PROVINCIA DI settore Grandi Opere, Lavori Pubblici e Viabilità Ufficio Progettazione e Direzione Lavori Palazzo Sant’Agostino Via Roma 104 Salerno

LAVORI URGENTI DI MESSA IN SICUREZZA, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO A SEGUITO DI DISSESTI E MOVIMENTI FRANOSI SULLA SP 66 TRA , LICUSATI E LA SR EX SS 562– INTERVENTI URGENTI DI PROTEZIONE CIVILE

PROGETTO DEFINITIVO

RELAZIONE PAESAGGISTICA

Lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla SP 66 tra Camerota, Licusati e la SR ex SS 562– Interventi urgenti di protezione civile - Relazione paesaggistica

1 DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO

1.1 PREMESSA

La Strada Provinciale n.° 66, collega congiunge Licusati, Camerota e e gli stessi con l’innesto statale della Mingardina. Il progetto ha lo scopo di ripristinare le condizioni di sicurezza e la normale viabilità in due tratti della strada provinciale n. 66 (SP 66) ed in un tratta lungo la costa sulla SR ex SS 562 in prossimità della SP 66.

Per tutti e tre gli interventi è ben evidente, sulla sede stradale, la presenza di lesioni e ammaloramenti del piano viario a seguito di deformazioni legate all’evoluzione dei movimenti franosi. Tale dissesto è particolarmente evidente in corrispondenza del primo intervento dove il parziale ribassamento della sede stradale è particolarmente significativo.

INTERVENTO 1

INTERVENTO 2

INTERVENTO 3

Figura 1 : Corografia area d’intervento

2

Lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla SP 66 tra Camerota, Licusati e la SR ex SS 562– Interventi urgenti di protezione civile - Relazione paesaggistica

Al fine di ridurre il disaggio e pericolo per la circolazione veicolare, è stato necessaria la redazione del presente progetto definitivo denominato “Lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla SP 66 tra Camerota, Licusati e la SR ex SS 562– Interventi urgenti di protezione civile”. Il presente progetto ha lo scopo di ripristinare le condizioni di sicurezza e la normale viabilità.

1.3 CARATTERISTICHE DELL’INTERVENTO

Le soluzioni progettuali prospettate dal presente progetto, si ritiene quelle che meglio assicurano la rispondenza dell’opera alle finalità a cui sarà soggetta.

Gli interventi, vista la necessità di salvaguardare la pubblica incolumità garantendo la circolazione in sicurezza, mirano alla necessaria messa in sicurezza di due tratti del tracciato stradale della SP 66 ed di una tratto della SR ex SS 562, come meglio rappresentato negli allegati grafici, intervenendo in modo prioritario sulle strutture di sostegno da realizzare sui versanti su cui insiste il piano carrabile.

Il progetto prevede la realizzazione di una paratia di pali a contenimento del fronte in frana nell’area di intervento 1, un muro di sostegno nell’area di intervento 2 ed una gabbionata al di sotto del piano viabile nell’area di intervento 3.

In particolare:

− L’intervento 1 prevede, a valle della carreggiata stradale, una paratia di pali ∅ 600 ad interasse 1,0m realizzata su un’unica fila con un altezza di infissione di 9,00 m ed una estensione di circa 80 metri con sovrastante trave di coronamento in c.a. delle dimensioni di 80 X 100 cm.

− L’intervento 2 prevede, la realizzazione di un muro di sostegno in c.a. rivestito in pietrame, di altezza 4,00 m e per un’estensione di circa 26 metri.

− L’intervento 3 prevede la realizzazione di una gabbionata di contenimento del tratto di carreggiata in dissesto franoso, per una estensione di circa 130 ml, costituita da 2 file di gabbioni da 1 metro, composta da gabbie in rete metallica zincata a doppia torsione e maglia esagonale, riempite in loco con pietrisco di pezzatura minima 15 cm disposti a file parallele sovrapposte, realizzate al di sotto della corsia di valle della carreggiata stradale e completamente interrata.

