collana diretta da Antonio Paolucci 8

Museo della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli Guida alla visita del museo e alla scoperta del territorio

a cura di Rosanna Caterina Proto Pisani

Edizioni Polistampa Musei del Territorio: l’Anello d’oro Museums of the Territory: The Golden Ring

Museo della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli

Ente promotore / Promoted by Ente Cassa di Risparmio di Firenze Regione Toscana

In collaborazione con / In collaboration with Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico per le province di Firenze, Pistoia e Prato Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Firenze, Pistoia e Prato Comune di Empoli

Progetto e coordinamento generale / Project and general coordination Marcella Antonini, Barbara Tosti

Comitato scientifico / Scientific committee Presidente: Antonio Paolucci Cristina Acidini Luchinat, Anna Bisceglia, Rosanna Caterina Proto Pisani, Ilaria Ciseri, Fernando Lombardi, Leonardo Rombai, Claudio Rosati, Bruno Santi, Maria Sframeli, Renato Stopani, Timothy Verdon

Cura scientifica / Scientific supervision Rosanna Caterina Proto Pisani

Testi di / Texts by Anna Bisceglia, Rosanna Caterina Proto Pisani, Anna Guarducci, Maria Pilar Lebole, Leonardo Rombai, Benedetta Zini

Itinerari a cura di / Itineraries by Maria Pilar Lebole, Benedetta Zini Glossario e indici a cura di / Glossary and indexes by Valentina Tiracorrendo

Coordinamento scientifico redazionale / Scientific editorial coordination Lucia Mannini

Traduzioni per l’inglese / English translation English Workshop

Immagine coordinata della copertina / Cover page by Rovaiweber design

Progetto grafico / Graphic project Polistampa

Referenze fotografiche / Photography George Tatge Comune di Scandicci Le Terre del Rinascimento Archivio della Provincia di Firenze: Paolo Brandinelli e Elena Cintolesi Ruggero Guidi

Itinerario nel museo a cura di / Museum tour by Francesca Sborgi www.piccoligrandimusei.it

In copertina: Francesco Botticini, Annunciazione, particolare 1480 ca. tavola, cm 19092 (ciascun pannello)

© 2006 EDIZIONI POLISTAMPA Sede legale: Via Santa Maria, 27/r - 50125 Firenze - Tel. 055.233.7702 Stabilimento: Via Livorno, 8/31 - 50142 Firenze Tel. 055.7326.272 - Fax 055.7377.428 http://www.polistampa.com

ISBN 88-596-0083-9

Presentazioni

Edoardo el 1986 si apriva a San Martino a Gangalandi il pri- Speranza N mo museo di arte sacra in cui la collaborazione tra Presidente enti locali, autorità ecclesiastiche e organi dello Stato pre- Ente Cassa di Risparmio posti alla tutela trovava quel prezioso punto di equilibrio di Firenze che sarebbe diventato il fattore saliente di una lunga se- rie di analoghe iniziative cui l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze avrebbe unito il valore aggiunto del proprio so- stegno economico. Quella data rappresentava uno dei primi segnali di in- versione di una tendenza secondo la quale, vuoi per mo- tivi logistici, vuoi per una non ancor ben affinata perce- zione della ricchezza delle risorse del territorio, si preferi- va accentrare il patrimonio d’arte delle parrocchie foranee in luoghi considerati più sicuri e controllabili. L’idea oggi prevalente del “museo diffuso” ribalta quella vecchia impostazione per restituire al territorio – grazie al- l’introduzione delle nuove tecnologie che aiutano a mi- gliorare le esigenze della sicurezza – ciò che, spesso per ra- gioni di forza maggiore, era stato prudentemente sottrat- to all’attenzione del pubblico e alla pietas popolare. Lo storico Museo della Collegiata di Sant’Andrea a Em- poli è stato riallestito nel 1990 con il finanziamento del- la Regione e il contributo dell’Ente Cassa. Ormai è entra- to a far parte di un circuito di centri espositivi che oggi può contare su uno strumento in più, voluto e promosso dal- l’Ente Cassa, ma realizzato con la partecipazione condi- visa degli altri soggetti interessati, ossia i Piccoli Grandi Musei, un sistema di comunicazione integrato che si av-

7 vale di un sito internet (www.piccoligrandimusei.it), di mostre organizzate periodicamente nelle località coperte dal progetto e di guide a stampa dei musei coinvolti. La presente guida del Museo della Collegiata di Sant’An- drea a Empoli si inserisce in tale contesto ed è volta, nello spirito dei Piccoli Grandi Musei, a far meglio conoscere e apprezzare questa bella realtà del nostro territorio.

edoardo speranza 8 Antonio er capire le ragioni dell’iniziativa che anche que- Paolucci P st’anno l’Ente Cassa di Risparmio di Edoardo Spe- Soprintendente ranza promuove e finanzia (valorizzare, far conoscere, per il Polo Museale dare visibilità e splendore alla rete di musei piccoli e pre- fiorentino ziosi che a Firenze fanno corona e da Firenze si irradia- no come una rosa dei venti) bisogna andare agli Uffizi. Bisogna andare agli Uffizi e percorrere lentamente i cor- ridoi lasciandosi portare dai propri passi. Non vi preoc- cupate, per ora, dei Giotto e dei Piero della Francesca, dei Botticelli e dei Leonardo che popolano le sale. Agli Uffizi ci tornerete ancora. Avrete tempo e agio per guardare e ri- guardare i capolavori identitari della nostra civiltà. Li- mitatevi, adesso, a camminare e a guardare. Da una par- te le sculture antiche allineate lungo le pareti e, al di là di quelle, quadri che sono pagine irrinunciabili di qualsia- si manuale di storia dell’arte. Dall’altra, le finestre aper- te sulla città: la cupola di Santa Maria del Fiore, la Tor- re di Arnolfo, il colle di Belvedere fitto di ville e di chiese, il fiume con i ponti dai nomi famosi, il cielo con le sue nu- vole e con le sue rondini. Dalla passeggiata lungo i corri- doi degli Uffizi avrete capito una cosa fondamentale. Avre- te capito che in questa privilegiata parte del mondo la Bel- lezza insegue la Bellezza. Sta dentro il museo e fuori del museo, dilaga nella piazza e nelle strade, si fa profilo di colli, colore di intonaci, ordine rigoroso e melodioso del tessuto urbano. Avrete capito, in sostanza, la ubiquità, la pervasività italiana (e soprattutto fiorentina) della Bel- lezza.

9 Guardando dalla testata degli Uffizi il fiume e le colline modellate come un’opera d’arte (il Dio che ha fatto il pae- saggio di questa città «era uno scultore, era un orafo, era un fiorentino!» diceva miss Bell del Lys Rouge di Anato- le France) capirete anche che i tesori che stanno agli Uffi- zi li ritroverete a monte e a valle dell’Arno, laggiù fin do- ve vi conduce lo sguardo e oltre ancora, al di là del profi- lo del Belvedere, al di là della facciata di San Miniato. Se Firenze è la città degli Uffizi anche la Regione lo è, per- ché sugli Uffizi si modella per riflesso e per riverbero. La bel- lezza e la grazia delle nostre valli e delle nostre montagne, delle città e dei villaggi, dalla bellezza e dalla grazia che abitano i musei fiorentini sono marcate e significate. I Fi- lippo Lippi e i Simone Martini sono nel museo maggiore ma anche nell’antica pieve che sta fra strade bianche e vigne compartite in prospettiva come nei dipinti di Paolo Uccel- lo. Masaccio è accanto a Masolino nella pala di Sant’Anna Metterza, ma è anche in San Giovenale all’ombra grande del Pratomagno. I cipressi figurati in una certa tavola di Alessio Baldovinetti li ritroverete in uno scorcio di paesag- gio, girando per la Val d’Orcia o per la Val di Sieve. Questa è la Toscana. Tutto ciò vi permetterà di capire, per analogia e per evocazione, la passeggiata lungo i corridoi degli Uffizi. E perché tutto questo sia reso visibile e com- prensibile e diventi didatticamente esemplare, ha preso forma e viene replicata quest’anno, l’iniziativa dell’Ente Cassa di Risparmio. Gli Uffizi in Valdelsa; potremmo chiamare così l’impresa di quest’anno da Rosanna Caterina Proto Pisani guidata e coordinata d’intesa con i colleghi della Soprintendenza di Bruno Santi e con Marcella Antonimi e Barbara Tosti dell’Ente Cassa di Risparmio. Potremmo chiamarla così non solo perché l’Annunciazione di Botticelli in San Pier Scheraggio verrà a tener compagnia ai Botticini di Empo- li. Non solo perché la sala dei primitivi degli Uffizi la in- antonio paolucci 10 contrerete, in mirabile concentrazione, in quella tavoletta della pinacoteca di Santa Verdiana a Castelfiorentino do- ve si vede il giovane Giotto confrontarsi con Cimabue e dalla crisalide emergere la lingua figurativa degli italiani. E neanche perché la Madonna con il Bambino di Filip- po Lippi nella raccolta di arte sacra di Montespertoli ri- chiamerà alla mente l’ Incoronazione della Vergine che agli Uffizi sta accanto a Piero della Francesca. Sarà lecito (e consolante) parlare di Uffizi in Valdelsa perché l’ordine estetico e intellettuale che risplende nel museo maggiore li troverete riverberati nel paesaggio, nell’architettura, nelle opere d’arte presenti in quella parte di Toscana. La circolarità, la pervasività, la ubiquità della Bellezza è il nostro stupefacente privilegio, quello che ci fa unici e in- vidiati nel mondo. Affermarlo in una mostra stellare di- slocata fra Castelfiorentino e Certaldo, fra Montespertoli ed Empoli, fra Fucecchio e San Vivaldo, è nostro dovere ma anche nostro orgoglio.

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Bruno Santi a valle del fiume Elsa e le sue vicinanze sono un luo- Soprintendente L go cruciale per la Toscana: un punto d’incontro tra le per il patrimonio civilizzazioni delle tre principali città che si sono contese storico, a lungo la supremazia politica e culturale della regione: artistico ed etnoantropolo- , Firenze e Siena. gico di Firenze, Pistoia e Prato Le stratificazioni delle vicende storiche hanno portato a una contaminazione quantomai felice di realizzazioni arti- stiche e di tendenze formali, dal Medioevo in poi: si pen- si – a esempio – alla presenza della testimonianza più oc- cidentale dell’architettura romanica di tipo fiorentino, os- sia la Collegiata di Sant’Andrea a Empoli che convive – a pochi chilometri di distanza – con la struttura decisamente romanica pisana della pieve di Santa Maria a Chianni presso Gambassi. Ma anche all’incontro tra le espressioni figurative senesi e fiorentine nello stesso territorio, in par- ticolare a Certaldo, Castelfiorentino e Montaione, luoghi davvero di confine e di scambio di esperienze espressive: e ne è testimone la singolare Madonna col Bambino del Museo di Santa Verdiana a Castelfiorentino, dalla singo- lare vicenda attribuitiva, dove han fatto significativa- mente capolino i nomi – prestigiosi – di Cimabue, Duc- cio, Giotto, fino ad arrivare alla audace ipotesi di una stretta collaborazione (in pratica inscindibile nell’indivi- duazione delle “mani”) tra i fiorentini maestro e allievo. Ma gli esempî della cospicuità storica di questa terra po- trebbero utilmente continuare, coinvolgendo realtà reli- giose e politiche anche di largo respiro: confini tra diocesi antiche e prestigiose (Firenze, Pisa, Volterra); sedi vica-

13 riali del Sacro Romano Impero per la riottosa Toscana (a San Miniato detto appunto “al Tedesco”), episodî poi di grande rilevanza per la stessa vicenda regionale come la cre- scita e la distruzione di Semifonte, paventata rivale di Fi- renze (anche se ubicata in territorio non propriamente valdelsano, ne sfiorava tuttavia i confini e ne dominava l’estensione); realizzazioni singolari di devozione religio- sa come la “piccola Gerusalemme” di San Vivaldo. Presenza di vicende religiose e d’arte (come siamo ormai abituati a definire) attestati dai musei d’arte sacra locale, che arricchiscono in modo significativo il territorio pro- vinciale fiorentino, e che già l’anno scorso con l’iniziativa Piccoli grandi musei e la presentazione di immagini ma- riane (le Madonne del Chianti) dell’Impruneta, di Gre- ve, di Tavarnelle Val di Pesa, fortemente e meritoriamen- te voluta e organizzata dall’Ente Cassa di Risparmio con la cooperazione – indispensabile e fruttuosa – delle So- printendenze fiorentine al Polo museale e al Patrimonio storico-artistico, hanno ricevuto anche una rilevante at- tenzione e un lusinghiero successo da parte di pubblico lo- cale e visitatori forestieri. In questa occasione, sono i musei di Montespertoli, di Ca- stelfiorentino, di Certaldo, di Fucecchio, di Empoli e la Gerusalemme di San Vivaldo a ricevere insigni opere d’ar- te da confrontare con altre che fan parte delle loro raccol- te, a mettersi “allo specchio”, in definitiva, come indica il titolo dell’evento, suggerito da Antonio Paolucci, impa- reggiabile conoscitore del territorio toscano (e non solo), e raccolto di nuovo dall’Ente Cassa di Risparmio, che con la Presidenza, la Direzione generale, lo staff che con irre- prensibile impegno e con grande professionalità organiz- za queste imprese, e il coordinamento di Rosanna Cateri- na Proto Pisani, che tali realtà ha frequentato e curato da quando era funzionario di zona per la già Soprintenden- za per i Beni artistici e storici, nonché la partecipazione bruno santi 14 delle attuali funzionarie dell’erede legittima di quell’uffi- cio, ossia la neonata Soprintendenza per il patrimonio sto- rico artistico, Anna Bisceglia e Ilaria Ciseri, hanno illu- strato l’iniziativa che qui si presenta e aggiornato le sin- gole guide dei musei che si son ricordati. A tutti loro, e a tutti coloro che hanno partecipato al pro- getto, non può che andare la riconoscenza di chi ha la re- sponsabilità dell’ufficio di tutela del patrimonio artistico diffuso sul territorio e che – nonostante le condizioni pre- carie in cui esso talvolta si trova, a causa delle difficoltà di risorse finanziarie e umane delle amministrazioni pub- bliche – è ancora (e ci auguriamo che lo sia costantemen- te) il motivo di maggiore attrazione di questa nostra re- gione che in modo singolare e molto spesso, nonostante le dichiarazioni d’intenti e l’orgoglio di possedere una delle più cospicue testimonianze culturali del nostro Paese, pa- re dimenticarsi della sua presenza, che invece attesta una storia millenaria di ininterrotta creatività.

presentazioni 15 poche centinaia di metri dagli Uffizi, al di là del- Mariella A l’Arno, quasi a ridosso del Ponte Vecchio, nella chie- Zoppi sa di Santa Felicita, la Deposizione del si pro- Assessore alla Cultura pone a un incontro appassionante. Non c’è alcuna fila. La della Regione scoperta del dipinto è immediata. Si può ammirare in Toscana condizioni di calma del tutto inedite. Prendiamo la pic- cola chiesa fiorentina come l’inizio di un filo ideale che, partendo all’esterno della vetta rappresentata dalla Gal- leria degli Uffizi, si dipana nel territorio circostante. Se- guendo questo filo si scoprono tesori, più o meno cono- sciuti, ma anche un paesaggio che spesso ha ancora evi- denti i legami con le opere che accoglie. Si tratta di un ca- rattere del nostro paese che è ancor più marcato in Tosca- na. Si può fare così un viaggio denso di emozioni e di sco- perte, nonostante la brevità degli spazi che si percorrono. Dai musei si passa al territorio e viceversa con continui rinvii di immagini e di manufatti, di stili e di tracce. Un dipinto ci rimanda a una chiesa e una pieve a un museo. La visita al museo può diventare così l’occasione per una conoscenza più approfondita della nostra eredità cultu- rale che non è depositata solo tra le mura dell’istituzione. Questa guida fa parte di una collana sui musei d’arte sa- cra della Valdelsa inferiore e della Valdelsa fiorentina ed è nata proprio nell’ambito di un progetto di valorizza- zione dei musei, ma anche di quello che, in modi diver- si, proiettano all’esterno. Un progetto che ha tenuto con- to della qualità della fruizione del pubblico, dal miglio- ramento degli apparati informativi ai restauri, dalla co-

16 struzione di un sito web all’edizione di questa guida. Ci sono, quindi, condizioni nuove per visitare questo e gli al- tri musei della Valdelsa e il contesto in cui sono inseriti. Per questo motivo ci auguriamo che il pubblico accolga ampiamente questa proposta. I musei hanno bisogno an- che del riconoscimento dei visitatori per sentire confer- mata la loro missione e poter dare un servizio sempre più qualificato. Musei d’arte sacra, ma non solo, perché la fi- losofia del progetto è quella dell’unitarietà della cultura. Accanto ai musei, ad esempio, e spesso anche fisicamente, le biblioteche non solo conservano libri sulla storia e l’ar- te del territorio, ma sono in grado di dare ogni assistenza utile a una conoscenza che risponde a interessi personali. La guida è quindi una leva per scoprire o incontrare nuo- vamente ancora un’altra Toscana attraverso i suoi musei. Per questo motivo il progetto Alla scoperta del territorio. Piccoli grandi musei ha il sostegno della Regione Tosca- na che per la sua natura istituzionale ha il dovere di es- sere garante dell’accesso più ampio ai musei e al patri- monio culturale.

presentazioni 17 er comprendere e apprezzare il Museo della Collegiata Giovanni P giova ricordarne la storia. Cavini La nascita la dobbiamo a Vincenzo Salvagnoli, empolese, Proposto di Empoli che prese parte al governo provvisorio della Toscana dopo la partenza del Granduca nel 1859 e che preparò il ple- Luciana biscito di adesione al Regno di Sardegna nel 1860. In quel- Cappelli l’anno il Salvagnoli, che era incaricato per le opere di cul- Sindaco to, dispose lo stanziamento di una somma sufficiente per di Empoli raccogliere le opere d’arte della Collegiata, per conservar- le, ordinarle e mostrarle in un luogo apposito, perché fos- sero oggetto di ammirazione devota e di apprezzamento. Non fu però una semplice raccolta, perché la logica espo- sitiva e il riferimento tematico alla Collegiata fu eviden- te: divenne subito, salendo di grado, da semplice raccolta a Museo della Collegiata, e come tale ne espresse la storia, le tradizioni, le devozioni, le feste, la fede. Si può dire che è il racconto figurato di quello che in ogni parrocchia è il racconto scritto della comunità. Sull’esempio empolese, che per particolari circostanze fu il primo, anche altri luoghi in Toscana ambirono a promuovere opere analoghe. Se però il nostro Museo ha avuto queste benemerenze iniziali, ha però trovato, per la sua sistemazione, una strada non sem- pre facile. Si è avvertito subito che la sua sede non poteva es- sere se non nell’ambito della Collegiata. Ma dove? Da que- sto problema nacque la fatica delle varie sedi e dei vari alle- stimenti, dal 1860 fino ad ora, con l’intento costante di tro- vare spazi decorosi e sufficienti in un insieme in cui doveva- no convivere anche la preghiera, la catechesi, le associazioni.

18 L’ultimo allestimento del 1990, sostenuto dalla Cassa di Risparmio di Firenze, dal Comune di Empoli e guidato dalla Soprintendenza, sembrò un discreto punto di arri- vo, ma constatammo con rammarico che erano rimasti fuori i codici miniati, i cabrei, le bolle, eccetera. Fortunatamente si sta aprendo la possibilità di un riassetto con ampliamento, che potrebbe essere, questo sì, definiti- vo. Il grande edificio a sinistra della Collegiata si rende di- sponibile a ricevere contributi e impegno per dare al Mu- seo spazi ampi e ben visibili. L’Ente Cassa di Risparmio di Firenze ha promesso un’altra volta il suo aiuto e così pure il Comune di Empoli. Finalmente avremo una sede, sempre degna e decorosa, meno angusta dell’attuale, ma soprattutto una accentuazione visibile del rapporto stret- to fra la Collegiata e la pagina gloriosa del suo Museo. Ci riempie infine di orgoglio poter dire tutto questo in oc- casione del progetto Piccoli Grandi Musei, che proprio l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, in collaborazione con le Soprintendenze fiorentine, sta promuovendo nell’em- polese e nella Valdelsa.

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Museo della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli

Museo della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli

Rosanna na vera galleria di primitivi che può far invidia Caterina « a più di una grande città». Così, nel 1897, Eu- Proto Pisani U gene Müntz definiva, per la qualità e la rarità delle ope- re, il museo di Empoli, tra i più antichi della Toscana. Il museo è parte integrante della collegiata di Sant’An- drea sia per la sua collocazione sia per la sua storia, in quanto destinato a custodire le opere d’arte dismesse nel corso dei secoli da una chiesa tra le più illustri della To- scana. La collegiata di Empoli, definita dal Lami «la prima chiesa di tutta la diocesi dopo la pieve di San Giovan- ni» al tempo del vescovo Ildebrando, sorse, secondo la tradizione, nel iv secolo, ma più probabilmente nel x secolo, sul luogo di un edificio sacro pagano, come pie- ve (plebs), chiesa del popolo dalla quale dipendevano trenta suffraganee, e divenne nel 1531 propositura con bolla di Clemente vii. La facciata romanica, in marmi bianchi e verdi, edifi- cata probabilmente nel xii secolo, a conclusione della costruzione della chiesa, è interessante esempio di espor- tazione del Romanico fiorentino, riprendendo i celebri prototipi del Battistero e della chiesa di San Miniato al Monte di Firenze. La parte inferiore, la più autentica, è scandita da arcate che, poggiando su semicolonne, re- cano all’interno decorazioni geometriche; la parte me- diana presenta triadi di specchiature, culminanti in al- Collegiata to nella finestra timpanata, in asse col portale rinasci- di Sant’Andrea mentale opera di Battista di Donato Benti, affiancata

23 da due specchiature per lato. L’aspetto attuale della fac- ciata, che ha subito rimaneggiamenti nel corso dei se- coli quali l’inserimento del portale cinquecentesco e il prospetto a salienti trasformato a capanna, è dovuto anche al ripristino in stile effettuato tra la fine dell’Ot- tocento e i primi del Novecento con il rimontaggio del- la finestra centrale. L’interno ad aula della chiesa, ampio e solenne, fu al- terato nel corso della sua storia e ristrutturato comple- tamente nel 1736 da Ferdinando Ruggeri, che modificò la pianta con la distruzione delle navate laterali. Il tet- to venne rialzato e coperto da un soffitto in stuoia af- frescato con la Gloria di sant’Andrea di Vincenzo Meuc- ci con la collaborazione, nelle quadrature, di Giuseppe Del Moro; fu poi distrutto durante l’ultima guerra e meticolosamente ricostruito, sulla base della docu- mentazione fotografica, dai pittori empolesi Virginio Carmignani e Sineo Gemignani. La pianta della chie- sa è movimentata da due oratori, sedi un tempo di an- tiche compagnie: il primo, a sinistra dell’altare mag- giore, è quello della Compagnia del Corpus Domini, ornato sull’altare maggiore da una tela rappresentante l’Ultima Cena, copia di Egisto Ferroni di un dipinto di Ludovico Cigoli, trasferito nel museo, dove fu distrut- to durante l’ultima guerra. Adiacente è l’oratorio di San Lorenzo, adibito attualmente a sagrestia, dove, al Mar- tirio di san Lorenzo di Ottavio Vannini, posto sull’alta- re maggiore, si accompagna la Gloria di san Lorenzo di Girolamo Macchietti, opera danneggiata durante l’ul- tima guerra e restituita di recente dopo un accurato re- stauro. Nella pedana dell’altare maggiore è inserito un bellissimo pavimento della bottega di Andrea della Rob- bia, proveniente dalla cappella di Santa Maria degli An- geli e di San Sebastiano dei Salvagnoli. Come testimonia un’antica documentazione fotogra- museo della collegiata di sant’andrea a empoli 24 fica, l’oratorio di San Lorenzo fu la prima sede del mu- seo, sorto ancor prima dell’Unità d’Italia e destinato a custodire gli arredi dismessi da cappelle e altari della collegiata. Le opere catalogate nel 1863 dal regio ispet- tore Carlo Pini (Inventario dei quadri e delle sculture rac- colti già nella Compagnia di San Lorenzo) erano solo cinquantaquattro, provenienti in gran parte dalla col- legiata (i Dossali dei Botticini, etc.), ma anche da altri enti ecclesiastici, come il monastero delle Benedettine in via di trasferimento e da chiese soppresse (Trittico di Lorenzo Monaco proveniente da San Donnino, data- to 1404), che furono incrementate con generosità da donazioni di privati, che, sin dall’inizio, riconobbero il ruolo culturale svolto dal museo. Una delle opere più importanti, la piccola Maestà di Filippo Lippi, fu donata da Carlo Romagnoli; ad ac- crescere con grande liberalità e entusiastica partecipa- zione il patrimonio del museo a questa si aggiunsero do- nazioni di altre illustri famiglie empolesi come i Del Vivo, i Cannoni, i Bogani. Negli anni Ottanta dell’Ottocento, per impulso del pit- tore purista Vincenzo Lami, allievo di Giuseppe Bez- zuoli, si riuscì ad acquisire un altro ambiente per la si- stemazione delle opere e ad aprire la raccolta al pubblico. Primo ordinatore fu Guido Carocci, ispettore della So- printendenza, profondo conoscitore dei tesori d’arte di Empoli, il quale, oltre a promuovere un intervento di restauro e di schedatura delle opere, diede una prima sistemazione scientifica alle collezioni sulla base dei principi informatori di fine Ottocento, che riconosce- vano nel museo il luogo privilegiato di raccolta del pa- trimonio artistico con finalità squisitamente didatti- che. I dipinti furono esposti in ordine cronologico, ven- ne creata una sezione speciale per sculture e terrecotte, mentre i preziosi codici miniati furono esposti in un’am-

museo della collegiata di sant’andrea a empoli 25 pia vetrina. Il nuovo ordinamento del Museo, iniziato nel 1894 e concluso nel 1899, comprendeva sessanta- nove opere, come risulta nel catalogo pubblicato su Le Gallerie Nazionali Italiane. Erano entrati a far parte del Museo anche il nucleo delle robbiane provenienti da Santa Maria a Ripa e i preziosi codici miniati. Il successivo e rapido incremento delle opere impose l’ampliamento del Museo nell’attuale sede, opportu- namente separata ma contigua alla collegiata, il cui pro- getto fu affidato verso la metà degli anni Trenta del se- colo scorso a Piero Sampaolesi, il quale suggerì la rea- lizzazione di due grandi sale per le opere di scultura e pittura di dimensioni maggiori e il restauro del chio- stro per l’esposizione delle robbiane. La realizzazione di tale progetto fu interrotto dallo scop- pio della guerra che provocò danni ingenti alla colle- giata e alle opere d’arte del Museo. Con la caduta del campanile minato dai tedeschi, vennero distrutti, oltre al soffitto della collegiata, anche alcuni dipinti ricove- rati nel Museo: la Deposizione di Raffaello Botticini, la cui predella, che si trovava all’epoca a Firenze, è attual- mente esposta nel Museo, l’Esaltazione della Croce e l’Ultima Cena di Ludovico Cigoli, la Visione dell’Apo- calisse di Francesco Ligozzi e la Presentazione al tempio di Jacopo da Empoli. Fu soltanto nel 1956, dopo una lunga opera di rico- struzione, che si giunse alla riapertura del Museo se- condo il progetto dell’allora Soprintendente Guido Mo- rozzi e l’ordinamento di Umberto Baldini, con ingres- so dal cortile della collegiata, articolato su due piani in sei stanze, più la loggia coperta prospiciente il chiostro. Risale a quest’epoca l’ultimo consistente incremento di opere d’arte nella collezione con l’ingresso di alcuni ca- polavori, quali i Santi Giovanni Evangelista e Michele di Jacopo da Pontormo, l’Annunciazione di Bernardo Ros- museo della collegiata di sant’andrea a empoli 26 sellino e San Nicola da Tolentino di , determinato, oltre che da motivi di sicurezza e di op- portunità (la chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani era ancora in restauro), dal concetto di musealizzazio- ne degli anni Cinquanta, che considerava il museo co- me luogo privilegiato per l’esposizione di capolavori. L’allestimento delle opere era ispirato a criteri di prati- cità e di godibilità estetica, mettendo in risalto i pezzi

Campanile e chiostro della collegiata di San’Andrea

museo della collegiata di sant’andrea a empoli 27 più importanti, dei quali si evidenziavano soprattutto i valori artistici. Tale ordinamento è rimasto in vigore fino al 1990, quan- do si è reso necessario un intervento di ristrutturazio- ne, teso soprattutto ad eliminare le cause dei bruschi sbalzi di temperatura con conseguenti danni alle ope- re, in gran parte tavole. L’effetto serra era provocato dai grandi lucernari, apprezzabili dal punto di vista mu- seografico, per l’illuminazione diffusa con luce natura- le, che consentiva una corretta lettura e una completa fruibilità delle opere. Le priorità fondamentali dell’ul- timo intervento di ristrutturazione sono state il rifaci- mento dei tetti al di sopra dei lucernari, rimasti esteti- camente immutati con la luce artificiale che simula quella bellissima naturale diffusa, la canalizzazione del- la fognatura con la costruzione di un solaio gattaiolato per eliminare l’umidità al piano inferiore e l’impianti- stica a norma (impianto elettrico, impianto d’allarme, impianto di climatizzazione, etc.). Il recente ordinamento del museo ha rispettato il nu- cleo storico della collezione, riportando nelle sedi ori- ginarie i capolavori del Pontormo e del Rossellino, se- condo gli attuali principi di correttezza storica e di go- dibilità estetica, che prediligono la ricollocazione delle opere nel luogo d’origine: così i Santi a Pontorme e l’Annunciazione di Bernardo Rossellino sull’altare del- l’omonima Compagnia nella chiesa di Santo Stefano de- gli Agostiniani, hanno ripreso il loro posto, dove sono stati sempre descritti dalle guide locali e dove sono sta- ti ammirati dagli studiosi dell’Ottocento. Nella sistemazione delle opere si è seguito un ordina- mento più scientifico, che ha destinato il piano inferiore agli affreschi e alle sculture, riportando l’affresco stac- cato del Cristo in pietà di Masolino nel Battistero, suo luogo di origine. Quest’ambiente, certamente il più museo della collegiata di sant’andrea a empoli 28 suggestivo del museo, probabilmente edificato nell’xi secolo e collegato nel 1464, con un lungo corridoio, al- la collegiata dal canonico Giovanni d’Andrea detto il Malepa, custodisce l’originale fonte battesimale, im- prontato a un classicismo magniloquente e attribuito a Bernardo Rossellino. Nell’antica sagrestia sono state sistemate le sculture, partendo dal tondo rappresen- tante la Madonna col Bambino tradizionalmente asse- gnata a Tino da Camaino nel suo periodo pisano, ma attribuita anche a Giovanni Pisano, già murato in sa- grestia sul lavabo, fino ad opere cinquecentesche come l’acquasantiera in marmo bianco di Battista di Dona- to Benti. Il piano superiore è destinato alla pinacoteca: i dipin- ti, seguendo una disposizione in ordine cronologico e riunendo opere di uno stesso artista o di uno stesso am- bito, sono esaltati dalla luce; negli ambienti di dimen- sioni maggiori hanno trovato posto in maniera più sce- nografica i Dossali dei Botticini. Nel loggiato prospi- ciente il chiostro sono esposte le robbiane, già sistema- te qui nell’allestimento del 1956; tra di esse, oltre a quel- le provenienti dalla chiesa francescana di Santa Maria a Ripa, si segnala la Madonna degli Ebrei, il tabernaco- lo più celebre di Empoli, un tempo murato sul Palaz- zo Pretorio, opera documentata di Andrea della Rob- bia, come risulta dai pagamenti, e preziosa testimo- nianza di una pagina della storia di Empoli. L’ampliamento del museo, che si auspica possa realiz- zarsi quanto prima, prevede l’acquisizione del palazzo confinante con la collegiata, destinato all’esposizione delle cosiddette arti minori, sontuose argenterie e pre- ziosi codici miniati. L’ingresso principale del museo sarà direttamente dalla piazza dei Leoni, mentre l’attuale entrata è destinata a diventarne l’uscita con un percor- so inverso rispetto alla situazione odierna.

museo della collegiata di sant’andrea a empoli 29 Il Museo della Collegiata di Empoli: un’anomalia nel panorama dei musei ottocenteschi

l Museo della Collegiata di Empoli nasce sullo sfondo dei moti risorgi- I mentali, tesi a realizzare l’Unità d’Italia. Il suo atto di nascita risale al 29 giugno del 1859, quando dal Governo provvisorio della Toscana fu concessa all’Opera di Sant’Andrea la prima elargizione di lire cinquemi- laquaranta, come sussidio per il restauro e l’ingrandimento della chiesa. Il contributo, assegnato in maniera tempestiva, era vincolato al restauro delle antiche opere custodite nella chiesa: già il 13 febbraio del 1860 si co- municava al Ministero che la Compagnia di San Lorenzo, all’interno della collegiata, era la sede destinata alla istituenda pinacoteca. Per com- prendere la rapidità del contributo, concesso certamente in un momento poco idoneo alla costituzione di un museo in una cittadina di provincia, bisogna ricordare che il Ministro degli affari esteri del Governo provvi- sorio era l’avvocato Vincenzo Salvagnoli, membro di un’antica famiglia empolese che poteva vantare una propria cappella in collegiata: questi può considerarsi a tutti gli effetti il padre del Museo della Collegiata. Vin- cenzo Salvagnoli fu protagonista indiscusso del liberalismo toscano, col- laboratore dell’“Antologia Italiana”, membro del Gabinetto Viesseux; fu amico di Bettino Ricasoli, ma anche interlocutore dei protagonisti della stagione risorgimentale italiana, da Cavour a Vittorio Emanuele II e Na- poleone III, svolgendo non solo un ruolo intellettuale fondamentale, ma ricoprendo anche incarichi politici di rilievo sia nel Governo provvisorio della Toscana sia poi nel Senato del Regno. Il Salvagnoli, assiduo sostenitore dell’autonomia della Chiesa dallo Stato, aveva rischiato – quando era Ministro per gli affari ecclesiastici – la rot- tura con l’Arcivescovo di Firenze, per aver sostenuto la libertà di culto e di proselitismo dei protestanti, e l’alienazione della parte più moderata del

museo della collegiata di sant’andrea a empoli 30 Governo provvisorio, per le sue proposte di abolizione del Concordato del 1851 fra la Toscana e la Santa Sede nonché di eliminazione dei livelli feu- dali dominati dalla manomorta ecclesiastica. La personalità di Vincenzo Salvagnoli, di estrazione cattolica ma di principi liberali, legatissimo al proposto della collegiata di Sant’Andrea, Pasquale Martelli, in fiera op- posizione al governo granducale, può spiegare la particolarità del Museo della Collegiata di Empoli. Il museo è sorto infatti in quel momento di profonda trasformazione museografica che interessò l’Italia tutta nella se- conda metà dell’Ottocento, con la creazione di una fittissima rete di mu- sei minori, i musei civici, nati dopo l’attuazione delle leggi Siccardi del 1866 (le cosiddette leggi “eversive”, che liquidarono il patrimonio ecclesia- stico) e finalizzati, fondandosi sull’orgoglio municipalistico, a costituire il punto di partenza per l’incivilimento di una nuova Italia, alimentata da- gli ideali laici e progressisti delle nuove élites risorgimentali. In questo clima politico e culturale sorse anche il Museo della Collegiata di Sant’Andrea, ma con peculiarità proprie. Innanzitutto si costituì pri- ma delle leggi Siccardi, collocandosi tra i musei più antichi della Toscana, solo dopo la Pinacoteca Civica di San Gimignano del 1852 e la Galleria Comunale del Palazzo Pretorio di Prato, fortemente voluta nel 1858 da Ce- sare Guasti. Inoltre, pur avendo tutte le caratteristiche del museo civico, sorse come museo, con il riconoscimento della proprietà ecclesiastica e del- la gestione affidata alla collegiata di Sant’Andrea. Si trattava dunque di un caso singolare nel panorama museografico italiano: in tal modo, Em- poli ottenne il privilegio di un museo locale in accordo con l’autorità reli- giosa, senza allontanare il proprio patrimonio dalla sua sede storica. Queste caratteristiche, che anticiparono di più di un secolo operazioni analoghe realizzate più tardi sul territorio nazionale, sono da ascrivere alla sensibilità e all’intelligenza di Vincenzo Salvagnoli, il quale si spen- se nel 1861, proprio agli albori della nascita del museo, quando il primo nucleo di opere era ancora in fase di allestimento.

Rosanna Caterina Proto Pisani

museo della collegiata di sant’andrea a empoli 31 Piantadel museo Piano terra

2

1 Chiostro 3

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Battistero 1 Baptistery

Sala delle sculture 2 Hall of sculptures

Passetto 3 Small passage

Vecchio ingresso 4 Old entrance Visita al museo

Anna Piano terra Bisceglia 1 - Battistero l Battistero, che in origine era la piccola chiesa di San I Giovanni Evangelista, fu trasformato nel 1464 per ade- guarlo alla funzione battesimale e annesso alla chiesa da un corridoio. Qui si conserva il fonte battesimale del Rossellino, datato 1447, e alcuni affreschi staccati per motivi conservativi ma originariamente posti sulle pa- reti del vano. Tra questi spicca il Cristo in pietà di Ma- solino da Panicale, scoperto sotto uno scialbo alla fine dell’Ottocento, una delle testimonianze più significati- ve dell’attività del pittore, che operò ad Empoli nel 1424. Seguono frammenti di affreschi provenienti da Santo Stefano degli Agostiniani, di mano di Gherardo Starni- na, e i più tardi Due santi martiri di scuola fiorentina del- la metà del xvi secolo collocati sulla parete d’origine.

33 Al centro della sala do conoscitore della scultura del ca- libro di Eugene Münz. Il riferimen- 1. bernardo rossellino to alla produzione di Bernardo Ros- (Settignano 1409 - Firenze 1464) sellino (Paolucci 1985) si giustifica Fonte battesimale anche con la presenza di un’altra ope- 1447 ra eseguita negli stessi anni per Em- marmo; cm 118140 (diam.) poli, l’Annunciazione in marmo per n. 35* Santo Stefano degli Agostiniani. iscrizioni: dom.antonius ioah.nis de empulo b.tae mariae maioris prior et canonicus florentinus * I numeri in corsivo fuori parentesi si riferi- scono ai cartellini del museo e sono tratti dal mccccxlvii (sulla pedana) catalogo di A. Paolucci, Il Museo della Col- collegiata di Sant’Andrea, battistero legiata di Empoli, Firenze 1985.

Il fonte fu eseguito per l’ambiente che attualmente lo ospita, la piccola cappella destinata a fungere da bat- tistero. Si tratta di un manufatto di straordinaria raffinatezza esecutiva: sulla pedana, decorata al centro da losanghe in marmo bianco e verde, si eleva il grande recipiente a baccel- lature. Al centro è lo stemma della famiglia Giachini che lo commis- sionò nel 1447, come ricordato nel- l’iscrizione. Il bordo esterno è con- tornato da un anello terminante ai lati in due volute tra le cui anse spun- tano capricciosi puttini reggifestone. Apice della plastica fiorentina del Ri- nascimento, questo fonte battesimale nasce in un momento in cui il rap- porto con la classicità è talmente compiuto da evocare un confronto con la scultura antica, come com- mentava a fine Ottocento un profon- i, particolare museo della collegiata di sant’andrea a empoli 34 1

1 - battistero 35 Da destra in senso antiorario È un frammento proveniente con tutta probabilità da un tabernacolo 2. scuola fiorentina inserito in uno degli ambienti del Due teste angeliche monastero delle benedettine di San- fine secolo xiv ta Croce. Si presenta molto alterato affreschi staccati; cm 2626; dalle numerose ridipinture e dalle cm 38 27 manomissioni subite nel corso dello chiesa di Santo Stefano, stacco. Databile ai primi anni del xvi cappella di Sant’Elena secolo. n. 5 (inv. Baldini 96-97) I due frammenti furono scoperti nel 4. artigianato toscano 1943 sotto il pavimento della cappel- Panca dipinta la della Santa Croce, detta anche di secolo xviii Sant’Elena, nella collegiata. Erano legno; cm 122117 parte di un ciclo abbattuto e utilizzato chiesa di San Pietro a Riottoli come materiale di riporto per l’im- n. 79 (inv. Baldini 75) piantito della cappella, rinnovata al- la fine del Settecento. Nella stessa cap- 5. scuola fiorentina pella Masolino affrescò nel 1424 le Due santi martiri Storie della Vera Croce, distrutte nel secolo xvi 1792 e di cui rimangono attualmen- affresco staccato; cm 190188 te solo pochi frammenti. Lo stato collegiata di Sant’Andrea, estremamente lacunoso delle pitture Battistero rende difficoltosa la loro valutazione n. 72 (inv. Baldini 78) stilistica per la quale sono stati evi- Questo affresco, dimidiato dai dan- denziati legami con la tradizione giot- ni bellici, si trova sulla parete d’ori- tesca, ipotizzando ora una datazione gine, dove è stato ricollocato dopo più antica (Giusti 1988) ora una più lo stacco e il restauro. I due santi mar- recente, sulla fine del secolo xiv (Pao- tiri sono ospitati entro una finta nic- lucci 1985). chia che richiama gli inquadramen- 3. scuola fiorentina ti degli affreschi di Andrea del Sarto Madonna del latte nel chiostrino dei Voti alla Santissi- inizi secolo xvi ma Annunziata. I modelli di riferi- affresco staccato; cm 10075 mento vanno rintracciati nella pit- convento di Santa Croce tura fiorentina di primo Cinque- n. 53 (inv. Baldini 86) cento: ai tipi di fra Bartolomeo – e museo della collegiata di sant’andrea a empoli 36 dello stesso Andrea del Sarto – si ri- feriscono le fisionomie regolari dei volti, l’impianto ampio e monu- mentale dei panneggi. Sulla datazio- ne sono state espresse opinioni di- verse: dall’avanzato xvi secolo pro- posto da Paolucci (1985) alla prima metà del secolo, ipotizzato dalla Giu- sti (1988), che fa riferimento all’am- bito di fra Paolino da Pistoia.

Alle pareti, ai lati della finestra circolare

6. gherardo di jacopo detto lo starnina (notizie 1387-1413) San Giovanni Battista, san Pietro e altro santo non identificabile; sant’Andrea ed altro santo non identificabile 1409 ca. affreschi staccati; cm 14645 (san Giovanni); cm 12145 (sant’Andrea) chiesa di Santo Stefano, cappella della Purificazione n. 19 (inv. Baldini 98-99) Questi frammenti di formato allun- gato, con le relative sinopie, pro- vengono dal sottarco della cappella della Purificazione nella chiesa de- gli Agostiniani, dove lo Starnina di- pinse il ciclo con le Storie della Ver- gine entro il 1409, su commissione 6a

1 - battistero 37 6b museo della collegiata di sant’andrea a empoli 38 della Compagnia della Nunziata del- 7. fra paolino da pistoia la Veste Nera. Nascosti sotto lo scial- (Pistoia 1488-1547) bo eseguito in occasione dei rinno- Madonna col Bambino vamenti settecenteschi della chiesa, 1530 ca. furono recuperati da Ugo Procacci affresco staccato; cm 10657 nel 1943: altri frammenti della de- casa Santini corazione si conservano ancora nel- n. 66 (inv. Carocci 36) la chiesa degli Agostiniani. Sono una Questo piccolo affresco, staccato a testimonianza molto importante massello, proviene dalla casa dei San- dell’attività di questo artista del qua- tini appartenuta alla famiglia Del le rimangono non molte opere, ma Frate. Rientra nel catalogo di Fra il cui ruolo è centrale negli svolgi- Paolino da Pistoia, allievo di Fra Bar- menti della pittura fiorentina a ca- tolomeo e divulgatore dei suoi mo- vallo tra xiv e xv secolo. Dopo un di in una formula un po’ più sem- soggiorno durato circa un decennio plificata e fortemente accentuata in in Spagna, a Valenza, il pittore rien- senso devozionale. trò a Firenze intorno al 1401 ripor- tandovi uno stile del tutto nuovo, aggiornato sulle istanze di gusto cor- tese e naturalistico, sui ritmi fluen- ti e decorativi che vengono indicati sotto la denominazione di Gotico Internazionale. Tali apporti vivifica- rono la cultura fiorentina, ancora as- sestata sulla grande tradizione giot- tesca declinata in varie forme dalle botteghe dei Gaddi e di , con l’inserzione di quella vivacità narrativa e coloristica, di caratteriz- zazioni espressive delle fisionomie e di senso dell’ornato, tipiche dell’ar- te iberica. I primi effetti di tali no- vità si avvertono nel trittico esegui- to da Lorenzo Monaco nel 1404 e conservato al primo piano della rac- colta empolese.

7 1 - battistero 39 Oltre la porta significativa di Masolino con la col- laborazione di Masaccio. Nel 1946 8. masolino da panicale l’affresco fu staccato e collocato su (Panicale 1383?-1440 ca.) un telaio; nel 1990 è stato risistema- Cristo in pietà to nel suo ambiente d’origine. 1424 ca. La composizione, semplicissima ed affresco staccato; cm 280118 essenziale, si snoda intorno all’asse collegiata di Sant’Andrea, battistero della croce che definisce lo spazio; al n. 32 (inv. Baldini 95) centro è il Cristo appena deposto, L’affresco qui esposto è una delle ope- che emerge a mezza figura dal sarco- re più rappresentative del museo e la fago, affiancato dalla Vergine e da san più completa testimonanza a noi Giovanni Evangelista inginocchiato giunta dell’attività di Masolino da alla sua destra. Nella cuspide, entro Panicale a Empoli. Qui il pittore sog- tondi, si scorgono il Volto Santo tra giornò nel 1424 eseguendo il ciclo il profeta Isaia, che predice la venu- con le Storie della vera Croce nella ta di Cristo, e il profeta Ezechiele, cappella della Santa Croce, detta an- che riceve la visione della sua morte che di Sant’Elena; in Santo Stefano e resurrezione. degli Agostiniani gli affreschi del In questo dipinto si scorgono chia- transetto destro, la lunetta raffigu- ramente i segni del rinnovamento rante la Madonna col Bambino e due profondo avvenuto nella pittura fio- Angeli sulla porta della sagrestia; il rentina nei primi due decenni del se- Cristo in pietà nel Battistero. Di que- colo: la prospettiva suggerita dall’a- sta intensa attività rimangono oggi vello, simile a un sarcofago antico, e solo pochi frammenti che il visitato- dalla croce sui cui bracci le corde ap- re potrà ammirare ampliando la pro- pese ai chiodi ricadono realistica- pria visita alla vicina chiesa degli mente, la solidità delle figure avvol- Agostiniani. te in manti profondamente falcati Il Cristo in pietà fu eseguito per la dal chiaroscuro delle pieghe e la ve- piccola chiesa situata accanto alla pie- rità del corpo luminosissimo del de- ve, congiunta a questa nel 1464 e poi posto – di cui si avverte la morbida adibita a battistero. I numerosi lavo- consistenza anatomica – riflettono ri di rifacimento eseguiti nei secoli appieno l’incontro decisivo con Ma- successivi portarono allo scialbo del- saccio, maturato sui ponteggi della la pittura, recuperata alla fine del- cappella Brancacci nella chiesa del l’Ottocento e subito ritenuta opera Carmine a Firenze. museo della collegiata di sant’andrea a empoli 40 8 1 - battistero 41 Masolino a Empoli

insi Empoli se peut glorifier de posséder deux peintures de Ma- «A solino»: così nel 1902 il celebre critico americano Bernard Be- renson restituiva a Masolino due capolavori presenti nella città toscana: la Madonna col Bambino della chiesa di Santo Stefano degli Agosti- niani («la plus charmante») e il Cristo in pietà della collegiata («la plus noble»), un tempo attribuito a Masaccio. A pochi anni dopo, nel 1905, risale la scoperta dei documenti relativi al pa- gamento nel 1424 degli affreschi della Compagnia della Croce allo stesso Ma- solino: «Detta cappella di sopra nominata chella Compagnia la fece dipin- gere per infino addì 2 novembre MCCCCXXIIII pagano al Maso di Cristofano dipintore da Firenze fiorini settantaquattro d’oro come apparisce in su gli antichi nostri libbri» (O.H. Giglioli 1905), che apriva nuove piste di inda- gine alla scoperta degli affreschi scomparsi. Questi furono ritrovati soltanto nel 1943 nella cappella intitolata a Sant’Elena, che la Compagnia possede- va nella chiesa degli Agostiniani, allo stadio di frammenti (intradosso del- l’arco d’ingresso, sguancio della finestra, natura morta a trompe l’œil) al di sotto dello scialbo, dal momento che i frati riuniti capitolarmene nel 1792 deliberarono di «scortecciare, stonacare e intonacare di nuovo». Al di sotto degli affreschi furono recuperate le sinopie, tra le più belle del Quattrocento fiorentino. Si tratta della prima opera documentata di Masolino, che aveva allora circa quarant’anni. Se certamente la tappa empolese non riesce a di- radare il mistero della sua giovinezza (soggiorno in Ungheria al seguito di Pippo Spano?), pure segna il ritorno dell’artista in Toscana, aiutandoci a com- prendere gli stretti rapporti con Masaccio che hanno segnato tutta la vicen- da critica di Masolino, costantemente messo in confronto con Masaccio, se- condo un processo di antitesi e di svalutazione dello stesso Masolino. All’epoca dei lavori di Empoli certamente i due artisti si conoscevano. Lo studio attento del modellato del Cristo in pietà della collegiata di Empo-

museo della collegiata di sant’andrea a empoli 42 li ha suggerito ai critici la possibilità di un viaggio di Masolino a Roma per confrontarsi con i testi del mondo classico, ma la superba sintesi volu- metrica e l’eccezionale fusione di luce, proveniente da una fonte precisa, e di ombra naturale, lo mostrano aggiornato alle ricerche rinascimentali che stava portando avanti Masaccio, al quale contrappone nelle dolorose fi- gure del Cristo e dei dolenti una profonda tristezza, priva di drammati- cità. Così la spazialità delle eleganti figure delle sinopie della Storia della vera Croce, lo studio della luce diffusa e dell’ombra riportate nella deli- ziosa Natura morta a trompe l’œil nella stessa cappella si coniugano con altre caratteristiche di Masolino, che si colgono nei ritmi lenti ed elegan- ti, nelle raffinate sfumature, nei sottili trapassi di colore e soprattutto in una freschezza e in un tono primaverile che connotano la Madonna col Bambino e Sant’Ivo e i pupilli del transetto della chiesa degli Agostinia- ni. La fedeltà di Masolino alla tradizione gotica vivificata dalla sensibi- lità coloristica e dal senso dello spazio pittorico lo rendono personaggio chiave della Firenze del terzo decennio del Quattrocento, costituendo il pun- to di partenza di una delle correnti della biforcazione della pittura rina- scimentale, che da un lato porta avanti la linea Masaccio-Filippo Lippi, dall’altro sviluppa la linea Angelico-.

Rosanna Caterina Proto Pisani

1 - battistero 43 2 - Sala delle sculture Proseguendo la visita si passa alla sala attigua al Batti- stero, dove è allestita la raccolta di sculture che copre un arco cronologico dal tardo Duecento al Settecento. Si tratta di oggetti provenienti in gran misura dalla colle- giata, in qualche caso da altre chiese empolesi come San- ta Maria a Ripa o Santo Stefano. L’opera più importan- te è sicuramente il tondo raffigurante la Madonna col Bambino, già attribuito a Tino di Camaino e oggi rife- rito alla fase giovanile di Giovanni Pisano; accanto è la Madonna col Bambino di Mino da Fiesole, un rilievo de- gli anni Settanta del Quattrocento, pregno di influssi donatelliani ed echi della statuaria antica. Di particola- re importanza sono poi l’acquasantiera di Battista di Do- nato Benti, datata 1557, di esecuzione raffinatissima, e la pala in terracotta raffigurante la Madonna col Bambi- no e santi, proveniente da Santa Maria a Ripa e attri- buita alla bottega dei Buglioni. Sono qui collocate inol- tre due sculture in legno, un Santo Stefano e una Mad- dalena, opere quattrocentesche rispettivamente attri- buibili a Francesco di Valdambrino e Neri di Bicci.

museo della collegiata di sant’andrea a empoli 44 Da sinistra verso destra, servano tracce di una coloritura a tem- in senso orario pera bianca, evidentemente scialbata in epoca successiva, ed eseguita per 9. manifattura toscana fingere l’effetto del marmo. Il ricorso Pila di acquasantiera a tali soluzioni non è infrequente, da- 1492-1502 to che la manifattura della terracotta marmo; cm 72 (diam.) aveva costi più contenuti rispetto a iscrizioni: d.bindus antonii hic materiali pregiati come il marmo. Le canonicus sac. ecclesiae due figure – una loricata, l’altra av- florentinae cappellanus fecit volta in un ampio panneggio – dove- (sul bordo esterno) vano far parte di un insieme più com- collegiata di Sant’Andrea plesso del quale oggi non abbiamo n. 48 notizia. Stilisticamente sono riferibi- È il frammento di un’acquasantiera in li alla fine del secolo xvi e all’ambi- marmo in origine posta accanto alla to di Giovan Battista Caccini (Giusti porta d’ingresso della collegiata e dan- 1988). neggiata dalla guerra nel 1944. La va- sca, intagliata a baccellature, reca nel- la parte superiore un’iscrizione che Proseguendo, alla parete tramanda il nome del committente, centrale, tra i due profeti Bindo di Antonio, pievano della col- legiata dal 1492 al 1502 11. Bottega di benedetto buglioni Madonna in trono fra i santi Anselmo, Domenico, Francesco Lateralmente all’acquasantiera d’Assisi e Maria Maddalena primo decennio del secolo xvi 10. scuola fiorentina terracotta; cm 162180 Due profeti chiesa di Santa Maria a Ripa prima metà del secolo xvii n. 61 (inv. Carocci 60) terracotta; cm 165 ca. La pala proviene dalla chiesa france- collegiata di sant’Andrea, scana di Santa Maria a Ripa. I rima- battistero neggiamenti e i danni subiti nel cor- n. 77 (inv. Baldini 101-102) so del tempo la consegnano alla vi- Le due sculture hanno trovato posto sione dello spettatore in un assetto nella raccolta empolese con il riordi- molto diverso dall’originale, sul qua- no del 1956. Sulla superficie si con- le doveva distendersi la vivace poli-

2 - sala delle sculture 45 cromia, consueta per questo tipo di gnificative tangenze con i gruppi pla- prodotti e tuttora visibile in qualche stici del Sacro Monte di San Vivaldo, punto. La composizione doveva es- per le comuni affinità con la cultura sere inserita in una cornice, anch’es- dei Da Maiano e di Giovanni della sa perduta. La scultura è stata nel tem- Robbia. La Giusti ha osservato a sua po riferita al Cieco da Gambassi, a volta un collegamento con una pala Giovanni della Robbia e infine alla di analogo soggetto conservata nella bottega dei Buglioni, largamente at- chiesa di Sant’Andrea a Tizzana, da- tiva per la chiesa di Santa Maria a Ri- tata 1504, anni ai quali sembra ap- pa. Paolucci (1985) ha riscontrato si- partenere anche il rilievo empolese.

11 museo della collegiata di sant’andrea a empoli 46 12. giovanni pisano dell’Ottocento con un generico rife- (Pisa 1248 ca. - Siena 1319 ca.) rimento a «scuola pisana». L’auto- Madonna col Bambino grafia è stata oggetto di pareri diffe- 1280 ca. renti, oscillanti tra Giovanni Pisano marmo; 42,5 ca. (diam.) e Tino di Camaino, uno dei suoi collegiata di Sant’Andrea, sagrestia maggiori discepoli. Attualmente gli n. 1 (inv. Carocci 49) studi sembrano propendere decisa- Il piccolo tondo era murato sopra il mente per la prima ipotesi (da ulti- lavabo della sagrestia e fu trasferito mo Spannocchi 2005) e individuano nel Museo della Collegiata alla fine nel rilievo una delle opere più im-

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2 - sala delle sculture 47 portanti e precoci di Giovanni. Il per- guito è stato restaurato al tempo del fetto stato di conservazione consen- riordino del Museo del 1956 e quin- te di ammirare l’emergere delle due di è stato collocato nella posizione in figure dal fondo incavo lasciato allo cui oggi si osserva nel 1990. La scul- stato di sbozzo. Nell’impostazione tura poggia su una base nella quale della Madonna, nel taglio delle pie- compaiono due genietti reggighirlan- ghe delle vesti e nell’articolazione del- da. Tale motivo, desunto dalla scul- le figure nello spazio, si coglie il segno tura classica e in particolare dai sar- dell’esperienza del padre Nicola, rav- cofagi, aveva conosciuto una fortuna vivato però dalla tensione tutta nuo- immensa nel Rinascimento, soprat- va dello scatto della testa femminile, tutto nella plastica donatelliana. La cui corrisponde quella del Bambino, Madonna, avvolta in un morbido in un perfetto parallelismo emotivo. panneggio che si raccoglie dietro il ca- Si deve notare inoltre che al di sotto po ripiegandosi sulla spalla, stringe a della corona della Vergine si intrave- sé il pargolo sgambettante in un no- de la “palla”, ossia la cuffia di tradi- do affettuoso e intimo. La mancanza zione bizantina, già utilizzata da Ni- della policromia, asportata in passato, cola Pisano nel pulpito di Siena, che non rende pienamente giustizia alla scompare alla fine degli anni Ottan- dolce malinconia che dovevano ave- ta del secolo xiii e costituisce perciò re questi volti dall’ovale purissimo e un elemento ulteriore per la datazio- che oggi ci appaiono ingiustamente ne del pezzo. più fissi e attoniti. Il soggetto della Madonna col Bambino, in terracotta, 13. manifattura fiorentina stucco o cartapesta, ebbe una straor- Madonna col Bambino dinaria diffusione durante tutto l’ar- prima metà del secolo xv co del secolo e persino nell’epoca dei stucco; cm 80 revivals antiquari ottocenteschi pro- chiesa di Santa Maria a Ripa prio in virtù del tono accostante e do- n. 29 (inv. Carocci 56 bis) mestico dell’immagine, adatta a de- Al momento dell’ingresso in collegia- corare un tabernacolo pubblico o un ta, alla fine dell’Ottocento, questo ri- privato ricettacolo di devozione. L’e- lievo era inserito nell’edicola robbia- semplare di riferimento per il nostro na conservata nel museo (n. 84) se- pezzo si riconosce unanimemente in condo un gusto collezionistico tipico quello oggi conservato nel Museo di di quel momento che tuttavia non ri- Palazzo Davanzati a Firenze, di solito flette la sistemazione originaria. In se- collegato a Ghiberti ma ultimamen- museo della collegiata di sant’andrea a empoli 48 te riferito all’ambito di Filippo Bru- legno; cm 10716060 nelleschi da Bellosi (2002) e databile collegiata di Sant’Andrea, sagrestia al 1402-1405 circa. È questo un ter- n. 80 mine per stabilire la cronologia del nostro rilievo che tuttavia, data la dif- fusione del modello, potrebbe essere Appoggiato sul mobile, anche più tardo. Un altro esemplare in una teca di plexiglass dipendente da questo tema, ma svi- 15. scuola tedesca luppato a figura intera, si conserva nel- Crocifisso la chiesa di San Martino a Pontorme. secondo quarto del secolo xvii avorio; cm 4614 (Croce); 14. artigianato toscano 1313 (base) Mobile di sagrestia donazione eredi di Guido inizi secolo xvii e Filiberto Massetani

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2 - sala delle sculture 49 16. mino da fiesole (Fiesole 1429-1484) Madonna col Bambino 1470 ca. marmo; cm 79,554 collegiata di Sant’Andrea, controfacciata n. 37 (inv. Carocci 50) Collocato un tempo sulla controfac- ciata della collegiata entro un taber- nacolo in pietra oggi perduto, il ri- lievo si presenta su un fondo di lava- gna. È stato scontornato in epoca im- precisata, forse per ovviare al dan- neggiamento del fondo neutro: un segno di questa manomissione è la mancanza dell’aureola del Bambino e il taglio irregolare agli angoli in bas- so. L’attribuzione a Mino da Fiesole è concordemente accettata dagli stu- diosi, con una datazione al 1470 cir- ca, dopo cioè l’intensa attività svolta dallo scultore, caratterizzata da un lungo soggiorno a Roma – dove fu attivo a Santa Maria Maggiore e in 16, particolare Vaticano – e da un passaggio a Na- tra in una tipologia ampiamente spe- poli, al servizio di Alfonso d’Arago- rimentata dallo scultore, che in qual- na. A Firenze, dove eseguì tra gli al- che caso prevedeva l’inserimento di tri il monumento al vescovo Saluta- rilievi analoghi anche entro complessi ti a Fiesole, il dossale marmoreo del- monumentali. Nel trattamento del- la chiesa della Badia e il ciborio di le superfici, sapientemente modula- Santa Croce, Mino fece ritorno alla te nel passaggio dallo stiacciato al tut- metà degli anni Sessanta circa, ac- to tondo, si rende evidente la forma- compagnato dalla notorietà guada- zione sulla cultura donatelliana ar- gnata nell’Urbe come artefice di scul- ricchita, nel passaggio romano, dal- tura sacra. La nostra Madonna rien- lo studio della statuaria antica. museo della collegiata di sant’andrea a empoli 50 16

2 - sala delle sculture 51 17. manifattura inglese Questo imponente arredo liturgico Leggìo fa parte del ricchissimo patrimonio 1520 di cui disponeva la collegiata, disper- ottone; cm 179 so nel corso del tempo, sia per even- iscrizioni: joanes christofori de ti storici, come il sacco del 1530, che ronconcellis cano.cus huic per le trasformazioni intervenute nei ecclesie donavit anno mill° secoli xvii e xviii. Il leggìo è un raro quingesimo vigesimo esemplare di manifattura inglese di collegiata di Sant’Andrea cui esistono due prototipi analoghi n. 63 alla Santissima Annunziata a Firen- ze. L’iscrizione reca la data 1520 e il nome del canonico Ronconcelli, ar- cidiacono in Francia nel 1522 e pro- posto della collegiata nel 1546.

