di (Provincia di Taranto)

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

RELAZIONE GENERALE Redatto secondo il metodo Augustus (Dipartimento della Protezione Civile, 1998) ed ai sensi della «Linee guida regionali per la pianificazione di emergenza in materia di Protezione Civile» - D.G.R. n° 255 del 7 marzo 2005 e del «Manuale operativo per la predisposizione di un piano comunale o intercomunale di Protezione Civile», Dipartimento della Protezione Civile, Ottobre 2007

Verificato dall’Autorità Comunale di Protezione Civile, ai sensi dell’art. 15 della Legge n° 225 del 24/02/1992, modificato dal Decreto-Legge n° 59 Redatto da: del 15 maggio 2012, convertito in legge dalla Legge n° 100 del 12 luglio 2012: Il Sindaco: Ing. Gianfranco LOPANE

Data: Febbraio 2013 Revisione: 01/2013

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“Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della sua persona” (art. 3 - Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo - Assemblea Generale dell’O.N.U. - 10.12.1948)

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività...” (art. 32 - Costituzione italiana)

“Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola” (22 novembre 1945)

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INDICE

- INTRODUZIONE 7

- ELENCO ABBREVIAZIONI ED ACRONIMI 8

PARTE PRIMA: GENERALITA’

I – PREMESSA 9 II – LINEE GUIDA E RIFERIMENTI NORMATIVI 14 III - STRUTTURAZIONE GENERALE DEL PIANO: IL METODO AUGUSTUS 27 - CARATTERISTICHE DI BASE PER LA PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA 31 IV - RUOLO DEI COMUNI 33 V - STRUTTURA DEL PIANO 35

PARTE SECONDA: SEZIONE A - PARTE GENERALE A.1 - DATI DI BASE 45 A.1.1 - Inquadramento generale 45 A.1.2 - Servizi essenziali presenti sul territorio 48 A.1.3 - Risorse presenti sul territorio 49 Dipendenti pubblica amministrazione 49 Mezzi pubblica amministrazione 53 Farmacie 53 Associazioni di Volontariato 54 Ditte private operanti nel settore dei trasporti, scavi e movimenti terra 55 Ditte private operanti nel settore dei trasporti civili 56 Ditte private operanti nel settore del trasporti acqua non potabile 56 Aziende agricole presenti sul territorio comunale in prossimità delle principali direttrici stradali 57 Ditte di ferramenta e materiale edile 60 Strutture ricettive 61 A.1.4 – Popolazione 62 A.1.5 – Dati climatici 63 A.1.6 - Caratteristiche geologiche, geomorfologiche ed idrogeologiche 67 Inquadramento geologico 67 Caratteristiche litostratigrafiche 71 Tettonica 75 Caratteri geomorfologici 76 Idrografia ed idrogeologia 78 Idrografia superficiale 78 Idrografia sotterranea 79 Falda Profonda 81 Falda superficiale 82 A.1.7 – Sismicità 83 1 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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A.1.8 – Altimetria 87 A.1.9 - Edifici strategici e di interesse pubblico ed opere infrastrutturali 88 Edifici Strategici 88 Infrastrutture Strategiche 91 Impianti (servizi: acqua, energia elettrica, gas) 91 Ponti 92 A.1.10 - Tipo di colture agronomiche principali 93 A.1.11 - Vie di comunicazione 95 Direttrici principali 96 Direttrici secondarie 98 A.1.12 – Cartografia 102

A.2- SCENARIO DEGLI EVENTI ATTESI 104 A.2.1 - Classificazione generale degli eventi 104 A.2.2 - Importanza rivestita dall’estensione territoriale dell’emergenza 106 A.2.3 - Rischi attesi 107 Rischio idrogeologico e idraulico 108 Rischio geomorfologico 111 Rischio neve, ghiaccio e gelate 113 Rischio nubifragi, grandinate e trombe d’aria 116 Rischio sismico 118 Rischio incendio boschivo e di interfaccia 126 Rischio sociologico 131 Rischio ondate di calore 134 Rischio siccità - interruzione erogazione idrica 135 Rischio rifiuti urbani 136 Rischio incidenti stradali e trasporti 137 Codice KEMLER 139 Rischio blackout 145 Rischio incidenti su rete distribuzione gas (metanodotti) 146 Rischio sanitario 147 Rischio incidenti vari (evento qualsiasi) 149

A.3 - Aree di emergenza 150 A.3.1 - Aree di attesa della popolazione 153 Schede aree di attesa 154 A.3.2 - Aree di ricovero della popolazione 175 Schede aree di ricovero 177 Tabella delle correlazioni tra le Aree di Attesa e le Aree di Accoglienza 201 A.3.3 - Aree di ammassamento dei soccorritori 203 Scheda area di ammassamento 204 Scheda di allestimento tendopoli 205 A.3.4 - Cancelli Stradali di ingresso-viabilità-eliporti 207 2 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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PARTE TERZA: SEZIONE B - LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE B.1 - COORDINAMENTO OPERATIVO COMUNALE 211 B.2 - SALVAGUARDIA DELLA POPOLAZIONE 215 B.3 - RAPPORTI TRA LE ISTITUZIONI LOCALI PER L’ATTIVITÀ AMMINISTRATIVA E SUPPORTO ALL’ATTIVITÀ DI EMERGENZA 216 B.4 - INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE 217 B.5 - SALVAGUARDIA DELLE STRUTTURE ED INFRASTRUTTURE A RISCHIO E SISTEMA PRODUTTIVO LOCALE 219 B.6 - RIPRISTINO DELLA VIABILITÀ E DEI TRASPORTI – CONTROLLO DEL TRAFFICO 219 B.7 - FUNZIONALITÀ DELLE TELECOMUNICAZIONI 219 B.8 – RIPRISTINO DEI SERVIZI ESSENZIALI 220 B.9 - CENSIMENTO E SALVAGUARDIA DEI BENI CULTURALI 220 B.10 - MODULISTICA PER IL CENSIMENTO DEI DANNI A PERSONE E COSE 220 B.11 - RELAZIONE GIORNALIERA DELL’INTERVENTO 220 B.12 - STRUTTURA DINAMICA DEL PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE: AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO ED ESERCITAZIONI 221 B.12.1 - Esercitazioni di protezione civile 221 B.12.2. - Aggiornamento del piano di protezione civile 222 B.12.3. - Schema di verifica ed aggiornamento del piano 222

PARTE QUARTA: SEZIONE C- MODELLO DI INTERVENTO 224 C.1 - SISTEMA DI COMANDO E CONTROLLO 225 C.1.1 - Centro Operativo Comunale (COC) 225 C.1.2 - Compiti per funzioni COC 227 Funzione 1 – Tecnica e di pianificazione 227 Funzione 2 – Sanità assistenza sociale e veterinaria 227 Funzione 3 – Volontariato 228 Funzione 4 – Materiali, mezzi e risorse umane 229 Funzione 5 – Servizi essenziali e attività scolastica 230 Funzione 6 – Censimento danni e complessi edilizi 231 Funzione 7 – Strutture operative e viabilità 232 Funzione 8 – Telecomunicazioni 233 Funzione 9 – Assistenza alla popolazione 234 C.2 - PROCEDURE DI ATTIVAZIONI IN EMERGENZA 235 C.2.1 - Reperibilità dei funzionari del Centro Operativo Comunale 240 C.2.2 - Delimitazione delle aree a rischio 241 C.2.3 - Area di ammassamento dei soccorritori 243 C.2.4 - Aree di ricovero della popolazione 244 C.2.5 - Aree di attesa della popolazione 246 C.3 - PROCEDURE OPERATIVE GENERALI 248 C.4 - PROCEDURE OPERATIVE SPECIFICHE 250 C.4.1 - Rischio idrogeologico e idraulico 250

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C.4.2 - Rischio geomorfologico 251 C.4.3 - Rischio neve, ghiaccio e gelate 252 C.4.4 - Rischio nubifragi, grandinate e trombe d’aria 255 C.4.5 - Rischio sismico 256 C.4.6 - Rischio incendio boschivo e di interfaccia 258 C.4.7 - Rischio sociologico (manifestazioni, fiere e processioni) 262 C.4.8 - Rischio ondate di calore 263 C.4.9 - Rischio siccità - interruzione erogazione idrica 264 C.4.10 - Rischio rifiuti urbani 266 C.4.11 - Rischio incidenti stradali e trasporti 267 C.4.12 - Rischio blackout 269 C.4.13 - Rischio incidenti su rete distribuzione gas (metanodotti) 271 C.4.14 – Rischio sanitario 272 C.4.15 - Rischio incidenti vari (evento qualsiasi) 273 C.4.16 - Indicazioni finali 274

C.5 – L’INFORMAZIONE DELLA POPOLAZIONE 275 C.5.1 - L’informazione della popolazione 275 C.5.2 - Tempi dell’informazione 276 C.5.3 - Modalità e mezzi di comunicazione 277 C.5.4 - I contenuti della comunicazione 277 C.5.5 - Norme comportamentali di carattere generico 278 Cosa fare in caso di terremoto 278 Cosa fare in caso di alluvione 281 Cosa fare in caso di incidente industriale 283 Cosa fare in caso di frana 286 C.5.6 - Come segnalarci un evento 287

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ALLEGATI

A - MODULISTICA DI EMERGENZA

B - ELENCO DELLE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI (Dializzati, legati ad apparecchiature elettromedicali, ecc., ecc...)

C - RUBRICA DELL’EMERGENZA (Numeri utili vari)

D - ELENCO MEZZI, MATERIALI E RISORSE

E - COSTITUZIONE DEL C.O.C. (CENTRO OPERATIVO COMUNALE)

F - PROTOCOLLI DI INTESA (ESEMPI)

G – RACCOLTA PROCEDURE OPERATIVE ENTI VARI

H - ALLEGATI CARTOGRAFICI

- CARTOGRAFIA DI BASE:

Tav. n° 1 - Inquadramento territoriale – scala 1 : 25.000 Tav. n° 2 - Aree naturali protette - scala 1 : 35.000 Tav. n° 3 - Principali aree di interesse storico-paesaggistico e culturale (PUTT/P – D. Lgs 42/’04: Codice Urbani) - scala 1 : 35.000 Tav. n° 4 - Carta di sintesi delle infrastrutture viarie e strategiche e degli elementi sensibili di tutto il territorio comunale - scala 1 : 25.000 Tav. n° 5 - Carta di sintesi delle infrastrutture strategiche e degli elementi sensibili del territorio urbano - scala 1 : 5.000 Tav. n° 6 - Carta geologica dell’intero territorio comunale - scala 1 : 25.000 Tav. n° 7 - Carta uso del suolo dell'intero territorio comunale - scala 1 : 25.000 Tav. n° 8 - Carta vegetazionale dell'intero territorio comunale - scala 1 : 25.000 Tav. n° 9 - Carta incendi storici dell'intero territorio comunale - scala 1 : 25.000 Tav. n° 10 - Carta delle aree di emergenza dell'intero territorio comunale – scala 1 : 10.000 Tav. n° 10 bis - Carta delle aree di attesa e dei settori territoriali afferenti – scala 1 : 5.000

- CARTOGRAFIA TEMATICA:

- Tav. n° 11 - Rischio incendio di interfaccia - Carta della Perimetrazione - scala 1 : 25.000 - Tav. n° 12 - Rischio Incendio di Interfaccia - Carta della Pericolosità - scala 1 : 25.000

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- Tav. n° 13 - Rischio Incendio di Interfaccia - Carta della Vulnerabilità - scala 1 : 25000 - Tav. n° 14 - Rischio Incendio di Interfaccia - Carta del Rischio - scala 1 : 25.000 - Tav. n° 14 bis - Rischio Incendio di Interfaccia - Carta del Rischio (ortofoto) Scala 1:25.000 - Tav. n° 15 - Rischio idraulico, idrogeologico e geomorfologico - Carta della pericolosità e del Rischio - scala 1:35.000 - Tav. n° 16 - Rischio idraulico e idrogeologico - Carta delle criticità idrauliche e idrogeologiche rilevate nel territorio comunale - scala 1:10.000 - Tav. n° 17 - Rischio idraulico e idrogeologico - Carta delle criticità idrauliche e idrogeologiche rilevate nel territorio urbano - scala 1:3.000 - Tav. n° 18 - Rischio geomorfologico - Cartografia dei versanti della ‘Gravina di Laterza posti lungo il centro storico e potenzialmente soggetti a rischio crolli e/o frane - scala 1:2.000 - Tav. n° 19 - Rischio sismico - Carta delle criticità del territorio urbano - scala 1 : 5.000

- CARTOGRAFIA OPERATIVA:

- Tav. n° 20 - Rischio neve, ghiaccio e gelate - Carta delle infrastrutture viarie (tratti critici e strategici) - Percorsi spargimento sale di competenza comunale - scale 1:25.000 / 1:5.000 - Tav. n° 21 - Rischio sociologico - Eventi indotti da grandi manifestazioni popolari, culturali e sportive - scale 1:10.000 / 1:2.000 - Tav. n° 22 - Rischio sociologico - Eventi indotti dalle processioni delle principali feste religiose: Maria S.S. Mater Domini, S.S. Medici, Madonna del Carmine e Madonna delle Grazie - scale 1:10.000 / 1:5.000 / 1:2.000 - Tav. n° 23 - Individuazione cancelli di accesso alle aree a rischio e percorsi per il raggiungimento dell’area di ammassamento – scala 1:10.000 - Tav. n° 24 - Indicazioni delle vie di esodo ed ubicazione delle aree di raccolta dei plessi scolastici dell’Istituto Comprensivo ’Armando Diaz’ - Tav. n° 25 - Indicazioni delle vie di esodo ed ubicazione delle aree di raccolta dei plessi scolastici dell’Istituto Comprensivo ‘Marconi’ – ‘Michelangelo’ - Tav. n° 26 - Indicazioni delle vie di esodo ed ubicazione delle aree di raccolta dei plessi scolastici dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore ‘G. B. Vico’ (Liceo Scientifico – Liceo Artistico/Istituto d’Arte)

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INTRODUZIONE

Il presente Piano Comunale di Protezione Civile (P.C.P.C.) è stato redatto dal Dott. Geol. Arcangelo PERRUCCI, dal Dott. Ing. Cristofaro PALMIERI e dal Dott. Ing. Michelangelo PALMIERI, secondo il modello di valutazione dei rischi definito METODO AUGUSTUS (Dipartimento della Protezione Civile, 1998) e tenendo conto delle “Linee guida regionali per la pianificazione di emergenza in materia di Protezione Civile” (D.G.R. n° 255 del 7 marzo 2005) e del “Manuale operativo per la predisposizione di un piano comunale o intercomunale di Protezione Civile” (Dipartimento della Protezione Civile, Ottobre 2007).

Si ringrazia in primis il Sindaco, Ing. Gianfranco LOPANE, per la continua e costante collaborazione, tutti i Settori e Servizi del Comune di Laterza, che hanno fornito utili dati necessari all’elaborazione dello stesso, le associazioni di volontariato presenti sul territorio (“La Luce” Onlus-P.A. ‘Croce Azzurra’, Radio C.B. ‘S.O.S. 27’ SER ed i volontari della campagna AIB), il Dott. Paolo LARIZZA ed il personale del Comando di Polizia Municipale, della Stazione del Corpo Forestale dello Stato, della Caserma dei Carabinieri ed il personale A.R.I.F. operante nel territorio del Comune di Laterza.

Tutti i dati contenuti nel presente piano, sono stati e saranno gestiti nel pieno rispetto del D.Lgs n° 196 del 30 Giugno 2003, (“Codice in materia di protezione dei dati personali”), sono stati e saranno trattati in modo lecito e secondo correttezza, nel pieno rispetto dei diritti e della libertà fondamentale, nonché della dignità degli interessati, con particolare riferimento alla riservatezza, all’identità personale e al diritto alla protezione dei dati personali. Infine, il trattamento dei dati personali contenuti nel presente piano sarà curato dal Comune di Laterza e sarà effettuato solo ed esclusivamente per fini istituzionali, nel rigoroso rispetto di quanto stabilito dal D.Lgs 196/’03, anche in fase di divulgazione a terzi dello stesso.

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ELENCO ABBREVIAZIONI ED ACRONIMI

A.C.: Autorità Competente A.R.I.F.: Agenzia per le Attività Irrigue e Forestali A.d.B: Autorità di Bacino A.I.B.: Antincendio Boschivo A.S.L.: Azienda Sanitaria Locale C.C.: Carabinieri C.C.S.: Centro Coordinamento Soccorsi C.F.C.: Centro Funzionale Centrale C.F.: Corpo Forestale C.F.R.: Centro Funzionale Regionale C.F.S: Corpo Forestale dello Stato C.N.VV.F.: Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco C.O.C.: Centro Operativo Comunale C.O.M.: Centro Operativo Misto C.O.R.: Centro Operativo Regionale C.R.I.: Croce Rossa Italiana DI.COMA.C.: Direzione Comando e Controllo D.O.S: Direttore delle Operazioni di Spegnimento D.P.C.: Dipartimento della Protezione Civile G.d.F.: Guardia di Finanza G.I.S.: Geographic Information System I.F.F.I.: Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia INGV: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia I.G.M.; Istituto Geografico Militare O.P.C.M.: Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri P.A.I.: Piano di Assetto Idrogeologico P.C.: Protezione Civile P.C.P.C.; Piano Comunale di Protezione Civile P.M.: Polizia Municipale P.M.A.: Posto Medico Avanzato P.S.: Polizia di Stato R.O.C.:Referente Operativo Comunale S.O.U.P.: Sala Operativa Unificata Permanente U.C.L.: Unità di Crisi Locale U.C.P.C.: Ufficio Comunale di Protezione Civile U.T.G.: Ufficio Territoriale del Governo VV.F.: Vigili del Fuoco

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PARTE PRIMA: GENERALITA’

I. - PREMESSA

Dotare un Comune del Piano Comunale di Protezione Civile (P.C.P.C.) significa poter disporre di uno strumento operativo finalizzato all’individuazione delle situazioni di rischio presenti o potenziali sul territorio comunale, legate alle caratteristiche geofisiche del territorio stesso o derivanti da eventi esterni, quali fenomeni metereologici ed eventi legati all’attività dell’uomo. La finalità è individuare per quanto possibile gli eventi in anticipo (Previsione), predisporre gli interventi per la rimozione o quantomeno riduzione del rischio ad essi correlati (Prevenzione), organizzare gli interventi a tutela della salute dei cittadini, alla salvaguardia dell’ambiente e dei beni collettivi e privati (Soccorso) ed infine definire le modalità per garantire un rapido ritorno alle normali condizioni di vita (Superamento dell’Emergenza), cosi come previsto nella recente normativa in materia di Protezione Civile (ex-art. 3 della Legge n° 225/1992: “Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile”, modificato dal Decreto-Legge n° 59 del 15 maggio 2012, convertito in legge dalla Legge n° 100 del 12 luglio 2012: “Conversione in legge, con modificazioni, del, recante Disposizioni urgenti per il riordino della Protezione Civile”).

Pertanto, lo scopo principale della stesura di un Piano Comunale di Protezione Civile (P.C.P.C.) è l’organizzazione dell’insieme delle procedure di emergenza, dell’attività di monitoraggio del territorio e dell’assistenza alla popolazione. Propedeutica è l’analisi dei fenomeni, naturali e non, che possono costituire potenziali fonti di pericolo per la struttura sociale e per la popolazione. Nel P.C.P.C. del Comune di Laterza sono stati individuati i rischi a cui è soggetto il territorio comunale, prendendo in esame le possibili conseguenze derivanti da eventi calamitosi, secondo un approccio cautelativo di massimo danno atteso. Una volta ricostruiti gli scenari di evento, il Piano indica sistemi e procedure d’allertamento e di emergenza, definendo ruoli, compiti e responsabilità di tutti i soggetti che concorrono al sistema locale della Protezione Civile. Il presente P.C.P.C. si coordina con il Piano di Protezione Civile della Provincia di Taranto, dettagliando a livello locale la conoscenza dei rischi presenti sul territorio e le procedure di emergenza, differenziate per scenario di rischio, che devono essere messe in atto per la gestione degli interventi di soccorso alla popolazione e il ripristino delle condizioni di normalità.

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In base a quanto sopra descritto, il P.C.P.C.. si struttura in:

• descrizione approfondita del territorio e delle risorse in esso presenti; • l’insieme degli scenari di rischio, dipendenti da fattori sia naturali che antropici, che insistono sul territorio comunale; • l’insieme di modelli di intervento di emergenza e soccorso, specifici per ciascuno degli scenari di rischio esaminati; • la cartografia rappresentativa del territorio, dei rischio e dei modelli di intervento.

La definizione degli scenari di rischio è la prima fase della redazione del Piano d’Emergenza Comunale ed è propedeutica all’allestimento degli scenari di danneggiamento che derivano dalla combinazione dei primi con gli elementi vulnerabili presenti sul territorio.

Il passaggio successivo consiste nella definizione di modelli di intervento specifici per ciascuna tipologia degli scenari di rischio individuati. Affinché ciò sia possibile, è necessario organizzare un processo di pianificazione che si realizza attraverso:

• l’identificazione delle funzioni previste dal metodo Augustus; • l’istituzione della struttura “comando-controllo” di livello locale più consona alle dimensioni e caratteristiche del Comune oggetto del Piano (definizione della struttura C.O.C.: Centro Operativo Comunale e della funzione di R.O.C.: Referente Operativo Comunale) • il censimento di risorse, mezzi, aree di attesa, accoglienza o ricovero (tendopoli, moduli abitativi di emergenza, strutture di accoglienza di altro tipo), aree di ammassamento soccorritori, depositi logistica; • la definizione ove necessario di protocolli di intesa tra enti o di convenzioni tra Comune e privati, per l’ottimizzazione degli interventi di somma urgenza richiesti nella gestione dell’emergenza; • la localizzazione delle reti di servizi (linee elettriche, gasdotti, acquedotti).

Il modello di intervento individua i compiti e le interazioni tra le strutture coinvolte nella gestione dell’emergenza e la loro composizione e competenza territoriale.

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Identifica, inoltre, le fasi nelle quali si articola l’intervento di protezione civile e pertanto deve contemplare, nelle diverse gradazioni (preallarme, allarme, emergenza):

• le modalità di segnalazione e di verifica degli eventi calamitosi (si presenta a supporto una modulistica dedicata); • i protocolli di allertamento; • le attivazioni delle procedure di emergenza; • il coordinamento delle operazioni di soccorso; • l’informazione e la formazione della popolazione ed attività collegate. • Il modello di intervento si completa poi con la rappresentazione cartografica di tutti i dati derivanti dal processo di pianificazione (carta dei modelli di intervento).

L’insieme dei modelli di intervento così costituiti e degli elaborati grafici a corredo costituisce infine il Piano Comunale di Protezione Civile nel suo complesso. Nel presente P.C.P.C. è stato analizzato il territorio comunale del Comune di Laterza, in funzione dei possibili rischi attesi, per poter programmare ed organizzare insieme agli enti e strutture preposte, le attività di previsione, prevenzione e concorso agli interventi di emergenza. Priorità assoluta è data alla salvaguardia dei cittadini e dei beni pubblici e privati, secondo le definizioni indicate dall’ex-art. 3 della Legge n° 225/1992: “Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile”, modificato dal Decreto-Legge n° 59 del 15 maggio 2012, convertito in legge dalla Legge n° 100 del 12 luglio 2012: “Conversione in legge, con modificazioni, del, recante Disposizioni urgenti per il riordino della Protezione Civile”), di seguito riportate:

- Attività di protezione civile - Accanto alle attività di “previsione e prevenzione dei rischi”, “soccorso delle popolazioni” e “superamento dell’emergenza” vengono meglio specificate come ulteriori attività necessarie e indifferibili anche quelle dirette al “contrasto dell’emergenza” e alla “mitigazione del rischio”. Viene poi precisato che le amministrazioni competenti provvedono alle attività di protezione civile nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili alla legislazione vigente; - Previsione - L’idea di previsione prevista dalla Legge n° 225/1992 viene superata con l’introduzione del concetto di “identificazione degli scenari di rischio probabili”. Inoltre si specifica che sono attività di previsione quelle dirette “dove possibile, al preannuncio, al monitoraggio, alla sorveglianza e alla vigilanza in tempo reale degli eventi e dei livelli di rischio attesi”;

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- Prevenzione - Nella generale definizione di prevenzione prevista dalla Legge n° 225/1992 – che rimane invariata - si esplicitano le singole attività volte a evitare o a ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti agli eventi. Queste attività, definite “non strutturali”, sono: l’allertamento, la pianificazione dell’emergenza, la formazione, la diffusione della conoscenza della protezione civile, l’informazione alla popolazione, l’applicazione della normativa tecnica e le esercitazioni;

- Soccorso - La finalità del soccorso è assicurare alle popolazioni colpite dagli eventi ogni forma di prima assistenza e ciò si realizza, nella nuova definizione della Legge n° 225/1992, con interventi “integrati e coordinati”;

- Superamento dell’emergenza - Non subisce modifiche la definizione di superamento dell’emergenza che consiste nell’attuazione, coordinata con gli organi istituzionali competenti, delle iniziative - necessarie e non rinviabili - volte a rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita. Le modalità con cui si realizza tale attuazione sono disciplinate dall’art. 5 che è stato modificato e integrato per definire con chiarezza come avviene il subentro delle amministrazioni competenti in via ordinaria;

- Piani e programmi territoriali - I piani e i programmi di gestione, tutela e risanamento del territorio devono essere coordinati con i piani di emergenza di protezione civile, con particolare riferimento ai piani di emergenza comunali e ai piani regionali di protezione civile. La modifica di questo comma ribalta la precedente impostazione che prevedeva che fossero le attività di protezione civile a doversi armonizzare con i programmi territoriali.

Il P.C.P.C. costituisce lo strumento unitario di risposta coordinata del sistema locale di Protezione Civile, a qualsiasi tipo di situazione di crisi o di emergenza, avvalendosi delle conoscenze e delle risorse disponibili sul territorio; viene definita la catena di comando, il coordinamento organizzativo, individuate le risorse umane e materiali esistenti sul territorio, necessarie per l'attuazione degli interventi da porre in essere, per fronteggiare e superare l'emergenza. L’art 15 della Legge n° 225/1992, modificato ed integrato dal Decreto- Legge n° 59 del 15 maggio 2012, convertito in legge dalla Legge n° 100 del 12 luglio 2012: “Conversione in legge, con modificazioni, del, recante Disposizioni urgenti per il riordino della Protezione Civile”), ribadisce il ruolo del Sindaco quale Autorità comunale di Protezione Civile e precisa, al comma 3, che egli assume la direzione dei servizi di emergenza che insistono sul territorio del Comune e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite.

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Il Sindaco quindi, in emergenza, è il responsabile, in accordo con il Prefetto, della gestione dei soccorsi sul territorio comunale, nonché del coordinamento dell'impiego di tutte le forze disponibili. Per il corretto espletamento delle competenze ad esso affidate, ogni Comune ha il diritto-dovere di dotarsi di una struttura di Protezione civile (ex-Legge n° 225/’92).

La struttura comunale di Protezione Civile ha carattere di servizio permanente, preordinato ad assistere e supportare il Sindaco, svolgendo le funzioni organizzative preparatorie e propedeutiche connesse alla gestione delle emergenze.

Sono attuate le attribuzioni del Sindaco rivenienti dall’art. 108, punto c) del D.Lgs. 112/’98 (“Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della Legge n° 59 del 15 marzo 1997,), ovvero:

• l’attuazione, in ambito comunale, delle attività di previsione e degli interventi di prevenzione dei rischi, stabilite dai programmi e piani regionali; • l’adozione di tutti i provvedimenti, compresi quelli relativi alla preparazione dell’emergenza, necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi in ambito comunale; • la predisposizione dei piani comunali e/o intercomunali di emergenza, anche nelle forme associative e di cooperazione e, in ambito montano tramite le comunità montane e alla cura della loro attuazione, sulla base degli indirizzi regionali; • l’attivazione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti necessari a fronteggiare l’emergenza; • la vigilanza sull’attuazione, da parte delle strutture locali di Protezione Civile, dei servizi urgenti; • l’utilizzo del volontariato di Protezione Civile a livello comunale e/o intercomunale, sulla base degli indirizzi nazionali e regionali.

Particolare attenzione è stata posta, in riferimento all’art. 12 della Legge 265/’99 (“Disposizioni in materia di autonomia e ordinamento degli enti locali, nonché modifiche alla Legge n° 142 del 8 giugno 1990”), sul dovere del Sindaco, di informare tempestivamente la popolazione sulle situazioni di pericolo o connesse alle esigenze di Protezione Civile.

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II. – LINEE GUIDA E RIFERIMENTI NORMATIVI

I contenuti del presente P.C.P.C. ed il metodo di lavoro seguito sono stati in particolare sviluppati seguendo le linee guida e i riferimenti normativi nazionali e della Regione Puglia, elaborate nel corso degli ultimi anni.

• “Norme sul soccorso e l’assistenza alle popolazioni colpite da calamità - Protezione Civile - Legge n° 996 del 8 dicembre 1970; • “Regolamento di esecuzione della Legge n° 996 del 8 dicembre 1970” - Circolare n° 16 MIPC 8 (81) del 16 aprile 1981 del Ministero dell’Interno; • “Adozione di un emblema rappresentativo da parte del Dipartimento della protezione civile e delle associazioni di volontariato” - Decreto Ministeriale 25 giugno 1985; • “Autorizzazione a fregiarsi dell’emblema rappresentativo della protezione civile da parte delle associazioni di volontariato” - Decreto Ministeriale 12 febbraio 1987; • - Legge Quadro sul volontariato - Legge n° 266 del 11 agosto 1991; • “Istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile” - Legge n° 225 24 febbraio 1992; • “Obbligo alle organizzazioni di volontariato ad assicurare i propri aderenti che prestano attività di volontariato, contro gli infortuni e le malattie connessi allo svolgimento dell’attività stessa, nonché per la responsabilità civile, per i danni cagionati a terzi dall’esercizio dell’attività medesima” - Decreto 14 febbraio 1992 del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato; • “Riorganizzazione del Comitato nazionale di volontariato di Protezione Civile” - 26 luglio 1993; • “Regolamento recante norme concernenti la partecipazione delle associazioni di volontariato nelle attività di Protezione Civile” - Decreto del Presidente della Repubblica n° 613 del 21 settembre 1994; • “Istituzione dell’elenco delle associazioni di volontariato di Protezione Civile ai fini ricognitivi della sussistenza e della dislocazione sul Territorio nazionale delle associazioni da impegnare nelle attività di Previsione, Prevenzione e Soccorso. Adempimenti finalizzati all’erogazione di contributi per il potenziamento della Preparazione tecnica” - Circolare n° 01768 del P.C.M. 16 novembre 1994; • “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 26 luglio 1996 n° 393, recante interventi urgenti di protezione civile” - Legge n° 496 del 25 settembre 1996;

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• “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n° 59” - Decreto Legislativo n° 112 del 31 marzo 1998; • “Conversione in Legge, con modificazioni del decreto-legge 11 giugno 1998, n° 180, recante misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella Regione Campania” - Legge n° 267 del 3 agosto 1998; • “Metodo Augustus” - Dipartimento della Protezione Civile, 1998; • “Linee-Guida per la predisposizione del piano comunale di protezione civile” - CNR/GNDCI, 1998; • “Manuale per la gestione dell'attività tecnica nei COM” - Servizio Sismico nazionale SSN e GNDT, 1998; • “Gli insediamenti abitativi in emergenza” – Dipartimento della Protezione Civile, 1998; • “Riforma dell’organizzazione del Governo, a norma dell’art. 111 della legge 15 marzo 1997, n. 59 - Decreto Legislativo n° 300 del 30 luglio 1999; • “Disposizioni in materia di autonomia e ordinamento degli enti locali, nonché modifiche alla Legge n° 142 del 8 giugno 1990” Legge n° 265 del 3 agosto 1999; • Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incendi rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose - Decreto Legislativo del Governo n° 334del 17 agosto 1999; • “Criteri di massima per l’organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi” – Dipartimento della Protezione Civile, 2000; • “Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali” - Decreto Legislativo n° 267 18 agosto 2000; • “Legge-quadro in materia di incendi boschivi” – Legge n° 353 del 21 novembre 2000; • “Manuale procedurale per la gestione della comunicazione in situazioni crisi” - Dipartimento della Protezione Civile, 2000; • “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi in materia di boschi e foreste, protezione civile e lotta agli incendi” – L. R. Puglia 30 novembre 2000, n. 18; • “Ruolo e funzioni del Comune e del Sindaco in protezione civile” – Agenzia di Protezione Civile, 2001; • “Regolamento recante nuova disciplina della partecipazione delle organizzazioni di volontariato alle attività di protezione civile” D.P.R. n° 194 del 8 febbraio 2001; • “Linee guida per l’individuazione delle aree di ricovero per strutture prefabbricate di protezione civile - Dipartimento della Protezione Civile, Febbario 2005;

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• “Manuale tecnico per l’allestimento delle aree di ricovero per strutture prefabbricate di Protezione Civile” - Dipartimento della Protezione Civile, Marzo 2005; • “Linee Guida regionali per la Pianificazione di emergenza in materia di Protezione Civile” – D.G.R. 7 marzo 2005, n. 255; • “Disposizioni urgenti di Protezione Civile in materia di Incendi Boschivi”- O.P.C.M. 28 agosto 2007, n. 3606; • “Manuale operativo per la predisposizione di un piano comunale o intercomunale di protezione civile”, Dipartimento della Protezione Civile, Ottobre 2007; • “Piano di Protezione Civile della Provincia di Taranto, 2009”; • “Procedure di Allertamento del Sistema Regionale di Protezione Civile per Rischio Meteorologico , Idrogeologico ed Idraulico” - Centro Funzionale Regionale - Servizio Protezione Civile - Regione Puglia; • “Disposizioni urgenti per il riordino della protezione civile” – Decreto- Legge n° 59 del 15 maggio 2012; • “Conversione in legge, con modificazioni, del Decreto-Legge n° 59 del 15 maggio 2012, recante disposizioni urgenti per il riordino della protezione civile - Legge n° 100 del 12 luglio 2012.

Queste due ultime recenti norme varate in materia di Protezione Civile (Decreto-Legge n° 59/2012 e Legge n° 100/2012) e, in particolare, quest’ultima in vigore dal 14 luglio 2012, giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, oltre che a sopprimere l’articolo 2 del Decreto Legge n° 59/2012, relativo alle ‘assicurazioni dei rischi di danni diretti da calamità naturali ai fabbricati’, hanno modificato ed inserito una serie di articoli alla legge fondamentale in materia: n° 225/1992 “Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile”. Nello specifico sono stati inseriti gli articoli 1-bis, 3 bis e 3 ter e modificati gli articoli 2 e 3, 5, 14, 15 e 20. In particolare, gli articoli interessati sono i seguenti:

Inserimento dell’art. 1-bis - Servizio Nazionale della Protezione Civile

È riproposta la definizione di Servizio Nazionale della Protezione Civile, già prevista dall’art. 1 della legge n° 225/1992 che tuttavia, secondo alcune interpretazioni, risultava abrogato da parte della normativa di settore successivamente emanata. Si riafferma che la promozione e il coordinamento di tutte le attività del Servizio Nazionale sono in capo al Presidente del Consiglio dei Ministri;

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Egli può a tal fine delegare un “Ministro con portafoglio” o il “Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Segretario del Consiglio” e non “un Ministro” (come previsto dal decreto Legge n. 90 del 31 maggio 2005, convertito dalla Legge n. 152 del 26 luglio 2005, che aveva modificato la Legge n. 225/1992). Il Presidente del Consiglio dei Ministri, o il suo delegato, si avvalgono del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Modifiche all’art. 2 – Eventi di tipo c)

Cambia la definizione degli eventi di tipo c) che sono definiti come “calamità naturali o connesse con l’attività dell'uomo che in ragione della loro intensità ed estensione debbono, con immediatezza d’intervento, essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo”. Vengono in questo modo precisate le tempistiche per l’impiego dei mezzi e poteri straordinari per fronteggiare l’emergenza.

Modifiche all’art. 3 - Attività di protezione civile

Accanto alle attività di “previsione e prevenzione dei rischi”, “soccorso delle popolazioni” e “superamento dell’emergenza” vengono meglio specificate come ulteriori attività necessarie e indifferibili anche quelle dirette al “contrasto dell’emergenza” e alla “mitigazione del rischio”. Viene poi precisato che le amministrazioni competenti provvedono alle attività di protezione civile nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

Previsione

L’idea di previsione prevista dalla Legge n° 225/1992 viene superata con l’introduzione del concetto di “identificazione degli scenari di rischio probabili”. Inoltre si specifica che sono attività di previsione quelle dirette “dove possibile, al preannuncio, al monitoraggio, alla sorveglianza e alla vigilanza in tempo reale degli eventi e dei livelli di rischio attesi”.

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Prevenzione

Nella generale definizione di prevenzione prevista dalla Legge n° 225/1992 – che rimane invariata - si esplicitano le singole attività volte a evitare o a ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti agli eventi. Queste attività, definite “non strutturali”, sono: l’allertamento, la pianificazione dell’emergenza, la formazione, la diffusione della conoscenza della protezione civile, l’informazione alla popolazione, l’applicazione della normativa tecnica e le esercitazioni.

Soccorso

La finalità del soccorso è assicurare alle popolazioni colpite dagli eventi ogni forma di prima assistenza e ciò si realizza, nella nuova definizione della Legge n° 100/2012, con interventi “integrati e coordinati”.

Superamento dell’emergenza

Non subisce modifiche la definizione di superamento dell’emergenza che consiste nell’attuazione, coordinata con gli organi istituzionali competenti, delle iniziative - necessarie e non rinviabili - volte a rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita. Le modalità con cui si realizza tale attuazione sono disciplinate dall’art. 5 che è stato modificato e integrato per definire con chiarezza come avviene il subentro delle amministrazioni competenti in via ordinaria.

Piani e programmi territoriali

I piani e i programmi di gestione, tutela e risanamento del territorio devono essere coordinati con i piani di emergenza di protezione civile, con particolare riferimento ai piani di emergenza comunali e ai piani regionali di protezione civile. La modifica di questo comma ribalta la precedente impostazione che prevedeva che fossero le attività di protezione civile a doversi armonizzare con i programmi territoriali.

Inserimento dell’art. 3-bis - Sistema di allerta nazionale per il rischio meteo-idrogeologico e idraulico

Il Sistema di allerta nazionale per il rischio meteo-idrogeologico e idraulico, nelle sue componenti statale e regionale, viene inquadrato in modo organico nell’art. 3-bis che richiama i diversi provvedimenti che negli ultimi anni hanno disciplinato le attività di allertamento per fini di protezione civile, definendone compiti e responsabilità.

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In particolare, si evidenzia che il Sistema è costituito dagli strumenti, i metodi e le modalità stabiliti per sviluppare e acquisire la conoscenza, le informazioni e le valutazioni, in tempo reale, che riguardano il preannuncio, l’insorgenza e l’evoluzione dei rischi conseguenti agli eventi definiti dall’ex art. 2 della Legge n° 225/1992.

Finalità del sistema è allertare e attivare il Servizio Nazionale della Protezione Civile ai diversi livelli territoriali.

Il governo e la gestione del Sistema di Allerta Nazionale sono assicurati da:

- Dipartimento della Protezione Civile e Regioni, attraverso la Rete dei Centri funzionali; - Servizio meteorologico nazionale distribuito (S.m.n.d.), che deve essere realizzato entro sei mesi dal 14 luglio 2012, data di entrata in vigore di questa legge, con i compiti che verranno stabiliti da un decreto del Presidente della Repubblica; - Reti strumentali di monitoraggio e di sorveglianza; - Presidi territoriali; - Centri di competenza; - Ogni altro soggetto chiamato a concorrere funzionalmente e operativamente a queste reti.

Un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, definirà i principi per individuare e far funzionare i Centri di competenza. Sulla base dei livelli di rischio, ogni Regione determina le procedure e le modalità di allertamento del proprio sistema di protezione civile ai diversi livelli di competenza territoriale. Viene poi precisato che le amministrazioni competenti provvedono alle attività di protezione civile nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

Inserimento dell’art. 3-ter – Reti di monitoraggio e radiofrequenze

Per la gestione delle reti strumentali e di monitoraggio le Regioni sono esentate da alcuni pagamenti relativi alla concessione d’uso delle radiofrequenze. Le frequenze vengono individuate con un decreto del Presidente del Consiglio di Ministri da adottare su proposta del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, entro 60 giorni dal 14 luglio 2012, data di entrata in vigore di questa legge.

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Lo schema di decreto verrà sottoposto al parere delle Commissioni parlamentari competenti. Il Ministro dello Sviluppo Economico – Dipartimento per le Comunicazioni apporta le modifiche al decreto dovute agli aggiornamenti del Piano nazionale di ripartizione delle frequenze o all’evoluzione normativa. L’attuazione di quanto previsto da questo articolo non deve comportare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Modifiche all’art. 5 - Dichiarazione dello stato di emergenza

Il Decreto-Legge n° 59/2012, convertito in legge dalla Legge n° 100/ 2012 modifica e integra in modo significativo l’art. 5 della Legge n° 225/1992, sul quale era intervenuta prima la legge n 10/2011, poi la sentenza n° 22 del 13-16 febbraio 2012 della Corte Costituzionale che aveva dichiarato illegittimi i commi 5-quater e 5-quinquies. Lo stato di emergenza può essere dichiarato anche “nell’imminenza” e non solo “al verificarsi” di calamità naturali oppure connesse all'attività dell'uomo che per intensità ed estensione devono essere fronteggiate con immediatezza di intervento con mezzi e poteri straordinari. Lo stato di emergenza viene deliberato dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri o, per sua delega, di un Ministro con portafoglio o del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Segretario del Consiglio.

La richiesta può giungere anche dal Presidente della Regione interessata, di cui comunque va acquisita l’intesa. Viene definita la durata e l’estensione territoriale dello stato di emergenza. La durata non può, di regola, superare i 90 giorni e può essere prorogata, di regola, per un massimo di 60 giorni, con ulteriore deliberazione del Consiglio dei Ministri. In relazione all’emergenza, viene individuata anche “l’amministrazione pubblica competente in via ordinaria” che coordina gli interventi conseguenti l’evento allo scadere dello stato di emergenza.

Ordinanze

Agli interventi si provvede anche con ordinanze in deroga alle disposizioni di legge, ma nei limiti e secondo i criteri indicati con la dichiarazione dello stato di emergenza e nel rispetto dell’ordinamento giuridico.

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Le ordinanze sono emanate dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile, se non è diversamente stabilito con la deliberazione dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri. L’attuazione delle ordinanze è curata, in ogni caso, dal Capo del Dipartimento. Prima, le ordinanze venivano emanate dal Presidente del Consiglio dei Ministri o da un Ministro da lui delegato. L’emanazione richiede l’acquisizione preventiva delle regioni territorialmente interessate.

Le ordinanze dispongono relativamente a:

- servizi di soccorso e assistenza alla popolazione interessata dall’evento; - messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati e dei beni culturali gravemente danneggiati o che costituiscono una minaccia per l’incolumità pubblica e privata; - ripristino delle infrastrutture e delle reti indispensabili per la continuità delle attività economiche e produttive e per la ripresa delle normali condizioni di vita; - interventi volti a evitare situazioni di pericolo o maggiori danni a persone o cose.

Le ordinanze vengono trasmesse per informazione al Presidente del Consiglio dei Ministri o al Ministro con portafoglio delegato. Le ordinanze emanate entro 30 giorni dalla dichiarazione dello stato di emergenza non richiedono il concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e sono immediatamente efficaci. Una volta emanate vengono trasmesse anche al Ministero dell'Economia e delle Finanze perché comunichi gli esiti della loro verifica al Presidente del Consiglio dei Ministri. Dopo i 30 giorni dalla dichiarazione dello stato di emergenza, le ordinanze sono emanate di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze limitatamente ai profili finanziari.

Realizzazione degli interventi e soggetti responsabili

Per attuare gli interventi previsti nelle ordinanze, il Capo del Dipartimento della Protezione Civile si avvale delle Componenti e delle Strutture operative del Servizio Nazionale e ne coordina le attività impartendo specifiche disposizioni operative. Le ordinanze individuano i soggetti responsabili per l’attuazione degli interventi previsti, scegliendo tra quanti sono ordinariamente competenti per i diversi ambiti di attività.

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Se il Capo Dipartimento si avvale di Commissari delegati, il provvedimento di delega deve specificare il contenuto dell'incarico, i tempi e le modalità d’intervento. I Commissari delegati sono scelti tra i soggetti per cui la legge non prevede alcun compenso per lo svolgimento dell’incarico. Le funzioni del Commissario delegato cessano con la scadenza dello stato di emergenza.

Compensi

Non è previsto alcun compenso per il Capo Dipartimento della Protezione Civile e per i Commissari delegati nominati tra i soggetti responsabili titolari di cariche elettive pubbliche. Nel caso si tratti di altri soggetti, il compenso è commisurato alla durata dell’incarico, nel limite massimo del 70% del trattamento economico previsto per il primo presidente della Corte di Cassazione.

Subentro dell’amministrazione competente in ordinario

Vengono definiti i tempi e i modi per il subentro dell’amministrazione competente in ordinario. Almeno dieci giorni prima della scadenza del termine dello stato emergenziale, il Capo Dipartimento emana un’ordinanza, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, per favorire e regolare il subentro dell’Amministrazione competente in ordinario a coordinare gli interventi necessari successivi. Questa ordinanza può anche contenere deroghe, per un massimo di sei mesi non prorogabili, per l’affidamento di lavori pubblici e per l’acquisizione di beni e servizi. Può essere inoltre individuato il soggetto dell’Amministrazione pubblica competente a cui intestare la contabilità speciale aperta per l’emergenza, per il tempo necessario a completare gli interventi previsti dalle ordinanze. Alla chiusura della contabilità speciale, le risorse rimanenti sono trasferite alla Regione o all’Ente locale competente in ordinario, oppure, se si tratta di altra Amministrazione, sono versate all’entrata del bilancio dello Stato per la successiva riassegnazione.

Relazione annuale al Parlamento

Ogni anno il Governo riferisce al Parlamento sulle attività di protezione civile che riguardano le azioni di previsione, prevenzione, mitigazione del rischio e pianificazione dell’emergenza, oltre che sull’utilizzo del Fondo per la protezione civile. 22 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Rendicontazione

I rendiconti dei Commissari delegati titolari di contabilità speciali e quelli dei soggetti a cui viene intestata la contabilità speciale con l’ordinanza di subentro sono trasmessi, completi di documentazione giustificativa e di eventuali rilievi sollevati dalla Corte dei Conti, al Ministero dell’Economia e delle Finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato-Ragionerie territoriali competenti, all'Ufficio del Bilancio per il riscontro della regolarità amministrativa e contabile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e, per conoscenza, al Dipartimento della Protezione Civile, alle Commissioni parlamentari competenti e al Ministero dell’Interno. I rendiconti sono inoltre pubblicati sul sito internet del Dipartimento della Protezione Civile.

Imposta regionale

Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza, la Regione può aumentare l’imposta regionale sui carburanti.

Fondi statali

Alle spese necessarie per fronteggiare lo stato di emergenza si provvede con risorse del Fondo nazionale di protezione civile, che deve essere annualmente finanziato. Le risorse vengono assegnate alle amministrazioni interessate con ordinanze del Capo del Dipartimento della Protezione Civile, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Nel caso si utilizzi il Fondo di riserva per le spese impreviste del Ministero dell’Economia e delle Finanze, questo è reintegrato in tutto o in parte, con deliberazione del Consiglio dei Ministri, tramite la riduzione delle voci di spesa rimodulabili, indicate nell’elenco allegato alla legge stessa. Un decreto del Presidente del Consiglio individua l’ammontare delle riduzioni delle dotazioni finanziarie, le voci di spesa interessate e le modifiche degli obiettivi del Patto di stabilità interno, così da garantire la neutralità in termini di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni. Lo schema di tale decreto è trasmesso alle Camere affinché entro 20 giorni le Commissioni competenti per i profili di carattere finanziario esprimano il proprio parere.

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In combinazione con questa riduzione delle voci di spesa, il Fondo di riserva per le spese impreviste è reintegrato, in tutto o in parte, con le entrate che derivano dall’aumento dell’aliquota dell’accisa sulla benzina e sulla benzina senza piombo, e dell’aliquota dell’accisa sul gasolio usato come carburante. L’eventuale aumento, di massimo cinque centesimi al litro, è stabilito in base a deliberazione del Consiglio dei Ministri, con un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Dogane.

Sospensione dei mutui

In caso di gravi difficoltà per il tessuto economico-sociale dei territori colpiti dall’emergenza, ai soggetti titolari di mutui relativi ad immobili resi inagibili dagli eventi calamitosi può essere concessa, su richiesta, la sospensione delle rate, per un periodo di tempo circoscritto, senza oneri aggiuntivi. Alla copertura di questi oneri si provvede con ulteriori riduzioni delle voci di spesa e aumenti dell’aliquota di accisa.

Pagamento dei mutui

Il pagamento delle rate dei mutui contratti dalle Regioni per finanziare interventi di ricostruzione e riparazione dei danni provocati dalle maggiori calamità naturali che si sono verificate negli scorsi anni è effettuato non più dal Dipartimento della Protezione Civile ma direttamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Modifiche all’art. 14 - Competenze del Prefetto

La principale modifica è al comma 2 e prevede che al verificarsi di un evento di tipo b) o c), il Prefetto assuma la direzione unitaria dei servizi di emergenza a livello provinciale coordinandosi con il Presidente della Regione, oltre che raccordando le proprie iniziative con gli interventi dei Sindaci dei Comuni interessati. Rimane, invece, sostanzialmente inalterata la formulazione del comma 3: il Prefetto, a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza, opera quale delegato del Presidente del Consiglio dei Ministri, o per sua delega, di un Ministro con portafoglio o del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Segretario del Consiglio, con i poteri di cui al comma 2 dell’art. 5 della Legge 225/1992. Tale disposizione, tuttavia, trova effettiva attuazione soltanto nel caso in cui sia espressamente richiamata dalla deliberazione dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri.

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Se ciò non avviene, l’esercizio del potere di ordinanza resta attribuito al Capo del Dipartimento della Protezione Civile, così come previsto dal comma 2 dell’art. 5 della stessa legge.

Modifiche all’art. 15 - Attribuzioni del sindaco

Il Decreto-Legge n° 59/2012, convertito in legge dalla Legge n° 100/2012 ribadisce il ruolo del Sindaco quale Autorità Comunale di Protezione Civile e precisa, al comma 3, che il Sindaco assume la direzione dei servizi di emergenza che insistono sul territorio del Comune e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite.

Piano di emergenza comunale

Entro 90 giorni dal 14 luglio 2012, data di entrata in vigore di questa legge, ciascun comune approva, con deliberazione consiliare, il piano di emergenza comunale - redatto secondo i criteri e le modalità riportate nelle indicazioni operative del Dipartimento della Protezione Civile e delle Giunte regionali - e provvede alla verifica e all'aggiornamento periodico di questo strumento. Copia del piano deve essere trasmessa alla Regione, alla Prefettura- Ufficio territoriale del governo e alla Provincia territorialmente competenti. Dall’attuazione di queste nuove disposizioni non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Modifiche all’art. 20 – Disciplina delle ispezioni e del monitoraggio dell’attuazione delle misure contenute nelle ordinanze di protezione civile

Il Decreto-Legge n° 59/2012, convertito in legge dalla Legge n° 100/2012 sostituisce l’art. 20 della Legge n° 225/1992 e stabilisce che entro sei mesi dal 14 luglio 2012, data di entrata in vigore di questa disposizione, si provveda a disciplinare un sistema di monitoraggio e di verifica dell’attuazione, anche sotto l’aspetto finanziario, delle ordinanze di cui all’art. 5 modificato dal Decreto-Legge n° 59/2012 e dei provvedimenti ad esse relativi e delle ispezioni. Questo sistema sarà disciplinato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa intesa della Conferenza Unificata. L’attuazione della disposizione non deve comportare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

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Dall’entrata in vigore di questo D.P.C.M. sarà abrogato il Decreto del Presidente della Repubblica n. 51 del 30 gennaio 1993 che disciplina le ispezioni sugli interventi di emergenza.

Ulteriori disposizioni per il generale riordino della protezione civile (Art. 1-bis e art. 3 del D.Lgs n° 59/2012 convertito nella Legge n° 100/2012):

Piano regionale di protezione civile

Entro sei mesi dal 14 luglio 2012, data di entrata in vigore della legge, le Regioni possono approvare il Piano Regionale di Protezione Civile, che individua criteri e modalità d’intervento in caso di emergenza, sulla base delle indicazioni operative del Dipartimento, e un piano di prevenzione dei rischi. Il Piano può prevedere l’istituzione di un fondo regionale per realizzare gli interventi necessari a fronteggiare le prime fasi dell’emergenza.

Grandi eventi

La gestione dei grandi eventi, come sancito dalla Legge 24 marzo 2012, n° 27, non rientra più nelle competenze della Protezione Civile. Sono, tuttavia, confermate le disposizioni relative allo svolgimento del grande evento EXPO Milano 2015.

