Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana (E. Repetti) http://193.205.4.99/repetti/

Ghizzano,

ID: 2160 N. scheda: 24470 Volume: 2; 6S Pagina: 440 - 442; 112 ______Riferimenti: Toponimo IGM: Comune: Provincia: PI Quadrante IGM: 112-1 Coordinate (long., lat.) Gauss Boaga: 1644782, 4822363 WGS 1984: 10.79289, 43.54174 ______UTM (32N): 644846, 4822538 Denominazione: Ghizzano, Ghezzano Popolo: SS. Germano e Prospero al Pino, a Ghizzano Piviere: SS. Germano e Prospero al Pino, a Ghizzano Comunità: Peccioli Giurisdizione: Peccioli Diocesi: Volterra Compartimento: Stato: Granducato di Toscana ______

GHIZZANO, o GHEZZANO in Val d'Era. -Villaggio già castello con pieve (SS. Germano e Prospero) nella Comunità Giurisdizione e circa 4 miglia toscane a levante di Peccioli, Diocesi di Volterra, Compartimento di Pisa. Risiede sulla cresta delle colline cretose che propagansi dal poggio di S. Vivaldo per Castel Falfi fra le sorgenti del Melogio e del Roglio degli Olmi, che poi questo e quello si accoppiano e quindi sono accolti dal Roglio maggiore alla base occidentale delle colline di Ghizzano. Situato nel confine di due antiche diocesi (Volterrana e Lucchese), sulla linea di demarcazione di due contadi (Fiorentino e Pisano) in Ghizzano signoreggiarono a seconda dei tempi diversi padroni. Il primo che trovò in quel Castello è un conte Ranieri, detto Pannocchia, figliuolo del conte Ugolino d'Elci, il quale con la sua moglie Sibilla, nel 1139, mediante istrumento del 22 gennajo alienò per cento lire la sua porzione di Ghizzano, di Lajatico, di , di Vignale, di Castel Falfi, di Cellole, e di altri luoghi al vescovo di Volterra Adimaro Adimari e suoi successori. Salito sulla cattedra volterrana il vescovo Galgano de'Pannocchieschi, egli nel gennajo del 1162 acquistò per la sua chiesa dal conte Guglielmino del fu C. Ranieri della stessa consorteria de'Pannocchieschi ogni suo diritto sui castelli e distretti di

