GUIDA ALL'ECOMUSEO DELL'ORVIETANO

LA VIA DEGLI ETRUSCHI LA VIA DEI BOSCHI

LA VIA DEI CASTELLI LA VIA DEL CORPO LA VIA DELL'ACQUA

LA VIA DELL'ANIMA LA VIA DELLA CRETA

edizioni Fat Chicken “FEASR: L’EUROPA INVESTE NELLE ZONE RURALI”

Edizione, progetto grafico e impaginazione Fat Chicken s.n.c. www.fatchicken.it GUIDA ALL'ECOMUSEO DELL'ORVIETANO

LA VIA DEGLI ETRUSCHI pag 5 ; ;

LA VIA DEI BOSCHI 13 Castel Viscardo; ; Monteleone; ; ; .

LA VIA DEI CASTELLI 21

Orvieto; Castel Viscardo; Monterubiaglio; ; Parrano; Montegabbione.

LA VIA DEL CORPO 29

Fabro; San Venanzo; Monteleone; Orvieto.

LA VIA DELL'ACQUA 37

Castel Viscardo; Allerona; ; Ficulle; Parrano; San Venanzo.

LA VIA DELL'ANIMA 45

Ficulle; Allerona; Monteleone; Montegabbione; San Venanzo.

LA VIA DELLA CRETA 53

Orvieto; Castel Viscardo; Allerona; Ficulle.

LA VIA DEGLI ETRUSCHI Tombe Golini e degli Hescana (Porano), Necropoli di Crocifisso di Tufo, Necropoli della Cannicella , , Pozzo della Cava, Tempio Belvedere (Orvieto), Necropoli delle Caldane (Castel Viscardo)

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Orvieto Ficulle LA VIA DEGLI ETRUSCHI

Il nostro percorso alla scoperta nella necropoli di Settecamini, il degli Etruschi, comincia da Porano. sito prende il nome di Tombe Golini. Nel territorio del si trovano Nella prima tomba, il visitatore può due importanti siti archeologici ammirare le pareti decorate con di epoca etrusca con le uniche immagini affrescate di riti funebri testimonianze di pitture murali che presentano il trapasso del dell’. Nel 1863 lo studioso defunto dal mondo dei vivi a quello Domenico Golini scoprì le tombe dei morti. Come per la prima, della famiglia aristocratica Volsinii anche la seconda tomba è decorata

6 con affreschi a tema funerario: Terminata la visita a Parrano, è il il defunto su una biga, demoni momento di dirigersi verso Orvieto, alati e suonatori che animano un dove la Necropoli del Crocefisso banchetto. Dalla necropoli si può del Tufo costituisce un vasto parco godere di una meravigliosa vista archeologico. Le tombe a camera sulla rupe di Orvieto. sono allineate lungo le vie sepolcrali e disposte secondo un preciso Percorrendo un lungo dromos si progetto urbanistico, importante giunge alla Tomba degli Hescana. anche per comprendere gli elementi Scoperta nel 1883 in località essenziali dell’antico impianto Molinella presso Castel Rubello ed urbano tra il VI e il III secolo prima esplorata da Eugenio Faina e Gian di Cristo. Francesco Gamurrini, prende il nome dalla famiglia gentilizia che La necropoli prende questo nome la fece costruire. Anche questa per la presenza di una croce incisa decorata con pitture a tema funebre nel tufo all’interno di una cappella in cui è possibile vedere il defunto rupestre. Le tombe sono circa guidare una biga trinata da cavalli settanta e realizzate in blocchi di bianchi. tufo con internamente un piano per

7 La Necropoli del Crocefisso del Tufo costituisce un vasto parco archeologico. Le tombe a camera sono allineate lungo le vie sepolcrali e disposte secondo un preciso progetto urbanistico, importante anche per comprendere gli elementi essenziali dell’antico impianto urbano tra il VI e il III secolo prima di Cristo.

la deposizione del feretro. Secondo della Necropoli del Crocifisso del la credenza che la vita continuasse Tufo si giunge alla Necropoli della anche dopo la morte, all’interno Cannicella, che deve il suo nome delle camere sono stati rinvenuti alla fitta vegetazione di canne che oggetti (tra cui bronzi, ceramiche la circonda, è stata portata alla luce e buccheri) che componevano da scavi archeologici alla fine del il corredo funebre del defunto. XIX secolo. Oltre che da tombe a Dal 1961, il materiale ornamentale camera, la necropoli è arricchita recuperato è stato catalogato con anche da un Santuario. L’edificio è criteri scientifici ed esposto al composto da una serie di ambienti, Museo Faina di Orvieto. alcuni ipogei, che contenevano materiali di ogni tipo, si tratta di Seguendo il lato meridionale della doni votivi o oggetti destinati al rupe di Orvieto, dalla parte opposta culto. All’interno del Santuario

8 è stata rinvenuta una scultura in della lega delle dodici città marmo alta 80 cm e prende il nome etrusche. La località purtroppo non di Venere di Cannicella. L’opera, è visitabile nel corso di tutto l’anno databile verso la fine del VI secolo per motivi di conservazione, ma se a.C., è conservata al Museo civico si è ad Orvieto tra luglio e agosto è archeologico di Palazzo Faina. possibile che lo scavo archeologico sia in fermento e si potrebbe godere In località Campo della Fiera, ad di una visita guidata. Giungendo ovest di Orvieto, si raggiunge nel centro di Orvieto, proprio nel l’ombelico sacro dell’Etruria: cuore del quartiere medievale, non il Fanum Voltumnae. Il Fanum, si deve perdere l’esplorazione del secondo quanto riferito dallo storico Pozzo della Cava, un percorso che romano Tito Livio, era il luogo delle va dagli etruschi al medioevo. Una riunioni annuali dei rappresentanti delle cavità ipogee è una tomba

