Appunti Dimenticati. Giuseppe Fiocco a Capodistria
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Appunti dimenticati. Giuseppe Fiocco a Capodistria Luca Caburlotto “Mi bastò salire sino all’altezza del dipinto, per accorgermi che esso consta di due tele, acco- state, non cucite; appiccicate poi, per costitui- re un’unità fittizia, sopra una tela maggiore, la quale ha ingannato anche i prudenti con le sue speciose apparenze”. Quale fosse la qualità degli studi sull’arte veneta in Istria ancora fra le due guerre mondiali, ad onta dei sentimenti d’appartenenza geo-culturale che le opere avrebbero dovuto allora evocare, tanto più sotto un regime nazionalista quale quello che governava l’allora Regno d’Italia - e che anche oggi dovreb- be far riflettere chi retoricamente agita quei sentimenti per trattenerne molte lontane dai luoghi fisici della loro vera appartenenza materiale - lo dimostrano queste parole di Giuseppe Fiocco, patriarca della disciplina storico artistica veneta dalla cattedra di storia dell’arte dell’Università di Padova, alla quale, dopo un breve passaggio agli atenei di Pisa e Firenze, fu chiamato nel 1929 per iniziativa dell’allora preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, poi rettore, Carlo Anti e per voto unanime del Senato Accademico, non appena di quella cattedra era avvenuta la tanto attesa istituzione: parole relative allaPresentazio - ne al Tempio e alla Strage degli Innocenti di Vittore Carpaccio scritte nel volume XLIII degli “Atti e Memorie della Società Istriana di Archeologia e Storia Pa- 127 Carpaccio. Sacra Conversatio: Contesto, iconografia, indagini tria”, pubblicati a Pola nel 1931 “presso il Reale Museo dell’Istria”, in un saggio dedicato alle tele dell’artista per l’organo del duomo di Capodistria1. Un testo non abbastanza considerato in bibliografia nella sua effettiva -por tata, innanzitutto perché era già disponibile e capillarmente diffusa - nonché più che sufficiente alla bisogna per l’argomento specifico delle opere istriane quando inserite in contesti scientifici e geografici più ampi - la sua monografia sull’artista veneziano, pubblicata dalla casa editrice di “Valori plastici” giusto un anno prima del saggio2; e non tuttavia solo per la sede di pubblicazione, periferica in partenza (ma accolta da Fiocco forse in omaggio all’Istria), ma ancor più, dopo le drammatiche vicende del secondo dopoguerra, per la di- stanza - più mentale che fisica, ma non per questo meno sensibile - in cui si 1 FIOCCO Giuseppe, Le pitture di Vittore Carpaccio per l’organo del Duomo di Capodistria, in “Atti e Me- morie della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria”, a. XLIII (1931), fasc. I-II, Pola, pp. 223-240 (anche in estratto: Parenzo, G. Coana, 1932). Su Giuseppe Fiocco (Giacciano 1884 - Padova 1971) cfr. In memoria di Giuseppe Fiocco, in “Saggi e memorie di storia dell’arte”, a. 8 (1972), nro. 7, Venezia, pp. 7-41; SEMENZATO Camillo, Giuseppe Fiocco, in “Atti e memorie dell’Accademia patavina di scienze, let- tere ed arti”, a. 97 (1984-1985), nro. 1, Padova, pp. 65-75; COLTELLACCI Stefano, Fiocco, Giuseppe, in: Dizionario biografico degli italiani, vol. XLVIII, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1997, pp. 86-88; TOMASELLA Giuliana, Le origini dell’insegnamento della storia dell’arte all’Università di Padova. Da Andrea Moschetti a Giuseppe Fiocco, in “Quaderni per la storia dell’Università