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mensile di informazione e cultura musicale 03|11 ANNO XXVII, n. 279 / marzo 2011 SVIZZERA (CANTON TICINO) CHF 12,90

Inni per un’Italia

Il libro di Paolo Prato, l’opera di , le manifestazioni di “Esperienza Italia 150”, convegni, concerti, mostre mettono insieme quello che oggi si riesce a dire e fare intorno all’idea di Nazione JACOPO TOMATIS, ROBERTO IOVINO, ALESSANDRO RIGOLLI ALLE PAGINE 23-24-25

CULTURE ATTUALITÁ temi libri dischi concerti opere festival PROFESSIONI Gainsbourg l’eroe Dissanguati! formazione lavoro strumenti Vent’anni fa moriva, 28 Vivere ai tempi del Fus 3 letteralmente disfatta POP prosciugato dal Governo. CLASSICA dai suoi eccessi, la prima Amaro viaggio fra teatri Studiare alla St.Louis popstar europea e fondazioni Il College di Roma dove si 15 di Maurizio Blatto di Alessandro Roveri insegnano tutte le musiche JAZZ di Alceste Ayroldi L’A sia per tut ti Gli alberi di Berlino La rassegna Darbar al 11,36 Milano non ha voluto il 8 Che fare da direttore? MAO di Torino e quattro WORLD dono di Abbado, a Berlino CLASSICA La situazione dei conservatori 20 uscite Rough Guide Barenboim e Mehta fanno vista da quattro direttori CLASSICA per avvicinare concerti per far crescere il verde appena nominati l’Oriente musicale di Corina Kolbe di Graziano Ballerini di Paolo Scarnecchia e Valerio Corzani

Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB MILANO - n. 3 MARZO 2011 - IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE AL CMP DI MILANO ROSERIO PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE, PREVIO PAGAMENTO RESI 2 | sommario 03|11

ATTUALITÀ PROFESSIONI concerti opere festival formazione lavoro strumenti

3-8 CLASSICA 15-16 JAZZ INCHIESTA: Dissanguati! di Alessandro Roveri Saint Louis, facci lavorare! di Alceste Ayroldi I tagli al Fus, le illusioni dell’intervento dei privati... Tutte le musiche del Saint Louis College of Music Amaro viaggio alla scoperta della realtà di fondazioni liriche e teatri 17,20-22 CLASSICA La lezione di di Mauro Mariani Sogni e speranze da direttore di Graziano Ballerini Opera di Roma: intervista al regista Jean-Paul Scarpitta Intervista ai quattro direttori, nuovi eletti, alla guida dei Britten kolossal di Carlo Lanfossi conservatori di Milano, Vicenza, Parma, Lecce Death in Venice debutta alla Scala Vespri contemporanei in tv di Davide Livermore 18-19 audizioni concorsi corsi Il regista racconta l’opera di Verdi in scena al Regio di Torino I colori di Rothko di Franco Soda A Roma due prime assolute di Nicola Sani Ascoltare Boulez per capire Debussy di Andrea Ravagnan La trentesima edizione del Bologna Festival Il canto dall’orrore del lager di Maurizio Corbella Debutta a Parma Lagerblok di Alessandro Nidi Gli alberi suonano a Berlino di Corina Kolbe I progetti ecologici di Staatskapelle, Daniel Barenboim CULTURE e Zubin Mehta temi libri dischi

9 JAZZ 23-25 CLASSICA Borderò rosso trionferà? di Luigi Radassao Centocinquanta che l’Italia canta La petizione dei musicisti italiani per il riconoscimento di Jacopo Tomatis, Roberto Iovino, Alessandro Rigolli alla Siae dei diritti di improvvisazione e la riforma della Libri, opere, inni: cosa si può fare per sentire l’Unità d’Italia ripartizione dei diritti d’autore 26-27 JAZZ POP Sirene jazz di Paolo Carradori 10 Le nuove vocalist italiane: Raviglia, Mattiuzzi, Donati Campioni del Po di Jacopo Tomatis Subsonica, nuovo e tour: intervista a Max Casacci 28-29 POP WORLD Grand Gainsbourg di Maurizio Blatto 11 A vent’anni dalla morte di una rockstar europea L’Asia a portata di mano di Paolo Scarnecchia Darbar, al MAO di Torino, è la rassegna dedicata alla scoperta del mondo musicale orientale: John Baily racconta 30-31 WORLD l’Afghanistan Tradizione da rileggere di Ciro De Rosa Napoli nell’opera di Roberto De Simone, Eugenio Bennato, 12-14 cartellone Enzo Avitabile

32-33 CLASSICA L’Oriente raccontato da Savall di Dinko Fabris e Daniele Martino Due incisioni dedicate ai Catari e alla Turchia

34-35 JAZZ La banda del tubo di Stefano Zenni Petrella, Ottolini, Minafra: ottoni all’italiana la foto di copertina: al Festival Verdi di Parma 2010 con regia scene e costumi di (foto Roberto Ricci) 36-37 POP PJ in trincea di Paola De Angelis La voce di un astro nascente di Alberto Campo

38-39 WORLD Bignami d’oriente di Valerio Corzani Quattro Rough Guide per scoprire la musica dell’Asia

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ALESSANDRO ROVERI «Se nel 2011 il Fondo Unico per lo Spettacolo rimane quello indicato dal Governo a tutt’oggi, tutte le fondazioni liriche Protesta al Teatro alla Scala contro i “vampiri” cesseranno di esistere. Non c’è che tolgono sangue alla cultura una opzione diversa. Non c’è nessun teatro lirico italiano - l’ha detto Lissner l’altro gior- a mantenere in piedi questo sistema per poi poter a quel no, ma ha detto una cosa ovvia - in grado di reggere un punto aspettarsi che il Ministero per i beni e le attività cul- Fus a 258 milioni di euro. Questo non vuol dire che non turali (Mibac) scriva, da solo o con i rappresentati istitu- ci saranno più teatri lirici in Italia, ma che non avranno zionali che crede più opportuni, la vera riforma dei teatri più un’orchestra, un coro, tecnici, una parte organizzati- lirici italiani. Però non si possono prima uccidere i teatri e va con dipendenti stabili. Ciò accadrebbe inevitabilmente, e poi pensare alla loro riforma. I tempi sono diversi. Prima sottolineo questa parola senza voler fare del catastrofi smo si mantengono in vita, perché riesumarli dopo mi sembra a titolo gratuito; avendo la responsabilità di una grossa molto diffi cile». azienda non mi permetterei mai di gettare nel panico i Istituito nel 1985 per mettere ordine nei fi nanziamenti suoi dipendenti. L’ho detto anche ai sindacati l’altro gior- allo spettacolo e stabilizzare l’intero settore, il Fondo Unico no: se il Governo avrà confermato questa scelta scellerata, per lo Spettacolo (Fus), lo ricordiamo, è lo strumento con incomprensibile a tutti, non ci sarà un’altra possibilità»: chi cui lo Stato sostiene, con quote di percentuale fi sse, enti parla è Walter Vergnano, sovrintendente del lirici (i 14 grandi teatri musicali dotati delle masse artisti- di Torino dal 1999 e riconfermato fi no al 2014, segnando che, a cui va il 47,5% dei soldi), cinema (18,5%), teatro di un record nel panorama delle fondazioni liriche italiane. prosa (16,3%), attività musicali (28 teatri di tradizione e 14 Quello di Torino è un ente lirico con le carte in regola, istituzioni concertistico orchestrali, 13,7%), danza (2,3%), ovvero con un risultato economico di esercizio positivo e attività circense (1,5%) e varie (0,2%). Più che di fondo un rapporto col pubblico esemplare (14.000 abbonati l’an- tuttavia dovremmo parlare di “affondo”, giacché la sua no), tanto da diventare, garantita la qualità artistica, un consistenza, nel corso di oltre vent’anni, è gradualmente esempio di marketing culturale: «Le dico la progressione ma inesorabilmente scesa. Secondo un calcolo pubblicato dei trasferimenti dello Stato al Teatro Regio negli ultimi nel 2010 dall’Osservatorio dello Spettacolo (l’organismo quattro anni: 2008, 17 milioni di euro, 2009, 16 milioni ministeriale che ha il compito di monitorare il comporta- 300 mila euro, 2010, 13 milioni e sette, 2011, 9 milioni di mento dei fi nanziamenti), il Fus era partito nell’85 da 357 euro. Lei vede che dal 2008 al 2011 sono 8 milioni di euro milioni di euro (oltre 700 miliardi di vecchie lire) per arri- in meno, e questa è una situazione gestibile? Questa non vare a 397 nel 2009. Considerando la svalutazione però, è una riduzione, non è una contrazione, questo è il cancel- ovvero il potere reale di acquisto del denaro, gli stessi soldi lamento di un sistema, che è il sistema della lirica in Italia. nell’85 avrebbero avuto un valore di 174 milioni di euro. Se l’obbiettivo è questo, devo dire che il Ministro Bondi Questo signifi ca che lo Stato ha speso per lo spettacolo è riuscito a raggiungerlo, ma non è sicuramente attraver- nel 2009 meno della metà (il 44% per l’esattezza) che nel so azioni di questo genere che si risana un sistema, se è 1985. Il contributo statale copre naturalmente solo una da risanare. Quando tutti i teatri chiedono un ripristino, » almeno a livello del 2009, chiedono le risorse necessarie SEGUE A PAGINA 4 4 ATTUALITÁ | CLASSICA n.279, marzo 2011

FUS

» una quantità produttiva inferiore a quella che dovremmo SEGUE DA PAGINA 3 avere. Dobbiamo riscrivere questo contratto, speriamo di fetta delle spese dello spettacolo, e anche piuttosto piccola poterlo fare, ma il momento giusto era sicuramente quello se si pensa che il budget di un grande teatro lirico interna- del ’99 quando è entrata in vigore la riforma dei teatri lirici zionale supera di media i cento milioni di euro (115 nel italiani. Conteneva, vorrei ricordarlo a coloro che gesti- caso della Scala, ad esempio). Nel 2010 è stato assegnato scono adesso le questioni dello Stato e non c’erano allora, un Fus di 409 milioni, ma per il 2011 la somma annunciata un principio straordinario che diceva: fermo restante l’im- nella manovra fi nanziaria è precipitata, come sappiamo, al pegno dello Stato, le fondazioni liriche devono trovare le limite ingestibile di 258 milioni. Il livello di quest’ultimo risorse aggiuntive pari almeno al 12% del contributo dello Fus pare irreale, tanto da sperare in un reintegro che tutti i Stato. Fermo restante l’impegno dello Stato però. Visto settori dello spettacolo chiedono a gran voce, ma è giusto che io ho avuto l’onore di traghettare l’ente lirico in fon- interrogarsi più in generale sulla logica di un progressivo, dazione di diritto privato, quando nel ’99 mi sono rivolto annoso ribasso tendente allo zero. al sistema imprenditoriale di questa città e di questo terri- torio ho trovato un grande ascolto perché chiedevo risorse Un attacco ideologico ai privati per perseguire obiettivi nuovi che diversamente «Io trovo che nel comportamento del Ministero ci sia un non avremmo potuto raggiungere. E siamo passati dal ’99 misto di visione ideologica e di scarsa comprensione del- con 0 risorse private al 2000 con 5 miliardi di lire di allora, l’importanza dell’identità e del valore dello spettacolo» 2,5 milioni di euro di oggi. Per cercare risultati che devo sostiene Maurizio Roi, presidente della Associazione Tea- dire orgogliosamente il Regio ha raggiunto: l’aumento trale Emilia Romagna da oltre dieci anni, della Fondazione della quantità e della qualità produttiva. Tre anni dopo, di Parma dal 2006 e vicepresidente Agis quando si è trattato di chiedere ai privati non più risorse (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo). «Per aggiuntive ma sostitutive all’impegno dello Stato, perché una parte del Governo lo spettacolo è una materia consi- con l’alibi della privatizzazione lo Stato si era man mano derata semplicemente gioco, trastulli, e non cosa seria. La allontanato, allora il discorso è cambiato radicalmente. Le visione ideologica è che il Ministero, e questo Governo in risorse sostitutive sono veramente poco interessanti per particolare, hanno perseguito l’idea che il mercato e la pri- un privato, chi governa oggi dimentica questo passaggio. vatizzazione fossero la soluzione a qualsiasi problema. Si Quando chiedo a un privato soldi per pagare gli stipendi è pensato che il privato avrebbe risolto i problemi secondo o per coprire il buco di bilancio, trovo un soggetto scar- una concezione dello spettacolo che ha attinenza con il samente motivato, mi creda. Se invece gli propongo di lato economico, e non con l’idea che lo spettacolo d’arte, migliorare la produzione, aumentarla, fare una tournée, la cultura, è un diritto dei cittadini. Ora, quella della pri- obbiettivi aggiuntivi al mantenimento in vita di un tea- vatizzazione è un’idea miseramente fallita. L’altra idea che tro insomma, allora sì che trovo attenzione, perché danno è stata alla base delle decisioni del Governo è che quello visibilità al suo intervento. Tenga presente che negli Stati dello spettacolo sia un mondo pieno di sprechi e di privi- Uniti, in un teatro come il Metropolitan, la maggior parte legi, vedi il caso delle fondazioni lirico sinfoniche. In en- delle risorse non arrivano dalle aziende, ma dai singoli cit- trambi i casi anche con delle punte di verità, per cui sono tadini. Da persone fi siche, non giuridiche. In Italia per le d’accordo che ci sono degli sprechi che bisogna eliminare, persone fi siche c’è detrazione zero per le risorse allocate e c’è bisogno anche di logiche privatistiche, se non fosse alla cultura. Ma nonostante tutto, voglio dire, qui a Torino che la politica ha seguito questo principio con una visione ci troviamo in un teatro con risorse ancora in aumento ideologica, consentendo un’impostazione del Ministero oggi, perché siamo riusciti in qualche modo ad accresce- dell’Economia per cui semplicemente questa roba non ser- re la nostra immagine e il pubblico pagante è in costante ve, come dice Tremonti “non si mangia”, e quindi si taglia. crescita. Certo tutto ciò è vanifi cato completamente da un Questo è il combinato disposto, con una visione alla base fondo unico a 258 milioni di euro». che è sbagliata nei due presupposti che hanno aperto la Nel 2004, in un numero speciale della rivista curata dal- strada a chi ha deciso che dello spettacolo se ne può fare a l’Associazione per l’Economia della Cultura dal titolo Il co- meno, dato che al popolo ci pensa la televisione e che per sto del melodramma (Il Mulino), Alessandro Leon e Marcello l’élite della società si possono pagare spettacoli anche in Ruggeri hanno condotto un’indagine sul complesso fun- pochi luoghi. Mentre io penso che l’idea di base sia che lo zionamento delle fondazioni liriche all’indomani della pri- Stato debba fare uno sforzo perché tutti possano godere vatizzazione. Gli autori hanno considerato i diversi punti della musica come delle altre forme d’arte». di vista del repertorio musicale, del pubblico, della storia istituzionale, dei bilanci e del funzionamento amministra- La privatizzazione è fallita tivo con lo scopo di valutare in modo preliminare l’impat- La via della privatizzazione fu intrapresa con l’unica gran- to della riforma sull’effi cienza imprenditoriale e di gestio- de riforma del moderno sistema musicale italiano che, ne. Ma ecco cosa scriveva Ruggeri già più di sei anni fa: patrocinata dall’allora ministro della cultura Walter Vel- «La privatizzazione degli enti lirici ... non nasce, a nostro troni, alla fi ne degli anni Novanta chiese agli Enti Lirici, parere, da un consapevole progetto di riforma, ma, quasi e consentì alle altre istituzioni musicali, di trasformarsi in accidentalmente, dalla ipotesi di fare ricorso alle risorse fondazioni a statuto privato cercando così sostegno fuori delle fondazioni bancarie allo scopo di ridurre progressi- dal contributo pubblico. Il sistema, almeno per gli enti liri- vamente il concorso dello Stato alla copertura del fabbi- ci, cominciò però a vacillare già ai primi passi ed è andato sogno fi nanziario». Detto questo, l’elemento veramente sempre peggio. Ma cosa non ha funzionato? Cosa ci si notevole di questo studio è che, pur condotto con metodo poteva aspettare veramente dai teatri? «C’era l’idea che scientifi co, punta il dito sulla dimensione politica, ovvero fossero i capitali privati a investire, ma è fallita - continua sulle ragioni ultime del fi nanziamento statale alla musi- Roi - Il principio non ha funzionato non solo perché l’Italia ca. Considerato che le fondazioni liriche mostravano nel non sono gli Stati Uniti, dove comunque l’investimento loro complesso (si parla del 2000) una copertura dei posti privato è a fronte di grandi deduzioni fi scali, ma anche attorno al solo 52%, l’analisi dimostrava infatti che nella perché non c’era un impianto solido e la cultura adatta. pratica gli enti erano troppo elitari e non cercavano, «come Non a caso l’unico teatro dove il contributo privato è rile- accade nel caso tipico dei club di prodotto, la massima vante è , che è il teatro più famoso al mondo. Per effi cienza data dalla minimizzazione dello scarto tra posti tutte le altre fondazioni liriche il privato siede nei consigli a sedere e biglietti venduti». La quantità di pubblico non si di amministrazione ma non investe soldi perché non ha rifl ette tanto su questioni di bilancio, dove il ricavato dei alcun tipo di ritorno signifi cativo». Secondo Vergnano, biglietti costituisce tutto sommato una quota minoritaria la legge Veltroni ha fatto il grosso errore di non aver af- (18%), quanto e soprattutto sull’utilizzo e l’ottimizzazio- frontato, nello stesso momento in cui veniva emanata, la ne del contributo statale. Dove bisognava avanzare, atten- riscrittura completa e nuova del contratto nazionale dei zione, era nel divario fra «quel minimo di attività capace lavoratori dello spettacolo. «Questa sicuramente è una cri- di preservare la tradizione dell’arte musicale e il massimo ticità del sistema. Noi abbiamo un contratto che, a fronte di attività capace di fare della musica un veicolo di svilup- dei costi che si porta dietro, ci consente un’effi cienza e po sociale». Dai dati appariva infatti che «l’attuale » ATTUALITÁ | CLASSICA 5

» equilibrio tra costi di gestione e diffusione è ancora dando l’intero quadro generale. In questi anni molti degli importanti a partire dal Presidente della Repubblica, non instabile e il livello di fruizione è a dir poco insuffi ciente» enti lirici hanno avuto enormi problemi, un po’ per colpa dimenticano di fare favori ai singoli, come con i provvedi- fi no a concludere che «il futuro della musica lirica, sinfo- dei tagli e un po’ perché, diciamolo, sono stati ammini- menti per alcune fondazioni liriche: elemosine per pochi, nica e del balletto si gioca sul piano dell’allargamento del strati malamente, grazie sia all’ambiguità della riforma nulla per il sistema dello spettacolo, tassa di 1 euro a bi- pubblico». «È indispensabile pensare a come questa forma Veltroni che ha una gestione che non ha assolutamente glietto a carico dello spettatore, è il segno del fallimento di arte - prosegue Leon - possa trovare un ruolo trainante tenuto conto di criteri di effi cacia e di effi cienza». Quello della politica del Governo, e Bondi, Giro e quant’altri han- nella cultura contemporanea. L’assicurazione di un equi- di Modena (850 mila euro di Fus nel 2010 su un budget no fi no a ieri promesso di reintegrare il Fus dovrebbero librio di lungo termine del settore lirico deve trovarsi nel complessivo di quasi 6 milioni) è un esempio di teatro di sentrire il dovere morale di trarne le conseguenze. Ora il superamento della barriera dei 2,5 milioni di biglietti ven- tradizione virtuoso, con i conti in ordine e un ottimo rap- mondo dello spettacolo dovra fare i conti con cassa inte- duti l’anno, che appare il limite inferiore al confi ne teori- porto col pubblico evidenziato da una percentuale di satu- grazione, chiusure e licenziamenti. I Comuni saranno più co tra tutela/conservazione da un lato, e valorizzazione razione media per spettacolo del 95% e oltre 2.500 abbo- poveri e insicuri e un settore che genera ricchezza viene dello spettacolo lirico-balletto-sinfonico dall’altro. Questa nati. «Quando siamo diventati fondazione abbiamo fatto massacrato. È bene tener presente che la differenza tra ciò inversione di tendenza si è già manifestata in altri settori una razionalizzazione molto seria, sia sul personale sia che i lavoratori dello spettacolo versano alla previdenza culturali, così come è avvenuto in parte in questi ultimi sulle spese organizzative. Il personale stabile è diminuito e ciò che questa paga in pensioni è di circa 190 milioni. Il 10 anni per la fruizione dei beni culturali nella forma di sensibilmente e abbiamo rivisto l’effi cienza di gestione e che vuol dire che lo spettacolo regala allo Stato 190 milio- musei, delle aree archeologiche e delle mostre: gli enti li- i consumi in modo da abbattere le spese. Finora abbiamo ni l’anno. Alla faccia degli sprechi! della “cultura che non si rici possono e devono condividere le stesse ambizioni». resistito, ma l’ultimo taglio ci costringerà a eliminare parte mangia”! Anche Tremonti mangia con la cultura». In estrema sintesi, la riforma dell’apparato amministrativo della programmazione, diminuendo il pubblico, gli incas- E concludiamo, come avevamo iniziato, con Walter va rifatta ma il comparto degli enti lirici, per non dire della si, e la consistenza della proposta artistica ma senza poter Vergnano, con parole che lasciano poche speranze al fu- musica in generale, deve aumentare il proprio pubblico se risparmiare ulteriormente sui costi fi ssi». turo: vuole che un consistente contributo statale continui ad es- In merito agli sprechi dei teatri, Vergnano insiste che «Purtroppo, nonostante le promesse del Ministro Bon- sere politicamente sostenibile. non bisogna dimenticare che fra i soci di diritto degli enti di, il cosiddetto Decreto Milleproroghe non ha ripristinato lirici ci sono lo Stato, la Regione e il Comune: «Il presi- i Fondi destinati al Fus, tagliati drasticamente nell’ultima Gli sprechi dei teatri dente dei revisori dei conti è nominato dal Ministero del- Legge Finanziaria. È stato quindi di fatto sancita la chiu- In direzione ostinata e contraria vanno pur tuttavia i fa- l’Economia, un altro revisore è nominato dal Ministero sura delle Fondazioni Liriche italiane: infatti, se non ci sa- mosi tagli, che continuano ad abbattersi non tanto sulle per i beni e le attività culturali. Allora se i revisori dei conti ranno ulteriori integrazioni, non sarà possibile realizzare eventuali disfunzioni amministrative dei teatri, quanto che sono indicati dallo Stato non sono intervenuti in tutti le stagioni d’opera e balletto alle quali ognuno di noi stava proprio sulla produzione, e quindi sul pubblico. «È quel- questi anni a fermare i teatri dove sprecavano, c’è da parte lavorando». lo che io defi nisco thatcherismo all’italiana» ci dice Luca dello Stato e dei suoi rappresentanti una inadempienza ai Zan, presidente del corso di Gestione e Innovazione delle ruoli istituzioni ai quali sono chiamati a ottemperare. Per- Organizzazioni Culturali e Artistiche (Gioca) presso la Fa- ché il Ministero fa dei tagli trasversali senza tener conto coltà di Economia dell’Università di Bologna: «Negli anni delle situazioni completamente diverse fra teatro e teatro? Novanta per esempio hanno tagliato il 25% dei fondi, in Questo è un modo di non scegliere, non entrare nel me- termini reali, ma senza verifi care l’effi cienza della forza rito delle singole realtà. È il modo di non fare politica, è lavoro ed eventualmente avere il coraggio di ridurla». Zan il modo di lavarsi le mani e non prendersi le proprie re- IL FUS DAL 1985 A OGGI ha curato nel 2006 un’indagine per il Ministero sulle criti- sponsabilità. Io chiedo al Ministro che si assuma le sue cità del fi nanziamento statale, analizzando nei dettagli il responsabilità, come io mi assumo come sovrintendente euro correnti variazioni % anno sistema Fus (Le risorse per lo spettacolo. Ricerca esplorativa su le mie ogni giorno in questo teatro, di analizzare teatro in milioni sull’anno precedente trasparenza, accountability e effi cacia della spesa pubblica nello per teatro e di agire con gli strumenti che lui ha, dove ci 1985 357,48 spettacolo, Il Mulino, 2009). Lo studio mette in evidenza sono degli sprechi. Lo faccia. E licenzi il sovrintendente un’altra grave pecca del settore: un sistema di contributo di Torino, è suo dovere farlo non diritto, se riscontra che 1986 414,61 15,98 indiscriminato. «Mi sarei aspettato, a un certo punto, di in questo teatro ci sono degli sprechi. Questo chiedo al 1987 443,87 7,06 arrivare al nocciolo del problema, cioè a un discorso sulla Ministro, per rispetto degli italiani e dei soldi pubblici che qualità e sul merito della proposta artistica. Ma più anda- vengono allocati ai teatri». 1988 464,03 4,54 vamo a fondo nella ricerca, più mi accorgevo che questa 1989 428,59 - 7,64 dimensione era inesistente. Mai nessuno che si sieda at- Elemosina ed enigma 1990 459,43 7,20 torno a un tavolo e valuti cosa si faccia davvero. Non si Un emendamento approvato dalle Commissioni Bilancio discute mai di scelte artistiche, estetiche, non si entra mai e Affari costituzionali del Senato ha introdotto a metà feb- 1991 436,29 - 5,04 nel merito». In effetti lo studio giunge a conclusioni poco braio nel decreto “Milleproroghe” un incremento del Fon- 1992 477,13 9,36 incoraggianti, descrivendo un apparato Fus “rigido” in cui do Unico per lo Spettacolo di 15 milioni di euro. Tre milio- «i fondi vengono assegnati nel tempo in misura prepon- ni a testa andranno invece alla Scala di Milano e all’Arena 1993 460,63 -3,46 derante agli stessi soggetti e in modo stabile», di «scarsa di Verona e alla Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro 1994 460,58 - 0,01 trasparenza ... nascondendo la propria rigidità dietro a una di Milano . Quindi l’auspicata “salvezza” 1995 439,02 - 4,68 retorica del progetto che in sé evoca l’illusione di fl essibili- non è arrivata e lo stesso Bondi si dichiara preoccupato per tà di un fi nanziamento ad hoc», che «non premia l’innova- le scelte del Governo di cui è Ministro: «Condivido piena- 1996 471,82 7,47 zione» e «non premia la qualità» perché «il discorso sulla mente la preoccupazione espressa da più parti riguardo la 1997 461,89 - 2,10 qualità è estraneo al suo funzionamento». situazione del Fondo Unico per lo Spettacolo. Il primo ri- Di fatto i fondi vengono riconfermati (diminuiti) di sultato raggiunto con l’approvazione in Senato del decreto 1998 477,67 3,42 anno in anno con forte automatismo (che per i soli enti Milleproroghe, che ha reintrodotto fi no al 2013 gli incen- 1999 494,31 3,48 lirici è in parte sancito per legge), nonostante orchestre e tivi fi scali per il cinema e portato alcune indispensabili ri- teatri siano tenuti a presentare domande e rendiconti al sorse alla lirica, è il massimo che è stato possibile ottenere 2000 499,36 1,02 limite del dettaglio. Il fatto che il Ministero non entri nel nell’attuale congiuntura economica. Sarà necessario tutta- 2001 530,34 6,20 merito dell’attività dei singoli teatri per valutarne effi cienza via continuare a sollevare in sede di Governo la necessità 2002 499,82 - 5,75 e proposta artistica, ha alimentato come conseguenza una di non limitarsi a questi primi, importanti provvedimenti, sorta di mistifi cazione nell’opinione pubblica per cui i tagli ma di porre il settore dello spettacolo nelle condizioni di 2003 517,93 3,62 sarebbero giustifi cati in ragione di un generalizzato spreco poter operare profi cuamente. Al grande impegno profuso 2004 499,39 - 3,58 o malfunzionamento dell’intero settore. «Il problema dei nella riforma delle fondazioni lirico sinfoniche, ad esem- tagli è proprio che sono fatti in maniera trasversale» spie- pio, non può non corrispondere infatti un analogo sforzo 2005 464,49 - 6,99 ga Aldo Sisillo, direttore del Teatro Comunale di Modena per ripristinare un’adeguata dotazione del Fus. In caso 2006 427,30 - 8,01 da oltre dieci anni e dal 1995 al 2000 segretario artistico contrario, il rischio è quello di svilire la lirica italiana dopo 2007 441,29 3,27 del Comunale di Bologna. «C’è un evidente disinteresse averla coraggiosamente riformata». a livello politico, per cui nessuno decide di affrontare la Questa l’amarezza di Maurizio Roi: 2008 471,33 6,81 questione dello spettacolo mettendoci le mani dentro. Si è «Con le scelte compiute nel Milleproroghe in materia di 2009 397,00 -15,77 creata una cultura politica che non premia chi lavora bene spettacolo, il Governo dimostra una volta di più e defi niti- e non colpisce chi fa male, alla quale si aggiunge un’imma- vamente il disinteresse per la vita culturale del Paese, per i 2010 409,00 2,9 gine della produzione musicale presso l’opinione pubblica lavoratori e le imprese del settore, per ciò che rappresenta 2011 258,00 -36,9 molto negativa. I giornali naturalmente sbattono in prima per la ricchezza materiale e intellettuale dell’Italia . Sordi pagina gli scandali dei teatri, non i risultati positivi, degra- alle proteste di organizzazioni di categoria, di personalità Elaborazione dati Osservatorio dello Spettacolo su dati Mibac e Istat 6 ATTUALITÁ | CLASSICA n.279, marzo 2011

OPERA Vespri contemporanei in tv La lezione di Nabucco Dal 12 all’Opera di Roma, con la regia di Scarpitta Regio di Torino: dal 16 l’opera verdiana con la regia di Livermore, dirige Noseda l 12 all’Opera di Roma andrà in Rossellini e Senso di Visconti. Al là di scena Nabucco (con Leo Nucci riferimenti storici precisi, nel Nabucco Dal 16 marzo al Teatro Regio Bozzetto di Santi Centineo per I Vespri Siciliani Ie Elisabete Matos), scelto dal trovo ciò che defi nisco i “colori del- di Torino Gianandrea Noseda di- teatro per celebrare il centocinquan- l’anima”: è un inno alla libertà e oggi rige I Vespri Siciliani di Giuseppe tenario dell’Unità d’Italia. Dopo le in tutto il mondo c’è una esigenza Verdi (il 18 recita per festeggiare sette recite a Roma - esaurite da mesi di libertà fortissima, che fi no a poco il 150° dell’Unità d’Italia alla pre- - si partirà per San Pietroburgo, dove non credevamo possibile, in Tunisia, senza del presidente Napolitano, l’opera sarà eseguita in forma di con- in Egitto... Quello che ha saputo fare con diretta radiofonica su Radio3 certo. Inevitabilmente ci si chiede il popolo italiano nel Risorgimento è Rai e televisiva su Rai5). Cantano se Riccardo Muti, dopo la caduta straordinario e può essere un esem- Gregory Kunde, Sondra Radva- dal podio a Chicago, l’operazione al pio». novsky, Ildar Abdrazakov, Franco volto e l’installazione del pacemaker, In che epoca ambienterà Nabuc- Vassallo, scene di Santi Centineo, potrà essere sul podio. Al momento co? costumi di Giusi Giustino. Parla il in cui scriviamo non ci sono certez- «L’ambientazione sarà un insieme regista Davide Livermore. ze, ma circola un certo ottimismo. Il di tutte le epoche, perchè la storia regista Jean-Paul Scarpitta, che sta già ricomincia sempre, e troppo spesso espri Siciliani è un titolo af- provando fi n dall’8 febbraio, è sicuro: bisogna tornare a lottare per questi fascinante e diffi cile, perché mio spettacolo, chi oggi toglie unità il microfono, disse agli uomini della «Gli ho parlato qualche giorno fa e ho motivi ideali, la libertà, la fraternità, V vivono nella sua drammatur- e identità nazionale è il sistema dei mafi a: “Io vi perdono, ma voi dovete sentito una forte volontà di tornare l’amore e l’unità tra le persone, che gia aspetti che ne appannano la porta- media, è la cattiva informazione, è inginocchiarvi se avete il coraggio di sul podio al più presto». sono i temi portanti di quest’opera. ta celebrativa e che aprono verso una lo smantellamento culturale. Le armi cambiare, ma loro non cambiano”. La sua regia tiene conto che que- Libererò Nabucco da riferimenti preci- necessaria rifl essione politica, quella di distrazione di massa servono a L’Elena dei Vespri è ancora più dura: sto spettacolo è stato pensato come si e lo collocherò in un’ambientazio- che ha fatto un Verdi disilluso nei suoi realizzare quello che Pasolini aveva lei non perdona, vuole vendetta. Ma celebrazione dell’Unità d’Italia? ne atemporale, per mettere in rilievo ideali repubblicani, dopo il fallimento capito con enorme anticipo sui tem- è incredibile come la Sicilia sia, per «Per me è una sensazione molto i sentimenti degli esseri umani e dei sostanziale dei moti del ’48. pi: il fascismo culturale, e torno volu- Verdi un secolo e mezzo fa e per noi forte essere qui per questo anniver- popoli, che dimostrano una grande L’anomalia più evidente, che sot- tamente a usare un’espressione, una oggi, ancora e sempre un paradigma sario, non solo perché, come il mio concezione politica della vita e del- tintende già una presa di posizione parola, “fascismo”, che oggi non vie- dell’Italia. Il riferimento a Capaci non nome indica, sono di origini italiane, l’umanità da parte di Verdi, che non chiara di Verdi nei confronti del suo ne utilizzata dai media. Sbagliando: è casuale: il nostro è anche un tempo ma anche perché la cultura italiana ha mai disperato, anche se l’uomo è tempo, sta proprio nella durata del perché la perdita di partecipazione di eroi, Falcone e scorta lo sono. Pro- e quella francese sono molto vicine. terrifi cante. Ma resterò sempre umil- fatto storico, che è titolo dell’opera: i democratica diventa quella perdita cida all’inizio del secondo atto arriva Ammiro la forza che gli italiani han- mente dietro le note, perché credo Vespri, la storica rivolta del popolo di d’identità che Pasolini temeva e che in Sicilia e canta un inno dallo straor- no avuto di combattere per la propria nel potere della musica di formare gli contro l’occupante francese, si sta verifi cando in maniera totale. dinario valore emotivo, che inneggia indipendenza, e mi sono veramente uomini e di farne dei cittadini liberi». avvengono negli ultimi quaranta se- Siamo invasi dalla menzogna, mani- alla giustizia all’onore e alla gloria emozionato vedendo Viva l’Italia! di Mauro Mariani condi di un’opera che ha quasi quattro polati dalla comunicazione. In scena e lo farà, in questo allestimento sul ore di musica, il resto sono le vicende vedremo all’inizio spettacolarizzato palcoscenico che diventerà la scena private dei quattro protagonisti che l’antefatto, che è fondamentale per della strage di Capaci, perché questo OPERA grazie alla suprema grandezza dram- la reale comprensione dell’odio e del non è un inno alle bellezze della Si- maturgia di Verdi, diventano vicende furore di vendetta di Elena, ovvero il cilia, una sorta di omaggio alla pro- pubbliche, politiche e una rifl essione, funerale di Stato di suo fratello giu- loco e alla cassata, ai fi chi d’india. È seria e disincantata, di Verdi sul suo stiziato. Lo vedremo in una sorta di il canto che celebra le potenzialità Britten kolossal tempo e sul nostro essere italiani. diretta tv, come se ne sono visti e se di un popolo, il nostro, che spesso Verdi, che si defi niva “uomo di ne vedono. Ma quando Elena viene perde la propria dignità, ma sa pro- Death in Venice dal 5 marzo va in scena alla Scala teatro”, scrive sempre per la pro- forzata a cantare, e fa del suo canto durre valore ed eroi concreti che non pria contemporaneità e l’occasio- un inno alla rivolta e le sue parole stanno in patinati libri di storia, ma lla Scala continua il ciclo de- ziale, alla maniera degli spettacoli di ne di utilizzare fatti storici lontani vengono riprese dal coro, ecco che forse sono al nostro fi anco quotidia- dicato alle opere di Benjamin Peter Brook. La verità è che nessuno nel tempo era necessaria anche per la diretta salta “per ragioni tecniche”, namente, come lo erano Giovanni ABritten con una produzione, aveva mai realizzato un allestimento convivere con la censura pressante perché l’inganno è appunto questo: Falcone e i poliziotti, eroi silenziosi che arriva dalla English National in grande di quest’opera: durante le del suo tempo. Per questo, per me, certe cose si possono far vedere, al- di questa Nazione. Opera, di Death in Venice (dal 5 al 19 prove è stato diffi cile trovare la sem- mettere in scena I Vespri siciliani in tre no. Mi viene in mente la vedova L’Unità ci ha trasformato da sud- marzo, dopo il forfait di Bostridge il plicità dei signifi cati, quella fl uidità abiti medievali vuol dire tradirli, Schifani al funerale di Stato per suo diti a cittadini. Il Vespro oggi non protagonista sarà John Graham-Hall, “liquida” che è necessaria per rappre- così come se scegliamo un’ambien- marito, che scortava Falcone e fu è azione di guerra ma l’urgenza di dirige Edward Gardner), l’ultimo la- sentare la morte. Tutti credono che tazione dell’epoca in cui l’opera fu assassinato a Capaci, quando prese riprenderci lo spazio della partecipa- voro del compositore inglese. I moti- sia un’opera da camera: ci sono solo rappresentata, con le crinoline e le il microfono e urlò tutto il suo do- zione civica e democratica, è il tem- vi della grande attesa ci sono tutti: è tre nomi di cantanti, più un coro. Sì, uniformi Secondo Impero. Credo lore, mentre la gente impazziva di po in cui i neo-sudditi, i telespettato- la prima volta alla Scala del dramma ma trentadue parti solistiche del coro, che sia il momento di raccogliere la rabbia e insultava e sputava addosso ri, tornino ad essere cittadini italiani tratto dalla novella di Thomas Mann; però! Per non parlare dei ballerini, de- sfi da: Verdi rifl ette sul nostro Pae- ai politici venuti a farsi vedere, rap- “...Siciliani! ov’è il prisco valor? Su, poi, la regia di Deborah Warner, che gli attori e dei bambini: neanche fosse se, sull’Unità, sulla necessità di fare presentanti di uno Stato sconfi tto. sorgete a vittoria, all’onor...” in patria ha fatto molto parlare di sé !» gli italiani dopo aver fatto l’Italia. Prima che le togliessero, anche a lei, Davide Livermore per la non convenzionalità delle scel- Death in Venice aff ronta temi La sua non è una celebrazione, ma te: «Inizialmente mi era stato chiesto come la pedofi lia e l’omosessualità. una rifl essione. E quindi va portata di mettere in scena Death in Venice «Non sono sicura che l’opera abbia nel nostro tempo, perché è al nostro CONTEMPORANEA prima al festival di Aldeburgh, poi a che fare con queste tematiche: pen- tempo che parla. Altrimenti sarebbe alla ENO - ci dice - ma era chiaro fi n so sia un modo di sviare l’attenzione inutile farla. Naturalmente lo spo- da subito che il palcoscenico del fe- dal vero nodo, che è la crisi dell’arte stamento temporale richiede studio Verona: un’opera per Aldo Moro stival era infi nitamente più piccolo di in un uomo alla fi ne della sua vita, ar- e profondità per non tradire, a mia Roma, 9 maggio 1978 ore 13, via Caetani. Il corpo dello statista Aldo Moro quello della ENO; così alla fi ne decisi tistica e fi sica; un uomo che ha tenuto volta, la volontà di Verdi, la dram- viene ritrovato senza vita nel bagagliaio di una Renault rossa. Verona, 12 di non farlo. Nella nostra produzione chiuso dentro di sé sentimenti che maturgia musicale e per adempiere marzo, Cattedrale. La crudeltà, la spietatezza di un fatto di cronaca che ha dove la concezione cameristica della ora si aprono come il vaso di Pando- uno degli obblighi di questo mestie- segnato un momento buio della storia italiana rivivrà nell’opera da camera musica si sposa con un allestimento ra, ma è tardi. Sono i tempi moderni re meraviglioso: raccontare la storia, di Andrea Mannucci, Aldo Moro, su libretto di Marco Ongaro (operamoro. su larga scala di stampo operistico. che sono ossessionati dalla pedofi lia: la vicenda. In questo spostamento it), in scena in prima italiana. Come in una tragedia classica la prigionia di Ricordo di aver pensato che correvo non puoi ignorare che ci sia qualcosa storico si palesa immediatamente un Moro diventa il canto d’agonia del baritono Vincent Billier che dialoga con un grosso rischio nel dare una virata sotto, ma credo che molti dei lavori possibile problema drammaturgico: un soprano-Cassandra, la cultura laica, ed un tenore-Angelo, la fede. cinematografi ca alla regia: avrei potu- di Britten siano stati fraintesi a causa oggi l’invasore straniero non c’è. Nel to scegliere una scenografi a più essen- della sua biografi a». Carlo Lanfossi ATTUALITÁ | CLASSICA 7