9 etrusca ben riconoscibile, ma e risalgono al primo periodo alcuni fori laterali e la sua forma di permanenza degli etruschi a fanno pensare che nel medioevo Orvieto. sia stata trasformata in fallone, un macchinario utilizzato per la Tra gli importanti ritrovamenti va lavorazione dei tessuti di lana. Le ricordata anche la cisterna con ultime due sale, ritrovate nel 2002, l’intonaco a “cocciopesto”, un hanno subito nel corso dei secoli rivestimento ottenuto triturando numerose modifiche, rendendo dei frammenti di ceramica impastati difficile l’interpretazione dell’uso con malta. L’interno del pozzo si originario. La presenza di nicchie caratterizza anche per la presenza di alle pareti rende concreta l’ipotesi cunicoli etruschi, di cui uno visitabile che fossero una necropoli rupestre nella prima parte ed uno alla fine del

10 percorso. A poca distanza dal Pozzo Necropoli delle Caldane. Lasciando di san Patrizio, su una spianata la macchina in un ampio parcheggio che domina la valle sottostante e percorrendo a piedi un incantevole si trovano i ruderi del Tempio del sentiero ricco di vegetazione si Belvedere. L’edificio, risalente al arriva alla necropoli composta di V secolo a.C., era dedicato alla una quarantina di tombe risalenti divinità Tinia, probabilmente lo al VI secolo a.C. scavate nel Zeus degli Etruschi. Molti frammenti “matile”, un terreno vulcanico tipico sono conservati al Museo Faina. dell’altopiano dell’Alfina.

Lasciata Orvieto ci dirigiamo a Notevole il corredo funerario qui Castel Viscardo. Superato di pochi recuperato ed esposto al Museo chilometri il borgo incontriamo la Archeologico Nazionale di Orvieto.

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LA VIA DEI BOSCHI

Castel Viscardo (Faggeta); Allerona (Anello di Villalba); Monteleone (Boschi dell’Alta Valle del Nestore); Montegabbione (Vicciuta, Oasi della Serpolla); Parrano (castagno); San Venanzo (Centro di Documentazione Flora e Fauna del Monte Peglia, Museo e Parco Vulcanologico) ; Anello dell’Elmo

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Orvieto Ficulle LA VIA DEI BOSCHI

CASTEL VISCARDO Caldane, questa area boschiva è di grande interesse naturalistico Il percorso nel cuore verde e si contraddistingue per una dell’Orvietano inizia dalla Faggeta particolarità: la presenza del faggio di Castel Viscardo. Situata nei ad una altitudine inferiore a 200 pressi del sito archeologico delle metri s.l.m. è un fatto quanto mai

14 Ogni anno, a Parrano, la comunità si riunisce sotto un castagno adiacente alla chiesa della Madonna del Gabriello, l’occasione è quella di celebrare la festa della Madonna e la ricostruzione della chiesa l’8 settembre 1893. La pianta, che fa da ristoro per la “merenda del Castagno”, è lì da 400 anni!

singolare e eccezionale. immerso in un ambiente boschivo a 700 m s.l.m. che può essere Dopo un meritato relax all’ombra esplorato a piedi, in MTB e a cavallo. della faggeta, è il momento di Il tempo di percorrenza è di circa raggiungere il Parco di Villalba tre ore. percorrendo la S.P. 50 da Allerona in direzione di Fabro. Uno splendido I BOSCHI DEL NESTORE bosco di alberi ad alto fusto bene attrezzato per il turismo verde che La via dei Boschi concede poco consente un pieno contatto con riposo a chi decide di incamminarsi. la natura, in una delle zone meno Se Villalba vi ha lasciato senza fiato antropizzate e quindi più integre dal aspettate di esplorare i boschi punto di vista ambientale. Il Parco dell’Alta Valle del Nestore. La è anche punto di partenza e arrivo zona interessa marginalmente il del cosiddetto Anello di Villaba, territorio comunale di Monteleone un percorso naturale totalmente e coincide con uno dei più estesi

15 16 Alla scoperta del Museo e Parco Vulcanologico, in entrambi i luoghi si può approfondire la conoscenza della geologia del territorio. L’itinerario di studio si sviluppa nell’area di un vecchio vulcano di circa 300 mila anni fa ed è possibile ammirare coni, crateri, colate laviche e una delle rocce più rare: la venanzite.

17 e conservati boschi di querce coltivate. I pochissimi insediamenti (cerro)dell’Umbria. Si compone umani sono casali in pietra di origine dei principali tipi di vegetazione tra il ‘600 e il ‘700. Camminando forestale a caducifoglie. interessanti lungo i sentieri che si snodano sono anche i lembi di brughiera a attraverso le aree boschive è Calluna vulgaris che, trovandosi al possibile imbattersi nella vicciuta, limite meridionale di distribuzione, una sorta di vite selvatica che cresce assumono un notevole valore spontaneamente e si arrampica fotogeografico. sulle piante. Una nuova tappa ci attende nei Ogni anno, a Parrano, la comunità pressi di Montegabbione, è l’Oasi si riunisce sotto un castagno della Serpolla, un’area di importante adiacente alla chiesa della Madonna valore naturalistico. Quasi per nulla del Gabriello, l’occasione è quella di antropizzata, è un concentrato di celebrare la festa della Madonna biodiversità in cui la superficie e la ricostruzione della chiesa l’8 di boschi (alberi ad alto fusto, settembre 1893. La pianta, che corbezzolo, e arbusti mediterranei) fa da ristoro per la “merenda del si alterna armoniosamente con Castagno”, è lì da 400 anni! dopo la vegetazione erbacea e le zone aver camminato tanto, possiamo