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III. - STRUTTURAZIONE GENERALE DEL PIANO: IL METODO AUGUSTUS

“Il valore della pianificazione diminuisce con la complessità dello stato delle cose”. Così duemila anni fa, con una frase che raccoglieva una visione del mondo unitaria fra il percorso della natura e la gestione della cosa pubblica, l’Imperatore Ottaviano AUGUSTO coglieva pienamente l’essenza dei concetti che oggi indirizzano la moderna pianificazione di emergenza che si impernia proprio su concetti come semplicità e flessibilità. In sostanza: non si può pianificare nei minimi particolari, perché l’evento - per quanto previsto sulla carta - al suo “esplodere” è sempre diverso. Il metodo Augustus nasce da un bisogno di unitarietà negli indirizzi della pianificazione di emergenza che, purtroppo, fino ad oggi ha visto una miriade di proposte spesso in contraddizione fra loro perché formulate dalle varie amministrazioni locali e centrali in maniera tale da far emergere solamente il proprio “particolare”. Tale tendenza, ha ritardato di molto il progetto per rendere più efficaci i soccorsi che si muovono in un sistema complesso tipico di un paese come il nostro. Esigenza questa assunta come “primaria attività” da perseguire nel campo della protezione civile del Sottosegretario di Stato, il vulcanologo Franco BARBERI che, ricoprendo anche la responsabilità della Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendio, ha potuto incaricare un gruppo di lavoro specifico per l’elaborazione di una unica linea guida per la pianificazione di emergenza. Altre carenze erano state evidenziate dal Sottosegretario nel campo della pianificazione di emergenza: la genericità della Legge n° 225/’92 per l’attività di pianificazione di emergenza e la carenza procedurale ed effettiva, nella Circolare n° 2 del 1994 riguardante la pianificazione di emergenza del Dipartimento della Protezione Civile, sia per il mancato riferimento dei piani di emergenza per il rischio idrogeologico alla suddivisione del territorio per i bacini idrografici (previsti dalla Legge 183/’89 ‘Difesa del Suolo’), sia per l’assenza di un riferimento sul modello di intervento all’interno delle pianificazioni di emergenza.

Il gruppo di lavoro incaricato di elaborare le linee guida “Augustus” (composto da funzionari del Dipartimento della Protezione Civile e del Ministero dell’Interno), tenendo conto di queste indicazioni, ha prodotto un lavoro che rappresenta una sintesi coordinata degli indirizzi per la pianificazione, per la prima volta raccolti in un unico documento operativo.

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L’importanza delle linee guida del metodo Augustus, oltre a fornire un indirizzo per la pianificazione di emergenza, flessibile secondo i rischi presenti nel territorio, delinea con chiarezza un metodo di lavoro semplificato nell’individuazione e nell’attivazione delle procedure per coordinare con efficacia la risposta di protezione civile. Nel nostro paese non mancano (o, comunque, non mancano sempre) i materiali ed i mezzi: mancano soprattutto gli indirizzi sul come attivare queste risorse in modo sinergico. Il metodo Augustus vuole abbattere il vecchio approccio di fare i piani di emergenza basati sulla concezione burocratica del solo censimento di mezzi utili agli interventi di protezione civile e introdurre con forza il concetto della disponibilità delle risorse; per realizzare questo obiettivo occorre che nei piani di emergenza siano introdotte le funzioni di supporto con dei responsabili in modo da tenere “vivo” il piano, anche attraverso periodiche esercitazioni ed aggiornamenti.

Nel metodo Augustus sono ben sviluppati questi concetti per le competenze degli Enti territoriali proposte alla pianificazione (per gli eventi di tipo a) b e c), art. 2 della Legge n° 225/’92), ove viene evidenziato che attraverso l’istituzione delle funzioni di supporto nelle rispettive sale operative (9 funzioni per i comuni e 14 per le province e regioni) si raggiungono due obiettivi primari per rendere efficace ed efficiente il piano di emergenza: a) avere per ogni funzione di supporto la disponibilità delle risorse fornite da tutte le amministrazioni pubbliche e private che vi concorrono; b) affidare ad un responsabile della funzione di supporto sia il controllo della specifica operatività, sia l’aggiornamento di questi dati nell’ambito del piano di emergenza.

Inoltre, far lavorare in “tempo di pace” i vari responsabili delle funzioni di supporto per l’aggiornamento del piano di emergenza, fornisce l’attitudine alla collaborazione in situazioni di emergenza, dando immediatezza alle risposte di protezione civile che vengono coordinate nelle Sale Operative. Si chiarisce con il metodo Augustus la diversità dei ruoli nel modello di intervento Provinciale con la distinzione dei ruoli del C.C.S. (Centro Coordinamento Soccorsi) e della Sala Operativa. Il C.C.S. si configura come l’organo di coordinamento Provinciale ove si individuano delle strategie generali di intervento, mentre nella Sala Operativa Provinciale si raccolgono le esigenze di soccorso e si risponde secondo le indicazioni provenienti dal C.C.S. Questi due organi debbono necessariamente operare in distinti locali, ma sotto un’unica autorità.

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Il C.O.M. (Centro Operativo Misto) è invece la struttura decentrata del coordinamento Provinciale per meglio svolgere la direzione unitaria dei servizi di emergenza coordinandoli a livello provinciale con gli interventi dei Sindaci dei Comuni afferenti al C.O.M. stesso.

Le funzioni di supporto da attuare nei comuni, non debbono essere necessariamente nove, ma dovranno essere in base ad una pianificazione di emergenza predisposta in un determinato territorio per un determinato evento, per far fronte ad immediate esigenze operative durante o prima di un evento calamitoso. Il Sindaco organizzerà la risposta di protezione civile sul proprio territorio, attraverso la costituzione di una Sala Operativa Comunale.

Questo metodo di lavoro, è valido per i Sindaci (che sono la prima autorità di protezione civile) e per i responsabili di protezione civile degli enti territoriali, che il D.Lgs 112 del 31/3/’98, più noto come «Decreto Bassanini» conferisce loro dirette funzioni sia di pianificazioni che di attuazione di interventi urgenti in caso di crisi per eventi classificati «a» e «b» (art. 2, Legge n° 225/’92) avvalendosi anche del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

Il metodo Augustus rappresenta comunque un punto di riferimento per tutti gli operatori di protezione civile che, con competenze diverse, sono impegnati quotidianamente ad affrontare le emergenze spesso configurate impropriamente solo come “eventi naturali”, con una loro specifica ciclicità. E’ ormai noto a tutti che terremoti, alluvioni, eruzioni vulcaniche, frane, si manifestano quasi sempre, nei territori dove in passato tali eventi hanno causato sistematiche distruzioni e disagi di ogni tipo alla popolazione.

Negli ultimi anni la distruzione dei beni e i danni alla popolazione sono aumentati per un uso dissennato del territorio e delle risorse che hanno elevato in maniera critica il valore esposto e, quindi, l’entità del rischio in aree notoriamente pericolose.

Se la ciclicità è un fattore costante per un fenomeno calamitoso, l’entità del danno e il tipo di soccorsi sono parametri variabili; per questo si dice che le emergenze non sono mai uguali fra loro a parità di intensità dell’evento che si manifesta. Quindi, proprio per questo, gli operatori di protezione civile debbono essere pronti a gestire “l’incertezza”, intesa come l’insieme di quelle variabili che di volta in volta caratterizzano gli effetti reali dell’evento.

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La “gestione dell’incertezza” si affronta con le stesse regole con cui la scienza medica affronta il pericolo o il rischio di contagi nelle malattie: applicando, cioè, il principio della massima prevenzione attraverso il ricorso alla vaccinazione di massa.

Nell’attività preparatoria della protezione civile questo principio corrisponde a gestire in maniera corretta il territorio ad organizzare una corretta informazione alla popolazione sui rischi e all’adozione, nel piano locale di protezione civile di linguaggi e procedure unificate fra le componenti e le strutture operative che intervengono nei soccorsi. Di fondamentale rilevanza è anche l’organizzazione di periodiche esercitazioni di protezione civile con la popolazione e i soccorritori per passare dalla “cultura del manuale” alla “cultura dell’addestramento”. Insomma si tratta di coordinare un sistema complesso nelle sue molteplici specificità e competenze: “Augustus” è la base su cui improntare le attività di pianificazione a tutti i livelli di responsabilità che sono individuate dalle attuali norme di protezione civile. E’ un metodo di lavoro di base che, comunque, rimane oggettivamente valido al di là delle diverse assunzioni di responsabilità che nuove norme potranno assegnare a soggetti diversi dall’attuale ordinamento.

Siamo oggi in grado, per quanto concerne la pianificazione di emergenza, di uniformare le procedure delle pianificazioni nazionali a quelle regionali, provinciali e comunali.

Il Piano di Protezione Civile Comunale (P.C.P.C.) deve contenere:

• Coordinamento ed indirizzo per tutte le fasi di risposta previste dal P.C.P.C; • Procedure semplici e non particolareggiate; • Individuazione delle singole responsabilità nel modello di intervento • Flessibilità operativa nell’ambito delle funzioni di supporto.

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Caratteristiche di base per la pianificazione di emergenza

Definizione di piano

Il progetto di tutte le attività coordinate e delle procedure di Protezione Civile per fronteggiare un qualsiasi evento calamitoso atteso in un determinato territorio è il Piano di Emergenza.

Il Piano di Emergenza deve recepire:

1. Programmi di Previsione e Prevenzione; 2. Informazioni relative a: a. processi fisici che causano le condizioni di rischio e relative valutazioni, b. precursori, c. eventi, d. scenari, e. risorse disponibili.

E’ necessario rappresentare in modo cartografico le indicazioni utili alla caratterizzazione dei possibili scenari di rischio per l’attuazione delle strategie di intervento per il soccorso e il superamento dell’emergenza, razionalizzando e mirando l’impiego di uomini e mezzi.

Successo di una operazione di protezione civile

Al successo di un’operazione di protezione civile concorrono le seguenti condizioni:

• Direzione unitaria

La direzione unitaria delle operazioni di emergenza si esplica attraverso il coordinamento di un sistema complesso e non in una visione settoriale dell’intervento.

• Comunicazione

Costante scambio di informazioni fra il sistema centrale e periferico nell’ambito del Servizio Nazionale Protezione Civile (S.N.P.C.)

• Risorse

Utilizzo razionale e tempestivo delle risorse realmente disponibili e della reperibilità degli uomini e dei mezzi adatti all’intervento.

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Struttura di un piano

Il piano deve essere strutturato in tre parti fondamentali:

A - PARTE GENERALE B - LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE C - MODELLO DI INTERVENTO

A - PARTE GENERALE

Si raccolgono tutte le informazioni relative alla conoscenza del territorio, alle reti di monitoraggio presenti, alla elaborazione degli scenari di rischio.

B - LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE

Si individuano gli obiettivi da conseguire, per dare una adeguata risposta di P.C. ad una qualsiasi emergenza.

C - MODELLO DI INTERVENTO

Si assegnano le responsabilità nei vari livelli di comando e controllo per la gestione delle emergenze di Protezione Civile; si realizza il costante scambio di informazioni nel sistema centrale e periferico di Protezione Civile; si utilizzano le risorse in maniera razionale. Questi criteri sono applicabili alla pianificazione di emergenza a livello Nazionale, Regionale, Provinciale e Comunale. In queste pagine si affrontano esclusivamente l’ultimo livello.

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IV - RUOLO DEI COMUNI

L’art 15 della Legge n° 225/1992 “Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile”, modificato dal Decreto-Legge n° 59 del 15 maggio 2012, convertito in legge dalla Legge n° 100 del 12 luglio 2012: “Conversione in legge, con modificazioni, del, recante Disposizioni urgenti per il riordino della Protezione Civile”), ribadisce il ruolo del Sindaco quale Autorità comunale di Protezione Civile e precisa, al comma 3, che il Sindaco assume la direzione dei servizi di emergenza che insistono sul territorio del Comune e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite.

Il Sindaco quindi, in emergenza, è il responsabile, in accordo con il Prefetto, della gestione dei soccorsi sul territorio comunale, nonché del coordinamento dell'impiego di tutte le forze disponibili.

Per il corretto espletamento delle competenze ad esso affidate, ogni Comune ha il diritto-dovere di dotarsi di una struttura di Protezione civile (Legge 225/’92).

Ulteriori funzioni in materia di protezione civile sono attribuite al Sindaco dal D. Lgs. 112/’98, art. 108, punto c).

In particolare esse riguardano:

1) l’attuazione, in ambito comunale, delle attività di previsione e degli interventi di prevenzione dei rischi, stabilite dai programmi e piani regionali; 2) l’adozione di tutti i provvedimenti, compresi quelli relativi alla preparazione dell’emergenza, necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi in ambito comunale; 3) la predisposizione dei piani comunali e/o intercomunali di emergenza, anche nelle forme associative e di cooperazione previste dalla legge in ambito montano, tramite le comunità montane (ove presenti), e alla cura della loro attuazione, sulla base degli indirizzi regionali; 4) l’attivazione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti necessari a fronteggiare l’emergenza; 5) la vigilanza sull’attuazione, da parte delle strutture locali di protezione civile, dei servizi urgenti; 6) l’utilizzo del volontariato di protezione civile a livello comunale e/o intercomunale, sulla base degli indirizzi nazionali e regionali.”

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Redazione del Piano di emergenza comunale

Entro 90 giorni dal 14 luglio 2012, data di entrata in vigore di questa legge, ciascun comune approva, con deliberazione consiliare, il piano di emergenza comunale - redatto secondo i criteri e le modalità riportate nelle indicazioni operative del Dipartimento della Protezione Civile e delle Giunte regionali - e provvede alla verifica e all'aggiornamento periodico di questo strumento. Copia del piano deve essere trasmessa alla Regione, alla Prefettura- Ufficio territoriale del governo e alla Provincia territorialmente competenti. Dall’attuazione di queste nuove disposizioni non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

L’obbligo di realizzare piani di emergenza specifici per i siti individuati e classificati "a rischio idrogeologico" è poi sancito dalla Legge n° 267 del 3 agosto 1998 (“Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella Regione Campania”), mentre l’art. 12 della Legge 265/’99 (“Disposizioni in materia di autonomia e ordinamento degli enti locali, nonché modifiche alla Legge n° 142 del 8 giugno 1990”) trasferisce al Sindaco il dovere di informare tempestivamente la popolazione sulle situazioni di pericolo o connesse alle esigenze di protezione civile.

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V - STRUTTURA DEL PIANO

Il presente P.C.P.C. è strutturato in tre sezioni fondamentali in accordo al metodo Augustus:

A PARTE GENERALE: Contiene tutte le informazioni relative alla conoscenza del territorio comunale, alla elaborazione degli scenari di rischio attesi, alla definizione dei livelli di allerta, necessari all’attivazione delle fasi operative B LINEAMENTI DELLA Sono gli obiettivi preventivamente PIANIFICAZIONE E individuati ed indispensabili, che il STRATEGIA OPERATIVA: Sindaco, in qualità di Autorità comunale di Protezione Civile deve conseguire, per fronteggiare una situazione di emergenza, nell'ambito della direzione unitaria dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione C MODELLO DI INTERVENTO: Consiste nell'assegnazione delle responsabilità e dei compiti nei vari livelli di comando e controllo per la gestione dell'emergenza a livello comunale; vengono riportate le procedure suddivise in diverse fasi operative, per l'attuazione più o meno progressiva delle attività previste nel P.C.P.C., in base alle caratteristiche ed all'evoluzione dell'evento, in modo da consentire l'utilizzazione razionale delle risorse ed il coordinamento degli operatori di Protezione Civile presenti sul territorio

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La strutturazione di dettaglio del Piano è la seguente:

A - PARTE GENERALE:

A.1 - Dati di base A.2 - Scenario degli eventi attesi A.3 - Aree di emergenza

A.1 - Dati di base

Riguarda la raccolta dati e la sintesi di tutte le caratteristiche territoriali, edifici e infrastrutture sensibili, popolazione, ditte private.

A.1.1 - Inquadramento generale A.1.2 - Servizi essenziali presenti sul territorio A.1.3 - Risorse presenti sul territorio A.1.4 – Popolazione A.1.5 – Dati climatici A.1.6 - Caratteristiche geologiche, geomorfologiche ed idrogeologiche A.1.7 - Sismicità A.1.8 - Altimetria A.1.9 - Edifici strategici e di interesse pubblico ed opere infrastrutturali A.1.10 - Tipo di colture agronomiche principali A.1.11 - Vie di comunicazione A.1.12 – Cartografia di Base e Tematica

A.2 - Scenari degli eventi attesi

Lo scenario si ricava dai programmi di previsione e prevenzione realizzati dai Gruppi Nazionali e di Ricerca dei Servizi Tecnici Nazionali delle Province e delle Regioni.

A.2.1 - Classificazione generale degli eventi catastrofici

A.2.2 - Importanza rivestita dall’estensione territoriale dell’emergenza

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A.2.3 - Rischi attesi

Rischio idrogeologico e idraulico Rischio geomorfologico Rischio neve, ghiaccio e gelate Rischio nubifragi, grandinate e trombe d’aria Rischio sismico Rischio incendio boschivo e di interfaccia Rischio sociologico (manifestazioni, fiere e processioni) Rischio ondate di calore Rischio siccità - interruzione erogazione idrica Rischio rifiuti urbani Rischio incidenti stradali e trasporti Rischio blackout Rischio incidenti su rete distribuzione gas (metanodotti) Rischio sanitario Rischio incidenti vari (evento qualsiasi)

- Cartografia operativa

A.3 - Aree di emergenza

A.3.1 - Aree di attesa della popolazione A.3.2 - Aree di ricovero della popolazione A.3.3 - Aree di ammassamento dei soccorritori A.3.4 - Cancelli Stradali di ingresso-viabilità-eliporti

- Cartografia di Base

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B - LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE

I lineamenti sono gli obiettivi che il Sindaco, in qualità di Autorità di protezione civile, deve conseguire per garantire la prima risposta ordinata degli interventi (art. 15 della Legge n° 225/1992: “Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile”, modificato dal Decreto-Legge n° 59 del 15 maggio 2012, convertito in legge dalla Legge n° 100 del 12 luglio 2012: “Conversione in legge, con modificazioni, del, recante Disposizioni urgenti per il riordino della Protezione Civile”).

B.1 - Coordinamento operativo comunale

Il Sindaco è Autorità comunale di protezione civile (art. 15 della Legge n° 225/1992: “Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile”, modificato dal Decreto-Legge n° 59 del 15 maggio 2012, convertito in legge dalla Legge n° 100 del 12 luglio 2012: “Conversione in legge, con modificazioni, del, recante Disposizioni urgenti per il riordino della Protezione Civile”). Al verificarsi dell’emergenza assume la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso in ambito comunale e ne dà comunicazione al Prefetto al Presidente della Giunta Regionale e al Presidente della Provincia. Il Sindaco per l’espletamento delle proprie funzioni deve avvalersi di un Centro Operativo Comunale (C.O.C.).

B.2 - Salvaguardia della popolazione

Il Sindaco quale Autorità di protezione civile è Ente esponenziale degli interessi della collettività che rappresenta. Di conseguenza ha il compito prioritario della salvaguardia della popolazione e la tutela del proprio territorio. Le misure di salvaguardia alla popolazione per gli eventi prevedibili sono finalizzate all’allontanamento della popolazione dalla zona di pericolo; particolare riguardo deve essere dato alle persone con ridotta autonomia (anziani, disabili, bambini). Dovranno essere attuati piani particolareggiati per l’assistenza alla popolazione (aree di accoglienza, etc.). Per gli eventi che non possono essere preannunciati sarà di fondamentale importanza organizzare il primo soccorso sanitario entro poche ore dall’evento.

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B.3 - Rapporti tra le Istituzioni locali per l’attività amministrativa e supporto all’attività di emergenza

Uno dei compiti prioritari del Sindaco è quello di mantenere la continuità amministrativa del proprio Comune (anagrafe, ufficio tecnico, etc.) provvedendo, con immediatezza, ad assicurare i collegamenti con la Regione, la Prefettura, la Provincia, la Comunità Montana. Ogni Amministrazione, nell’ambito delle rispettive competenze previste dalla Legge, dovrà supportare il Sindaco nell’attività di emergenza.

B.4 - Informazione alla popolazione

E’ fondamentale che il cittadino delle zone direttamente o indirettamente interessate all’evento conosca preventivamente: • caratteristiche scientifiche essenziali di base del rischio che insiste sul proprio territorio; • le predisposizioni del piano di emergenza nell’area in cui risiede; • come comportarsi, prima, durante e dopo l’evento; • con quale mezzo ed in quale modo verranno diffuse informazioni ed allarmi.

B.5 - Salvaguardia delle strutture ed infrastrutture a rischio e sistema produttivo locale

Questo intervento di protezione civile si può effettuare o nel periodo immediatamente precedente al manifestarsi dell’evento (eventi prevedibili), attuando piani di messa in sicurezza dei mezzi di produzione e dei relativi prodotti stoccati, oppure immediatamente dopo che l’evento abbia provocato danni (eventi imprevedibili) alle persone e alle cose; in questo caso si dovrà prevedere il ripristino dell’attività produttiva e commerciale nell’area colpita attuando interventi mirati per raggiungere tale obiettivo nel più breve tempo possibile. La concorrenza delle aziende produttive nel mercato nazionale e internazionale non permette che la sospensione della produzione sia superiore ad alcune decine di giorni.

B.6 - Ripristino della viabilità e dei trasporti

Durante il periodo della prima emergenza si dovranno già prevedere interventi per la riattivazione dei trasporti terrestri, aerei, marittimi, fluviali; del trasporto delle materie prime e di quelle strategiche; l’ottimizzazione dei flussi di traffico lungo le vie di fuga e l’accesso dei mezzi di soccorso nell’area colpita.

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B.7 - Funzionalità delle telecomunicazioni

La riattivazione delle telecomunicazioni dovrà essere immediatamente garantita per gli uffici pubblici e per i centri operativi dislocati nell’area colpita attraverso l’impiego necessario di ogni mezzo o sistema T.L.C.. Si dovrà mantenere la funzionalità delle reti radio delle varie strutture operative per garantire i collegamenti fra i vari centri operativi e al tempo stesso per diramare comunicati, allarmi, etc. In ogni piano sarà prevista, per questo specifico settore, una singola funzione di supporto la quale garantisce il coordinamento di tutte le risorse e gli interventi mirati per ridare piena funzionalità alle telecomunicazioni.

B.8 - Ripristino dei servizi essenziali

La messa in sicurezza delle reti erogatrici dei servizi essenziali dovrà essere assicurata, al verificarsi di eventi prevedibili, mediante l’utilizzo di personale addetto secondo specifici piani particolareggiati elaborati da ciascun ente competente. La verifica ed il ripristino della funzionalità delle reti, dovrà prevedere l’impiego degli addetti agli impianti di erogazione ed alle linee e/o utenze in modo comunque coordinato, prevedendo per tale settore una specifica funzione di supporto, al fine di garantire le massime condizioni di sicurezza.

B.9 - Censimento e salvaguardia dei Beni Culturali

Nel confermare che il preminente scopo del piano di emergenza è quello di mettere in salvo la popolazione e garantire con ogni mezzo il mantenimento del livello di vita “civile”, messo in crisi da una situazione di grandi disagi fisici e psicologici, è comunque da considerare fondamentale la salvaguardia dei beni culturali ubicati nelle zone a rischio. Si dovranno perciò organizzare specifici interventi per il censimento e la tutela dei beni culturali, predisponendo specifiche squadre di tecnici per la messa in sicurezza dei reperti, o altri beni artistici, in aree sicure.

B.10 - Modulistica per il censimento dei danni a persone e cose

La modulistica allegata al piano è funzionale al ruolo di coordinamento e indirizzo che il Sindaco è chiamato a svolgere in caso di emergenza. La raccolta dei dati, prevista da tale modulistica, è suddivisa secondo le funzioni comunali previste per la costituzione di un Centro operativo Comunale. Con questa modulistica unificata è possibile razionalizzare la raccolta dei dati che risultano omogenei e di facile interpretazione.

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B.11 - Relazione giornaliera dell’intervento

La relazione sarà compilata dal Sindaco e dovrà contenere le sintesi delle attività giornaliere, ricavando i dati dalla modulistica di cui al punto precedente. Si dovranno anche riassumere i dati dei giorni precedenti e si indicheranno anche, attraverso i mass media locali, tutte le disposizioni che la popolazione dovrà adottare. I giornalisti verranno costantemente aggiornati con una conferenza stampa quotidiana. Durante la giornata si dovranno inoltre organizzare, per i giornalisti, supporti logistici per la realizzazione di servizi di informazione nelle zone di operazione.

B.12 - Struttura dinamica del piano comunale: aggiornamento dello scenario ed esercitazioni

Il continuo mutamento dell’assetto urbanistico del territorio, la crescita delle organizzazioni di volontariato, il rinnovamento tecnologico delle strutture operative e le nuove disposizioni amministrative comportano un continuo aggiornamento del piano, sia per lo scenario dell’evento atteso che per le procedure. Le esercitazioni rivestono quindi un ruolo fondamentale al fine di verificare la reale efficacia del piano di emergenza. Esse devono essere svolte periodicamente a tutti i livelli secondo le competenze attribuite alle singole strutture operative previste dal piano di emergenza; sarà quindi necessario ottimizzare linguaggi e procedure e rodare il piano di emergenza comunale, redatto su uno specifico scenario di un evento atteso, in una determinata porzione di territorio. Per far assumere al piano stesso sempre più le caratteristiche di un documento vissuto e continuamente aggiornato, sarà fondamentale organizzare le esercitazioni secondo diverse tipologie: • esercitazioni senza preavviso per le strutture operative previste nel piano; • esercitazioni congiunte tra le strutture operative e la popolazione interessata all’evento atteso (la popolazione deve conoscere e provare attraverso le esercitazioni tutte le azioni da compiere in caso di calamità); • esercitazione periodiche del solo sistema di comando e controllo, anche queste senza preavviso, per una puntuale verifica della reperibilità dei singoli responsabili delle funzioni di supporto e dell’efficienza dei collegamenti. Ad una esercitazione a livello comunale devono partecipare tutte le strutture operanti sul territorio coordinate dal Sindaco. La popolazione, qualora non coinvolta direttamente, deve essere informata dello svolgimento dell’esercitazione.

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C - MODELLO DI INTERVENTO

Consiste nell'assegnazione delle responsabilità e dei compiti nei vari livelli di comando e controllo per la gestione dell'emergenza a livello comunale. Vengono riportate le procedure suddivise in diverse fasi operative, per l'attuazione più o meno progressiva delle attività previste nel P.C.P.C., in base alle caratteristiche ed all'evoluzione dell'evento, in modo da consentire l'utilizzazione razionale delle risorse ed il coordinamento degli operatori di Protezione Civile presenti sul territorio comunale.

C.1 - Sistema di comando e controllo

Il Sindaco per assicurare nell’ambito del proprio territorio comunale la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita, provvede ad organizzare gli interventi necessari dandone immediata comunicazione al Prefetto, Presidente della Giunta Regionale e il Presidente della Giunta Provinciale che lo supporteranno nelle forme e nei modi secondo quanto previsto dalla norma.

C.1.1 - Centro Operativo Comunale (C.O.C.)

Il Sindaco, in qualità di Autorità comunale di protezione civile, al verificarsi dell’emergenza, nell’ambito del territorio comunale, si avvale del Centro Operativo Comunale (C.O.C.) per la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita. Il Centro Operativo Comunale dovrà essere ubicato in un edificio non vulnerabile ed in un’area di facile accesso.

C.1.2 - Compiti per funzioni C.O.C.

La struttura del C.O.C. si configura secondo nove funzioni di supporto:

° Funzione 1 – Tecnica e di pianificazione ° Funzione 2 – Sanità assistenza sociale e veterinaria ° Funzione 3 – Volontariato ° Funzione 4 – Materiali, mezzi e risorse umane ° Funzione 5 – Servizi essenziali e attività scolastica ° Funzione 6 – Censimento danni e complessi edilizi ° Funzione 7 – Strutture operative e viabilità ° Funzione 8 – Telecomunicazioni ° Funzione 9 – Assistenza alla popolazione

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Ogni singola funzione avrà un proprio responsabile che in, “tempo di pace”, aggiornerà i dati relativi alla propria funzione e, in caso di emergenza, nell’ambito del territorio comunale, affiancherà il Sindaco nelle operazioni di soccorso.

C.2 - Procedure di attivazioni in emergenza

Rappresentano le immediate predisposizioni che dovranno essere attivate dal Sindaco e si articolano nella: • reperibilità dei 9 funzionari del Centro Operativo Comunale; • delimitazione delle aree a rischio; • predisposizione delle aree di ammassamento dei soccorritori; • allestimento delle aree di ricovero della popolazione.

C.2.1 - Reperibilità dei funzionari del Centro Operativo Comunale

Il Centro Operativo del Comune è composto dai responsabili delle 9 funzioni di supporto che saranno convocati e prenderanno posizione nei locali predisposti in aree sicure e facilmente accessibili.

C.2.2 - Delimitazione delle aree a rischio

Tale operazione avviene tramite l’istituzione di posti di blocco, denominati cancelli, sulle reti di viabilità che hanno lo scopo di regolamentare la circolazione in entrata ed in uscita nell’area a rischio. La predisposizione dei cancelli dovrà essere attuata in corrispondenza dei nodi viari onde favorire manovre e deviazioni.

C.2.3 - Aree di ammassamento dei soccorritori

Le aree di ammassamento dei soccorritori devono essere preventivamente individuate dalle Autorità competenti (Regione, Provincie) al fine di garantire un razionale impiego nelle zone di operazione dei soccorritori. Esse rappresentano il primo orientamento e contatto dei soccorritori con il Comune. Tali aree debbono essere predisposte nelle vicinanze dei caselli autostradali o comunque facilmente raggiungibili anche con mezzi di grandi dimensioni; possibilmente lontano dai centri abitati e non soggette a rischio.

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C.2.4 Aree di ricovero della popolazione

Tali aree devono essere dimensionate per accogliere almeno, una tendopoli per 500 persone, facilmente collegabili con i servizi essenziali (luce, acqua, fognature, etc.) e non soggette a rischi incombenti. Queste aree dovranno essere preventivamente conosciute in quanto si configurano come spazi ove verranno installati i primi insediamenti abitativi di emergenza.

C.2.5 - Aree di attesa della popolazione

Sono aree di prima accoglienza in piazze o luoghi aperti sicuri, ove la popolazione riceverà le prime informazioni sull’evento e i primi generi di conforti in attesa dell’allestimento delle aree di ricovero con tende e roulottes.

C.3 - Procedure operative generali

Comprendono le procedure generali da attivare nelle situazioni di emergenza

C.4 - Procedure operative specifiche

Rappresentano le procedure specifiche per tipo di emergenza da attivare nelle singole situazioni di emergenza

C.5 – L’informazione della popolazione

Comprendono le informazioni da dare alla popolazione sui rischi cui è esposta, sulle procedure e modalità di allertamento, sui comportamenti da adottare e sull’organizzazione di soccorsi.

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PARTE SECONDA: SEZIONE A - PARTE GENERALE

A.1 - Dati di base

A1.1 - Inquadramento generale

Comune Laterza Provincia Taranto Regione Puglia Autorità di Bacino Autorità di Bacino della Regione Puglia (AdB Puglia) Estensione del territorio Kmq. 159,63 Superficie centro abitato Kmq 2,10 Superficie centro storico (Zona A0 del PRG appr. del mq 96.510 (0,096 Kmq) G.R. 562/17.04.2003) n. 473 “” Fogli I.G.M. [1 : 50.000] n. 492 “Ginosa” n. 201 della Carta d’Italia I N.O. “Laterza” n. 201 della Carta d’Italia I N.E. “” Tavola I.G.M. [1 : 25.000] n. 201 della Carta d’Italia I S.O. “Ginosa” n. 189 della Carta d’Italia II S.O. “Vallone della Silica” 473052 (Masseria Chiancone) 473053 (Masseria Sant’Agostino) 473061 (Masseria Vallata) 473062 (Masseria Staso) 473063 (Masseria Pietro Tucci) 473064 (Masseria Di Santo) 473091 (Masseria Lena Punzi) Elementi C.T.R.[1 : 5.000] 473092 (Lamione Girolamo) 473094 (Masseria Cilivestri) 473101 (Masseria Antonio Sette) 473102 (Valle delle Rose) 473103 (Masseria Canale di Tromba) 473104 (Masseria Le Rene) 473113 (Masseria Crocifisso) 473114 (Masseria Tafuri)

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473131 (Jazzo Annunziatela) 473132 (Masseria Distacco) 473141 (Laterza) 473142 (Gravina di Laterza) 473143 (Jazzo di Cristo) 473144 (Lamia Cozzolongo) Elementi C.T.R.[1 : 5.000] 473153 (Cozzo della Cannazza) 473154 (Monte Santa Trinità) 492021 (Lamia Renzullo) 492022 (Casa Lo Vecchio) 492023 (Casa Capone) 492024 (Ginosa) 492034 (Cozzo Peditaro)

Comuni confinanti posiz. NORD dist. km. 22 Ginosa posiz. SUD dist. km. 6,4 Castellaneta posiz. EST dist. km. 15 Gioia del Colle posiz. NORD-EST dist. km. 34 posiz. OVEST dist. km. 21 Sede Municipale Piazza Plebiscito,2 Latitudine 40°37'24.4473" Nord Longitudine 16°47'57.6101" Est Gradi decimali 40.6234576°, 16.7993362° UTM WGS 84 33N 652188.70 mE 4498514.82 mN Telefono centralino 099/8297911 Fax 099/8296211

Sito internet www.comune.laterza.ta.it E - mail [email protected] PEC [email protected] Catasto E469 Codice ISTAT 073009 C.A.P. 74014

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Fig. n° 1 – Limiti amministrativi

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A1.2 - Servizi essenziali presenti sul territorio

SERVIZI SOCIETÀ/ENTE RECAPITI ED INDIRIZZI Rete idrica e fognaria AQP N° verde emergenze: 800/735735 Ufficio di Zona – Via Taranto n° 250 Castellaneta - Tel: 080/5723456

Rete gas metano GAS NATURAL ITALIA N° verde emergenze: 800/829344 Ufficio di Zona – Via Cormons n° 29 Laterza - Tel: 099/8297070

Rete elettrica ENEL N° verde emergenze: 800/704488 Rete telecomunicazioni TELECOM 187 Servizio di Igiene POLIZIA MUNICIPALE Tel.: 099/8216014 – 099/8297946 Urbana ed Ambientale Fax: 099/8299105 – 099/8296211

ECOLOGICA PUGLIESE S.r.l. Tel./Fax: 080/4672460 Via Ognissanti s.n.c. 70010 – Capurso (BA)

48 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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A.1.3 - Risorse presenti sul territorio

Dipendenti pubblica amministrazione

Amministrazione Comunale Risorse umane Ruolo Telefono e-mail LOPANE Gianfranco Sindaco 0998297938 [email protected] CASALINO Carlo Segretario generale 0998297918 [email protected]

SETTORE 1 - AFFARI GENERALI E ATTIVITÀ AMMINISTRATIVA FRIGIOLA Alessandro Responsabile Funzionario 0998297919 [email protected] P.O. D6

SERVIZIO 1- AFFARI GENERALI - STATISTICHE D’APRILE Stella Maria Protocollo Coll. amm. B1 0998297947 [email protected] ROMANO Giovanni Messo com. B5 0998297930 [email protected] GUIDA Ivan Centralinista B2 0998297911 [email protected]

SERVIZIO 2 – GARE E CONTRATTI MELE Domenica Appalti Istruttore dirett. 0998297936 [email protected] amm. D4

SERVIZIO 3 – DEMOGRAFICI - LEVA - ELETTORALE PUGLIESE Lucia Anagrafe-Leva Istr. dir. 0998297914 [email protected] Amm. D4 SARRA Immacolata Stato Civile Istr. amm. C5 0998297908 [email protected] PERRONE Gioconda Anagrafe Istr. amm. C4 0998297913 [email protected] FRIGIOLA Francesco Elettorale Istr. amm. C4 0998297906 [email protected] MILANO Angela Urbanistica Istr. amm. C1 0998297914 [email protected]

SERVIZIO 4 - INFORMATIZZAZIONE, PROTOCOLLO – ATTUAZIONE CODICE PRIVACY-GESTIONE SERVIZI ASSOCIATI, COMUNICAZIONE INTERNA ED ESTERNA DE VIETRO Adele Informatico Istr. dir. 0998297909 [email protected] amm. D5

SERVIZIO 5 - CONTENZIOSO FRIGIOLA Alessandro Responsabile Funzionario 0998297919 [email protected] P.O. D6

49 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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SETTORE 2 – FINANZE -TRIBUTI Risorse umane Ruolo Telefono e-mail LUCCA Pietro Responsabile Funzionario 0998297904 [email protected] P.O. D6

SERVIZIO 1 - FINANZE, PROGRAMMAZIONE E BILANCIO ED ECONOMATO TRIGIANTE Luigi Ragioneria Istr. amm. C5 0998297937 [email protected] ACCETTA Cosimo Economato Istr. amm. C5 0998297937 [email protected] PUNZI Filomena Anagrafe Coll. amm. B6 0998297935 [email protected]

Servizio 2 - TRIBUTI - PATRIMONIO PARISI Luigi Tributi Istr. amm. C4 0998297932 [email protected] PIETRICOLA Giovanni Tributi Istr. dir. amm. D1 0998297929 [email protected] AMODIO Rocco Contenzioso Istr. dir. 0998297935 [email protected] amm. D1

SETTORE 3 - SERVIZI SOCIO-CULTURALI, PERSONALE E URP LAPOMARDA Arcangelo Responsabile Funzionario 0998297931 [email protected] P.O. D6

SERVIZIO 1 - ISTRUZIONE CULTURA SPORT E TEMPO LIBERO PANETTIERI Donato Cultura Istr. amm. C4 0998297905 [email protected] BOZZA Domenica Scuola Assistente - [email protected] Vigilatrice B5 CLEMENTE Biagio Scuola Autista B6 - [email protected] MOSCHETTI Arcangelo Scuola Autista B6 - [email protected] MATERA Vito Scuola Autista B6 - [email protected]

SERVIZI 2 - SOCIALI DE MEO Maria Sociale Assistente sociale 0998297944 [email protected] Immacolata D5 CRISTELLA Vito Sociale Coll. amm. B4 0998297924 [email protected]

SERVIZIO 3 – GESTIONE DEL PERSONALE (TRATTAMENTO GIURIDICO ED ECONOMICO) CLEMENTE Angela Personale Istr. dir. amm. 0998297950 [email protected] D1

50 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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SETTORE 4 - SETTORE ASSETTO ED USO DEL TERRITORIO Risorse umane Ruolo Telefono e-mail CLEMENTE Giuseppe Responsabile Funzionario 0998297902 [email protected] P.O. ingegnere D6

SERVIZIO 1 - LAVORI PUBBLICI - URBANISTICA RUSSI Arcangelo Lavori pubblici Geometra 0998297921 [email protected] C4 ROSATO Annunziata Lavori pubblici Istr. amm. 0998297915 [email protected] C5 TUCCI Giuseppe Lavori pubblici Geometra 0998297916 [email protected] C4 .ta.it

SERVIZIO 2 – SPORTELLO UNICO EDILIZIA (SUE) ATTIVITA’ PRODUTTIVE (SUAP) VENNERI Cosimo Urbanistica Architetto D4 0998297920 [email protected] ACQUASANTA Giovanni Urbanistica Geometra C4 0998297923 [email protected] TAMBORRINO Michele Commercio Istr. amm. C5 0998297940 [email protected]

51 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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SETTORE 5 – CORPO P.M. – AMBIENTE E IGIENE URBANA Risorse umane Ruolo Telefono e-mail LARIZZA Paolo Pasquale Comandante D4 0998297946 [email protected]

SERVIZIO 1 – CORPO P.M., AGRICOLTURA E CACCIA, IGIENE URBANA E AMBIENTE. UFFICIO PROTEZIONE CIVILE SCARATI Bartolomeo Agente di P.M. C5 0998297948 [email protected] 3472652386 TRIGIANTE Michele Agente di P.M. C4 0998297948 [email protected] 3472652408 QUATRARO Francesco Vigile Agente di P.M. C5 0998297948 [email protected] 3472652402 PINTO Rocco Vigile Agente di P.M. C4 0998297948 [email protected] 3472652496 LOISCIO Arcangelo Vigile Agente di P.M. C4 0998297948 [email protected] 3472652474 PETRERA Vincenzo Vigile Agente di P.M. C2 0998297948 [email protected] 3487477783 RUSSO Antonio Vigile Agente di P.M. C4 0998297948 [email protected] 3472652530 LINZALONE Giuseppina Agente di P.M. C4 0998297948 [email protected] 3472652498 CLEMENTE Maria Vigile Agente di P.M. C1 0998297948 [email protected] Antonietta 3472652359

FANELLI Raffaele Agricoltura/Manutenzioni 0998297928 [email protected] Istr. Amm. C4 LOMAGISTRO Clemente Ex-UMA Coll. Amm. B7 0998297922 [email protected] TUCCI Lorenzo Ex-UMA Istr. Amm. C5 0998297949 [email protected]

SERVIZIO 2 – ENERGIA E PUBBLICA ILLUMINAZIONE, MANUTENZIONI (IMMOBILI E BENI MOBILI), RANDAGISMO – CIMITERO PERRONE Paolo Igiene urbana Istruttore 0998297948 [email protected] amm. Direttivo D4 3487477770 DE BIASI Michela Igiene urbana Collab. 0998297948 [email protected] Amm. B5 3472652525 VALENTE Angelo Custode cim. B5 0998218399 -

STAFF ALLA SEGRETERIA GENERALE

CRISTELLA Rosa Segreteria Istr. amm. C1 0998297912 [email protected]

Presidenza delegazione trattante, Controlli Interni, Trasparenza e Anticorruzione 52 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Mezzi pubblica amministrazione

Mezzi Targa Immatricolazione Note FIAT Panda EN556ZH 2012 Servizi Generali FIAT Punto EN031ZG 2012 Servizi Generali Mini Scuolabus cat. m2 AN989ZG 12/1997 MERCEDES Scuolabus MERCEDES 711 df AN192YZ 02/1997 Scuolabus MERCEDES 711 42 AN193YZ 02/1997 Scuolabus MERCEDES CS860SS 02/2005 FIAT Panda jolly BB390DZ 07/1998 U.T.C. FIAT Sedici YA334AC 12/2008 Polizia Municipale SEAT Cordoba 1.4 tdi CF904PC 07/2003 Polizia Municipale

Farmacie

Nominativo ditta Indirizzo Recapiti telefonici Farmacia QUERO P.zza F.lli Barberio n° .45 099/8216130 Farmacia PENTASSUGLIA Via Dante Alighieri n° 24 099/8216465 Farmacia LA FORTUNA Via Gonzaga Generale n° 1 099/8216075 Farmacia DONADIO Via Aldo Moro n° 10 099/8297405 Parafarmacia TOCCI Via San Francesco n° 19 099/8297479

53 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Associazioni di Volontariato

Associazione Indirizzo Recapiti telefonici Dotazione Associazione Via U. La Malfa n° 2 Tel/fax: 099/8297103 n° 4 autoambulanze tipo A “La Luce” Onlus-P.A. [email protected] n° 2 automediche Croce Azzurra Referente: n° 1 fuoristrada con modulo Sig. QUATRARO Giovanni antincendio a 2 aspi ed idoneo al montaggio attrezzatura spargisale 349/6682361 Associazione Radio Via C. Battisti n° 47 099/8216674 n° 1 Tenda da campeggio 10 posti C.B. ‘S.O.S. 27’ SER [email protected] n°.5 Radio portatili vhf 144 mh Referente: n°.3 Radio portatili 27mh Sig. PERRONE Arcangelo n° 1 Radio stazione fissa vhf 144 mh 335/7046798 n° 1 Radio stazione fissa 27 mh n° 1 Alimentatore in.220v out 12v 5a n° 1 Alimentatore in 220v out 12v 10a n° 6 Lampeggianti per segnalazione stradale n° 1 Antenna con calamita per auto (vhf) Gruppo Scout Laterza 1 Presso Parrocchia 099 8216153 n° 2 Tende da campeggio tipo Santa Croce Referente: Attrezzature varie (badili, picconi, Via Roma Sig. Giuseppe PIZZILLI ecc..) 333/1729977 [email protected]

Gruppo Scout Laterza 2 Presso Parrocchia Referente: n° 2 Tende da campeggio 8 posti Spirito Santo Sig. Rocco FUMARULO n° 1 Tenda cambusa Via Baden Powel 380/7128206 Attrezzature varie (badili, picconi, [email protected] ecc..)

54 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Ditte private operanti nel settore dei trasporti, scavi e movimenti terra

Nominativo ditta Indirizzo Recapiti telefonici Dotazione Impresa edile stradale Sede legale: P.zza 099/8297480 n° 4 Escavatori DE BIASI Giuseppe Plebiscito n° 6 348/4706861 n° 1 Pala meccanica cingolata Sede operativa: 345/5118639 n° 1 Pala Gommata C.da Cacapentima n° 8 Camion n° 1 Terna n° 2 Minipale (Bobcat) n° 1 Miniescavatore n° 3 Gruppi elettrogeni Laertina Scavi di Via Selva s. Vito n° 5 099/8218222 n° 3 Camion PAPAPIETRO Cosimo 338/8385982 n° 1 Camioncino n° 1 Terna n° 1 Pala Gommata n° 1 Minipala (Bobcat) n° 3 Escavatori n° 1 Miniescavatore n° 1 Furgone Cassonato n° 2 Gruppi elettrogeni Impresa edile e Via Toscana n° 10 099/8216396 n° 3 Escavatori movimento terra n° 2 Camion PERRONE Pasquale n° 1 Terna n° 1 Minipala (Bobcat) n° 1 Escavatori Impresa Parisi scavi e Via Nelli n° 4/T 099/8213989 n° 1 Camion costruzioni di PARISI 333/2683000 n° 1 Furgone Angelo n° 3 Escavatori n° 1 Terna n° 1 Miniescavatore n° 1 Gruppo elettrogeno Edil macchine di Via M. Sabotino n° 099/8218388 n° 3 Escavatori LOFORESE Donato 68 338/8953658 n° 1 Pala Gommata n° 2 Camion n° 1 Minipale (Bobcat) n° 1 Miniescavatore n° 1 Terna n° 1 Gruppo elettrogeno Costruzioni Via Virgilio n° 34 099/8217168 n° 1 Escavatore DI TARANTO S.r.l. 345/7776808 n° 1 Camion DI TARANTO Giuseppe n° 1 Camioncino n° 1 Terna n° 1 Gruppo elettrogeno Lavori edili e stradali di Via Socrate n° 9 392/5443340 n° 1 Camioncino MATERA Arcangelo n° 1 Terna Bonifica amianto n° 1 Gruppo elettrogeno

Attrezzatura per bonifiche di materiali contenenti Amianto

55 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Nominativo ditta Indirizzo Recapiti telefonici Dotazione S.F.E.EL. lavori srl di Via Moneta n° 43 099/8297605 n° 2 Camion ZILIO Giuseppe 347/3450462 n° Minipala (Bobcat) n° 1 Gruppo elettrogeno Impresa di scavi e Via Matera s.n.c. 329/3665499 n° 1 Camion movimento terra di n° 1 Camioncino TRAETTA Michele n° 1 Escavatorino Arcangelo n° 1 Terna Impresa di scavi e C.da Difesa Murge sn 347/6674137 n° 1 Camion movimento terra di n° 1 Escavatorino LARATO Giuseppe n° 1 Terna Impresa edile Via Asilo n° 5 099/8213304 n° 1 Camion LOFORESE Michele 339/1192315 (Michele) n° 1 Escavatore 339/1192095 (Luca) n° 1 Terna n° 3 Miniescavatore Green Service Via Mater Domini n° 099/8296422 n° 1 Autocarro 7 q.li Società Cooperativa a.r.l. 43 333/9883539 n° 1 Gruppo elettrogeno (Geom. PINTO Piero) n° 1 Motopompa Imprese edile Via Ferraris n° 7 338/2303304 n° 1 Escavatore gommato TRIGIANTE Arcangelo n° 1 Terna n° 1 Camion n° 1 Camioncino n° 2 Gruppi elettrogeni

Ditte private operanti nel settore dei trasporti civili

Nominativo ditta Indirizzo Recapiti telefonici e-mail S.P. ex S.S. n° 580 099/8297602 C.T.P. S.p.a. (Deposito Pullman (Referente Sig. Rocco TOCCI: - di Laterza) 333/5730035

Ditte private operanti nel settore del trasporto acqua non potabile

Nominativo ditta Indirizzo Recapiti telefonici e-mail CILLO Michele Località c.da ‘Distacco’ c.s. 368/7789305 -

DI LENA Michele Via Oberdan n° 40 380/4116549 -

56 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Aziende Agricole presenti sul territorio comunale in prossimità delle principali direttrici stradali

Aziende Agricole - Direzione Matera Nominativo Azienda Località Recapiti telefonici Dotazione mezzi 099/8218962 Trattrici con pala CLEMENTE Giuseppe ‘Sierro Lapillo’ 360/341772 rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala CLEMENTE Lorenzo Via Matera cs 388/7436555 rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala PERRONE Pietro Via Matera cs CP 68 360/376355 rimorchi e spandiconcime 330/438812 Trattrici con pala TUCCI Ferdinando C.da ‘Pantano’ (Francesco) rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala BOZZA Pietro ‘Mass. Pagliarone’ 347/0190909 rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala COLACICCO Pietro ‘Mass. Palmentullo’ 393/0169567 rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala D’APRILE Francesco C.da ‘Pantanello’ 392/4720010 rimorchi e spandiconcime

Aziende Agricole - Direzione Castellaneta Nominativo Azienda Località Recapiti telefonici Dotazione mezzi C.da ‘Vallone delle Trattrici con pala PERRONE Angelo 340/7992433 Rose’ rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala DE BIASE Arcangelo C.da ‘Cacapentina’ 368/7347607 rimorchi e spandiconcime C.da ‘Vallone delle Trattrici con pala PERONE Michele 335/724966 Rose’ rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala DI GREGORIO Lorenzo ‘Mass. Alberotondo’ 380/2517270 rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala CLEMENTE Michele ‘Mass. Cappella’ 368/7614348 rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala DE BIASI Giovanni ‘Mass. Cappella’ 368/3551484 rimorchi e spandiconcime Az. Agricola Trattrici con pala PERRONE Giuseppe 099/8218930 PERRONE rimorchi e spandiconcime MADDALENA Trattrici con pala ‘Mass. Candile’ 392/5303845 Arcangelo rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala LOFORESE Pietrangelo ‘Mass. Castria’ 334/1702644 rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala DI FONZO Francesco ‘Mass. Semeraro’ 099/8218940 rimorchi e spandiconcime

Aziende Agricole - Direzione Santeramo - Gioia del Colle Nominativo Azienda Località Recapiti telefonici Dotazione mezzi Trattrici con pala PALMIERI Lorenzo Via Santeramo n° 3 099/8216085 rimorchi e spandiconcime S.P. n°19 per 099/8218197 Trattrici con pala MOSCHETTI Mario Santeramo 338/9082671 rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala LEOGRANDE Nunzio ‘Mass. Lena’ 328/3639565 rimorchi e spandiconcime 57 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Aziende Agricole - Direzione Santeramo - Gioia del Colle Nominativo Azienda Località Recapiti telefonici Dotazione mezzi Trattrici con pala PACIULLI Emanuele ‘Mass. Lena’ 099/8299918 rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala RUSSI Vitantonio ‘Mass. Tangorra’ 099/8299917 rimorchi e spandiconcime DI GREGORIO Trattrici con pala ‘Mass. Ninni’ 099/8296456 Francesco rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala NUZZI Donato Vallone delle Rose 328/8474340 rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala PROCINO Francesco ‘Mass. Cangiulli’ 333/5007150 rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala LIPPOLIS Nicola ‘Mass. Sette’ 348/0407529 rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala DI MARTINO Giuseppe ‘Mass. P. Tucci’ 347/9013261 rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala CAPURSO Angelo ‘Mass Lama Carvotta’ 338/4762010 rimorchi e spandiconcime COLACICCO Vito Trattrici con pala ‘Mass. Fragennaro’ 099/8299924 Giovanni rimorchi e spandiconcime COLACICCO Vito Trattrici con pala ‘Mass. Fragennaro’ 099/8299930 Giuseppe rimorchi e spandiconcime ‘Mass. La Quarta’ (c/o Trattrici con pala PERRONE Felice 339/5416409 S.P. 22) rimorchi e spandiconcime

Aziende Agricole - Direzione Altamura Nominativo Azienda Località Recapiti telefonici Dotazione mezzi 099/8296139 Trattrici con pala PACIULLI Francesco Via per Altamura sn 347/0747659 rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala VERDI Giuseppe C.da ‘Murgetta’ 340/6417725 rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala GIANNICO Pietro C.da ‘Le Rene’ 338/6270812 rimorchi e spandiconcime 099/8299922 Trattrici con pala IACOVAZZI Mario C.da ‘Le Rene’ 328/4745496 rimorchi e spandiconcime

Aziende Agricole - Direzione S.P.ex S.S. n° 580 per Ginosa Nominativo Azienda Località Recapiti telefonici Dotazione mezzi Trattrici con pala MINEI Arcangelo ‘Mass. Serro lo Greco’ 329/3509674 rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala GIANNICO Arcangelo ‘Mass. Tintore’ 099/8296559 rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala BRUNO Antonio ‘Mass. Lama Sapia 328/6796310 rimorchi e spandiconcime

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Aziende Agricole - Direzione S.P.18 (Sierro Distinci) Nominativo Azienda Località Recapiti telefonici Dotazione mezzi Trattrici con pala MEZZAPESA Domenico Mass. Sierro Distinci’ 340/2353454 rimorchi e spandiconcime

Aziende Agricole - Direzione S.P.6 (Distacco) Nominativo Azienda Località Recapiti telefonici Dotazione mezzi Trattrice con pala e camion CILLO Michele C.da ‘Distacco 368/4116549 per trasporto acqua 328/5923775 Trattrici con pala F.lli DE BIASI C.da ‘Distacco (Giovanni) rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala DELL’ORCO Giovanni ‘Mass. Distacco’ 338/7652051 rimorchi e spandiconcime

Aziende Agricole - Direzione via Selva S. Vito Nominativo Azienda Località Recapiti telefonici Dotazione mezzi Trattrici con pala NIGRO Michele Via Selva S. Vito n° 21 368/7488167 rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala NIGRO Paolo Via Selva S. Vito n° 23 335/322016 rimorchi e spandiconcime ‘Mass. Bosco di S. Trattrici con pala DI GIROLAMO Angelo 099/8218995 Martino’ rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala BOZZA Michele ‘Mass. Cacoscia’ 099/8216009 rimorchi e spandiconcime

Aziende Agricole - Direzione S.P. n° 16 e dintorni Nominativo Azienda Località Recapiti telefonici Dotazione mezzi Trattrici con pala ADORISIO Biagio ‘Mass. Bosco di Gallo’ 099/8296560 rimorchi e spandiconcime Trattrici con pala PETRERA Giuseppe ‘Mass. D’Erario’ rimorchi e spandiconcime 099/8296668 Trattrici con pala SERINI Michele ‘Mass. Castria’ 333/3749913 rimorchi e spandiconcime 347/8609784 (Vito) Trattrici con pala F.lli PERRONE ‘Mass. Scivolizzo’ 34/9008127 rimorchi e spandiconcime (Antonio) ‘Mass. Lago D’anice di Trattrici con pala GIACOIA Fedele sopra’ rimorchi e spandiconcime

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Ditte di Ferramenta e Materiali Edili e da Costruzione

Nominativo ditta Indirizzo Recapiti e-mail telefonici CAPODIFERRO Pasquale Ferramenta - Colorificio Via Col di Lana n° 41 099/8297621 CAPODIFERRO Pietro Ferramenta e Materiali Edili Via Col di Lana n° 73 099/8216159 CENTRO EDILE S.r.l. 099/8216333 info@centroediles (VAREGLIANO) Via Matera S.S. 7 Km rl.com Materiali Edili e da Costruzioni 598,601 CLEMENTE Vito Francesco 099/8216207 Ferramenta - Materiale per Via M. Sabotino n° 39 Agricoltura EDIL DESIGN S.r.l. (DI TARANTO A.) Contrada ‘Matine’ s.n. Cell: 335/6298347 info@edil- Colorificio e Materiali Edili (vicino Stadio comunale) Fax 099/64030888 design.it ELETTROFER di BOZZA Michele Ferramenta - Colorificio Via Roma n° 32 099/8218295 Magazzini F.lli GALLI Srl Ferramenta - Colorificio Via La Malfa 099/8213953 PETRELLI Vincenzo Marco Materiali Edili e da Costruzioni Via Roma n° 168 099/8216333

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Strutture Ricettive

Nominativo Indirizzo Recapiti N° posti Albergo‘Tenuta dell'Aquila’ Via San Falco s.n.c. Telefax: 099/8296842 [email protected] 8/10 Albergo ‘Villa dei Principi’ S.P. ex S.S. 580 Km 1 Tel: 099/8218283 10/12 Agriturismo ‘Sierro Lo Greco’ S.P. ex S.S. n° 580 Km Telefax: 099/8296550 6/8 2,5 Cell.: 338/4527592 [email protected] B&B ‘Il Melograno’ Via Verdazzi n° 13 Telefax: 099/9871453 Cell: 8/10 334/8694520 [email protected] B&B ‘Mater Domini’ Via G. Montrone n° 6/a Cell: 349/4276664 6/8 [email protected] m B&B ‘Iris’ Via C. Colombo n° 8 Tel: 099/8218256 Fax: 099/9871453 6/8 [email protected] B&B ‘Nonna Maria’ Via Asilo n° 56 Telefax: 099 8297566 4/6 Tel: 339 6812424 B&B ‘Masseria Cappotto’ S.P. n° 8 - km 2,7 Telefax: 099/8296600 6/8 Cell: 338 8669946 [email protected]

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A.1.4 – Popolazione

Popolazione residente 15.329 (15 01 2013) Nuclei familiari 5.499 (15 01 2013) Densità abitativa 96,02 ab/Kmq (15 01 2013) Popolazione con oltre 65 anni 2988 (15 01 2013) Popolazione con oltre 80 anni 855 (15 01 2013) Popolazione con oltre 90 anni 112 (15 01 2013) Popolazione meno di 6 anni 976 (15 01 2013) Popolazione maggiorenne 12.328 (15 01 2013) Nuclei familiari con figli 2959 (07 12 2012) Nr. medio di componenti per famiglia 2,79 (15 01 2013) Indice di dipendenza 56 % (15 01 2013) [rapporto % avente a num. la somma tra la popolaz. 0 – 14 a. (2520) e quella di oltre i 65 a. (2988) ed a denom.la popolaz. in età da 15 a 64 a. (9821)] Indice di vecchiaia 119 % (15 01 2013) [(rapporto % avente al numeratore la popolazione > 65 anni (15 01 2013) e al denominatore quella compresa fra 0 – 14 anni (2520)] Popolazione centro storico 462 ca (15 01 2013) Popolazione contrade 1368 ca (15 01 2013) Popolazione straniera 208 (15 01 2013) Abitazioni 3440 (08 10 2011) Sezioni censuarie 40 (2011) Abitanti per sezione censuaria 383 ca. (15 01 2013)

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A1.5 - Dati climatici

Il Comune di Laterza presenta caratteristiche meteorologiche tipiche dell’area mediterranea con inverni generalmente miti ed estati calde con umidità non molto elevata e piogge piuttosto limitate e concentrate prevalentemente nel periodo invernale. Vi è una significativa ventosità e poco frequenti sono gli episodi temporaleschi estivi. In inverno abbiamo poche fasi perturbate anche se in taluni casi le masse d’aria umida ed instabile associate alle perturbazioni danno luogo a precipitazioni. Il passaggio alla primavera risulta piuttosto brusco e nelle stagioni primaverile/autunnale possiamo assistere ad episodi piovosi molto intensi che tendono ad assumere carattere temporalesco, con precipitazioni eccezionali, che danno luogo ad eventi alluvionali. In estate le temperature elevate associate a condizioni di cielo sereno o poco nuvoloso, in presenza di una buona ventilazione, danno luogo a prolungati periodi di caldo secco, che talvolta si trasformano in periodi di siccità.