Per la realizzazione dell’intervento in questione si prevedono inoltre le seguente operazioni complementari:

 il disfacimento del manto stradale;  lo scavo di sbancamento e relativo trasporto a rifiuto dei materiali di risulta per la realizzazione del piano di posa della trave di coronamento;  ripristino e realizzazione di zanelle nelle zone di intervento, per consentire una corretta regimentazione delle acque superficiali;  ripristino della pavimentazione stradale con conglomerato bituminoso di sottofondo (binder) e di usura (tappetino) su sottostante misto granulometrico stabilizzato e la realizzazione dove necessario della zanella.  ripristino della barriera stradale a bordo strada; Per maggiori dettagli si rinvia all’allegato computo metrico estimativo ed agli allegati grafici. 3

Lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla SP 66 tra Camerota, Licusati e la SR ex SS 562– Interventi urgenti di protezione civile - Relazione paesaggistica

2 ANALISI DELLO STATO ATTUALE ED ORIGINARIO

2.1 IL CONTESTO PAESAGGISTICO

Le aree oggetto dell’intervento ricadono nel territorio del di Camerota. I tre interventi saranno realizzati, i primi due sulla SP 66 ed il terzo sulla SR 562. Per tutti e tre gli interventi è ben evidente, sulla sede stradale, la presenza di lesioni e ammaloramenti del piano viario a seguito di deformazioni legate all’evoluzione dei movimenti franosi, particolare ammaloramento, con parziale ribassamento della sede stradale, si registra sul primo sito. Il tracciato della SP66 si snoda su un percorso tortuoso ricco di tornati e curve di vario raggio, attraversando zone antropizzate, come i centri abitati di Camerota e Licusati e zone d’indubbio aspetto paesaggistico naturale, essendo l’intera area rientrante nel Parco nazionale del e Vallo di Diano. L’area d’intervento tre, quella localizzata sulla SR ex SS 562, si colloca nei pressi dell’innesto di tale arteria con la SP 66 nei pressi di Marina di Camerota. Tale area si colloca al limite della zona antropizzata per la presenza di costruzioni private e di villaggi a fini turistici.

2.1.1 Il territorio Cilentano

Nel suo complesso il Cilento, che si snoda in zone montane e collinari intervallate da brevi pianure, è una regione con una profonda irregolarità orografica. E’, infatti, caratterizzato da una serie di complessi montuosi orientati principalmente in direzione nord-ovest/sud-est. Procedendo da nord verso sud si incontra la Catena degli Alburni, posti tra il fiume Tanagro ed il Calore, con la cima maggiore costituita dal monte Alburno di m. 1742. La montagna prende il nome dal colore bianco (dal latino albus) del calcare dei suoi terreni. Gli Alburni presentano un lato settentrionale che affaccia sul fiume Tanagro, dall'aspetto brullo con pareti a picco e creste che ricordano i paesaggi dolomitici. Il lato più a sud, che affaccia sul Calore, è meno impervio con una conformazione meno inclinata e grosse estensioni di faggete e di castagni, pascoli nelle radure e campi, con un diffuso fenomeno di carsismo, che interessa un pò tutto il massiccio. Infatti grotte, cavità, inghiottitoi e doline sono presenti un po’ ovunque. Resti di palafitte rinvenuti in alcune grotte, come quella di , fanno ipotizzare che la zona fosse abitata fin dal neolitico. Di notevole interesse sono anche la grotta di Polla e le grotte di , quest'ultima la più lunga dell'area, con oltre 4800 metri di sviluppo. Proseguendo lungo la direttrice sud-est, lungo il fianco del Vallo di Diano, dagli Alburni si passa al monte Spina dell'Ausino e al Monte Cocuzzo (1411 m). Da esso, attraverso la Sella del Corticato, si passa all'isolato Monte Motola (1700 m), ricco di faggi e con il versante est ricoperto da un residuo nucleo di abeti bianchi. Dal monte Motola, attraverso il monte Cerasulo (1400 m), da cui lo separa l'alto corso del fiume Calore, si passa sul Monte Cervati (1898 m) la cima più alta del Cilento. Il monte, tozzo ed ampio alle falde, presenta verso la cima ripidi pendii e rupi.

4

Lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla SP 66 tra Camerota, Licusati e la SR ex SS 562– Interventi urgenti di protezione civile - Relazione paesaggistica