CONTEMPORANEA FESTIVAL I colori di Rothko Ascoltare Boulez per capire Debussy Il cartellone della trentesima edizione del Bologna Festival prende il via il 15 marzo Roma: il 22 marzo due prime assolute di Nicola Sani con la London Philharmonic Orchestra. Parla il direttore artistico Mario Messinis

FRANCO SODA ANDREA RAVAGNAN

Istituzione Universitaria dei il quartetto che suona all’interno di trent’anni di Bologna Festival Jurowski, che inaugurerà il calenda- in contatto con Debussy, appunto, Concerti festeggia a Roma i questo spazio elettronico, si distacca assumono un valore simbolico rio il 15 marzo, per proseguire con o – facendo un paragone letterario L’ cinquant’anni del composi- in maniera tridimensionale, come un I ancor più signifi cativo se consi- la Swedish Radio Symphony Orche- – con Mallarmé». tore Nicola Sani con la prima asso- rilievo che esce da questa tela, e si derati, anche al di là del traguardo stra diretta da Daniel Harding o l’Or- E a chi vuole avvicinarsi all’ascol- luta di due suoi quartetti d’archi ispi- distinguono chiaramente le quattro tagliato, in un contesto – nazionale chestra Filarmonica di San Pietro- to di questo ciclo di concerti Mario rati a due tele di Mark Rothko: il 22 oscurità, nel senso non di una tim- e locale – di serpeggiante preoccupa- burgo che presenterà un programma Messinis offre un consiglio inusuale: marzo nell’Aula Magna della Sapien- brica scura ma di quattro linee che zione. Un segno di solidità, di conti- costruito assieme al direttore Yuri «Io suggerirei di seguire un cammino za con Quartetto d’Archi di Torino, hanno un’aderenza allo spazio da cui nuità, che fa sì che Bologna riesca a Temirkanov, accostando Petruška al contrario: di partire da Boulez per Ensemble Algoritmo e la direzione provengono: un’identità come linee mantenere una sua centralità musi- di Stravinskij e la Sinfonia n. 1 di arrivare a Debussy. Ciò permette di di Marco Angius (in programma an- di tensione che generano tensioni, cale: oltre a più o meno vuoti rico- Mahler, seguendo così un fi lo rosso non fermarsi al Debussy impressio- che Mahler, Webern e Debussy). fi gure che tendono verso quattro noscimenti dell’Unesco, oltre a più folklorico invece della sua più usuale nista e di capire come alcune sue pa- Perché ti sei ispirato a Four Darks zone dello spazio.Quindi c’è una di- o meno futuribili discussioni sulla proposta çaikovskyana: insomma, il gine che certamente non seducono in Red e Black Area in Reds? mensione timbrica, una dimensione creazione di un nuovo Auditorium nostro non è un programma stregato l’orecchio – si prendano gli studi per «Rothko mi ha sempre interessato. spaziale ed una dimensione struttu- sotto l’ala di Claudio Abbado, Bolo- dalle agenzie». pianoforte – anticipino il pianismo Questi due quadri non dipinti insieme rale, portata avanti in una maniera gna Festival dà il segnale che, come Lo sguardo sul Novecento, che del secondo Novecento». ma nello stesso anno (’58), hanno for- molto coerente. Interessante, grazie esistono i contenitori, deve esistere Messinis sempre getta attraverso la La sezione dedicata ai giovani te identità. Four Darks in Red parla di alla tecnologia dell’IMEB-Institut anche il contenuto. sezione “Il Nuovo L’Antico”, gioca emergenti, “I Talenti”, annovera que- quattro tonalità scure che predomina- International de Musique Electroa- E il contenuto c’è! Una stagio- quest’anno sul binomio Debussy/ st’anno anche strumentisti che non no in uno sfondo di rosso molto scu- coustique de Bourges, committente ne che «allarga il suo interesse a un Boulez: «Trovo che sia una forzatura sono al loro esordio: «È proprio così, ro, nel quale Rothko sembra andare della composizione, è l’approccio ventaglio più ampio di orchestre in- mettere Boulez in un relazione esclu- ci sono diversi nomi interessanti, a chiudersi fi no alla sua tragica fi ne. con il pianissimo del quartetto d’ar- ternazionali – come sottolinea pron- sivamente con Webern e il post-we- tra i quali spicca ad esempio quello In Dark Area in Reds i rossi avvolgo- chi, che si ascolta in una forma com- tamente con orgoglio il direttore bernismo. La sua poetica del fram- di Alessandro Deljavan, un pianista no un’area ben identifi cata scura. Le pletamente diversa dall’abituale. Per artistico Mario Messinis – a partire mento, la proliferazione di materiali italiano che nel giro di due o tre anni due immagini sembrano specchiarsi questo, insisto a considerare il pezzo dall’esclusiva della London Philar- che eludono i principi canonici della secondo me si affermerà ai massimi l’una nell’altra, dove le quattro energie per quartetto d’archi, se vogliamo monic Orchestra diretta da Vladimir forma lo mettono a mio avviso più livelli». oscure del primo quadro si raggruppa- pensare oggi anche allo strumento, no in un centro d’enorme potenza, non più avulso dal contesto spazia- che contrasta con un rosso vivido, le-timbrico, ma inserito all’interno CONTEMPORANEA predominante rispetto all’oscurità di una serie di nuove possibilità di bene identifi cata: due materie che si elaborazione elettronica: è una delle compenetrano e due materie che si di- possibilità di elaborazione timbrica vidono. Ecco la molla del progetto!», che nasce dalle tecniche esecutive. Il canto dall’orrore del lager Come si sono tradotte queste Quindi l’esecuzione è sempre al cen- emozioni in musica? tro, e non si tratta né di un rapporto Debutta l’8 marzo a Parma Lagerblok di Alessandro Nidi sulla tragedia di Auschwitz «In una rifl essione sul rapporto tra una linea scritta ed una base ma è tra elementi, che si distaccano da un un unico insieme timbrico che si di- ineffabile non è solo il bel- è protagonista atroce. Lagerblok, in o alla canzone da cabaret francese. contesto timbrico comune. Il quar- stingue tra una parte spaziale affi data lo. La tragedia dell’Olocau- scena l’8 marzo al Teatro al Parco di La sfi da è comunque di conferire un tetto d’archi è un elemento di forte all’elaborazione elettronica ed una L’ sto ha insegnato all’uomo Parma, è una sorta di oratorio in for- carattere unitario anche a elementi rapporto fra le composizioni. Four parte dal vivo che trae spunti per lo contemporaneo un’altra categoria, ma scenica, in cui quattro cantanti e musicali così eterogenei». L’opera è Darks in Red è il mio primo quartetto sviluppo sonoro dall’elaborazione. sicuramente sempre esistita, ma ra- undici musiciste, giovani diploman- confi gurata su due piani musicali, d’archi, anche se utilizza l’elettronica: E l’altro brano, invece? ramente espressasi con tale varietà de o appena diplomate, interpreta- uno che rappresenta il momento di quartetto d’archi con spazio elettro- «Dark Area in Reds associa cla- e, bisogna riconoscerlo amaramente, no l’orchestra femminile del lager. “teatro nel teatro”, la musica esegui- nico ad otto canali. Rientra nella con- rinetto, pianoforte e percussioni creatività: l’ineffabilità dell’orrore. «L’opera non segue perfettamente ta nel campo, e l’altro che si riferisce cezione di quartetto in quanto tutti al quartetto d’archi, e non ci sono Tra le tante storie consegnate la cronaca di Fénelon - spiega Nidi al mondo interiore delle protagoni- gli elementi timbrici della parte elet- elaborazioni elettroniche. Quindi alla Memoria ce n’è una che mette - semmai prende spunto da essa per ste. «Ci sono solo due momenti in tronica sono generati dal quartetto quanto elaborato dal punto di vista al muro senza via di scampo chi si raccontare i pensieri, le emozioni e le cui le ragazze suonano per il lager, d’archi. È un lavoro molto forte sulla del suono è trasferito al piano tradi- rifugia nei valori dell’estetica per tra- speranze di quattro ragazze. L’aspetto il citato concerto per i nazisti e una materia. In questa composizione si zionale. È molto interessante vedere scendere eticamente i piccoli e gran- più importante della loro situazione situazione di marcia bandistica. Tali assiste, per la prima volta che io sap- come le due fi gure abbiano una serie di orrori quotidiani. Il libro di Fania è che esse godono di una condizione fasi musicalmente si differenziano pia, ad un uso paradossale del quar- di rapporti: quello che era lo spazio Fénelon Ad Auschwitz c’era un’orche- privilegiata rispetto alle altre interna- molto dalla dimensione intima delle tetto: il suono nella parte elettronica elettronico, è assorbito dal quartetto stra (Vallecchi, 2008), che racconta te, per cui sono spesso odiate. Ciò le ragazze nella baracca, in cui confl ui- è generato dal quartetto in pianissi- d’archi, che diventa l’elemento gene- l’ormai tristemente celebre storia porta a vivere un confl itto lacerante scono ricordi legati al loro vissuto mo, poi riprodotto a forte intensità. ratore di questa nuova superfi cie ov- dell’orchestra femminile del campo che le condurrà a ribellarsi». La do- musicale, oppure pagine musicali È come se scorresse in primo piano vero, se il quartetto d’archi dal vivo in di sterminio, obbligata a suonare per manda per Nidi è obbligata. Che che aiutano a chiarire, completare e quella grana sonora che non si ascol- Four darks costituisce le quattro linee, compiacere gli uffi ciali e soprattutto forma ha pensato di dare alla musica approfondire il loro pensiero». ta, impossibile per l’orecchio umano, nell’altro pezzo costituisce l’area di per accompagnare le atrocità perpe- che veniva eseguita in quel luogo? Rimane la domanda su come il e normalmente mascherato. Il suono contrasto con le tonalità rosse». trate contro i prigionieri, pone con «Nella mia carriera ho fatto preva- linguaggio musicale possa accostar- costruisce meticolosamente una tela forza un paradosso stridente e inas- lentemente musiche di scena. Negli si a una vicenda talmente indicibile. dove è come se fossimo nello stru- similabile. Per capirlo, si può provare ultimi anni ho capito che tale espe- «Quando ho iniziato a scrivere, mi mento: ascoltiamo il quartetto d’ar- con un procedimento cinematografi - rienza ha fi nito per fondare un mio sono reso conto che i problemi che chi come non l’abbiamo mai ascolta- co a sovrapporre un’allegra marcet- stile basato sull’eclettismo, capace di mi pongo normalmente – c’è un per- to. Ogni struttura sonora è realizzata ta, o peggio, un Lied del Winterreise dar forma senza paura a citazioni e sonaggio che compie una determi- con tutti e quattro gli archi che suo- di Schubert, con l’immagine di una reminiscenze. Per fare un esempio, a nata azione ecc. – suonavano troppo nano insieme. Veramente, si ascolta donna data in pasto ai cani. Non ci un certo punto nell’opera si dice che fi nti e leggeri nei confronti della ma- uno strumento, il quartetto d’archi, si riesce, e qui sta il punto. Ecco che i nazisti si commuovono ascoltando teria trattata, quasi si trattasse di un non il dialogo tra quattro strumenti. il progetto di mettere in musica que- Schubert. Ecco che il concerto che gioco. Ecco perché ho voluto che La- Ascoltiamo un’unità timbrica decom- sta storia, ideato da Alessandro Nidi verrà messo in scena all’interno del- gerblok raccontasse ciò che avveniva posta e ricomposta nello spazio con e Giampiero Pizzol, è doppiamente l’opera avrà un sapore romantico-te- nelle teste e nei cuori delle ragazze, un lavoro estremamente raffi nato di complesso, in quanto si tratta di rea- desco. Altre volte avremo situazioni e non i fatti insostenibili di questa ricerca algoritmica. A questo punto, Rothko: Four Darks in Red lizzare una partitura in cui la musica che rimandano alla musica ebraica, storia vera». Maurizio Corbella 8 ATTUALITÁ | CLASSICA n.279, marzo 2011

IMPEGNO CIVILE Gli alberi suonano a Berlino I progetti ecologici di Staatskapelle, Daniel Barenboim e Zubin Mehta

novantamila alberi di Claudio mondo. Anche a Berlino, apprezzata to devoluto a un progetto WWF per Abbado a Milano sono rimasti da Abbado per i suoi boschi e l’aria la protezione di boschi in India: «La Iun’utopia. A Berlino invece le pulita, in realtà di verde non ce n’è musica può superare tante frontiere», sue belle idee avrebbero sicuramente mai abbastanza. Al concerto inaugu- ha detto il maestro, nato a Bombay trovato terreno fertile. Mentre nella rale lo scorso giugno i promotori di in una famiglia di origine parsi. Con Gli orchestrali del progetto NaturTon (foto Rosenberg) capitale lombarda si stava ancora NaturTon si sono presentati in stivali la Staatskapelle ha eseguito brani di bisticciando alcuni musicisti della di gomma, portando alberelli sul pal- Beethoven e un’opera contempora- scoprire la natura e il mondo della li- stra iniziativa si chiama “orchestra Staatskapelle di Daniel Barenboim coscenico. L’intera orchestra ha ade- nea del compositore indiano Naresh rica: «Sarà un campo giochi dove si della trasformazione”. E noi non hanno lanciato un’iniziativa per la rito all’iniziativa, patrocinata dallo Sohal (The Divine Song), creando così vivranno avventure musicali», pro- possiamo essere gli unici a portarla tutela del clima. La fondazione Na- stesso Barenboim. E non sono rima- ponti tra culture distanti. mette l’oboista Fabian Schäfer. Oltre avanti». L’impegno di Abbado per la turTon (Suono naturale), creata con sti da soli. Zubin Mehta a gennaio A Berlino i musicisti intanto lavo- a stimolare comportamenti ecolo- natura non è certo passato inosser- i loro risparmi privati, si propone di ha diretto il primo “concerto per il rano già su un altro progetto che cer- gici all’interno della Staatskapelle vato: «Sarebbe meraviglioso suona- sostenere progetti “verdi” in tutto il clima” di cui l’intero ricavato è sta- ca di coinvolgere i bambini. Su un – come per esempio viaggi a im- re con lui e sostenere un progetto a terreno abbandonato in un quartiere patto climatico zero e l’uso di carta sua scelta per la tutela dell’ambiente periferico nascerà una “foresta in- riciclata – i musicisti si augurano di in Italia», dice il cornista Markus cantata”, liberamente ispirata a Par- collaborare con colleghi nel mondo Bruggaier. Forse non si arriverebbe a sifal e altre opere famose. In mezzo intero. Sul loro sito internet invitano novantamila alberi ma comunque a ad alberi piantumati con l’aiuto di orchestre e solisti a presentarsi con un bel boschetto! uno sponsor i piccoli ospiti potranno le loro proposte sostenibili: «La no- Corina Kolbe

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L’Orchestra Rai è ad Abu Dhabi Haendel; Ton Koopmann ripropone di J.S. Bach la Passione La terza stagione di Abu Dhabi Classics, dopo secondo Giovanni e Jordi Savall con il Vespro della Beata Royal Concertgebouw Orchestra con Gatti, Berliner Vergine di Claudio Monteverdi. Di inconsueta frequentazione Philharmoniker con Rattle e Staatskapelle con la Messa solenne di Franz Liszt, per festeggiare il 200° Barenboim, ospita il 3 e il 4 marzo l’Orchestra Sinfonica anniversario della nascita. Adattato per i più giovani ci sarà Nazionale della Rai guidata dal suo direttore principale un Eugenio Onegin di Čaikovskij. Graziano Ballerini Juraj Valčuha. La stagione, ideata dal direttore artistico Till Janczukowicz, ospiterà in aprile l’Orchestra del Teatro La Mendrisiotto alpestre Fenice e in maggio la Bbc Concert Orchestra. Il 3 marzo A Mendrisio, nel Canton Ticino, accanto ai Concerti l’Orchestra Rai suonerà all’Emirates Palace Auditorium di Mosaico con solisti dell’Orchestra di Lugano e altra musica Abu Dhabi, solista Yo-Yo Ma, in programma l’ouverture da camera, il 12 marzo l’Orchestra a fi ati della Svizzera dall’Oberon di Weber, il Concerto per violoncello e orchestra italiana diretta da Franco Cesarini propone un programma di Dvořák, l’ouverture dal Fledermaus di Johann Strauss che prevede gli svizzeri Jean Balissat e lo stesso Cesarini e la suite dal Rosenkavalier di Richard Strauss. Il 4 marzo con Poema alpestre op.2, accanto al più recente repertorio invece, “trasferta” all’aperto, nel deserto, all’Al Jahili Fort per banda. Il gruppo Vox Altera aff ronta invece 20 un con il pianista Evgeni Bozhanov per la Rapsodia su un percorso vocale dall’antico al contemporaneo. tema di Paganini di Rachmaninov, l’ouverture Festiva di Šostakovič, le Danze Polovesiane dal Principe Igor di Pidò viennese Borodin, una suite da Shéhérazade di Rimskij-Korsakov e Bellini e Donizetti per il debutto di Evelino Pidò alla l’Ouverture 1812 di Čajkovskij. La stagione prevede anche Staatsoper di Vienna. Dall’11 marzo dirigerà Sonnambula un programma educational per i bambini, registrazioni con Sarah Coburn (Amina), Stefan Pop (Elvino), Giovanni discografi che dei concerti, e una maratona beethoveniana Battista Parodi (Il Conte Rodolfo) nell’allestimento di (a scopo benefi co) che si corre mentre gli altoparlanti Marco Arturo Marelli che Pidò ha già diretto a Parigi e trasmettono la Quinta sinfonia. Susanna Franchi che ambienta l’opera in un grande albergo di montagna (repliche fi no al 22/3). Dal 2 aprile Pidò dirigerà un nuovo Ars Musica è contemporanea allestimento di Anna Bolena con due star come Anna L’edizione 2011 di Ars Musica si svolgerà in diverse città Netrebko (Anna) e Elina Garanca (Giovanna Seymour), del Belgio dal 3 marzo al 3 aprile. Il commissario artistico Francesco Meli è Percy, Ildebrando D’Arcangelo è Enrico Pierre Bartholoméé si propone, in questa rassegna, di far VIII, la regia è di Eric Génovèse, scene di Jacques Gabel cadere le barriere tra le diverse espressioni musicali del (repliche fi no al 17 aprile). nostro tempo, ponendo in dialogo musica classica, jazz, pop, rock, ma anche guardando ad altre discipline come Santa Cecilia in tour europeo la danza o la poesia. Circa sessanta eventi e oltre quaranta L’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia è spesso in nuove commissioni ma anche un percorso attraverso gli tournée. In marzo sarà la volta di Gran Bretagna, Grecia, PREMIO NAZIONALE autori belgi dell’ultimo secolo. Senza dimenticare Xenakis, Geramania, Lussemburgo e Belgio. Si parte con tre tappe Stockhausen o Berio, di cui saranno proposte esecuzioni inglesi (Basingstroke, 17; Manchester, 18; Birmingham, DELLE ARTI 2011 guidate di tutte le Sequenze. Maurizio Disoteo 19). Quindi due concerti al Megaron d’Atene (21-22). Poi, la tappa lussemburghese. il 24. A seguire Baden-Baden, 26 SEZIONI CHITARRA , ARPA E MANDOLINO Lucerna sacra e brahmsiana e Essen. 27. Chiude Bruxelles, 28. L’orchestra sarà guidata www.conservatoriodimonopoli.org Il Lucerne Festival si prepara alla prossima Pasqua con Pappano, solista il pianista Boris Berezovsky con il Primo un’off erta (dal 9 al 17 aprile) che vede da una parte Bernard Concerto per pianoforte di Liszt. I programmi spaziano dalla GIURIA INTERNAZIONALE Haitink completare, alla guida della Chamber Orchestra of Sinfonia n. 1 ‘Il Titano’ di Mahler a Rachmaninov, Rapsodia Europe, il ciclo della produzione di Johannes Brahms con su un tema di Paganini. I compositori italiani non possono 27-28-29 APRILE 2011 solisti del calibro quale i fratelli Capuçon e Leonidas Kavakos, mancare: Rossini (Sinfonia della Semiramide), Verdi ISCRIZIONI ENTRO IL 16 APRILE dall’altra con proposte in tema con la festività cristiana: (Sinfonia di Aida). Immancabile, Fontane e Pini di Roma di Harnoncourt realizza l’oratorio La Passione, una rarità di Respighi. Franco Soda ATTUALITÁ | JAZZ 9

SIAE IN BREVE

Gianluigi Trovesi e Gianni Coscia Borderò rosso trionferà? (foto Fabio Rinaldi) La petizione dei musicisti italiani per il diritto di improvvisazione e i diritti d’autore

LUIGI RADASSAO

na lettera aperta alla Siae circola da qualche – penalizza enormemente i musicisti della cosiddetta settimana su blog e siti web, e ha raccolto più Classe I, che rappresenta il 90% della musica in Italia. Se Udi duemila fi rme (http://www.fi rmiamo.it/let- un autore non compare nei campioni è escluso da ogni ri- tera-aperta-alla-siae-dai-musicisti-italiani). L’ha redatta conoscimento, e l’ingiustizia colpisce proprio i musicisti Rita Marcotulli, nota pianista romana da anni assidua meno forti, quelli del borderò rosso, nel quale rientrano frequentatrice delle ribalte francesi, con l’aiuto di Furio in particolare gli artisti di jazz e di musiche altre. Per i Ivrea sempre più Open Di Castri, altrettanto noto contrabbassista, anch’egli concerti dal vivo, a me la Siae riconosce oggi circa il 5% Si tiene dal 16 al 20 marzo la nuova edizione dell’Euro Open Jazz Festival, assai attivo oltralpe. Entrambi musicalmente impegnati di quanto percepivo trent’anni fa, a parità di concerti. fra Ivrea e Canavese: nel programma (music-studio.it per quello completo), nell’ambito del jazz ed entrambi soci Siae di lunga data. È giunta l’ora di ritornare ad una ripartizione analitica, come di consueto attentissimo a valorizzare realtà locali di respiro Due gli argomenti della petizione: innanzitutto il livel- che tenga conto dell’effettiva programmazione musicale, nazionale e internazionale, segnaliamo il solo di Maurizio Brunod, lo medio delle liquidazioni dei diritti d’autore, che, in dal momento che i campioni adottati dalla Siae non ris- il quartetto di Javier Vercher, il duo fra le percussioni di Massimo Barbiero particolare per autori e musicisti di jazz, è invariato da pecchiano la realtà della musica dal vivo. Ritengo, anzi, e il violoncello di Giovanni Maier, il José Luis Gutierreza Quartet, il Trio of decenni. Il raffronto con i colleghi francesi, così come che per il campione statistico (vero e proprio sorteggio!) Oz di Rachel Z. con Omar Hakim alla batteria (anche impegnato in una denunciato nella lettera, appare impietoso: a parità di sussistano gli estremi per un ricorso al Tar da parte degli masterclass di batteria) e l’incontro fra due decani del jazz italiano, Gianni esecuzioni, i compensi dei musicisti italiani risultano di associati, molti dei quali sono già pronti a rivolgersi al Coscia e Gianluigi Trovesi. quattro-cinque volte inferiori rispetto a quelli liquidati Codacons per promuovere un’azione legale». dalla Sacem (l’equivalente francese della Siae). In secon- Anche sul secondo punto Di Castri non ha dubbi: Piacenza all’ottava do luogo, la richiesta di riconoscimento del “diritto di «Ogni anno dalla Francia mi vengono riconosciuti diritti Ricco è il cartellone del festival di Piacenza, alla sua ottava edizione, dal 5 improvvisazione” degli esecutori, un diritto che in Fran- per registrazioni ed esecuzioni: lì operano ben due socie- marzo al 9 aprile. Oltre ai molti spazi riservati ai giovani (ricordiamo che cia è regolamentato da oltre dieci anni. tà nella gestione dei diritti della musica dal vivo e delle la rassegna promuove il concorso “Chicco Bettinardi”, fra i più importanti Per quanto riguarda gli autori, nodo chiave sono i cri- prestazioni in studio. In Italia da vent’anni esiste l’Imaie, in Italia dedicato agli esordienti), l’edizione 2011 off re un buon parterre teri di ripartizione degli incassi, disciplinati da apposi- che dovrebbe tutelare i diritti di interpreti ed esecutori. di nomi internazionali. Di grande interesse si presenta “Ears Wide Shut”, te ordinanze che, emesse annualmente dalla Siae, ogni La quale, però, non è mai entrata in funzione, ed ancora l’omaggio a Stanley Kubrick di Mauro Campobasso e Mauro Manzoni, con volta suscitano malumori. Oggi la ripartizione dei diritti oggi non è in grado di approvare un regolamento opera- il contrabbasso di Stefano Senni e la batteria di Walter Paoli . Poi il duo della musica dal vivo per la cosiddetta Classe I, quella di tivo per il monitoraggio delle esecuzioni». Problematica Coscia - Trovesi, Richard Galliano French Touch Trio, il “Disfarmer Project” “Balli e concertini” (come da defi nizione Siae), avviene a è anche la disciplina del diritto d’improvvisazione, pane del chitarrista Bill Frisell, il quartetto di Al Foster, Dave Douglas & Brass campione di rilevazione (75%) e a campione statistico quotidiano dei jazzisti, che pure spetterebbe all’Imaie, Ecstasy e Danilo Rea (in trio). Il 3 aprile convegno della SIdMA su Miles (25%). «Come attuata oggi, la ripartizione a campione ma, è auspicabile, senza aggravi economici per i piccoli Davis e Louis Armstrong. dei diritti della musica dal vivo – sottolinea Di Castri locali». Quelli dei concertini e dei borderò rossi.

FESTIVAL CONSEGNAsu www.edt.itAcquista GRATUITA Primavera lombarda Adriano Mazzoletti Bergamo Jazz e Dialoghi a Pavia al via in marzo Il jazz in ItItaliaalia

LUIGI RADASSAO dalloo SwinSwingg agli anni SessaSessantSessantaa

rimi festival dell’anno in terra abbinamento tra l’avanguardia nera lombarda e a aprire le danze del pianista Matthew Shipp e la tra- Psono come di consueto Pa- dizione improvvisativa europea del via e Bergamo. Molto stimolante il geniale batterista Gunther “Baby” programma della XIII edizione di Sommer; per chiudere poi nel segno “Dialoghi: jazz per due”, la rassegna delle sei corde, con l’abbinata tra la organizzata dall’Assessorato alla chitarra di Marc Ribot (fedelissimo Cultura del Comune di Pavia, nella di John Zorn e di Tom Waits) e quella suggestiva cornice di Santa Maria di Marco Cappelli, italiano da tempo 00 54,00 54,

Gualtieri (Piazza della Vittoria) e residente nella Grande Mela. € , tradizionalmente dedicata ai duetti Rifl ettori puntati sul Festival Ber- 0 68

(comune.pv.it). gamo Jazz (teatrodonizetti.it.) nel . 1 p

Nei quattro concerti in program- weekend dal 18 al 20 marzo, con p ma fra l’8 marzo e il 6 aprile, è la la direzione artistica di Paolo Fresu: scena creativa newyorkese a fare da piatti forte del programma certa- fi lo conduttore, con tutte le sue sfu- mente la prima data del tour euro- mature e aperture di linguaggio: non peo di Gilberto Gil, ma anche il nuo- Novità a caso a aprire il cartellone troviamo vo progetto dedicato a Frank Zappa olume in due tomi, il duo tra il pianista Vijay Iyer e il da Stefano Bollani, alla guida di una volume in due tomi, pp. 1680, v sassofonista Rudresh Mahanthap- band molto interessante completata pa, entrambi nati da genitori indiani da musicisti americani come Josh emigrati negli Stati Uniti, e protago- Roseman (trombone), Jason Ada- nisti di un jazz urbano venato di in- siewics (vibrafono), Larry Grenadier Gli uomini,ini, i luluoghioghi e llee vivicendeicendde del jajazzzz itaitalianoliano nenel secondsecondoo volumvolume fl uenze tradizionali. Spazio poi alla (contrabbasso) e Jim Black (batteria). della serie: dalla Secondaonda GGuerrauerra MoMondialendiale allallaa fi ne ddegliegli aanninni coppia formata dal trombettista Ste- E ancora il duo Chick Corea & Sessanta. I grandi centrientri della radio e degli auditoriumauditorium, l’apporto ven Bernstein, specialista della slide Gary Burton, il quintetto di Tomasz della provincia, gli eventi che hanno segnato il jazz in Italia. trumpet e vivace esponente della Stanko, Enrico Pieranunzi alle prese scena downtown (ma anche collabo- con Scarlatti e la Funk Unit di Nils ratore di Lou Reed), insieme al nostro Landgren. Enrico Bettinello pianista Riccardo Fassi; all’intrigante 10 ATTUALITÁ | POP n.279, marzo 2011

TOUR

Campioni del Po Il ritorno dei Subsonica con il nuovo Eden e una tournée in partenza il 31 marzo

JACOPO TOMATIS

uindici anni di vita, video e testi user generated, il cui ritornello ripete “Non siete riusciti a bissare Mi- campionamenti fl uviali e un fi lm horror fatto in crochip emozionale” e il cui testo, un elenco di inadegua- Qcasa, oltre naturalmente a un disco e una tour- tezze, è stato scritto con contributi dei frequentatori del née in partenza da Pordenone (31 marzo) che proseguirà sito. Gli anni Novanta rimangono un peso ingombrante, almeno fi no a primavera. È la fotografi a un po’ mossa insomma: «Quella scena è ancora un riferimento perché dei Subsonica versione 2011 scattata da Max Casacci, ha saputo uscire dagli schematismi: gli Afterhours erano produttore, chitarrista e – con parola splendidamente rock e ora sono diventati qualcos’altro, i Marlene sono demodè – ideologo della band. Sembra che la voglia di andati nelle radio con un featuring di Skin, noi siamo sta- contemporaneità e i trabocchetti della commerciabbbilità ti a Sanremo... Non mi sembra che la generazione degli («Scrivilo con tre “b”», si raccomanda l’intervistato) siano anni Zero abbia accettato questa sfi da, che abbia pro- i due poli intepretativi intorno a cui gravita il discorso. vato a uscire dalle complicità con un pubblico con cui Per quanto riguarda il primo, quello positivo, è da sempre condivide gli ascolti, spesso in modalità esterofi la. Mi punto d’orgoglio per la band torinese, che sul suo blog sembra sia mancato il coraggio di farsi sparare addosso». comunicava le impressioni a caldo sul lavoro in studio La defi nizione di come suonino oggi i Subsonica andreb- dicendosi soddisfatta di aver realizzato «un cd del 2011, be ricalibrata di volta in volta, secondo Casacci: «Ma se che risente degli stimoli di quello che succede nel 2011». allarghiamo molto lo zoom… È pop. Nelle sue stagio- «Quando facevamo musica negli anni Novanta – spiega ni più preziose il pop è la traduzione in forma canzone Casacci - era più facile essere compresi nell’incrocio fra di stimoli contemporanei che vanno ben oltre la musi- i vari stili, almeno fi no al 2000 la musica era ancora lo ca. Ormai i Subsonica sono arte pop», dice ridendo. E “spirito guida” dei tempi, veniva con- siamo tornati al polo iniziale, quello divisa anche quando rigenerava i lin- che obbliga alle orecchie ben aperte guaggi: pensa alla diffusione avuta da sul mondo. Chiacchierando di suoni, gruppi come i Chemical Brothers… Max cita il dubstep mischiato all’in- Noi ci eravamo pienamente dentro. die rock di “Serpente”: «Un esperi- Ora la passione per le nuove fron- mento che non avevo mai sentito tiere è cosa per pochi appassionati. fare, neanche dai produttori inglesi». da 25 anni Ad esempio, un brano come “Eden” Oppure Caribou: «Nel singolo “Istri- con la musica [il singolo che ha anticipato il disco, ce”, per questo vezzo di utilizzare un una ballata elettronica fra sintetiz- fruscìo che suona ritmicamente e dà zatori vintage e tocco “italiano”] è una componente di calore analogico stato compreso perfettamente dalla da cassetta e insieme di suono». E che generazione Club To Club, per par- nel caso specifi co ha un valore simbo- lare di Torino, che lo ha apprezzato lico: è un campionamento - rielabora- in quanto contemporaneo. Il pubblico affezionato ai Su- to - dello scorrere del Po ai Murazzi, epicentro musicale bsonica dagli anni Novanta l’ha preso invece in modo delle notti torinesi. Una soluzione alla Matthew Herbert, strano. L’ambiente della musica è davvero poco laico: ci non riconoscibile all’ascolto ma signifi cativa in sé. sono in gioco passioni forti ed è giusto che il confronto In concerto, molte di queste ricerche dovranno essere il giornale della musica sia anche un po’ violento». Il che ci porta al polo oppo- “tradotte” da un gruppo che, sul palco, ha sempre avuto sto, quello della commerciabbbilità con tre b. «La premessa un impatto più “rock”. «Non so se lo si possa defi nire è a Francoforte alla è che, mentre lavoravamo sul nuovo materiale in cam- “rock”, di sicuro dal vivo la priorità è mantenere un livel- pagna, abbiamo girato col telefonino un “fi lm” horror, lo energetico molto alto. Useremo come sempre qualche che diventava ogni sera più grottesco», racconta Max sequenza campionata, ma solo quando è strettamente Musikmesse divertito. «A un certo punto dovevamo inventarci perché necessaria: molto spesso si tratta di piccoli elementi rit- qualcuno volesse ucciderci… Abbiamo fatto riferimen- mici che Ninja [il batterista del gruppo], avendo solo due 6-7-8-9 aprile 2011 to a una serie di messaggi ricevuti negli anni: “Vi fate i braccia, non può suonare e che producono le poliritmie migliardi”, “vi siete venduti alla commerciabbbilità”…». Il necessarie a un beat drum’n’bass. A me piace suonare e titolo è – appunto – Uccisi dalla commerciabilità. avere le dinamiche di una live band è una scelta che ab- Refusi e maniaci omicidi a parte, quella di essere di- biamo fatto da subito. Ovviamente riarrangeremo molto, ventati parte del mainstream è un’accusa rivolta ciclica- ad esempio “Eden”, che è un pezzo mattutino, con una per informazioni e appuntamenti: mente a molti gruppi del rock italiano usciti dagli anni linea vocale sonnecchiante, andrà rivisto, perché con un [email protected] Novanta: se nell’ultimo disco i Marlene Kuntz hanno gruppo che suona a pieno volume è diffi cile mantenere reagito a denti stretti, i Subsonica ci hanno riso sopra, quel tipo di suggestioni». recuperando un divertissement come “Benzina Ogoshi”, ATTUALITÁ | WORLD 11

RASSEGNA L’Asia a portata di mano

Darbar, al MAO di Torino, è una rara finestra sulle musiche d’Oriente. L’etnomusicologo John Baily suona e racconta l’Afghanistan