Le precipitazioni sono generalmente poco frequenti ed a carattere prevalentemente temporalesco.

In generale si può constatare che la quantità di pioggia che cade in questa stagione è di gran lunga inferiore a quella invernale. In autunno il tempo è caratterizzato dal permanere di condizioni di clima mite fino a stagione inoltrata e soltanto nella seconda parte della stagione è più frequente l’ingresso sull’area di perturbazioni accompagnate da piogge.

In complesso, dunque, la distribuzione annuale delle precipitazioni nell’area si concentra nei mesi a cavallo dell’inverno determinandosi un periodo di piovosità concentrato, tra settembre ed aprile, ed un periodo di clima secco compreso tra maggio ed agosto. All’inizio della primavera sono frequenti fenomeni di gelate repentine che possono provocare danni alle colture. La caratterizzazione meteoclimatica del territorio comunale di Laterza è stata effettuata consultando la “Carta Bioclimatica d’Italia” elaborata da R. Tomaselli, A. Balduzzi e S. Filipello nel 1972 e soprattutto considerando i dati bioclimatici dell’ultimo decennio 2002/2012 della Stazione 00259-Gioia del Colle del Servizio Meteo Aeronautica Militare.

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Nella Carta Bioclimatica il territorio laertino viene classificato come zona A:

• Clima mediterraneo: curva termica sempre positiva e un periodo di aridità estiva di durata variabile da uno ad otto mesi; • Regione xeroterica: regione climatica nella quale il periodo di aridità corrisponde ai mesi estivi; • Mesomediterranea: sottoregione climatica caratterizzata da un periodo secco estivo, con indice xerotermico compreso tra 40 e 100 (40

Regime Pluviometrico

Il territorio del Comune di Laterza (TA), ricade in una zona al confine tra la Murgia Tarantina vera e propria e l’Arco Ionico Tarantino.

L’andamento mensile delle precipitazioni meteoriche in tale zona è riportato nella seguente tabella:

Mese Eliofania relativa (ore Precipitazione (mm) di soleggiamento) (%) Gennaio 0,37 59 Febbraio 0,38 58 Marzo 0,40 54 Aprile 0,45 36 Maggio 0,50 33 Giugno 0,58 23 Luglio 0,69 22 Agosto 0,68 23 Settembre 0,58 37 Ottobre 0,47 73 Novembre 0,39 73 Dicembre 0,38 63 0,50 (Media) 554 (Somma)

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Regime Termometrico

Il territorio del Comune di Laterza (TA), è caratterizzato da:

• Inverni miti con temperatura minima media 6 - 7 °C • Temperature medie invernali prossime agli 8 °C • Estati calde aride con temperatura massima media 25 - 26°C • Temperature medie estive prossime 24,8 °C.

Mese T. max (°C) T. min (°C) T. media (°C) Umidità media (%) Gennaio 11,8 4,6 8,2 77,8 Febbraio 12,8 4,9 8,8 76,6 Marzo 14,9 6,5 10,7 75,4 Aprile 18,3 8,7 13,5 72,9 Maggio 23,1 12,5 17,8 70,2 Giugno 27,5 16,4 22,0 65,7 Luglio 30,4 19,0 24,7 61,8 Agosto 30,5 19,2 24,8 63,6 Settembre 26,5 16,5 21,5 70,0 Ottobre 21,4 12,8 17,1 76,0 Novembre 16,8 9,0 12,9 78,9 Dicembre 13,4 6,2 9,8 78,9

Media 20,6 11,4 16,0 72,3

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Regime Anemometrico

Il territorio del comune di Laterza (TA) è caratterizzata dai seguenti valori medi mensili misurati nella stazione anemometria di Gioia del Colle:

Mese Velocità del vento (m/s) h Velocità del vento (m/s) h 10m 2m Gennaio 3,9 2,92 Febbraio 4,1 3,07 Marzo 3,9 2,92 Aprile 3,5 2,62 Maggio 3,2 2,39 Giugno 3,0 2,24 Luglio 3,2 2,39 Agosto 3,0 2,24 Settembre 3,0 2,24 Ottobre 3,3 2,47 Novembre 3,7 2,77 Dicembre 3,8 2,84

Media 3,5 2,6

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A.1.6 - Caratteristiche geologiche, geomorfologiche ed idrogeologiche

Inquadramento geologico

Il territorio del Comune di Laterza si colloca al margine sud-occidentale dell’Avampaese Apulo, un’importante struttura tettonica corrispondente per lo più alla piattaforma carbonatica murgiana della regione pugliese, nella sua zona di transizione verso la Fossa Bradanica, un’ampia depressione allungata da nord-ovest a sudest originatasi nel plio-quaternario fra la catena appenninica e l’avampaese murgiano.

Fig. n° 2 - Schema geologico regionale

L’avampaese apulo corrisponde a gran parte dell’area regionale pugliese e si identifica nelle regioni del Gargano, delle Murge e del Salento.

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Fig. n° 3 - Carta geologica schematica e sezione

Queste aree sono caratterizzate prevalentemente da affioramenti di rocce calcaree mesozoiche, la cui origine viene riferita allo sviluppo di una cosiddetta “piattaforma carbonatica”, la Piattaforma Apula. Questa era un vasto altofondo oceanico (un altopiano sommerso ampio migliaia di km2) di bassissima profondità, caratterizzato esclusivamente da sedimentazione carbonatica intra-bacinale, cioè da un tipo di accumulo sedimentario non derivante da apporti esterni (impossibile in un altofondo lontano da aree emerse) ma ricco di particelle costituite da carbonato di calcio che si deponevano sul fondo o per precipitazione diretta dalla colonna d’acqua o, in maniera preponderante, attraverso l’accumulo di resti di organismi marini (microscopici e macroscopici) a guscio o costituzione calcarei. 68 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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La graduale trasformazione in roccia calcarea di questi sedimenti carbonatici (prevalentemente fangosi) ha portato alla crescita di una imponente successione sedimentaria il cui spessore residuo è valutato in alcuni chilometri. Al termine del Mesozoico (circa 65 milioni di anni fa) la Piattaforma Apula emerge definitivamente e diventa un’ampia area continentale. I processi prevalenti sono stati di tipo carsico, con parziale dissoluzione delle aree esposte. A testimonianza dell’intensa attività carsica subita dalla regione si citano le doline (localmente denominate “puli”) di Altamura e Gravina, profonde depressioni carsiche di superficie, e le Grotte di Castellana, un lungo percorso carsico sotterraneo. Durante la fase di emersione la Piattaforma Apula subisce vistosi effetti di tettonica distensiva e viene dislocata in blocchi che subiscono abbassamenti e sollevamenti relativi: le aree più sollevate corrispondono al Gargano, alle Murge ed al Salento, mentre le aree ribassate formano ampie aree depresse o “graben”, come quelle presenti fra il Gargano e le Murge (graben dell’Ofanto) o fra le Murge e il Salento (Soglia Messapica), oppure imponenti sistemi a gradinata che immergono verso oriente nel Mar Adriatico e verso occidente al disotto della catena appenninica (vedi sezione in fig. 1). Quest’ultimo sistema cosituisce il substrato della Fossa Bradanica.

Durante il Pliocene la migrazione del sistema sudappenninico ha portato le aree occidentali dell’Avampaese Apulo (quella che poi sarebbe diventata la gradinata immergente verso l’Appennino) a subire una progressiva subsidenza ed a formare un ampio bacino marino (la Fossa Bradanica) limitato ad occidente dalla catena Campano-Lucana e a oriente dagli alti del argano e delle Murge. Lungo il bordo della catena, gli apporti provenienti dallo smantellamento della catena costituivano sistemi a sedimentazione sabbioso- ghiaiosa, mentre a distanza prevaleva una sedimentazione di tipo argilloso. Dall’altra parte del bacino le aree subsidenti dell’Avampaese apulo formavano un vasto arcipelago in via di annegamento, costituito da isole rocciose calcaree di diversa ampiezza. Tale arcipelago era le conseguenza diretta della tettonica distensiva che aveva dislocato in blocchi l’antica Piattaforma Apula. I blocchi più sollevati corrispondevano alle isole (horst di Matera), mentre quelli ribassati corrispondevano a bracci di mare di profondità non elevata (Graben di Viglione).

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Questa evoluzione della catena sudappenninica ha avuto termine circa 1 milione di anni fa, quando sia l’Avanfossa Bradanica che l’Avampaese apulo hanno cominciato a sollevarsi. Per questo motivo l’avanfossa corrisponde oggi ad un’area emersa collinare prevalentemente argillosa e non ad un bacino marino subsidente così come nei suoi prolungamenti a nord (Mare Adriatico) e a sud (Golfo di Taranto). Il sollevamento dapprima ha favorito il riempimento della Fossa Bradanica avvenuto da parte di sedimenti argillosi e poi sabbioso-ghiaiosi di ambiente costiero e/o alluvionale. Successivamente lo stesso sollevamento ha esposto precocemente sia la Fossa Bradanica che le Murge, elevandole fino a quote localmente superiori a 600 metri. Il sollevamento ha indotto in queste aree anche una significativa erosione e, nella zona di transizione fra le Murge e la Fossa Bradanica si sono sviluppate alcune peculiari incisioni vallive (le gravine). La zona di transizione fra la Fossa Bradanica e le Murge è inoltre caratterizzata dall’affioramento isolato di alcuni blocchi calcarei che emergono dal paesaggio collinare argilloso come alti strutturali (“pilastri tettonici” o “horst”) attorniati da vaste aree depressive (graben), come appunto il Graben di Viglione entro cui rientra la zona di stretto interesse progettuale .

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Caratteristiche litostratigrafiche

Il territorio del Comune di Laterza si caratterizza per le seguenti caratteristiche litologiche e stratigrafiche delle diverse unità affioranti di seguito descritte dalla più antica alla più recente, le quali possono essere così raggruppate (vedi figura n° 4 e la Carta geologica tav. n° 6, negli allegati cartografici):

- Calcari di Altamura - Calcareniti di Gravina - Argille Subappennine - Depositi terrazzati marini - Depositi residuali: terra rossa e ciottolame calcareo poligenico - Depositi alluvionali recenti e attuali

Fig. n° 4 - Carta geologica del territorio di Laterza 71 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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La formazione più antica affiorante nel territorio laertino è costituita da calcari micritici stratificati di colore bianco, ai quali si intersecano banchi e strati di calcari dolomitici di colore grigio scuro, in prossimità del letto e del tetto della formazione. Queste rocce si presentano in strati e banchi dello spessore variabile di 30-150 cm, sono fra l’altro fortemente fratturate e carsificate, con una direzione di strato che varia da nordovest-sudest ed immersione a sud-ovest, ad ovest-est con immersione a sud, ed inclinazione degli strati di 20°-25°. Da osservazioni eseguite su fronti di scavo si notano manifestazioni carsiche sia di interstrato, numerose ed realmente estese, sia vere e proprie cavità parzialmente o completamente riempite da limo argilloso rossastro che rappresenta il materiale residuale tipico dell’alterazione dei calcari in ambiente sub-arido. Lo spessore dell’unità entro l’area considerata, pur nell’incertezza derivante dalle condizioni tettoniche poco chiare, non dovrebbe essere inferiore ai 500-600 m.. La macrofauna è costituita prevalentemente da Rudiste ed Echini, molto abbondante è invece la microfauna. Questi sedimenti si sarebbero deposti su fondali marini poco profondi; durante i brevi periodi di emersione, la sedimentazione si sarebbe interrotta con conseguente formazione di brecce calcaree e crostoni con relativa lacuna stratigrafica.

Calcareniti di Gravina

Queste rocce sono costituite da granuli calcarei che derivano dal disfacimento dei calcari murgiani, e da grani di natura organogena costituiti da resti di Foraminiferi, Brachiopodi, Echini, Molluschi, cementati fra loro da sostanza calcitica o calciticoargillosa; molto scarsa risulta la presenza di granuli di quarzo e miche. I granuli hanno un diametro variabile di 0.2-0.7 mm, e solo raramente raggiungono i 2-3 mm. Sono rocce molto porose, poco compatte ed aspetto massiccio, di colore giallo chiaro quando sono alterate, e bianco-giallastre quando invece sono integre. Ben evidenti sono i segni della tettonica post-calabriana, che li ha fratturati; queste fratture risultano in alcuni casi rinsaldate per effetto di un cemento calcitico di ricristallizzazione. Sono queste le rocce che localmente, nella regione pugliese e lucana, vengono dette in senso lato “tufi”. Tale denominazione sembra tragga origine dal fatto che queste rocce sono tenere, leggere, porose e si lasciano facilmente segare o tagliare per essere impiegate come pietre da muratura.

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Questa formazione nell’area oggetto di studio è presente in affioramento in tutto il centro urbano di Laterza e più a nord lungo il bordo del rilievo calcareo. Lo spessore della formazione è alquanto variabile; il massimo è di 55-60 m nell’abitato di Laterza. Le Calcareniti di Gravina poggiano in discordanza angolare con contatto trasgressivo sui sottostanti Calcari di Altamura (talora il passaggio degli uni agli altri é repentino, oppure caratterizzato dalla presenza di un conglomerato dello spessore di pochi decimetri costituito da ciottoli calcarei biancastri che derivano dai sottostanti calcari cretacei), che evidenzia la presenza di una lacuna stratigrafica. La Calcarenite di Gravina presenta abbondante macrofauna; Di Stefano e Viola (1892) individuarono diverse specie di lamellibranchi e di Brachiopodi, nessuna delle quali può però essere utilizzata per una datazione precisa. In base alla presenza delle microfaune osservate è possibile attribuire a questi depositi un’età Calabriana, in accordo con le conclusioni di Cantelli C. (1960) e con quelle di D’Onofrio S. (1960) . Le Calcareniti di Gravina si sono deposte in un ambiente costiero, in qualche luogo a carattere deltizio (Boenzi F., Radina B., Ricchetti G., Valduga A. 1971).

Argille Subappennine

Questa formazione è costituita da argille marnose e siltose grigio- azzurre, con lenti argilloso-sabbiose e a luoghi sabbioso-argillose, al passaggio con le formazioni sovrastanti. Le argille grigio-azzurre affiorano in continuità stratigrafica al tetto della Calcarenite di Gravina, con un piano di contatto generalmente orizzontale, o leggermente inclinato. A luoghi sono state rinvenute direttamente sul Calcare di Altamura. Affiora diffusamente nell’area in oggetto, ove costituisce inoltre il substrato su cui si sono successivamente sedimentati i depositi marini terrazzati. Lo spessore di questa formazione nell’area studiata non supera i 15-20 m. Dal punto di vista del contenuto fossilifero, le macroforme risultano essere quelle delle sottostanti Calcareniti di Gravina (Pecten opercularis e dentalium), la parte bassa infatti risulta essere la più ricca di fossili a differenza di quella alta. Molto abbondante risulta essere invece la microfauna, costituita soprattutto da Foraminiferi, Radina B. (1967). L’età attribuita alle Argille subappennine è calabriana. L’ambiente di formazione è costituito da fondali marini più o meno profondi.

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Depositi Marini Terrazzati

In estese aree sulle Argille subappennine , sulle Calcareniti di Gravina e sugli stessi calcari cretacei si notano a varie quote terrazzi (Depositi marini terrazzati), attribuibili ad azione di abrasione e di accumuulo da parte di un mare complessivamente in via di regressione, ma caratterizzato da brevi episodi di avanzata. I depositi dei terrazzi più elevati sono calcarenitici, ad aspetto di panchina; quelli più bassi sono conglomeratici con matrice calcarenitica. Secondo alcuni autori il deposito affiorante nell'area di studio potrebbe essere riferito al Siciliano.

Depositi Residuali: terra rossa e ciottolame calcareo poligenico

Questa unità (fino a poco tempo fa nota in bibliografia come Conglomerato di Irsina) rappresenta il termine di chiusura del ciclo sedimentario Plio-Calabriano, ed è presente nell’area studiata in alcuni lembi piuttosto estesi affioranti subito a ovest ed a sud-ovest del centro abitato di Laterza. Tale deposito è costituito da un conglomerato poligenico, i cui ciottoli di provenienza appenninica hanno dimensioni di ordine centimetrico, e sono immersi in una matrice sabbiosa di colore ocraceorossastra per alterazione. Questo assieme di materiali presenta un grado di cementazione assai variabile sia in orizzontale che in verticale, per cui è possibile ritrovarlo sia assai coerente che allo stato sciolto. I ciottoli sono prevalentemente di natura silicea quarzosa, con forma appiattita, ellissoidale o sferoidale. Molto subordinata è la possibilità di ritrovare elementi marnoso- arenacei oppure, ancor meno, di rocce cristalline. In relazione alla sua posizione stratigrafica al deposito sabbioso- conglomeratico viene attribuita un’età Calabriana.

Depositi alluvionali recenti e attuali

Si ritrovano lungo gli alvei dei corsi d’acqua più o meno attivi che scorrono nel settore a nord e nordest, al di fuori dell’area di interesse. La natura litologica di questi depositi dipende dalla composizione delle roccie che costituiscono il bacino idrografico dei vari corsi d’acqua. Generalmente sono costituiti da ciottoli e ghiaie di natura calcarea- calcarenitica e limi di natura argilloso-sabbiosa. Le dimensioni dei ciottoli, così come lo spessore di questi depositi sono molto variabili. L’età è riferita all’Olocene. 74 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Tettonica

Lo stile tettonico dello territorio comunale di Laterza si inserisce quindi nello schema strutturale complessivo della Fossa Bradanica e del Tavolato Murgiano. L’area è caratterizzata dagli effetti di fasi tettoniche riferibili a momenti diversi: gli effetti di queste fasi tettoniche sono a carattere compressivo ed hanno portato al dislocamento dei calcari murgiani, e a carattere disgiuntivo che hanno interessato sia i terreni Pliocenici che il substrato pre-pliocenico. Dopo il Cretaceo la prima fase tettonica ha interessato i calcari murgiani che hanno subito un sollevamento in più fasi e durante tempi abbastanza lunghi. Questo sollevamento, che ha portato alla formazione delle Murge, è stato causato da una serie di sforzi tettonici di tipo compressivo (con direzione SO-NE) che hanno in parte piegato ed in parte dislocato i calcari Cretacei, con la produzione di un sistema di faglie dirette (con andamento di tipo Appenninico NO-SE), perpendicolarmente alla direzione di compressione. La seconda fase tettonica si è verificata nel tardo Pliocene, interessando sia i terreni pliocenici che il substrato pre-pliocenico. Questa fase ha prodotto un sistema di faglie dirette anche trasversali alle precedenti, che danno al promontorio carbonatico un assetto ad horst, con inclinazione degli strati verso SSO. I segni di questa fase tettonica sono evidenti nella Calcarenite di Gravina, e nelle facies più compatte dei depositi marini terrazzati; questi depositi sono evidentemente fratturati.

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Caratteri geomorfologici

I lineamenti geomorfologici del territorio laertino rivelano un tenore di sostanziale coerenza con i connotati tipici a livello regionale, richiamando i caratteri murgiani ove affiorano i calcari, o l’ambiente collinare della bradanica ove si rilevano i terreni sabbiosi e argillosi. Tutta l’area nei dintorni è caratterizzata da una serie di bassi rilievi collinari a superfici sub-orizzontali o debolmente ondulate (con pendenze non superiori a 20°). In generale laddove affiorano calcari che presentano una stratificazione ben evidente la superficie topografica si presenta più irregolare; ove invece l’ammasso carbonatico risulta prevalentemente dolomitico e i banchi rocciosi sono piuttosto massicci, il rilievo tende ad assumere forme più tondeggianti o “mammellonari”.

In ultimo, ove affiorano i terreni argillosi e/o sabbiosi, si riconoscono forme collinari più blande e regolari (tipiche nel vicino ambiente lucano). Nel rilievo murgiano si evidenziano varie culminazioni ad assetto sub- tabulare, delimitate da scarpate talora anche assai ripide, riferibili ad antiche piattaforme di abrasione marina. Tali ripiani costituiscono l’elemento morfologico più diffuso ed evidente. Si tratta di vaste superfici pianeggianti, in genere non corrispondenti a superfici di strato, dislocate a varie altezze e separate fra loro da scarpate per lo più nette e ad andamento irregolare, alte non più di una decina di metri. Sull’origine di tali ripiani e delle scarpate che li delimitano esistono nella bibliografia geologica diversità di vedute fra i vari autori, tutte riconducibili essenzialmente alla causa tettonica oppure all’azione modellatrice del mare. Secondo gli studi più recenti l’opinione comune pare essere quella di un modellamento di detti ripiani per un’azione di “abrasione” da parte del mare. Un altro elemento fondamentale nella morfologia del territorio in esame è rappresentato dai solchi erosivi. Le Lame hanno fianchi debolmente inclinati e un ampio fondo piatto, occupato per lo più da una copertura di detrito e materiale residuale (terra rossa) in genere sede di coltivazione agricola. Di norma segnano lungo il percorso ampie curve irregolari, adattandosi alle asperità della superficie. Di particolare interesse geomorfologico e naturalistico sono le Gravine che sono incisioni che hanno pareti molto ripide, a luoghi anche subverticali, con altezze anche di diverse decine di metri, su un fondo angusto e piatto, spesso coincidente con una superficie di strato. La loro sezione trasversale presenta una forma ad U molto ristretta.

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Tali incisioni si sono sviluppate con tutta probabilità in periodi a clima ben più piovoso di quello attuale. Oggi l’attività erosiva è praticamente limitata a rari e brevi periodi di intense precipitazioni. La Gravina di Laterza si sviluppa prevalentemente in direzione nord- sud, con andamento a tratti meandriforme. Si sarebbe formata per azione di un corso d’acqua sovrimposto, che avrebbe dapprima inciso la copertura pleistocenica discordante sui calcari del cretaceo, continuando poi ad approfondirsi in questi ultimi, specie in seguito al prodursi di un forte aumento di pendenza fra la Murgia di Laterza e la Fossa premurgiana. Allo sviluppo della Gravina di Laterza potrebbero aver contribuito anche gli eventi tettonici subiti dall’area, determinando a luoghi un’intensa fratturazione delle rocce che avrebbe favorito e condizionato lo sviluppo dei fenomeni erosivi. Fra gli elementi fisiografici nella morfologia della vicina area murgiana vanno pure menzionate le forme di natura carsica.

Si tratta per lo più di doline, in genere non molto numerose e circoscritte, del tipo a scodella, con fondo solitamente occupato da lembi di materiale residuale (terra rossa), a contorno subcircolare ed ovale, e con diametro non superiore a 150 metri. Si rileva la presenza di limitati campi carreggiati, con solchi della profondità di pochi metri, per lo più allineati secondo linee di frattura. Allo stato attuale mancano notizie sul carsismo profondo dell’area. Per quanto attiene alla tendenza evolutiva dell’area, questa risulta subordinata essenzialmente all’azione di dilavamento delle acque superficiali, limitata ai brevi periodi di più intense precipitazioni. Tuttavia va sottolineato che l’intera area nel suo insieme appare fondamentalmente stabile, esente da fenomeni di dissesto sia profondo che superficiale.

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Idrografia ed idrogeologia

Idrografia superficiale

Il territorio di Laterza, con riferimento ai caratteri dell’idrografia superficiale, è sostanzialmente diviso in due bacini; uno del primo ordine, l’altro del secondo: - Il bacino del primo ordine corrisponde alla parte NO del reticolo idrografico del Fiume Lato che localmente, nella prima parte del suo percorso, prende il nome di ‘Vallone della Silica’ e più a sud ‘Valle delle Rose’, ‘Gravina di Laterza’ e ‘La Lama’; - Il bacino del secondo ordine corrisponde al Canale di Grottaturge, affluente di sinistra del Fiume Bradano. La parte più settentrionale dell’idrografia superficiale del territorio di Laterza corrisponde al Vallone della Silica. Tale corso d’acqua nasce in località “Matine” in agro di Santeramo e scorre in corrispondenza della porzione più orientale del cosiddetto Graben di Viglione, in cui affiorano estesamente depositi limosi e ghiaioso–sabbiosi. Per un ampio tratto, il Vallone della Silica borda, in sinistra idraulica, i rilievi calcarei delle Murge di Gioia in cui riversa parte delle sue acque attraverso una serie di inghiottitoi.

Fig. n° 5 – Reticoli idrografici del territorio comunale 78 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Idrografia sotterranea

Nel territorio di Laterza esistono due falde idriche, una localizzata nei calcari cretacei (falda profonda) e l’altra localizzata nei Depositi Marini Terrazzati (falda Superficiale). Nella tabella che segue si illustrano i rapporti stratigrafici fra le varie unità e il loro ruolo idrostrutturale. Sulla base delle caratteristiche di permeabilità, le rocce localmente affioranti si distinguono in:

 rocce permeabili per fessurazione e carsismo  rocce permeabili per porosità interstiziale e fessurazione  rocce porose ma impermeabili  rocce permeabili per porosità interstiziale

Rocce permeabili per fessurazione e carsismo

La permeabilità per fratturazione e carsismo, o permeabilità in grande, è propria di rocce praticamente impermeabili alla scala del campione, per la loro elevata compattezza, ma nelle quali l’infiltrazione e il deflusso può avvenire attraverso i giunti di stratificazione, le fratture ed eventualmente attraverso discontinuità legate alla dissoluzione carsica. Questo tipo di permeabilità è proprio, nell’area in esame, del Calcare di Altamura che è sede di un acquifero esteso e ben alimentato. I calcari sono fratturati a causa degli stress tettonici, sia pure molto blandi, che hanno interessato l’ammasso roccioso durante le fasi orogeniche.

Rocce permeabili per porosità interstiziale e fratturazione

A questa categoria appartiene la Calcarenite di Gravina, che è dotata di porosità interstiziale alla scala del campione ed è interessata da persistenti, anche se molto spaziate, discontinuità strutturali. La Calcarenite di Gravina è di norma mediamente permeabile anche se la presenza di matrice fine e di cemento negli spazi intergranulari può a luoghi ostacolare o rallentare il deflusso idrico. In presenza di livelli meno permeabili, il ruolo idrostrutturale è di “acquitardo” cioè di una roccia che ha la capacità di contenere acqua (anche se in modo limitato) e la può trasmettere con flusso lento. Poiché poggia direttamente sui Calcari mesozoici, la Calcarenite di Gravina costituisce la zona di aerazione dell’acquifero carsico. A questa categoria appartengono anche le Calcareniti dei Depositi Marini Terrazzati.

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Data la rete di fratture che interessa queste rocce e la presenza di vuoti intercomunicanti nelle intercalazioni sabbiose, esse costituiscono un acquifero fessurato e poroso. Nelle aree più prossime alle Murge, le calcareniti si presentano stratificate e fratturate. Questa rete di fratture permette l’infiltrazione delle acque di precipitazione nel sottosuolo e la circolazione attraverso canalicoli; nelle aree più distali, data la presenza di maggiori intercalazioni sabbiose, alla permeabilità per fratturazione si somma quella per porosità interstiziale. Laddove poggiano in trasgressione sulle Argille Subappennine, le calcareniti dei Depositi Marini Terrazzati risultano essere acquifere.

Rocce porose ma impermeabili

Le Argille subappennine, rappresentano un acquicludo; cioè, si tratta di depositi che ritengono acqua ma non si lasciano attraversare da essa.

Data la loro impermeabilità, le argille permettono l’esistenza di una falda idrica nei sovrastanti Depositi Marini Terrazzati. A questa categoria appartengono anche i depositi palustri essenzialmente limosi che si rinvengono lungo l’alveo del Vallone della Silica.

Rocce permeabili per porosita’ interstiziale

A questa categoria appartengono gli orizzonti ghiaioso–sabbiosi dei depositi marini terrazzati e i depositi alluvionali recenti e attuali. Nelle rocce che costituiscono questi complessi, la porosità è legata alla presenza di numerosi vuoti intergranulari di piccole dimensioni, tra loro comunicanti; l’infiltrazione e la circolazione delle acque si sviluppa in forma diffusa ed il moto si esplica con caratteri propri del regime laminare. In considerazione della loro origine, il grado di permeabilità di queste rocce è estremamente variabile sia in senso verticale che orizzontale; di norma è più elevato nell’ambito delle ghiaie anche se gli spazi intergranulari sono parzialmente interclusi da materiale alluvionale più fine.

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Fig. n° 6 - Serie idrogeologica delle unità litologiche

Falda Profonda

La falda idrica profonda, localizzata nei calcari cretacei, rappresenta la più cospicua risorsa idrica del territorio di Laterza, anche se il suo sfruttamento risulta molto limitato. Come si rileva dall’andamento delle curve piezometriche della figura seguente, l’acqua della falda profonda si dirige dalle zone di alimentazione, che sono quelle ove affiora la roccia calcarea tra Laterza e i comuni limitrofi, verso Sud–Est cioè verso la sorgente del Tara che ne rappresenta la più cospicua manifestazione (Maggiore e Pagliarulo, 2002). Nella figura seguente è riportata la modalità di deflusso della falda di base (da Zorzi e Reina, 1962

Fig. n° 7 – Cartina idrologica della ‘Falda di Base’

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La circolazione idrica, in tale acquifero, si esplica a notevole profondità attraverso una fitta rete di discontinuità fra loro comunicanti, costituite da giunti di strato, fratture e faglie come rappresentato schematicamente nell’immagine che segue. Le acque meteoriche che si infiltrano nel sottosuolo nella zona di alimentazione, costituita dagli affioramenti calcarei, raggiungono, attraverso i meati della roccia, gli strati più profondi, sede della falda, dove si raccolgono alle quote determinate dall’equilibrio con le acque marine di invasione continentale su cui galleggiano a causa della minore densità. Il contatto acque dolci – acque salate non è costituito da una superficie, ma è graduale in quanto avviene attraverso una zona di diffusione, detta interfaccia, di spessore crescente man mano che si procede verso l’interno. Inoltre, l’eterogeneità dell’acquifero, per quanto attiene i caratteri di permeabilità, comporta diverse velocità di deflusso che provocano considerevoli irregolarità nell’andamento dell’interfaccia. Le portate specifiche, pur variando considerevolmente, sono comunque elevate ed evidenziano un grado di permeabilità medio - alto degli strati acquiferi.

Falda superficiale

L’acquifero superiore è localizzato nei Depositi Marini Terrazzati e nei Depositi Alluvionali, laddove essi poggiano sulle Argille Subappennine. Tali condizioni caratterizzano la porzione settentrionale dell’agro di Laterza, in corrispondenza del Graben di Viglione. Una falda modesta, di limitata potenzialità, si rinviene altresì nel sottosuolo dell’abitato di Laterza ed ha sede nella Calcarenite di Gravina. La falda dei Depositi Alluvionali e/o Marini Terrazzati defluisce generalmente a pelo libero ed è alimentata esclusivamente dalle acque di precipitazione che insistono sui depositi che la contiene. La zona di emergenza è costituita da sorgenti, situate al contatto fra tali depositi e le Argille Subappennine, come nel caso delle sorgenti denominate “Fontana “Imperatore” e “Candile”. Si tratta di sorgenti di contatto, le cui portate sono di modesta entità essendo mai superiore ad 1 l/s. Un’altra sorgente, denominata “Fontana Medioevale”, è localizzata in pieno centro storico, lungo la vallata di via Concerie, nell’area di affioramento delle Calcareniti di Gravina. La causa di questa scaturigine, potrebbe essere il diverso grado di permeabilità della roccia affiorante e che sostiene l’acquifero.

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A.1.7 - Sismicità

L’O.P.C.M. n° 3274/03 (pubblicata sulla G.U. n° 105 – supplemento ordinario – dell’08.05.2003) ha introdotto i “primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”.

Fig. n° 8 – Classificazione Sismica del territorio italiano

In particolare, ai sensi l’art. 2 – comma 1 e 3 della suddetta O.P.C.M., le Regioni avrebbero dovuto “provvedere all’individuazione, formazione ed aggiornamento dell’elenco delle zone sismiche” fatta salva la facoltà, per le sole zone classificate “4”, di “introdurre o meno l’obbligo della progettazione antisismica ad eccezione degli “edifici dí interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile” nonché degli “edifici e delle opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso”. 83 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Di fatto, la Regione Puglia, con Deliberazione di Giunta n° 153 del 02.03.2004 pubblicata sul B.U.R.P. n° 33 del 18.03.2004, in recepimento della previdente normativa statale ha, tra l’altro, provveduto alla classificazione sismica dell’intero territorio pugliese, elencando i comuni ricadenti nelle zone sismiche 1, 2, 3 e 4, nonché individuando le tipologie di edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità, durante gli eventi sismici assumeva rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile, nonché degli edifici e delle opere infrastrutturali che potevano assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso, così come distinti negli elenchi “A” e “B”, allegati alla medesima delibera n° 153/04.

Fig. n° 9 – Zonazione Sismica della Puglia

Contestualmente, si stabiliva, “sino ad eventuale diversa determinazione” l’insussistenza dell’obbligo “della progettazione antisismica per gli edifici e le opere da realizzare sul territorio pugliese classificato in zona sismica 4’, eccezion fatta per gli edifici di interesse strategico e/o rilevanti di cui ai suddetti elenchi “A” e “B”, per i quali erano immediatamente applicabili i disposti normativi introdotti dalla citata 0.P.C.M. n° 3274/03 e s.m.i., di cui all’O.P.C.M. n° 3316/03.

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A seguito dell’anticipazione alla data dell’01.07.2009 dell’entrata in vigore delle Norme Tecniche delle Costruzioni , approvate con D.M. 14.01.2008, in conseguenza degli eventi sismici avvenuti in Abruzzo, al fine di meglio tutelare la pubblica e privata incolumità, è stato ritenuto opportuno che l’obbligo della progettazione antisismica venga estesa anche per le costruzioni private da realizzare in zona sismica classificata “4”, modificando quanto precedentemente previsto, nella fattispecie, dalla succitata Delibera di G.R. Puglia n° 153/’04. Pertanto, per tutte le tipologie di fabbricati ricadenti in siti classificati come zona sismica 4, il riferimento normativo è da ricondursi al disposto di cui al cap. 2 punto 2.7 delle Norme Tecniche di cui al D.M. 14.01.2008, nonché al capitolo C7 della relativa circolare esplicativa ministeriale 02 febbraio 2009 n° 617. Per quanto concerne la sismicità, l’area del Comune di Laterza è caratterizzata da una bassa sismicità; in tempi storici sono state registrate scosse di intensità non superiore al 6° grado della scala Mercalli e di Magnitudo inferiore al 5° grado della scala Richter.

Fig. n° 10 – Carta della distribuzione degli epicentri con magnitudo > 4

(Catalogo storico degli eventi sismici, INGV) 85 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Attualmente nella mappatura vigente del pericolo sismico, redatta a cura della commissione del Servizio Sismico Nazionale viene definita di III categoria, così come riportato nella D.G. R. Puglia del 2 marzo 2004 “Individuazione delle zone sismiche del territorio regionale…”, pubblicata sul B.U.R.P. n° 33 del 18 marzo 2004, riportato di seguito:

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A.1.8 – Altimetria

Cose si evince dall’osservazione della cartografia di base allegata al presente P.C.P.C., l’altimetria del territorio comunale di Laterza, è caratterizzata da una zona altimetrica definita di Collina Litoranea. Infatti, essendo stato il territorio nazionale ripartito in zone omogenee, derivanti dall'aggregazione di comuni contigui sulla base di valori soglia altimetrici. Sono state distinte zone altimetriche di montagna, di collina e di pianura. Le zone altimetriche di montagna e di collina sono state divise, per tener conto dell’azione moderatrice del mare sul clima, rispettivamente, in zone altimetriche di montagna interna e collina interna e di montagna litoranea e collina litoranea, comprendendo in queste ultime i territori, esclusi dalla zona di pianura, bagnati dal mare o in prossimità di esso. Come summenzionato il territorio laertino è definito come zona altimetrica di Collina Litoranea ed è caratterizzato dai seguenti valori medi di altimetria:

- Altitudine media Centro abitato: 340 m s.l.m. - Altitudine media Municipio: 330 m s.l.m. - Altitudine media Minima: 80 m s.l.m. (località ‘Guardiola’, fondo ‘Gravina’) - Altitudine media Massima: 470 m s.l.m. (località ‘Jazzo Nuovo’)

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A.1.9 - Edifici strategici e di interesse pubblico ed opere infrastrutturali

In questa sezione si provvede ad elencare tutti gli edifici e le infrastrutture presenti sul territorio del Comune, la cui funzionalità assume rilievo fondamentale per le finalità di Protezione Civile. Sono stati considerati gli edifici e le strutture pubbliche e private nelle quali per la loro l'importanza e funzionalità, si prevedono presenze significative di persone. In caso di emergenze che possono portare a impraticabilità o collasso di tali strutture, si possono verificare conseguenze di isolamento della popolazione, nel caso di infrastrutture come i ponti, fino alle situazioni più gravi, in termine di perdite di vite umane. E’ evidente che per la tipologia di ogni edificio è rilevante l’ora ed il giorno dell’accadimento della situazione di rischio, in quanto legato alla presenza di persone.

Edifici Strategici

Edifici Comunali

Denominazione Indirizzo Recapiti telefonici Municipio (Casa Comunale) P.zza Plebiscito Tel: 099/8297911 40°37'24.4473" N - 16°47'57.6101" E Fax: 099/8296211 Palazzo Marchesale P.zza Plebiscito - Cittadella della Cultura Via C. Battisti n° 47 - Centro socio sanitario (via Roma) Via Roma, angolo via Aldo Moro - Gendarmeria (via Fontana) Via Fontana s.n. - Ex Mattatoio comunale (via Crispi) Via Crispi s.n. - Ex Chiesa del Purgatorio Via Concerie s.n. - Cimitero Via della Pace s.n. - Ex mercato coperto P.zza Plebiscito s.n. - Tensostruttura 'Mauro Corrado' S.P. ex S.S. n° 580 via per Ginosa Tel. 099/8216271 (presso Liceo ‘G. B. Vico’) Fax 099/8296740 Ex Mattatoio comunale (via Via Martiri di Tienanmen - Cappuccini) (ex-via Convento Cappuccini) Centro sportivo (ex campo di calcio) Via Monte Sabotino s.n. - Pista di pattinaggio Via per Castellaneta s.n. - Stadio comunale 'Madonna delle Via per Santeramo - Grazie' Oasi 'Lipu' Via Selva S. Vito s.n. - Foro Boario S. P. n° 19 per Santeramo - Canile Comunale C.da Difesella - 88 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Forze dell’ordine e operatori Sanitari

Denominazione Indirizzo Recapiti telefonici Caserma Carabinieri Via L. Ariosto s.n. 099/8216010 112 Sede Polizia Municipale P.zza Plebiscito n° 2 099/8216014 Comando Corpo Forestale dello Stato Via G. Matteotti n° 2 099/8297326 Poliambulatorio/Guardia Via Matera/via Puglia Guardia Medica Medica/Postazione 118 Viale Europa 099/8216652 - 118 Centro di riabilitazione OSMAIRM Via Cappuccini n° 9 Tel. 099/8216213 Fax 099/8216183 E-mail: info@osmairm

Farmacie

Denominazione Indirizzo Recapiti telefonici Farmacia QUERO P.zza F.lli Barberio n° .45 099/8216130 Farmacia PENTASSUGLIA Via Dante Alighieri n° 24 099/8216465 Farmacia LA FORTUNA Via Gonzaga Generale n° 1 099/8216075 Farmacia DONADIO Via Aldo Moro n° 10 099/8297405 Parafarmacia TOCCI Via San Francesco n° 19 099/8297479

Scuole pubbliche

Denominazione Indirizzo Recapiti telefonici Scuola Primaria e Infanzia 'A. Diaz' Via Roma n° 59 099/8216127 (Istituto Comprensivo ‘A.Diaz’) Scuola di I° grado 'Dante' (Istituto Via Leonarda Da Vinci s.n. 099/8218031 Comprensivo ‘A.Diaz’) Scuola Infanzia 'S. Francesco' Via S. Francesco D’Assisi s.n. 099/8296352 Scuola Primaria 'Manzoni' - Infanzia 'S. Via Selva S. Vito n° 1 Michelangelo: Vito' – I° grado 'Michelangelo' 099/8216947 Manzoni/S. Vito: 099/8296930 Scuola Primaria 'Marconi' Largo Fiera 099/8296230 Scuola Infanzia 'Rodari' Via La Malfa s.n. 099/8216678 Scuola Infanzia 'Collodi' Via M. Buonarroti s.n. 099/8296527 Liceo Artistico / Istituto d'Arte 'G. B. Vico' Via della Conciliazione n° 26 099/8216132 Liceo Statale 'G. B. Vico' S.P. ex S.S. n° 580 via per Ginosa Tel. 099/8216271 Fax 099/8296740

89 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Scuole Private

Denominazione Indirizzo Recapiti telefonici Istituto 'Don Bosco'. Via L. Da vinci n° 28 099/8296313 Piccolo Accademia Via Oberdan n° 34 099/8218366 Asilo Infantile delle Suore (ex asilo Via Asilo n° 21 099/8216027 'Regina Elena') Asilo Nido 'La casa di Pollicino' Via T. Moneta n° 1 347/5379951 333/7565267

Chiese ed Oratori

Denominazione Indirizzo Recapiti telefonici Santuario 'Mater Domini' Piazza Mater Domini 099/8216669 Chiesa Madre 'S. Lorenzo Martire' ed Via Chiesa n° 1 099/8216104 annesso Oratorio S. Maria La Grande (o 'Assunta') Via De Deo 099/826682 Santa Croce Via Roma 099/826153 S. Filomena Via Dante Alighieri - S. Antonio P.zza Vittorio Emanuele - Chiesa dello Spirito Santo Via Baden Powel - Madonna delle Grazie Via per Santeramo - Convento dei Cappuccini Via Convento Cappuccini - Oratorio 'Don Tonino Bello' Via Aldo Moro - Oratorio 'Don Pasquale Tamborrino' Via Chiesa - Oratorio 'Spirito Santo' Viale Europa -

Altri luoghi di Aggregazione

Denominazione Indirizzo Recapiti telefonici Ufficio Postale Via Salvo D’Acquisto 099/8297711 Banca Carime Piazzale Saragat n° 11 099/8297322 Banca Popolare di Puglia e Basilicata P.zza V. Emanuele n° 27 099/8216621 Banco di Credito Cooperativo di Viale Europa n°1 Tel: 099/8218782 Santeramo Tel: 099/8297451 Fax: 099/8297451 Banco di Napoli Via Cadorna, 33 Tel: 099/8297421 Fax: 099/8297119

90 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Infrastrutture Strategiche Impianti (servizi: acqua, energia elettrica, gas)

Denominazione Indirizzo/ Recapiti Coordinate geografiche

Acquedotto Impianto Sinni C.da Gaudella – S.P. n° 15 16°50'09.6445" E 099/8218234 40°34'37.8140" N [email protected] Acquedotto Impianto di spinta C.da Gaudella – S.P. n° 15 16°51'05.1206" E 40°34'46.4606" N Centrale Acquedotto C.da Jazzo di Cristo 16°50'23.7943" E 40°37'34.5511" N Stazione ENEL (via Via per Castellaneta 16°48'07.4757" E Castellaneta) 40°38'07.5307" N Stazione ENEL (via Ginosa) S.P. ex S.S. n° 7 16°46'25.9550" E 40°35'51.9441" N Consorzio di Bonifica C.da Distacco – S.P. n° 18 16°44'42.4629" E 40°37'48.3914" N A.Q.P. vasche di spinta C.da Spericolo – via per 16°47'23.1375" E Santeramo 40°38'24.8290" N Acquedotto Rurale C.da Spericolo – via per 16°47'15.7309" E Santeramo 40°38'35.2951" N Centrale Metano C.da Difesa Murge – S.P. n° 17 16°47'06.2219" E 40°38'58.1769" N Impianto di Depurazione Via Convento Cappuccini 16°48'08.6797" E c/o Osmairm 40°36'57.9176" N

91 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Ponti

Denominazione Località Coordinate Ponte Selva S. Vito Via Selva S. Vito 16°48'03.9377" E 40°37'26.3317" N Ponte C. Colombo Via C.Colombo (via per Ginosa) 16°47'45.2130" E 40°37'22.7238" N Ponte delle Rose Via per Castellaneta ex S.S. n° 7 16°48'58.5393" E 40°38'26.8081" N Ponte Pineta Comunale Via pineta – S.P. n° 16 16°49'19.0350" E 40°38'08.0350" N Ponte Località 'Insalata' Via per Matera ex S.S. n° 7 16°46'32.2634" E 40°38'28.4499" N Ponte località 'Pantano' Via per Matera ex S.S. n° 7 16°45'20.5585" E 40°39'32.9636" N Ponte delle Rene S.P. n° 17 16°46'11.7532" E 40°40'20.1685" N Ponte di Lena S.P. n° 19 16°46'57.0863" E 40°40'06.3358" N Ponte località 'Caione' S.C. ‘Madonna delle Grazie’- 16°47'44.0371" E ‘Caione’ 40°39'52.0123" N Ponte sul canale di bonifica C.da ‘Masseria Ninni’ 16°47'57.6073" E presso 'Masseria Ninni' 40°39'42.3672" N

92 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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A.1.10 - Tipo di colture agronomiche principali

Tipologia di vegetazione Superficie (Ha) Aree a macchia e gariga 1.016 Aree agroforestali 20 Aree estrattive 8 Aree industriali, commerciali e dei servizi 62 pubblici e privati Aree prev. occupate da colture agrarie con 38 presenza di spazi naturali importanti Aree ricreative e sportive 7 Borghi e villaggi 15 Boschi e rimboschimenti di conifere 376 Boschi di latifoglie; pioppeti di pioppo nero 2019 Boschi misti di conifere e latifoglie 1 Case sparse; aziende agricole e annessi 197 Colture temporanee associate a colture 561 permanenti Corsi d'acqua 324 Frutteti 2 Praterie aride calcaree 1262 Seminativi 8164 Seminativi arborati 304 Sistemi colturali e particellari complessi 144 Strade e aree di servizio 8 Uliveti 961 Vigneti 262 Zone residenziali 206 Varie 8 Totale complessivo 15.963 Ha (159,63 Kmq)

DATI ISTAT AGRICOLTURA 2010 Superficie agricola utilizzata Ha 10398 ca Note Aziende agricole N° 1398 ca Fonte: ISTAT censimento agricoltura 2010 Aziende di allevamento N° 223 ca Fonte: ISTAT censimento agricoltura 2010

93 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Fig. n° 11 – Carta dell’uso del suolo del territorio comunale

94 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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A.1.11 - Vie di comunicazione

Strade

Il Comune di Laterza è raggiungibile tramite una Strada Statale dai principali capoluoghi (Bari, Taranto e Matera tramite la S.S. n° 7 ‘Bradanico-Salentina’), e attraverso le strade provinciali da tutti i comuni confinanti (Gioia del Colle, Santeramo, Ginosa, Castellaneta e Matera). Tutta la viabilità si sviluppa secondo 4 direttrici principali tra statale, e provinciali e 6 direttrici secondarie tutte provinciali. Tali strade provinciali, diventano di competenza comunale quando entrano nell’ambito della perimetrazione del centro abitato.