Anche sul Cervati è molto ricorrente il fenomeno del carsismo con abbondanza di inghiottitoi, percorsi fluviali e grotte: famosi l'inghiottitoio di Vesalo sopra , e la grotta del Festolaro. Alla cima vi è il santuario della Madonna della Neve, meta di pellegrini. La serie di monti disposti a semicerchio, dagli Alburni al Cervati costituisce il bacino montano del fiume Calore. Il Calore Salernitano affluente della riva sinistra del Sele, in cui si immette dopo un percorso di 60 km circa, nasce dal monte Cervati ed ha un percorso, nel tratto a monte, stretto e incassato tra le montagne; nel tratto più a valle si snoda in zone più ampie e collinari dove, sotto la catena degli Alburni, riceve le acque del Torrente Pipiti e del fiume Fasanella, il greto si allarga. Di particolare interesse sono le gole del Calore nel tratto che va da a . Il Calore è un fiume “a regime continuo” in quanto la sua portata è pressoché costante. Dal monte Cervati nasce anche l’altro grande fiume del Cilento, il Bussento, la cui valle è incassata fra il Cervati ed il Centaurino, sfocia nel Golfo di Policastro. Nel tratto intermedio le acque del Bussento si inabissano, scomparendo nel sottosuolo per circa 6 km, presso l'abitato di , per poi ricomparire a dove il letto del fiume si allarga formando un'ampia pianura fino alla foce. A sud del monte Centaurino, incassato tra le valli inferiori dei fiumi Bussento a est e Mingardo a ovest, si eleva il Monte Bulgheria (1225 m). Il nome è dovuto ai Bulgari entrati nel salernitano nel IX secolo fortificatisi a S. Severino e . Il massiccio ha una forma a semicerchio che ripiega a nord con il Promontorio di Palinuro. Il fiume Mingardo è caratterizzato da un primo tratto situato tra il monte Centaurino e il monte Sacro; il secondo tratto, dopo aver attraversato un'angusta gola sotto l'antico abitato di S. Severino, sfocia nel mare presso Palinuro. A Palinuro sfocia anche il Lambro, fiume che nasce dal Monte Scuro, contrafforte del Monte Sacro o Gelbison. Il Monte Sacro o Gelbison è circondato dalle valli dei fiumi Calore, Mingardo, Lambro e ed ha la cima a quota m. 1705, sulla quale è situato il Santuario della Madonna di Novi , eretto nel 1323 dai padri basiliani. A nord-ovest, tra la costa, il fiume Alento e il fiume Solofrone, si eleva il Monte della Stella (1131 m) che prende il nome da una cappella dedicata nel XVI secolo alla Madonna della Stella. Le pendici del Monte della Stella si spingono in tutte le direzioni formando un sistema collinare sulle cui pendici sorgono piccoli villaggi e centri storici di notevole interesse. Lungo le pendici a sud del Monte della Stella scorre il fiume Alento. Lungo 36 km l'Alento, che sfocia a Casal Velino, ha un regime torrentizio, caratterizzato da notevoli portate durante la stagione delle piogge, mentre è quasi del tutto asciutto in estate. Il fiume più a nord nel Cilento è il Solofrone situato ai confini della Piana di Paestum. La sua parte settentrionale si sviluppa sulle pendici dei Monti Calpazio e Vesole che costituiscono le cime più a nord- ovest dell'area del Cilento. L’aspetto che caratterizza maggiormente il territorio cilentano è l’eterogeneità ambientale che solo in parte è legata alla vastità dell’area e all’azione dell’uomo. Infatti, è la variabilità litologica, geomorfologica, climatica crea una eterogeneità potenziale non facilmente riscontrabile in altri settori della Penisola

5

Lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla SP 66 tra Camerota, Licusati e la SR ex SS 562– Interventi urgenti di protezione civile - Relazione paesaggistica

La posizione geografica, di contatto tra la regione biogeografica temperata e mediterranea, mette a disposizione del territorio una grande ricchezza di specie animali e vegetali che danno luogo a paesaggi naturali di eccezionale valore biogeografico. L’azione dell’uomo è stata articolata e diversificata in funzione dei caratteri storici, culturali e ambientali del territorio. Infatti solo poche parti dello stesso presentano infrastrutture e imprese, agricole o industriali, con tecnologie moderne che tendono ad emanciparsi dai condizionamenti ambientali e ad indirizzarsi verso produzioni standardizzate; al contrario la maggior parte del territorio conserva una agricoltura basata prevalentemente sulle risorse naturali e pertanto il paesaggio, nel suo insieme, presenta caratteri fortemente correlati con le caratteristiche fisiche e biologiche dei sistemi ambientali. Si tratta comunque di un paesaggio specificamente culturale perché è sempre stata alta e significativa la relazione e l’integrazione tra caratteri ambientali e caratteri antropici, e gli effetti di tale integrazione rimangono incisivi anche quando si analizzano le attività agro-silvo-pastorali e i caratteri e le tipologie delle infrastrutture e degli insediamenti. Questa eterogeneità crea ovviamente un grave problema di comunicazione ed interazione tra le diverse aree del territorio caratterizzato da una zona interna ed una prettamente costiera.