18. romualdo di candeli (documentato alla metà del secolo xv) e neri di bicci (Firenze 1419-1492) Maddalena 1455 legno intagliato e dipinto; cm 160 iscrizioni: questa a fata fare mona nana figliuola di s(er) michele dal vinci a.d.mcccclv (sulla base) chiesa di Santa Croce a Vinci n. 30 (inv. Baldini 99) L’iscrizione che corre sul basamento della statua indica l’anno in cui essa fu realizzata, il 1455, e la committen- te, Monna Nana di ser Michele Toc- ci da Vinci, che la richiese per la chie- sa di Santa Croce a Vinci. Da lì l’o- pera fu successivamente trasferita nel- la collegiata empolese e collocata nel- 17 museo della collegiata di sant’andrea a empoli 52 la cappella di Santa Lucia. La scultu- te della bottega avviata da Lorenzo di ra richiama certamente la curiosità del Bicci, di cui la collegiata conserva il visitatore perché evoca immediata- trittico sull’altare maggiore e il mu- mente uno dei più celebri capolavori seo due opere (n. 36 e 37), coadiuva- del Rinascimento, la Maddalena di to nel lavoro d’intaglio da don Ro- Donatello oggi conservata nel Museo mualdo di Candeli. Quest’ultimo, dell’Opera del Duomo a Firenze. del tutto ignoto agli studiosi, è ri- È stato proposto (Proto Pisani 1990) cordato dallo stesso Neri nelle Ri- di attribuire quest’opera al fiorenti- cordanze, un diario domestico e di no Neri di Bicci, ultimo discenden- bottega di notevole interesse per la conoscenza della sua opera. È da qui che si apprende che il pittore si de- dicava, tra l’altro, anche alla colori- tura dei manufatti lignei, come que- sta Maddalena, per la quale proba- bilmente aveva fornito un disegno, poi tradotto in intaglio dal misterio- so artefice. L’opera rivela elementi dello stile di Neri nella figura rigida e rinnsecchita e nei tratti somatici af- filati e pungenti, sottolineati dalle rughe accennate a pennello.

19. francesco di valdambrino (notizie 1401-1435) Santo Stefano 1409 ca. legno intagliato e dipinto; cm 155 collegiata di Sant’Andrea n. 18 (inv. Baldini 89) La statua si trovava nel battistero del- la collegiata ed era ricoperta da uno strato di colore bianco a imitazione del marmo, presumibilmente sette- ottocentesco, rimosso nel 1935 da un 18

2 - sala delle sculture 53 accurato restauro che ha consentito di letti 1973, che la collega a Domeni- recuperare pienamente la raffinatissi- co di Niccolò). ma policromia della veste e del volto. Dopo gli esordi giovanili compiuti L’attribuzione al senese Francesco di nel solco della tradizione di Nino Pi- Valdambrino, avanzata da Rag- sano, Francesco di Valdambrino si ghianti nel 1960 sulla scorta delle af- avvicina progressivamente ai nuovi finità stilistiche con il Sant’Ansano ideali di gusto tardogotico che tra la della chiesa di San Paolino a Lucca, fine del xiv e gli inizi del xv secolo eseguito nel 1414, è ormai concorde- improntano pittura e scultura. Il mente accettata (fa eccezione Pao- confronto con Ghiberti e Brunelle- schi, con i quali fra gli altri gareg- giava nel 1401 al concorso per la por- ta del Battistero fiorentino, la con- suetudine con Jacopo della Quercia (attivo tra Siena e Lucca dove anche il Valdambrino operò nel primo de- cennio del Quattrocento), segnaro- no l’aggiornamento del suo stile orientato alla ricerca di eleganze compositive e preziosità nei partico- lari decorativi. Questi elementi si ravvisano pienamente nella scultura empolese. L’impianto della figura è concepito per una veduta frontale ma la posizione dei piedi – la gamba destra leggermente avanzata e piega- ta tanto da lasciar intuire il ginoc- chio sotto la veste – e la posa delle braccia portate al petto le donano un movimento gentile che si apre verso lo spazio circostante. Di particolare raffinatezza esecutiva sono il volto, restituito al delicato incarnato appe- na soffuso di rossore sulle guance, e i riccioli lavorati a chiocciola. La più recente proposta sulla datazione del 19 museo della collegiata di sant’andrea a empoli 54 Santo Stefano è il 1409 circa, in pros- prende modelli attestati nella plasti- simità dei Santi Patroni eseguiti in ca fiorentina tra la fine del Quattro e quella data per il Duomo di Siena la prima metà del Cinquecento, nel- (Fattorini 1996). la bottega di Benedetto da Rovezza- no. Sulla base a tronco di piramide, re- 20. manifattura fiorentina cante agli angoli arpie dalle teste leo- Madonna col Bambino e angeli nine e al centro mascheroni, si eleva seconda metà del secolo xv il fusto, ornato al centro da festoni stucco; cm 57 (diam.) retti da bucrani e abitati da uccelli. La collegiata di Sant’Andrea conca è intagliata con motivi a bac- n. 47 (inv. Baldini 85) cellatura. Le decorazioni attingono largamente al repertorio classico, rein-

Al di sotto

21. battista di donato benti (notizie 1536-1557) Acquasantiera 1557 marmo; cm 143; cm 100 (diam.) iscrizioni: iohanes.andreae.alexandri zucherinius emporiesis posuit. die xvi iunii a. d. m.d.lvv baptista donati de betis flor.cudebat collegiata di Sant’Andrea n. 69 (inv. Carocci 51) La datazione dell’oggetto e la sua com- mittenza compaiono nella cartella del basamento, dalla quale si apprende che l’empolese Giovanni di Andrea Zucherini aveva affidato l’esecuzione a Battista di Donato Benti, come do- cumentato anche da carte d’archivio. La struttura dell’acquasantiera ri- 21

2 - sala delle sculture 55 terpretato con nuova sensibilità sin dal secolo precedente: co- sì, se le arpie si ispirano an- cora a modelli di Donatel- lo, nume tutelare della scultura del xvi secolo, i capricciosi mascheroni discendono dal reperto- rio michelangiolesco del- la Sagrestia Nuova.

22. giovanni bandini (Firenze 1540 ca.-1599) Profilo di santa 1580 ca. marmo; cm 165 ca. collegiata di Sant’Andrea n. 70 (inv. Carocci 52) L’ovale marmoreo reca sull’aureola tracce di una doratura in seguito asportata. Mancano attributi per po- 22 ter identificare la santa qui raffigura- riscosse grande fortuna come ritratti- ta, il cui profilo, semplice ed elegante sta: suo il Busto di Francesco I per la a un tempo, si staglia sul fondo neu- Porta delle Suppliche agli Uffizi, lo- tro in un’espressione idealizzata, co- dato da Raffaello Borghini e dal Bal- me in un medaglione antico. Il rilie- dinucci. vo è stato accostato a Giovanni Ban- dini da Paolucci (1985) sulla base del 23. giuseppe cantini da bibbiena confronto con il busto della Madda- detto il cuoco lena in terracotta policroma oggi a San Rocco Museo dell’Opera di Santa Maria del 1757 Fiore a Firenze. Allievo di Baccio Ban- marmo; cm 190 dinelli, del quale interpreta la linea più oratorio di San Rocco aulica e classicista, Giovanni Bandini n. 78

museo della collegiata di sant’andrea a empoli 56 3 - Passetto L’ambiente collega le sale espositi- ve al vecchio ingresso dove si trova Tornando al battistero si prosegue l’accesso al piano superiore. la visita attraversando un piccolo ri- cetto, ornato da due angeli reggi- 24. maestro felice fiorentino candelabro in legno, unici elemen- (documentato prima metà ti superstite dell’arredo dell’altar del secolo xvii) maggiore della collegiata, eseguiti Angeli reggicandelabro da Felice Fiorentino intorno al 1623. 1623

24a 24b

3 - passetto 57 legno intagliato e dorato; cm 200 ca. tivo di Massa ma largamente operoso collegiata di Sant’Andrea, a Firenze nella cerchia dello scultore altare maggiore fiammingo. n. 76 (inv. Baldini 76-77) I due angeli entrarono nel museo nel 1956. Essi vanno collegati a un docu- 4. Vecchio ingresso mento del 1623, anno in cui, dovendo rinnovare l’arredo dell’altare maggio- Il piccolo ambiente costituiva il vec- re e sostituire il tabernacolo del Botti- chio ingresso del Museo: sulle pa- cini, si decise di commissionare a reti si ammirano gli stemmi del- «Maestro Felice fiorentino» un nuovo l’Opera di Sant’Andrea, quello del tabernacolo a pianta centrale in legno Comune di Empoli e una memoria dorato e dipinto, fiancheggiato da due sepolcrale del 1267, il più antico do- angeli. Il ciborio fu rimosso alla metà cumento esistente dell’antica pieve. del Settecento a seguito dei nuovi la- Da qui si accede per mezzo di una vori di ristrutturazione all’interno del- scala al piano superiore. la chiesa, ma i due angeli rimasero a corredare l’altare sino allo spostamen- 25. artigianato toscano to nel museo nel 1956. Attualmente la Stemma dell’Opera di Sant’Andrea superficie appare priva della policro- prima metà del secolo xv mia originale, della quale rimangono solo sporadiche tracce sulle vesti. Le due sculture sono elegantemente at- teggiate in una lieve torsione sostenu- ta dal movimento vibrato del pan- neggio; le teste incorniciate da una ca- scata di riccioli, l’attenta definizione anatomica dei muscoli e dei tendini, richiamano dati di stile prossimi alla maniera del Giambologna, agli esem- pi del quale l’artista denominato Mae- stro Felice fiorentino deve essersi for- mato. È forse possibile allora azzarda- re l’ipotesi che lo sconosciuto artefice menzionato dai documenti possa es- sere identificato con Felice Palma, na- 25 museo della collegiata di sant’andrea a empoli 58 pietra serena; cm 7156 1763 ca. collegiata di Sant’Andrea carta; mm 755515 (inv. Baldini 73) collegiata di Sant’Andrea

26. artigiano toscano 29. artigianato toscano Stemma del Comune di Empoli Arme della famiglia Ricci secolo xv secolo xv pietra serena; cm 7452 pietra serena scolpita; collegiata di Sant’Andrea cm 5843,57 (inv. Baldini 74) collegiata di Sant’Andrea

27. artigianato toscano 30. artigianato toscano Memoria sepolcrale Stemma datata 1267 secolo xv marmo bianco; cm 5537 pietra serena scolpita; collegiata di Sant’Andrea cm 6540,57 iscrizioni: a.d.m.m cc. lxvii hic collegiata di Sant’Andrea iacet. tribaldus fil dni ildebrandini de mangiatorib. 31. artigianato toscano de sto. miniate Arme della famiglia Ricci secolo xv pietra serena scolpita; Si sale quindi al primo piano, cm 624511 sulle pareti lungo la scala collegiata di Sant’Andrea

28. giuseppe del moro 32. vincenzo lami (1807-1892) (1740-1763) Santa Filomena Disegno per la decorazione pittorica 1835 del soffitto della collegiata tela; cm 10176,5 di Sant’Andrea collegiata di Sant’Andrea

4 - vecchio ingresso 59 Piantadel museo Piano primo

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7 5

Sala dei dipinti dei secoli xiv e xv 5 Hall of 14th-15th century paintings

Sala dei dipinti del secolo xv 6 Hall of 15th century paintings

Sala dei Botticini 7 Hall of the Botticinis

Salone 8 The large hall

Loggia 9 Loggia Piano primo 5 - Sala dei dipinti dei secoli xiv e xv Salite le scale si entra nella sala, dove ha inizio la raccol- ta di pitture che si snoda in quattro ambienti due dei quali prospicienti il chiostro. Nelle prime due sale il vi- sitatore riceve una rapida panoramica della pittura fio- rentina fra Tre e Quattrocento. Si tratta per lo più di po- littici in molti casi smembrati a causa di adeguamenti del- le cappelle in cui si trovavano o di danni subiti nel tem- po. Si inizia con un gustoso pittore pistoiese denominato Maestro del 1336, per continuare poi con opere di Nic- colò di Pietro Gerini, di Agnolo Gaddi e di Ambrogio di Baldese. I dipinti provengono in gran parte da chie- se del territorio, oltre che dalla collegiata, ma in qualche caso anche da donazioni private che testimoniano l’in- teresse della cittadinanza al tempo dell’istituzione del museo.

61 Da destra a sinistra collegiata di Sant’Andrea, cappella di Santa Lucia 33. anonimo pistoiese n. 2 (inv. Carocci 9) (maestro del 1336?) La tavola centrale del polittico si pre- Madonna col Bambino tra i santi senta oggi priva dell’originaria car- Francesco Giovanni Battista, penteria, della cuspide, e separata dai Andrea e Antonio Abate; pannelli laterali a seguito di un in- nelle cuspidi: Mosè, David, tervento effettuato in epoca impreci- Salomone e Geremia sata. Infatti, mentre i pannelli latera- 1320-1330 ca. li furono collocati nella raccolta mu- tavola; cm 111191 seale fin dalla sua apertura, la Ma- donna col Bambino rimase fino al- la metà del secolo scorso in colle- giata, nella cappella di santa Lu- cia. Solo con il riordinamento del 1956 è stato possibile riu-

museo della collegiata di sant’andrea a empoli 62 nificare l’insieme. Collegato general- mente alla scuola senese dagli studiosi di fine Ottocento, il polittico è stato successivamente ricondotto all’am- bito pistoiese, e in particolare a un anonimo artista ribattezzato dalla cri- tica Maestro del 1336. Questo pitto- re deve il nome a un affresco votivo raffigurante la Madonna col Bambi- no in Santa Maria delle Grazie a Pi- stoia, la cui esecuzione è connessa con

33, particolare un miracolo avvenuto in quell’anno. Allo stesso artista appartiene anche un polittico un tempo nella chiesa di Santa Maria Assunta a Popiglio e ora conservato nel Museo Diocesano di Pistoia, oltre alla Maestà ad affresco nel Palazzo comunale di Pistoia. Il polittico di Empoli è il prodotto del- la variante eccentrica della cultura giottesca che si diffonde in gran par- te fuori Firenze, soprattutto tra Arez- zo e Pisa, caratterizzata da un marca- to espressionismo e da una sostenuta vivacità coloristica. L’opera è databile alla fine degli anni venti del secolo xiv. 33 5 - sala dei dipinti dei secoli xiv e xv 63 34. niccolò di pietro gerini un momento eterogeneo e di transi- (Firenze, notizie 1368-1415) zione della cultura figurativa fioren- Madonna col Bambino e i santi tina sul finire del secolo xiv, forte- Antonio Abate, Giovanni Battista, mente influenzata dai modelli giotte- Gregorio Magno e Leonardo; nelle cuspidi: Angelo annunciante e Vergine annunciata; nella predella: santa Caterina, santa Reparata, Cristo in Pietà, santa Barbara, santa Margherita 1385 ca. tavola; cm 137182 iscrizioni: ecce agnius dei ecce qui tollis pechata mundi (nel cartiglio del Battista) collegiata di Sant’Andrea n. 7 (inv. Carocci 14) Il polittico è pressoché integro, man- cando unicamente della cuspide cen- trale dove probabilmente era effigia- to un Padre Eterno benedicente. Gli studiosi hanno riconosciuto piutto- sto unanimemente in quest’opera la mano del fiorentino Niccolò di Pie- tro Gerini, attivo fin dagli anni Set- tanta del Trecento (risulta iscritto nel 1368 all’Arte dei Medici e Speziali) e autore degli affreschi nel Capitolo del- la chiesa di Santa Felicita a Firenze (firmati e datati 1388), ma operoso an- che a Pisa, Prato e Volterra. Richard Offner, uno dei più raffinati conosci- tori della pittura italiana dal Due al Quattrocento, definiva questo artista «prolifico ed ineguale». Il pittore è uno tra i più significativi rappresentanti di museo della collegiata di sant’andrea a empoli 64 schi ma pervasa da fermenti di rin- rativo. Nell’opera empolese si può no- novamento che spingono gli artisti a tare, infatti, come l’impianto della elaborare composizioni complesse e Madonna col Bambino centrale ri- ispirate a un gusto fortemente deco- chiami noti esempi di Giotto e della

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5 - sala dei dipinti dei secoli xiv e xv 65 sua scuola, mentre i santi laterali, so- cm 2874 (Deposizione) prattutto sant’Antonio abate e il Bat- iscrizioni: proxime pasca facturo tista sulla sinistra, assorti e meno et tradendo cruci et espressivi, riflettono i modi arcaizzanti illudendo ab omnibus et aceto di Andrea Orcagna. Il polittico è da- et (nel libro aperto di san tabile alla metà degli anni Ottanta cir- Girolamo); scs. lodovicus. ca. Il visitatore che intenda perlustra- sca.ursola (nella cornice) re il territorio circostante troverà un’al- collegiata di Sant’Andrea tra opera del Gerini assai vicina alla n. 8 (inv. Carocci 13 e 4) nostra per tipologia e stile nella non Anche in questo caso gli elementi che lontana chiesa di Santa Maria a Col- vediamo separati dovevano far parte legonzi, a Vinci. di una grande macchina d’altare ma- nomessa in occasione dell’ammo- 35. niccolò di pietro gerini dernamento della cappella d’origine (Firenze, notizie 1368-1415) per permettere un diverso utilizzo dei e lorenzo di niccolò di martino singoli elementi. Della complessità (Firenze, documentato 1391-1411) che doveva avere l’insieme, cui man- Santi Ludovico ca la tavola centrale verso la quale di- e Orsola con san Girolamo; rigono lo sguardo i quattro santi e Santi Marta e Stefano che probabilmente ospitava una Ma- con san Zanobi; donna col Bambino in trono, è pro- nella predella: va la costruzione dei due grandi pan- Ultima Cena; Cattura di Cristo; nelli in cui i santi a figura intera so- Deposizione no sormontati da una cuspide di fog- 1401 ca. gia mistilinea in cui trovano posto tavole; cm 18573; san Girolamo e san Zanobi. I dipin- cm 2854 (Cena e Cattura); ti sono stati assegnati dagli studiosi

museo della collegiata di sant’andrea a empoli 66 35a 35b

35c

5 - sala dei dipinti dei secoli xiv e xv 67 a Niccolò di Pietro Gerini, con la col- la della Compagnia della Croce in- laborazione – nei santi delle cuspi- titolata a sant’Elena, dove Masolino di – di Lorenzo di Niccolò, suo al- affrescava nel 1424 le Storie della Ve- lievo e abituale collaboratore. Frut- ra Croce. Ai lati della Crocifissione fi- to di questo sodalizio sono gli affre- guravano un tempo due pannelli raf- schi della sala capitolare della chiesa figuranti i santi Agostino, Nicola, di San Francesco a Prato e l’Incoro- Andrea e Giuliano, oggi perduti. Un nazione della Vergine, datata 1404, per documento del 1399 ne permette la la chiesa di Santa Felicita a Firenze, datazione e l’attribuzione a Lorenzo ora alla Galleria dell’Accademia. I di Bicci, rappresentato nella raccol- quattro santi mostrano attitudini ta anche dalla tavola con San Tom- compassate e ieratiche tipiche del maso che riceve la cintola dalla Ma- Gerini e un’inclinazione al gusto de- donna (n. 37). Lorenzo è il caposti- corativo delle vesti, riccamente bor- pite di una fiorente bottega avviata date di ori, che già annuncia l’ade- a Firenze negli ultimi decenni del se- sione convinta agli stilemi del gusto colo xiv e poi attiva lungo tutto l’ar- tardogotico. Nelle scene raffigurate co del Quattrocento ad opera del fi- nelle predelle si legge invece una glio Bicci (di cui nel Museo si veda maggiore vivacità di espressioni, in il n. 45) e del nipote Neri. Formato- particolare nella Cattura di Cristo, si nel solco della cultura di Andrea dove, attorno al personaggio princi- Orcagna, caratterizzata da un’inter- pale, si raccoglie una folla di soldati pretazione irrigidita e astratta del dalle divise colorate, elmi, spade e modelli giotteschi, Lorenzo si di- lance. stingue nel panorama artistico per le notevoli qualità tecniche esibite 36. negli ornati e nella lavorazione dei (Firenze 1350 ca.-1427) fondi oro, abilità che gli fruttò nu- Crocifissione merose richieste da parte di com- 1399 mittenti pubblici e privati: impe- tavola; cm 12868 gnato nel cantiere dell’Opera del chiesa di Santo Stefano Duomo negli ultimi decenni del se- degli Agostiniani, colo, eseguì, intorno al 1380, la tavola cappella di Sant’Elena per l’Arte dei Vinattieri in Orsan- n. 12 (inv. Carocci 6) michele raffigurante San Martino in Si tratta dello scomparto centrale di trono, oggi alla Galleria dell’Acca- un polittico realizzato per la cappel- demia. museo della collegiata di sant’andrea a empoli 68 36 5 - sala dei dipinti dei secoli xiv e xv 69 37. lorenzo di bicci cappella del Santissimo Crocifisso (Firenze 1350 ca.-1427) n. 11 (inv. Carocci 11) San Tommaso riceve la cintola Le tre tavolette, ora in cornici mo- dalla Vergine assunta derne, erano il gradino dell’antico al- 1395-1400 tare della cappella del Santissimo tavola; cm 14076 Crocifisso. La loro importanza e il chiesa di Santo Stefano legame con la devozione locale risie- degli Agostiniani de nell’iconografia che richiama un n. 14 (inv. Carocci 8) fatto miracoloso accaduto il 24 ago- Anche questo dipinto è la parte cen- sto 1399 quando i confratelli della trale di un polittico smembrato ed è Compagnia del Crocifisso, in pelle- stato ospitato nella raccolta museale grinaggio in Val di Marina per chie- alla sua apertura. È stato attribuito a dere grazia contro la peste che scon- Lorenzo di Bicci da Offner (1957) ed volgeva Empoli, appoggiarono il è datato generalmente al 1395-1400 Crocifisso a un tronco di mandorlo (Boskovits 1975). Benché compro- secco che fiorì. Nel primo scompar- messa dalle manomissioni e dai danni to è raffigurata la processione dei subiti nel corso del tempo, l’opera mo- confratelli sullo sfondo di un ameno stra una notevole perizia esecutiva nel- paesaggio punteggiato di alberi in la variata eleganza delle decorazioni dei fiore, nel secondo si racconta il mo- tessuti e nella lavorazione degli ori. mento del miracolo mentre nel ter- zo è celebrato il ritorno del Crocifis- 38. pittore fiorentino so ad Empoli festeggiato dall’accor- Miracolo del Crocifisso rere dei cittadini esultanti. inizi secolo xv I tre dipinti sono quindi una testi- tavola; monianza significativa dell’impor- cm 2986 (Processione e Miracolo); tanza assunta dalla Compagnia dei cm 29103 (Pace) Bianchi, un’istituzione penitenziale collegiata di Sant’Andrea, e itinerante probabilmente di origi-

museo della collegiata di sant’andrea a empoli 70 37

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5 - sala dei dipinti dei secoli xiv e xv 71 ne francese che trovò larghi consen- convento di Santa Croce si nell’Italia centro settentrionale. Per n. 6 (inv. Carocci 5) questo dipinto, che qui viene cata- La piccola anconetta reca nella cu- logato come anonimo, sono state spide una Crocifissione mentre nel- espresse varie opinioni attributive: la tavola centrale la Madonna, ado- dall’ambito gaddesco (Baldini 1956) rata da un corteggio di angeli, allat- a quello orcagnesco (supplemento ta il bimbo che stringe tra le mani un all’Offner 1981), sino ad un riferi- uccellino. Il dipinto è attribuibile ad mento al Maestro di San Martino a Ambrogio di Baldese, figura ancora Mensola (Giusti 1988). piuttosto sfuggente nel panorama della pittura fiorentina tra i due se- 39. ambrogio di baldese coli, stilisticamente vicino, in una (Firenze 1352-1429) prima fase, ai modi di Niccolò Ge- Madonna del latte rini per poi accostarsi successiva- 1380-1385 ca. mente agli esiti più moderni dell’ar- tavola; cm 10556 te di Lorenzo Monaco.

39, particolare museo della collegiata di sant’andrea a empoli 72 39 5 - sala dei dipinti dei secoli xiv e xv 73 40. agnolo gaddi importanza per la pittura fiorentina (Firenze, notizie 1369-1396) dell’ultimo quarto del secolo xiv. For- Madonna col Bambino tra i santi matosi nel solco della scuola giotte- Antonio Abate, Caterina, Girolamo sca, avendo tra l’altro collaborato gio- e Giovanni Battista; nelle cuspidi: vanissimo, nel 1369, con Giottino e angelo annunciante e Vergine Giovanni da Milano alla decorazio- annunciata; nella predella: Cristo ne di due cappelle nel Palazzo Vati- in pietà tra la Vergine e san Giovanni Evangelista, santa Lucia e santa Barbara e due santi 1390 ca. tavola; cm 129180 oratorio di San Mamante n. 9 (inv. Carocci 19) Il trittico proviene dall’oratorio sop- presso di San Mamante e manca del- la cuspide centrale dove, con tutta probabilità, doveva figurare un Eter- no benedicente o una Crocifissione. Le raffinatezze di esecuzione – si no- ti in particolare la ricchezza della ve- ste di santa Caterina e del Bambino, il delicato motivo ornamentale che profila i bordi dei manti – e la gam- ma cromatica teneramente graduata nella contrapposizione di toni caldi e freddi, hanno indotto gli studiosi a ritenere quest’opera di scuola sene- se, poi di un anonimo artista della cerchia di Agnolo Gaddi denomina- to Maestro delle Madonne, infine dello stesso Gaddi, con una datazio- ne agli anni Novanta del Trecento. Figlio di Taddeo, uno dei principali esponenti della bottega di Giotto, Agnolo Gaddi riveste una notevole museo della collegiata di sant’andrea a empoli 74 cano, Agnolo è noto soprattutto co- prendere l’evoluzione della pittura me autore dei cicli ad affresco eseguiti fiorentina sulla fine del secolo, che, negli anni Ottanta nella cappella Ca- ancora influenzata dalla tradizione stellani e nel coro della chiesa di San- giottesca, si orienta verso una mag- ta Croce a Firenze, che gli valsero una giore vivacità narrativa ed un’atten- fama indiscussa facendo della sua bot- zione naturalistica per i dettagli d’am- tega una delle più importanti della biente tipici del gusto cortese. città. Questi affreschi, che precedo- no di qualche anno il nostro dipin- to, sono il punto di partenza per com-

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5 - sala dei dipinti dei secoli xiv e xv 75 41. cenni di francesco di ser cenni (Firenze, notizie 1369-1415 ca.) Santa Caterina d’Alessandria, santa Lucia ed altra santa; sant’Onofrio, sant’Antonio e san Martino di Tours 1370-1375 ca. tavole; cm 6626 (ognuna) collezione Raimondo Cannoni n. 10 (inv. Carocci 15) Si tratta di due ante di un trit- tichetto la cui parte centrale è dispersa e che giunsero al Mu- seo, donati da Raimondo Cannoni, sin dalla sua aper- tura. La presenza di un’opera di questo gustoso pittore, che divulga vivacemente il gusto tardogotico, correda in modo significativo la raccolta poi- ché proprio la Valdelsa è l’a- rea in cui la sua attività si svol- se più intensamente. Opere sue si trovano infatti a Ca- stelfiorentino, nel museo di Certaldo e in quello di Mon- tespertoli. Le due tavolette so- no state attribuite anche al Maestro Rohoncz (supple- mento all’Offner 1981), auto- re di un dipinto raffigurante la Madonna del Latte conser- vato nella collezione Rohoncz di Lugano Castagnola. 41 museo della collegiata di sant’andrea a empoli 76 42. pittore fiorentino inizi secolo xv Crocifissione tavola; cm 20082 seconda metà del secolo xiv oratorio di Sant’Antonio tavola; cm 3415 n. 17 (inv. Baldini 81) collezione Romagnoli La tavola, parte di un tabernacolo n. 4 (inv. Carocci 2) conservato nell’oratorio di Sant’An- Questo piccolo dipinto, resecato tonio fuori Porta Pisana e completa- nella parte inferiore, figura in pina- ta da un Crocifisso ligneo oggi per- coteca sin dalla sua apertura con una duto, entrò a far parte della raccolta generica attribuzione a scuola giot- museale nel 1956. Databile al primo tesca. Fu rubato nel 1922 assieme al- ventennio circa del secolo xv, si ca- l’altra piccola Crocifissione di Nic- ratterizza per l’accentuata espressi- colò di Tommaso e successivamen- vità delle figure – si veda la caratte- te recuperato. È stato assegnato a un rizzazione umorosa del teschio che seguace di Bernardo Daddi (Baldi- spunta dalla fessura della roccia del ni 1956) e, più recentemente (sup- Golgota – che si collocano nell’alveo plemento all’Offner 1981), a un ano- della cultura di Niccolò di Pietro Ge- nimo maestro orcagnesco autore di rini (Baldini 1956). un piccolo altarolo portatile con- servato alla Walters Art Gallery di Baltimora.

43. mariotto di nardo (Firenze notizie 1393-1424) Madonna col Bambino 1393 tavola; cm 6146 chiesa di Santa Cristina a Pagnana

La visita alla sala si conclude con le opere

44. pittore fiorentino Madonna e san Giovanni Evangelista ai piedi della croce 44

5 - sala dei dipinti dei secoli xiv e xv 77 6 - Sala dei dipinti del secolo xv Nella sala sono conservati alcuni dei capolavori del mu- seo: nei due trittici di Lorenzo Monaco, uno del 1404 l’altro del 1420 circa. che affiancano la Maestà di Filip- po Lippi, una piccola tavola donata da Carlo Roma- gnoli, è possibile seguire le linee di evoluzione della pit- tura fiorentina del primo Quattrocento, dai fulgori del- lo stile Gotico internazionale all’affermazione del pie- no Rinascimento. Sulle altre pareti si incontrano testi- monianze di pittori coevi, da Rossello di Jacopo Fran- chi a Bicci di Lorenzo, che si muovono nel solco della tradizione tardo-trecentesca seguendo moderati ag- giornamenti alle nuove istanze di gusto. Sono presenti inoltre alcuni frammenti attribuibili a un anonimo pit- tore denominato Maestro di Signa, artista di provincia nella cui produzione si mescolano, in un tono umoro- so e vivace, i diversi esiti della pittura fiorentina.

museo della collegiata di sant’andrea a empoli 78 Entrando nella sala, subito a sinistra Firenze consentono di assegnare que- sto polittico, mancante del laterale si- 45. bicci di lorenzo nistro, a Bicci di Lorenzo, che vi at- (Firenze 1373-1452) tendeva nel dicembre del 1423. La Madonna in trono col Bambino Madonna seduta su un monumenta- e donatore; i santi Giovanni le trono riccamente decorato è ado- Evangelista e Leonardo rata dal committente inginocchiato 1423 in basso a destra, identificato con Si- tavola; cm 12472 (tavola mone di Guiduccio da Spicchio, che centrale); cm 11066 (laterale) commissionò l’opera per la cappella collegiata di Sant’Andrea, di San Leonardo nella collegiata. cappella di San Leonardo Si tratta di un lavoro assai significa- n. 15 (inv. Carocci 18) tivo nella parabola di questo pittore, Alcuni documenti dell’Archivio del- formatosi sulla tradizione tardo tre- l’Arcispedale di Santa Maria Nuova a centesca, dell’Orcagna e della botte- ga paterna ma presto aggiornato alle novità proposte dagli artisti

45 6 - sala dei dipinti del secolo xv 79 Le botteghe fiorentine fra Tre e Quattrocento

a prima sala della pinacoteca, al piano superiore, raccoglie interes- L santi prodotti delle botteghe fiorentine in auge tra Tre e Quattrocen- to, con l’esposizione di opere di maestri di un certo rilievo: Agnolo Gad- di, Niccolò di Lorenzo, Mariotto di Nardo, Lorenzo di Bicci. Quest’ul- timo artista, operoso nella seconda metà del Trecento, fu il capostipite di una bottega che continuò a lavorare con grande perizia tecnica e sapienza decorativa per tutto il Quattrocento, ereditata prima dal figlio Bicci e poi dal nipote Neri. Nel Museo della Collegiata di Empoli sono custo- dite opere rappresentative di tutti i componenti della dinastia, consen- tendoci di percepire l’organizzazione delle botteghe tradizionali e il la- voro che si svolgeva al suo interno: altaroli, colmi, cassoni, deschi da par- to, stendardi, ma anche coloriture di statue. Spesso le botteghe fiorenti- ne – come in questo caso – erano a conduzione familiare, con notevoli vantaggi: infatti, i “figli d’arte” erano esenti dal pagamento della tassa – come risulta dal Libro delle Matricole dei Medici e Speziali – ed era- no avvantaggiati non solo dall’apprendistato precoce, ma anche dall’in- sostituibile patrimonio di disegni, cartoni, modelli e soprattutto da un’e- ducazione familiare che garantiva una stabile qualità di produzione ri- spondendo al gusto dei committenti, che spesso si tramandavano di pa- dre in figlio. Di Lorenzo di Bicci, il capostipite, si custodiscono nel museo due dipinti eseguiti per la Cappella di Sant’Elena nella chiesa di Santo Stefano del- gi Agostiniani, la Vergine dà la cintola a San Tommaso e la Crocifis- sione. Il bel trittico sull’altare maggiore della collegiata rappresentante la Madonna e santi, già musealizzato è probabilmente opera di colla- borazione con Bicci, segnando il passaggio di bottega di padre in figlio.

museo della collegiata di sant’andrea a empoli 80 Bicci di Lorenzo è rappresentato nel museo da un trittico commissionato nel 1423 da Simone di Guiduccio da Spicchio per la sua cappella intito- lata a San Leonardo nella collegiata, del quale sopravvivono la parte cen- trale rappresentante la Madonna col Bambino e il donatore e uno dei laterali, i Santi Giovanni Evangelista e Leonardo. Bicci, che fu il feli- cissimo continuatore della bottega paterna, con una produzione pittori- ca tradizionale e piuttosto monotona, in quest’opera mostra un’apertura alle novità che si agitavano a Firenze negli anni trenta, tra Gentile da Fabriano, Masolino e Masaccio. Un’interessante scultura lignea policroma rappresentante la Maddalena è opera datata 1455 ed eseguita, come si legge in un’iscrizione, per Mon- na Nanna di Ser Michele Tocci da Vinci, che la fece trasferire dalla chie- sa di Santa Croce a Vinci, nella cappella di Santa Lucia nella collegiata di Empoli. La scultura, sulla base di una memoria in data 30 ottobre 1455 delle Ricordanze (ed. Bruno Santi 1976, n. 77, pp. 39-40, 192) di Neri Bicci, figlio di Bicci («una Santa Maria Madalena di rilievo grande cho- me naturale chon una basa da pie’ in su ch’ella posa»), è da identificare con quella consegnata dall’abate di San Felice in Piazza e intagliata pro- babilmente da Fra Romualdo da Candeli, personalità ancora sconosciu- ta ma in documentati rapporti di lavoro con Neri di Bicci, che eseguiva coloriture per statue lignee. Il favore dimostrato nei confronti delle botteghe tradizionali dai com- mittenti empolesi non deve far pensare a un ritardo culturale della peri- feria rispetto al centro, perché queste botteghe erano richiestissime anche a Firenze da nobili famiglie e pubblici committenti. A dimostrazione di ciò, nella stessa Empoli, accanto agli artisti della corrente tradizionali- sta, lavorarono, lasciando opere estremamente significative, artisti ag- giornati quali Gherardo Starnina, di ritorno dalla Spagna, del quale so- pravvivono alcuni affreschi staccati nel museo e altri frammenti nella chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani dove lavorò lo stesso Masolino.

Rosanna Caterina Proto Pisani

6 - sala dei dipinti del secolo xv 81 dello stile internazionale, da Gherar- Starnina, denominato Maestro di do Starnina a Lorenzo Monaco e poi Borgo alla Collina dal trittico conser- da Masolino e Gentile da Fabriano. vato nella parrocchiale di San Dona- Nel polittico empolese si notano, in- to a Borgo alla Collina, in Casentino. fatti, oltre alla ricercatezza dei colori I quattro santi riflettono, anche se in luminosi e all’accurata realizzazione maniera più semplificata, caratteri del- delle decorazioni in oro disseminate lo stile internazionale introdotto dal su tutta la superficie, un senso spa- fiorentino Starnina al suo ritorno dal ziale e prospettico più consapevole soggiorno in Spagna documentato dal – il trono in finto marmo ad esempio, 1395 al 1401 circa: fisionomie umoro- o la volumetria delle figure dei san- se e un po’ bizzarre, gusto per dettagli ti – che si dichiara in linea con gli esi- ornamentali, panneggi abbondanti e ti dell’arte a lui contemporanea. fitti di pieghe che ricadono molle- mente al suolo. La cronologia propo- sta è vicina a quella dell’opera aretina, Lateralmente agli scalini datata 1423 (Paolucci 1985). che conducono al salone

46. maestro di borgo alla collina Alla parete centrale, da sinistra (attivo nella prima metà del secolo xv) verso destra Santi Ivo e Lazzaro, Giovanni Battista e Antonio abate; 47. lorenzo monaco nelle cuspidi: teste angeliche (Siena 1370 ca. - Firenze 1425) tavola; cm 14055 (ciascun pannello) Madonna dell’Umiltà tra i santi 1420 ca. Donnino e Giovanni Battista, iscrizioni: nelle predelle: s. ivo di Pietro e Antonio abate; bretagna - s. lazzaro nelle cuspidi: angelo annunciante, s. giovanni. s. antonio Vergine annunciata collegiata di Sant’Andrea, 1404 cappella di sant’Ivo tavola; cm 157197 n. 22 (inv. Carocci 16) iscrizioni: ave maria gratia plena I due pannelli cuspidati mancano del- dns tecum ano di mcccciiii la tavola centrale e figurano tra le pri- (alla base del pannello centrale); me opere giunte in pinacoteca. Sono s domninus m / s iones baptsta attribuiti piuttosto concordemente a (pannello laterale sinistro); un anonimo seguace di Gherardo s petrus apostolus / s amtonius abb. museo della collegiata di sant’andrea a empoli 82 47

47, particolare 47, particolare chiesa di San Donnino sta accanto, costituisce il fulcro di que- n. 20 (inv. Carocci 20) sta sala. È infatti un testo fondamen- Questo polittico, insieme alla picco- tale per comprendere gli esiti della pit- la Madonna di Filippo Lippi che gli tura fiorentina nei primi anni del

6 - sala dei dipinti del secolo xv 83 Quattrocento. La Madonna col Bam- scelta e vivace e soprattutto nello scat- bino al centro del dipinto appare co- to del bimbo che pare colto nella fla- me un’icona fra i santi che la circon- granza del movimento, l’eco della pre- dano. Si osservi la particolare icono- senza di Gherardo Starnina, e dun- grafia: accomodata su un cuscino raf- que delle istanze di gusto internazio- finatamente decorato in luogo del tro- nale, che animavano lo scenario arti- no, ci appare come Madonna dell’U- stico fiorentino in un momento in cui miltà, un tema di origine senese che iniziava ad affermarsi in scultura l’e- accentua il tono devozionale e dome- stro fiammante di Lorenzo Ghiberti. stico dell’immagine sacra. Accanto a È da qui che prende avvio la fase più lei si dispongono i quattro santi: san matura dell’artista, quella dei grandi Donnino, titolare della chiesa di pro- polittici oggi conservati agli Uffizi e al- venienza, san Giovanni Battista, san l’Accademia e delle deliziose minia- Pietro e sant’Antonio abate, identifi- ture dei corali di Santa Maria degli cati dall’iscrizione che corre alla base Angeli, in cui appaiono, in un trionfo e fornisce anche la data di esecuzione, di colori e di ori lavorati a bulino, al- il 1404. È lo stesso anno nel quale il cune delle più eleganti invenzioni del- monaco camaldolese eseguiva la Pietà la pittura di quel momento. del Museo dell’Accademia di Firen- ze, un dipinto ancora fortemente in- 48. filippo lippi triso della cultura tardotrecentesca (Firenze 1406 ca. - Spoleto 1469) dell’Orcagna e di Gaddi. Nell’opera Madonna in trono tra angeli empolese invece si avverte nella sciol- e i santi Michele, Bartolomeo tezza delle figure, ammantate da pan- e Alberto neggi leggeri raccolti in pieghe ondu- 1430 ca. late e fluenti, nella gamma cromatica tavola; cm 43,734,3

48, particolare museo della collegiata di sant’andrea a empoli 84 collezione Romagnoli nella raccolta empolese, fu creduta n. 33 (inv. Carocci 24) dapprima opera di Masaccio, per es- Donata da Carlo Romagnoli, la ta- sere poi riconosciuta con consenso voletta, uno dei capolavori custoditi pressoché unanime a Filippo Lippi.

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6 - sala dei dipinti del secolo xv 85 Al di sotto della cornice attuale, for- modulazione dei colori; i due ange- se seicentesca, si intravedono i segni li inginocchiati e di spalle hanno la dell’originaria struttura trilobata ad funzione di segnare il primo piano archetti che doveva racchiudere la al di là del quale l’occhio si inoltra pittura e che fu asportata determi- progressivamente verso il fondo. Il nando il taglio della parte superiore. dipinto è stato eseguito per una vi- La presenza di Alberto Siculo da Tra- sione lenta e ravvicinata, in modo da pani, in veste bianca e con il giglio in poter gustare, oltre al mirabile equi- mano, in alto a sinistra, fa ritenere librio delle parti, tutta una serie di che l’opera abbia una committenza sottigliezze esecutive – l’uso degli ori carmelitana. Si è supposto (Bosko- per le aureole e le ali angeliche, il raf- vits 1986) che possa provenire dal finato disegno a fogliami del trono – convento delle Selve, tra Firenze ed degni della migliore tradizione pit- Empoli, e che nel san Michele, in bas- torica fiorentina. Le forti tangenze so a sinistra, sia da riconoscere il ri- con la cultura di Masaccio e del- tratto di Angelo Mazzinghi, che ne fu l’Angelico fanno ritenere che la pa- priore dal 1419 al 1430. letta sia stata eseguita intorno alla fi- Questo piccolo dipinto, di destina- ne del terzo decennio del Quattro- zione privata, introduce il visitatore cento (Paolucci 1985). al gruppo di opere appartenenti al pieno Rinascimento, ampiamente 49. lorenzo monaco rappresentato nelle sale successive. (Siena 1370 ca. - Firenze 1425) Si può notare, infatti, proprio con- e bottega; paolo schiavo frontando la composizione con quel- (Firenze 1397 - Pisa 1478) la dei polittici che l’accompagnano, Madonna col Bambino in trono; come ormai le figure abitino tutte il santi Giovanni Evangelista medesimo spazio, raccolte a far da e Caterina, Giovanni Battista corona alla Vergine al centro, sedu- e Agostino; ta su un trono al culmine della gra- nei pinnacoli: Mosè e Profeta dinata che segna la profondità della 1420 ca. scena. Sono qui in atto dunque i tempera su tavola; cm 10158,5 principi della prospettiva lineare in- (tavola centrale); 13254 dagati da Brunelleschi e dall’Alberti (pannelli laterali) come pure l’intenzione di dare con- iscrizioni: ecce agnus dei sistenza e peso alle figure attraverso (sul cartiglio retto l’uso sapiente del chiaroscuro e la da San Giovanni Battista) museo della collegiata di sant’andrea a empoli 86 collegiata di Sant’Andrea zione avanzata in occasione della mo- n. 21 [inv. Carocci 21 (laterali); stra del Tesoro di Firenze Sacra del inv. Baldini 72 (centrale)] 1933. I dipinti hanno subito diverse I tre pannelli hanno avuto una diver- manomissioni e si presentano inte- sa vicenda collezionistica che li ha grati da listelli in legno, per adattare portati in tempi diversi nella raccol- le diverse altezze. La tavola centrale ta empolese. I quattro santi laterali doveva avere un arco a sesto acuto ri- infatti furono collocati sin dall’Otto- dotto, in epoca successiva, a una for- cento nel Museo mentre la Madon- ma centinata forse per sistemarla en- na, rimasta in chiesa, vi giunse solo al- tro una nuova cornice. Allo stato at- la metà del Novecento. In realtà non tuale degli studi si è propensi a rite- vi sono notizie certe riguardo l’ap- nere di mano di Lorenzo Monaco la partenenza dei due sportelli alla ta- Madonna col Bambino mentre i late- vola centrale: la composizione così rali sono stati eseguiti, su suo dise- come la vediamo oggi è frutto del- gno, da aiuti di bottega. Nelle cuspi- l’allestimento del di si affacciano le fi- 1956 nel quale si sionomie aggrottate accettava un’ipo- ed espressive di tesi di ricostru- Mosè e un pro-

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6 - sala dei dipinti del secolo xv 87 49, particolare 49, particolare feta, ricondotte con ragione alla ma- 50. maestro di signa no di Paolo Schiavo (Paolucci 1985), (attivo nel secolo xv) che nella cerchia del frate mosse i suoi I santi Ansano e Apollonia; primi passi. Il dipinto è databile agli l’arcangelo Raffaele anni Venti, gli ultimi dell’attività del prima metà del secolo xv monaco, che eseguiva nello stesso pe- tavola; cm 12740 (ciascun pannello) riodo gli affreschi della cappella Bar- chiesa di Santo Stefano tolini Salimbeni in a Fi- degli Agostiniani renze, laddove le forme più fiam- cappella di San Gaetano meggianti e visionarie esibite nel de- n. 24 (inv. Baldini 82) cennio precedente lasciano il posto a I due frammenti dovevano far parte ritmi più molli e allentati. Tuttavia il di un insieme più complesso, smem- Bimbo benedicente evidenzia una si- brato in epoca imprecisata. Il pannello curezza di forme ed un senso spazia- con l’arcangelo Raffaele è resecato sul- le che già lasciano presagire il giova- la parte destra, dove rimane solo il ne Beato Angelico. braccio di Tobiolo. Le tavole sono ri- feribili al Maestro di Signa, che qui fonde in un linguaggio schietto e sem- plificato suggestioni tratte dalla ma- Guardando la finestra, niera dell’Angelico e di Domenico Ve- a sinistra neziano. Si deve a Federico Zeri (1963) museo della collegiata di sant’andrea a empoli 88 l’attribuzione all’anonimo pittore de- oggetto di devozione privata, come nominato convenzionalmente Mae- indicano le dimensioni contenute stro di Signa dalla sua opera più si- nonché il soggetto, una Madonna col gnificativa, gli affreschi con Storie del- Bambino accomodata con semplicità la beata Giovanna in San Giovanni su un cuscino. Questo tema icono- Battista a Signa. Si tratta di un pitto- grafico, che tradizionalmente viene re eclettico, dal tono narrativo e viva- denominato Madonna dell’Umiltà, ce, assai attivo nel Valdarno inferiore è particolarmente attestato in area se- e in Valdelsa, e uscito verosimilmen- nese dal xiv secolo in poi e si presta te dalla bottega di Bicci di Lorenzo. agevolmente a una interpretazione più intima e contenuta del soggetto 51. maestro di signa sacro. Per i caratteri di stile è stata av- (attivo nel secolo xv) vicinata da Baldini (1956) e da Pao- Madonna col Bambino tra due angeli lucci (1985) all’ambito di Rossello di prima metà del secolo xv Jacopo Franchi, autore del polittico tavola; cm 8545 nella stessa sala con il quale il visita- convento di Santa Croce tore potrà notare numerose affinità. n. 25 (inv. Carocci 7) Questo grazioso dipinto, che con- serva la coeva cornice in legno inta- Sulla parete accanto gliato e dorato, proviene dal mona- alla finestra, a destra stero delle benedettine, dove doveva 53. maestro di signa avere un uso devozionale privato, co- (attivo nel secolo xv) me indicano le piccole dimensioni e I santi Lorenzo e Donnino, il formato. Per i tratti stilistici – in Pietro e Paolo particolare le espressioni vivaci e un prima metà del secolo xv po’ rustiche – è stato avvicinato al Maestro di Signa dal Baldini (1975) tavola; cm 153 59 e da Paolucci (1985). chiesa di San Donnino n. 23 (inv. Carocci 23) 52. Bottega di rossello di jacopo I due pannelli, privi della carpente- franchi ria originaria, erano parte di un po- Madonna dell’Umiltà littico di cui manca la parte centra- 1430 ca. le. Sono opera del Maestro di Signa, tavola; cm 5539 del quale sono nel Museo anche al- collegiata di Sant’Andrea tri due frammenti di polittico (n. 50) n. 27 (inv. Baldini 94) e l’anconetta con la Madonna col Questa anconetta doveva essere un Bambino (n. 51).

6 - sala dei dipinti del secolo xv 89 Ritornando alla porta di Vergine annunciata ingresso della sala, sulla destra 1420-1430 ca. tavola; cm 182186 54. rossello di jacopo franchi iscrizioni: ecce ang (nel cartiglio (Firenze 1377 ca.-1456) del Battista); s.jo(h)anes Madonna col Bambino in trono tra evengelista. s. domitilla i santi Sebastiano e Giovanni (nello zoccolo destro) Battista, Giovanni Evangelista e pieve di San Giovanni Battista Domitilla; nelle cuspidi: Redentore a Monterappoli benedicente, Angelo annunciante, n. 26 (inv. Carocci 17)

54 museo della collegiata di sant’andrea a empoli 90 Il polittico è stato attribuito a Ros- sello di Jacopo Franchi dal Venturi (1911) e dal Berenson (1932). L’ope- ra, proveniente dalla pieve di San Giovanni Battista a Monterappoli, sulle colline che circondano Empo- li, presenta numerose lacune nella carpenteria e una superficie pittori- ca opaca per effetto di robuste puli- ture subite in passato. Rimangono così in sordina i colori luminosi e squillanti dei manti e del prezioso tendaggio srotolato dagli angeli alle spalle della Vergine, dove i motivi de- corativi eseguiti a bulino dovevano risaltare sul fondo rosso restituendo davvero l’effetto tattile di una stoffa pregiata. Rossello di Jacopo Franchi 54, particolare rientra a buon titolo nel novero de- gli artisti di transizione che, partiti dalla tradizione tardo trecentesca fio- rentina capeggiata da Andrea Orca- gna, Jacopo di Cione, Agnolo Gad- di, subiscono l’influsso delle novità dello stile internazionale, sull’esem- pio di Gherardo Starnina e Lorenzo Monaco. Il polittico empolese viene datato generalmente agli anni 1420- 1430 (Paolucci 1985) anche per le strettissime affinità che lo legano a un trittico conservato agli Uffizi e ri- feribile agli stessi anni.

54, particolare

6 - sala dei dipinti del secolo xv 91 7 - Sala dei Botticini Ritornando nella sala dei dipinti dei secoli xiv-xv, si en- tra nella Sala dei Botticini. Le ultime due sale del museo, cui si accede dalle scalette che si aprono dal primo e se- condo ambiente, concludono il percorso con una serie di dipinti che vanno dalla seconda metà del Quattro- cento ai primi decenni del Seicento, offrendo così l’op- portunità di seguire l’adeguamento dei gusti della com- mittenza empolese e l’attenzione di questa ai maggiori ar- tisti attivi sulla scena fiorentina. Entrambe le sale sono dominate da due monumentali macchine d’altare: i ta- bernacoli dedicati a san Sebastiano e al Sacramento, de- stinati alla collegiata ed eseguiti nell’ultimo trentennio del secolo dalla bottega dei Botticini – per la carpenteria e la parte pittorica – con l’intervento di Antonio Rossellino che scolpì a tutto tondo la statua di san Sebastiano nel- l’edicola centrale del tabernacolo a lui dedicato, ammi- rata e celebrata dai letterati contemporanei e dal Vasari. Accanto al Tabernacolo di san Sebastiano si incontrano altre opere eseguite dalla prolifica bottega dei Bottici- ni: tra queste sono l’Annunciazione eseguita da France- sco, di sapore botticelliano, e i Santi Giovanni Battista e Andrea, di mano di Raffaello, suo figlio ed erede.

museo della collegiata di sant’andrea a empoli 92 Entrando, ci si dirige a sinistra; cm 57 (angeli) sulla parete di fondo collegiata di Sant’Andrea, cappella di Santa Maria degli Angeli 55. antonio rossellino n. 36 (inv. Carocci 26) (Firenze 1427-1479) e francesco Questa imponente macchina d’alta- botticini (Firenze 1446-1498) re era collocata nella cappella di San- Tabernacolo di San Sebastiano ta Maria degli Angeli sull’altare de- 1476 ca. dicato a san Sebastiano, considerato tavola; cm 280275; marmo; protettore delle malattie, per volontà cm 155 (san Sebastiano); dei patroni. Committenti dell’opera

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7 - sala dei botticini 93 furono infatti Giovanfilippo Capac- ci e sua madre Pippa, che la fecero eseguire per commemorare i paren- ti morti di peste nel 1476; di conse- guenza la cronologia più adeguata è tra il 1476 e il 1479 circa (Apfelstadt 1992). La statua doveva essere vista frontalmente e presentava leggeri tocchi di dorature sui capelli e la tu- nica. La fama acquistata dal san Se- bastiano, per la straordinaria esecu- zione tecnica e l’invenzione, nella 55, particolare quale è evidente l’influsso della sta- tuaria antica, fu notevolissima, tant’è che il Billi la definiva «miracolosa»» e Vasari «opera molto excellente». L’originalità dell’intero complesso, tuttavia, uno dei più studiati del Mu- seo, è costituita dalla fusione della struttura architettonica con scultura e pittura, tanto da costituire una ve- ra e propria summa del pensiero ri- nascimentale. Il tabernacolo è con- cepito, infatti, come una piccola pa- rete con un vano al centro nel quale è inserito il san Sebastiano marmo- reo del Rossellino, alla cui bottega spettano anche i due angeli posti agli angoli esterni del coronamento, uno dei quali reca la corona del martirio mentre l’altro solleva un lembo del- la veste; nei due pannelli laterali si stagliano gli angeli del Botticini e ai loro piedi i donatori; allo stesso Bot- ticini spetta anche la predella dove sono raffigurate le storie del santo. 55, particolare museo della collegiata di sant’andrea a empoli 94 55, particolare

55, particolare 55, particolare

7 - sala dei botticini 95 Tornando alla porta di ingresso tavola; cm 3629 alla sala, si procede nella visita collezione del Vivo seguendo le opere alla parete n. 52 (inv. Carocci 35) sinistra, guardando il tabernacolo, È un piccolo dipinto di carattere for- da sinistra, in senso orario temente devozionale, in cui la Vero- nica mostra il velo sul quale è impressa 56. pittore fiorentino l’immagine del volto di Cristo. Si trat- San Nicola di Bari venerato da una ta di un’iconografia particolarmente monaca diffusa nel Nord Europa; il prototipo inizi secolo xvi è un dipinto eseguito da un artista te- tavola; cm 4032 desco nel primo ventennio del seco- convento di Santa Croce lo xv, denominato Maestro della Ve- n. 68 (inv. Baldini 88) ronica, in cui il volto di Cristo è raf- Questo piccolo dipinto è probabil- figurato frontalmente senza i segni mente un ex voto, proveniente dal della passione, incorniciato dai capelli soppresso monastero femminile di lisci divisi sulla fronte alta con la bar- Santa Croce. Di qualità piuttosto mo- ba bipartita. Questo modello fu re- desta è significativo più che altro co- plicato in pittura in particolare dai me testimonanza devozionale. fiamminghi come il Maestro di Fle- malle e Rogier van der Weyden e trovò 57. maniera cretese-veneziana larga diffusione grazie alle numerose Madonna col Bambino incisioni che ne furono tratte. secolo xvi Il quadretto empolese, riferito dubi- tavola; cm 5140 tativamente dal Fahy a Piero del iscrizioni: icxc Donzello (1976), rivela infatti nel collezione Gozzini volto del Cristo la dipendenza dalla n. 31 (inv. Carocci 1) Questo piccolo dipinto, provenien- te dalla raccolta Gozzini con un’an- tica attribuzione a Rico da Candia, è un prodotto di arte cretese, che ri- propone a lungo prototipi di tradi- zione bizantina. 58. pittore toscano Veronica inizi secolo xvi museo della collegiata di sant’andrea a empoli 96 tipologia nordica, mentre la Veroni- 1490 ca. ca mostra tratti di stile affini alla cul- tavola; cm 3077 tura di Piero di Cosimo. Il dipinto è collegiata di Sant’Andrea databile tra la fine del secolo xv e i n. 43 (inv. Carocci 34) primissimi anni del xvi. Il formato triangolare di questa pic- cola tavola indica che la sua colloca- 59. raffaello botticini zione originaria doveva essere alla (Firenze notizie 1474-1520) sommità di una pala d’altare. Vi fi- Cristo e la Samaritana al pozzo, gura in primo piano un gruppo di Cacciata dei mercanti dal tempio, monaci, forse Agostiniani, in adora- Ingresso di Cristo in Gerusalemme zione del Crocifisso; sullo sfondo si tavola; cm 27172 apre in profondità un limpido pae- Compagnia di S. Andrea saggio. L’opera è considerata gene- n. 50 (inv. 1890, n. 1523) ralmente autografa di Francesco Bot- primo decennio del secolo xvi ticini, in qualche caso (Giusti 1988) Si tratta degli elementi della predel- è accostata invece alla produzione del la della pala rappresentante la Depo- figlio Raffaello. È databile all’ultimo sizione commissionata dalla Com- decennio del secolo xvi. pagnia di Sant’Andrea, detta della Veste Nera a Raffaello Botticini 61. pittore fiorentino La pala è andata distrutta durante La Compagnia del Crocifisso in l’ultima guerra. adorazione della croce inizi secolo xvi 60. Attribuito a francesco tavola; cm 23,543,5 botticini (Firenze 1446-1498) collegiata di Sant’Andrea Crocifisso adorato da monaci n. 54 (inv. Baldini 90)

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7 - sala dei botticini 97 La tavoletta era forse parte di una pre- ti riferita a Francesco Botticini in della ed è databile ai primi anni del virtù delle notevoli affinità stilistiche secolo xvi. È probabile la sua prove- con le sue opere. nienza dalla collegiata poiché i disci- plinati raffigurati mostrano sulla tu- La visita prosegue alla parete nica il simbolo della croce collegabi- di fronte a destra guardando le alla Compagnia del Crocifisso del- il tabernacolo, dove al centro le Grazie che aveva sede nella chiesa. è esposta 62. Attribuito a francesco 63. francesco botticini botticini (Firenze 1446-1498) (Firenze 1446-1498) Angeli musicanti Annunciazione 1480 ca. 1480 ca. tavola; cm 36121 tavola; cm 19092 (ciascun pannello) iscrizioni: laudate eum in sono collegiata di Sant’Andrea tube/ laudate eum (i)n cimbalis n. 42 (inv. Carocci 25) bene sonantibus/ laudate eum L’attribuizione a Francesco Botticini i(n) psalterio et cithara/ o(mni)s spetta a Bernard Berenson (1900). sp(iritu)s laudet dominum Una parte della critica ha ritenuto che collezione Romagnoli i dipinti potessero far parte del Ta- n. 41 (inv. Carocci 28) bernacolo del Sacramento, anch’esso Questa tavoletta dal formato allun- eseguito a partire dal 1484 da Bottici- gato potrebbe essere parte di uno ni per la collegiata, ma questa ipotesi strumento musicale ad uso ecclesia- sembra contraddetta dalle diverse mi- stico, come dichiara anche il sogget- sure dei pezzi. Di fatto i due scom- to raffigurato, una danza d’angeli parti appaiono ora riuniti entro un’u- corredati da cartigli in cui si inscri- nica cornice a seguito di un restauro vono i versi del salmo 150. È da mol- degli anni Cinquanta, ma originaria-

62 museo della collegiata di sant’andrea a empoli 98 63 mente dovevano fungere da sportelli muro al di là del quale si apre un cie- di una pala d’altare o di un taberna- lo chiarissimo, quasi mattinale. L’an- colo, come indicato dalla colonna cen- gelo e la Vergine mostrano chiare af- trale che serve a segnare lo spazio uni- finità con i modi botticelliani soprat- ficando al tempo stesso la scena. Il sa- tutto nelle silhouettes sottili e allunga- cro evento è inquadrato in un’archi- te, negli ovali dei volti incorniciati da tettura che si snoda con un’ardita pro- folte capigliature. I dipinti sono data- spettiva su uno spazio recinto da un bili agli anni Ottanta del secolo.

