Gennaio 2021 Numero Miscellaneo Issue 45
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Numero 45 – Gennaio 2021 Numero miscellaneo Issue 45 – January 2021 Miscellaneous Issue ISSN: 1824-4483 DEP n. 45 Indice Ricerche Parte monografica La violenza domestica in Asia orientale e sud-orientale Sara D’Attoma, Introduzione p. I Sara D’Attoma, 百年好(不)合! Cento anni di (in)felicità coniugale! Aspetti normativi del divorzio per violenza domestica nella Repubblica popolare cinese p. 1 Hsiaowei Kuan, The Law on Domestic Violence and Its Practice in Taiwan, (Taiwan) p. 24 Sumiko Honda, Reiko Ogawa, Domestic Violence in Japan: An Invisible Problem in the “Safest Country in the World” p. 35 Elodie Voisin, “As husband I must be violent”. Continuum of violence in forced migration and militarized policies. Ethnography among Rohingya Refugees in Malaysia p. 60 Parte miscellanea Corina Costea, The Evolution of Romanian Law and Mechanism in the Fight against Trafficking in Human Beings. A Focus on the Situation of Women p. 80 Doreen Perl-Valentina Srbuljevic, The Importance of the Inclusion of Women’s Rights in the US – Taliban Peace Treaty p. 98 Documenti Claire Goll, La mano di cera (1917), traduzione di Serena Tiepolato p. 122 Kathleen Lonsdale, Security and Responsibility (1954), traduzione e cura di Maria Grazia Suriano p. 127 Recensioni, interventi, resoconti Annalisa Zabonati, “Bringing peace home”. I corpi delle donne e degli animali nonumani nell’analisi ecofemminista critica di Carol J. Adams p. 151 Arianna Ceschin, “La degradazione è la dea del momento”: natura e società nella scrittura di Anna Maria Ortese p. 158 Claire Tomalin, Jane Austen, la vita (Bianca Tarozzi) p. 169 Vandana Shiva, Reclaiming the Commons, Biodiversity, Indigenous Knowledge and the Rights of Mother Earth (Sara Dal Monico) p. 175 Note a margine del convegno Humanities, Ecocritisism and Multispecies Relations, Venezia 28-29 settembre 2020 (Elena Alban) p. 180 Memoria e memorie Memoria e memorie. Presentazione/Presentation, a cura del Comitato di redazione p. 186 Sara De Vido, Introduzione p. 188 Renia Spiegel, Il diario di Renia 1939-1942 (Bruna Bianchi) p. 190 Io voglio vivere. Il diario di Éva Heyman (Ricciarda Ricorda) p. 194 Masha Rolnikaite, Devo raccontare. Diario 1941-1945 (Francesca Pangallo) p. 199 Silvia Pascale, Il diario di Mamma Teresa (Sara Dal Monico) p. 205 Isa di Nepi Olper-Settimia Spizzichino, Gli anni rubati di Settimia Spizzichino, reduce dal lager di Auschwitz e Bergen Belsen (Maria Teresa Sega) p. 208 Finestra sul presente: Cambiamento climatico e pandemia Ricerche Sara De Vido, Approcci ecocentrici ed ecofemministi al diritto internazionale: la lezione della pandemia di COVID-19 per una rivoluzione giuridica p. 212 Nicoletta Pesaro, Fang Fang e le altre: la narrazione femminile del virus in Cina p. 227 Desideria Benini, A feminist study on the impact of COVID-19 on WASH access and the WASH sector response p. 252 Documenti “Quell’insensato abbattimento delle nuvole”. Distruzione degli ecosistemi e cambiamento climatico in Gene Stratton-Porter, presentazione e traduzione di Bruna Bianchi p. 273 Interviste e testimonianze Riflessioni femministe ed ecofemministe sulla pandemia, a cura di Annalisa Zabonati p. 281 Greta Gaard, Il coronavirus come Messaggero p. 283 Alicia H. Puleo, Pensare l’epidemia Covid-19 dal punto di vista ecofemminista p. 289 Silvia Piris Lekuona - Amaia Pérez Orozco, 2021: un año para retomar debates abiertos (¿y cerrados?) en 2020 p. 292 Rada Iveković, La pandemia, i migranti e le donne p. 296 Veronika Bennholdt-Thomsen, Il coronavirus e la mia libreria p. 301 Strumenti di ricerca Ecofemminismi, femminismi e pandemia. Una sitografia, a cura di Annalisa Zabonati p. 306 Emma Piva, Cambiamento climatico, genere e nucleare: una rassegna p. 316 Recensioni Jane Fisher, Envisioning Disease, Gender, and War. Women’s Narratives of the 1918 Influenza Pandemic (Matteo Ermacora) p. 328 Feminist Analysis of Covid-19, “Feminist Studies’ Special Issue”, vol. 46, 3, 2020 (Bruna Bianchi) p. 332 Forced Migration Review. Climate crisis and local communities, Issue 64, 2020 (Silvia Camilotti) p. 338 Stuart Parkinson, The Carbon Boot-print of the Military (Francesca Fiore) p. 342 Donatella Di Cesare, Virus sovrano? L’asfissia capitalistica (Silvia Camilotti) p. 344 Paula Arcari, Making Sense of ‘Food’ Animals A Critical Exploration of the Persistence of ‘Meat’ (Annalisa Zabonati) p. 346 I La violenza domestica in Asia orientale e sud-orientale: introduzione di Sara D’Attoma* La violenza domestica è un fenomeno globalmente diffuso e sebbene essa sia un problema che trascende sia la cultura che l’identità nazionale, tuttavia la sua natura può variare da Paese a Paese in base a fattori socio-culturali. L’interesse verso lo studio dei fenomeni di abusi, e in particolare quelli di