2.1.2 Caratteristiche geomorfologiche dell’area di intervento Il progetto prevede tre interventi distinti e posti, i primi due sulla SP 66 ed il terzo sulla SR 562. Il primo intervento si rinviene su di un versante esposto a ovest che va dal Tozzo del Finocchio 909 m s.l.m. fino al fondovalle del Fiume Mingardo. Detto versante è parte del rilievo del monte Bulgheria. La strada si sviluppa sul versante con una serie di tornanti e l’area d’innesco della frana si rinviene tra il terzo ed il quarto tornate giungendo fino ad intercettare nuovamente la strada provinciale tra il secondo ed il terzo tornante. Il secondo intervento si rinviene nei pressi dell’abitato di Licusati su di un versante che degrada verso la piana del Pantano, mentre il terzo sito si rinviene lungo la costa su di un versante che degrada verso la baia d’Arconte in località la Fenosa. Per tutti e tre gli interventi è ben evidente, sulla sede stradale, la presenza di lesioni e ammaloramenti del piano viario a seguito di deformazioni legate all’evoluzione dei movimenti franosi, particolare ammaloramento, con parziale ribassamento della sede stradale, si registra sul primo sito. Il primo fenomeno franoso, come risulta dalla cartografia dell’inventario frane, è classificato come crollo quiescente. Mentre sull’area è presente il coronamento di due frane che poco più a valle della sede stradale si riuniscono in un unico fenomeno, definibile come roto traslativo. Detto movimento interessa la coltre alterata ivi presente e intercetta, con il cumulo, la stessa strada provinciale a valle. Per il secondo sito la strada interessata dal movimento si rinviene in un tornante contenuto a valle da un muro a gravità di circa 3.m di altezza complessiva. Sulla sede stradale vi sono evidenti segni di un cedimento del piano stradale con un probabile coinvolgimento del muro che si presenta lesionato in più punti. A valle del contenimento vi è una scarpata al quanto acclive. L’area è classificata sulla carta dell’inventario frane come aree soggette a franosità diffusa (non definibile singolarmente) in uno stato di attività. Il terzo sito presenta una estesa fascia di ammaloramento della sede stradale per un fronte di oltre 100 m ed una larghezza di oltre un metro. A valle della sede stradale è presente una scarpata a tratti

6

Lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla SP 66 tra Camerota, Licusati e la SR ex SS 562– Interventi urgenti di protezione civile - Relazione paesaggistica contenuta che si raccorda ad una serie di terrazzamenti di un villaggio turistico che si rinviene più a valle. Sulla cartografia dell’inventario frane non è riportato alcun tipo di fenomeno franoso. Litologicamente i materiali presenti sull’area del primo e del terzo sito sono costituiti da una prima copertura detritica e di alterazione a cui fa seguito il substrato carbonatico, mentre per il secondo sito la successione litologica che si rinviene è costituita, dopo una ridotta copertura detritica, essenzialmente dai depositi limo sabbiosi del paleo lago del Pantano. La circolazione idrica superficiale per il primo sito è assicurata dalla presenza di un’incisione torrentizia, posta a breve distanza dall’area in frana, in cui confluiscono anche le acque della piattaforma stradale e che hanno come recapito finale il fiume Mingardo. Per il secondo sito la circolazione superficiale è assicurata da un vicino vallone oltre che dalla sede stradale con le sue opere connesse. Infine per il terzo sito la circolazione è garantita dalla sede stradale e da un vallone posto più a valle dell’area che giunge fino alla spiaggia della Cala D’Arconte. La circolazione profonda avviene all’interno del substrato carbonatico per il primo ed il terzo sito mentre per il secondo sito non si hanno elementi di riscontro alla circolazione idrica. Per ciò che concerne il punto di vista lito-stratigrafico si rimanda alla relazione geologica. Le zone dove sono previsti gli interventi di progetto, come si può notare dalla documentazione fotografica riportata nelle tavole progettuali e da quella di seguito riportata, si trovano la prima al di fuori dai centri abitati, la seconda e la terza in zone ai limiti dei centri abitati.

