04SPE05A0408 ZALLCALL 12 23:25:25 08/03/98

GLI SPETTACOLI/MUSICA l’Unità2 5 Martedì 4 agosto 1998

Ventimila fans Cofferati per seguire le «Puccini non tragiche vicende la amava» di un amore ROMA. PuccininonamavaTosca.A senza speranza sostenerlo è Sergio Cofferati, leader dellaCgil. Da sempre espertodimu- Ministri in coda sica lirica, Cofferati, in un articolo scritto ieri per il «Messaggero», si ci- per il posto menta in una dotta dissertazione 04SPE05AF01 sulla genesi dell’ di Giacomo Telefonini in coro Puccini che, dall’altro ieri, è rappre- 5.0 sentata allo Stadio Olimpico di Ro- Applausi al 16.0 ma. Secondo Cofferati - che indivi- dua in Scarpia il «vero motore del tricolore. Però melodramma, il libertino corrotto che incombe perennemente» -, il melodramma di Puccini è «infede- tutto funziona le» rispetto al testo originale di Vi- ctorien Sardou che l’aveva ispirato. «La lontananza - scrive Cofferati - è forse più forte se si guarda ai perso- naggi. Puccini non sembra amare , lei è gelosa, possessiva, cre- dente, ed è anche debole e superfi- ciale, comerivelainesorabilmentee inconsapevolmente lei stessa nel- ”’vissi d’arte”». «Dunque, una sto- ROMA. Niente da ri- ria in musica che si scosta dal dram- dere. E niente di sno- ma teatrale. Ma poco importa, oggi bistico. E niente di la Tosca di Sardou è lontana da noi, clamorosamente Maria Guleghina quella di Puccini - conclude Coffe- nuovo, perchè l’Ope- nella parte di Tosca rati - «è vicinissima e ancora com- ra all’aperto c’è sem- e Vincenzo La Scola muove». pre stata, vedi Cara- nella parte calla, l’Arena di Vero- di Cavaradossi na, Spoleto. Solo che nella Tosca questa qui è qualcosa Tosca di di più della semplice musicaTosca all’a- allestita perto. La Tosca che ieri sera ha all’interno Lirica entusiasmato ventimila fans, è dello Stadio la replica del tutto particolare Olimpico allo stadio? dell’«evento Turandot», inedita di Roma dimensione tecnico-musicale e Cantanti scenografica osannata un anno fa da quasi cinquantamila tifosi- 04SPE05AF02 divisi operisti. in 3.0 Questa Tosca grondante di su- in dore, degli spettato- 18.0 Pareri divisi sulle opere ri e dei protagonisti, liriche negli stadi e nelle è un vero assaggio grandi arene all’aperto. di Giubileo. Avrà Su «Tosca» di Giacomo molte repliche al Puccini, che ha debuttato prezzo «politico» di ieri sera alla curva nord ventimila lire, ed è dell’«Olimpico» (lo stesso facile prevederlo, e curva posto dove l’anno scorso avrà alla fine raccol- curva venne data «Turandot» to decine di migliaia che registrò oltre 50 mila di spettatori. Ma soprattutto, è presenze), con la facile immaginare, (e ci si sta già direzione musicale di pensando), con l’avvicinarsi del Daniel Oren e la regia di Giubileo il cartellone si allar- Giuliano Montaldo, i gherà. Insomma, ieri era Turan- cantanti che dot, oggi è Tosca, domani, ossia l’interpretano danno un l’anno prossimo, con l’approssi- nord giudizio discorde. marsi dei milioni di pellegrini, nord Nettamente favorevoli il potrebbe essere Nabucco e qual- recchio da fare e da studiare per risate) e tipo l’estenuante fila te l’evento?). E che dire dei tele- tenore Vincenzo La Scola, cos’altro si presti ad essere am- rendere fruibile il fenomeno. sulle gradinate per trovare il po- fonini che facevano da sfondo che impersona plificato fino al punto da rag- Roma in tribuna Vedi ieri sera, dove c’è stata sto, imposto anche a vip e mini- al primo quarto d’ora dell’ope- Cavaradossi, e il basso giungere le dimensioni di un qualche gustosa scenetta prima stri. Il povero Treu che ha già i ra? «Complimenti per il tempi- Ruggero Raimondi, che Godzilla, molto grande e in fon- che lo scatenato maestro Oren suoi guai sul lavoro, ha impiega- smo», ha commentato uno spet- impersona Scarpia, do molto buono. tifa contro Scarpia alzasse la bacchetta dal suo po- to una ventina di minuti per ri- tatore quando il telefonino del «perché - dicono E chi potrebbe impedire a dio. salire le gradinate e prendere po- vicino è inesorabilmente squil- all’unisono - liberano il questo punto, visto il