7 - sala dei botticini 99 Ai lati Rispettivamente a sinistra e a destra della porta 64. raffaello botticini che conduce al salone (Firenze, notizie 1474-1520) vi sono due tavole: San Girolamo; San Sebastiano 1500 ca. 65. Attribuito a raffaello tavola; cm 15172 (san Girolamo); botticini cm 15472 (san Sebastiano) (Firenze, notizie 1474-1520) iscrizioni: ieronimo di dio San Giovanni Battista; Sant’Andrea ieronimo santo intercedi 1506 ca. gratia p(er) noi dalo tavola; cm 13647 (sant’Andrea); onipotente idio via veritas cm 13546 (san Giovanni) e vita e mcccc o.r. fl. collegiata di Sant’Andrea (sul libro aperto ai piedi n. 51 (inv. Carocci 37) di san Girolamo) I due dipinti, compromessi da anti- collegiata di Sant’Andrea, chi interventi di pulitura e dai dan- compagnia di Sant’Andrea ni del tempo, sono stati collegati a n. 49 (inv. Carocci 31) un documento del 1506 in cui i con- I due dipinti dovevano fiancheggia- fratelli della Compagnia della Veste re una tavola centrale, considerando Bianca affidavano a Raffaello Botti- la posizione dei due santi e l’orien- cini una pala d’altare raffigurante la tamento degli sguardi. L’attribuzio- Madonna col Bambino e ai lati san- ne a Raffaello Botticini, figlio di t’Andrea e san Giovanni Battista. Francesco ed erede della sua bottega, I due pannelli appartengono sicura- spetta al Cavalcaselle (1896) che sciol- mente a una pala di più ampie di- se la sigla o. r. fl. iscritta sul libro mensioni, la cui parte centrale è an- del san Girolamo in opus raphaelis data dispersa in un momento im- florentini. Nei due dipinti l’arti- precisato, forse in occasione degli in- sta segue da vicino i temi stilistici pa- terventi tardo settecenteschi di am- terni, riproponendo, in una formu- modernamento della chiesa. la più semplificata e schematica, ele- menti desunti dalla pittura fiorenti- na dell’ultimo decennio del secolo, da Ghirlandaio al Mainardi.

museo della collegiata di sant’andrea a empoli 100 64 7 - sala dei botticini 101 Una dinastia di pittori: i Botticini

n’intera sala del Museo della Collegiata di Sant’Andrea raccoglie il U meglio, per quantità e qualità, di un’importante bottega fiorentina del secondo Quattrocento, i Botticini, famiglia di pittori attivi per circa quarant’anni, come testimoniano i documenti, nell’Empolese, nella Val- delsa e nel Valdarno. Francesco Botticini, il pittore di maggiore spicco, nato nel 1466, era “figlio d’arte”, in quanto suo padre Giovanni di Domenico era – come ricordano i documenti – pittore di “naibi”, cioè di carte da gioco. La sua formazione, dopo i primi rudimenti appresi dal padre, avvenne dapprima nella proli- ficissima bottega di Neri di Bicci per passare rapidamente a un’officina più aggiornata e stimolante quale quella del Verrocchio, dove si formarono mol- te personalità che segnarono la pittura fiorentina della seconda metà del Quattrocento. L’eclettismo di Francesco, interessato al naturalismo fiam- mingo, mediato dalla purezza del maestro Verrocchio e arricchito con le ele- ganze di Sandro Botticelli e di Filippino Lippi, è evidente nelle opere del- la sua maturità presenti nel Museo della Collegiata: l’Annunciazione e il Tabernacolo di san Sebastiano, eseguito per i Capacci dopo il 1476. È documentata tra il 1484 e il 1491 la sua attività nell’imponente macchi- na d’altare della collegiata di Sant’Andrea, il Tabernacolo del Sacramento, commissionato dalla Compagnia di Sant’Andrea, che realizzerà poi un nuovo contratto con il figlio Raffaello, al quale si deve probabilmente, sul- la base dei pagamenti, un intervento limitato. Quest’opera è interessante testimonianza del passaggio della bottega dal padre al figlio, che continuerà a lavorare in continuità di rapporto con gli stessi committenti: la Compa- gnia di Sant’Andrea delle Veste Bianca (Santi Giovanni Battista e Andrea, parti di una pala), la Compagnia di Sant’Andrea della Veste Nera (predella della Deposizione, distrutta durante l’ultima guerra), i Capacci (Nati-

museo della collegiata di sant’andrea a empoli 102 vità con i santi Martino e Barbara, attualmente all’Ermitage di San Pie- troburgo), garantendo una stabile qualità di esecuzione. Raffaello continuò a lavorare nelle zone dove il padre aveva svolto la sua attività, come a Fucecchio, dove è documentata nel 1492 l’allogagione a Francesco della Vergine e santi per la Compagnia della Croce (attual- mente al Metropolitan Museum di New York) e dove Raffaello dipinse l’Annunciazione fra i santi Andrea e Francesco, attualmente nel museo, e in Valdelsa (pala della chiesa dei Santi Martino e Giusto a Lucardo). La sua pittura, meno poetica di quella paterna, risulta a volte congelata in formule arcaizzanti, ma nella fase tarda, oltre a influssi perugineschi e ghir- landaieschi, mostra un certo aggiornamento verso l’arte di Francesco Gra- nacci e di Ridolfo del Ghirlandaio. L’attività della bottega dei Botticini, come tutte le botteghe fiorentine del momento, oltre a dipinti eseguiva sten- dardi, disegni per le arti applicate o per le illustrazioni di libri. Particolar- mente stretti erano i rapporti fra pittura, incisione e miniatura: lo stesso Fran- cesco, che aveva eseguito per l’umanista Matteo Palmieri l’Assunzione del- la Vergine, già in San Pier Maggiore, attualmente nella National Gallery di Londra, miniò per lo stesso Palmieri il codice Città di Vita.

Rosanna Caterina Proto Pisani

7 - sala dei botticini 103 8 - Salone In questa sala, oltre al celebre Tabernacolo del Sacra- mento, eseguito per l’altare maggiore della collegiata, sono riunite alcune tavole del xvi e xvii secolo, dal San Biagio di Giovanni Antonio Sogliani, che conserva la sua cornice a tabernacolo, all’Assunzione della Vergine di Giovan Battista Volponi detto lo Scalabrino, pitto- re pistoiese seguace di fra Bartolomeo e fra Paolino. Di grande evidenza è poi l’Incredulità di san Tommaso di Jacopo da Empoli, che segna il passaggio alla stagione seicentesca, di cui l’artista, una delle glorie locali, fu tra i massimi esponenti.

museo della collegiata di sant’andrea a empoli 104 Nella parete di fondo 1484-1491 tavola e legno intagliato e dorato; 66. francesco botticini cm 400360 ca. (Firenze 1446-1498) collegiata di Sant’Andrea e raffaello botticini n. 40 (Firenze, notizie 1474-1520) È la seconda macchina d’altare con- Tabernacolo del Sacramento servata nel museo e fronteggia il Ta-

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8 - salone 105 66, particolare 66, particolare bernacolo di san Sebastiano, che è tro finte nicchie, sant’Andrea e san esposto nella sala precedente, da cui Giovanni Battista; nella predella, riprende in parte la struttura. La nic- suddivisa in tre parti, sono rappre- chia centrale, inquadrata da due co- sentati il martirio di Sant’Andrea a si- lonnine tortili su cui si imposta un’al- nistra, il martirio del Battista a destra ta arcata, presenta un vano in cui do- mentre al centro la scena, tripartita, veva trovar posto il Tabernacolo del mostra l’Ultima Cena tra la Cattura Sacramento; ai lati sono effigiati, en- e l’Orazione nell’orto. Di notevole museo della collegiata di sant’andrea a empoli 106 66, particolare

66, particolare

66, particolare pregio è la carpenteria, sottoposta nel Dai documenti si sa che l’opera fu tempo a nuove dorature, che mostra commissionata nel 1484 a Francesco nella trabeazione il simbolo della cro- Botticini, già autore dell’altare di san ce sul monte Golgota, emblema del- Sebastiano insieme ad Antonio Ros- la Compagnia di Sant’Andrea, e il sellino, per adornare l’altare mag- calice eucaristico. Sugli angoli alla giore della collegiata. I lavori si pro- base ricorrono poi gli stemmi della trassero a lungo e solo nel 1491 l’opera stessa compagnia. fu collocata, dopo essere stata sotto-

8 - salone 107 posta al giudizio di un gruppo di ar- sellaio (Firenze 1442 ca.-1493) tisti formato da Domenico Ghirlan- Adorazione del Bambino daio, Filippo di Giuliano, Neri di con san Giovannino Bicci e Alesso Baldovinetti. Succes- 1470 ca. sivamente, nel 1504, il tabernacolo tavola; cm 9860 fu oggetto di un intervento di Raf- collezione Cannoni faello Botticini, probabilmente vol- n. 45 (inv. Carocci 29) to a terminare qualche parte rimasta Attribuita a Jacopo del Sellaio da Be- incompiuta, ma la cui entità non è renson nel 1909. È certamente un di- meglio specificata dalle carte d’ar- pinto di devozione privata, sia per le chivio. dimensioni che per il soggetto, la Le tavole dipinte sono tra le opere Madonna raccolta in preghiera da- più rappresentative di Francesco nel- vanti al Bambino, in una dimensio- la fase estrema della sua attività, ca- ne accostante e intima. Questa ico- ratterizzata da richiami ai modi di nografia riscuoterà, dalla seconda Botticelli e Filippino Lippi resi in metà del secolo xv in poi, un note- una forma più indurita ed accade- vole successo nella pittura fiorenti- mica. na. Il dipinto è databile agli anni Set- Il tabernacolo fu rimosso nel 1623 in tanta circa del Quattrocento. vista dell’ammodernamento dell’al- tare maggiore che portò alla com- 68. jacopo di arcangelo missione di un ciborio ligneo, oggi detto jacopo del sellaio perduto, fiancheggiato dagli angeli (Firenze 1442 ca.-1493) e bottega esposti al piano terreno affidati a Fe- Madonna col Bambino tra i santi lice Fiorentino (n. 24). Nel 1819 era Nicola e Pietro martire collocato nel battistero e riferito a 1490 ca. Domenico Ghirlandaio, in seguito tavola; cm 109139 entrò a far parte del primo nucleo collezione Cannoni della pinacoteca empolese. n. 46 (inv. Carocci 33) Fu riferita a Jacopo del Sellaio da Be- renson nel 1909. È un dipinto in cui La visita prosegue sulla parete a il pittore mostra tratti di stile tra Bot- sinistra del tabernacolo ticelli e Cosimo Rosselli, tradotti in un tono più addolcito e devoziona- 67. Attribuito a jacopo di le. È databile all’ultima fase di atti- arcangelo detto jacopo del vità dell’artista. museo della collegiata di sant’andrea a empoli 108 67

8 - salone 109 69. Attribuito a giovanni antonio sogliani (Firenze 1492-1544) San Biagio in trono 1530 ca. tavola; cm 340113 collegiata di Sant’Andrea n. 65 (inv. Carocci 39) Il dipinto era collocato in collegiata. È attribuito abbastanza concorde- mente a Giovanni Antonio Sogliani, artista formatosi nella cerchia di An- drea del Sarto, che ad Empoli ha la- sciato una Immacolata Concezione tra santi nella chiesa di Santa Maria a Ri- pa. Il santo emerge benedicendo dal fondo scuro della nicchia in cui è col- locato. L’attitudine raccolta in una se- vera compostezza, il lieve reclinare del capo e l’espressione malinconica, i colori freddi modulati da un chia- roscuro pulviscolare, sono tratti che con ogni evidenza si prestano ad un confronto con i modi di Sogliani, en- tro il quarto decennio del secolo xvi.

70. pier francesco fiorentino (Firenze, notizie 1474-1497) Madonna in trono fra i santi Matteo apostolo, Guglielmo eremita, Barbara e Sebastiano 1474 ca. tavola; cm 165x172 collegiata di Sant’Andrea, cappella di San Guglielmo 69 n. 38 (inv. Carocci 22) museo della collegiata di sant’andrea a empoli 110 70 Il dipinto è riferibile a Pier France- gruppo dei santi, collegati gli uni agli sco fiorentino da documenti d’ar- altri in un sommesso gioco di sguar- chivio che attestano come nel 1474 di. Il visitatore può dunque avverti- Antonio di Matteo Ricci, facendo te- re come dall’evoluzione dello stile pit- stamento, richiedeva agli eredi di eri- torico derivi una nuova tipologia di gere una cappella intitolata a san Gu- dipinti: così dal polittico a più tavo- glielmo nella pieve empolese, or- le si passa, dalla metà del secolo xv nandola con una tavola eseguita da circa in poi, alla pala d’altare, cioè una «ser Pierus Francisci pictor». tavola unica nella quale i personaggi La composizione si sviluppa in uno sono collocati nello stesso ambiente. spazio unitario, nel quale il gruppo Pier Francesco Fiorentino fonde in principale condivide la scena con il quest’opera elementi ancora forte-

8 - salone 111 mente tradizionali, come il fondo 1490 ca. oro, ai dati di cultura pienamente ri- tavola; cm 7143 nascimentale, dal trono scorciato al- iscrizioni sulla cornice: maria la monumentalità delle figure dai mater gratie tratti affini ai modi di Benozzo Goz- collezione Nicolò Bogani zoli e Alesso Baldovinetti. n. 39 (inv. Carocci 30) È una piccola anconetta destinata al- 71. Attribuito a suor plautilla la devozione privata, riferita al pit- nelli (Firenze 1523-1588) tore da Berenson nel 1932, attribu- Sposalizio mistico di santa Caterina zione generalmente condivisa dagli 1550 ca. studiosi. La semplicità quotidiana tavola; cm 8462 della scena è sottolineata dalla collo- collezione Bogani cazione della Vergine sullo sfondo di n. 71 (inv. Carocci 40) un muro dietro il quale si scorge un cielo striato.

Sulla parete adiacente, Proseguendo lungo l’ultima ai lati della porta parete della sala 72. Attribuito a cosimo rosselli 74. pittore toscano (Firenze 1439-1507) Storie della Vergine e di Cristo Adorazione del Bambino secolo xvii? con san Giuseppe e san Giovannino tela; cm 77107 1500 ca. collegiata di Sant’Andrea tavola; cm 7549 n. 75 (inv. Baldini 83) collezione Antonio Mari Giunto in pinacoteca al tempo del n. 44 (inv. Carocci 32) riordinamento del 1956, il dipinto è È stata riferita a Cosimo Rosselli da suddiviso in quindici riquadri di- Berenson nel 1909 e l’opinione è sta- sposti in tre file di cinque scenette ta accettata piuttosto unanimemen- raffiguranti ciascuno la serie di mi- te in seguito. steri del rosario. Si tratta di un’ope- ra di un modesto artista di provincia 73. Attribuito a pier francesco databile ai primi del secolo xvii, il fiorentino cui interesse maggiore risiede nella (Firenze, notizie 1474-1497) sua funzione devozionale connessa Madonna col Bambino alla diffusione del culto mariano del museo della collegiata di sant’andrea a empoli 112 rosario che ha inizio alla fine del Cin- quecento. I riquadri si ispirano a no- ti modelli della tradizione pittorica fiorentina tra Quattro e Cinquecen- to, dimostrando in tal modo la for- tuna di quei modelli anche nell’am- bito della produzione minore.

Sulla stessa parete, oltre la porta di collegamento alla sala dei dipinti del secolo XV, sono esposte le ultime opere della pinacoteca. Partendo dal tabernacolo

75. Attribuito a giovan battista volponi detto lo scalabrino (Pistoia 1489-1561) Vergine in gloria tra i santi Stefano, un donatore, Maddalena, Onofrio, Barbara; nella predella: Cristo in 75, particolare Pietà tra la Vergine e san Giovanni evangelista 1530 ca. tavola; cm 200172 collegiata di Sant’Andrea, n. 67 (inv. Carocci 38) Il dipinto, un tempo collocato su uno degli altari della collegiata e poi spostato in sagrestia, fu attribuito a fra Paolino da Bernard Berenson (1932). L’attribuzione, condivisa da- gli studi successivi, fino ai cataloghi di Paolucci e della Giusti (1985, 1988), è stato spostata da Marco Chiarini a 75, particolare

8 - salone 113 75 Giovan Battista Volponi, detto lo quecento. Il committente, effigiato Scalabrino, un pittore pistoiese for- in ginocchio e in proporzioni mino- matosi sugli esempi di fra Bartolo- ri tra santo Stefano e la Maddalena, meo e fra Paolino, ed esponente mi- è Giovanni di Cristoforo Roncon- nore della generazione di “eccentri- celli. La scena è ambientata su uno ci” che affianca la linea di classicismo sfondo di paese: i santi in adorazio- della pittura fiorentina di primo Cin- ne sono disposti in primo piano, co- museo della collegiata di sant’andrea a empoli 114 me quinte scenografiche che inqua- lupparsi, con una fortuna che copre drano la Vergine in gloria. Il pittore circa due secoli, nel celebre dipinto ripropone in modo pressoché fedele di Daniele da Volterra per la cappel- modelli di fra Barolomeo anche se in la Orsini a Trinità dei Monti a Ro- una versione più semplificata ed in- ma. genua. L’opera è databile agli anni Trenta del secolo. 77. jacopo da empoli (Firenze, 1551-1640) 76. pittore toscano Incredulità di san Tommaso Vergine assunta 1602 1600 ca. tavola; cm 186136 tela; cm 215135 iscrizioni: iacopo empoli 1602 collegiata di Sant’Andrea (sul bordo della veste della prima n. 74 (inv. Carocci 45) figura a sinistra) La tela è stata variamente riferita al- oratorio di San Tommaso l’ambito di Matteo Rosselli o del- n. 73 (inv. Carocci 41) l’Empoli (Paolucci 1985). La presen- za di una cappella dell’Assunta nella collegiata potrebbe essere un indizio della sua provenienza. È un’opera che si pone nel contesto di quella pittu- ra della Controriforma, inaugurata a Firenze da , caratte- rizzata dall’intento di esposizione chiara ed immediatamente com- prensibile, svincolata perciò dalle ela- borate e complesse invenzioni tipiche del manierismo. Nel dipinto è chiaro il debito alla tra- dizione fiorentina di primo Cinque- cento, fortemente influenzata da An- drea del Sarto. Anche il modello del- l’Assunta ha uno sviluppo iconogra- fico che parte dall’affresco di Rosso fiorentino nel Chiostrino dei Voti al- la Santissima Annunziata per poi svi- 77, particolare

8 - salone 115 77

museo della collegiata di sant’andrea a empoli 116 77, particolare L’iscrizione fornisce l’autore e la da- mancanza di dettagli d’ambiente e la ta di questa tavola proveniente dal- scelta di un fondo scuro entro il qua- l’oratorio di San Tommaso presso le si intravede solo il profilo di un pi- San Donato in Greti, sottoposto al lastro. La qualità più evidente di que- capitolo empolese (Siemoni 1994). sto dipinto è l’uso della luce, prove- Spostata in collegiata alla fine del Set- niente da sinistra, che evidenzia le tecento entrò a far parte della rac- qualità della superficie, la consisten- colta museale sin dalla sua apertura. za delle stoffe, la verità delle carni. Ma La composizione, orchestrata secon- ancora, nel disegno, nelle fisionomie, do gli schemi della pittura ispirata al- nella ampia costruzione dei panneg- le istanze di decoro e devozione espres- gi si avverte il ricordo del primo Cin- se dal Concilio di Trento, espone con quecento fiorentino e di Andrea del estrema chiarezza e semplicità il mo- Sarto. Nei due personaggi che chiu- mento dell’incontro tra il Risorto e dono il gruppo a destra e a sinistra, san Tommaso, al centro della scena, con lo sguardo volto allo spettatore attorniati dagli apostoli. A rendere an- sono da riconoscersi due ritratti evi- cor più concentrata l’atmosfera è la dentemente riferibili ai committenti.

8 - salone 117 9 - Loggia Uscendo dal salone e immettendosi nelle sale dei dipin- ti più antichi, si può accedere alla loggia propsicente il chiostro, dove sono collocate alcune terrecotte invetria- te di diversa provenienza, attribuibili alla bottega dei del- la Robbia o a quella dei Buglioni. Tra queste si segnala- no i due dossali in origine a Santa Maria a Ripa, databi- li agli anni Ottanta del Quattrocento, di notevole pre- gio esecutivo e legati al culto mariano, e il tabernacolo con la Madonna col Bambino, datato 1518 e realizzato da Andrea della Robbia su commissione del podestà Do- menico Parigi. Sulla base l’iscrizione ricorda l’episodio che portò alla richiesta dell’opera: l’offesa compiuta duran- te la processione del Corpus Domini da un ebreo che fu per questo obbligato a pagarne l’esecuzione.

museo della collegiata di sant’andrea a empoli 118 Si accede alla loggia prospiciente na tra la fine del xv e gli inizi del xvi il chiostro dalla porta finestra secolo: si pensi in particolare alle Ma- della sala dei dipinti donne con Bambino di Benedetto dei secoli XIV e XV. da Maiano, con cui la nostra terra- Nella loggia, alla parete in alto cotta mostra diverse affinità stilisti- che, o a quelle del Rossellino, in mar- 78. artigianato toscano mo o terracotta, elaborate per com- Stemma dell’Opera di Sant’Andrea posizioni di medie dimensioni de- prima metà del secolo xvii stinate a tabernacoli o a corredo del- pietra serena; cm 40 (h) la decorazione di cappelle. Il rilievo collegiata di Sant’Andrea è databile ai primi anni del secolo xvi. 79. artigianato toscano Stemma dell’Opera di Sant’Andrea prima metà del secolo xvii A destra della porta di ingresso pietra serena; cm 50 (h) alla loggia collegiata di Sant’Andrea 81. bottega robbiana San Rocco Nell’angolo all’estrema sinistra 1500 ca. terracotta invetriata; cm 117 80. Bottega di benedetto chiesa di Santa Maria a Fibbiana buglioni n. 58 Madonna col Bambino, La scultura manca della parte superio- san Giovannino e due angeli re del busto e della testa. Il modellato 1500-1505 ca. rivela una notevole qualità: l’ampia fal- terracotta invetriata policroma; catura dei panneggi e la ponderatio del- cm 110 (diam.) le gambe induce ad una datazione sul collegiata di Sant’Andrea primo decennio del secolo xvi. n. 57 (inv. Carocci 55) Il tondo, tradizionalmente assegna- to alla bottega dei della Robbia, è sta- Alla parete, sopra il San Rocco to recentemente attribuito da Pao- lucci (1985) all’ambito di Benedetto 82. artigianato toscano Buglioni. La composizione riprende Stemma della famiglia Adimari modelli noti nella scultura fiorenti- fine del secolo xv

9 - loggia 119 terracotta invetriata; cm 4530 collegiata di Sant’Andrea, iscrizioni: adimari cappella di San Sebastiano chiesa di Santa Maria a Ripa n. 56 (inv. Carocci 54) Il tondo si trovava in origine nella vol- 83. andrea della robbia ta della cappella di San Sebastiano, (Firenze 1435-1525) dove era collocato anche il taberna- Eterno Padre benedicente in gloria colo intitolato al santo eseguito da d’angeli Antonio Rossellino e Francesco Bot- 1480 ca. ticini (n. 55). Il festone di frutti che terracotta invetriata policroma; funge da cornice all’immagine è una cm 140 (diam.) sorta di elemento distintivo della bot-

83 museo della collegiata di sant’andrea a empoli 120 tega dei della Robbia: grazie alla dut- 85. benedetto buglioni tilità della materia e alla sua partico- (Firenze 1459 ca.-1521) lare lavorazione, essi trasformano Immacolata Concezione in gloria questo motivo decorativo desunto d’angeli tra i santi Anselmo e dall’arte classica in vivacissimi com- Ambrogio; nella predella: san plementi di corredo alle immagini. Il Girolamo, san Francesco, Cristo in rilievo è databile agli anni Ottanta pietà, sant’Antonio da Padova, san circa del secolo (Gentilini 1992), in Giuliano un momento in cui l’arte di Andrea 1480-1485 ca. si fa più essenziale nelle forme, alla terracotta invetriata policroma; ricerca di un tono quotidiano ed ac- cm 215200 costante, anche in linea con senti- iscrizioni: non puto verum esse menti di devozione popolare. amatorem virginis qui celebrare respuit festum sue conceptionis – ansems (nel Continuando il percorso cartiglio retto da sant’Anselmo); nella loggia nunquam super omnes choros angelor (um) ascendisset si eos 84. bottega di andrea in puritate non della robbia transcendisset- agusti(nus) Cornice (nel cartiglio retto da 1500 ca. sant’Agostino); hec est virga in terracotta invetriata e policroma; qua nec nodus originalis nec cm 208132 cortex venialis culpe fuit – chiesa di Santa Maria a Ripa ambro(gius) (nel cartiglio ai piedi n. 55 (inv. Carocci 56) della Vergine) La bella cornice conteneva un tempo chiesa di Santa Maria a Ripa una statua di santa Lucia in terracot- n. 59 (inv. Carocci 58) ta parzialmente invetriata. Il gruppo Come rivela il formato, questo rilie- doveva trovarsi nella cappella intito- vo ha i caratteri di una pala d’altare lata alla santa nella chiesa di Santa Ma- dipinta tradotti in terracotta. È piut- ria a Ripa; dopo lo smembramento la tosto frequente incontrare prodotti scultura fu collocata in una nicchia in fittili con questa funzione o ad inte- pietra a destra dell’altare maggiore do- grazione di arredi complessi formati ve ancor oggi si trova, la cornice in- di materiali diversi, sia per motivi eco- vece giunse nella raccolta empolese. nomici (costi più contenuti) sia per

9 - loggia 121 84 museo della collegiata di sant’andrea a empoli 122 85

9 - loggia 123 motivi di gusto, offrendo la terracot- Maiano al Rossellino. In particolare ta invetriata particolari qualità di co- la danza d’angeli sulla nube ripren- lore e luminosità che a tutti gli effet- de quella scolpita dal Rossellino nel- ti potevano sostituire una pittura. la Natività per la cappella Piccolo- La scultura si trovava nella chiesa mini nella chiesa di Monteoliveto a francescana di Santa Maria a Ripa Napoli. insieme al Sant’Anselmo in cattedra che le faceva da pendant, spostato an- 86. andrea della robbia ch’esso in collegiata alla fine del- (Firenze, 1435-1525) l’Ottocento. La composizione ri- Madonna col Bambino sponde a un forte intento teologico, 1518 sottolineato dai versi iscritti nei car- terracotta invetriata e policroma; tigli sostenuti dai due santi, celebra- cm 240125 tivi della purezza della Vergine con- iscrizioni: del prezzo / cepita. I santi raffigurati, anche se delglebrei / perloro / erore / non direttamente francescani, come ferno / alaude / di / dio fare sant’Anselmo vescovo di Lucca, ri- qesta gliotto sedête nel 18 vestono per l’ordine una notevole domenico parigi qui / pretore importanza anche in relazione alle palazzo Pretorio di Empoli dispute sulla dottrina della Conce- n. 62 (inv. Carocci 53) zione, a favore della quale si era di- Il gruppo scultoreo, inserito in una chiarato Sisto iv nel 1485 e della qua- edicola incorniciata da lesene con pa- le i francescani erano strenui difen- noplie all’antica, era collocato all’e- sori. Le insegne dei due scudi agli an- sterno del palazzo Pretorio empole- goli della predella, riferibili alla com- se ed è collegato a un episodio di par- mittenza, non sono identificabili. ticolare rilevanza nella storia empo- L’esecuzione della terracotta cade in- lese. Le cronache locali narrano in- torno a questi anni e la paternità del- fatti che nel giorno del Corpus Do- l’opera è concordemente assegnata mini del 1518 durante la processione, ai Buglioni, a partire da Marquand un ebreo, prestatore a usura, fu ac- (1921) che ne notava le affinità con cusato di aver gettato deliberata- una pala di analoghe dimensioni, da- mente immondizia sul tabernacolo tata 1502 e oggi al Metropolitan Mu- del Santissimo. Il rischio di disordi- seum di New York. L’artista mette a ni, istigato anche dal clima di anti- frutto modelli desunti dai maggiori semitismo che circondava la comu- scultori dell’epoca, da Benedetto da nità ebraica, indusse il podestà Do- museo della collegiata di sant’andrea a empoli 124 86

9 - loggia 125 menico Parigi che informò gli Otto 1480-1485 ca. di Balia, la magistratura fiorentina terracotta invetriata policroma; che svolgeva compiti di controllo e cm 215200 vigilanza. Fu stabilito così di allon- chiesa di Santa Maria a Ripa tanare il presunto colpevole da Em- n. 60 (inv. Carocci 57) poli, imponendogli un pagamento La terracotta era posta a pendant del- di dieci fiorini in oro destinati all’e- l’Immacolata Concezione nella chiesa dificazione di un tabernacolo pub- francescana di Santa Maria a Ripa: blico raffigurante la Vergine. entrambe erano collocate alla fine del La Madonna a figura intera sostiene secolo xix nella cappella intitolata a il Bambino, oggi acefalo, che stringe sant’Anna e di lì furono trasferite nel tra le mani un uccellino. In alto, nel- Museo della Collegiata. È una delle la centina, è la colomba dello Spirito più antiche rappresentazioni del ve- Santo mentre nella cartella inferiore, scovo Anselmo ii di Lucca, vissuto tra le due mensole, appare il tondo nell’xi secolo e canonizzato nel se- con lo stemma degli Otto di Balìa. guente. Benché non francescano, An- La conduzione un po’ schematica del selmo era figura assai venerata in se- modellato ha indotto gli studiosi a no all’Ordine: questo ne giustifica la considerare ques’opera prodotto di presenza, fra gli altri padri della chie- una bottega robbiana. Recenti sco- sa nelle due terrecotte empolesi. Ol- perte documentarie (Waldman 1999) tre alle due sante francescane ap- hanno provato che il tabernacolo fu paiono poi san Giuliano ospedaliere, commissionato proprio ad Andrea, esempio di carità verso gli infermi, e venendo così a costituire l’ultimo suo san Lorenzo diacono, cui era intito- lavoro documentato. lata una delle chiese abbattute per la costruzione di Santa Maria. Nella 87. Bottega di benedetto predella i santi Girolamo e Maria buglioni Egiziaca sintetizzano il concetto del- Sant’Anselmo in trono tra i santi la penitenza e della rinunzia ai beni Lorenzo e Giuliano, Rosa da Viterbo terreni (Pagni-Siemoni 1988). L’ese- e Chiara; nella predella: cuzione della pala è da collegare a san Girolamo penitente, Cristo quella dell’Immacolata Concezione, in pietà, santa Maria Egiziaca negli anni Ottanta del secolo xv.

museo della collegiata di sant’andrea a empoli 126 87

9 - loggia 127

Itinerari Cerbaia Orbignano Spianate Borgano Querce Padule di Fucecchio La Stella Apparita Vinci Ponte di Lazzeretto Massarella Masino Pinete Vitolini Galleno Cavallaia Toiano Ca Sant'Ansano Spedaletto Torre Cerreto Guidi Le Vedute Lim San Zio Le Botteghe Ponte a Tinaia Cappiano Spicchio Sovigliana FUCECCHIO Vitiana Avane Cortenuova Bassa Fib Marcignana Pontorme San Pierino Isola EMPOLI Santa Croce sull'Arno SS 436 San Donato I-PI-LI Cerbaiola S.G.C. F Pozzale 7 6 Pianezzoli Case Nuove Castelfranco SS Santa Maria di Sotto San Genesio Osteria Bianca a Monte Ponte Brusciana San Romano SAN MINIATO a Elsa Monterappoli SS 42 M San Donato 9 Molin Nuovo Montopoli Parrino in Val d'Arno Sant'Andrea Fontanella Marti La Serra Meleto

Castelnuovo Cambiano d'Elsa Montecastello San Gervasio Coiano Dogana

Forcoli CASTELFIORENTINO Partino

Case Nuove S

Alberi Mura Sughera Varna Pillo Tonda Catignano Montaione Castelfalfi Peccioli Gambassi Terme

San Vivaldo Montecchio Iano

Fabbrica

Palagio

Villamagna Serra Lecore Fiesole Comeana

San Salvatore Artimino SIGNA a Settimo

Poggio alla Malva Badia a Settimo FIRENZE astra Camaioni Brucianesi LASTRA A SCANDICCI

67 SIGNA San Gaggio

SS Malmantile mite sull'Arno San Martino alla Palma Due Strade Ponte a Ema Samminiatello I Cascine Capraia Mosciano Galluzzo del Riccio FI-PI-L A 1 Certosa .C. 1 S.G Bottai Pozzolatico Montelupo Grassina bbiana Fiorentino e Giogoli Sammontana Ginestra Fiorentina Tavarnuzze villa, casa San Michele podere, fattoria Villanuova a Torri Chiesanuova Scopeti chiesa, Anselmo San Vincenzo Romola abbazia, Botinaccio a Torri Bagnolo monastero Sant'Andrea Cerbaia Imprunetatorre, in Percussina castello Talente Martignana Spedaletto I-SI Coeli Aula Montagnana museo Falciani

.G.C. F SS 2 S Baccaiano Il Ferrone San Casciano Da Firenze al Museo della Collegiata di inSant’Andrea Val di Pesa a Empoli Poppiano S. Quirico in Calcinaia Collina

Anselmo Mercatale Ortimino Massarella Montespertoli CalzaioloVitolini Lucignano Poggio alla Malva ToianoSan Pancrazio Castra Cavallaia San Piero CamaioniPasso dei in Mercato Sant'Ansano Le Quattro Pecorai Torre Strade Brucianesi

67 Cerreto Guidi Bargino

Fornacette SS Montefiridolfi San Zio Limite sull'Arno S.G.C. FI-SI Le Botteghe Ponte a Tinaia Samminiatello Cappiano Lucardo Spicchio Capraia Sovigliana FUCECCHIO VitianaFiano Avane Cortenuova Montelupo SS 42 San Gaudenzio Fibbiana Bassa Romita Fiorentino 9 Petrazzi a Ruballa Marcignana Pontorme Passignano Noce Sammontana Santa Croce San Pierino Isola EMPOLI RoffiaIl Pino Sambuca sull'Arno SS 436 Marcialla Villanuova I-PI-LI Cerbaiola San DonatoCanonica S.G.C. F Pozzale 7 Case Nuove Santa Maria6 Pianezzoli Tavarnelle Botinaccio a BagnanoSS in Val di Pesa San Genesio Osteria Bianca CERTALDO Ponte SemifonteBrusciana SAN MINIATO a Elsa MonterappoliTignano Badia Cerreto Le Case di Sciano SS 42 Martignana Barberino San DonatoCoeli Aula Stibbio Val 9d'Elsa Molin Nuovo Piazza

SS Parrino42

9 Sant'Andrea Vico d'Elsa Cusignano SS 2 Fontanella La Serra Meleto Pancole Ulignano Ortimino

BalconevisiI dintorni della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli

Corazzano Coiano Dogana Castellina

Da Firenze al Museo della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli

Leonardo a Firenze l’itinerario per Empoli, anziché la re- Rombai cente superstrada Firenze-Pisa-Livorno, utilizza e Anna D Guarducci per circa 44 km l’antica via Pisana (oggi Statale 67 To- sco-Romagnola) che si snoda sulla sinistra idrografica dell’Arno fino ad Empoli, in ogni epoca l’insediamen- to più consistente del Valdarno di Sotto e dell’attuale Circondario Empoli Valdelsa. Nella seconda metà del xx secolo, nella fascia lungo l’Arno tra Firenze, la sua area metropolitana (con i po- polosi territori di Scandicci, Lastra a Signa e Signa) e il Valdarno di Sotto con Empoli e ben oltre (comuni del distretto del cuoio), la campagna è stata punteggiata quasi ininterrottamente di abitati largamente incardi- nati sull’industria, che si è diffusa con tante piccole im- prese producenti beni di consumo di diversi settori mer- ceologici, e non più soltanto in quelli tipici dell’area (vetro e ceramica). La via Pisana segue sempre da vicino l’Arno, che ebbe uno straordinario potere attrattivo nei riguardi di sedi e attività umane per la presenza di ponti e guadi o tra- ghetti; l’itinerario serve a evidenziare il carattere di ter- Empoli, Piazza Farinata ritorio-strada della nostra area, percorsa in ogni tempo degli Uberti da merci e viaggiatori. Dall’Alto Medioevo, furono pro- prio l’Arno, utilizzato per la navigazione anche per il Pa- dule di Fucecchio, e le varie strade di interesse interna- zionale o regionale (oltre alla Pisana, la Francigena-Val- delsana e l’Empolese per la Valdinievole con divertico- li per il Montalbano e il Pistoiese) a strutturare le diret-

133 trici fondamentali delle sedi umane, a partire dall’incastella- mento, oltre che ad orientare la distribuzione delle chiese di maggior rango (pievi e canoni- che) oppure dei monasteri sem- pre correlati all’assistenza e al controllo della mobilità. Dal tardo Medioevo, poi, e fino ai nostri giorni, furono quelle stesse vie di comunicazione – rafforzate alla metà del xix se- colo dalle ferrovie Firenze-Pisa- Livorno ed Empoli-Siena (la cui funzionalità rendeva ormai inu- tile le antiche idrovie), e nella se- conda metà del xx secolo dalla strada di grande comunicazio- ne Firenze-Pisa-Livorno – a de- terminare lo sviluppo della fitta trama dei borghi di Fig. 1. Il Padule di Fucecchio mercato e di artigianato o industria, insieme con i lo- ro recenti accrescimenti e con l’urbanizzazione diffu- sasi nella campagna, per fini residenziali e produttivi. Nell’area periferica fiorentina, che si salda con l’agglo- merazione di recente espansione di Scandicci, con bre- vi deviazioni è possibile visitare importanti monumenti religiosi come, a sinistra, la chiesa di San Martino alla Palma (ad unica navata, del x secolo, ma con portica- to rinascimentale e campanile merlato ottocentesco). Al suo interno possono essere ammirati una bella Madonna trecentesca attribuita al Maestro di San Martino alla Palma e il Miracolo di san Martino vescovo di Tours di Anastasio Fontebuoni, posto sull’altare maggiore. Sul- la destra della strada si trova la pieve romanica (con por- tico secentesco) di San Giuliano a Settimo e la badia museo della collegiata di sant’andrea a empoli 134 di San Salvatore a Settimo: un vasto complesso monastico con chiostro della fine del x secolo, ma con rimaneggiamenti suc- cessivi che gli fecero assumere un aspetto fortificato. L’annessa chiesa, con rosone nella faccia- ta, ampliata a tre navate dai Ci- stercensi nel xiii secolo, non ha più il campanile originario, ma una copia ricostruita ad opera del genio civile dopo le distru- zioni dell’ultima guerra: con- serva numerose opere d’arte, tra cui un tabernacolo di Giuliano da Maiano, due medaglioni del Ghirlandaio, un dipinto di Do- menico Buti e la cappella di San Quintino Martire affrescata da Giovanni da San Giovanni. Nel- la sagrestia sono conservate due tavole di Domenico del Ghir- landaio, una di Francesco Bot- ticini, mentre nella cappella di San Jacopo si conservano gli af- freschi di Buffalmacco. Superato il ponte del xv secolo Fig. 2. San Martino (con tabernacolo gotico) sul fiume Greve, sulla sinistra alla Palma si può godere il panorama della grandiosa villa di Ca- Fig. 3. Badia stelpulci (costruita dai Riccardi e poi trasformata in di san Salvatore a Settimo manicomio, dove fu chiuso fino alla morte il poeta Di- no Campana), ora in corso di restauro per ospitare un corso di laurea dell’Università di Firenze. Si giunge poi a Lastra a Signa, “terra murata” fiorentina dell’inizio del xv secolo a cui lavorò Filippo Brunelleschi, con mo-

da firenze al museo della collegiata di sant’andrea a empoli 135 numenti quali la chiesa di Santa Maria, il palazzo pre- torio e l’ospedale di Sant’Antonio. A poco più di 4 km dalla Lastra si trova Malmantile, altra notevole realiz- zazione urbanistica fortificata quattrocentesca che de- ve molto al genio brunelleschiano. Proseguendo per il Valdarno di Sotto, si trova la gran- de pieve romanica con abside (con numerosi rifaci- menti) di San Martino a Gangalandi, particolarmen- te ricca di opere d’arte. Ospita un piccolo museo con dipinti e arredi liturgici. Al termine della strettoia, due castelli d’altura, Montelupo Fiorentino e Capraia (il primo fondato da Firenze all’inizio del xiii secolo e il secondo avamposto pistoiese dal 998 con la sua rile- vante chiesa di santo Stefano), continuano a fronteg- giarsi di qua e di là dal fiume, con a seguire il borgo di Samminiatello, tradizionale centro di lavorazione del- le terrecotte, con la chiesa di Santa Maria, conosciuta tradizionalmente come San Miniato, con belle tavole quattro-cinqucentesche tra le quali emerge la Trinità adorata dai santi Sebastiano, Nicola di Bari, Barbara e Rocco di Pier Francesco Foschi. Il paese di Montelupo è un abitato sviluppatosi anche in senso industriale sotto il castello, allo sbocco della Pesa in Arno, già dal Medioevo centro dell’industria della cera- mica. Sulla sommità della rocca si trova la chiesa di San Lorenzo che domina tutto il paesaggio circostante e che viene considerata uno dei simboli della città. Al suo in- terno possono essere ammirati affreschi di Corso di Buo- no e Piero di Chellino.Importante anche la pieve a tre na- vate dedicata a San Giovanni Evangelista, con un dipin- to della scuola di Botticelli. Merita una visita il Museo Ar- cheologico e della Ceramica (che ha sede nel trecentesco palazzo del podestà) che conserva oltre tremila pezzi che documentano le artistiche produzioni locali e molti aspet- ti della ceramica italica e mediterranea antica e medieva- museo della collegiata di sant’andrea a empoli 136 le. Accanto si trova la ex Fornace Alderighi, un comples- so di interesse archeologico-industriale gradualmente re- cuperato a fini didattici per le esigenze del museo. Da qui in avanti, la via Pisana consente di abbracciare, con brevi deviazioni, a sinistra la bassa Valdipesa e a de- stra le aree di Cerreto Guidi e Vinci e del Montalbano, che uniscono quelle piano-collinari della bassa Valdi- nievole al Valdarno di Sotto e al Pistoiese, tramite an-

Fig. 4. Montelupo Fiorentino, la bottega di ceramica di Eugenio Taccini

Fig. 5. Montelupo Fiorentino, i locali della ex Fornace Alderighi

da firenze al museo della collegiata di sant’andrea a empoli 137 che Limite e Capraia, centri di controllo della naviga- zione fluviale e di raccordo tra l’itinerario pedecollina- re lungo l’Arno e i percorsi per il Montalbano. A nord dell’Arno succede un territorio rimasto rurale, fatto di basse colline di deposito marino, che digradano sul Pa- dule di Fucecchio e (a Vinci, Capraia e Limite) si ap- poggiano appunto al Montalbano. Le colline sassose del Montalbano spiccano per la conformazione aspra ed ac- clive, per i connotati boscosi e – ciò che fa loro assumere una fisionomia paesistica di grande suggestione – per la presenza di una trama di tortuose strade (importanti nei tempi medievali e moderni) provenienti da Fucecchio, Cerreto Guidi, Vinci, Empoli, Capraia e Limite, indi- rizzate allo scavalcamento della dorsale e servite da non poche sedi religiose; e infine per le poderose sistema- zioni idraulico-agrarie dei versanti coltivati per lo più ad olivi, grazie ai terrazzamenti retti da pietre collocate a secco. Vinci – antico castello dei Guidi – è la patria di Leo- nardo: al genio vinciano sono dedicati il comunale Mu- seo Leonardiano dotato di una ricca biblioteca (con se- de nella rocca) e il Museo Ideale Leonardo da Vinci (con sede nelle cantine castellane). Cerreto Guidi – an- ch’esso centro fortificato della potente famiglia feuda- le – è celebre per la grande villa medicea costruita ne- gli anni Sessanta del xvi secolo, che conserva ritratti principeschi di varie epoche e affreschi del xix secolo ed è sede del Museo Storico della Caccia e del Territo- rio. Ricca di beni artistici è anche la contigua chiesa di San Leonardo. La pianura valdarnese mostra al viaggiatore i caratteri della bonifica. Fu acquisita allo stabile insediamento dell’uomo grazie alle operazioni idrauliche moderne che ebbero i baricentri alla Tinaia (fattoria medicea di colmata). Il paesaggio fluviale visto dalla Pisana o dal- museo della collegiata di sant’andrea a empoli 138 Fig. 6. Il paese di Vinci l’Arno (se lo si discende in barca, come è avvenuto ne- gli anni 2003-2005, per merito dell’Associazione per l’Arno che si sta attivando per una riappropriazione so- ciale e la trasformazione in parco del fiume), con le sue condizioni di degrado ambientale, serve ad evidenzia- re le componenti naturali e i resti dei manufatti storici volti alla sistemazione e difesa idraulica e alle antiche fruizioni idroviarie e industriali (steccaie e muri di so- stegno, approdi e opifici). Da Montelupo è agevole raggiungere la villa fattoria di Sammontana, con la chiesa romanica di Santa Maria, oppure la grandiosa villa medicea dell’Ambrogiana, da tempo adibita ad ospedale psichiatrico giudiziario. Al di là del fiume, Limite sull’Arno spicca per le sue pro- duzioni industriali di antica tradizione (cantieristica na- vale), ma ormai tutto il quadrilatero di pianura tra Mon-

da firenze al museo della collegiata di sant’andrea a empoli 139 telupo-Capraia e Fucecchio- costituisce un di- stretto di varia industria (dalla tradizionale del vetro alla più recente dell’abbigliamento) che si raccorda a quello della concia del cuoio di Santa Cro- ce sull’Arno e San Miniato, con una edificazione piuttosto fitta che ha finito quasi con soffocare gli insediamenti an- tichi, quali ad esempio il ca- stello di Pontorme che s’in- contra poco prima della città. A parte i trascorsi romani, Em- poli è dai tempi comunali l’in- sediamento urbano più im- portante del Valdarno di Sot- to, oggi capoluogo del Cir- condario, e per tale ragione il centro storico, in buona Fig. 7. La Villa parte circondato tuttora da mura e con la porta Pisana, dell’Ambrogiana è ricco, più di ogni altra cittadina dell’area, oltre che di musei, di edifici monumentali medievali e moderni (pa- lazzi pubblici e privati, chiese e conventi), così come la campagna circostante è densamente punteggiata di vil- le ed edifici religiosi. Empoli deve all’antico carattere di porto fluviale le ra- gioni di uno sviluppo urbanistico ed economico che affonda le radici nell’antichità, quando – porta della Val- delsa e della Valdinievole – rappresentava la “stazione” della via tra Pisa e Firenze, corrispondente (con ragio- nevolezza storica) al toponimo In portu. È possibile che la “stazione” successiva verso Firenze, Arnum (a 4 miglia da In portu), corrisponda all’odierno Montelupo, por- ta della Valdipesa e del Valdarno fiorentino nell’area del- museo della collegiata di sant’andrea a empoli 140 la strettoia della Gonfolina. In passato fu ipotizzata l’u- bicazione dell’abitato romano presso la frazione di Em- poli Vecchio, ma grazie ai recenti ritrovamenti archeo- logici nella centrale piazzetta della Prepositura è ormai certo che qui si estendesse la cittadina antica sviluppa- tasi sin dal ii sec. a.C. In quella stessa epoca, alla via flu- viale, già valorizzata dagli Etruschi, si aggiunse l’arteria stradale che collegava Fiesole e poi Firenze a Pisa, tran- sitando per Empoli, la Pisana appunto. D’età repubbli- cana è anche la centuriazione (spia di una deduzione co- loniale) individuata, sulla destra d’Arno, tra Fucecchio e Castelfranco di Sotto, e, sulla sinistra, tra Montelupo Fiorentino-Empoli-San Miniato. La presenza dell’antica pieve (oggi collegiata) già nel x secolo dedicata all’apostolo Andrea, probabilmente in omaggio al suo patrocinio su naviganti e traghettatori (e forse occupante il sito di un edificio sacro pagano proprio al centro della città), lascia supporre una qual- che continuità con il passato. Con la ripresa economi- ca e demografica dell’xi secolo, in un autentico croce- via come Empoli, la pieve, dipendente dal vescovo di Firenze, fu ricostruita “nelle eleganti forme romaniche che citavano il modello fiorentino di san Miniato al Monte” e trasformata in canonica (Proto Pisani, a cu- ra, 1999, pp. 14-16 e 44). Numerosi erano stati, nell’Empolese come nel Fucec- chiese, gli insediamenti longobardi e pre-castrensi pre- cedenti all’xi secolo con status curtense: Empoli Vecchio e Pontorme (che pare già esistessero nel 780), Villano- va, Martignana, Cortenuova, San Quirico, Borgonuo- vo di Fucecchio, Colle alla Pietra poi scomparso (fu se- de curtense tra l’xi e il xii secolo, allorché venne inca- stellato, mentre dalla fine del xiii secolo divenne co- mune rurale e lega di cinque popoli). Occorre attendere il 1119, quando, per decreto comitale, furono costruite

da firenze al museo della collegiata di sant’andrea a empoli 141 case e mura attorno alla pieve (con tanto di trasferi- mento nel nuovo castello di abitanti dai villaggi curtensi dei dintorni), perché si avviasse la rinascita della città che in parte si modellò sulle tracce dell’antica In portu sulla Pisana e sul fiume. Empoli ebbe poi da Firenze il privilegio di nuovi in- terventi alla cerchia muraria, con il suo ridisegno in cir- cuito più ampio e con adattamento alle novità delle ar- tiglierie nel 1466-1507, e più ancora nella seconda metà del xvi secolo con la realizzazione della cosiddetta for- tezza medicea. Riguardo all’urbanistica empolese, c’è da osservare che tra la metà del xvi e l’inizio del secolo successivo, mol- ti lavori coinvolsero la cerchia muraria (nel 1567 con la fortezza medicea, imponente quadrilatero ottenuto cingendo il bastione di sud-est, poi trasformato in epo- ca lorenese nell’ospedale di San Giuseppe) e l’abitato, contribuendo a rilanciarne le attività manifatturiere e il ruolo di mercato, e ponendo le condizioni per un nuovo sviluppo edilizio: questo finì con il trasforma- re il centro da castello a “terra murata”, grazie alle rea- lizzazioni della piazza e dei portici della collegiata e di non pochi palazzi signorili. Già intorno al 1600, Em- poli costituiva un vivace centro commerciale e snodo dei trasporti fluviali e terrestri per Valdarno Inferiore, Valdelsa e Valdinievole (Guarducci e Rombai, 1998, pp. 42-65). La storia medievale e moderna si è impressa profonda- mente nella città, con molti complessi edilizi monu- mentali. Tra questi, emerge la chiesa collegiata di Sant’Andrea, nella centrale piazza Farinata degli Uber- ti, che è cinta da portici e palazzi storici, fra cui il Pre- torio e il Ghibellino (sede del Museo Civico Paleonto- logico). Sant’Andrea, che ospita il Museo della Colle- giata, conserva dell’originaria facciata romanica solo la museo della collegiata di sant’andrea a empoli 142 parte inferiore con cinque archeggiature in marmo bian- co e verde, mentre la parte superiore fu in parte modi- ficata poco prima della metà del xviii secolo su pro- getto di Ferdinando Ruggieri, che provvide pure al ri- facimento dell’interno con riduzione delle navate da tre ad una; anche il campanile di forma romanico-go- tica con cuspide seicentesca è stato ricostruito dopo la distruzione avvenuta nel 1944. Tra le opere d’arte, so- no da segnalare il venerato Crocifisso ligneo del xiv se- colo e il trittico di Lorenzo di Bicci e Bicci di Lorenzo Madonna col bambino tra i santi Martino, Andrea, Aga- ta e Giovanni Battista. Notevole anche il grande convento agostiniano con chiesa di Santo Stefano, dai caratteri architettonici go- tici la cui costruzione iniziò nel 1367. Danneggiato du- rante la seconda guerra mondiale, è stato restaurato e utilizzato come biblioteca e polo universitario, oltre che come sede di mostre. La chiesa conserva resti di affre- schi e opere pittoriche del Passignano, di Bicci di Lo- renzo, Masolino e Rutilio Manetti, nonché il gruppo scultoreo rappresentante l’Annunciazione di Bernardo Rossellino. In prossimità del convento agostiniano si trova il convento delle benedettine, costruito nel 1531. Passando per Piazza della Vittoria si consiglia infine una visita alla chiesa della Madonna del Pozzo, in forma di elegante tempietto ottagonale preceduto da un porti- co, realizzazione di Andrea Bonistalli nel 1621. Empoli partecipò largamente al fenomeno della co- struzione dei santuari mariani tra Cinque e Seicento da parte dei Medici o delle grandi famiglie cittadine, nel- l’ambito di un processo di sacralizzazione dello spazio rurale (a fini di controllo delle plebi campagnole e ur- bane) imposto dalle mutate esigenze liturgiche post- tridentine, mediante anche altre opere di chiara rap- presentanza del potere, quali cappelle e oratori privati

da firenze al museo della collegiata di sant’andrea a empoli 143 costruiti presso ville di campagna e chiese parrocchia- li. Tra le realizzazioni mariane è l’arricchimento, nel 1573-1580, del convento dei frati minori francescani di Santa Maria della Ripa (eretto alla fine del secolo pre- cedente nell’area immediatamente suburbana, oggi via- le della Repubblica), mediante il loggiato tuscanico nel- la facciata (Proto Pisani, a cura, 1999, p. 18). La chiesa dispone di un portico di forme rinascimentali ed è ric- ca di opere d’arte. Altro intervento mariano fu la dota- zione del porticato e della tribuna ottagonale in lateri- zio nel 1610-1621 (su progetto di Gherardo Mechini ed esecuzione di Andrea Bonistalli) del santuario della Ma- donna del Pozzo, costruito negli anni Venti del xvi se- colo subito fuori delle mura, sulla direttrice di Firenze, nel Campaccio (oggi piazza della Vittoria) (Siemoni, 1998, pp. 119-122; Siemoni e Frati, 1997, pp. 13-14, 49- 51 e 71; e Proto Pisani, a cura, 1999, pp. 76 e 82).