18 concederci un paio di soste a San ecosistemi del territorio dello STINA, Venanzo. La prima per visitare Sistema Territoriale d’Interesse il Museo e Parco Vulcanologico, Naturalistico ed Ambientale. in entrambi i luoghi si può approfondire la conoscenza della Concludiamo con un’ultima geologia del territorio. L’itinerario passeggiata: l’Anello dell’Elmo, un di studio si sviluppa nell’area di un percorso di vario interesse attorno vecchio vulcano di circa 300 mila all’area dell’Elmo, uno dei biotopi anni fa ed è possibile ammirare più pregiati dell’Orvietano, nel coni, crateri, colate laviche e una cuore del sistema naturalistico delle rocce più rare: la venanzite. Monte Peglia e Selva di Meana. L’anello è particolarmente adatto ad Il museo all’aperto si dipana essere percorso in MTB e a cavallo, attraverso un percorso di due ma con un buon allenamento anche chilometri. La seconda sosta la a piedi. Caratteristica principale è la merita il Centro di Documentazione presenza del Leccio. Flora e fauna del Monte Peglia, che attraverso raccolte naturalistiche La via dei Boschi è, inoltre, ricca di e pannelli didattici gli aspetti più maneggi che offrono l’opportunità importanti relativi a fauna, flora ed di suggestive passeggiate a cavallo.

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LA VIA DEI CASTELLI

Tordimonte (Orvieto), San Quirico (Orvieto), Castello di Viceno (Castel Viscardo), Castello di Madonna Antonia (Castel Viscardo), Castello di Monterubiaglio (Castel Viscardo), Castello della Sala (Ficulle), Rocca di Ficulle, Castello di Parrano, Castello di Fabro, Castello di Carnaiola (Fabro), Castel di Fiori (Montegabbione), Montegabbione, Castello di Montegiove (Montegabbione), San Venanzo (Orvieto), Castello di Prodo (Orvieto)

21 Perugia

Orvieto Ficulle LA VIA DEI CASTELLI

La via dei castelli, che si articola orvietana. L'accesso all edificio si ha in un percorso circolare, ha il suo superando il ponte che scavalca il punto di inizio dal Castello di Tor- vallo di protezione e attraversando dimonte, a sud di Orvieto. Antico la torre merlata d'ngresso. Oggi è di castello duecentesco trasforma- proprietà privata, al castello si col- to in villa residenziale ad opera lega un'azienda vinicola famosa per dell’architetto Ugo Tarchi, è situato la produzione di vino rosso e cere- in posizione panoramica sulla valle ali.

22 Riprendendo la strada verso Or- al XIV secolo, nel corso dei secoli vieto si incontra il Castello di San subì numerose modifiche alla strut- Quirico, anche questo privato. Di tura, soprattutto sotto il dominio epoca ottocentesca, il complesso degli Spada, ma la cinta muraria di si compone di più edifici. L'origine protezione è ancora visibile. Oggi si fa risalire, però, al Medioevo, feu- appartiene alla famiglia dei duchi di do della famiglia Monaldeschi della Montevecchio. Il castello si erge su Cervara. una sporgenza rocciosa da cui do- Altro feudo della nota famiglia or- mina la valle del Paglia ed è protetto vietana fu il Castello di Viceno, nel da un fossato tagliato da un ponte comune di Castel Viscardo. Intor- che introduce il visitatore ad una no alla roccaforte medievale si è entrata di stile barocco, arricchita sviluppato il borgo che mantiene da uno splendido orologio sette- ancora oggi intatta la sua struttura. centesco. Restando nel comune si incontra il Castello di Madonna Antonia, noto Nel territorio di Castel Viscardo anche come Castello Spada. Le pri- incontriamo il Castello di me testimonianze si hanno intorno Monterubiaglio. Costruito nel XII

23 secolo, conserva ancora oggi all'Opera del Duomo di Orvieto la struttura quadrangolare con ma con 'avvento dell'Unità d'Italia torri angolari. Nel 1943, nel corso entrò a far parte del patrimonio del della Seconda Guerra Mondiale, neo stato italiano, come ogni bene le truppe tedesche in ritirata vi ecclesiastico della penisola. Nel trovarono alloggio. Costruito dalla corso degli anni si sono alternati famiglia Monaldeschi, al castello è numerosi proprietari e nel 1940 fu legata la leggenda secondo cui vi acquistato dai marchesi Antinori, si aggiri, ancora oggi, il fantasma noti produttori vinicoli fino ai giorni di Riccardo Monaldeschi, fatto nostri. uccidere dalla regina Cristina di Svezia pur essendo il suo favorito. La Rocca di Ficulle, terminata di restaurare nel 2009, ospita mostre Lasciato Castel Viscardo temporanee e d eventi. La struttura procediamo verso Ficulle, dove è accessibile fino alla terrazza ci attendono il Castello della Sala superiore, da cui è possibile godere e la Rocca. Costruito tra il XII e il di un panorama che spazia fino alle XIII secolo, il Castello della Sala fu pendici dell'Amiata. per anni al centro di tensioni nella famiglia Monaldeschi. Prime della Lasciata Ficulle procediamo fino fine del '500, il castello fu ceduto al Castello di Parrano. Inglobato