successo, Tipo il tifo da stadio strappato sto. E in questo clima poteva lato. Il tenore aveva appena fin- melodramma dai velluti che «l’evento da stadio» non in- da un tifoso operista con ban- mancare il coretto «Viva il sin- to di cantare «Recondita armo- dei teatri e allargano la globi anche i concerti di musica Prove di Giubileo diera italiana (applausi, fischi, daco» (che ha voluto fortemen- nia», una delle arie più belle del- platea dei suoi sostenitori. classica? Queste cose si sa come l’opera. Se avesse squillato venti Così è anche più facile iniziano, ma non si sa dove fini- secondi prima si rischiava la ris- arrivare a tutti». scono. Perchè la visione di To- scorrono volentieri una serata mancano molte cose che dell’o- sa. E poi... Poi un gran traffico Nettamente contraria sca, dal posto degli ultrà, potrà con Puccini, ci sono tanti turisti pera fanno parte, lo sfondo delle d’arei e anche qualche bullo che invece il soprano Maria anche dar fastidio a molti «puri- amanti della buona musica. Po- scene, la limitazione degli spazi, prova a tirare la moto sul vicino Guleghina, che ha il ruolo sti» dell’opera, ma è uno spetta- chi, molto pochi, storcono il na- la densità della musica, la vici- Lungo Tevere, fanno rimpiange- di Tosca, la quale sostiene colo che non disturba affatto le so. E si capisce. nanza con i protagonisti. Ma al- re le sale ovattate dell’Opera. che «la lirica non è da migliaia di spettatori, turisti e Perchè se si supera l’impatto la fin fine la cura con cui suono Epperò lo spettacolo valeva lo stadio, non si può essere romani, che affollano le gradi- post-moderno che uno stadio dà e voci vengono restituite, danno stesso la pena di essere visto e costretti a utilizzare il nate. L’entusiasmo è da stadio, alla cupa vicenda di Tosca, l’e- il senso e la dimensione di un infatti gli spettatori hanno ap- microfono che toglie ma l’atmosfera ha una sua ma- vento musicale si fa apprezzare. esperimento che funziona. Che prezzato, applaudito e si sono qualsiasi sfumatura alla gia. Ci sono tante famigliole at- Il suono arriva pulito e non di- sia anche questo anche il futuro accalorati. Anche se la luna e la voce. In tal modo, posso tratte dal prezzo politico, (che storto, la voce è chiara, con tut- dell’Opera? Parliamone. E dicia- foschia hanno nascosto le stelle, essere paragonata a una però, diciamolo, è una bella tro- te le sfumature e la scenografia mo: la musica da stadio può di- quelle che «lucean». qualsiasi cantante pop». vata), ci sono tanti appassionati appare geniale nella sua obbliga- ventare una dimensione abitua- pallidi, che sono in città e tra- ta semplicità. Si potrà dire che le per l’appassionato, ma c’è pa- Bruno Miserendino

Spettacolo grandioso ma anche di qualità. E splendida Guleghina bileo e i cento anni di Tosca che Scarpia), ai fremiti del terzo. Una Puccini cento anni fa (1898) in- grande cantante, una intensissi- 04SPE05AF03 cominciò a mettere in musica. ma attrice. Abbiamo rievocato il cinema, e Vincenzo La Scola ha entusia- 2.0 Giuliano Montaldo, regista di smato anche lui gli «indiani» sali- Quel povero Cavaradossi 20.0 prestigio, ha ben dato il clima di ti e discesi all’Olimpico per por- un cinemascope splendidamente tarsi a casa Tosca, con il bel canto colorato e in rilievo. Una realizza- della Recondita armonia,delLuce- zione che tranquillamente porta van le stelle (applausi a non finire) fucilato in cinemascope Puccini e Tosca nel terzo millen- e delle Dolci mani mansuete e pure, nio. Tanto più prezioso l’allesti- ma sicure nel fare giustizia d’un mento scenico, in quanto ancor tiranno. Un «tiranno» del calibro ROMA. Ancor più sbalorditivo che amore anche di libertà. Anche o diventa uno spazio magico, mo- più maestoso è il risultato musi- di Ruggero Raimondi che ha dato quello dell’anno scorso, conTuran- proprio per questo, Tosca è un’o- derno, geniale. cale dello spettacolo. Daniel a Scarpia la perfidia di Jago, la dot, il ritorno di Puccini alla Cur- pera così popolare, un’opera ad- La scena si stende su tre bloc- Oren è un eccezionale interprete