Fig. 8. Chiesa di santa Maria a Ripa museo della collegiata di sant’andrea a empoli 144 I dintorni del Museo

Tra gli itinerari da percorrere dal museo al territorio empolese, spiccano quelli nella fascia lungo l’Arno da una parte (tra Tinaia-Arno Vecchio e Marcignana) e lungo la via Salaiola di Monterappoli da Empoli alla Val- delsana antica Francigena, con risalita dalla pianura nel- le basse colline situate fra i corsi d’acqua Orme ed El- sa, dall’altra. In entrambi gli itinerari, il viaggiatore non tarda ad accorgersi che la campagna è ricca di beni cul- turali quali pievi e chiese isolate o comprese in castelli e borghi minori risalenti al Medioevo (come Monte- rappoli in posizione collinare, antica porta della Val- delsa e del Volterrano per l’approvvigionamento del prezioso sale), di ville rinascimentali e moderne, che furono (e non di rado ancora) sono centri direzionali di aziende agrarie di non esigue dimensioni. Durante

Fig. 9. Via Francigena

da firenze al museo della collegiata di sant’andrea a empoli 145 Fig. 10. Campi coltivati il xii secolo ed oltre, infatti, prevalse la struttura feu- dale e i Guidi, Cadolingi e Alberti mantennero il pri- mato nell’iniziativa edilizia-fortificatoria, fondando in funzione anti-comunale svariati castelli per esercitare il controllo del territorio, avviando con ciò il processo di coagulo di insediamenti minori in centri di consisten- za anche urbana. Sviluppo castellano ebbero, con Em- poli, i centri di Pontorme e Monterappoli, al fine di dominare le vie di comunicazione; nel 1182, però, que- sti castelli furono costretti ad accettare la sottomissio- ne fiorentina che così estendeva il suo contado fino al- l’Elsa (Proto Pisani, a cura, 1999, pp. 14-16). Fu la vicinanza della più importante via medievale eu- ropea, la Francigena, dell’incrocio tra questa e la Pisa- na, e la presenza dell’Arno, a fare dell’area un autenti- co melting-pot della Toscana centrale, luogo d’incontro tra pellegrini, maestranze e merci delle più remote pro- museo della collegiata di sant’andrea a empoli 146 venienze. Non è un caso che sulle facciate e sui muri di alcune chiese (Marcignana, Monterappoli e San Mar- tino a Pontorme) siano rimaste tracce di diversi bacini di ceramica dipinta provenienti dal Medio Oriente: un riflesso dell’importazione avvenuta attraverso il porto pisano o veicolata lungo la Francigena e il porto di Em- poli. Non è poi un caso che la pieve di San Giovanni Evangelista a Monterappoli (realizzata da un maestro lombardo nel 1165) costituisca un esempio tra i più an- tichi di facciata in laterizio con una decorazione ad ar- chetti pensili incrociati che corre lungo tutto il peri- metro, chiaro elemento lombardo che ben si collega al- la firma del suo architetto. Nei tempi moderni, poi, in seguito al controllo assicu- rato da Firenze sul contado, con la dilatazione dell’ap- poderamento mezzadrile, alcuni castelli si mutarono in ville signorili e in fattorie e molte altre residenze furo-

Fig. 11. Campagna dell’Empolese

da firenze al museo della collegiata di sant’andrea a empoli 147 no edificate ex novo. Nacquero così imprese agrarie mo- derne che – pur nell’ambito della policoltura mezza- drile – svilupparono coltivazioni di pregio mercantile come la vite e l’olivo, il gelso e il grano marzolo che ali- mentavano l’industria della seta da una parte e l’in- treccio della paglia dall’altra. Fu soprattutto il territorio pianeggiante ad essere inve- stito, nella seconda metà del xvi secolo, da grandiosi in- terventi di sistemazione della viabilità, dell’Arno e dei suoi tributari, finalizzati al potenziamento dei traffici terrestri e della navigazione nel fiume, oltre che alla bo- nifica e alla colonizzazione agraria della sua pianura: qui – con l’avanzamento della proprietà cittadina ai danni di quella contadina – si andò costituendo una dozzina di nuove fattorie, come quella medicea della Ti- naia (realizzata grazie al taglio dell’Arno Vecchio) e quel- la di Empoli Vecchio, poi acquistata nel 1614 dai Ca- valieri di Santo Stefano. Tra l’altro, alla Tinaia, è pos- sibile osservare l’unica significativa realizzazione archi- tettonica empolese dell’età lorenese, la chiesa dei San- ti Michele e Leopoldo, eretta nel 1786. Nella stessa area è il piccolo centro di Cortenuova, con la chiesa parrocchiale di Santa Maria che conserva un affresco di Spinello Aretino (Annunciazione) e tre tele di Francesco Ligozzi. A Pontorme, castello natio del pittore Jacopo Carrucci detto il Pontormo, vi sono le due chiese di San Marti- no (dell’viii secolo, con abside semicircolare romanica e facciata moderna) e di San Michele (che tra i dipinti conserva anche quello dei Santi Giovanni evangelista e Michele arcangelo del Pontormo). Dalla parte opposta, quella occidentale, lungo una di- ramazione della strada da Empoli per Fucecchio (Pro- vinciale Lucchese), in direzione di Avane, sorge la chie- sa di San Pietro a Riottoli con un ciborio robbiano e museo della collegiata di sant’andrea a empoli 148 un’acquasantiera cinquecentesca, mentre a breve di- stanza, sulla Lucchese, si trovano il Castelluccio dei Nocenti (grande complesso turrito medievale sede del- la fattoria dell’Ospedale degli Innocenti) e la chiesa ca- nonicale di San Pietro a Marcignana, costruzione ro- manica in laterizio e pietra ad unica navata, con absi- de semicircolare, che conserva una bella Croce dipinta di scuola fiorentina del xiv secolo attribuita al Maestro di San Martino a Mensola. Il visitatore, uscito dall’area propriamente urbana, può indirizzarsi per le tante antiche strade nella pianura di bonifica e nella collina tra l’Elsa e l’Orme, che presen- tano paesaggi agrari che richiamano la lunga tradizio- ne della mezzadria (borghi con chiese e case isolate, pro- miscuità di colture, alberature lungo i viali, parchi a co- rona delle ville), oggi però dominati da destinazioni d’uso specializzate (seminativi industriali oppure viti od olivi), con boschetti misti di latifoglie e conifere o di soli pini e cipressi, come in Valdibotte e Valdorme. Tra le ville dei tempi rinascimentali e moderni, spicca- no quelle del Cotone degli Spini (derivata da una strut- tura medievale fortificata), di Corniola dei Del Vivo e dei Salvagnoli Marchetti (con grande parco punteg- giato da alberi secolari), del Terraio dei Cerchi, dei Cor- sali (Bardelli-Capoquadri) di Monteboro e della Bassa oggi Villa La Motta dei Baldovinetti, di Gaverna oggi Mori già Montalvi, del Terrafino dei Riccardi e di Ba- stia degli Orlandini Del Beccuto che domina con la sua massiccia mole e la chiesa di Santo Stefano.

da firenze al museo della collegiata di sant’andrea a empoli 149 Orbignano Lecore Borgano Serra Comeana

Vinci San Salvatore Artimino SIGNA a Settimo Vitolini Poggio alla Malva Toiano Castra Badia a Settimo Camaioni Brucianesi LASTRA A Sant'Ansano SIGNA

67 SCANDICCI

SS Malmantile Limite sull'Arno San Martino alla Palma

Tinaia Samminiatello I Spicchio Capraia Mosciano FI-PI-L A 1 Sovigliana .C. Avane Cortenuova Montelupo S.G Pontorme Fibbiana Vitiana Fiorentino Giogoli Sammontana EMPOLI Ginestra Fiorentina Chiesanuova San Michele Villanuova a Torri I-PI-LI Cerbaiola Romola Pozzale 7 Case Nuove Anselmo San Vincenzo 6 Pianezzoli Botinaccio a Torri SS Osteria Bianca Cerbaia Ponte Brusciana a Elsa Monterappoli Talente Spedaletto SS 42 Martignana Montagnana Coeli Aula 9 Molin Nuovo Baccaiano San Casciano in Val di Pesa Sant'Andrea Poppiano Fontanella S. Quirico in Meleto Montespertoli Collina Artigianato artistico ed enogastronomia nel comprensorio Empolese-Valdelsa

Maria Pilar n affascinante paesaggio naturale di colline rigo- Lebole e Benedetta Ugliose, intriso di storia, di risorse naturali e di tra- Zini dizioni, di musei, di eleganti ville, di borghi medieva- li, ma anche di campi coltivati, filari di viti e oliveti che lasciano il posto talvolta a vedute più aspre, quelle di moderni insediamenti industriali. È il territorio del- l’Empolese-Valdelsa, nel cuore della Toscana, strategi- camente sviluppato intorno alle città di Firenze, Pisa e Siena e un tempo itinerario obbligato di antichi pelle- grinaggi lungo la via Francigena, che attraversa per al- cuni tratti la Valdelsa e che fu storico crocevia di traf- fici e di commerci lungo la valle dell’Arno, naturale collegamento tra Firenze e Pisa. Lasciato il medio corso dell’Arno, le colline del Mon- talbano a nord e la Valdelsa a sud racchiudono un ter- ritorio ancora lontano dai flussi del turismo di massa, molto interessante dal punto di vista storico-artistico e paesaggistico. In questo ricco comprensorio tante so- no le aziende artigianali che hanno contribuito alla ric- chezza degli undici comuni del territorio e che oggi, sono divenute vere e proprie piccole “industrie”. Co- me alcune attività tradizionali dell’artigianato artisti- co così anche i prodotti enogastronomici conservano ancora tutto il sapore della storia e della tradizione po- polare, grazie a ingredienti semplici, naturali e prove- nienti dalla cultura contadina. In queste campagne il cibo ha seguito da sempre il rit- mo delle stagioni, il ritmo del lavoro da svolgere nei

151 campi, e per ogni occasione di festa o ricorrenza le fa- miglie si riunivano e preparavano semplici ma preli- bate pietanze. Così il “companatico” era sicuramente accompagnato da pane fatto in casa una volta alla set- timana, con lunghi tempi di preparazione per esser conservato anche per oltre dieci giorni. La merenda era la classica “fettunta”, pane e pomodoro o pane ba- gnato con poco vino rosso e zucchero. I legumi erano molto usati e tutti i giorni si cuocevano per arricchi- re minestre e zuppe, insieme a patate e cipolle (quel- le provenienti da Certaldo), cotte sotto la cenere: la carne era infatti rara e consumata soltanto durante le feste; tranne il coniglio, che era il piatto della dome- nica. I sapori di questa zona ancora oggi sono quelli di un tempo: le produzioni tipiche sono ancora la ci- polla a Certaldo e parzialmente anche a Montesper- toli, Gambassi Terme e Castelfiorentino. Il carciofo, che per la concorrenza sul mercato oggi vede la colti- vazione solo su piccola scala; e ancora asparagi, ceci e fagioli e fichi verdini, da gustare con gli ottimi salu- mi locali. Ma il piatto forte è sicuramente la trippa in umido e al pomodoro tipica della zona di Castelfio- rentino. Questo breve excursus gastronomico lascia ora il posto alle attività artigianali più tipiche della zona. Ad Em- poli la lavorazione vetraria ha visto il maggior svilup- po nel periodo tra la prima e la seconda guerra mon- diale e dagli anni Cinquanta in poi ha intensificato la produzione con la nascita di piccole e medie imprese e con una conseguente diversificazione produttiva che ha aggiunto al più classico vetro verde dei fiaschi, del- le bottiglie e delle damigiane, anche articoli da tavola in vetro bianco e cristallo. La produzione di abbiglia- mento e di calzature rappresenta inoltre un importante polo produttivo di carattere industriale. Accanto a museo della collegiata di sant’andrea a empoli 152 questa, alcune attività artigianali conferiscono alla città e agli altri comuni dell’Empolese una tipizzazio- ne di produzioni artistiche di notevole rilievo. A co- minciare da Montelupo Fiorentino, che nel suo cen- tro storico si presenta come un piccolo nucleo, stori- camente conosciuto per la ceramica. La ceramica ar- tistica infatti, sviluppatasi intorno al xv secolo, è an- cora oggi una produzione molto attiva e nel territorio rimangono tuttora antiche fornaci. Di grande rilievo anche la produzione di terracotta e vetro. Nel paese di Capraia si può ancora visitare la sede di una fornace e scoprirne i vecchi ambienti, mentre nella vicina Li- mite, situata sulle pendici meridionali del Montalba- no, continua la produzione destinata alla cantieristica navale, nonostante la ridotta navigabilità dell’Arno. Una storia dal sapore antico è offerta da Cerreto Gui- di, dove a settembre si svolge il “Palio del Cerro”, una manifestazione con costumi rinascimentali e giochi popolari che si riallaccia a un’antica tradizione di cor- se a cavallo, documentata da secoli. Fucecchio, nota per il Padule, la riserva naturale della più grande pa- lude interna italiana, si distingue nel settore conciario e per le calzature, che hanno assunto dimensioni in- dustriali dal dopoguerra, quando si è affermata anche la produzione di cappelli di paglia e di fiammiferi. Og- gi il suo territorio si annovera tra i sei comuni del di- stretto conciario del cuoio toscano – distribuiti fra la provincia di Firenze e quella di Pisa comprendente Montopoli in val d’Arno, San Miniato, Santa Croce sull’Arno, Santa Maria a Monte – impegnati nella pro- gettazione, produzione e commercio di pelli. Tra le concerie sono da considerare quelle di “rifinizione”, che operano per conto terzi. Il paese di Vinci, famoso per aver dato i natali al grande Leonardo, concentra nel territorio fuori le mura la maggior parte delle bot-

artigianato artistico ed enogastronomia 153 teghe e dei laboratori impegnati in un artigianato tra- dizionale e in oggetti d’uso, con lavorazioni semplici. Una produzione vetraria di grande interesse è con- centrata invece a Gambassi Terme, nota anche per le famose acque rigeneranti per la salute. Qui la tradi- zione del vetro risale al Duecento e ancora oggi si pro- ducono manufatti artistici su modelli tradizionali. Una mostra permanente testimonia la produzione ve- traria in Italia dalla protostoria fino al xvi secolo ed espone oggetti della vita quotidiana di Gambassi tra il xiv e xvi secolo. Montaione è un paese collinare com- preso tra l’Egola e l’Elsa, dove si può apprezzare il gran- de sviluppo delle attività agrituristiche che offrono ot- tima ospitalità oltre a prestigiosi gourmet a base del più pregiato tartufo. Montespertoli accoglie un famoso centro per la Cultura del Vino e ha dato il nome an- che a una Strada del Vino dove si producono due docg: il Chianti Montespertoli e il Chianti Colli fio- rentini. Nel nucleo originario di Certaldo, quello al- to e racchiuso tra le mura medievali, le lavorazioni ar- tigianali tradizionali affiancano attività di creazione ar- tistica più varia e una volta all’anno, nel mese di lu- glio, si svolgono spettacoli di mangiafuoco e buratti- ni durante il festival “Mercantia”: sei giorni di festa. Castelfiorentino è situato in un asse strategico viario attraversato anche dall’antica via Francigena e pertan- to snodo di commerci sui vicini mercati di Empoli e Poggibonsi. È oggi un distretto produttivo di natura industriale: piccole e medie industrie d’abbigliamen- to di mobili, di materiali da costruzione, di calzature e di metalmeccanica. Tantissime dunque le peculiarità riscontrabili in un ter- ritorio tutto sommato poco esteso e fondamentalmen- te ancora poco conosciuto dal turismo nazionale e in- ternazionale. museo della collegiata di sant’andrea a empoli 154 Itinerario dell’artigianato e delle produzioni tipiche: Empoli, Montelupo fiorentino, Capraia e Limite

La strada verso Empoli è un viaggio all’interno delle co- sì dette Terre del Rinascimento, che offrono al visitato- re l’opportunità di rilassarsi in un territorio ricco di sto- ria e tradizione, profondamente legato alla cultura agri- cola, ma anche prepotentemente proteso verso l’affer- mazione di uno sviluppo industriale di tutto rispetto. Raggiungiamo Empoli, vero e proprio capoluogo del- l’intero comprensorio della Valdelsa nonché insedia- mento urbano più notevole di tutto il Valdarno di Sot- to, servendoci della strada di grande comunicazione Fi- renze-Pisa-Livorno e uscendo all’altezza di Empoli Est, svoltando a sinistra e seguendo le indicazioni per il Cen- tro storico. Empoli è oggi la città del comprensorio più famosa per la produzione di vetro, ma le origini di que- st’attività, documentate fin dal Duegento sono da rin- tracciarsi nella zona della Valdelsa compresa tra San Gi- mignano, Gambassi e Montaione. Verso la metà del xiv secolo, dopo una grave pestilenza che colpì tutta la zo- na della Valdelsa, i maestri vetrai si spostarono in varie regioni d’Italia diffondendo e trasferendo così metodi di lavorazione e competenze. Le sabbie silicee e quarzi- fere presenti in Arno, ricche di ossido di ferro, deter- minarono lo sviluppo della produzione vetraria: oggi una decina di fornaci rinvenute testimonia l’antica pro- duzione di bicchieri, bottiglie,orinali per uso medico e farmaceutico, ampolle e lampade. Le vetrerie empole- si, che conobbero anche alcuni periodi di minor fer- mento e produzione, ripresero la loro fioritura nella se- conda metà del xviii secolo, con la lavorazione di fia- schi, bottiglie e di utensili realizzati in vetro incolore noto come “mezzo cristallo”. Il decollo manifatturiero si verificò tra il xviii e il xix secolo, quando la produ-

artigianato artistico ed enogastronomia 155 zione artigianale del vetro incontrò una nuova fase di lavorazione. Si imposero i prodotti soffiati a bocca, det- ti “di bufferia a sistema toscano”, tanto da vantare sva- riate vetrerie sparse in Toscana e un importante orga- nismo corporativo, nato nell’ultimo decennio dell’Ot- tocento con lo scopo di prezzare i prodotti e di riparti- re le giornate lavorative e i compensi degli ormai tanti lavoratori. Nel Novecento, e soprattutto nel periodo tra le due guerre, Empoli annovera lo sviluppo di molte aziende per la produzione vetraria. Alla fine degli anni Venti la Vetreria E. Taddei & C. e la S. A. Etrusca di Em- poli producevano vetri per la tavola, come bicchieri, bottiglie, piatti e serviti da tè. I prodotti più tipici era- no senza dubbio il fiasco in vetro verde rivestito di pa- glia, il cosiddetto “Toscanello”, e le bottiglie per uso co- mune. Anche la damigiana, la misura da mescita e va- rie bottiglie divennero i tipici esempi di un artigianato sempli- ce, d’uso comune e se si vuole an- che simboli di una realtà agricola e popolare che vantava una pro- duzione locale molto importante. Il rivestimento del fiasco era per giunta attività proveniente dalle stesse zone. La “sala”, fibra dell’er- ba palustre usata per impagliare, veniva ricavata principalmente dal Padule di Fucecchio e quest’atti- vità dava lavoro a domicilio alle così dette “fiascaie” che si occupa- vano del rivestimento dei fiaschi.

Fig. 1. Fiaschi e bottiglie impagliate della ditta Rigatti snc di Montelupo Fiorentino Fig. 2. Damigiane nude museo della collegiata di sant’andrea a empoli 156 Il vero e proprio declino del settore giunse intorno agli anni Sessanta, quando la produzione tipica di vetro ver- de lasciò il posto alle più comuni bottiglie di vetro scu- ro o incolore, e dagli anni Settanta in poi, quando le aziende risentirono fortemente della crisi del settore e molte di queste cessarono la produzione. La tradizione dei vetri verdi di Empoli ci permette una piccola digressione sulla ricca produzione viti-vinicola della zona. Da sempre legata alla tradizione agricola, come gran parte del suo circondario, Empoli ha sapu- to avvalersi, soprattutto nel suo passato, della posizio- ne strategica che le ha garantito negli anni un primato indiscusso nella produzione e commercializzazione dei prodotti verso le vicinissime Firenze, Siena e Pisa. Og- gi la città di Empoli, seppure non possa più essere con- siderata uno dei principali produttori agricoli della To- scana e ancor meno del suo circondario, mantiene una discreta produzione, che si suddivide tra le coltivazio- ni ortofrutticole delle zone pianeggianti e l’ampia di- stesa di viti e olivi diffusi principalmente nelle zone col- linose della periferia. La produzione vinicola empole- se, affianca quella di tutto il territorio della Valdelsa con una discreta produzione di Chianti di varietà Colli Fio- rentini che abbraccia un po’ tutto il territorio a sud e a sud-ovest di Firenze, seguendo il percorso dell’Arno. A Empoli, Fucecchio, Cerreto Guidi, Montelupo Fio- rentino e nei piccoli comuni di Capraia e Limite si pro- duce il Trebbiano Empolese, un vino Bianco doc, che può essere considerato una variante “morbida” del clas- sico Trebbiano Toscano, da cui tuttavia non si discosta molto né per gusto, né per struttura. Tornando alla tradizione vetraria empolese, è impor- tante sottolineare che ancora oggi a Empoli sono pre- senti molte aziende di produzione vetraria, una ventina delle quali si riunisce nel Consorzio Centrovetro. Questo

artigianato artistico ed enogastronomia 157 consorzio promuove l’esportazio- ne di prodotti artigianali in vetro e cristallo per la casa e per la tavo- la e da poco tempo ne fanno par- te anche alcune aziende produttri- ci di ceramica e terracotta che van- tano una tradizione artigianale di alta qualità nei prodotti e nelle la- vorazioni, unite sapientemente al- l’innovazione tecnologica degli strumenti e dei mac- Fig. 3. Consorzio Centrovetro, chinari. Segnaliamo a riguardo alcune aziende di vetre- la lavorazione ria che fanno parte del Consorzio. Ad Empoli l’Italiani del vetro, Empoli Crystal, nata alla fine degli anni Sessanta produce in pro- prio vetreria di alta qualità, divenendo oggi uno dei più rinomati centri di incisione e molatura di oggetti in ve- tro e cristallo con l’utilizzo di oro zecchino, colori e fi- niture in argento per realizzare dei veri e propri oggetti artistici. E ancora la ditta Marw, situata in località Bas- sa a Cerreto Guidi, decora a mano il cristallo doppio in- tagliato a bassorilievo. Specializzata nel mercato del- l’imbottigliamento per la produzione di da- migiane e bottiglioni in vetro verde destina- ti al settore vinicolo e oleario la SVE, Società Vetraria Empolese Srl, nasce nel 1953 da un gruppo di vetrai esperti. L’azienda, che si tro- va nella via Livornese in direzione di Vinci, ha realizzato con il tempo una vasta gamma di vasi, vasetti per uso alimentare e domesti- co, speciali contenitori fantasia, bottiglie con innovativo design. Abbandonato il colore ver- de scuro per il “mezzobianco”, oggi produ- ce una colorazione di verde chiaro che lascia trasparire il prodotto all’interno dell’ogget- Fig. 4. Ditta Marw, to in vetro. A chi fosse interessato a condurre ricerche la produzione, sull’arte vetraria locale segnaliamo il Centro Documen- Cerreto Guidi museo della collegiata di sant’andrea a empoli 158 tazione Vetro, situato ad Empoli nel Palazzo Ghibellino in piazza Farinata degli Uberti, presso l’Archivio Stori- co del Comune. Qui si potrà reperire documentazione storica sull’arte vetraria e informarsi sugli eventi, le mo- stre e i convegni organizzati nel territorio. Una biblio- teca specialistica, in progressivo incremento, invita lo studente alla consultazione di riviste e di materiale mul- timediale sulla storia del vetro. Recentemente è inoltre stato acquisito dall’amministrazione comunale il Ma- gazzino del Sale per l’allestimento del Museo del Vetro di Empoli. Sebbene la tradizione ci insegni che Empoli e il suo com- prensorio vantino tra le più importanti attività quelle ine- renti al vetro, alla ceramica o all’originale settore nauti- co – nel caso specifico del comune di Limite – il com- parto della moda ha avuto un ruolo importante per l’e- conomia della zona e ancora oggi, seppur con gli effet- ti di una crisi più generalizzata, ha reso possibile un be- nessere diffuso. Nell’ultimo dopoguerra e sulla spinta di necessarie “commesse” militari di cappotti e scarpe re- sistenti, nacquero molte piccole attività imperniate sul- la produzione di abbigliamento: l’occupazione femmi- nile era per la maggior parte dedita al taglio e alla cuci- tura dei capi, mentre le abili mani degli uomini, da tem- po impegnati nella lavorazione del cuoio e della pelle, gettarono le basi per un nuovo vero e proprio distretto industriale. Negli anni Ottanta Empoli ha raggiunto il culmine dello sviluppo per il vestiario da donna, gli shearlings, i cappelli e i trenches, affiancati da un note- vole numero di ricamifici e bottonifici, come la Sagit Bottonificio Fontanelli Srl, che produce e distribuisce molte varianti di bottoni e realizza accessori impiegati nella confezione di capi in pelle e pellicceria. Sono circa cinquecento le aziende presenti nel territo- rio e oggi in particolare la produzione riguarda capi in

artigianato artistico ed enogastronomia 159 pelle come shearling, pellicce e impermeabi- li, oltre a cappotti e giacche da donna. Que- sto settore copre circa un terzo della produ- zione nazionale. Famoso in tutto il mondo, il settore conciario ha il suo polo produttivo nella vicina Santa Croce sull’Arno, con di- ramazioni a Fucecchio e nella frazione di (San Miniato) fino a interes- sare anche Cerreto Guidi, che vanta piccole aziende di pelletteria e accessori per l’abbi- gliamento. Si tratta di una artigianato diffu- so e organizzato in una rete di piccole realtà produttive molto spesso sommerse, come la grande parte di lavoranti a domicilio che per lungo tem- Fig. 5. Essiccazione po hanno collaborato nelle imprese di confezioni. della pelle Prima di lasciare Empoli, ci concediamo un piccolo tuffo nel ricco mondo gastronomico della zona per ricordare quello che è da sempre considerato il prodotto tipico della città: il carciofo. Il carciofo empolese è una vera e propria varietà di carciofo, diversa nella forma e nel co- lore e per questo facilmente riconoscibile tra le altre va- rietà di questo ortaggio. Seppure oggi la produzione di carciofi dell’empolese non possa certo essere considera- ta massiccia come nei tempi passati (esistono poche aziende agricole che si dedichino alla produzione in- tensiva e su larga scala del carciofo. Pochi produttori lo- cali faticano a rimanere nel grande mercato agricolo), la sua storica presenza nel territorio ha fatto sì che il car- ciofo divenisse un vero e proprio prodotto tipico nella tradizione gastronomica della zona. Le caratteristiche tipiche del carciofo sono il colore che sfuma dal verde intenso fino al violaceo, la forma consistente e robusta, la quasi totale mancanza di spine. Il carciofo empolese trova nel terreno fertile e pianeggiante e nel clima umi- do della zona il suo principale punto di forza. La sua museo della collegiata di sant’andrea a empoli 160 produzione tipica si prolunga nel tempo, fino ad arrivare spesso al mese di giugno (fatto inconsueto per questo tipo di ortaggio). Em- poli ha fatto della produzione dei carciofi uno dei suoi principali ves- silli che ha reso la città famosa non solo in Toscana, ma anche nel re- sto d’Italia. Un vecchio detto to- scano suonava circa così: «A Em- Fig. 6. poli ci nascono solo i carciofi». Seppure nasconda un’ac- Coltivazione del carciofo cezione tipicamente dispregiativa, il modo di dire evi- denzia in quale misura il carciofo sia da sempre legato alla città. La tradizione gastronomica empolese usa con- sumare il carciofo nei modi più svariati, sia crudo con- dito solo con poco olio e limone, sia bollito, fritto, stu- fato o semplicemente saltato in padella. Due in parti- colare le ricette a base di carciofi che sono rimaste tipi- che della zona: i carciofi ritti e il risotto empolese. La pri- ma ricetta trova nella varietà empolese di questo ortag- gio il connubio perfetto. Le così dette “mamme”, ovve- ro carciofi di grandi dimensioni con foglia larga e privi di spine, sono la base di questo stufato di carciofi ripie- ni, appoggiati nella pentola in verticale e per questo det- ti “ritti”. I carciofi vengono riempiti con i loro stessi gambi fatti a pezzetti e un battuto di prezzemolo, aglio e pan grattato. Vengono poi cotti in olio con aggiunta di un po’ di vino bianco. Si consumano semplicemen- te “sfogliandoli” come se fossero in pinzimonio, gu- standone la parte finale, più tenera e saporita. A base del solo cuore di carciofo è invece il risotto empolese. Per questa ricetta i carciofi vengono tagliati a fette sottili e messi a riposo in un liquido composto di acqua e limo- ne per evitare che il carciofo assuma il tipico colore scu- ro. Si passano quindi in poca farina e si fanno rosolare

artigianato artistico ed enogastronomia 161 con poco olio e un battuto di cipolla. Intanto si prepa- ra il riso con un battuto di cipolla e vino bianco. Appe- na sfumato il vino si aggiungono i carciofi e si procede alla cottura del riso come di consueto. Si tratta di un piatto particolarmente gustoso, adatto ai mesi inverna- li, ma gradevole anche servito tiepido, nei mesi più cal- di. Ovviamente, per gustarne appieno le caratteristiche è necessario procurarsi il tipico carciofo empolese. Dopo questa breve digressione gastronomica, lasciamo Empoli per dirigerci verso la vicina Montelupo Fioren- tino, patria della ceramica. Per farlo seguiamo la via To- sco Romagnola attraversando le frazioni di Fibbiana e San Quirico, fino a immetterci nella via intitolata a un prestigioso cittadino del passato: Baccio da Montelupo. Ancora oggi a Montelupo si fabbricano ceramiche arti- stiche per l’arredo della casa e del giardino. I modelli so- no tantissimi: pannelli, soprammobili, orci, stoviglieria, e riproduzioni di antichi classici. Per conoscere la storia della ceramica montelupina è consigliata una visita al Museo Archeologico e della Ceramica di Montelupo, che testimonia la vastità della produzione con i nume- rosi reperti archeologici provenienti dal territorio, dalla Preistoria alla fine del Medioevo, e le ceramiche di fab- bricazione locale rinvenute negli scavi urbani. Sono espo- sti circa tremila esemplari restaurati, a testimonianza del- l’attività delle botteghe locali dal Basso Medioevo alla fi- ne dell’Età Moderna. Per chi fosse interessato alla visita di un’antica fornace, nei pressi dell’istituto può vedere gli ambienti di lavoro tipici dell’epoca preindustriale. Sem- pre a Montelupo è attiva la Scuola di Ceramica, destina- ta a formare nuovi artigiani e ad approfondire alcune professionalità specifiche del settore. La scuola riserva agli appassionati anche brevi corsi propedeutici o estivi. Costeggiando le mura del piccolo centro storico di Mon- telupo troviamo una nuovissima galleria d’arte contem- museo della collegiata di sant’andrea a empoli 162 Fig. 7. Fiorenza Pacino, Sono una brava mamma, 2004-2006, installazione, smalto su maiolica. Galleria d’arte “Techne”, Mon- telupo Fiorentino Fig. 8. Insegna del negozio Artisti fioren- tini a Montelupo Fiorentino Fig. 9. La Galleria di Montelupo Fiorentino

poranea, Techne che espone pittu- re e sculture in ceramica, terracot- ta, maiolica, grès e marmo dalle co- lorazioni più varie che testimonia- no una contaminazione di stili e di tendenze che si incontrano proprio nel luogo deputato a questa mate- ria. Proseguendo per la piazza pe- donale, si incontrano le botteghe La Terracotta e Artisti fiorentini, no- bile esempio della lavorazione di ferro forgiato che richiama forme e decori tipici delle coltivazioni to- scane. Vi si producono infatti lumi, lampade, lampadari, ma anche ta- voli, sedie e letti che possono esse- re personalizzati su richiesta del cliente. Tutte le decorazioni a tem- pera vengono eseguite a mano. Pro- seguiamo per le vie del centro sto- rico e troviamo La Galleria che pro- duce e vende ceramica di alto va- lore artistico personalizzando qualsiasi forma e decoro. I modelli che più ci colpiscono sono i tipici orci con de- corazioni naturalistiche e gli arlecchini. Alle Ceramiche del Borgo ci accoglie Eugenio Taccini, noto ceramista co- nosciuto anche all’estero. Le sue opere, che affondano le radici nella storia della ceramica montelupina, mostra-

artigianato artistico ed enogastronomia 163 no tutti i segni di una rinnovata vitalità. Bacili, anfore con manici a “zaffera”, la particolare lavorazione esegui- ta con un impasto vitreo di cobalto in rilievo, e i più fa- mosi arlecchini, in vendita nella bottega-laboratorio, af- fiancano la Storia di Pinocchio, grandi pannelli cerami- ci che ripercorrono l’epopea del burattino. Dopo un breve percorso tra le botteghe di ceramica, ci spostiamo in direzione di Capraia e Limite e, oltrepassa- to l’abitato di Montelupo Fiorentino, merita una sosta la storica ditta Rigatti, fondata nel 1910 per la produzione in paglia di fiaschi e damigiane e poi sviluppatasi con la pro- duzione del tipico vetro verde di Empoli, esportando an- che nel nord America oggetti di fantasia impagliati. Ne- gli anni Settanta, per esigenze di mercato, è stata amplia- ta la linea degli articoli secondo la moda e le tendenze. At- tualmente, la ditta Rigatti distribuisce sul mercato nazio- nale ed estero articoli per la tavola, il rega- lo e l’arredamento in vetro colorato, tra- sparente e decorato. Per conoscere un’antica manifattu- ra per la lavorazione della terracot- ta bisogna raggiungere l’abitato di Capraia. Qui, lungo il fiume, si tro- va la ex Fornace Pasquinucci, nata agli inizi dell’Ottocento e attiva fino agli anni Sessanta del Novecento, re- centemente restaurata e adibita a centro espositivo. Nel cortile della fornace vediamo esempi di “trogo- li” per la disidratazione dell’argilla oppure di “terrai”, vasche più pic- cole con i muretti intorno e quel

Fig. 10. Arlecchino di Eugenio Taccini Fig. 11. Rigatti, Montelupo Fiorentino museo della collegiata di sant’andrea a empoli 164 Fig. 12. Trogoli per la disidratazione del- l’argilla. Ex Fornace Pasquinucci, Capraia Fig. 13. Ex Fornace Pasquinucci, Capraia Fig. 14. Manufatti in mostra alla Ex For- nace Pasquinucci, Capraia

forno che per quasi un secolo ha cotto pentole, tegami, scaldini, bra- cieri e conche oltre ai caratteristici vasi da fiori e ai salvadanai. Al pri- mo piano dell’edificio sul muro della sala detta “dei tornitori”, è an- cora visibile l’insegna originale del- l’antica fornace. Nella zona indu- striale di Capraia la produzione del vetro, come in tutto il comprenso- rio, riserva alcuni esempi d’eccel- lenza. La ditta Timon, nata intor- no agli anni Trenta del Novecento, realizza decori a mano con cottura a gran fuoco, molature e decora- zioni personalizzate su articoli in vetro e cristallo, bicchieri, calici e oggettistica da regalo. Costruirsi da soli le imbarcazioni e le infrastrutture necessarie alla navigazione sono state per molto tempo, addirittura dal xv secolo, le prerogative degli artigiani di Li- mite, i navicellai, i calafati, gli scafaioli, i maestri d’a- scia, i segantini che, grazie all’enorme quantitativo di legname proveniente dai boschi della zona, sviluppa- rono una redditizia industria costruttiva. Entrambe, Capraia e la vicina Limite erano dedite a due differen- ti attività produttive di grande interesse. Con la nasci-

artigianato artistico ed enogastronomia 165 ta della ferrovia, nella metà dell’Ottocento, la catego- ria più colpita da questo cambiamento fu quella dei na- vicellai, che in breve tempo scomparve. I costruttori di imbarcazioni furono costretti a cambiare la produzio- ne fluviale dedicandosi alla realizzazione di scafi di ti- po medio e medio-grande. Con il secondo dopoguerra Capraia ridusse molto la produzione di stoviglie, vasi e terrecotte mentre Limi- te, storicamente dedito alla cantieristica, subì notevoli trasformazioni con la scomparsa del grande cantiere e la nascita di nuovi settori produttivi, come quello del- la meccanica navale e del legno. Proprio a Limite sul- l’Arno esiste un Centro Espositivo della Cantieristica e del Canottaggio, nato grazie alla collaborazione dell’Am- ministrazione Comunale e della Società Canottieri Li- mite. Nel Centro si potrà approfondire la storia di que- sta produzione ammirando riproduzioni di modelli di imbarcazioni in miniatura costruiti nei cantieri navali limitesi oltre ad immagini d’epoca, arnesi e documen- tazione più recente. Durante il mese di settembre da non perdere il tradizionale Palio della Montanta una sfida sui “gozzi’’ fra gli equipaggi dei quattro rioni cittadini.

La selezione delle aziende è stata realizzata a discrezione degli autori e non può considerarsi in alcun modo esaustiva rispetto alle aziende presenti nel- l’area citata. Si ringraziano le aziende artigiane per la disponibilità a col- laborare durante la fase di ricerca. Grazie a tutti i responsabili dei Co- muni dell’Empolese Valdelsa. Si ringrazia il Consorzio Centro Vetro Em- poli e in particolare Lucia Ceccanti. museo della collegiata di sant’andrea a empoli 166 Aziende artigianali

Empoli Tel. 0571 592912 Fax 0571 590316 consorzio centro vetro [email protected] empoli Piazza Guido Guerra, 13 50053 - Empoli Capraia e Limite Tel. 0571 72000 Fax 0571 79968 ex fornace pasquinucci [email protected] Per informazioni: www.centrovetro.it Ufficio cultura del Comune Piazza Dori italiani crystal s.n.c Capraia Fiorentina Via del Terrafino, 24 50056 - Capraia e Limite 50053 - Empoli Tel. 0571 978124 Tel. 0571 81545 www.comune.capraia-e- Fax 0571 79968 limite.fi.it www.centrovetro.it [email protected] [email protected] limite.fi.it SVE – società vetraria empolese srl terrecotte florentia Via Livornese, 158 Via delle Ginestre, 24-26 50053 - Empoli 50056 - Capraia e Limite Tel. 0571 80346 Tel. 0571 583791 Fax 0571 82381 Fax 0571 583791 terrecottefl[email protected] centro documentazione vetro timon s.n.c Comune di Empoli, Via E. e P. Salani, 20 Palazzo Ghibellino Zona industriale Limite Piazza Farinata degli Uberti 50050 - Limite 50053 - Empoli Tel. 0571 979780 Tel. 0571 537044 Fax 0571 57090 Fax 0571 757832 [email protected] [email protected].fi.it ceramiche d’arte arno s.n.c. sagit bottonificio Via A. Negro, 3 fontanelli srl 50050 - Limite sull’Arno Via Campania, 23 Tel. e fax 0571 57670 50053 - Empoli www.ceramichearno.it

artigianato artistico ed enogastronomia 167 la bottega della ceramica Montelupo Fiorentino Via Cavour, 3 50050 - Limite sull’Arno consorzio ceramica Tel. e fax 0571 979528 di montelupo www.labottegadella Via Cento Fiori, 32 ceramica.it 50056 - Montelupo Fiorentino Tel. e fax 0571 542413 centro espositivo [email protected] della cantieristica e del canottaggio museo archeologico e della Per visite guidate ceramica di montelupo su prenotazione: Via Bartolomeo Sinibaldi, 43 Ufficio cultura del Comune 50056 - Montelupo Fiorentino Piazza Battisti, 1 Tel. 0571 51352-51087-51543 50050 - Limite sull’Arno Fax 0571 911421 Tel. 0571 978124-3 www.museomontelupo.it [email protected] limite.fi.it scuola di ceramica www.comune.capraia-e- di montelupo fiorentino limite.fi.it Via Caverni, 163 50056 - Montelupo Fiorentino palio della montanta Tel. 0571 541111 Per informazioni: www.agenziasviluppo.it Ufficio cultura del Comune [email protected] Piazza Battisti, 1 50050 - Limite sull’Arno eugenio taccini Tel. 0571 978124-3 Via G. Marconi, 2-4 [email protected] 50056 - Montelupo Fiorentino limite.fi.it Tel e fax 0571 518856 www.comune.capraia-e- www.eugeniotaccini.com limite.fi.it [email protected]

museo della collegiata di sant’andrea a empoli 168 Aziende enogastronomiche

tenuta san vito in fior di selva Fax 0571 671931 Via San Vito, 32 [email protected] 50050 - Montelupo F.no www.poggiocapponi.it Tel. 0571 51411 Fax 0571 51405 fattoria la castellina [email protected] loc. Castra www.san-vito.com 50056 - Capraia Fiorentina Tel. e fax 0571 57631 agriturismo petrognano Cell. 329 4279840 Via Bottinaccio, 116 [email protected] 50056 - Montelupo Fiorentino www.fattoriacastellina.com Tel. 0571 913795 Fax 0571 913796 tenuta cantagallo [email protected] Via Valicarda, 35 www.petrognano.it 50056 - Capraia Fiorentina Tel. 0571 910078 fattoria poggio capponi Fax 0571 583399 Via Montelupo, 184 winetourism@enricopierazzuo- 50056 - Montelupo Fiorentino li.com Tel. 0571 671914 www.enricopierazzuoli.com

artigianato artistico ed enogastronomia 169

Glossario Valentina Tiracorrendo Affresco che, inviato da Dio, le annuncia la na- Tecnica di pittura su supporto mura- scita di un figlio concepito dallo Spi- le che utilizza come legante la calce del- rito Santo. Tre gli elementi essenziali: l’intonaco con la quale il muro è pre- la Vergine, l’angelo e la colomba dello parato. Spirito Santo, il cui tragitto, spesso tracciato da un fascio di luce, rappre- Altare senta l’incarnazione di Cristo attra- Tavola sulla quale il sacerdote celebra verso lo Spirito Santo. Attributi ricor- il sacrificio eucaristico, che ha assunto renti di Maria sono: il giglio bianco, la forma della mensa dell’Ultima Ce- segno di verginità e purezza; il vaso che na. Nelle sue forme più complesse ol- spesso lo contiene, simbolo dell’In- tre alla mensa (la parte superiore pia- carnazione; il libro del quale inter- na) e al paliotto (la parte sottostante rompe la lettura all’arrivo dell’angelo. alla mensa, visibile dai fedeli), pog- gianti su una predella (il gradino o i Apocalisse gradini sui quali poggia l’a.), sono pre- Dal greco «rivelazione», il termine si senti anche una pala, ed un ciborio che riferisce agli scritti che, per ebrei e cri- sovrasta l’altare stesso. stiani, rivelano i progetti divini per l’u- manità. Molte opere letterarie del giu- Ambrogio di Baldese daismo portano questo nome e, nel (Firenze 1352-1429) Nuovo Testamento (fine del ii secolo) Pittore fiorentino, iscritto all’Arte dei il testo attribuito a Giovanni Evange- Medici e degli Speziali nel 1372, fu au- lista. Nei primi cinque capitoli Gio- tore di numerose tavole e affreschi, in vanni racconta di alcuni simboli di co- parte eseguiti in collaborazione con lui che redimerà l’umanità dalla lotta Niccolò Gerini, oggi perduti. L’attri- contro il male; dal sesto al diciottesi- buzione all’autore, non unanimemen- mo sono descritti gli avvenimenti che te condivisa, dei frammenti della de- porteranno alla fine del mondo; i due corazione dell’ex Palazzo dei Giudici e successivi capitoli raccontano il ritor- Notai a Firenze, ha consentito una par- no di Cristo sulla terra e il Giudizio ziale ricostruzione della sua attività. Se- Universale; gli ultimi due si chiudono guace dei fratelli Cioni, in una fase più con la descrizione della Gerusalemme matura si avvicina ai modi di Niccolò celeste. Gerini e propone soluzioni non dissi- mili da quelle di Mariotto di Nardo. Aula Dell’autore si ricorda la Madonna col Nell’architettura cristiana indica la na- Bambino fra i santi Caterina, Giovan- vata unica di una chiesa. ni Battista, una santa martire, san Pie- tro e Angeli oggi presso la Pinacoteca Bandini, Giovanni Vaticana di Roma (1380-1385). (Firenze 1540 ca.-1599) Scultore allievo di Bandinelli, alla Annunciazione morte del maestro ne continua l’atti- L’episodio è narrato nel Vangelo di Lu- vità portando a termine la balaustra ca: Maria riceve nella sua casa di Na- del coro del duomo di Firenze. Svol- zareth la visita dell’arcangelo Gabriele ge quindi una lunga attività presso museo della collegiata di sant’andrea a empoli 172 l’Opera del duomo. A seguito della ri- Botticini, Francesco (Firenze 1446-1498) valità col Giambologna, accetta l’in- Pittore allievo di Neri di Bicci, lavorò vito del duca della Rovere di trasferir- con Cosimo Rosselli e subì l’influenza di si a Urbino, città dove la sua vena crea- Andrea del Castagno, mostrando una tiva si emancipa, in parte, dai modi sensibilità per gli effetti di luci ed om- del maestro. bre che lo avvicina al Verrocchio degli esordi. Nelle produzioni più felici cer- Bicci di Lorenzo ca di mediare la lezione del Verrocchio (Firenze 1368 ca.-Arezzo 1452) e di Botticelli con un compiaciuto rea- Pittore e architetto, figlio di Lorenzo di lismo fiammingo. Opera documenta- Bicci, nel 1405 eredita la bottega pa- ta è il Tabernacolo del Santissimo Sacra- terna, che rimane operosa nel corso di mento (1484-1491) per la collegiata di tutta la prima metà del Quattrocento, Empoli (ora al Museo) nella quale la- ricevendo commissioni di alto presti- vorò anche il figlio Raffaello. Questi gio; tra queste si ricorda l’esecuzione dimostra una maniera più affrettata ri- per i Medici del ciclo di affreschi con spetto a quella del padre, connotata da Uomini Illustri nel palazzo di Via Lar- un generico eclettismo, che fonde gli ga, documentato da Vasari, e il ciclo di ultimi residui della tradizione del Quat- affreschi raffiguranti gli Apostoli ese- trocento fiorentino con suggestioni guito per la consacrazione della catte- tratte da Lorenzo di Credi, Granacci e drale di Firenze nel 1434. Legato alla Ridolfo del Ghirlandaio. cultura del tardo Trecento fiorentino, si attarda sui modi del Gotico fiorito Botticini, Raffaello interpretati con la grazia propria alla (Firenze 1474-notizie fino al 1520) pittura cortese. V. Botticini Francesco. Botticelli, Sandro, Sandro Filipepi, Buglioni, Benedetto (1461-1521) detto il (Firenze 1445-1510) Scultore italiano autore di terrecotte La sua opera pittorica testimonia una invetriate policrome nella scuola dei precoce sintesi tra la fluidità lineare di della Robbia, ma aperto anche agli in- Filippo Lippi e la plastica saldezza com- flussi del Verrocchio, fu largamente at- positiva del Verrocchio, dei quali fu al- tivo in Toscana e nell’Italia centrale. lievo. Il linguaggio vibrante e sottil- Dell’autore si ricorda la Santa Cristina mente intellettuale che caratterizza la nella collegiata di Bolsena. Con la mor- sua produzione degli anni 1470-1485 te del nipote Santi di Buglioni, erede riflette emblematicamente la tenden- della sua bottega e del “segreto” rob- za fantastica della Firenze umanistica, biano della lavorazione della terracot- volta alla trasfigurazione platonica del- ta a maiolica, nel 1576, giunge a ter- la realtà in bellezza e in mito. Il ritmo mine la lunga tradizione fiorentina del- e l’espressività che caratterizzano la sua la terracotta invetriata. successiva produzione sembrano esprimere invece le tensioni e i limiti Cassone degli ideali umanistici nel contesto di Antico mobile costituito da una cassa una rinnovata spiritualità pietistica di rettangolare con coperchio a cerniera, matrice savonaroliana. in uso nell’arredamento dal xiv fino al

glossario 173 xvii secolo per riporvi arredi, abiti, de- Codice nari o altro, serviva anche come sedile. Manoscritto antico composto da più carte rilegate a libro, prima di papiro Cenni di Francesco di ser Cenni e poi di pergamena, contrapposto al (Firenze, notizie 1369-1415 ca.) volumen, cioè all’insieme di fogli av- Pittore e miniatore fiorentino si im- volti a rotolo. I c.i accoglievano spesso matricola presso l’Arte dei Medici e de- ricche decorazioni miniate. L’uso si dif- gli Speziali nel 1369 e per vari decenni fuse dal i secolo d.C. e perdurò fino al- svolge una fervida attività, sia a Firen- l’invenzione della stampa. ze che nei dintorni. Influenzato dai V. miniatura. modi del cosiddetto Maestro della Mi- sericordia e di Giovanni del Biondo, Cristo in Pietà di cui fu anche collaboratore. Con la Con tale denominazione si indica sua maniera loquace e discorsiva fu uno l’immagine iconografica dell’Uomo di dei massimi divulgatori del gusto tar- dolori, ovvero di Cristo che mostra le dogotico nella pittura fiorentina. Del- piaghe delle mani, del costato e dei l’autore si ricorda la Vergine col Bam- piedi; talvolta ha accanto a sé gli stru- bino circondata da personificazioni di menti della Passione. Rappresentazio- Virtù, eseguita in collaborazione col ne ispirata dalla tradizione devozio- Maestro della Madonna Lazzeroni nel nale, l’episodio non è narrato nei Van- Palazzo Comunale di San Miniato geli. (1393). Crocifisso/Crocifissione Ciborio Culmine della Passione di Cristo, la sua Tabernacolo di marmo situato solita- rappresentazione mostra Gesù inchio- mente sopra l’altare maggiore, nel qua- dato a una croce eretta fra altre due, le si custodisce la pisside; chiuso spes- destinate a due ladroni. I quattro Van- so da uno sportellino in materiali pre- geli variano nella descrizione dell’epi- ziosi e variamente decorato. Si inten- sodio, ma tutti concordano sulla pre- de anche la pisside stessa. senza di alcune donne all’accaduto, fra le quali Maria madre di Gesù, Maria Cigoli, Ludovico Cardi, madre di san Giacomo minore e Ma- detto il (Castelvecchio di Cigoli, ria Maddalena. Giovanni solo indica Firenze 1559-Roma 1613) la propria presenza alla Crocifissione. Pittore e architetto, studia la maniera La tradizione delle croci dipinte, sul del Barocci, del Correggio e di Tizia- supporto ligneo, nasce nell’Italia cen- no sui quali aggiorna l’accademismo trale del xii secolo; in queste Gesù cro- della tarda Maniera fiorentina. Fu an- cefisso compare nella tipologia del Ch- che allievo e collaboratore di Buonta- ristus triumphans, cioè come trionfa- lenti; tra le sue realizzazioni architet- tore sulla morte. Agli inizi del xiii se- toniche si ricorda il cortile del Palazzo colo si afferma la tipologia del Cristo non finito a Firenze. Determinante la morto, la cui iconografia deriva dal Ch- sua influenza per la svolta della pittu- ristus patiens d’ispirazione bizantina, ra fiorentina del Seicento. Dipinse nu- ma è debitrice anche dalla coeva pre- merose pale d’altare. dicazione francescana: il Cristo soffe- museo della collegiata di sant’andrea a empoli 174 rente ha la testa reclinata sulla spalla e in metallo, analogamente alla tecnica gli occhi chiusi, il corpo incurvato in dell’ argentatura, si procede con l’amal- uno spasimo di dolore. gama: lega di oro puro, o argento, e mer- curio che, stesa sul metallo opportuna- Cuoco, Giuseppe Cantini mente preparato e riscaldato, compor- da Bibbiena, detto il ta l’evaporazione del mercurio e l’ade- (attivo alla metà del secolo xviii) sione del metallo prezioso al supporto. Personalità ignota ai repertori di sto- ria dell’arte. La sua unica opera nota, Dossale il marmoreo San Rocco oggi presso il Drappo lavorato per la copertura di Museo della Collegiata di Empoli mobilio o oggetti di riguardo. Si in- (1757), testimonia una cultura classi- tende anche il riquadro, contenente cheggiante di ispirazione neocinque- opera di pittura o di oreficeria, posto centesca, tipica dell’ambiente scultoreo dietro l’altare o sul piano della mensa. fiorentino del secondo Settecento. Empoli, Jacopo da (Firenze 1551-1640) Deposizione Nato e vissuto a Firenze, deve il suo La scena rappresenta Gesù che, già nome alle origini della sua famiglia. Fu morto, viene messo giù dalla croce. Ni- seguace del pittore e architetto tosca- codemo e Giuseppe d’Arimatea, due no Santi di Tito nel sostenere una rifor- ebrei divenuti cristiani, si recarono sul ma antimanierista, sulle direttive del luogo della Crocifissione: secondo al- Concilio di Trento. La sua opera ri- cune descrizioni tratte dai Vangeli apo- sente dell’influenza dei grandi maestri crifi, issate due scale ai lati della croce, del primo Cinquecento, in particola- Nicodemo liberò dai chiodi il Salva- re Andrea del Sarto e Pontormo, ma te- tore, mentre Giuseppe d’Arimatea ne stimonia l’originale capacità dell’arti- sosteneva il corpo, quindi raccolto dal- sta di accogliere anche le novità pitto- la Madre. All’evento sono sempre pre- riche del xvii secolo. Famoso per le nu- senti la Maddalena, inginocchiata nel- merose pale d’altare che hanno in- l’atto di baciare i piedi sanguinanti di fluenzato la pittura devozionale tosca- Cristo, san Giovanni evangelista e le na dell’Ottocento, lo si ricorda anche due pie donne che avevano assistito la per la produzione di soggetto profano, Vergine durante la Passione. i ritratti e le nature morte. Desco da parto Fiorentino, Pier Francesco Sorta di vassoio di legno, spesso pre- (notizie 1474-1497) ziosamente decorato e dipinto, in uso Pittore che palesa, attraverso la sua in Toscana nel xv secolo per recare vi- opera, un colorito eclettismo influen- vande alle puerpere. zato dalla maniera di Benozzo Goz- zoli e Domenico Veneziano; ricevette Doratura numerose commissioni nel territorio Tecnica usata per l’applicazione dell’o- di Empoli; lavorò anche per Santa Ma- ro a diversi supporti. L’oro è applicato ria in Canonica a Colle Val d’Elsa ed in lamina o in polvere, secondo diverse eseguì alcuni affreschi presso la Col- procedure; per la doratura di superfici legiata di San Gimignano. Si rivela ar-

glossario 175 tista gradevole e reazionario che ri- Jacopo del Sellaio, Jacopo sponde ai gusti di una committenza di Arcangelo, detto tradizionalista. L’iperbole decorativa (Firenze 1442 ca.-1493) che connota gran parte della sua pro- Allievo di Botticelli fu artista eclettico, duzione rimane sempre contenuta da influenzato da Filippo Lippi e Ghir- una esecuzione pulita e da schemi landaio. Divide una propria bottega compositivi antiquati. con il pittore Filippo Giuliano, la cui collaborazione potrebbe spiegare la Gaddi, Agnolo qualità disuguale della produzione del- (Firenze, notizie 1369-1396) la bottega stessa. Garbato e piacevole Pittore, figlio di Taddeo, la sua opera, narratore nella decorazione di nume- dai toni garbati e fiabeschi, testimonia rosi cassoni, fu gradito alla commit- il doppio legame con lo schematismo tenza, privata e religiosa, per l’esecu- giottesco da un lato e, dall’altro, con zione di piccoli lavori devozionali. Fu le nuove suggestioni tardogotiche. Del- seppellito in San Frediano a Firenze, l’autore si ricordano importanti cicli chiesa per la quale aveva lavorato nel di affreschi, compiuti insieme ad aiu- corso di tutta la sua vita. ti, tra i quali La leggenda della Croce nel coro e le Storie di Anacoreti nella cap- Leggenda della vera Croce pella Castellani in Santa Croce a Fi- La storia della vera Croce è racconta- renze. ta nella Legenda Aurea di Jacopo da Varagine (xiii secolo) e narra la storia Incisione del legno sul quale venne crocefisso Cristo. Il legno dell’albero del Pecca- Disegno eseguito sopra una superficie to Originale, germogliato dai semi che dura, detta matrice, sia a mano, me- l’Arcangelo Michele dette a Set, figlio diante uno strumento a punta (buli- di Adamo, venne riconosciuto dalla no, ciappola), sia chimicamente, me- Regina di Saba come quello sul quale diante sostanze corrosive, a scopo de- sarebbe stato crocifisso il Salvatore; corativo o per riproduzione a stampa. verrà trovato, tre secoli dopo essere di- Per estensione si intende sia il com- venuto strumento della Passione di plesso dei mezzi tecnici usati per la ri- Cristro, dalla madre dell’imperatore produzione a stampa, sia il prodotto Costantino, dopo la conversione del ottenuto. figlio. Trafugata in Persia dal re Co- sroe nell’anno 615, che desiderava ar- Intaglio ricchire la sua collezione di oggetti di Tecnica di lavorazione a scavo. Si ot- culto, la Vera Croce verrà riportata a tiene incidendo con strumenti metal- Gerusalemme dall’Imperatore d’O- lici legno, marmo, avorio, etc. se- riente Eraclio che, mossa guerra al re guendo un disegno prestabilito. persiano, la trasportò sulle spalle nel- la città, sull’esempio di Gesù Cristo. Invetriatura Frammenti della vera croce hanno co- Detta anche “vetrina”: involucro ve- stituito la reliquia più preziosa per il troso. mondo cristiano e sono stati spesso in- V. smalto. clusi in speciali reliquari. museo della collegiata di sant’andrea a empoli 176 Leggìo opere altrove attestate come di mano Sostegno mobile su cui poggiano i li- del Maestro di Borgo alla Collina. Del- bri liturgici (Messale, Breviario, Ponti- l’autore si ricorda l’Incoronazione del- ficale, Rituale, Martirologio, Cerimo- la Vergine presso la Galleria fiorentina niale e Memoriale dei riti), talvolta so- dell’Accademia, eseguita in collabora- lidale con strutture del coro. zione con Niccolò di Pietro Gerini e Spinello Aretino e la Madonna dell’U- Lippi, Filippo miltà con angeli musicanti e donatore in (Firenze 1406 ca.-Spoleto 1469) ginocchio (1400-1405), di controversa Pittore fiorentino, conosce Masaccio attribuzione presso il Museo di Santa presso il convento del Carmine a Fi- Croce a Firenze. renze e diviene seguace della plastica sintesi luminosa propria al maestro; la- Lorenzo Monaco, al secolo Piero di vora a Firenze e Padova. Fortemente Giovanni (Siena 1370 ca.-Firenze 1423) influenzato da Donatello (Madonna di Pittore prossimo a Spinello Aretino e Tarquinia, 1437), ricordiamo tra le sue Agnolo Gaddi, nel 1390 entra nel con- opere gli affreschi della cappella mag- vento fiorentino di Santa Maria degli giore del duomo di Prato (1452-1464), Angeli dove apprende l’arte della mi- capolavoro di equilibrio e freschezza niatura, affermandosi quindi come cromatica del pittore che seppe tra- massimo rappresentante della cosid- durre la maniera di Masaccio e del- detta Scuola degli Angeli. Copiosa e l’Angelico in accenti più profani, pur spesso di tono monumentale è la pro- preludendo alla lirica spiritualissima duzione, prevalentemente pittorica, del suo scolaro Sandro Botticelli. degli ultimi anni, nella quale mantie- ne tuttavia l’esattezza del segno e l’a- Lorenzo di Bicci (Firenze 1350 ca.-1427) more per i colori squillanti derivati dal- Pittore dalla maniera sciolta e rapida la pratica della miniatura, collocando- rappresentante della corrente più tra- si nella corrente del Gotico interna- dizionalista della pittura fiorentina del- zionale con una fisionomia eterodos- la fine del xiv secolo, fu a capo di una sa, devozionale e lievemente arcaicista. importante bottega che ebbe tra i suoi prosecutori il figlio Bicci e il nipote Ne- Madonna col Bambino ri di Bicci. L’iconografia bizantina della Madon- na ieratica e frontale, con in braccio il Lorenzo di Niccolò di Martino Bambino vestito e benedicente, in pie- (Firenze, documentato 1391-1411) di e di spalle alla Madre, è presente in Allievo di Niccolò di Pietro Gerini e suo Occidente già dall’vii secolo. Intorno abituale collaboratore condivise con il al xiv secolo si affermano invece tipo- maestro l’interpretazione prosastica e logie che sottolineano l’aspetto terre- talvolta popolaresca dei soggetti. La no e intimo del rapporto tra la Madre sua opera è scarsamente documentata e il Figlio, i cui vari atteggiamenti ed at- e difficilmente distinguibili sono gli tributi identificano differenti tipi ico- interventi di Lorenzo nelle opere ese- nografici. Uno di questi è quello della guite insieme al maestro. Per prossi- Madonna del latte: i primi esempi, di mità stilistica gli sono state attribuite derivazione orientale, si affermano in-

glossario 177 torno al xii secolo, ma tale rappresen- Lorenzo, cresciuto artisticamente a tazione conosce ampia diffusione in fianco di Neri di Bicci, sa cogliere con Occidente soprattutto fra il Quattro e sagace eclettismo le novità rinasci- il Cinquecento: la Madre è in posizio- mentali portate da Beato Angelico e ne eretta, con il capo reclinato verso il Domenico Veneziano che traduce con Figlio, che tiene in braccio. Il Figlio suc- agilità in un linguaggio dialettale e ac- chia il latte dal seno che pudicamente cattivante. fa capolino dalla tunica della Madre. La ripresa della devozione alla Vergine Maiolica ad opera soprattutto degli ordini men- Tecnica di smaltatura applicata alla ce- dicanti ha favorito la produzione di ramica che impiega una vernice a ba- molte tavole con questo soggetto. se di silicato di potassio, ossido di piombo e stagno. Applicato lo smalto Madonna del latte si procede alla decorazione dell’ogget- V. Madonna col Bambino. to con colori a base di ossidi metallici e, infine, all’applicazione di una co- Maestro di Borgo alla Collina perta vetrosa che conferisce lucentez- (attivo nella prima metà del secolo xv) za all’oggetto. Dopo la cottura viene Maestro fiorentino operante tra la fi- applicato il cosiddetto lustro, un pig- ne del Trecento e gli inizi del Quat- mento che determina un caratteristi- trocento, rivela l’appartenenza a quel- co riflesso metallico. La m. consente la corrente estrosa inaugurata a Firen- l’uso di pochi colori per la difficoltà ze dallo Starnina, del quale il pittore ri- della loro resistenza alla cottura. prende i modi e i toni, in varianti tal- volta più grossolane e semplificate. La Masolino da Panicale, Tommaso di sua personalità è stata ricostruita dal- Cristoforo Fini, detto la critica a partire dal dipinto su tavo- (Panicale 1383?-1440 ca.) la proveniente dalla chiesa di San Do- Pittore ancora in parte legato al gusto nato a Borgo alla Collina raffigurante gotico, non è insensibile alle rivolu- una Madonna col Bambino e santi da- zionarie teorie prospettiche del Quat- tato 1423 (ora presso Castel San Nic- trocento. Non si conosce è la sua pro- colò ad Arezzo). duzione anteriore al 1423; al 1425 risa- le la collaborazione dell’artista con Ma- Maestro di Signa saccio per la realizzazione della (attivo nel secolo xv) Sant’Anna degli Uffizi e degli affreschi Il nome è tratto dall’opera più impor- della cappella Brancacci nella chiesa tante e significativa di questa ignota del Carmine a Firenze, opere entram- personalità artistica, ovvero gli affre- be continuate da Masaccio, quando, schi, datati 1462, raffiguranti le Storie nel settembre del 1425, Masolino vie- della beata Giovanna in San Giovanni ne chiamato alla corte di Ungheria. Battista a Signa. Il pittore risulta atti- Del 1428 sono gli affreschi nella cap- vo nella periferia fiorentina intorno e pella di santa Caterina in San Cle- dopo la metà del xv secolo, distin- mente a Roma; nel 1435, a Castiglione guendosi per uno stile schietto e po- Olona (Varese), decora la volta della polaresco. Probabile allievo di Bicci di collegiata con Storie della Vergine e il museo della collegiata di sant’andrea a empoli 178 battistero con le Storie del Battista, pro- cacciagione, ecc. contrapposti alle raf- ponendo suggestioni luminose che figurazioni pittoriche di esseri viventi. sembrano preludere a Domenico Ve- neziano, pur permanendo, il gusto in- Navata cantato della favola medioevale. La parte di una chiesa delimitata da due file longitudinali di colonne o pi- Miniatura lastri. Quando la chiesa non è scom- Arte di illustrare e decorare grafica- partita in più navate si dice ad aula. mente testi manoscritti («miniare», che significa «colorire in rosso», deriva dal- Nelli, Suor Plautilla, Pulisena la parola ‘minimum’ con la quale nel o Polisenna, detta (Firenze 1523-1588) Medioevo si indicava il cinabro o sol- Monaca dal 1537 con il nome di Plau- furo di mercurio, di colore rosso vivo, tilla nel convento di Santa Caterina a usato per dipingere le iniziali degli an- Firenze, come pittrice fu allieva di Fra tichi codici). Per estensione si intende Paolino da Pistoia. Attraverso il mae- qualsiasi dipinto di piccolo formato stro orienta il suo stile sui modi di Fra eseguito con minuzia di particolari. La Bartolomeo, interpretati alla luce di pittura, su carta o pergamena, oppor- un pesante rigorismo devozionale in- tunamente trattata per accogliere i pig- fluenzato dal clima della controrifor- menti, si eseguiva in modo più o me- ma. Assai lodata fu l’Adorazione dei no complesso, secondo l’evolversi de- Magi, oggi presso la Galleria Nazio- gli stili e la maggiore o minore dispo- nale di Parma. Dell’autrice si ricorda nibilità dei colori. anche l’Ultima Cena nel Cappellone degli Spagnoli in Santa Maria Novel- Mino da Fiesole (Fiesole 1429-1484) la a Firenze. Scultore allievo di Antonio Rossellino e di Desiderio da Settignano, è inizial- Neri di Bicci (Firenze 1419-1491 ca.) mente attivo come ritrattista a Firen- Pittore fiorentino nipote di Lorenzo di ze, Roma e Napoli. Tornato a Firenze Bicci, eredita la bottega dal padre nel prosegue l’attività impiegandosi anche 1452. Pur mantenendo uno stretto le- nella scultura funeraria. Quindi è a game con il gusto gotico della botte- Volterra, Prato, dove esegue le scultu- ga paterna elabora un personale stile re per il pulpito del duomo di Anto- eclettico che palesa la rivisitazione dei nio Rossellino, e a Roma. Artista eclet- grandi artisti del secondo Quattro- tico interpreta con grazia gli ideali cento fiorentino. Della sua vasta pro- umanistici del Rossellino. duzione ricordiamo la Madonna col Bambino in trono fra quattro santi, del Natura morta 1452 (Museo Diocesano di San Mi- Nelle arti figurative tale espressione in- niato, Pisa). dica un genere pittorico affermatosi nei Paesi Bassi intorno alla metà del Niccolò di Pietro Gerini xvi secolo e poi diffusosi nel resto d’Eu- (Firenze, notizie 1368-1415) ropa, caratterizzato da soggetti costi- Pittore fiorentino iscrittosi all’Arte dei tuiti per lo più da interni di abitazio- Medici e degli Speziali nel 1368 è do- ni con arredi domestici, fiori, frutti, cumentato a Firenze, Prato e Pistoia.