PAOLO SCARNECCHIA

aggiungo John Baily via diventando uno strumento cosmopo- Skype negli Stati Uniti, in lita, grazie anche a suonatori italiani, RVirginia, dove si trova per greci, spagnoli, statunitensi attivi nei presentare uno dei suoi documenta- loro rispettivi paesi. Baily ha iniziato ri più noti e premiati, Amir, che sarà a suonare questo liuto a manico corto proiettato a Torino, e per partecipare dall’inconfondibile timbro (derivato ad un seminario su esiliati, rifugiati, dalle corde di risonanza simpatica) confl itti e riconciliazioni presso la Si- come parte integrante delle sue inda- racuse University della Stato di New gini etnomusicologiche, ed è grazie Lingling Yu York. Mi spiega che i centri creativi alle sue ricerche e ai suoi lavori di do- della musica afghana moderna, ossia cumentazione che sappiamo in che il pop, ora sono negli Stati Uniti, in modo la musica tradizionale afghana Doubleday, gli chiedo delle differen- di questa famosa cantante di Herat; Canada, in Europa e in particolare in sia sopravvissuta all’invasione so- ze tra le musiche dell’universo ma- ora che è in pensione, come docente Germania, nei pressi di Amburgo, e vietica e alla furia censoria talebana. schile e di quello femminile, e mi ri- universitario, avrà più tempo per de- che il rubab, lo strumento “naziona- Quando gli chiedo dello stato attuale sponde che ne parleranno a Torino, e dicarsi al miglioramento della tecnica. John Baily le” della musica d’arte afghana, sta della musica in Afghanistan, mi dice che il suo duo “familiare” li abbraccia Baily sarà per la prima volta a Torino, che pur avendo subito trasforma- entrambi: primariamente strumenta- anche se dall’Italia ha già ricevuto zioni a causa della diaspora, è viva le e pubblico l’uno, e prevalentemen- segnali di attenzione, in particolare e pulsante: cita l’esempio delle feste te vocale e domestico l’altro, ed è per da Palermo, grazie anche alla rivista nuziali, nelle quali la musica tradi- questo che oltre al rubab - strumento “Avidi Lumi”, della quale era un esti- zionale cede spesso il passo a quella della tradizione “classica” - suona matore. In attesa degli incontri del 3, Verso la Cina moderna, con gli strumenti elettro- anche il dutar, il liuto a manico lun- 4 e 5 marzo, se volete conoscere tutti nici, perché, come altrove, il mondo go più adatto al repertorio folk del- i dettagli della realizzazione di Amir, ino al 21 aprile il giovane Museo d’Arte Orientale di Torino accoglie una sta cambiando, anche se gli uomini l’universo femminile. Aggiunge che e capire la straordinaria qualità delle Fserie di concerti serali dedicati alle musiche tradizionali di diff erenti continuano a festeggiare separati dal- l’elemento più importante del duo è ricerche di Baily, potete consultare il aree dell’Asia, incorniciati da attività pomeridiane che comprendono visite le donne. Pensando al fatto che tiene sua moglie, che da allieva di Zainab sito www.der.org/resources/study- guidate, proiezioni, incontri, e conversazioni con studiosi e specialisti concerti con sua moglie, Veronica Herawi ha poi fatto parte del gruppo guides/amir.pdf. italiani e stranieri. Anche se la rassegna promossa dalla Fondazione Torino Musei si intitola Darbar - termine di origine persiana che in lingua urdu indica la corte di nobili e principi, quale luogo elettivo nel quale si coltivava l’arte musicale - non si rivolge soltanto a studiosi ed esperti, come sottolinea il suo curatore, Renzo Pognant, ma ad un pubblico il più eterogeneo possibile; anche famiglie, dato il luogo, il taglio divulgativo e gli appuntamenti specifi camente rivolti ai bambini. Il progetto mira a stimolare la curiosità e l’interesse nei confronti di culture musicali poco accessibili al pubblico occidentale, e allo stesso tempo a valorizzare le collezioni del museo. Anticipare o prolungare l’esperienza del concerto attraverso percorsi di osservazione di altre forme d’arte, o di rifl essione sulla dimensione fi losofi ca, estetica o esoterica delle culture sonore, serve non soltanto a colmare le distanze geografi che e linguistiche, ma anche a ricontestualizzarne l’ascolto al di fuori del luogo di origine. Per tale motivo nel programma fi gurano i nomi di numerosi esperti, e soprattutto di musicisti che sono anche musicologi e viceversa, ossia di persone capaci di mediare e tradurre, facilitando la comprensione di espressioni musicali che rappresentano il patrimonio collettivo di variegate comunità e che sono il frutto di complesse stratifi cazioni culturali. Marzo si apre con una settimana dedicata all’Afghanistan (dal 3 al 12), e prevede un concerto di John Baily e Veronica Doubleday, seguito da una conversazione sulle musiche afghane e dalla proiezione di due importanti documentari realizzati dallo studioso anglosassone, Amir: An Afghan refugee musicians’s life in Peshawar (Pakistan) del 1985 e A Kabul Music Diary del 2002, frutto di studi e ricerche sul campo già avviate dal 1973; e inoltre una conversazione sulla musica del cinema afghano con Razi Mohebi, Soheila Giahaveri, Enrico Verra, e la proiezione di cortometraggi. Poi spazio alla Cina (17-25 marzo) e alla sua musica di corte presentata da Liu Fang, con un concerto di pipa (liuto) ed erhu (violino a due corde) suonati da Lingling Yu e Guo Gan, ed una conversazione di Daniele Sestili, che cura anche l’incontro con la musica coreana, a cui è dedicata la tappa successiva (31 marzo e 1° aprile), con il concerto della suonatrice di komungo (cetra), Kim Eunjung . Infi ne, le proposte dedicate all’Indonesia (7-15 aprile) si concentrano sull’isola di Giava, grazie alla danzatrice Theresia Sri Kurniati, ai documentari sulle danze bedhoyo, e al concerto di Aloysius Suwardi e dei Southbank Gamelan Players. A conclusione di questo intenso e avvincente percorso, un incontro con Jean During e Giovanni De Zorzi (21 aprile) sul rapporto tra musica e sufi smo, che oltre a rappresentare l’Iran e la Turchia abbraccerà simbolicamente tutta l’Asia. p.s 12 ATTUALITÁ | n.279, marzo 2011 cartellone ogni giorno leggi on line su

CARTELLONE e RECENSIONI LEGENDA A = contralto; all. = allestimento; B = basso; bat = batteria; Br = baritono; c = coro; cdb = corpo di ballo; cfag = controfagotto; chit = chitarra; cl = clarinetto; clav = clavicembalo; cl b = clarinetto basso; comp = compagnia; cor = coreografia; cost = costumi; cT = controtenore; ctb = contrabbasso; def. = definire; dir = direttore; fag = fagotto; fisar = fisarmonica; fl = flauto; int = interpreti; m = matiné; mand = mandolino; mc = maestro del coro; Ms = mezzosoprano; mus = musica; ob = oboe; orch = orchestra; org = organo; ott = ottavino; perc = percussioni; pf = pianoforte; prog. = programma; r = regia; rec = recitante; S = soprano; s = soirée; sax = sassofono;sc = scene; T = tenore; tim = timpani; tr = tromba; trbn = trombone; v = voce; vl = violino; vla = ; vlc = violoncello; xil = xilofono. classica Italia

Teatro Comunale di Modena, mc Colò. Trieste baum, Orchestra e Coro del Teatro del- Milano G. Verdi, dir Zhang, vl Steinba- CAMPANIA 25, 27m: Risorgimento!, mus Ferrero, li- l’Opera di Roma, dir Muti, mc Gabbiani cher (mus Rimskij-Korsakov). 10, 11, Teatro Lirico Giuseppe Verdi (040 bretto Oliveri; int Luongo, Corradetti, (nuovo all.). Palazzo Montecitorio, Ca- 13m: Orchestra Sinfonica di Milano G. 6722111, Numero Verde 800090373, tea- Malavasi, Spina, Mangione, r Gallione, mera dei Deputati, 21: Orchestra e Coro Napoli troverdi-trieste.com), 12 marzo, 13m, Verdi, dir Zhang (mus Berio, Mahler). sc Santi, cost Pernigotti, luci Oliva, Or- 15, 16, 17, 18m, 19m: Salome, mus R. del Teatro dell’Opera di Roma, dir Muti, 17, 18, 20m: Orchestra Sinfonica di Mi- Teatro di San Carlo (0817972331, chestra e Coro del Teatro Comunale di Strauss; int Brubaker/Moretto, Brimberg/ mc Gabbiani (Concerto per i 150 anni del- lano G. Verdi, dir Axelrod, pf Lupo (mus teatrosancarlo.it), Teatro di San Carlo, Bologna, dir Mariotti, mc Fratini (prima Zinovieva, Doss/Von Duisburg, Milho- l’Unità d’Italia). R. Strauss, Liszt). 24, 25, 27m: Orchestra 8 marzo, 9, 10, 11, 12, 13m: Carmen, assoluta; in occasione delle celebrazioni fer, Traversi, r Lavia, Orchestra del Teatro Sinfonica di Milano G. Verdi, dir Mar- mus Bizet; int Chauvet/Topciu, De per i 150 anni dell’Unità d’Italia); Il pri- Lirico G. Verdi di Trieste, dir Reck. LIGURIA shall, fisar Vendramin, Coro Sinfonico di Leon/Carè, Bilyy/Grassi, Daolio/Sassu, gioniero, mus Dallapiccola; int Corradetti, Milano Giuseppe Verdi, mc Gambarini Stroppa, Vendittelli, r e cor Van Hoecke, Armstrong, Darashvili, Di Vietri/Olivieri, (mus Gubajdulina, Holst). 31, 1 aprile, sc Rubertelli, cost Lai, Orchestra, Coro, r Gallione, sc Santi, cost Pernigotti, lu- LAZIO Genova 3m: Orchestra Sinfonica di Milano G. Coro di voci bianche e Corpo di ballo ci Oliva, Orchestra e Coro del , dir Marshall, pf Micallef, Inanga, del Teatro San Carlo, dir Guingal, mc GOG Giovine Orchestra Genovese Comunale di Bologna, dir Mariotti, mc Roma S Brathwaite, T Allsopp, Br Short, Coro Caputo, Rinaldi. 26: Orchestra del Tea- (0108698216, gog.it), Teatro Carlo Feli- Fratini (nuovo all.). ce, 7 marzo: Altenberg Trio (mus Fauré, Sinfonico di Milano G. Verdi, mc Gam- tro di San Carlo, dir B. Campanella (mus Accademia Filarmonica Romana (06 barini (mus Martinů, Orff). Rossini, Respighi, Rota). 3201752, c/o Teatro Olimpico 063265991, Lombardi, Martin, Ravel). 14: vlc Bronzi, Parma pf Gamba (mus Beethoven, Schumann, Società del Quartetto (02795393, filarmonicaromana.org), Teatro Olimpi- quartettomilano.it), Conservatorio G. Nuove Atmosfere - Filarmonica “A. To- co, 3 marzo: Gian Burrasca, mus Rota Zimmermann). 21: Quartetto di Tokyo, EMILIA ROMAGNA Verdi, 1 marzo: pf Abboud Ashkar (mus scanini” (0521391320, filarmonicatosca- trascrizione per quintetto Scaramuzza, vla Shimuzu (mus Mozart). 28: Came- Bach, Schubert, Brahms). 8: pf Perahia nini.it), Auditorium Paganini, 29 marzo: testo e regia Wertmüller; v Elio, cl Giuf- rata Bern, dir e pf Schiff (mus Mendels- (mus Bach, Beethoven, Brahms, Schu- Bologna Orchestra Giovanile L. Cherubini, dir e fredi, fisar Chiacchiaretta, chit Bandini, sohn, Bach). mann, Chopin). 22: Quartetto di Tokyo, pf M. Campanella (mus Liszt). ctb Fagone, perc Grassi (in occasione del Teatro Carlo Felice (010589329, carlo- Bologna Festival 2011 (0516493397, vla Shimuzu (mus Mozart). Teatro al Parco (052199381, 32774 centenario della nascita di Nino Rota). felice.it), 2 marzo: Orchestra del Teatro bolognafestival.it), GRANDI INTERPRETI: Tea- Teatro alla Scala (0272003744, 02 69918), 8 marzo: Lagerblock, oratorio li- Teatro Argentina, 10: Quartetto Ca- Carlo Felice, dir Mottadelli, pf Damerini tro Manzoni, 15 marzo: London Philhar- 860775, teatroallascala.org), 2 marzo, beramente tratto dal racconto di F. Féne- sals (mus Mozart, Kurtág, Beethoven). (mus Beethoven). monic Orchestra, dir V. Jurowski (mus 4, 6, 23, 25: Tosca, mus Puccini; int Ra- lon “Ad Auschwitz c’era un’orchestra”, Teatro Olimpico, 17: pf Andaloro (mus Haydn, Mendelssohn, Brahms). Teatro dvanovsky/Dyka, Berti, Lucic/Terfel, Va- mus Nidi, libretto e drammaturgia Piz- Beethoven, Liszt, Schoenberg). Manzoni, 22: pf Schiff (mus Schubert). LOMBARDIA tchkov/Tsymbalyuk, Morace/Girolami, zol (prima esecuzione assoluta; prodotto Accademia Nazionale di Santa Ceci- TALENTI: Oratorio San Filippo Neri, 31: Pelissero, Panariello, r Bondy, sc Peduz- dalla Cooperativa L.A.M.P.I. di Musica). lia (c/o Parco della Musica 068082058, vl Gao Can, pf Cao Hui (mus Mozart, zi, cost Canonero, luci Bauer, dir Wellber santacecilia.it), Auditorium Parco della Cremona Milstein, R. Strauss). (nuova produzione). 5m: Ensemble da Ravenna Musica, Sala Santa Cecilia, 1 marzo: Or- Teatro Comunale di Bologna (051 Teatro Ponchielli (0372022001, tea- Camera dell’Accademia del Teatro alla chestra e Coro dell’Accademia Nazio- 529958, tcbo.it), Teatro Comunale, 1 Ravenna Musica 2011 - Associazio- tro ponchielli.it), 14 marzo: pf K. & M. Scala, dir Angius (Concerti dell’Accademia). nale di Santa Cecilia, dir Nézet-Seguin, marzo, 2, 4, 6m, 8, 9, 11m, 13m: Don ne Musicale Angelo Mariani (054439837, Labèque, perc Grau, Bencid (mus Ger- 5, 8, 10, 12, 15, 19: Death in Venice, mus pf Argerich (mus Prokof’ev, Ravel). Sala Giovanni, mus Mozart; int Ford/Arduini, angelomariani.org), Teatro Alighieri, 1 shwin, Bernstein). 22: pf Kim, A Prina Britten; int Graham-Hall, Coleman-Wri- Sinopoli, 4: Ottoni e Percussioni dell’Ac- Marková/Corvino, Gatell/Cortellazzi, marzo: Orchestra La Risonanza, dir e (mus Liszt). 26: Orchestra Giovanile L. ght, Davies, Van Hulle, Dennis, John- cademia Nazionale di Santa Cecilia, dir Remigio/Yu, Concetti/Tittoto, Favarel- clav Bonizzoni (mus Bach, C.Ph.E. Ba- Cherubini, dir e pf M. Campanella (mus ston, Byrne, Gunthorpe, Wilson, Novis, e tr Hardenberger (mus Petrassi, Stearn, li, Corrò, Bisceglie/Bridelli, r sc e cost ch). 7: I Virtuosi Italiani, dir e vl Martini, Liszt). 31: Filarmonica ‘900 del Teatro Shaw, De Leersnyder, r Warner, sc Pye, Lindberg, Musorgskij). Sala Santa Ceci- Pizzi, luci Raponi, Orchestra e Coro del sax Albonetti (mus Britten, Glazunov, Regio, dir Noseda, vlc Dindo (mus cost Obolensky, cor Brandstrup, luci lia, 5, 7, 8: Orchestra e Coro dell’Accade- Teatro Comunale di Bologna, dir Pál, mc Rota). 29: Richard Galliano Sextet (Da Šostakovič, Beethoven). mia Nazionale di Santa Cecilia, dir Naga- Kalman, dir Gardner (nuovo all.). 7: pf Fratini. Teatro Comunale, Sala Bibiena, Bach a Piazzolla). no, S Persson, Hallenberg, T Prégardien Lang Lang, vl De Angelis, vlc Persichil- 5: “L’Altro Comunale”: Orchestra del Mantova (mus Schubert, Mozart). Sala Sinopoli, li (mus Rachmaninov, Mendelssohn, Teatro Comunale di Bologna, dir Boni Reggio Emilia Orchestra da Camera di Mantova 11: pf M. Campanella, Coro dell’Acca- Čajkovskij). 13: pf Barenboim (mus (mus Webern, Mahler, Bach/Webern, “Tempo d’Orchestra” (0376368618, oc I Teatri di Reggio Emilia (0522458811, demia Nazionale di Santa Cecilia (Piano Liszt). 19m: Galina Vishnevskaya Opera Schumann/Mahler). Teatro Manzoni, 12: mantova.com), Suzzara, Auditorium, Numero Verde 800554222, iteatri.re.it), Liszt 1811-2011, mus Liszt). Sala Santa Centre - Mosca (Ospitalità delle Accademie Orchestra e Coro del Teatro Comunale Teatro Valli, 1 marzo, 2: Il Naso, mus Cecilia, 12, 14, 15: Orchestra e Coro del- 5 marzo: Quartetto Prometeo (mus Internazionali). 20, 22, 24, 26, 30, 1 apri- di Bologna, dir Fisch (Ein deutsches Re- Šostakovič; Solisti, Orchestra e Coro del l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Beethoven, Berg, Schubert). Mantova, le, 3: Die Zauberflöte, mus Mozart; int quiem, mus Brahms). Teatro Comunale, Teatro Musicale da Camera di Mosca “B. dir Pappano, pf Berezovsky (mus Ver- Teatro Sociale, 17: Orchestra da Came- Groissböck, Pirgu/Davislim, Roth, Sad- 18 (ore 9, 11 e 16): “L’Altro Comunale” Pokrovskij”, dir Agronskij, r Pokrovskij, di, Liszt, Mahler). Sala Sinopoli, 16: vlc ra di Mantova, dir Benzi, pf Pace (mus nik, Shagimuratova, Kühmeier, Mikolaj, - Cantiamo l’Opera/Opera Off: Nabucco. sc e cost Talalaj, cor Talankina. 9: Festival Piovano, pf Pappano (mus Schumann, Schubert, Liszt, Mendelssohn). Manto- Grötzinger, Radner, Tynan, Esposito, C’era una volta la figlia di un Re, da Nabucco Strings Lucerne, dir Fiedler, pf Bahrami Brahms, Rachmaninov, Prokof’ev). Sala va, Teatro Bibiena, 31: Europa Galante, Bronder, Sadnik, Lim, r Kentridge, sc di Verdi, adattamento musicale Cara; int (mus Mendelssohn, Bach, Dvořák). 19: Santa Cecilia, 25: pf Blechacz (mus Mo- dir Biondi (mus Bach). Kentridge, Theunissen, cost Goiris, luci Cantanti AsLiCo, r sc e cost Collazuol, pf K. & M. Labèque, perc Grau, Bencid zart, Debussy, Szymanovski, Chopin). Tipton, video Meyburgh, dir Böer. 28 dir Pasqualetti (Progetto Opera Domani Milano (mus Gershwin, Bernstein). IUC Istituzione Universitaria dei marzo: Br Hampson, pf Rieger (mus - XV edizione). Teatro Comunale, Sala Concerti (063610051, concertiiuc.it), Au- Filarmonica della Scala (0272023671, Liszt, Mahler). Bibiena, 20m: “L’Altro Comunale”: Coro la Magna dell’Università La Sapienza, 1 filarmonica.it), Teatro alla Scala, 14 di voci bianche del Teatro Comunale, FRIULI VENEZIA GIULIA marzo: Igudesman & Joo (A Little Night- marzo: Filarmonica della Scala, dir Meir Pavia Piccolo Coro dell’Antoniano di Bolo- mare Music). 5m: pf Ballista (50 Autori). Wellber, pf Barenboim (mus Beethoven, gna. Teatro Comunale, Sala Bibiena, Teatro Fraschini (0382371214, teatro Monfalcone (GO) 8: vl Mullova, fortepiano Bezuidenhaut Liszt, Boccadoro; il 12 alle ore 13.30 Pro- 26: “L’Altro Comunale”: Orchestra del fraschini.it), 7 marzo: I Solisti di Pavia, (mus Beethoven). 12m: pf K. & M. va aperta a favore del Centro socio ricreativo Teatro Comunale di Bologna, dir Polastri Teatro Comunale di Monfalcone dir e vlc Dndo (mus Elgar, Fedele, Rota). Labèque, perc Grau, Bencid (mus Ger- Ercole Ratti). 21: Chamber Orchestra of (mus Bach, Mahler). (0481790470, teatromonfalcone.it), 9 9: Festival Strings Lucerne, dir Fiedler, marzo: fl Pretto, pf Nicolini (mus Berio, shwin, Bernstein). 22: Quartetto d’Ar- Europe, dir Ashkenazy, ob Leleux (mus pf Bahrami (mus Mendelssohn, Bach, chi di Torino, Ensemble Algoritmo, dir Šostakovič, Mozart, Schumann). Modena Poulenc, Jolivet, Prokof’ev). 15: pf Várjon Dvořák). 28: pf Ax (mus Schubert). (mus Kurtág, Skrjabin, Wagner, Liszt). Angius (mus Sani, Mahler, Webern, De- ISU Bocconi - Furcht Pianoforti Mila- Teatro Comunale Luciano Pavarotti bussy). 26m: Quartetto di Tokyo (mus no (0258362147, unibocconi.it, furcht.it), Sondalo (SO) (0592033010, teatrocomunalemodena.it), Mozart, Szymanovski, Beethoven). Aula Magna dell’Università Bocconi, 17 Sacile (PN) 3 marzo, 4, 6m: , mus Verdi; int Teatro dell’Opera (0648160255, 0648 marzo: pf F. e V. De Stefano (mus Liszt, Amici della Musica Sondalo (0342 Solari/Kalmandi, Kudinov/Stanimirov, Fazioli Concert Hall (043472576, fa- 17003, operaroma.it), Teatro dell’Opera, Saint-Saëns). 31: pf Sciortino (mus Pou- 801816, amicidellamusica.org), Palaz- Branchini/Boross, Iuliano/Decaro, Ce- zioliconcerthall.com), 9 marzo: Vienna 12 marzo, 15, 17 (serata per la Presiden- lenc, Prokof’ev, Schumann). zetto Comunale, 5 marzo: Orchestra del ron, Barsoumian, Miyamoto, r Cobelli, Brahms Trio (mus Brahms, Beethoven). za della Repubblica), 19m, 20m, 22, 24: Orchestra Sinfonica di Milano G. Teatro Olimpico di Vicenza, dir De Lo- sc e cost Diappi, luci Ricci, Orchestra 23: pf Despax (mus Liszt, Bach, Buso- Nabucco, mus Verdi; int Nucci/Meoni, Verdi (0283389401, laverdi.org), Audi- renzo (mus Beethoven, Finzi, Schubert). Regionale dell’Emilia Romagna, dir Si- ni, Beethoven). 30: (Jazz Poli, Beloselskiy, Matos, Kutlu, r e sc torium di Milano Fondazione Cariplo, 31: S Mazzola Gavazzeni, pf Fiamingo sillo, Coro Lirico Amadeus-Fondazione piano solo). Scarpitta, cost Millenotti, luci Schöne- 3 marzo, 4, 6m: Orchestra Sinfonica di (mus Schumann, Chopin/Viardot). ATTUALITÁ | 13

MARCHE Orchestra Filarmonica di Torino tetto di Cremona (mus Beethoven). 23: Firenze VENETO (011533387, oft.it), Conservatorio “G. Quartetto di Tokyo, vla Shimuzu (mus Amici della Musica Firenze (055 Verdi”, 6m marzo, 8: Gli Archi dell’Or- Mozart). 30: pf Wang (mus Schumann, 607440, amicimusica.fi.it), Teatro del- Ancona chestra Filarmonica di Torino, dir Lam- Skrjabin, Chopin). Venezia la Pergola, 5m marzo: pf Lewis (mus berto, vlc Vogler (mus Mendelssohn, Teatro delle Muse (07152525, tea- Schubert). 6: pf Perahia (mus Bach, Fondazione Teatro La Fenice (041 Boccherini, Mozart, C.Ph.E. Bach). trodellemuse.org), 4 marzo,6m: Don SICILIA Beethoven, Brahms, Chopin). 12m: pf 786511, Call Center Hellovenezia 041 Orchestra Sinfonica Nazionale del- Pasquale, mus Donizetti; int Chausson, Helmchem (mus Bach, Schoenberg, 2424, teatrolafenice.it), Teatro La Fenice, la Rai (0118104653, orchestrasinfonica. Pastrana, Kudrya, Quiza, Medici, r De Mendelssohn, Beethoven). 13: Quartet- 1 marzo, 2, 3, 6m, 8, 9, 11, 12m, 13m: La rai.it), Auditorium Rai “A. Toscanini”, Palermo Rosa, sc Grassi, cost Pescucci, luci Mari, to Casals (mus Mozart, Kurtág, Beetho- Bohème, mus Puccini; int Guèze/Terrano- 10 marzo, 11: Orchestra Sinfonica Na- Orchestra Filarmonica Marchigiana, dir (0916053580, Nume- ven). 19m, 20: Quartetto di Tokyo, vla va, Seung-Gi Jung/Salerno, Dall’Amico/ zionale della Rai, dir Ferro, Ms Bacelli B. Campanella, Coro Lirico Marchigiano ro Verde 800907080, teatromassimo.it), 1 Shimuzu (mus Mozart). 26m: vl Wein- Buratto, Lee/Farnocchia, Sadovnikova/ (mus Ravel). 19: Orchestra Sinfonica V. Bellini, mc Crescenzi. marzo, 2, 3: La Gioconda, mus Ponchielli; meister, Sepec, vla Charisius, vlc Erben, Díaz, Gabba/Battiato, Ferrara, Snarski, Nazionale della Rai, dir M. Rota (Nino int Dessì/Safronova, Cornetti/Volkova, ctb Posch, cl Täubl, corno Vlatkovic, fag Favaron/Mattiazzo, Passilongo/Pastore, Rota dalla Strada al Padrino, concerto con Vinogradov/Amoretti, Fiorillo/Melis, Li- Turkovic (mus Mozart, Françaix, Schu- Giacalone/Casagrande, Zanette/Nales- PIEMONTE fotoproiezioni nei cent’anni dalla nascita citra/Grollo, Mastromarino/Guelfi, Nar- bert). 27, 28: vlc Dindo (mus Bach). so, r Micheli, sc Sanchi, cost Aymonino, del compositore; in collaborazione con dinocchi, Barbagallo/Giordano, Bambi, Ort-Orchestra della Toscana (05523 dir Valčuha/Beltrami, mc Moretti, Piccoli il Museo Nazionale del Cinema). 24, Chivasso (TO) Lo Re/Giordano r Grinda, sc Chevalier, 42722, Teatro Verdi 055212320, orche- Cantori Veneziani, mc D’Alessio (nuovo 25: Orchestra Sinfonica Nazionale della De Lajartre, cost Capeyron, cor Ribaud, stradellatoscana.it), Teatro Verdi, 8 mar- all.). 16: Orchestra e Coro del Teatro La Chivasso in Musica 2011 (Associa- Rai, dir Franck, S Bobro (Sinfonia n. 4, luci Chatelet, dir Dinic, mc Faidutti, Pun- zo: Orchestra della Toscana, Igudesman Fenice (Notte del Tricolore, concerto per il zione Musicale Contatto 0112075580, Mahler). turo. 23m, 24m, 25m, 26m, 27m, 29m: & Joo (A Big Nightmare Music). 24: Orche- 150° anniversario dell’Unità d’Italia). 25, chivassoinmusica.it), Duomo Collegia- Teatro Regio (0118815241, teatrore- Cenerentola.com, opera per ragazzi; mus stra della Toscana, dir Rilling, S Ullrich, 26m, 27m, 29: , mus Verdi; int ta di Santa Maria Assunta, 7 marzo: pf gio.torino.it), 16 marzo, 18 (riservata L. Gregoretti, N. Sani, libretto A. Archi- tr Schmidt (mus Bach, Mozart). Cutler/Mukeria, Platanias/Frontali, Sa- Chevallier, vlc Istomin, cl Casale (Il sa- 150° Unità d’Italia), 19, 20m, 22, 23, bugi; int Praticò, Mazzucato, Markova, dovnikova/Rossi, Buratto, Innamorati, lotto dell’Ottocento). 24: Orchestra dell’Ac- 25, 27m, 29: I Vespri siciliani, mus Verdi; Venturi, Fontana, Consolini, Bellavia, r cademia Stefano Tempia di Torino, dir Lucca Lokar, Rota, Gabba, Zennaro, Dall’Ami- int Radvanovsky/Agresta, Kunde/Pretti, Esposito, dir Sagripanti (prima assoluta; Guida, pf Rocca (Omaggio a Beethoven). co, Traversi, r D. Abbado, sc e cost Chit- Vassallo/Viviani, Abdrazakov/Tanovi- spettacolo per le scuole). Festival Lucca in Musica 2011 (0583 tski, Russo, Ferrari, Lanza, Patti, Olivieri, ty, luci Alfieri, cor Bucci, dir Matheuz, 469960, associazionemusicalelucchese. mc Moretti. Pinerolo (TO) Carico, Stier, r Livermore, sc Centineo, it), Chiesa di Santa Maria dei Servi, 18 cost Giustino, luci Anfossi, Orchestra e TOSCANA Accademia di Musica (0121321040, marzo: Orchestra da Camera di Man- Verona Coro del Teatro Regio, dir Noseda, mc accademiadimusica.it), Teatro Sociale, tova, dir Benzi, pf Pace (mus Schubert, Fenoglio (nuovo all.). 25 (ore 10 e ore Cattedrale di Verona S. Maria As- 6 marzo: pf Timchenko (vincitore XVI Fiesole (FI) Liszt, Mendelssohn). 2 aprile: Orche- 12): Nabucco. C’era una volta la figlia di un sunta (045595627, operamoro.it), 12 edizione del Concorso Internazionale stra della Toscana, dir Kovatchev, pf Re, da Nabucco di Verdi, riduzione orche- Scuola di Musica di Fiesole (055 marzo: Aldo Moro, opera in un atto, mus Musica da Camera). Accademia di Mu- De Maria (mus Mendelssohn, Chopin, strale Cara, adattamento drammaturgico 597851, scuolamusica.fiesole.fi.it), Fi- Mannucci, libretto Ongaro; int Billier, sica, Sala Patrizia Cerutti Bresso, 22: Trio Schubert). Collazuol; int Cantanti AsLiCo, r sc e renze, Auditorium Cassa di Risparmio, Mauconduit, Ganizate, Dambruoso, r e Debussy (mus Beethoven). cost Collazuol, Orchestra del Teatro Re- 10 marzo: vlc Prandi, pf Turbil (mus sc Cerri, Ned Ensemble, dir Mannucci, gio, dir Pasqualetti (spettacolo nell’am- Beethoven, Čajkovskij, Chopin). Fiesole, TRENTINO ALTO ADIGE Coro A.L.I.V.E. (prima italiana). Torino bito de La Scuola all’Opera). Scuola di Musica di Fiesole, Auditorium Stagione Sinfonica, Lirica e di Bal- I Concerti del Lingotto (Associazio- Unione Musicale (0115669811, unio- Sinopoli, 12: Classe di Perfezionamento letto della Fondazione Arena di Verona Bolzano ne Lingotto Musica 0116677415, lingot- nemusicale.it), Conservatorio “G. Verdi”, di flauto di C. Tonelli (Premio Boccaccini). (0458005151, arena.it), Teatro Filarmo- to musica.it), Lingotto, Auditorium “G. 9 marzo: Quartetto Casals (mus Mozart, Sede da def., 26: Orchestra Giovanile Fondazione Teatro Comunale e Au- nico, 4 marzo, 6m, 8, 10, 12: Peer Gynt, Agnelli”, 22 marzo: Accademia Bizanti- Kurtág, Beethoven). 13m: Quintetto Italiana, dir Paszkowski, pf vincitore del ditorium (0471053800, ntbz.net), Teatro mus Grieg; int Monti, Fallai, Dwer- na, dir Dantone (Sei Concerti Brandebur- Calefax (mus Bach/Busoni/Althuis, Concorso per solisti delle classi di per- Comunale, 11 marzo, 12: Macbeth, mus ryhouse, Gioffrè, r sc e cost Pacini, dir ghesi BWV 1046-1051, mus Bach). Čajkovskij/Ellington, Vivaldi/Bach, De- fezionamento (mus Čajkovskij, Liszt). Verdi; int Solari/Kalmandi, Kudinov/ Tiboris. 11, 13m: Orchestra dell’Arena I Concerti del Teatro Regio (011881 bussy/Koselleck, Ortiz/Sanchez-Verdú). Scuola di Musica di Fiesole, Auditorium Stanimirov, Boross/Branchini, Iulia- di Verona, dir Battistoni, pf D’Amato 5241, teatroregio.torino.it), Teatro Regio, 14: Ensemble Lucidarium, canto Moretti, Sinopoli, 27m: Quartetto Klimt (Schu- no/Decaro, Ceron, r Cobelli, sc e cost (mus Rota, Respighi, Beethoven). 18, 21 marzo: Filarmonica ‘900 del Teatro Duceau (Una musa plebea. Repertori minori mann, Brahms). Firenze, Auditorium Diappi, luci Ricci, Orchestra Regionale 19m: Orchestra dell’Arena di Verona, Regio, dir Noseda, vlc Dindo (mus nella musica del Rinascimento italiano). 16: Cassa di Risparmio, 31: pf Ceci (mus dell’Emilia Romagna, dir Sisillo, Coro dir Letonja, perc Li Biao (mus Smetana, Šostakovič, Maderna, Beethoven). pf Lucchesini, vla Russo Rossi, Quar- Beethoven, Chopin). Lirico Amadeus mc Colò. Kodály, Brislav, Beethoven). classica estero

