“La Favorite” : Appunti Di Improvvido Ascoltatore

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“La Favorite” : Appunti Di Improvvido Ascoltatore “La Favorite” : appunti di improvvido ascoltatore Gaetano Donizetti ritratto da Battista Martini, Ritratto di Gaetano Giuseppe Rillosi Donizetti (Bologna, 1815: acquerello donato a Mayr). Bergamo, Museo donizettiano Rai Cultura celebra uno dei capolavori di Gaetano Donizetti, “La Favorite”, nella nuova messa in scena allestita dal Teatro La Fenice di Venezia, in diretta venerdì 6 maggio su Rai5, a partire dalle 18.50. “La Favorite” è una delle settanta opere di Donizetti rimasta in repertorio (anche se nella versione italiana), assieme a “L’elisir d’amore”. “Lucia di Lammermoor”, “La fille du régiment”, “Don Pasquale”. Gaetano Donizetti (1797 – 1848) godette di immensa popolarità dal 1832 (anno in cui fu rappresentato “L’elisir d’amore”) fino al 1843 (anno in cui iniziarono a manifestarsi i sintomi della paralisi progressiva che lo porterà a morte a soli 51 anni). Popolarità che gli valse la disistima e l’invidia di musicisti celebri come Vincenzo Bellini, Hector Berlioz e Robert Schumann. Poi, di fronte all’affermarsi delle opere di Giuseppe Verdi, la sua fama decrebbe e fu accusato di faciloneria e superficialità. Photo ©Michele Crosera Dopo la seconda guerra mondiale l’attenzione del mondo musicale per Donizetti riprese a crescere, alimentata dalla ripresa di “Anna Bolena”(1830) messa in scena a Milano con la Callas nel 1957. Si moltiplicarono così le rappresentazioni delle sue opere anche per il concorso di cantanti come Leyla Gencer e Joan Sutherland. Negli anni Ottanta questa “Donizetti Renaissance” raggiunse il suo culmine (ricordo la monografia di Philip Gossett dedicata all’analisi di Anna“ Bolena” del 1985). A Bergamo esistono sia il museo Donizetti sia la Fondazione omonima: il teatro, costruito nel 1791, nel 1897 abbandonò il primitivo nome di “Teatro Riccardi” per essere intitolato al compositore. | 1 “La Favorite” : appunti di improvvido ascoltatore Photo ©Michele Crosera Photo ©Michele Crosera Photo ©Michele Crosera Gaetano Donizetti, di famiglia povera, quinto figlio di Andrea e Domenica Nava, fu allievo a Bergamo di Simon Mayr (1763-1845), operista bavarese trapiantato a Bergamo, ove morì. Ebbe in seguito come maestro Stanislao Mattei (1750-1825), discepolo a sua volta di padre Martini, a Bologna. A ventun anni rappresentò la sua prima opera a Venezia “Enrico di Borgogna”: fu un fiasco perché in concomitanza sempre a Venezia si rappresentava “L’italiana in Algeri” di Rossini. Donizetti continuò a comporre, soggiornando a Milano, Roma e Napoli. Nel 1839, avendo composto 48 tra opere e farse, si trasferì a Parigi, oppresso dalle sventure : tra il 1836 ed il 1837 aveva perso padre, madre, moglie e una figlia. A Parigi nel 1840, trasformò una sua opera “L’angelo di Nisida”, rimaneggiandola ampiamente, ne “La Favorite”. Fu un enorme successo. Il libretto era stato scritto da Alphonse Royer e Gustave Vaëz. Il primo, noto scrittore, amico di Heinrich Heine, fu anche autore del libretto di “Jérusalem” di Verdi, traduttore di Carlo Gozzi, di libretti di Rossini e direttore di diversi teatri. Il secondo, belga, anch’egli come Royer laureato in legge, ma divenuto per passione librettista, fu scrittore di drammi e traduttore. Il quarto atto fu confezionato con l’apporto di Eugène Scribe (1791- 1861). Questo è il libretto. È stato molto criticato, ma a me pare, invece, ben costruito. “La favorite” fu poi tradotta in italiano da Calisto Bassi, con numerosi tradimenti del testo e cambi di titolo (“Elda”, “Danila”,”Riccardo e Matilde”). Una ulteriore traduzione di Francesco Jannetti, nel 1860, peggiorò ulteriormente la situazione : purtroppo è ancora questa traduzione che viene usata nella versione italiana.. “La favorite” scomparve a poco a poco dai palcoscenici francesi, rimanendo invece in Italia, nella versione italiana, come opera di repertorio. La trama descrive l’innamoramento di un novizio, Fernand (tenore), per una bella donna | 2 “La Favorite” : appunti di improvvido ascoltatore sconosciuta, Léonore (mezzosoprano) che è l’amante del re Alphonse XI de Castille (baritono).Scoperto egli dichiara al re il suo amore per Léonore e il re, già inviso alla Chiesa per questa relazione e amareggiato dal comportamento di Léonore, stanca del legame reale, nomina marchese Fernand e lo fa sposare con Léonore. Deriso dai cortigiani e informato da Balthazar, superiore del convento di Santiago de Compostela (Galicia), di avere sposato l’amante del re, Fernand, furioso, spezza la spada di fronte ad Alphonse e torna al convento per farsi monaco. Nel convento in Galicia Fernand sta prendendo i voti, quando arriva Léonore, travestita da novizio, che si dichiara innocente ed invoca il suo perdono. Fernand le propone di fuggire assieme, ma Léonore muore, benedicendo