glossario 179 Ispiratosi dapprima ai modi di Taddeo con annesso battistero, che avevano Gaddi e dell’Orcagna si avvicina in se- giurisdizione sulle maggiori chiese del guito a Jacopo di Cione e al Maestro distretto. della Misericordia, con i quali sembra abbia anche collaborato. Il suo lin- Pila (dell’acquasanta) guaggio chiaro e articolato dovette go- Acquasantiera costituita da una vasca dere di molta popolarità presso i com- sostenuta da una colonnina. mittenti fiorentini dell’ultimo Trecen- to e del primo Quattrocento. Dell’au- Giovanni Pisano tore si ricorda la Trinità presso il mu- (Pisa 1248 ca.-1319 ca.) seo Bandini di Fiesole (1370-1375) e la Architetto e scultore di grande fama, Madonna col Bambino in trono tra due allievo del padre Nicola, probabil- devoti presso il Museo Stibbert di Fi- mente collaborò con lui nel pulpito renze (1375-1380). del Battistero di Pisa e sicuramente in quello di Siena. Maturò presto uno Pala d’altare stile personale caratterizzato dalla pro- Grande tavola, dipinta o scolpita, si- pensione all’espressionismo patetico, tuata sull’altare; talvolta si compone di influenzato dalla plastica del Gotico più pannelli. Si trova spesso inserita in d’Oltralpe. Prima affermazione della una ricca cornice oppure nella strut- sua personalità autonoma è la Fonta- tura architettonica dell’altare stesso. La na Maggiore di Perugia; fu capo ma- sua parte inferiore si chiama predella. stro del Duomo di Siena tra il 1289 e V. polittico. il 1296, nel quale raggiunse un’equili- brata sintesi tra struttura architetto- Paolino da Pistoia, Fra nica e scultura; tra le sue opere sono il (Pistoia 1488-1547) pulpito della chiesa di Sant’Andrea a Monaco, allievo di Fra Bartolomeo Pistoia, quello per il Duomo di Pisa, della Porta, fu divulgatore dei suoi mo- il Monumento funebre di Margheri- di in formule più semplificate, nella ta di Lussemburgo nel Duomo di Ge- direzione di un più marcato senso de- nova. vozionale. Di Fra Paolino si ricordano l’affresco della Crocifissione (1515) in Pisside Santo Spirito a Siena, la Madonna col Coppa di argento o di altro metallo Bambino e santi, firmata e datata al prezioso, dorato all’interno e chiuso da 1525, in santa Maria del Sasso a Bib- un coperchio, nella quale si conserva- biena e le numerose opere eseguite per no le ostie consacrate. Si custodisce nel San Domenico a Pistoia tabernacolo dell’altare. La tipologia più frequente è a forma di croce. Pieve Nome con il quale, nel Medioevo, si Polittico indicavano le primitive comunità par- Dipinto o rilievo formato di tre o più rocchiali, ovvero le circoscrizioni ec- pannelli uniti tra loro sia material- clesiastiche rurali, diffuse nell’Italia set- mente, da cerniere, o cornici, che con- tentrionale e centrale, costituite da un cettualmente, attraverso i soggetti rap- territorio con una chiesa principale, presentati. museo della collegiata di sant’andrea a empoli 180 Pontormo, Jacopo Carrucci, detto il lori. A partire dall’ultimo decennio del (Pontorme, Empoli, 1494-Firenze 1556) Quattrocento il numero crescente di La formazione del pittore avviene commesse indusse Andrea ad avvaler- presso le botteghe di Leonardo, Piero si sempre più di collaboratori, tra i qua- di Cosimo e Mariotto Albetrinelli; li i cinque figli: da questa data in poi quindi frequenta la bottega di Andrea la produzione della sua bottega assu- del Sarto insieme al Rosso Fiorentino. me sovente caratteristiche decorative Fu probabilmente a Roma per studiare convenzionali. Tra le sue opere più ce- l’opera di Michelangelo. Spirito tor- lebri si ricordano i Putti posti nel por- mentato e sperimentatore, interpreta tico dell’ospedale degli Innocenti a Fi- con inquieta sensibilità il classicismo renze (1463) e i rilievi nel santuario de fiorentino cui imprime il dinamismo La Verna. di una continua, sofferta tensione cri- V. maiolica. tica, stilistica e spirituale. Dell’autore ricordiamo le Storie della Passione del- Rosselli, Cosimo (Firenze 1439-1507) la Certosa del Galluzzo (1523-1525 e la Formatosi presso la bottega di Neri di Deposizione nella cappella Capponi in Bicci, elabora un personale linguaggio Santa Felicita a Firenze. artistico non privo degli influssi di Be- nozzo Gozzoli e Baldovinetti. Opero- Predella so nella città natale, dove, tra i molti La parte inferiore di una pala d’altare, interventi, si ricordano gli affreschi per generalmente divisa in scomparti, di- la cappella del Miracolo in Sant’Am- pinti o scolpiti. brogio (1485-1486), lavora anche a Ro- ma, dove partecipa alla decorazione Presentazione di Gesù al Tempio degli affreschi delle pareti laterali del- L’usanza ebraica di offrire un tributo al la Cappella Sistina (1481). Nella sua Tempio di Gerusalemme per un nuo- bottega si formano alcuni dei prota- vo nato è accolta nell’iconografia cat- gonisti dell’ultimo Quattrocento fio- tolica e rappresentata solitamente in rentino come Piero di Cosimo e Fra un luogo sacro; nella raffigurazione Bartolomeo. dell’evento costante è la presenza del- la figura del vecchio sacerdote Simeo- Rossellino, Antonio ne, cui la Vergine affida il Bambino, e (Firenze 1427-1479 ca.) quella dell’anziana profetessa Anna che Fratello di Bernardo fu suo collabora- riconobbe in Cristo il Salvatore. tore a Firenze e a Forlì, quindi ne ere- ditò la bottega alla morte. Del 1456 è Robbia, Andrea della la sua prima opera indipendente, il Bu- (Firenze 1435-1525) sto di Giovanni Chellini, oggi al Victo- Nipote di Luca, fu suo allievo e conti- ria & Albert Museum di Londra. Nel- nuatore nella celebre e prolifica botte- la realizzazione di altari e tombe segue ga fiorentina di terrecotte invetriate. soluzioni compositive nelle quali la Sensibile alla lezione del Verrocchio, struttura spaziale raggiunge monu- passò dal classicismo di Luca a un gu- mentale unità, ed equilibrio tra le par- sto più esteriore per gli effetti pittori- ti in scultura, architettura e, non di ra- ci, ottenuti con la brillantezza dei co- do, pittura. Dell’autore si ricorda il

glossario 181 Monumento al cardinale di Portogal- legiata. Pubblicò nel 1722 una raccol- lo (San Miniato al Monte, Firenze), il ta che illustrava i modelli architetto- pulpito del Duomo di Prato (1473), la nici all’epoca più accreditati della città. tomba di Maria d’Aragona (Sant’An- na dei Lombardi, Napoli, 1475 ca.). San Domenico Domenico di Guzman, fondatore del- Rossellino, Bernardo l’Ordine dei frati predicatori Dome- (Settignano 1409-Firenze 1464) nicani, nacque a Calaroga (Castiglia) Architetto e scultore fu discepolo e col- nel 1170 circa. Divenuto sacerdote con- laboratore di Leon Battista Alberti. dusse una vita dedita alla preghiera e Legò il proprio nome all’attività di ca- alla penitenza. La riconciliazione degli pomastro della fabbrica di San Pietro eretici albigesi e la conversione dei ca- e alla sistemazione dell’antico borgo di tari al cattolicesimo furono tra i risul- Corsignano, che prese il nome di Pien- tati più importanti del suo apostolato. za da Papa Pio II Piccolomini il quale Sua intenzione era la creazione di co- ne commissionò al Nostro la riorga- munità i cui membri fossero dediti, ol- nizzazione urbanistica. Dell’autore ri- tre che alla preghiera, allo studio, al- cordiamo anche la tomba di Leonar- l’insegnamento, alla predicazione. Tra- do Bruni in Santa Croce a Firenze scorse gli ultimi anni della sua vita (1446-1447), la cui soluzione compo- (1216-1220) viaggiando in Italia, Spa- sitiva avrà grande fortuna nel genere gna e a Parigi. Gli emblemi iconogra- dei monumenti funerari. fici che lo contraddistinguono sono: la stella dorata sulla fronte, simbolo Rossello di Jacopo Franchi della sapienza, un giglio e, in epoca più (Firenze 1377-1456) tarda, un cane bianco e nero (per un Seducente pittore allievo di Lorenzo gioco di parole in cui i «Domini ca- Monaco, trasmette e diffonde la gra- nis», ovvero i domenicani, erano i fe- zia formale e il gusto dei particolari deli di Domenico e del Signore). propri del linguaggio gotico. Sua, ad esempio, l’Incoronazione di Maria at- San Francesco tualmente presso la Galleria dell’Ac- Nato nel 1181 o nel 1182 ad Assisi, figlio cademia di Firenze. di un ricco mercante sceglie una vita di assoluta povertà dedita all’aiuto de- Ruggeri, Ferdinando gli altri e alla preghiera. Ad Assisi rac- (Firenze 1690 ca.-1741) coglie una piccola comunità. La Regu- Architetto fiorentino alla corte degli la prima dell’ordine fondato da Fran- ultimi Medici, godeva di larga fama cesco viene approvata a Roma da In- nella città natale. Tra i molti e signifi- nocenzo iii nel 1210. Ritiratosi a vita so- cativi interventi realizzati per la città litaria intorno al 1224 compone il Can- di Firenze si ricordano le facciate del- tico delle creature e riceve, in estasi, le la chiesa di San Firenze (1715) e dell’o- stimmate a La Verna. Muore alla Por- ratorio di San Filippo Neri (1725), il ri- ziuncola nel 1226 e viene canonizzato facimento della chiesa di Santa Felici- due anni dopo da papa Gregorio ix. ta (1736) e il campanile di San Loren- Patrono d’Italia, viene abitualmente zo nonché a Empoli l’interno della col- rappresentato con il saio bruno o gri- museo della collegiata di sant’andrea a empoli 182 gio dei francescani con alla vita un cor- San Leonardo done a tre nodi, simbolo dei voti di po- Nato in Gallia al tempo dell’impera- vertà, castità, obbedienza. È raffigura- tore Anastasio (vi secolo), da nobili to come un uomo minuto, con la bar- franchi, amici del re Clodoveo che vol- ba o senza, le stimmate alle mani, ai le fargli da padrino al battesimo, in piedi e nel costato. Altri attributi sono gioventù rifiutò di arruolarsi nell’e- il crocifisso, il giglio, simbolo di pu- sercito e si mise al seguito di san Re- rezza e, dalla Controriforma, il teschio; migio, arcivescovo di Reims. Chiese e comune è la sua rappresentazione in ottenne dal re la liberazione dei pri- estasi, mentre riceve le stimmate o gionieri che avesse incontrato e ne fe- mentre prega. ce scarcerare un gran numero. Soc- corse la regina dei Franchi sorpresa dal- San Giovanni Battista le doglie del parto ed edificò un mo- Ultimo profeta, primo santo e precur- nastero sul terreno che ricevette dal re sore di Gesù Cristo. Istituì sulle rive riconoscente. Viene solitamente rap- del Giordano il sacramento del batte- presentato in vesti monastiche, ora simo; battezzò anche Cristo e rico- bianche ora scure, talvolta appare an- nobbe in lui il Messia. Suoi attributi so- che in aspetto di giovane diacono in no l’agnello e la veste di pelli. Può an- dalmatica, oppure in paramenti ve- che reggere la ciotola per l’acqua del scovili. Consueti attributi del santo so- battesimo o un favo di miele. Comu- no le catene o i ceppi dei prigionieri li- ne è la rappresentazione della sua testa berati, cui si aggiungono, talvolta, il mozzata portata su un vassoio da libro, la croce, una bandiera. un’ancella o da Salomè che la aveva vo- luta in pegno. Diffusa è l’iconografia San Lorenzo del Battista bambino, detto san Gio- La graticola è il suo attributo e memo- vannino, raffigurato con la Vergine e ria del suo martirio; viene rappresentato Gesù Bambino. giovane, tonsurato e vestito con la dal- matica. Primo diacono e martire della San Giovanni Evangelista Chiesa romana, è raffigurato spesso in Il più giovane tra gli apostoli, figlio di coppia con santo Stefano, primo dia- Zebedeo e Maria Salomè, è conside- cono della comunità cristiana di Ge- rato l’autore di uno dei quattro Van- rusalemme al tempo degli apostoli. geli canonici e dell’Apocalisse, che avrebbe redatta, durante l’esilio, nel- San Michele arcangelo l’isola di Patmos, dove si recò scam- Il suo nome significa «chi è come Dio». pato alle persecuzioni dell’imperato- Intorno ai passi biblici del Libro di Da- re Domiziano (81-96). L’agiografia lo niele, dove compare come principe ce- indica autore del miracolo della re- leste e protettore di Israele, si è forma- surrezione di Drusiana e di quello del ta una folta letteratura che lo ha de- veleno al quale sopravvisse tramutan- scritto come una figura maestosa che dolo in un serpente, frequente attri- ha il potere di riscattare le anime dan- buto del santo. Il simbolo che lo con- nate dell’inferno. Nell’Apocalisse è l’ar- traddistingue è l’aquila. tefice della caduta degli angeli ribelli e

glossario 183 vincitore della battaglia contro il dia- San Pietro volo. Il suo culto, di probabile origine Rappresentato solitamente nella tipo- orientale, si diffuse in Occidente nel logia dell’apostolo, talvolta indossa mi- tardo v secolo. È raffigurato solita- tria e piviale, poiché fu il primo papa mente vestito di un’armatura, con in della Chiesa cattolica. L’attributo che mano una lancia o una spada; sotto i lo identifica è quello delle chiavi, sim- piedi calpesta Satana in sembianze di bolo dell’incarico conferitogli da Ge- drago. Nel Giudizio Universale è soli- sù di custodire le porte del cielo; altri tamente raffigurato intento a pesare le attributi sono: il gallo; la croce capo- anime dei morti; suo consueto attri- volta, strumento del suo martirio; più buto è perciò la bilancia. raramente la barca, a ricordo della sua antica professione e quale simbolo di San Nicola da Tolentino salvezza. Nicola di Compagnone, nato a Sant’Angelo in Pontano, in provincia San Rocco di Macerata, entrò giovanissimo, nel- Solitamente rappresentato con il ba- l’ordine Eremitano di sant’Agostino e stone del pellegrino e la bisaccia, tra i a Tolentino trascorse la maggior parte suoi attributi compare il cane, suo aiu- della sua vita, fino alla morte (1305). tante nell’episodio della guarigione del La fama della sua santità si diffuse già santo dalla peste, e, talvolta la conchi- durante la sua vita; proclamato santo glia, simbolo dei pellegrini. È consi- soltanto nel 1446 da Papa Eugenio iv, derato il protettore dei chirurghi, dei già fin dalla metà del Trecento veniva farmacisti, dei pellegrini, dei selciato- raffigurato con l’aureola. È solitamen- ri, dei necrofori e degli invalidi. te rappresentato con un sole al centro della tonaca nera, a ricordo di un epi- San Romolo sodio della sua vita che vuole che un Martire, discepolo di San Pietro e pri- astro lucente lo seguisse nei suoi spo- mo vescovo di Fiesole, diffuse il cri- stamenti e illuminasse la sua figura. stianesimo nella regione di Firenze. Ucciso sotto Domiziano, il suo corpo San Nicola di Bari sarebbe stato portato fuori dalla città, Vissuto probabilmente tra iv e v seco- presso il torrente Mugnone, dove nel lo, fu vescovo di Myra in Asia Mino- iv secolo, sorse una cattedrale. Le sue re. La tradizione agiografica vuole che spoglie vennero traslate a Fiesole, nel- Nicola, ancora bambino, si rifiutasse di la nuova cattedrale, nel 1028. bere il latte nei giorni consacrati al di- giuno, palesando una vocazione pre- San Sebastiano coce. Tra i santi più venerati della cri- È tradizionalmente raffigurato legato stianità, secondo uno degli episodi del- a una colonna o a un albero, trafitto da la sua leggenda avrebbe salvato dalla numerose frecce, in ricordo dell’esecu- cattiva sorte tre fanciulle, troppo po- zione della condanna a morte cui riu- vere per trovare marito, recando loro scì a sopravvivere; ai suoi piedi può es- una palla (o un sacco) d’oro come do- sere raffigurata l’armatura da soldato. È te. Le tre palle d’oro sono pertanto at- considerato il protettore degli atleti, de- tributo del santo. gli arcieri, dei tappezzieri e dei vigili ur- museo della collegiata di sant’andrea a empoli 184 bani, ed è invocato contro la peste, il cui della conversione riccamente vestita e morbo è rappresentato dalle frecce. acconciata; dopo, in abiti stracciati, con un mantello ai piedi e/o avvolta nei suoi San Tommaso stessi capelli. Altri attributi di questa se- Assai diffusa, a partire dal xiii secolo, conda versione sono il teschio, il croci- è la rappresentazione della sua incre- fisso, una frusta, la corona di spine, gli dulità riguardo la resurrezione di Cri- occhi pieni di lacrime. sto. I Vangeli apocrifi ricordano anche l’incredulità riguardo l’Assunzione del- Sant’Ivo la Vergine, a conferma della quale il Nato in Bretagna nel xii secolo, di no- santo invocò una prova. La Madonna bile famiglia, fece del proprio castello avrebbe allora gettato dal cielo una cin- un ospizio e scelse di vivere in povertà. tola, che Tommaso raccolse. General- Divenuto sacerdote si occupò di un mente è raffigurato come un giovane tribunale per recare giustizia anche a sbarbato, con l’attributo della squadra quanti non potevano permettersi un da disegno, la cintola della Vergine, la avvocato; tra questi erano i bambini lancia o il pugnale, strumenti del suo orfani di padre. Fu discepolo di san martirio. Buonaventura e studiò alla Sorbona di Parigi. Stanco, piegato dalle mortifi- Sant’Andrea cazioni corporali, malato rinunciò al Pescatore della Galilea, fratello di Pie- sacerdozio e si dedicò totalmente ai po- tro, fu il primo discepolo di Cristo, veri, compiendo per loro molti mira- quindi apostolo e martire. Nel Nuovo coli. Morì nel 1303, pianto da tutti i Testamento è citato negli episodi della suoi beneficati; il suo Decretum ebbe pesca miracolosa e della moltiplica- una notevole influenza sul diritto ca- zione dei pani. Per il suo apostolato fu nonico. È patrono degli uomini di leg- condannato ad essere flagellato e cro- ge, dei giudici e dei docenti di disci- cifisso a due pali incrociati, la cosid- pline giuridiche. detta croce di sant’Andrea. L’icono- grafia lo ritrae anziano con una folta Scalabrino, Giovan Battista Volponi, barba bianca e l’attributo della croce detto lo (Pistoia 1489-1561) o, più raramente, con un pesce, a ri- Considerato pittore eclettico, influen- cordare il suo antico mestiere. zato dai modi del Sodoma, Domenico Ghirlandaio, Perugino e Pinturicchio, Santa Maria Madalena nel seguire queste direttive stilistiche Fin dal Medioevo e soprattutto dopo porta avanti una corrente pittorica di- la Controriforma, è una delle sante più vergente rispetto al classicismo diffuso venerate della cristianità e l’esempio del- nella Firenze del Cinquecento. Operò la penitente, per la sua doppia natura anche nella città natale, dove è docu- di peccatrice e di donna redenta. Tra i mentato un suo intervento per la de- suoi attributi compare sempre il vaso corazione di un tabernacolo commis- di unguento usato per cospargere i pie- sionato dalla Compagnia di santa Eli- di di Gesù dopo la lavanda; raffigurata sabetta, oggi perduto, e a Iesi, dove de- con lunghi capelli rossi, è rappresenta- corò la cappella di San Romualdo, di- ta principalmente in due modi: prima strutta nel 1753, nel Duomo della città.

glossario 185 Smaltatura Starnina, Gherardo di Jacopo, detto Tecnica di decorazione applicata a lo (notizie 1387-1413) ceramica e metallo. I più diffusi pro- Pittore italiano documentato in Spa- cedimenti per la s. dei metalli sono gna (Toledo e Valenza) negli anni 1398- il cloisonné, che prevede la stesura 1408, secondo Vasari fu attivo a Firen- dello smalto entro zone delimitate ze in un periodo precedente al viaggio. da sottili fili metallici e il champievé, Vasari gli riconosce un ruolo impor- che prevede l’inserimento dello tante nel processo di introduzione, nel- smalto entro piccoli alveoli pratica- la città, dello stile Gotico internazio- ti su una lastra metallica. Il termine nale e nell’educazione artistica di Ma- indica anche il processo di imper- solino. Di ritorno dalla Spagna il pit- meabilizzazione della terracotta che tore portò infatti una ventata di novità diviene di grande uso a partire dal xv nella pittura fiorentina attraverso ope- secolo. re caratterizzate da un evidente natu- ralismo e da un ricco repertorio deco- Smalto rativo, espresso con cromatismo bril- Vernice vetrosa cui sono aggiunte com- lante ed eleganza di linea. Non anco- ponenti coloranti, che ha la proprietà ra certa è la ricostruzione del corpus di diventare una superficie lucida e delle sue opere. compatta grazie alla cottura ad alte temperature. Tabernacolo V. smaltatura. Edicola chiusa da uno sportello, posta sull’altare, in cui è conservata la pissi- Sogliani, Giovanni Antonio de. Si intende anche una nicchia o una (Firenze 1492-1544) piccola cappella, posta lungo una stra- Fu a bottega da Lorenzo di Credi, da o inserita nello spessore di un mu- ma si avvicinò anche ai modi di Fra ro, contenente un’immagine sacra. Bartolomeo e Mariotto Albertinelli attraverso i quali conobbe anche la Transetto maniera di Leonardo. Attivo a Fi- Navata trasversale che interseca il cor- renze lavorò anche a Pisa dove portò po longitudinale della chiesa, di cui ha a termine i lavori per la decorazione la stessa altezza, dando all’edificio for- del Duomo, già affidati a Perin del ma a croce; può essere a più navate. Vaga (Sacrificio di Mosè e Sacrificio di Caino e Abele, 1528-1531) ed eseguì Trittico una tavola con la Madonna col Bam- Polittico costituito di tre pannelli uni- bino (1537). Al 1536 risalgono gli af- ti fra loro. freschi per il convento fiorentino di San Marco dove esegue il Miracolo Trompe l’œil dei pani e una Madonna con Sant’A- Dal francese, letteralmente “inganna gostino, Tobiolo e l’angelo. Vasari nel- l’occhio”, tecnica pittorica che cerca le Vite (1550) sottolinea e critica il di dare l’illusione della realtà, in par- freddo atteggiamento devozionale e ticolare della profondità, attraverso l’esteriorità propria alle figure del- l’uso sapiente delle tecniche della pro- l’autore. spettiva. museo della collegiata di sant’andrea a empoli 186 Valdambrino, Francesco st’ultima dovette godere di grandissi- di Domenico, di ma considerazione presso i contem- (Siena, 1375-80 ca.-1435 ca.) poranei. Nel 1401 partecipò al concor- Francesco di Domenico, detto di Val- so per la seconda porta del Battistero dambrino, dovette probabilmente il di Firenze, che fu vinto dal Ghiberti. suo nome al fatto di appartenere ad Dell’autore si ricordano le statue lignee una famiglia originaria della Val d’Am- dei quattro santi protettori di Siena bra. Recenti studi hanno reso possibi- (1409), delle quali rimangono il San le ricostruire con più precisione l’atti- Savino, il San Crescenzio e il San Vitto- vità giovanile di Francesco, soprattut- re, ridotte a busti, oggi conservati nel to in terra lucchese e pisana. Influen- Museo dell’Opera del Duomo a Sie- zato dai modi di Jacopo della Quercia, na. Tra le sue opere ricordiamo, la sta- con il quale collaborò alla realizzazio- tua di Sant’Ansano custodita presso la ne della Fonte Gaia a Siena, elaborò chiesa di San Paolino a Lucca, l’Ange- uno stile raffinato e personalissimo in- lo annunciante e la Vergine annuncia- terpretando la tradizione tardo gotica ta, oggi conservate nel Museo d’Arte con gusto originale e moderno. Arti- Sacra di Asciano. Opere queste ulti- sta eccellente sia nella scultura in mar- me, che testimoniano un’arte ormai mo che in legno, soprattutto in que- pienamente matura.

glossario 187

English Version

The museum of the with geometric decorations below, that collegiate church of rest on semi-columns: the middle part sant’andrea in empoli presents triads of squares, culminating above in a gabled window, in line with the portal, a Renaissance work by Bat- Rosanna Caterina Proto Pisani tista di Donato Benti, flanked by two squares on each side. The façade’s cur- «A true gallery of primitives that a big rent aspect, which over the centuries city could envy». Thus, in 1897, did Eu- has undergone renovations such as the gene Müntz define the Empoli muse- 16th century introduction of the portal um, one of the oldest museums in Tus- and the alteration of the salient front in- cany, for the quality and the rarity of to a hut-shaped one, is also due to a the works. stylistic restoration carried out at the The museum is an integral part of the end of the 19th and the beginning of the Collegiate Church of Sant’Andrea both 20th centuries with the re-assembly of for its location and its history, as it is the central window. destined to preserve the works of art dis- The interior hall of the church, spa- carded over the centuries by one of the cious and solemn, was altered over the most illustrious churches in . course of its history and was completely The Collegiate Church of Empoli, de- restructured in 1736 by Ferdinando fined by Lami as “the main church of Ruggeri, who modified the plan by de- all the diocese after the Parish Church stroying the side aisles. The roof was of San Giovanni” rose, according to tra- raised and covered by a trellised ceil- dition, at the time of Bishop Hilde- ing, frescoed with the Glory of Saint An- brand in the 4th century, but it was drew the Apostle by Vincenzo Meucci probably built in the 10th century, on and with Giuseppe Del Moro’s collab- the site of a pagan sacred building, as a oration on the trompe l’oeil. This was parish church (plebs), a people’s church later destroyed during the Second which had thirty suffragans and became World War but was meticulously re- a provostal church with the 1531 bull of constructed, on the basis of photo- Clement vii. graphic documentation, by the Empoli The white and green marble Ro- painters Virginio Carmignani and Si- manesque façade, probably added in neo Gemignani. The church’s plan is the 12th century at the conclusion of the enlivened by two oratories, once the church’s construction, is an interesting seats of ancient companies. The first, example of the exportation of Floren- to the left of the main altar, is that of tine Romanesque, drawing on the cel- the Company of the Corpus Domini, ebrated prototypes of the Baptistery whose main altar is adorned by a paint- and the Church of San Miniato al ing depicting the Last Supper, a copy Monte in . The lower part, the by Egisto Ferroni of a painting by Lu- most authentic, is divided by arches dovico Cigoli, which had been trans-

english version 191 ferred to the museum where it was de- nated by Carlo Romagnoli. Donations stroyed during the Second World War. were given to enlarge the museum’s pat- In the adjacent Oratory of San Loren- rimony, with enthusiasm and generos- zo, currently being used as the sacristy, ity, by other illustrious Empoli fami- there is the Martyrdom of Saint lies, like the Del Vivo, the Cannoni and Lawrence by Ottavio Vannini on the the Bogani families. main altar, and the Glory of Saint In the 1880’s, thanks to the efforts of Lawrence by Girolamo Macchietti, a the purist painter Vincenzo Lami, a dis- work damaged during the Second ciple of Bezzuoli, it was possible to ac- World War and recently returned after quire another space to accommodate a careful restoration. On the main al- the works and to open the collection tar platform, there is a very beautiful to the public. floor by Andrea della Robbia’s work- The first organizer was Guido Caroc- shop, which came from the Chapel of ci, an inspector of the Superintenden- Santa Maria degli Angeli and of San Se- cy, a great connoisseur of Empoli’s art bastiano dei Salvagnoli. treasures. In addition to promoting a As some old photographs show, the Or- restoration intervention and a cata- atory of San Lorenzo was the museum’s logue of the works, he organized the first home, set up even before the Uni- collections following a scientific order fication of , and destined to pre- based on the principles informing the serve the furnishings discarded from late 19th century. These principles rec- the chapels and altars of the Collegiate ognized the museum as the privileged Church. There were only fifty-four gathering point of the artistic patri- works catalogued in 1863 by the royal mony having mainly a didactic pur- inspector, Carlo Pini (Inventario dei pose. The paintings were displayed in quadri e delle sculture raccolti già nella chronological order; a special section Compagnia di San Lorenzo), the ma- was created for sculptures and terra- jority of which were from the Colle- cottas, while the precious illuminated giate Church (the Botticini Dossals, codices were exhibited in a large dis- etc.), but also from other ecclesiastical play case. The Museum’s new arrange- buildings such as, the Benedictine Mo- ment begun in 1894 and was finished nastery in the process of being trans- in 1899 it, included sixty-nine works, as ferred and from suppressed churches seen in the catalog published in Le Gal- (the Triptych by Lorenzo Monaco from lerie Nazionali Italiane. A nucleus of San Donnino, dated 1404). The col- della Robbia works from Santa Maria lection was enriched by the generosity a Ripa and precious illuminated codices of private donors that, from the be- had become part of the Museum. ginning, recognized the cultural role The subsequent rapid growth in the played by the museum. number of works required the Museum One of the most important works, the to extend into its current home, suit- small Majesty by Filippo Lippi, was do- ably separate but contiguous to the museo della collegiata di sant’andrea a empoli 192 Collegiate Church. Around the mid- collection was determined, for reasons 1930’s Piero Sampaolesi was entrusted of security as well as opportunity (the with this plan. He suggested the cre- Church of Santo Stefano degli Agos- ation of two large halls for the sculp- tiniani was still being restored), fol- tures and the large-size paintings and lowing the museum concept during the the restoration of the cloister to display 1950’s, that considered a museum the the della Robbia works. best location for the display of master- The completion of this project was in- pieces. The works’ presentation was in- terrupted by the outbreak of war that spired by reasons of practicality and of caused considerable damage to the Col- aesthetic enjoyment, placing the most legiate Church and to the Museum’s important pieces prominently and es- works of art. With the collapse of the pecially highlighting the artistic values. bell tower, mined by the Germans, This arrangement remained un- some works being sheltered in the Mu- changed until 1990 when it became seum as well as the ceiling of the Col- necessary to renovate the premises in legiate Church were destroyed: the De- order to eliminate the causes of abrupt position by Raffaello Botticini, whose changes of temperature with the con- predella, in Florence at that time, is cur- sequent damage to the works, mainly rently displayed in the Museum, the wooden panels. The large skylights not Exaltation of the Cross and the Last Sup- only had the negative function to cause per by Ludovico Cigoli, the Vision of the greenhouse effect, but also pro- the Apocalypse by Francesco Ligozzi and vided natural indirect light that al- the Presentation at the Temple by Jacopo lowed to see the works at their best. da Empoli. The essential priorities as regards the It was only in 1956, after a long period last renovation were to build the roofs of reconstruction, that the Museum above the skylights, which have re- was re-opened, according to the plan mained esthetically unchanged, while of the then-Superintendent Guido Mo- providing an artificial light that simu- rozzi and the organization by Umber- lates a beautiful indirect natural one, to Baldini, with the entrance from the to canalize the sewer system, to con- Collegiate Church’s courtyard, made struct a vented flooring to eliminate up of six rooms on two floors, plus the the humidity from the lower floor and covered loggia looking on to the clois- to bring the various systems (electrical, ter. The collection’s last substantial in- alarm, air conditioning, etc.) into con- crease in art works dates to this period, formity with the law. with the addition of some masterpieces The museum’s recent organization has such as the Saints restored the historical core of the col- and Michael by Jacopo da Pontormo, lection, returning the masterpieces by the Annunciation by Bernardo Rosselli- Portormo and Rossellino to their orig- no and Saint Nicholas of Tolentino by inal homes, following the current prin- Bicci di Lorenzo. Their addition to the ciples of historical correctness and aes-

english version 193 thetic enjoyment, which prefer putting the largest rooms. The della Robbia the works back in their place of origin: works are displayed in the open gallery so the Saints in Pontormo and Bernar- overlooking the cloister, already placed do Rossellino’s Annunciation, on the al- here in the 1956 presentation; among tar of the homonymous Company of them, in addition to those coming from the Church of Santo Stefano degli the Franciscan Church of Santa Maria Agostiniani, have resumed their place a Ripa, there is the Madonna of the He- where they have always been described brews, the most famous tabernacle of by local guides and where they were ad- Empoli, once fixed on the Palazzo Pre- mired by scholars of the 19th century. torio, a documented work by Andrea A more scientific order was followed in della Robbia, as seen by the payment arranging the works that has designat- documents, and an invaluable proof of ed the lower floor for frescoes and sculp- a page from the history of Empoli. tures, returning the detached fresco of The museum’s enlargement, that hope- Christ in Pietà by Masolino to the Bap- fully will be completed as soon as pos- tistery, its place of origin. This room, sible, includes acquiring the building certainly the most suggestive, probably adjacent to the Collegiate Church, for built in the 11th century and connected the exhibition of the so-called minor in 1464 by a long corridor to the Col- arts, sumptuous silver works and pre- legiate Church by Canon Giovanni cious illuminated codices. The muse- d’Andrea, known as il Malepa, houses um’s main entrance will be directly the original baptismal font, character- from Leoni Square, while the current ized by a grand classicism and attrib- entrance will become the exit, invert- uted to Bernardo Rossellino. The sculp- ing the current tour direction. tures have been arranged in the ancient sacristy, starting from the tondo de- picting the Madonna and Child tradi- tionally assigned to Tino da Camaino in his Pisa period, but also attributed to Giovanni Pisano, which was fixed to the sacristy wall above the lavabo, up to 16th century works like the white mar- ble holy water stoup by Battista di Do- nato Benti. The upper floor has been assigned to the picture gallery: the paintings, fol- lowing a chronological order and grouping works by the same artist or from the same circle, are enhanced by the light; the Botticini Dossals have found a more scenographic setting in museo della collegiata di sant’andrea a empoli 194 The Museum of the Collegiate only a fundamental intellectual role, but Church of Empoli: an anomaly also occupying important political offices in the panorama of 19th century both in the provisional government of Tus- museums cany and later in the Kingdom’s Senate. Salvagnoli, a devoted supporter of the au- The Museum of the Collegiate Church of tonomy of the Church from the State, had Empoli arose on a background of Risorg- risked – when he was the Minister for Ec- imento uprisings aimed at creating the clesiastical Affairs – a break with the Unification of Italy. Its origin dates back Archbishop of Florence, for having sup- to 29 June 1859, when the provisional gov- ported the Protestants’ freedom of religion ernment of Tuscany awarded the Opera and of proselytism, and the alienation of di Sant’Andrea a first grant of 5,040 liras the more moderate part of the provision- as a subsidy for the restoration and en- al government, for his proposals to abol- largement of the church. The contribu- ish the 1851 Concordat between Tuscany tion, assigned in a timely manner, was to and the Holy See as well as to eliminate be used also to restore some ancient works the feudal perpetual leases controlled by kept in the church: on 13 February 1860, ecclesiastical mortmain. The personality the Ministry was notified that the Com- of Vincenzo Salvagnoli, his Catholic up- pany of Saint Lawrence, inside the Col- bringing but liberal principles, extreme- legiate Church, was the seat designated ly tied to Pasquale Martelli, the provost for the establishment of the picture gallery. of the Collegiate Church of Sant’Andrea In order to understand the speed with and in fierce opposition to the grand ducal which the contribution was granted, cer- government, helps to explain the indi- tainly not at a time suited to setting up a viduality of the Museum of the Collegiate museum in a small provincial town, it Church of Empoli. In fact, the museum must be remembered that the Minister of arose at a moment of profound museo- Foreign Affairs for the provisional gov- graphic change that concerned all of Italy ernment was the lawyer Vincenzo Sal- in the second half of the 19th century, with vagnoli, member of an old Empoli fam- the creation of a very tight network of mi- ily that could boast its own chapel in the nor museums, the civic museums, creat- Collegiate Church: in all respects, he can ed after the Siccardi laws came into force be considered the father of the Museum in 1866, (the so-called “revolutionary” of the Collegiate Church. Vincenzo Sal- laws that liquidated the ecclesiastical pat- vagnoli was an undisputed protagonist of rimony) and with the objective, being Tuscan liberalism, a collaborator of the founded on municipal pride, to establish “Antologia Italiana”, a member of the a departure point for the civilization of a Viesseux Cabinet; he was a friend of Bet- new Italy, fed by the progressive and lay tino Ricasoli, but also an acquaintance of ideals of the new Risorgimento élites. the protagonists of the Italian Risorgi- In this political and cultural climate, the mento, from Cavour to Vittorio Ema- Museum of the Collegiate Church of San- nuele II and Napoleon III, performing not t’Andrea also rose, but with its own pe-

english version 195 culiarities. First of all, it was created be- Visit to the museum fore the Siccardi Laws, taking its place among the oldest museums in Tuscany, Anna Bisceglia coming only after the Civic Picture Gallery of San Gimignano in 1852 and the Municipal Gallery of the Palazzo Pre- Groundfloor torio in Prato, greatly coveted by Cesare 1 - Baptistery Guasti in 1858. In addition, even having The Baptistery, originally the small all the characteristics of a civic museum, Church of San Giovanni Evangelista, it began as a museum with recognition of was adapted in 1464 for baptismal ser- the ecclesiastical property and manage- vices and was annexed to the church ment entrusted to the Collegiate Church with a hallway. Rossellino’s baptismal of Sant’Andrea. So it was an unusual case font, dated 1447, is housed here, as well in the Italian museographic panorama: in as some frescoes, detached for conser- this way, Empoli had the privilege of a vation reasons, which were originally on local museum that was in tune with the the walls of the room. Among these, the religious authority, without removing its Christ in Pietà by Masolino da Panicale own patrimony from its historical seat. stands out. Discovered under a layer of These characteristics, that anticipated by plaster at the end of the 19th century, it more than a century analogous operations is one of the most important works by later carried out nationwide, are the re- the painter, who worked in Empoli in sult of Vincenzo Salvagnoli’s sensitivity 1424. There are also fresco fragments by and intelligence. He died in 1861, pre- Gherardo Starnina from Santo Stefano cisely at the dawn of the museum’s cre- degli Agostiniani, and Two Martyr Saints ation, when the first core of works was from the mid-16th century Florentine still being arranged. school, located on their original wall. Rosanna Caterina Proto Pisani In the center of the hall 1. bernardo rossellino (Settignano, 1409 - Florence 1464) Baptismal Font 1447 marble; 118140 (diam.) cm no. 35*

* The numbers in italics out-side brackets re- fer to the Museum Caros base on A. Paoluc- ci’s catalog Il Museo della Collegiata di Empo- li, Florence 1985. museo della collegiata di sant’andrea a empoli 196 inscriptions: dom.antonius end of the 14th century ioah.nis de empulo b.tae mariae detached frescoes; 2626 cm; 3827 cm maioris prior et canonicus Church of Santo Stefano, Chapel of florentinus mccccxlvii Sant’Elena (on the step) no. 5 (Baldini inv. 96-97) Collegiate Church of Sant’Andrea, These two fragments were discovered in Baptistery 1943 under the floor of the Chapel of San- ta Croce, also known as Chapel of San- The font was carried out for the room in t’Elena in the Collegiate Church. They which it is currently found, a small chapel were part of a cycle demolished during a that served as a baptistery. It is an extra- renovation at the end of the 18th century ordinarily refined example of workman- and were used as fill material for the ship: the large receptacle with baccellatura chapel’s new flooring. In the same chapel, decorations rises from a step decorated Masolino frescoed the Stories of the True with green and white marble lozenges in Cross in 1424; these were later destroyed the center. In the center is the Giachini in 1792 and only a few fragments cur- family coat-of-arms who commissioned rently remain. The paintings’ very in- it in 1447, as the inscription records. The complete state makes a stylistic evaluation outside edge is bordered by a ring that difficult; ties to the Giottesque tradition ends at the sides in two swirls on whose have been highlighted, sometimes handles there appear whimsical little put- proposing an older date (Giusti 1988) and ti holding swags. A high point of Re- other times a more recent one at the end naissance Florentine plastic art, this bap- of the 14th century (Paolucci 1985). tismal font was created at a time when the relationship with classicism was carried 3. florentine school out in such a way that it evokes a com- Madonna of the Milk parison with ancient sculpture, as stated beginning of the 16th century by a great connoisseur of sculpture of the detached fresco; 10075 cm caliber of Eugene Münz at the end of the Convent of Santa Croce 19th century. The reference to Bernardo no. 53 (Baldini inv. 86) Rossellino’s production (Paolucci 1985) In all probability, this fragment came is also justified by the presence of anoth- from a tabernacle placed in one of the er work carried out during the same years rooms in the Benedictine Monastery of in Empoli, the marble Annunciation for Santa Croce. It has been altered by nu- Santo Stefano degli Agostiniani. merous re-paintings and by the damage it suffered when it was detached. It dates to the early years of the 16th century. From the right in a counter-clockwise direction 4. tuscan handicraft 2. florentine school Painted Bench Two Angel Heads 18th century

english version 197 wood; 122117 cm Saint Andrew and another Church of San Pietro a Riottoli Unidentifiable Saint no. 79 (Baldini inv. 75) 1409 ca. detached frescoes; 5. florentine school 14645 cm (Saint John); Two Martyr Saints 12145 cm (Saint Andrew) 16th century Church of Santo Stefano, detached fresco; 190188 cm Chapel of the Purification Collegiate Church of Sant’Andrea, no. 19 (Baldini inv. 98-99) Baptistery These elongated fragments, and their no. 72 (Baldini inv. 78) sinopia drawings, come from the sub- This fresco, halved as a result of wartime arch in the Chapel of the Purificazione damage, is found on its original wall in the church of the Agostiniani, where where it was re-located after being de- Starnina painted the cycle with the Sto- tached from the wall and restored. The ries of the Virgin by 1409, for a com- two martyr saints are housed inside a mission from the Company of the Nun- false niche that recalls the fresco fram- ziata Della Veste Nera. Hidden under a ings of Andrea del Sarto in the little layer of plaster added during the cloister of theVoti (vows) in Santissima church’s 18th century renovations, they Annunziata. The models of reference were recovered by Ugo Procacci in 1943: are to be traced to early 16th century other fragments of the decoration are Florentine painting: the regular phys- still kept in the church of Agostiniani. iognomy of the faces and the large, full They bear important witness to this structure of the draperies refer to Fra artist’s activity of which only a few Bartolomeo’s models – and by Andrea works remain, but whose role was cen- del Sarto himself. Diverse opinions tral to the development of Florentine have been expressed as to its dating: painting at the turn of the 14th and 15th from the late 16th century proposed by centuries. After a stay in Valencia, Spain Paolucci (1985) to the first half of the that lasted about a decade, the painter same century by Giusti (1988), which returned to Florence around 1401, makes reference to the sphere of Fra bringing a bright new style that had Paolino da Pistoia. been modernized according to the de- mands of a courtly and naturalistic style, to flowing and decorative rhythms that On the walls, at the sides of the circular are known as International Gothic. window Such contributions enlivened Floren- tine culture, which was still based on 6. gherardo di jacopo known as the grand Giottesque tradition revised lo starnina (documented 1387-1413) in various forms by the Gaddi and Saint , Saint Peter and Orcagna workshops, with the input of another Unidentifiable Saint; narrative and colorist vivacity, of ex- museo della collegiata di sant’andrea a empoli 198 pressive characterizations of the phys- a cycle of the Stories of the True Cross in iognomy and a sense of the ornate that the Chapel of Santa Croce, also known are typical of Iberian art. The early ef- as the Chapel of Sant’Elena. In Santo fects of such innovations are seen in the Stefano degli Agostiniani, he carried triptych carried out by Lorenzo Mona- out the frescoes in the right transept, in co in 1404, and which is found on the the lunette depicting the Madonna and first floor of the Empoli collection. Child, two Angels above the sacristy door, and the Christ in Pietà in the Bap- 7. fra paolino da pistoia tistery. Today only a few fragments re- (Pistoia 1488 ca.-1547) main of this intense activity, visitors can Madonna and Child go to the nearby Augustinian church to 1530 ca. see them. detached fresco; 10657 cm The Christ in Pietà was carried out for Santini House the small church situated next to the no. 66 (Carocci inv. 36) parish church. Joined to it in 1464, it This small fresco, detached with a piece was later used as a baptistery. During of the wall, comes from the Santini the numerous renovations carried out House that belonged to the Del Frate over the succeeding centuries, the family. It is a work by Fra Paolino da painting was covered by a layer of plas- Pistoia, a disciple of Fra Bartolomeo ter. It was rediscovered at the end of and a popularizer of his style in a slight- the 19th century and was immediately ly more simplified formula strongly ac- considered to be an important work by centuated in a devotional way. Masolino carried out with the collab- oration of Masaccio. In 1946 the fres- co was detached from the wall, placed Beyond the door on a frame, and re-located to its origi- nal setting in 1990. 8. masolino da panicale The very simple and essential compo- (Panicale 1383?-1440 ca.) sition unfolds around the axis of the Christ in Pietà cross that defines the space. In the cen- 1424 ca. ter, Christ having just been taken down detached fresco; 280118 cm from the Cross and whose half-length Collegiate Church of Sant’Andrea, figure emerges from the sarcophagus, is Baptistery flanked by the Virgin and by Saint John no. 32 (Baldini inv. 95) the Evangelist kneeling to his right. On The fresco on display here is one of the the peak, inside the tondos, the Holy most representative works in the mu- Face can be made out between the seum and the most complete testimo- prophet Isaiah, who predicted the com- ny that has reached us of Masolino da ing of Christ, and the prophet Ezekiel, Panicale’s activity in Empoli. The who received a vision of his death and painter stayed here in 1424, carrying out resurrection.

english version 199 In this painting, one discerns the signs Masolino in Empoli of a profound renewal in Florentine painting which took place in the first «Therefore, Empoli can boast the posses- two decades of the century. The per- sion of two of Masolino’s paintings»: thus spective suggested by the sepulcher, in 1902 did the famous American critic, similar to an ancient sarcophagus, and Bernard Berenson, attribute to Masolino by the cross – the ropes hanging from the two masterpieces present in this Tus- nails on its arms fall realistically, the so- can city: the Madonna with Child in the lidity of the figures wrapped in mantles Church of Santo Stefano degli Agostini- cut deeply by the chiaroscuro of the ani («the most charming») and the Christ folds and the truth of the extreme lu- in Pietà in the Collegiate Church («the minosity of Christ’s body – whose soft most noble»), at one time attributed to anatomical consistency is easy to feel – Masaccio. fully reflect his decisive meeting with A few years later, in 1905, documents re- Masaccio, matured on the scaffolding lated to the 1424 payment for the frescoes of the Brancacci Chapel in the Church of the Company of the Cross to Masolino of the Carmine in Florence. were discovered: «Said chapel named above for which the Company commis- sioned its painting have paid to Maso di Cristofano, a painter from Florence, sev- enty-four gold florins on the day of 2 No- vember 1424, as appears in our ancient books» (O.H. Giglioli 1905). This opened new investigative routes towards the dis- covery of the missing frescoes. These were found in 1943 in the chapel dedicated to Saint Helena that the Company had in the Church of the Agostiniani in a frag- mentary state. The fragments were found in the intrados of the entry arch, the splayed window jambs,(the trompe l’oeil still life), under the plaster, since the fri- ars, gathered in the chapter in 1792, de- cided «to peel off the frescos, remove the plaster and re-plaster». The sinopia draw- ings, among the most beautiful of the Flo- rentine 15th century, were found under the frescoes. It is the first documented work by Masolino, who was about forty years old at the time. If his stay in Empoli certain- ly does not succeed in clearing away the museo della collegiata di sant’andrea a empoli 200 mystery of his youth, (a sojourn in Hun- parture for one of the currents in the split- gary accompanying Pippo Spano?), it does ting of Renaissance painting, which, on mark our artist’s return to Tuscany, help- one hand carries forward the Masaccio ing us to understand the close relation- – Filippo Lippi current, on the other de- ship with Masaccio that has character- velops the Angelico – Domenico Venezia- ized the whole critical vicissitude of Ma- no one. solino, constantly compared to Masaccio, using a process of contrast and underesti- Rosanna Caterina Proto Pisani mation of Masolino himself. At the time of the Empoli works, the two artists certainly knew each other. A care- ful study of the modeling of the Pietà in the Collegiate Church of Empoli has sug- gested to critics the possibility of a trip to Rome by Masolino in order to see works from classical antiquity. But, the superb volumetrical synthesis and the exception- al harmony of light from a precise source, and of natural shadow, show him to be current with the Renaissance research that Masaccio was carrying forward, which he counters with a profound sadness, de- void of dramatic power, in the sorrowful figures of Christ and the mourners. Thus the spatiality of the elegant figures in the sinopia drawings of the Story of the True Cross, the study of a diffuse light and shadow in the charming trompe l’oeil still life in the same chapel are combined with Masolino’s other characteristics: the slow and elegant rhythms, the refined shading, the subtle color transitions and, above all, a freshness and vernal tone that distinguish the Madonna with Child and Saint Ives and pupils in the transept of the Church of the Agostiniani. Ma- solino’s faithfulness to the Gothic tradi- tion enlivened by a delicacy of color and a pictorial sense of space, makes him a key figure in the Florence of the third decade of the 15th century, being the point of de-

english version 201 2 - Hall of sculptures (on the outside border) Collegiate Church of Sant’Andrea Continuing the visit, one goes to the hall no. 48 adjacent to the Baptistery, where the The fragment comes from a marble sculpture collection, that covers a space holy water stoup formerly placed next of time from the late 13th to the 18th cen- to the entry door of the Collegiate turies, is displayed. It has objects that, in Church that was damaged during the great measure, come from the Collegiate 1944 bombings. The basin with a Church, or, in some cases, from other carved baccellatura bears an inscription Empoli churches such as Santa Maria a on the upper part, which passes on the Ripa or Santo Stefano. The most im- name of the purchaser, Bindo di Anto- portant work is surely the tondo de- nio, who was the parish priest of the picting the Madonna and Child, for- Collegiate Church from 1492 to 1502. merly attributed to Tino di Camaino and today linked to an early period of At the side of the holy water stoup Giovanni Pisano’s career. Nearby is the Madonna and Child by Mino da Fiesole, 10. florentine school a relief from the 1470’s, rich with Do- Two Prophets natellian influences and echoes of an- first half of 17th century tique statuary. Of particular importance terracotta; 165 cm ca. are the finely executed holy water stoup Collegiate Church of Sant’Andrea, of Battista di Donato Benti, dated 1557, Baptistery and the terracotta altarpiece depicting no. 77 (Baldini inv. 101-102) the Madonna with Child and Saints, These two sculptures found a place in from the Church of Santa Maria a Ripa the Empoli collection with the 1956 re- and attributed to the Buglioni work- organization. Traces of a white tempera shop. In addition, two wooden sculp- coloring remain on the surface, evi- tures are placed here, a Saint Stephen and dently whitewashed at a later period, to a Magdalene, 15th century works attrib- simulate a marble-like effect. The use of utable to Francesco di Valdambrino and such a technique was not infrequent, Neri di Bicci, respectively. given that the costs of terracotta man- ufacturing were more contained in re- spect to those of more valuable materi- From left to right, in a clockwise direction als like marble. The two figures – one 9. tuscan production in a lorica, the other wrapped in a com- Holy Water Stoup fortable drapery – must have been part 1492-1502 of a more complete set of which we have marble; 72 (diam.) no additional information today. Styl- inscriptions: d.bindus antonii hic istically they are related to the end of canonicus sac. ecclesiae the 17th century and to Giovan Battista florentinae cappellanus fecit Caccini’s circle (Giusti 1988). museo della collegiata di sant’andrea a empoli 202 Continuing, on the central wall, 1280 ca. between the two prophets marble; 42.5 cm ca. (diam.) Collegiate Church of Sant’Andrea, 11. Workshop of benedetto Sacristy buglioni no. 1 (Carocci inv. 49) Madonna Enthroned with Saints The small tondo was placed in the wall Anselm, Dominic, and above the sacristy lavabo and later was Mary Magdalene transferred to the museum of the Col- first decade of the 16th century legiate Church at the end of the 19th terracotta; 162180 cm century with a generic reference to the Church of Santa Maria a Ripa «Pisan school». The object’s paternity no. 61 (Carocci inv. 60) has been the subject of various opin- The altarpiece comes from the Francis- ions, wavering between Giovanni can Church of Santa Maria a Ripa. The Pisano and Tino di Camaino, who was modifications and damages undergone one of his main disciples. Currently the over the course of time present the spec- studies seem to prominently favour the tator with a structure very different from first hypothesis, (lately Spannocchi the original, which must have had a live- 2005), and identify it as one of Gio- ly polychromy, a customary practice for vanni’s most important early works. terracotta, which is still visible in some The perfect state of preservation allows points. The composition must have us to admire the two figures that emerge been set in a frame, which has been lost. from the hollow background, which Over time, the sculpture has been linked has been left rough hewn. In the to Cieco da Gambassi, to Giovanni del- Madonna’s pose, the cut of the robes’ la Robbia, and finally to the Buglioni folds and the figures’ articulation in workshop, very active in the Church of space, we see the experienced imprint Santa Maria a Ripa. Paolucci (1985) dis- of his father Nicola, revived however covered significant parallels with the by the new tension of the turn of the plastic groups of the Sacro Monte di San feminine head, which corresponds to Vivaldo, for their common similarities that of the Child, in perfect emotion- with the style of the Da Maianos and of al parallelism. In addition, it must be Giovanni della Robbia. In his turn, noted that below the Virgin’s crown, is Giusti has observed a connection to an the traditional Byzantine headdress (a altarpiece with a similar subject found “palla”) already used by Nicola Pisano in the Church of Sant’Andrea a Tizzana, on the Siena pulpit that disappeared at dated 1504, the same years to which the the end of the 1280’s and so constitutes Empoli relief appears to belong. an additional element to date the piece.