Figura 2:Rappresentazione fotografica dello stato attuale e del contesto Paesaggistico da punti di normale accessibilità

AREA D’INTERVENTO 1 AREA D’INTERVENTO 1

AREA D’INTERVENTO 2 AREA D’INTERVENTO 2 7

Lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla SP 66 tra Camerota, Licusati e la SR ex SS 562– Interventi urgenti di protezione civile - Relazione paesaggistica

AREA D’INTERVENTO 3 AREA D’INTERVENTO 3

2.1.3 Classificazione sismica dell’area di intervento

A seguito della mappatura sismica adottata dalla Giunta Regionale della , con deliberazione n. 5447, nella seduta del 7 novembre 2002, il comune di Camerota è stato classificato, su scala macrosismica, in terza categoria sismica a bassa sismicità con un valore della massima accelerazione orizzontale di ancoraggio (accelerazione di picco prevedibile nel bed rock) dello spettro di risposta elastico, di cui alle “Norme tecniche per le costruzioni”, ag/g = 0,15 (con g = accelerazione di gravità).

2.3 ANALISI DEI LIVELLI DI TUTELA OPERANTI NEL CONTESTO PAESAGGISTICO E NELL’AREA

DI INTERVENTO

I livelli di tutela operanti nel contesto paesaggistico e nell’area di intervento considerata sono rilevabili dagli strumenti di pianificazione paesaggistica, urbanistica e territoriale vigenti. La zona oggetto dell’intervento è assoggettata alle seguenti norme:

• Piano Stralcio Autorità di Bacino Campania Sud;

• Vincolo paesaggistico D.Lgs.42 del 22/01/2004 e s.m.i;

• Vincolo idrogeologico - Comunità montana Bussento, Lambro e Mingardo;

• Piano Territoriale Regionale (P.T.R)

• Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP);

• Piano del Parco del Cilento;

• Strumento Urbanistico Comunale.

2.3. 1 Vincoli dell’Autorità di Bacino La Pianificazione di bacino, come definita dalla legge 18 maggio 1989 n. 183 recante Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo, ha tra le sue finalità quella di assicurare la difesa del suolo, delle acque e delle coste, assumendo come ambito territoriale di riferimento il “bacino idrografico”. Il Piano di bacino ha valore di piano territoriale di settore ed è lo strumento conoscitivo, 8

Lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla SP 66 tra Camerota, Licusati e la SR ex SS 562– Interventi urgenti di protezione civile - Relazione paesaggistica normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo e la corretta utilizzazione delle acque, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato (L. 183/1989, art. 17, comma 1). A seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs. 152/06, la legge 183/89 è stata abrogata (art. 64) e sono state soppresse le Autorità di bacino (art. 63 c. 3), con l'istituzione dei “distretti idrografici”.

Tutte le attività relative ai Piani di bacino vengono tuttora svolte, in regime di proroga, dalle Autorità di bacino. Il D.Lgs.152/06 e ss.mm. e ii., su richiamato, stabilisce all’art.67 che, nelle more dell'approvazione dei piani di bacino distrettuali, le Autorità di bacino adottano piani stralcio di distretto per l’assetto idrogeologico (PAI), contenenti l'individuazione delle aree a rischio idrogeologico, la perimetrazione delle aree da sottoporre a misure di salvaguardia e la determinazione delle misure medesime. Con riferimento alle tematiche di competenza della difesa del suolo, sono stati redatti i Piani Stralcio per l'Assetto Idrogeologico e i Piani Stralcio Erosione Costiera.

L’area oggetto dell’intervento ricade all’interno del distretto idrografico del fiume Sele ed è di competenza dell’Autorità di Bacino Sinistra Sele. Quest’ultima dal 15 maggio 2012, unitamente all’ Autorità di bacino regionale Destra Sele e all’Autorità interregionale del fiume Sele sono state accorpate nell’unica Autorità di Bacino regionale Campania Sud ed interregionale per il bacino idrografico del fiume Sele (DPGR n. 142 del 15/05/2012, in attuazione della L.R. 4/2011 art. 1 c.255).

I tre tratti di strada in esame sono classificati, sempre dalle cartografie del Piano Stralcio dell’Autorità di Bacino Regionale Campanaia Sud ed Interregionale Sele, per la pericolosità da frana, per il sito 1, come P4 molto elevata, mentre per quanto concerne il rischio frane è classificata come R4 molto elevato. Per il sito 2 la pericolosità da frana risulta essere P1 moderata ed il rischio frane R2 medio. Infine per il sito 3 la pericolosità da frana risulta essere Pa2 media ed il rischio frana non classificato.