opera mus Verdi; int Smirnova, Perrin, Licitra, chestra Sinfonica Nazionale della Rai, am Rosa-Luxemburg-Platz, 27: Michael SALISBURGO Doss, Dumitrescu, Moisiuc, Osuna, dir Valčuha, vlc Yo-Yo Ma (mus Weber, Nyman Band, dir e pf Nyman (proie- Salzburg Biennale (0043662840199, Marin, r Joel, sc e cost Tommasi, dir Dvořák, Strauss, R. Strauss). Al Jahili zione del film A Sixth Part of the World salzburgbiennale.at), Tra i concerti: Sal- Ettinger. 11, 16, 19, 22: La Sonnambula, Fort, 4: Orchestra Sinfonica Nazionale PARIGI di D. Vertov con musiche dal vivo di zburger Landestheater, 3 marzo: Schwarz mus Bellini; int Parodi, Coburn, Pop, r della Rai, dir Valčuha, pf Bozhanov (mus Nyman). auf Weiss, mus Goebbels; Ensemble Mo- Opéra National de Paris (00331722 e sc Marelli, cost Niefind, dir Pidò. 18, Šostakovič, Rachmaninov, Borodin, Ri- dern, r Goebbels. Republic, 4: Ensemble 93535, 0033892899090, operadeparis. 21, 26, 29: Arabella, mus R. Strauss; int mskij-Korsakov, Čajkovskij). Al Jahili BRUXELLES Modern, dir Ollu, S Augestad, Br Ludlov fr), Opéra Bastille, 1 marzo, 6, 11, 15, Nylund, Reinprecht, Skovhus, Schade, Fort, 5: vlc Yo-Yo Ma, pf Stott (mus (proiezione di tre film di C. Chaplin con 18, 22, 27, 30: Siegfried, mus Wagner; r Bechtolf, sc e cost Glittenberg, dir Morricone, Gershwin, Brahms, Rach- Ars Musica (003222192660, arsmusi- musiche di Mason dal vivo). Republic, 5: int Kerl, Ablinger-Sperrhacke, Uusitalo, Schirmer. maninov). Al Jahili Fort, 9: pf Bozhanov ca.be), Tra i concerti: Palais des Beaux- Ensemble Modern, dir Roth (proiezione Sidhom, Milling, Zhang, Tsallagova, (mus Chopin, Liszt, Skrjabin, Debus- Arts, 14 marzo: Amsterdam Sinfoniet- del film muto Metropolis di F. Lang con Dalayman, r Krämer, sc Bäckmann, cost sy). Abu Dhabi Theatre, 10: pf Bozha- ta, dir Thompson, vlc Gabetta, r Audi strumentale musiche dal vivo di Matalon in prima Bauer, luci Leetz, dir Jordan (nuovo all.). nov, Bennewitz Quartet (mus Franck, (mus Wagner, Berg, Van der Aa). Flagey, assoluta). Solitär, 6: Oenm. Oesterrei- Opéra Bastille, 7, 10, 13m, 17, 20m, 24, Dvořák). Abu Dhabi Theatre, 11: Ben- 20: Netherlands Radio Philharmonic chisches Ensemble Für Neue Musik, dir 26, 29, 1 aprile: , mus Verdi; newitz Quartet (mus Haydn, Mozart, Orchestra and Chorus, dir Alsop (mus LUGANO e armonium Gielen, S Whittlesey, pf Li- int Anastassov, M. Alvarez/De Biasio, Beethoven). Debussy, Stravinskij, Murail). Conser- Kotchinian, Ferrari, Stoyanova, Cenni, Orchestra della Svizzera Italiana - “La vatoire, 29: Ensemble Linea, dir Wurtz twin (Die Glocken sind auf falscher Spur, montagna incantata” (0014918039549, mus Gielen). Salzburger Landesthea- r Deflo, sc e cost Orlandi, dir Oren, mc BERLINO (mus Eötvös, Bartók, Ligeti). Conserva- Di Stefano. Palais Garnier, 8 marzo, 12, rsi.ch/concertiauditorio/), Palazzo dei toire, 30: Ensemble Lucilin, vlc Deforce ter, 17: Kafka-Fragmente; mus Kurtág; v 16, 21, 23, 29, 1 aprile, 5: Kat’a Kabano- Congressi, 4 marzo: Orchestra della MaerzMusik 2011 - “Klang Bild Bewe- (mus Aperghis, Eötvös, Reuter, Xenakis). Kammer, vl Widman, r Gindt, sc e luci va, mus Janáček; int Denoke, Le Texier, Svizzera Italiana, Orchestra della Scuola gung” (Berliner Festspiele 0049302548 Palais des Beaux-Arts, 31: Tallinn Sin- Grünberg. Solitär, 18: Oenm. Oesterrei- Henschel, Kaasch, Silvasti, Briscein, Hill, Universitaria di Musica di Lugano, dir 9100, maerzmusik.de), Tra i concerti: fonietta, dir A. Mustonen, pf Mikkola, chisches Ensemble Für Neue Musik, dir r Marthaler, Viebrock, sc e cost Winter, Lombard (Eine Alpensinfonie op. 64, mus Moskau, 18 marzo: musikFabrik, dir vla Bashmet (mus Ives, Tüür, Kancheli, Kalitzke, A Otto (Mild und leise, mus Sch- luci Stache, cor Carp, dir Netopil, mc R. Strauss). Auditorio RSI, 11: Orchestra Saunders (Chroma XV, mus Saunders). Saariaho, Gobert). nebel). Republic, 20: Oenm. Oesterrei- Aubert. Opéra Bastille, 28 marzo, 31, 2 di Fiati della Svizzera Italiana, dir Cesa- Volksbühne am Rosa-Luxemburg-Platz, chisches Ensemble Für Neue Musik, dir Sánchez-Verdú (proiezione del film mu- aprile, 6, 10: Akhmatova, mus Mantova- rini (mus Daugherty, Balissat, Nelson, 19, 20: Ensemble Modern, dir Roth, r MONTE-CARLO ni; int Baechle, Kiss, Peintre, Abraham- Tull, Cesarini). Auditorio RSI, 18: Orche- del suono Ommer (proiezione del film to Nosferatu di F. W. Murnau con musiche yan, Condoluci, Dumaux, Dalis, r Joel, stra della Svizzera Italiana, dir Fischer, T muto Metropolis di F. Lang con musiche Printemps des Arts de Monte-Carlo dal vivo di Sánchez-Verdú). Solitär, 24: sc e cost Gussmann, luci Toelstede, dir Spence (mus Berlioz, Honegger, Haydn). dal vivo di Matalon). Kammermusiksaal (0037793255804, printempsdesarts.com), Ensemble Recherche (mus Mundry/Pau- Rophé, mc Aubert (prima assoluta). Auditorio RSI, 24, 25: Orchestra della der Philharmonie, 21: Alarm Will Sound, Tra i concerti: Musée Océanographique, set, Ulus, Döttlinger, Daigger, Huber). Svizzera Italiana, dir Valčuha, ctb Fagone dir Pierson (mus Schoenberg, Birtwistle, 18 marzo: Doulce Memoire, Kudsi Ergu- Solitär, 25: Arditti , v rec Rihm, Adams, Aphex Twin). Babylon, ner, dir Raisin Dadre (La porte de Félicité). Williams, Oenm. Oesterreichisches En- VIENNA (mus Prokof’ev, Bottesini, Beethoven). 23: Ensemble Unitedberlin, chit Lucas Parking des Pêcheurs, 19: Istanbul Music semble Für Neue Musik, pf Skuta (mus Wiener Staatsoper (004315131513, (proiezione del film J’accuse di A. Gance and Sema Group (The Whirling Dervishes Kessler, Mozart). Solitär, 26: Ensemble wiener-staatsoper.at), 7 marzo, 9, 12: festival con musiche dal vivo di Lucas, Nama- of Turkey). Casino de Beaulieu, 20: En- Recherche (mus Murail, Nishimura, Ariadne auf Naxos, mus R. Strauss; int var). Sophiensaele, 24: Nothing to Declare, semble Contraste, S Deshayes (Portrait Nodaira, Lazkano, Hervé, Takemitsu). Pereira, Houtzeel, Fritz, Novikova, mus Haapanen; Br Isherwood, r Paaso- Fauré I). Cap d’Ail, 25: pf Boffard, vl Grosse Universitätsaula, 27: Sinfonieor- ABU DHABI Stemme, Bankl, Müller, Ernst, Dern- nen, sc e luci Wikström, Plus Ensem- Dautricourt (Portrait Fauré II). Auditorium chester der Universität Mozarteum, dir tl, Pelz, Schmutzhard, Jelosits, Woldt, Abu Dhabi Classics Festival (004930 ble; Lelele, mus Wennäkoski; S Freund, Rainier III, 26: Orchestre Philharmoni- Stockhammer, v rec Williams, Salzburger Bruns, Ivan, Mars, Hartig, r sc e cost 22908950, abudhabiclassics.com), Emi- r Karvonen, sc e luci Wikström, video que de Monte-Carlo, dir Kreizberg, pf Chorknaben und Chormädchen (mus Sanjust, dir Tate. 10, 13, 17, 20, 23: Aida, rates Palace, Auditorium, 3 marzo: Or- Brotherus, Plus Ensemble. Volksbühne Kadouch (Portrait Robert Schumann). Copland, Zimmermann, Ives, Kessler). 14 ATTUALITÁ | n.279, marzo 2011 jazz_pop_world

jazz Nexus Group. Modena, La Tenda, 21: PINOCCHIO LIVE JAZZ afghana con John Baily e Veronica Dou- MUSICA90 Kneebody. Vignola (MO), Teatro Fabbri, bleday. 4: incontro con John Baily, Vero- Firenze, pinocchiojazz.it, Pinocchio Torino, musica90.net, Circolo Espe- 22: Franco Ambrosetti Sextet feat. Geri nica Doubleday e Giovanni de Zorzi (Le Live Jazz, 5 marzo: Simone Graziano ria, 14 marzo: Woodpigeon; Duemano- Allen. Ferrara, Jazz Club, 26: Curtis Ful- musiche dell’Afghanistan). 10: Incontro con APERITIVO IN CONCERTO Trio “Lightwalls”. 19: Raffaello Pareti sinistra; Claror. Teatro Astra, 18: Julee ler Sextet. Ravenna, Teatro Alighieri, 30: Enrico Verra, Reza Mohebi e Soheila Ja- The Roar At The Door. 26: Gabriele Cruise. Palaolimpico Isozaki, 23, 24, 25, Milano, aperitivoinconcerto.com, Al Foster Quartet. Longiano (FC), Teatro vaheri (musica nel cinema afghano). 17: Coen Jewish experience 5tet. 26: La Fura dels Baus Degustaciòn de Titus Teatro Manzoni (ore 11), 6 marzo: In- Petrella, 31: Chiara Civello. incontro con Liu Fang (musica cinese). Andronicus. dustrial Jazz Group. 13: Pierre Dørge & 24: concerto di musica cinese di Lingling New Jungle Orchestra. 27: Wadada Leo DIALOGHI: JAZZ PER DUE pop Yu e Guo Gan (Musica a Corte in Cina). Smith & Organic. 25: incontro con Daniele Sestili (L’oceano PARCO DELLA MUSICA XIII edizione - Pavia, comune.pv.it, musicale cinese. Strumenti, pratiche, conce- Santa Maria Gualtieri, 8 marzo: Vijay Beady Eye: 16 marzo Milano, Alca- Roma, auditorium.com, 3 marzo: BERGAMO JAZZ zioni). 31: concerto con Kim Eunjung (I Iyer - Rudresh Mahanthappa. 14: Steven traz. Kay McCarthy. 5: 18 mila giorni. Il pito- suoni della tradizione coreana. Dal repertorio XXXIII edizione - Bergamo, teatrodo- Bernstein - Riccardo Fassi. 24: Matthew Current 93: 25 marzo Bologna, Lo- ne con Giuseppe Battiston e Gianmaria di corte alla musica contadina). nizetti.it, 18 marzo: Teatro Donizetti, ore Shipp - Gunther “Baby” Sommer. comotiv Club. Testa, testo di Andrea Bajani, regia di Al- 21.00: Tomasz Stanko Quintet; Stefano fonso Santagata; Michele Rabbia “Mu- Glasvegas: 14 marzo Milano, Ma- FOLKCLUB TORINO Bollani “Sheik yer Zappa”. 19: Ex Chie- EURO OPEN JAZZ FESTIVAL gnolia. sica presa alla lettera”. 6: Joan as Police sa della Maddalena, ore 12.00: Tomasz Joan as Police Woman: 3 marzo Mila- Torino, folkclub.it, FolkClub, 4 mar- Woman. 8: Lezioni di Tenebra, musiche Ivrea, Banchette, Chiaverano, Bol- Stanko - Alexi Tuomarila Duo; Teatro no, Teatro Franco Parenti, 6 Roma, Audi- zo: Tim Lapthorn. 5: Guinga & Roberto Lucia Ronchetti, riduzione dall’ope- lengo, music-studio.it, Chiaverano, 16 Donizetti, ore 21.00: Enrico Pieranunzi torium , 7 Firenze, Teatro Odeon. Taufic. 10: Bocephus King. 11: Rhizome. ra Giasone di Francesco Cavalli, testo marzo: Roberto Ottaviano Trio. Bol- “Pieranunzi plays Scarlatti”; Gilberto Gil, Le Luci della Centrale Elettrica: 5 12: Cristiano Angelini, Duemanosinistra, Cicognini da Francesco Cavalli; regia lengo, Salone Comunale, 17: Maurizio Jacques Morelenbaum, Bem Gil: “The marzo Bologna, Estragon; 12 Rimini, Vel- Paolo Pallante, elio p(e)tri. 18: Riccardo Matthias Rebstock, Vocalconsort Ber- Brunod Guitar solo “Bad époque”; Ja- String Concert”. 20: Teatro Sociale, ore vet Club & Factory; 16 e 17 Roma, Cir- Tesi & Banditaliana. 19: Animalunga. 26: lin, Parco della Musica Contemporanea vier Vercher Quartet. Ivrea, 18: Archivio 18.00: Alboran Trio; Teatro Donizetti, colo degli Artisti; 18 Poggiomarino (NA), Michele Gazich & La Nave dei Folli. Ensemble, direttore Tonino Battista. 10: Storico Olivetti, dalle 17.30: Massimo ore 21.00: Chick Corea and Gary Bur- Poseidon Music Hall; 19 , The Mulatu Astatke. 11: Tony Canto “Ita- Barbiero e Giovanni Maier. Banchette, ton; Nils Landgren Funk Unit. Cage Club; 25 Arezzo, Sugar Reef Musi- VICENZACUSTICA liano federale”. 13: Passport. 15: Dave Sala E. Pinchia, 18: Lorelei Quartet; Jose cology; 31 Perugia, Teatro Morlacchi. Burrell feat. Leena Conquest. 17: Petra CENTRO D’ARTE PADOVA Luis Gutierrez Quartet. Ivrea, 19: Tea- Vicenza, vicenzacustica.com, Teatro Massimo Volume: 10 marzo Messina, Magoni e Ferruccio Spinetti. 19: Coro tro Giacosa, The Trio of OZ feat. Omar Comunale, 19 marzo: Roberto Dalla Officina Garage; 11 Palermo, I Candelai; dei minatori di Santa Fiora. 20: Gilberto Ostinati! 2011 - Padova, centrodarte. Hakim. Ivrea, Teatro Giacosa, 20: ore Vecchia & Guests (Jim Hurst, Martino it, Cinema Torresino, 18 marzo: Knee- 12 Catania, Mercati Generali; 18 Mez- Coppo; Balen Lopez de Munain). Gil e Jaques Morelenbaum “The String 10: masterclass di Omar Hakim; ore 21: Concert”. 22: Matthew Shipp “Piano body. 25: Wadada Leo Smith & Günter Gianluigi Trovesi & Gianni Coscia. zago (MI), Bloom; 31 San Benedetto del “Baby” Sommer. Tronto (AP), PAO osteria & arte. Ardecore: 17 marzo Modena, Off; 18 solo”. 23:Ludovico Einaudi “The Solo Mogwai: 9 marzo Bologna, Estragon; Concert”. 25, 26: Stefano Bollani “Sheik PIACENZA JAZZ Napoli, Duel Beat. CROSSROADS 10 Milano, Alcatraz. Los Van Van: 5 marzo Castellaneta yer Zappa”. 29: Brad Mehldau. 30: Raf- Piacenza, piacenzajazzfest.it, Spazio Verdena: 4 marzo Torino, Hiroshima faello Simeoni e Mater Sabina Project Crossroads 2011 - Jazz e altro in Marina (TA), Cromie. Le Rotative, 5 marzo: Ars 3; Danilo Rea Mon Amour; 5 Madonna dell’Albero Riccardo Tesi: 10 marzo Bologna, “Echo la Primavera che ‘l cor fa rallegra- Emilia-Romagna, crossroads-it.org. Trio “Beatles in Jazz”. 10: Francesconi (RA), Bronson; 11 Pordenone, Deposito Cantina Bentivoglio; 12 Firenze, Pinoc- re”. 31: Daniel Melingo. Massa Lombarda (RA), Sala del Carmi- Vocal Quartet. 12: Richard Galliano Trio. Giordani; 12 Brescia, Latte Più; 18 Firen- chio Live Jazz; 13 Trescore Balneario ne, 8 marzo: Stefano Savini & Equar- 17: Campobasso - Manzoni “Omaggio a ze, Viper Theatre; 19 Perugia, Urban Live (BG), Cinema Teatro Nuovo; 18 Torino, TRANSMISSIONS tet. Rimini, Teatro degli Atti, 9: Franco Stanley Kubrick”. 20: Bill Frisell’s Disfarmer Music Club; 26 Recanati (MC), Extra Al- Folkclub. IV edizione - Ravenna, officinavol- D’Andrea Quartet special guest Dave Project. 26: Al Foster Quartet; Omar Hakim ternative Group. turno.com/transmissions-iv-edizione, Douglas. Solarolo (RA), Sala Polivalen- - The Trio of Oz. 1° aprile: Trovesi e Coscia White Lies: 12 marzo Bologna, Estragon. oltre Almagià, 17 marzo: Mombu; ?Alos; Sy- te-Residenze “Primo Vanni”, 10: Guinga Duo. 2: Dave Douglas Brass Ecstasy. & Barbara Casini. Ferrara, Jazz Club, 12: biann. Teatro Rasi, 18: Murcof (visuals Jeremy Pelt Quintet. Massa Lombarda world di Saul Saguatti); KK Null & The Noiser; LINGUAGGI JAZZ FOSFENI (RA), Sala del Carmine, 18: Cheryl Porter Dj Okapi. Bronson, 19: Hyperdub Ni- Jazz Quartet. Castel San Pietro Terme Torino, centrojazztorino.it, Conser- VII edizione - Cascina (PI), musicu- ght con: Kode9 & Spaceape; King Midas DARBAR - MUSICA A ORIENTE (BO), Sala Cassero, 19: Keith Tippett vatorio G. Verdi, 12 marzo: Joe Lova- sconcentus.com, La Città del Teatro, 4 Sound. Bronson, 20: Supernatural Cat & Louis Moholo Duo. Castel San Pie- no Us Five. 19: Bill Frisell’s Disfarmer Torino, maotorino.it, Museo d’arte marzo: Oval. 11: David Moss & Sdeng. Night con: Ufomammut; Morkobot; Ico; tro Terme (BO), Sala Cassero, 20: New Project. Orientale, 3 marzo: concerto di musica 18: Filastine. OvO.

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info > www.giornaledellamusica.it/abbonamenti [email protected] +39 0115591831831 03|10 PROFESSIONI formazione lavoro strumenti Saint Louis, facci lavorare! Il Saint Louis Music College (tre sedi a Roma e una a Brindisi) insegna dalla contemporanea al jazz con una particolare attenzione al mondo del lavoro

ALCESTE AYROLDI È un momento storico in cui vi è un fl orilegio di scuole di musica. Ad una tale parcellizzazione del- l’offerta non sempre corrispon- de una domanda altrettanto consistente e, soprattutto, non si La Saint Louis Marchin’ Band apprezza un’offerta di valore. Forse vi è molta improv- i fi ati ed il contrabbasso. Una tendenza che il direttore visazione ed una corsa ad accaparrarsi il cliente, futuro della scuola condivide solo parzialmente: «Vorrei dare musicista e ignaro di ciò che gli potrà accadere con una un consiglio per le nuove leve di indecisi: suonando scelta affrettata. In alcuni casi si gioca sul “porta a porta”, bene questi strumenti il lavoro sarebbe assicurato. Per stile apostolato musicale per reperire nuovi adepti. Sarà vincere questa tendenza prestiamo molta attenzione che l’imperversare televisivo di “stelle” fuoriuscite dal agli allievi di questi strumenti, cercando di inserirli il nulla ha aperto gli occhi (e le tasche) di molti nouveaux più possibile in diverse occasioni lavorative. A tal fi ne professeurs de musique pronti a dispensare il loro sapere abbiamo dato vita a due orchestre, la Saint Louis Big per pochi euro e sempre attenti al prezziario generale. Band diretta da Antonio Solimene e la Marchin’ Band di In questo marasma si distinguono le scuole che hanno Michel Audisso». un imprinting di serietà, professionalità e alle spalle una Un ruolo fondamentale è giocato dalle attività com- storia da raccontare. Di questa schiera fa parte il Saint plementari allo studio ed alla didattica e, in particolare, Louis Music College, con tre sedi a Roma ed una a Brin- l’attività concertistica, elemento che fa la differenza, disi. Il suo biglietto da visita più importante è costituito come sottolinea Mastruzzi: «Tra tutti i gruppi che si for- dagli studenti che lo frequentano, ben 1.800 provenienti mano, circa centodieci ogni anno, vengono selezionati da tutta Italia. La musica è trattata a tutto tondo, dalla quelli di livello medio e alto che si esibiscono anche due moderna alla contemporanea, jazz, rock, blues, pop e volte al mese nei club della città». È saldo il principio che nuove tendenze. Un impianto didattico roccioso come l’insegnamento della musica (come di ogni professione) spiega Stefano Mastruzzi, direttore dell’istituto: «Al non può prescindere dal contesto lavorativo: anche per Saint Louis lo studio di uno strumento e la sua padronan- questo il Saint Louis ha pensato bene di mettere in piedi za tecnica completa sono solo un passaggio necessario un’articolata struttura che prevede management, pro- per una comprensione assai più ampia sia della musica duzione discografi ca e editoriale: «Un’esigenza naturale che della professione. Individuato il proprio strumento - spiega il direttore - perché credo che le sinergie siano principale, l’allievo viene immerso in un mondo di studi fondamentali. Un’agenzia di management può rappre- ed esperienze musicali complete che abbracciano anche sentare e promuovere gli artisti della propria etichetta e la pratica di studio di registrazione, songwriting, music può anche avviare i giovani promettenti al mondo del technology, hard disk recording». lavoro. Ogni anno organizziamo oltre trecento concerti La formazione d’eccellenza è data dai corsi quin- con i nostri migliori allievi in tutta Italia. E ciò è possibile quennali di diploma, ai quali si accede attraverso un’au- anche grazie alla credibilità che l’agenzia si è costruita dizione, a numero chiuso per circa seicento allievi com- negli anni rappresentando eccellenti jazzisti». plessivi nei cinque anni di corso. I corsi più gettonati Così facendo il lavoro acquista consistenza, tanto da dalle nuove generazioni sono quelli di canto, chitarra e » batteria, a discapito degli strumenti tradizionali come SEGUE A PAGINA 16 16 PROFESSIONI n.279, marzo 2011

ST.LOUIS » SEGUE DA PAGINA 15 Parola d’allievo spingere anche studenti dei conservatori a seguire i corsi del Saint Louis, come spiega ancora Mastruzzi: «Si, è ndrea Rosatelli è un bassista impegnato in vero, così come dopo gli studi presso il conservatorio Adiversi programmi tv nazionali ed al fi anco di vengono a perfezionarsi da noi. Evidentemente al Saint Fabio Concato, Simone Cristicchi tra gli altri: Louis trovano una formazione molto più ampia, ma al «Studiare al Saint Louis è stato utilissimo sia momento non possono conseguirvi un titolo di laurea per la mia formazione musicale e ancor più per le che invece trovano nel conservatorio». La validità legale tantissime esperienze fatte tramite il college. Erano del diploma, quindi, sembra costituire un problema piut- anni in cui si viveva un grande fermento, ero sempre tosto rilevante. «Qui si tocca un tasto dolente: la Presa con il basso tra le mani, per una lezione, per una d’Atto è un vecchio riconoscimento (non lo applicano prova con la big band o per una serata in un club più), che conferiva lo status di scuola, ma di fatto non magari trovata dalla scuola. Per un musicista le parifi cava alcunché riguardo i titoli rilasciati. Gli attesta- esperienze musicali e lo studio vanno di pari passo, ti riconosciuti dalla Regione Lazio invece hanno validità una non ha senso senza l’altra, ed il college dava e e spendibilità europea per l’iscrizione ad albi e concorsi. dà questa possibilità». Ad oggi, il diploma del Saint Louis non ha valore legale, Alessandro Gwis, pianista fondatore del gruppo in Italia attualmente non esiste alcun ente privato che Aires Tango e del trio Wasabi: possa rilasciarlo. La verità è che per esercitare la profes- «La mia frequentazione della scuola fu breve sione di musicista non serve alcun titolo, è suffi ciente Una lezione di Alessandro Gwis ma fu senz’altro un passaggio essenziale per il essere preparati e in gamba. I titoli servono solamente percorso di studi, anche perché ebbi modo di entrare per l’accesso a concorsi pubblici. In ogni caso, ci stiamo in contatto con molti altri musicisti. In quell’anno muovendo da anni, anche in sinergia con la Fondazione pensare alla cattedra di jazz di Roma con Paolo Damiani intrapresi la mia prima collaborazione musicale Siena Jazz e l’associazione Musica Oggi di Milano, per o quella di Frosinone con Ettore Fioravanti e Roberto professionale (con Cinzia Spata) e ciò avvenne accreditarci come università musicali private e rilasciare Spadoni». Come se non bastasse, la macedonia didat- grazie all’aver partecipato ai laboratori della scuola. È lauree equipollenti. I risultati dimostrati sul campo negli tico-musicale in questo periodo si è arricchita di scuole un’esperienza che senz’altro ripeterei». anni costituiscono un dato storico certo, come certo è che rilasciano diplomi universitari con il beneplacito di anche l’ostruzionismo da parte di chi nel mondo accade- strutture estere. Un modus operandi che porta il discen- mico preferirebbe che i conservatori rimanessero in una te neofi ta e credulone a ritenere di aver trovato la sua situazione di monopolio nel rilascio di titoli; situazione panacea. «Se lo Stato aprisse chiaramente le porte all’in- che non necessariamente è garanzia di qualità ed eccel- segnamento musicale privato - osserva Mastruzzi - non to. Come recluta i docenti il Saint Louis Music College? lenza e ciò non per demerito dei docenti che insegnano, ci sarebbe alcun bisogno di combattere certi fenomeni, «Tre aspetti fondamentali sono presi in considerazione» bensì per l’inadeguatezza delle strutture». ovvero quelle associazioni che ti fanno studiare sui me- afferma il direttore: «In primis la carriera artistica in Un rapporto, quello con i conservatori, non solo mar- todi di scuole estere per farti rilasciare un titolo dalla quanto crescita musicale da trasmettere ai propri allie- chiato dall’antagonismo: «Con alcuni conservatori c’è scuola straniera. Un modo per prendere in giro da una vi; poi la preparazione e l’esperienza diretta nell’inse- un buon rapporto, soprattutto con i docenti, mi viene da parte e aggirare maliziosamente un vuoto legislativo gnamento; la capacità di riuscire a relazionarsi con gli dall’altra. Bisogna colmare questo vuoto». allievi. In genere per insegnare al Saint Louis è richiesta È ovvio che per poter offrire un così alto profi lo i do- un’esperienza di almeno sette anni di docenza». Tanto centi devono essere ampiamente all’altezza. E questa è importanti i docenti quanto lo sono i programmi che, in un’altra falla per molte scuole di musica che abbondano molti casi risultano essere piuttosto standardizzati, cir- di neofi ti privi di qualsiasi esperienza di insegnamen- costanza che determinerebbe un impoverimento della creatività dei musicisti. «Un percorso didattico non può insegnare ad essere creativi – dice Mastruzzi - però deve offrire tanti input che stimolino l’estro artistico, per svi- luppare un senso dinamico della professione. Ciò che più determina l’impoverimento della creatività è la scar- Una casa a Brindisi sa qualità di musica che propone e al contempo richiede il mercato, abituato a prodotti scadenti assemblati spes- a sede di Brindisi del Saint Louis l’ha voluta il so da uno ‘smanettone’ che con il computer riesce a far Lsindaco Domenico Minniti, che ha chiesto a sembrare oro il ferro. Da noi ogni docente partecipa alla Stefano Mastruzzi di occuparsi del settore della formazione e all’aggiornamento dei programmi con pro- musica moderna. Direttore didattico della sede prie proposte, che vengono valutate da una commissio- pugliese è il chitarrista Salvatore Russo. ne composta dai coordinatori delle singole sezioni per Quali sono le discipline insegnate e quali deciderne l’inserimento. Tutto questo senza formalità sezioni ci sono? burocratiche e con il respiro di un ambiente familiare «Proponiamo tutte le discipline che riguardano la che rende agile una struttura composta comunque da musica moderna come il jazz, il rock e il blues con circa centocinquanta persone». le relative sezioni di strumento. I docenti sono tutti Il costante aggiornamento e le continue innovazioni professionisti aff ermati». sono una delle armi vincenti dell’istituto che punta ad Quanta autonomia ha la sede di Brindisi essere al passo con i tempi e con le esigenze dell’utenza, rispetto alla sede centrale? così come il corso quinquennale di diploma in composi- «L’autonomia è possibile solo nei corsi custom, zione e musica da fi lm. Mettere in piedi un sistema del dove gli allievi che non possono frequentare i corsi genere è affare complesso ed economicamente dispen- di diploma si iscrivono ad un corso personalizzato di dioso. Ma il Saint Louis benefi cia di fi nanziamenti pub- strumento. Mastruzzi ci richiede di seguire gli stessi blici? «Magari – risponde Mastruzzi - sarebbe tutto an- programmi didattici della sede centrale lasciando cora più effi ciente e probabilmente le quote di iscrizione la libertà ai docenti di far emergere le proprie ne benefi cerebbero. Alcune sovvenzioni ci vengono as- caratteristiche artistiche e didattiche». segnate per l’organizzazione di eventi e festival, per pri- Anche per voi sono importanti le attività esterne? mo la nostra rassegna giunta alla settima edizione “Odio «È una delle attività cui teniamo particolarmente. l’estate” che teniamo a Villa Carpegna». Cammina sulle Il nostro direttore della sede di Brindisi, Cosimo Lupo, proprie gambe la scuola romana: da trentacinque anni e sostiene sia i docenti sia gli allievi organizzando nonostante l’assenza di fi nanziamenti pubblici, il Saint durante tutto l’anno accademico e non solo, concerti e Louis eroga circa sessanta borse di studio all’anno agli lezioni-concerto aperte al pubblico, sia nell’auditorium alunni più meritevoli. della scuola che al Teatro Verdi o nel centro storico della città di Brindisi». PROFESSIONI | CLASSICA 17

MUSICOTERAPIA PIANOFORTE L’ascolto che aiuta Un piano per danzare Giuseppe De Rosa Metodo per pianisti accompagnatori della danza. Tra riflessioni e metodi di lavoro, i percorsi musicoterapici di Barbara Pozzoli MILANO, EDIZIONI SUVINI ZERBONI 2010, PP. 114, S.I.P.

Barbara Eleonora Pozzoli ciso e meticoloso metodo di lavoro denominato, ap- Percorsi d’ascolto punto, Percorsi d’Ascolto. Risulta interessante milano, Rugginenti 2010, pp. 152, € 20,00 l’impostazione generale Il mestiere del pianista accompagna- Il volume è suddiviso in tre sezioni. che rifi uta la scorciatoia - tore non è tra i più diffusi, anzi lo La prima, dedicata alla struttura della a musica è in grado di aiutare l’uomo? Da innume- ravvisata spesso in testi di si direbbe in via di estinzione: sono classe di danza, spiega i vari esercizi e il pochi i teatri che mantengono acca- tipo di accompagnamento da adottare revoli fonti sembra emergere che l’evento sonoro, altri autori - di un pedestre demie e corpi di ballo stabili, e negli di volta in volta, chiarendo anche alcu- Lsin dalla notte dei tempi, abbia avuto un ruolo elenco di nomi ed opere altri luoghi in cui si studia la danza ne differenze tra musicista e danzatori, fondamentale nel rapporto tra l’essere umano e la pro- musicali ai quali poter fare classica, scuole private in testa, si usa in particolare riguardo alla percezione pria parte emotiva. Barbara Eleonora Pozzoli, l’autrice riferimento, sorta di “erbo- spesso il registratore. Ma è un mestie- del tempo. La seconda affronta in modo re da specialisti, per cui chi è bravo diretto e pratico l’improvvisazione, la di Percorsi d’Ascolto, edito dalla sempre attenta Rugginen- lario musicale” cui ognuno fi nisce per essere molto richiesto, e sua funzione e i trucchi da adottare per ti, sembra voler porre le basi del proprio ragionamento possa far ricorso, alla bisogna. Dobbiamo però notare in futuro potrebbe rivelarsi anche più aumentarne l’effi cacia. Nella terza parte partendo da domande e considerazioni come queste, per quanto l’autrice, anche psicologa e musicista, dia l’im- interessante sotto il profi lo occupa- del volume trova posto una raccolta di poi sviluppare una metodologia di ascolto musicale in pressione, in alcuni passi, di oscillare, da una parte, tra zionale, specie se i licei coreutici si spartiti particolarmente adatti a illustra- grado di far recuperare un determinato stato emotivo o la necessità di un’impostazione teorica consolidata e ben diffonderanno e prenderanno piede. re le specifi che necessità ritmiche e di Un particolare interesse sta poi nelle carattere di ogni momento della lezione stimolare ed attivare alcuni comportamenti. Nell’intro- organizzata e, dall’altra, dall’esigenza di una pratica cli- competenze che questo particolare coreutica. duzione è posta la domanda: «C’è una musica adatta nica che sembrerebbe suggerire una pragmaticità talvolta pianismo “di servizio” richiede e aiu- Pregio del libro è non indugiare trop- per la distensione, l’attivazione, la nevralgia, smettere di forse un po’ in contrasto con quanto teorizzato. ta a sviluppare, a partire dalla capa- po su questioni teoriche rimandando ai fumare e ricominciare a mangiare, migliorare la riuscita Tra gli obiettivi dichiarati dall’autrice, l’offrire spunti cità di improvvisazione. Per qualsiasi corsi accademici per i necessari appro- pianista, insomma, vale la pena di fondimenti. Il tono spicciativo della in matematica e far ricrescere i capelli?». Prontamente, e di rifl essione ci è sembrato essere quello pienamente rag- approfondire le tecniche descritte in trattazione è in effetti quanto di più senza mezzi termini, viene data risposta negativa. Nes- giunto e, in sostanza, anche l’unico consigliato, in quanto questo Metodo per pianisti accompagna- vicino a quello, scarno di parole e ricco sun ascolto di musiche, che siano di Chopin, Debussy o seppure il testo fornisca buoni spunti - ed in questa ottica tori della danza, compendio originale e di esempi, di un maestro artigiano con Sakamoto o di chissà quale altro autore può, in sé, diven- intellettualmente propositiva il lavoro sembra essere in forse unico nel suo genere scritto da il suo apprendista. Come è giusto che tare panacea, pillola da somministrare a tempi prestabi- maggior misura interessante e riuscito – Pozzoli avverte Giuseppe De Rosa, pianista accom- sia, per quello che è sempre stato un pagnatore al San Carlo di Napoli e mestiere da imparare “a orecchio”, per liti e in dosi consigliate. Sono i requisiti presenti nelle sin dal titolo chi pensasse di adottarlo come metodo di all’Accademia Nazionale di Danza di imitazione e con l’esperienza. musiche, le caratteristiche formali, timbriche, strutturali, lavoro, che tali spunti sono stati registrati in un marchio Roma. tecniche ed emotive e la relazione che esse hanno con depositato. Isabella Maria ogni singolo fruitore che possono suggerire ed agevolare Si tratta, tuttavia, di un’opera interessante, che po- la trasformazione della persona. trà stimolare chiunque operi nel campo del non verba- Dopo una prima parte più teorica, dedicata all’analisi le, studenti di musicoterapia quanto quelli di discipline del suono e al rapporto di questo con l’uomo, il bambino, psicologiche, o chiunque altro si occupi, in qualche ma- il Tempo, nella seconda l’autrice sciorina, proponendolo niera, di musica e degli effetti che questa può produrre in capitoli distinti, il percorso che essa stessa, in quanto sull’ascoltatore. musicoterapeuta, ha tracciato e sistematizzato in un pre- Alberto Ezzu abbonarsi a [email protected] | tel. 0115591831

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ARCHI 30/4/2011. 1° Premio Lelio Luttazzi indirizzo musicale. Info: incontrimusicali per giovani pianisti jazz a Trieste. Info: diprimavera.it Fondazione Lelio Luttazzi, 0403720996, 25/3/2011. 2° Concorso nazionale 15/4/2011. Concorso internazionale fondazionelelioluttazzi.it per giovani musicisti “Ératai” a San Gio- di violino “Sion Valais”, 17-26/8/2011. In- vanni Rotondo (FG), 8-10/4/2010. Info: fo: Festival International de Musique Sion “Prospettive Artistiche”, 0882454966 LEGNI Valais, 0041273234317, sion-festival.ch 31/3/2011. 9° Premio Abbiati “Per la Scuola” per scuole primarie e secondarie di ogni ordine e grado, escluse scuole mu- CANTO 28/3/2011. 23° Concorso nazionale di flauto “Emanuele Krakamp” a Be- sicali, conservatori, accademie e istituzio- nevento, 6-10/4/2011. Info: Segreteria ni musicali. Info: criticimusicali.org 15/3/2011. 17° Concorso internazio- del Concorso, 0824355001, concorso 2/4/2011. 12° Concorso nazionale di nale “Ferruccio Tagliavini” per cantanti e krakamp.it esecuzione musicale “Riviera Etrusca” a voci avviate allo studio del canto a Deut- 22/4/2011. 7° Concorso internazio- Piombino (LI), 7-22/5/2011. Info: Etruria schlandsberg (Austria), 12-19/4/2011. In- nale di clarinetto “Giacomo Mensi” a Bre- Classica, 0565224084, etruriaclassica.it fo: RUEFA, 004366473142202, iso.or.at no (BS), 12-15/5/2011. Info: Associazione 4/4/2011. 11° “Folkontest”, Concor- Musica in Valle Camonica, 036422476, so per gruppi e solisti emergenti nel cam- concorsomensi.it po della musica folk, tradizionale, etnica CLAVICEMBALO di matrice italiana a Casale Monferrato (AL). Info: 0142782182, folkontest.it 31/7/2011. 4° Concorso nazionale ORGANO 10/4/2011. Concorsi EurOrchestra di clavicembalo “Terzo Musica - Valle 2011 “Aios, Civera e Lions” a Bari, 3- Bormida”, 9-11/9/2011. Info: terzomu 6/6/2011. Info: Associazione EurOrche- sica.it 27/6/2011. 8° Concorso nazionale stra, 0805744559, eurorchestra.it di organo “San Guido d’Aquesana”, 21- 16/4/2011. Premio nazionale delle Arti 23/7/2010. Info: terzomusica.it per chitarra, arpa e mandolino a Monopo- COMPOSIZIONE li (BA), 27-29/4/2011. Info: conservatorio PIANOFORTE dimonopoli.org 10/4/2011. 4° Concorso interna- 19/4/2011. 1° Concorso musicale zionale di composizione sacra “Anima “Città di Guastalla”, 9-15/5/2011. Info: Mundi” a Pisa. Info: Opera della Prima- 15/3/2011. Concorso internazio- 3313350318, notalarte.it ziale Pisana, opapisa.it nale di pianoforte junior Brin d’Her- 30/4/2011. 4° Upload Music Con- 30/4/2011. 15° Concorso internazio- be a Orléans (Francia), 27-30/4/2011. test, Concorso europeo per le migliori nale di composizione “Dimitris Mitro- Info: Orléans Concours International, band emergenti a Bolzano, 9-11/6/2011. poulos” ad Atene (Grecia), 8/11/2011. 0033238628922, oci-piano.com Info: upload.bz.it Info: mitropouloscompetition.gr 7/5/2011. 23° Concorso nazionale 1°-17/5/2011. Concorso Nuovi Oriz- 1°/6/2011. 5° Concorso internazio- per giovani pianisti “Terzo Musica - Val- zonti per fiati solisti, archi solisti, piano- nale di composizione “Settimane Musi- le Bormida”, 21-22 e 27-29/5/2011. Info: forte e musica da camera ad Arezzo. In- cali di Stresa” per composizioni originali terzomusica.it fo: Mus.Ar., 3479557056, concorsonuovi per orchestra. Info: Settimane Musicali di orizzonti.it Stresa e del Lago Maggiore, 032331095, 16/5/2011. “rec&play”, Bando di stresafestival.eu VARI ascolto del CIDIM per giovani musicisti italiani da inserire nella rassegna Nuove Carriere nell’anno 2011. Riservato a di- DIREZIONE 10/3/2011. 1° Concorso musica- plomati presso i Conservatori statali e gli le nazionale Fondazione Milano, 12- Istituti Musicali Pareggiati. Info: CIDIM, 2-17/6/2011. Concorso interna- 14/4/2011. Riservato a giovani musicisti 0668190658, cidim.it zionale di direzione d’opera “Blue Da- e agli alunni delle Scuole secondarie di 18/5/2011. 12° Premio Monterosa- nube” a Burgas (Bulgaria). Info: Mu- primo grado a indirizzo musicale e ai Kawai per pianoforte e archi a Varallo sikimpresario, 004314054030, http:// giovani musicisti. Info: Milano Civica (VC), 10-12/6/201. Info: Associazione musikimpresario.com/blue-danube-com Scuola di Musica - Fondazione Milano, Culturale Valsesia Musica, 0163560020, petition-2011.html 02313334, fondazionemilano.eu valsesiamusica.com 19/3/2011. 7° Premio “Musica Italia” 20/5/2011. Concorso di interpreta- JAZZ per Scuole musicali pubbliche e private e zione musicale “Antica Contea di Civen- Scuole medie a indirizzo musicale a Bar- na”, 1°-5/6/2011. Info: Agimus Lombar- letta, 13-15/4/2011. Info: Associazione dia, 0341815160, agimuslombardia.com 18/3/2011. 4° European Jazz Con- Cultura e Musica “G. Curci”, 0883528026, maggio-settembre 2011. 27° Con- test a Roma, Siena, Milano e Brindisi, culturaemusica.it corso internazionale “Valsesia Musica” a aprile 2011. Aperto a gruppi strumen- 20/3/2011. 1° Concorso nazionale Varallo (VC). Aperto a violino e orchestra tali, gruppi con vocalist, compositori “Incontri Musicali di Primavera” a San (8-13/5, iscr. entro 11/4) e pianoforte (5- jazz, arrangiatori jazz. Info: Saint Louis Lazzaro di Savena (BO), 7-9/4/2011. 13/9, iscr. entro 3/8). Info: Associazione College of Music, 064870017, jazzcon Riservato agli ensemble e alle orchestre Culturale Valsesia Musica, 0163560020, test.it delle Scuole secondarie di primo grado a valsesiamusica.com

audizioni e ricerche di personale

ARCHI Pergine Spettacolo Aperto, 0461530179, del fagotto di fila (1 posto); primo corno perginepsa.it con obbligo di fila e tuba wagneriana (1 posto); corno di fila con obbligo di tuba 11-12/5/2011. Audizioni dell’Or- VARIE wagneriana (1 posto); prima tromba con chestra della Svizzera italiana per il obbligo di fila (1 posto); primo trombone ruolo di violino di spalla. Iscrizioni en- con obbligo di fila (1 posto); basso tuba tro 31/3/2011. Info: Fondazione per maggio-luglio 2011. Concorso inter- con obbligo di tuba contrabbassa in Si l’Orchestra della Svizzera Italiana, nazionale della Fondazione Teatro alla bemolle o in Do e di cimbasso (1 posto); 0041918039319, orchestradellasvizzera Scala per i seguenti posti nell’orchestra timpani (2 posti); percussioni con obbligo italiana.ch del Teatro: violino di spalla (1 posto); con- di xilofono, vibrafono, marimba e simi- certino dei primi violini con obbligo di li e di tutti gli strumenti a percussione fila (1 posto); violini secondi con obbligo a suono determinato (esclusi timpani e CANTO dei violini primi (2 posti); contrabbasso gli strumenti a tastiera) e con obbligo di di fila (1 posto); ottavino con obbligo del strumenti a percussione a suono indeter- flauto di fila (1 posto); secondo flauto con minato (2 posti). Info: Fondazione Teatro 9/4/2011. Audizioni per i ruoli di obbligo dell’ottavino (1 posto); primo alla Scala, concorsi@fondazionelascala. Rigoletto, Gilda, Duca di Mantova, Spa- oboe con obbligo di fila (1 posto); oboe di it, teatroallascala.org/it/tu-alla-scala/con rafucile, Maddalena in Rigoletto. Info: fila (1 posto); controfagotto con obbligo corsi-audizioni.html PROFESSIONI 19 corsi