12. giovanni pisano 13. florentine production (Pisa 1248 ca. - Siena 1319 ca.) Madonna and Child Madonna and Child first half of 15th century

english version 203 plaster; 80 cm Davanzati Museum in Florence. It has Church of Santa Maria a Ripa usually been connected to Ghiberti but no. 29 (Carocci inv. 56 bis) lately has been linked to Filippo Upon entering the Collegiate Church, Brunelleschi’s circle by Bellosi (2002) at the end of the 19th century, this relief and given a date of 1402-1405 circa. was placed in the della Robbia aedicule Nevertheless, given the model’s popu- housed in the museum (no. 84), ac- larity, this term for establishing the cording to a typical collector’s style of chronology of our relief could also be that time that, nevertheless, did not re- later. Another exemple that derives flect its original position. Later, it was from this theme, but developed as a restored at the time of the museum’s full-length figure, is kept in the Church 1956 reorganization and then it was of San Martino a Pontorme. placed in the position where it is seen today in 1990. The sculpture rests on a 14. tuscan handicraft base on which there are two putti hold- Sacristy Furniture ing garlands. Such a motif, taken from beginning of the 17th century classical sculpture and in particular wood; 10716060 cm from sarcophagi, experienced great Collegiate Church of Sant’Andrea, popularity during the Renaissance, es- Sacristy pecially in the Donatellian plastic art. no. 80 The Madonna, wrapped in a soft drap- ery that is gathered behind her head, folding on to the shoulders, is hugging Resting on the piece of furniture a kicking child in an affectionate and in a plexiglas case intimate bond. The lack of poly- chromy, removed in the past, does not 15. german school do full justice to the sweet melancholy Crucifix that these pure oval faces must have had second quarter of the 17th century and that today unjustly appear more ivory; 4614 cm (Cross); fixed and amazed. The subject of the 1313 cm (base) Madonna and Child, in terracotta, plas- Donation by the heirs of Guido and ter or papier maché, had an extraordi- Filiberto Massetani nary distribution during the course of the century and also during the 19th cen- 16. mino da fiesole tury antiquarian revivals, exactly be- (Fiesole 1429-1484) cause of the image’s accessible and do- Madonna and Child mestic tone, fit to decorate a public 1470 ca. tabernacle or to be used for private de- marble; 79.554 cm votion. The point of reference for our Collegiate Church of Sant’Andrea, piece is unanimously recognized as be- counter-facade ing the one today kept in the Palazzo no. 37 (Carocci inv. 50) museo della collegiata di sant’andrea a empoli 204 Once located on the counter-façade of inscriptions: joanes christofori de the Collegiate Church inside a now-lost ronconcellis cano.cus huic stone tabernacle, the relief is on a slate ecclesie donavit anno mill° background. It was blocked out in an quingesimo vigesimo undetermined period, perhaps in order Collegiate Church of Sant’Andrea to remedy damage to the neutral back- no. 63 ground: one sign of this modification is This imposing liturgical furnishing is the Child’s lack of a halo and the irreg- part of the Collegiate Church’s very rich ular cuts on the lower corners. Scholars patrimony that was dispersed over time, have unanimously accepted its attribu- both for historical events, such as the tion to Mino da Fiesole, with a dating 1530 sacking of Empoli as well as for to 1470 circa, namely after the sculp- the renovations that took place during tor’s intense activity, characterized by a the 17th and 18th centuries. The book- long stay in Rome – where he was ac- stand is a rare example of English man- tive in Santa Maria Maggiore and the ufacture, with two similar prototypes Vatican – as well as by a stopover in found at Santissima Annunziata in Flo- Naples in the service of Alfonso V of rence. The inscription bears a date of Aragon. About the mid-1470’s, Mino 1520 as well as the name of Canon Ron- returned to Florence, accompanied by concelli, archdeacon in France in 1522 the fame he had earned in the Eternal and provost of the Collegiate Church City as a creator of sacred sculpture. in 1546. Among the many works he executed, those worth noting are the monument 18. romualdo di candeli to Bishop Salutati in Fiesole, the mar- (documented in the mid-15th ble dossal in the Church of the Badia century) and neri di bicci and the ciborium in Santa Croce. Our (Florence 1419-1492) Madonna falls into a typology well-test- The Magdalene ed by him that, in some cases, also com- 1455 prised the introduction of similar reliefs painted and carved wood; 160 cm in monumental groups. The surface inscriptions: questa a fata fare treatment, skillfully modeled in the pas- mona nana figliuola di s(er) sage from stiacciato (the flattest kind of michele dal vinci a.d.mcccclv bas-relief) to a full-relief, makes evident (on the base) his training in the Donatellian style en- Church of Santa Croce a Vinci riched by his study of antique statuary no. 30 (Baldini inv. 99) during his stay in Rome. The inscription that runs along the base of the statue indicates the year 1455 17. english manufacture when it was made and its purchaser, Bookstand Monna Nana di ser Michele Tocci da 1520 Vinci, who commissioned it for the brass; 179 cm Church of Santa Croce a Vinci. From

english version 205 there, the work was subsequently trans- Collegiate Church of Sant’Andrea ferred to the Collegiate Church of Em- no. 18 (Baldini inv. 89) poli and placed in the Chapel of Santa The statue was found in the Baptistery Lucia. The sculpture certainly attracts of the Collegiate Church and was cov- the visitor’s curiosity because it imme- ered by a layer of white, presumably diately evokes one of the most famous from the 18th-19th centuries, used to sim- Renaissance masterpieces, Donatello’s ulate marble. It was removed during Magdalene that today is found in the the 1935 careful restoration which per- Museum of the Opera del Duomo in mitted a full recovery of the very re- Florence. fined polychromy of the robe and face. It has been proposed (Proto Pisani By now, the attribution to the Sienese 1990) that this work be attributed to Francesco di Valdambrino, advanced Neri di Bicci, the last descendent of the by Ragghianti in 1960 based on the ob- workshop founded by Lorenzo di Bic- servation of stylistic similarities to the ci. There is a triptych on the main al- Saint Ansanus found in the Church of tar in the Collegiate Church by him San Paolino in Lucca, executed in 1414, and two works in the museum (no. 36 is unanimously accepted (apart from and no. 37). He was assisted in the carv- Paoletti, 1973, who links the work to ing by Don Romualdo of Candeli. This Domenico di Niccolò). artist, otherwise unknown, is men- After a youthful debut made in the tioned by the same Neri in his Ricor- footsteps of the Nino Pisano tradition, danze, a domestic and workshop diary Francesco di Valdambrino progressively of remarkable interest for getting to approached the new ideals of the late know his work. It is from here that the Gothic style that imprinted painting painter is understood to have also ded- and sculpture between the end of the icated himself, among other things, to 14th and the beginning of the 15th cen- the coloring of wooden articles, like turies. A comparison with Ghiberti and this Magdalene, for which he probably Brunelleschi, with whom, among oth- provided a design that was translated ers, he contended in 1401 in the com- into a carving by this mysterious crafts- petition for the Florentine Baptistery man. The work shows elements of door, his familiarity with Jacopo Della Neri’s style in the rigid and shrunken Quercia (active in both Siena and Luc- figure and in the thin and sharp so- ca where alsoValdambrino worked in matic features, emphasized by the the first decade of the 15th century), brush-drawn wrinkles. marked the modernization of a style oriented towards seeking composi- 19. francesco di valdambrino tional refinements and precious deco- (documented 1401-1435) rative details. These elements are fully Saint Stephen recognized in the Empoli sculpture. 1409 ca. The figure’s structure was conceived for painted and carved wood; 155 cm a frontal view but the position of the museo della collegiata di sant’andrea a empoli 206 feet – the right leg slightly advanced where one learns that the Empoli na- and bent so as to give the perception of tive Giovanni di Andrea Zucherini had a knee under the robe – and the posi- entrusted its execution to Battista di tion of the arms brought to the chest, Donato Benti, as also documented by give it a delicate movement that opens archival papers. The holy water stoup’s out towards the surrounding space. The structure recalls confirmed models of execution of the face is particularly re- the Florentine plastic art between the fined, restored to a delicate rosiness that end of the 15th and the first half of the barely tinges the cheeks with a flush, as 16th centuries, in the workshop of well as the workmanship of the tight Benedetto da Rovezzano. The stem ris- curls. The year 1409 circa is the most re- es on a pyramidal base, with lion-head- cent proposal for the dating of Saint ed harpies at the corners and large Stephen, placing it in proximity to the masks in the center, adorned with swags Patron Saints carried out during the held by bulls’ skulls and inhabited by same period for the Cathedral of Siena birds. The basin is carved with baccel- (Fattorini 1996). latura motifs. The decorations are drawn largely from the classical reper- 20. florentine production tory, having been re-interpreted with a Madonna with Child and Angels new sensibility beginning in the previ- second half of 15th century ous century: thus, if the harpies were plaster; 57 cm (diam.) still inspired by Donatello’s models, the Collegiate Church of Sant’Andrea titulary deity of 16th century sculpture, no. 47 (Baldini inv. 85) the large whimsical masks are de- scended from the Michelangelesque repertory of the New Sacristy. Below 22. giovanni bandini 21. battista di donato benti (Florence 1540 ca.-1599) (documented 1536-1557) Profile of a Saint Holy Water Stoup 1580 ca. 1557 marble; 165 cm ca. marble; 143 cm; 100 cm (diam.) Collegiate Church of Sant’Andrea inscriptions: no. 70 (Carocci inv. 52) iohanes.andreae.alexandri The marble oval’s halo bears traces of zucherinius emporiesis posuit. gilding that was later removed. Attrib- die xvi iunii a. d. m.d.lvv baptista utes are missing that could identify the donati de betis flor.cudebat saint portrayed here, whose very sim- Collegiate Church of Sant’Andrea ple but elegant profile, with an idealized no. 69 (Carocci inv. 51) expression, stands out on a neutral The object’s date and its purchaser’s background like on an antique medal- name appear on the tablet of the base, lion. Paolucci (1985) has placed the re-

english version 207 lief next to works by Giovanni Bandi- 3 - Small passage ni on the basis of a comparison to the polychrome terracotta bust of the Mag- dalene today in the Museum of the Going back to the baptistery, the visit Opera di Santa Maria del Fiore in Flo- continues through a small entry pas- rence. A disciple of Baccio Bandinelli, sage adorned with two wooden candle- of whom he interpreted the most clas- holder angels, the only remaining ob- sical and solemn line, Giovanni Ban- jects of furnishings from the Collegiate dini gained great fortune as a portraitist: Church’s main altar, which were car- his Bust of Francesco I for the Porta delle ried out by Felice Fiorentino around Suppliche at the Uffizi, was praised by 1623. This passage connects the exhi- Raffaello Borghini and Baldinucci. bition halls to the former entry, where you go upstairs. 23. giuseppe cantini da bibbiena known as cuoco 24. master felice fiorentino Saint Roch (documented in the first half 1757 of 17th century) marble; 190 cm Candle-holder Angels Oratory of San Rocco 1623 no. 78 gilded and carved wood; 200 cm ca. Collegiate Church of Sant’Andrea, main altar no. 76 (Baldini inv. 76-77) The two angels were placed in the mu- seum in 1956. They are connected to a document from 1623, the year in which, owing to the renovation of the main al- tar and the replacement of the Bottici- ni tabernacle, it was decided to com- mission from «Maestro Felice fiorenti- no» a new central-plan tabernacle in gilded and painted wood flanked by two angels. The ciborium was removed in the mid-18th century following ren- ovations to the church’s interior; how- ever, the two angels remained on the altar until their transfer to the muse- um in 1956. Currently the surface ap- pears without the original polychromy; some traces of which remain only on the robes. The two sculptures are ele- museo della collegiata di sant’andrea a empoli 208 gantly posed with a slight twist main- 4 - Old entrance tained by the strong movement of the drapery; the heads framed by cascades The small room was the former entry of curls and the careful anatomical de- to the museum: on the walls one can finition of the muscles and tendons re- admire the coats-of-arms of the Opera call a style similar to Giambologna’s, to di Sant’Andrea, that of the Munici- whose examples the artist called Mas- pality of Empoli as well as a sepulchral ter Felice Fiorentino must have been memorial tablet from 1267, the most trained. Perhaps it is possible then to ancient document remaining from the hazard a guess that the unknown artist ancient Collegiate Church. There is a mentioned in documents might be staircase here to go upstairs. identified as Felice Palma, a native of Massa who largely worked in Florence 25. tuscan handicraft in the circle of the Flemish sculptor. Coat-of-arms of the Opera di Sant’Andrea first half of 15th century grey sandstone; 7156 cm Collegiate Church of Sant’Andrea (Baldini inv. 73)

26. artigiano toscano Coat-of-arms of the Municipality of Empoli 15th century grey sandstone; 7452 cm Collegiate Church of Sant’Andrea (Baldini inv. 74)

27. tuscan handicraft Sepulchral Memorial Tablet dated 1267 white marble; 5537 cm Collegiate Church of Sant’Andrea inscriptions: a.d.m.m cc. lxvii hic iacet. tribaldus fil dni ildebrandini de mangiatorib. de sto. miniate

We now go upstairs, on the walls along the staircase

english version 209 28. giuseppe del moro (1740-1763) First floor Drawing for the pictorial decoration of 5 - Hall of 14th-15th the roof of the Collegiate Church of century paintings Sant’Andrea 1763 ca. Ascending the stairs, one enters the hall paper; 755515 mm of the 14th-15th century paintings Collegiate Church of Sant’Andrea where the painting collection begins, which unfolds in four rooms, two of 29. tuscan handicraft which look on to the cloister. In the Armorial Bearings of the Ricci Family first two halls, the visitor sees a rapid 15th century survey of Florentine painting between Sculpted grey sandstone; the 14th and 15th centuries. They are 5843.57 cm mainly polyptychs, in many cases dis- Collegiate Church of Sant’Andrea membered ones, as a result of renova- tions of the chapels in which they were 30. tuscan handicraft found or of damages suffered over time. Coat-of-arms It begins with a delightful painter from 15th century Pistoia known as the Master of 1336, Sculpted grey sandstone; and then continues with works by Nic- 6540.57 cm colò di Pietro Gerini, Agnolo Gaddi Collegiate Church of Sant’Andrea and by Ambrogio di Baldese. The paintings come in large part from 31. tuscan handicraft churches in the territory as well as from Armorial bearings of the Ricci Family the Collegiate Church, but also in some 15th century cases from private donations that bear Sculpted grey sandstone; witness to the townspeople’s interest at 624511 cm the time of the museum’s foundation. Collegiate Church of Sant’Andrea From right to left 32. vincenzo lami (1807-1892) Saint Philomena 33. anonymous painter from 1835 pistoia (the master of 1336?) canvas; 10176.5 cm Madonna and Child with Saints Collegiate Church of Sant’Andrea Francis, John the Baptist, Andrew and Anthony the Abbot; on the cusps: Moses, David, Solomon and Jeremiah 1320-1330 ca. wooden panel; 111191 cm Collegiate Church of Sant’Andrea, Chapel of Santa Lucia no. 2 (Carocci inv. 9) museo della collegiata di sant’andrea a empoli 210 The polyptych’s central panel today is Anthony the Abbot, John the Baptist, devoid of its original carpentry, its Gregory the Great and Leonard; on cusps, and is separated from the side the cusps: The Announcing Angel and panels following an intervention car- the Virgin of the Annunciation; on the ried out at some unknown time. In fact, predella: Saint Catherine, Saint while the side panels have been in the Reparata, Christ in Pietà, Saint museum’s collection since its opening, Barbara, Saint Margaret the Madonna and Child remained in 1385 ca. the Collegiate Church, in the Chapel of wooden panel; 137182 cm Santa Lucia until the middle of the last inscriptions: ecce agnius dei ecce century. Only with the 1956 re-organi- qui tollis pechata mundi (on John zation was it possible to re-unite the set. the Baptist’s scroll) Generally connected to the Sienese Collegiate Church of Sant’Andrea school by scholars at the end of the 19th no. 7 (Carocci inv. 14) century, the polyptych has subsequently The polyptych is practically whole, been traced back to the Pistoia milieu lacking only the central peak where a and, in particular, to an anonymous benedictory Eternal Father was prob- artist named by the critics as the Mas- ably portrayed. The scholars have ter of 1336. This painter owes his name rather unanimously recognized in this to a votive fresco depicting the Madon- work the hand of the Florentine Nic- na and Child in Santa Maria delle Gra- colò di Pietro Gerini, who was active zie in Pistoia, whose execution is con- from the 1370’s (according to his 1368 nected with a miracle that occurred that enrollment in the Physicians and Phar- year. A polyptych, formerly in the macists’ Guild) and was the artist of Church of Santa Maria Assunta in frescoes in the Chapter of the Church Popiglio, now in the Diocesan Museum of Santa Felicita in Florence (signed of Pistoia, also belongs to the same artist and dated in 1388) but also active in as well as the Majesty fresco in the Pis- Pisa, Prato and Volterra. Richard Offn- toia Town Hall. er, one of the more refined connois- The Empoli polyptych is the product seurs of Italian painting from the 13th of an eccentric variant of the Giottesque to the 15th century, defined this artist culture that spread in large part outside as «prolific and unequaled». The Florence, and especially between Arez- painter is one of the most significant zo and Pisa. It was characterized by a representatives of a heterogeneous mo- marked expressionism and by strong ment of the transition in Florentine colored liveliness. The work is datable figurative tradition at the end of the to the end of the 1320’s. 14th century, which was strongly influ- enced by Giottesque models but also 34. niccolò di pietro gerini pervaded by the turmoil of renewal (Florence, documented 1368-1415) that pushed artists to create more Madonna with Child and Saints complex compositions inspired by a

english version 211 strongly decorative style. In the Em- of a large altar device modified during poli work, in fact, one notes how the the modernization of its original chapel structure of the central Madonna and in order to allow the single parts to be Child recalls famous examples by used differently. Missing from the set Giotto and his school, while the saints is the center panel towards which the to the sides, especially Saints Antho- four saints are directing their looks and ny the Abbot and John the Baptist, on that probably had a Madonna and the left, are absorbed and less expres- Child Enthroned. The complexity sive, reflecting the archaic types of An- which the whole must have had is drea Orcagna. The polyptych is data- proven by the construction of the two ble to about the mid-1380’s. The visi- large panels in which the full-length tor who wishes to seek out other ex- saints are surmounted by a mixtilinear amples by Gerini in the surrounding cusp with Saint Jerome and Saint Zeno- territory will find another work, rather bius. The painting has been assigned similar to ours for its typology and by scholars to Niccolò di Pietro Geri- style, in the nearby Church of Santa ni, with the collaboration – in the saints Maria a Collegonzi, in Vinci. of the cusps – of Lorenzo di Niccolò, his disciple and usual collaborator. The 35. niccolò di pietro gerini frescoes in the chapter room of the (Florence, documented 1368-1415) Church of San Francesco in Prato, and and lorenzo di niccolò di martino the Coronation of the Virgin, dated 1404, (Florence, documented in 1391-1411) for the Church of Santa Felicita in Flo- Saints Ludwig and Ursula with Saint rence, now at the Accademia Gallery, Jerome; Saints Martha and Stephen are the fruit of this association. The four with Saint Zenobius; in the predella saints display the formal and hieratic sections: The Last Supper, The Arrest poses typical of Gerini and an inclina- of Christ, The Deposition tion towards a decorative style in the 1401 ca. robes, richly edged with gold, an- wooden panels; 18573 cm; 2854 cm nouncing his convinced adherence to (Supper and Arrest); late Gothic style elements. In the scenes 2874 cm (Deposition) depicted on the predellas, instead, one inscriptions: proxime pasca facturo sees a greater liveliness of expressions, et tradendo cruci et illudendo in particular in the Arrest of Christ where ab omnibus et aceto et a crowd of soldiers in colored uniforms, (on Saint Jerome’s open book); helmets, swords and lances, gathers scs. lodovicus. sca.ursola around the main personage. (on the frame) Collegiate Church of Sant’Andrea 36. lorenzo di bicci no. 8 (Carocci inv. 13 and 4) (Florence, 1350 ca.) Also in this case, the elements that we Crucifixion see separately must once have been part 1399 museo della collegiata di sant’andrea a empoli 212 wooden panel; 12868 cm 37. lorenzo di bicci Church of Santo Stefano degli (Florence, 1350 ca.) Agostiniani, Chapel of Sant’Elena Saint Thomas Receives the Girdle from no. 12 (Carocci inv. 6) the Virgin of the Assumption This is the center section of a polyp- 1395-1400 tych made for the Chapel of the Com- wooden panel; 14076 cm pany of the Cross that was dedicated Church of Santo Stefano to Saint Helen, where in 1424 Ma- degli Agostiniani solino frescoed the Stories of the True no. 14 (Carocci inv. 8) Cross. To the sides of the Crucifixion, This painting is also the center part of there were formerly two panels that a dismembered polyptych and has been depicted Saints Augustine, Nicholas, housed in the museum collection since Andrew and Julian, which are now its opening. It was attributed to Loren- lost. A 1399 document permits the dat- zo di Bicci by Offner (1957) and is gen- ing and the attribution to Lorenzo di erally dated between 1395-1400, Bicci, who is also represented in the (Boskovits 1975). Although compro- collection by a panel with Saint mised by modifications and damage Thomas Receiving the Girdle from the suffered over time, the work shows a Madonna (no. 37). Lorenzo was the remarkable skill of execution in the var- family founder of a flourishing work- ied elegance of the fabrics’ decorations shop begun in Florence in the last and in the workmanship of the gold decades of the 14th century and later parts. active during the 15th century under his son Bicci (see no. 45 in the Muse- 38. florentine painter um) and his grandson Neri. Trained The Miracle of the Crucifix in the footsteps of Andrea Orcagna, Beginning of the 15th characterized by a stiff and abstract wooden panel; 2986 cm (Procession interpretation of Giottesque models, and Miracle); 29103 cm (pax board) Lorenzo is distinguished in the artis- Collegiate Church of Sant’Andrea, tic survey by his remarkable technical Chapel of the Santissimo Crocifisso qualities as exhibited in the decora- no. 11 (Carocci inv. 11) tions and the workmanship of the The three small panels, now in mod- gold backgrounds, an ability that won ern frames, were the step of the old al- him numerous orders from public and tar of the Chapel of the Santissimo Cro- private purchasers: employed by the cifisso. Their importance and connec- Opera del Duomo in the last decades tion with local devotion resides in the of the century, he executed the panel iconography that recalls a miraculous for the Wine Sellers’ Guild in Orsan- fact that took place on 24 August 1399 michele depicting Saint Martin En- when the brothers of the Company of throned (today in the Accademia the Crucifix were on a pilgrimage to Gallery) around 1380. Val di Marina to pray against the plague

english version 213 that was devastating Empoli. They close, in an early phase, to Niccolò leaned the crucifix against the trunk of Gerini, and later placed next to the a withered almond tree that then blos- more modern results of Lorenzo somed. On the first panel the brothers’ Monaco’s art. procession is depicted on the back- ground of a pleasant landscape dotted 40. agnolo gaddi (Florence, with flowering trees; in the second, the documented 1369-1396) miraculous moment is retold while in Madonna and Child with Saints the third the return of the Crucifix to Anthony the Abbot, Catherine, Jerome Empoli is celebrated by the exultant and John the Baptist; on the cusps: townspeople who flock to welcome it. Announcing Angel and the Virgin of The three paintings are thus a signifi- the Annunciation; on the predella: cant testimony of the importance as- Christ in Pietà with the Virgin and sumed by the Company of the Bianchi, Saint John the Evangelist, Saint Lucy, an itinerant penitential institution Saint Barbara and Two Saints probably of French origin that found 1390 ca. wide consensus in north central Italy. wooden panel; 129180 cm For this painting, which is catalogued Oratory of San Mamante here as anonymous, various attributive no. 9 (Carocci inv. 19) opinions have been expressed: from The triptych comes from the sup- Gaddi’s circle (Baldini 1956) to that of pressed Oratory of San Mamante and Orcagna (Offner supplement 1981), up is missing the central cusp where, in to a reference to the Master of San Mar- all probability, a benedictory Eternal tino a Mensola (Giusti 1988). Father or a Crucifixion may have been depicted. The refined execution – to 39. ambrogio di baldese be noted in particular the richness of (Florence 1352-1429) the robes of Saint Catherine and the Madonna of the Milk Child, the delicate ornamental motif 1380-1385 ca. that outlines the mantles’ edges – and wooden panel; 10556 cm the delicately graduated chromatic Convent of Santa Croce range in contrasting warm and cool no. 6 (Carocci inv. 5) tones, have led scholars to consider The small altarpiece bears a Crucifix- this work to be from the Sienese ion on the cusp while the Madonna in school, later by an anonymous artist the center panel, adored by a retinue in Agnolo Gaddi’s circle known as the of angels, suckles the Child who is Master of the Madonnas, and finally holding a little bird in his hands. The by Gaddi himself, with a dating in the painting is attributable to Ambrogio di 1390’s. Baldese, a still rather elusive figure in The son of Taddeo, one of the princi- the survey of Florentine painting be- pal exponents of Giotto’s workshop, tween the two centuries, stylistically Agnolo Gaddi is of notable importance museo della collegiata di sant’andrea a empoli 214 in Florentine painting during the last Gothic style in a lively way, signifi- quarter of the 14th century. Trained in cantly enhances the collection as it was the wake of the Giottesque school, he precisely in the Valdelsa area that he collaborated in 1369, when very young, carried out most of his work. In fact, with Giottino and Giovanni da Milano his works can be found in Castelfioren- on the decoration of two chapels in the tino, in the Certaldo museum and in Vatican Palace. Agnolo is known above the Montespertoli museum. The two all as the artist of the fresco cycles car- small panels have also been attributed ried out in the 1380’s in the Castellani to Master Rohoncz (Offner supple- Chapel and in the choir of the Church ment 1981); the artist of a painting de- of Santa Croce in Florence, that gave picting the Madonna of the Milk kept him undisputed fame, making his in the Rohoncz Collection in Lugano workshop one of the most important Castagnola. in the city. These frescoes, preceding our painting by some years, are the 42. florentine painter starting point for understanding the Crucifixion evolution of Florentine painting at the second half of 14th century end of the century, which, still influ- wooden panel; 3415 cm enced by the Giottesque tradition, ori- Romagnoli Collection ented itself towards a greater narrative no. 4 (Carocci inv. 2) liveliness and a naturalistic attention This small painting, missing its lower for ambient details typical of the court- part, has been in the picture gallery ly style. since its opening with a generic attri- bution to the Giottesque school. It was 41. cenni di francesco di ser cenni stolen in 1922 together with another (Florence, documented 1369-1415 ca.) small Crucifixion by Niccolò di Tom- Saint , Saint maso but was subsequently recovered. Lucy and another Saint; Saint It has been assigned to a follower of Ber- Onuphrius, Saint Anthony and Saint nardo Daddi (Baldini 1956) and, more Martin of Tours recently (Offner supplement 1981) to 1370-1375 ca. an anonymous master in Orcagna’s wooden panels; 6626 cm (each one) style who is the artist of a small portable Raimondo Cannoni collection altar kept in the Walters Art Gallery of no. 10 (Carocci inv. 15) Baltimore. Donated to the Museum by Raimon- do Cannoni, these two panels are from 43. mariotto di nardo a small triptych, its central part having (Florence, documented 1393-1424) been lost, which have been part of the Madonna and Child Museum’s collection since its opening. 1393 The presence of a work by this agree- wooden panel; 6146 cm able painter, who popularized the late Church of Santa Cristina a Pagnana

english version 215 The visit to the hall ends with the 6 - Hall of 15th century works paintings 44. florentine painter Some of the museum’s masterpieces are The Madonna and Saint John the kept in this hall: in the two triptychs by Evangelist at the Foot of the Cross Lorenzo Monaco, one from 1404 and beginning of the 15th century the other from 1420 circa, that flank wooden panel; 20082 cm the Majesty by Filippo Lippi, a small Oratory of Sant’Antonio wooden panel donated by Carlo Ro- no. 17 (Baldini inv. 81) magnoli, it is possible to follow the evo- The panel, part of a tabernacle kept in lutionary lines of early 15th century Flo- the Oratory of Sant’Antonio fuori Por- rentine painting, from the splendors of ta Pisana and completed by a wooden the international gothic style to the af- Crucifix, which is now lost, became firmation of the full Renaissance. part of the museum collection in 1956. Works by contemporaneous painters Datable to about the first twenty years are on the other walls, from Rossello di of the 15th century, it is characterized by Jacopo Franchi to Bicci di Lorenzo, the figures’ accentuated expressivity – who moved in the footsteps of the late as seen in the moody characterization 14th century tradition, following mod- of the skull that emerges from a crack erate modifications that adopted the in the rock of Golgotha – that are con- new style. In addition, some fragments nected to the works of Niccolò di Pie- attributable to an anonymous painter tro Gerini (Baldini 1956). known as the Master of Signa are pre- sent; he was a provincial painter whose production mixes the various results of Florentine painting in a lively mood.

Entering the hall, immediately to the left 45. bicci di lorenzo (Florence 1373-1452) Madonna Enthroned with Child and donor; Saints John the Evangelist and Leonard 1423 wooden panel; 12472 cm (central panel); 11066 cm (side panel) Collegiate Church of Sant’Andrea, Chapel of San Leonardo no. 15 (Carocci inv. 18) museo della collegiata di sant’andrea a empoli 216 Some documents from the Archives of Florentine workshops between the Arcispedale di Santa Maria Nuova the 14th and the 15th centuries in Florence allow this polyptych, lack- ing its left side, to be assigned to Bicci di Lorenzo, who painted it in Decem- The picture gallery’s first hall, on the up- ber 1423. The seated Madonna on a per floor, has gathered interesting works richly decorated monumental throne from the Florentine workshops that were is worshipped by the kneeling pur- in great favor between the 14th and 15th chaser in the lower right, identified as centuries, with a display of works by mas- Simone di Guiduccio from Spicchio, ters of a certain importance: Agnolo Gad- who commissioned the work for the di, Niccolò di Lorenzo, Mariotto di Nar- Chapel of San Leonardo in the Colle- do and Lorenzo di Bicci. Lorenzo di Bic- giate Church. ci, active in the second half of the 14th cen- It is a rather significant work in this tury, was the founder of a workshop that artist’s career, who was trained in the continued to work with great technical late 14th century tradition in the Orca- skill and decorative knowledge through- gna style in the paternal workshop but out the entire 15th century, inherited first who soon became up-to-date in the in- by his son Bicci and later by his grand- novations proposed by international son, Neri. In the Museum of the Colle- style artists, from Gherardo Starnina to giate Church of Empoli, there are works Lorenzo Monaco and then by Masoli- representative of all the dynasty’s mem- no and Gentile da Fabriano. In fact, in bers, allowing us to observe the traditional addition to the colors’ luminous re- organization of workshops and the work finement and the careful execution of that was carried out in them: portable the gold decorations spread across the altars, acroteria, chests, puerpera’s trays, whole surface, one will notice a more banners but also the coloring of statues. knowledgeable perspective and spatial Often the Florentine workshops – as in sense in the Empoli polyptych –as an this case – were family businesses with example, the imitation marble throne notable advantages: in fact, the “sons of or the volume of the saints’ figures – artists” were exempt from paying taxes – that is in line with the results of the art as is revealed by the Libro delle Matri- contemporary to him. cole dei Medici Speziali, (a list of the members of the physicians and pharma- cists’ guild)-and had the advantage not only of an early apprenticeship but also of an irreplaceable patrimony of designs, cartoons, models and, above all, a fami- ly training that guaranteed a stable qual- ity of production that responded to the clients’ taste, clients who often were hand- ed down from father to son.

english version 217 By the founder, Lorenzo di Bicci, we have on which she is placed»), has been iden- in the museum two paintings made for the tified as the one delivered by the abbot of Chapel of Sant’Elena in the Church of San Felice in Piazza and probably carved Santo Stefano degli Agostiniani, the Vir- by Fra Romualdo da Candeli, a still un- gin giving her Girdle to Saint Thomas known personality but whose work with and the Crucifixion. The beautiful trip- Neri di Bicci, who carried out the color- tych on the main altar of the Collegiate ing of wooden statues, is documented. Church representing the Madonna and The favor demonstrated to the tradition- Saints, already in the museum, was prob- al workshops by Empoli clients must not ably made in collaboration with Bicci fol- make one think of a cultural gap in the lowing the tradition of handing down the countryside with respect to the city, be- workshop from father to son. His son Bic- cause, even in Florence, these workshops ci di Lorenzo is represented by a triptych were in very high demand by noble fam- commissioned by Simone di Guiduccio ilies and public clients. As a proof of this, from Spicchio in 1423 for his chapel ded- in Empoli itself, next to the traditional- icated to Saint Leonard in the Collegiate ist artists, forward-looking artists worked Church, of which the central part, de- who left extremely significant works, such picting the Madonna with Child and as Gherardo Starnina, back from Spain. the Donor, and one of the sides, the Saints Some of his frescos, detached, are in the John the Evangelist and Leonard, sur- museum and some fragments are in the vive. In this work, Bicci, who was a very Church of Santo Stefano degli Agostini- good successor in the paternal workshop ani where Masolino himself worked. with a traditional and rather monoto- nous pictorial production, shows an open- Rosanna Caterina Proto Pisani ness to the innovations that were stirring Florence in the 1430’s, among Gentile da Fabriano, Masolino and Masaccio. There is an interesting polychrome wood- en sculpture, displayed in the same room, depicting the Magdalene, a work dated 1455 and, as is read in the inscription, made for Monna Nanna di Ser Michele Tocci da Vinci, who had it transferred from the Church of Santa Croce in Vin- ci, to the Chapel of Santa Lucia in the Collegiate Church of Empoli. On the ba- sis of a document, dated 30 October 1455, in the Ricordanze by Neri Bicci, the son of Bicci (ed. Bruno Santi, 1976, no. 77, pp. 39-40, p. 192), the sculpture, («a life- size Saint Mary Magdalene with a base museo della collegiata di sant’andrea a empoli 218 Along the steps that lead to the large On the center wall, from left to right hall 47. lorenzo monaco 46. master of borgo alla collina (Siena 1370 ca.-Florence 1425) (active in the first half Madonna of Humility with Saints of 15th century) Domninus and John the Baptist, Peter Saints Ives and Lazarus, John the and Anthony the Abbot; on the cusps: Baptist and Anthony the Abbot; Announcing Angel, Virgin of the on the cusps: Angels’ Heads Annunciation wooden panel; 1404 14055 cm (each panel) wooden panel; 157197 cm 1420 ca. inscriptions: inscriptions: ave.maria.gratia.plena.dns.tecum. on the predellas: ano.di.m.cccciiii s.ivo di bretagna - s. lazzaro (on the base of the central panel); s. giovanni. s. antonio s.domninus.m/s.iones.baptsta Collegiate Church of Sant’Andrea, (left side panel); Chapel of Sant’Ivo s.petrus.apostolus/s.amtonius.abb. no. 22 (Carocci inv. 16) Church of San Donnino The two cuspidate side panels are miss- no. 20 (Carocci inv. 20) ing the central panel, and they were This polyptych, together with the small among the picture gallery’s first works. Madonna by Filippo Lippi that is next They are rather unanimously attrib- to it, is the centerpiece of this hall. In uted to an unknown follower of Gher- fact, it is a fundamental work for un- ardo Starnina, known as the Master of derstanding the results of Florentine Borgo alla Collina from the triptych painting in the early years of the 15th cen- kept in the parish church of San Do- tury. The Madonna and Child at the nato a Borgo alla Collina in Casenti- center of the painting appears like an no. The four saints reflect, although icon among the saints who surround in a more simplified manner, charac- her. A particular iconography is ob- teristics of the international style in- served: posed on a finely decorated cush- troduced by the Florentine Starnina ion in place of a throne, she appears upon his return from a prolonged stay there as the Madonna of Humility, a in Spain documented from 1395 to 1401 theme of Sienese origin that stresses the circa: the moody and slightly bizarre devotional and domestic tone of the sa- physiognomies, a taste for ornamental cred image. There are four saints details, abundant draperies and the arranged next to her: Saint Domninus, fullness of folds that fall softly to the the titular saint of the church of prove- ground. The proposed chronology is nance, Saint John the Baptist, Saint Pe- close to that for the Arezzo work, dat- ter and Saint Anthony the Abbot, iden- ed 1423 (Paolucci 1985). tified by the inscription that runs along

english version 219 the base and that also provides the date lieved to be a work by Masaccio, later of execution, 1404. It is the same year in being recognized by almost unanimous which the monk from Camaldoli made consensus as Filippo Lippi’s. Below the the Pietà in the Accademia Museum of current, perhaps 17th century, frame, the Florence, a painting still strongly im- marks of the original arched trilobed bued with the late 14th century tradition structure are seen. It enclosed the paint- of Orcagna and Gaddi. Instead, the Em- ing and was removed, producing the cut poli work is informed, in the fluency of on the upper part. The presence of Al- the figures, covered by light draperies berto Siculo da Trapani, in a white robe gathered in wavy and flowing folds, in and holding a lily, in the upper left, sug- the bright and select chromatic range gests that the work was a Carmelite and above all in the Child who seems commission. It has been supposed caught in the act of kicking, by an echo (Boskovits 1986) that it may have come of Gherardo Starnina’s presence, and so from the Convent of the Selve, between of the demands of international style, Florence and Empoli, and that Saint that animated the Florentine artistic mi- Michael, in the lower left, may be a por- lieu at a moment when the bravura of trait of Angelo Mazzinghi, who was the Lorenzo Ghiberti in sculpture was be- convent’s prior from 1419 to 1430. ginning to assert itself. It is from here This small painting, meant for private that the artist’s more mature phase be- use, introduces the visitor to a group of gins, that of the large polyptychs today works that belong to the full Renais- preserved in the Uffizi and the Accade- sance, widely represented in the fol- mia and of the charming miniatures for lowing halls. One can note, in fact, by the books of anthems of Santa Maria comparing the composition of this degli Angeli, in which some of the most work with that of the polyptychs that elegant painting inventions at that time surround it, as by now the figures all appear in a triumph of color and en- live in the very same space, gathered to graved worked gold. form a circle around the Virgin in the center, seated on a throne at the top of 48. filippo lippi a flight of stairs that marks the scene’s (Florence 1406 ca.-Spoleto 1469) depth. Here are the principles of linear Madonna Enthroned with Angels perspective as studied by Brunelleschi and Saints Michael, Bartholomew and by Alberti as well as an attempt to and Albert give substance and weight to the fig- 1430 ca. ures through the skillful use of chia- Wooden panel; 43.734.3 cm roscuro and the modulation of colors; Romagnoli collection the two kneeling angels turned away no. 33 (Carocci inv. 24) from the onlooker have the function of Donated by Carlo Romagnoli, the small marking the foreground beyond which panel, one of the masterpieces preserved the eye goes progressively forward to- in the Empoli collection, was at first be- wards the background. The painting is museo della collegiata di sant’andrea a empoli 220 meant to be seen from a short distance part of the same triptych together with in such a way as to be able to enjoy, in the central panel is uncertain: the com- addition to the wonderful balance of position as we see it today is the result the parts, a whole series of subtle details of the 1956 re-organization in which a – the use of gold for the halos and the theory of reconstruction advanced on angels’ wings, the throne’s refined leafy the occasion of the 1933 Tesoro di Firen- designs – worthy of the best Florentine ze Sacra exhibition was accepted. The pictorial tradition. The strong parallels paintings have suffered various modi- with the tradition of Masaccio and of fications and are completed with wood- Fra Angelico suggest that this small al- en listels to accommodate the differ- tarpiece may have been executed ent heights of the panels. The ogival around the end of the 1430’s. arch of the central panel must have been reduced at a later period to the 49. lorenzo monaco current curved form, possibly to allow (Siena 1370 ca.-Florence 1425) a new frame. Studies are inclined to see and workshop; paolo schiavo Lorenzo Monaco’s hand in the Madon- (Florence 1397-Pisa 1478) na and Child while the sides were car- Madonna and Child Enthroned; ried out, according to his design, by Saints John the Evangelist and the workshop’s assistants. The frown- Catherine, John the Baptist and ing and expressive physiognomies of Augustine; Moses and a prophet are placed on the on the pinnacles: Moses and Prophet cusps, suggesting the hand of Paolo 1420 ca. Schiavo (Paolucci 1985), who first start- tempera on wooden panel; ed painting in the circle of the friar. 10158.5 cm (central panel); The painting is datable to the 1420’s, 13254 cm (side panels) the last years of the monk’s activity, inscriptions: ecce agnus dei (on the who, at the time, carried out the fres- scroll held by Saint John the Baptist) coes in the Bartolini Salimbeni Chapel Collegiate Church of Sant’Andrea in Santa Trinità in Florence, where the no. 21 [Carocci inv. 21 (sides); visionary and fiery forms exhibited in Baldini inv. 72 (center)] the previous decade give way to softer The three panels have had different vi- and more relaxed rhythms. Still the cissitudes that brought them at differ- benedictory Child shows a confidence ent times into the Empoli collection. in the forms and a spatial sense that The four saints to the sides, in fact, have foreshadow the young Beato Angelico. been housed since the 19th century in the Museum while the Madonna re- mained in the church and was put in Looking at the window, to the left the museum only in the mid-20th cen- tury. In reality, information regarding 50. master of signa the fact that the two side panels were (active in the 15th century)

english version 221 Saints Ansanus and Apollonia; for private devotion, as indicated by its the Archangel Raphael small size and format. For its stylistic first half of 15th century characteristics – in particular the live- wooden panel; ly and slightly rustic expressions – it has 12740 cm (each panel) been assigned to the Master of Signa Church of Santo Stefano degli by both Baldini (1975) and by Paoluc- Agostiniani, Chapel of San Gaetano ci (1985). no. 24 (Baldini inv. 82) The two fragments must have been part 52. Workshop of rossello di jacopo of a more complete set, dismembered franchi in an unknown period. The panel with Madonna of Humility the Archangel Raphael was cut on the 1430 ca. left part leaving only a part of Tobiolo’s wooden panel; 5539 cm arm. The panels are related to the Mas- Collegiate Church of Sant’Andrea ter of Signa, who merged suggestions no. 27 (Baldini inv. 94) taken from the style of Fra Angelico and This small altarpiece must have been Domenico Veneziano into a pure and an object of private devotion as indi- simplified language. Federico Zeri cated by its small size as well as the sub- (1963) attributed to an anonymous ject, a Madonna and Child seated with painter, known conventionally as the simplicity on a cushion. This icono- Master of Signa from his most signifi- graphic theme, that traditionally is cant work, the frescoes with the Stories known as the Madonna of Humility, of the Blessed Jane in San Giovanni Bat- was particularly affirmed in the Sienese tista in Signa. He was an eclectic painter, area from the 14th century onward and with a lively narrative style, very active is suited to a more intimate and con- in the lower Valdarno and in Valdelsa, tained interpretation of this holy sub- who most likely came out of the work- ject. For stylistic characteristics, Baldi- shop of Bicci di Lorenzo. ni (1956) and Paolucci (1985) have placed it in the circle of Rossello di Ja- 51. master of signa copo Franchi, the artist of the polyp- (active in the 15th century) tych that is in the same hall and with Madonna and Child between which the visitor will be able to note Two Angels numerous similarities. first half of 15th century wooden panel; 8545 cm Convent of Santa Croce On the wall next to the window, to the no. 25 (Carocci inv. 7) right This charming painting, which is in a contemporary frame of gilded carved 53. master of signa wood, comes from the Benedictine (active in the 15th century) monastery where it may have been used Saints Lawrence and Domninus, museo della collegiata di sant’andrea a empoli 222 Peter and Paul opaque pictorial surface owing to ro- first half of 15th century bust cleanings undergone in the past, wooden panel; 15359 cm thus muting the luminous and brilliant Church of San Donnino colors of the mantles and the precious no. 23 (Carocci inv. 23) curtain unrolled by the angels behind The two panels, without the original the Virgin. The engraved decorative carpentry, were part of a polyptych that motifs must have stood out against the lacks its central part. In the museum red background truly giving back the there are also two fragments of a polyp- tactile effect of a valuable fabric. Rossel- tych (no. 50) and the small altarpiece lo di Jacopo Franchi formed part of a with the Madonna and Child (no. 51) circle of transitional artists who, leav- by the Master of Signa. ing the late 14th century Florentine tra- dition led by Andrea Orcagna, Jacopo di Cione, Agnolo Gaddi, underwent Returning to the hall’s entry door, on the influence of international style in- the right upon entering novations, on the examples of Gherar- do Starnina and Lorenzo Monaco. The 54. rossello di jacopo franchi Empoli polyptych is generally dated (Florence 1377 ca.-1456) 1420-1430 (Paolucci 1985) also because The Madonna and Child Enthroned of the very close similarities that con- with Saints Sebastian and John the nect it to a triptych found in the Uffizi Baptist, John the Evangelist and and related to the same years. Domitilla; on the cusps: Benedictory Redeemer, Announcing Angel, the Virgin of the Annunciation 1420-1430 ca. wooden panel; 182186 cm inscriptions: ecce ang (on John the Baptist’s scroll); s.jo(h)anes evengelista. s. domitilla (on the right base) Parish Church of San Giovanni Battista a Monterappoli no. 26 (Carocci inv. 17) The polyptych was attributed to Rossello di Jacopo Franchi by Venturi (1911) and by Berenson (1932). The work, from the parish church of San Giovanni Battista a Monterappoli on the hills surrounding Empoli, presents numerous gaps in its carpentry and an

english version 223 7 - Hall of the Botticinis Entering to the left; on the back wall

Returning to the hall of 14th-15th cen- 55. antonio rossellino tury paintings, one enters the hall of (Florence 1427-1479) and francesco the Botticinis. The last two rooms of botticini (Florence 1446-1498) the museum, which are entered by the Tabernacle of Saint Sebastian small stairs that begin between the first 1476 ca. and second rooms, conclude the tour wooden panel; 280275 cm; marble; with a series of paintings that go from 155 cm (Saint Sebastian); the mid-15th century to the early decades 57 cm (angels) of the 17th, thus offering the opportu- Collegiate Church of Sant’Andrea, nity to follow the changes in the tastes Chapel of Santa Maria degli Angeli of the purchasers of Empoli and the at- no. 36 (Carocci inv. 26) tention they paid to the most impor- This imposing altar device was located tant artists active on the Florentine in the Chapel of Santa Maria degli An- scene. Both rooms are dominated by geli on the altar dedicated to Saint Se- two enormous altar devices: the taber- bastian, considered the protector nacles dedicated to Saint Sebastian and against illnesses, at the will of the pa- to the Sacrament, destined for the Col- trons. The work’s purchasers were, in legiate Church and carried out in the fact, Giovanfilippo Capacci and his last thirty years of the century by the mother Pippa, who had it carried out Botticini workshop – as regards the car- to commemorate relatives who had pentry and the pictorial part – with an died in the 1476 plague; as a conse- intervention by Antonio Rossellino quence, the most suitable chronology who sculpted the full-relief statue of is that between 1476 and 1479 circa Saint Sebastian – admired and cele- (Apfelstadt 1992). The statue was meant brated by contemporary men of letters to be seen from the front and present- and by Vasari – placed in the central ed touches of gilding on the hair and aedicule of the tabernacle dedicated to tunic. The fame enjoyed by this Saint the saint. Sebastian, for the extraordinary tech- Next to the Tabernacle of Saint Sebast- nical execution and invention in which ian there are other works from the pro- the influence of antique statuary is ev- lific Botticini workshop: among these ident, was very remarkable, such that are the Botticelli-like Annunciation ex- Billi defined it as «miraculous» and ecuted by Francesco and the Saints John Vasari as a «very excellent work». The the Baptist and Andrew by Raffaello, his originality of the entire complex, one son and heir. of the most studied in the Museum, is constituted by a fusion of an architec- tonic structure with sculpture and painting, so as to be a real summa of Re- naissance thought. The tabernacle was museo della collegiata di sant’andrea a empoli 224 conceived, in fact, as a small wall with This small painting, from the Gozzini a niche in the center in which the mar- Collection with an ancient attribution ble Saint Sebastian by Rossellino is to Rico da Candia, is a product of Cre- placed, from whose workshop also tan art that re-proposed prototypes in come the two angels placed on the out- the Byzantine tradition for a long time. side corners of the crowning, one of which bears the martyr’s crown while 58. tuscan painter the other lifts the hem of his robe; in Veronica the side panels Botticini’s angels stand beginning of the 16th century out along with the donors at their feet; wooden panel; 3629 cm the predella on which the stories from Del Vivo Collection the life of the saint are depicted is also no. 52 (Carocci inv. 35) by Botticini himself. This is a small painting with a strong- ly devotional character in which Veron- ica shows the veil on which the image Returning to the hall’s entry door, the of Christ’s face has been imprinted. It visit proceeds following the works on the was a particularly widespread iconog- wall to the left of the tabernacle in a raphy in Northern Europe; the proto- clockwise direction type is a painting carried out by a Ger- man artist in the first twenty years of 56. florentine painter the 15th century, known as the Master Saint Nicholas of Bari venerated by a of Veronica, in which the face of Christ Nun is depicted frontally without the signs beginning of the 16th century of the Passion, framed by straight hair wooden panel; 4032 cm divided on a high forehead and with a Convent of Santa Croce split beard. This model was repeated no. 68 (Baldini inv. 88) particularly in Flemish painting by This small painting is probably an ex vo- such artists as the Master of Flemalle to offering, from the suppressed female and Rogier van der Weyden, and it monastery of Santa Croce. It is a paint- found widespread diffusion thanks to ing of rather modest quality, impor- the numerous engravings that were tant,more than anything, as a devo- made of it. tional testimony. The Empoli picture, doubtfully relat- ed to Piero del Donzello by Fahy (1976), 57. venetian-cretan style in fact, reveals the dependency on the Madonna and Child Northern typology in the face of 16th century Christ, while the Veronica shows styl- wooden panel; 5140 cm istic traits similar to the tradition of inscriptions: icxc Piero di Cosimo. The painting is dat- Gozzini Collection able between the end of the 15th centu- no. 31 (Carocci inv. 1) ry and the very early years of the 16th.

english version 225 59. raffaello Botticini beginning of the 16th century (Florence, documented 1474-1520) wooden panel; 23.543.5 cm Christ and the Samaritan Woman at Collegiate Church of Sant’Andrea the Well, The Expulsion of the no. 54 (Baldini inv. 90) Merchants from the Temple, Christ’s The small panel was perhaps part of a Entry into Jerusalem predella and is datable to the early years wooden panel; 27 172 cm of the 16th century. Its probable prove- Compagnia di Sant’Andrea nance is from the Collegiate Church no. 50 (inv., 1890, n. 1523) since the disciplined members that are th first decade of 16 century portrayed have the symbol of the cross They are the elements of the predella on their tunics, connecting them to the depicting the Deposition commissioned Company of the Crucifix of the Graces to Raffaello Botticini by the Company that had its seat in the church. of Saint Andrew, called Company of the Black Robe. The altar-piece was de- 62. Attributed to francesco stroyed during the Second World War. botticini (Florence 1446-1498) Musician Angels 60. Attributed to francesco 1480 ca. botticini (Florence 1446-1498) Crucifix adored by Monks wooden panel; 36 121 cm 1490 ca. inscriptions: laudate eum in sono wooden panel; 3077 cm tube/ laudate eum (i)n cimbalis Collegiate Church of Sant’Andrea bene sonantibus/ laudate eum no. 43 (Carocci inv. 34) i(n) psalterio et cithara/ o(mni)s The triangular format of this small pan- sp(iritu)s laudet dominum el indicates that it must have been Romagnoli collection placed originally at the top of an altar- no. 41 (Carocci inv. 28) piece. In the foreground there is a This elongated panel could have been group of possibly Augustinian monks, part of an ecclesiastical musical instru- in adoration of the Crucifix; a clear ment, as the subject portrayed also de- landscape opens deep in the back- clares: a dance of angels equipped with ground. The work is generally consid- scrolls in which the verses from Psalm ered to be by Francesco Botticini, in 150 are inscribed. It is linked to Fran- some cases (Giusti 1988) it is placed in cesco Botticini by many critics because the production of his son Raffaello. It of the remarkable stylistic similarities is datable to the last decade of the 16th to his other works. century.

61. florentine painter The visit continues along the wall in The Company of the Crucifix in front, to the right of the tabernacle, Adoration of the Cross where in the center is displayed museo della collegiata di sant’andrea a empoli 226 63. francesco botticini Saint Jerome; Saint Sebastian (Florence 1446-1498) 1500 ca. Annunciation wooden panel; 1480 ca. 15172 cm (Saint Jerome); wooden panel; 19092 cm (each panel) 15472 cm (Saint Sebastian) Collegiate Church of Sant’Andrea inscriptions: ieronimo di dio no. 42 (Carocci inv. 25) ieronimo santo intercedi gratia The attribution to Francesco Botticini p(er) noi dalo onipotente idio is due to Bernard Berenson (1900). One via veritas e vita e mcccc o.r. fl. part of the critics has maintained that (on the open book at the feet of the paintings may have been part of the Saint Jerome) tabernacle of the Sacrament, which also Collegiate Church of Sant’Andrea, was carried out starting from 1484 by Company of Saint Andrew Botticini for the Collegiate Church but no. 49 (Carocci inv. 31) this hypothesis seems contradicted by The two paintings must have flanked a the different sizes of the pieces. Actu- central panel, considering the positions ally the two sections now appear unit- of the two saints and the orientation of ed inside a single frame following a their looks. The attribution to Raffaello 1950’s restoration, but they may origi- Botticini, the son of Francesco and the nally have acted as the panel-doors to heir of his workshop, is due to Caval- an altarpiece or to a tabernacle, as in- caselle (1896) who decoded the initials dicated by the central column that o. r. fl. inscribed on Saint Jerome’s book served to mark the space and, at the as opus raphaelis florentini. In the same time, to unify the scene. The holy two paintings, the artist closely followed event is framed within an architecture paternal stylistic themes, re-proposing, that is articulated with a bold perspec- in a more simplified and schematic for- tive on a space surrounded by a wall be- mula, elements gathered from the Flo- yond which a very clear, almost morn- rentine painting of the last decade of the ing-like, sky appears. The angel and the century, from Ghirlandaio to Mainardi. Virgin show clear similarities with the Botticellian style, especially in the re- fined and elongated silhouettes and in Respectively to the left and to the right the oval faces framed by full heads of of the door that leads to the large hall hair. The paintings date back to the are two wooden panels 1480’s. 65. Attributed to raffaello botticini (Florence, documented 1474-1520) At the sides Saint John the Baptist; Saint Andrew 1506 ca. 64. raffaello botticini wooden panel; (Florence, documented 1474-1520) 13647 cm (Saint Andrew);

english version 227 13546 cm (Saint John) A Dynasty of Painters: Collegiate Church of Sant’Andrea the Botticini Family no. 51 (Carocci inv. 37) The two paintings, compromised by An entire hall of the Museum of the Col- ancient cleaning interventions and legiate Church of Sant’Andrea gathers, damaged by time, have been connect- both in quantity and quality, the best of ed to a 1506 document in which the an important Florentine workshop of the brothers of the Company of the White second half of the 15th century, the Bot- Robe commissioned Raffaello Bottici- ticini family of painters active for about ni to carry out an altarpiece depicting 40 years, as documents from Empoli, the Madonna and Child with Saint An- Valdelsa and Valdarno can testify. drew and Saint John the Baptist at the Francesco Botticini, the leading painter sides. The two panels surely belong to born in 1466, was a “son of an artist”, a much larger altarpiece, whose central since his father Giovanni di Domenico part has been lost at some unknown was – as documents record – a painter of time, perhaps on the occasion of the «naibi», that is, playing cards. His train- late 18th century interventions to mod- ing, after the early rudiments learned ernize the church. from his father, took place at first in the extremely prolific workshop of Neri di Bic- ci then passing rapidly to a more up-to- date and stimulating workshop, that of Verrocchio, where many personalities, who marked Florentine painting in the second half of the 15th century, were trained. Francesco’s versatility, with an interest in Flemish naturalism mediated by the purity of the master Verrocchio and enriched with the elegance of Sandro Bot- ticelli and Filippino Lippi, is evident in his mature works here in the Museum of the Collegiate Church: the Annuncia- tion and the Tabernacle of Saint Sebas- tian, carried out for the Capacci family after 1476. Between 1484 and 1491 his work on the imposing altar device of the Collegiate Church of Sant’Andrea is documented, the Tabernacle of the Sacrament, com- missioned by the Company of Saint An- drew that later would contract his son Raf- faello for what must have been, based on museo della collegiata di sant’andrea a empoli 228 the amount paid. a limited intervention. San Pier Maggiore, currently in the Na- This work is an interesting example of the tional Gallery of London) for the hu- passage of the workshop from father to son, manist Matteo Palmieri as well as illu- continuing to work with the same clients: minating the codex City of Life for him. the Company of Saint Andrew of the white robe (Saints John the Baptist and Rosanna Caterina Proto Pisani Andrew, parts of an altarpiece), the Com- pany of Saint Andrew of the black robe (a predella with the Deposition, destroyed during the last war), and the Capacci family (Nativity with Saints Martin and Barbara, currently in the Hermitage of Saint Petersburg), vouching for a stable quality of production. Raffaello continued to work in the areas where his father had carried out his busi- ness, like in Fucecchio where, in 1492, Francesco’s commission of the Virgin and Saints, (currently in the Metropolitan Museum in New York) for the Company of the Cross is documented, and where Raffaello painted the Annunciation with Saints Andrew and Francis, currently in the museum, and in Valdelsa (the altar- piece in the Church of Santi Martino e Giusto a Lucardo). His painting style, less poetic than his fa- ther’s, is at times frozen in archaic for- mulas but, the late production shows a certain modernization towards the art of Francesco Granacci and Ridolfo del Ghirlandaio as well as influences from the styles of Ghirlandaio and Perugino. The Botticini workshop, like all Floren- tine workshops at that time, apart from paintings, made banners, designs for the applied arts or for book illustrations. There were very close connections among painting, engraving and illumination: Francesco himself carried out the As- sumption of the Virgin, (formerly in

english version 229 8 - The large hall the Baptist are portrayed; on the pre- della, subdivided in three parts, there In this hall, along with the famous is the martyrdom of Saint Andrew to Tabernacle of the Sacrament, carried out the left, the martyrdom of John the for the main altar of the Collegiate Baptist to the right while the center tri- Church, there are some 16th and 17th partite scene shows the Last Supper be- century wooden panels, from the Saint tween the Agony in the Garden and the Blaise by Giovanni Antonio Sogliani, Arrest. Of notable value is the carpen- still with its tabernacle- frame, to the As- try, subjected over time to new gild- sumption of the Virgin by Giovan Bat- ings, which displays the symbol of the tista Volponi known as lo Scalabrino, cross on Golgotha in the trabeation, a painter from Pistoia, follower of Fra the emblem of the Company of Saint Bartolomeo and Fra Paolino. The In- Andrew, and the Eucharistic chalice. credulity of Saint Thomas by Jacopo da The coats-of-arms of the same compa- Empoli is also remarkable. It marks the ny are along the corners of the base. passage to the 17th century, of which It is known from documents that the this artist, one of the local luminaries, work was commissioned in 1484 to was among its major exponents. Francesco Botticini, who had already executed the altar of San Sebastiano to- gether with Antonio Rossellino, to dec- On the back wall orate the main altar of the Collegiate Church. The work lasted for a long 66. francesco botticini (Florence time and it was only in 1491 that the 1446-1498) and raffaello botticini tabernacle was placed after having been (Florence, documented 1474-1520) subjected to the judgment of a group Tabernacle of the Sacrament of artists formed by Domenico Ghir- 1484-1491 landaio, Filippo di Giuliano, Neri di wooden panel and gilded and carved Bicci and Alesso Baldovinetti. Subse- wood; 400360 cm ca. quently, in 1504, the tabernacle was the Collegiate Church of Sant’Andrea object of an intervention by Raffaello no. 40 Botticini, probably directed at finish- This is the second altar device kept in ing some uncompleted parts, but which the museum and it faces the Taberna- is not specified in the archive papers. cle of Saint Sebastian, which is displayed The painted panels are among the most in the previous hall, from which it part- representative works by Francesco in ly draws its structure. The central niche, the latest period of his activity, charac- framed by two small spiral columns on terized by references to the styles of Bot- which a high arch is placed, is an open- ticelli and Filippino Lippi rendered in ing where the Tabernacle of the Sacra- a more rigid and academic form. ment was set; at the sides, inside fake The tabernacle was removed in 1623 niches, Saint Andrew and Saint John with the modernization of the main al- museo della collegiata di sant’andrea a empoli 230 tar that led to a commission for a wood- wooden panel; 109139 cm en ciborium, today lost, flanked by the Cannoni Collection angels that now are displayed on the no. 46 (Carocci inv. 33) groundfloor, entrusted to Felice Fio- It was connected to Jacopo del Sellaio rentino (no. 24). In 1819 it was placed by Berenson in 1909. It is a painting in in the baptistery and linked to which the painter displays stylistic traits Domenico Ghirlandaio, subsequently of Botticelli and Cosimo Roselli, trans- it became part of the early core of the lated in a sweeter and more devotion- Empoli picture gallery’s collection. al manner. It is datable to the last part of the artist’s activity.