Fig. n° 12 – Principali direttrici stradali 95 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Di seguito vengono elencate le principali direttrici stradali del territorio comunale di Laterza:

Denominazione Descrizione S.S. n° 7 ‘Bradanico-Salentina’ Direttrice Castellaneta-Matera S.P. n° 19 Direttrice Laterza-Santeramo S.P. n° 17 Direttrice Laterza-Altamura S.P. ex S.S. N° 580 Direttrice Ginosa S.P. n° 6 Direttrice Laterza-S.P. n° 5 S.P. n° 8 Direttrice Laterza-S.S. n° 106 S.P. n° 15 Direttrice Laterza-Impianto AQP ‘Sinni’ S.P. n° 16 Direttrice Pineta Comunale-Pineta ‘Montecamplo’ S.P. n° 18 Direttrice Laterza-per provincia di Matera S.P. n°20 Direttrice S.S. n° 7-Gioia del Colle Via per Santeramo Accesso S.P. n° 19 e S.P. n° 17 Via per Matera exSS7 Accesso S.S. n° 7 direzione Matera via C. Colombo Accesso S.P. ex S.S. n° 580 Via per Castellaneta ex S.S. n° 7 Accesso S.S. n° 7 direzione Castellaneta Strada Comunale n° 14 ‘Madonna delle Grazie - Caione’ Accesso S.P. n°20 direzione Gioia del Colle Via Selva S. Vito Accesso S.P. n° 15 Via pineta Comunale Accesso S.P. n° 16 Via Verdazzi Accesso S.P. n° 18 Via S. Falco Accesso S.P. n° 6

Direttrici principali

Castellaneta-Matera

Costituita dalla S.S. n° 7 ‘Bradanico-Salentina’, che nell’odierno tracciato, attraversa il territorio comunale nella porzione Nord, in modo tangente all’area urbana a circa 2,5 Km da essa. Tale direttrice costituisce il mezzo principale di collegamento con i capoluoghi di Regione e Provincia (Bari e Taranto rispettivamente) e con il capoluogo di Provincia della confinante Regione Basilicata (Matera). E’ il raccordo più importante per il raggiungimento degli ospedali di Castellaneta, Taranto e Matera. 96 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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E’ una strada a carreggiata unica con una corsia per ogni senso di marcia, molto trafficata anche da mezzi pesanti e autobus di linea, presenta andamento curvilineo e prettamente in piano. E’ soggetta, nella stagione invernale, a formazione di fitte nebbie.

Il collegamento con la S.S. n° 7 dal centro urbano di Laterza avviene tramite:

• via per Santeramo, direttrice di uscita dal centro urbano in direzione NORD verso Santeramo-Altamura come prolungamento di via M. Buonarroti, e che diventa S.P. n° 19 Laterza-Santeramo in corrispondenza dello Stadio Comunale ‘Madonna delle Grazie’. Questa permette l’accesso da e per la S.S. n° 7, tramite rampe e svincoli, subito dopo il ‘Foro Boario’ a circa 2,5 Km dal centro urbano. • via per Matera (ex S.S. n° 7), direttrice di uscita dal centro urbano in direzione OVEST verso Matera come prolungamento di via Dante. A circa 4,5 Km dal centro urbano troviamo lo svincolo con le rampe di accesso alla S.S. n° 7. • via per Castellaneta (ex S.S. n° 7), direttrice di uscita dal centro urbano in direzione NORD-EST verso Castellaneta, come prolungamento di via Roma e costeggiante la zona P.I.P.. A circa 2,5 Km dal centro urbano troviamo l’accesso alla S.S. n° 7.

Laterza-Santeramo

Costituita dalla S.P. n° 19, uscente dal centro urbano in direzione NORD come via per Santeramo che nei pressi dello Stadio Comunale ‘Madonna delle Grazie’ diventa S.P. n° 19. Lungo il suo percorso si incrociano gli svincoli per il raggiungimento anche dei centri di Altamura e Gioia del Colle, e quindi la possibilità di indirizzamento verso Bari e Taranto. Tramite la presente direttrice si raggiunge l’Ospedale Regionale ‘F. Miulli’ di Acquaviva delle Fonti (BA). E’ una strada a carreggiata unica con una corsia per ogni senso di marcia, molto trafficata anche da mezzi pesanti e autobus di linea, presenta andamento curvilineo e prettamente in piano nel territorio di Laterza, mentre nei pressi di Santeramo presenta notevoli dislivelli. E’ soggetta, nella stagione invernale, a formazione di fitte nebbie. Durante tutto l’anno è molto frequentata dai lavoratori delle industrie Natuzzi, mentre nel periodo estivo presenta un notevole traffico giornaliero verso le località marittime di Marina di Ginosa e Marina di Castellaneta. 97 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Laterza-Altamura

Costituita dalla S.P. n° 17, che inizia dallo svincolo presente sulla S.P. n° 19 nei pressi dello Stadio Comunale ‘Madonna delle Grazie’ alle spalle dell’omonima chiesetta. Tale strada oltre che direttrice di collegamento con il comune di Altamura, permette anche il raggiungimento di ulteriori svincoli per le direzioni Santeramo, Gioia del Colle e Matera e l’ulteriore indirizzamento verso Bari e Taranto. E’ una strada a carreggiata unica con una corsia per ogni senso di marcia, trafficata anche da mezzi pesanti, presenta andamento curvilineo e lievi dislivelli. E’ soggetta, nella stagione invernale, a formazione di fitte nebbie.

Laterza-Ginosa

Costituita dalla S.P. ex S.S. n° 580, come prolungamento di via C. Colombo in direzione SUD del centro urbano. Inizia nei pressi del Liceo ‘G.B. vico’ e si prolunga verso Ginosa senza importanti svincoli. E’ una strada a carreggiata unica con una corsia per ogni senso di marcia, molto trafficata anche da mezzi pesanti e autobus di linea, presenta andamento prettamente rettilineo ed in piano nel territorio di Laterza, mentre presenta alcune curve accentuate e lievi pendenze nel territorio di Ginosa. E’ soggetta, nella stagione invernale, a formazione di fitte nebbie. Nella stagione estiva è molto trafficata per il raggiungimento della località marittima di ‘Marina di Ginosa’.

Direttrici secondarie

Laterza-S.P. n° 5

Costituita dalla S.P. n° 6 che collega l’abitato di Laterza con la S.P. n° 5, che rappresenta la bretella di collegamento tra Ginosa e Matera (S.S. n° 7) costeggiante il centro di geodesia ‘Telespazio’ in direzione Matera ed entrante dentro Ginosa dalla direzione OVEST. La S.P. n° 6 rappresenta normalmente la via secondaria per il raggiungimento del comune di Ginosa. Essa è costituita dal prolungamento di via S. Falco alle spalle della sala ricevimenti ‘Raphael’ è raggiungibile sia dalla via per Ginosa, sia da via Montrone di fronte il Santuario ‘S.S. Mater Domini’. E’ una strada a carreggiata unica con una corsia per ogni senso di marcia, presenta andamento curvilineo e lievi dislivelli. E’ soggetta, nella stagione invernale, a formazione di fitte nebbie. 98 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Laterza-S.S. n° 106

Il collegamento con la S.S. n° 106, che costituisce una delle possibili vie di accesso al capoluogo di Provincia Taranto, può avvenire tramite la S.P. n° 8. Tale strada inizia dalla svincolo presente lungo la S.P. ex S.S. n° 580 subito dopo il Liceo ‘G.B. Vico’, e si dirige verso il territorio del Comune di Ginosa lungo strade secondarie di collegamento con il borgo di ‘Marina di Ginosa’ dove è presente lo svincolo di collegamento con la S.S. n° 106, che costituisce oltre al collegamento con Taranto, anche il collegamento con i comuni costieri del mar Ionio e con la Regione Calabria. E’ una strada a carreggiata unica con una corsia per ogni senso di marcia, presenta andamento curvilineo accentuato e notevoli dislivelli. E’ soggetta, nella stagione invernale, a formazione di fitte nebbie.

Laterza-Impianto AQP ‘Sinni’

La S.P. n° 15 parte dallo svincolo lungo via Selva S.Vito e si dirama nell’interno del territorio di Laterza fino al lato SUD di Castellaneta dove si raccorda la S.S. n° 7 direzione Palagiano, dalla quale è poi possibile raggiungere sia la S.S. n° 106 che la S.S. n° 100. Lungo la S.P. n° 15 troviamo l’impianto di potabilizzazione dell’AQP ‘Sinni’ e l’impianto di spinta dell’acqua. E’ una strada a carreggiata unica con una corsia per ogni senso di marcia, presenta andamento curvilineo accentuato e notevoli dislivelli. E’ soggetta, nella stagione invernale, a formazione di fitte nebbie.

Pineta Comunale-Pineta ‘Montecamplo’

La S.P. n° 16 costituisce la direttrice che a partire dal ponte della pineta comunale, C.da Parco ‘Avucchiara’, circoscrive in parte la pineta comunale di Laterza e si raccorda con la S.P. n° 15 dopo aver attraversato la pineta di ‘Montecamplo’. E’ una strada a carreggiata unica con una corsia per ogni senso di marcia, presenta andamento curvilineo accentuato con lievi o nulle pendenze nel primo tratto, mentre presenta notevoli dislivelli e curve accentuate nell’attraversamento di ‘Montecamplo’. E’ soggetta, nella stagione invernale, a formazione di fitte nebbie.

99 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Laterza-per provincia di Matera

La S.P. n° 18, proseguimento di via Verdazzi, costituisce un collegamento secondario con la S.S. n° 7 in direzione Matera. La S.P. n° 18 termina il suo percorso in corrispondenza del limite di Provincia/Regione lungo la S.S. n° 7. Spesso utilizzata per aggirare il centro urbano in caso di blocco stradale in corrispondenza del Santuario ‘S.S. Mater Domini’. E’ una strada a carreggiata unica con una corsia per ogni senso di marcia, presenta andamento curvilineo e dislivelli. E’ soggetta, nella stagione invernale, a formazione di fitte nebbie.

S.S. n° 7-Gioia del Colle

La direttrice verso Gioia del Colle è costituita dalla S.P. n° 20, essa parte in corrispondenza del raccordo della via per Castellaneta con la S.S. n° 7, e prosegue verso Gioia del Colle-contrada Montursi, intercettando la S.C. ‘Caione-Madonna delle Grazie’. Questa strada seppur secondaria, costituisce uno dei principali percorsi adottati dai pendolari che da Laterza si spostano verso la Provincia di Bari. E’ una strada a carreggiata unica con una corsia per ogni senso di marcia, presenta andamento curvilineo e dislivelli nel territorio di Laterza, mentre diventa molto curvilinea e con accentuati dislivelli nel territorio di Gioia del Colle. E’ soggetta nella stagione invernale a formazione di fitte nebbie e possibili allagamenti

Autostrade

Nel territorio comunale non esistono tracciati autostradali, è necessario quindi far riferimento ai comuni limitrofi. Il raccordo autostradale più vicino è la A14 – E843, raggiungibile dal casello di ‘S.Basilio’ – Castellaneta a circa 17 Km dal centro urbano di Laterza, prendendo la direttrice per Castellaneta e successivamente la S.P. n° 23.

Ferrovia

Nel territorio comunale non esiste alcuna rete ferroviaria, quindi è necessario servirsi delle strutture presenti nei comuni limitrofi di Castellaneta e Gioia del Colle. 100 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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La stazione ferroviaria più vicina è quella di Castellaneta per i treni locali in direzione Bari e Taranto. Per i tratti di lunga percorrenza si rende necessario il raggiungimento della stazione di Gioia del Colle o direttamente Bari o Taranto.

Aeroporti

- Aeroporto Internazionale di Bari Karol Wojtyla a circa 80 Km, raggiungibile sia mediante autostrada A14-E843, sia mediante S.S. n° 100.

- Brindisi Aeroporto del Salento a circa 125 Km, raggiungibile seguendo la direttrice per Castellaneta e quindi proseguendo lungo la S.S. n° 7 fino a Taranto e da lì sempre lungo la S.S. n° 7 proseguendo in direzione Brindisi.

- Taranto Grottaglie a circa 72 Km e raggiungibile mediante la direttrice Castellaneta e proseguendo per Taranto previo autostrada o S.S. n° 7 e quindi in direzione Grottaglie sempre lungo la S.S. n° 7.

- Aeroporto Antonio Ramirez Forze Armate Aeronautica Militare situato a circa 30 Km a Gioia del Colle, e raggiungibile dalla direttrice Castellaneta e proseguendo o via autostrada A14-E843 o via S.S. n° 100 direzione Gioia del Colle.

101 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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A.1.12 - Cartografia

Cartografia di base

Tav. n° 1 - Inquadramento territoriale – scala 1 : 25.000 Tav. n° 2 - Aree naturali protette - scala 1 : 35.000 Tav. n° 3 - Principali aree di interesse storico-paesaggistico e culturale (PUTT/P – D. Lgs 42/’04: Codice Urbani) - scala 1 : 35.000 Tav. n° 4 - Carta di sintesi delle infrastrutture viarie e strategiche e degli elementi sensibili di tutto il territorio comunale - scala 1 : 25.000 Tav. n° 5 - Carta di sintesi delle infrastrutture strategiche e degli elementi sensibili del territorio urbano - scala 1 : 5.000 Tav. n° 6 - Carta geologica dell'intero territorio comunale - scala 1 : 25.000 Tav. n° 7 - Carta uso del suolo dell'intero territorio comunale - scala 1 : 25.000 Tav. n° 8 - Carta vegetazionale dell'intero territorio comunale - scala 1 : 25.000 Tav. n° 9 - Carta incendi storici dell'intero territorio comunale - scala 1 : 25.000 Tav. n° 10 - Carta delle aree di emergenza dell'intero territorio comunale – scala 1 : 10.000 Tav. n° 10 bis - Carta delle aree di attesa e dei settori territoriali afferenti – scala 1 : 5.000

Cartografia tematica

- Tav. n° 11 - Rischio incendio di interfaccia - Carta della Perimetrazione - scala 1 : 25.000 - Tav. n° 12 - Rischio Incendio di Interfaccia - Carta della Pericolosità - scala 1 : 25.000 - Tav. n° 13 - Rischio Incendio di Interfaccia - Carta della Vulnerabilità - scala 1:25000 - Tav. n° 14 - Rischio Incendio di Interfaccia - Carta del Rischio - scala 1 : 25.000 - Tav. n° 14 bis - Rischio Incendio di Interfaccia - Carta del Rischio (ortofoto) – scala 1 : 25.000 - Tav. n° 15 - Rischio idraulico, idrogeologico e geomorfologico Carta della Pericolosità e del Rischio - scala 1 : 35.000 - Tav. n° 16 - Rischio idraulico e idrogeologico - Carta delle criticità idrauliche e idrogeologiche rilevate nel territorio comunale - scala 1 : 10.000 - Tav. n° 17 - Rischio idraulico e idrogeologico - Carta delle criticità idrauliche e idrogeologiche rilevate nel territorio urbano - scala 1 : 3.000 - Tav. n° 18 - Rischio geomorfologico - Cartografia dei versanti della Gravina di Laterza posti lungo il centro storico e potenzialmente soggetti a rischio crolli e/o frane - scala 1 : 2.000 - Tav. n° 19 - Rischio sismico - Carta delle criticità del territorio urbano - scala 1 : 5.000

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Cartografia operativa

- Tav. n° 20 - Rischio neve, ghiaccio e gelate - Carta delle infrastrutture viarie (tratti critici e strategici) - Percorsi spargimento sale di competenza comunale - scale 1:25.000 / 1:5.000 - Tav. n° 21 - Rischio sociologico - Eventi indotti da grandi manifestazioni popolari, culturali e sportive - scale 1:10.000 / 1:2.000 - Tav. n° 22 - Rischio sociologico - Eventi indotti dalle processioni delle principali feste religiose: Maria S.S. Mater Domini, S.S. Medici, Madonna del Carmine e Madonna delle Grazie - scale 1 : 10.000 / 1 : 5.000 / 1 : 2.000 - Tav. n° 23 – Individuazione cancelli di accesso alle aree a rischio e percorsi per il raggiungimento dell’area di ammassamento – scala 1 : 10.000 - Tav. n° 24 – Indicazioni delle vie di esodo ed ubicazione delle aree di raccolta dei plessi scolastici dell’Istituto Comprensivo ’Armando Diaz’ - Tav. n° 25 - Indicazioni delle vie di esodo ed ubicazione delle aree di raccolta dei plessi scolastici dell’Istituto Comprensivo ‘Marconi’ – ‘Michelangelo’ - Tav. n° 26 - Indicazioni delle vie di esodo ed ubicazione delle aree di raccolta dei plessi scolastici dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore ‘G. B. Vico’ (Liceo Scientifico – Liceo Artistico/Istituto d’Arte)

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A.2 - Scenario degli eventi attesi

Viene inteso per scenario di un evento atteso: • la descrizione sintetica dell’evento; • la perimetrazione, anche approssimativa, dell’area che potrebbe essere interessata dall’evento; • la valutazione preventiva del probabile danno a persone e cose, che si avrebbe al verificarsi dell’ipotetico evento.

A.2.1 - Classificazione generale degli eventi

Per evento s’intende in generale, un accadimento di tipo calamitoso o catastrofico, a seguito del quale si verifica la sproporzione improvvisa e temporanea tra le necessità della popolazione ed i mezzi di soccorso immediatamente disponibili. Si riporta qui di seguito, un elenco generale degli eventi catastrofici, di cui non si può escludere l’accadimento: a) Catastrofi naturali

1) Eventi meteorologici:

• Precipitazioni eccezionali (nubifragi, nevicate e grandinate); • Siccità persistente con riduzione grave delle scorte idriche e quindi delle possibilità di approvvigionamento, sia per il centro abitato che per le attività produttive e zone rurali (industria, agricoltura e zootecnia); • Trombe d’aria.

2) Eventi geologici ed idrogeologici:

• Terremoti; • Frane con coinvolgimento di infrastrutture importanti; • Allagamenti di aree del territorio comunale . 3) Emergenze sanitarie:

• Epidemie umane (diffusione di malattie infettive, problematiche sanitarie determinate dalla riduzione o dalla alterazione temporanea delle condizioni igienico – sanitarie, dovute a contaminazione accidentale delle acque della rete di distribuzione idrica cittadina, distribuzione accidentale o dolosa di alimenti contaminati, riduzione delle condizioni igieniche, conseguente alla mancanza di raccolta rifiuti, altri eventi vari);

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• Epidemie animali: con o senza rischio di trasmissione della malattia infettiva all’uomo; si tratta di situazioni, dove vi è comunque la necessità di interventi straordinari di polizia veterinaria e di esecuzione di provvedimenti eccezionali di sanità pubblica; • Invasioni di cavallette o altri insetti potenzialmente dannosi per la collettività, anche a causa degli ingenti danni che risultano capaci di procurare alle attività agricole. b) Eventi calamitosi di tipo tecnologico e/o legate all’attività dell'uomo

• Incidenti rilevanti in attività industriali • Incendi – esplosioni, rilascio di sostanze inquinanti o tossiche; • Rilascio di radioattività, con rischi d’irraggiamento diretto ed indiretto, con considerevole pericolo per i più probabili fenomeni di contaminazione di cose e persone. c) Incidenti nei trasporti

• Incidenti aerei (caduta di aeromobili sul territorio comunale); • Incidenti ferroviari; • Incidenti stradali rilevanti per l’entità dei danni agli uomini ed alle persone e blocco della circolazione stradale; • Rilascio di sostanze tossiche o infiammabili e pericolose, in conseguenza di incidenti nei trasporti. d) Collasso di sistemi tecnologici

• Black out elettrico; • Black out informatico o telefonico; • Interruzione dei rifornimenti idrici, a causa di guasti importanti sulla rete idraulica; • Interruzione dei rifornimenti di gas, a causa di guasti importanti sulla rete energetica. e) Incendi

• Boschivi e di interfaccia; • Urbani (immobili ed infrastrutture). f) Eventi calamitosi di tipo sociologico

• Atti che possono determinare problemi di ordine pubblico; • Incidenti gravi durante spettacoli, feste patronali, manifestazioni sportive, fiere e mercati.

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A.2.2 - Importanza rivestita dall’estensione territoriale dell’emergenza

In generale quando si parla di eventi di tipo calamitoso, si distinguono:

• disastri incidono su un territorio limitato e ben definibile. • calamità, interessano intere province o regioni; basti pensare, agli effetti di un terremoto.

In un disastro (esempio incidente ferroviario) le strutture socio-sanitarie del circondario non saranno state coinvolte dall’evento e sono pronte o si attivano rapidamente a fronteggiare l’emergenza. L’intervento umano, in caso di calamità (specie se sismica o alluvionale), proprio per la notevole estensione territoriale, può rendere lenta e difficoltosa un’efficace azione di soccorso. Basti pensare, alla possibilità di interruzione della viabilità ordinaria, dei sistemi radio telefonici, delle stesse strutture pubbliche, anch’esse interessate dall’evento (es. Ospedali, Uffici Comunali, Caserme dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri, della P.M., ecc.). È da considerare, prioritariamente, che gli stessi soccorritori del luogo sono vittime stesse dell’evento e quindi non può farsi affidamento su questi. I soccorritori arriveranno da un luogo non interessato dalla calamità; la durata dei soccorsi, proprio per la mole dell’evento, dura anche per giorni e questo comporta, ovviamente, problemi da risolvere, legati alle necessità degli stessi soccorritori (vitto, alloggio, igiene, riposo). Lo squilibrio fra le forze in campo, intese come risorse disponibili e le esigenze provocate da questi eventi straordinari (ma spesso prevedibili), rende indispensabile, una preventiva pianificazione della attività, da mettere in atto all’insorgere dell’evento. In particolare, qualora si verifichi un evento calamitoso, si potranno soccorrere più infortunati, quanto migliore sarà stata la programmazione del soccorso. Non si può procedere ad una programmazione, se non si è a conoscenza dell’esatta disponibilità di uomini e mezzi, ma neanche se non si è in possesso della “mappa del rischio”.

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A.2.3 - Rischi attesi

Per quanto concerne lo scenario dei rischi attesi, esso si ricava in primo luogo dai programmi di previsione e prevenzione, realizzati dai Gruppi Nazionali e di Ricerca dei Servizi Tecnici Nazionali delle Province e delle Regioni, ma soprattutto dalla conoscenza del territorio e dagli eventi storicamente verificatisi nel Comune di Laterza. Di seguito vengono esplicitati i rischi connessi agli eventi causati da fenomeni naturali e di natura antropica del territorio laertino:

• Rischio idrogeologico e idraulico; • Rischio geomorfologico; • Rischio neve, ghiaccio e gelate; • Rischio nubifragi, grandinate e trombe d’aria; • Rischio sismico; • Rischio incendio boschivo e di interfaccia • Rischio sociologico • Rischio ondate di calore • Rischio siccità - interruzione erogazione idrica • Rischio rifiuti urbani • Rischio incidenti stradali e trasporti • Rischio blackout • Rischio incidenti su rete distribuzione gas (metanodotti) • Rischio sanitario • Rischio incidenti vari (evento qualsiasi)

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Rischio idrogeologico e idraulico

Nell’ambito del rischio idrogeologico e idraulico rientrano gli effetti sul territorio determinati dall’azione delle acque in generale, siano esse superficiali, in forma liquida o solida, o sotterranee. Le manifestazioni più tipiche di questa tipologia di fenomeni sono frane, alluvioni, erosioni costiere, subsidenze e valanghe. Il rischio idrogeologico e idraulico è fortemente condizionato anche dall’azione dell’uomo. La densità della popolazione, la progressiva urbanizzazione, l’abbandono dei terreni collinari, l’abusivismo edilizio, il continuo disboscamento, l’uso di tecniche agricole poco rispettose dell’ambiente e la mancata manutenzione dei versanti e dei corsi d’acqua hanno sicuramente aggravato il dissesto e messo ulteriormente in evidenza la fragilità del territorio italiano, aumentando l’esposizione ai fenomeni e quindi il rischio stesso. Le calamità che hanno colpito il territorio italiano hanno insegnato che, per proteggere in modo efficiente la vita dei cittadini e l’integrità delle infrastrutture, occorre prevedere gli eventi possibili in un’area, individuando quali potrebbero essere i danni e le attività da porre in essere prima, durante e dopo un’emergenza: proprio per questo motivo le attività di previsione e prevenzione hanno acquisito maggiore rilievo rispetto a quanto avveniva in passato. Le attività di previsione e prevenzione si basano su un collegamento sempre più stretto tra protezione civile e il mondo della ricerca scientifica, con nuovi sistemi tecnologici di raccolta ed elaborazione delle informazioni, centri di elaborazione dei dati in grado di segnalare con il massimo anticipo possibile le probabilità che si verifichino eventi catastrofici, l’elaborazione di sofisticate ed efficienti cartografie di rischio, la promozione di strumenti normativi e tecnici per la prevenzione e mitigazione dei danni. Le attività di previsione consentono di comprendere quali sono i fenomeni attesi, in particolar modo gli eventi meteorologici estremi. Per raggiungere questo obiettivo vengono utilizzati in maniera coordinata strumenti e tecniche sofisticate: la meteorologia applicata, le immagini satellitari, i radar meteorologici, i modelli idraulici, etc. Gli strumenti previsionali e le reti di monitoraggio consentono di mettere in atto un sistema di allertamento e sorveglianza in grado di attivare per tempo la macchina di protezione civile, nel caso di eventi previsti o in atto, la cui intensità stimata o misurata superi delle soglie di criticità prefissate. Il superamento di tali soglie porterà alla realizzazione delle attività previste nella pianificazione di emergenza e in particolare di quelle per la tutela dell’incolumità delle persone. 108 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Sul territorio italiano è attivo un sistema di centri per la raccolta, il monitoraggio e la condivisione dei dati meteorologici, idrogeologici e idraulici. La rete di questi centri costituisce il Sistema nazionale di allertamento. La gestione del sistema di allerta nazionale è assicurata dal Dipartimento della Protezione Civile e dalla Regioni attraverso la rete dei Centri Funzionali, delle strutture regionali e dei Centri di Competenza. Ogni Regione stabilisce le procedure e le modalità di allertamento del proprio sistema di protezione civile ai diversi livelli, regionale, provinciale e comunale. La prevenzione consiste nelle attività volte ad evitare o ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti a un’alluvione, una frana ecc... Le attività di prevenzione sono quindi volte ad adottare provvedimenti finalizzati all’eliminazione o attenuazione degli effetti al suolo previsti.

Gli interventi di tipo preventivo possono essere strutturali o non strutturali. I primi consistono in opere di sistemazione attiva o passiva, che mirano a ridurre la pericolosità dell’evento, abbassando la probabilità di accadimento oppure attenuandone l’impatto. Esempi di interventi strutturali sono gli argini, le vasche di laminazione, le sistemazioni idraulico-forestali, il consolidamento dei versanti, etc. Gli interventi non strutturali consistono in quelle azioni finalizzate alla riduzione del danno attraverso l’introduzione di vincoli che impediscano o limitino l’espansione urbanistica in aree a rischio, la pianificazione di emergenza, la realizzazione di sistemi di allertamento e di reti di monitoraggio.

Per quanto attiene il rischio idrogeologico ed idraulico, bisogna evidenziare che pur non esistendo a tutt’oggi nel territorio del Comune di Laterza aree perimetrate a rischio idrogeologico ed idraulico (vedi Tav. n° 15 nella cartografia allegata) ai sensi del Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) della Regione Puglia, nel territorio comunale laertino esistono diverse criticità dal punto di vista idrogeologico ed idraulico.

Alluvioni ed esondazioni

Le criticità evidenziate sono da attribuirsi essenzialmente alle Lame (‘Vallone delle Rose’ e Vallone della Silica’) che rappresentano la porzione iniziale della Gravina di Laterza, ad una serie di ruscellamenti diffusi non regimentati, ma soprattutto alla presenza di canali di bonifica non del tutto sufficienti, che possonoprovocare in caso di abbondanti piogge numerosi problemi dal punto di vista della viabilità. 109 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Inoltre, in caso di eventi meteorici spesso vengono segnalati fenomeni di allagamento, ripetutesi storicamente in diversi punti critici, sia in zone urbane che extraurbane (vedi Tavv. n° 16 e n° 17 nella cartografia in allegato H).

Per quanto attiene le aree storicamente inondate fuori dal centro urbano, sono le seguenti:

• Località 'Pantano' (lato destro S.S. n° 7: Laterza-Matera) • Località 'Ponte delle Rene' lungo la S.P. n°17 (Laterza-Altamura) • Località 'Ponte di Lena' lungo la S.P. n° 19 (Laterza-Santeramo) • Località 'Caione' in corrispondenza del ponticello che attraversa la S.C. 'M. delle Grazie-Caione' • 'Ponte delle Rose' (via per Castellaneta in corrispondenza del 'Vallone delle Rose') • 'Ponte pineta comunale' (in corrispondenza della parte terminale del canale di bonifica ed inizio 'Gravina di Laterza') • Località 'Vallone della Silica' (tra la S.P. n° 22 e i limiti di provincia con Santeramo)

Invece, per quanto concerne le aree storicamente inondate nel territorio urbano, sono le seguenti:

• Via per Santeramo (in corrispondenza di via F. De Andrè) • Via Alfieri, via Goldoni, via Verga • Via Roma (in corrispondenza di via Sen. Ruffilli) • Via della Libertà (in corrispondenza di via G. Rodari) • Via G. Rodari (in corrispondenza di via P. Nenni e via A. Sciesa) • Via San Francesco D'Assisi (in corrispondenza di fine via A. Moro e inizio via Don P. Tamborrino) • Via Concerie (tratto compreso tra la Chiesa S.S. Mater Domini e la Fontana Medievale)

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Rischio Geomorfologico

Per quanto attiene tale rischio, nel presente documento,ci riferisce ad una tipologia di pericoli naturali che interessano l’instabilità dei versanti, soprattutto dei ‘costoni’ della Gravina di Laterza posti lungo il centro storico che potenzialmente sono stati e sono soggetti a rischio di crolli e/o frane (vedi Tav. n° 18 della cartografia tematica del rischio geomorfologico). I caratteri geomorfologici della Gravina di Laterza, rendono tale sito particolarmente suscettibile alla franosità, in quanto le pareti verticali e/o sub-verticali, costituite da materiali estremamente fratturati ed il ruolo del processo carsico, che tende ad allargare le discontinuità presenti nell’ammasso roccioso, ed a creare vere e proprie cavità, sono tutti elementi che determinano il verificarsi di movimenti di massa riconducibili principalmente alle categorie tipologiche di frane per crollo e per ribaltamento, con subordinata presenza di scorrimenti planari o di cunei rocciosi. I crolli sono di gran lunga la tipologia più diffusa, e interessano volumetrie estremamente variabili, da pochi dm3 a centinaia di m3. A seconda della morfologia del pendio sottostante (ripido, o più o meno inclinato) i relativi depositi di crollo possono fermarsi al piede della zona di distacco o subire un trasporto fino al fondo della gravina. Il distacco avviene lungo discontinuità preesistenti nella roccia, o formatesi in seguito al rilascio tensionale che coinvolge le porzioni più esterne dell’ammasso roccioso, in corrispondenza del margine delle gravine.

Tra gli esempi più significativi di depositi da crollo si segnalano quelli al di sotto del rudere della chiesetta “Madonna dei Miracoli”, ubicata nei pressi del belvedere posto tra via Marina e via Chiesa, in destra orografica della Gravina di Laterza. Inoltre, diversi ribaltamenti interessano porzioni di roccia con nette fratture verticali che isolano torrioni rocciosi e/o prismi, la cui altezza risulta ben superiore alle altre dimensioni. La forma stessa degli elementi così isolati determina un movimento in avanti, intorno ad un punto di rotazione situato al di sotto del baricentro della massa interessata (Goodman & Bray, 1976; Nocilla & Urciuoli, 1998). Nella Gravina di Laterza, sia in destra che in sinistra orografica si osservano, soprattutto nella zona di ‘Castelluccio’, pilastri di roccia in situazioni di notevole instabilità, suscettibili a frane del tipo ribaltamento (vedi fotografia pagina seguente).

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Fotografia nella quale si evidenzia un prisma roccioso di oltre 10 metri di altezza, interessato da fenomeno di ribaltamento sul versante destro della Gravina di Laterza

Laddove le potenziali superfici di distacco non sono verticali o prossime alla verticalità, ma presentano minore inclinazione, si possono determinare frane per scorrimento e, nel caso di presenza di più sistemi di discontinuità che si intersecano, sotto forma di distacco di cunei di roccia. Sebbene meno frequenti delle tipologie precedentemente descritte, le frane per scorrimento sono osservabili in molte gravine e di frequente contribuiscono in maniera significativa ad alimentare i coni detritici alla base delle pareti rocciose. Altre evidenze di instabilità vanno segnalate in relazione alla presenza di cavità naturali e/o artificiali sulle pareti della Gravina di Laterza (Grassi, 1974; Cotecchia & Grassi, 1975, 1997; Pecorella et al., 2004). La notevole diffusione di cavità, ampliate e approfondite verso l’interno della Gravina in diverse epoche storiche, costituisce infatti un ulteriore elemento di debolezza dell’ammasso roccioso, soprattutto lungo i ‘Costoni’ della Gravina di Laterza che contornano il suo centro storico (Parise, 2008). Sia la volta delle cavità che le pareti sono di frequente soggette a fenomeni di alterazione che ne riducono significativamente le caratteristiche di resistenza, determinando il progressivo distacco delle porzioni più superficiali ed alterate. Questo processo si sviluppa talora sino a provocare la caduta di volumi ingenti di roccia. 112 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Rischio neve, ghiaccio e gelate

Il rischio neve anche se si è verificato più volte negli anni, è sempre di breve durata, generalmente non superiore alle 24 ore; mentre il rischio ghiaccio e gelate è quello che si presenta con maggiore frequenza durante la stagione invernale.

Le temperature particolarmente basse favoriscono nelle ore notturne, la formazione di ghiaccio sulle strade e in considerazione all'andamento altimetrico, che queste hanno nell'attraversamento del territorio comunale, comportano, in mancanza di interventi adeguati, il blocco totale della circolazione stradale.

La formazione di ghiaccio è prevedibile quando si verificano le condizioni di seguito descritte:

1 La temperatura del suolo è inferiore a 0 ed il suolo è umido o bagnato La temperatura del suolo è inferiore a 0 e si è in presenza di forte 2 umidità relativa (80-90% e oltre) 3 La temperatura del suolo è inferiore a 0 e si è in presenza di nebbia La temperatura del suolo è inferiore a 0, la temperatura dell'aria è 4 ' inferiore a 0, l umidità relativa è molto alta (70-90% e _oltre) L'umidità relativa è pari a 100, la temperatura dell'aria è inferiore a 0, 5 la temperatura del suolo è inferiore a 0 La temperatura del suolo è inferiore a 0 e la temperatura dell'aria si 6 avvicina molto alla temperatura di rugiada (non più di qualche decimo di grado)

Note: a) In presenza di nebbia fitta la temperatura del suolo non è molto dissimile dalla temperatura dell'aria. b) Il cielo nuvoloso di notte, soprattutto se con nuvole basse e con iniziali temperature positive, contribuisce a mantenere la temperatura costante. c) Un valore di temperatura di rugiada molto prossimo alla temperatura dell'aria è indice di un elevato valore di umidità dell'aria. d) La presenza di nebbia è sempre indice di una forte umidità relativa. e) Se la temperatura dei suolo è superiore a 0 difficilmente può formarsi ghiaccio, salvo il caso in cui nevichi abbastanza da formare un manto nevoso; in questo caso la neve, assorbendo calore dal manto stradale, fa precipitare la temperatura del suolo e da luogo alla formazione di ghiaccio. 113 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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f) La temperatura di rugiada se non associata ad altri parametri, non permette alcuna informazione utile. La temperatura di rugiada è sempre inferiore alla temperatura dell'aria, possono al massimo uguagliarsi in presenza di aria satura (100% di umidità relativa). Se non ci sono valori elevati di umidità relativa, ad una temperatura dell'aria di 5 C° possono corrispondere valori negativi di temperatura di rugiada, ma questo non significa che possa formarsi il ghiaccio sulla strada. Ad esempio è normale che ad una temperatura dell'aria di 5 C°, con umidità relativa del 50%, sia presente una temperatura di rugiada di - 4,5 C° circa. A parità di condizioni, se l'umidità relativa fosse dell'80%, la temperatura di rugiada sarebbe pari a circa 2 C°

Il Comune di Laterza presenta tratti stradali che in caso di nevicate o ghiaccio diventano elementi di criticità in quanto punti di accesso al territorio comunale.

Individuiamo due categorie di tratti stradali:

- Tratti strategici: servono per l’accesso all’area urbana, e rappresentano le vie di comunicazione principali per le autoambulanze e soccorsi vari); - Tratti critici: rappresentano le vie interne al centro urbano necessarie per l’attraversamento del paese ed il raggiungimento degli edifici sensibili.

In particolare, cosi come riportato nella Tav. n° 20 negli allegati cartografici, vengono riportati i percorsi di spargimento sale di competenza comunale e di altri enti.

Viabilità di competenza Comunale:

- Tratti strategici:: Via per Matera ex S.S. n° 7, via per Castellaneta ex S.S. n° 7, via Cappuccini, via per Santeramo e via C. Colombo - Tratti critici: Viale Europa, via della Pace, via La Malfa, via Dante, via S. Francesco, via Virgilio, via S. D'Acquisto, via Moneta via L. da Vinci, via G. Deledda, via S. Falco, via Roma, via Papa Giovanni II, via M. T. di Calcutta, via P. Pasolini, via L. Ariosto, via M. Buonarroti, via G. Puccini, via G. Carducci, via Manzoni, via Volta, via Paolo VI, via Pacinotti, via Cadorna, via Oberdan, via Monte Faiti, via Giannone, via G. Montrone, via Mater Domini, via Fontana, via Concerie, via Asilo, via Aborigeni, via Verdazzi, via Don P. Tamborrino, via Aldo Moro, via Doberdò, Corso V. Emanuele, S.C. Madonna delle Grazie - Caione, via Pineta, via Selva S. Vito, via delle Industrie Conte, via della Resistenza, via V. Larizza, via Caduti di Nassiria, via S. Fitto, via della Maiolica, via Y. Rabin e via della Conciliazione. 114 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Viabilità di competenza di altri Enti:

Tratti strategici: S.S. n° 7 (Bradanico-Salentina: Castellaneta-Matera)

Tratti critici: S.P. ex-S.S. n° 580 (Laterza-Ginosa), S.P. n° 20 (S.S. n° 7- Gioia del Colle), S.P. n° 6 (Laterza-Montescaglioso), S.P. n° 17 (Laterza- Altamura), S.P. n° 19 (Laterza-Santeramo in Colle)

Inoltre, sono stati individuati i luoghi destinati al deposito dei mezzi e del sale necessari per l’operazione di spargimento sale al fine di prevenire la formazione del ghiaccio lungo le strade di sopra indicate. I depositi sale sono individuati nell’ex Mattatoio Comunale (via Martiri di Tienamen, ex-via Convento Cappuccini) e nell’area dell’isola ecologica comunale via Y. Rabin nella zona P.I.P. del Comune di Laterza.

Fig. n° 13 – Stralcio planimetrico itinerari spargimento sale 115 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Rischio nubifragi, grandinate e trombe d’aria

Questa tipologia di rischio si verifica nel periodo estivo o all’inizio dell’autunno in concomitanza di situazioni meteorologiche caratterizzate da elevata instabilità. Si manifesta con violenti rovesci temporaleschi che possono anche essere accompagnati da grandinate, in genere caratterizzati per la loro brevità e la particolare intensità del fenomeno. Gli apporti idrici possono risultare particolarmente consistenti, con accumuli >30 mm/ora. Le mutazioni climatiche riscontrate negli ultimi decenni e le osservazioni dirette portano a far ritenere che tali fenomeni si manifesteranno con maggiore frequenza rispetto al passato. Durante questi eventi, i problemi maggiori derivano dall’incapacità di smaltimento delle acque meteoriche da parte della rete scolante, talvolta impedita dalla presenza di opere (attraversamenti tombinati, discarica materiali, ecc.) che possono ridurre la sezione di deflusso. Talora anche le fognature manifestano limiti nel dimensionamento, spesso aggravato dall’intasamento delle bocchette di scolo o dall’ostruzione dei collettori sotterranei ad opera di detriti, frammenti vegetali e rifiuti trascinati dalle acque all’interno delle tubazioni. I nubifragi assumono rilievo a causa dell’esposizione al rischio di danneggiamento per i beni, le merci (magazzini, negozi, laboratori) e gli impianti tecnologici, che solitamente vengono collocati nei locali interrati e/o seminterrati dei fabbricati. La pericolosità per le persone è rappresentata dalla rapidità di formazione e deflusso delle piene torrentizie e dalla caduta al suolo di fulmini. Dopo gli ultimi eventi verificatosi nella Provincia di Taranto (28 Novembre 2012) non è da sottovalutare la possibilità reali del verificarsi di fenomeni di trombe d’aria. Le trombe d’aria, dette anche “tornado”, sono fenomeni il cui meccanismo di formazione non è ancora del tutto noto, ma anch’essi associati a situazioni meteorologiche instabili, in cui avviene lo scontro di masse d’aria calda e fredda, in presenza di elevati tassi di umidità. Le trombe d’aria possono essere accompagnate da violenti scrosci di pioggia. La pericolosità dei tornado è certamente elevata, in quanto sono fenomeni che liberano notevole energia, in grado di danneggiare o distruggere in breve lasso di tempo le strutture che incontrano, con grave rischio per l’incolumità delle persone eventualmente presenti. Durante la stagione estiva i rovesci temporaleschi possono essere accompagnati da grandinate, talora di notevole intensità. Tali fenomeni possono essere fonte di grave danneggiamento delle colture, di fabbricati e di veicoli.

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In genere non sono pericolose per le persone e per animali, tuttavia dal momento che occasionalmente i singoli elementi di grandine possono raggiungere dimensioni consistenti, è opportuno raccomandare sempre la ricerca di ripari per coloro che si venissero a trovare all’aperto durante temporali di forte intensità. Problemi connessi con le grandinate sono costituiti da: a) allagamenti provocati dall’intasamento delle bocchette di scolo ad opera dei chicchi di grandine e degli elementi vegetali abbattuti (foglie e rami); b) disturbo alla viabilità per riduzione della visibilità e aumento della scivolosità stradale.

A seguito di fenomeni meteorologici intensi è necessario verificare lo stato delle coperture dei fabbricati, allo scopo di rimuovere eventuali strutture danneggiate ed evitare infiltrazioni d’acqua.

Nota: Qualora vengano danneggiate strutture contenenti fibre di amianto (eternit) dovranno essere particolarmente curate le procedure di raccolta e smaltimento, che in genere consistono nella raccolta da parte di personale protetto in modo adeguato, accumulo dei residui su bancali di legno e successivo avvolgimento degli stessi con teli di plastica, allo scopo di evitare la dispersione di fibre nell’aria.

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Rischio sismico

L’Italia è uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo, per la sua particolare posizione geografica, nella zona di convergenza tra la zolla africana e quella eurasiatica. La sismicità più elevata si concentra nella parte centro-meridionale della Penisola, lungo la dorsale appenninica, in Calabria e Sicilia e in alcune aree settentrionali, come il Friuli, parte del Veneto e la Liguria occidentale. Storicamente solo la Sardegna non risente particolarmente di eventi sismici. La sismicità indica la frequenza e la forza con cui si manifestano i terremoti, ed è una caratteristica fisica del territorio. Se conosciamo la frequenza e l’energia associate ai terremoti che caratterizzano un territorio ed attribuiamo un valore di probabilità al verificarsi di un evento sismico di una data magnitudo in un certo intervallo di tempo, possiamo definirne la pericolosità sismica. La pericolosità sismica sarà tanto più elevata quanto più probabile sarà il verificarsi di un terremoto di elevata magnitudo, a parità di intervallo di tempo considerato. Le conseguenze di un terremoto dipendono anche dalle caratteristiche di resistenza delle costruzioni alle azioni di una scossa sismica. La predisposizione di una costruzione ad essere danneggiata si definisce vulnerabilità. Quanto più un edificio è vulnerabile (per tipologia, progettazione inadeguata, scadente qualità dei materiali e modalità di costruzione, scarsa manutenzione), tanto maggiori saranno le conseguenze. Infine, la maggiore o minore presenza di beni esposti al rischio, la possibilità cioè di subire un danno economico, ai beni culturali, la perdita di vite umane, è definita esposizione. Il rischio sismico, determinato dalla combinazione della pericolosità, della vulnerabilità e dell’esposizione, è la misura dei danni attesi in un dato intervallo di tempo, in base al tipo di sismicità, di resistenza delle costruzioni e di antropizzazione (natura, qualità e quantità dei beni esposti).

L’Italia ha una pericolosità sismica medio-alta (per frequenza e intensità dei fenomeni), una vulnerabilità molto elevata (per fragilità del patrimonio edilizio, infrastrutturale, industriale, produttivo e dei servizi) e un’esposizione altissima (per densità abitativa e presenza di un patrimonio storico, artistico e monumentale unico al mondo). La nostra Penisola è dunque ad elevato rischio sismico, in termini di vittime, danni alle costruzioni e costi diretti e indiretti attesi a seguito di un terremoto.

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Secondo la definizione elaborata dall’UNDRO (United Nations Disaster Relief Office) nel 1979, il Rischio Sismico (R) rappresenta “l’entità del danno atteso in una data area e in un certo intervallo di tempo al verificarsi di un particolare evento calamitoso”.

Il Rischio Sismico è quindi espresso quantitativamente, in funzione dei danni attesi a seguito di un terremoto, in termini di perdite di vite umane e di costo economico dovuto ai danni alle costruzioni ed al blocco delle attività produttive. Esso è determinato dalla convoluzione probabilistica dei seguenti tre fattori:

Pericolosità (P) o Hazard, Vulnerabilità (V) ed Esposizione (E).

R = P ×V × E

Per individuare il rischio sismico nel territorio di riferimento si effettua la zonazione del rischio sismico.

L’intero territorio nazionale come summenzionato è stato classificato in funzione del rischio sismico a partire dal 1909 su base comunale.

Nel corso degli anni, generalmente in seguito a un terremoto distruttivo, la mappa sismica italiana è stata più volte aggiornata e rivista.

La mappatura sismica prevede, in ordine crescente di pericolosità, zone di quarta, zone di terza, seconda e prima categoria, nelle quali è obbligatorio utilizzare diversi accorgimenti antisismici, secondo le prescrizioni della normativa. In particolare, secondo l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003 “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”, e secondo la classificazione sismica del territorio regionale pugliese, pubblicata sul BURP n. 33 del 18/03/2004, prima riportata il Comune di Laterza risulta classificato in zona 3. La Pericolosità Sismica di un territorio, in senso lato, è determinata dalla frequenza con cui avvengono i terremoti e dall’intensità che raggiungono; mentre, in senso probabilistico, è la probabilità che un valore prefissato di pericolosità, espresso da un parametro di moto del suolo (quale ad es. l’accelerazione massima PGA o il grado di intensità macrosismica), venga superato in un dato sito entro un fissato periodo di tempo. La pericolosità sismica viene comunemente chiamata Hazard. 119 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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La Vulnerabilità Sismica è definita come “il livello di danno di un dato elemento a rischio per un dato livello di pericolosità” (Coburn, Spence). L’elemento a rischio è rappresentato dalla popolazione residente, da un edificio, da un insieme di edifici, e quindi la vulnerabilità viene rappresentata come rapporto di morti o feriti sulla popolazione totale di una determinata località, costo di riparazione di una struttura sul suo valore iniziale o come l’entità del danno fisico definito su un’opportuna scala. In generale abbiamo un rapporto tra perdite attese su perdite massime possibili con valori che variano da 0 ad 1 e quindi in percentuale, da 0 a 100. La vulnerabilità sismica rappresenta quindi la propensione di una struttura a subire un determinato livello di danno a fronte di un evento sismico di data intensità. Una delle cause principali di morte durante un terremoto è il crollo degli edifici. Per ridurre la perdita di vite umane, è necessario rendere sicure le strutture edilizie. Oggi, le norme per le costruzioni in zone sismiche prevedono che gli edifici non si danneggino per terremoti di bassa intensità, non abbiano danni strutturali per terremoti di media intensità e non crollino in occasione di terremoti forti, pur potendo subire gravi danni. Un edificio può riportare danni strutturali agli elementi portanti (pilastri, travi) e/o danni non strutturali agli elementi che non ne determinano l’instabilità (camini, cornicioni, tramezzi). Il tipo di danno dipende da: struttura dell'edificio, età, materiali, luogo di realizzazione, vicinanza con altre costruzioni e elementi non strutturali. Quando si verifica un terremoto, il terreno si muove orizzontalmente e/o verticalmente, sottoponendo un edificio a spinte in avanti e indietro. L’edificio inizia così a oscillare, deformandosi. Se la struttura è duttile, e quindi capace di subire grandi deformazioni, potrà anche subire gravi danni, ma non crollerà. Il danno dipende anche dalla durata e dall’intensità del terremoto. Dopo un terremoto, per valutare la vulnerabilità degli edifici è sufficiente rilevare i danni provocati, associandoli all’intensità della scossa. Più complessa è invece la valutazione della vulnerabilità degli edifici prima che si verifichi un evento sismico. Per questa sono stati messi a punto metodi di tipo statistico, meccanicistico, o i giudizi esperti. I metodi di tipo statistico classificano gli edifici in funzione dei materiali e delle tecniche con cui sono costruiti, sulla base dei danni osservati in precedenti terremoti su edifici della stessa tipologia. Questa tecnica richiede dati di danneggiamento dei passati terremoti, non sempre disponibili, e non può essere utilizzata per valutare la vulnerabilità del singolo edificio, perché ha carattere statistico e non puntuale. 120 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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I metodi di tipo meccanicistico utilizzano, invece, modelli teorici che riproducono le principali caratteristiche degli edifici da valutare, su cui vengono studiati i danni causati da terremoti simulati. Infine, alcuni metodi utilizzano i giudizi esperti per valutare il comportamento sismico e la vulnerabilità di predefinite tipologie strutturali, o per individuare i fattori che determinano il comportamento delle costruzioni e valutarne la loro influenza sulla vulnerabilità. Per poter valutare la vulnerabilità degli edifici su tutto il territorio nazionale è necessario ricorrere a metodi statistici che utilizzino dati omogenei sulle caratteristiche degli stessi. Per il territorio italiano sono disponibili i dati dei censimenti ISTAT sulle abitazioni, che vengono utilizzati nell’applicazione di metodi statistici.

La severità di un sisma può essere misurata per mezzo di scale strumentali o di scale macrosismiche. Le prime si basano su parametri relativi al moto, all’accelerazione o all’energia messa in gioco da un terremoto (scala Richter o Magnitudo locale). Sono di più immediato utilizzo per fini ingegneristici, ma i dati strumentali sono riferiti solo a terremoti recenti per i quali esiste una misurazione strumentale, quindi non consentono di caratterizzare adeguatamente il territorio basandosi anche su esperienze passate.

Le scale macrosismiche sono invece basate sull’osservazione degli effetti prodotti da un sisma. Sono meno accurate, ma offrono il vantaggio di fornire la stima dell’intensità dei sismi direttamente da osservazioni sui danni, e possono essere utilizzate anche per i terremoti del passato. I dati di pericolosità sismica del territorio nazionale sono effettivamente basati su osservazioni di questo tipo.

Esistono varie scale macrosismiche:

- MCS (Mercalli, Cancani, Seberg)

- MSK (Medved, Sponheuer, Karnik)

- EMS (European Macroseismic Scale)

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Il concetto di Vulnerabilità è stato inserito nelle scale macrosismiche; in particolare con la scala MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg, 1917) vengono definiti i gradi di intensità da I a XII in base agli effetti sulle costruzioni descritti qualitativamente:

Grado Descrizione Grado Descrizione Grado Descrizione MCS MCS MCS

Moderatamente I Impercettibile V IX Fortemente distruttivo: forte danni al 60% degli edifici

Rovinoso: II Molto leggero VI Forte X danni al 75% degli edifici

Molto forte: lievi danni a Catastrofico: III Leggero VII XI costruzioni di distruzione generale buona qualità Distruttivo: Totalmente catastrofico: IV Moderato VIII danni al 50% XII distruzione completa degli edifici

Tabella degli effetti sulle costruzioni in base ai gradi MCS di sisma

L’evoluzione delle scale macrosismiche ha introdotto schemi di classificazione degli edifici con differenti tipologie costruttive e con diversa resistenza nei confronti della severità della scossa rilevata nella zona d’indagine.

Un esempio è la scala MSK (Medvedev, Sponheuer, Karnik 1981) che definisce tre classi (A, B, C) a vulnerabilità sismica decrescente:

Classe A: Costruzione in pietrame naturale, costruzioni rurali, case con impasti di paglia, argilla e/o limo; Classe B: Costruzioni in mattoni prefabbricati, muratura pietra squadrata comuni, in grossi blocchi o in con telai di legname, costruzioni in pietra squadrata; Classe C: Costruzioni armate, strutture in legno ben fatte.

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Per ogni classe sono stabiliti sei livelli di danno per ciascuna classe, compresi tra 0 e 5:

Classe 0: Nessun danno Classe 1: Lievi danni: esili crepe negli intonaci, caduta di piccoli pezzi d’intonaco Classe 2: Moderati danni: piccole lesioni nei muri, caduta di grandi pezzi di intonaco, tegole, lesioni ai comignoli, caduta di parti di comignoli Classe 3: Forti danni: lesioni ampie e profonde dei muri, caduta di comignoli Classe 4: Distruzioni: aperture nei muri, possono crollare parti di edifici, crollano muri interni Classe 5: Danni totali degli edifici

Infine sono determinati tre quantificazioni, in relazione al numero di edifici di ciascuna classe che ha subito un certo livello di danno:

Pochi : meno del 15%

Mol ti: dal 15% al 50% La maggior parte: più del 55%

Il terzo fattore preso in considerazione per il calcolo del Rischio Sismico è l’Esposizione. Il fattore Esposizione si riferisce alla quantità e qualità dei beni esposti. Esso è quindi in qualche modo connesso al valore di quanto può essere distrutto dal terremoto. Tale fattore, pertanto, nel nostro Paese si attesta su valori altissimi, in considerazione dell’alta densità abitativa, della presenza di un patrimonio storico, artistico e monumentale unico al mondo, etc. Per questa ragione è molto importante valutare il numero delle persone coinvolte, decedute e/o ferite. I motivi che causano la perdita di vite umane possono essere di diverso tipo: crollo di edifici, di ponti e altre costruzioni, ma anche incidenti stradali. A questi si aggiungono quelli legati a fenomeni innescati dal terremoto, come frane, liquefazione dei terreni, maremoti, incendi. Da alcune statistiche svolte sui principali terremoti nel mondo è stato rilevato che circa il 25 % dei morti causati da un terremoto sono dovuti a danni non strutturali degli edifici (caduta di tramezzi, vetrate, cornicioni, tegole, ecc.) e a fenomeni indotti dal terremoto. 123 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Generalmente è possibile stimare, con un certo margine di errore e specialmente per i terremoti più forti, quante persone sono rimaste coinvolte, attraverso calcoli che si basano sul numero degli edifici crollati o danneggiati. Per poter fare queste stime sono necessarie alcune considerazioni su: • il numero delle persone che abitano negli edifici • l’orario del terremoto • le possibilità di fuggire e/o di proteggersi • il tipo di coinvolgimento delle persone (morte o ferite subite) • la possibilità di morire anche successivamente alle attività di soccorso.

