,4' bosco umido 4

Verruca PI 163m 12.V-30.IX 43˚42,9'-10˙32,0' uliveto 5 Tab. 1.1 - Elenco delle trappole Malaise messe in funzione nella provincia di Pisa nel laghi salati di Montecatini Val macchia 18.V-10.X 43˚21,58'-10˚46,65' 2010. 6 di CecinaPI- campo minerario mediterranea Gerfalco-PI, monte Le macchia 9.VII-X 43˚08,97'-10˚57,69' 7 Cornate m.840, mediterranea

funz. Trappole Malaise 2010 nome Posizione messa il tolta il giorni

Ponteginori (PI), presso il 1 torrente trossa Trossa 1 43 19' 29"N-10 44' 47"E 22.05.10 10.08.10 80 Ponteginori (PI), presso il torrente trossa Trossa 1 43 19' 29"N-10 44' 47"E 4.09.10 5.11.10 62 San Rossore 2010- loc. 2 paduletto - Mal. B&W paduletto 43 43',78-10 19',375 18.05.10 18.10.10 145 san Rossore, loc. Idrovora, 3 Malaise oraria Idrovora, 43 44,06'-10 18,89' 27.05.10 18.10.10 121

Padule di Bientina, 4 loc.Caccialupi-bosco tanali-PI, tanali 43 45'0.49"-10537'16,03" 21.06.10 11.10.10 112

Ponteginori (PI), presso il 5 torrente trossa più a monte Trossa 2 43º18'54"N-10º46'09"E 17.07.10 5.11.10 111 _Campo-PI, laghi, solo water 6 traps 43º42'N-10º28'E VII-VIII

Fig. 1.2 – Estremità orientale del lago di Santa luce: presso la riva sarà installata una trappola nel 2011. E’ una delle zone umide previste dal progetto ZOUMGEST. 29-04-2011 2 29-04-2011 3

Collaboratori Nell’anno 2010 è stato anche iniziato con successo lo studio dei bioritmi Circadiani I risultati qui presentati non sarebbero stati possibili senza la collaborazione d’alcuni amici degli insetti volatori. Per motivi pratici questa ricerca è stata compiuta nel parco di e colleghi. In particolare: San Rossore, ma riteniamo che risultati abbiano valenza generale. - il sig Guido Pagliano (conservatore onorario al "Museo Reg. di Storia Naturale" - Torino) Come mezzo principale d’indagine sono state scelte le trappole di tipo Malaise, ma si si è incaricato dell’identificazione di Spheciformi, Mutillidae, Gasteruptiidae ed in parte sono anche utilizzati altri tipi, come le trappole ad acqua (water traps) degli Ichneumonidi Le Malaise sono particolarmente utili in quanto: - il dott.. Heinrich Wolf di Plettenberg – Germania si è incaricato dell’identificazione dei 1 - intercettano gli insetti in volo in modo non selettivo e li convogliano in un Pompilidae contenitore con un liquido conservante (fig. 3.1). - il sig. - Luciano Filippi di Cecina (LI) si è incaricato dell’identificazione degli Apoidea 2 - una volta installate, sono sempre in funzione, anche la notte, e l’efficienza di - il dott. Walter Borsato di Verona si è incaricato dell’identificazione dei Vespoidea. cattura non è pertanto influenzata dalla presenza degli investigatori. Alcune guardie provinciali GAV hanno fornito un insostituibile aiuto per la gestione delle 3 – non richiedono della presenza in loco dell’operatore ed il materiale catturato può trappole e la scelta delle località. Desidero ringraziare i sigg. Fabrizio Calamai, Marco essere ritirato ad intervalli di diversi giorni, rendendole particolarmente utili per Sbrana ed Alessio Bimbi. studiare località non facilmente raggiungibili. 4 - non sono specie specifiche e catturano un gran numero d’insetti volatori, specialmente Imenotteri, Ditteri, Lepidotteri ed altri ordini minori. Non sono invece PREMESSA, MATERIALI E METODI particolarmente efficaci per i Coleotteri, ed in genere per gli insetti che si muovono

Le ricerche dell’anno 2010, sono state compiute con la stessa metodologia impiegata preferenzialmente camminando e non sono buoni volatori. nel 2009, utilizzando principalmente delle trappole di tipo Malaise1 per catturare gli insetti in volo. Per uniformarci alle attività previste dal Progetto ZOUMGEST si sono studiate, quando possibile, le zone umide previste con lo scopo di verificare se le popolazioni ivi presenti presentassero delle composizioni diverse, tali da permetterne il riconoscimento. Gli insetti volatori, e in particolare gli Imenotteri frequentano principalmente ambienti adatti alla loro nutrizione e nidificazione. Questi non coincidono, in genere, con zone umide o facilmente allagabili. Per la nidificazione, che spesso avviene nel terreno, sono preferiti suoli asciutti e sabbiosi: è questa una delle cause principali della ricca diversità osservata nel parco di San Rossore tra gli Imenotteri. L’analisi statistica dei risultati permetterà di verificare l’ipotesi di eventuali correlazioni tra le popolazioni delle zone umide ed individuare le eventuali specie associate a questi ambienti.

5 – il tipo di materiale catturato non è influenzato dell'operatore, e quindi i dati sono utili

1 per indagini statistiche: di norma qualsiasi operatore tende inevitabilmente a W.J.Sutherland, 2006. Ecological Census Techniques. Cambridge Univ. Press: 1- 432 concentrarsi sulle specie rare e/o nuove. R.C.Muirhead-Thompson, 1991.Trap responses of Flying insects. Academic Press: 1-287. 29-04-2011 1

Provincia di Pisa “Approfondimenti conoscitivi su alcune aree d’interesse ambientale del Piano Territoriale di Coordinamento e del progetto transfrontaliero ZOUMGEST” Franco Strumia Università di Pisa - Dipartimento di Fisica

Con la collaborazione di: - G. Pagliano-("Museo Reg. di Storia Naturale" - Torino) - Heinrich Wolf – Plettenberg – Germania - Luciano Filippi – Cecina (LI) - Walter Borsato – Verona "Relazione sul monitoraggio degli Imenotteri della Provincia di Pisa" Pisa 16-06-2011 p. 1 - Premessa e Metodi 2 2- Imenotteri Ichneumonidi 12 3 Imenotteri Chrysididae 13 4- Imenotteri Spheciformi 21 5- Imenotteri Mutillidae 30 6- Imenotteri Pompilidae 34 7- Imenotteri Gasteruptiidae 41 8- Imenotteri Apoidea 42 9 - Imenotteri Vespoidea 45 10 - Imenotteri Scolioidea 46 11- Ritmi Circadiani 49 12- Analisi comparata della biodiversità 72 La Relazione sui risultati della stagione 2010 è scaricabile in formato pdf dal sito: http://www.provincia.pisa.it/uploads/2010_03_12_10_36_52.pdf