The visit continues on the wall to the 69. Attributed to giovanni antonio left of the Tabernacle sogliani (Florence 1492-1544) Saint Blaise Enthroned 1530 ca. 67. Attributed to jacopo di arcangelo known as jacopo del wooden panel; 340 113 cm sellaio (Florence 1442 ca.-1493) Collegiate Church of Sant’Andrea Adoration of the Child with Saint John no. 65 (Carocci inv. 39) the Baptist as a Child The painting was placed in the Colle- 1470 ca. giate Church. It is rather unanimous- ly attributed to Giovanni Antonio So- wooden panel; 9860 cm gliani, an artist trained in Andrea del Cannoni Collection Sarto’s circle who left an Immaculate no. 45 (Carocci inv. 29) Conception with Saints in the Church Attributed to Jacopo del Sellaio by of Santa Maria a Ripa in Empoli. In Berenson in 1909, it was certainly a the act of blessing, the saint appears painting for private devotion, both for from the dark background of the niche its size and its subject, the Madonna in which he is located. The absorbed at- absorbed in prayer in front of the Child, titude in a severe self-possession, the on an intimate and affable scale. This slight bowing of the head and a melan- iconography enjoyed remarkable suc- cholic expression, the cool colors mod- cess in Florentine painting from the ulated by a dusty chiaroscuro are fea- th second half of the 15 century onward. tures that evidently lend themselves to The painting is datable to the 1470’s. a comparison with Sogliani’s style, within the fourth decade of the 16th 68. jacopo di arcangelo known as century. jacopo del sellaio (Florence 1442 ca.-1493) and workshop 70. pier francesco fiorentino Madonna and Child with Saints (Florence, documented 1474-1497) Nicholas and Peter Martyr Madonna Enthroned with Saints 1490 ca. Matthew the Apostle, William the

english version 231 Hermit, Barbara and Sebastian wooden panel; 8462 cm 1474 ca. Bogani Collection wooden panel; 165172 cm no. 71 (Carocci inv. 40) Collegiate Church of Sant’Andrea, Chapel of San Guglielmo no. 38 (Carocci inv. 22) On the adjacent wall, to the sides of the The painting is related to Pier France- door sco Fiorentino by archival documents that attest how in 1474 Antonio di Mat- 72. Attributed to cosimo rosselli teo Ricci, making his will, asked his (Florence 1439-1507) heirs to erect a chapel dedicated to Adoration of the Child with Saint William in the Empoli parish Saint Joseph and Saint John the Baptist church, adorning it with a wooden as a Child panel carried out by «ser Pierus Franci- 1500 ca. sci pictor». wooden panel; 7549 cm The composition is developed in a har- monious space in which the main group Antonio Mari Collection shares the scene with a group of saints, no. 44 (Carocci inv. 32) connected to each other in a subtle play It has been related to Cosimo Rosselli of looks. The visitor can therefore no- by Berenson in 1909 and the opinion tice how, from the evolution of the pic- has been accepted rather unanimously torial style, a new typology of paintings afterwards. derives: thus, from about the mid-15th century onwards, one passes from the 73. Attributed to pier francesco polyptych made up of more panels, to fiorentino (Florence, the altarpiece, namely to a unique pan- documented 1474-1497) el where the figures are placed in the Madonna and Child same setting. 1490 ca. In this work, Pier Francesco Fiorenti- wooden panel; 7143 cm no blends still strongly traditional ele- inscriptions: (on the frame) ments, such as the gold background, to maria mater gratie full Renaissance culture elements, from Nicolò Bogani Collection the foreshortened throne to the mon- no. 39 (Carocci inv. 30) umentality of figures with features sim- This is a small altarpiece meant for pri- ilar to the styles of Gozzoli and Alesso vate devotion, connected to the painter Baldovinetti. by Berenson in 1932, an attribution gen- erally shared by scholars. The every day 71. Attributed to sister plautilla simplicity of the scene is emphasized nelli (Florence 1523-1588) by the Virgin’s position in front of a Mystical Wedding of Saint Catherine wall behind which a streaked sky is 1550 ca. seen. museo della collegiata di sant’andrea a empoli 232 Continuing along the last wall in the John the Evangelist hall 1530 ca. wooden panel; 200172 cm 74. tuscan painter Collegiate Church of Sant’Andrea, Stories of the Virgin and Christ no. 67 (Carocci inv. 38) 17th century? The painting, formerly located on one canvas; 77107 cm of the altars of the Collegiate Church Collegiate Church of Sant’Andrea and then moved to the sacristy, was at- no. 75 (Baldini inv. 83) tributed to Fra Paolino by Bernard Added to the picture gallery during the Berenson (1932). This attribution, 1956 re-organization, the painting is shared by subsequent studies, includ- subdivided into fifteen squares placed ing the catalogs by Paolucci and by in three rows of five scenes each de- Giusti (1985, 1988), was changed by picting the Mysteries of the Rosary. It Marco Chiarini to Giovan Battista is a work by a modest provincial artist Volponi, known as lo Scalabrino, a datable to the early 17th century, whose painter from Pistoia trained in the ex- main interest is its devotional function amples of Fra Bartolomeo and Fra connected to the spread of the Marian Paolino, and a minor exponent of the cult of the rosary that began at the end generation of “eccentrics” that existed of the 16th century. The squares are in- at the same time as the classical line of spired by famous models of the Flo- early 16th century Florentine painting. rentine pictorial tradition between the The purchaser, portrayed kneeling and 15th and 16th centuries, demonstrating in smaller proportions between Saints in this way the success of those models Stephen and Mary Magdalene, is Gio- also in the circles of minor production vanni di Cristoforo Ronconcelli. The scene is set on a village background: the saints in adoration are placed in the On the same wall, beyond the door con- foreground like the wings in a theater necting to the hall of 15th century that frame the Virgin in glory. The paintings, the last of the picture gallery’s painter followed in a rather faithful way works are displayed. Starting from the models of Fra Bartolomeo even if in a Tabernacle more simplified and naïve version. The work is datable to the 1530’s. 75. Attributed to giovan battista volponi known as lo scalabrino 76. tuscan painter (Pistoia 1489-1561) Our Lady of the Assumption The Virgin in Glory with Saint 1600 ca. Stephen, a Donor, Saint Mary canvas; 215135 cm Magdalene, Saint Onuphrius, Saint Collegiate Church of Sant’Andrea Barbara; on the predella: Christ in no. 74 (Carocci inv. 45) Pietà between the Virgin and Saint The painting has been variously relat-

english version 233 ed to the circle of Matteo Rosselli or of the Collegiate Church at the end of the Empoli (Paolucci 1985). The presence 18th century, it has been part of the mu- of a chapel of Our Lady of the As- seum’s collection since its opening. sumption in the Collegiate Church The composition, organized according could be a clue to its provenance. It is to the painting schemes inspired by re- a work placed in the context of Counter quests for decorum and devotion ex- Reformation painting, started in Flo- pressed by the Council of Trent, ex- rence by Santi di Tito, characterized by hibits with great clarity and simplicity the purpose of a clear and immediate- the moment of the meeting between ly understandable composition, thus the Risen Christ and Saint Thomas, in free from the elaborate and complex the center of the scene, surrounded by inventions typical of mannerism. the apostles. Rendering the atmosphere The debt to early 16th century Floren- even more concentrated is the lack of tine tradition, strongly influenced by interior details and the choice of a dark Andrea del Sarto, is clear in the paint- background in which only the outline ing. Even the model of Our Lady of the of a pillar is glimpsed. The most evi- Assumption has an iconographic de- dent quality of this painting is the use velopment that started with the fresco of light, coming from the left, that by Rosso Fiorentino in the Little Clois- highlights the surface qualities, the sub- ter of Vows in Santissima Annunziata stance of the fabrics, the verity of the and was later developed, with a success flesh. But still, the design, the phys- that lasted about two centuries, in the iognomies and the comfortable con- famous painting by Daniele da Volter- struction of the draperies, recall the ear- ra for the Orsini Chapel at Trinità dei ly 16th century Florentine style and An- Monti in Rome. drea del Sarto. In the two personages that close the group at the right and the 77. jacopo da empoli left, with their gazes turned towards the (Florence, 1551-1640) onlooker, are two portraits that evi- Incredulity of Saint Thomas dently refer to the purchasers. 1602 wooden panel; 186136 cm inscriptions: iacopo empoli 1602 (on the edge of the robe of the first figure to the left) Oratory of San Tommaso no. 73 (Carocci inv. 41) The inscription provides the artist and the date for this wooden panel from the Oratory of San Tommaso near San Do- nato in Greti, subordinate to the Em- poli chapter (Siemoni 1994). Moved to museo della collegiata di sant’andrea a empoli 234 9 - Loggia first half of 17th century Grey sandstone; 50 cm (h) Leaving the large hall and entering the Collegiate Church of Sant’Andrea halls of the most ancíent paintings, one arrives at the loggia overlooking the In the far left corner cloister where some glazed terracottas of various provenances are located, at- 80. Workshop of benedetto tributable to the della Robbia or to the buglioni Buglioni workshops. The two dossals Madonna and Child, Saint John originally from Santa Maria a Ripa are the Baptist as a Child and Two Angels among those to be pointed out, datable 1500-1505 ca. to the 1480’s, of a remarkable work- polychrome glazed terracotta; manship and connected to the Marian 110 cm (diam.) cult, as well as the tabernacle with the Collegiate Church of Sant’Andrea Madonna and Child, dated 1518 and no. 57 (Carocci inv. 55) made by Andrea della Robbia for a com- This tondo, traditionally assigned to the mission from the Podestà Domenico della Robbia workshop, has recently Parigi. The inscription on the base been attributed to the sphere of records the episode that led to the re- Benedetto Buglioni by Paolucci (1985). quest for the work: the offense by a Jew The composition recalls famous mod- during the procession of the Corpus els of Florentine sculpture between the Domini for which he was obliged to pay end of the 15th and the beginning of the for its execution. 16th centuries: in particular, one thinks of the Madonna and Child by Benedet- to da Maiano, with which our terracotta One enters the loggia looking on to shows several stylistic similarities, or the the cloister from the French door ones by Rossellino, in marble or terra- of the hall of 14th and 15th century cotta, devised for medium-sized com- paintings. positions destined for tabernacles or to In the loggia, on the wall above decorate chapels. The relief is datable to the early years of the 16th century. 78. tuscan handicraft Coat-of-arms of the Opera To the right of the entry door to the di Sant’Andrea loggia first half of the 17th century Grey sandstone; 40 cm (h) 81. della robbia workshop Collegiate Church of Sant’Andrea Saint Roch 1500 ca. 79. tuscan handicraft Glazed terracotta; 117 cm Coat-of-arms of the Opera di Church of Santa Maria a Fibbiana Sant’Andrea no. 58

english version 235 The sculpture lacks the upper part of at a time in which Andrea’s art was be- the bust and the head. The shaping re- coming more essential in forms, in the veals a notable quality: the wide curva- search for an approachable and everyday ture of the draperies and the pondera- life tone, also in line with the sentiments tio (balance) of the legs lead to a date of popular devotion. in the first decade of the 16th century.

Continuing the tour of the loggia On the wall, above Saint Roch 84. workshop of andrea della 82. tuscan handicraft robbia Adimari Family Coat-of-arms Frame end of the 15th century 1500 ca. Glazed terracotta; 4530 cm Polychrome glazed terracotta; inscriptions: adimari 208132 cm Church of Santa Maria a Ripa Church of Santa Maria a Ripa no. 55 (Carocci inv. 56) 83. andrea della robbia At one time, this beautiful frame con- (Florence 1435-1525) tained a partially glazed terracotta stat- Benedictory Eternal Father in a Glory ue of Saint Lucy. The group was prob- of Angels ably found in the chapel dedicated to 1480 ca. the saint in the Church of Santa Maria polychrome glazed terracotta; a Ripa; after the sculpture was dis- 140 cm (diam.) membered, the statue was placed in a Collegiate Church of Sant’Andrea, stone niche to the right of the main al- Chapel of San Sebastiano tar where it is still found today. The no. 56 (Carocci inv. 54) frame, instead, was added to the Em- This tondo was originally found on the poli museum’s collection. vault of the Chapel of San Sebastiano, where the tabernacle dedicated to the 85. benedetto buglioni saint carried out by Antonio Rossellino (Florence 1459 ca.-1521) and Francesco Botticini (no. 55) was al- Immaculate Conception in a Glory so found. The fruit swag that acts as a of Angels with Saints Anselm frame to the image is a sort of distinc- and Ambrose; on the predella: Saint tive element of the della Robbia work- Jerome, Saint Francis, Christ in Pietà, shop: thanks to the adaptability of the Saint Anthony of Padua, Saint Julian material and its particular working, they 1480-1485 ca. transformed this decorative motif tak- polychrome glazed terracotta; en from classical art into very lively com- 215200 cm plements to images. The relief is data- inscriptions: non puto verum esse ble to about the 1480’s (Gentilini 1992), amatorem virginis qui celebrare museo della collegiata di sant’andrea a empoli 236 respuit festum sue conceptionis Conception, in favour of which Six- – ansems (On the cartouche held by tus iv had declared himself in 1485 and Saint Anselm); nunquam super of which the Franciscans were strenu- omnes choros angelor (um) ous advocates. The insignias of the two ascendisset si eos in puritate non shields at the corners of the predella, transcendisset- agusti(nus) (on related to the purchaser, are not iden- the cartouche held by Saint tifiable. The execution of the terracotta Augustine); hec est virga in qua falls around these years and the work’s nec nodus originalis nec cortex paternity is unanimously assigned to venialis culpe fuit – ambro(gius) the Buglionis, starting with Marquand (on the cartouche at the Virgin’s feet) (1921) who noted its similarities to a Church of Santa Maria a Ripa similarly sized altarpiece, dated 1502, no. 59 (Carocci inv. 58) that today is at the Metropolitan Mu- As is seen by the format, this relief has seum of New York. The artist used the characteristics of a painted altarpiece models gathered from the most im- translated into terracotta. It is rather portant sculptors of the period, from common to encounter clay products Benedetto da Maiano to Rossellino. with this function or integrated in fur- In particular, the dancing of angels on nishing sets made of different materials, the cloud draws on the one sculpted by both for economic reasons (more con- Rossellino in the Nativity for the Pic- tained costs) and for reasons of taste, colomini Chapel in the Church of the glazed terracotta offering particular Monteoliveto in Naples. qualities of color and luminosity that, to all intents and purposes, could take 86. andrea della robbia the place of a painting. (Florence, 1435-1525) The sculpture was found in the Fran- Madonna and Child ciscan Church of Santa Maria a Ripa 1518 together with the Saint Anselm on the polychrome glazed terracotta; Bishop’s Throne that was its compan- 240125 cm ion piece, also moved to the Collegiate inscriptions: del prezzo • Church at the end of the 19th century. delglebrei•perloro•erore•ferno• The composition corresponds to a alaude•di/dio•fare•qesta•gliotto strong theological intent, emphasized •sedête•nel 18•domenico•parigi• by the verses inscribed on the car- qui•pretore touches held by the two saints, cele- Palazzo Pretorio of Empoli brating the purity of the Conceived no. 62 (Carocci inv. 53) Virgin. The saints portrayed, even if The sculptural group, placed in an not Franciscan, like Saint Anselm, the aedicule framed by pilasters with an- bishop of Lucca, hold a notable im- tique panoplies, was located outside portance for the order also in relation Empoli’s Palazzo Pretorio and is con- to the disputes on the doctrine of the nected to an episode of particular im-

english version 237 portance in the history of Empoli. The 1480-1485 ca. local chronicles, in fact, relate that on Polychrome glazed terracotta; the Day of Corpus Domini in 1518, dur- 215200 cm ing the procession, a Jew, a moneylen- Church of Santa Maria a Ripa der, was accused of having deliberate- no. 60 (Carocci inv. 57) ly thrown trash on the tabernacle of the This terracotta was a companion piece Sacrament. The risk of riots, instigat- to the Immaculate Conception in the ed also by the climate of anti-Semitism Franciscan Church of Santa Maria a that surrounded the Jewish communi- Ripa: both were, at the end of the 19th ty, convinced the podestà Domenico century, in the chapel dedicated to Saint Parigi to inform the Otto di Balia, the Anne and from there were transferred Florentine magistracy responsible for to the museum of the Collegiate surveillance and vigilance. So it was de- Church. It is one of the most ancient cided to move the presumably guilty representations of Bishop Anselm ii of man from Empoli, imposing a fine of Lucca, who lived in the 11th century and ten gold florins destined for the con- was canonized in the following one. Al- struction of a public tabernacle de- though not a Franciscan, Anselm was picting the Virgin. a rather venerated figure within the Or- The full-length Madonna supports the der: this justifies his presence among Child, today headless, who is holding the other fathers of the church in the a little bird in his hands. Above, in the two Empoli terracottas. In addition to center, there is the dove of the Holy the two Franciscan female saints, there Spirit while on the lower table, between are also Saint Julian the Hospitaler, an the brackets, a tondo appears with the example of towards the infirm, coat-of-arms of the Otto di Balìa. The and Saint Lawrence the deacon, to slightly schematic modelling has led whom was dedicated one of the church- scholars to consider this work the prod- es demolished in order to build Santa uct of a della Robbia workshop. Recent Maria. On the predella, Saints Jerome documentary discoveries (Waldman and Mary of Egypt summarize the con- 1999) have proved that the tabernacle cept of penitence and renunciation of was commissioned to Andrea himself, earthly goods (Pagni-Siemoni 1988). thus becoming his latest documented The altarpiece’s execution is connect- work. ed to that of the Immaculate Concep- tion, in the 1480’s. 87. Workshop of benedetto buglioni Saint Anselm Enthroned with Saints Lawrence and Julian, Rose of Viterbo and Clara; on the predella: the Penitent Saint Jerome, Christ in Pietà, Saint Mary of Egypt museo della collegiata di sant’andrea a empoli 238 from florence to the character of this territory that has been museum of the collegiate a passageway for goods and travelers church of sant’andrea across times. Since the early Middle in empoli Ages the network of human settlements in the area developed closely along the by Leonardo Rombai communication lines traced by the and Anna Guarducci Arno river – used to navigate also to the Fucecchio marshland – and the var- ious international and regional roads From Florence to Empoli, instead of running across the territory: besides via using the recent Firenze-Pisa-Livorno Pisana, via Francigena through the highway, for about 44 km our itinerary Valdelsa valley, and via Empolese to Val- follows the ancient via Pisana, (today dinievole with side streets to the Mon- National road 67 Tosco-Romagnola) that talbano and Pistoia districts. The first unwinds on the left bank of the Arno castles and fortified villages were actu- river. We exit at Empoli, the most im- ally erected along these lines, which al- portant settlement of the Valdarno di so determined the choice of the loca- Sotto (i.e., Lower Valdarno) through tion of the main churches (parish all times, and chief town of today’s Em- churches and rectories) and that of poli Valdelsa district. monasteries, always related both to as- During the second half of the 20th cen- sistance and defense. tury, the territory along the Arno river Later, from the late Middle Ages to our – from Florence and its metropolitan days, urban development has contin- area (including the densely-populated ued to expand along the very same areas of Scandicci, Lastra a Signa and communication routes, reinforced, in Signa) to the Valdarno di Sotto (up to the mid-19th century, by the Firenze - Empoli and beyond) – has been trans- Pisa-Livorno and the Empoli-Siena formed by small-scale industrial devel- railway lines (whose efficiency rendered opment. Buildings mainly related to obsolete the old waterways), and in the industry have dotted the countryside second half of the 20th century, by the as the economical development cen- Firenze-Pisa-Livorno highway. Conse- tered on small businesses, producing a quently, over time, a tight network of wide range of consumer goods, no residential, trade and industrial settle- longer limited to the traditional pro- ments has urbanized the countryside, duction of glass and ceramics. with a noticeable expansion in recent Via Pisana runs close to the Arno. The years. river, with its bridges and fords or fer- In the metropolitan area around Flo- ries, played a fundamental role in at- rence, which merges with the recent tracting human settlements and activ- boom-agglomeration of Scandicci, ity to the area. Our itinerary serves to slight deviations from our itinerary highlight the “communication route” make it possible to visit important re-

english version 239 ligious monuments, such as – on the a gothic tabernacle – to the left one can left hand side – the church of San Mar- admire the magnificent Castelpulci vil- tino alla Palma. This church, built in la (built by the Riccardi family and lat- the 10th century, has only a central nave er transformed into a mental hospital with no side aisles, but has a Renais- where the poet Dino Campana ended sance portico and a crenellated bell- his days in confinement). Today the vil- tower from the 1800’s, and houses a la is being restored to accommodate a beautiful Madonna from the 1300’s at- department of the University of Flo- tributed to the Master of San Martino rence. We are now reaching Lastra a alla Palma and a Miracle of St. Martin Signa, an early 15th century Florentine bishop of Tours by Anastasio Fontebuoni fortified town at which Brunelleschi on the main altar. On the right hand worked by building monuments such side are: the Romanesque parish church as the church of Santa Maria and the of San Giuliano a Settimo with its 17th Sant’Antonio hospital. Little more than century portico, and the abbey of San 4 km from Lastra stands Malmantile, Salvatore a Settimo, a vast monastic another notable urban fortified settle- complex with a cloister dating back to ment from the 15th century that owes a the late 10th century but which, fol- great deal to the genius of Brunelleschi. lowing several rearrangements, has as- Continuing our route towards the Val- sumed the aspect of a fortified place. darno di Sotto, we come across the The church on the complex grounds, parish church of San Martino a Gan- with a rose window on the façade, was galandi, a large Romanesque con- enlarged with two side aisles by the Cis- struction with an apse, many times re- tercians during the 13th century. The structured. Attributed to Leon Battista original bell-tower, destroyed during Alberti, it is particularly rich in works the Second World War, has been re- of art and houses today a small muse- placed with a copy designed by civil en- um of liturgical objects and paintings. gineers. San Salvatore a Settimo still As we come out from the narrow part preserves numerous works of art, in- of the road, two medieval towns stand- cluding a tabernacle by Giuliano da ing high atop the hills, Montelupo Maiano, two medallions by Ghirlan- Fiorentino and Capraia, – the first one daio, a painting by Domenico Buti and founded by the commune of Florence the chapel of San Quintino Martire in the early 13th century, the second a with frescoes by Giovanni da San Gio- Pistoia outpost since 998 with its beau- vanni. Inside the sacristy are two paint- tiful church of Santo Stefano – con- ings on wooden panels by Domenico tinue to confront each other from their del Ghirlandaio, and one by Francesco respective sides of the river. We then Botticini, while the San Jacopo chapel reach Samminiatello, a traditional cen- has frescoes by Buffalmacco. ter for the production of terracotta Past the bridge that crosses the Greve items, where the church of Santa Maria, river – a 15th century construction with generally known as San Miniato, holds museo della collegiata di sant’andrea a empoli 240 fine paintings on wooden panels from ite and Capraia, river navigation su- the 15th and 16th centuries, among which pervision centers offering connections the particularly beautifulTrinity adored between the foot-of-a-hill itinerary by Saints Sebastian, Nicholas of Bari, along the Arno and the roads towards Barbara and Roch by Pier Francesco the Montalbano. Foschi stands out. North of the Arno lies a territory still Montelupo Fiorentino, a small town devoted to agriculture, consisting of that developed at the foot of the castle low hills shaped by sea deposits whose standing where the Pesa meets the Arno slopes go declining as far as the Fucec- river, has been an industrial center for chio marshland while around Vinci, ceramics since the Middle Ages. Capraia and Limite, they lean against At the top of the fortress the church of the Montalbano. The stony hills of the San Lorenzo – considered one of the Montalbano stand out for their steep town’s symbols – dominates the entire and rugged conformation, for their ter- surroundings. Inside, one can admire rain covered in woods and for their frescoes by Corso di Buono and Piero marvellously picturesque network of di Chellino. Also noteworthy is the winding roads (important both in me- parish church consecrated to St John dieval and modern times) which, run- the Evangelist, with a nave and two ning from Fucecchio, Cerreto Guidi, aisles, which holds a painting in the Vinci, Empoli, Capraia and Limite, all manner of Botticelli. aim at passing over the mountain ridge; It is worth visiting its Archaeological they are lined with numerous religious and Ceramics Museum (situated in the buildings. The Montalbano hills are al- 14th century Podestà Palace) which so noted for the impressive hydro- houses an exhibit of over 3000 pieces agrarian arrangements of their slopes, showing local artistic production and mostly planted with olive trees, thanks many aspects of Italian and Mediter- to terraces sustained by dry-stone walls. ranean ceramics from the Antiquity to Vinci, ancient castle of the Guidi, is the Middle Ages. Next to it stands the Leonardo da Vinci’s birthplace. Two former Alderighi kiln, a complex of ar- museums are dedicated to the artist: chaeo-industrial interest that has grad- the municipal Museo Leonardiano, that ually been restored to serve the didac- boasts an important library, has rooms tic purposes of the museum. inside the fortress; the Museo Ideale With slight deviations, from here on, Leonardo da Vinci, located in the base- via Pisana consents to admire to the ment of the castle. Cerreto Guidi, an- left the lower Valdipesa territory, and to other fortified town erected by the pow- the right the areas of Cerreto Guidi, erful feudal Guidi family, is famous for Vinci and the Montalbano that join the its large Medici villa built in the 1560s slightly hilly terrain of lower Val- which houses portraits of noble fami- dinievole to the Valdarno di Sotto and ly members from different ages and to the Pistoia area. It also passes by Lim- frescoes from the 19th century. It is also

english version 241 the seat of the Museo Storico della Cac- industrial area yielding various prod- cia e del Territorio (i.e., a historical mu- ucts (from the traditional glass pro- seum on hunting and on the territory). duction to the more recent clothes The adjoining church of San Leonar- one). Now merging with the area of do also has plentiful art works. leather tanning industries established The Valdarno plain offers the visitor an in Santa Croce sull’Arno and San Mini- image of reclaimed land. These former ato, this thickly built territory has come wetlands were made suitable to human near to suffocating the original settle- permanent settlement thanks to mod- ments, such as the Pontorme castle ern drainage operations in which the which we pass a short distance from the Tinaia (a Medici farm estate established city. on reclaimed land) played a pivot role. Apart from its Roman origin, Empoli Seen from via Pisana or from the Arno has been the most important urban set- the fluvial scenery reveals – together tlement of the Valdarno di Sotto since with its poor environmental condi- the time of the medieval communes, tions – its natural aspects and the re- and is still today the chief town of the mains of ancient constructions aimed area. For this reason the old town cen- at controlling or containing the waters, ter – which has preserved a good part or built for industrial or water way us- of its defensive walls including the Pisan es along the river banks (pilework, re- door – is rich in museums, but also in inforcement walls, landing places and medieval and modern monumental factory plants). In 2003-2005 an op- buildings (private and public palaces, portunity to observe the same river en- churches and convents) more than any vironment by boat – going down the other town in the surroundings. Like- Arno itself – was made possible thanks wise, the countryside around Empoli to the Associazione per l’Arno, a group is densely punctuated with villas and claiming reappropriation of the river religious buildings. for the people and its transformation Empoli owes its urban and economic into a natural park. development to its origins as a river port From Montelupo one can easily reach town, which go back to antiquity; the the Sammontana farm estate and villa gateway to the Valdelsa and Valdinie- with its Romanesque church of Santa vole, Empoli stood as a stop along the Maria, or the grandiose Ambrogiana road between Pisa and Florence. It Medici villa which has been used as a seems reasonable to think that Empoli psychiatric prison for a long time. corresponds to the ancient toponym In On the other side of the river, Limite portu. Likewise the next stop on the sull’Arno has remote traditions in the way to Florence, Arnum (4 miles from shipbuilding industry, although now In portu) might correspond to today’s the entire rectangle of land covering the Montelupo – gateway to the Valdipesa space between Montelupo-Capraia and and to the Florentine Valdarno, near Fucecchio-Ponte a Elsa has become an the Gonfolina bottleneck. museo della collegiata di sant’andrea a empoli 242 It was first assumed that the Roman ed numerous Lombard and pre-cas- settlement lay where today is situated trensian settlements with manorial sta- the hamlet of Empoli Vecchio, but tus in the Empoli and Fucecchio areas: thanks to recent archaeological finds in Empoli Vecchio and Pontorme (both of the small central Prepositura square, it which apparently existed already in is now certain that the antique small 780), Villanova, Martignana, Corten- town founded as early as the 2nd century uova, San Quirico, Borgonuovo di B.C. lay precisely here. In that same pe- Fucecchio and Colle a Pietra (no more riod the main road linking Fiesole (and existing, it was a fortified manorial fief later Florence) to Pisa through Empoli from the 11th to the 12th centuries; in the – via Pisana, precisely – added a new late 13th century it became a rural com- communication route to the river way, mune and league of five peoples). already used by the Etruscans. Also It was not until the year 1119 that, by de- traceable to the Roman Republic peri- cree of the Count, houses and protec- od is the division of land into centuries tive walls were erected around the vil- (a sign of a colonial settlement). Such lage, attracting numerous inhabitants land division has been identified on the from neighbouring fiefs. These new right bank of the Arno between Fucec- buldings determined the revival of the chio and Castelfranco di Sotto, and on city whose subsequent expansion part- the left bank between Montelupo ly followed the foundations of the an- Fiorentino, Empoli and San Miniato. cient In portu along via Pisana and the The existence as early as the 10th centu- river. ry of the parish church erected at the Empoli was later granted by Florence very centre of the town, possibly on the the privilege of rebuilding its walls, site of a former sacred pagan monu- which were enlarged and adapted to ac- ment, points to some continuity with commodate new armaments in the the past. The parish church (today a col- years 1466-1507, and even more drasti- legiate church) was dedicated to St An- cally transformed in the second half of drew the Apostle, perhaps as a tribute the 16th century with the construction to the protector of navigators and fer- of the so-called Medici fortress. riers. Due to the economic and demo- Concerning the urban development of graphic revival of the 11th century, the Empoli, let us note that between the church, under the control of the bish- mid-16th century and the early 17th cen- op of Florence, was reconstructed fol- tury, important work was carried out lowing “the elegant Romanesque lines both on the walls and on the town echoing the Florentine church of San proper. Thus in 1567 the Medici fortress Miniato al Monte” and was adapted to was completed, a mighty quadrilateral house a rectory, as suited a town set at structure obtained by surrounding with such an important crossroads (edited walls the south east bastion – later, un- by Proto Pisani 1999, pp. 14-16 e 44). der the Lorraine rule, to be transformed Before the 11th century, there had exist- into the San Giuseppe hospital. Con-

english version 243 struction work in the town served to cifix and a triptych by Lorenzo di Bic- revitalize the manufacturing activities ci and Bicci di Lorenzo Madonna with and the market functions of the city, child and Saints Martin, Andrew, Agatha while setting the conditions for further and John the Baptist. building development. This eventual- Also noteworthy is the large Augustin- ly led to the transformation of the cen- ian convent with the church of Santo tre from a castle to a true town, in- Stefano; whose building begun in 1367, cluding a piazza, porticoes that were which reveals Gothic architectural added to the collegiate church, and a lines. Damaged during the Second number of important palaces. Thus World War, it has been restored and around 1600, Empoli was already a used as a library and university center, busy commercial town, the gateway for as well as for exhibitions. Inside the river and land-transported goods to- church one can see parts of frescoes and wards the Lower Valdarno, the Valdel- paintings by Passignano, Bicci di sa and the Valdinievole (Guarducci and Lorenzo, Masolino and Rutilio Manet- Rombai, 1998, pp. 42-65). ti, as well as the statue group repre- Medieval and modern history have senting the Annunciation by Bernardo deeply influenced the city, endowing it Rossellino. with monumental buildings, among Not far from the Augustinian convent which the collegiate church of San- is located the Benedictine nunnery, t’Andrea, in the central Piazza Farina- built in 1531. Finally, as one walks ta degli Uberti. The square is sur- through Piazza della Vittoria, we rec- rounded by porticoes and historical ommend a visit to the church of Ma- palaces, including the Pretorio and donna del Pozzo, elegantly shaped as a Ghibellino buildings (the later is seat to small octagonal temple to which we ac- the municipal Museum of Paleontol- cess through a narrow portico, designed ogy). Sant’Andrea, which houses the by Andrea Bonistalli in 1621. Museum of the Collegiate Church, has Empoli took an active part in a vast pro- maintained only the lower part of its ject that led to the construction of sev- original Romanesque façade, showing eral Marian shrines during the 16th and five green and white marble arch-like 17th centuries under the Medici and oth- patterns, while the upper part was part- er important ruling families, following ly modified shortly before the mid-18th the Council of Trent. The project was century by Ferdinando Ruggieri, who part of a vaster scheme aiming at sacral- also redesigned the interior, eliminat- izing the rural areas (so as to keep con- ing the two side aisles. Even the bell- trol over the populations, urban and tower, of Romanesque-Gothic style, rural) imposed by the changes in lithur- with its 17th century cusp, was recon- gical requirements emanating from the structed after being destroyed in 1944. Council of Trent. Other constructions Among the significant artworks figure clearly intended as power symbols were a venerated 14th century wooden Cru- built in the same period, such as private museo della collegiata di sant’andrea a empoli 244 chapels and oratories erected next to itineraries offer the visitor the oppor- country villas and parish churches. The tunity to appreciate the rich historical embellishments made in 1573-1580 to heritage present in the countryside, the Santa Maria della Ripa convent of namely churches and parish churches the Minor Grey-Friars – the Tuscan ar- either isolated or part of medieval cas- cade added to the façade – are an ex- tles or villages (such as Monterappoli set ample of work of Marian architecture on the hillside, ancient gateway of the (edited by Proto Pisani, 1999, p. 18). Valdelsa and the Volterra territory to The convent was built at the end of the reach the precious salt supply), as well 15th century just outside the city limits as villas from the Renaissance or later – today viale della Repubblica. The times that were once (and often still church has a Renaissance portico and are) the administrative seats of farms of abounds in works of art. Other trans- considerable dimensions. Indeed, all formations of Marian architecture are through the 12th century and beyond, the arcade and octagonal tribune in the feudal system prevailed, while the brickwork added to the shrine of Guidi, Cadolingi and Alberti families Madonna del Pozzo in 1610-1621 (the maintained their supremacy in the con- work was carried out by Andrea Bon- struction of buildings and fortifica- istalli following a design by Gherardo tions, thus founding numerous castles Mechini). The sanctuary had been built in opposition to the communal system during the 1520s just outside the city to keep control over the territory. All walls on the road towards Florence in this resulted in the growing of minor the area known as Campaccio (today settlements, which sometimes reached Piazza della Vittoria) (Siemoni, 1998, urban proportions. Thus, besides Em- p. 119-122; Siemoni and Frati, 1997, p. poli, Pontorme and Monterappoli were 13-14, 49-51 and 71; and Proto Pisani, also fortified in order to control the 1999, p. 76 e 82). communication routes. But in 1182 they were forced to submit to Florence, that consequently extended its dominion as The surroundings of the Museum far as the Elsa river edited by (Proto Pisani, 1999, p. 14-16). Among possible itineraries in the im- The proximity to the most important mediate surroundings of Empoli, two European road in medieval times, via are of particular interest: the first along Francigena, and its crossing with via the Arno river between Tinaia-Ar- Pisana, and the presence of the Arno, no Vecchio and Marcignana, the sec- all contributed to making the area a ond along the Salaiola road towards true melting-pot in central Tuscany, a Monterappoli, which goes up from meeting point for pilgrims, workers Empoli to the old via Francigena/Val- and goods from the most remote places. delsana, – through the low hills lying It is no accident that on the walls and between the Orme and Elsa rivers. Both façades of some local churches (Mar-

english version 245 cignana, Monterappoli and San Mar- Tinaia, a Medici farm estate (created tino a Pontorme) we can find traces of thanks to the construction of the Arno many painted ceramic plates from the Vecchio canal), and that of Empoli Vec- Middle East: a reflection of imported chio that was later bought (1614) by the goods that made their way through the order of the Knights of Santo Stefano. port of Pisa, or travelled along the via Incidentally, the only noteworthy ar- Francigena and the port of Empoli. It chitectural work built around Empoli is no accident either that one of the during the Lorraine period can be seen most ancient examples of a church at La Tinaia: the church of Santi Mi- façade in brickwork decorated with chele e Leopoldo, built in 1786. crossed hanging arches running all In the same area lies the small town of along the perimeter, a clearly Lombard Cortenuova in which the parish church element, is found precisely in Monter- of Santa Maria holds a fresco by Spinel- appoli, the church of San Giovanni lo Aretino (Annunciation) and three Evangelista, built in 1165, being the paintings by Francesco Ligozzi. work of a Lombard architect. In Pontorme, a fortified castle and na- In modern times, once Florence had tive place of the painter Jacopo Car- imposed its dominion over the coun- rucci known as Pontormo, there are the tryside, and with the spreading of the two churches of San Martino (an 8th sharecropping system, some castles century church with a Romanesque se- were transformed into grand villas and mi-circular apse and a modern façade) farms, and many more new buildings and San Michele (which even has were erected. Thus started modern among its paintings a Saints John the farm businesses which – though func- Evangelist and Michael the Archangel by tioning inside the sharecropping sys- Pontormo). tem of diversified agriculture – inten- On the opposite side of Empoli, i.e. to sified the cultivation of commercial the west, along a side-road that branch- crops such as grapes and olives, but al- es out from the Lucchese provincial road so mulberry trees and March wheat to between Empoli and Fucecchio to- supply the industries of silk and weav- wards Avane, stands the church of San ing respectively. Pietro a Riottoli which has a della Rob- During the second half of the 16th cen- bia ciborium and a 16th century stoup. tury, the flat terrain in particular was A little further along the Lucchese the theater of impressive modifications provincial road is Castelluccio dei No- made to roads and watercourses to im- centi – a large turreted medieval com- prove road conditions and navigation plex, seat of the Ospedale degli Inno- along the Arno, and to reclaim land for centi farm estate – and the canonical agriculture. As a consequence – with church of San Pietro a Marcignana, a the expansion of urban property to the Romanesque construction in brick and detriment of rural property – a dozen stone whose nave without side aisles or so new farms were set up, such as La ends in a semi-circular apse; the church museo della collegiata di sant’andrea a empoli 246 holds a fine 14th century painted Cross Artistic handicrafts of Florentine School attributed to the and enogastronomy Master of San Martino a Mensola. in the empolese-valdelsa Outside the urban zone of Empoli, the territory visitor can explore the many ancient roads that run through the reclaimed by Maria Pilar Lebole land area, and the hills between the El- and Benedetta Zini sa and Orme rivers. The agrarian land- scape recalls centuries of sharecropping (villages with isolated churches and A fascinating natural landscape of lux- houses, haphazard intermingling of uriant hills, rich in history, natural re- crops, tree-lined driveways, villas sur- sources and traditions, museums, ele- rounded by parks) though the land to- gant villas, medieval villages, as well as day is mainly planted with commercial cultivated fields, rows of vines and olive crops (sown crops, vineyards and olive groves that sometimes make way for trees) interspaced with thickets of hard- more unsightly views, those of modern wood and coniferous trees, or pines and industrial establishments. This is the cypresses alone, as in Valdibotte and Empolese-Valdelsa territory, in the Valdorme. heart of Tuscany, strategically devel- Among Renaissance and modern villas, oped around the cities of Florence, Pisa, noteworthy are the Villa Cotone of the and Siena and once a mandatory itin- Spini (built on the foundations of a me- erary for ancient pilgrimages along the dieval fortified structure); Villa Cornio- Via Francigena, which in some stretch- la of the Del Vivo and the Salvagnoli es crosses Valdelsa, as well as a historic Marchetti (with its vast park dotted with crossroad for traffic and goods through century-old trees); Villa Terraio of the the valley of the Arno, a natural con- Cerchi, Corsali (Bardelli-Capoquadri) nection between Florence and Pisa. of Monteboro and Villa Bassa referred Beyond the mid-course of the Arno, to today as Villa La Motta of the Bal- the Montalbano hills to the north and dovinetti; Villa Gaverna today of the Valdelsa to the south, enclose a territo- Mori, earlier of the Montalvi; Villa Ter- ry that is still far from the massive flows rafino of the Riccardi and Villa Bastia of tourists and very interesting from the of the Orlandini Del Beccuto, whose point of view of its history, art and land- imposing mass dominates the church scape. In this rich territory there are a of Santo Stefano. lot of artisan businesses that have con- tributed to the wealth of the eleven communes in the territory and that to- day have become small “industries”. Just like some traditional artistic arti- san businesses, also the oenogastro- nomic products still preserve the taste

english version 247 of popular history and tradition, thanks I and World War ii. Since the 1950’s to the simple and natural ingredients production has intensified with the coming from the farmers’ culture. founding of small- and medium-sized In this country area food has always fol- businesses and with a consequent pro- lowed the rhythm of the seasons, the ductive diversification that has added rhythm of work in the fields, and, for table pieces in white glass and crystal to every festive occasion or holiday, fam- the more classic green glass for flasks, ilies reunited and prepared simple but bottles and demijohns. delicious dishes. In this way, the “com- The production of clothes and shoes panatico” (food) was always accompa- constitutes another important pro- nied by homemade bread prepared ductive pole of an industrial nature. once a week, in such a way that it could Next to this, some artisan businesses keep for more than ten days. The snack give the city and the other communes was the typical “fettunta”, or bread with of the Empoli area a characterization of tomatoes or bread wet with a little bit artistic products of notable impor- of red wine and sugar. Pulses were of- tance, beginning with Montelupo Fio- ten used and everyday they were cooked rentino, whose historic center seems a to add to soups and vegetable soups, small town, known historically for its together with potatoes and onions ceramics. (coming from Certaldo), cooked un- In fact, artistic ceramics developed der the embers: in fact meat was rare around the 15th century and production and it was only eaten during festivities; is very active still today and in the area except for rabbit, which was the typi- there remain ancient kilns. The pro- cal Sunday dish. The tastes in this area duction of terracotta and glass is also of are still what they once were: typical great importance. In the town of Capra- products are still onions from Certal- ia you can still visit a kiln and discover do and in part also from Montesper- its ancient premises, while in the near- toli, Gambassi Terme and Castelfioren- by town of Limite, situated on the tino; artichokes, which today, due to southern slopes of the Montalbano market competition, are cultivated on hills, production for the shipbuilding a smaller scale; and asparagus, chick- industry continues, despite the reduced peas, beans, as well as verdini figs, to be navigability of the Arno. tasted alongside delicious salamis. A taste of ancient history is offered in But the most typical and delicious dish Cerreto Guidi, where, in September, is stewed tripe or tripe in tomato sauce, the “Palio del Cerro” takes place. It is typical of the area of Castelfiorentino. an event with renaissance costumes and This brief gastronomical excursus now popular games that draws on an an- gives way to the most typical artisan cient tradition of horse races, docu- businesses in the area. In Empoli glass mented for centuries. Fucecchio, manufacturing had its major growth known for its Padule, the natural re- during the period between World War serve and one of the largest wetlands in museo della collegiata di sant’andrea a empoli 248 all of Italy, also stands out for its shoe ture) and has also designated a Strada del and tanning sector, which became a Vino (wine itinerary) where two DOCG large scale industry after the war. It was wines are produced: Chianti Mon- in that same period that the produc- tespertoli and Chianti Colli Fiorentini. tion of straw hats and matches began. In the original core of Certaldo, the one Today Fucecchio’s territory is counted above that is enclosed by medieval walls, among the six communes forming the traditional artisan productions are man- industrial tanning district of Tuscany ufactured alongside various artistic ac- – in the provinces of Florence and Pisa tivities. Once a year, during the month including Montopoli in Val d’Arno, of July, there is a show with fire-eaters San Miniato, Santa Croce sull’Arno, and puppeteers during the “Mercantia” Santa Maria a Monte – engaged in de- festival, which lasts six days. Castelfio- signing, producing and selling leather. rentino is situated at a strategic cross- Within the tanning industry we must road where the ancient road called the also consider the “finishing ones”, Via Francigena also intersects. It is there- which operate on behalf of others. fore a commercial intersection for the The town of Vinci, famous as the birth- nearby markets of Empoli and Poggi- place of the great Leonardo, is also bonsi. Today it is an industrial produc- known for its traditional artisan work- tion district: small – and medium – sized shops, mostly situated just outside the industries manufacturing clothes and city walls, where useful objects are made furniture, materials for construction, with simplicity. Conversely, a glass in- shoes, and engineering industries. dustry of great interest is concentrated There are, therefore, many distinctive in Gambassi Terme, noted also for its features that can be found in a territo- famous regenerating thermal waters. ry that is not so big and essentially still Here the glass tradition dates back to unknown to national and internation- the 13th century and still today artistic al tourism. pieces based on traditional models are produced. A permanent show is evi- dence of glass production in Italy from Itinerary of Handicraft and Typical protohistory to the 16th century, ex- Productions: Empoli, Montelupo hibiting objects the daily life, from Fiorentino, Capraia and Limite Gambassi, between the 14th and 16th cen- turies. Montaione is a town in the hills The road towards Empoli is a trip between the Egola and the Elsa rivers, through the so-called Lands of the Re- where you can appreciate the many hol- naissance, and offers the visitor the op- iday-farms that offer excellent hospital- portunity to relax in a territory rich in ity in addition to prestigious delicacies history and tradition. This area is deeply based on the finest truffles. tied to agricultural culture, but also Montespertoli is home to a famous cen- strongly committed to industrial de- ter for the Cultura del Vino (wine cul- velopment.

english version 249 Taking the Firenze-Pisa-Livorno free- Tuscany formed an important cooper- way we reach Empoli, truly the chief ative in the last decade of the 19th cen- town of the greater Valdelsa area and tury with the purpose of pricing prod- the most notable urban settlement in ucts and dividing workdays and pay- all of the Valdarno di Sotto. We get off ments; since by now there were many at the Empoli Est exit, turn left and fol- workers. During the 20th century, and low the signs leading to the Centro stori- especially between the World Wars, co (historic center). Empoli today is the Empoli saw the development of many most famous town in this territory for new glass factories. At the end of the the glass production, but the origins of 1920’s the Vetreria E. Taddei & C. and this activity, documented since the 13th the S. A. Etrusca of Empoli produced century, can be traced to in the area of tableware, such as glasses, bottles, Valdelsa between San Gimignano, plates, and tea sets. The most typical Gambassi and . Toward the products were, without a doubt, flasks middle of the 14th century, after a seri- in green glass with straw coverings, the ous plague hit the area of Valdelsa, the so-called “Toscanello”, and bottles for master glassmakers moved to various common use. Demijohns, measured regions in Italy, spreading and trans- wine-jugs and various bottles became ferring their work methods and skills. typical examples of a simple handicraft The silica and quartz sands rich with for common use and also became sym- iron oxide present in the Arno, deter- bols of an agricultural and popular life mined the development of glass pro- style that boasted a very important lo- duction: today around ten furnaces re- cal production. The straw flask cover- main as evidence of the ancient pro- ings were also produced in the same ar- duction of glasses, bottles, chamber eas. The “cat’s-tail”, a fiber from the pots for medical and pharmaceutical palustrine plants used for weaving, was uses, small bottles, and lamps. The gathered mainly in the Padule di Fucec- glassmakers of Empoli went through a chio (the Fucecchio wetlands) and this few periods of minor turmoil but pro- production provided work at home to duction began to re-flourish in the sec- the so-called “flask-makers” whose job ond half of the 18th century, with the it was to cover the flasks. The sector de- production of flasks, bottles and uten- clined around the 1960’s, when the pro- sils made in a colorless glass known as duction of green glass was replaced by “half crystal”. A manufacturing boom the common glass bottle made of a dark occurred between the 18th and 19th cen- or colorless glass. From the 1970’s on, turies, when the artisan production of there was an economic crisis in the sec- glass began a new phase of production. tor with many factories ceasing pro- Certain products became popular, such duction. as blown glass products called “di buffe- The tradition of green glass in Empoli ria a sistema toscano”. Proud of their allows us to digress into the rich pro- growth, various glassmakers around duction of wine in the area. Empoli has museo della collegiata di sant’andrea a empoli 250 always been tied to an agricultural tra- quality work and products, using tech- dition, like most of the surrounding nological innovations of tools and ma- area. However Empoli was able to use chines. its strategic position, especially in the We will highlight a few glassmaking past, to guarantee an undisputable pri- businesses that are part of this consor- mary position in the production and tium. In Empoli, Italiani Crystal, marketing of products to the nearby founded at the end of the 1960’s, makes cities of Florence, Siena and Pisa. To- its own high quality glass. Today it is day the town of Empoli, although not one of the most renowned centers for one of the main agricultural producers etched glass and crystal objects. Using in Tuscany or the surrounding area, pure gold, silver colors, and silver trim- fruit and vegetables in the flat areas and ming, they make true and proper artis- grows has vineyards and olive groves in tic objects. Another business called the hills of the peripheral areas. Wine Marw, located at Bassa in Cerreto Gui- production in Empoli follows that of di, decorates by hand bas-relief en- the whole Valdelsa territory with its graved crystal. Specializing in the pro- production of a Chianti variety called duction of demijohns and large bottles Colli Fiorentini, which includes all of in green glass used in wine and oil bot- the territory south and southwest of tling, the SVE, Società Vetraria Empolese Florence that follows the course of the Srl, was founded in 1953 by a group of Arno. In Empoli, Fucecchio, Cerreto expert glassmakers. Located in Via Guidi, Montelupo Fiorentino, and in Livornese, towards Vinci, the business the small communes of Capraia and creates a vast range of jars for domestic Limite, a white DOC wine is produced and food use, special imaginative con- called Trebbiano Empolese. This wine tainers, and bottles with innovative de- is considered a “soft” variety of the clas- signs. Having abandoned the dark sic Trebbiano Toscano, from which it green for a “half-white”, today they pro- differs very little in either taste or struc- duce a transparent light green. For ture. those interested in conducting research Returning to the glassmaking tradition on the glassmaking art, we recommend in Empoli, it is important to underline the Centro Documentazione Vetro, (the that in Empoli there are still today Glass Documentation Center) situat- many glass production businesses, of ed in Empoli at the Ghibellino Palace which around twenty belong to the in Piazza Farinata degli Uberti, at the Consorzio Centrovetro.This consortium Archivio Storico del Comune. Here promotes exporting artisan glass and you will find historical documentation crystal tableware and other products on the glassmaking art as well as infor- for the home. Recently a few other busi- mation about events, exhibitions, and nesses that produce ceramic pieces and conventions organized in the area. terracotta have joined the consortium There is a growing specialized library and boast an artisan tradition of high that invites students to consult the jour-

english version 251 nals and multimedia materials on the for around one third of the national history of glass. Recently the Magazz- production. Famous all over the world, ino del Sale has also been acquired by the tanning industry is centered in the the township administration to set up vicinity of Santa Croce sull’Arno, ex- the Empoli Glass Museum. tending to Fucecchio, to the small town Tradition teaches us that Empoli and of Ponte a Egola (San Miniato) and the surrounding area, among their even to Cerreto Guidi, which boasts more important activities of glassmak- small, leather businesses and firms ing and ceramics, also have a nautical which make accessories used for cloth- sector (boat-building), in the commune ing. This handicraft is widely diffused of Limite. The fashion industry, too, and organized into a web of small pro- has had an important role for the econ- duction realities, which are often hid- omy in the area and today, even during den, like the majority of people who economic downturns, fashion has worked at home and collaborated for a made widespread affluence possible. long time with clothes manufacturers. After WWII, with the incentive of the Before leaving Empoli, we must enter demand for military clothing – sturdy into the rich gastronomic world of the coats and shoes, many small business- area in order to remember what has al- es based on this type of production, ways been considered the typical prod- were founded. In large part, women uct of the city: artichokes. The Empoli worked mainly cutting and sewing artichoke is a real variety of artichoke, clothes, while the able hands of men, different in shape and color, and, for already trained in the manufacturing this reason, it is easily recognizable from of leather, formed the base for a new the other varieties. Although today the true and proper industrial district. In production of these artichokes certain- the Eighties, Empoli reached its peak ly cannot be considered large-scale, it in the development of women’s appar- once was in the past. Only a few agri- el such as, shearlings, hats and trench cultural businesses exist that are dedi- coats, alongside a notable number of cated to the intensive and large-scale embroidering and button factories. production of these artichokes culti- One such factory is Sagit Bottonificio vated by local producers. These pro- Fontanelli Srl, which produces and dis- ducers must work hard to remain in the tributes many varieties of buttons and big agricultural market. The character- makes accessories used in the tailoring istics of this artichoke are its color, of leather and fur clothes. which ranges from intense green to vi- There are roughly five-hundred busi- olet, and its consistent and robust shape nesses present in the territory and to- almost entirely without spikes. The fer- day in particular they produce leather tile and level ground of Empoli and the clothing such as shearlings, fur coats humid climate of the area are why this and leather jackets, as well as women’s artichoke thrives. These artichokes are coats and jackets. This sector accounts grown until the month of June (quite museo della collegiata di sant’andrea a empoli 252 rare for this type of vegetable). Empoli’s the rice is prepared with chopped production of artichokes has become a onions and white wine. As soon as the symbol and has made the city famous wine has evaporated, the artichokes are not only in Tuscany, but also in the rest added and the rice is cooked as usual. of Italy. An old Tuscan saying went This dish is particularly tasty, good for something like this: “In Empoli only winter months yet also delicious when artichokes are born”. Although it typ- served at room temperature in the ically hides a derogatory meaning, this warmer months. Obviously, to fully saying shows how artichokes have al- taste the characteristics of this dish, you ways been tied to the town. According will need to have artichokes from Em- to the gastronomical tradition in Em- poli. poli, artichokes are used in many dif- After this brief gastronomical digres- ferent ways: raw with a little oil and sion, we will leave Empoli and head to- lemon, boiled, fried, stewed or simply ward the nearby town of Montelupo sautéed in a frying-pan. There are two Fiorentino, home of ceramics. To get recipes in particular that are still con- there we will follow the Via Tosco Ro- sidered typical of the area: carciofi ritti magnola passing through the hamlets (upright artichokes) and risotto empolese of Fibbiano and San Quirico, until we (Empoli rice) The variety of artichoke reach a street named after a prestigious found in Empoli is perfect for the first citizen of the past: Baccio da Mon- recipe. The so-called “mamme”, arti- telupo. Still today in Montelupo artis- chokes of a large size with big leaves tic ceramic pieces are made for the and without spikes, are the basis for this house and garden. There are many dif- recipe of boiled and stuffed artichokes. ferent types: panels, ornaments, jars, They are placed in a pan upright, which tableware, and reproductions of an- explains the name of the recipe. The ar- tique classic pieces. To learn about the tichokes are then stuffed, their stems history of ceramics in Montelupo, we cut up into small pieces and mixed with would recommend a visit to the Museo parsley, garlic, and breadcrumbs. Then Archeologico e della Ceramica di Mon- they are cooked in oil with a little bit telupo (Archaeological and Ceramic of white wine added. You eat them by Museum of Montelupo). The museum simply taking off the leaves as if they testifies to the vastness of production were in a vegetable dip, tasting at the through the numerous archeological very end the most tender and tasty part. finds from the territory. These run from The risotto empolese is made only with the Prehistoric period to the end of the artichoke hearts. For this recipe the ar- Middle Ages, and ceramic pieces, lo- tichokes are cut into thin slices and cally made, found in urban excavations. placed in water with lemon in order to There are nearly three thousand re- avoid their turning brown. They are stored artifacts on exhibit, evidence of then floured and browned in a little oil the local workshops’ production from with chopped onions. In the meantime the late Middle Ages through the Mod-

english version 253 ern Period. For those interested in vis- del Borgo. His work, rooted in the his- iting an ancient kiln, near the museum tory of ceramics of Montelupo, shows you can see the typical work environ- all the signs of a renewed vitality. Basins, ment of pre-industrial times. Also in amphoras with sapphire blue handles, Montelupo, there is the Scuola di Ce- unique works using a cobalt glass paste ramica (Ceramics School), a school that in relief, and the famous harlequin dec- trains new artisans and methods in oth- orations, are on sale in the workshop er specific professional aspects of the along with the Story of Pinocchio, large sector. The school offers brief intro- ceramic panels that run through the ductory courses as well as summer story of the puppets. After a brief trip courses for people with a passion for through the ceramic workshops, we ceramics. Following the city walls move in the direction of Capraia and which enclose the small historic center Limite, and, beyond the town of Mon- of Montelupo, we will find a very new telupo Fiorentino, it is worth stopping gallery of contemporary art, Techne, at a historic business called Rigatti, which exhibits pictures and sculptures founded in 1910 for the production of in ceramics, terracotta, majolica, gres, straw covered flasks and demijohns and and marble with various colorations in- later grown with the production of the dicating a fusion of styles and trends typical green colored glass of Empoli, that meet in the designated place of this also exporting imaginative straw ob- material. Moving on toward the pedes- jects to North America. In the Seven- trian-only square, you will find two ties, for the needs of the market, the shops, La Terracotta and Artisti fioren- line of articles was extended according tini, showing fine examples of forged to fashion and trends. Currently, Rigat- iron work that recall the shapes and typ- ti distributes tableware, gifts, and fur- ical decors found in Tuscany. In fact nishing articles in colored, transparent they make lights, lamps, and chande- and decorated glass on the national and liers, as well as tables, chairs, and beds, international markets. and can all be custom-made at the re- To learn about the ancient manufac- quest of the client. All the tempera dec- turing of terracotta we need to reach orations are done by hand. Continu- the town of Capraia. Here along the ing along the small streets in the his- river you find ex Fornace Pasquinucci, toric center and we find La Galleria that founded at the beginning of the 19th makes and sells high-quality artistic ce- century and active until the 1960’s, re- ramic pieces custom-made in any shape cently restored and used as an exhibi- and any decor. The more stunning tion center. In the courtyard of the kiln pieces are the typical jars with natural- we find examples of “trogoli”(tubs) for istic decorations and the harlequins. drying of the clay or of “terrai", small- Eugenio Taccini, a well-known ceram- er tubs with walls around them, and icist from Montelupo, who is also the kiln that, for almost a century, fired known abroad, greets us at Ceramiche pots, pans, warming pans, braziers and museo della collegiata di sant’andrea a empoli 254 basins in addition to the characteristic wood. In fact, in Limite sull’Arno there flowerpots and piggy banks. On the is a shipbuilding exposition center called first floor of the building in the hall Centro Espositivo della Cantieristica e del called “dei tornitori”, you can still see Canottaggio, (Exposition Center of on a wall the original sign of the an- Shipbuilding and Canoeing) founded cient kiln. In the industrial area of thanks to the Municipal Administra- Capraia, the production of glass, like tion and the Società Canottieri Limite. in the rest of the territory, reserves a few At the center you can learn about the examples of excellence. The business, history of this production, admiring re- Timon, founded in the 1930’s makes productions of model ships in minia- handmade fired decorations, custom ture built in shipyards in Limite in ad- grindings and decorations of articles in dition to period images, tools, and more glass and crystal, glasses, goblets and recent documentation. During the gift items. month of September, do not miss the Building ships and the necessary infra- traditional Palio della Montanta, a chal- structures for navigation has been the lenge on the “gozzi’’(small boats) among prerogative of artisans from Limite teams from the four different neigh- since the 15th century. Ferrymen, caulk- borhoods of the town. ers, hull makers, carpenters, and sawyers, thanks to the enormous amount of wood coming from the forests of the area, developed a prof- itable construction industry. Both Capraia and the nearby Limite were de- voted to two different production ac- tivities of great interest. With the first railways in the mid 19th century, the fer- rymen were struck hardest by this change and, in a short time, they dis- appeared. The ship builders were forced The firms mentioned in this text have been freely to change the fluvial production of riv- selected by the authors and do not by any means er boats to making medium to medi- constitute an exclusive list of the producers in the um-large-sized hulls. area. We would like to thank the artisans for their help during the research phase. Thanks to After WWII, Capraia greatly reduced the staff of all the Communes of the Empoli area. the production of tableware, pots and Special thanks to Silvia Melani and Antonio terracotta items while Limite, histori- Comuniello, to Stefania Marvogli (in charge of cally dedicated to the shipbuilding in- the communal tourist board of Vinci) and to dustry, underwent notable changes with Enrico Zarri the person in charge of the Centro R.D.P. del Padule di Fucecchio for the useful in- the disappearance of the large shipyards formation about handicraft in the Padule area. and with the founding of new produc- Photos by Maria Pilar Lebole and Benedetta tion sectors, like naval mechanics and Zini

english version 255 Handicraft business Capraia e Limite

ex fornace pasquinucci Empoli Information: Ufficio cultura del Comune consorzio centro vetro empoli Piazza Guido Guerra, 13 Piazza Dori 50053 - Empoli Capraia Fiorentina Tel. 0571 72000 50056 - Capraia e Limite Fax 0571 79968 Tel. 0571 978124 [email protected] www.comune.capraia-e-limite.fi.it www.centrovetro.it [email protected].fi.it italiani crystal s.n.c terrecotte florentia Via del Terrafino, 24 Via delle Ginestre, 24-26 50053 - Empoli 50056 - Capraia e Limite Tel. 0571 81545 Fax 0571 79968 Tel. 0571 583791 www.centrovetro.it Fax 0571 583791 [email protected] terrecottefl[email protected]

