«Guai a Colpi Di Spugna Sulla Mafia»
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15COM01A1501 ZALLCALL 11 22:31:29 01/14/97 IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII pagina l’Unità Mercoledì 15 gennaio 1997 2 IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIntervisteIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII & CommentiIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII L’INTERVISTA DALLA PRIMA PAGINA Giancarlo Caselli Ora faccia un passo indietro procuratore capo a Palermo a Belgrado (che oggi festeggia il riconoscimento della vit- toria delle opposizioni alle elezioni amministrative) è pos- sibile trovare uomini che non soltanto si sono schierati per la guerra contro gli sloveni, i croati e i bosniaci, ma che si sono pronunciati contro Milosevic anche quando questi ha infine scelto, dopo averla tanto combattuta, la strada della trattativa. Per quel che riguarda invece i manifestanti «Guai a colpi di spugna sulla mafia» di Sofia non si può certo ignorare che essi hanno dato e stanno dando l’assalto non già al palazzo di un despota ma alla sede di quello stesso Parlamento che è nato due PALERMO. Procuratore Caselli, tanto per con un decalogo. anni or sono attraverso libere elezioni. —cambiare il termometro dei rapporti politica- Lo condivide? È innegabile però che sia a Belgrado che a Sofia si sia di giustizia segna tempesta. Ne usciremo mai? Sostanzialmente sì. Particolar- fronte ad una battaglia democratica contro un potere che Un conflitto c’è sempre stato, e non è una mente per tre punti: la necessità fino all’ultimo ha cercato (o cerca) stabilità negando si- novità. Basta pensare alle polemiche sui di introdurre il giudice unico di gnificato al voto popolare. Per questo da parte di molti le pretori d’assalto, sui professionisti dell’ an- primo grado; il teorizzare un folle tumultuose di Belgrado e di Sofia sono state avvicina- timafia, sui giudici ragazzini, sino al refe- maggiore equilibrio fra accusa e te a quelle di Berlino, Praga, Budapest, Varsavia, Bucarest, rendum sulla responsabilità civile dei giudi- difesa, senza però dimenticare la Vilnius, Riga, Tallin, Alma Ata, Kiev, Erevan, ecc. del 1990- ci. E ci stiamo limitando a qualche voce di difesa d’ufficio, di fatto una «non ’91. E nel ricordo di quei giorni, e anche e soprattutto della un catalogo che potrebbe essere molto più difesa». Un problema gravissimo, grande, straordinaria prova di saggezza di cui hanno sapu- lungo. Intendiamoci: è un conflitto, per cer- che riguarda circa il 25 per cento to allora dar prova le forze politiche vecchie e nuove ope- ti versi, fisiologico, tenuto conto della cen- degli imputati. Certi pseudo ga- ranti all’interno di quello che era stato sino ad allora il con- tralità del problema giustizia. Conflitti simili rantisti dovrebbero tenerne con- tinente sovietico, si sono moltiplicati gli appelli per invitare riguardano tutte le democrazie occidentali, to; terzo punto, la specificità ri- gli assedianti e gli assediati delle due città balcaniche ad in particolare quelle più vicine a noi, la conosciuta alla questione mafia, imboccare la strada del dialogo. Francia e la Spagna. Una recente pubblica- sino a formulare l’opzione in fa- Perché - si è pensato anche in Occidente - non adattare zione del «Mulino» sulla corruzione nel vore del cosiddetto «doppio bi- alla Serbia e alla Bulgaria quelle soluzioni - ad esempio l’i- mondo, ci informa che persino in Giappo- 15COM01AF01 nario» processuale. stituzione, come è avvenuto in Polonia con la «tavola ro- ne il numero degli uomini di governo coin- 3.0 Procuratore, mi consenta adesso tonda» fra Walesa e Jaruzelski, di una speciale struttura di volto in inchieste giudiziarie è altissimo. E qualche altra domanda a ruota li- dialogo - che hanno permesso altrove di garantire il pacifi- non è tanto paradossale affermare, come 18.50 bera. La prima è questa: che im- co avvio della fase di transizione verso il pluripartitismo e il ha fatto qualcuno, che alle ultime elezioni pressione le ha fatto una commis- mercato? americane il vero bersaglio di Clinton, più sione antimafia che non ha men- La domanda è più che legittima ed è del resto significati- che l’avversario repubblicano, erano le in- zionato il rapporto «mafia- politi- vo che sia a Belgrado che a Sofia incontri fra le parti abbia- combenti inchieste giudiziarie. ca»? Sinora, neanche il suo presi- no già avuto luogo e siano programmati. Sarà anche vero che in