E’ molto difficile stimare con precisione le conseguenze di un terremoto in termini di vite umane nei diversi momenti del giorno e dell’anno. Il numero di persone che risiedono in un’abitazione, infatti, varia da regione a regione, dalla città alla campagna e dipende dalle dimensioni del nucleo familiare. Inoltre, durante il giorno, il numero delle persone presenti in un edificio dipende dal suo utilizzo. Ad esempio, negli uffici, la presenza è massima nelle ore centrali del giorno ed è pressoché nulla durante la notte. In un’abitazione di città, invece, la presenza delle persone di sera e di notte è mediamente inferiore rispetto ad un’abitazione di campagna, perché esistono più attività, ludiche e lavorative, che si svolgono in quegli orari e spesso fuori casa. Il riferimento alla tipologia di edifici e ai relativi abitanti, comunque, può fornire una stima globale accettabile per terremoti violenti che interessino vaste aree. Nella definizione di rischio intervengono dunque anche le caratteristiche del territorio. A parità di pericolosità, un’area densamente popolata e caratterizzata da costruzioni poco resistenti al terremoto avrà un rischio elevato, mentre un’area dove non ci sono edifici, né popolazione, né altri beni avrà rischio nullo. Dunque elevata pericolosità sismica non significa necessariamente elevato rischio sismico.

Altro aspetto rilevante del fattore Esposizione è la presenza in Italia di un patrimonio culturale inestimabile, costituito dall’edificato corrente dei nostri centri storici, che ancora sfugge ad una quantificazione sistematica di consistenza e qualità. Il primo passo per la prevenzione e mitigazione del rischio sismico del patrimonio storico architettonico è, ovviamente, la conoscenza dei beni esposti. 124 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Come è possibile notare dalla Fig. n° 12, di seguito riportata, in essa viene rappresentata la distribuzione percentuale delle abitazioni appartenenti alla classe di vulnerabilità più elevata (A) nella scala MSK (Medvedev, Sponheuer, Karnik 1981), l’Italia ha una vulnerabilità delle costruzioni presenti sul territorio molto elevata, poiché la maggior parte di queste è stata costruita senza criteri antisismici.

Fig. n° 14 - Percentuale di abitazioni nella scala di vulnerabilità A della scala MSK

Per quanto concerne il territorio del Comune di Laterza, così come si evince dalla Tav. n° 19 degli allegati cartografici al presente piano, le aree in cui la maggior parte degli edifici esistenti si possono considerare appartenenti alle classi di vulnerabilità sismica di tipo A e B sono quelle ricadenti nella zona ‘A0’ ed ‘A1’ del vigente P.R.G., le quali sono da considerarsi aree a sicuro impatto dal punto di vista del rischio sismico, rappresentando delle criticità territoriali per la salvaguardia della popolazione ivi presente. 125 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Rischio Incendio Boschivo e di Interfaccia

Un incendio boschivo è un fuoco che tende ad espandersi su aree boscate, cespugliate o arborate, comprese eventuali strutture e infrastrutture antropizzate che si trovano all’interno delle stesse aree, oppure su terreni coltivati o incolti e pascoli limitrofi alle aree (art. 2 della Legge n. 353 del 2000). Un incendio boschivo è un fuoco che si propaga provocando danni alla vegetazione e agli insediamenti umani. In quest’ultimo caso, quando il fuoco si trova vicino a case, edifici o luoghi frequentati da persone, si parla di incendi di interfaccia. Più propriamente, per interfaccia urbano-rurale si definiscono quelle zone, aree o fasce, nelle quali l’interconnessione tra strutture antropiche e aree naturali è molto stretta: sono quei luoghi geografici dove il sistema urbano e naturale si incontrano e interagiscono. Tutte le regioni italiane sono interessate dagli incendi, anche se con gravità differente e in periodi diversi dell’anno. Le condizioni ambientali e climatiche della penisola italiana favoriscono lo sviluppo di focolai principalmente in due stagioni dell’anno. Nelle regioni settentrionali dell’arco alpino - ma anche nelle zone appenniniche in alta quota - gli incendi boschivi si sviluppano prevalentemente nella stagione invernale – primaverile, la più siccitosa, quando la vegetazione è stata seccata dal gelo. Mentre in estate i frequenti temporali riducono il rischio di incendio. Al contrario, nelle regioni peninsulari centro–meridionali, dove il clima è mediterraneo, il fuoco si sviluppa prevalentemente nella stagione estiva, calda e siccitosa. Alcune regioni italiane sono interessate dal fenomeno sia durante la stagione invernale sia durante la stagione estiva. Le cause degli incendi possono essere naturali o umane.

Gli incendi naturali si verificano molto raramente e sono causati da eventi naturali e quindi inevitabili:

• Fulmini: Possono provocare incendi quando si verificano temporali senza che contemporaneamente si abbiamo precipitazioni. Gli incendi causati da fulmini si verificano prevalentemente nelle zone montane, dove gli alberi conducono con facilità le scariche elettriche. Si tratta di fenomeni molto rari in un tipo di clima mediterraneo come il nostro.

• Eruzioni vulcaniche: La lava incandescente entra in contatto con la vegetazione infiammabile.

• Autocombustione: Non si verifica mai in un clima mediterraneo.

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Gli incendi di origine umana possono essere:

Colposi (o involontari)

Sono causati da comportamenti dell’uomo, irresponsabili e imprudenti, spesso in violazione di norme e comportamenti.

Non finalizzati ad arrecare volontariamente danno. Le cause possono essere:

• Attività agricole e forestali Il fuoco viene impiegato per bruciare le stoppie, distruggere i residui vegetali provenienti da lavorazioni agricole e forestali, e per rinnovare i pascoli e gli incolti. Spesso queste operazioni vengono effettuate in aree contigue a boschi ed incolti, facile preda del fuoco, soprattutto nei periodi a maggior rischio. • Abbandono di mozziconi di sigarette e fiammiferi Cerini e mozziconi di sigarette abbandonati o lanciati lungo i sentieri, le piste forestali, e le linee ferroviarie possono cadere sull'erba secca o altri residui vegetali e innescare un incendio, anche per effetto degli spostamenti d'aria provocati dai veicoli o dal vento. • Attività ricreative e turistiche (barbecue non spenti bene), lanci di petardi, rifiuti bruciati in discariche abusive, cattiva manutenzione di elettrodotti.

Dolosi (volontari)

Gli incendi vengono appiccati volontariamente, con la volontà di arrecare danno al bosco e all’ambiente.

Le cause:

• Ricerca di profitto L’obiettivo è quello di utilizzare l’area distrutta dal fuoco per soddisfare interessi legati alle speculazione edilizia, al bracconaggio, o per ampliare le superfici coltivabili. • Proteste e vendette L’azione nasce dal risentimento nei confronti dei privati, della Pubblica Amministrazione o dei provvedimenti adottati, come l’istituzione di aree protette. In molti casi si vuole danneggiare un’area turistica. In altri casi i comportamenti dolosi sono da ricondurre a problemi comportamentali come la piromania e la mitomania.

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Le aree a rischio boschivo individuate nel territorio del Comune di Laterza sono in particolare:

• Pineta Comunale; • Bosco località ‘Selva S. Vito’; • Bosco località ‘Montecamplo’; • Bosco località ‘Vado Fiore’ – ‘Parco del Marchese’ • Versanti della ‘Gravina di Laterza’; • Versanti della ‘Gravina del Varco’; • Pineta in località ‘Fraggennaro’.

Il resto degli incendi si sviluppa, sempre nella stagione estiva, nelle zone della murgia o in zone seminative, per bruciature delle stoppie o in terreni incolti, tra queste possiamo individuare le seguenti, sia per caratteristiche vegetazionali, sia per incendi storicamente registrati:

• Località ‘Distacco’; • Località ‘Parco del Pennacchio’; • Località ‘Masseria Grottaturge’; • Località ‘Parco Rizzuto’; • Località ‘Masseria Ninni’; • Località ‘Parco Tafuri’.

Le aree a rischio incendio di interfaccia, intendendosi per interfaccia urbano-rurale, quelle zone, aree o fasce, nelle quali l'interconnessione tra strutture antropiche ed aree naturali è molto stretta, vengono individuate prendendo in considerazione le zone abitate del centro urbano e prima periferia, nonchè tutti gli aggregati edilizi presenti sul territorio, mediante le metodologie di ricognizione e calcolo definite nel ‘Manuale operativo per la predisposizione di un piano comunale o intercomunale di protezione civile’. Attorno a tali aree vengono definite le fasce perimetrali (circa 200m) nelle quali si effettua lo studio della pericolosità dell’ambiente circostante in funzione dell’uso del suolo (Tav. n° 7, nella cartografia in allegato H: ‘Carta uso del suolo dell'intero territorio comunale’) e di una serie di parametri che tengono conto del tipo e diffusione della vegetazione, dell’andamento plano altimetrico del suolo, degli incendi storici e della classificazione AIB del comune, definendo quindi la pericolosità del suolo entro la fascia perimetrale (Tav n° 12 nella cartografia in allegato H:‘Rischio Incendio di Interfaccia - Carta della Pericolosità’).

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Nota degna di importanza è l’aspetto degli incendi storici, poiché fornisce l’informazione sulla probabilità che in una zona ci sia maggiore facilità che si inneschi un focolare di incendio, rispetto ad altre zone. Essi sono il parametro discriminante che permette di passare da un livello medio ad un livello alto di pericolosità. Per ogni interfaccia, viene definita la vulnerabilità agli incendi degli edifici in essa presenti. Tale parametro tiene conto della sensibilità dell’esposto, dei materiali da costruzione e della presenza delle vie di fuga (Tav n° 13 nella cartografia in allegato H: ‘Rischio Incendio di Interfaccia - Carta della Vulnerabilità’).

Fig. n° 15 – Stralcio planimetrico della Carta del Rischio incendio di interfaccia

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La combinazione dei due parametri definisce per ogni fascia di interfaccia (circa 25 m attorno all’interfaccia propriamente detta), il valore del rischio di incendio (vedi Tav n° 14 nella cartografia in allegato H: ‘Rischio Incendio di Interfaccia - Carta del Rischio’).

Da tale studio possiamo individuare come le aree a maggior rischio di incendio di interfaccia siano le seguenti:

• Area in prossimità della ‘Gravina di Laterza’ (dal ponte Pineta comunale fino alla zona Depuratore/O.S.M.A.I.R.M.); • Area in prossimità della località ‘Masseria Ninni’ (tra via per Castellaneta e via per Santeramo);

Per il resto del territorio comunale, vanno considerate le aziende agricole, di allevamenti e di abitazioni residenziali, che si trovano nelle aree individuate e riportate nella specifica cartografia Tav. n° 14: ‘Rischio Incendio di Interfaccia - Carta del Rischio’ e Tav. n° 14 bis: Rischio Incendio di Interfaccia - Carta del Rischio (ortofoto)’.

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Rischio sociologico

Il presente scenario di rischio nasce dal verificarsi di situazioni in cui si hanno grandi assembramenti di persone in concomitanza di eventi di varia natura derivanti dalla vita sociale che attirano folle per un limitato periodo di tempo in ambiti territoriali circoscritti (manifestazioni sportive, spettacoli in piazza, feste patronali, fiere o mercati rionali), ma anche in presenza di luoghi, che per loro funzione, hanno una grande presenza di persone (luoghi di aggregazione di varia natura: campi sportivi, scuole, uffici pubblici, ecc.). Si tratta in generale di eventi largamente prevedibili e comunque gestiti dall’uomo nella loro totale evoluzione. In ogni singola manifestazione risulta determinante l’aspetto organizzativo ed in questo tipo di scenari riveste molta importanza il numero delle persone presenti, l’estensione e la durata dell’assembramento.

Possiamo distinguere fondamentalmente due tipi di situazioni:

- Situazione ad accumulo quando in un’area definita il numero dei presenti raggiunge il suo massimo dopo una fase iniziale di accumulo progressivo e limitato nel tempo (ad esempio, l'afflusso di spettatori ad una festa padronale), rimane costante per un periodo di tempo definito, per diminuire con andamento inverso alla fase di accumulo (deflusso degli spettatori).

- Situazione dinamica quando il numero dei presenti varia per il continuo sommarsi e sottrarsi di persone in entrata e in uscita (ad esempio, il flusso di clienti di un supermercato).

Dato che non è possibile prevedere quando si verificherà l’evento di rischio, tranne nel caso di un evento meteorologico, si rende necessario programmare con anticipo lo svolgimento delle manifestazioni in termini di sicurezza e prevenzione, ed il suo svolgimento va costantemente monitorato per ottimizzare la tempestività dell'intervento di soccorso in caso di necessità.

Tra le misure di prevenzione che si suggerisce di adottare, va innanzitutto inserito un numero massimo di presenze compatibili e, di conseguenza, il controllo degli accessi per accertare il numero di arrivi ed eventualmente bloccare ulteriori afflussi, provvedendo anche all'informazione preventiva dei partecipanti sulle misure di sicurezza e autoprotezione da adottare in caso di emergenza (percorsi per raggiungere il luogo dell’evento e vie di fuga). 131 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Ulteriori misure di prevenzione che vengono suggerite riguardano i luoghi in cui si svolgono attività a grande richiamo di pubblico, i quali dovrebbero essere dotati di segnaletica di emergenza (anche provvisoria) indicante le vie di fuga e, qualora l'evento si svolga in orari notturni, anche di illuminazione di emergenza.

Lo scenario di riferimento considera l’accadimento di un qualsiasi evento che renda necessario adottare misure di rapido sgombero dell'area interessata e di contenimento del panico.

I possibili danni attesi sono: possibili decessi e pericolo per l’incolumità delle persone nel corso della fuga, stato di shock e irascibilità a causa della perdita/smarrimento di persone care, ricadute psicologiche per i soggetti più deboli tra le categorie a rischio (bambini, cardiopatici, anziani ecc..), danni agli edifici di rilevanza storica e/o artistica.

Nel caso particolare del Comune di Laterza, sono stati presi in considerazione i seguenti scenari di rischio sociologico:

• Mercato Settimanale; • Fiere feste religiose; • Manifestazioni culturali e popolari (spettacoli che si svolgono in piazza V. Emanuele); • Processioni delle principali feste religiose:

- Maria S.S.ma Mater Domini - S.S. Medici Cosma e Damiano - Maria S.S.ma del Carmine - Madonna delle Grazie

Come riportato nelle tavv. n° 21 e n° 22 degli allegati cartografici al presente piano, vengono individuate le aree interessate dalla presenza delle persone, nelle quali adottare le misure preventive di salvaguardia della popolazione coinvolta.

Tra le misure da mettere in atto vengono individuate le seguenti operazioni:

• Posizionare le transenne per il blocco del traffico veicolare nelle aree interessate dalla presenza di persone; • Posizionare i divieti di sosta per rendere fruibile ai mezzi di soccorso un possibile percorso per il raggiungimento delle aree di interesse; 132 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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• Posizionare i presidi medici ambulatoriali che devono essere presenti in postazioni fisse nei pressi dell’assembramento; • Indicare le aree di attesa per la popolazione coinvolta; • Indicare le vie di esodo per il raggiungimento delle aree di attesa per la popolazione; • Indicare i percorsi alternativi per il traffico veicolare per l’ingresso ed uscita dal centro urbano. Bisogna sottolineare che nel caso si presentano altri scenari di rischio similari a quelli summenzionati, devono essere adottati analoghi provvedimenti e misure preventive di salvaguardia della popolazione ivi presente.

Fig. n° 16 – Stralcio planimetrico percorsi processioni delle principali feste religiose

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Rischio ondate di calore

Tale evento si sta manifestando, nelle stagioni estive, con sempre maggiore frequenza, tanto da essere costantemente attivo il sistema di allarme, per la prevenzione degli effetti delle ondate di calore sulla salute in diverse località. Lo stesso Ministero della Salute ha emanato le "Linee Guida per preparare piani di sorveglianza e risposta verso gli effetti sulla salute di ondate di calore anomalo" e la Prefettura di Taranto (U.T.G.), unitariamente alla A.S.L. TA/1 di competenza territoriale, invia ai Sindaci costantemente gli indirizzi operativi e le modalità per fronteggiare tale evento. Le persone più esposte a questo tipo di rischio sono le persone non autosufficienti, gli anziani con età superiore ai 65 anni e tutti i soggetti che si trovano in una delle seguenti situazioni:

• Soggetti con patologie croniche (cardiaca, polmonare, mentale, motoria, diabete ecc.); • I neonati e i bambini piccoli; • Chi vive solo; • In un’abitazione piccola e/o priva di condizionamento d’aria • Con un basso livello socio-economico.

Come si evince dal punto A.1.4 - Popolazione, considerando solo gli ultraottantenni, Laterza ha un numero di circa 1.000 persone a rischio, alle quali vanno sommate le persone non autosufficienti e tutti i caso particolari come su menzionato. Possiamo quindi capire come tale scenario di rischio possa facilmente diventare di vasto impatto sulla popolazione. Il caldo diventa pericoloso se:

• La temperatura esterna supera i 32 – 35 ° C; • Il valore di umidità relativa sale eccessivamente; • La temperatura in casa è superiore a quella esterna (ambienti poco ventilati, tetti e solai).

I rischi derivanti dall’eccessivo caldo sono principalmente:

- Calore eccessivo che più causare edemi da calore, caratterizzati da senso di pesantezza e gonfiore agli arti inferiori; - Colpo di sole può causare febbre, aumento della frequenza cardiaca (tachicardia) e della frequenza respiratoria (tachipnea). Il soggetto può subire uno shock e perdere coscienza.

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Rischio siccità - interruzione erogazione idrica

Tale evento può accadere in particolare nella stagione estiva, a causa della mancanza di piogge che porta ad un calo della disponibilità idrica nei principali bacini di approvvigionamento dell’Acquedotto Pugliese (A.Q.P.), ma anche a causa di guasti alla rete di distribuzione idrica, oppure ad un eventuale inquinamento dei serbatoi di accumulo e/o trattamento delle acque.

Al verificarsi di una delle precedenti situazioni, si avrebbe l’interruzione del servizio di distribuzione dell’acqua con gravi disagi e danni a tutta la popolazione, alle aziende agricole zootecniche ed alle industrie. Per tale evenienze l’Acquedotto Pugliese (A.Q.P.), è convenzionato con ditte che garantiscono l’approvvigionamento idrico sia per la popolazione, sia per le aziende zootecniche ed industrie.

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Rischio rifiuti urbani

Questo evento si rende ormai necessario, a causa delle continue problematiche che si stanno verificando nelle regioni limitrofe (vedi Campania) ed anche in alcuni comuni della nostra regione (vedi Foggia), di interruzione del servizio di raccolta dei rifiuti urbani. Tale situazione si può verificare per varie cause, che vanno dallo sciopero degli operatori addetti alla raccolta rifiuti, fino alla situazione derivante come riflesso da cause più gravi che possono portare al blocco ed isolamento del centro urbano, vedi blocco della discarica di riferimento, nevicate, disastri idrogeologici e qualsiasi situazione che possa portare al blocco delle vie di comunicazione, con conseguente isolamento del centro urbano. Le conseguenze di tale rischio si ribaltano direttamente su problematiche igienico-sanitarie e quindi di salute pubblica. Non da meno vanno considerati possibili danni derivanti da fenomeni di vandalismo, tipo incendi dei cassonetti e dei cumuli di rifiuti abbandonati, che portano a seri problemi non solo di incendi, ma anche di salute pubblica.

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Rischio incidenti stradali e trasporti

Bisogna mettere in evidenza che di norma l’incidente stradale può comportare l’intervento congiunto di personale sanitario, Vigili del Fuoco, Forze dell’Ordine, ecc… senza che per questo l’evento rientri nell’ambito della protezione civile. Può accadere però che l’incidente abbia caratteristiche tali (ad es. numero di persone e/o di veicoli coinvolti, condizioni ambientali, ecc…), da rendere necessaria l’attivazione di particolari procedure, proprie del sistema di protezione civile, in quanto può essere un rischio per il resto della popolazione e per l’ambiente circostante.

La pericolosità di un incidente stradale che coinvolge sostanze pericolose, può essere assimilata, come gravità e danno alle persone, a quelli generati da impianti chimici o, più generalmente, da insediamenti industriali a rischio. Le aree interessate dal presente rischio, sono costituite dalle fasce di territorio a destra e a sinistra dei tratti di strada interessati da traffico di vettori di sostanze pericolose.

Lo scenario di rischio non è di univoca determinazione a causa delle elevate variabili in gioco (località, tipo di trasporto, presenza o meno di sostanze pericolose e loro tipologia, condizioni meteorologiche, presenza di falde acquifere, popolazione presente etc.). Per tale motivo ci si deve limitare a descrivere le principali caratteristiche in termini di causa/effetto, che caratterizzano lo scenario dell’incidente e che possono aiutare ad impostare l’intervento di protezione civile.

Le cause o concause di incidenti possono essere originate da:

• Fattori meteorologici; • Fattori antropici; • Avarie tecniche o di manutenzione dei veicoli o delle strade.

I possibili effetti sul territorio di un incidente stradale sono:

• Interruzione della viabilità pubblica; • Fuoriuscita di sostanza pericolose; • Formazione di nube tossica; • Rischio di contaminazione idrica; • Esplosioni e/o incendi.

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Per il trasporto stradale è in vigore l’Accordo Europeo sul trasporto internazionale di merci pericolose su strade (A.D.R. - Accord europeen relatif au transport international des merchandises Dangereuses par Route). E’ previsto un metodo codificato di identificazione delle sostanze pericolose viaggianti su strada (Codice Kemler) mediante l’apposizione sui veicoli di pannelli di colore arancio, suddivisi in due riquadri: il superiore riporta il cosiddetto N.I.P. (Numero Identificazione Pericolo) o Kemler, identificante, con la prima cifra, il tipo di pericolosità principale della sostanza contenuta (così come indicato nell’A.D.R.), e con la seconda cifra l’eventuale pericolosità "secondaria" ("0" nel caso non esista un pericolo secondario); nel riquadro inferiore è riportato il cosiddetto N.I.M., o numero O.N.U., che identifica la sostanza trasportata.

In una classificazione delle sostanze pericolose trasportate sono individuati 4 macrosettori:

• Prodotti chimici, includendo anche gli esplosivi; • G.P.L.; • Fitofarmaci; • Carburanti liquidi (benzina, gasolio, oli combustibili).

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CODICE KEMLER

Accordo Europeo relativo al Trasporto Internazionale di Merci Pericolose su Strada

Rappresenta un metodo codificato di identificazione delle sostanze pericolose viaggianti su strada o ferrovia. Le indicazioni fornite riguardano: dannosità alla salute del soccorritore, equipaggiamento minimo consigliato per la protezione dei soccorritori; precauzioni da prendere in attesa dei Vigili del Fuoco. Ai sensi dei Decreti Ministeriali 25/2/’86 e 21/3/86 la codifica delle materie pericolose è riportata su un pannello arancione (30 X 40 cm) apposto su cisterne e contenitori trasportati su strada.

Su tali mezzi vengono collocati due tipi di cartelli segnaletici ovvero:

Pannello dei codici di pericolo Etichetta romboidale di pericolo

Cosa fare in caso di incidente

• Non avvicinarsi • Allontanare i curiosi • Portarsi, rispetto al carro o alla cisterna, sopravvento • Non fumare • Non provocare fiamme né scintille • Non toccare l'eventuale prodotto fuoriuscito • Non portare alla bocca mani o oggetti "contaminati" • Non camminare nelle pozze del prodotto liquido disperso • Contattare subito il 115 (Vigili del Fuoco)

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Pannello dei codici di pericolo

Il pannello dei codici di pericolo è di colore arancio ed ha forma rettangolare.

Codice di pericolo

Codice della materia (numero O.N.U.)

Al suo interno riporta due numeri:

1. Il codice di pericolo

E' riportato nella parte superiore ed è formato da due o tre cifre:

• La prima cifra indica il pericolo principale. • La seconda e terza cifra indica il pericolo accessorio.

2. Il codice della materia (numero O.N.U.)

E' riportato nella parte inferiore ed è formato da quattro cifre.

Significato dei codici di pericolo

Pericolo principale Pericolo accessorio

Pericolo principale

2 - Gas 3 - Liquido infiammabile 4 - Solido infiammabile 5 - Comburente 6 - Tossico 7 - Radioattivo 8 - Corrosivo 9 - Pericolo di reazione violenta spontanea

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Pericolo accessorio

1 - Esplosione 2 - Emanazione gas 3 - Infiammabile 5 - Comburente 6 - Tossico 8 - Corrosivo 9 - Reazione violenta (decomposizione spontanea)

Note:

• Quando il pericolo può essere sufficientemente indicato da una sola cifra, essa è seguita da uno zero; • Le prime due cifre uguali indicano un rafforzamento del pericolo principale • La seconda e terza cifra uguali indicano un rafforzamento del pericolo accessorio • La X davanti al codice di pericolo indica il divieto di utilizzare l'acqua in caso di incidente, salvo il caso di autorizzazione contraria da parte degli esperti

Casi particolari:

22 - Gas fortemente refrigerato

44 - Materia infiammabile che, a temperatura elevata, si trova allo stato fuso

90 - Materie pericolose diverse

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Il numero O.N.U.

Codice della materia (numero O.N.U.)

N. Descrizione N. Descrizione 1001 Acetilene 1223 Kerosene 1005 Ammoniaca anidra 1230 Alcool metilico 1011 Butano 1267 Petrolio 1016 Ossido di carbonio 1268 Olio lubrificanti motori 1017 Cloro 1381 Fosforo 1027 Ciclopropano 1402 Carburo di calcio 1028 Freon 12 1428 Sodio 1038 Etilene 1547 Anilina 1040 Ossido di etilene 1613 Acido cianidrico 1045 Fluoro 1654 Nicotina 1049 Idrogeno 1680 Cianuro 1050 Acido cloridrico 1710 Potassio trielina 1053 Acido solfidrico 1779 Acido formico 1072 Ossigeno 1791 Ipoclorito di sodio 1075 GPL 1805 Acido fosforico 1076 Fosgene 1823 Soda caustica 1079 Anidride solforosa 1869 Magnesio 1089 Acetaldeide 1888 Cloroformio 1090 Acetone 1971 Metano 1114 Benzolo 2015 Acqua ossigenata 1134 Clorobenzene 2209 Formaldeide 1170 Alcool etilico 2304 Naftalina 1202 Gasolio 2761 DDT 1203 Benzina 9109 Solfato di rame

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Collocazione dei cartelli di pericolo sui mezzi di trasporto

Di seguito vengono indicate le posizioni dei cartelli di pericolo sui mezzi di trasporto. Questa posizione è determinata dalle norme A.D.R. e valgono anche per i containers.

Cisterna montata su semirimorchio trasportante un'unica materia prima.

Cisterna a comparti separati montata su motrice semirimorchio, trasportante nei vari comparti differenti materie pericolose. Cisterna montata su semirimorchio trasportante un'unica materia prima.

Cisterna a comparti separati montata su motrice o semirimorchio, trasportante nei vari comparti differenti materie pericolose.

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Cartello romboidale di pericolo esposto sui veicoli da trasporto merci

D.P.R. 895 del 20/11/79 - Appendice A.9 (G.U. n. 120 del 3/5/1980 – S.O.)

Esplosivi

Esplodibili

Gas non tossici non infiammabili

Infiammabili (Gas o Liquidi)

Infiammabili (Solidi)

Accensione spontanea

Sviluppo di gas infiammabili a contatto con l'acqua

Comburenti (favoriscono l'incendio)

Tossici

Nocivi

Corrosivi

Radioattivi

Materie pericolose diverse

Rifiuti speciali tossici nocivi

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Rischio blackout

Il termine inglese “Black-out”, ormai molto utilizzato nella lingua italiana, si usa per indicare un'interruzione temporanea di energia elettrica in un determinato territorio. Lo stesso termine è adottato dagli organi di stampa per descrivere l’esteso o non pianificato disservizio della rete elettrica.

Come è noto, la grande industrializzazione della società moderna è basata su un perfetto funzionamento delle reti e dei servizi tecnologici, risultando, pertanto, molto vulnerabile in caso di loro inefficienza o interruzione, con particolare riferimento proprio al settore energetico. Infatti, un'interruzione prolungata della fornitura di energia elettrica, in assenza di generatori di emergenza, provoca la paralisi: ascensori e impianti di riscaldamento bloccati, catena del freddo in tilt (freezer, frigo, condizionatori), difficoltà nelle comunicazioni telefoniche, mezzi di comunicazione di massa (televisioni e radio) solo parzialmente in funzione, computers non utilizzabili, impianti di sicurezza non disponibili, notti buie nelle strade e nelle case, viabilità in tilt a causa del mancato funzionamento della segnaletica luminosa, distributori di carburante fermi, interruzione della rete idrica distributiva ed altro. Tutto ciò comporta l’insorgere di rallentamenti e l’interruzione delle attività economiche e, nei casi più gravi, elevati rischi per la sicurezza pubblica e per le situazioni di utilizzo di apparecchi elettromedicali salvavita.

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Rischio incidenti su rete distribuzione gas (metanodotti)

Sul territorio comunale è presente una linea principale di trasporto del metano nella zona nord a circa 3 Km, con direttrice est-ovest, ed una linea secondaria ad ovest a circa 1,3 Km con direttrice nord-sud. Su quest’ultima e presente una stazione di controllo in località ‘Difesa Murge’ in prossimità della S.P. n° 17 a circa 2 Km (vedi Tav. 4 – ‘Carta di sintesi delle infrastrutture viarie e strategiche e degli elementi sensibili di tutto il territorio comunale’ nella cartografia in allegato H). Dalla centrale metano si dirama inoltre una linea di adduzione al centro urbano lungo la via per Santeramo fino all’ingresso del paese dove inizia la rete di distribuzione locale. Sulla rete di distribuzione cittadina sono inoltre presenti delle cabine di riduzione di pressione e monitoraggio della rete, che contrariamente alla rete di distribuzione che è completamente interrata, sono esterne e quindi rappresentano una fonte di rischio più alta.

I rischi connessi alla presenza di una rete di distribuzione gas sono principalmente: incendio, esplosione di grande entità, emissione di gas. Tali rischi o eventi sono dovuti a sviluppi incontrollati che si verificano in condizioni non prevedibili e che danno luogo ad un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l’ambiente, all’interno o all’esterno di abitazioni o edifici. Vanno inoltre considerati anche le situazioni di interruzione dell’erogazione conseguente a guasti di varia natura con conseguente, specialmente in periodo invernale, di fermo degli impianti di riscaldamento.

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Rischio sanitario

In questa tipologia di rischio vengono fatte rientrare le problematiche conseguenti alla trasmissione di malattie infettive e diffusive nella popolazione umana e animale, parliamo quindi di epidemie.

- Epidemie umane:

• Rischio dell’insorgenza di epidemie (tifo, paratifo, salmonellosi, ecc...), che trovano veicolo di trasmissione nell’acqua e negli alimenti, a causa di una riduzione o alterazione temporanea delle condizioni igienico – sanitarie, dovute a contaminazione accidentale delle acque della rete di distribuzione idrica cittadina (eventi alluvionali con contaminazione di suolo e/o acqua da parte di fanghi infetti o comunque inquinati); • Distribuzione accidentale e/o dolosa di alimenti contaminati; • Riduzione delle condizioni igieniche, conseguente alla mancanza di raccolta rifiuti; • Contagio derivate da persone che per vari motivi (turistici, lavorativo, ecc.) si recano in zone affette da malattie a carattere epidemico.

Nota: Trattandosi di una problematica che supera le competenze comunali in materia è necessario far riferimento alle strutture sanitarie territorialmente competenti.

- Epidemie animali:

Per quanto riguarda l’ambito animale, assume rilevanza di protezione civile l’ipotesi dell’insorgenza di focolai epidemici di malattie inserite nella lista “A” dell’Organizzazione Internazionale Epizoozie (afta epizootica, pesti suine, influenza aviaria, ecc...), a motivo delle complesse problematiche di tipo igienico-sanitarie ed economico che ne derivano.

Le eventuali procedure operative devono essere sempre coordinate dal Servizio Veterinario dell’ASL TA/1 territorialmente competente.

Inoltre, risulta anche importante predisporre di specifici piani di evacuazione, qualora strutture zootecniche vengano coinvolte da eventi calamitosi (incendi, allagamenti, terremoti, ecc...), garantendo il mantenimento di condizioni igienico-sanitarie adeguate nei luoghi di accoglienza degli animali.

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Una risorsa specifica per la custodia temporanea di animali domestici è assicurata dal canile comunale ubicato in località ‘Difesella’ in agro di Laterza.

I summenzionati piani di evacuazione, coordinati dal Comune di Laterza, dovranno vedere il coinvolgimento delle Associazioni di Categoria e del Servizio Veterinario dell’ASL TA/1 territorialmente competente. Infine, sarebbe opportuno aggiornare annualmente i dati relativi agli allevamenti zootecnici presenti sul territorio comunale

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Rischio incidenti vari (evento qualsiasi)

Rappresentano quegli eventi imprevedibili, di qualsiasi natura, che possono accadere in qualsiasi istante, per cui la modalità di intervento deve decidersi al momento.

Possiamo distinguere fondamentalmente due categorie di eventi vari:

• Eventi in cui la popolazione non viene coinvolta

In generale tali eventi si verificano in occasione di caduta di alberi e rami, crolli di carichi sospesi, allagamenti per occlusione di caditoie, ecc., ecc..;

• Eventi in cui la popolazione viene coinvolta

Tali eventi si possono riferire a modesti allagamenti di garage e scantinati, per difficoltà di captazione del reticolo superficiale, a persone disperse e non da ultimo a cadute di persona in ‘Gravina’, evento storicamente riscontratosi nel territorio comunale. Per questi eventi non è possibile, ai fini della determinazione degli scenari predefiniti, effettuare un calcolo della popolazione e degli elementi vulnerabili esposti.

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A.3 - Aree di emergenza

Le aree d’emergenza sono gli spazi e le strutture destinate ad accogliere la popolazione e ad ospitare i se rvizi essenziali, in c aso di accadimento dell'evento calamitoso. Tali aree possono avere caratteristiche polifunzionali, in modo da svolgere una funzione ordinaria quale ad esempio: mercato settimanale, attività fieristiche o sportive ed altre secondo le esigenze del comune; ciò garantisce la continua manutenzione e, in caso di emergenza, il rapido utilizzo per l'accoglienza della popolazione e/o l'ammassamento delle risorse necessarie al soccorso ed al superamento dell'emergenza. Tali aree si distinguono in:

Aree di attesa

Sono i luoghi di prima accoglienza ed assistenza per la popolazione, nel periodo immediatamente successivo all'evento, ove vengono date le prime informazioni ed i primi generi di conforto, in attesa dell’allestimento delle aree di ricovero. Si possono utilizzare piazze, slarghi, parcheggi, spazi pubblici o privati ritenuti idonei e non soggetti a rischio evitando cioè: aree alluvionali, aree in prossimità di versanti instabili, di crollo di strutture attigue, incendi boschivi, ecc., facilmente raggiungibili attraverso percorsi sicuri. Il numero delle aree da scegliere è funzione del numero degli abitanti e della capacità ricettiva degli spazi disponibili. Vengono segnalati in verde sulla cartografia e indicati con segnaletica adeguata sul territorio.

Aree di accoglienza

Sono i l uoghi di sicurezza, in cui possono essere allestiti i primi insediamenti abitativi, tendopoli, roulottopoli, moduli prefabbricati, container, ecc., o le strutture, ove alloggiare temporaneamente la popolazione coinvolta nella catastrofe.

Vengono indicate in rosso sulla cartografia e indicati con segnaletica adeguata sul territorio.

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Possiamo distinguere tre tipi di aree:

• Strutture esistenti: sono tutte quelle strutture pubbliche e/o private in grado di soddisfare esigenze di alloggiamento della popolazione (alberghi, centri sportivi, strutture militari, scuole, campeggi ecc.). La permanenza in queste strutture è temporanea (qualche giorno o alcune settimane) ed è finalizzata al rientro della popolazione nelle proprie abitazioni, alla sistemazione in affitto e/o assegnazione di altre abitazioni, alla realizzazione e allestimento di insediamenti abitativi di emergenza.

• Tendopoli: questa sistemazione pur non essendo la più confortevole delle soluzioni per la collocazione dei senza tetto, viene, comunque, imposta dai tempi stretti dell'emergenza come la migliore e più veloce risposta: la permanenza in queste aree non può superare i 2-3 mesi.

• Insediamenti abitativi di emergenza: (prefabbricati e/o sistemi modulari): questa soluzione alloggiativa, in caso dovesse perdurare il periodo di crisi, è la successiva sistemazione dei senza tetto dopo il passaggio nelle strutture esistenti e tendopoli.

Aree di ammassamento

Sono centri di raccolta di uomini e mezzi, per il soccorso della popolazione; tali aree sono individuate fuori dal centro abitato, per essere facilmente raggiungibili, anche da mezzi di grosse dimensioni.

Si devono individuare aree non soggette a rischio evitando cioè aree: soggette ad alluvioni, in prossimità di versanti instabili, adiacenti a strutture a rischio di crollo, a rischio incendi boschivi, ecc., possibilmente ubicate nelle vicinanze infrastrutture per l'approvvigionamento di risorse idriche, elettriche e per lo smaltimento di acque reflue.

Vengono segnalati in giallo sulla cartografia e indicati con segnaletica adeguata sul territorio.

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All’interno del territorio comunale sono state individuate le aree più idonee a svolgere questi compiti, in funzione della loro ubicazione e dimensione. Nella Fig. n° 17 di seguito riportata e nella Tav. n° 10 nella cartografia in allegato H, sono riportate l’ubicazione delle Aree di Attesa, delle Aree di Accoglienza (Ricoveri e Tendopoli) e dell’Area di Ammassamento individuate.

Fig. n° 17 – Stralcio planimetrico delle aree di emergenza del territorio comunale

Invece nella Tav. n° 10 bis (Carta delle aree di attesa e dei settori territoriali afferenti) nella cartografia in allegato H, sono riportate l’ubicazione delle aree di attesa e vengono specificati i ‘settori’ del territorio urbano alla cui popolazione sono destinate. La loro scelta è stata effettuata tenendo conto della disponibilità di aree adeguate sul territorio e attorno ad esse sono stati costruiti i relativi settori. 152

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A.3.1 - Aree di attesa della popolazione

Nel territorio comunale, sono state identificate le seguenti aree di attesa:

Denominazione Superficie Ubicazione Coordinate Area di attesa (mq) Centro sportivo (ex campo di calcio) 40°37'53.5249" A01 8784 16°47'53.9514" Slargo tra via C. Battisti e via G. Dalla 40°37'48.4219" A02 503 Chiesa 16°48'01.0238" Piazzette antistante scuola 'A. Diaz' 40°37'40.9821" A03 1231 16°47'53.4543" Slargo antistante Uff. Postale e scuola 40°37'35.0695" A04 2535 'Dante A.' 16°48'05.1582" Piazzale Saragat 40°37'26.8893" A05 734 16°47'56.0103" Piazza V. Emanuele 40°37'26.8893" A06 4520 16°47'56.0103" Largo Fiera antistante 'G. Marconi' 40°37'36.6895" A07 3036 16°47'41.8744" Slargo tra via Papa Paolo I e via Papa G. 40°37'53.6810" A08 960 XXIII 16°47'42.1670" Porzione Nord di viale Europa 40°37'56.5300" A09 2399 16°47'30.3600" Slargo di via E. Fermi 40°37'40.5603" A10 905 16°47'32.1940" Piazza Risorgimento 40°37'33.4196" A11 616 16°47'37.7475" Slargo Chiesa S. Maria la Grande via De 40°37'27.0339" A12 646 Deo 16°47'44.6915" Piazzale antistante Santuario Mater 40°37'25.8799" A13 680 Domini 16°47'34.7291" Piazzetta e slarghi lungo via Settembrini 40°38'02.6368" A14 2165 16°48'07.8738" Fine via della Conciliazione angolo via 40°37'47.6750" A15 279 Pacinotti 16°48'21.5110" Zona P.I.P. incrocio via caduti di Nassiria- 40°38'06.1941" A16 743 via V. Larizza 16°48'31.1388" Via Pineta Comunale area ex maneggio 40°38'06.0797" A17 8829 16°49'02.1110" Slargo laterale inizio ponte via Selva S. 40°37'20.8464" A18 3613 Vito 16°48'11.5204" Slargo rotatoria c/o Penny Market/via C. 40°37'13.2374" A19 956 Colombo 16°47'43.9964" Cortile interno Liceo 'G. B. Vico' 40°37'04.1778" A20 4200 16°47'46.5279" Slarghi lungo via Convento Cappuccini 40°37'01.4757" A21 6318 (c/o OSMAIRM) 16°48'01.6554" 153

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AREA DI ATTESA A01 - Centro sportivo (ex campo di calcio)

Denominazione Centro sportivo (ex campo di calcio) Ubicazione Via Papa Giovanni II Coordinate 33N 652084.403633 m E 4499409.71044 m N Latitudine 40°37'53.5249" Longitudine 16°47'53.9514" Strade afferenti l’area di riferimento Via Carlo Del Prete (Da via Carducci in poi) Via L. Ariosto Via D'Annunzio (Da via Puccini a via Roma) Via Madre T. Di Calcutta Via Enrico De Nicola Via Parini Via G. Verga Via Pier Paolo Pasolini Via Giacomo Matteotti (Da via Carducci in poi) Via Puccini (Da via D’Annunzio in poi) Via Giovanni Paisiello Via Roma (Da via D’Annunzio a via Alfieri) Via Goldoni Via Senatore Ruffilli Via Papa G. II Via Vittorio Alfieri Via N. Macchiavelli Via Monte Sabotino (Da via D’Annunzio a via Papa G. II) Via M. Buonarroti (Da via Parini a via Verga)

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AREA DI ATTESA A02 - Slargo tra via C. Battisti e via G. Dalla Chiesa

Denominazione Slargo tra via C. Battisti e via G. Dalla Chiesa Ubicazione Via G. dalla Chiesa Coordinate 33N 652253.776998 m E 4499255.75151 m N Latitudine 40°37'48.4219" Longitudine 16°48'01.0238" Strade afferenti l’area di riferimento Via Bozzi A. Via Sciesa Via Aldo Moro Via Don P. Tamborrino Via Della Liberta' (da via G. Dalla Chiesa a via Ferraris) Via Torricelli Via G. Rodari Via Generale Dalla Chiesa Via Martiri Delle Foibe Via Nazario Sauro (da via A. Moro a via G. Dalla Chiesa) Via P. Nenni Via B. Croce (da via A. Moro a via Sciesa)

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AREA DI ATTESA A03 - Piazzette antistante scuola 'A. Diaz'

Denominazione Piazzette antistante scuola 'A. Diaz' Ubicazione Via Roma Coordinate 33N 652080.633094 m E 4499022.69714 m N Latitudine 40°37'40.9821" Longitudine 16°47'53.4543" Strade afferenti l’area di riferimento Via Alcide De Gasperi Via Armando Diaz (da via Roma a via D. D’Aosta) Via C. Del Prete (da via E. Toti a via G. Carducci) Via Cesare Battisti (da via Virgilio a via A. Moro) Via Cadorna (da via C. del Prete a via Roma) Via Carducci (da via Matteotti a via Roma) Via Col di Lana (da via C. del Prete a via Roma) Via Dogali (da via Matteotti a via Roma) Via Enrico Toti (da via Matteotti a via Roma) Via G. Gonzaga (da via Matteotti a via Roma) Via G. Matteotti (da via E. Toti a via G. Carducci) Via Giovanni Pascoli Via Giuseppe Mazzini (da via Matteotti a via Roma) Via Gorizia (da via Virgilio a via V. Veneto) Via Magenta (da via P. Pia a via Cormons) Via Melegnano Via Milano Via M. Sabotino (da via Cormons a via D’Annunzio) Via Monte San Michele Via Nazario Sauro (da via T. Natile a via A. Moro) Via Oscar Romero Via Oslavia Via Piave (da via Roma a via M. Ortigara) Via Porta Pia (da via Matteotti a via Roma) Via Roma (da via P. Pia a via A. Moro) Via Solferino Via Tenente G. Natile (da via Roma a via D. D’Aosta) Via Trento (da via Virgilio a via V. Veneto) Via Trieste (da via Virgilio a via V. Veneto) Via Vittorio Veneto (da via Roma a via M. Ortigara) Via Virgilio (da via Roma a via D. D’Aosta) Via Cormons (da via Matteotti a via Roma)

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AREA DI ATTESA A04 – Slargo antistante Uff. Postale e scuola ‘Dante A.’

Denominazione Slargo antistante Uff. Postale e scuola ‘Dante A.’ Ubicazione Via Salvo D’acquisto Coordinate 33N 652359.338761 m E 4498845.99934 m N Latitudine 40°37'35.0695" Longitudine 16°48'05.1582" Strade afferenti l’area di riferimento Via A. Diaz (da via D. D’Aosta a via S. F. D’Assisi) Via B. Croce (da via Virgilio a via A. Moro) Via Duca D'aosta Via E. T. Moneta (da via Pirandello a via Da Vinci) Via Gioacchino Rossini Via Giotto (da via Pirandello a via D’Acquisto) Via Grotte Giammaria Via G. Oberdan (da via D.D’Aosta a via S. F. D’Assisi) Via Leonardo Da Vinci Via L. Pirandello Via Salvo D'acquisto Via San F. D'assisi (da via Pirandello a via A. Moro) Via San Giovanni Bosco Via T. G. Natile (da via D.D’Aosta a via S. F. D’Assisi) Via Vincenzo Monti Via Virgilio (da via M. Ortigara a via S. F. D’Assisi) Via V. Veneto (da via M. Ortigara a via S. F. D’Assisi)

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AREA DI ATTESA A05 - Piazzale Saragat

Denominazione Piazzale Saragat Ubicazione Piazzale Saragat Coordinate 33N 652207.236926 m E 4498755.18124 m N Latitudine 40°37'26.8893" Longitudine 16°47'56.0103" Strade afferenti l’area di riferimento Via Costantinopoli Via E. T. Moneta (da via Moneta a via S. S. Vito) Via Giannone (da via Cavour a piazzale Saragat) Via Giotto (da via Moneta a via G. Deledda) Via Gorizia (da via V. Veneto a piazzale Saragat) Via G. Deledda Via Monte Santo (via Trieste a via S. F. D’Assisi) Via Sagrado (via Trieste a via S. F. D’Assisi) Via San F. D'assisi (da via Pirandello a piazzale Saragat) Via S. S. Vito (da p.le Saragat al ponte via S. S. Vito) Via Trieste (da via V. Veneto a piazzale Saragat)

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AREA DI ATTESA A06 - Piazza V. Emanuele

Denominazione Piazza V. Emanuele Ubicazione Piazza V. Emanuele Coordinate 33N 652149.571499 m E 4498589.35313 m N Latitudine 40°37'26.8893" Longitudine 16°47'56.0103" Strade afferenti l’area di riferimento Largo Marco Polo Piazza Plebiscito Via Ettore Majorana Piazza Vittorio Emanuele Via Alezzo Via Galilei Via Amerigo Vespucci Via Asilo Via Fontana Via Bersagliere Via Campanile Via Giambattista Vico Via Carmine Via Cavour Via Giannone (da via Cavour a via Roma) Via Chiesa Via C. Colombo (da via Dante al Ponte C. C.) Via Gittarola Via Duca Degli Abruzzi Via Duca Di Genova Via Giardino Via Italo Balbo Via Maddalena Via Marco Minghetti Via Marina Via Mesola Via M. Santo (da via Trieste a via Roma) Via Monte Cappuccio Via Monte San Gabriele Via Monte Scarati Via Nicola Perrone Via Orologio Via Sagrado (da via Trieste a via Roma) Via Ospedale Via Perez Navarrete Via San Carlo Via Roma (da via Porta Pia a via Dante) Via Ruota Proietti Via Santo Spirito Via Vittoria Via Trento Vico Chiesa Vico Como Vico Marina Vico Secondo Vado Le Sete Vico Primo Fornaci Vico San Carlo Vico Vittoria Vico Secondo Fornaci Vico Vado Le Sete

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AREA DI ATTESA A07 - Largo Fiera antistante 'G. Marconi'

Denominazione Largo Fiera antistante 'G. Marconi' Ubicazione Largo Fiera Coordinate 33N 651811.274996 m E 4498884.77211 m N Latitudine 40°37'36.6895" Longitudine 16°47'41.8744" Strade afferenti l’area di riferimento Via A. Volta (da via Aquileia a via Manzoni) Via L. Galli (da via Volta a Largo Fiera) Via Taranto Via G. Gonzaga (da via Matteotti a via Kennedy) Via Mancini Via C. Del Prete (da via Toti a via Cormons) Via Dei Mille Via Dante A. (da via Lecce a via G. B. Vico) Via Puccini (da via Toti a via Manzoni) Via Palestro Via Dogali (da via Solferino a Largo Fiera) Via G. Garibaldi Via Brescia Via E. Toti (da via Matteotti a via Kennedy) Via G. Verdi (da via Toti a via Manzoni) Via G. Matteotti (da via E. Toti a via Cormons) Via Leopardi (da via Toti a via Manzoni) Via Mazzini (da via Solferino a Largo Fiera) Via Manzoni Via Bari (da via Brescia a Largo Fiera) Via M. Faiti (da via Brescia a Largo Fiera) Via Cormons (da via Matteotti a via J.F.K.) Via U. Foscolo Via Mameli (da via Volta a via M. Faiti) Vico Garibaldi Via Don L. Sturzo (da via Puccini a via Leopardi) Via Principe Amedeo Via Umberto I (da via Lecce a via G.B.Vico) Via Lecce Via Papa Giovanni XXIII (da via Toti a via Cormons) Via Umberto Via Marconi (da via Mameli a via Manzoni) Via Tripoli Via Porta Pia (da via Solforino a via Lecce) Via Libertini

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AREA DI ATTESA A08 - Slargo tra via Papa Paolo I e via Papa G. XXIII

Denominazione Slargo tra via Papa Paolo I e via Papa G. XXIII Ubicazione Via Papa Paolo I Coordinate 33N 651807.456297 m E 4499408.86829 m N Latitudine 40°37'53.6810" Longitudine 16°47'42.1670" Strade afferenti l’area di riferimento Via Antonio Gramsci Via M. Luther King Via Carducci (da via Papa G. XXIII a via C. Del Prete) Via G. Papini Via D'annunzio (da via M. Buonarroti a via Puccini) Via Papa Pio XII Via J. F. Kennedy (da via Papa G. P. I a via M.L.King) Via Turati Via Papa G. XXIII (da via Papa Paolo VI a via Papa Paolo I) Via Papa G. Paolo I Via Col Di Lana (da via Papa G. XXIII a via Del Prete) Via Papa Paolo VI (da via P.Giovanni XXIII a via Del Prete) Via Puccini (da via E. Toti a via G. D’Annunzio) Via M. Buonarroti (da via Cadorna a via Pasolini) Via Cadorna (da via Papa G. XXIII a via Del Prete) Via Leopardi (da via E. Toti a via Carducci)

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AREA DI ATTESA A09 - Porzione Nord di viale Europa

Denominazione Porzione Nord di viale Europa Ubicazione viale Europa Coordinate 33N 651807.456297 m E 4499408.86829 m N Latitudine 40°37'56.5300" Longitudine 16°47'30.3600" Strade afferenti l’area di riferimento Via Abruzzo Via Cadorna (da v.le Europa a via Papa G. XXIII) Via Col Di Lana (da via Papa G. XXIII a v.le Europa) Via E. De Amicis Via Emilia Romagna Via F.lli Calabria Via F. De Andrè Via G. L. Bernini Via Papa Paolo VI (da via Papa G. XXIII a v.le Europa) Via Giuseppe Russi Via J. F. Kennedy (da via Papa G. Paolo I a via E. Toti) Via Lazio Via Lombardia Via M. D'azeglio Via Martiri Di Via Fani Via Matera (da via Molise alla prima periferia) Via Molise Via G. Falcone Via Papa G. XXIII (da via E. Toti a via Carducci) Via Piemonte Via Papa Pio XII (da v.le Europa a via Papa G. XXIII) Via Sardegna Via Puglia Via Umbria Via Toscana Via Veneto Via Valle D'aosta Viale Europa (da via E. Toti a via G. Russi)

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AREA DI ATTESA A10 - Slargo di via E. Fermi

Denominazione Slargo di via E. Fermi Ubicazione via E. Fermi Coordinate 33N 651581.404229 m E 4498999.49602 m N Latitudine 40°37'40.5603" Longitudine 16°47'32.1940" Strade afferenti l’area di riferimento Via Della Pace (da via M. Rombon fino al Cimitero) Via Emanuele Filiberto Via Enrico Fermi Via Enrico Toti (da via Kennedy a v.le Europa) Via Generale Gonzaga (da via Kennedy a v.le Europa) Via G. Di Vittorio Via J. F. Kennedy (da via E. Toti a via Filiberto) Via Matera (da via Molise a via Volta) Via Ugo La Malfa Viale Europa (da via E. Toti a via Matera) Via Monte Grappa Via Di Vittorio