ARCHI Fondi (LT), 15-17/4/2011. Infondi Sion (Svizzera), 14/7-15/8/2011 (iscr. Carbonare (11-28/7); flauto: Gallois PIANOFORTE Musica, Masterclasses. Canto: Naglia. entro 15/5). Académie de musique Tibor (25/7-6/8). Info: chigiana.it Info: infondimusica.it Varga, Masterclasses. Fisarmonica: Cha- Sion (Svizzera), 14/7-15/8/2011 Biella, A.A. 2011. Accademia Perosi, Siena, luglio-agosto 2011. Accade- puis. Info: amsion.ch (iscr. entro 15/5). Académie de musique Biella, A.A. 2011. Accademia Perosi, Corsi triennali, violino: Ranfaldi, Ber- mia Musicale Chigiana, Corsi estivi di Tibor Varga, Masterclasses. Flauto: Ber- Corsi triennali, pianoforte: Cominati. man; viola: Serova; violoncello: Gro- perfezionamento musicale. Canto: Ka- JAZZ teletti, Castellon; clarinetto: Di Càsola. Corsi speciali, pianoforte e musica da sgurin. Corsi speciali, violino: Chuma- baivanska (27/7-13/8), Bruson (17-30/8). Info: amsion.ch camera: Bogino, Urabe. Perositalent, chenco, Nodel, Rizzi; viola: Bashmet; Info: chigiana.it Corso preaccademico, pianoforte: Co- La Spezia, 3-7/7/2011 (iscr. entro violoncello: Grosgurin. Perositalent, Sion (Svizzera), 14/7-15/8/2011 MUSICA DA CAMERA minati, Bogino. Info: 01529040, acca Corso preaccademico, violino: Ranfaldi, (iscr. entro 15/5). Académie de musique 30/4). Spezia Jazz Masterclasses. Pia- demiaperosi.org Berman; violoncello: Grosgurin. Info: Tibor Varga, Masterclasses. Canto: Sarti, noforte: Goldberg; sax: Turner; contrab- Firenze, 13-17/4/2011. Amici del- 01529040, accademiaperosi.org Habela, Kelly, Magby. Info: amsion.ch basso: Granadier, Rosciglione; chitarra: Firenze, 11-14/3/2011. Amici della la Musica Firenze, Masterclasses. Fondi (LT), 15-17/4/2011. Infondi Bernestein; tromba: Bassi; tamburi: Musica Firenze, Masterclasses. Musica Pianoforte e fortepiano: Fiuzzi. Info: Ballard, Munari; canto jazz: Telesforo; Musica, Masterclasses. Violino: Tchake- CHITARRA da camera per canto e pianoforte: Gage. 055608420 rian; violoncello: Piovano. Info: infondi percussioni: Potter. Info: 3939511130, Info: 055608420 Fondi (LT), 15-17/4/2011. Infondi musica.it [email protected] Sermoneta (LT), luglio 2011. Cam- Musica, Masterclasses. Pianoforte: Pros- Mondovì (CN), 1°-2/5/2011. Acade- Siena, 4-30/7/2011. Accademia Mu- Orsara di Puglia (FG), 2-7/8/2011. pus internazionale di musica. Musica seda. Info: infondimusica.it mia Montis Regalis, Masterclass di vio- sicale Chigiana, Corsi estivi di perfezio- Orsara Musica, Seminari di musica da camera: Gutman. Info: 0773605551, Sermoneta (LT), luglio 2011. Campus lino barocco: Onofri. Info: 017446351, namento musicale. Chitarra e musica da jazz. Tromba: Rotondi; sax: Bergonzi; campusmusica.it internazionale di musica. Pianoforte: academiamontisregalis.it camera: Ghiglia. Info: chigiana.it vibrafono: Sherman; pianoforte: Ciac- Siena, 4-16/7/2011. Accademia Mu- Virsaladze. Info: 0773605551, campus Sermoneta (LT), luglio 2011. Campus Sion (Svizzera), 14/7-15/8/2011 ca; canto: Gould; batteria: Farnsworth; sicale Chigiana, Corsi estivi di perfezio- musica.it internazionale di musica. Violino: Sirbu; (iscr. entro 15/5). Académie de musi- contrabbasso: Webber; chitarra: Ferrara. namento musicale. Musica da camera Siena, luglio-agosto 2011. Accade- viola: Giuranna; violoncello e musica da que Tibor Varga, Masterclasses. Chitar- Info: orsaramusica.it con pianoforte: Lonquich. Info: chigiana. mia Musicale Chigiana, Corsi estivi di camera: Filippini; contrabbasso: Petrac- ra: Rossfelder. Info: amsion.ch Roma, A.A. 2010-2011. Saint Louis it perfezionamento musicale. Pianoforte: chi; tecnica del contrabbasso: Vedeva. College of Music, 35° Anno Accademi- Achucarro (18-30/7), Zilberstein (1°- CLAVICEMBALO co. Corso professionale di diploma, corso Info: 0773605551, campusmusica.it ORGANO 13/8). Info: chigiana.it Siena, luglio-agosto 2011. Accade- professionale di tecnico del suono, corsi Sion (Svizzera), 14/7-15/8/2011 (iscr. mia Musicale Chigiana, Corsi estivi di personalizzati, diploma di composizione entro 15/5). Académie de musique Tibor Firenze, 4-6/3/2011. Amici della Mu- e musica da film, corsi professionali di perfezionamento musicale. Violino: Car- Fondi (LT), 15-17/4/2011. Infondi Varga, Masterclasses. Pianoforte: Pagano, sica Firenze, Masterclasses. Clavicemba- musical, corsi estivi. Info: slmc.it mignola (4-20/7), Belkin (21/7-11/8), Ac- Musica, Masterclasses. Organo: Mochi. Cassard, Matthews, Scherbakov. Info: lo: Rousset. Info: 055608420 Siena, luglio-agosto 2011. Siena Jazz, cardo (11-31/8); viola: Bashmet (7-19/7); Info: infondimusica.it amsion.ch Seminari estivi internazionali. Docenti: viola e musica da camera: Giuranna (17- Sion (Svizzera), 14/7-15/8/2011 COMPOSIZIONE Cohen, Douglas, S. Blake, Fasoli, Negri, 31/8); violoncello: Meneses (25/7-13/8), (iscr. entro 15/5). Académie de musique Zenon, Loueke, Bernstein, D’Andrea, VARI Geringas (17-31/8); contrabbasso: Petrac- Tibor Varga, Masterclasses. Organo: Phil- chi (8-23/8); quartetto d’archi e musica Taylor, Gress, Dalla Porta, Harland, Ne- Sermoneta (LT), luglio 2011. Cam- lips. Info: amsion.ch da camera: Quartetto Alban Berg, Pilcher meth, Biolcati, Rogers, Martinelli (sessio- pus internazionale di musica. Com- (18/7-6/8). Info: chigiana.it ne 26-31/7); Tamburini, Pelt, M. Blake, Assisi (PG), 10-23/7/2011. Pro Ci- posizione: Solbiati. Info: 0773605551, Sion (Svizzera), 14/7-15/8/2011 Tonolo, Succi, Osby, Lama, Condorelli, OTTONI vitate Cristiana, Corso quadriennale di campusmusica.it (iscr. entro 15/5). Académie de musi- Battaglia, Werner, Street, Di Castri, Fio- musicoterapia. Info: 075812288, musico Siena, luglio-agosto 2011. Accademia que Tibor Varga, Masterclasses. Violino: ravanti, Manzi, Leveratto, Avital, Zenni terapiassisi.it Musicale Chigiana, Corsi di perfeziona- Firenze, 27-29/3/2011. Amici della V. Pikayzen, De Angelis, Honda-Rosen- (sessione 2-7/8). Info: 0577271401, sie- Biella, A.A. 2011. Accademia Perosi, mento musicale. Composizione: Corghi Musica Firenze, Masterclasses. Corno: berg, Lee, Marcovici; viola: Imai, Ada- najazz.it Corsi triennali. Liuteria: G.C. Arcieri, (luglio); composizione di musica per film: Vlatkovic (27-29/3); tromba e musica mopoulos, Schiller; violoncello: Car- C. Arcieri. Info: 01529040, accademia Bacalov (agosto). Info: chigiana.it d’insieme per ottoni: Burns (28/4-2/5). neiro, Dindo, Ostertag; contrabbasso: LEGNI perosi.org Info: 055608420 McTier, Paradžik. Info: amsion.ch Fondi (LT), 15-17/4/2011. Infondi DIREZIONE D’ORCHESTRA Fondi (LT), 15-17/4/2011. Infondi Musica, Masterclasses. Tecnico del suo- Biella, A.A. 2011. Accademia Perosi, Musica, Masterclasses. Tromba: Braito. no: Costa. Info: infondimusica.it ARPA Corsi triennali. Clarinetto: Baroni. Info: Info: infondimusica.it Sion (Svizzera), 14/7-15/8/2011 Siena, luglio-agosto 2011. Accade- 01529040, accademiaperosi.org Sion (Svizzera), 14/7-15/8/2011 (iscr. entro 15/5). Académie de musique mia Musicale Chigiana, Corsi estivi di (iscr. entro 15/5). Académie de musi- Sermoneta (LT), luglio 2011. Campus Fondi (LT), 15-17/4/2011. Infondi Tibor Varga, Corsi speciali per giovani perfezionamento musicale. Direzione Musica, Masterclasses. Flauto: Paradiso. que Tibor Varga, Masterclasses. Trom- musicisti. Orchestra giovanile: Ruha; internazionale di musica. Arpa: Holliger. d’orchestra: Gelmetti (Periodo A 18-30/7, ba: Theurillat; trombone: Bonvin. Info: Info: 0773605551, campusmusica.it Info: infondimusica.it ensemble: Strinning; violino: Leroy; vio- Periodo B 1°-27/8). Info: chigiana.it Sermoneta (LT), luglio 2011. Campus amsion.ch loncello: Rybicki-Varga; pianoforte: T. internazionale di musica, Corsi di per- Pikayzen. Info: amsion.ch CANTO FISARMONICA fezionamento e di interpretazione mu- PERCUSSIONI Stresa (VB), maggio-settembre sicale. Flauto: Graf. Info: 0773605551, 2011. Corsi dell’Accademia Musicale Firenze, aprile 2011. Amici della Mu- campusmusica.it di Stresa. Laboratorio di scenotecnica: sica Firenze, Masterclasses. canto: Cor- Fondi (LT), 15-17/4/2011. Infondi Siena, luglio-agosto 2011. Accade- Fondi (LT), 15-17/4/2011. Infondi Tombolato (2-27/5); masterclass di im- belli (15-19/4); canto barocco: Feldman Musica, Masterclasses. Fisarmonica: Lo mia Musicale Chigiana, Corsi estivi di Musica, Masterclasses. Percussioni: Cag- provvisazione: Pieranunzi (31/8-2/9). (25-26/4). Info: 055608420 Russo. Info: infondimusica.it perfezionamento musicale. Clarinetto: giano. Info: infondimusica.it Info: 032331095, stresafestival.eu

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KennethKen Hamilton Il trionfo del pianoforte Il ppianismo romantico Emanuele Arciuli e lala sua interpretazione Musica per John Adams UnaUn storia del recital pianistico pianoforte Hallelujah ddaa Liszt ai giorni nostri che negli Stati Junction mescolame sapientemente aspetti Autobiografi a Uniti di un compositore musicologici,mu sociologici Autori, opere, storia americano Novità e ddi costume. pp. 352, € 18,00 pp. 332, € 18,00

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CONSERVATORI Sogni e speranze da direttore Intervista ai nuovi eletti alla guida di quattro conservatori: Sonia Bo (Milano), Pierluigi Camicia (Lecce), Roberto Cappello (Parma), Enrico Pisa (Vicenza)

GRAZIANO BALLERINI

ono una quindicina i conser- autonomia è quindi, prima di tutto, contare l’insormontabile problema vatori italiani che hanno rin- assunzione di responsabilità da par- economico, che ha visto ulteriori Snovato l’incarico di direzione te di tutti, un ottimo deterrente per tagli, praticati sulle spese di funzio- per il triennio 2010/2013. È una delle sconfi ggere l’apatia che affl igge mol- namento, nell’ordine umiliante del norme di autonomia previste dalla to personale delle istituzioni di alta 35%! L’ultimo contratto collettivo è riforma 508/1999 che, se non risol- cultura. stato fi nanziato grazie alla decurta- ve tutti i problemi, certo impegna i Al Ministero tocca ora assumere zione del 50% del fondo d’istituto, singoli docenti di ogni Istituto a una la sua parte e dare fi nalmente corso ovvero soldi già dei dipendenti. maggiore consapevolezza del pro- al completamento della Riforma: Il taglieggiamento del settore prio ruolo, nel pieno coinvolgimento decreto sul reclutamento e program- Afam dura da troppi anni per poter nella vita istituzionale. Primus inter mazione del sistema; regolamenti di- essere ancora tollerato: ne parliamo pares, il direttore così selezionato dattici non ancora approvati in tutti brevemente con alcuni nuovi eletti. resta in carica per tre anni, rinnova- i conservatori, con relativo decreto bile per altri tre. Le novità non si im- di riconoscimento ed equiparazione Milano: Bo provvisano: l’esperienza dovrebbe titoli; strutturazione del dottorato Sonia Bo, compositrice, di nuova tesaurizzare pratiche che, se fossero e della ricerca, anche in linea con nomina al Conservatorio “Giusep- condivise, produrrebbero risultati progetti e fi nanziamenti europei; pe Verdi” di Milano, si aggiunge alle eccellenti per tutti. L’esercizio di col- sistema nazionale di statistica e va- undici donne oggi in carica quali di- lità? Come pensa di confermare la molto al di là dei confi ni cittadini, legialità dovrebbe aiutare a superare lutazione dei risultati; visione d’in- rettori. fi ducia conquistata? promuovendo con determinazione una sorta di inaffi dabilità e autore- sieme dei corsi preaccademici, fi nora Per la prima volta una donna alla «Credo che la responsabilità della relazioni internazionali prestigiose». ferenzialità diffusa. Elezione non mancanti di una omogenea e chiara guida del Conservatorio milanese. direzione di un Conservatorio così Fra i tanti problemi che attana- signifi ca infatti investitura a priori: programmazione didattica. Senza Sente il peso di questa responsabi- grande e importante sia davvero gliano i conservatori di musica ita- notevole per chiunque, uomo o don- liani (riforma - fi nanziamenti - licei na. È un po’ come scrivere un nuo- musicali - sinergie...) quali le priori- vo brano per pianoforte: l’immensa tà e i desiderata di un direttore?» tradizione alle spalle è così consi- «Sicuramente fra i problemi co- derevole che si rischia di rimanerne muni a tutti ricordo in particolare schiacciati. Così anche nella direzio- l’incompatibilità, forse in via di ri- ne ritengo che occorra una buona soluzione, l’equipollenza, i trienni dose di umiltà, la decisa volontà di intesi come fascia superiore degli impegnarsi al massimo nonostante studi in tutte le istituzioni, una pre- le molte diffi coltà e una serenità di cisa regolamentazione dei nuovi cor- fondo che permetta di programma- si preaccademici. Sul fronte interno re a medio e lungo termine senza la carenza di fondi, con il drastico rimanere sopraffatti dai mille pro- taglio dei fi nanziamenti statali, ob- GHISLIERI 25 B 5 blemi contingenti e dalle molteplici bliga a ragionare in modo differente pressioni quotidiane. Il mio intento e a mettere a punto strategie atte a in questi tre anni è senz’altro quello garantire comunque un adeguato di lavorare per un grande rilancio del sviluppo e una rigogliosa fi oritura Conservatorio sotto tutti gli aspetti: del Conservatorio». didattico, produttivo, della ricerca, della comunicazione. Ritengo im- Vicenza: Pisa prescindibile che l’istituzione da una Enrico Pisa, compositore, nuovo di- parte si apra sempre di più alla città, rettore del Conservatorio “Arrigo dall’altra guardi con lungimiranza Pedrollo” di Vicenza. Dopo una esistenza vissuta, ol- tre che come didatta, nella gestione del Conservatorio “Arrigo Pedrollo” (vice - consiglio accademico - RSU), il passaggio alla direzione porta dei cambiamenti? «Assumere la direzione del Con- servatorio, dopo anni di parteci- pazione alla vita dell’istituto, ha comportato un arricchimento delle prospettive attraverso le quali af- frontare i nodi gestionali, didattici ed artistici che lo caratterizzano. Credo di poter individuare nella condivisio- ne di valori quali la tutela della digni- tà del lavoro e la valorizzazione del Sonia Bo lavoro di professori e personale am- ministrativo e tecnico le stelle polari PROFESSIONI | CLASSICA 21

IN BREVE

servatorio nel territorio attraverso Conservatorio verso una prospettiva la produzione. Cerco di considerare di respiro internazionale, e su que- Comporre al Mitropoulos come “accidenti transitori”, che non sto sono pronto a coinvolgere tutte Scadono il 30 aprile le iscrizioni per la quindicesima edizione del devono comprometterne la missione le forze migliori di cui disponiamo, Concorso internazionale di composizione “Dimitris Mitropoulos”. Il artistica e formativa, tutti i problemi giacché oggi più che mai solo un’isti- Concorso è organizzato dalla Orchestra of Colours in cooperazione di carattere economico e normativo tuzione che si confronti a livello in- con la Athens Concert Hall, le fi nali si svolgeranno l’8 novembre 2011. che di continuo aggrediscono i con- ternazionale è davvero meritevole Il bando è riservato ai nati dopo il 30 aprile 1971, al vincitore andrà un servatori. Si tratta di “dissonanze” del proprio ruolo». premio di seimila euro. Informazioni su mitropouloscompetition.gr. spesso estremamente stridenti, pro- blemi che certo non mi nascondo e Lecce: Camicia Il concorso della Fondazione Milano contro i quali combatto quotidia- Pierluigi Camicia, pianista concerti- Si svolgerà a Milano dal 12 al 14 aprile il Concorso Musicale Nazionale namente. Mi pare una lotta effi cace sta, è stato riconfermato alla guida Fondazione Milano organizzato dalla Scuola Civica di Musica di Milano perché non è solitaria, ma condivisa del “Tito Schipa” di Lecce. Dopo e riservato agli alunni delle scuole secondarie di primo grado a indirizzo con tutto il personale del Conserva- l’incarico da parte del ministro Fa- musicale e ai giovani musicisti fi no ai 14, 16 o 18 anni. Numerossisimi torio che, tutto insieme, mira allo bio Mussi nel 2007 per “meritata i premi per le varie sezioni in concorso, in palio anche abbonamenti stesso obiettivo: la qualità». fama” il Collegio, con l’elezione, al “giornale della musica”. Le iscrizioni scadono il 10 marzo, info su l’ha riconfermato per il prossimo fondazionemilano.eu. Parma: Cappello triennio. Roberto Cappello, pianista concerti- Un lavoro sicuramente premiato, Le Vie di Mozart verso Milano sta, nuovo eletto all’“Arrigo Boito” di che prevede quali altri traguardi? Il 19 marzo si svolgerà a Milano, su invito del Comune, la 9ª Assemblea Parma: «Un primo triennio davvero esal- generale dell’Associazione Europea Mozart Ways (EMW- Le Vie di La direzione è un onore ma anche tante. A Lecce ho incontrato tre anni Mozart) che riunisce quarantanove soci. Il Comune è tra i soci fondatori un grande onere: cosa ha spinto un fa, e presto coinvolto nella gestione dell’associazione (nata nel 2002 con l’intento di realizzare progetti concertista di fama a stare sul palco didattica e nella progettazione arti- speciali per il 250° anniversario del 2006). Durante l’assemblea ma con questa responsabilità? stica e di ricerca, personalità di spic- generale verrà presentata la fase conclusiva del progetto “Mozart e «Reputo che sia compito dei mu- co sia per le capacità intellettuali sia l’Italia”, sostenuto dalla Comunità Europea e realizzato da Comune sicisti, con una carriera concertistica per la disponibilità affettiva. La mia di Milano, Città di Augsburg, King’s College di Londra e Università di importante al loro attivo e con uno riconferma in realtà avvalora una Sheffi eld con il coordinamento di EMW, che ha sede ha Salisburgo. spiccato interesse per la didattica, équipe che ha saputo rimodellare e Tutte le informazioni sui progetti, anche didattici, dell’associazione sul Il chiostro del Conservatorio “Verdi” di Milano farsi carico di un rilancio della qua- presentare al “territorio” un Conser- sito mozartways.com. lità musicale, spendendo il proprio vatorio mai visto né sentito». nome e la propria credibilità anche da seguire per conseguire l’obiettivo a favore dei conservatori italiani. È principale: la qualità del servizio of- questo il motivo che mi ha spinto ferto agli studenti». a candidarmi al ruolo di direttore, Progetti futuri? dopo aver dedicato svariati decen- «Nel proseguire e rafforzare le ni all’insegnamento in una di tali “buone pratiche” già comunque con- istituzioni, quella di Parma. A tale proposito mi sembra auspicabile che Enrico Pisa anche grandi musicisti come Ughi, CONSEGNAsu www.edt.it AcquistaGRATUITA Pollini, Abbado, Muti, tanto per ci- tarne alcuni, possano avere in futuro Benedetta Saglietti uno stretto legame con una o più di tali istituzioni». E se guarda al futuro? Beethoven, «I conservatori rischiano di es- sere trasformati in scuole di musica ritratti e immagini per tutti, con una conseguente “se- Pierluigi Camicia Uno studio sull’iconografi a condarizzazione” indiscriminata, mentre devono restare scuole di alta specializzazione. Se il loro numero Previsioni per il futuro? dovesse risultare eccessivo, qualsia- «Per il futuro, la mia previsione si si processo di ridimensionamento ferma, purtroppo, al giorno dopo. Si non dovrebbe fare a meno anche naviga a vista: con i fondi, con le re- dell’opinione di musicisti e didatti gole, con i problemi. Ma questo non di fama internazionale e non esse- vuol dire che tutto va male; essere re condotto, dunque, solo per via vigili nel parare le negatività e nel co- solidate a Vicenza, sono convinto burocratica. E a proposito dell’in- gliere le opportunità del nuovo, im- 00 ,

che se il personale è valorizzato nella ternazionalità, vorrei spendere l’ul- mette grandi energie intellettuali nel 8 1 18,00 € propria professionalità, sia esso arti- tima parola. Voglio condurre il mio circuito, per così dire, accademico. €

sta/docente o amministrativo-tecni- La nuova formazione “preaccademi- 32 32, 2 co, se è consapevole dell’importanza Roberto Cappello ca” consente poi una riforma nella . del proprio ruolo ed è partecipe delle riforma: la vera sfi da di adeguamen- pp si, scelte di politica culturale dell’istitu- to dei metodi e degli obiettivi nella Te Novità to, allora fornisce agli studenti quel formazione strumentale di tradizio- ono servizio di alta qualità, che rappre- ne italiana, ingessata da un secolo. Il S e senta l’unica possibilità non di mera lavoro comunque non ci spaventa,

sopravvivenza di ciascun istituto, forti della consapevolezza dell’esi- lana D

bensì di sviluppo del sistema. Un stenza di migliaia di talenti musicali pp. 232, Collana De Sono Tesi, Col sistema complesso, che si realizza nella nostra terra, che occorre colti- attraverso una fi tta rete di rapporti vare e portare al professionismo». con tutti gli enti di formazione mu- Unn profi lo iineditonedito e sorsorprendenteprendente di BBeethoveneeth sicale preaccademica del territorio vistosto alla lluceuce delle opere dd’arte’arte figurativfi gurativaa che (medie e licei musicali, ma anche rappresentano il grande compositore. realtà private), in stretta sinergia con gli altri istituti di alta formazione della regione, rafforzando il dialogo e consolidando la presenza del Con- 22 PROFESSIONI | CLASSICA n.279, marzo 2011

PARTITURE La disfida dei Barbieri

L’opera di Rossini in edizione critica pubblicata da Bärenreiter e da Ricordi: analogie e differenze di due importanti lavori di ricerca

tosto burrascoso, la collaborazione strumentazione, le indicazioni ago- tra la Fondazione Rossini di Pesaro giche, dinamiche e di fraseggio. Ma e Philip Gossett, il musicologo ame- poiché allora la fi lologia musicale ricano che per circa trent’anni aveva applicata al melodramma era solo diretto, con ritmi editoriali da pan- all’inizio della sua avventura, si sen- zer tedesco, l’“Edizione critica delle tiva il bisogno di un passo ulteriore, opere di Gioachino Rossini”. Lungi rispondente agli standard metodolo- dall’abbandonare l’amato composi- gici elaborati per lo più proprio nel- tore, Gossett ha di seguito dato vita, l’ambito dell’“Edizione critica delle con l’editore Bärenreiter, al progetto opere di Gioachino Rossini”. “Works of Gioachino Rossini”, sem- Ecco il motivo delle due nuo- pre in veste di direttore editoriale; ve edizioni, le quali presentano fra e il forsennato ritmo di un titolo al- loro molte differenze di dettaglio l’anno pare continuare: questo Bar- riguardo ai segni musicali (talvolta Il Barbiere di Siviglia, fi nale atto I, allestimento del Teatro Regio di Torino, biere Bärenreiter (d’ora in poi: B2008) anche alle note: si osservi la chitar- regia di Vittorio Borrelli (foto Ramella&Giannese) giunge secondo fra un volume came- ra nelle serenate del Conte), dettagli ristico e la Petite Messe Solennelle. importanti ma di cui in questa sede La Fondazione Rossini, che rice- è impossibile dar conto. Ma non Gioachino Rossini ve specifi ci fi nanziamenti pubblici mancano, ovviamente, le analogie. al fi ne di pubblicare gli opera om- B2008 e R2009 sono simili quanto Il barbiere di Siviglia nia rossiniani, non poteva né stare all’impostazione e alla struttura ge- [Almaviva o sia L’inutile precauzione] a guardare né perdere tempo, e ha nerale: un’ampia introduzione sto- immesso dunque sul mercato il suo rica, una descrizione delle fonti e di Edizione critica a cura di Patricia B. Brauner Barbiere, in collaborazione con casa alcuni problemi specifi ci, l’approfon- nel commento critico B2008 include Kassel, Bärenreiter, 2008, pp. 552, s.i.p. Ricordi (d’ora in poi: R2009), a segui- dito commento critico e – novità più inoltre il testo verbale della versione to di Torvaldo e Dorliska. Son tornati appariscente rispetto a R1969 – ric- napoletana risalente ai primi anni di Edizione critica a cura di Alberto Zedda i tempi della rivalità spietata fra edi- che appendici, cioè “musica in più”, vita dell’opera, coi dialoghi parlati in Pesaro - Fondazione Rossini, Milano - Ricordi, 2009, pp. 953, s.i.p. tori musicali, come nell’Ottocento? di Rossini e non solo. Si tratta delle luogo dei recitativi e la parte di Bar- Non è il caso di stupirsi più di tanto, variazioni vocali di Rossini, soprav- tolo tradotta in dialetto napoletano; perché oggi ci sono altri casi di edi- vissute per tre pezzi (la Cavatina di infi ne, aggiunge un’interessantissima a quando la fi niran- te, s’intende: e queste lo sono); e, per zioni critiche concorrenti riguardanti Rosina, il Duetto Rosina/Figaro, il appendice di ornamentazioni vocali, no di produrre edi- loro natura, proprio non possono es- i grandi compositori: su Chopin se Terzetto), nonché di alcuni brani al- a cura di Will Crutchfi eld, tratte da «Mzioni monumentali: sere smilze. Piuttosto, può suscitare ne contano almeno quattro. Il cura- ternativi riconducibili ai primissimi diverse fonti primottocentesche: po- ora le fanno pure doppie!...», ho sen- perplessità, o almeno curiosità, che tore di R2009 è il medesimo Alberto anni di vita dell’opera, se non pro- tranno essere particolarmente utili ai tito bofonchiare tra il serio, il faceto nel pieno di una crisi globale siano Zedda che nel 1969 aveva pubblica- prio a Rossini. Il più noto è l’aria di cantanti sensibili alla prassi esecu- e (soprattutto) l’affaticato un biblio- state pubblicate due diverse ed eru- to, sempre per Ricordi, la prima edi- Bartolo “Manca un foglio” composta tiva dell’epoca, i quali, per fortuna, tecario che stava disponendo a scaf- ditissime edizioni della stessa opera zione critica del Barbiere (d’ora in poi da Pietro Romani, che per più d’un sono sempre di più. L’editore Bären- fale i volumi qui recensiti: alla mia nel giro di un anno, per quanto si R1969), in assoluto la prima edizione secolo ha sostituito nelle rappresen- reiter si segnala infi ne per la grande bilancia, dieci chili fra partiture e ap- tratti dell’opera forse più rappresen- critica di un melodramma italiano, tazioni teatrali la ben più impervia sollecitudine con la quale ha già dato parati critici. Con tutta la solidarietà tata al mondo. Ma certo non si può genere fi no ad allora ritenuto non aria rossiniana “A un dottor della alle stampe la versione tascabile del- per il mal di schiena dei bibliotecari, impedire a due editori, in regime di degno di tante fatiche fi lologiche. Il mia sorte”. B2008 aggiunge l’edi- la partitura, lo spartito canto e piano le edizioni critiche di melodrammi libero mercato, di farsi concorren- merito principale di R1969 fu di aver zione del testo verbale tratto dalla e la sola sinfonia in partitura. italiani servono eccome, agli inter- za; e neanche a due musicologi. Nel “ripulito” la partitura dalle incrosta- partitura, dando conto in nota delle Saverio Lamacchia preti quanto agli studiosi (se ben fat- 2005 si è interrotta, in modo piut- zioni di tradizione, riguardanti la divergenze con il libretto originale; 03|10 CULTURE temi libri dischi Centocinquanta che l’Italia canta

Giuseppe Verdi sul “Le Monde Illustré”, mentre dirige l’Aida all’Opéra

JACOPO TOMATIS

L’Italia potrà essere rimasta no, che – al contrario di quello statunitense, ad esempio – continua ad alimentarsi di diffi denze verso l’altra musi- un’espressione geografi ca, ma è ca, e non contempla complessi di inferiorità della musica “eurocolta”. da sempre un concetto musicale: Nelle considerazioni fi nali del libro dici appunto che «l’Italia è un concetto musicale». Mi sembra un bellis- un fascio di stereotipi, nutrito simo concetto. di mandolini, posteggiatori e «È un’espressione che devo a Marcello Sorce Keller. La musica riassume una parte importante dell’identità colti viaggiatori post romantici italiana vista dall’estero, un’identità che si è costruita un po’ ad hoc in funzione dello scambio culturale, o mer- alimenta la platonica musicalità del popolo italico. Un cantile. Era qualche cosa di spendibile prima che l’Italia mito, un cliché, certo: ma se dopo l’Italia s’avevano da esistesse come Nazione. Poi, con il Risorgimento, i vari fare gli italiani, la musica italiana era già bella e pronta. popoli che abitavano la penisola si sono uniti intorno a E, in qualche caso, coincideva anche con la musica degli un progetto politico, e alcune differenze sono state col- italiani. mate dal costituirsi di un repertorio nazionale. Il terreno Per uno dei tanti paradossi nazionali – che vuole che comune è fatto dal melodramma, dai cori, da un reper- il Paese della musica sia quello in cui meno la si studia torio cantato nei teatri e diluito in forme mediate dalle - un testo che indagasse non la “storia della musica ita- bande, e in seconda battuta è sostenuto dal repertorio dei liana”, ma la storia di molte musiche in quanto italiane, canti sociali fondati sulle tante tradizioni locali, magari mancava. Il saggio di Paolo Prato La musica italiana. Una riscritti di sana pianta in italiano prendendo la musica da storia sociale dall’Unità a oggi, pur attingendo a materiale inni in dialetto». documentario per lo più ampiamente noto, è almeno da Questo concetto è ancora valido? questo punto di vista molto poco italiano. Fa pensare più «Per molti lo è: John Rosselli scriveva che l’idea di a “monumenti” stranieri, come La musica degli Stati Uniti musica italiana è in gran parte legata alla musica napole- di Charles Hamm («Ma - spiega Paolo Prato - il modello tana. È uno stereotipo che sicuramente aiuta a compren- irraggiungibile di sintesi e narrazione è Massimo Mila»), dere un passato che non si riconosce più nel presente, soprattutto per la facilità con cui, nel telaio di una pro- ma che insieme lo deforma. Oggi l’identità musicale spettiva storico-sociale, riesce a mantenere insieme fi li italiana è più frammentata: il pop parla sempre di più classici, popolari e popular, evidenziandone intrecci e » nodi critici. Una diffi coltà maggiore nel contesto italia- SEGUE A PAGINA 24 24 CULTURE | CLASSICA n.279, marzo 2011