SVE – società vetraria empolese srl timon s.n.c Via Livornese, 158 Via E. e P. Salani, 20 50053 - Empoli Zona industriale Limite Tel. 0571 80346 50050 - Limite Fax 0571 82381 Tel. 0571 979780 centro documentazione vetro Fax 0571 57090 Comune di Empoli, Palazzo [email protected] Ghibellino Piazza Farinata degli Uberti ceramiche d’arte arno s.n.c. 50053 - Empoli Via A. Negro, 3 Tel. 0571 537044 50050 - Limite sull’Arno Fax 0571 757832 Tel. e fax 0571 57670 [email protected].fi.it www.ceramichearno.it sagit bottonificio fontanelli srl Via Campania, 23 la bottega della ceramica 50053 - Empoli Via Cavour, 3 Tel. 0571 592912 50050 - Limite sull’Arno Fax 0571 590316 Tel. e fax 0571 979528 [email protected] www.labottegadella ceramica.it museo della collegiata di sant’andrea a empoli 256 centro espositivo scuola di ceramica della cantieristica di montelupo fiorentino e del canottaggio Via Caverni, 163 Guided tours upon reservation: 50056 - Montelupo Fiorentino Ufficio cultura del Comune Tel. 0571 541111 Piazza Battisti, 1 www.agenziasviluppo.it 50050 - Limite sull’Arno [email protected] Tel. 0571 978124-3 [email protected].fi.it eugenio taccini www.comune.capraia-e-limite.fi.it Via G. Marconi, 2-4 50056 - Montelupo Fiorentino palio della montanta Tel e fax 0571 518856 Information: www.eugeniotaccini.com Ufficio cultura del Comune [email protected] Piazza Battisti, 1 50050 - Limite sull’Arno Tel. 0571 978124-3 [email protected].fi.it www.comune.capraia-e-limite.fi.it

Montelupo Fiorentino consorzio ceramica di montelupo Via Cento Fiori, 32 50056 - Montelupo Fiorentino Tel. e fax 0571 542413 [email protected] museo archeologico e della ceramica di montelupo Via Bartolomeo Sinibaldi, 43 50056 - Montelupo Fiorentino Tel. 0571 51352-51087-51543 Fax 0571 911421 www.museomontelupo.it

english version 257 Oenogastronomic businesses Glossary

by Valentina Tiraccorrendo tenuta san vito in fior di selva Via San Vito, 32 50050 - Montelupo F.no Altar Tel. 0571 51411 Table on which the priest celebrates Fax 0571 51405 the Eucharistic sacrifice, which de- [email protected] rived its form from the Last Supper’s www.san-vito.com table. In its more elaborated forms, besides the mensa, (the flat top sur- agriturismo petrognano face), and the frontal (the part below Via Bottinaccio, 116 the mensa, visible to the faithful) 50056 - Montelupo Fiorentino both resting on a predella (the step or Tel. 0571 913795 steps on which the altar rests), there Fax 0571 913796 are also an altar-piece and a ciborium [email protected] which stands above the altar itself. www.petrognano.it Altar-piece Large panel, either painted or sculpt- fattoria poggio capponi ed, situated on the altar; sometimes Via Montelupo, 184 it is composed of more than one pan- 50056 - Montelupo Fiorentino el. It is often inserted in a rich frame, Tel. 0571 671914 or in the architectural structure of Fax 0571 671931 the altar itself. [email protected] See polyptych. www.poggiocapponi.it Ambrogio di Baldese fattoria la castellina (Florence 1352-1429) Castra A Florentine painter, enrolled in the 50056 - Capraia Fiorentina Physicians and Apothecaries’ Guild Tel. e fax 0571 57631 in 1372, who was the author of many Cell. 329 4279840 panels and frescoes, partly executed [email protected] with Niccolò Gerini, now lost. The www.fattoriacastellina.com attribution to this painter, not unan- imously shared, of the fragments of tenuta cantagallo the decoration in the ex Palazzo dei Via Valicarda, 35 Giudici e Notai in Florence, enabled 50056 - Capraia Fiorentina us to trace his activity. A follower of Tel. 0571 910078 the Cioni brothers, in a later phase he Fax 0571 583399 drew on the style of Niccolò Gerini [email protected] and proposed solutions similar to www.enricopierazzuoli.com Mariotto di Nardo’s. Among his museo della collegiata di sant’andrea a empoli 258 works let us mention the Madonna Bandini, Giovanni and Child with Saints Catherine, John (Florence 1540 ca.-1599) the Baptist, a Martyr Saint, Saint Pe- A sculptor, pupil of Bandinelli, who, ter and Angels, currently at the Pina- at the death of his master, followed in coteca Vaticana of Rome (1380-1385). his footsteps and completed the choir Annunciation balustrade in the Cathedral of Flo- The episode is narrated in the Gospel rence. He then worked for the Ope- of St. Luke: Mary receives a visit in her ra del duomo. Owing to his rivalry home in Nazareth from the with Giambologna, he accepted duke Archangel Gabriel who, sent by God, della Rovere’s invitation to move to announces to her the birth of a son Urbino, the town where his creative conceived through the Holy Spirit. vein partially evolved from his mas- There are three essential elements: the ter’s style. Virgin, the angel and the dove of the Bicci di Lorenzo Holy Spirit, whose flight, often traced (Florence 1368 ca.-Arezzo 1452) by a beam of light, represents the in- The son of Lorenzo di Bicci, he was carnation of Christ through the Holy a painter and an architect. In 1405 he Spirit. Mary’s recurrent attributes are: inherited his father’s workshop, the white lily, a sign of virginity and which remained active throughout purity; the vase that often contains the first half of the 15th century and the lily, a symbol of the Incarnation; was commissioned prestigious the book that she is reading when in- works. Among them, let us mention terrupted by the angel’s arrival. the fresco cycle, mentioned by Vasari, Apocalypse of Illustrious Men in the palace on This term is derived from Greek and Via Larga in Florence, and the fres- means «revelation». It refers to the co cycle representing the Apostles scriptures, that both for Hebrews and which he painted in 1434 on the oc- Christians, reveal the divine projects casion of the consecration of the for mankind. Many literary works of Cathedral of Florence. He was an ex- Judaism bear this name and also, in ponent of the Florentine late 14th cen- the New Testament (end of the 2nd tury culture, he continued to use the century), the text attributed to St. flamboyant gothic style which he John the Evangelist. In the first five rendered with the grace typical of chapters St. John tells about some courtly pictorial art. symbols of he who will redeem Bookstand mankind through the defeat of evil; A movable support on which litur- the two following chapters relate the gical books can be placed (Missal, return of Jesus on earth and the Last Breviary, Pontifical, Ritual, Martyrol- Judgment; the last two chapters end ogy, Ceremonial and Memorial of the with the description of the Celestial rites), sometimes integral with choir City of Jerusalem. structures.

english version 259 Botticelli, Sandro, Sandro Filipepi, of Lorenzo di Credi, Granacci and known as (Florence 1445-1510) Ridolfo del Ghirlandaio. His pictorial work is evidence of a Botticini, Raffaello precocious synthesis between the lin- (Florence 1474-documented until 1520) ear fluidity of Filippo Lippi and the See Botticini Francesco. plastic compositive strength of Ver- Buglioni, Benedetto (1461-521) rocchio, who was his master. The vi- brant and subtly intellectual language An Italian sculptor, also influenced by which characterizes his works from Verrocchio, who made polychrome the years 1470-1485, emblematically glazed terracottas in the della Robbia reflects the fantastic trend of the hu- workshop. He was very active in Tus- manistic Florence, aiming at a Pla- cany and central Italy. He is the au- tonic transfiguration of reality into thor of the Saint Christine in the Col- beauty and myth. The rhythm and legiate Church of Bolsena. In 1576, at expressivity, which characterize Bot- the death of his nephew Santi di ticelli’s later works, seem to express Buglioni, who had inherited the instead the tensions and limits of the workshop and the della Robbia “se- humanistic ideals in the context o f cret” of the majolica terracotta, the a renewed pietistic spirituality de- long Florentine tradition of glazed ter- rived from Savonarola. racotta came to an end. Botticini, Francesco Cenni di Francesco di ser Cenni (Florence 1446-1498) (Florence, documented 1369-1415 ca.) A painter who was a pupil of Neri di A Florentine painter and an illumi- Bicci. He worked with Cosimo Ros- nator who enrolled in the Physicians selli and was influenced by Andrea and Apothecaries’ Guild in 1369 and del Castagno, showing a sensibility was very active, for various decades, for the light and shade effects which both in Florence and its surround- resembles that of Verrocchio’s early ings. He was influenced by the styles works. In his best works he tried to of the so-called Master of the Mis- mingle the styles of Verrocchio and ericordia and Giovanni del Biondo, Botticelli with Flemish realism. His of whom he was also a collaborator. documented work is the Tabernacle With his eloquent and loquacious of the Holy Sacrament (1484-1491) style he was one of the most impor- for the Collegiate Church of Empoli tant popularizers of the late gothic (now at the Museum) where his son style of Florentine painting. Among Raffaello also worked. The latter’s his works let us mention the Virgin works show a more careless style than with Child Surrounded by Personifi- his father’s and they reveal a generic cations of Virtues, executed with the eclecticism mingling the last vestiges Master of the Madonna Lazzeroni, of the 15th century Florentine tradi- in the Palazzo Comunale of San Mi- tion with reminiscences of the styles niato (1393). museo della collegiata di sant’andrea a empoli 260 Central and side aisles Christ in Pietà The part of a church delimited by Such a denomination refers to the two longitudinal rows of columns or iconographic image of the Man of pillars. When the church has only sorrows, that is of Christ, showing one broad aisle it is called hall or sin- the wounds in his hands, chest and gle nave church. feet; sometimes the instruments of Chest the Passion are next to him. Such a An old piece of furniture made up of representation is inspired by devo- a rectangular case with a hinged lid, tional tradition; the episode is not in use from the 14th to the 17th cen- narrated in the Gospels. turies to put away furnishings, clothes, Ciborium money and so on; it could also be used A marble tabernacle usually situated as a seat. over the main altar, in which the pyx Christ Crucified /Crucifixion is kept; often closed by a little door It is the culmination of the Passion of made of precious materials and dec- Christ and it shows Jesus nailed to a orated in different ways. The same cross raised between two others to be term also refers to the pyx itself. used for two thieves. The four Gospels Cigoli, Ludovico Cardi, known as differ from one another in their de- (Castelvecchio di Cigoli, Florence, scriptions of this moment, but all of 1559-Rome 1613) them agree on the presence of some A painter and an architect who drew women at the event, among them are: on the styles of Barocci, Correggio Mary, the mother of Jesus; Mary, the and Tiziano on which he updated the mother of Saint James the Less, and academicism of the late Florentine Mary Magdalene. Only St. John men- Mannerism. He was also a pupil and tions his own presence at the Cruci- a collaborator of Buontalenti’s; fixion. The tradition of painted cross- among his architectural works let us es on a wooden support started in cen- mention the courtyard of Palazzo tral Italy in 12th century. There the cru- Non Finito in Florence. His influ- cified Christ is depicted according to ence was decisive for the evolution the Christus triumphans typology, that of 17th century Florentine painting. is triumphing over death. At the be- He painted numerous altarpieces. ginning of the 13th century the typol- Codex ogy of the dead Christ imposed itself. Ancient manuscript composed of Its iconography came from the Byzan- several leaves, first of papyrus and tine inspired Christus patiens, but it then of parchment, bound together was also influenced by the coeval as a book, as opposed to the volumen, Franciscan preaching: the suffering namely, a group of sheets wound in- Christ’s head is bent on a shoulder to a roll. Codices often contained and his eyes are closed, his body is richly illuminated decorations. Their bent in a spasm of pain. use began to spread as from the first

english version 261 century A.D. and lasted until the in- da Empoli, Jacopo (Florence 1551-1640) vention of printing. He was born in Florence and also See miniature. lived there. He owes his name to his Cuoco, Giuseppe Cantini from family’s origins. He was a follower of Bibbiena, known as the Tuscan painter and architect, (Active in mid 18th century) Santi di Tito, and, like him, was a A personality unknown to the art his- supporter of an anti-mannerist re- tory inventories. Saint Roch (1757), form, following the directives of the his only known work, which today is Council of Trent. The artist’s body at the Museum of the Collegiate of works is influenced by the great Church of Empoli, reveals a classical masters of the early 16th century, es- culture of neo-16th century inspira- pecially Andrea del Sarto and Pon- tion, typical of the Florentine sculp- tormo, but also testifies to the origi- tural milieu of the second-half of the nal ability he had, to absorb the pic- 18th century. torial innovations of the 17th centu- Deposition ry. Renowned especially for his nu- The scene represents Jesus who, be- merous altar-pieces, he is to be re- ing already dead, is taken down from membered also for his profane works, the cross. Nicodemus and Joseph of his still-lifes and portraits. Arimathea, two Jews converted to Enamel Christianity, went to Golgotha. Ac- Vitreous paint to which coloring cording to the apocryphal Gospels, components are added, which has having put up two ladders against the the property to become a shiny com- cross, Nicodemus took out the iron pact surface thanks to the high tem- nails from Jesus’ s hands and feet, perature firing. while Joseph of Arimathea held the Saviour’s body, handing it then to Je- See enameling. sus’ Mother. Mary Magdalene, kneel- Enameling ing in the act of kissing Christ’s bleed- Decorative technique used both for ing feet, Saint John the Evangelist and ceramics and metals. The most wide- the two pious women who were with spread procedures for metal enamel- the Virgin during the Passion, are al- ing are cloisonné, that consists in ways present at this event. spreading the enamel within areas Dossal bordered by fine metal wires and An elaborate cloth to cover a piece of champievé that consists in inserting furniture or notable objects. The the enamel in small alveoli made on same term refers also to the panel, a metal plate. The term also refers to containing a pictorial or a silver the process of terracotta waterproof- work, located either behind the altar ing that became widely used begin- or on the mensa, the flat top surface. ning from the 15th century. museo della collegiata di sant’andrea a empoli 262 Engraving the new late Gothic suggestions, on Drawing carried out on a hard sur- the other. His important fresco cy- face, called matrix, either by hand, cles, executed with collaborators, are using a pointed instrument (burin, to be mentioned, especially The Leg- graving tool), or chemically, using end of the Cross in the choir and the corrosive substances, for decoration Stories from the Life of Anchorites in or printing reproduction. By exten- the Castellani Chapel in the Church sion, this term is used for the tech- of Santa Croce in Florence. nical process used for printing re- Gilding production as well as for the result- A technique used to apply gold on ing product itself. various supports such as wood, Fiorentino, Pier Francesco parchment, leather, paper, walls, etc. (documented 1474-1497) The gold can be applied in leaves or This painter’s works reveal a vivid in dust, according to different pro- eclecticism influenced by the styles cedures; for gilding metal surfaces, of Benozzo Gozzoli and Domenico similarly to the silvering technique, Veneziano; he was commissioned one begins with an amalgam: an al- many works in the area of Empoli; he loy of pure gold, or silver, and mer- also worked for the Church of San- cury that, when spread on a suitably ta Maria in Canonica in Colle Val prepared and heated metal, causes d’Elsa and he executed some frescoes the mercury to evaporate and the for the Collegiate Church of San precious metal to adhere to the sup- Gimignano. He turned out to be a port. pleasant and reactionary artist who Giovanni Pisano (Pisa 1248 ca.-1319 ca.) met his clients’ traditionalist tastes. An architect and a sculptor of great The decorative hyperbole which renown, he was a pupil of his father characterizes most of his paintings is Nicola. He probably collaborated always rendered through a neat exe- with him in the execution of the pul- cution and obsolete compositive pit of Pisa’s Baptistery and definitely schemes. in that of Siena. He soon developed a Fresco personal style characterized by an in- Painting technique on a wall support clination towards the pathetic expres- that makes use of the lime of the wall sionism, influenced by the transalpine plaster as a binder. Gothic. His first renowned work ex- Gaddi, Agnolo ecuted on his own is the Fontana (documented Florence 1369-1396) Maggiore in Perugia. He was master The son of Taddeo, he was a painter, builder in the Cathedral of Siena be- too. His production, characterized tween 1289 and 1296, where he at- by graceful and fantastic tones, tes- tained a balanced synthesis between tifies to the cross-references to Giot- architectural structure and sculpture. to’s schematism, on one hand, and to Among his works are the pulpits for

english version 263 the Church of Sant’Andrea in Pistoia Michael the Archangel gave to Set, and for the Cathedral of Pisa, the Adam’s son, was identified from the tomb of Marguerite of Luxembourg Queen of Sheba as the one on which in the Cathedral of Genoa. the Saviour would be crucified. The Glazing wood was found, three centuries af- Also called “ceramic glaze”: vitreous ter having become an instrument of finishing Christ’s Passion, by the Emperor See Enamel. Constantine’s mother, after her son’s Hall conversion. The True Cross was pur- In Christian architecture, it indicates loined and taken to Persia by King a single nave church. Cosroe in 615, as he wished to enrich Intaglio his collection of devotional objects Technique of working by removing and successively taken back to a part of the material. Wood, mar- Jerusalem by the Eastern Emperor ble, ivory etc. are carved by using Heraclius who, after waging war up- metal instruments and following a on the Persian king, carried it there pre-established design. on his shoulders, following Christ’s Jacopo del Sellaio, Jacopo di Arcangelo, example. The fragments of the true known as (Florence 1442 ca.-1493) cross have been considered the most A pupil of Botticelli’s, he was an eclec- precious relic for Christians and have tic artist, influenced both by Filippo often been kept inside special reli- Lippi e Ghirlandaio. He shared a quaries. workshop with the painter Filippo Lippi, Filippo Giuliano, whose collaboration would (Florence 1406 ca.-Spoleto 1469) account for the discontinuous quali- Florentine painter who met Masac- ty of the workshop production itself. cio at the Carmine convent in Flo- A graceful and pleasant decorator of rence and became a follower of his numerous chests, he was appreciated luminous plastic synthesis. He by the clients, both private and reli- worked both in Florence and Padua gious, for the execution of small de- and he was strongly influenced by votional works. He was buried in San Donatello (Madonna of Tarquinia, Frediano in Florence, the church 1437). Among this artist’s works we where he worked all his life. would like to mention the frescoes Legend of the True Cross of the main chapel in the Cathedral The Legend of the true Cross is in- of Prato (1452-1464), a masterpiece cluded in the Golden Legend of Ja- of balance and chromatic freshness. copo da Varagine (13th century) and In his works he translated Masaccio it narrates the story of the wood of and Fra’ Angelico styles into a more the cross where Christ was crucified. profane tone. He was a forerunner The wood of the tree of the Original of the lyrical spirituality of his disci- Sin, grown from the seeds that ple Sandro Botticelli. museo della collegiata di sant’andrea a empoli 264 Lorenzo di Bicci, (Florence 1350 ca.-1427) called Scuola degli Angeli. In his A painter with a loose, quick manner, mainly pictorial late production, a representative of the most tradi- which was copious and often of mon- tionalist current of Florentine paint- umental style, he however main- ing at the end of the 14th century. He tained the neatness of the stroke as was at the head of an important well as the love for bright colours de- workshop which, after him, was run, rived from his experience in the field among others, by his son Bicci and of miniature, hence taking his place his grandson Neri di Bicci. in the international Gothic current Lorenzo di Niccolò di Martino with a heterodox, devotional and (Florence documented 1391-1411) slightly archaistic character. He was a pupil of Niccolò di Pietro Madonna with Child Gerini’s and also his habitual collab- The Byzantine iconography of the orator; he shared with his master the hieratic and frontal Madonna, with prosaic and sometimes popular ren- the dressed and benedictory Child, dering of the subjects. His activity is standing and turning his back to his scarcely documented and it is hard mother, is already present in the West to distinguish Lorenzo’s intervention beginning from the 7th century. In- in the works executed together with stead, around the 14th century, ty- his master. Due to the stylistic re- pologies underlining the earthly and semblance some works, elsewhere intimate aspects of the relationship considered by the Master of Borgo al- between Mother and Child prevailed, la Collina, have been attributed to and their various attitudes and at- him. Of this artist are to be men- tributes identify different icono- tioned: the Coronation of the Virgin graphic types. One of them is the at the Accademia Gallery in Florence, breast-feeding or suckling Madonna. executed together with Niccolò di The first examples, of Oriental de- Pietro Gerini and Spinello Aretino, rivation, imposed themselves around and, even if of disputed attribution, the 12th century, but such a repre- the Madonna of Humility with Mu- sentation spread widely in the West- sician Angels and Kneeling Donor ern world especially between the 15th (1400-1405) at the Museum of San- and the 16th centuries: the Mother is ta Croce in Florence. standing, with her head bent towards Lorenzo Monaco, born Piero di Gio- her Son, whom she holds in her arms; vanni (Siena 1370 ca.-Florence 1423) her Son is sucking milk from her A painter close to Spinello Aretino breast which demurely peeks out and Agnolo Gaddi. In 1390 he entered from under her tunic. The resump- the monastery of Santa Maria degli tion of the devotion to the Virgin es- Angeli where he learned the art of pecially through the mendicant or- miniature, becoming then the most ders encouraged the production of important representative of the so- many panels depicting this subject.

english version 265 Majolica seem to forerun Domenico Venezia- An enameling technique applied to no, despite the enchanting taste of ceramics that makes use of a paint medieval tales. consisting also of a mixture of potas- Master of Borgo alla Collina (active sium silicate, lead oxide and tin. Af- during the first half of the 15th century) ter having applied the enamel one A Florentine master active between starts to decorate the object with the end of the 14th and the beginning metallic oxide based colors and, fi- of the 15th century. His works reveal nally, to spread a finishing glaze that his belonging to that whimsical cur- makes the object shiny. After firing, rent inaugurated in Florence by one applies the so-called gloss, a pig- Starnina, whose manner and tone he ment that produces characteristic imitated, even though at times in a metallic tints. Majolica allows the use rougher and more simplified style. of only a few colors owing to their His personality has been recon- low resistance to firing. structed by critics thanks to the pan- Masolino da Panicale, el coming from the Church of San Tommaso di Cristoforo Fini, known as Donato a Borgo alla Collina which (Panicale 1383?-1440 ca.) portrays a Madonna with Child and A painter still partly tied to the Saints dated 1423 (currently at Cas- Gothic taste who was not indiffer- tel San Niccolò in Arezzo). ent to the revolutionary perspective Master of Signa theories of the 15th century. We know (active in the 15th century) little about his works prior to 1423. The artist’s name is derived from the In 1425 the artist collaborated with most important and significant work Masaccio in the execution of the of this unknown personality, name- Saint Anne at the Uffizi and in the ly the frescoes, dated 1462, depicting frescoes for the Brancacci chapel in the Stories from the Life of the Blessed the Carmine Church in Florence; Jane in the Church of San Giovanni both of these works were complet- Battista in Signa. The painter’s ac- ed by Masaccio, as Masolino, in Sep- tivity, in the area of Florence, is doc- tember 1425, was called to the court umented around the mid-15th centu- of Hungary. The frescoes for Santa ry. His works are characterized by a Cristina chapel of San Clemente in genuine and popular style. He was Rome date back to 1428. In 1435 he probably a pupil of Bicci di Lorenzo’s, decorated both the vault of the col- artistically grown alongside Neri di legiate church in Castiglione Olona Bicci, and he knew how to seize with (Varese), with Stories from the Life of sagacious eclecticism the Renaissance the Virgin, and the baptistery, with novelties of Fra Angelico and Dome- Stories from the Life of Saint John the nico Veneziano which he translated Baptist; in both these frescoes he with agility into a dialectal and cap- used luminous suggestions which tivating language. museo della collegiata di sant’andrea a empoli 266 Miniature or Illumination Bartolomeo’s style, interpreting it in The art of illustrating and decorating the light of a heavy devotional manuscripts. The verb, to miniate, rigourism influenced by the Counter- which means «to colour in red» de- Reformation climate. Her Adoration rives from the word ‘minium’ that of the Magi, today at the Galleria was used in the Middle Ages to refer Nazionale in Parma was extremely ap- to cinnabar, that is mercury sulfide, preciated. Of this artist the Last Sup- a vivid red color that was used to per, in the Spagnoli Chapel in Santa paint the initial letters in the ancient Maria Novella Church in Florence, codices. In a wider sense, the term is also to be remembered. miniature can refer to any small-sized Neri di Bicci (Florence 1419-1491 ca.) painting executed with a meticulous This Florentine painter, the grand- attention to details. Painting on pa- son of Lorenzo di Bicci, inherited the per or parchment, appropriately workshop from his father in 1452. treated so as to absorb the pigments, Though maintaining a tight link to was carried out more or less elabo- the Gothic style of the paternal work- rately depending on the development shop, he devised a personally eclec- of the different styles and the greater tic style that revealed a re-examina- or lesser availability of colors. tion of the Florentine great artists of Mino da Fiesole (Fiesole 1429-1484) the second half of the 14th century. A sculptor who was a pupil of Anto- From his vast production, we would nio Rossellino and Desiderio da Set- like to mention the Madonna with tignano. Initially he was active as a Child Enthroned among Four Saints, portraitist in Florence, Rome and from 1452 (Diocesan Museum of San Naples. When he returned to Flo- Miniato, Pisa). rence he continued his career also de- Niccolò di Pietro Gerini voting himself to funerary sculpture. (Florence, historical news 1368-1415) Then he stayed first in Volterra, then A Florentine painter, enrolled in the in Prato where he executed the sculp- Physicians and Apothecaries’ Guild tures for the cathedral’s pulpit by An- in 1368, who is documented in Flo- tonio Rossellino, and finally in Rome. rence, Prato and Pistoia. Initially he He was an eclectic artist who inter- drew on the styles of Taddeo Gaddi preted with grace Rossellino’s hu- and Orcagna and then turned to Ja- manistic ideals. copo di Cione and the Master of the Nelli, Sister Plautilla, Pulisena or Misericordia, with whom he sup- Polisenna, known as (Florence 1523-1588) posedly also collaborated. His clear A nun since 1537 under the name of and articulate language must have Plautilla in the nunnery of Santa been very popular among the Flo- Caterina in Florence, as a painter she rentine clients of the late 14th and ear- was a pupil of Fra Paolino da Pistoia. ly 15th centuries. Among his works the Following her master she drew on Fra Trinity (1370-1375) at the Bandini

english version 267 Museum in Fiesole and the Madon- no. He probably stayed in Rome to na Enthroned with Child between Two study the work of Michelangelo. A Devotees (1375-1380) at the Stibbert tormented soul and an experimenter, Museum in Florence are noteworthy. he interpreted through a restless sen- Paolino da Pistoia, Fra (Pistoia 1488-1547) sibility the Florentine classicism A monk, he was a pupil of Fra Bar- which he enriched with the dy- tolomeo della Porta and he divulgat- namism of a continuous anguished ed his master’s style in a more sim- tension both critical, stylistic and plified manner, tending to a more spiritual. Among this artist’s works pronounced devotional character. let us mention the Stories of the Pas- Among Fra Paolino’s works let us sion (1523-1525) in the Chartreuse of mention the fresco of the Crucifixion Galluzzo and the Deposition in the (1515) in the church of Santo Spirito Capponi Chapel in the Church of in Siena, the Madonna with Child Santa Felicita in Florence. and Saints, signed and dated to 1525, Predella in the church of Santa Maria del Sas- The lower part of an altar-piece, gen- so in Bibbiena and the numerous erally divided into painted or sculpt- works executed for the Church of San ed sections. Domenico in Pistoia. Presentation of Jesus in the Temple Parish The Jewish custom of offering a trib- A term, which in the Middle Ages, ute to the Temple of Jerusalem for a designated early parochial communi- new-born was welcomed into the ties, namely rural ecclesiastical dis- Catholic iconography and usually set tricts, widespread in northern and in a holy place; the figure of the old central Italy. Each parish was made up priest Simeon is constant, to whom of a district with a main church and a the Virgin entrusts the Child, and baptistery annex and had jurisdiction that of the elderly prophetess Anna over the main churches in the area. who recognized in Christ the Saviour. Polyptych A painting or relief formed by three Puerpera’s tray or more panels joined together both A sort of tray in wood, often pre- materially, by hinges or frames, and ciously decorated and painted, in use th conceptually, through the subjects in Tuscany in the 15 century to bring represented. food to the puerperae. Pontormo, Jacopo Carrucci, known as Pyx (Pontorme, Empoli, 1494-Florence 1556) A cup made either of silver or of an- This painter was trained at the work- other precious metal, gilded on the shops of Leonardo, Piero di Cosimo inside and closed by a cover, in which and Mariotto Albertinelli; afterwards the consecrated particles are kept. It he was in Andrea del Sarto’s work- is kept in the altar’s tabernacle. It is shop together with Rosso Fiorenti- frequently in the shape of a cross. museo della collegiata di sant’andrea a empoli 268 Robbia, Andrea della Rossellino, Antonio (Florence 1435-1525) (Florence 1427-1479 ca.) He was a pupil of his uncle Luca and The brother of Bernardo, he was his he continued to produce glazed ter- collaborator both in Florence and in racottas in their famous and prolific Forlì; then at his brother’s death he workshop in Florence. Influenced by inherited the workshop. His first in- Verrocchio, he passed from Luca’s dependent work dates from 1456 and classicism to a more superficial taste is Giovanni Chellini’s Bust, currently for pictorial effects, obtained through at the Victoria & Albert Museum in the use of bright colours. Beginning London. In the execution of altars from the last decade of the 15th cen- and tombs he followed compositive tury, the increasing number of com- schemes where the spatial structure missioned works led Andrea to avail achieves monumental unity and bal- himself of more collaborators, in- ance between the sculptural, archi- cluding his five sons: from then on tectural and, not rarely, pictorial the production of his workshop be- parts. Among the artist’s works the came more conventional as to its dec- Monument to the cardinal of Portu- orative characteristics. Among his gal (Church of San Miniato al Monte most famous works are the Putti in in Florence), the pulpit of the Cathe- the arcade of the Ospedale degli In- dral of Prato (1473) and Maria d’Ara- nocenti in Florence (1463) and the gona’s tomb (Church of Sant’Anna reliefs of the shrine of La Verna. dei Lombardi in Naples, 1475 ca.) are See majolica. to be remembered. Rosselli, Cosimo, (Florence 1439-1507) Rossellino, Bernardo He was trained at Neri di Bicci’s (Settignano 1409-Florence 1464) workshop and he elaborated a per- An architect and a sculptor, he was sonal artistic language not devoid of a disciple and a collaborator of Leon influences from Benozzo Gozzoli Battista Alberti. He owes his renown and Baldovinetti. Active in his home- both to his work as a master builder town, where, among his numerous in the construction of Saint Peter’s works, the frescoes for the Chapel of and to the reorganization of the an- the Miracle in Sant’Ambrogio (1485- cient village of Corsignano, which 1486) are worth mentioning, he was then named Pienza after Pope worked in Rome as well, where he Pius ii Piccolomini who commis- took part in the decoration of the sioned Bernardo the new town plan- frescoes on the side walls of the Sis- ning. Among his works let us men- tine Chapel (1481). Some of the pro- tion also Leonardo Bruni’s tomb in tagonists of the Florentine late 15th the Church of Santa Croce in Flo- century, such as Piero di Cosimo and rence (1446-1447), whose composi- Fra Bartolomeo, were trained in his tive structure will be very successful workshop. in the genre of funerary monuments.

english version 269 Rossello di Jacopo Franchi He died in 1303, and his death was (Florence 1377-1456) mourned by all the people he had A fascinating painter, pupil of Loren- helped. His Decretum had a consid- zo Monaco. He passed on and spread erable influence on canon law. He is the formal grace and taste for details the patron saint of lawyers, judges and typical of the Gothic language. His teachers of branches of law. is, for example, the Coronation of Saint Andrew Mary which is at present at the Ac- A fisherman from Galilee and the cademia Gallery in Florence. brother of Peter. He was the first dis- Ruggeri, Ferdinando ciple of Christ and later on an apos- (Florence 1690 ca.-1741) tle and a martyr. In the New Testa- A Florentine architect at the court of ment he is mentioned in the episode the last Medici who was greatly of the miraculous catch and in the renowned in his hometown. Among miracle of the loaves and fishes. For the numerous works he executed for his apostolate he was condemned to the town of Florence let us mention: be flagellated and crucified on two the façades of the Church of San cross–poles, the so-called cross of Firenze (1715) and of the Oratory of Saint Andrew. The iconography rep- San Filippo Neri (1725), the mod- resents him as an old man with a ernization of the Church of Santa thick white beard and his attribute: Felicita (1736), the bell tower of San the cross; more rarely he is depicted Lorenzo and the Collegiate Church with a fish as a symbol of his old job. in Empoli. He published in 1722 a Saint Dominic collection which illustrated the most Domenico di Guzman, founder of accredited architectural town’s mod- the order of preaching Dominican els of his times. friars, was born in Calaroga (Castile) Saint Ives around 1170. After becoming a priest, Born in Brittany in the 12th century of he led a life devoted to prayer and a noble family, he turned his castle in- penitence. The reconciliation with to a charitable institution and chose the Albigensian heretics and the con- to live in poverty. After he became a version of the Cathars to Catholicism priest he worked in a court to assist were among the most important those who could not afford a lawyer, achievements of his apostolate. He among whom were little fatherless or- intended to create communities phans. He was a disciple of Saint whose members were devoted to Bonaventure and studied at the Sor- studying, teaching and preaching, as bonne in . Tired, weakened by well as to praying. He spent the last corporal mortifications and sick he years of his life (1216-1220) travelling renounced the priesthood devoting in Italy, Spain and to Paris. The himself completely to the poor, per- iconographic emblems that charac- forming for them plenty of miracles. terize him are: the golden star on his museo della collegiata di sant’andrea a empoli 270 forehead, a symbol of knowledge, a tized Christ and recognized him as lily and, later on, a black and white the Messiah. His attributes are a hide dog (for a pun in which the «Domi- garment and a lamb. He may also ni canis», or rather the Dominicans, hold a bowl for the baptismal water were the faithful of Dominic and the or a honeycomb. Another common Lord). depiction of his is the one of his cut- Saint Francis off head being carried on a tray by a Born in 1181 or 1182 in Assisi, son of maidservant or by Salome who had a rich merchant, after having received wanted it out of revenge. The iconog- the divine call, he began a life of ab- raphy of Saint John the Baptist as a solute poverty dedicated to helping child, called Saint John as a Child (in others and to praying. In Assisi he Italian San Giovannino) is very wide- gathered a small community. The spread; he is represented with the Vir- first Regula (i.e., Rule) of the order gin and Baby Jesus. founded by Francis was approved in Saint John the Evangelist Rome by Innocent III in 1210. Once The youngest among the apostles, retired to solitary life, around 1224 the son of Zebedee and Mary Sa- he wrote the Cantico delle creature lome, he is considered the author of and he received, in ecstasy, the stig- one of the four canonical Gospels and mata at La Verna. He died in Porzi- of the Apocalypse, which he probably uncola in 1226 and was canonized wrote during his exile on the Isle of two years later by Pope Gregory IX. Patmos where he had gone after sur- The patron saint of Italy, he is usu- viving the emperor Domitian’s per- ally represented with a brown or grey secution (81-96). According to his ha- habit, tied at the waist by a string giography he carried out the mira- with three knots which are the sym- cles of Drusiana’s resurrection and bols of the vows of poverty, chastity the equally well-known one of the and obedience. He is portrayed as a venom, which he survived by trans- small man, either with or without a forming it into a snake, a common beard and the stigmata on his hands, attribute of his. The symbol which feet and chest. Other attributes of his indicates him is the eagle. are a crucifix, a lily, symbol of puri- Saint Lawrence ty and, from the Counter-Reforma- The gridiron is his attribute as well as tion on, a skull; his depiction in ec- a symbol of his martyrdom; he is de- stasy while he is receiving the stig- picted as a young tonsured man mata or praying is quite common. dressed in a dalmatic. The first deacon Saint John the Baptist and martyr of the Roman Church, he The last prophet, the first saint and is often represented together with the forerunner of Jesus Christ. He in- Saint Stephen, the first deacon of the stituted the sacrament of baptism on Christian community in Jerusalem at the banks of the Jordan; he also bap- the time of the apostles.

english version 271 Saint Leonard Other attributes of the latter version Born in Gaul under Athanasius, are a skull, a crucifix, a whip, a crown Eastern Emperor (5th-6th centuries), of thorns, her eyes full of tears. he belonged to a Frankish noble fam- Saint Michael the Archangel ily, friends of King Clovis, who want- His name means “he who is like ed to be his godfather. In his youth God”. A vast literature has been pro- he refused to join the army and be- duced about the biblical passages of came a follower of Saint Remigius, the Book of Daniel, where he is por- the archbishop of Reims. He asked trayed as a celestial prince and pro- and obtained from the king freedom tector of Israel, and in all those writ- for all the prisoners he met on his ings he is described as a grand figure way and secured the release of many with the power to redeem the of them. He assisted the Frankish damned souls of hell. In the Apoca- queen when she was overcome by the lypse he is the one responsible for the labour pains and he built a fall of the rebellious angels and the monastery on the land he received winner of the fight against the devil. from the king in return of his help. His cult, which was probably born in He is usually represented wearing a the Orient, began to spread in the monk habit, either white or dark, or Western world in the late 5th centu- at times as a young deacon wearing ry. He is habitually represented with a dalmatic and, only rarely, in bish- a coat of armour, and holding either op’s paraments. The saint’s habitual a spear or a sword; he crushes Satan, attributes are the freed prisoners’ represented as a dragon, underfoot. chains or shackles and sometimes al- In the Last Judgement he is general- so a book, a cross and a flag. ly portrayed while he is busy weigh- Saint Mary Magdalene ing the souls of the dead; therefore Beginning from the Middle Ages, scales are his usual attribute. and especially after the Counter-Re- Saint Nicholas of Bari formation, she is one of the most He probably lived between the 4th and worshipped saints of Christianity and 5th centuries. He was the bishop of the model of a penitent for her dual Myra in Asia Minor. The hagio- nature as a sinner and a redeemed graphic tradition has it that, still a ba- woman. Among her attributes there by, Nicholas refused to drink milk on is always a jar of unguent used to fasting days, thus showing a preco- anoint Jesus’ feet after washing them. cious vocation. He is one of the most Portrayed with long red hair, she is worshipped saints of Christianity. Ac- principally depicted in two ways: cording to one of the episodes of his richly dressed and adorned, before legend, he saved from bad fortune her conversion, whereas after it, in three girls, too poor to find a husband, ragged clothes, with a cloak at her carrying, for three nights in succes- feet and/or wrapped in her own hair. sion, a ball (or a bag) of gold to them museo della collegiata di sant’andrea a empoli 272 as their dowry. Hence the three gold- symbol of pilgrims. He is considered en balls are the saint’s attribute. the protector of surgeons, pharma- Saint Nicholas of Tolentino cists, pilgrims, pavers, gravediggers Nicola di Compagnone, born in San- and invalids. t’Angelo in Pontano, in the province Saint Romulus of Macerata, joined the Hermit Or- A martyr, a disciple of Saint Peter and der of Saint Augustine when he was the first bishop of Fiesole, he spread very young and in Tolentino he spent Christianity in the Florence region. most of his life, till he died in 1305. According to tradition, he was killed The fame of his saintliness spread during the persecutions ordered by while he was still alive and even if he Emperor Domitian and his body was was proclaimed saint only in1446 by carried out of the city, close to the Pope Eugene IV, already beginning Mugnone torrent, where in the 4th from the mid-14th century he was rep- century a cathedral was built. His re- resented with an aureola. He is usu- mains were moved to the new cathe- ally depicted with a sun at the centre dral of Fiesole in 1028. of his black frock, as a reminder of an Saint Sebastian episode in the saint’s life which nar- He is traditionally portrayed tied to rates that a shining star would follow a column or a tree, pierced with nu- him everywhere and illuminate his merous arrows, in remembrance of figure. his execution following a death sen- Saint Peter tence which he succeeded in surviv- Usually depicted as an apostle, he ing; he can be portrayed with a suit sometimes wears a miter and a plu- of armor at his feet. He is considered vial, since he was the first pope of the the protector of athletes, archers, up- Catholic church. The attribute that holsterers and traffic policemen, and identifies him is that of the keys, a is invoked against the plague, a dis- symbol of the task conferred on him ease represented by arrows. by Jesus to guard the gates of Heav- Saint Thomas en; other attributes of his are: the The representation of his increduli- rooster, the upside down cross, in- ty at the resurrection of Christ is very strument of his martyrdom, and, less widespread, beginning from the 13th frequently, a boat, both as a reference century. The Apocryphal Gospels al- to his previous occupation and as a so record his incredulity at the As- symbol of salvation. sumption of the Virgin, for which he Saint Roch demanded proof in confirmation of Usually depicted with a pilgrim’s stick the event. The Madonna threw a gir- and a knapsack, among his attribut- dle from Heaven that Thomas picked es there is a dog, his assistant in the up. Generally, he is depicted as a episode of the saint’s recovery from beardless young man, with the at- the plague and, at times, a shell, the tribute of a set square, the Virgin’s gir-

english version 273 dle, a spear or a dagger, that were the cold devotional attitude and the su- instruments of his martyrdom. perficiality of his figures. Scalabrino, Giovan Battista Volponi, Starnina, Gherardo di Jacopo, known known as (Pistoia 1489-1561) as (historical news 1387-1413) Considered an eclectic painter, he was An Italian painter documented in influenced by the styles of Sodoma, Spain (Toledo and Valencia) in the Domenico Ghirlandaio, Perugino years 1398-1408. According to Vasari and Pinturicchio. In following these he was active in Florence prior to his stylistic directives he was the expo- trip to Spain. Vasari acknowledges nent of a pictorial current differing him an important role both in the from the classicism widespread in Flo- process of introducing, into town, rence in the 16th century. He also the international Gothic style and in worked in his hometown, where it is the artistic education of Masolino. documented his decoration of a taber- Back from Spain the painter brought nacle commissioned by the Compa- a wave of novelty into the Florentine ny of Santa Elisabetta, now lost, and painting with his works character- in Iesi, where he decorated San Ro- ized by an evident naturalism and a mualdo Chapel, destroyed in 1753, in rich decorative repertoire, expressed the Cathedral of that town. with a bright chromatism and refined Sogliani, Giovanni Antonio lines. The reconstruction of his body (Florence 1492-1544) of works is not certain yet. He was trained in Lorenzo di Cre- Still life di’s workshop, but he was also in- In figurative arts this expression refers fluenced by the styles of Fra Bar- to a pictorial genre which established tolomeo and Mariotto Albertinelli itself in the Low Countries around and through them he got to know the mid-16th century, spreading then Leonardo’s manner as well. Active throughout Europe. It is character- in Florence, he also worked in Pisa ized by subjects which are principal- where he completed the decoration ly interiors with furniture and fur- work for the Cathedral, which had nishings, flowers, fruits, game and so been commissioned and started by on and are contrasted with pictorial Perin del Vaga (Sacrifice of Moses and representation of living creatures. Sacrifice of Cain and Abel, 1528-1531) Stoup or Holy water basin and executed a panel with the Holy water stoup made up of a basin Madonna and Child (1537). His fres- supported by a little column. coes for the Florentine convent of Suckling Madonna San Marco (the Miracle of the Loaves See Madonna with Child. and a Madonna with Saint Augus- Tabernacle tine, Tobiolo and the Angel) date back An aedicule closed by a door placed to 1536. Vasari in the Lives (1550) un- on the altar, in which the pyx is kept. derlined and criticized the artist’s The same term may also refer to a museo della collegiata di sant’andrea a empoli 274 niche or a small chapel, placed along of Lucca and Pisa. Influenced by Ja- a road or inserted into a wall and con- copo della Quercia’s style, with taining a holy image. whom he carried out the Gaia Foun- Transept tain in Siena, he then elaborated a re- A transversal aisle that intersects the fined and very personal style inter- longitudinal body of the church, preting the late gothic tradition in an which has its same height, giving the original and modern way. He was a building the form of a cross; it can first-rate artist both in marble and have more aisles. wood-carving and his contempo- Triptych raries must have appreciated him es- A polyptych made up of three panels pecially for the latter. In 1401 he took joined together. part in the contest, won by Ghiber- Trompe l’oeil ti, for the second door of Florence’s From French, namely “deceiving the Baptistery. Among this artist’s works eye”. It is a pictorial technique which let us mention: the wooden sculp- tries to give an illusion of reality, es- tures of Siena’s four patron saints pecially of depth, through the mas- (1409), today housed in the Muse- terly use of perspective techniques. um of the Opera del Duomo in Valdambrino, Francesco di Siena, of which only three, convert- Domenico, known as ed into busts, (Saint Sabinus, Saint (Siena, 1375-80 ca.-1435 ca.) Crescentius and Saint Victor) are left; Francesco di Domenico, known as Saint Ansanus’ statue kept in the Valdambrino, probably derived his Church of San Paolino in Lucca, and name from the fact that his family among his late works, evidence of a originally came from Val d'Ambra. fully mature art, Our Lady of the An- Recent studies have made it possible nunciation and the Announcing An- to retrace more precisely Francesco’s gel, today kept in the Museum of Sa- early activity, especially in the areas cred Art in Asciano.

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Apparati / Apparatus

Bibliografia essenziale / Short bibliography

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280 Indice dei luoghi / Index of places

Avane Palazzo Ghibellino, vedi anche Centro Chiesa di San Pietro a Riottoli 148; 246 Documentazione Vetro e Archivio Storico del Comune 142, 159; 244, 251 Empoli Pieve di San Giovanni 23; 191 Archivio Storico del Comune, vedi Porta Pisana 77, 140; 216, 239 anche Centro Documentazione Vetro e Palazzo Ghibellino 159; 251 Capraia Castelluccio dei Nocenti 149; 246 Castello di Capraia 136; 240 Centro Documentazione Vetro, vedi ex Fornace Pasquinucci, centro anche Palazzo Ghibellino e Archivio espositivo 153, 164, 165; 248, 254 Storico del Comune 158; 251 Chiesa della Madonna del Pozzo 143, Cerreto Guidi 144; 244, 245 Chiesa di San Leonardo 138; 242 Collegiata di Sant’Andrea vedi anche Museo Storico della Caccia e del Museo della Collegiata di Sant’Andrea Territorio, vedi anche Villa Medicea 7, 8, 23, 27, 31, 59, 142; 191, 195, 210, di Cerreto Guidi 138; 242 228, 244 Villa Medicea di Cerreto Guidi, vedi Convento di Santa Maria a Ripa 26, 29, anche Museo Storico della Caccia 44, 45, 46, 110, 118, 121, 125; 192, 195, e del Territorio 138; 242 202, 203, 231, 235, 236, 237, 245 Convento e chiesa di Santo Stefano Cortenuova degli Agostiniani 40, 42, 80, 81, 136, Chiesa di Santa Maria 148; 246 143, 149; 193, 199, 200, 202, 218, 240, 247 Lastra a Signa Fortezza medicea 142; 243 Chiesa di Santa Maria 135; 240 Museo Civico Paleontologico, vedi Ospedale di Sant’Antonio 136; 240 anche Palazzo Ghibellino 142; 244 Palazzo pretorio 136; 240 Museo della Collegiata di Sant’Andrea Pieve di San Martino a Gangalandi 7, vedi anche Collegiata di Sant’Andrea 136; 240 13, 21, 31, 102, 142; 191, 195, 228, 244, 244 Limite sull’Arno Oratorio di San Lorenzo 24; 192 Centro Espositivo della Cantieristica e Ospedale di San Giuseppe 142; 244 del Canottaggio 166; 255

281 Lucardo Chiesa di San Martino 49, 147; 204, 246 Chiesa dei Santi Martino e Giusto 103; Chiesa di San Michele 148; 246 229 Samminiatello Marcignana Chiesa di Santa Maria, conosciuta Chiesa di San Pietro 149; 246 tradizionalmente come San Miniato a Samminiatello 136; 240 Montelupo Castello di Montelupo Fiorentino 136; Sammontana 240 Chiesa di Santa Maria 139; 242 Chiesa di San Lorenzo 136; 241 Villa medicea dell’Ambrogiana 139; 242 ex Fornace Alderighi 137; 241 Villa fattoria di Sammontana 139; 242 Museo Archeologico e della Ceramica vedi anche Palazzo del podestà 136, San Martino alla Palma 164; 241, 253 Chiesa di San Martino alla Palma 134, Palazzo del podestà vedi anche Museo 135; 240 Archeologico e della Ceramica 136; 241 Pieve di San Giovanni Evangelista 136; Settimo (Scandicci) 241 Abbazia di San Salvatore 135; 240 Scuola di Ceramica 162; 254 Pieve di San Giuliano 134; 240 Techne galleria d’arte contemporanea Villa Castelpulci 135; 240 162, 163; 254 Tinaia Monterappoli Chiesa dei Santi Michele e Leopoldo Pieve di San Giovanni Evangelista 91, 148; 246 147; 223, 246 Vinci Pontorme Castello dei Guidi 138; 241 Castello di Pontorme 140, 146, 148; 242, Museo Ideale Leonardo da Vinci 138; 245, 246 241

282 Indice degli artisti / Index of artists

Ambrogio di Valdese 61, 72, 172; 210, Cenni di Francesco di ser Cenni 76, 214, 258 174; 215, 260 Bandini Giovanni 56, 173; 207, 259 Cigoli, Ludovico Cardi, detto il 24, 26, Battista di Donato Benti 23, 29, 44, 55; 174; 191, 193, 261 191, 194, 202, 207 Corso di Buono 136; 241 Beato Angelico, fra Giovanni da Fiesole, Cuoco, Giuseppe Cantini da Bibbiena, detto 43, 85, 88, 177, 178; 201, 221, detto il 56, 175; 208, 262 222, 265, 267 Del Moro Giuseppe 24, 59; 191, 210 Bezzuoli Giuseppe 25; 192 Domenico Veneziano 43, 88, 146, 178; Buglioni Benedetto 121, 174; 236, 260 201, 222, 263, 266 Buglioni Benedetto (bottega di) 44, 45, Empoli, Jacopo da 26, 104, 115, 175; 191, 46, 118, 124, 126; 202, 203, 235, 237, 238 230, 234, 262 Bicci di Lorenzo 27, 68, 78, 79, 80, 89, Ferroni Egisto 24; 191 143, 173, 177, 178; 193, 216, 217, 222, Fontebuoni Anastasio 134; 240 244, 259, 265 Foschi Pier Francesco 136; 241 Bonistalli Andrea 143, 144; 244, 245 Gaddi Agnolo 39, 61, 74, 80, 84, 91, Botticelli Sandro 10, 102, 108, 173, 176, 176, 177; 198, 210, 214, 217, 220, 223, 177; 228, 230, 231, 260, 264, 265 263, 265 Botticelli (scuola di) 9, 136; 241 Gemignani Sineo 24; 191 Botticini Francesco 10, 25, 29, 58, 92, Gentile da Fabriano 81, 82; 217, 218 93, 97, 98, 102, 105, 107, 120, 173; 192, Gerini Niccolò di Pietro 61, 64, 66, 68, 194, 208, 224, 226, 227, 228, 230, 236, 72, 77, 172, 177, 180; 210, 211, 212, 240, 260 214, 216, 258, 265, 268 Botticini Raffaello 10, 25, 26, 29, 58, 92, Ghirlandaio Domenico, Domenico 97, 100, 102, 105, 108, 120, 174; 192, Bagordi detto del 100, 108, 135, 173, 193, 194, 208, 224, 226, 227, 228, 230, 176, 185; 227, 229, 230, 231, 240, 264, 273 246, 260 Giovanni da San Giovanni 135; 240 Brunelleschi Filippo 49, 54, 86, 135; 204, Giovanni Pisano 29, 44, 47, 180; 194, 206, 220, 240 202, 203, 264 Buffalmacco Buonamico 135; 240 Giuliano da Maiano 135; 240 Buti Domenico 135; 240 Jacopo del Sellaio, Jacopo di Arcangelo, Carmignani Virginio 24; 191 detto 108, 176; 231, 264

283 Lami Vincenzo 23, 25, 59; 191, 192, 210 Fra Paolino da Pistoia 37, 39, 179 180; Ligozzi Francesco 26, 146; 193, 246 198, 199, 267, 268 Lippi Filippo 10, 11, 25, 43, 78, 83, 84, Paolo Schiavo 86, 88; 221 173, 176, 177; 192, 201, 216, 219, 220, Passignano 143; 244 260, 264, 265 Pier Francesco Fiorentino 110, 112, 176; Lippi Filippino 102, 108; 228, 230 231, 232, 263 Lorenzo di Bicci 53, 68, 70, 80, 143, 173, Piero del Donzello (?) 96; 225 177, 180; 206, 212, 213, 217, 244, 259, Piero di Chellino 136; 241 265, 268, 269 Pontormo, Jacopo Carrucci, detto il 16, Lorenzo di Niccolò di Martino 66, 177; 26, 28, 148, 176, 181; 193, 194, 246, 212, 265 262, 268 Lorenzo Monaco 25, 39, 72, 18, 82, 86, Fra Romualdo da Candeli 52, 81; 205, 218 87, 91, 177, 182; 192, 193, 214, 216, 219, Robbia, Andrea della 24, 16, 29, 48, 118, 221, 223, 265, 269 120, 124, 172; 192, 194, 235, 236, 237, Macchietti Girolamo 24; 192 246, 262 Maestro del 1336 61, 62; 210, Robbia, Andrea della (bottega di) 46, 118, Maestro di Borgo alla Collina 82, 177, 119, 121, 174; 192, 194, 203, 235, 236, 238 178; 219, 266 Rosselli Cosimo 108, 112, 173, 181; 232, 260, 269 Maestro di San Martino a Mensola 72, 149; 214, 247 Rossellino Antonio 28, 92, 93, 94, 107, 119, 124, 179, 181; 193, 224, 230, 235, Maestro di San Martino alla Palma 134; 240 236, 236, 237, 267, 269 Maestro di Signa 78, 88, 89, 178; 216, Rossellino Bernardo 29, 33, 34, 143, 182; 221, 222, 266 193, 194, 196, 197, 244, 269 Maestro Felice fiorentino 57, 58, 108; Rossello di Jacopo Franchi 78, 89, 90, 208, 231 182; 216, 222, 223, 269 Manetti Rutilio 143; 244 Ruggieri Ferdinando 143; 244 Mariotto di Nardo 77, 80, 172; 215, 217, 258 Sampaolesi Piero 26; 193 Masolino da Panicale 10, 28, 33, 36, 40, Scalabrino, Giovan Battista Volponi 42, 68, 81, 82, 143, 179, 186; 194, 196, detto lo 104, 116, 185; 230, 233, 273 197, 199, 200, 213, 217, 218, 244, 266, 274 Sogliani Giovanni Antonio 104, 110, Mechini Gherardo 144; 245 186; 230, 231, 274 Meucci Vincenzo 24; 191 Spinello Aretino 148, 177; 246, 265 Mino da Fiesole 44, 50, 179; 202, 204, Starnina, Gherardo di Jacopo, detto lo 205, 267 33, 37, 81, 82, 84, 91, 178, 186; 186, Nelli, Suor Plautilla 112, 179; 232, 267 196, 198, 217, 218, 220, 223, 266, Neri Bicci 44, 52, 53, 80, 102, 108, 173, Tino da Camaino 29, 44, 47; 194, 202, 203 177, 178, 180, 181; 202, 205, 206, 217, Valdambrino, Francesco di Domenico, 228, 230, 265, 267, 269 di 44, 53, 187; 202, 206, 275 Niccolò di Lorenzo 80; 217 Vannini Ottavio 24; 192

284 Indice

Presentazioni 7 di Edoardo Speranza 9 di Antonio Paolucci 13 di Bruno Santi 16 di Mariella Zoppi 18 di Giovanni Cavini e Luciana Cappelli Museo della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli 23 Museo della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli di Rosanna Caterina Proto Pisani Visita al museo di Anna Bisceglia piano terra 33 • 1 - Battistero 44 • 2 - Sala delle sculture 57 • 3 - Passetto 58 • 4 - Vecchio ingresso piano primo 61 • 5 - Sala dei dipinti dei secoli xiv e xv 78 • 6 - Sala dei dipinti del secolo xv 92 • 7 - Sala dei Botticini 104 • 8 - Salone 118 • 9 - Loggia Itinerari 133 Da Firenze al Museo della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli di Leonardo Rombai e Anna Guarducci 151 Artigianato artistico ed enogastronomia nel comprensorio Empolese-Valdelsa di Maria Pilar Lebole e Benedetta Zini 172 Glossario 191 English Version Apparati / Apparatus 279 Bibliografia essenziale / Short bibliography 281 Indice dei luoghi / Index of places 283 Indice degli artisti / Index of artists

Finito di stampare in Firenze presso la tipografia editrice Polistampa Luglio 2006