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AREA DI ATTESA A11 - Piazza Risorgimento

Denominazione Piazza Risorgimento Ubicazione Piazza Risorgimento Coordinate 33N 651716.37119 m E 4498781.96139 m N Latitudine 40°37'33.4196" Longitudine 16°47'37.7475" Strade afferenti l’area di riferimento Piazza Risorgimento Via Aquileia Via Bainsizza Via Dalmazia Via Corte Moscati Via Della Pace (da via Rombon a p.za Risorgimento) Via Dante A. (da via Lecce a P.za Risorgimento) Via Fiume (da via Rombon a via Matera) Via Doberdò Via Hermada Via Foggia Via Isanzio Via Marconi (da via Marconi a via Matera) Via Tagliamento Via Monte Faiti (da via Marconi via Matera) Via Matera (da via Volta a p.za Risorgimento) Via Monte Rombon Via Mater Domini (da via S.Caterina a p.za Risorgimento) Via Ovile Via XX Settembre Via Ronchi Via Bari (da via Matera a via Brescia) Via Carrera Via Carnia (da via Matera a via Mameli) Via Brindisi Via Volta (da via Matera a via Mameli) Via Tria Vico Doberdò Via Monte Cucola Via Cava di Seltz Via Dell’Aquila

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AREA DI ATTESA A12 - Slargo Chiesa S. Maria la Grande via De Deo

Denominazione Slargo Chiesa S. Maria la Grande via De Deo Ubicazione via De Deo Coordinate 33N 651883.538279 m E 4498588.38003 m N Latitudine 40°37'27.0339" Longitudine 16°47'44.6915" Strade afferenti l’area di riferimento Via Abazia Via De Deo Via Madonna La Grande Via Sicilia

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AREA DI ATTESA A13 - Piazzale antistante Santuario Mater Domini

Denominazione Piazzale antistante Santuario Mater Domini Ubicazione via Montrone Coordinate 33N 651650.192015 m E 4498548.02128 m N Latitudine 40°37'25.8799" Longitudine 16°47'34.7291" Strade afferenti l’area di riferimento Case Sparse Verdazzi Via Carso Via Basilicata Via G. Montrone Via Aborigeni (da via Concerie a via Di Vittorio) Via Magellano Via Concerie (da via Aborigeni al ponte via Colombo) Via Montenero Via Doberdo' ( da via Aborigeni a via C. Di Seltz) Via Raffaello Sanzio Via Lama Via Zara Via Mater Domini (da via Aborigeni a via S. Caterina) Vico Leone Via Montello Via Redipuglia Via Crispi Via Verdazzi Via Petrarca

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AREA DI ATTESA A14 - Piazzetta e slarghi lungo via Settembrini

Denominazione Piazzetta e slarghi lungo via Settembrini Ubicazione via Settembrini Coordinate 33N 652405.725008 m E 4499697.38234 m N Latitudine 40°38'02.6368" Longitudine 16°48'07.8738" Strade afferenti l’area di riferimento Via De Pretis Via Della Conciliazione (da via Castellaneta a via della Libertà) Via Della Repubblica Via G. Amendola Via Galilei Ferraris Via L. Galvani Via L. Settembrini Via Meucci Via Santo Annibale Maria Di Francia Via S. Pellico Via Unità D'Italia

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AREA DI ATTESA A15 - Fine via della Conciliazione angolo via Pacinotti

Denominazione Fine via della Conciliazione angolo via Pacinotti Ubicazione via della Conciliazione Coordinate 33N 652735.564018 m E 4499242.58548 m N Latitudine 40°37'47.6750" Longitudine 16°48'21.5110" Strade afferenti l’area di riferimento Via Della Conciliazione (da via Della Libertà a verso via Pacinotti) Via Della Libertà (da via Ferraris a via Della Conciliazione) Via E. Berlinguer Via Pacinotti

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AREA DI ATTESA A16 - Zona P.I.P. incrocio via caduti di Nassiria-via V. Larizza

Denominazione Zona P.I.P. incrocio via caduti di Nassiria-via V. Larizza Ubicazione Via caduti di Nassiria Coordinate 33N 652950.012968 m E 4499818.29598 m N Latitudine 40°38'06.1941" Longitudine 16°48'31.1388" Strade afferenti l’area di riferimento Via Della Resistenza Via Picasso Via Delle Nazioni Unite Via S. Fitto Via Don Eustachio Montemurro Via Caduti di Nassyria Via Pitagora Via della Maiolica Via Unita' D'italia Via Y. Rabin Via Vito Larizza

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AREA DI ATTESA A17 - Via Pineta Comunale area ex maneggio

Denominazione Via Pineta Comunale area ex maneggio Ubicazione Via Pineta Coordinate 33N 653677.674953 m E 4499829.7635 m N Latitudine 40°38'06.0797" Longitudine 16°49'02.1110" Strade afferenti l’area di riferimento Via Pineta

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AREA DI ATTESA A18 - Slargo laterale inizio ponte via Selva S. Vito

Denominazione Slargo laterale inizio ponte via Selva S. Vito Ubicazione via Selva S. Vito Coordinate 33N 652517.809328 m E 4498410.47548 m N Latitudine 40°37'20.8464" Longitudine 16°48'11.5204" Strade afferenti l’area di riferimento Case Sparse Selva San Vito Contrada Selva S.Vito I Parallela Via A. Aleardi Via Archita Via Selva S. Vito Via F.lli De Battista Via Laerte Via Luciano Lama Via Romita Via S. Quasimodo Via Sandro Pertini Via Selva San Vito Via Socrate Via T. Campanella Via Ulisse Strada Comunale 49

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AREA DI ATTESA A19 - Slargo rotatoria c/o Penny market via C. Colombo

Denominazione Slargo rotatoria c/o Penny market via C. Colombo Ubicazione Via C. Colombo Coordinate 33N 651875.888732 m E 4498162.61439 m N Latitudine 40°37'13.2374" Longitudine 16°47'43.9964" Strade afferenti l’area di riferimento Case Sparse San Falco Case Sparse San Pietro Via S.S. 580 Km.1 Via Convento dei Cappuccini (da via Borsellino al rudere dell’ex Chiesa) Via Giuseppe Impastato Via Michele Giannico Via San Falco

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AREA DI ATTESA A20 - Cortile interno liceo 'G. B. Vico'

Denominazione Cortile interno Liceo 'G. B. Vico' Ubicazione S.P. ex S.S. n° 580 Coordinate 33N 651941.076295 m E 4497884.46465 m N Latitudine 40°37'04.1778" Longitudine 16°47'46.5279" Strade afferenti l’area di riferimento Liceo 'G.B. Vico'

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AREA DI ATTESA A21 - Slarghi lungo via Convento Cappuccini (c/o OSMAIRM)

Denominazione Slarghi lungo via Convento Cappuccini (c/o OSMAIRM) Ubicazione Via Convento Cappuccini Coordinate 33N 652298.24235 m E 4497808.40762 m N Latitudine 40°37'01.4757" Longitudine 16°48'01.6554" Strade afferenti l’area di riferimento: Via Convento dei Cappuccini (da via Borsellino al rudere dell’ex Chiesa) Via Paolo Borsellino Centro Riabilitazione OSMAIRM Via Martiri di Tienamen

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A.3.2 – Aree di accoglienza della popolazione

Le aree di accoglienza costituite da strutture esistenti sono state individuate tra le palestre delle scuole, le strutture ricettive private e le chiese di recente costruzione, presenti sul territorio. Di seguito l’elenco delle strutture da adibirsi ad Aree di Ricovero:

Denominazione Superficie Ubicazione Coordinate aree di ricovero (mq) Palestra 'Michelangelo' 40°37'29.4220" R01 872 16°48'01.4304" Palestra 'A. Dante' 40°37'35.7663" R02 420 16°48'09.2164" Palestra 'A. Diaz' 40°37'40.2118" R03 411 16°47'56.4235" Palestra 'G. Marconi' 40°37'38.1462" R04 355 16°47'39.9606" Palestra liceo 'G. B. Vico' 40°37'04.8485" R05 514 16°47'45.6746" Scuola 'C. Collodi' 40°37'51.5611" R06 2.243 16°47'43.1829" Scuola 'G. Rodari' 40°37'38.3359" R07 1.909 16°47'31.8048" Liceo artistico/Istituto d'Arte 'G. B. 40°37'59.7610" R08 2.210 Vico' 16°48'15.6957" Tensostruttura 'M. Corrado' (c/o liceo 40°37'03.3946" R09 567 'G. B. Vico') 16°47'44.9708" Tenuta dell'Aquila 40°37'17.1236" R10 3.459 16°46'54.6957" Sala ricevimenti 'Villa dei Principi' 40°36'46.7849" R11 14.215 16°47'05.0360" B & B 'Il Melograno' 40°37'26.0075" R12 1.465 16°47'27.7232" B & B 'Mater Domini' 40°37'21.3488" R13 153 16°47'32.3795" B & B 'Iris' 40°37'29.0001" R14 196 16°47'49.6472" B & B 'Nonna Maria' 40°37'23.5386" R15 124 16°47'51.8479" B & B 'Masseria Cappotto' 40°35'56.4970" R16 1.615 16°47'51.5756" Agriturismo 'Sierro lo Greco' 40°36'11.2046" R17 978 16°47'08.5609" Chiesa dello Spirito Santo e Oratorio 40°37'52.3134" R18 3.186 16°47'29.9185" Chiesa Santa Croce 40°37'41.3191" R19 990 16°47'51.9271" Casa del Pellegrino 40°37'28.0364" R20 - 16°47'33.6395" 175

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Le Aree di Accoglienza ove saranno installati i primi insediamenti abitativi, tendopoli e/o roulettopoli sono state individuate nei seguenti siti:

Denominazione Superficie Tendopoli e/o Ubicazione Coordinate (mq) roulettopoli 40°37'38.4391" T01 6.657 Slargo antistante il cimitero 16°47'21.0637" 40°37'13.3225" T02 1.170 Parcheggio sala ricevimenti 'Raphael' 16°47'24.7889" 40°37'55.8254" T03 6.791 Slargo fine viale Europa 16°47'31.1661" 40°37'15.5336" T04 3.688 Parcheggio Tenuta dell'Aquila 16°46'56.8128" 40°37'09.3348" T05 9.232 Zona parcheggio Oasi 'Lipu' 16°48'33.3733"

Per le aree sprovviste di servizi, o comunque insufficienti per il numero di persone ospitate, si dovrà provvedere immediatamente all'installazione di bagni chimici e di cisterne di acqua se necessario.

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AREA DI ACCOGLIENZA R01 - Palestra 'Michelangelo'

Denominazione Edificio: Palestra scuola I° grado 'Michelangelo' Ubicazione: Via Selva S. Vito Coordinate: 33N 652275.319402 mE 4498670.05758 mN Latitudine: 40°37'29.4220" Longitudine: 16°48'01.4304" Detentore della Risorsa: Comune di Laterza Recapito: Scuola Michelangelo 099/8216947 Comune di Laterza 099/8297911

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq) 600 ca

Capacità posti letto 170 ca

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

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AREA DI ACCOGLIENZA R02 - Palestra 'A. Dante'

Denominazione Edificio: Palestra Scuola di I° grado 'Dante' Ubicazione: Via Leonarda Da Vinci Coordinate: 33N 652454.245327 mE 4498869.43875 mN Latitudine: 40°37'35.7663" Longitudine: 16°48'09.2164" Detentore della Risorsa: Comune di Laterza Recapito: Scuola Dante 099/8218031 Comune di Laterza 099/8297911

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq) 400 ca

Capacità posti letto 110 ca

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

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AREA DI ACCOGLIENZA R03 - Palestra 'A. Diaz'

Denominazione Edificio: Palestra Scuola Primaria e Infanzia 'A. Diaz' Ubicazione: Via Roma n° 59 Coordinate: 33N 652150.876676 mE 4499000.36860 mN Latitudine: 40°37'40.2118" Longitudine: 16°47'56.4235" Detentore della Risorsa: Comune di Laterza Recapito: Scuola Diaz 099/8216127 Comune di Laterza 099/8297911

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq) 400 ca

Capacità posti letto 110 ca

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

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AREA DI ACCOGLIENZA R04 - Palestra G. Marconi'

Denominazione Edificio: Palestra Scuola Primaria 'Marconi' Ubicazione: Via Largo Fiera Coordinate: 33N 651765.392984 mE 4498928.77281 mN Latitudine: 40°37'38.1462" Longitudine: 16°47'39.9606" Detentore della Risorsa: Comune di Laterza Recapito: Scuola Marconi 099/8296230 Comune di Laterza 099/8297911

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq) 300 ca

Capacità posti letto 85 ca

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

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AREA DI ACCOGLIENZA R05 - Palestra liceo 'G. B. Vico'

Denominazione Edificio: Palestra Liceo Statale 'G. B. Vico' Ubicazione: S.P. ex S.S. n° 580 via per Ginosa Coordinate: 33N 651920.603076 mE 4497904.73622 mN Latitudine: 40°37'04.8485" Longitudine: 16°47'45.6746" Detentore della Risorsa: Comune di Laterza Recapito: Liceo ‘G. B. Vico’ 099/8216271 Comune di Laterza 099/8297911

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq) 450 ca

Capacità posti letto 125 ca

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

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AREA DI ACCOGLIENZA R06 - Scuola 'C. Collodi'

Denominazione Edificio: Scuola Infanzia 'Collodi' Ubicazione: Via M. Buonarroti Coordinate: 33N 651832.657741 mE 4499343.98346 mN Latitudine: 40°37'51.5611" Longitudine: 16°47'43.1829" Detentore della Risorsa: Comune di Laterza Recapito: Scuola 'Collodi' 099/8296527 Comune di Laterza 099/8297911

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq) 800 ca 1.000 ca

Capacità posti letto 200 ca

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

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AREA DI ACCOGLIENZA R07 - Scuola 'G. Rodari'

Denominazione Edificio: Scuola Infanzia 'Rodari' Ubicazione: Via U. La Malfa Coordinate: 33N 651573.658363 mE 4498930.71569 mN Latitudine: 40°37'38.3359" Longitudine: 16°47'31.8048" Detentore della Risorsa: Comune di Laterza Recapito: Scuola 'Rodari' 099/8216678 Comune di Laterza 099/8297911

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq) 450 ca

Capacità posti letto 120 ca

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

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AREA DI ACCOGLIENZA R08 - Liceo artistico/Istituto d'Arte 'G. B. Vico'

Denominazione Edificio: Liceo Artistico / Istituto d'Arte 'G. B. Vico' Ubicazione: Via della Conciliazione n° 26 Coordinate: 33N 652591.297600 mE 4499612.47073 mN Latitudine: 40°37'59.7610" Longitudine: 16°48'15.6957" Detentore della Risorsa: Comune di Laterza Recapito: Liceo Artistico 099/8216132 Comune di Laterza 099/8297911

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq) 800 ca 1.400 ca

Capacità posti letto 200 ca

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

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AREA DI ACCOGLIENZA R09 - Tensostruttura 'M. Corrado' (C/o Liceo 'G. B. Vico')

Denominazione Edificio: Tensostruttura 'Mauro Corrado' Ubicazione: S.P. ex S.S. n° 580 via per Ginosa (presso Liceo ‘G. B. Vico’) Coordinate: 33N 651904.981286 mE 4497859.56691 mN Latitudine: 40°37'03.3946" Longitudine: 16°47'44.9708" Detentore della Risorsa: Comune di Laterza Recapito: Liceo ‘G. B. Vico’ 099/8216271 Comune di Laterza 099/8297911

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq) 550 ca

Capacità posti letto 150 ca

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X 185

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AREA DI ACCOGLIENZA R10 - Tenuta dell'Aquila

Denominazione Edificio: Tenuta dell'Aquila Ubicazione: Via S. Falco Coordinate: 33N 650715.052731 mE 4498258.89807 mN Latitudine: 40°37'17.1236" Longitudine: 16°46'54.6957" Detentore della Risorsa: Privato Recapito: 099/8296842 349/4505548

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq)

Capacità posti letto 8/10 ca

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

186

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AREA DI ACCOGLIENZA R11 - Sala ricevimenti 'Villa dei Principi'

Denominazione Edificio: Sala ricevimenti 'Villa dei Principi' Ubicazione: Località Parco Rizzuto sn - EX S.S. 580 Km 1 Coordinate: 33N 650976.989059 mE 4497328.29100 mN Latitudine: 40°36'46.7849" Longitudine: 16°47'05.0360" Detentore della Risorsa: Privato Recapito: tel: 099/8218283 fax: 099/8218283

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq)

Capacità posti letto 10/12 ca

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

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AREA DI ACCOGLIENZA R12 - B & B 'Il Melograno'

Denominazione Edificio: B & B 'Il Melograno' Ubicazione: Via Via Verdazzi n. 13 Coordinate: 33N 651485.504326 mE 4498548.60203 mN Latitudine: 40°37'26.0075" Longitudine: 16°47'27.7232" Detentore della Risorsa: Privato Recapito: 334/8694520

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq)

Capacità posti letto 8/10 ca

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

188

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AREA DI ACCOGLIENZA R13 - B & B 'Mater Domini'

Denominazione Edificio: B & B 'Mater Domini' Ubicazione: Via Giuseppe Montrone n° 6/a Coordinate: 33N 651597.832373 mE 4498407.17356 mN Latitudine: 40°37'21.3488" Longitudine: 16°47'32.3795" Detentore della Risorsa: Privato Recapito: 349/4276664

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq)

Capacità posti letto 6/8 ca

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

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AREA DI ACCOGLIENZA R14 - B & B 'Iris'

Denominazione Edificio: B & B 'Iris' Ubicazione: Via Cristoforo Colombo, 8 Coordinate: 33N 651998.735847 mE 4498651.38861 mN Latitudine: 40°37'29.0001" Longitudine: 16°47'49.6472" Detentore della Risorsa: Privato Recapito: tel: 099/8218256 fax: 099/9871453

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq)

Capacità posti letto 6/8 ca

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

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AREA DI ACCOGLIENZA R15 - B & B 'Nonna Maria'

Denominazione Edificio: B & B 'Nonna Maria' Ubicazione: Via Asilo, 56 Coordinate: 33N 652053.884630 mE 4498484.03323 mN Latitudine: 40°37'23.5386" Longitudine: 16°47'51.8479" Detentore della Risorsa: Privato Recapito: tel: 339/6812424 fax: 099/8297566

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq)

Capacità posti letto 4/6 ca

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

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AREA DI ACCOGLIENZA R16 - B & B 'Masseria Cappotto'

Denominazione Edificio: B & B ‘Masseria Cappotto’ Ubicazione: S.P. n° 8 - km 2,7 Coordinate: 33N 652102.319811 mE 4495799.86609 mN Latitudine: 40°35'56.4970" Longitudine: 16°47'51.5756" Detentore della Risorsa: Privato Recapito: 099/8296600

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq)

Capacità posti letto 6 ca

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

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AREA DI ACCOGLIENZA R17 - Agriturismo 'Sierro lo Greco'

Denominazione Edificio: Agriturismo 'Sierro lo Greco' Ubicazione: S.P. ex S.S.n° 580 Km 2,5 Coordinate: 33N 651082.087387 mE 4496232.81181 mN Latitudine: 40°36'11.2046" Longitudine: 16°47'08.5609" Detentore della Risorsa: Privato Recapito: 338/4527592

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq)

Capacità posti letto 6/8 ca

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

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AREA DI ACCOGLIENZA R18 - Chiesa dello Spirito Santo e Oratorio

Denominazione Edificio: Chiesa dello Spirito Santo e Oratorio Ubicazione: Via B. Powell Coordinate: 33N 651520.562453 mE 4499360.82832 mN Latitudine: 40°37'52.3134" Longitudine: 16°47'29.9185" Detentore della Risorsa: Recapito:

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq) 400 ca 800 ca

Capacità posti letto

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

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AREA DI ACCOGLIENZA R19 - Chiesa Santa Croce

Denominazione Edificio: Chiesa Santa Croce Ubicazione: Via Roma Coordinate: 33N 652044.540034 mE 4499032.35406 mN Latitudine: 40°37'41.3191" Longitudine: 16°47'51.9271" Detentore della Risorsa: Recapito: 099/826153

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq) 300 ca 120 ca

Capacità posti letto

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

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AREA DI ACCOGLIENZA R20 - Casa del Pellegrino

Denominazione Edificio: Casa del Pellegrino Ubicazione: Via Aborigeni n° 99 Coordinate: 33N 651623.236887 mE 4498613.99749 mN Latitudine: 40°37'28.0364" Longitudine: 16°47'33.6395" Detentore della Risorsa: Santuario ‘Mater Domini’ Recapito: Amministrazione Santuario ‘Mater Domini’ Referente: sig. BOZZA Angelo 347/4452252

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq) 120 ca -

Capacità posti letto 7 (foresteria) 34 (salone multimediale)

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

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AREA DI ACCOGLIENZA T01 - Slargo antistante il cimitero

Denominazione Edificio: Slargo antistante il cimitero Ubicazione: Via della Pace Coordinate: 33N 651321.238872 mE 4498928.76259 mN Latitudine: 40°37'38.4391" Longitudine: 16°47'21.0637" Detentore della Risorsa: Comune di Laterza Recapito: Comune di Laterza 099/8297911

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq) 6.657 ca

Capacità posti letto (tendopoli 220 ca completa di strade e servizi)

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

197

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AREA DI ACCOGLIENZA T02 - Parcheggio sala ricevimenti 'Raphael'

Denominazione Edificio: Parcheggio sala ricevimenti 'Raphael' Ubicazione: Via S. Falco Coordinate: 33N 651424.521944 mE 4498156.03939 mN Latitudine: 40°37'13.3225" Longitudine: 16°47'24.7889" Detentore della Risorsa: Privato Recapito: Sala Raphael: tel: 099/8218169 fax: 099/8299175

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq) 1.170 ca

Capacità posti letto (tendopoli 40 ca completa di strade e servizi)

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

198

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AREA DI ACCOGLIENZA T03 - Slargo fine viale Europa

Denominazione Edificio: Slargo fine viale Europa Ubicazione: Viale Europa Coordinate: 33N 651547.665108 mE 4499469.72399 mN Latitudine: 40°37'55.8254" Longitudine: 16°47'31.1661" Detentore della Risorsa: Privato Recapito:

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq) 6.791 ca

Capacità posti letto (tendopoli 220 ca completa di strade e servizi)

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

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AREA DI ACCOGLIENZA T04 - Parcheggio Tenuta dell'Aquila

Denominazione Edificio: Parcheggio Tenuta dell'Aquila Ubicazione: Via S. Falco Coordinate: 33N 650765.789281 mE 4498210.87550 mN Latitudine: 40°37'15.5336" Longitudine: 16°46'56.8128" Detentore della Risorsa: Privato Recapito: 099/8296842 349/4505548

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq) 3.688 ca

Capacità posti letto (tendopoli 120 ca completa di strade e servizi)

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

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AREA DI ACCOGLIENZA T05 - Zona parcheggio Oasi 'Lipu'

Denominazione Edificio: Zona parcheggio Oasi 'Lipu' Ubicazione: Via Selva S. Vito Coordinate: 33N 653038.568122 mE 4498066.04154 mN Latitudine: 40°37'09.3348" Longitudine: 16°48'33.3733" Detentore della Risorsa: Comune di Laterza Recapito: Comune di Laterza 099/8297911

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq) 9.232 ca

Capacità posti letto (tendopoli 250 ca completa di strade e servizi)

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

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Tabella delle correlazioni tra le Aree di Attesa e le Aree di Accoglienza (Ricoveri/Tendopoli)

Aree di Accoglienza - Ricoveri Tendopoli R01 R02 R03 R04 R05 R06 R07 R08 R09 R10 R11 R12 R13 R14 R15 R16 R17 R18 R19 R20 T01 T02 T03 T04 T05 Aree di Attesa Posti letto 170 110 110 85 125 200 120 200 150 10 12 10 8 8 6 6 8 114 85 41 220 40 220 120 250 Abitanti . A01 1084 x x A02 408 x x x A03 1600 x x x A04 1471 x x A05 504 x x A06 1486 x x(*) x(*) x A07 1830 x x A08 980 x x A09 1359 x x A10 485 x x A11 725 x x A12 172 x x(*) x(*) x A13 583 x x x x x x x x x x A14 400 x x A15 166 x x A16 230 x x A17 73 x x A18 326 x x A19 138 x x x x A20 (**) 820 x x xxxxx A21 436 x x x x

NOTE:

(*) Le Aree di Accoglienza R14, R15 potrebbero non essere utilizzabili in caso di sisma. (**) Per gli alunni del Liceo ‘G. B. Vico’ è necessario far riferimento alle zone di residenza per il ricongiungimento familiare.

N.B.: I DATI IN TABELLA COSTITUISCONO UNO SCHEMA DI BASE PER LA CORRELAZIONE TRA LE AREE DI ATTESA E LE AREE DI ACCOGLIENZA. SARÀ NECESSARIO PROCEDERE AD UNA VALUTAZIONE DI DETTAGLIO IN BASE ALLO SPECIFICO EVENTO DI EMERGENZA, VALUTANDO LA REALE DISPONIBILTÀ E FR UIBILITÀ DELLE AREE DI ATTESA E DELLE AREE DI ACCOGLIENZA IVI RIPORTATE.

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A.3.3 – Area di ammassamento dei soccorritori

L’Area di Ammassamento per i soccorritori individuata nel presente piano è ubicata presso lo Stadio Comunale ‘Madonna delle Grazie’ ed aree attigue, rappresentate da ampi parcheggi ed aree a verde. Essa è un’area risultata idonea per dimensione, ubicazione rispetto alle principali arterie stradali, assenza di rischi specifici e disponibilità di risorse idriche, elettriche e smaltimento acque reflue, per la presenza anche della fogna pluviale.

Superficie Denominazione Ubicazione Coordinate (mq) Stadio comunale 'Madonna delle Grazie' 40°38'37.4600" AM01 47.402 parcheggi ed aree adiacenti 16°47'32.5590"

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AREA DI AMMASSAMENTO AM01 - Stadio comunale 'Madonna delle Grazie' parcheggi ed aree adiacenti

Denominazione Edificio: Stadio comunale 'Madonna delle Grazie', parcheggi ed aree adiacenti Ubicazione: Via per Santeramo Coordinate: 33N 651554.223397 mE 4500754.24847 mN Latitudine: 40°38'37.4600" Longitudine: 16°47'32.5590" Detentore della Risorsa: Comune di Laterza Recapito: Comune di Laterza 099/8297911

Caratteristiche dell’area Superficie coperta (mq) Superficie esterna (mq) 1.400 aree adiacenti 14.800 interno stadio 21.000

Forniture e sottoservizi SI NO Energia elettrica: X Acqua potabile: X Gas: X Telefono: X

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Schema di allestimento tendopoli

Di seguito si riportano i criteri guida per la realizzazione di una tendopoli, trasmessi tramite la circolare del 22 Agosto 1995, dal Ministero dell’Interno – Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendi. Per ulteriori dettagli si rimanda al Manuale Tecnico per l’allestimento delle Aree di Ricovero per strutture prefabbricate di Protezione Civile, Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Protezione Civile.

Criteri generali di allestimento di un insediamento abitativo di emergenza:

• Lo spazio tra una tenda/piazzola, deve essere di almeno 1 metro, onde permettere il passaggio di un uomo, la pulizia ed il passaggio di eventuali tubazioni; • Il corridoio principale fra le tende deve essere almeno di due metri per permettere l’agevole movimentazione di merci;

Caratteristiche dei moduli tende:

• Ogni modulo è generalmente composto da 6 tende complete di picchetti, corde, ecc.; • Ciascuna tenda occupa una piazzola delle dimensioni di 5x6 metri.

Caratteristiche dei moduli di servizio:

• Sono realizzati con padiglioni (box) mobili per servizi igienici, costituiti con pannellature coibentate in lamiera zincata preverniciata a caldo e isolati con l’utilizzo di poliuretano espanso; • Ogni unità e suddivisa in due parti (uomini e donne), ciascuna fornita di 3 wc, 3 lavabi, 1 doccia; • Le dimensioni dei box sono: lunghezza 6.50 m, larghezza 2.70 m, altezza 2.50 m; • Per una tendopoli che debba ospitare 500 persone saranno necessarie almeno 10 unità di servizio.

Caratteristiche dell’intero modulo, comprensivo di tende e servizi:

• La distanza fra i moduli tenda e quelli destinati ai servizi non dovrebbe andare oltre i 50 metri; • Sarebbe preferibile che sia prevista una fascia di rispetto di almeno 2 metri attorno ai moduli di servizio ad uso esclusivamente pedonale.

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Caratteristiche degli impianti per il servizio mensa: • Il padiglione mensa si può realizzare con 2 tende delle dimensioni di 12x15 m ciascuna, disposte in posizione centrale rispetto al campo e affiancate da una cucina da campo.

Stima della popolazione ospitabile: • Una tenda contiene al massimo 6 posti letto, tuttavia difficilmente sarà occupata da sei persone, in quanto ogni tenda sarà assegnata ad un nucleo familiare con una media di 4/5 membri, ottenendo una possibilità di ricovero di 24/30 persone per ciascun modulo.

WC WC WC WC

WCWCWCWC

Mensa

Cucina Dispensa

Sicurezza Campo Parcheggi e Deposito Materiali

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A.3.4 - Cancelli stradali di ingresso-viabilità-eliporti

I cancelli stradali rappresentano i punti obbligati di passaggio, per ogni tipo di veicolo, i quali fungono anche da posti, ove deviare il traffico, per interruzione della direttrice di marcia. Essi devono essere presidiati da Agenti di Polizia Municipale e/o Carabinieri, coadiuvati eventualmente da personale del volontariato, Guardie Giurate.

Fig. n° 17 – Stralcio planimetrico con individuazione cancelli di accesso alle aree a rischio e percorsi per il raggiungimento area di ammassamento 207

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L’indicazione grafica dei cancelli è riportata nella Tav. 23, degli allegati cartografici (‘Individuazione cancelli di accesso alle aree a rischio e percorsi per il raggiungimento dell’area di ammassamento’), mentre di seguito vengono esplicitati:

• S.S. n° 7 – ‘Bradanico Salenina’ provenienza Castellaneta in corrispondenza dello svincolo Laterza-Ginosa; • S.S. n° 7 – ‘Bradanico-Salenina’ provenienza Matera in corrispondenza dello svincolo Laterza; • S.P. ex S.S. n° 580 – via per Ginosa in corrispondenza dello svincolo con la S.P. n° 8; • S.P. n° 19 – via per Santeramo in corrispondenza del bivio con la S.P. n° 17 via per Altamura; • S.P. n° 16 in corrispondenza dell’incrocio con via S. S Vito.

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Viabilità strategica

Sono i percorsi preferenziali, da usare per l’afflusso dei soccorritori e per il deflusso della popolazione dalle zone dell’emergenza; questi possono individuarsi nelle strade principali del centro urbano e del territorio comunale di cui alla relativa cartografia. La viabilità per l’afflusso dei soccorritori è riportata nella Tav. n° 23, negli Allegati Cartografici: ‘Individuazione cancelli di accesso alle aree a rischio e percorsi per il raggiungimento dell’area di ammassamento’. Tali percorsi sono concepiti in modo da evitare per quanto possibile l’attraverso del centro urbano, non potendo a priori sapere lo stato dei luoghi dopo un qualsiasi evento e non dovendo in alcun modo intralciare le operazioni già in corso.

Sono state inoltre previste delle transenne di blocco del traffico, per evitare l’accesso al centro urbano da vie secondarie, e dirottarlo verso i cancelli.

Zona atterraggio elicotteri (o elisuperfici)

Sono luoghi ove è possibile far atterrare e decollare elicotteri, che vengono usati in emergenza, per rendere immediato il soccorso alla popolazione coinvolta dalla calamità.

Le aree destinate all’atterraggio degli elicotteri di soccorso, sono state individuate in funzione delle esigenze previste a tale scopo. In particolare abbiamo le seguenti aree:

• Area limitrofa al campo sportivo ‘Madonna delle Grazie’, già area di ammassamento AM01; • Parcheggio ‘Penny Market’ (area privata), via S. Falco; • Slargo parte terminale di via Industrie Conte – Zona P.I.P. 209

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PARTE TERZA: SEZIONE B - LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE

I lineamenti della pianificazione sono gli obiettivi indispensabili che il Sindaco, in qualità di Autorità Comunale di Protezione Civile, deve conseguire, per fronteggiare una situazione di emergenza, nell'ambito della direzione unitaria dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione e garantire così, la prima risposta ordinata degli interventi, per la salvaguardia della popolazione e del territorio (art. 15 Legge n° 225/1992: “Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile”, modificato dal Decreto-Legge n° 59 del 15 maggio 2012, convertito in legge dalla Legge n° 100 del 12 luglio 2012: “Conversione in legge, con modificazioni, del, recante Disposizioni urgenti per il riordino della Protezione Civile”). La strategia operativa da adottare è funzione degli scenari di rischio considerati, dell'evoluzione in tempo reale dell'evento e della capacità di risposta all'emergenza, da parte della struttura comunale di Protezione Civile.

Si riportano, qui di seguito, gli obiettivi principali da conseguire, per garantire un’efficace gestione dell'emergenza:

B.1 Coordinamento operativo comunale B.2 Salvaguardia della popolazione B.3 Rapporti tra le Istituzioni locali per l’attività amministrativa e supporto all’attività di emergenza B.4 Informazione alla popolazione B.5 Salvaguardia delle strutture ed infrastrutture a rischio e sistema produttivo locale B.6 Ripristino della viabilità e dei trasporti – Controllo del traffico B.7 Funzionalità delle telecomunicazioni B.8 Ripristino dei servizi essenziali B.9 Censimento e salvaguardia dei Beni Culturali B.10 Modulistica per il censimento dei danni a persone e cose B.11 Relazione giornaliera dell’intervento B.12 Struttura dinamica del piano provinciale: aggiornamento dello scenario ed esercitazioni

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B.1 - Coordinamento Operativo Comunale (C.O.C.)

Il Sindaco è Autorità Comunale di Protezione Civile (art. 15 della Legge n° 225/1992: “Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile”, modificato dal Decreto-Legge n° 59 del 15 maggio 2012, convertito in legge dalla Legge n° 100 del 12 luglio 2012: “Conversione in legge, con modificazioni, del, recante Disposizioni urgenti per il riordino della Protezione Civile”).

Al verificarsi dell’emergenza assume la direzione dei servizi di emergenza che insistono sul territorio del Comune e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite. Egli si avvale del Centro Operativo Comunale (C.O.C.) per la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita. La sede del Centro Operativo Comunale (C.O.C.) è individuata presso la Casa Comunale ubicata in Piazza Plebiscito, negli uffici della Polizia Municipale. La sede alternativa-sostitutiva, in caso di necessità, è stata individuata presso la Cittadella della Cultura del Comune di Laterza.

Il Centro Operativo Comunale (C.O.C.) è l’organo collegiale, con compiti di supporto e decisionali, di cui il Sindaco si avvale per l’espletamento delle sue funzioni ed attribuzioni in materia di Protezione Civile. I collegamenti con la Regione, Provincia, Prefettura - U.T.G. di Taranto, con le componenti e strutture operative di Protezione Civile, ovvero Vigili del Fuoco, Corpo Forestale dello Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Polizia Provinciale, A.S.L. TA/1, Comuni limitrofi, con le associazioni di volontariato, avvengono attraverso i seguenti recapiti telefonici:

Recapiti telefonici Sindaco: 099/8297901 (Ufficio) 348/3020114 (Cellulare)

Tel. 099/8216014 Centro Operativo Comunale (C.O.C.), presso 099/8297946 Comando di Polizia Municipale Fax 099/8299105 Il fax è attivo h. 24 - non presidiato dalle h. 22.00 099/8296211 alle h. 7.30

Recapiti telefonici Coordinatore C.O.C. (Dott. Paolo LARIZZA): 099/8297946 (Ufficio) - 347/2652325(Cellulare) 211

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La struttura del Centro Operativo Comunale (C.O.C.), si configura secondo nove funzioni di supporto:

- F 1 - Tecnica e di Pianificazione - F 2 - Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria - F 3 - Volontariato - F 4 - Materiali e mezzi - F 5 - Servizi essenziali e attività scolastica - F 6 - Censimento danni a persone e cose - F 7 - Strutture operative locali - F 8 - Telecomunicazioni - F 9 - Assistenza alla popolazione

Ogni singola funzione ha un proprio responsabile (e sostituto) che in, “tempo di pace”, aggiornerà i dati relativi alla propria funzione e, in caso di emergenza, nell’ambito del territorio comunale, affiancherà il Sindaco nelle operazioni di soccorso. I responsabili delle funzioni, in caso di assenza e/o impedimento, sono surrogati da un loro sostituto. Per il Comune di Laterza, come da Decreto Sindacale n° 03 del 25/02/2013, i responsabili delle funzioni del Centro Operativo Comunale (C.O.C.) sono state individuate nelle seguenti persone:

FUNZIONE AUGUSTUS RESPONSABILE (O SOSTITUTO) RECAPITI F 1 – Funzione tecnica e di pianificazione Ing. Giuseppe CLEMENTE 347/6092079 (Arch. Cosimo Venneri) 339/5393663 F 2- Funzione Sanità, Assistenza Sanità: Dr. VENERE Domenico 335/1795176 Sociale e Veterinaria Veterinaria:Dr. TARQUINIO Cosimo 329/422969 F 3 - Volontariato Sig. Giovanni QUATRARO 349/6682361 (Sig. Arcangelo PERRONE) 335/70467983 F 4 - Materiali e mezzi Geom. Paolo PERRONE 339/8974617 (Dott. Raffaele FANELLI) 393/5039350 F 5 - Servizi essenziali e attività scolastica Geom. Giuseppe TUCCI 360/515959 (Geom. Arcangelo RUSSI) 329/0715902 F 6 - Censimento danni a persone e cose Arch. Cosimo VENNERI 339/5393663 (Geom. Giovanni ACQUASANTA) 335/6312982 F 7 - Strutture operative locali e viabilità Dott. Paolo LARIZZA 347/2652325 (M.M. Bartolomeo SCARATI - 347/2652386 M.O. Antonio RUSSO) 347/2652530 F 8 - Telecomunicazioni Dott.ssa DE VIETRO Adele 320/8593326 (Sig. Arcangelo PERRONE) 335/70467983 F 9 - Assistenza alla popolazione Dott. Arcangelo LAPOMARDA 338/6094395 (Dott.ssa Maria I. DE MEO) 328/6524873 212

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Per le Funzioni di Supporto è stabilito quanto segue:

Funzione Tecnica e di Pianificazione

Il referente mantiene e coordina tutti i rapporti tra le varie componenti scientifiche e tecniche, che svolgono attività sul territorio, cui è richiesta un’analisi conoscitiva dei rischi presenti sul territorio ed un’interpretazione dei dati relativi alle reti di monitoraggio. Di questa funzione fanno parte tecnici comunali, provinciali e regionali, i responsabili delle reti di monitoraggio locali, unità operative di gruppi nazionali, uffici periferici dei servizi tecnici nazionali, tecnici e professionisti locali. Il referente assolve a richieste di sopralluogo.

Funzione Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria

Il referente pianifica e gestisce tutte le problematiche relative agli aspetti socio-sanitari dell'emergenza, mantiene e coordina tutti i rapporti con i responsabili della sanità locale e le organizzazioni di volontariato che operano nel settore sanitario.

Funzione Volontariato

Il referente fornisce uomini, mezzi e materiali a supporto delle operazioni di soccorso ed assistenza, tiene e coordina tutti i rapporti tra le varie organizzazioni di volontariato presenti sul territorio, individua i compiti delle organizzazioni in relazione alla tipologia del rischio da affrontare, alla natura ed alla tipologia delle attività esplicate dall’organizzazione e dai mezzi a disposizione.

Funzione Materiali e Mezzi

Il referente tiene un database costantemente aggiornato delle risorse disponibili in situazioni di emergenza, attraverso il censimento dei materiali e mezzi presenti sul territorio comunale. Per ogni risorsa si deve prevedere il tipo di trasporto ed il tempo di arrivo nell’area di intervento. Nel caso in cui la richiesta di materiali e mezzi non possa essere fronteggiata a livello locale, il Sindaco rivolgerà richiesta al Prefetto.

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Funzione Servizi Essenziali ed Attività Scolastica

Il referente provvede ad immediati interventi sulla rete per garantirne l’efficienza anche in situazioni di emergenza, coordina i rappresentanti di tutti i servizi essenziali erogati sul territorio comunale e delle istituzioni scolastiche, monitorandone gli interventi.

Funzione Censimento Danni a Persone e Cose

Il referente fotografa la situazione determinatasi a seguito dell’evento calamitoso al fine di stabilire gli interventi d’emergenza. Il censimento dei danni deve essere riferito a persone, edifici pubblici e privati, edifici e beni monumentali, impianti industriali, servizi essenziali, attività produttive, opere di interesse culturale, infrastrutture pubbliche, agricoltura e zootecnia. Per il censimento di cui sopra il referente si avvale di personale dell’ufficio tecnico comunale, della provincia, del genio civile, di esperti del settore sanitario, industriale e commerciale, gruppi tecnici nazionali esperti nel settore della protezione civile. È altresì ipotizzabile l’impiego di squadre miste di tecnici del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, servizio Lavori Pubbici, Genio Civile o l’intervento della comunità scientifica, per le verifiche speditive di stabilità che dovranno essere effettuate in tempi necessariamente ristretti.

Funzione Strutture Operative Locali e Viabilità

Il referente coordina tutte le componenti locali istituzionalmente preposte alla viabilità, anche con funzioni di ausilio, ovvero polizia municipale, volontariato, guardie giurate, ecc.. Nell’emergenza si dovrà inibire il traffico nelle zone a rischio, veicolare i soccorsi e rifornimenti verso le aree di attesa e ricovero della popolazione e di ammassamento soccorritori e risorse.

Funzione Telecomunicazioni

Il referente deve predisporre, di concerto con i responsabili territoriali dei gestori di telefonia fissa e mobile, delle Poste Italiane S.p.a., del Ministero delle Comunicazioni, con le organizzazioni dei radioamatori locali, una rete di telecomunicazione non vulnerabile.

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Funzione Assistenza alla Popolazione

Il referente deve conoscere il patrimonio ricettivo locale ed avere un quadro completo ed aggiornato delle disponibilità di alloggiamento sul territorio comunale; deve coordinare il personale addetto alle aree di attesa e ricovero della popolazione e di ammassamento soccorritori e risorse. Ogni referente mantiene vivo e quindi efficace il P.C.P.C. attraverso il costante aggiornamento dei dati e delle procedure relative alla propria Funzione di Supporto. In caso di emergenza i singoli referenti assumono la veste di operatori specializzati nell'ambito della propria Funzione di Supporto. Tutte le Funzioni di Supporto all’occorrenza devono raccordarsi tra di loro.

B.2 - Salvaguardia della popolazione

Sistemi di allarme per la popolazione

Per avvertire la popolazione di un qualsiasi pericolo verranno usati i seguenti canali:

o Altoparlanti veicolari; o Sirene dei mezzi di soccorso e forze dell’ordine; o Campane delle chiese; o Tramite sms alla popolazione (in fase di definizione).

Attivazione del presidio territoriale

Il presidio territoriale, intendendosi il sistema di vigilanza sul territorio comunale, per garantire le attività di ricognizione e di sopralluogo delle aree esposte a rischio, viene attivato dal Sindaco ed è garantito dal personale dell’Ufficio di Protezione Civile Comunale (U.C.P.C.).

Il Comandante della P.M. ne indirizza la dislocazione e l’azione, provvedendo ad intensificarne l’attività, in caso di livelli elevati di criticità. In caso di necessità, viene immediatamente contattato il referente C.O.C. della Funzione di Supporto 1 - Tecnica e di Pianificazione, per le attività di sopralluogo e valutazione delle criticità delle aree soggette a rischio, dell'agibilità delle vie di fuga e della funzionalità delle aree di emergenza, al fine di consentire l’adozione delle conseguenti misure di salvaguardia, anche in raccordo con le strutture operative nazionali (Vigili del Fuoco, Corpo Forestale dello Stato, ecc.); a seguito dell'evento, il referente C.O.C. della Funzione di Supporto 1 - Tecnica e di Pianificazione provvede alla delimitazione dell'area interessata, alla valutazione del rischio residuo ed al censimento del danno. 215

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Censimento della popolazione

La struttura comunale di P.C. ogni semestre, aggiornerà il proprio database della popolazione. All’inizio di ogni stagione estiva ed invernale, i referenti C.O.C. delle Funzioni di Supporto 3 - Volontariato e 9 - Assistenza alla popolazione devono, di comune intesa, programmare il calendario dei turni per le associazioni di volontariato da attivarsi per l'assistenza agli anziani ed i non autosufficienti, per il rischio calore e rischio neve e/o ghiaccio; il database della popolazione non autosufficiente sarà aggiornato dalle Funzioni di Supporto 3 e 9, ogni semestre.

Aree di emergenza

Le aree di emergenza individuate di cui al punto A.3, devono essere immediatamente aggiornate ogni qualvolta si verifica un cambiamento e ne deve essere verificata almeno semestralmente la funzionalità.

Soccorso ed evacuazione della popolazione

Per gli eventi prevedibili, una volta raggiunta la fase di allarme, le misure di salvaguardia sono quelle dell’allontanamento della popolazione, dalla zona di pericolo, con priorità per le persone con ridotta autonomia, ovvero disabili, anziani, bambini; a tal fine devono essere continuamente aggiornate le procedure di cui al punto C.4.

B.3 - Rapporti con le istituzioni locali per l’attività amministrativa e supporto all’attività di emergenza

Tutti gli uffici comunali devono continuare a mantenere l’operatività amministrativa e provvedere, con immediatezza, ad assicurare i collegamenti fra gli uffici stessi; devono dare tutto il supporto richiesto al C.O.C. ed alla cittadinanza. In caso di inagibilità della sede municipale e della sede principale del C.O.C., la sede alternativa sarà ubicata presso la Cittadella della Cultura.

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B.4 - Informazione alla popolazione

Il Sindaco, quale Autorità Comunale di Protezione Civile ha il compito prioritario della salvaguardia della popolazione e della tutela del territorio comunale. L’art. 12 della Legge n° 265 del 3 agosto 1999 (“Disposizioni in materia di autonomia e ordinamento degli enti locali”), trasferisce al Sindaco le competenze del Prefetto in materia di informazione della popolazione su situazioni di pericolo per calamità naturali). Anche la legislazione in materia di rischio industriale (D.P.R. 175/’88; Legge 137/1997 e D.Lgs. 334/1999) sancisce l’obbligo per il Sindaco di informazione della popolazione. Comunicare, in questo specifico settore, deve significare soprattutto, creare un rapporto di fiducia fra chi deve gestire il rischio e chi vi è esposto. In sostanza occorre farlo in modo efficace: attraverso la comunicazione, il Sindaco ha il dovere di avere cura dell’interesse pubblico, deve essere in grado di ottenere dai cittadini, comportamenti collaborativi, per realizzare tale interesse. La comunicazione alla popolazione, sia in periodi di normalità (informazione preventiva), sia in situazioni di emergenza è estremamente importante, per sviluppare nella popolazione e nei media, la consapevolezza necessaria alla corretta applicazione delle regole e dei comportamenti suggeriti nel P.C.P.C.. Il sistema territoriale risulta essere più vulnerabile, rispetto ad un determinato evento, quanto più basso è il livello di conoscenza della popolazione, riguardo alla fenomenologia dell'evento stesso, al suo modo di manifestarsi ed alle azioni necessarie, per mitigarne gli effetti. L’informazione non dovrà limitarsi solo alla spiegazione scientifica, ma dovrà fornire indicazioni precise sui comportamenti da tenere dentro e fuori la propria abitazione o luogo di lavoro. Gli obiettivi fondamentali dell’attività di informazione che il Sindaco deve porsi, sono:

- informare i cittadini, sul sistema di Protezione Civile, riguardo la sua organizzazione e struttura; - informare i cittadini, riguardo agli eventi e alle situazioni di crisi, che possono insistere sul territorio comunale; - informare i cittadini, sui comportamenti da adottare, in caso di emergenza; la conoscenza dei fenomeni e i comportamenti da seguire e da non seguire in determinate situazioni di rischio, servono a radicare nella popolazione, una cultura del comportamento, che è indispensabile, in concomitanza con un evento di crisi; - informare e interagire con i media: è importante sviluppare un buon rapporto con la stampa, sempre e soprattutto, in tempo di normalità. 217

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Per quanto riguarda l'informazione in normalità è fondamentale che il cittadino delle zone direttamente o indirettamente interessate all'evento, conosca preventivamente:

- le caratteristiche essenziali di base del rischio, che insiste sul proprio territorio; - le disposizioni del P.C.P.C. nell'area in cui risiede; - come comportarsi prima, durante e dopo l'evento; - con quale mezzo ed in quale modo verranno diffuse informazioni ed allarmi.

Per la più importante e delicata fase dell'informazione in emergenza, si dovrà porre la massima attenzione, sulle modalità di diramazione e sui contenuti dei messaggi; questi dovranno chiarire principalmente:

- la fase in corso, attenzione, preallarme, allarme; - la spiegazione di cosa è successo, dove, quando e quali potrebbero essere gli sviluppi; - le strutture operative di soccorso impiegate e cosa stanno facendo; - i comportamenti di autoprotezione per la popolazione.

Il contenuto dei messaggi dovrà essere chiaro, sintetico, preciso, essenziale; le informazioni dovranno essere diffuse tempestivamente e ad intervalli regolari; sarà bene comunicare sempre, al fine di limitare il più possibile il panico nella popolazione che non deve sentirsi abbandonata e ricavare, invece, che si sta organizzando il primo soccorso e la messa in sicurezza delle persone colpite.

Il presente documento verrà pubblicato sul sito web del Comune ed è a disposizione di tutti i cittadini presso il Comando di Polizia Municipale del Comune di Laterza.

Inoltre, si provvederà ad un programma di informazione alla popolazione, mediante diffusione di materiale informativo ed incontri pubblici, in particolare nell’ambito del sistema scolastico territoriale.

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B.5 - Salvaguardia delle strutture ed infrastrutture a rischio e sistema produttivo locale

Non vi sono nel territorio, strutture ed infrastrutture particolarmente a rischio. Per il sistema produttivo locale, si monitorerà frequentemente, in modo particolare, la zona P.I.P. sulla via per Castellaneta, dove sono ubicati circa una ventina di attività produttive, gli insediamenti Natuzzi e Progeva e, per evitare possibili rischi che potrebbero compromettere i materiali stoccati e l’attività in genere. In caso di danno, ampio supporto verrà dato ai Vigili del Fuoco ed alle altre strutture operative competenti. Si attueranno gli interventi, per il ripristino di quanto danneggiato, con l'ausilio di ditte private, prioritariamente locali, al fine di ritornare alla normalità, nel più breve tempo possibile.

B.6 - Ripristino della viabilità e dei trasporti - controllo del traffico

Sul territorio non si sono mai verificate situazioni critiche per la viabilità, tranne che per la presenza di neve e ghiaccio nella stagione invernale. All'accadimento di interruzioni stradali per qualsiasi causa, immediatamente, si provvederà a segnalare adeguatamente il rischio ed in attesa del ripristino, al momento, si deciderà la soluzione viaria, alternativa, più idonea. Sulla cartografia della viabilità sono evidenziate le principali strade di comunicazione del territorio comunale.

B.7 - Funzionalità delle telecomunicazioni

In via ordinaria, le comunicazioni fra tutte le componenti del sistema di P.C. avvengono per via telefonica (fissa e mobile) In caso di interruzione delle telecomunicazioni, priorità assoluta per il ripristino sarà data per il C.O.C., per le squadre che operano sul territorio, gli uffici comunali, l'ospedale, case di cura. Il referente C.O.C. della Funzione di Supporto 8 – Telecomunicazioni, si attiverà immediatamente, per rendere funzionante un sistema alternativo di comunicazioni in modo particolare con la Prefettura - U.T.G. di Taranto, con la Regione e la Provincia, utilizzando, tutte le risorse immediatamente disponibili. 219

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B.8 - Ripristino dei servizi essenziali

Ogni rete erogatrice di servizi essenziali ha un proprio piano di emergenza; al fine del ripristino dei danni, nel più breve tempo possibile, il referente C.O.C. della Funzione di Supporto 5 - Servizi essenziali ed attività scolastica, deve contattare immediatamente i responsabili delle aziende erogatrici dei servizi; la struttura comunale ed il volontariato daranno il più ampio supporto all'azienda di servizio interessata.

B.9 - Censimento e salvaguardia dei Beni Culturali

Nel confermare che il preminente scopo del P.C.P.C. è quello di mettere in salvo la popolazione e garantire con ogni mezzo il mantenimento del livello di vita “civile”, messo in crisi da una situazione di grandi disagi fisici e psicologici, è comunque da considerare anche la salvaguardia dei beni culturali ubicati nelle zone a rischio. Si dovranno perciò organizzare specifici interventi, per il censimento e la tutela dei beni culturali, predisponendo specifiche squadre di tecnici, per la messa in sicurezza di reperti, o altri beni artistici, in aree sicure.

B.10 - Modulistica per il censimento dei danni a persone e cose

La modulistica allegata al presente piano è in parte quella emanata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile e in parte è stata realizzata per il presente lavoro, con il fine di essere semplice e di facile interpretazione, cercando di prevedere tutte le specifiche situazioni di rischio che potrebbero accadere.

B.11 - Relazione giornaliera dell’intervento

La relazione sarà redatta dal Coordinatore del Centro Operativo Comunale e dovrà contenere le sintesi delle attività giornaliere. I giornalisti verranno costantemente aggiornati dal Sindaco, con una o più conferenze stampa quotidiane. Durante la giornata, si dovranno inoltre organizzare, per i giornalisti, supporti logistici, per la realizzazione di servizi di informazione nelle zone di operazione.