150 ANNI D’ITALIA

che. Quando l’opera è “all’italiana” fra le due guerre, alla Bixio-Cherubini: “Vio- Paolo Prato diventata un prodotto lino tzigano” comunicava italianità molto più di “Fiori colto, e perché? rosa fi ori di pesco”. Dopo Modugno la melodia italiana La musica italiana. «L’opera passa da è sempre meno melodica, e sempre più vicina ai modelli Una storia sociale dall’Unità a oggi essere la vera popular stranieri. Il paradosso è che la musica italiana che parla music italiana a prodot- globale approvvigiona il solo pubblico domestico: i vari Roma, Donzelli 2010, 525 + XVIII pp., € 33,00 to di nicchia solo quan- X-Factor e Amici promuovono questo, mirando ad uno do si rifugia in sé, anche stile che non uscirà mai dal circuito nazionale. Intanto grazie ai fi nanziamenti la melodia, il valore aggiunto locale, serve a superare i » statali, che permettono confi ni e ad alimentare il made in Italy nel mondo, sia SEGUE DA PAGINA 23 ai compositori di segui- nelle forme più cristallizzate (Pausini…) che in quelle più la lingua globale e ciò che si rifà all’Italia sembra essere re i loro orientamenti vicine ai tempi (Paolo Conte, forse De Andrè, Cocciante, retroguardia, come i neomelodici napoletani, o i fonda- tenendo conto margi- Branduardi, oppure la dance di Eiffel 65…). Al contrario, mentalisti della napoletanitudine, che tutt’al più accet- nalmente del pubbli- i gusti degli italiani vengono forzati verso un modello tano operazioni alla Renzo Arbore. Le eccezioni: il recu- co… Questo storicamente coincide con l’avvento del globale privo di radici che sembra voler fare a meno di pero della melodia attraverso operazioni postmoderne, Fascismo, ma in fondo lo Stato mussoliniano non faceva quel tratto che ci rende competitivi. Un caso di schizo- che ripescano pezzi di passato meno scontati, penso alla altro che cercare di tutelare una ricerca linguistica che frenia mediatica non male». taranta o al meridionalismo alla base di molta world andava inevitabilmente in quella direzione. Dagli anni Quali sono gli spazi di italianità del jazz o di altri music italiana». Venti in poi l’opera non è più contemporanea, il reper- macro-generi globali declinati in chiave nazionale? Opera e melodramma – soprattutto nella “saldatu- torio, per conservarne la popolarità, si focalizza sempre «Il jazz ha sempre guardato all’America, non ha avuto ra” con la canzone napoletana - sono stati la musica sugli stessi titoli». una sua spinta almeno fi no alla maturità degli italiana per il mondo e per gli italiani. Quanto pesa oggi Tu parli del mito/stereotipo della “melodia” e della ultimi vent’anni. Forse suona italiano qualcosa nel toc- l’eredità dell’Ottocento? “musicalità” italiana. Sono ancora caratteri distintivi co di Enrico Pieranunzi, o meglio ancora nella tromba di «Mi risulta che la musica italiana all’estero oggi si della musica italiana nell’era globalizzata? Fresu che si inventa il jazz sardo. Ma le ritengo eccezioni, chiami Bocelli, Pavarotti - Alagna tutt’al più - e Pausi- «Che fossimo un popolo musicale ce lo hanno rac- piccole sfumature stilistiche: il jazz è musica globale per ni, Ramazzotti: tutti grandi campioni della melodia. contato gli stranieri già nel Seicento, quando trovavano eccellenza, e nel senso più nobile del termine, al contra- L’Ottocento rende un tenore italiano più credibile, offre i bambini del napoletano che facevano serenate… e poi rio del pop in cui “globale” fa spesso rima con “seriale”. una scorciatoia: si vedano i tanti cloni di Big Luciano evidentemente ci abbiamo creduto, e questo è un fatto. Per quanto riguarda il rock italiano, non è ancora maturo poi ridimensionati. Non è un peso però, casomai è una Oggi quando si vuole promuovere qualcosa come italiano perché credo che la cultura rock non si sia mai radicata: risorsa che va tramandata con gusto e consapevolezza, in primo piano emerge l’idea della melodia, che fa presa la dimostrazione è che può trovare linfa vitale solo avvi- valorizzata oltre a quel campanilismo che, esagerando tanto da noi quanto all’estero. Ma la musica italiana ha cinandosi a tradizioni italiane, alla canzone d’autore, ad l’interpretazione romantica del popolo creatore, ha con- seguito percorsi globali in cui la melodia “classica” è un esempio. Sono più possibilista sulla world music all’ita- gelato la canzone napoletana facendone un prodotto ingrediente opzionale: Battisti, da molti indicato come liana, che ha già un presente, dal De Andrè degli anni senza tempo». l’autore italiano più rappresentativo dell’ultimo quarto Novanta alle orchestre multietniche». Dal tuo libro emerge chiaramente come sia diffi cile di secolo, non è che fosse poi così cantabile, al di fuo- Un vecchio adagio dice che se vuoi capire se è un applicare la dialettica colto/popolare a queste musi- ri di alcuni ritornelli… Tutt’altra cosa erano le melodie popolo è ben governato, devi ascoltare la musica che fa… Che musica fa l’Italia di oggi? «Fa più rumore che musica… ma non il rumore nel senso futurista, quello che sperimenta nuove strade, ca- somai il rumore che zittisce le nuove idee. Un esempio è la responsabilità della radio di fl usso nel mortifi care l’ascolto: non è una novità, ma è il formato di oggi. Per dirla con i Beatles, “Half of what I say is meaningless / But I say it just to reach you, Julia…”»

La locandina del 150°

opo un certo stentare, le manifestazioni che celebreranno il 150° Danniversario dell’Unità d’Italia si sono annunciate e dislocate in tutto il territorio dall’attuale nazione. Il Governo ha stabilito che sarà il 17 marzo, Festa del Tricolore, la data delle celebrazioni. Il cartellone principale è quello di “Esperienza ITALIA 150°!, sostenuto da Torino, prima capitale italiana, e dal Piemonte, e fortemente voluto dal sindaco uscente della Città di Torino, Sergio Chiamparino: la Reggia della Venaria Reale siventerà una virtuale Reggia d’Italia con mostre d’arte, moda, arte (Leonardo), paesaggio, enogastronomia. Le Offi cine Grandi Riparazioni, splendido spazio postindustriale in città, diverranno l’Offi cina d’Italia, con laboratori sul “Fare gli italiani” e “Stazione futuro”. La musica la metterà soprattuto il Teatro Regio, con un nuovo allestimento dei Vespri siciliani diretto da Gianandrea Noseda, con regia di Davide Livermore, dal 16 marzo, con la presenza del Presidente della Repubblica alla recita del 18 (ne parliamo a pagina 6). Ma ovunque in Italia si fa 150. Dai teatri comunali di Modena e Bologna, con la prima assoluta dell’opera Risorgimento! di Lorenzo Ferrero (di cui il compositore ci parla nella pagina accanto), all’Accademia Filarmonica Romana, che il 17 marzo organizza un convegno su “Musica e nazione ieri oggi domani” con Matteo D’Amico, Fabrizio Della Seta, Pierluigi Petrobelli, Emanuele Senici. A Torino l’Accademia “Stefano Tempia” celebra l’Unità con il concerto “La bela Gigogin”, musiche corali dal 1828 al 1867. Sempre a Torino è da segnalare l’imponente cartellone “Fare gli italiani”, predisposto da Mario Martone e Giovanni De Luna per il Teatro Stabile. CULTURE | CLASSICA 25

I 172 fucili di Verdi

Il compositore non fu risorgimentale soltanto con il Nabucco: rischiò, comprò armi. In quegli anni l’impegno civile degli intellettuali era totale

ROBERTO IOVINO

a tua del 23 m’annun- Nelle pianure lombarde in quei intonando “Si scopron le tombe”, te meridionale d’Italia, suscettibili di uomo di governo ancora oggi (spe- cia che i fucili saranno mesi si intonava anche “Il Canto l’Inno di Garibaldi che lo stesso Eroe subire l’infl uenza del genio artistico cialmente oggi) condivisibile: «Poco «Lora a Piacenza e tu non degli Italiani” che Michele Novaro dei Due Mondi aveva commissio- assai più di noi abitatori della fredda m’importa la Forma o il Colore…. puoi immaginare la mia gioia e la aveva composto ancora su versi di nato al poeta e patriota Luigi Mer- valle del Po». Il musicista si recò a To- Non m’importa, ripeto; ma quello gratitudine che te ne professo. Dio Goffredo Mameli. Gli Inni patriot- cantini cui si deve anche “La spigo- rino per declinare l’invito. Scriveva il che domando si è che quelli che reg- voglia che tutto sia in buon stato e tici, allora, nascevano un po’ come latrice di Sapri” scritta nel 1857 per 16 gennaio a Mariani: «Sai perché gono la cosa pubblica sieno Cittadi- vi siano le rispettive bajonette come funghi, in lingua o in dialetto; ma ricordare la sfortunata spedizione di sono qui? Per non essere Deputato. ni di grande ingegno e di specchiata spero…»: scriveva così Giuseppe erano spontanei, autentici e sentiti. Carlo Pisacane. A rivestire di note Altri brigano per essere, io faccio onestà….». Verdi il 27 novembre 1859 all’amico Se per molti l’unifi cazione dell’Ita- l’Inno garibaldino fu chiamato Ales- di tutto… per non esserlo». Cavour direttore d’orchestra Angelo Maria- lia fu un’operazione essenzialmente sio Olivieri, altro artista impegnato: lo convinse, Verdi venne eletto e il ni. Deposta la penna, aperta la bor- politica ed economica (l’abbattimen- si era arruolato giovanissimo nel 2° 18 febbraio sedette nel primo Par- sa, il compositore aveva acquistato to delle frontiere interne signifi cava Reggimento della Brigata Savoia in lamento Italiano. L’anno dopo, nel 172 fucili per la Guardia Nazionale una più facile circolazione del com- qualità di musicante volontario e nel 1862, gli fu commissionato l’Inno di Busseto. Verdi fu l’artista simbo- mercio), per tanti artisti rappresentò 1852 aveva assunto la guida di quella delle Nazioni per l’Esposizione di lo del nostro Risorgimento a partire un ideale per il quale valeva la pena banda musicale. Londra. E Verdi inserì nella propria dal 9 marzo 1842, quando alla Scala lottare e rischiare la vita. Mameli, All’inizio del 1861 si preparavano partitura tre canti in rappresentanza debuttò Nabucco. Ma non si legò al giovane poeta genovese, era davvero le elezioni per il primo Parlamento di altrettante Nazioni. Per l’Inghilter- Risorgimento solo come artista: fu, “pronto alla morte” se ad appena 22 Italiano e cominciò a circolare tra i ra scelse “God save the Queen”, per nonostante il suo carattere riserva- anni morì nel 1849 sulle barricate di papabili il nome di Verdi. Il compo- la Francia “La Marsigliese” e per l’Ita- to, anche un “attivista” politico. Allo Roma. E Novaro, anch’egli genove- sitore faceva orecchio da mercante, lia “Il Canto degli Italiani” che non scoppio dei moti del ’48, su invito di se, consacrò la propria esistenza alla ma la sua determinazione si incrinò era ancora l’Inno d’Italia, lo sarebbe Mazzini, compose su versi di Ma- musica e alla causa risorgimentale. quando il 10 gennaio ricevette un in- diventato solo nel 1947: ma già allo- meli “Suona la tromba” che il 18 ot- Fondò una scuola di canto popolare, vito dallo stesso Cavour: «Ella contri- ra era considerato il simbolo musi- tobre 1848 inviò allo stesso Mazzini: organizzò concerti benefi ci al Teatro buirà al decoro del Parlamento den- cale del nostro Risorgimento. Negli «Vi mando l’inno… Ho cercato d’es- Carlo Felice, promosse raccolte di tro e fuori d’Italia, essa darà credito anni postunitari Verdi andò sempre sere più popolare e facile che mi sia fondi per fi nanziare la spedizione al gran partito nazionale che vuole più incupendosi di fronte al compor- Giuseppe Isola, ritratto di Michele stato possibile. Possa quest’inno fra dei Mille. costituire la nazione sulle solide basi tamento della nuova classe politica Novaro (per gentile concessione la musica del cannone essere presto Il 5 maggio 1860 da Quarto sal- della libertà e dell’ordine, ne imporrà italiana. Il 27 maggio 1881, all’amico dell’Istituto Mazziniano - Museo del cantato nelle pianure lombarde...». pavano i garibaldini probabilmente ai nostri imaginosi colleghi della par- Arrivabene chiarì così il suo ideale di Risorgimento di Genova)

OPERA Il Risorgimento è tutto un melodramma

Il 25 marzo debutta a Modena la nuova opera di Lorenzo Ferrero: «Allora musica e nazione si rispecchiavano. Oggi non ci resta che emigrare!»

ALESSANDRO RIGOLLI

ebutta a Modena, Teatro vero che nell’Ottocento il romanzo risorsa e le ha piuttosto compresse in patriottico meglio degli immediati Il 26 marzo leggi la recensione on line su Comunale il 25 e 27 mar- ha dato unità culturale alla Francia, una soluzione centralista più nordica predecessori di Verdi. I personaggi Dzo, per poi approdare a Bo- nel nostro caso è stato protagonista che, come più tardi si è detto, “roma- della mia opera dibattono certamen- logna (5, 7, 10, 12, 14, 16 aprile) la il melodramma. È forse interessante na”. Oggi forse non è tanto sull’Italia te sul Risorgimento, ma anche sul- nuova opera titolata Risorgimento! di notare che le più note opere “risor- che questi temi dovrebbero far rifl et- l’opera in sé e sulle sue probabilità di Lorenzo Ferrero. Un lavoro che me- gimentali” verdiane sono precedenti tere, ma sull’Unione Europea». successo, quasi che musica di Verdi e scola rifl essione sociale e culturale all’effettiva unità. Una in particolare, L’impianto del Suo lavoro prevede Risorgimento fossero potenzialmen- attraverso un intreccio in cui la sto- Nabucco, precede di sei anni le famo- un intreccio tra la storia di una nazio- te una lo specchio dell’altra. Tutto ria di una delle più conosciute opere se “Cinque giornate”. Quanto all’Ita- ne non ancora formata e la “prima” avviene durante le prove e voluta- rebbero un paio di aerei militari di di Verdi – Nabucco – diviene specchio lia non ancora unita, se avessimo una del Nabucco di Verdi: può essere vi- mente Verdi non c’è. Comparirà alla meno per reintegrare il Fondo Unico per un’Italia in divenire. politica meno polarizzata e litigiosa, sto come un rimando drammaturgico fi ne, molti anni dopo. Come e perché per lo Spettacolo, ma è una battuta Ferrero, come è nata la commis- sarebbe stimolante una rifl essione sul del celebre motto “W V.E.R.D.I.”? è una sorpresa che vorrei lasciare al fi n troppo facile. In realtà lo stesso sione di quest’opera e l’idea di ce- perché. Una rifl essione pacata e co- «Direi di no. Non solo perché ai pubblico». mondo della cultura è purtroppo lebrare i 150 anni dell’unità d’Italia struttiva, tenuto conto del fatto che tempi di Nabucco regnava Carlo Al- Crede che questo stretto riman- incapace di formulare un progetto partendo da un’Italia non ancora nel periodo pre-risorgimentale tutte berto, che manco si sognava di esse- do tra l’identità di un Paese e la sua di riforma che non sia solo la con- unita? le opzioni erano state considerate: re tirato in ballo da una delle fazio- cultura musicale abbia ancora valo- ferma di uno status quo per molti «L’idea mi è stata proposta da vari tipi di federalismo, repubblica, ni patriottiche. Ho semplicemente re nell’Italia di oggi che, a 150 anni versi insostenibile e inaccettabile, Marco Tutino, allora sovrintenden- monarchia. Mi chiedo quanti negli pensato che un’opera come Nabucco dalla sua unione, riduce i fondi alla ma che costituisca un effettivo rilan- te a Bologna, il quale è sicuramente anni Quaranta dell’Ottocento avreb- fosse, nella percezione di molti, una cultura stessa? cio della produzione culturale. Ma sensibile al tema, avendovi dedicato bero scommesso sulla soluzione che sorta di manifesto del Risorgimento. «Fondi o non fondi, la cultura mu- qui il discorso rischia di farsi lungo. un’opera propria, Senso, recentemen- poi si è realizzata: ovvero la conqui- Non solo per il tema (forse La batta- sicale italiana è quella che abbiamo, Speriamo di non ritrovarci fra cin- te rappresentata. Mi è subito venuta sta da parte del Regno di Sardegna glia di Legnano sarebbe stata più ap- e nessuno ce la toglie. Certo il clima quant’anni a dover varcare il confi ne in mente una relazione Risorgimen- del resto d’Italia, la soluzione meno propriata), ma perché il piglio deciso, dei 100 anni (lo ricordo, anche se ero per ritrovarci uniti, almeno musical- to-melodramma, forse meno ovvia auspicabile perché non ha saputo volitivo, ritmicamente acceso della piccolo) era tutto proiettato al futu- mente!» di quel che si potrebbe pensare. Se è trasformare le differenze culturali in musica poteva incarnare lo spirito ro, in pieno boom economico. Baste- 26 CULTURE | JAZZ n.279, marzo 2011

NUOVE VOCI

Marta Raviglia (foto Valentina Angius)

Sirene jazz Tra le novità discografiche, i progetti di giovani vocalist italiane di talento come Marta Raviglia, Gaia Mattiuzzi e Silvia Donati

PAOLO CARRADORI

entare di cogliere l’istanta- un dialogo serrato, estremo, giocoso, Raviglia: «Ho sempre sentito il bi- nea della vocalità italiana al ironico, che attraversa diversi pianeti sogno di confrontarmi con forme di Tfemminile vicina al jazz e al- sonori, da Monk a Bartók e Jobim. espressione apparentemente lontane l’improvvisazione è compito arduo: La Raviglia non offre punti di rife- tra loro, l’improvvisazione libera risulterebbe mossa, tanto la situa- rimento, svolazza leggera, ironica e strutturata, la vocalità classica e zione è in continuo divenire. Sulla quanto rigorosa in una logica creati- quella moderna, il teatro-canzone e scia di diverse seminatrici straordi- va che dilata e confonde le tracce di il rock, la poesia sonora e le canzo- narie - Tiziana Ghiglioni, Maria Pia riferimento rendendole impalpabili: ni d’amore. Con Manuel Attanasio De Vito, Cristina Zavalloni - nuove «Ho incominciato a studiare canto esploro l’inconscio, con Cattano di- generazioni di vocalist si stanno per gioco. La mia prima insegnante, vento attrice, con Pierluigi Balducci muovendo in un panorama di spic- l’unica nel mio paese, era una can- e Maurizo Brunod canto le canzoni». cata trasversalità di repertori e rife- tante di jazz. Il mio incontro con Gaia Mattiuzzi va in altre direzioni: rimenti, con al centro, irrinunciabile, questa musica è stato dunque casua- «Sto portando avanti due progetti: l’improvvisazione. La strada maestra le, anche se devo riconoscere che lo uno è Satiek, in quartetto: repertorio del jazz ha sempre metabolizzato studio dell’improvvisazione jazzisti- molto vario, brani di matrice jazzi- musiche diverse come linfa vitale: ca mi è stato di grande aiuto». stica, materiale di origine popolare e la si può percorrere rivitalizzando lo La stessa Raviglia affi anca Gaia contemporanea. L’altro è il duo Skin- standard con eleganza e personalità, Mattiuzzi nel travolgente Jacques shout con Cusa, in cui rielaboro canti come fanno Carla Marcotulli, Mi- Lacan, A True Musical True Story, di tradizione arcaica africana pescati chela Lombardi e Roberta Gambari- progetto di Francesco Cusa per Im- tra le registrazioni di Alan Lomax. ni, ma anche allontanandosene. Se le provvisatore Involontario. Anche la La “libertà” di Skinshout mi porta ad artiste fedeli alla lezione statuniten- Mattiuzzi non dimentica le radici: esplorare la mia vocalità in maniera se sono cantanti jazz, come potremo «Ho ascoltato con voracità le grandi totale ed estrema; con Satiek invece allora etichettare le nuove voci che voci del jazz che mi hanno stimo- entro in contatto con la mia parte più dal jazz succhiano libertà espressive lata per l’ampia gamma espressiva, introspettiva ed intima, in un rappor- e radicalismo ma aggirando swing e l’originalità e lo stretto legame con to più carnale con la partitura e l’ar- scat come riti usurati? l’improvvisazione. Ho colto il mes- rangiamento». La Donati si muove È un problema culturale: lo ha saggio fondamentale di un’apertura su piani progettuali diversi: «In tutti capito bene un gruppo di giovani ad una ricerca individuale infi nita ed c’è sicuramente un po’ di me, anche interpreti che travolgono ogni muro entusiasmante che, nelle interpreti se sono più a mio agio non con la stilistico. Si prendano tre recenti pro- che hanno formato il mio reale gu- scrittura ma con un canovaccio su poste della Silta Records, Rainbown sto estetico, esula dal manierismo». cui improvvisare, un’intenzione mu- Inside, Elica e Origine: nel primo Silvia Donati, altra interprete di spic- sicale comune che ti può portare a Marilena Paradisi improvvisa per cata personalità e apertura culturale, sconvolgere totalmente un brano se descrivere dodici acquerelli di Ales- riconosce nel jazz un punto di par- l’input del momento è quello. Più sandro Ferraro; nel secondo Chiara tenza imprescindibile: «Sicuramente, che solista mi sento parte di grup- Liuzzi si confronta, lontana dagli se per vocalità jazz si intende libertà pi, ognuno con il suo suono e la sua stereotipi jazzistici, con puri “oggetti di re-interpretazione, interplay. Cre- modalità: Arcoiris (di stampo brasil- sonori”, mentre nel terzo Silvia Pel- do molto nell’empatia che si crea jazz con punte molto psichedeliche) legrino si muove tra fi losofi a zen e quando si suona assieme con fi ducia e lo StandHard 3io, due dischi e un suggestioni africane. Come non cita- e un certo gusto per l’avventura». Poi modo di essere a volte estremo nella re poi Laura Copiello e il suo perso- in Cocktail Saturno si permette di fare destrutturazione dei brani». nale contributo ai magnifi ci Blonde a pezzi con grande classe: “Mood In- Zeros di God Fried Finger (El Gallo digo” e “Garota de Ipanema” con lo Rojo)? Emblematico è il progetto Vo- StandHard 3io (El Gallo Rojo). cione (Monk Record) che vede vicini Tutte queste artiste rivendicano la voce di Marta Raviglia e il trom- però una marcata personalizzazio- bone del talentuoso Tony Cattano: ne del proprio percorso, precisa la CULTURE | JAZZ 27

BIO

Andy Hamilton su Konitz, nella collana EDT/Siena Jazz Conversando con Lee

Andy Hamilton Lee Konitz. Conversazioni sull’arte dell’improvvisatore

Torino/Siena, EDT/Siena Jazz 2010, 328 pp., € 20,00

mprovviso, dunque sono. È l’im- hanno fatto di Konitz una leggenda Eldridge, Elvin Jones, Lester Young, perativo categorico nell’arte di vivente del jazz. Com’era logico Warne Marsh, Brad Mehldau), idio- IKonitz nonché il trait d’union attendersi, un argomento cruciale sincrasie musicali (Anthony Braxton) di questa conversazione, condotta dell’intervista è Lennie Tristano, del e non (telefonini). A defi nire la sua nel segno di cambi di rotta e diva- quale l’allievo rievoca con devozione cifra artistica concorrono le succu- gazioni. Oltre che una ricognizione le pieghe più peculiari: il fi losofo del- lenti interviste a Gunther Schuller ed dei principi teorici del sassofonista la musica, il didatta rigoroso, l’artista Enrico Pieranunzi, che si impongono chicagoano, il testo è una storia ora- culturalmente onnivoro ed il con- per vivacità di pensiero su quelle le del jazz moderno, ricca d’aneddoti cepire la musica come opera d’arte degli altri trentasei jazzisti interpel- ed informazioni. Emergono tanti e non come mero intrattenimento, lati. Unica pecca editoriale lo scarno argomenti: lezioni di armonia e tec- svincolata dalle regole delle case di- apparato iconografi co a fronte della niche d’improvvisazione, incisioni scografi che. Konitz si dimostra un completezza dei contenuti. discografi che, incontri umani ed ar- conversatore schietto nel rivelare Maurizio Zerbo tistici, storie di percorsi di lavoro che passioni (Antonio Carlos Jobim, Roy

IMPROVVISAZIONE DOCUMENTAZIONE

Questioni di invenzione Pionieri a Palermo

grandi musicisti le cui esperienze sono Derek Bailey parte di quella “musica improvvisata Improvvisazione. europea” che nasce da una costola del Sua natura e pratica in musica jazz. Il libro di Bailey, nato come una PISA, ETS 2010, 214 PP., € 21,00 serie di trasmissioni radiofoniche, è la benvenuta riedizione, riveduta e am- pliata, di un classico già apparso anni fa in italiano e che ora non casualmente apre una collana di fi losofi a. Il grande chitarrista inglese affronta l’improvvi- sazione come prassi trasversale a tutte le culture e epoche storiche (in fondo la scrittura musicale è di regola un feno- meno minoritario, sul piano quantita- tivo), spiegandone non solo il contesto storico ma entrando per così dire nella Curva Minore. Contemporary Sounds testa del musicista e giungendo a co- Musica Nuova in Sicilia 1997 / 2007 gliere alcuni aspetti universali del fare musica. La totale apertura culturale di A cura di Gaetano Pennino Bailey, la sua profonda conoscenza REGIONE SICILIANA ASSESSORATO DEI della storia e della prassi, la sua solida BENI CULTURALI E AMBIENTALI E DELLA Walter Prati preparazione fi losofi ca fanno di que- PUBBLICA ISTRUZIONE / CASA MUSEO sto libro una lettura irrinunciabile per All’improvviso. chiunque si occupi di musica. ANTONINO UCCELLO, PALERMO 2009, Percorsi d’improvvisazione musicale Il testo di Prati, che con Bailey e soci 432 PP. (PDF LIBERAMENTE SCARICABILE MILANO, AUDITORIUM 2010 ha condiviso tante importanti avven- DA CURVAMINORE.ORG) 82 PP., € 15,00 ture musicali, è invece una sorta di manualetto per l’improvvisatore tout C’è un decennio di battaglie culturali court: smontando i luoghi comuni di in questo volume. Vi si ripercorrono le istinto, spontaneità, casualità, Prati vicende di Curva Minore, associazione offre un passo alla volta piccoli ed ef- culturale che nasce nel capoluogo sici- fi caci esercizi per imparare a costruire liano nel 1997 per opera prevalente di musica - in solitudine o in gruppo, e due musicisti, Gianni Gebbia e Lelio per qualsivoglia strumento - giocan- Giannetto. Per ricostruirne la vicenda il do su decisioni estemporanee fonda- curatore introduce la fi gura di Antonio te su regole date. Che possono essere Uccello (poeta ed intellettuale visiona- molto semplici, più rigide o fl essibili, rio) e la storia di Curva Minore (il nome personali o condivise. Il musicista che da un verso di Quasimodo). Seguono 14 abbia voglia di uscire dalle gabbie del saggi (tra gli altri Gebbia, Zorzanello, linguaggio consolidato o che necessiti Tilbury, Masotti, Giannetto), una detta- di perfezionare la prassi improvvisativa gliata guida all’ascolto dei tre cd allegati troverà grande giovamento dai suggeri- (due documentano le varie rassegne, menti puntuali e pragmatici di Prati; e il terzo è una produzione originale), Nessuno dei due libri in oggetto tratta l’ascoltatore che ha diffi coltà ad entrare più appendici varie. Ciò che si coglie è principalmente o esclusivamente di in una musica ritenuta ostica vi trove- soprattutto la capacità di costruire un jazz, e si tratta per giunta di due opere rà un viatico agile e avvincente ad una nuovo pubblico, di intervenire all’inter- molto diverse. Se ne parliamo in que- maggiore comprensione. no di scuole ed istituzioni, di rinnovare ste pagine è perché la questione del- Stefano Zenni l’eredità delle Settimane Internazionali l’improvvisazione è tornata nel No- Nuova Musica, di concretizzare politica vecento al centro della musica grazie culturale e fi losofi a dell’educazione. al jazz; e poi entrambi gli autori sono Luigi Onori (stati, nel caso dello scomparso Bailey) 28 CULTURE | POP n.279, marzo 2011

CHANSONNIER

Serge Gainsbourg

Vent’anni fa moriva, distrutto dalle Gitanes e dal whisky, la prima vera popstar contemporanea. Amò e fu lasciato da Brigitte Bardot e da Jane Birkin (da cui ebbe la figlia cantautrice Charlotte). Anticipò il punk, e sbeffeggiò il perbenismo piccolo borghese in ogni suo gesto, musicale e quotidiano

Grand Gainsbourg

MAURIZIO BLATTO

e veux tout», rispose una vol- suo debutto Du chant à la une! come il ta Gainsbourg a Yves Mon- disco di «uno con la faccia da assassi- «J tand, che lo interrogava sul- no». È l’inizio dello sguardo che per le sue reali ambizioni artistiche. Una sempre si appoggerà su Gainsbourg: frase, tra le mille roboanti rilasciate in un misto di timore, disprezzo e sotti- vita, che identifi ca in maniera impec- le venerazione. Lui, che aveva già un cabile il “progetto Gainsbarre”. C’è matrimonio alle spalle, dedica canzoni chi morde l’esistenza, chi la ignora e a incidenti automobilistici, controllori chi la strappa. Lui se l’è quasi lascia- di biglietti della metropolitana che si ta dietro. Non alle spalle, ma dietro. suicidano per i troppi buchi, traspor- Troppo veloce e ineffabile, Serge. A tatori di pianoforti... Inizia a spostare vent’anni dalla sua scomparsa, lo si la chanson, spingendola lentamente può dire con ponderata sicurezza: è verso il burrone. “Du jazz dans le ra- stata la popstar defi nitiva. Sempre in vin” (Il jazz nel burrone) è una sua ce- anticipo e in contrasto, sopra tutto. leberrima canzone dell’epoca. Tutto Geniale e sdegnoso. Francese come giù, note e vita, abitudini e certezze. soltanto uno che non aspirava a esser- Per avvicinarla al limite, Gainsbourg lo può diventare, costantemente sotto annusa in fretta l’aria del rock’n’roll i rifl ettori. Talvolta cercati, spesso de- che si fa yè-yè e lo mischia alla sua testati, nell’esplosione della vita e nel quintessenza parigina. Juliette Gréco marcire della vecchiaia. Non si è mai e Buddy Holly. Incontra Nico prima sottratto alla scomodità dell’essere ar- di Warhol e i Velvet Underground, si tista, forse troppo sedotto dal piacere lascia alle spalle un’infatuazione per della provocazione per prender fi ato. la nipote di Tolstoj. Sostanzialmente, Donne bellissime per lui così brutto come rivendicherà lui stesso in segui- (?) e avvolto nel bozzolo impenetra- to, inventa il rock francese. bile del fumo delle sue sigarette. Nato Scrive valanghe di canzoni per per caso nell’estate del 1927, perché meteore pop e future ladies, da Mi- la madre, visto il sudiciume di un nouche Barelli a Marianne Faitfhull. improvvisato ambulatorio per abor- Quasi infastidito (dall’esistenza?), ri- ti, ebbe paura e schifo, e decise così lascia questa dichiarazione: «La mia di metterlo al mondo. All’anagrafe vita si sviluppa intorno a un triangolo Lucien Ginsburg, fi glio di ebrei ucrai- equilatero di Gitanes, etilismo e ra- ni, venuto alla luce per merito della gazze. Non isoscele, equilatero». E il sporcizia di un interno di Pigalle, e già lato delle ragazze trova la sua linea pronto alla fuga. Prima ancora che il retta quando Serge, con i suoi dop- vizio si facesse largo sui tratti del suo piopetto luridi e il naso troppo da viso, nel 1958, “Libération” recensì il ebreo, stringe le braccia intor- » CULTURE | POP 29

» no ai contorni divini di Brigitte si dichiara offesa e chiede di ritirare piena infatuazione per Salvator Dalì, fascisti, sono in prima fi la. Gain- Bardot. Le fa indossare stivali neri fi no il disco dai negozi, esattamente nello fa dipingere tutto di nero e lascia po- sbourg esce e fa la “Marsigliese” da alla coscia sulla moto di “Harley Da- stesso momento in cui tutti gli amanti chissime aperture serrate dal cristallo. solo. In puro stile punk, “se ne fotte”. vidson”, la circonda di wow e zap per del mondo ne replicano la melodia tra Arte che sovrasta la vita. Il tabacco lo Purtroppo anche di chi gli sta intorno. il fumetto in note di “Comic Strip” e le lenzuola. Et voilà, giù nel ravin. sta uccidendo. Una volta l’ambulanza Così, all’alba degli anni Ottanta, Jane la battezza con il sacramento pop di Siamo nel 1969, e Serge ha davve- arriva appena in tempo con l’ossige- Birkin se ne va: «La monotonia di tor- “Initials B.B.”. Ma soprattutto la ama, ro tutto. Non ultima Jane Birkin che no, ma prima di franare sulla barella nare ogni giorno a casa esattamente stropicciandola sino a farle incidere a campeggia incorniciata in una fran- Serge trova il modo di afferrare una alla stessa ora degli spazzini, dopo notte fonda, senza luci, qual miagolio getta da innamoramento istantaneo stecca di Gitanes e il suo plaid di Hér- aver consumato un croissant e un de- divino che è “Je t’aime, moi non plus”. sulla copertina di Jane Birkin/Serge mes. Ha quarantacinque anni. Inizia caffeinato a Pigalle, con i bambini che Serge, che ormai siede allegramente Gainsbourg, l’album di “Je t’aime...” a scrivere canzoni su escrementi, Eva si svegliano nel momento in cui rien- sul bordo del ravin, è troppo persino e “69 année erotique” (ristampato re- Braun nel bunker con Hitler e fl atu- triamo...», è la frase di commiato che per B.B. che, nonostante gli strappi centemente da Light In The Attic). So- lenze, e progetta un fi lm basato su meglio inquadra la stanchezza di Jane. letteralmente le camicie per non far- stanzialmente, un coadiuvante eroti- una storia “a tre” fra camionisti gay Serge, perennemente ubriaco, resiste lo andar via dal letto, si spaventa. “Je co diviso in due facciate su vinile. Ma e donna androgina. Nel 1976 esce nella sua dimora/museo nera come la t’aime...” non viene messa in com- la vita troppo vita di Gainsbourg non L’homme à tete de chou, ennesima follia pece e scrive Evguénie Sokolo, tradotto mercio e B.B. («Beh, tutti sappiamo deve eclissarne la grandezza d’autore. musicale (in odor di progressive) e ci- in questi giorni da Isbn col titolo di che Brigitte Bardot è un’idiota», fi r- Ogni forma musicale è rinnovata dal nematografi ca concepita in un infi mo Gasogramma: tragicomiche avventure mato Marianne Faithfull) si ritrae. Un suo sapiente incrocio d’archi, groove hotel milanese, basata sugli accenni di un petomane, con sarabanda di gas attimo dopo, tenendo la Swinging solidi, voce quasi recitante e ritmica porno di una shampista di colore e mefi tici e soddisfazioni orali sabotate. London per mano, entra Jane Birkin. “a lato”. Apice di tanta abilità visio- sui deliri vegetali del protagonista. Va in televisione a bruciare bancono- Gainsbourg la “pesca” nel cinema e naria è Histoire de Melody Nelson, al- Arriva il punk e, ovviamente, te (un reato in Francia), vola in Africa, la ipnotizza a colpi di Saint Tropez, bum del 1971, capace di inventare in Gainsbourg lo adora all’istante. Nor- si disfa sotto gli occhi di tutti. Esibisce camere d’albergo in cui aveva dimo- un colpo solo gli Air, Beck e pure, per male, per uno che è stato punk prima la fi glia nel semi incesto familiare di rato Oscar Wilde e violinisti assolda- poco, il miglior Marvin Gaye. Con- di tutti. Poi ha una folgorazione reg- “Lemon Incest”, importuna Whitney ti dentro un taxi, per poi svenire “al cept delirante a base di Rolls Royce, gae e vola a Kingston, in Giamaica, Houston (all’epoca assai più casta di Serge Gainsbourg e Jane Birkin momento buono”, colmo d’alcol. Le mutandine bianche e tragedie aeree, per registrare con musicisti locali Aux oggi) durante un talk show televisivo, fa incidere una nuova versione di “Je Melody Nelson è uno dei dischi più arms et caetera, pensando bene di ri- realizza un album rap (You’re Under t’aime, moi non plus”, coordinando- innovativi di tutti tempi. Ipnotico e leggere la “Marsellaise” (di cui poco Arrest). Entra ed esce dagli ospedali, di Montparnasse, vicino ai genitori ne gemiti e sospiri con quell’organo leggero, cattura persino Serge, inchio- prima aveva acquistato, pagandolo mantenendo un’attitudine da “suici- e a Sartre e Huysmans. Il suo lascito sacro, andando e venendo tra i suoi dandolo a una disciplina ancora più una fortuna, il testo originale), nien- da ottimista”. Gli asportano tre quarti musicale è enorme. La portata uma- reni, e già pregustando il marchio serrata di notti bianche, caffè e siga- temeno che l’inno francese, in chiave di fegato, le arterie delle gambe sono na, quella invece non è stimabile. d’oscenità dedicatogli poco dopo dal- rette. Gli archi di Jean Claude Vannier Bob Marley. Gli estremisti di destra andate. Cerca disperatamente Jane Ha voluto tutto e gli dei, che sanno lo “Osservatore Romano”. Il mondo, rivaleggiano con il basso in evidenza lo minacciano, Sly & Robbie, leggen- Birkin, sviene sui sedili delle auto come punire chi vuole sovrastarli, non soltanto quello pop, reagisce a “Je e i break secchi di batteria. Modernità daria sezione ritmica reggae, hanno della polizia. Muore da solo, nel suo gliel’hanno concesso. t’aime...”, che questa volta viene pub- assoluta. Jane Birkin è in copertina: si paura e non salgono sul palco. I pa- letto, il 2 marzo 1991. Cinque giorni blicata e diffusa. Per lo più si dice che copre il seno con una scimmietta di racadutisti francesi, dichiaratamente dopo viene seppellito nel cimitero i due si siano accoppiati furiosamente pezza e indossa un paio di jeans slac- con un registratore sotto il letto. «In ciati. Lo fa perché è incinta di quattro quel caso avremmo fatto un 33 giri mesi di Charlotte. La scimmia di pe- e non un 45», sorrise Serge. La regi- luche verrà seppellita insieme a Serge. na di Danimarca, proprietaria di una La coppia, che risiedeva stabilmente buona fetta della Philips, etichetta all’Hotel des Beaux Arts, si trasferisce che pubblica lo “scandaloso” 45 giri, in Rue de Verneuil e Gainsbourg, in

Curriculum dell’eroe

Discografi a essenziale Du chant à la une! (Philips, 1958) Initials B.B. (con Brigitte Bardot, Philips, 1968) Jane Birkin/Serge Gainsbourg (con Jane Birkin, Fontana, 1969) Histoire de Melody Nelson (con Jane Birkin, Philips, 1969) Aux armes et cætera (Universal, 1979)

Raccolte Comic Strip (Mercury, 1997) De Gainsbourg à Gainsbarre (Philips, 2000) Le cinéma de Gainsbourg (Universal, 2001)

Libri Sylvie Simmons, Serge Gainsbourg. Per un pugno di Gitanes (Arcana, 2004) Gasogramma (Isbn, 2011)

Visioni D’autre nouvelles des étoiles (Universal, 2005) Joann Sfar, Serge Gainsbourg: vie héroïque (2010)

Sfi zi “Je t’aime, moi non plus” (con Brigitte Bardot, 45 giri pubblicato postumo negli anni Ottanta, scomparso anch’esso). Una visita alla tomba di Gainsbourg al Cimitero di Montparnasse per lasciare in omaggio un pacchetto di Gitanes, una bottiglia di whisky e un biglietto della metropolitana di Parigi. 30 CULTURE | WORLD n.279, marzo 2011

VENETO La sinfonia dei Calicanto

Roberto Tombesi e compagni festeggiano trent’anni di folk con l’album orchestrale Mosaico, tra amarezze e voglia di non mollare