24 nel tipico borgo medievale, che in epoca medievale poi sotto conserva intatte le su caratteristiche, lo Stato Pontificio. Degni di spicca per l’imponente struttura a menzione sono la cinta muraria e cinque piani. La fondazione risale il torrione cilindrico, uno dei punti al 1118 ma la conformazione attuale più suggestivi da cui perdersi nel risale al 1600 e fino agli anni '70 nel panorama dell'Orvietano. novecento ha legato la sua storia alla vita economica della città. Dal Carnaiola, nel comune di Fabro, 1980 è di proprietà privata e nel è dominata da un imponente 2007 è stato trasformato in una SPA maniero costruito attorno all'anno di lusso. Mille e completamente rifatto nel 1600, che ha sempre occupato una Salendo ancora, merita una visita il posizione strategica per il controllo Castello di Fabro. Fu costruito nel XII del famoso ponte di Carnaiola. Le secolo dove si trovava una struttura pareti interne sono decorate con fortificata di epoca romana. Il pregevoli affreschi del XVI e del castello domina una vasta area con XVII secolo. importanti vie di comunicazione nel passate, per cui è stato da sempre Poco distante da Carnaiola, importante per la salvaguardia in territorio Montegabbione, del territorio circostante, prima incontriamo la Torre di Castel

25 Castello di Prodo, la sua posizione strategica a picco su tre burroni, di cui due confluiscono sul lago di Corbara ed il terzo nella valle di Orvieto, ne ha fatto una roccaforte quasi inarrivabile

di Fiori di proprietà del comune secolo. Cominciando a chiudere il e resa agibile fino alla terrazza cerchio del percorso passiamo per superiore. Fa parte della struttura il Castello di Montegiove, sempre del castello, e risale ai primi anni nel territorio di Montegabbione. del ‘200. Essa, per la posizione L'edificio fu voluto dl Conte Nerio ai confini dei territorio orvietano, della famiglia Bulgarelli nel 1281 sorse e venne utilizzata come torre e come molti monumenti del di avvistamento. tempo subì saccheggi e distruzioni passando di proprietà in proprietà. Il borgo di Montegabbione ha avuto Nonostante tutto il catello appare come nucleo originario il castello ben conservato e al suo interno si (costruito intorno all’anno Mille), trova una cappella dedicata alla che nel corso degli anni ha subito Beata Angelina, che ebbe i natali in continue variazioni e restauri che ne queste zone. hanno modificato definitivamente la struttura madre. La Torre di Procedendo verso , vale la Montegabbione di evidente pena sostare nei pressi di San architettura militare, risale a l XV Venanzo. In questo territorio sono

26 presenti numerosi castelli, degni di incerta tra il 1222 e la prima metà nota sono i resti delle fortificazioni del '300). medievali a Boccano e il piccolo borgo di Civitella di Conti che La costruzione è una robusta sovrasta , ma del castello architettura a pianta trapezoidale originario resta solo un torrione. realizzata in pietra rosa con due corti Percorrendo la strada che mette interne, di cui la più grande accoglie in collegamento Todi a Orvieto, due torri, una a base quadrata e una alzando lo sguardo tra le colline circolare. appare il Castello di Prodo, la sua posizione strategica a picco su tre La leggenda racconta che nel corso burroni, di cui due confluiscono sul della costruzione vi soggiornò san lago di Corbara ed il terzo nella valle Francesco d'Assisi di ritorno da un di Orvieto, ne ha fatto una roccaforte viaggio, mentre è certo che nel 1849 quasi inarrivabile, mantenendola in vi trovò rifugio Giuseppe Garibaldi ottimo stato fino ad oggi. Il castello braccato dalle milizie pontificie. Dal fu costruito dalla famiglia nobile 19871 è di proprietà privata e non orvietana dei Prodenzani (la data è visitabile.

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LA VIA DEL CORPO

Tartufo bianco pregiato di Fabro, Pera di Monteleone, Sella di San Venanzo, Vino Orvieto Classico e Rosso Orvietano, Olio

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Orvieto Ficulle LA VIA DEL CORPO

Il percorso La via del corpo assapora “terre del tartufo” umbre, luogo alcune eccellenze alimentari particolarmente apprezzato da quei dell’Orvietano partendo dal Tartufo visitatori che scelgono la tranquillità bianco pregiato di Fabro. Nel corso e una cucina da primato come una del tempo, Fabro si è meritata tra le prerogative del viaggio. Ogni la fama come una delle grandi anno, il secondo finesettimana di

30 Fabro si è meritata la fama come una delle grandi “terre del tartufo” umbre, luogo particolarmente apprezzato da quei visitatori che scelgono la tranquillità e una cucina da primato come una tra le prerogative del viaggio.

novembre, si svolge nel quartiere caloriche zuppe dolci, assieme fieristico della città la Mostra Mercato alle castagne, era considerata la Nazionale del Tartufo. L’intento della “bistecca del contadino”. Oggi è mostra è di valorizzare il più pregiato entrata definitivamente nella cucina prodotto alimentare di Fabro, che orvietana. rappresenta una importante risorsa per il paese. Un salume unico nel suo genere, la Sella di San Venanzo si mette Chiamata localmente Pera Papera, in evidenza per la produzione: un la varietà di Pera di Monteleone si lombo intero di maiale con tutto il contraddistingue per il tipo di polpa suo lardo che, dopo essere stato soda e granulosa, viene consumata sottoposto a salagione e massaggiato per lo più cotta; il suo valore con peperoncino, aglio e aceto, nutrizionale ne faceva l’ingrediente viene fatto riposare con numerose ideale per la preparazione di spezie. La cucina orvietana si

31 32 Vedta da Monteleone, la cittadina umbra è anche famosa per le cosiddette "Pere Papera", la varietà di Pera di Monteleone si contraddistingue per il tipo di polpa soda e granulosa, viene consumata per lo più cotta.