fatti di giustizia tutte le dente, Del Turco, ne ha parlato. Non si può tuttavia ignorare che dal 1991 sono passati nazioni del mondo sono uguali. Ma per dirla con Un caso? Una svista? Una dimenti- cinque anni e che - proprio perché quel «passaggio» che Orwell non ha l’impressione che l’Italia, in fatti canza? altrove è potuto avvenire senza traumi gravi, qui non è sta- di giustizia, sia «più uguale degli altri»? La commissione non ha neppu- to ancora effettuato o è fallito - occorre anche saper indivi- Voglio dire che tutto ciò accade perché re iniziato a lavorare in concreto. duare, al di là di quel che le accomuna, quel che distingue una certa conflittualità è conseguenza fisio- Dunque non siamo in una fase le due situazioni l’una dall’altra, ed entrambe da quelle de- logica della separazione dei poteri. Bisogna in cui è possibile esprimere giu- gli altri paesi impegnati in politiche di transizione. aggiungere che il potere politico, sempre e dizi. Per ora, da parte mia, c’è Se si guarda alla Bulgaria non si può dimenticare che dovunque, ha un’istintiva tendenza ad agi- tutta l’attenzione e il rispetto che qui già il 15 novembre 1989 un corteo di centomila perso- merita un’istituzione come quel- re senza troppi controlli. La sinistra euro- ne aveva attraversato Sofia imponendo l’abolizione di la. pea non è immune da questa insofferenza quella legge contro il reato di «agitazione e propaganda Mentre da tante parti si indica la per i controlli: se è vero che in Francia e contro lo Stato» che veniva ancora utilizzata per colpire questione pentiti come fosse la Spagna, prima di andare al potere, aveva Gerbasi/Contrasto ogni voce critica. Due mesi dopo, mentre il segretario del questione capitale, Massimo D’A- promesso riforme nel senso di maggiori ga- partito comunista Zhivkov veniva arrestato, si procedeva lema si è permesso di ricordare ranzie e autonomia della magistratura che ad emendare la Costituzione. Nel 1990 poi ci vollero setti- poi invece non ha realizzato. Ma lei vuole Giancarlo Caselli: «Il ministro Flick? Si può criticare questa cano profili ordina- che il problema resta la mafia, ancor prima che i mane di continue manifestazioni di strada perché si potes- sapere qual è la specificità italiana. Il no- mentali, nuove for- pentiti; e il ministro Napolitano ha fatto notare se giungere a giugno alle prime elezioni politiche demo- stro problema è che spesso il conflitto fisio- o quell’iniziativa, ma ha un progetto». «Lo forzo del Pds? Di- me di tutela civile e ai più pasticcioni che mescolare pentiti e vedo- cratiche. logico degenera in rissa, spesso veri e pro- scussione su temi concreti»; «l’antimafia di Del Turco? penale, e la ristruttu- ve di mafia non solo ha del paradossale, ma ha Solo sino ad un certo punto si può dire dunque che in pri terremoti. Ecco allora che il dibattito as- Aspettiamo i fatti»; «Cosa nostra? Tutt’altro che sconfitta. E razione del processo quasi del blasfemo. Procuratore, che ne pensa? Bulgaria il 1990 sia giunto in ritardo. In realtà siamo di fron- sume toni sbagliati; che certe parole - pen- guai ai colpi di spugna». A colloquio con il procuratore ca- penale. Questo pro- Non posso che essere d’accordo con quanti te qui piuttosto ad un momento di crisi di un corso postco- siamo alle più gettonate: giustizialismo e getto,-edame,per hanno messo in guardia dal rischio che nella munista avviato per tempo. I protagonisti del conflito sono, garantismo - vengono usate come clave. po di Palermo in occasione del quarto anniversario del suo esempio, non condi- querelle sui pentiti l’ordine della logica si in- di fatto, uomini e forze - l’ex premier Zhan Videnov che ha Più che ad idee, per quanto diverse, corri- insediamento e a quasi cinque anni dalle stragi di Capaci e viso in alcuni specifi- verta. Concordo: il problema vero è la mafia tentato di fare dell’ex partito comunista una forza politica spondono a pregiudizi. Sono vocaboli falsi, di via D’Amelio. ci passaggi, questo e non i pentiti. nuova, democratica e socialista, il neo eletto capo dello non più comunicanti. Si riferiscono a una progetto, dicevo, nel E sulle vittime e le vedove di mafia? Stato Petar Stoyanov che rappresenta la destra moderata e realtà per nasconderne un’altra. E il tutto si momento in cui si Le rispondo che oggi, come ai tempi del ter- che, solidale coi manifestanti, si è subito schierato però mescola in maniera perversa con errori di DAL NOSTRO INVIATO propone di affronta- rorismo,