di Padova”, a. 35 (2002), Padova, pp. 69-96; Eadem, Giuseppe Fiocco fra Toscana e Veneto. Note a margine di un carteggio, in: T. Franco - G. Valen- zano (a cura di), De lapidibus sententiae. Scritti di Storia dell’arte per Giovanni Lorenzoni, Padova, Il Poligrafo, 2002, pp. 383-395; PAVANELLO Giuseppe (a cura di), I disegni del professore: la raccolta Giuseppe Fiocco della Fondazione Giorgio Cini, catalogo della mostra (Padova, 8 maggio - 24 luglio 2005), Venezia, Marsilio, 2005; Il magistero di Giuseppe Fiocco, Atti del convegno (Padova, 6 giugno 2005), in “Saggi e memorie di storia dell’arte”, a. 29 (2005), Venezia, pp. 217-349; TOMASELLA Giuliana, Da Giuseppe Fiocco a Sergio Bettini. La critica d’arte dei “professori”, in: G. Dal Canton - B. Trevisan (a cura di), Donazione Eugenio Da Ve- nezia, Atti della Giornata di studio (Venezia, 15 dicembre 2006), in “Quaderni della Donazione Eugenio Da Venezia”, 2007, 16, Venezia, pp. 81-89; AGAZZI Michela, Per una biografia di Sergio Bettini, in: M. Agazzi - C. Romanelli (a cura di), L’opera di Sergio Bettini, Venezia, Marsilio, 2011, pp. 49-80, passim; AMENDOLA Adriano, Gli esordi di Giuseppe Fiocco alla Scuola di Perfezionamento in Storia dell’Arte di Adolfo Venturi attra- verso un’inedita relazione di viaggio, in “Annali di critica d’arte”, a. 7 (2011), Torino, pp. 247-273; BETTINI Sergio, L’inquieta navigazione della critica d’arte. Scritti inediti 1936-1977, a cura di M. Agazzi - C. Romanelli, Venezia, Marsilio, 2011. Molto interessante dal nostro punto di vista, ancorché non vi siano trattate le opere capodistriane, PINNA Giuseppe, Un Carpaccio “nazionale” tra Giuseppe Fiocco e Roberto Longhi, in “Studi di storia dell’arte”, a. 7 (1996), Todi, pp. 333-346; cui far seguire DEL PUPPO Alessandro, Reframing formali- sm in 1930 Italy. Giuseppe Fiocco, Rodolfo Pallucchini, and Roberto Longhi, in: H. Aurenhammer - R. Prange, Das Problem der Form. Interferenzen zwischen moderner Kunst und Kunstwissenschaft, in “Neue Frankfurter Forschungen zur Kunst”, (2016), 18, Berlino, pp. 163-170 e ancora Idem, Vittore Carpaccio. La fortuna mo- derna di un maestro antico (parte prima), in “Saggi e memorie di storia dell’arte”, a. 40 (2016), Venezia, pp. 205-221. Il contesto accademico patavino emerge in: FAVARETTO Irene - GHEDINI Francesca - ZANO- VELLO Paola - CIAMPINI Emanuele M. (a cura di), Anti. Archeologia. Archivi, Atti del convegno (Venezia, 14 - 16 giugno 2017), Venezia, Istituto veneto di scienze lettere arti, 2019. 2 FIOCCO Giuseppe, Carpaccio, Roma, Valori Plastici, 1930. Tuttavia, le lettere di ringraziamento a Fiocco per l’invio del libro, tra cui quelle di Tancred Borenius e Carlo Gamba, sono del luglio - agosto 1931: Fondazione Giorgio Cini, Istituto di storia dell’arte, Fondo Giuseppe Fiocco, Lettere, vol. 4. Cfr. poi Idem, Carpaccio, Milano, Hoepli, 1942 e Idem, Carpaccio, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1958, senza contributi nuovi sul nostro tema. 128 Luca Caburlotto: Appunti dimenticati. Giuseppe Fiocco a Capodistria trovavano fino a tempi recentissimi allontanate da quelle venete le coste orien- tali dell’Adriatico. Una distanza via via ridotta, nella vita culturale, dall’attività che l’Istitu- to di storia dell’arte della Fondazione Cini - per volontà dello stesso Fiocco, suo primo direttore tra 1954 e 1971 - ha sviluppato nei decenni postbellici e fino ad oggi con quelle medesime coste orientali