33 l’Orvieto Classico gioca sulla finezza degli aromi floreali che anticipano una materia succosa e dinamica, posta al servizio dell’immediata piacevolezza. Pur se meno conosciuto, Orvieto vanta anche il Rosso Orvietano o Orvietano Rosso, ottenuto da vitigni Aleatico, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Canaiolo R., Ciliegiolo, Merlot, , Pinot Nero, Sangiovese

contraddistingue perché molto vitivinicolo umbro di maggiore speziata, eredità di quando Orvieto rilevanza storica ed economica. era crocevia per i mercanti che L’Orvieto classico è uno dei vini passavano con le loro masserizie. bianchi più conosciuti al mondo, ottenuto dalle tradizionali varietà I prodotti che caratterizzano grechetto, drupeggio, procanico e l’intero territorio dell’Orvietano trebbiano, l’Orvieto Classico gioca sono il vino e l’olio. Il legame con sulla finezza degli aromi floreali che il vino è antico quanto il territorio. anticipano una materia succosa I vigneti, disseminati sulle colline e dinamica, posta al servizio che incorniciano il maso tufaceo, dell’immediata piacevolezza. Pur fanno di Orvieto l’epicentro se meno conosciuto, Orvieto

34 vanta anche il Rosso Orvietano o fa dell’olio un prodotto DOP. Orvietano Rosso, ottenuto da vitigni Aleatico, Cabernet Franc, Cabernet La raccolta manuale delle olive, Sauvignon, Canaiolo R., Ciliegiolo, anche se lenta e costosa, garantisce Merlot, Montepulciano, Pinot Nero, la qualità migliore di olio, che Sangiovese. non può invece essere ottenuta utilizzando i frutti già caduti a Non meno antica e importante è terra. Il colore varia dal verde la produzione dell’Olio DOP “Colli al giallo; l’odore viene definito Orvietani”. I declivi collinari sono fruttato medio; il sapore è fruttato impreziositi da migliaia di oliveti, con media sensazione di amaro e per lo più di tipologia Leccino, che piccante.

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LA VIA DELL’ACQUA

Castel Viscardo (antiche terme); Sentiero del Paglia; Allerona (fontane, Sala dell’Acqua, molino del Paglia); Fabro e Ficulle (spiaggia di San Lazzaro); Parrano (Tane del Diavolo, Centro di Documentazione Territoriale “Forra e Tane del Diavolo”); San Venanzo (fontanili del Monte Peglia, molino di Rotaprona, molino di Pornello, sentieri del torrente Faena, fonte la Solfanara)

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Orvieto Ficulle LA VIA DELL’ACQUA

Parte della via dell'Acqua è legata al elementi importanti della presenza fiume Paglia, ed è lungo le sue rive romana: ruderi e resti di edifici che nella zona di Caste Viscardo incastonati nel travertino che sono state ritrovate, negli anni '60, testimoniano l'interesse strategico delle antiche terme. Luogo ricco e commerciale di un insediamento di acque sulfuree e ferruginose e sulle rive di un fiume navigabile tra

38 terre fertili. ranuncoli, caprifogli, pioppi e salici; tra la fauna: pesci, rane, Si può entrare in contatto con aironi, garzette e libellule. I luoghi l'ambiente attraverso il Sentiero del più apprezzati di questo cammino Paglia. Si tratta di un percorso ad sono Barcavecchia e Fonti di anello che parte e ritorna alle scuole Tiberio, Tevertino, la Lega e Pian del di Allerona scalo, offrendo tratti Fornaccio. L'itinerario può essere di discesa al fiume, al Tevertino e percorso a piedi, in bicicletta e a Pian del Fornaccio. Protagonista di cavallo. questo percorso è il fiume Paglia e il suo paesaggio. È uno dei percorsi Visto che siamo ritornati ad Allerona, più amati dagli escursionisti e si vale la pena visitare le Fontane o snoda lungo la piana alluvionale, Lavatoi pubblici, che testimoniano l'alveo. La flora lungo le sponde del un uso sociale e sostenibile fiume è molto variegata: canneti, dell'acqua. All'interno è stato

39 allestito un percorso informativo per l'acqua negli anni '30. Il termine sulla struttura e sui suoi utilizzi. La burò deriverebbe da botrone, facciata è di origine ottocentesca butrone, burone ovvero cisterna e dà accesso a tre vasche in sotterranea. pietra alimentare che, alimentate in successione, servivano per Nei pressi di Allerona, lungo il fiume prelevare acqua da bere, per usi Paglia troviamo il Molino del Paglia, domestici e irrigazione, per lavare un antico insediamento di proprietà i panni. Ancora oggi qualcuno vi dei conti Cahen e attivo fino al 1937, fa il bucato e ogni sabato viene quando una piena eccezionale ne sostituita l'acqua. causò l'abbandono. Restano visibili la struttura, i canali e le chiuse Altra tappa importante è la Sala presso il fiume. dell'Acqua o Burò. Si tratta di una caratteristica costruzione di forma Prima di giungere a Parrano, se siete cilindrica costruita come serbatoio appassionati di archeologia fossile,