2.3.2 Vincolo Idrogeologico

L’area è assoggettata al vincolo idrogeologico di cui alla L.R. 11 del 1996 art. 23 in ottemperanza al R.D. del 30.10.1923 n. 3267 tuttora in vigore, avente ad oggetto il "Riordinamento e riforma in materia di boschi e terreni montani" che sottopone a “vincolo per scopi idrogeologici i terreni di qualsiasi natura e destinazione che, per effetto di forme di utilizzazione contrastanti con le norme di cui agli artt. 7, 8 e 9 possono con danno pubblico subire denudazioni, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque". L’obiettivo del vincolo è quello di preservare l'ambiente fisico e quindi di garantire che tutti gli interventi che vanno ad interagire con il territorio non compromettano la stabilità dello stesso, né inneschino fenomeni erosivi con possibilità di danno pubblico, specialmente nelle aree collinari e montane. La presenza del vincolo idrogeologico non preclude interventi sul territorio, ma è necessario che l'opera sia integrata con il territorio, per preservarne l’integrità e la fruibilità nel rispetto dei valori paesaggistici dell’ambiente. Detto vincolo è di competenza della Comunità Montana Bussento, Lambro e Mingardo.

9

Lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla SP 66 tra Camerota, Licusati e la SR ex SS 562– Interventi urgenti di protezione civile - Relazione paesaggistica

2.3. 3 Piano Territoriale Regionale L’art. 3 della L.R. 13/2008 stabilisce che la Regione Campania in attuazione al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n.42, articolo 144 disciplina l’attività di pianificazione paesaggistica con il Piano Territoriale Regionale (P.T.R) mediante: “La carta dei paesaggi della Campania” e “Le linee guida per il paesaggio in Campania” che ne costituiscono parte integrante e contengono tutte le specifiche, gli indirizzi ed i criteri metodologici per la ricognizione, la salvaguardia, la gestione e valorizzazione del paesaggio. Inoltre i piani territoriali di coordinamento provinciali, attuativi della Convenzione europea del paesaggio, sono finalizzati alla valorizzazione paesaggistica dell’intero territorio regionale, redatti in coerenzan co il P.T.R. e concorrenti alla definizione del piano paesaggistico di cui all’art. 135 del D.Lgs 42/2004. In base allo “schema di articolazione dei paesaggi della Campania” contenuto nella “Carta dei paesaggi della Campania” il territorio regionale è suddiviso in 41 ambiti paesaggistici al fine di consentire l’identificazione dei caratteri salienti dei paesaggi campani che a livello regionale vengono distinti per grandi tipologie di risorse e di beni a cui in generale è opportuno che corrispondano politiche differenziate, articolabili in strategie e indirizzi. Tali tipologie, per semplificare la definizione delle strategie e degli indirizzi alla scala regionale, vengono organizzate: • per il territorio rurale e aperto sulla base di una classificazione dei sistemi di risorse naturalistiche e agroforestali che risultano dalle grandi caratterizzazioni geomorfologiche: montagna, collina, complesso vulcanico, pianura e fascia costiera; • per il territorio prevalentemente costruito, sulla base di categorie tipologiche di beni: il tessuto urbano, i beni extraurbani, la viabilità, i siti archeologici. L’area oggetto di intervento ricade nell’ambito paesaggistico n. 45 “Bulgheria”

Le “Linee guida per il paesaggio in Campania” definiscono le azioni strategiche previste per tale ambito paesaggistico in riferimento all’asse B “Difesa e recupero della diversità ambientale e paesistica” così come di seguito riportate: • B.1 Costruzione della rete ecologica e difesa della biodiversità

• B.2 Valorizzazione e sviluppo dei territori marginali

• B.3 Riqualificazione e salvaguardia dei contesti paesistici di eccellenza - la fascia costiera

• B.4.3 Valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio –Valorizzazione delle dei sistemi di beni archeologici e delle testimonianze della storia locale; • E.3 Attività per lo sviluppo turistico.