DANIELE BERGESIO

osaico celebra i trent’anni musicati di Biagio Marin o Hugo di attività di Calicanto, Pratt; «ma il succo – spiega Ganas- M gruppo folk del padovano sin – sta nelle tracce registrate con che porta avanti una personale poe- l’orchestra sinfonica al Teatro Pollini tica di musica tradizionale, elegante di Padova - Il diffi cile è stato tradur- ma al contempo passionale. Il lavoro re il nostro linguaggio in qualcosa di ricerca, composizione e arrangia- di comprensibile per chi suona la mento condotto dall’organettista ed classica; non parlo della lettura delle etnomusicologo Roberto Tombesi è note, quanto del messaggio». Incal- Calicanto supportato dal contrabbasso del fra- za Roberto: «Gli abbiamo dato gli tello Giancarlo, dalla voce di Claudia spartiti un mese prima, poi abbiamo Ferronato, dai clarinetti di Francesco visto che molti li leggono tre giorni gari a seconda o terza; loro, di con- La lunga carriera ha portato spes- elettriche - che li ha resi riconoscibi- Ganassin, dalla cornamusa di Ga- prima del concerto e quando fi ni- tro, faticano a metabolizzare una so Calicanto fuori dai nostri confi ni. li, vendibili. Per me hanno perso una briele Coltri e dalle percussioni di scono chiudono la custodia e se ne danza popolare senza leggerla…». Siamo davvero l’ultima ruota del car- leggerezza che se recuperassero ora Alessandro Arcolin: sei strumentisti vanno. Noi non siamo professioni- Francesco: «... Anche se, a concerto ro-Europa da questo punto di vista? gli toglierebbe credibilità. La nostra che amano sottrarre, più che aggiun- sti, siamo professionali, e possiamo fi nito, quasi tutti sono venuti a chie- Roberto conferma: «Noi abbiamo diffi coltà di avere un pubblico sta gere. Francesco ce lo conferma: «Ci permetterci il lusso di stare su una derci tutto dei brani. Avendo tempo un’amicizia storica con i Milladoiro, anche in questa ricerca di coerenza». impegnamo molto per suonare sem- battuta tre giorni; loro sono costretti e soldi a disposizione, soprattutto da trent’anni simbolo musicale della E oggi? Sembra che le nuove leve pre meno, e lasciar risuonare». a ragionare col tassametro. Ci siamo prima, magari ascoltando insieme Galizia. Loro per un concerto chie- della musica tradizionale vogliano a Mosaico contiene danze tradizio- sforzati di lavorare con le partiture, qualcosa o andando tutti a ballare, dono 18, 20 mila euro in Galizia. E tutti i costi mantici e tasti – da Filip- nali, composizioni per il teatro, testi non leggeremo a prima vista ma ma- chissà cosa sarebbe venuto fuori!». glieli danno! Noi dobbiamo togliere po Gambetta a Simone Bottasso, dai uno zero, e facciamo ancora fatica fratelli Boniface a Raffaele Pinelli, ad averli… Si resiste perché c’è una l’organetto la fa da padrone: «Li se- storia, una passione. Ma se dovessi- guo molto e ne parlo spesso con gli mo fare i conti della serva non arri- altri amici della vecchia guardia, Ric- veremmo mai a fi ne anno. In Fran- cardo Tesi, Mario Salvi, Ambrogio cia abbiamo vinto premi, in Spagna Sparagna. Questi ragazzi riescono corrono a vederci, qui da noi forse in acrobazie che noi non ci saremmo abbiamo raccolto meno di quanto mai potuti immaginare, e che oggi seminato». con le nostre artrosi ci sono preclu- I Calicanto hanno sempre deciso se. Ma loro raccolgono i nostri frutti, in prima persona le proprie scelte e ne vado fi ero: all’inizio abbiamo artistiche («Mai sotto padrone», dice perso anni per capire come cavolo si Tombesi), e hanno sempre tenuto un suonavano ‘sti cosi, per trovare co- legame stretto con il teatro: «Scrivere struttori che ne sapessero assembla- per un progetto, un orizzonte limita- re di validi, per apportare le migliorie to ed enorme contemporaneamente tecniche del caso. Poi in quegli anni – spiega Roberto - obbliga ad esse- eravamo innovativi in tutta Europa, re concisi, documentarsi. Così sono facevamo stage in Francia, Spagna, nate molte cose, come la “Moresca Germania, Svizzera, Norvegia. Oggi arcana” di Mosaico, scritta nella lingua ci sono organettisti strepitosi anche franca dei porti del Mediterraneo, lo lì, e pure loro sono debitori di una stradiòto. Ci è sempre venuto facile, scuola italiana che abbiamo diffuso anche perché non siamo mai stati con fatica e sacrifi ci. Adesso magari tradizionali in senso troppo rigoroso. sono diventati i Giotto, e noi siamo Penso a gruppi storici come la Ciapa rimasti i Cimabue, ma paghiamo an- Rusa, che faceva bellissimi tradizio- che in questo campo la scarsa valo- nali riarrangiati. Noi abbiamo scelto rizzazione di una cultura, per cui a di fare cose anche più visionarie». parte Riccardo Tesi che è un artista a Già, il folk storico: i Calicanto hanno 360 gradi, molti come il sottoscritto attraversato il folk revival, l’epoca sono andati a lavorare per guada- d’oro della world music, i terribili gnarsi la musica che poi facevano anni Zero… come ne sono usciti? il pomeriggio e la sera. Questo lo «È diffi cile dirlo – continua Roberto paghi, non hai serenità, tempo per - non ci siamo mai fatti lusingare dedicarti alla tua passione. Alla fi ne troppo, e abbiamo cercato di non es- è un compromesso, ma un compro- sere né troppo tradizionali, né trop- messo che ci ha permesso di arrivare po sperimentali. Quando riascolto il dove siamo arrivati, a trent’anni di nostro primo disco ci sento lo stesso carriera». spirito di oggi. Mi vengono in mente i Lou Dalfi n, che hanno trovato una cifra molto precisa - rapidità, chitarre CULTURE | WORLD 31

NAPOLI Tradizione da rileggere Professor Avitabile rande lo slancio creativo di Enzo Avitabile, Gche negli ultimi due anni ha ricevuto Il monumentale lavoro di De Simone in un volume e sette cd, oltre a un libro di riconoscimenti dalla critica (Targa Tenco, Premio Eugenio Bennato, danno conto del ripensamento della tradizione partenopea Città di Loano) per il suo album Napoletana ieri e oggi ma che ha anche dato alle stampe un manuale, esito di anni di studio delle musiche cosiddette CIRO DE ROSA etniche, e frutto della sua esperienza didattica al Conservatorio di Santa Cecilia, dove ha condotto a pubblicazione nuove registrazioni coeve, ma anche più recenti, stavolta il laboratorio di world music. Pubblicato con nel ’79 dei sette raccolte sul campo, a ribadire l’impianto estetico-interpre- il sostegno dell’Accademia Musicale Romana, Lmicrosolchi de tativo di De Simone, che con questo pluriennale studio, Scale rare e ritmi del mondo (Guitart 2010, libro 100 pp. con cd) si confi gura La tradizione in Campania, che si confi gura come canto corale di un popolo, inten- come sussidio didattico; un metodo di studio rivolto ai musicisti che curati da Roberto De Si- de dare la lettura defi nitiva della tradizione musicale in raccoglie scale poco praticate e sottoutilizzate (in questo senso rare) e mone, costituì un evento Campania (pur restando appena lambita l’arera culturale ritmi provenienti da diverse parti del pianeta, in trasposizione semitonale straordinario. Per la pri- sannita). Non tutti i brani raggiungono la memorabile po- ed enarmonica. Ecco dunque una successione di sessantasette scale, ma volta era possibile tenza degli esecutori degli anni Settanta, ma, nondimeno, messe a disposizione dei musicisti per ampliare le possibilità armoniche e ascoltare canti rituali, aprono squarci inediti di grande forza stilistica e comuni- ritmiche, e 48 ritmi, molti di carattere rituale, in origine per voce e tamburo, balli, voci e strumenti cativa sul canto sociale e politico, sui canti di lavoro, sui con qualche approssimazione nella denominazione proposta, che sono delle culture contadine e rituali funebri. Ma l’ascolto delle zampogne raccolte nel trasposti per batteria. A corredo del volume un cd audio, contenente tracce dei ceti subalterni urbani della Campania, eseguiti dai mi- pellegrinaggio al santuario mariano del Monte Gelbison midi e mp3 dei ritmi: dal Sudan alla Galizia, dall’Irlanda alla Macedonia, gliori interpreti di quel patrimonio popolare orale, fi ssati o i canti confraternali della Settimana Santa nel Cilento dalla Turchia all’Australia, passando per l’Indonesia. Infi ne si ritorna in su vinile con i mezzi tecnologici più avanzati dell’epoca. A sembrano quasi contraddire l’impianto interpretativo de- Italia, a Portico di Caserta, con i ritmi utilizzati dai suoi fi di Bottari. c.d.r. chi obiettava che era impossibile riprodurre la festa nello simoniano, perché potrebbero essere stati registrati anche studio di registrazione, De Simone rispondeva che a con- addirittura oggi, considerata la rilevanza che tuttora quei servarsi integra era la profondità del linguaggio musicale rituali rivestono nelle aree del salernitano. Il volume, che rituale e festivo detenuto da musicisti e cantatori. I quali, conserva le foto di Jodice ed è impreziosito dalle illustra- pregni di una cultura plurisecolare, sacerdoti della tradizio- zioni di Gennaro Vallifuoco, avvia l’ambizioso ma impre- ne, eccezionali per prassi stilistica e qualità esecutive, non scindibile progetto di costituzione dell’Archivio Sonoro subivano alcuno straniamento. Nel libro che accompagna- della Campania, promosso dall’associazione Altrosud in va le registrazioni si accresceva la dimensione mitico-sim- accordo con la Direzione Generale degli Archivi del Mini- bolica con la dedica desimoniana alla Madonna, l’analisi stero dei Beni e delle Attività Culturali, che si affi anca alle Sabato 5 marzo 2011, ore 20,45 - Palazzetto Comunale, Sondalo del linguaggio magico-rituale e gli scatti di Mimmo Jodice analoghe iniziative già avviate in Puglia e Basilicata. che ritraevano l’intensità esecutiva ma anche la consisten- ORCHESTRA DEL TEATRO OLIMPICO DI VICENZA Giancarlo De Lorenzo, direttore za collettiva della ricerca. L’opera schiudeva le porte di un La ballata inventata universo culturale improntato ad una alterità assoluta. Si Nello stesso 1979 che vedeva Rossini: La cambiale di matrimonio (ouv.) Beethoven: Sinfonia n.1 in do magg., op.21 Finzi: Pavana (trascr.Gian Paolo Sanzogno) - Schubert: Sinfonia n.3 in re magg. (D.200) entrava nel mondo interiore dei devoti delle sette Madon- la pubblicazione delle registra- ne, in quello delle inversioni carnevalesche, nelle espres- zioni desimoniane sulla tradi- Giovedì 31 marzo 2011, ore 20,45 - Palazzetto Comunale, Sondalo sioni di una ritualità contadina ancora forte in una fase zione musicale campana, Carlo DENIA MAZZOLA GAVAZZENI, SOPRANO storica in cui la fi sionomia della regione andava mutan- D’Angiò e Eugenio Bennato, Al pianoforte: Paolo Fiamingo Musiche di Schumann e Chopin/Viardot do per effetto dei processi di trasformazione economica. che da poco avevano dato vita www.amicidellamusica.org | [email protected] La grandezza dell’opera è da ricondurre alla sensibilità al gruppo Musicanova, su com- tel. 0342 801816 | 348 5606403 di De Simone, dotato di ineguagliabile coscienza del lin- missione del regista Anton Giu- guaggio della tradizione. lio Majano componevano una Adesso Squilibri pubblica in una nuova veste, arricchita ballata, “Brigante se more”, in- da materiali inediti, la ricerca desimoniana, da tempo in- serita nella colonna sonora del- trovabile (Roberto De Simone, Son sei sorelle. Rituali e canti lo sceneggiato televisivo L’eredi- della tradizione in Campania, € 95,00). Sette cd audio e un tà della priora, dal romanzo di Carlo Alianello, affresco Glenn Kurtz volume di 371 pagine con le trascrizioni di tutti i canti e le dei fermenti sociali post-unitari nelle regioni meridionali. note musicologiche vergate da De Simone e dai suoi col- Cantata nelle situazioni conviviali, ripresa da una miria- Suite per chitarra sola laboratori (talvolta rivisitate rispetto all’edizione origina- de di gruppi di folk revival, divenuta perfi no inno di lotte Il ritorno di un musicista alla musica le). A trent’anni di distanza da quegli lp, nella prefazione e sociali, negli anni “Brigante se more”, scritta di getto in negli altri contributi contenuti nel libro De Simone, con la una serata napoletana, ha subito un processo di folklo- vis polemica e il disincanto che gli sono propri, lamenta la rizzazione, secondo modalità proprie della circolazione scomparsa di quel mondo di straordinari, nobili celebranti orale, con adattamenti, modifi cazioni, innovazioni, che del rito, la sparizione dell’orizzonte simbolico cui afferi- sono intervenuti a piegarla alle esigenze di differenti at- vano e in virtù del quale si manifestavano espressività e tori sociali (anche se per la verità è stato soprattutto nella virtuosismo unici. Al contempo, l’autore denuncia con se- fascia piccolo-borghese urbana che la ballata è circolata). verità l’appropriazione posticcia, priva di autentica cono- C’è anche chi ha creduto trattarsi di un canto ottocente- 16,00

scenza e comprensione di quell’umanità orale, da parte di sco di tradizione popolare lucana, ascoltato da genitori € giovani di estrazione borghese urbana nelle cui esibizioni o nonni, di cui Bennato si era appropriato! L’avvento del alle feste «la devozione lascia spazio al compiacimento». web ha accentuato la querelle, generando un dibattito di La raccolta di De Simone è un “documento/monumento”, cui Brigante se more.Viaggio nella musica del Sud (Roma, per dirla con Le Goff: è un’esperienza unica riascoltare Coniglio Editore 2010, 224 pp. € 14,00) fornisce ampi tanti inarrivabili musicisti e cantatori, personalità che con stralci. Nel volume, ribadendo la paternità artistica della sole castagnette, tammorra e voce «mettono in moto una canzone, Bennato ricostruisce la genesi del canto e deli- macchina sonora irresistibile», per usare parole di Mauri- nea le fasi creative della colonna sonora dello sceneggiato zio Agamennone. Seguendo l’itinerario festivo attraver- televisivo. Poi - e ci sarebbe piaciuto che l’occasione ser- siamo l’agro-nocerino sarnese, saliamo alle pendici del visse a inquadrare ancor di più quel fertile periodo musi- Collana Improvvisi, pp. 198, Vesuvio e del Partenio, ci spostiamo in costiera amalfi tana cale del Sud che lo ha avuto tra i protagonisti – si rivolge Un’autobiografiutobioggrafi a e una ddichiarazioneichiarazione d’d’amorea e nell’avellinese, a Madonna dell’Arco e nel casertano fi no alla storiografi a sul brigantaggio meridionale, restituendo nei confronticonfronti delladella chitarra.chitarra. Un librolibro dedicatodedi al Cilento. Tra gli altri strumenti troviamo chitarra batten- alla storia le fi gure di briganti, ai quali l’artista napoletano alla storiai e all piacereididlit di uno degli strumenti più te, putipù, tricchebballacche, sisco, doppio fl auto, ciara- ha dedicato nuove canzoni, come Ninco Nanco e Miche- popolari della musica occidentale mella, zampogna, organetto, fi sarmonica, tamburi e otto- lina De Cesare, icone dell’antagonismo sociale, annientati ni. Non siamo di fronte ad una mera ristampa: rispetto ai nella sanguinaria guerra piemontese contro il Sud. www.edt.it documenti pubblicati a suo tempo, troviamo tantissime 32 CULTURE | CLASSICA n.279, marzo 2011

I DISCHI DEL MESE L’Oriente raccontato da Savall

Due incisioni frutto di progetti di ricerca: sulla Crociata contro i Catari e sulla Turchia settecentesca e ottomana di Dimitrie Cantemir

Le Royaume Oublié. Istanbul. Dimitrie Cantemir 1673-1723. La Croisade Contre les Albigeois La Tragedie Cathare Le Livre de la Science de la Musique et les traditions musicales Sépharades La Capella Reial de Catalunya-Hesperion XXI, dir Savall et Arméniennes AliaVox (libro plurilingue + 3 cd) Hespérion XXI, Kudsi Erguner e altri, dir Savall ALIAVOX el momento più diffi cile della crisi mondiale delle Nforme tradizionali della cultura e della musica classica, rap- presentate dalla caduta delle vendite di cd oltre che dalla drastica riduzio- ne di concerti e festival, il miracolo Savall (ha appena vinto un Grammy Award con Dinastia Borgia) sembra ancora più straordinario, con un co- stante aumento di vendite, produ- zioni, concerti e pubblicazioni che non sembrano soffrire minimamen- alinconico, oppiaceo, il ka- Jordi Savall te della contingenza. Merito indub- nun (una cetra) era il prin- (foto Dieter Nagel) biamente di una geniale intuizione arricchisce anno dopo anno di de- Mcipe del taksim, un preludio imprenditoriale: una volta divenuto cine di titoli, affi ancando a nuovi in forma di improvvisazione che in- nome simbolo della musica antica progetti gloriosi titoli del passato, troduceva al maqam nella musica otto- nel mondo, collegare a questa cele- di cui si sono acquisiti i diritti di ri- dei Livres per viola da gamba di Marin so apparato iconografi co a colori, e mana del Settecento, musica oggi del brità la promozione di prodotti tutti stampa: una delizia è per esempio Marais. Meno convincente ci sembra tutti i testi cantati, il tutto ripetuto in repertorio tradizionale turco. Al festi- creati in proprio con gestione fami- la ristampa in unico cofanetto dei invece un titolo nuovo troppo incli- 7 lingue (tra cui questa volta anche val MITO Settembre Musica, a To- gliare. E così il catalogo Alia Vox si tanti dischi incisi dagli anni Ottanta ne alla infausta moda della fusione l’occitano!). La scelta musicale, nei rino e a Milano, nel settembre 2010 di generi: El Nuevo Mundo, in cui si 3 cd allegati, segue un ordine crono- abbiamo approfondito in un focus mescolano autentici villancicos del logico ed è estremamente coerente Turchia le meraviglie antiche e con- Cinque e Seicento con canti popolari con il discorso storico del volume: temporanee di questo immenso baci- dell’odierno continente latinoameri- si parte dalle graduale affermazione no di creatività e di raffi natezza, che cano. Tra le tante novità, è partico- della tradizione musicale dell’Occi- ha la sua capitale, allora come ora, in larmente signifi cativo il volume dal tania, dal X secolo (anche nei suoi Istanbul: qui Jordi Savall, guru narciso suggestivo titolo di Il regno dimenti- rapporti con le infl uenze arabe del della musica antica, con il suo ensem- cato dedicato alla “tragedia catara”, non lontano Al-Andaluz) al sacrifi - ble Hespérion XXI ha portato il pro- ossia la prima crociata organizzata cio di Giovanna d’Arco (1431) e alla getto inciso per la sua etichetta Alia dalla chiesa contro altri cristiani che caduta di Costantinopoli che segna Vox dedicato a Dimitrie Cantemir, nel Duecento provocò il genocidio anche la fi ne del catarismo d’oriente. uno dei primi etnomusicologi della degli Albigesi. Si tratta di un altro Non mancano le consuete composi- storia europea, che nel Settecento ca- tassello della preziosa serie di mo- zioni originali di Savall “ispirate” al talogò centinaia e centinaia di brani nografi e sonore “Raices y Memoria” contesto storico e musicale di cui si del repertorio ottomano, restituendo- che in passato avevano già rivolto tratta, ma risultano anch’esse grade- li alla storia della musica scritta. l’attenzione alla Ruta de Oriente del voli e coerenti. Le voci di Montserrat Scrive Savall: «Cantemir sbarcò a missionario Francesco Saverio e al Figueras, Pascal Bertin, Marc Mauil- Istanbul nel 1693, all’età di 20 anni, mito di Gerusalemme città delle tre lon, Lluis Vilamajo, Furio Zanasi sono dapprima come ostaggio, poi come religioni. Questa volta l’impegno di sempre ispirate ed a tratti molto con- rappresentante diplomatico del pa- Jordi Savall e di sua moglie Mont- vincenti con interventi del coro della dre, che governava la Moldavia. Di- serrat Figueras “Ambasciatori della Capella Reial de Catalunya. L’ampio ventò un famoso interprete di tanbur, pace” per l’Unesco, è per non dimen- organico di base dell’Hespèrion XXI sorta di liuto dal lungo manico, e ticare quella tragedia medievale che (fl auti, vielle, lire, arpe e salteri, liuti fu anche un compositore molto ap- sconvolse la Provenza, territorio in e cetre, viole da gamba di ogni tipo, prezzato per il suo lavoro Kûâbu‘Il- cui erano fi orite le meravigliose liri- trombe, cornetti, tromboni, bom- mi’l-Mûsîkî (Il Libro della Scienza e che dei trovatori. Com’è noto il re barde, percussioni) è ulteriormente della Musica), che dedicò al sultano di Francia colse l’occasione offertagli ampliato dall’inserzione di musicisti Abmed III (1703-1730). Questo è il dalla Chiesa romana per punire in tradizionali provenienti da Armenia contesto storico nel quale prende maniera sproporzionata una eresia (ney e kamancha), Bulgaria (kaval), forma il progetto su “Il Libro del- non violenta, col non velato scopo Marocco (ud) e Turchia (ney, kanun, la Scienza della Musica di Dimitrie di appropriarsi dei ricchi territori del tanbur, ud, kemençe e percussioni). Cantemir e le tradizioni musicali se- sud dispersi in decine di staterelli Il risultato è un affresco multicolore fardite e armene”». autonomi, gestiti da piccoli sovrani- e vivissimo che impone un atto di Inebriano, le melodie della mul- castellani, che avevano avuto il torto memoria vigile e di impegno con- tietnica, islamica e tollerante, civile, di proteggere i “Buoni uomini” co- tro tutti gli orrori, passati e futuri, colta e raffi nata Istanbul ottomana m’erano chiamati i Catari. Ancor più provocati dall’odio e dal fanatismo del Settecento. Un po’ Candide e un del volume su Gerusalemme questo che si mascherano con la religione. po’ Orlando, ci sdraiamo, beviamo cofanetto presenta importanti ap- Anche la musica antica dunque può caffè e fumiamo tabacco e voluttuo- profondimenti da parte di storici e avere un compito: bravi Jordi e Mon- samente ci abbandoniamo a suoni specialisti di questi avvenimenti di tserrat. raffi nati e crudeli. diverse nazioni, con un meraviglio- Dinko Fabris Daniele Martino CULTURE | CLASSICA 33

ORCHESTRA CAMERISTICA

Shakespeare alla veneziana Boccherini nostro contemporaneo

Victor De Sabata Luigi Boccherini Il mercante di Venezia - Aff reschi musicali Sette quintetti per fl auto e archi Orquesta Filarmonica de Màlaga Ceccato, Coro de fl Griminelli, Quartetto di Cremona Màlaga, dir Berrini DECCA LA BOTTEGA DISCANTICA Nella ancora troppo frammentaria discografi a della produ- Il sottotitolo “Affreschi musicali” ci riporta in area Respighi, zione cameristica di Luigi Boccherini, questo disco propone a maggior ragione trattandosi di musiche di scena a scopo un illuminante spaccato dell’evoluzione stilistica del compo- evocativo, composte da Victor De Sabata per l’edizione sitore lucchese, spaziando dai toni spiccatamente teatrali di del Mercante di Venezia di Shakespeare con la regia di Max tre quintetti per fl auto e archi op. 17 del 1775 alla scrittura al Reinhardt, che inaugurò la prima Biennale del Teatro nel tempo stesso virtuosistica ed espressiva del Quintetto op. 55 1934. Il grande regista, che l’anno dopo si sarebbe rifugia- n. 3, scritto nel 1797 per fl auto o oboe per il celebre solista to negli Usa, aveva ottenuto un enorme successo nel 1933 Gaspare Barli e pubblicato tre anni più tardi dall’editore pari- con un sontuoso allestimento del Sogno di una notte di mez- gino Pleyel in un momento economicamente molto delicato za estate a Firenze ai giardini di Boboli e ripetè la formula per Boccherini. Nel mezzo si collocano tre quintetti dell’op. del teatro all’aperto in Campo San Trovaso a Venezia. De 19 che, pur essendo stati pubblicati appena un anno più tardi Sabata incorniciò tutto lo spettacolo tra due cori eterei che di quelli op. 17, denotano una maggiore elaborazione for- cantano la notte in laguna, ispiratrice di atmosfere rarefatte male e un’ispirazione più matura e assai meno oleografi ca. ed estri amorosi. A parte queste oleografi e da son et lumière, L’opera più interessante di questo disco è senza dubbio il la composizione riserva parecchie sorprese proprio per la Quintetto op. 19 n. 2, l’unico lavoro in tonalità minore (sol sua incisività teatrale. Ci sono brani estesi, come gli sber- minore), che si apre con un Allegro con un poco di moto dal- leffi nei confronti di Shylock e le danze per strada durante il l’incedere pensoso e meditativo che, nonostante la lunghez- carnevale, dove si è a un passo dall’opera lirica, altri di ap- za (quasi otto minuti e mezzo), riesce a mantenere ben desta pena un minuto capaci di condensare come haiku sinfonici l’attenzione dell’ascoltatore con scarti espressivi bruschi e un’istantanea epifania del Doge, la coda dei pretendenti alla inattesi, che sotto più di un aspetto ricordano le opere più mano di Porzia, il disastro delle navi di Antonio, ecc. Sono i visionarie di Carl Philipp Emanuel Bach. Questa ambigui- passaggi più effi caci, di raffi nata e arguta orchestrazione (alla tà espressiva continua nel successivo Minuetto, che rifugge pari del Ravel di Les contes de ma mère l’oye o dello Strauss di la brillante cordialità d’eloquio che caratterizza la maggior Ein Heldenleben), a riprova della cultura europea di De Saba- parte delle opere coeve, mantenendosi – come sottolinea ta, niente affatto legato alla musica italiana de quegli anni. giustamente Massimo Rolandi Zegna nelle note di copertina Caso mai l’ispirazione era andata a cercarsela dalle antiche – «sul crinale che separa il dramma dal sorriso», un fatto che musiche veneziane. Anche se l’esito d’insieme, a causa della fa pensare – aggiungiamo noi – al Mozart più sincero e inti- natura stessa della suite al servizio del teatro di prosa, non mista. Rispetto alla versione fi lologica realizzata un paio di sta alla pari col sorprendente balletto Le mille e una notte che anni fa dall’Ensemble Auser Musici per la Hyperion, Andrea De Sabata scrisse per La Scala. Fino a pochi anni fa si credeva Griminelli e il Quartetto di Cremona enfatizzano gli aspetti che la partitura del Mercante di Venezia avesse fatto la stessa più moderni con un approccio vigoroso e privo di retorica fi ne di Driada, l’opera lirica del direttore-compositore sparita basato su un impasto sonoro ricco e pastoso, caratteristiche sotto i bombardamenti subiti dall’Archivio Ricordi durante ideali per esprimere l’essenza dello stile boccheriniano. la Seconda Guerra Mondiale, ma per fortuna è stata ritrovata Giovanni Tasso ed eseguita in prima mondiale a Màlaga nell’ottobre 2008, quando è stata realizzata questa ottima registrazione. L’ese- cuzione è affi data ad Aldo Ceccato alla guida della Orquesta Filarmonica de Màlaga, insieme col Coro de Màlaga diretto da Marco Berrini. Il risultato è encomiabile per trasparenza e verve. Un plauso va anche all’editore del cd, La Bottega Di- scantica che, nonostante le diffi coltà del mercato di classica, continua la sua appassionata caccia alle rarità musicali. Stefano Jacini

OPERA

Un tenore all’italiana che qui presentiamo, ha improvvisamente attirato su di lui anche l’attenzione del grande pubblico. La voce è bella, non Vittorio Grigolo c’è che dire. L’emissione controllatissima, senza sbavatura The Italian Tenor alcuna. L’estensione supera facilmente il do acuto. L’accento sempre un po’ “piagnone” si accorda perfettamente con tan- (Luisa Miller, L’elisir d’amore, te arie romantiche in cui il bel tenebroso lamenta le proprie Rigoletto, La favorita, La sventure (“Quando le sere al placido”), ma tende fortunata- bohème, Gianni Schicchi, Le mente ad attenuarsi nelle arie eroiche (“”). La villi, , Un ballo in dizione è perfetta e non solo nei recitativi, secondo la migliore maschera, Manon Lescaut, scuola italiana, con quella occasionale punta di sigmatismo (la esse blesa) che lo avvicina simpaticamente a certi glorio- Tosca, ) si tenori del passato, mentre nel canto svanisce il suo tipico Orchestra e Coro del Teatro Regio di Parma, dir Morandi accento aretino. Sua punta di forza resta tuttavia la continua SONY ricerca espressiva all’interno di ogni singola frase: di fronte a tenori che non sanno far altro che cantare, Grigolo interpreta, I grandi eventi multimediali, quando riescono, sono davvero cercando colori sempre nuovi e cangianti (sul modello di Ce- in grado di produrre un effetto defl agrante nella carriera di un cilia Bartoli). “E lucean le stelle”, in questo disco, è il trionfo di giovane artista. Il Rigoletto a Mantova dello scorso autunno, tale approccio interpretativo, con risultati davvero suggestivi.

MINISTERO COMUNE se ha lasciato aperti molti dubbi sull’effi cacia del Domingo Godiamoci dunque il nuovo divo, bello bravo e intelligente, PER I BENI E LE ATTIVITÀ CUL- DI BOLOGNA baritono, ha imposto in milioni di case il fotogenico e aitan- augurandoci che l’umiltà e la semplicità di spirito che ancora TURALI te Vittorio Grigolo, voce tenorile di straordinaria attrattiva. sembrano caratterizzarlo ne freni le aspirazioni improprie (il I più attenti, naturalmente, lo conoscevano e lo seguivano suo repertorio è già molto vasto), a tutto vantaggio dell’arte con interesse già da alcuni anni, ma la cassa di risonanza del lirica, che di voci siffatte ha una fame insaziabile. grande evento televisivo, potenziata dopo poche settimane dalla trionfale Bohème al Metropolitan e dal disco antologico Marco Beghelli 34 CULTURE | JAZZ n.279, marzo 2011

I DISCHI DEL MESE

La banda del tubo Minafra, Petrella, Ottolini: ottoni all’italiana in tre nuove uscite discografiche

La Banda formule armoniche e melodiche connaturate al genere, Musica sacra della Settimana Santa lascia il segno. C’è da chiedersi piuttosto quanto si perda nella resa concertistica avulsa dal rito di strada evocato Enja, distr. Egea nelle belle fotografi e del libretto. Questa intensità rituale, questa concentrata energia solenne e al tempo stesso inquieta è alla base del pur di- Gianluca Petrella Tubolibre versissimo disco di Gianluca Petrella e del suo quartetto Slaves Tubolibre, fondato sulla fusione di ottoni gravi - Petrella e Mauro Ottolini - con la chitarra elettrica di Gabrio Baldac- Spacebone, distr. Egea ci e le percussioni di Cristiano Calcagnile, il tutto immerso in una densa trama elettronica. Tra brani originali e blues di Skip James (“Cypress Grove”) e Joe Williams (“Foul Shoes Mauro Ottolini Sousaphonix Blues”, dunque le tracce 4 e 5, non 3 e 4 come erroneamen- The Sky Above Braddock te indicate nel disco), Tubolibre monta una sorta di lungo, continuo fl usso di suoni, ritmicamente sospeso e statico, CamJazz, distr. Ird ma percorso da ondate di energia, di impasti timbrici da cui affi orano frammenti di melodie o passi solistici. C’è ovviamente qualcosa del rock e del blues arcaico in queste on è diffi cile comprendere perché gli ottoni sono atmosfere roventi, ma più ancora sembra che Petrella si associati al jazz: una musica che ha nel suo dna sia immerso in un processo michelangiolesco (suggerito Nle bande marcianti di New Orleans, che si è evo- perfi no dal titolo del disco e dalle catene in copertina): far luta grazie a cornettisti come King Oliver e Louis Arm- uscire una forma compiuta, o a tratti solo sbozzata, da strong, che ha sviluppato una nuova estetica sonora con una materia informe. O meglio - perché questo non è jazz le sordine di Bubber Miley e Tricky Sam Nanton e che ha informale - da una materia che divincolandosi dalla densi- imposto nuovi standard di destrezza e virtuosismo con tà dei suoni cerca una sua possente nitidezza. È un passo Dizzy Gillespie, J.J. Johnson e Clifford Brown. Insom- audace e importante, questo di Petrella, perché testimonia ma, per certi versi il jazz è una musica da ottoni, e per una sensibilità che non riposa sugli allori, che si spinge a molti versi lo è ancora. Anzi, torna ad esserlo sempre più esplorare strade inconsuete e rischiose ma individuate con - dopo gli anni della centralità del sassofono di Coltrane, infallibile precisione di tono. Rollins, Roscoe Mitchell e Anthony Braxton - soprattut- Ottolini è anche il leader dei Sousaphonix, uno dei to in Europa e ancor più in Italia, dove da vent’anni assi- gruppi più travolgenti della scena europea, vero concen- stiamo ad un revival delle bande di paese. trato di tradizione e ricerca, fi glio di quello spirito alla È stato proprio il pugliese Pino Minafra, insieme al ro- Lester Bowie, che ci ha insegnato a giocare con i classici mano Eugenio Colombo, a scoprire negli anni Novanta le con un rispetto tale da eludere qualsiasi accademismo, assonanze tra il jazz e le nostre bande, un incontro che ha anzi reinterpretandone lo spirito. In The Sky above Bed- prodotto frutti molto interessanti e che negli ultimi dieci dock il nonetto di base è arricchito da tre ospiti (Salis, anni è diventato una vera e propria tendenza. Minafra ha Bittolo Bon, Falzone) che alzano ulteriormente la tem- addirittura fatto un passo ancor più rigoroso: si è sempre peratura della musica, fatta di brani originali, pezzi da più interessato al repertorio tradizionale delle bande fi no Glenn Miller (“Pennsylvania 6-5000”), Duke Ellington a favorire la nascita del progetto La Banda, protagonista la (“Oclupaca”), King Oliver (“Working Man Blues”), Art Banda del suo paese natale, Ruvo di Puglia. Ne parliamo Ensemble of Chicago (“Strawberry Mango”). Ma non qui perché l’ispiratore Minafra è un jazzista di grande va- aspettatevi rivisitazioni in the tradition: qui ci sono il suo- lore ed il disco, non casualmente, esce per un’etichetta di no, l’intelligenza, lo spirito e le forme del grande jazz del jazz, la Enja. Ma questo non è un disco di jazz: è invece la passato ma la sostanza è attualissima, con la sua carica sontuosa registrazione dal vivo delle musiche sacre per la di anarchia controllata, forze centrifughe improvvise e Settimana Santa scritte da autori pugliesi per la Banda di ritorni a discorsi più lineari. Soprattutto c’è l’amore per Ruvo nel corso del secolo scorso, eseguite con partecipata il jazz come sound, come materia vibrante che si fa rit- fedeltà alla partitura sotto la bacchetta di Michele Di Pup- mo e forma, swing e libertà. Un gran bel disco, anche po. Insomma, un disco di musica per banda, peraltro me- se ensemble come questo o Tubalibre soffrono un poco ravigliosamente registrata dal vivo in Francia nel 2009. I dello studio di registrazione asettico e della inevitabile compositori sono i ruvesi Antonio Amenduni, suo fratello compressione del suono. Andateli ad ascoltare dal vivo, minore Alessandro e il perugino Luigi Cirenei, direttore perché sul palco ottoni, ance, ritmi, vi trascinano con una della Banda dei Carabinieri. La musica ha una intesa den- esilarante potenza che solo il grande jazz sa provocare. sità di suono e una concentrazione spirituale che al tempo Stefano Zenni stesso di intima pietas e grandiosità sonora. Il linguaggio è ovviamente quello della musica da banda novecentesca, Nella foto: Tubolibre, da sinistra Ottolini, Calcagnile, Petrella, ma con un respiro sinfonico che, seppure tra le inevitabili Baldacci (foto Roberto Cifarelli) CULTURE | JAZZ 35

RISCOPERTE DALLA SVIZZERA AL MONDO

Pezzi di Konitz Swing libero e contemporaneo Africhelvetica!