40 Tane del Diavolo, grotte di importante interesse geologico e storico-antropologico. Nel corso dei secoli l'azione dell'acqua ha aperto queste grotte nella roccia sfruttando delle spaccature dovute a movimenti tettonici. Lungo le sponde del fosso si contano almeno otto grotte, alcune però di accesso estremamente difficoltoso

è interessante fare una breve Diavolo, grotte di importante sosta alla Spiaggia di San Lazzaro, interesse geologico e storico- tra Fabro e Ficulle. Buona parte di antropologico. questo terreno era ricoperta dalle acque che con il loro lento ma Nel corso dei secoli l'azione progressivo ritirarsi hanno lasciato dell'acqua ha aperto queste grotte sedimenti argillosi e restituito nella roccia sfruttando delle numerose testimonianze fossili. Tra spaccature dovute a movimenti i depositi sono rimasti una grande tettonici. Lungo le sponde del quantità di molluschi che non fosso si contano almeno otto hanno completato il processo di grotte, alcune però di accesso fossilizzazione. La zona costituisce estremamente difficoltoso; le più una sorta di museo all'aperto. frequentate hanno l'ingresso sulla parte destra e sono: Tana Principale Finalmente a Parrano possiamo Inferiore, Tana Principale Superiore incamminarci per le Tane del e Tana del Faggio. La Tana Principale

41 Inferiore ha un imponente arco di Tane del Diavolo", nel cuore del paese. accesso di circa venti metri di altezza Il Centro ha lo scopo di presentare e ed è raggiungibile dalla parete di raccontare la natura geologica del sinistra percorrendo un tragitto territorio lungo un percorso che va lungo e ripido, entrando nella grotta dalla preistoria ad oggi. si notano le pareti decorate dalle firme degli abitanti di Parrano, alcune Si compone di quattro grandi risalenti al '600. sezioni: due trattano dell'origine geologica delle Tane del Diavolo, Anche la Tana del diavolo ha un della presenza umana nel Paleolitico accesso poco agevole, bisogna, e nell'età del bronzo. La terza sezione infatti, scalare le pareti della forra. è dedicata ad una tomba etrusca Per sapere di più sulle Tane senza rinvenuta in località podere Soriano. inerpicarsi troppo, è consigliato L'ultima ripercorre la storia di Parrano fare una visita al Centro di dal Medioevo fino ai giorni nostri. Documentazione Territoriale "Forra e Lasciamo Parrano per concludere la

42 via dell'Acqua a San Venanzo. Sempre lungo il torrente incontriamo il Molino di Pornello, in ottimo Prima tappa nel territorio sono stato di conservazione e di facile i fontanili del Monte Peglia, una raggiungimento. "forma minore" di presenza di acqua ma considerati una preziosa Oltre il Fersinone, fa da cornice risorsa idrica necessaria per uso al Monte Paglia anche il torrente zootecnico e sanitario, di notevole Faena, il cui territorio è segnato da rilevanza storico-culturale come sentieri percorribile che introducono testimonianza di costruzione e gli escursionisti in una natura gestione della falda acquifera. incontaminata. Nei pressi dell'abitato Rimanendo in tema di gestione della di San Venanzo, in località Faena, acque facciamo una visita al Molino "sgorga" la fonte la Solfanara, una di Rotaprona, risalente al XVI secolo suggestiva sorgente considerata la e costruito lungo il corso del torrente più genuina e salutare rispetto ad Fersinone. altre fonti di acqua sulfurea.

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LA VIA DELL’ANIMA (TRA SACRO E PROFANO)

Ficulle (Badia di san Nicola al Monte); Allerona (Madonna dell’Acqua, Abbazia di San Pietro Aquaeortus, Villa Cahen); Monteleone (Teatro dei Rustici, Centro di documentazione Attilio Parelli); Montegabbione (Chiesa di San Francesco - Scarzuola, Abbazia Acqualta); Montegabbione e San Venanzo (Biblioteche dei libri salvati, Museo della guerra)

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Orvieto Ficulle LA VIA DELL’ANIMA (TRA SACRO E PROFANO)

Un itinerario storico-artistico che ha il Magister Graziano, monaco il suo punto di partenza dalla Badia camaldolese nato a Ficulle, giurista di San Nicola al Monte a nord-est di e fondato re del diritto canonico. Ficulle, nel cuore di una campagna Secondo un'antica tradizione, incontaminata. Nei primi anni del nel 1218 san Francesco d'Assisi fu XII secolo, l'abbazia ha ospitato ospite dei monaci benedettini in

46 questa abbazia e nell'occasione tratto della valle del Paglia. gli fu donato un terreno per la costruzione di un convento; oggi in Oltrepassando il Parco di Villalba, questo luogo restano dei ruderi noti nella Selva di Meana, si arriva come "le mura di san Francesco". all'Abbazia di San Pietro Aquaeortus, nel cuore del piccolo Borgo di san Spostiamoci ora nei pressi di Pietro, a otto chilometri a nord Allerona, precisamente nella Tenuta di Allerona in direzione Ficulle. di Meana. In questo luogo nel 1885, il Questa località deve il suo nome ricchissimo finanziere belga Eduard dal latino aquae ortus : sorgente Cahen fece costruire Villa Cahen. In d'acqua, in riferimento a una elegante stile liberty, è circondata sorgente d'acqua che, secondo esternamente da un vasto giardino la leggenda, sarebbe scaturita di cui è ben visibile la struttura miracolosamente sul luogo durante all'italiana, all'inglese e giapponese. il passaggio di San Pietro apostolo. Dalle terrazze dei giardini si può La sorgente sarebbe scaturita per godere di un suggestivo panorama permettergli di battezzare alcuni sulla selva di Meana e su un ampio nuovi cristiani. L'abbazia si fa risalire