Il terzo quadro territoriale di riferiment o degli elaborati cartografici del P.T.R individua i Sistemi Territoriali di Sviluppo che identificano gli indirizzi dello sviluppo del territorio regionale in ragione delle risorse presenti. L’area di progetto ricade nel Sistema Territoriali di Sviluppo A5: “Lambro e Mingardo”

10

Lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla SP 66 tra Camerota, Licusati e la SR ex SS 562– Interventi urgenti di protezione civile - Relazione paesaggistica

PIANO TERRITORIALE REGIONALE (PTR)

A)Schema di articolazione dei Paesaggi della Campania

11

Lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla SP 66 tra Camerota, Licusati e la SR ex SS 562– Interventi urgenti di protezione civile - Relazione paesaggistica

B) 3° Quadro Territoriale di Riferimento: Sistemi Territoriali di Sviluppo

12

Lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla SP 66 tra Camerota, Licusati e la SR ex SS 562– Interventi urgenti di protezione civile - Relazione paesaggistica

2.3.4 Vincoli Ambientali e Paesaggistici Con riferimento al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (Dlgs. 42/2004 e s.m.i.), le aree oggetto di intervento ricadenti nel comune di Camerota sono vincolate ai sensi del Dlgs. 42/2004 e s.m.i. . In particolare:

 Il sito 1 ed in sito 2 sono vincolata ai sensi dell’art. 142 “Aree tutelate per legge”: lettera f : “i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi”;

 Il sito 3 è vincolato ai sensi dell’art. 136 “Immobili ed aree di notevole interesse pubblico” ed ai sensi dell’art. 142 “Aree tutelate per legge”: lettera a : i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare;

lettera f : “i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi”;

2.3.5 Vincolo del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano Le aree di cui trattasi non ricadono nel territorio del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano ma rientrano nelle aree contigue del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Per tali aree è vigente il Piano del Parco come definito dalla legge n. 394 del 1991 e dal DPR 05/06/1995. Il Piano ha natura di piano urbanistico sovraordinato rispetto ai piani urbanistici comunali. Esso prevede una zonizzazione e delle specifiche norme di attuazione da applicare per ogni area in cui è suddiviso il territorio. Le norme di attuazione del Piano sono state pubblicate sul BURC del 27/01/2010 n. 9. L’intervento, come si può appurare nella cartografia di seguito riportata, non rientrando nel territorio del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano non è classificabile in nessuna delle zone di riserva generale orientata né di protezione. Le aree rientrano nella perimetrazione delle aree contigue al Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. In particolare, . nella tavola tav. b2 – S-E: “Organizzazione del territorio”: l’interventi1 ricade in zona B1- riserva generale orientata l’interventi2 ricade in zona D - zone urbane o urbanizzabili e l’interventi3 ricade in zona D - zone urbane o urbanizzabili ed Aree di recupero ambientale e paesistico art. 17;

. nella tav. b3 – S-E: Vincoli e destinazioni specifiche: l’interventi1 rientra nell’area “Geositi di interese stratigrafico, paleambientale, paleobiologico, strutturale e geomorfologico art. 12”, l’interventi2 rientra nell’area “Emergenze floristiche, vegetazionali e faunistiche art. 12” e l’interventi3 si trova sul limite di un’area “Contesti dei centri storici e dei siti di interesse archeologico art. 15”.

. nella tav. b4 – S-E: Vincoli e destinazioni specifiche: l’interventi1 rientra nell’area “Regione mediterranea - Sistema carbonatico- Sottosistema Forre”, l’interventi2 rientra nell’area “Regione mediterranea - Sistema carbonatico- Sottosistema Collinare” l’interventi3 si trova sul limite di un’area “Regione mediterranea - Sistema clastico- Terrazzi costieri”

13

Lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla SP 66 tra Camerota, Licusati e la SR ex SS 562– Interventi urgenti di protezione civile - Relazione paesaggistica

Piano del Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano - Stralcio tav. b2: Organizzazione del territorio

INTERVENTO 1

INTERVENTO 2

INTERVENTO 3

Piano del Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano- Stralcio tav. b3: Vincoli e destinazioni specifiche 14

Lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla SP 66 tra Camerota, Licusati e la SR ex SS 562– Interventi urgenti di protezione civile - Relazione paesaggistica

INTERVENTO 1

INTERVENTO 2

INTERVENTO 3

Piano del Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano - Stralcio tav. b4 :Vincoli e destinazioni specifiche

15

Lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla SP 66 tra Camerota, Licusati e la SR ex SS 562– Interventi urgenti di protezione civile - Relazione paesaggistica

INTERVENTO 1

INTERVENTO 2

INTERVENTO 3

16

ELEMENTI PER LA VALUTAZIONE DI COMPATIBILITÀ

3.1 GRADO DI IMPATTO PAESISTICO DELL’INTERVENTO

La valutazione della compatibilità paesaggistica delle opere emerge dalla lettura degli strumenti urbanistici vigenti e dallo studio del contesto paesaggistico in cui l’intervento di progetto si inserisce nonché dall’analisi degli effetti conseguenti alla sua realizzazione.