che venete lo erano state; e questo non solo sotto il profilo accademico, ma ancor prima con l’accoglienza nei chiostri palladiani del convento benedettino di San Giorgio di tutti colo- ro che da qualsiasi provenienza studiassero l’arte veneta d’Istria e Dalmazia: un luogo d’incontro ove le ragioni della cultura sono sempre state al di sopra di quelle della politica, facendo dell’antica madre Venezia ancora la nutrice, amorevole, delle terre che le erano state legate per secoli3. Vicinissima nel tempo, la mostra sul Carpaccio ‘istriano’, tenutasi a Cone- gliano nel 2015, ha dato la stura - con il ‘coraggioso’ e lungimirante prestito della Presentazione al Tempio e della Strage degli Innocenti concesso dal duomo di Capodistria, in quel momento non in perfetto stato conservativo - ad un virtuoso effetto a catena, che comprende l’ottimo restauro delle due tele -com piuto dall’Istituto per la tutela dei beni culturali della Slovenia4; il convegno che si è celebrato l’anno successivo a Capodistria, al quale questo volume è 3 Alla direzione di Fiocco (1954-1972: cfr. BETTAGNO Alessandro,Giuseppe Fiocco a S. Giorgio, in: In memoria cit., pp. 20-21) è succeduta, in continuità d’intenti, quella di Rodolfo Pallucchini (1972-1989: cfr. Una vita per l’arte veneta, Atti della Giornata di studio in onore e ricordo di Rodolfo Pallucchini [Venezia, 10 novembre 1999], a cura di G. M. Pilo, Monfalcone, Edizioni della Laguna, 2001), secondo un indirizzo rimasto costante: cfr. il seminario di studi Le arti in Istria, tenutosi alla Fondazione Cini il 22 - 23 marzo 2007, i cui atti sono pubblicati in “Saggi e memorie di storia dell’arte”, a. 30 (2006), Venezia, pp. 133-386: cfr. DEGRASSI Massimo,“Ch’essa possa ritornare presto”: l’arte dell’Istria nelle pagine di “Vernice” (1946- 1949), ivi, pp. 337-346. Le aperture dei maestri sono state poi approfondite, con il coinvolgimento di giova- nissimi studiosi, da Giorgio Fossaluzza e Giuseppe Pavanello: per il primo si veda, al culmine di vasti studi, FOSSALUZZA Giorgio, Vittore Carpaccio a Pozzale di Cadore, 1519. Le ultime opere per Venezia, Istria e Cadore, Zero Branco, Edizioni Stilus, 2012, e per il secondo le attività promosse come direttore dello stesso Istituto di storia dell’arte della Fondazione Cini e docente di storia dell’arte moderna all’Università di Trie- ste, presentate nella sezione dedicata all’Istria e Dalmazia in “Arte in Friuli Arte a Trieste”; cfr. soprattutto PAVANELLO Giuseppe - WALCHER Maria (a cura di), Istria. Città maggiori. Capodistria, Parenzo, Pirano, Pola. Opere d’arte dal Medioevo all’Ottocento, Mariano del Friuli, Edizioni della Laguna, 2001. La storiogra- fia artistica istriana è esaminata in FOSSALUZZA Giorgio,Tracciato di storiografia dell’Istria Pittorica, in: V. Bralić - N. Kudiš Burić, Istria Pittorica. Dipinti dal XV al XVIII secolo. Diocesi di Parenzo-Pola, Rovigno, Centro di ricerche storiche, 2005, pp. XIII-XXXIV. Un sintetico aggiornamento in LUCCHESE Enrico, L’inventario del 1935 e vent’anni di studi dell’arte veneta ‘mobile’ in Istria, in: Provincia di Pola. Inventario degli oggetti d’arte, Treviso, Zel Edizioni, 2017, pp. VII-IX. Mi piace qui citare anche il recente volume di COZZI Enrica, Affreschi medievali in Istria, Crocetta del Montello, Antiga, 2017. 4 Si veda l’intervento di Barbka Gosar Hirci in questo volume, anche per la foto dei due dipinti ancora congiunti e dopo il recente restauro [n.