47 al 1038, da quando si ha la notizia una Vergine col Bambino, l'altare della presenza di una comunità di destra è sormontato da una tela governata secondo la regola raffigurante san Pasquale Baylon benedettina. La struttura si fonda e san Bernardino da Siena, quello su un tempietto pagano di epoca di destra invece è dedicato a san romana, utilizzato come rifugio per Domenico di Guzman. i viandanti. Nel 1247 il monastero divenne abbazia dipendete da Superiamo Fabro e fermiamoci a Abbadia san Salvatore. Monteleone, al Teatro dei Rustici. Creato nel 1732, prende il nome Restando nelle immediate dall'Accademia Filodrammatica dei vicinanze di Allerona troviamo la Rustici, di era sede. Il teatro vanta Chiesa della Madonna delle Acque, oggi un primato importante: è uno risalente al primo '700. L'edificio dei teatri storici più piccoli al mondo. venne costruito su una preesistente A ferro di cavallo con due ordini di cappella quattrocentesca eretta nei palchi, conta complessivamente pressi di una fonte d'acqua ritenuta 96 posti. Storicamente era un miracolosa. Il complesso, costituito palazzo signorile, sede del Podestà da una unica ala, è stato costruito o del Vicario, nell'edificio si trovano utilizzando materiale reperiti in loco. un vecchio granaio, un frantoio Sull'altare maggiore è raffigurata dell'olio e le carceri. La sua attività

48 non è solamente legata al teatro, Lasciamo Monteleone per fare ma lo spazio viene impiegato anche visita al Complesso della Scarzuola, per incontri, dibattiti, conferenze e nel comune di Montegabbione. numerosi matrimoni civili. Secondo la tradizione, nel 1218 san Francesco d'Assisi decise di A pochi metri di distanza dal sostare per un lungo periodo in una Teatro, troviamo il Centro di tenuta del castello di Montegiove documentazione Attilio Parelli. e scelse come luogo di residenza Il centro è l'unico riferito alla una piccola capanna costruita con cultura musicale del territorio e fili di scarza (paglia), da cui il nome oltre agli spartiti del compositore, Scarzuola. Sul posto della capanna, custodisce numerose foto d'epoca Nerio di Bulgaruccio dei Conti di della famiglia e dei musicisti con Montegiove fece costruire, nel 1282, cui Parelli aveva stretto rapporti una chiesa con oratorio a forma personali e di lavoro. L'opera più ottagonale. La chiesa fu denominata importante del compositore fu della Scarzola e venne affidata I dispettosi amanti, alla quale il ai frati Minori, che l'ampliarono Radiocorriere dedicò la copertina, dedicandola alla SS. ma Annunziata fu messa in scena per la prima e annesso alla chiesa eressero un volta nel 1912 al Metropolitan Opera capace Convento. All'interno della House di Filadelfia. chiesa si trova un ritratto di san

49 Francesco considerato uno dei più Nel 1956 il complesso fu antichi esistenti. messo in vendita e acquistato dall'architetto Tommaso Buzzi che Entrando nella chiesa si incontrano vi costruì attorno la sua città ideale, quattro Cappelle: due dedicate a contenente visioni esoteriche, san Francesco Stimmatizato e a San citazioni di architetture di ogni Carlo Borromeo, le altre due una tipo, sette spazi teatrali e percorsi consacrata all'Immacolata e l'altra iniziatici e simbolici. a San Pasquale Baylon da cui si accede alla Cappella del Crocifisso, Dal 1958 al 1978, l'architetto progettò antico oratorio del Poverello.La e costruì, la grande scenografia Cappella poi dell'Altar Maggiore è teatrale, da lui stesso definita tutta di pietra concia partitamente "antologia in pietra" e lasciata dorata, con sopra l'arme intagliata volontariamente incompiuta. La de' Signori Conti di Marsciano Scarzuola è formata da costruzioni dedicata alla Gloriosissima Vergine raggruppate in sette scene teatrali, Annunziata. Dietro a quest'Altare metafora della vita di ciascuno di noi seguita il Coro; nel quale si è trovato e costruiti sui modelli rinascimentali un ritratto di San Francesco in estasi di Andrea Palladio, Vincenzo datato 1250 d.c. Scamozzi e Sebastiano Serlio.Il

50 La Torre medievale di Montegabbione ospita il Museo permanente sulla II Guerra Mondiale allestito dall'Associazione giugno 44.