Gli interventi di ripristino previsti non sono in contrasto con i vincoli presenti sul territorio, e l’opera è stata progettata in maniera da garantirne il miglior inserimento paesaggistico possibile, anche attraverso ottimizzazioni progettuali quali l’adozione di soluzioni architettoniche atte a conferirgli il massimo della qualità estetica.

Il sito non è caratterizzato da una sostanziale integrità sotto il profilo paesaggistico, essendo già presenti nelle aree infrastrutture viarie e abitazioni private. La realizzazione dell’intervento non preclude la vista di elementi e caratteri di sistemi naturali.

Come si evince dalla documentazione fotografica presente in questa relazione, gli interventi di messa in sicurezza della carreggiata sono stati progettati in modo di ridurre al minimo l’impatto delle opere prevedendo, dove possibile, la realizzazione di opere completamente interrate (intervento 1 e 3), che non inducono un impatto sull’assetto paesistico e nell’altro caso (intervento 2), dove è previsto il muro in c.a., il rivestimento in pietrame.

3.2 PREVISIONE DEGLI EFFETTI

Dal punto di vista visivo gli interventi non altera la percezione del paesaggio “da lontano”, essendo la paratia (intervento 1) e la gabbionata (intervento 3) interrate ed il muro in c.a. (intervento 2) rivestito in pietrame, e crea una minima intrusione visiva del paesaggio “da vicino”. La soluzione va quindi ad integrarsi come tipologia e materiali a quelle esistenti, e l’impatto visivo valutato sul paesaggio risulta in tal modo trascurabile.

Nessuno degli interventi previsti comporterà la modifica degli habitat.

Per ciò che concerne gli effetti transitori si osserva che anche se le fasi di realizzazione dell'opera potranno comportare alcune interferenze, atteso il carattere di provvisorietà da cui sono affette, tali elementi possono ritenersi poco rilevanti e, comunque, i loro effetti si esauriranno con l'ultimazione dell'opera. Impatti attesi come la presenza di polveri, intralcio della viabilità, un incremento temporaneo della rumorosità ambientale, il disturbo delle normali condizioni di vita di specie animali, sono state valutati ed analizzati.

Dal raffronto tra lo stato dei luoghi ante e post operam effettuato alla luce degli obiettivi di tutela si può dedurre che l’intervento proposto è compatibile con il contesto paesaggistico in cui ricade. La sua realizzazione non avrà effetti impattanti significativi sul contesto paesaggistico dell’area e l’intervento risulta conforme agli strumenti di pianificazione urbanistica vigenti. Lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla SP 66 tra Camerota, Licusati e la SR ex SS 562– Interventi urgenti di protezione civile - Relazione paesaggistica

3.3 OPERE DI MITIGAZIONE E MISURE DI COMPENSAZIONE PROPOSTE

Le scelte progettuali adottate sono state volte anche alla mitigazione dell’impatto prevedendo, dove possibile di ripristinare le condizioni preesistenti. Interrando la paratia e la gabbionata da realizzare e prevedendo il rivestimento in pietrame del muro in c.a., la progettazione è stata attenta ad utilizzare, soluzioni compatibili, per tipologia e materiale, a quelle già esistenti sul tracciato stradale, cosi che l’intervento si configuri quale integrazione dell’esistente.

Le fasi di lavorazione saranno programmate in modo da ridurre al minimo gli impatti e non comporteranno un rischio per la conservazione dell’avifauna.

18

Lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla SP 66 tra Camerota, Licusati e la SR ex SS 562– Interventi urgenti di protezione civile - Relazione paesaggistica

Foto-inserimento:

Intervento 1 – stato di fatto

Intervento 1 – stato di progetto

19

Lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla SP 66 tra Camerota, Licusati e la SR ex SS 562– Interventi urgenti di protezione civile - Relazione paesaggistica

Intervento 2 – stato di fatto

Intervento 2 – stato di progetto

20

Lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla SP 66 tra Camerota, Licusati e la SR ex SS 562– Interventi urgenti di protezione civile - Relazione paesaggistica

Intervento 3 – stato di fatto

Intervento 3 – stato di progetto

21