Fernand. L’opera, in quattro atti, è in realtà un centone in cui sono confluiti vari pezzi già scritti, come già detto, ed è nello stile di un grand-opéra, con libertà nello schema compositivo rispetto alle opere italiane e con grande balletto nel terzo atto. Il tutto peraltro non giova all’equilibrio drammatico. Il suo protagonista assoluto è Fernand, la cui parte, eccezionale, fu scritta per il tenore Gilbert- Louis Duprez (1806-1896): un ruolo prediletto da Alfred Kraus, Luciano Pavarotti e Juan Diego Floréz. È una delle migliori personificazioni del tenore romantico, sognatore in preda all’amore. “Un ange, une femme inconnue, à genoux priait près de moi” (atto I). La parte di mezzo-soprano fu scritta invece per Rosine Stoltz (1815-1903), già interprete di Rachel in “La juive” opera che aveva colpito Donizetti: attenzione a non confonderla con Teresina Stolz (1834-1902), soprano drammatico, che fu la prima interprete di Léonor nell’edizione italiana, come fa in un suo scritto il musicologo Marco Emanuele! Non è un ruolo particolarmente brillante, ma vi abbondano ampie, veementi e appassionate arie (che anticipano l’Ameris verdiana).( Rosine Stoltz, invece era la favorita del direttore de l’Opéra …). “O mon Fernand, tous les biens de la terre, pour être à toi, mon cœur eû tout donné” (atto III). Al re Alphonse de Castille Donizetti riservò ottime melodie tratteggiando un carattere nobile e mesto: “Pour tant d’amour ne soyez pas ingrate, lorsqu’il n’aura que vous pour seul bonheur” (atto III). | 3 “La Favorite” : appunti di improvvido ascoltatore L’opera si apre con una interessante sinfonia, l’attenzione rimane inalterata nelle prime due scene, poi tende a decrescere, risollevata solo dalla scena di Léonore (atto III, “O mon Fernand”) e dall’aria “Je t’aime” ( Fernand atto IV). Il quarto atto è il migliore: può competere, per ispirazione tragica, con la “Lucia di Lammermoor”, “Ses pleurs, sa voix, jadis si chère” (duetto Léonore et Fernand). Verdi, che conobbe assai bene “La Favorite” , deve averla tenuta presente quando compose “La forza del destino” e “Don Carlos”. Richard Wagner ne fece una trascrizione per canto e pianoforte. Donato Renzetti (1950), un direttore d’orchestra, di prodigiosa e poliedrica attività, onusto di premi, che abbiamo la possibilità di sentire a “La Fenice”, nel settembre 1991 diresse a Bergamo per la prima volta la versione francese. Vi è un’incisione storica della Pathé de “La favorite” nel 1912 con François Ruhlmann, direttore, e l’orchestra e coro de l’Opéra Comique, Robert Lassalle e Ketty Lapeyrette. Interessante per lo stile. A partire da questa data e fino al 2006 ho contato 45 incisioni de “La Favorite” (incluse anche le versioni in italiano). La migliore sembra sia quella di Marcello Viotti (1999) come sostiene anche The Penguin guide (2002), ma andrebbe presa in considerazione anche quella di Donato Renzetti (1991). Vi sono anche dei DVD, tra cui la registrazione in forma di concerto effettuata nel 2014 a Tolouse acquistabile presso Amazon per 32 euro, diretta da Antonello Allemandi. Venezia 3 maggio 2016 Tutte le opere di Donizetti: Il Pigmalione (1816; 13.10.1960 Bergamo) Enrico di Borgogna (14.11.1818 Venezia) Una follia (17.12.1818 Venezia) Le nozze in villa (1821? Mantova) Il falegname di Livonia, ossia Pietro il grande (26.12.1819 Venezia) Zoraïda di Granata (28.1.1822 Roma) La zingara (12.5.1822 Napoli) La lettera anonima (29.6.1822 Napoli) Chiara e Serafina, ossia I pirati (26.10.1822 Milano) Alfredo il grande (2.7.1823 Napoli) Il fortunato inganno (3.9.1823 Napoli) Zoraïda di Granata [rev] (7.1.1824 Roma) | 4 “La Favorite” : appunti di improvvido ascoltatore L’ajo nell’imbarazzo (4.2.1824 Roma) Emilia di Liverpool [L’eremitaggio di Liverpool] (28.7.1824 Napoli) Alahor in Granata (7.1.1826 Palermo) Don Gregorio [rev L’ajo nell’imbarazzo] (11.6.1826 Napoli) Elvida (6.7.1826 Napoli) Gabriella di Vergy [Gabriella] (1826; 29.11.1869 Napoli) Olivo e Pasquale (7.1.1827 Roma) Olivo e Pasquale [rev] (1.9.1827 Napoli) Otto mesi in due ore [Gli esiliati in Siberia] (13.5.1827 Napoli) Il borgomastro di Saardam (19.8.1827 Napoli) Le convenienze teatrali (21.11.1827 Napoli) L’esule di Roma, ossia Il proscritto (1.1.1828 Napoli) Emilia di Liverpool [rev] (8.3.1828 Napoli) Alina, regina di Golconda (12.5.1828 Genova) Gianni di Calais (2.8.1828 Napoli) Il paria (12.1.1829 Napoli) Il giovedi grasso [Il nuovo Pourceaugnac] (26.2.1829? Napoli) Il castello di Kenilworth (6.7.1829 Napoli) Alina, regina di Golconda [rev] (10.10.1829 Roma) I pazzi per progetto (6.2.1830 Napoli) Il diluvio universale (28.2.1830 Napoli) Imelda de’ Lambertazzi (5.9.1830 Napoli) Anna Bolena (26.12.1830 Milano) Le convenienze ed inconvenienze teatrali [rev Le convenienze teatrali] (20.4.1831 Milano) Gianni di Parigi (1831; 10.9.1839 Milano) Francesca di Foix (30.5.1831
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