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B.12 - Struttura dinamica del Piano Comunale di Protezione Civile: aggiornamento dello scenario ed esercitazioni

Gli elementi fondamentali necessari per tenere vivo un Piano sono:

• le esercitazioni; • l’aggiornamento periodico.

“Il Piano Comunale di Protezione Civile è uno strumento dinamico e modificabile in conseguenza dei cambiamenti che il sistema territoriale (ma anche il sistema sociale e/o il sistema politico-organizzativo) subisce, e necessita, per essere utilizzato al meglio nelle condizioni di alto stress, di verifiche, esercitazioni e aggiornamenti periodici”. “Il processo di verifica e aggiornamento del Piano Comunale di Protezione Civile può essere inquadrato secondo uno schema organizzativo ciclico, finalizzato ad affinare e perfezionare in continuazione la performance e la qualità degli interventi”.

B.12.1 - Esercitazioni di protezione civile

Le esercitazioni devono mirare a verificare, nelle condizioni più estreme e diversificate, la capacità di risposta di tutte le strutture operative interessate e facenti parte del modello di intervento, così come previsto dal Piano. Le esercitazioni devono essere verosimili, tendere il più possibile alla simulazione della realtà e degli scenari pianificati. Le esercitazioni di Protezione Civile sono svolte allo scopo di verificare il funzionamento del sistema comunale di intervento e di coinvolgere, con il supporto di tutte le strutture operanti sul territorio coordinate dal Sindaco.

Allo scopo è opportuno svolgere nel territorio comunale:

• esercitazioni con/senza preavviso per i gestori dell’emergenza; • esercitazioni congiunte tra le strutture operative comunali e la popolazione interessata all’evento atteso; • esercitazioni periodiche del solo sistema di comando-controllo, anche queste senza preavviso, per una puntuale verifica della reperibilità dei singoli responsabili delle funzioni di supporto e dell’efficienza delle comunicazioni, sia a livello comunale che extracomunale.

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B.12.2 - Aggiornamento del piano di protezione civile

Il Piano Comunale di Protezione Civile (P.C.P.C.) dovrà essere aggiornato sulla base dei continui mutamenti urbanistici, delle nuove conoscenze acquisite sui rischi, delle modifiche della struttura organizzativa comunale, delle revisioni delle procedure di intervento, delle nuove disposizioni normative in materia. Anche in assenza di modifiche, è opportuno che il P.C.P.C. sia periodicamente verificato in tutte le sue parti, compresi:

• logistica evacuati; • informazioni su disabili ed anziani; • nomi, funzioni di emergenza e reperibili; • struttura comando-controllo; • cartografie.

B.12.3 - Schema di verifica ed aggiornamento del piano

Lo schema di verifica e aggiornamento di un P.C.P.C. è pertanto organizzato come segue:

• redazione delle procedure standard: coincide con la redazione iniziale del Piano, culminando con l’elaborazione di una matrice attività/responsabilità dove è individuato “chi fa che cosa”, per ciascuna figura del Centro Operativo Comunale (C.O.C.); • addestramento: è l'attività necessaria affinché tutte le strutture operative facenti parte del sistema di protezione civile siano messe al corrente delle procedure pianificate dal piano, perché queste risultino pronte ad applicare quanto previsto; • applicazione: tenuto conto che la varietà degli scenari non consente di prevedere in anticipo tutte le opzioni strategiche e tattiche, il momento in cui il Piano viene messo realmente alla prova è quando viene applicato nella realtà; in questo caso il riscontro della sua efficacia potrà essere immediatamente misurato e potranno essere effettuati adattamenti in corso d’opera; • revisione e critica: la valutazione dell’efficacia di un Piano deve portare alla raccolta di una serie di osservazioni che, debitamente incanalate con appositi strumenti e metodi, serviranno per il processo di revisione critica; la revisione critica è un momento di riflessione che viene svolto una volta cessata l'emergenza, e che deve portare ad evidenziare in modo costruttivo quegli aspetti del Piano che devono essere corretti, migliorati ed integrati; 222

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• correzione: dopo il momento di revisione critica la procedura viene corretta ed approvata ufficialmente.

In conseguenza di quanto sopra, la durata del Piano Comunale di Protezione Civile (P.C.P.C.) è illimitata, nel senso che non può essere stabilita una durata predeterminata, ma che obbligatoriamente si deve rivedere e aggiornare il Piano ogni qualvolta si verifichino mutamenti nell’assetto territoriale del Comune, o siano disponibili studi e ricerche più approfondite in merito ai rischi individuati.

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PARTE QUARTA: SEZIONE C- MODELLO DI INTERVENTO

Le procedure di intervento costituiscono quel complesso codificato di comportamenti, di azioni da compiere con immediatezza ed operazioni, da avviare in ordine logico e temporale, che consentono di affrontare il primo impatto di un evento calamitoso, con il minor grado di impreparazione e con il maggior grado di automatismo possibile. Per il conseguimento di tale obiettivo è fondamentale la preventiva conoscenza del proprio compito da parte di ogni persona, ufficio, ente e organismo deputato ad intervenire alla minaccia o al manifestarsi di una situazione di emergenza. Ruolo basilare riveste l'operatore, che riceve la segnalazione o comunque viene a conoscenza di un qualsiasi pericolo; egli deve raccogliere il maggior numero di informazioni nel minor tempo possibile, aiutandosi, con apposito modulo; subito deve informare il Sindaco ed il Coordinatore dell’Ufficio di Protezione Civile, che in funzione dell’evento, dispone una perlustrazione del luogo oggetto della notizia da parte di personale della struttura comunale di polizia municipale e deve innescare le specifiche funzioni del Centro Operativo Comunale (C.O.C.), per i successivi interventi da attuarsi.

Le procedure di intervento si caratterizzano, in relazione a:

‹ evento con preavviso (evento atteso), causato da fenomeni, in generale direttamente connessi o con la situazione meteorologica (alluvioni, nevicate, ondate calore) o particolari situazioni geomorfologiche (eventi di tipo franoso, alluvionali), per i quali esiste la possibilità di previsione con un certo anticipo o preallarmi innescati a livello Regionale o Provinciale e per cui possono essere attivate le diverse fasi operative con crescente criticità;

‹ evento senza preavviso (evento probabile), causati da fenomeni non prevedibili, o c omunque senza preallarme, con evoluzione estremamente rapida, che richiede l’attivazione diretta della fase di allarme.

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C.1 - Sistema di comando e controllo

La procedura di attivazione del sistema di comando e controllo è finalizzata a disciplinare il flusso delle informazioni, provenienti dalle squadre che monitorano il territorio, al fine di garantire al Sindaco, un livello adeguato di informazioni, per disporre l'immediato e tempestivo impiego di risorse a salvaguardia della popolazione e dei beni esposti e fornire le informazioni alla Prefettura - U.T.G. di Taranto, Regione e Provincia, utili ad attivare le necessarie ed adeguate forme di concorso. Fondamentale importanza riveste la fonte della notizia, che deve quindi sempre essere verificata, da personale facente parte della struttura comunale di protezione civile.

C.1.1 - Centro Operativo Comunale (C.O.C.)

Il Sindaco, in qualità di Autorità comunale di protezione civile, al verificarsi dell’emergenza nell’ambito del territorio comunale, si avvale del Centro Operativo Comunale per la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita. La sede del Centro Operativo Comunale è individuata presso il Municipio del Comune di Laterza in Piazza Plebiscito, negli uffici della Polizia Municipale. La sede alternativa-sostitutiva, in caso di necessità, è stata individuata presso la Cittadella della Cultura del Comune di Laterza.

Il Centro Operativo Comunale è l’organo collegiale, con compiti di supporto e decisionali, di cui il Sindaco si avvale per l’espletamento delle sue funzioni ed attribuzioni in materia di protezione civile.

La struttura del Centro Operativo Comunale si configura secondo nove funzioni di supporto:

- F 1 - Tecnica e di Pianificazione - F 2 - Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria - F 3 - Volontariato - F 4 - Materiali e mezzi - F 5 - Servizi essenziali e attività scolastica - F 6 - Censimento danni a persone e cose - F 7 - Strutture operative locali - F 8 - Telecomunicazioni - F 9 - Assistenza alla popolazione

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Ogni singola funzione ha un proprio responsabile che in “tempo di pace”, aggiornerà i dati relativi alla propria funzione ed in caso di emergenza nell’ambito del territorio comunale, affiancherà il Sindaco nelle operazioni di soccorso.

Ogni singola funzione ha un proprio responsabile (e sostituto) che in, “tempo di pace”, aggiornerà i dati relativi alla propria funzione e, in caso di emergenza, nell’ambito del territorio comunale, affiancherà il Sindaco nelle operazioni di soccorso. I responsabili delle funzioni, in caso di assenza e/o impedimento, sono surrogati da un loro sostituto.

Per il Comune di Laterza, come da Decreto Sindacale n° 03 del 25/02/2013, i responsabili delle funzioni del Centro Operativo Comunale (C.O.C.) sono state individuate nelle seguenti persone:

FUNZIONE AUGUSTUS RESPONSABILE (O SOSTITUTO) RECAPITI F 1 – Funzione tecnica e di pianificazione Ing. Giuseppe CLEMENTE 347/6092079 (Arch. Cosimo Venneri) 339/5393663 F 2- Funzione Sanità, Assistenza Sanità: Dr. VENERE Domenico 335/1795176 Sociale e Veterinaria Veterinaria:Dr. TARQUINIO Cosimo 329/422969 F 3 - Volontariato Sig. Giovanni QUATRARO 349/6682361 (Sig. Arcangelo PERRONE) 335/70467983 F 4 - Materiali e mezzi Geom. Paolo PERRONE 339/8974617 (Dott. Raffaele FANELLI) 393/5039350 F 5 - Servizi essenziali e attività scolastica Geom. Giuseppe TUCCI 360/515959 (Geom. Arcangelo RUSSI) 329/0715902 F 6 - Censimento danni a persone e cose Arch. Cosimo VENNERI 339/5393663 (Geom. Giovanni ACQUASANTA) 335/6312982 F 7 - Strutture operative locali e viabilità Dott. Paolo LARIZZA 347/2652325 (M.M. Bartolomeo SCARATI - 347/2652386 M.O. Antonio RUSSO) 347/2652530 F 8 - Telecomunicazioni Dott.ssa DE VIETRO Adele 320/8593326 (Sig. Arcangelo PERRONE) 335/70467983 F 9 - Assistenza alla popolazione Dott. Arcangelo LAPOMARDA 338/6094395 (Dott.ssa Maria I. DE MEO) 328/6524873

Il Coordinatore del Centro Operativo Comunale (C.O.C.), è stato nominato nella persona del Comandante della Polizia Municipale, Dott. Paolo LARIZZA.

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C.1.2 - Compiti per funzioni C.O.C.

Funzione 1 – Tecnica e di pianificazione

Attività propedeutiche in situazione ordinaria:

° Individua i rischi presenti nel territorio e produce la relativa cartografia. ° Crea gli scenari per ogni tipo di rischio e ne cura l’aggiornamento. ° Individua le aree di protezione civile e ne cura la progettazione (aree ammassamento soccorritori, aree di attesa, aree di ricovero per tendopoli, aree di ricovero, magazzini di raccolta).

In emergenza:

° Propone gli interventi tecnici utili per mitigare o annullare i rischi (es. sistemazione argini fluviali, predisposizione di viali tagliafuoco, …). ° Individua i centri e i nuclei di particolare interesse maggiormente colpiti nei quali adottare piani di recupero. ° Adotta le misure necessarie per la salvaguardia del patrimonio artistico, chiedendo se necessario l’intervento della Prefettura. ° Raccoglie e fornisce la cartografia necessaria. ° Tiene sotto continuo monitoraggio l’evolversi dell’evento e le conseguenze che si producono nel territorio. ° Verifica/stima la popolazione, i beni e i servizi coinvolti nell’evento. ° Individua la necessità di evacuare la popolazione facendo diramare l’allarme dalla Funzione 7.

Funzione 2 – Sanità, assistenza sociale e veterinaria

Attività propedeutiche in situazione ordinaria:

° Censisce gli inabili residenti nel Comune. ° Censisce le strutture sanitarie e ospedaliere. ° Si raccorda con gli ospedali e con la pianificazione sanitaria dell’A.S.L. TA/1 per pianificare le attività coordinate in emergenza. ° Il responsabile si impegna a mantenere aggiornati semestralmente i dati acquisiti.

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In emergenza:

° Coordina l’attività d’intervento delle strutture sanitarie e delle associazioni di volontariato a carattere sanitario. ° Contatta gli ospedali per avere la situazione delle disponibilità di posti letto. ° Verifica la presenza di inabili tra la popolazione colpita e provvede al loro aiuto, con particolare riferimento alla presenza di persone con patologie a rischio (cardiopatici, asmatici, psichiatrici, diabetici,…). ° Cura la gestione dei posti letto nei campi. ° Si raccorda con l’A.S.L. TA/1 per: ° l’istituzione, se necessario, di un Posto Medico Avanzato (PMA); ° l’apertura h 24 di una farmacia e la presenza di un medico autorizzato a prescrivere farmaci; ° l’assistenza veterinaria e l’eventuale infossamento delle carcasse di animali. ° Controlla le possibilità di ricovero della popolazione eventualmente da evacuare, comunicando le eventuali carenze alla Prefettura e specificando anche le esigenze di trasporto, con particolare riguardo ai disabili. ° Informa il direttore del distretto sanitario sull’accaduto, sia per rendere tempestivi i soccorsi, sia per mantenere attivo il posto medico anche fuori dall’orario di servizio. ° Organizza le attività necessarie al riconoscimento delle vittime e all’infossamento dei cadaveri.

Funzione 3 – Volontariato

Attività propedeutiche in situazione ordinaria:

° Promuove la formazione e lo sviluppo del gruppo comunale di Protezione Civile. ° Organizza corsi ed esercitazioni per la formazione di volontari. ° Individua le associazioni di volontariato, le relative risorse ed i tempi d’intervento. ° Il responsabile si impegna a mantenere aggiornati semestralmente i dati acquisiti.

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In emergenza:

° Si coordina con le altre funzioni di supporto per l’impiego dei volontari. ° Provvede all’equipaggiamento dei volontari coordinandosi con la funzione materiali e mezzi. ° Accoglie i volontari giunti da fuori e ne registra le generalità. ° Fornisce a tutti i volontari registrati i tesserini di riconoscimento. ° Provvede al ricovero dei volontari coordinandosi con la funzione 9, Assistenza alla popolazione.

Funzione 4 – Materiali, mezzi e risorse umane

Attività propedeutiche in situazione ordinaria:

° Censisce gli operai comunali. ° Censisce i mezzi di proprietà del Comune. ° Censisce i mezzi di ditte private stabilendone i tempi d’intervento. ° Aggiorna l’elenco prezzi delle ditte private. ° Censisce le ditte detentrici di prodotti utili (Catering, ingrossi alimentari , sale per le strade, …). per ogni risorsa deve prevedere il tipo di trasporto, il tempo di arrivo, l’area d’intervento e l’area di stoccaggio, anche con la realizzazione di prove per individuare i tempi di risposta, l’affidabilità ed il funzionamento dei mezzi. ° Stabilisce un “Regolamento Auto” che descriva le modalità e le priorità nell’uso delle automobili comunali durante l’emergenza. ° Il responsabile si impegna a mantenere aggiornati semestralmente i dati acquisiti.

In emergenza:

° Tiene i rapporti con la Regione e con la Prefettura per le richieste di materiali in accordo con la Funzione 1. ° Verifica lo stato dei materiali in dotazione comunale. ° Esegue i lavori di allestimento delle aree individuate per la sistemazione di roulotte, container e tende. ° Cura gli interventi di manutenzione all’interno dei campi. ° Aggiorna un elenco dei mezzi in attività e di quelli in deposito ancora disponibili. ° Allerta le ditte che dispongono di materiali e mezzi utili organizza il loro intervento e si assicura di essere a conoscenza dei numeri di telefono cellulare e/o radio delle squadre dislocate sul territorio.

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° Organizza squadre di operai per la realizzazione di interventi di somma urgenza e di ripristino. ° Di concerto con il Coordinatore del C.O.C. ed il Sindaco, valuta la quantità ed il tipo di risorse umane operative – tecniche - amministrative necessarie a fronteggiare l’emergenza e si adopera per la ricerca e l’impiego nel territorio. ° Organizza le turnazioni del personale operativo, tecnico e amministrativo. ° Attua le predisposizioni per la distribuzione dei mezzi manuali in quali picconi, badili, carriole, ramazze, sacchetti a terra, sacchi pieni di segatura. ° Se non si dispone di generatori autonomi in dotazione cerca di reperirli nel proprio territorio prima di segnalarne l’esigenza alla Prefettura. ° Registra l’importo e il tipo di spese sostenute dal Comune per incarichi a ditte private e acquisto di materiali utili.

Funzione 5 – Servizi essenziali e attività scolastica

Attività propedeutiche in situazione ordinaria:

° Censisce gli alunni ed il personale docente e non presso le scuole comunali. ° Mantiene i rapporti con i responsabili delle ditte erogatrici di servizi essenziali (ENEL, Telecom, ecc ). ° Tiene sotto monitoraggio lo stato manutentivo dei servizi a rete. ° Effettua studi e ricerche per il miglioramento dell’efficienza dei servizi. ° Organizza incontri periodici con le aziende interessate al fine di ottimizzare il concorso di uomini e mezzi nelle varie ipotesi di emergenza, secondo i criteri di garanzia, messa in sicurezza degli impianti e ripristino dell’erogazione. ° Il responsabile si impegna a mantenere aggiornati semestralmente i dati acquisiti.

In emergenza:

° In caso di danneggiamento degli edifici scolastici, si adopera per rendere possibile lo svolgimento delle attività scolastiche presso edifici sostitutivi. ° Assicura la continuità dell’erogazione dei servizi.

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° Si occupa dell’installazione dei collegamenti con le reti principali - luce, acqua, metano, e pubblica fognatura – nelle aree di accoglienza. ° Assicura i rifornimenti alimentari ai negozi in grado di svolgere la normale attività. ° Assicura il rifornimento idrico in casi di emergenza da inquinamento delle falde. ° Si adopera affinché siano garantiti i servizi postali e bancario. ° In caso di evento atteso, per garantire la salvaguardia del sistema produttivo locale, il responsabile provvederà ad informare le principali ditte di produzione locali della possibilità che l’evento si verifichi perché possano mettere in sicurezza i materiali deteriorabili.

Funzione 6 – Censimento danni e complessi edilizi

Attività propedeutiche in situazione ordinaria:

° Censisce gli edifici pubblici, gli edifici di interesse storico-artistico e le scuole. ° Censisce i professionisti disponibili ad intervenire in caso di emergenza per la rilevazione dei danni. ° Provvede alla creazione di un’adeguata modulistica semplice, immediata e modificabile per il rilevamento dei danni sulle diverse casistiche (sisma, dissesto idrogeologico, incidente industriale, incendio). ° Effettua una zonizzazione delle aree e relativa organizzazione teorica preventiva di squadre di rilevamento danni, composte da due o tre persone comprese tra tecnici dell’Ufficio Tecnico Comunale e professionisti. ° Il responsabile si impegna a mantenere aggiornati semestralmente i dati acquisiti.

In emergenza:

° Effettua un controllo immediato su scuole ed edifici pubblici per verificarne l’agibilità. ° Accoglie le richieste di sopralluoghi provenienti dai cittadini. ° Contatta i professionisti ° Organizza le squadre per effettuare i sopralluoghi.

231 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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N.B.: I sopralluoghi, saranno finalizzati alla compilazione di schede di rilevamento, che dovranno contenere informazioni riguardanti la proprietà dell’immobile, l’ubicazione (rif. catastale) ed il tipo di danno riportato. Sulla base delle schede prodotte saranno programmati gli interventi per il superamento dell’emergenza.

° Predispone delle schede riepilogative dei risultati, con riferimento a: persone, edifici pubblici e privati, impianti industriali, servizi essenziali, attività produttive, beni architettonici, infrastrutture pubbliche, agricoltura e zootecnia anche avvalendosi di esperti nel settore sanitario, industriale, commerciale e professionisti volontari. ° Mantiene i contatti con gli organi scientifici (Università, Ordini professionali) per un loro eventuale intervento in emergenza. ° Giornalmente rende noti i dati sui danni accertati relativamente agli edifici pubblici, privati, attività produttive e commerciali, agricoltura, zootecnia ed edifici di rilevanza storico – artistica. ° Si coordina con le funzioni 2 e 3 Sanità, Assistenza Sociale e Volontariato per stimare il numero delle persone evacuate, ferite, disperse e decedute. ° Predispone i provvedimenti amministrativi per garantire la pubblica e privata incolumità.

Funzione 7 – Strutture operative e viabilità

Attività propedeutiche in situazione ordinaria:

° Individua le caratteristiche delle strade principali indicando la presenza di sottopassi e ponti con le relative misure. ° Individua preventivamente la posizione dei posti di blocco (cancelli) per i vari tipi di rischio ed ipotizza gli itinerari alternativi producendo la relativa cartografia. ° Predispone una pianificazione della viabilità d’emergenza a seconda delle diverse casistiche

In emergenza:

° Allerta e gestisce l’intervento e l’arrivo delle strutture operative (VV.F., Polizia Municipale, Carabinieri, Forze Armate, Volontariato).

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° Effettua una prima ricognizione subito dopo l’evento con l’aiuto del personale di P.M. per verificare la tipologia, l’entità ed il luogo dell’evento. Qualora occorresse una ricognizione aerea si può richiedere alla Prefettura un intervento specifico. ° Dà le disposizioni per delimitare le aree a rischio tramite l’istituzione di posti di blocco (cancelli) sulle reti di viabilità, allo scopo di regolamentare la circolazione in entrata ed in uscita dall’area a rischio; la predisposizione dei posti di blocco dovrà essere attuata in corrispondenza dei nodi viari, per favorire manovre e deviazioni. ° Giornalmente aggiorna la situazione sulle forze che stanno lavorando e sugli interventi realizzati durante la giornata. ° Assicura il servizio di antisciacallaggio. ° Cura la logistica delle strutture operative, assicurando vitto e alloggio in accordo con le altre funzioni interessate. ° Garantisce un costante collegamento e contatto con la Prefettura e gli altri Organi di Polizia. ° Si raccorda con la funzione 3 per l’addestramento dei volontari. ° Individua i punti critici del sistema viario e predispone gli interventi necessari al ripristino della viabilità. ° Individua i materiali, i mezzi ed il personale necessario alla messa in sicurezza della rete stradale e cura i rapporti con le ditte che eseguono i lavori. ° Si occupa di diffondere l’ordine di evacuazione alla popolazione tramite altoparlanti sulle autovetture della P.M., comunali o di volontari.

Funzione 8 – Telecomunicazioni

Attività propedeutiche in situazione ordinaria:

° Verifica la funzionalità dei collegamenti telematici (Internet, rete locale), telefonici e della strumentazione informatica comunale. ° Accerta la totale copertura del segnale radio nel territorio comunale e segnala le zone non raggiunte dal servizio. ° Organizza esercitazioni per verificare l’efficienza dei collegamenti radio ed effettua prove di collegamento all’esterno. ° Il responsabile si impegna a mantenere aggiornati semestralmente i dati acquisiti.

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In emergenza:

° Il coordinatore di questa funzione deve, di concerto con il responsabile territoriale Telecom, il responsabile provinciale delle Poste, con il rappresentante dell’Associazione Radioamatori presenti sul territorio, organizzare una rete di telecomunicazioni efficiente anche in caso di notevole gravità. ° Provvede alla gestione del C.O.C. dal punto di vista tecnico- operativo e dei collegamenti: prende contatti con gli operai comunali, contatta la Telecom la verifica e eventuale riattivazione delle linee di collegamento. ° Garantisce i contatti tra il C.O.C. e le squadre esterne. ° Mantiene efficiente la strumentazione della Sala Operativa.

Funzione 9 – Assistenza alla popolazione

In emergenza:

° Provvede in accordo con la funzione 3 a vettovagliare subito dopo l’evento la popolazione. ° Censisce le persone senza tetto. ° Raccoglie le domande di posti letto, vestiario e altro materiale utile. ° Elegge un capo campo per ogni area di ricovero ed un capo magazzino degli aiuti. ° Consegna ai capi campo che ne fanno richiesta i materiali e i viveri necessari. ° Rivolge al Prefetto le richieste che non è in grado di soddisfare. ° Gestisce i posti letto dei campi e degli alberghi. ° Assicura una mensa da campo. ° Richiede al responsabile dei magazzini i materiali necessari. ° Gestisce la distribuzione degli aiuti nei campi. ° Tiene l’archivio delle richieste firmate dai cittadini. ° Tiene l’archivio delle consegne di tende e altri materiali dati ai cittadini. ° Consegna ai capi campo che ne fanno richiesta i materiali e i viveri necessari.

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C.2 - Procedure di attivazioni in emergenza

La risposta del Sistema Comunale di Protezione Civile è articolata in fasi operative, non necessariamente sequenziali e successive, così come di seguito riportate:

• Fase di pre-allerta (per rischi con preavviso) • Fase di attenzione • Fase di preallarme • Fase di allarme

All’accadimento dell’evento, seguirà la:

• Fase di emergenza e soccorso • Fase di superamento dell’emergenza.

Schema di attivazione delle fasi di allarme

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Fase di preallerta

Rischio incendio di interfaccia

Viene attivata: • con la comunicazione da parte della Prefettura dell'inizio della campagna Antincendio Boschivo (A.I.B.); • al di fuori del periodo della campagna A.I.B., in seguito alla comunicazione nel Bollettino, emesso dalla Prefettura o dal Centro Funzionale Regionale o dalla Regione d'intesa con il Dipartimento della P.C., della previsione di una pericolosità media; • al verificarsi di un incendio boschivo sul territorio comunale.

Rischio idrogeologico e idraulico

Viene attivata: • al ricevimento del Bollettino con previsione di criticità ordinaria conseguente alla possibilità di fasi temporalesche intense, emesso dalla Prefettura o dal Centro Funzionale Regionale o dalla Regione d'intesa con il Dipartimento della P.C..

Fase di attenzione

Viene attivata dal Sindaco al raggiungimento del relativo livello di allerta determinato:

• dalla precedente fase di pre-allerta; • dal ricevimento del Bollettino emesso dalla Prefettura o dal Centro Funzionale Regionale o dalla Regione d'intesa con il Dipartimento della P.C.; • al verificarsi di un evento di criticità ordinaria; • all'aggravarsi della situazione nei punti critici controllati dalle squadre che monitorano il territorio.

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Il Sindaco dispone la verifica della reperibilità dei referenti delle Funzioni di Supporto da far confluire nel C.O.C. e se l'evolversi della situazione sul territorio assume criticità elevata, dispone:

• il servizio h. 24 della struttura comunale di P.C. e delle squadre che devono effettuare il monitoraggio e la vigilanza del territorio; • la convocazione del referente C.O.C. della Funzione di Supporto 1 - Tecnica e di Pianificazione; • l'allertamento delle strutture tecniche, della squadra di pronto intervento, del volontariato, anche al fine del concorso all’attività di presidio territoriale.

Fase di preallarme

Viene attivata dal Sindaco al raggiungimento del relativo livello di allerta determinato:

• dalla precedente fase di attenzione; • dal ricevimento del Bollettino emesso dalla Prefettura o dal Centro Funzionale Regionale o dalla Regione d'intesa con il Dipartimento della P.C.; • al verificarsi di un evento con criticità moderata; • all'aggravarsi della situazione nei punti critici controllati dalle squadre che monitorano il territorio.

Il Sindaco dispone la verifica della reperibilità dei referenti delle Funzioni di Supporto da far confluire nel C.O.C. e, se l'evolversi della situazione sul territorio assume criticità elevata, dispone:

• il servizio h. 24 della struttura comunale di P.C. e delle squadre che devono effettuare il monitoraggio e la vigilanza del territorio; • la convocazione dei referenti delle Funzioni di Supporto del C.O.C. ritenute necessarie; • l'allertamento delle strutture tecniche, della squadra di pronto intervento, del volontariato, anche al fine del concorso all’attività di presidio territoriale; • tutte le iniziative atte alla salvaguardia della pubblica e privata incolumità.

Il Sindaco tiene costantemente informato il Centro Coordinamento Soccorsi della Prefettura, la Struttura Provinciale di P.C. ed il C.O.M. di Castellaneta, dell'evolversi della situazione sul territorio. 237 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Fase di allarme

Viene attivata dal Sindaco al raggiungimento del relativo livello di allerta determinato:

• dalla precedente fase di pre-allarme; • dal ricevimento del Bollettino emesso dalla Prefettura o dal Centro Funzionale Regionale o dalla Regione d'intesa con il Dipartimento della P.C.; • al verificarsi di un evento con criticità elevata; • all'aggravarsi della situazione nei punti critici controllati dalle squadre che monitorano il territorio.

Il Sindaco dispone:

• il servizio h. 24 della Struttura Comunale di P.C. e delle squadre che devono effettuare il monitoraggio e la vigilanza del territorio; • la convocazione del C.O.C.; • l'operatività delle strutture tecniche, della squadra di pronto intervento, del volontariato, al fine del concorso all’attività di presidio territoriale, delle aree di emergenze e delle vie di deflusso; • l'allontanamento della popolazione dalle aree a rischio secondo le modalità previste dal Piano di Protezione Civile; • l'allertamento, delle ditte titolari di risorse utili per il tipo di rischio in atto o atteso; • tutte le iniziative atte alla salvaguardia della pubblica e privata incolumità; • un'adeguata comunicazione alla popolazione sia durante tutta la fase di allarme che successivamente al cessato allarme.

Il Sindaco tiene costantemente informato, sin dalle prime manifestazioni dell’evento, il Centro Coordinamento Soccorsi della Prefettura Taranto, la Struttura Regionale di P.C., la Struttura Provinciale di P.C. ed il C.O.M. di Castellaneta, dell’evolversi della situazione sul territorio.

Il rientro da ciascuna Fase operativa ovvero il passaggio alla fase successiva viene disposto dal Sindaco sulla base delle comunicazioni ricevute dalla Prefettura o dal Centro Funzionale Regionale o dalla Regione d'intesa con il Dipartimento della P.C., e/o dalla valutazione del presidio territoriale. 238 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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C.2.1 - Reperibilità dei funzionari del Centro Operativo Comunale

Comprende le immediate predisposizioni che devono essere attivate dal Sindaco nel caso un fenomeno non previsto si verifichi in maniera improvvisa con coinvolgimento della popolazione. In particolare il modello di intervento prevede tra le prime procedure operative:

• la funzionalità h 24 del C.O.C.; • l'immediata reperibilità di tutti i referenti delle Funzioni di Supporto del C.O.C.; • l'intensificazione dell'attività di monitoraggio da parte del personale della struttura comunale di P.C. e del personale della Funzione di Supporto 1 - Tecnica e di Pianificazione del C.O.C.; • la delimitazione delle aree a rischio; • l'allertamento degli abitanti delle aree a rischio e, se necessario, l'evacuazione degli stessi; • la predisposizione dei cancelli stradali di ingresso adeguatamente presidiati da agenti di Polizia Municipale e Carabinieri, coadiuvati dal volontariato e dalle guardie giurate; • l'allestimento ed il presidio delle aree e delle strutture di attesa e ricovero per la popolazione con il concorso di tutte le Funzioni di Supporto del C.O.C.; • tutte le iniziative atte al soccorso ed assistenza alla popolazione.

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C.2.2 - Delimitazione delle aree a rischio

Tale operazione avviene tramite l’istituzione di posti di blocco, denominati cancelli, sulle reti di viabilità che hanno lo scopo di regolamentare la circolazione in entrata ed in uscita nell’area a rischio.

La predisposizione dei cancelli dovrà essere attuata in corrispondenza dei nodi viari onde favorire manovre e deviazioni. Rappresentano i punti obbligati di passaggio, per ogni tipo di veicolo. Fungono anche da punti, ove deviare il traffico, per interruzione della direttrice di marcia. Sono presidiati da Agenti di P.M. o Carabinieri, coadiuvati eventualmente da personale del volontariato, Guardie Giurate e sono individuati in:

• S.S. n° 7 – ‘Bradanico-Salentina’ provenienza Castellaneta in corrispondenza dello svincolo Laterza-Ginosa; • S.S. n° 7 – ‘Bradanico-Salentina’ provenienza Matera in corrispondenza dello svincolo Laterza; • S.P. ex S.S. n° 580 – via per Ginosa in corrispondenza dello svincolo con la S.P. n° 8; • S.P. n° 19 – via per Santeramo in corrispondenza del bivio con la S.P. n° 17 via per Altamura; • S.P. n° 16 in corrispondenza dell’incrocio con via S. S Vito.

L’indicazione dei cancelli è indicata nella Tav. n° 23 nella cartografia in allegato H – ‘Individuazione cancelli di accesso alle aree a rischio e percorsi per il raggiungimento dell’area di ammassamento’

Viabilità strategica

Sono i percorsi preferenziali, da usare per l’afflusso dei soccorritori e per il deflusso della popolazione dalle zone dell’emergenza; questi possono individuarsi nelle strade principali del centro urbano e del territorio comunale di cui alla relativa cartografia. La viabilità per l’afflusso dei soccorritori è riportata nella Tav. n° 23 degli Allegati Cartografici – ‘Individuazione cancelli di accesso alle aree a rischio e percorsi per il raggiungimento dell’area di ammassamento’.

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Tali percorsi sono concepiti in modo da evitare per quanto possibile l’attraverso del centro urbano, non potendo a priori sapere lo stato dei luoghi dopo un qualsiasi evento e non dovendo in alcun modo intralciare le operazioni già in corso.

Sono state inoltre previste delle transenne di blocco del traffico, per evitare l’accesso al centro urbano da vie secondarie, e dirottarlo verso i cancelli.

Zona atterraggio elicotteri (o elisuperfici)

Sono luoghi ove è possibile far atterrare e decollare elicotteri, che vengono usati in emergenza, per rendere immediato il soccorso alla popolazione coinvolta dalla calamità. Le aree destinate all’atterraggio degli elicotteri di soccorso, sono state individuate in funzione delle esigenze previste a tale scopo. In particolare abbiamo le seguenti aree:

• Area limitrofa al campo sportivo ‘Madonna delle Grazie’, già area di ammassamento AM01; • Parcheggio ‘Penny Market’ (area privata), via S. Falco; • Slargo parte terminale di via Industrie Conte – zona P.I.P..

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C.2.3 - Area di ammassamento dei soccorritori

E’ un centro di raccolta di uomini e mezzi, per il soccorso della popolazione; tali aree sono individuate fuori dal centro abitato, per essere facilmente raggiungibili, anche da mezzi di grosse dimensioni.

L’Area di Ammassamento per i soccorritori individuata nel presente piano è ubicata presso lo Stadio Comunale ‘Madonna delle Grazie’ ed aree attigue, rappresentate da ampi parcheggi ed aree a verde.

Superficie Denominazione Ubicazione Coordinate (mq) Stadio comunale 'Madonna delle Grazie' 40°38'37.4600" AM01 47.402 parcheggi ed aree adiacenti 16°47'32.5590"

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C.2.4 - Aree di ricovero della popolazione

Le aree di ricovero sono i luoghi di sicurezza, in cui possono essere allestiti i primi insediamenti abitativi, tendopoli, roulottopoli, moduli prefabbricati, container, oppure le strutture, ove alloggiare temporaneamente la popolazione coinvolta da eventi catastrofici. Di seguito l’elenco delle strutture da adibirsi ad aree di ricovero:

Denominazione Superficie Ubicazione Coordinate aree di ricovero (mq) R01 Palestra 'Michelangelo' 872 40°37'29.4220" 16°48'01.4304" R02 Palestra 'A. Dante' 420 40°37'35.7663" 16°48'09.2164" R03 Palestra 'A. Diaz' 411 40°37'40.2118" 16°47'56.4235" R04 Palestra 'G. Marconi' 355 40°37'38.1462" 16°47'39.9606" R05 Palestra Liceo 'G. B. Vico' 514 40°37'04.8485" 16°47'45.6746" R06 Scuola 'C. Collodi' 2.243 40°37'51.5611" 16°47'43.1829" R07 Scuola 'G. Rodari' 1.909 40°37'38.3359" 16°47'31.8048" R08 Liceo artistico/Istituto d'arte 'G. B. 2.210 40°37'59.7610" Vico' 16°48'15.6957" R09 Tensostruttura 'M. Corrado' (c/o liceo 567 40°37'03.3946" 'G. B. Vico') 16°47'44.9708" R10 Tenuta dell'Aquila 3.459 40°37'17.1236" 16°46'54.6957" R11 Sala ricevimenti 'Villa dei Principi' 14.215 40°36'46.7849" 16°47'05.0360" R12 B & B 'Il Melograno' 1.465 40°37'26.0075" 16°47'27.7232" R13 B & B 'Mater Domini' 153 40°37'21.3488" 16°47'32.3795" R14 B & B 'Iris' 196 40°37'29.0001" 16°47'49.6472" R15 B & B 'Nonna Maria' 124 40°37'23.5386" 16°47'51.8479" R16 B & B 'Masseria Cappotto' 1.615 40°35'56.4970" 16°47'51.5756" R17 Agriturismo 'Sierro lo Greco' 978 40°36'11.2046" 16°47'08.5609" R18 Chiesa dello Spirito Santo e Oratorio 3.186 40°37'52.3134" 16°47'29.9185" R19 Chiesa Santa Croce 990 40°37'41.3191" 16°47'51.9271" R20 Casa del Pellegrino - 40°37'41.3191" 16°47'51.9271" 244 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Di seguito l’elenco delle aree da adibirsi ad aree per tendopoli e/o roulettopoli:

Denominazione Superficie Tendopoli e/o Ubicazione Coordinate (mq) roulettopoli 40°37'38.4391" T01 6.657 Slargo antistante il cimitero 16°47'21.0637" 40°37'13.3225" T02 1.170 Parcheggio sala ricevimenti 'Raphael' 16°47'24.7889" 40°37'55.8254" T03 6.791 Slargo fine viale Europa 16°47'31.1661" 40°37'15.5336" T04 3.688 Parcheggio Tenuta dell'Aquila 16°46'56.8128" 40°37'09.3348" T05 9.232 Zona parcheggio Oasi 'Lipu' 16°48'33.3733"

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C.2.5 - Aree di attesa della popolazione

Le aree di attesa sono i luoghi di prima accoglienza ed assistenza per la popolazione, nel periodo immediatamente successivo all’evento catastrofico, ove vengono date le prime informazioni ed i primi generi di conforto, in attesa dell’allestimento delle aree di ricovero.

Le aree di attesa individuate nel presente P.C.P.C. sono le seguenti:

Denominazione Superficie Ubicazione Coordinate Area di attesa (mq) A01 Centro sportivo (ex campo di calcio) 8784 40°37'53.5249" 16°47'53.9514" A02 Slargo tra via C. Battisti e via G. Dalla Chiesa 503 40°37'48.4219" 16°48'01.0238" A03 Piazzette antistante scuola 'A. Diaz' 1231 40°37'40.9821" 16°47'53.4543" A04 Slargo antistante Uff. Postale e scuola 'Dante 2535 40°37'35.0695" A.' 16°48'05.1582" A05 Piazzale Saragat 734 40°37'26.8893" 16°47'56.0103" A06 Piazza V. Emanuele 4520 40°37'26.8893" 16°47'56.0103" A07 Largo Fiera antistante 'G. Marconi' 3036 40°37'36.6895" 16°47'41.8744" A08 Slargo tra via Papa Paolo I e via Papa G. 960 40°37'53.6810" XXIII 16°47'42.1670" A09 Porzione Nord di viale Europa 2399 40°37'56.5300" 16°47'30.3600" A10 Slargo di via E. Fermi 905 40°37'40.5603" 16°47'32.1940" A11 Piazza Risorgimento 616 40°37'33.4196" 16°47'37.7475" A12 Slargo Chiesa S. Maria la Grande via De Deo 646 40°37'27.0339" 16°47'44.6915" A13 Piazzale antistante Santuario Mater Domini 680 40°37'25.8799" 16°47'34.7291" A14 Piazzetta e slarghi lungo via Settembrini 2165 40°38'02.6368" 16°48'07.8738" A15 Fine via della Conciliazione angolo via 279 40°37'47.6750" Pacinotti 16°48'21.5110" A16 Zona P.I.P. incrocio via caduti di Nassiria-via 743 40°38'06.1941" V. Larizza 16°48'31.1388" A17 Via Pineta Comunale, area ex maneggio 8829 40°38'06.0797" 16°49'02.1110" A18 Slargo laterale inizio ponte via Selva S. Vito 3613 40°37'20.8464" 16°48'11.5204"

246 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Denominazione Superficie Ubicazione Coordinate Area di attesa (mq) A19 Slargo rotatoria c/o Penny Market/via C. 956 40°37'13.2374" Colombo 16°47'43.9964" A20 Cortile interno Liceo 'G. B. Vico' 4200 40°37'04.1778" 16°47'46.5279" A21 Slarghi lungo via Convento Cappuccini (c/o 6318 40°37'01.4757" OSMAIRM) 16°48'01.6554"

247 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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C.3 - Procedure operative generali

Uno degli aspetti più delicati della gestione dell’emergenza è senza dubbio legato, alla possibilità di dover disporre l'evacuazione della popolazione; essa viene disposta con apposita ordinanza emanata dal Sindaco, ai sensi dell’art. 50 e 54 del D.Lgs. n° 267/2000 (“Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali”), o dal Prefetto. Si parla di evacuazioni preventive, quando lo sgombero della popolazione avviene prima che gli eventi calamitosi si verifichino, oppure di evacuazioni di soccorso, nel caso in cui la popolazione debba essere sgomberata, a causa di un evento in atto. I tempi connessi all’effettuazione dell’evacuazione dipendono perciò, da alcuni fattori: epoca in cui l’evacuazione ha luogo (in fase preventiva, o in fase di soccorso), numero e tipologia delle persone da evacuare (anziani, bambini, disabili, malati), strutture dalle quali svolgere l’evacuazione (ospedali, scuole, aziende, centri commerciali, abitazioni, ecc.).

In caso di necessità di evacuazione, viene immediatamente attivata la Fase di allarme e si procede come al precedente punto Attivazioni in emergenza.

In caso di luoghi di attesa lontani dalle zone evacuate, sarà immediatamente chiamato il 118 e le associazioni di volontariato, per il trasporto su autoambulanza di persone in condizioni di degenza, per garantire le prime forme di assistenza alla popolazione, anche con l'installazione di presidi medici.

Per evitare episodi di sciacallaggio nelle aree interessate, sarà organizzato un cordone di sicurezza, composto dalle Forze dell'Ordine. Particolare attenzione, verrà posta, nei confronti delle persone con difficoltà motorie. L’assistenza alla popolazione deve essere garantita costantemente dalle Funzioni di Supporto 3 - "Volontariato" e 9 - “Assistenza alla popolazione” del C.O.C.. A fine emergenza, si deve consentire il rientro della popolazione evacuata, nelle proprie abitazioni, nel più breve tempo possibile.

I messaggi di evacuazione verranno diramati, come da precedente punto B.6 - Misure di salvaguardia della popolazione.

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I percorsi per l’afflusso dei soccorritori ed il deflusso della popolazione dalle zone da evacuare, sono quelli riportati nella cartografia; è evidente che ogni evento, per la sua imprevedibilità può comportare l'adozione di percorsi diversi da quelli preventivati. In caso di evacuazione di bestiame, si predisporranno al momento, delle aree di ammassamento, nelle vicinanze della dimora abituale degli animali, adeguatamente presidiate dalle Forze dell’Ordine.

Il Sindaco, con apposite ordinanze, dispone la requisizione di tutti i mezzi e risorse ritenute indispensabili per il soccorso e la salvaguardia della popolazione evacuata.

Schema semplificato delle procedure di emergenza

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C.4 - Procedure operative specifiche

C.4.1 - Rischio idrogeologico e idraulico

La tipologia del rischio, che presenta eventi precursori, permette il monitoraggio della situazione sin dal suo innesco. Le Procedure di Allertamento del Sistema Regionale di Protezione Civile per Rischio Meteorologico, Idrogeologico ed Idraulico, in attuazione della Direttiva del Presidenza del Consiglio dei Ministri del 27/02/2004 e ss.mm.ii., sono state adottate dalla Regione Puglia con Deliberazione n° 800 del 23/04/2012 (allegato G del presente Piano Comunale di Protezione Civile). In tali procedure è riportato il modello di intervento relativo al presente rischio. Pertanto, ricevuto il Bollettino di condizioni metereologiche avverse dal Centro Funzionale Regionale del Servizio di Protezione Civile delle Puglia, si innescano le procedure di attivazioni in emergenza dal livello di preallerta. Il Sindaco attiva il C.O.C. e la seguente procedura specifica: • il corpo di P.M. provvederà al monitoraggio, dell’area di criticità ed delimitare le aree di criticità; • se la situazione evolve al peggio, si allerteranno, inoltre, i Vigili del Fuoco, di movimento terra e di autolinee, in previsione di un’eventuale evacuazione della popolazione, dalle aree a rischio; • Si provvede all’allertamento del 118 e delle associazioni di volontariato per eventuali interventi in soccorso; • interviene il referente C.O.C. della Funzione di Supporto 1 - Tecnica e di pianificazione, per sopralluoghi atti a verificare la funzionalità delle infrastrutture ritenute pericolose.

Alla fine dell’evento calamitoso, il Sindaco dispone: • si provvede all’immediata verifica delle condizioni dei soggetti non autosufficienti o abbisognosi di cure salvavita, per provvedere alla fornitura delle cure e supporto necessari (es. fornitura di gruppi elettrogeni per soggetti con apparecchiature elettromedicali, trasporto di soggetti dializzati, fornitura di medicinali); • si provvede all’immediata verifica di situazioni di pericolo per le persone e se necessario, all’evacuazione verso le aree di ricovero per tutti i soggetti le cui abitazioni o che vivono in zone potenzialmente pericolose; • le aree di pericolo devono essere delimitate; • si provvede al censimento dei danni a cose e persone, trasmettendo le informazioni alla Prefettura; • si informa la popolazione in merito alle zone di pericolo ed i soccorsi in atto. 250 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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C.4.2 - Rischio geomorfologico

La tipologia del rischio, che presenta eventi precursori, permette il monitoraggio della situazione sin dal suo innesco. Pertanto, ricevuto il Bollettino di condizioni metereologiche dalla Prefettura - U.T.G. di Taranto o segnalazione dell’innesco dell’evento, si innescano le procedure di attivazioni in emergenza dal livello di preallerta. Il Sindaco attiva il C.O.C. e la seguente procedura specifica:

• il corpo di P.M. provvederà al monitoraggio, dell’area di criticità ed delimitare le aree di criticità; • se la situazione evolve al peggio, si allerteranno, inoltre, i Vigili del Fuoco, di movimento terra e di autolinee, in previsione di un’eventuale evacuazione della popolazione, dalle aree a rischio; • Si provvede all’allertamento del 118 e delle associazioni di volontariato per eventuali interventi in soccorso; • interviene il referente C.O.C. della Funzione di Supporto 1 - Tecnica e di pianificazione, per sopralluoghi atti a verificare la funzionalità delle infrastrutture ritenute pericolose.

Alla fine dell’evento calamitoso, il Sindaco dispone:

• si provvede all’immediata verifica delle condizioni dei soggetti non autosufficienti o abbisognosi di cure salvavita, per provvedere alla fornitura delle cure e supporto necessari (es. fornitura di gruppi elettrogeni per soggetti con apparecchiature elettromedicali, trasporto di soggetti dializzati, fornitura di medicinali); • si provvede all’immediata verifica di situazioni di pericolo per le persone e se necessario, all’evacuazione verso le aree di ricovero per tutti i soggetti le cui abitazioni o che vivono in zone potenzialmente pericolose; • le aree di pericolo devono essere delimitate; • si provvede al censimento dei danni a cose e persone, trasmettendo le informazioni alla Prefettura; • si informa la popolazione in merito alle zone di pericolo ed i soccorsi in atto.

251 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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C.4.3 - Rischio neve, ghiaccio e gelate

Ad inizio della stagione invernale:

• il referente C.O.C. della Funzione di Supporto 4 verifica la disponibilità di adeguata scorta di sale, per disgelo stradale, nei depositi comunali e la disponibilità ed efficienza dei mezzi spargisale; • il referente C.O.C. della Funzione di Supporto 5 - Servizi Essenziali ed Attività Scolastica, verifica le scorte di combustibile, per riscaldamento per gli edifici pubblici, scuole, ospedali, case di cura; • i referenti C.O.C. delle Funzioni di Supporto 3 - Volontariato e 9 - Assistenza alla popolazione, di comune intesa, programmano il calendario dei turni, per le associazioni di volontariato, da attivarsi per l'assistenza agli anziani ed i non autosufficienti.

Ricevuto il bollettino di condizioni metereologiche avverse dal Centro Funzionale Regionale del Servizio di Protezione Civile delle Puglia, inerente la possibilità di abbondanti nevicate e/o formazione di ghiaccio o accertata l'emergenza in atto, il Sindaco attiva il C.O.C., le procedure di attivazioni in emergenza e le seguenti procedure specifiche:

• il corpo di P.M. provvederà al monitoraggio, secondo l’evolversi delle precipitazioni, di tutte le direttrici stradali per verificarne la percorribilità; • viene allertata la ditta affidataria del servizio comunale di igiene urbana e servizi complementari, affinché il personale ed i mezzi spargisale siano pronti per l’operatività.

In caso di nevicate e\o formazione di ghiaccio, tali da rendere difficoltosa o bloccare la circolazione stradale:

• dalle ore 21.00 circa, n° 1 unità della ditta affidataria presidia il deposito comunale del sale, al fine di ottimizzare il prelievo, per i cittadini che ne fanno richiesta; • i mezzi spargisale della ditta affidataria operano sin dalla sera prima dell’evento sulle strade riportate nel successivo elenco (il sale viene sparso su tutta l’area d'incrocio delle strade intersecate).

Per quanto attiene le strade extraurbane, bisogna attenersi alle procedure operative riportate nel ‘Piano di Gestione delle Criticità nella Circolazione Stradale in Caso di Neve’, che vengono trasmesse annualmente dall’U.T.G. – Prefettura di Taranto a tutti i comuni della provincia (allegato G del presente Piano Comunale di Protezione Civile). 252 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Nella cartografia riportata in Tav. 20 in allegato H (‘Rischio neve, ghiaccio e gelate - Carta delle infrastrutture viarie - tratti critici e strategici - Percorsi spargimento sale di competenza comunale), si riporta la viabilità interessata dallo spargimento del sale. Sono interessati i seguenti tratti viari:

Tratti strategici:

• Via per Matera ex S.S. n° 7 • via per Castellaneta ex S.S. n° 7 • via Cappuccini • via per Santeramo • via C. Colombo

Tratti critici:

• Viale Europa • via della Pace • via La Malfa • via Dante • via S. Francesco • via Virgilio • via S. D'Acquisto • via Moneta • L. da Vinci • via G. Deledda • via S. Falco • via Roma • via Papa Giovanni II • via M. T. di Calcutta • via P. Pasolini • via L. Ariosto • via M. Buonarroti • via G. Puccini • via G. Carducci • via Manzoni • via Volta • via Paolo VI • via Pacinotti • via Cadorna • via Oberdan 253 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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• via Monte Faiti • via Giannone • via G. Montrone • via Mater Domini • via Fontana • via Concerie • via Asilo • via Aborigeni • via Verdazzi • via Don P. Tamborrino • via Aldo Moro • via Doberdò • Corso V. Emanuele • S.C. Madonna delle Grazie–Caione • via Pineta • via Selva S. Vito • via delle Industrie Conte • via della Resistenza • via V. Larizza • via Caduti di Nassiria • via S. Fitto • via della Maiolica • via Y. Rabin • via della Conciliazione

Gli operatori della ditta affidataria effettuano la rimozione neve, in ordine di priorità presso: O.S.M.A.I.R.M, Istituti scolastici, Uffici comunali, Ufficio Postale, Chiese, Stazione Carabinieri. Gli operatori ecologici con il loro automezzo, devono essere a disposizione, per interventi di trasporto e spargimento del sale, ove occorre. Il Sindaco emette ordinanza di sospensione dell'attività scolastica, informa dell'ordinanza immediatamente, via telefono gli istituti scolastici e ne trasmette copia via fax, anche alla Provincia. L'autoambulanza ed il mezzo fuoristrada dell'Associazione Pubblica La Luce è a disposizione, per l'eventuale trasporto dei dializzati, che necessitano di trattamento presso le strutture sanitarie. Se l'emergenza si protrae per oltre le 24 ore, i referenti C.O.C. delle Funzioni di Supporto 3 - Volontariato e 9 - Assistenza alla popolazione, inviano i volontari presso le abitazioni degli anziani ed i non autosufficienti (preventivamente individuati), per le dovute forme di soccorso e assistenza. 254 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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C.4.4 - Rischio nubifragi, grandinate e trombe d’aria

Ricevuto il Bollettino di condizioni metereologiche avverse dal Centro Funzionale Regionale del Servizio di Protezione Civile delle Puglia, si innescano le procedure di attivazioni in emergenza, inerente possibilità di abbondanti piogge e se accertata l'emergenza in atto, il Sindaco attiva il C.O.C. e la seguente procedura specifica:

• il corpo di P.M. provvederà al monitoraggio, secondo l’evolversi delle precipitazioni, di tutte le direttrici stradali per verificarne la percorribilità; • se la situazione evolve al peggio, si allerteranno, inoltre, i Vigili del Fuoco, le ditte di autospurgo, di movimento terra e di autolinee, in previsione di un’eventuale evacuazione della popolazione, dalle aree a rischio; • Si provvede all’allertamento del 118 e delle associazioni di volontariato per eventuali interventi in soccorso; • interviene il referente C.O.C. della Funzione di Supporto 1 - Tecnica e di pianificazione, per sopralluoghi atti a verificare la funzionalità delle infrastrutture ritenute pericolose.