genere, è emerso il secolo scorso, già prima degli anni Settanta, ma solo recentemente è divenuto una priorità nelle policies dei governi e per la comunità internazionale che, specialmente nell’ultimo anno, hanno dovuto far fronte ad un aumento dei casi dovuto al lock- down, imposto contestualmente alla diffusione della pandemia da Covid-191. Come affermato dallo stesso Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, “violence is not confined to the battlefield. For many women and girls, the threat looms larg- est where they should be safest. At their own homes. And so, I make a new appeal today for peace at home — and in homes — around the world. We know lock- downs and quarantines are essential to suppressing COVID-19. But they can trap women with abusive partner”2. * Sara D’Attoma ha conseguito la laurea triennale, specialistica e il titolo di dottore di ricerca presso l’Università Ca’ Foscari Venezia. Laureata in Istituzioni economiche e giuridiche dell’Asia Orientale (curriculum Cina) ha concentrato la sua ricerca in materia di diritto di famiglia cinese, approfondendo gli aspetti concernenti il divorzio per violenza domestica e svolgendo periodi di ricerca all’estero presso la China University of Political Science and Law a Pechino e al College of Law della National Taiwan University di Taipei. Ha inoltre collaborato in progetti di ricerca sulla terminologia giuridica italo-cinese. Attualmente è docente a contratto di cultura e società cinese presso l’Università di Vero- na e di Legal Institutions presso il Collegio Internazionale di Ca’ Foscari. 1 Ad esempio, in Italia ci sarebbe stato un incremento del 74,5% di donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza nel periodo tra il 2 marzo e il 5 aprile 2020 rispetto alla media mensile registrata con il rilevamento del 2018. Si veda Associazione Luca Coscioni, Durante il lockdown, +74,5% di richieste di aiuto contro le violenze domestiche sulle donne, disponibile al sito https://www.associazionelucacoscioni.it/notizie/comunicati/violenza-domestica-cresce-durante- lockdown/. 2 Antonio Guterres, Make the prevention and redress of violence against women a key part of nation- al response plans for COVID-19, al sito https://www.un.org/en/un-coronavirus-communications- team/make-prevention-and-redress-violence-against-women-key-part. © DEP ISSN 1824 - 4483 Sara D’Attoma DEP n. 45 / 2021 In questo contesto, la Cina è stata la prima a riportare un incremento delle vio- lenze familiari, registrate a ridosso dell’apertura post quarantena. La chiusura si è verificata inoltre in un periodo nel quale molte famiglie erano riunite per i festeg- giamenti del Capodanno cinese provocando una escalation della violenza accentua- ta dalle stesse condizioni di reclusione. Tale recrudescenza si è manifestata a ruota in tutti gli altri Paesi, ove i governi hanno tentato di ricorrere a delle iniziative per aiutare le vittime, tuttavia in molti casi la situazione era già degenerata e non è sta- to possibile intervenire in maniera efficacie e preventiva. D’altronde l’attenzione si è dapprima concentrata sui fattori economici della pandemia, relegando in secondo piano le conseguenze anche psicologiche sugli individui. Già prima che si sviluppasse questo terreno fertile per la proliferazione della violenza, da anni si discute a livello internazionale della gravità del fenomeno – si pensi ad esempio alla Convenzione di Istanbul del 2011 in europa – e con sempre più frequenza i notiziari riportano episodi di violenza di genere, specialmente in ambito familiare dove gli abusi si fanno più subdoli e si intessono con dinamiche difficilmente individuabili dall’esterno e dove talvolta l’intervento stesso delle au- torità giunge tardivamente. La grande sfida di sradicare la concezione che la vio- lenza appartenga esclusivamente alla sfera privata dei coniugi e che rappresenti, invero, un serio problema sociale è ciò su cui i vari attori coinvolti in questo pro- cesso stanno concentrando i loro sforzi. Tradizionalmente i valori patriarcali, sui quali la famiglia basava le proprie relazioni, consideravano la violenza intrafami- liare un comportamento comune, naturale e ben tollerato tra persone appartenenti alla stessa famiglia e in particolare quella perpetrata nei confronti delle donne. Sebbene il fenomeno sia diffuso in tutto il mondo in percentuali e modalità diverse, tuttavia, secondo uno studio del United Nations Office on Drugs and Crimes del 2019 sugli omicidi di genere3, il numero più alto di donne e ragazze uccise dal pro- prio partner o da componenti della famiglia si è registrato in Asia, segue l’Africa. Questa sezione speciale del numero miscellaneo è dedicata proprio al tema della violenza domestica nei paesi dell’Asia Orientale e del Sud-est Asiatico, analizzate attraverso prospettive diverse: socio-culturale, etnografica