complesso si articola internamente la divulgazione della storia locale, ad una spirale formata dai pergolati. anche attraverso reperti e restauri dentro ogni pergolato vi è un asse di documenti d'epoca. Il tema verticale che dalla statua scheletrica attorno cui si sviluppa l'allestimento del Pegaso, passando per un è il periodo successivo all'Armistizio sistema di terrazzamenti, giunge a dell'8 settembre 1943, con un anfiteatro, al teatro agnostico, particolare attenzione al territorio. al teatro erboso, per concludersi Interessante da visitare a Castel alla torre colonna rotta e a un asse di Fiori è il primo di due "poli" orizzontale delimitato a sinistra dal delle Biblioteche dei Libri Salvati: teatro delle api, al centro dal palcoscenico con labirinto musicale, e a destra dalla città Buzziana con al culmine l'Acropoli. Nei pressi di Castel di Fiori si trova l'Abbazia di Acqualta, proprio a ridosso di una generosa fonte che serve al rifornimento idrico della zona. Dell'intero complesso, costruito tra il XI e XII secolo, restano dei ruderi che testimoniano uno dei manufatti più antichi del territorio montegabbionese. Si ipotizza che la fondazione sia ad opera dei benedettino oppure di frati precursori delle idee "Giardini e Gastronomia". È un locale francescane. sulla lungo la via principale del borgo, frutto della ristrutturazione La Torre medievale di di un frantoio trasformato in luogo Montegabbione ospita il Museo di documentazione sui giardini e i permanente sulla II Guerra saperi collegati al cibo. Le strutture Mondiale, allestito e gestito principali del vecchio mulino, la dall'Associazione giugno 44, che ha macina e la pressa per le fiascole, come scopo lo studio, la ricerca e sono state mantenute.

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LA VIA DELLA CRETA

Orvieto (la Ceramica Orvietana), Castel Viscardo (Museo Documentazione Terrecotte, Fornaci: Fornace Febeli, G.M. Laterizi, Fornace Stefani, Fornace Sugaroni), Allerona (Museo dei Cicli Geologici), Ficulle (città della terracotta)

53 Perugia

Orvieto Ficulle LA VIA DELLA CRETA

Camminando per le vie di Orvieto, periodo medievale e raggiunse è impossibile non notare la tipica vette altissime di produzione; Ceramica Orvietana. È grazie agli tra la fine del '200 e metà '300 si etruschi che nasce e si sviluppa afferma la tipica maiolica in bruno l'artigianato della ceramica. Fermo e verde su smalto bianco che fonde poi per molti anni, riprese nel in maniera alchemica iconografia

54 Ancora oggi, le fornaci di Castel Viscardo lavorano seguendo un processo artigianale. Da quasi 400 anni la Fornace Sugaroni si occupa della lavorazione del cotto fatto a mano. La struttura ospita anche un allestimento museale legato alla fornace di famiglia.

e forma. Su questo passato, la riguardanti le terrecotte. Il museo si produzione ripresa nel Novecento articola in tre sale: la prima è una sala si è contraddistinta per una nuova conferenze dove viene proiettato produzione artigianale locale; a un n video esplicativo della storia cavallo delle due guerre mondiali la delle fornaci di Castel Viscardo; la società Arte de' vascellari di Orvieto seconda ospita la ricostruzione di si impegna per un artigianato una fornace mentre nell'ultima si innovativo e con nuove forme di ripercorre l'intera storia del borgo. decorazione. L'ingresso al museo è gratuito.

Salendo da Orvieto ci si può Ancora oggi, le fornaci di Castel fermare a Castel Viscardo al Museo Viscardo lavorano seguendo un Documentazione delle Terrecotte, processo artigianale. Da quasi 400 dove sono esposti e conservati anni la Fornace Sugaroni si occupa documenti, utensili e fotografie della lavorazione del cotto fatto a

55 mano. La struttura ospita anche un Laterizi affonda le sue radici nel allestimento museale legato alla forno più antico del borgo, risalente fornace di famiglia. Questa non è al 1600. Dopo Castel Viscardo, l'unica fornace della zona, la Fornace merita una visita il Museo dei cicli Stefani, con il suo forno di cottura a geologici ad Allerona. Si tratta di pozzo, si preoccupa di documentare un importante punto informativo e ricercare la tradizione del cotto sul tema dell’acqua e della creta fatto a mano grazie ad un apposito che suggerisce itinerari tematici centro di documentazione interno. da percorrere, delle attività e degli "Fornace aperta" è uno spazio della eventi proposti dalla comunità. Nel Fornace Fedeli ricavato per studenti museo sono conservati resti fossili e artisti che desiderano conoscere di balena che, insieme a fossili e misurarsi con i materiali locali e di molluschi, ricci, coralli, pesci, le tecniche di produzione. La G.M. plancton, sono la testimonianza

56 57 dell’antico mare pliocenico. Il primo 2007, nello stesso sito di quello scheletro fossile di balenide è stato precedente. ritrovato nel settembre del 2003 nell'area di Monte Moro, nei pressi Questa voltasi tratta però di un del fosso Rivalcale, e si presenta cetaceo più piccolo, forse un con un cranio intatto e ottimamente cucciolo. conservato, costole di circa 2 metri, La via della Creta si conclude a falangi. Ficulle, città delle terrecotte, che Si tratta di un esemplare adulto, di deve il suo nome al termine latino grandi dimensioni (circa 14 metri), figulus, proprio perché era forte la vissuto in Umbria tra i 5 e 2 milioni di presenza di fabbriche di vasellame, anni fa. Il ritrovamento del secondo che ancora oggi fa di Ficulle un balenide fossile accade nel maggio apprezzato centro di terrecotte.

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GUIDA ALL'ECOMUSEO DELL'ORVIETANO

LA VIA DEGLI ETRUSCHI LA VIA DEI BOSCHI

LA VIA DEI CASTELLI LA VIA DEL CORPO

LA VIA DELL'ACQUA LA VIA DELL'ANIMA

LA VIA DELLA CRETA