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Monte Cuccari, Camporena, Lajatico, Ghizzano e . - Vedere CEDRI. Doppia autorità pertanto ereditò in Ghizzano il potente Ildebrando Pannocchieschi successore a Galgano nel vescovado di Volterra, e doppia giurisdizione per conseguenza fu a lui confermata da Arrigo VI, con diploma del 1186, mercè cui ottenne l'alto dominio sopra molti paesi del contado di Volterra, come Ghizzano, Lajatico, Peccioli, Legoli ec. Figurò il vescovo Ildebrando alternativamente, ora fra i Guelfi, ora fra i Ghibellini. Era coi primi quando concorse nella lega, o taglia conclusa nel novembre del 1197 nel borgo di S. Genesio fra i commissarii delle città di Firenze, Lucca, Siena, ed altre terre e dinasti della Toscana. La qual taglia fu rinnovata nel marzo del 1201 specialmente tra i Fiorentini e i Senesi: quando della lega ghibellina era sostegno precipuo la Rep. di Pisa. Questa infatti inviò la sua gente armata in Val d'Era ad occupare fra gli altri castelli Peccioli, Lajatico, Legoli e Ghizzano. Ciò svegliò i risentimenti del vescovo volterrano, il quale reclamando i suoi diritti presso il pontefice Innocenzo III, questo minacciò la città dell'interdetto, se i Pisani non restituivano i castelli spettanti al prelato Volterrano. - Infatti i Pannocchieschi continuarono ad avere qualche giurisdizione in Ghizzano anche dopo la morte del vescovo Ildebrando: tostochè nel 1213, quando sedeva nella cattedra di S. Ottaviano a Volterra il vescovo Paganello, tenuto pur esso della prosapia Pannocchieschi, troviamo in Ghizzano il conte Rainaldo, uno dei figli del conte Alberto di Mangona: quello stesso Rainaldo che signoreggiava insieme con i Pannocchieschi a Castelnuovo di Val di Cecina, a Elci ed a Gavorrano.( Vedere questi Articoli ) Avvegnachè con atto pubblico degli 11 maggio 1213, rogato nella chiesa di S. Germano del castel di Ghizzano, il prenominato C. Rainaldo del fu C. Alberto per mille lire di moneta volterrana vendè al Comune di Volterra tutti i vassalli, possessi e giurisdizioni che gli appartenevano in Castelnuovo di Cecina. (ARCH. DIPL. FIOR. Comunità di Volterra ). Tentarono successivamente i vescovi di Volterra di rinfrescare i loro diritti coll'autorità dell'Imp. Carlo IV, dal quale fu facil cosa per ben due volte ottenere (anni 1355 e 1363) diplomi che ripetevano ad verbum ciò che in altri tempi fu ad essi concesso da Arrigo VI, compresi i feudi di Peccioli e di Ghizzano : e ciò nel tempo che lo stesso Carlo IV rinnovava (anno 1355) ai Pisani i privilegii dei due primi Federighi, di Arrigo VI e di Ottone IV, coi quali si confermava alla Rep. di Pisa la giurisdizione del suo antico contado, e specialmente dei castelli sunnominati di Peccioli e di Ghizzano con il loro distretto. Infatti gli uomini di Ghizzano fino dal secolo XIII dipendevano nel civile dal capitano che inviava a Peccioli il governo di Pisa; dal quale si ribellarono, allorchè Ugolino Visconti Giudice di Gallura, nel 1282, cacciato come Guelfo dalla patria, si unì ai Fiorentini, e fatto comandante generale della taglia guelfa di Toscana, osteggiò in Val d'Era, cacciando i magistrati e le guarnigioni che stavano in quelle terre a nome degli Anziani di Pisa. Quindi la Signoria di Firenze con provvisione del 6 luglio 1292, sulla domanda di Ugolino Giudice di Gallura, deliberò di tener sotto il di lui comando una mano di soldati a Peccioli, a Ghizzano e in altri luoghi di Val d'Era. Sennonchè, alla pace di Fucecchio del 1293, furono riconsegnati ai delegati di Pisa i paesi stati fino allora sotto il regime del Giudice di Gallura a requisizione dei Fiorentini. Quindi tanto Peccioli quanto Ghizzano con il capitanato di Val d'Era tornarono sotto il dominio di Pisa sino a che, nel 1362, riaccesasi la guerra fra le due Repubbliche rivali, quest'ultimo castello fu dei primi investiti dal march. Bonifazio Lupi di Soragna, generale dell'esercito fior., che l'occupò a patti, malgrado che per poco tempo vi tenesse il piè fermo. -Essendochè alla pace pubblicata in Firenze il 1 di settembre del 1364, fu incluso fra i capitoli l'obbligo di rendere al