Konitz / Friedman / Zoller The Ray Anderson / Tommy Meier Root Down Thingin Marty Ehrlich Quartet The Master And The Rain HATOLOGY, DISTR. DUCALE Hear You Say – Live In Willisau INTUITION – DISTR. FAMILY AFFAIR Pierre Favre Ensemble Catturata dal vivo in Svizzera alla Le Voyage metà degli anni Novanta, questa re- Beato lo spettatore presente a questo set, INTAKT, DISTR. IRD gistrazione fa triangolare l’inconfon- festival di Willisau 2009. Anche il sogget- dibile sax contralto di Lee Konitz con to più depresso avrebbe trovato una via di il pianoforte di una accompagnatore Per quanto strano possa suonare l’accosta- guarigione al cospetto di tale energia e contagiosa verve danzante. mento a una prima impressione, il rapporto tra jazz svizzero e sudafri- esperto come Don Friedman e la chi- La via di Anderson e Ehrlich al jazz contemporaneo non sarà il toc- tarra dell’ungherese Zoller (che proprio con Friedman aveva cano è qualcosa di più di una curiosità. Fondamentale è stato certamen- casana per chi ambisce a risolvere chissà quali problemi di estetica te, negli anni Sessanta, il passaggio in quelle zone dei Blue Notes, che formato negli anni Sessanta un importante quartetto, forte della musicale, ma riconcilia con lo swing libero anche il più scettico degli ritmica di Barre Phillips e Daniel Humair). Con grande rispetto e ispirarono una scalpitante Irène Schweizer, ma anche l’ecumenismo di ascoltatori. Il trombonista ed il clarinettista-sassofonista combinano festival straordinari come quello di Willisau. Se a questo aggiungiamo rilassatezza i tre musicisti esplorano a fondo alcuni temi fi rmati da un’enorme sapienza tecnica, di qualsivoglia stile, con un’intelligenza ciascun vertice del triangolo, andando senza fretta a scavare negli che Tommy Meier – sassofonista e leader di questa ampia formazione sopraffi na nel dosaggio degli ingredienti. Un mordido tributo a Le- – ha lungamente viaggiato in Africa, ecco pronta la ricetta per questo angoli armonici più nascosti e intrecciando intime polifonie. Su Ko- roy Jenkins; mobili strutture ereditate dalla lezione di Mingus, bal- nitz si è detto molto e il suo contrario: artista prolifi co e sempre per- The Master And The Rain, che abbina alle composizioni di Meier la rilet- lad languorose, linee boppistiche inframezzate da scorrerie free. E, tura di alcuni temi di Chris McGregor e Fela Kuti. Solisti come la sas- sonale nell’approccio improvvisativo, riesce anche in questa occa- ancora, danze grottesche come nella fulminea “The Lion’s Tanz” o sione a illuminare il disco con le sue linee oblique e sornione, quasi sofonista Co Streiff, il trombettista Russ Johnson o la stessa Schweizer in “Alligatory Rhumba”. Tutto questo senza un attimo di stanchez- sono solo una preziosa rifi nitura a una trama collettiva fatta di groove imperturbabile nel disvelamento e successiva rimessa in discussione za e distribuendo assoli sensuali, avvolgenti. Pur vicino a certi epi- degli insegnamenti di Lennie Tristano. I compagni di avventura se- e di calore, di condivisione e di colori. Helveticafrica! Ha un sapore sodi jazzistici da all-star, il quartetto non sfi ora mai lo spirito un po’ inconfondibile anche la musica di Pierre Favre, uno dei nomi di riferi- guono apollinei, con la ferma convinzione che ogni astrazione è, in stucchevole della “chase” tra due strumenti a fi ato, attento in ogni fondo, solo l’immagine di un pezzo di anima. Enrico Bettinello mento del jazz svizzero: il suo percussionismo iridescente guida l’en- fase alle sfumature e alla scrittura che esalti le differenze timbriche e semble di Le Voyage con fantasia e un’architettura in grado di respirare dinamiche. La ritmica formata da Brad Jones al basso e Matt Wilson con polmoni differenti, in particolare quelli del clarinettista Claudio Stefano Merighi alla batteria è perfetta. Puntin e del trombonista Samuel Blaser. Africhelvetica! e.b. L’ETICHETTA IMPROVVISAZIONE

Lo schema Picanto Rocco e i suoi sassofonisti

La riproduzione di un campo da pallacanestro e lo schema tattico Due documenti sonori speculari, editi da ottime etichette spe- da usare per andare a canestro, dove i musicisti sono i puntini in cializzate, che immortalano due live performance dal mede- moto, è la curiosa, inventiva copertina del nuovo disco del quartetto simo impasto timbrico, sax soprano e chitarra elettrica, con il Woodstore: c’è un senso. Il lavoro qui è di squadra (e da sempre, sapiente e multiforme chitarrismo del cremasco Enzo Rocco peraltro), ma il quartetto lavora bene solo se aperto ad un quinto come denominatore comune. Nel primo Rocco e Lol Coxhill, uomo, quello con la tromba. In passato ci sono stati Boltro, Gravish, sopranista dal suono inconfondibile e dalla infi nita vicenda Hagans, Vloelmans. Qui, nuovamente, c’è un “nostro” fuoriclasse, artistica (una sorta di Steve Lacy british meno malinconico l’amico di vecchia data Paolo Fresu, sardo come i quattro del Woo- e più versatile) sono ripresi a Gradisca d’Isonzo durante un dstore. Nessuna deriva etnojazz nelle nove composizioni, tutte del concerto della rassegna All Frontiers 2008. Nel secondo Enzo Woodstore e Paolo Fresu pianista Mariano Tedde, ma un jazz moderno compatto e fi lante. Rocco intesse orditi di note spezzate e rosari di corde sgranate Playmakers Sono gli stessi aggettivi che si potrebbero usare, mutatis mutandis, e bloccate, interagendo con il soffi o, più impetuoso e sulfureo per il Gruppo Irregolare di jazz elettrico capitanato dal bassista rispetto a quello di Coxhill, di Pablo Ledesma, esperto sopra- Daniele Mencarelli Daniele Mencarelli, allievo un tempo di Gabriele Mirabassi (sue le nista argentino, sospeso come gli altri due protagonisti tra Salto nel vuoto spiritose note di copertina) come pressoché tutti gli altri del gruppo. l’improvvisazione più radicale e una moderna (perché attuale) La sorpresa arriva dall’ospite del disco, Emanuele Mencarelli, padre musica sperimentale di stampo eurocolto. Ledesma e Rocco del titolare: con il suo hammond trova impasti da “classic rock” im- sono registrati dal vivo il 10 giugno 2009 presso il Conser- Pietro Condorelli Quartet prevedibili e gustosi. vatorio di Musica Gilardo Gilardi di La Plata (Argentina). In Jazz Lag Emanuele Cisi e Pietro Condorelli sono ospiti invece nello scat- entrambi i casi siamo alle prese con il vertiginoso mondo della tante viaggio in dieci stazioni concepito dal gruppo partenopeo Jazz forma implosa, delle strutture sgretolate con precisione chirur- Lag, sotto la guida del pianista e compositore Gianni Vicedomini e gica, catapultati in una dimensione armonica multidimensio- Tassa di Residenza Napoli del batterista Claudio Borrelli. Jazz moderno dalle eccellenti linee Lol Coxhill / Enzo Rocco nale che è ricerca di spazio e libertà. Un’idea di musica come Wild Cats, Diffi cult to Bo... and melodiche (Napoli si sente, in musica), e una riuscita cover della be- Fine Tuning - The Gradisca Concert metafora critica dell’impazzito frazionamento dell’odierna Other Stories atlesiana “Blackbird”. Un lavoro attento sulle dinamiche, sull’inter- AMIRANI RECORDS società e non solo, che si nutre di un’autentica e profonda play, sulle possibilità contrappuntistiche è alla base del nuovo disco ispirazione, votata ad una complessità che non disdegna liri- del “veterano” chitarrista Pietro Condorelli, “sassofonista mancato” smo e immediatezza. Monodia e armonia, impronta acustica PICANTO RECORDS Pablo Ledesma / Enzo Rocco dice lui, ed è vero: con un fraseggio modellato sull’impetuosa mobi- ed elettrica a confronto in un serrato gioco responsoriale che lità coltraniana che nobilita ogni brano. Guido Festinese Seis episodios en busca de autor è vero e proprio prodigioso, prolifi co scambio. Essenziale. SETOLA DI MAIALE Marco Maiocco 36 CULTURE | POP n.279, marzo 2011

I DISCHI DEL MESE

PJ in trincea La voce di un astro nascente

PJ Harvey James Blake Let England Shake James Blake UNIVERSAL ATLAS

Il 2011 è il nuovo 1915, secondo PJ Harvey. Let England Shake L’astro nascente nel fi rmamento elettronico contemporaneo è fatto di parole di guerra e di morte, per dirci che viviamo an- si situa col proprio album d’esordio in un’orbita lontana dai cora in trincea. Molto prima della musica, vengono dunque le cliché, vecchi o nuovi che siano. Incasellato dagli esperti in parole: ci sono voluti due anni di lavoro e una ricerca testuale materia tra gli esponenti di un’area stilistica detta “post dub- accurata perché fossero perfette sulla carta prima ancora che step”, sovverte in realtà qualsiasi pronostico offrendo ciò che nella gola, vere poesie a cui poi trovare una voce. Per la loro in defi nitiva rappresenta un’ardita ipotesi di pop music pros- violenza lucida, feroce e poetica richiamano Wilfred Owen, sima ventura. L’impianto sintetico del suono è innegabile, ma il poeta della Grande Guerra: soldati mandati al macello, che costituisce tutt’al più il contesto in cui l’estro del ventiduenne cadono come pezzi di carne, le membra sparse sugli alberi nei artista londinese agisce con massima libertà espressiva. Di- campi inondati di sangue, in terre esotiche abitate da danza- stanziandosi persino dai propri lavori precedenti, quattro ep trici del ventre, palme da datteri e mandarini, in realtà waste- editi fra l’estate del 2009 e l’autunno scorso, Blake ne distilla lands popolate dai fantasmi dei non sepolti, dove gli occhi le essenze proiettandole in scenari imprevedibili. Canzoni, piangono per tutto ciò e il coraggio non sconfi gge la morte. PJ perché di questo si tratta. Con la voce – in passato impiegata Harvey ha scelto uno scenario antico ma attuale (soprattutto raramente e sempre camuffata mimeticamente - in primissi- per i britannici, che considerano la Prima Guerra Mondiale mo piano, modulata su timbri che di volta in volta riecheg- evento spartiacque nella storia contemporanea, l’altare per il giano gli umori soul vagamente retrò di Jamie Lidell (nella sacrifi cio del fi ore della gioventù), consegnandoci un disco po- versione struggente di “Limit to Your Love”, brano preso in litico sui cambiamenti in atto nel mondo: l’Afghanistan oggi, prestito dalla canadese Feist, e tra i vapori dello spleen luna- ma soprattutto Gallipoli e gli Anzac, le trincee infestate di re di “Wilhelms Scream”) o addirittura il canto vulnerabile e mosche che ti entrano in bocca e non ti fanno mangiare, ma malinconico di Antony Hegarty (si ascolti il folgorante incipit non spengono il desiderio rabbioso di casa. “Maledetti Euro- a cappella di “I Never Learnt to Share”, ad esempio). Benché pei! Riportatemi nella magnifi ca Inghilterra, nella grigia e umi- trattata con effetti speciali, in particolare l’Auto-Tune infl azio- da sporcizia dei tempi, i libri malandati e la nebbia che rotola nato dai produttori hip hop e R&B, impiegato qui viceversa giù dai monti, sui cimiteri e i defunti capitani di mare”, canta con misura e buon gusto, l’interpretazione vocale è ovunque in “The Last Living Rose”. I referenti letterari e visivi sono carica di schietta emotività: basterebbe a dimostrarlo il pathos Harold Pinter, Jez Butterworth, Goya, Dalì e Kubrick; i suoni che avvolge “Measurements”, episodio che conclude il disco che l’hanno nutrita dicono Velvet Underground, Doors, Po- quasi a suon di gospel. Quanto alla musica che accoglie la gues e la musica folk del mondo (che fa capolino tra i campio- voce, come si diceva inopinata e assoluta protagonista del- namenti, insieme al reggae!). Un album improvvisato dal vivo l’opera, è informata a criteri di rigoroso minimalismo che ne in una chiesa del Dorset isolata da quel mondo di morte che rendono l’aspetto scarno, come in una sorta di neo impres- le canzoni materializzano davanti ai nostri occhi, con John sionismo. Emblematica in quel senso la prima parte di “Lin- Parish, Mick Harvey, Flood e la stessa PJ alla chitarra elettrica, desfarne”, arredata con impercettibili sbuffi digitali di scuola fortemente trattata, e all’autoharp. Let England Shake vive del glitch, laddove la seconda è mossa invece da una languida e contrasto complementare tra musiche orecchiabili – a tratti intermittente pulsazione ritmica. Batte forse qui il cuore del ingannevolmente allegre – e quelle parole che sgorgano dalla disco, per come in quei cinque minuti e mezzo o poco più si violenza (“The Words That Maketh Murder”). Era necessario condensano il fascino e le argomentazioni che lo rendono così rendere quei testi cantabili in modo antieroico, ovvero antire- diverso da qualsiasi altra cosa ascoltata di recente. Insieme torico, e personale; PJ Harvey lo fa con una voce letteraria e classico e avveniristico, il primo album di James Blake è non musicale nuova: un registro alto ma non drammatico, che ra- solo destinato a primeggiare nell’anno cominciato da poco ma senta il grido e il pianto, la voce ostinata della consapevolez- a fare in qualche modo epoca. In due parole: un capolavoro. za di un presente martoriato, e dell’appartenenza a un Paese Alberto Campo amato la cui storia gronda sangue. Paola De Angelis

AMERICANI E INDIPENDENTI

Occhi rivolti al futuro Malinconia sofisticata

Bright Eyes Destroyer The People’s Key Kaputt POLYDOR MERGE

Secondo la “teoria della singolarità” di Raymond Kurzweil, Il canadese Daniel Bejar non è uno che rimane con le mani pioniere dell’informatica tramutatosi in futurologo, nel corso in mano. Quando non si dedica all’attività individuale con lo del XXI secolo biotecnologie, nanotecnologie e robotica mo- pseudonimo Destroyer, collabora coi New Pornographers o si difi cheranno la stessa idea di umanità. Una visione inquietan- dedica a progetti paralleli, come Hello, Blue Roses (con Sidney te (e controversa) che appassiona . Lettore di Vermont) e Swan Lake (con Stephen Krug dei Wolf Parade e fantascienza (Kurt Vonnegut, Arthur C. Clarke e la Atwood dei Sunset Rubdown). Artista eclettico, ha intestato il suo nono de Il racconto dell’ancella), per il ritorno dei suoi Bright Eyes (a album da solista col titolo di un famoso, cruento e visionario quasi quattro anni dall’acclamato Cassadaga) ha pensato a un romanzo di Curzio Malaparte, verso cui deve aver sentito una concept album sui destini del genere umano, con cui fa il pun- strana affi nità elettiva. Strana anche perché Bejar dice di non to anche sul proprio impegno politico (prima anti-Bush, poi averlo (ancora) letto. Come d’abitudine, infatti, i testi sono pro-Obama e ora contro le leggi anti-immigrazione dell’Ari- criptici e ricchi di riferimenti eterogenei. Analogamente, re- zona e del suo Nebraska). Il tutto punteggiato dai monologhi sta complessa la struttura delle canzoni e lunghissima, in certi su spazio, tempo ed esistenza di Denny Brewer della band casi, la loro durata (“Bay of Pigs” supera gli undici minuti). La Refried Ice Cream, conosciuto da Oberst mentre registrava a novità, invece, è nella forma musicale: un omaggio al pop so- El Paso uno dei due dischi con la Mystic Valley Band. Con lui, fi sticato degli anni Ottanta. Fra suoni sintetici (ma non solo), come sempre, i sodali Mike Mogis e , nonché pizzichi di jazz e assolo di sax e tromba, Destroyer recupera uno stuolo di ospiti. Ma, a sorpresa, niente (o quasi) suoni David Sylvian, Style Council, i Roxy Music di Avalon e soprat- acustici e atmosfere indie folk: dieci pezzi decisamente rock. tutto i New Order (“Per me sono come i Rolling Stones”, ha I nostri preferiti: “Haile Selassie”, “The People’s Key”, “Begin- detto in un’intervista), portandoci in una discoteca del passato, ner’s Mind” e soprattutto “Ladder Song”. Paolo Bogo scintillante ma profondamente malinconica. p.b. CULTURE | POP 37

MURI DI SUONO L’ONDA FREDDA

Angeli e demoni Per sempre post Avveniristico e retrò Dalla storia all’attualità Un sognatore in esilio

Toro Y Moi Seefeel Or Freakout Earth Mogwai Underneath the Pine Seefeel Banjo Or Freakout Angels of Darkness: Hardcore Will Never Die, CARPARK WARP MEMPHIS INDUSTRIES Demons of Light Pt.1 But You Will SOUTHERN LORD ROCK ACTION Se al liceo era un fan dei Weezer, il Nati nei primi anni Novanta come grup- Assai atteso dopo una serie di tracce cir- ventiquattrenne Chazwick Bundick po indie rock, i Seefeel si fecero presto colate online e un paio di singoli, ecco (in arte Toro Y Moi) ora si sente debi- contagiare dalla rivoluzione elettronica l’album d’esordio di Alessio Natalizia. Sunn O))), Om ed Earth. La deriva Al di là della provocazione espressa nel tore – musicalmente parlando – verso in atto, ridisegnando il proprio stile con Mente artistica abruzzese in fuga oltre- “avanguardista” del metal detta drone titolo, è impossibile classifi care i Mo- i genitori e la loro collezione di dischi ingenti infl uenze digitali. Se il percor- manica, l’ex chitarrista e cantante dei è nata così, coi Sunn O))) padrini del gwai come band hardcore: dopo quin- in vinile e cassette. Lo si poteva desu- so li accomunava a gente come Primal torinesi Disco Drive ha dato vita a que- settore più estremo, gli Om di quello dici anni di onorata carriera, l’etichet- mere dal suo debutto, Causers of This Scream e My Bloody Valentine, Mark sto progetto quasi per caso, registrando spirituale e gli Earth... Senza dubbio ta a loro più congeniale rimane “post (2010), che lo ha reso nome di punta Clifford e soci erano però più spostati da solo in casa con mezzi elementari gli Earth sono stati, almeno nella pri- rock”, per quanto mal invecchiata. La del movimento detto chillwave (o glo fi ), sul versante della cosiddetta Intelligent e un modus operandi rigoroso nella sua ma parte della loro esistenza, il moto- stessa cosa non si può dire del gruppo ovvero una nidiata di solisti americani Dance Music. Dopo un primo album me- spontaneità: buona la prima. A distanza re pulsante del drone “classico”, prima scozzese, che giunto ormai al decimo (Neon Indian, Memory Tapes, Washed morabile (Quique, 1993) si persero per di qualche anno, le cose appaiono cam- d’intraprendere un lungo viaggio nella album mostra invece, una volta ancora, Out) nostalgici del pop elettronico anni strada, fi no a mettersi in stand-by nel biate: Banjo Or Freakout è un album cu- psichedelia e nel minimalismo. Scelta di sapersi rinnovare nella continuità. Ottanta, riadattato però in bassa fedel- 1996. Il loro ritorno non era preventiva- rato meticolosamente e nient’affatto in maturata nel 2005, dopo una breve pau- Hardcore Will Never Die, But You Will tà e con gusto sperimentale, complice to, anche se l’approccio musicale di cui bassa fedeltà, che in dieci canzoni dolci sa di rifl essione artistica. Ebbene, Angels non è un disco spiazzante come lo fu un laptop o poco più. Per il secondo erano fautori è stato ripreso e rielaborato e sognanti libera il talento pop del suo of Darkness... è in questo senso il capo- cinque anni or sono Mr. Beast, l’album album, il musicista del South Carolina in mille forme diverse durante gli anni autore. Il quale, dal canto suo, riesce a lavoro del gruppo statunitense. Primo della “svolta pop”. Qui al contrario pre- non fa più tutto da solo e, abbandonati Zero. Sarebbe quindi ora di riconoscere combinare freschezza da debuttante e di una lunga serie di concept album che vale quello che da sempre è il tratto di- i campionamenti, si avvale di una band ai Seefeel il dovuto rilievo storico, e que- maturità da veterano, lavorando con rit- ne caratterizzeranno il prossimo futuro, stintivo dei Mogwai, ossia la capacità di vera e propria. Restano il bel falsetto, il sto nuovo e omonimo album ne è la mi- mi tenui, effetti vari e strati di chitarre rappresenta in sostanza il ritorno alla fi - spingere il noise fi no al limite estremo, funk, il soul e il pop à la Beach Boys, gliore celebrazione, anche se non suona – sia pulite sia distorte - che rimandano sicità e alla concretezza del drone. Gli mantenendone tuttavia perfettamente ma si percepiscono altri ascolti retrò da particolarmente originale e rappresenta allo shoegaze britannico anni Novanta, Earth lasciano il metal e tornano al rock il controllo: esemplare un pezzo ite- lui stesso dichiarati: le colonne sonore inevitabilmente più un punto d’arrivo al pop psichedelico dei Sixties, al kraut traducendolo in forma palpabile attra- rativo come “Rano Rano”, così come di Piero Umiliani, François de Roubaix che un guizzo di genio. Nondimeno il rock, ai Velvet Underground del terzo verso (incredibile ma vero) sonorità che la lenta progressione di “You’re Lionel e del Morricone più lounge, le bizzarrie disco è eccellente, soprattutto nel mo- album, persino a Phil Spector. Un suono rimandano a Ry Cooder. Come se il dro- Richie”. Però qui ci sono anche richiami di Robert Stevie Moore, lo space funk strare una potenza evocativa senza ricco eppure immediato, che evoca spa- ne avesse improvvisamente incontrato a stili meno usuali, come la new wave: targato Motown di Andre Lewis (alias eguali, accostando in un collage sublime zi ampi e serenità; forse più “normale” l’epopea del Far West. Riff di chitarra gli incroci fra metal e sintetizzatore Mandre) e persino i My Bloody Valen- suoni ambientali, riff di chitarra fi ltrati e di quello promesso agli inizi, ma anche aperti, morbidi, “tarantiniani”, spezzati di “White Noise” e “Mexican Grand tine. Il risultato è sognante, ma anche indecifrabili fantasmi sonori. b. più espansivo e accessibile. a.p. da una lunga serie d’inserti psichedelici Prix” rimandano un po’ ai Wire, mentre divertente, e piacerà ai fan di Ariel Pink modello Pink Floyd era The Piper at the “George Square” e “How to Be a Were- o del Caribou di Andorra. I brani miglio- Gates of Dawn. Oggi è questo il mondo wolf” hanno un groove degno dei Joy ri: “Still Sound”, “Before I’m Done” e lo degli Earth: una sorta di wilderness mu- Division. Menzione speciale per l’epi- splendido “How I Know”. p.b. sicale. Angels of Darkness... è un inequi- sodio stranamente romantico “Letters vocabile segno di rinnovamento di un to the Metro” e il suo pianoforte so- gruppo francamente straordinario. gnante. Bizarre Mario Ruggeri

Rock ossigenato Canzoni crepuscolari

Smith Westerns The Twilight Singers Dye It Blonde Dynamite Steps FAT POSSUM SUB POP

Pop in stato di grazia? Secondo noi basterebbe anche solo un In questi giorni si riparla molto del grunge, essendoci come brano come “All Die Young” a rendere questo album merite- pretesto l’imminente ventennale dell’uscita dell’epocale Ne- vole di attenzione: dopo un incipit d’organo, sopraggiungono vermind dei Nirvana, e forse alcuni si ricorderanno di quanto il piano, una chitarra distorta e poi la batteria, e sembra di gli Afghan Whigs di Greg Dulli fossero ritenuti all’epoca una essere fi niti in una sorta di omaggio a John Lennon, ma pre- delle alternative più credibili al suono di Seattle. Oggi, archi- sto – a sorpresa – tutto aumenta di dimensioni, diventando viato da tempo quel gruppo, Dulli si può concentrare a tem- corale e creando un piccolo miracolo. Anche il resto di Dye po pieno sui Twilight Singers, e anche se qualche parentela It Blonde è comunque convincente e accattivante: ascoltate il col rock sanguigno di un tempo c’è ancora (“Waves”, “Gun- singolo “Weekend”, ad esempio. O “Dance Away”, con tanto shots”), il suo stile va ormai in un’altra direzione. Dynamite di inserto quasi disco. Tutti pezzi che celebrano splendori e Steps è un disco di canzoni scure e intimiste, amare persino, malinconie dell’età tardo adolescenziale. D’altronde, gli Smi- a rispecchiare l’anima di un autore maturo e forse disilluso th Westerns giovanissimi lo sono per davvero: età media di- del potere salvifi co del rock’n’roll. A noi, in verità, piace di ciannove anni, provenienti da Chicago, hanno debuttato nel più così: canzoni come “Be Invited” (con l’accompagnamen- 2010 con un album registrato in casa, che sembrava ispirarsi to vocale dell’amico di sempre Mark Lanegan), la struggente al ruvido splendore del garage rock anni Sessanta raccolto in “Get Lucky”, la quasi epica “On the Corner” (che lascia spazio Nuggets, leggendaria compilation curata da Lenny Kaye. Ora, ad arrangiamenti di archi ed elettronica dovuti probabilmente aiutati da un produttore rinomato, Chris Coady (Beach House, alla coproduzione del dj californiano Steve Nalepa) e una bal- Yeah Yeah Yeahs), hanno ripulito il proprio suono (in studio a lata di grande emotività quale “Blackbird and the Fox” sono New York) senza perdere energia, rifacendosi al glam rock dei solo alcuni degli esempi della straordinaria effi cacia raggiunta T-Rex e di David Bowie, ai Beatles ma anche agli Oasis. p.b. nella scrittura da Greg Dulli. b. 38 CULTURE | WORLD n.279, marzo 2011

I DISCHI DEL MESE Bignami orientali

Quattro Rough Guide per scoprire mondi musicali noti e meno noti

AA.VV. The Rough Guide to Bhangra Dance

The Rough Guide to the Music of India (2 cd)

The Rough Guide to the Music of Afghanistan (2 cd)

The Rough Guide to the Music of Malaysia

World Music Network, distr. Egea

rovare a racchiudere la tradi- paesi orientali come l’India, l’Afgha- declinazione made in Madras di uno zione musicale di un intero nistan e la Malesia. Naturalmente la scacciapensieri) è un’altra piccola PPaese in una dozzina di brani funzione introduttiva e panoramica perla sonora del disco. è impresa improba e rischiosa. Chi si di queste compilation è messa ancora Non è diffi cile, né indelicato, pas- cimenta in questo giochetto deve es- più a dura prova quando il curatore sare da questo gioiellino a un brano sere ben consapevole della parzialità approccia paesi (ma sarebbe meglio come “Dunya Kisa Ke Pyar Main” dell’avventura e del carattere di sem- dire continenti) come l’India - stermi- (“La terra è il luogo del mio amo- plici “grimaldelli” poetici e stilistici nati, poliedrici e già suffi cientemente re”) che Ahmad Sham Sufi col suo delle tracce musicali prescelte. Da conosciuti dal punto di vista musicale Qawwali Group colloca alla fi ne del questo punto di vista le raccolte con- - mentre si presta maggiormente ad bonus cd allegato a The Rough Guide fezionate dalla Rough Guide sono ambiti geografi ci e musicali più circo- To The Music of Afghanistan. Scelte quasi sempre state credibili e oneste. scritti e meno battuti, come l’Afgha- a cura di Simon Broughton per que- È il caso anche di queste quattro an- nistan e la Malesia. Meglio ancora sta raccolta che si apre con due voci Ahmad Zahir, l’“Elvis afghano” tologie dedicate alla world music di funziona il monitoraggio discogra- femminili, Setara Hussainzada e fi co di un genere specifi co, specie se Mahwash, forse in un voluto gesto torna a battere un terreno che aveva di sfi da al regime talebano che per già esplorato in precedenza. Se la molti anni ha proibito loro di canta- compilation del 1999 The Rough Gui- re (del resto la stessa sorte è capitata de To Bhangra ispezionava per lo più anche a molti musicisti maschi). Toc- la musica originaria del Punjab nelle ca poi a un virtuoso di rubab, il liuto sue declinazioni autoctone, in questa afghano che è anche lo strumento seconda raccolta si incontra soprat- principe della musica tradizionale. tutto il bhangra contaminato con Al tocco rigoroso di Ghulam Hus- l’elettronica e fortemente infl uenzato sain succede quello che venne defi ni- dalle comunità indiane e pakistane to l’”Elvis afghano”, ovvero Ahmad emigrate in Inghilterra. Bhangra Dan- Zahir, scomparso nel ’79 alla giova- ce mette in fi la quindici brani travol- ne età di trentatré anni e in questo genti con le produzioni di Soni Pabla, caso impegnato in uno dei suoi brani Aman Hayer, The Veronicas, Malkit più popolari, “Leili-Jan”. Una decina Singh, Daljit Mattu, Binder, Taz, Ma- di altre proposte danno una pano- dan Bata Sindhu e con le stoccate im- ramica precisa del mondo musicale placabili dei due brani confezionati afghano, molto meno omogeneo di da Daljit Mattu & Ravi Bal e Juggy quel che comunemente si pensa. D, muscolare il primo (un blockbu- La Malesia è invece notoriamente ster dei club di mezzo mondo), lirico un crogiuolo di culture e matrici e il il secondo. Dal Nord dell’India arriva compilatore Paul Fisher riesce a spa- Debashish Bhattacharya, coniatore ziare tra linee melodiche, strumenti e di un approccio alla chitarra slide che ritmi che ricordano la musica araba, si adatta a meraviglia ai modi della quella cinese, giapponese, indiana o musica classica indiana e che correda che hanno introiettato pure molte con un bonus cd interamente regi- infl essioni provenienti dall’occidente strato dal vivo la raccolta dedicata al- (su tutte quelle dei coloni portoghe- l’India. Il resto del percorso è un viag- si e inglesi). Le vocalist come Yasni gio frastagliato dove non mancano Hamid, Norazina Idris, Zeleha Ha- incontri con nomi molto noti anche mid, Liza Hanim dominano la scena, in Occidente (Ravi Shankar e Zakir ma anche il suono della fi sarmonica, Hussain) ma si possono anche sco- tra queste quella manovrata dal fe- prire musicisti strepitosi eppure poco nomenale S. Atan, ha un ruolo tim- (o niente) veicolati dalle nostre parti. brico molto importante. Curioso che Seeta Doraiswamy e il suono stupe- un brano come “Hati Kama” di Pak facente del suo jalatharangam (un cor- Nga, compositore, producer, fi sarmo- redo di vasi in porcellana battuti con nicista e autore di molte canzoni del bacchette di bambù) è una di queste repertorio “Irama Malaysia” (il beat- rivelazioni. T.H. Subashchandran e il pop malese), ricordi clamorosamente suo brevissimo “Moorsing Solo”, un una melopea tradizionale salentina. assolo di moorsing (nient’altro che la Valerio Corzani CULTURE | WORLD 39

INCONTRI VECCHIE E NUOVE DIVE

Messico e nuvole Arabia smooth Turchia-Olanda in jazz

Musica da camera

Bill Frisell e Vinicius Cantuária Karsu Dönmez Lágrimas Mexicanas Mounqaliba Live aan ’t IJ NAÏVE WORLD VILLAGE SU MUSIC (KARSUDONMEZ.NL)

Non è un disco sul Messico Lágrimas Il nuovo corso di Natacha Atlas ha un Live aan ’t IJ è una delle sorprese positi- Mexicanas, e nemmeno un disco sul suono ben preciso: quello dell’impalpa- ve del 2010 e segna l’esordio discogra- folklore messicano. Il Messico c’en- bile. Questo suo ultimo cd è prodotto fi co di Karsu Dönmez, artista olandese tra, ovviamente, ma quel che Frisell e dal violinista anglo-egiziano Samy di origine turca appena ventenne, ma Cantuária fi ssano su nastro è la genesi Bishai, suo compagno anche nella vita dalla voce corposa e capace di sfuma- di un immaginario, un sovrapporsi di dopo il divorzio da Abdullah Chhadeh: ture, che vanta già esibizioni di rilie- suggestioni partorite dalla mente di due gli archi dominano l’intera incisione, vo a livello internazionale. Pianista, newyorchesi che poi newyorchesi non dedicata nei testi ad un poema di Ta- cantante e compositrice, Karsu fi rma sono: Cantuária è brasiliano (di Ma- gore, e non sempre è un bene. Se per sei degli otto brani di cui si compone naus, capitale dell’Amazonas, anche se il precedente Ana Hina la critica gridò il cd, registrato al Concertgebouw di è cresciuto a Rio), Frisell è di Baltimora. al miracolo di un’inattesa rinascita mu- Amsterdam. Il suo ambiente sonoro Entrambi vivono in riva all’Hudson e si sicale, grazie ad una perfetta unione di di riferimento è quello del jazz e del frequentano dal ’96, anno in cui parteci- elettronica e tradizione che sorreggeva blues, ma con aperture e incursioni in parono a O corpo sutil di Arto Lindsay. Da una voce in stato di grazia, l’accoglien- altri territori: aggiunge un tocco pop in allora tanti incroci, ma mai un progetto za di Mounqaliba è stata tiepidina: in ef- “Our memories”, gioca con il klezmer con doppia fi rma. Almeno fi no a queste fetti è diffi cile scostare la patina di ma- nel brano “Mona”, mescola un tema se- lacrime messicane, versate una a una per niera a cavallo tra il “classicheggiante” e fardita come “Adio kerida” con la musi- la gioia di noi ascoltatori. Il campionario l’“easy jazz” che avvolge i diciotto diso- ca latina, e recupera la sua formazione di “messicanità” e arte varia è ben assor- mogenei brani. Molti, tanti, troppi archi classica aprendo con Chopin un pezzo tito. “Mi declaración” è una struggente accolgono tra spire fumose gli arabeschi che vira poi verso la tradizione popola- canzone d’amore, “El camino” sarebbe la poco sinceri della Atlas. Ma non tutto è re turca. Non siamo di fronte a un epi- colonna sonora perfetta per un western perduto, anzi. Molte buone idee, alcune sodio tardivo di world music, quanto al dei Coen, “Lagrimas de amor” e “Aquela coraggiose, di Ana Hina si trovano spar- manifesto di una tensione che dimostra Mulher” virano verso il carioca, “La cur- se lungo l’album: la scura “Batkallim” in l’interesse onnivoro dell’artista. Ad ac- va” e “Cafezinho” raccontano di feste cui l’orchestra diventa strumento a tutto compagnarla in un percorso appena paesane e pueblos di frontiera. “Calle 7” è tondo, la dispari “Lahazat Nashwa” che iniziato e che si preannuncia lungo e il colpo a sorpresa: simil-pop latino che tiene a lungo nascosta l’armonia dietro ricco di sviluppi Kağan Han (batteria), smussato da un produttore losangelino eleganti giochi melodici; e la cover di Egemen Maden (Basso), Tamer Coşkun e cantato da Jennifer Lopez potrebbe “River man”, coraggiosa enfatizzazione (ney), Sebastiaan Lunsingh Scheurleer diventare una hit milionaria. Rio, New di uno dei più diafani e tormentati brani (chitarra), Jan van Duikeren (tromba), York, La Paz, Guadalajara, Veracruz. La di : un brano al primo ascol- Müge Alpay (violino e voce) e Bence latinità come linguaggio universale del to spiazzante, già al secondo notevole. Huszar (violoncello). Trimestrale di cultura continente America. Messico e nuvole, Concedetele il lusso di un’altra chance. verrebbe da dire. Luca Canini Daniele Bergesio David Santoro e pedagogia musicale a cura della SIEM (Società Italianaa per l’Educazione l Educazione Musicale) EUROFOLK

Anarchici a Lugano Festa globale

The Vad Vuc La Troba Kung-Fú La parata dei secondi A la panxa del bou è uscito il n. 1588 SCIOPERO RECORDS, LA TROBA KUNG-FU/ un numero: € 5,000 DISTR. VENUS CHESAPIK abbonamento:o: Italia € 18,000 estero € 22,000

I Vad Vuc sono uno dei gruppi più interessanti della musica world Joan Garriga è una specie di eroe della musica catala- svizzera: nati come gruppo ska appassionato di folk irlandese, si de- na degli ultimi quindici anni: i Dusminguet, di cui era fi nivano nel 2000, anno in cui sono nati, un gruppo di skauntry irish voce e organetto, hanno contribuito allo svecchia- folk: il loro La parata dei secondi esce per Sciopero, etichetta dei pie- mento della rumba catalana dal ’95 al 2003, quando in questo numero: montesi Yo Yo Mundi. I Vad Vuc (nome che starebbe per Va A DaVia chiusero i battenti dopo aver pubblicato tre album U C…, imprecazione non molto educata in dialetto ticinese), sono un imprescindibili per il nuovo suono barcellonese. Dal Voci che raccontano po’ Tom Waits, un po’ Capossela e un po’ Lou Dalfi n, ed esprimono 2005 con i suoi nuovi compagni continua a portare Suoni per non udenti il bisogno «di uscire fuori dal coro, di non più ubbidire alle “voci pre- la rumba catalana ovunque - purché fuori dai suoi potenti” che costringono e livellano, per scoprire e liberare nuove me- confi ni culturali - e per farlo prosegue sulle linee gui- Animazione nella scuola dell’infanzia lodie nascoste». La loro Lugano è una città indubbiamente ricca, tutti da dei Dusminguet: iniezioni di ritmi in levare (ma Non linearità e improvvisazione guadagnano il doppio che da noi e la vita costa appena un po’ più cara: mai troppi, la banalizzazione reggae-ska che affl igge il lungolago e il centro pullulano di boutique mozzafi ato, di alberghi a molto folk è schivata con classe) fanno guizzare mu- Musica e videogiochi scintillanti stelle, di donne stupende coperte da cinquemila franchi di scoli di rumba in abiti pop. Formalismi ed eleganza li Orchestre giovanili borse, scarpe e bijoux, e di uomini su macchine lunghissime e silen- lasciamo a casa: la Troba è prima di tutto divertente, ziosissime, scure, dalle cilindrate stratosferiche. Non è un ambiente quanto una festa a base di cumbia, tex mex e cajùn a per contatti con la redazione: per disubbedienti e antagonisti. Essere giovani e alternativi a Lugano cui siano stati invitati una dozzina di gitani armati di [email protected] non è certo facile. Eppure anche qui, lo cantano i Vad Vuc, qualcuno Fender. E riescono pure nel miracolo di mettere d’ac- continua a pensare e a criticare, a dire la sua, memore dei tempi in cui cordo i fricchettoni con la frangia più castigata della per abbonamenti, pubblicità, diffusione: gli anarchici perseguitati in Italia qui potevano trovare pace in attesa critica: una specie di Macaco in guanti di velluto o, edt.it/musica/musicadomani dell’inevitabile nuova cacciata. Bello, in una città perbenista, prendersi se preferite, Gato Perez a cui hanno prestato i vinili il gusto di inneggiare alla qualità del matto; come diceva la buonanima dei Bad Manners. d.b. Saul Bellow, «in un’epoca di pazzia, credersene immuni è una forma di www.edt.it pazzia». Daniele Martino Roger Deakin diario d’acqua

Dallíautore di Nel cuore della foresta, un libro dedicato allíacqua, al suo rapporto con líuomo e con líambiente naturale. Il nuoto come mezzo per conoscere e descrivere il mondo.

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