Alla fine dell’evento calamitoso, il Sindaco dispone:

• si provvede all’immediata verifica delle condizioni dei soggetti non autosufficienti o abbisognosi di cure salvavita, per provvedere alla fornitura delle cure e supporto necessari (es. fornitura di gruppi elettrogeni per soggetti con apparecchiature elettromedicali, trasporto di soggetti dializzati, fornitura di medicinali); • si provvede all’immediata verifica di situazioni di pericolo per le persone e se necessario, all’evacuazione verso le aree di ricovero per tutti i soggetti le cui abitazioni o che vivono in zone potenzialmente pericolose; • le aree di pericolo devono essere delimitate; • si provvede al censimento dei danni a cose e persone, trasmettendo le informazioni alla Prefettura; • si informa la popolazione in merito alle zone di pericolo ed i soccorsi in atto.

255 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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C.4.5 - Rischio sismico

Essendo il terremoto un fenomeno che si verifica senza possibilità di preannuncio, fa sì che in caso di accadimento, presumibilmente con magnitudo superiore a 4, sarà attivata immediatamente la fase di allarme, contestualmente alla fase di emergenza e soccorso. Si attiva immediatamente il C.O.C: e si innescano le procedure di attivazioni in emergenza e le si attiveranno le procedure operative generali. Inoltre:

• si provvede all’immediata verifica delle condizioni dei soggetti non autosufficienti o abbisognosi di cure salvavita, per provvedere alla fornitura delle cure e supporto necessari (es. fornitura di gruppi elettrogeni per soggetti con apparecchiature elettromedicali, trasporto di soggetti dializzati, fornitura di medicinali); • si provvede all’immediata verifica di situazioni di pericolo per le persone e se necessario, all’evacuazione verso le aree di ricovero per tutti i soggetti le cui abitazioni o che vivono in zone potenzialmente pericolose; • si assicura la prima assistenza alla popolazione, ricorrendo anche al coordinamento provinciale del volontariato di P.C.; • si inviano volontari, uomini e mezzi prioritariamente presso le scuole (in funzione dell’orario e del giorno del sisma), la struttura sanitaria OSMAIRM ed in tutte le aree di emergenza; • si inviano gli Agenti di P.M., a presidio delle vie di deflusso e dei cancelli stradali di ingresso; • si dispone l'allontanamento della popolazione dagli edifici a rischio; • si assumono tutte le iniziative atte alla salvaguardia della pubblica e privata incolumità; • il Sindaco tiene costantemente aggiornata la popolazione su quanto la struttura di protezione civile comunale sta facendo e degli ulteriori provvedimenti che intende mettere in atto; • si organizzano i mezzi di trasporto comunali scuolabus e la ditta di trasporto C.T.P. presente con propri mezzi a Laterza, per il trasferimento della popolazione più debole, dalle aree di attesa, alle aree di ricovero ed accoglienza, le ditte di movimento terra, per le prime opere di rimozione delle macerie, ditte di autocisterne, generi alimentari, coperte, ecc.;

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• si provvede, per il tramite delle Funzioni di Supporto 1 - Tecnica e di pianificazione e 6 - Censimento danni a persone e cose, del C.O.C., all’attività di censimento e verifiche di agibilità degli edifici; • sin dalle prime manifestazioni dell'evento, il Sindaco assicura un flusso continuo di informazioni, verso la Struttura Regionale di P.C. ed il Centro Coordinamento Soccorsi della Prefettura - di Taranto, chiedendo, fra l'altro, l'invio di unità cinofile, per la ricerca di persone, che possono trovarsi sotto le macerie.

Il Sindaco, con apposite ordinanze, dispone la requisizione di tutti i mezzi e risorse ritenute indispensabili per la salvaguardia della popolazione.

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C.4.6 - Rischio incendio boschivo e di interfaccia

Al fine di migliorare e razionalizzare l’attività di prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi, è fondamentale una buona conoscenza dei fattori predisponenti e delle cause determinanti l’incendio. E’ ormai convinzione comune, che la quasi totalità degli incendi abbia origine da fattori indiretti o diretti, dovuti all’attività dell’uomo. Le cause che determinano un incendio, quelle cioè che innescano il fenomeno della combustione, vengono classificate secondo le seguenti categorie: • di origine naturale; • di origine involontaria; • di origine volontaria; • non classificata.

Si richiamano, al riguardo, le seguenti normative in materia:

- L. R. n° 15/1997 “Norme in materia di bruciatura delle stoppie”; - Legge n° 353/2000 “Legge quadro in materia di incendi boschivi”; - L. R. n° 18/2000 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi, in materia di boschi e foreste, protezione civile e lotta agli incendi boschivi”;

- Indicazioni operative emanate annualmente sia dall’U.T.G. - Prefettura di Taranto, che dal Programma di Azione Operativo per la Campagna AIB, emesse annualmente dal Servizio Protezione Civile della Regione Puglia, in collaborazione con il Servizio Foreste, il Servizio Assetto del Territorio e l’Agenzia Regionale Attività Irrigue e Forestali (A.R.I.F.) della Puglia.

Prevenzione

Per poter promuovere le azioni di prevenzione e là dove necessario le azioni di repressione, è fondamentale conoscere le reali motivazioni, che sono alla base del fenomeno degli incendi. La conoscenza ed il monitoraggio del territorio, uniti ad una costruttiva comunicazione con la popolazione, fatta di annunci sulle emittenti radiotelevisive, manifesti pubblici, riunioni, convegni, ecc., sono il presupposto, per una concreta pianificazione antincendio. Ogni anno, nella stagione primaverile, si diffondono informazioni ed in modo particolare agli agricoltori ed allevatori, al fine di promuovere quelle azioni, utili a preservare il territorio comunale dagli incendi, oltre a rammentare la normativa vigente in materia. 258 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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All’approssimarsi del periodo di rischio incendi boschivi, la Funzione 1 del C.O.C. monitora tutto il territorio comunale, per verificare che i proprietari di terreni ubicati in prossimità di percorsi stradali, ferroviari e di aree antropizzate e boschive, rispettino le disposizioni della normativa vigente in materia. In modo particolare, saranno invitati tutti i proprietari o detentori frontisti di tutte le strade soggette a pubblico transito, siano essi Enti o persona fisica, al taglio di tutte le essenze vegetali (sia verdi che secche), che fuoriescono dalla loro proprietà, che siano prospicienti i muretti di confine e si riversano sulla carreggiata stradale, provvedendo altresì, allo smaltimento dei rifiuti derivati dalla potatura e diserbo e da qualsiasi essenza vegetale e materiale infiammabile. La ditta affidataria del servizio comunale di igiene urbana e servizi complementari, provvederà a ripulire dalle erbacce e vegetazione varia tutte le strade periferiche comunali. Le aziende rurali saranno invitate a realizzare precese ed aree spartifuoco, al fine di preservare i loro immobili (stalle, capannoni, depositi foraggio, ecc.), dall’avvento di incendi.

Il personale del Corpo Forestale dello Stato (C.F.S.), unitamente al volontariato (campagne stagionali AIB) ed al personale A.R.I.F. (Agenzia Regionale Attività Irrigue e Forestali) della Regione Puglia attiva, nel periodo di rischio, una postazione fissa di vedetta in località “Casone San Vito” nei pressi della Strada Provinciale n° 15 (Laterza-Impianto A.Q.P. Sinni). In aggiunta, vengono predisposti servizi di vigilanza e controllo del territorio (‘postazioni mobili’), privilegiando le aree potenzialmente esposte al pericolo di incendi (come ad esempio la “pineta comunale”, il bosco ‘Selva S. Vito’, pineta della località ‘Sterpine’, pineta ‘Fraggennaro’, ecc.., .ecc..).

Con le misure di prevenzione, si intende eliminare gran parte degli incendi. Differente lo scenario per gli incendi di natura dolosa: questi si verificano, quando l’intervento delle istituzioni è più difficile e lento, ovvero nelle ore serali e notturne e quando ci sono le condizioni climatiche favorevoli (giornate calde con vento). Una soluzione per limitare i danni è quella di organizzare ed attivare, in tali periodi, un congruo numero di squadre, che monitorano costantemente le aree boscate.

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Modello d'intervento

Si premette, che il ruolo operativo nella lotta attiva agli incendi boschivi è demandato esclusivamente agli organi tecnici rappresentati dal Corpo Forestale dello Stato (C.F.S.) e dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco; le organizzazioni di volontariato operano sotto il coordinamento del Direttore delle Operazioni di Spegnimento (D.O.S.) del C.F.S., come stabilito dalle Procedure Operative Generali per fronteggiare il rischio incendi boschivi, tramite la Sala Operativa Unificata Permanente (S.O.U.P.) della Regione Puglia.

In ogni caso si applicano le Procedure del Programma di Azione Operativo per la Campagna AIB, emesse annualmente dal Servizio Protezione Civile della Regione Puglia, in collaborazione con il Servizio Foreste, il Servizio Assetto del Territorio e l’Agenzia Regionale Attività Irrigue e Forestali (A.R.I.F.), riportate nell’Allegato G del presente Piano Comunale di Protezione Civile.

Alla notizia di un incendio boschivo, immediatamente, si allerta il C.F.S., il S.O.U.P. ed eventualmente in caso di mancata risposta, direttamente i referenti dell’A.R.I.F. presenti sul posto. Contemporaneamente, si invia sulla zona ove è stato segnalato l’incendio, personale dell’ufficio di protezione civile comunale, al fine di verificare la veridicità della segnalazione, l’estensione dell’incendio, i probabili sviluppi, la percorribilità delle vie di accesso e di fuga della zona delle operazioni, in modo da informare dettagliatamente, sull'evolversi dell'incendio il C.F.S. ed all'occorrenza i Vigili del Fuoco. I volontari di P.C. e comunque tutto il personale operante devono sempre essere informati, sulle regole di comportamento che devono usare, sulla zona dell’incendio; in modo particolare, sull’assoluto divieto di deterioramento o distruzione di quelle tracce, che potrebbero essere determinanti, per l’identificazione del responsabile dell’incendio. Pertanto, tutto il personale operante deve conoscere le seguenti regole di comportamento: - ogni intervento deve espletarsi indossando tutti i Dispositivi di Protezione Individuale previsti dalla normativa; - gli interventi devono eseguirsi attenendosi alle disposizioni del Direttore delle Operazioni di Spegnimento, evitando comportamenti che possano mettere a repentaglio la propria sicurezza e quella altrui; - alla notizia dell'incendio, annotarsi possibilmente, gli estremi della persona segnalatrice;

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- durante l'avvicinamento al luogo dell'incendio, cercare di annotare, memorizzare veicoli o persone, che si allontanino, circolino o sostino nei pressi; - durante le fasi di spegnimento, evitare il più possibile, di camminare o bagnare senza scopo, le aree già percorse dal fuoco, limitando l'intervento e il calpestio alle zone dove l'incendio è in atto; - non introdursi con veicoli, all'interno delle zone bruciate o limitrofe, se ciò non sia assolutamente necessario, al fine di evitare di cancellare eventuali impronte di pneumatici o di scarpe; - nessuna cosa esistente sul luogo, anche se ritenuta insignificante o non attinente con l'incendio, dovrà essere maneggiata, raccolta o spostata; - di qualsiasi cosa rinvenuta, con particolare riferimento ad eventuali meccanismi di accensione facilmente riconoscibili, si dovrà avvisare il personale del C.F.S. astenendosi dal maneggiarla, raccoglierla o spostarla; - astenersi rigorosamente, dal fare ingresso o bagnare le zone dell'incendio delimitate dal nastro a bande bianche e rosse, poiché tali aree saranno soggette a peculiari accertamenti del personale specializzato; - informare di qualsiasi cosa o fatto sospetto il personale del C.F.S..

Nei periodi di forte rischio di incendi boschivi, oltre a quando questi sono in atto, si allerteranno le ditte munite di cisterne per trasporto di acqua, al fine dell'intervento in caso di fabbisogno, per i Vigili del Fuoco ed il C.F.S.. Particolare attenzione deve essere posta, al fine di un eventuale intervento di evacuazione, per le aziende agricole che possono essere interessate dal fuoco, compresi gli animali.

Il prelievo di acqua da usarsi per lo spegnimento di incendi viene effettuato nei seguenti siti:

• punti di approviggionamenti posti nei pressi del Municipio, della fontanina ubicata di fronte al Santuario Mater Domini e nei pressi di Pier S.r.l. in via Roma a Laterza; • pozzi e sorgenti presenti in agro di Laterza.

Al fine di realizzare vie taglia fuoco, per fermare eventuali incendi boschivi in atto, ci si avvarrà, al momento, dell'agricoltore più vicino alla zona, in quanto la quasi totalità è provvista di trattori agricoli, con relativi aratri. 261 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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C.4.7 - Rischio sociologico (manifestazioni, fiere e processioni)

Il rischio sociologico è legato all’assembramento di persone, che in base al numero delle persone stesse e la tipologia dei luoghi, può costituire un potenziale fattore di rischio. Esso è legato in particolar modo ad eventi quali il mercato settimanale, le fiere stagionali, le processioni, gli spettacoli di piazza. Per tale tipologia di eventi sono stati individuati le aree ed i percorsi interessati e sono stati individuati le vie di esodo e le aree di attesa in caso di incidenti, come riportato nella cartografia in allegato H Tav. n° 21 – ‘Rischio sociologico - Eventi indotti da grandi manifestazioni popolari, culturali e sportive’ e Tav. n° 22 – ‘Rischio sociologico - Eventi indotti dalle processioni delle principali feste religiose: Maria S.S. Mater Domini, S.S. Medici, Madonna del Carmine e Madonna delle Grazie’

Quando si organizzano eventi con potenziale rischio di tipo sociologico, preliminarmente:

• il corpo di Polizia Municipale provvederà al controllo dei percorsi e degli accessi in funzione dei percorsi stabiliti; • si provvederà a controllare che l’impegno degli spazi sia conforme a quanto previsto dall’organizzazione dell’evento o nel caso di mercato e fiera, dalle specifiche ordinanze comunali. • Si controlleranno la disponibilità degli spazi di attesa e la fruibilità delle vie di esodo che saranno mantenute libere; • Si provvederà al preallertamento del 118 e delle organizzazioni di volontariato, per eventuali necessità di soccorso.

In ogni caso si attiveranno le procedure di attivazioni in emergenza al livello di attenzione. In caso di emergenza in atto, il Sindaco attiva il C.O.C., si attiveranno le procedure operative generali e la seguente procedura specifica:

• Se l’emergenza è di estensione ampia, si provvederà all’attivazione dei cancelli di ingresso; • il corpo di P.M. in collaborazione con le associazioni di volontariato, provvederà al direzionamento della viabilità al fine di permettere il deflusso delle persone lungo le vie di esodo e l’accesso dei mezzi di soccorso; • si chiederà l’immediato intervento del 118 e delle associazione di volontariato e dei Vigili del Fuoco per eventuali interventi in soccorso;

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C.4.8 - Rischio ondate di calore

All’inizio della stagione estiva, i responsabili delle Funzioni di supporto 3 - Volontariato e 9 - Assistenza alla popolazione, del C.O.C., di comune intesa, programmano il calendario dei turni, per le associazioni di volontariato, da attivarsi, per l'assistenza agli anziani ed i non autosufficienti, quando scatta l'allarme rischio calore. Ricevuto dal Centro Funzionale Regionale del Servizio di Protezione Civile delle Puglia il bollettino di condizioni climatiche, saranno allertati i referenti C.O.C. delle Funzioni di Supporto 3 - Volontariato e 9 - Assistenza alla popolazione ed informata e sensibilizzata la popolazione, con continui comunicati informativi, circa i comportamenti da adottare, per alleviare i disagi, in modo particolare, per gli anziani ed i non autosufficienti.

Per le segnalazioni di persone in difficoltà, saranno continuamente pubblicizzati i numeri telefonici a cui rivolgersi per i primi interventi:

118 Servizio Sanitario Nazionale 1500 Ministero della Salute 099/8216014 Comando di Polizia Municipale 099/8297946 099/8216014 Ufficio Comunale di Protezione Civile 099/8297946 099/8297103 Associazione ‘La Luce’ 099/8216674 Associazione Radio C.B. ‘S.O.S. 27’ SER

Se il rischio calore si protrae per oltre le 24 ore, i referenti C.O.C. delle Funzioni di Supporto 3 - Volontariato e 9 - Assistenza alla popolazione, inviano i volontari, presso le abitazioni degli anziani ed i non autosufficienti (preventivamente individuati), per le dovute forme di soccorso e assistenza.

Nei periodi di maggior rischio calore, le sedi di associazioni frequentate da persone anziane saranno rifornite, da parte dell’organizzazione comunale di P.C., di acqua in bottiglia.

Dal punto di vista della prevenzione, l’Azienda Sanitaria Locale TA/1, annualmente stila un vademecum di Prevenzione dei Rischi per la Salute da Ondate di Calore che consegna alla popolazione anziana e ai non autosufficienti.

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C.4.9 - Rischio siccità - interruzione erogazione idrica

In caso di previsione di siccità, ci si dovrà attenere scrupolosamente, alle indicazioni fornite dagli organi superiori, Ministero della Sanità, Dipartimento della P.C., Prefettura di Taranto, Regione, Provincia. Saranno allertate le ditte locali, munite di cisterne per trasporto di acqua. Molte aziende agricole sono già munite di cisterne proprie, per i loro fabbisogni. In caso di emergenza acclarata, saranno predisposti presidi ove sorgono pozzi sorgivi, per regolamentare il prelievo e l'uso dell'acqua. Controlli giornalieri saranno effettuati negli esercizi commerciali, per monitorare i prezzi dell'acqua e bibite in genere. Apposite ordinanze saranno emanate, per limitare o vietare l'uso di acqua per lavaggio di mezzi, irrigazione giardini. In caso di interruzione improvvisa dell'erogazione idrica nel centro urbano (guasti sulle condotte, contaminazione, ecc.), immediatamente, tramite annunci, sarà garantito alla cittadinanza, un livello adeguato di informazione su:

- cosa è successo e perché; - la prevedibile durata della criticità; - azioni intraprese e da intraprendere; - comportamenti di autoprotezione per la popolazione, possibili rischi; - disposizioni varie.

Le informazioni dovranno essere diffuse tempestivamente e ad intervalli regolari. Sarà bene comunicare sempre, al fine di limitare il più possibile il panico nella popolazione, che non deve sentirsi abbandonata e ricavare invece, che si sta organizzando il necessario, per limitare il disagio, dovuto alla mancanza di acqua. Si devono monitorare immediatamente la struttura sanitaria O.S.M.A.I.R.M., laboratori sanitari, case di cura ed abitazioni di anziani e persone non autosufficienti. Sarà richiesto l'intervento immediato degli organi tecnici: A.S.L. TA/1, A.Q.P., Consorzi di Bonifica, Agenzia Regionale Protezione Ambiente, Autorità di Bacino della Puglia. Si devono contattare le ditte di distribuzione di acqua potabile e le ditte di grosse cisterne, da installare in punti nevralgici del paese, in rapporto alla popolazione ed in spazi adeguati.

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Il rifornimento dell'acqua, in emergenza, deve avvenire in modo tale, da evitare rischi di contaminazione, sia nella fase di prelievo, sia in quella di trasporto e distribuzione; pertanto è prioritaria la distribuzione tramite sacchetti, boccioni e bottiglie. Tutte le cisterne impiegate dovranno essere omologate, esclusivamente per il trasporto di acqua destinata al consumo umano, con caratteristiche tali, da consentire agevoli operazioni di lavaggio e disinfezione; potranno impiegarsi contenitori per il trasporto di liquidi alimentari, se in possesso di autorizzazione igienico-sanitaria. In zootecnia, per gli allevamenti di animali di grossa taglia, in prossimità di esaurimento dei pozzi di proprietà degli allevatori, la A.S.L. vaglierà la possibilità di abbattimento degli animali per macellazione. Considerare anche, se la situazione lo richiede, l'emanazione di ordinanza di chiusura delle attività artigianali e delle industrie. A fine emergenza e se necessario anche durante l'emergenza, la ditta affidataria del servizio di igiene urbana, effettuerà la disinfestazione e derattizzazione di tutto il territorio comunale.

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C.4.10 - Rischio rifiuti urbani

Questa è un'emergenza che è bene considerare, in quanto le cause che possono provocarla sono di attualità, su alcune aree del territorio nazionale. La comunicazione alla popolazione, già esplicitata in precedenza, anche qui è di straordinaria importanza; rendere consapevole la popolazione della situazione igienica che potrebbe crearsi, i comportamenti di autotutela da adottare, renderebbero meno drammatica la situazione. Innanzi tutto, può essere utile, individuare da subito, delle zone di stoccaggio provvisorie, dove conferire i rifiuti. Si possono individuare dei siti, non lontano dall'abitato, ove i cittadini andrebbero a conferire personalmente le buste dei rifiuti, adeguatamente chiuse, magari in doppio involucro, in modo che le strade del centro abitato restino libere dai cumuli, che altrimenti si formerebbero, creando disagio ed allarme sociale. Per questo, si deve reperire immediatamente, un congruo numero di apposite buste per rifiuti, da distribuire gratuitamente alla popolazione, tramite postazioni dislocate in vari punti dell’abitato, presidiate da personale del Comune e da volontari.

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C.4.11 - Rischio incidenti stradali e trasporti

L’incidente stradale è un fenomeno che si verifica senza possibilità di preannuncio, questo fa sì che in caso di accadimento, sarà attivata immediatamente la fase di allarme, contestualmente alla fase di emergenza e soccorso. All’accadimento incidenti che possono coinvolgere la popolazione con sversamenti nell’ambiente di sostanze pericolose, immediatamente deve essere preclusa al traffico ed alle persone la zona interessata; contestualmente, si devono avvertire i Vigili del Fuoco, comunicando loro tutte le notizie utili, per un intervento mirato al tipo di incidente (es. codice KEMLER per incidenti nei trasporti) e l'Agenzia Regionale di Protezione dell'Ambiente (A.R.P.A.). Al Comune rimane una competenza, di supporto logistico assistenziale. Si attiva il C.O.C., si innescano le procedure di attivazioni in emergenza e si attiveranno le procedure operative generali.

Allarme / Emergenza

Sindaco in relazione all'evolversi dell'accadimento: • avvia i contatti con: VV.F., A.R.P.A., U.S.L., Prefettura; • dispone per l'immediato intervento della Polizia Municipale anche in concorso e di concerto con il Volontariato di protezione civile per supportare l'opera dei soccorsi, per procedere ad eventuale evacuazione e per l'assistenza alla popolazione; • preavvisa le funzioni del C.O.C. ed i Responsabili del Settore Ambiente e della Polizia Municipale per un loro concorso nel soccorso, in base alle specifiche competenze; • in caso di materiale gassoso, in base alla direzione del vento, allerta subito la popolazione che può rimanerne coinvolta, con comunicati indicanti i comportamenti da adottare (non uscire di casa, non aprire porte e finestre, isolare l'abitazione, ecc.). • si adopera per quant’altro necessiti per la tutela dell'incolumità della popolazione e per la sicurezza della circolazione; • informa i Comuni limitrofi, se non già fatto, qualora l'evento possa estendersi sui loro territori, come ad es. nell'ipotesi di sostanze tossiche aeriformi; • procede all'evacuazione di tutti coloro che siano esposti a rischio, ricoverandoli in aree protette oppure allestite per l'ospitalità temporanea;

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• in caso di interruzione improvvisa della circolazione stradale per qualsiasi causa, immediatamente, gli Agenti della P.M., all'occorrenza coadiuvati dai volontari, si porteranno alle intersezioni prossime al luogo dell’interruzione, per segnalare adeguatamente il rischio e deviare il traffico su percorsi sicuri; • in caso di interruzione delle strade principali fuori del centro urbano, ove si prevedono tempi lunghi, per il ripristino della circolazione, attiverà l'allertamento dei Comandi di P.M., Carabinieri e Polizia Stradale dei comuni limitrofi interessati, al fine del blocco e/o deviazione del traffico dalla direttrice medesima.

Cessata Emergenza

Sindaco: • emette comunicati alla popolazione di cessato pericolo con indicazioni sulle misure autoprotettive da adottarsi, come ad esempio in caso di avvenuto rilascio di sostanze tossiche e radioattive: - non mangiare alimenti come verdure, frutta, ecc., che siano rimasti all’aperto o comunque esposti al rischio di contaminazione; - non mangiare carni o prodotti derivati animali, qualora fossero in situazioni tali, come all'aperto, da poter essere contaminati; • avvia il censimento danni a cose e persone, delegandolo alla funzione C.O.C. n° 8; • dispone per il ripristino della circolazione stradale, dei servizi essenziali di erogazione idrica, elettrica, gas, eventualmente interrotti durante l'attività dei soccorsi; • verifica la salubrità e sicurezza degli immobili per permettere il rientro della popolazione e la ripresa delle attività produttive; • dispone il controllo di tutta la zona al fine di individuare pericoli, non immediatamente accertabili; • mantiene il servizio antisciacallaggio, da espletarsi fino a cessate esigenze, per le aree ed immobili evacuati e non immediatamente occupabili;

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C.4.12 - Rischio blackout

Un’improvvisa e prolungata interruzione di energia elettrica priva i cittadini dei servizi essenziali, quali luce, riscaldamento, rifornimento idrico, ecc.. Quando l’evento assume dimensioni, estensioni ed effetti tali da non poter essere fronteggiato mediante la predisposizione degli interventi ordinari di competenza degli enti ed aziende che gestiscono tale servizio e quando non si tratti di sospensione in modo selettivo e programmato, è richiesto l’intervento dell’Ufficio di Protezione Civile.

In tal caso tale ufficio dovrà:

1 - pianificare una risposta coordinata e sinergica nelle prime fasi dell’emergenza per ridurre il più possibile i rischi collaterali connessi all’interruzione di energia elettrica; 2 - verificare i parametri di funzionalità degli organismi di soccorso in relazione alle conseguenze determinate dalla mancanza di energia elettrica; 3 - verificare i parametri di funzionalità di alcuni servizi essenziali in relazione alle conseguenze determinate dalla mancanza di energia elettrica: 4 - individuare soluzioni atte a garantire un sufficiente margine di operatività.

A seguito di una prolungata interruzione di energia elettrica è immediatamente attivato il Sistema comunale di protezione civile.

Preallarme

Al ricevimento della comunicazione di preallarme, trasmessa dalla Prefettura, o di una improvvisa emergenza:

• Si allerta il C.O.C e si innescano le procedure di attivazioni in emergenza; • il corpo di P.M. provvederà al monitoraggio del territorio e della rete viaria; • Si provvede all’allertamento del 118 e delle associazioni di volontariato per eventuali interventi in soccorso;

Il perdurare del blackout implica il passaggio allo stato di allarme. 269 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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Allarme

Se la durata del blackout supera le 4 ore, il Sindaco dispone per l’immediato monitoraggio del territorio cittadino mediante l’impiego del personale del Corpo di Polizia Municipale, al fine di dimensionare l’evento sia in termini di estensione territoriale che della rilevazione di eventuali danni. Inoltre, il Sindaco provvede a: • allertare il C.O.C e si innescano le procedure di attivazioni in emergenza a livello di allarme; • il corpo di P.M. provvederà al monitoraggio del territorio e della rete viaria per per regolamentare il traffico; • si rapporta con la prefettura per rapportare la situazione; • si rapportarsi con ENEL per le verifiche • Si provvede all’allertamento del 118 e delle associazioni di volontariato per eventuali interventi in soccorso; • si allertano la A.S.L./TA 1 ed i volontari per prestare eventuale soccorso e per preparasi ad assistere persone non autosufficiente e/o necessitano di apparecchiature elettromedicali; • la Funzione 4 mette a disposizione i gruppi elettrogeni disponili, allerta le ditte che hanno gruppi elettrogeni disponibili; • si provvede a fornire supporto alle strutture territoriali vulnerabili, in particolare O.S.M.A.I.R.M.; • se il backout si prolunga il Sindaco dispone la sospensione dell’attività scolastica; • Attuazione del presidio per il controllo del traffico veicolare con l’impiego del personale del Corpo di Polizia Municipale e delle associazioni di volontariato, coordinati dal Responsabile della funzione di supporto “strutture operative locali, viabilità”; • Assistenza alla popolazione: non essendo prevista la movimentazione della popolazione, l’assistenza sarà, in genere, di tipo domiciliare con distribuzione, ove necessario, di generi di prima necessità quali acqua e generi alimentari; • Verifica e ripristino della funzionalità dei servizi essenziali, provvedendo a riparazioni urgenti e provvisorie, utilizzando apparecchiature di emergenza (per es. gruppi elettrogeni, autoclavi, etc.) o mezzi alternativi di erogazione (per es. autobotti, etc.), avvalendosi per questo di personale specializzato addetto alle reti di servizi, secondo specifici piani particolareggiati elaborati da ciascun ente competente nell’ambito della funzione di supporto “servizi essenziali”; • Attuazione di un idoneo sistema di informazione al cittadino attraverso diffusione di specifici messaggi a mezzo di altoparlanti a bordo dei veicoli del Corpo di Polizia Municipale. 270 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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C.4.13 - Rischio incidenti su rete distribuzione gas (metanodotti)

Un incidente alla rete metanifera, con rottura della condotta e fuoriuscita di gas, può provocare incendi e/o esplosioni.

Alla segnalazione di un evento incidentale al metanodotto si attiva immediatamente il C.O.C. e si innescano le procedure di attivazioni in emergenza a livello allarme e le si attiveranno le procedure operative generali.

• il corpo di P.M. provvederà al monitoraggio del territorio e della rete viaria per regolamentare il traffico; • il Sindaco si rapporta con la prefettura per rapportare la situazione; • si deve inoltrare la richiesta di intervento al Comando Provinciale dei V.V.F. e all’A.R.P.A.; • la Funzione 5 provvede rapportarsi con ENEL e la società di gestione del metanodotto per le verifiche; • Si provvede all’allertamento del 118 e delle associazioni di volontariato per eventuali interventi in soccorso; • si allertano la A.S.L. ed i volontari per prestare eventuale soccorso e per preparasi ad assistere persone non autosufficiente e/o necessitano di apparecchiature elettromedicali; • la Funzione 4 allerta le ditte di movimento terra ed impiantistiche.

271 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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C.4.14 – Rischio sanitario

Le emergenze di tipo sanitario comprendono le situazioni di emergenza determinate da:

• insorgere di epidemie; • inquinamento di acqua, cibo, aria, ecc.; • eventi catastrofici con gran numero di vittime.

Tali situazioni, che possono coinvolgere sia gli essere umani sia gli animali, richiedono interventi di competenza delle Autorità Sanitarie che li esplicano attraverso la normativa in vigore relativa alla profilassi di malattie infettive. Per situazioni di emergenza sanitaria, in generale si deve far riferimento alle procedure in essere alla ASL TA/1 ed ai referenti dei Dipartimenti e Servizi della stessa azienda. Ricordiamo che l’Azienda Sanitaria Locale TA/1, mensilmente trasmette ai vari enti, i turni di pronta disponibilità (reperibilità) dei vari medici e veterinari dei Servizi di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione e della Polizia Mortuaria, dei Servizi di Igiene e Sanità Pubblica e dei Servizi di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche , nonché dei Servizi di Sicurezza e Salute nei Luoghi di Lavoro. Copia della sopracitata documentazione deve essere tenuta presso il C.O.C..

Per situazioni di emergenza sanitaria, determinate da anomalie termiche, si fa riferimento al paragrafo C.4.8 - Rischio ondate di calore.

In generale tali situazione sono innescate da bollettino di allerta della Prefettura, che attiva immediatamente il C.O.C: e si innescano le procedure di attivazioni in emergenza a livello allarme. Si attiveranno inoltre le seguenti procedure: • Il Sindaco si rapporta con la prefettura per rapportare la situazione; • Si provvede all’allertamento del 118 e delle associazioni di volontariato per eventuali interventi in soccorso; • si allertano la A.S.L. TA/1 ed i volontari per prestare eventuale soccorso e per preparasi ad assistere persone non autosufficiente e/o necessitano di apparecchiature elettromedicali; • Si allertano tutti i presidi medici, i medici e le farmacie presenti sul territorio; • Si deve informare i cittadini dell’emergenza in corso e dei provvedimento in atto. 272 Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]

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C.4.15 - Rischio incidenti vari (evento qualsiasi)

Se la tipologia del rischio presenta eventi precursori, permettendo il monitoraggio della situazione sin dal suo innesco, si innescano le procedure di attivazioni in emergenza dal livello di preallerta. In caso di accadimento senza evento precursore le procedure si innescano dal livello di allarme. Il Sindaco attiva il C.O.C. e la seguente procedura specifica:

• il corpo di P.M. provvederà al monitoraggio, dell’area di criticità ed delimitare le aree di criticità; • se la situazione evolve al peggio, si allerteranno, inoltre, i Vigili del Fuoco, di movimento terra e di autolinee, in previsione di un’eventuale evacuazione della popolazione, dalle aree a rischio; • Si provvede all’allertamento del 118 e delle associazioni di volontariato per eventuali interventi in soccorso; • interviene il referente C.O.C. della Funzione di Supporto 1 - Tecnica e di pianificazione, per sopralluoghi atti a verificare la funzionalità delle infrastrutture ritenute pericolose.

Alla fine dell’evento calamitoso, il Sindaco dispone:

• si provvede all’immediata verifica delle condizioni dei soggetti non autosufficienti o abbisognosi di cure salvavita, per provvedere alla fornitura delle cure e supporto necessari (es. fornitura di gruppi elettrogeni per soggetti con apparecchiature elettromedicali, trasporto di soggetti dializzati, fornitura di medicinali); • si provvede all’immediata verifica di situazioni di pericolo per le persone e se necessario, all’evacuazione verso le aree di ricovero per tutti i soggetti le cui abitazioni o che vivono in zone potenzialmente pericolose; • le aree di pericolo devono essere delimitate; • si provvede al censimento dei danni a cose e persone, trasmettendo le informazioni alla Prefettura; • si informa la popolazione in merito alle zone di pericolo ed i soccorsi in atto.

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C.4.16 - Indicazioni finali

Al termine di ogni evento calamitoso, si deve fare un'attenta analisi su come è stata affrontata l'emergenza, elencando dettagliatamente i punti deboli (es. preparazione degli operatori, mancanza di mezzi ed attrezzature, ecc.) ed i punti di forza (es. collaborazione della popolazione, efficacia della comunicazione, ecc.). Fondamentale importanza riveste l'aggiornamento del P.C.P.C., in ogni sua parte e componente, ovvero, dati, scenari di rischio, cartografie, modulistica, ecc., per cui il presente documento è da ritenersi un "work in progress", in quanto suscettibile di continui aggiornamenti ed integrazioni, dovuti all'evolversi della normativa, al periodo di fisiologica sperimentazione delle azioni previste, all'esperienza accumulata sul campo, ai contributi dei diversi soggetti coinvolti (Enti, associazioni, popolazione), alle eventuali esercitazioni che si andranno a realizzare. Gli aggiornamenti e le integrazioni sono eseguite a cura dell’Ufficio Comunale di Protezione Civile (U.C.P.C.); il Sindaco prende atto delle variazioni apportate e nel caso di modifiche sostanziali, le sottopone all’approvazione della Giunta Comunale.

Per tutto quello che non è trattato nel presente documento, si rimanda al Piano Provinciale di Protezione Civile della Provincia di Taranto ed al Piano di Emergenza Rischio Idrogeologico ed Idraulico della Prefettura di Taranto.

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C.5 - L’INFORMAZIONE DELLA POPOLAZIONE

C.5.1 - L'informazione della popolazione

La collaborazione della popolazione è uno dei fattori che concorre alla risoluzione dell'emergenza. Pertanto, la popolazione deve essere adeguatamente informata sui rischi cui è esposta, sulle procedure e modalità di allertamento, sui comportamenti da adottare per ogni singolo rischio, sulla organizzazione dei soccorsi.

Nella progettazione dell’informazione occorre definire i tempi dell'informazione, l'emittente, gli utenti, i contenuti, modalità e mezzi di comunicazione.

La Legge n° 265 del 3 agosto 1999, trasferisce al Sindaco “le competenze del Prefetto in materia di informazione della popolazione su situazioni di pericolo per calamità naturali, di cui all'art. 36 del regolamento di esecuzione della legge 8 dicembre 1970, n. 996, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 6 febbraio 1981, n. 66”.

Il Decreto Legislativo n° 334 del 17 a gosto 1999 (“Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di i ncendi rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”), ribadisce, relativamente ai pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose, che il “comune, ove è localizzato lo stabilimento soggetto a notifica, porta tempestivamente a conoscenza della popolazione le informazioni fornite dal gestore, eventualmente rese maggiormente comprensibili”.

“Le informazioni sulle misure di sicurezza da adottare e sulle norme di comportamento da osservare in caso di incidente sono comunque fornite dal comune alle persone che possano essere coinvolte in caso di incidente rilevante verificatosi in uno degli stabilimenti soggetti al D. Lgs n° 334”.

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C.5.2. - Tempi dell'informazione

L'informazione del rischio, caratterizzata da una serie di istruzioni da porre in atto quando richiesto dalla situazione contingente, si sviluppa in tre momenti:

• informazione preventiva

Ha lo scopo di mettere ogni individuo nella condizione di conoscere il rischio cui è esposto, di verificare i segnali di allertamento e di assumere i corretti comportamenti di autoprotezione in situazione di emergenza. Tale attività informativa sarà ribadita nel tempo ed estesa, oltre che alla popolazione fissa, costituita dalle persone stabilmente residenti nelle zone "a rischio", anche alla popolazione variabile, ossia presente in determinate fasce orarie (scuole, posti di lavoro, uffici pubblici, ecc.) o per periodi più o meno lunghi (strutture alberghiere, case di cura, ospedali, ecc.).

• informazione in emergenza

Tende ad assicurare l'attivazione di comportamenti da parte della popolazione al manifestarsi di condizioni che denunciano un'emergenza prevedibile (fase di preallarme) o al verificarsi dell'emergenza (fase di allarme).

• informazione post-emergenza

Ripristina lo stato di normalità attraverso segnali di cessato allarme.

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C.5.3. - Modalità e mezzi di comunicazione

Per quanto concerne le modalità di comunicazione, in caso di emergenza attesa, se l'evento atteso lascia un adeguato margine di tempo, si farà ricorso a messaggi scritti, che non danno adito ad interpretazioni o a distorsioni verbali. Nel caso di emergenza immediata si farà ricorso all'impiego di sistemi di megafonia mobile (autovetture del Corpo di Polizia Municipale). Per il segnale di fine emergenza si utilizzeranno mezzi e modalità come per il preallarme.

C.5.4 - I contenuti della comunicazione

I contenuti della comunicazione variano a seconda che si tratti di informazione preventiva o in emergenza.

L'informazione preventiva deve contenere indicazioni relative a:

• natura del rischio e possibili conseguenze sulla popolazione, sul territorio e sull'ambiente; • messaggi e segnali di emergenza e loro provenienza; • prescrizioni comportamentali, differenziate sulla base della distribuzione spaziale e temporale dell'intensità degli effetti dell'evento o della presenza di strutture particolarmente vulnerabili; • procedure di soccorso.

In emergenza, il contenuto della comunicazione deve indicare:

• quali comportamenti adottare; • fenomeno in atto o previsto; • misure particolari di autoprotezione da attuare; • autorità ed enti cui rivolgersi per informazioni, assistenza, soccorso e con cui collaborare.

Nel caso si preveda un provvedimento di evacuazione si dovranno comunicare le aree di attesa preventivamente individuate.

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C.5.5. - Norme comportamentali di carattere generico

COSA FARE IN CASO DI TERREMOTO

Il terremoto è un fenomeno naturale, difficile da prevedere, causato dal passaggio di onde sismiche generate da una rottura nella crosta terrestre. L’intero territorio del Comune di Laterza è posto in una zona classificate 3 quindi il rischio di crollo degli edifici è limitato, tuttavia il rispetto di alcune regole di comportamento è importante per limitare i danni.

PRIMA CHE SI VERIFICHI IL TERREMOTO:

° Informati se abiti in una zona a rischio; ° Conosci quali sono i punti più sicuri in casa (muri portanti, travi in cemento armato) e del luogo in cui lavori o studi; ° Informati su dove sono collocati gli interruttori della luce, del gas e dell’acqua; ° Verifica se ci sono uscite di sicurezza; ° Evita di mettere mobili che cadendo potrebbero impedire l’apertura delle porte e/o l’uscita dalla stanza; ° Informati su dove sono ubicati gli spazi aperti sicuri vicino alla tua abitazione, al tuo luogo di lavoro o ambiente di studio; ° Assicurati che tutte le persone che vivono con te sappiano cosa fare.

DURANTE LA SCOSSA SE TI TROVI IN UN LUOGO CHIUSO

° Mantieni e contribuisci a far mantenere la calma; ° Non precipitarti fuori ma rimani dove ti trovi; ° Riparati sotto un tavolo, sotto l’architrave della porta o vicino ai muri portanti; ° Allontanati da finestre, porte con vetri, armadi perché cadendo potrebbero ferirti; ° Dopo il terremoto se possibile stacca la luce dell’interruttore generale e chiudi il gas; ° Lascia l’edificio senza usare l’ascensore scendendo le scale in fila indiana lato muro.

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SE SEI IN CASA- DURANTE LA SCOSSA

Fare

• Riparati sotto gli architravi, vicino ai pilastri oppure sotto un tavolo

Non Fare

• Non rimanere vicino a mobili o altri oggetti che possono caderti addosso • Non ripararti vicino alle finestre perché potrebbero rompersi e ferirti • Non usare le scale e non prendere l’ascensore

SE TI TROVI ALL’APERTO DURANTE LA SCOSSA

° Allontanati dagli edifici, dagli alberi, dai lampioni e dalle linee elettriche o telefoniche che cadendo potrebbero ferirti; ° Cerca un posto dove non hai nulla sopra di te, se non lo trovi cerca riparo sotto qualcosa di sicuro come una panchina; ° Non avvicinarti agli animali perché potrebbero essere spaventati e reagire violentemente.

DOPO LA SCOSSA SE SEI ALL’APERTO

° Verifica lo stato di salute di chi ti è vicino e soccorri chi ne ha bisogno; ° Accertati che non vi siano principi di incendi; ° Raggiungi le eventuali aree di raccolta stabilite nei piani di emergenza e collabora con il personale della protezione civile; ° Usa il telefono solo in caso di vera necessità.

FINITA LA SCOSSA SE SEI AL CHIUSO

Fare

• Chiudi gli interruttori del gas e della luce e in caso di fuga di gas segnala il fatto e apri le finestre. • Esci di casa indossando le scarpe per non ferirti e senza usare gli ascensori. • Prima di lasciare l’edificio controlla la stato di salute di chi ti è vicino. • Raggiungi le aree di attesa preferibilmente senza usare le auto.

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Non fare • Non usare il telefono se non è strettamente necessario. • Non ingombrare le strade con l’auto per non intralciare i mezzi di soccorso.

SE SEI IN AUTO O A PIEDI DURANTE E SUBITO DOPO LA SCOSSA

° Non passare sotto edifici o parti di essi (balconi, cornicioni, grondaie…). ° Se ti trovi in auto è consigliabile restarci dentro perché questa costituisce un buon riparo sempre che non sia ferma sotto o vicino a edifici, viadotti, cartelloni pubblicitari e tralicci.

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COSA FARE IN CASO DI ALLUVIONE

L’esondazione è la fuoriuscita dell’acqua dall’alveo del fiume durante la piena. I periodi più pericolosi sono la primavera e l’autunno nei quali sono più intense le precipitazioni.

SE L’EDIFICIO È SU PIÙ PIANI E TI TROVI AL PIANO TERRA O SEMINTERRATO:

° Mantieni e contribuisci a far mantenere la calma; ° Interrompi immediatamente ogni attività; ° Prendi un indumento per proteggerti da freddo o pioggia e lo zaino con torcia e medicinali prescritti dal medico; ° In tutta tranquillità avviati ai piani superiori; ° Incolonnati con le altre persone; ° Ricordati: Non spingere, Non gridare e Non correre.

SE TI TROVI AL PRIMO PIANO O SUPERIORE

° Interrompi immediatamente ogni attività; ° Disponi eventuali effetti personali in modo che non creino ingombro alle persone che aiuterai ospitandole; ° Preparati ad accogliere le persone che giungeranno dai piani inferiori; ° Mantieni e contribuisci a far mantenere la calma.

SE L’EDIFICIO È COMPOSTO SOLO DAL PIAN TERRENO

° Mantieni la calma; ° Interrompi ogni attività; ° Prendi un indumento per proteggerti dal freddo e/o dalla pioggia. Prendi lo zaino con torcia e medicinali prescritti dal medico; ° Incolonnati con le altre persone; ° Ricordati: Non spingere, Non gridare e Non correre; ° Dirigiti verso il luogo di raccolta previsto dal Sindaco nel Piano di Evacuazione per Esondazione.

SE SEI IN CASA E TI ACCORGI IN TEMPO DELL’ESONDAZIONE

Fare • Segnala subito l’evento ai Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia Municipale. • Stacca la corrente elettrica solo se l’interruttore è posto in un luogo non ancora allagato.

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• Tampona le porte e le finestre per impedire la penetrazione dell’acqua. • Metti in luogo sicuro le sostanze inquinanti: detersivi, insetticidi, medicinali. • Sali ai piani alti dell’abitazione portando con te medicinali indispensabili, alimenti non deteriorabili, come scatolette, e insaccati, quindi torce e radio a pile. • Sintonizzati sulle emittenti radio/TV locali per conoscere l’evolversi della situazione.

Non fare

• Non usare le auto e provvedi a spostare quelle che potrebbero intralciare i mezzi di soccorso. • Non usare apparecchi elettrici che sono stati bagnati. • Non bere l’acqua del rubinetto.

SE SEI FUORI IN AUTO O A PIEDI E L’ACQUA HA GIÀ INVASO LA SEDE STRADALE

Fare

• Portati in un luogo riparato e sopraelevato, se ti è possibile raggiungi il luogo sicuro di attesa.

Non Fare • Durante e subito dopo intense piogge non correre con l’automobile, le strade potrebbero essere sede di allagamenti o accumuli di terra caduta dai versanti. • Non attraversare un ponte sopra un fiume in piena.

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COSA FARE IN CASO DI INCIDENTE INDUSTRIALE

In caso si verifichi un incidente industriale (incendio – scoppio – nube tossica) il rispetto di alcune semplici regole di comportamento permette di ridurre al minimo i danni.

INFORMAZIONI GENERALI

Fare

• Segnala subito l’evento a Carabinieri, Vigili del Fuoco…. • Entra subito in casa o in un edificio. • Gli ambienti chiusi (casa, scuola, ufficio, negozio) sono la miglior difesa dai gas e proteggono dalle elevate temperature dovute agli incendi o esplosioni. • Abbandona gli scantinati e i seminterrati, c’è il rischio di ristagno di gas pericolosi. • Sali ai piani alti ed ubicati dal lato dell’edificio opposto al punto dell’incidente. • Chiudi porte, finestre e prese d’aria. Chiudi bene tutte le aperture attraverso cui potrebbe entrare aria dall’esterno, anche i camini, i condizionatori e le canne fumarie. • Spegni i fornelli ed interrompi l’erogazione del gas domestico. • Spegni qualsiasi fuoco o fiamma, non provocare scintille, non fumare. • Disattiva gli impianti elettrici. • Se nella casa c’è fumo respira attraverso un fazzoletto bagnato e sdraiati sul pavimento. • Se sei in auto spegni il motore e chiudi i finestrini.

Non fare

• Non usare gli ascensori. • Non sostare vicino alla finestre per evitare schegge in caso di rottura. Abbassare le serrande. • Se sei ustionato non toglierti i vestiti se questi sono attaccati alla pelle.

Analizziamo dettagliatamente alcuni casi particolari: 1. Inquinamento da nube tossica; 2. Incidente chimico.

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1° CASO: INQUINAMENTO DA NUBE TOSSICA

° Mantieni la calma e non farti prendere dal panico; ° Interrompi ogni attività; ° Sigilla il più possibile porte e finestre che danno verso l’esterno; ° Prendi un indumento per proteggerti, dal freddo, dalla pioggia e/o dal sole e porta con te uno zaino con torcia e medicinali prescritti dal medico; ° Se ti rovi in un edificio con altre persone e devi allontanarti, incolonnati con loro per uscire; ° Ricordati: Non spingere, Non gridare e Non correre; ° Dirigiti verso i locali più interni dell’edificio; ° Non aprire per nessun motivo porte, finestre e aerazioni con l’esterno; ° Spegni il sistema di ventilazione ( se esiste).

2° CASO: INCIDENTE CHIMICO

SE TI TROVI IN UN LOCALE CHIUSO (CASA, UFFICIO, SCUOLA ECC…) AL MOMENTO DELL’ INCIDENTE:

° Interrompi le utenze elettriche, disinserendo l’interruttore generale o direttamente dal contatore perché l’impianto elettrico può innescare una scintilla da cui inizia l’incendio o lo scoppio; ° Spegni tutte le fiamme accese o libere, tutti i motori a scoppio o tutte le possibili fonti di calore perché possono essere fonti di incendio o scoppio.

SE TI TROVI IN UN LOCALE VICINO ALLO STABILIMENTO AL MOMENTO DELLO SCOPPIO:

° Abbandonalo, allontanati a piedi dal locale e cerca riparo in un ambiente chiuso (pubblico o privato) il più possibile lontano dallo stabilimento; ° Se ciò non è possibile prosegui a piedi percorrendo la via più breve per uscire dall’area di rischio e per raggiungere poi i punti di raccolta predisposti dalle autorità competenti.

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SE AL MOMENTO DELL’INCIDENTE TI TROVI IN UN LOCALE CHE DISTA DA 350 A 1700 METRI DALLO STABILIMENTO

° Chiudi porte e finestre per evitare che la sostanza penetri negli ambienti; ° Resta all’interno dell’edificio evitando assolutamente la permanenza in locali non sufficientemente sicuri ( esempio, tettoie tamponate, ambienti delimitati da strutture o divisori prefabbricati leggeri o ambienti vetrati) perché, una eventuale esplosione potrebbe provocare il cedimento delle strutture e la proiezione di frammenti o schegge pericolose; ° Non restare in locali seminterrati o interrati perché la sostanza chimica potrebbe essere più pesante dell’aria e tendere a penetrare nei luoghi più bassi; ° Stai lontano da finestre, vetrate e porte - finestre esterne perché, in caso di scoppio vanno in frantumi con il rischio di essere colpiti da schegge o frammenti di vetro; ° Durante tutta l’attesa evita di utilizzare strumenti atti a produrre scintille (accendini, fiammiferi, candele ecc…) e di accendere apparecchi elettrici a batteria, non fumare; ° Cerca di non spostarti e attendi con pazienza, mantenendo tranquillo chi è con te (anziani, bambini, invalidi). Dal momento in cui è scattato l’allarme, che potrà protrarsi per qualche ora, molte persone stanno operando con tutti i mezzi per la tua incolumità e per scongiurare ogni pericolo il più rapidamente possibile; ° Evita l’uso del telefono che dovrà essere utilizzato solo per segnalare l’emergenza. Evita di intasare inutilmente le linee telefoniche e pregiudicare ed ostacolare le comunicazioni di soccorso nella zona interessata; ° Non andare alla ricerca dei familiari in quanto in tutta l’area interessata stanno operando le unità di soccorso.

SE AL MOMENTO DELL’INCIDENTE TI TROVI IN UNO SPAZIO APERTO

° Spegni ogni motore e ogni altra fonte di elettricità; ° Provvedi a spegnere ogni fuoco; ° Non fumare; ° Dopo aver fatto quanto detto, spostati a piedi e trova rapidamente riparo al chiuso in edifici distanti dallo stabilimento chimico oppure, se ciò non è possibile, prosegui a piedi percorrendo la via più breve per uscire dall’area di rischio e raggiungere poi i punti di raccolta predisposti dalle autorità competenti fuori dall’area stessa.

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COSA FARE IN CASO DI FRANA

SE TI TROVI AL CHIUSO DURANTE UNA FRANA:

° Mantieni e contribuisci a mantenere la calma; ° Non precipitarti fuori, rimani dove sei; ° Riparati sotto un tavolo, sotto l’architrave della porta o vicino ai muri portanti; ° Allontanati dalle finestre, porte con vetri, armadi, perché cadendo potrebbero ferirti; ° Dopo la frana, abbandona l’edificio senza usare l’ascensore.

SE TI TROVI ALL’APERTO DURANTE UNA FRANA:

° Allontanati dagli edifici, dagli alberi, dai lampioni e dalle linee elettriche o telefoniche che potrebbero ferirti; ° Cerca un posto dove non hai nulla sopra di te, se non lo trovi cerca riparo sotto qualcosa di sicuro come una panchina; ° Non avvicinarti agli animali perché potrebbero essere spaventati e reagire violentemente.

SE TI IMBATTI IN UNA FRANA PER LA STRADA:

° Segnala in modo visibile l’evento utilizzando il triangolo della tua auto o altri strumenti di fortuna. Ricorda di indossare il giubbotto e/o le bretelle retroriflettenti; ° Avvisa immediatamente le autorità competenti: telefonando (113, 112, 115) o raggiungendo il centro abitato più sicuro.

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C.5.6 - COME SEGNALARCI UN EVENTO

Il cittadino che nota un incendio boschivo, piuttosto che lo straripamento del canale di bonifica, oppure un incidente stradale che coinvolga mezzi che trasportano sostanze pericolose (scoppio, incendio...), o qualsiasi altro evento dannoso per la popolazione e/o l’ambiente può segnalare l’evento al Comando di Polizia Municipale del Comune di Laterza nella quale è anche situata la sede dell’Ufficio Comunale di Protezione Civile.

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