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Comune di Pisa il castello di Ghizzano tre giorni appresso; siccome si dovè consegnare la Terra di Peccioli venti giorni dopo la pubblicazione del trattato. -(MATT. VILLANI, e AMMIR. Istor. Fior. ) Fu dopo quest'ultima età, che acquistò in Ghizzano podere con alcuni diritti baronali la casa Venerosi dei conti di Strido, alla quale appartenne il bel palazzo e la torre situati nella parte più eminente, dove probabilmente esisteva la rocca di Ghizzano, palazzo che fu poi abbellito dalla famiglia Pesciolini Venerosi, attuale proprietaria della tenuta annessa. Poco lungi havvi altra casa di campagna appartenente all'illustre prosapia fiorentina de' Ricci, stata anch'essa de'conti Venerosi di Pisa, che l'alienarono nel 1727 al senatore Federigo de'Ricci. Nella facciata di quest'ultimo resedio leggesi una iscrizione in marmo riportata nel Giornale Agrario Toscano n°23 dell'anno 1832: sulle di cui ampollose e affettate espressioni, contro la storica verità, lasciò il proferire giudizio a chi leggerà le seguenti parole: “Questo castello di Ghizzano fu già dominato dall'antichissima, vera e schietta casata dei Venerosi conti di Strido; ed era ripieno di case e di popolo, paese allegro e delizioso; adesso le case sono tutte cascate, ed è restato totalmente distrutto di persone. -Il conte Gaspero Cevoli fece fare la presente iscrizione per memoria dei conti Venerosi suoi avi materni, per l'amore che portava a questo castello di Ghizzano, essendo stato allevato in esso nella sua fanciullezza; ed avendolo veduto fiorito, gli dispiace assaissimo di vederlo al presente in così cattivo stato senza speranza alcuna che mai più possa ritornare nel suo florido stato”. “Il nostro Signore Iddio perdoni chi ne è stato la causa. - Eresse l'anno 1658.” Basterà solamente avvertire il lettore, che poco innanzi che nascesse quel buon uomo del conte Gaspero Cevoli allevato nel castel dei suoi avi materni a Ghizzano, cioè nel 1551, la sua popolazione non era che di 404 abitanti la quale trovasi scemata di 51 individui al 1745, mentre nel 1833 si vede accresciuta di 40 teste sopra quella dell'epoca compianta dall'autore della capricciosa memoria qui sopra riportata. Anticamente la pieve di Ghizzano era a destra del torrente Roglio , e portava il distintivo di Pieve al Pino, ora semplice oratorio. Essa aveva le seguenti chiese succursali; 1 Canonica di S. Pietro in Corte, soppressa; 2 S. Germano di Ghizzano, ora pieve; 3. S. Pietro di Libbiano, eretta pur essa in battesimale; 4. S. Frediano al Pratello, ora cappella privata. - Le seguenti tre chiese verso il secolo XV furono staccate dalla loro matrice di Monte Foscoli e date alla pieve di Ghizzano; cioè, S. Prospero di Ghizzano, disfatta nel 1818, e riunita alla pieve di S. Germano; 5. S. Maria, ora cappella; 6 S. Mustiola. Queste due cure furono soppresse nel 1512 dal Pont. Giulio II, per ammensare i loro beni al capitolo della Collegiata di S. Lorenzo di Firenze. Ai 30 gennajo del 1406, stile comune, nella chiesa di S. Germano del castello di Ghizzano, adunati gli abitanti del comune, elessero i sindachi per inviarli a Firenze presso i Signori dieci di Balia ad oggetto di sottomettere il comune medesimo alla repubblica e contado fiorentino, trovandosi a quell'adunanza fra i testimoni il prete Piero di Antonio pievano della chiesa di S. Maria a Monte nel Val d'Arno di sotto- (ARCH. DIPL. FIOR.; Carte delle Riformagioni di Firenze. ) La chiesa di Ghizzano è stata riedificata dai fondamenti nel 1818 per le cure del testè defunto pievano Raffaello Matteucci, cui devesi egualmente la restaurazione della canonica. La parrocchia di Ghizzano ha 444 abitanti.

GHIZZANO, o GHEZZANO in Val d'Era. - Si aggiunga la notizia dataci di recente da una membrana dell'Archivio Arcivescovile di Lucca pubblicata nella P. III. del Volume V di quelle Memorie . - E' un istrumento scritto in Lucca lì 20 giugno del 988 relativo ad un livello fatto da quel vescovo Walfredo a Milone figlio del fu Adalberto (che l'abate

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Barzocchini pensa che appartenesse ai nobili di Ghizzzano in Val d'Era) di alcuni poderi, due dei quali situati in loco et finibus Ghezano.

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