spietatezza di che va Nord dello Stadio Olimpico. dirittura «sacra». chi innalzati su piattaforme gire- di questa partitura che ha curato porta Faust alla rovina, la disin- Per Turandot c’era un ammiccan- C’è qualcosa, nei romani di og- voli. Nel primo atto entriamo pure nelle amplificazioni sofisti- voltura di un Don Giovanni. Ma- te manifesto con il musicista in gi, che accosta la figura di Tosca a nella chiesa di Sant’Andrea della cate, che tengono lontano il suo- gnifico personaggio. Nella fila maglietta e pantaloncini, pronto quella di un’Anna Magnani, sca- Valle, di fronte all’abside, con ai no da eccessi frastornanti. L’or- dietro (si sta piuttosto rintorcina- ad azzeccare i goal dei suoi formi- tenata nel tener fede alle sue ra- lati le due cappelle: quella in cui chestra partecipa con entusiasmo ti sui seggiolini della Curva) un dabili tiri melodici. Quest’anno gioni. Tant’è, un pubblico sem- Cavaradossi dipinge la sua Ma- e nuova passione. I cantanti (co- ascoltatore diceva al vicino: «Bi- c’è Tosca, l’opera cioè che più di pre avvinto dalla vicenda di amo- donna e quella in cui l’Angelotti, stumi di Elisabetta Montaldo sognerebbe scendere e andare lì a ogni altra è amata dal pubblico re e morte vissuta dai protagoni- fuggito da Castel Sant’Angelo, si Bocciardo) sono il meglio del me- dargliene quattro fatte bene». romano, annunciata da un mani- sti dell’opera, si è riversato d’im- rifugia per chiedere aiuto al pitto- glio. Tutto quel che alcuni rim- Aderenti alla sontuosità dello festone di trecento metri. peto allo Stadio, ieri, trovando un re. Sarà, alla fine dell’atto, gran- proverano a Puccini (il generoso spettacolo Alfredo Mariotti (sa- Quasi un secolo fa (gennaio del freno e un rispetto, poi, nella ec- diosa la processione per il Te abbandono «all’aria», al pezzo grestano), Carlo Striuli (Angelot- 1900) l’opera ebbe al Teatro Co- cezionale qualità dello spettaco- Deum che vuole celebrare la vit- Scarpia trama i suoi inganni e fi- saggio e riesce fuori, avviata sui «chiuso») è stato da essi esaltato ti), Mario Bolognesi (Spoletta), stanzi, qui a Roma, la «prima» ac- lo. Mai vista una Tosca così. toria di un generale sull’esercito nirà col lasciarci la vita. Ai lati del gradini dai quali si getterà giù, dallo splendore di un canto mira- Mario Bertolini e Giuseppe Zec- colta felicemente, non tanto da- C’è tornato alla mente quel ci- di Napoleone. Il quale però, nel salone si vedono ambienti con la nelle sembianze, però, d’una con- coloso. Un avvolgente «crescen- chillo, nonché il coro dell’Opera gli snobistici frequentatori delle nema con gli indiani che scendo- secondo atto, risulterà lui il vinci- festa per Tosca che canta e con le trofigura che toglie alla protago- do» ha delineato Maria Guleghi- e quello delle voci bianche del- «prime» (e c’era anche la Regina no dalle colline per riappropriarsi tore degli Austriaci. È una super- ombre che si accaniscono nel tor- nista ogni rischio. na (Tosca) dalle melodie del pri- l’Assunzione. Margherita), ma dagli ascoltatori dei loro beni. Allo stesso modo ba mascherata delle malefatte di turare Cavaradossi. Nel terzo, sia- Sono scene di Luciano Ricceri, mo atto, anche in duetto con Ca- Applausi e chiamate non si delle repliche. È l’opera che si dagli spalti della Curva Nord, il Scarpia ai danni di Tosca e dei pa- mo a Castel Sant’Angelo, sulla soprattutto intelligenti nell’evita- varadossi prima e poi con Scar- contano. Repliche domani, ve- svolge a Roma che è pur sempre pubblico si è riversato a valle per trioti filonapoleonici. terrazza dove avverrà la fucilazio- re ingombri di materiali. Sono pia, al Vissi d’arte e d’amore del se- nerdì,il9,11e12. Amor. Un amore infinito, tanto appropriarsi dell’opera che sente Nel secondo atto, siamo in Pa- ne di Caravadossi e il suicidio di scene che vedremo ancora l’anno condo atto (e c’è tutta la grande più carico di pathos in quanto profondamente «sua». La Curva lazzo Farnese, nel salone dove Tosca che s’infila per un sottopas- venturo e nel Duemila per il Giu- scena dell’accoltellamento di Erasmo Valente