Veltroni:Sinistrariformistaeradicale
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Il secondo congresso dei ds NALE - 2 - 19/11/01 2 oggi lunedì 19 novembre 2001 «Oggi si chiude un passaggio importante della storia, non vorrei che fosse segnato da divisioni. Non lo fate...non lo fate» Fassino saluta i nostri soldati «Tutto il Paese è con voi» DALL'INVIATO Marcella Ciarnelli PESARO Richiesto da Piero Fassino nella sua replica con- clusiva, il congresso dei Ds invia da Pesaro il suo saluto ai PESARO Ha un cuore Giuliano Ama- militari italiani in partenza per il Golfo Persico nell'Oceano to. Lo ha gettato oltre l'ostacolo par- Indiano, per impegnarsi nelle operazioni militari all'inter- lando al congresso Ds quando ha no dell'Alleanza internazionale contro il terrorismo. iniziato il suo intervento confessan- «Vogliamo far sentire - dice Fassino mentre la platea do di essere «un po’ emozionato» e applaude - ai nostri marinai e ai nostri soldati che hanno il smentendo, così, di essere solo «il consenso di tutta l'Italia, affinchè operino perchè in quei dottor Sottile tutto testa e poco cuo- territori si possa tornare al più presto alla pace, alla giusti- re». Lo ha fatto a costo «di deludere zia, al rispetto dei diritti delle persone». qualcuno» ma con la consapevolez- Il rapporto fra sinistra italiana e la guerra è al centro di za del consumato politico che parla- tutta la prima parte della replica conclusiva di Fassino. re al cuore oltre che alla mente dell' «Le riflessioni di questi giorni - sottolinea il nuovo segreta- affollata platea che ha di fronte è rio della Quercia - hanno dimostrato che siamo tutti consa- essenziale per cominciare «finalmen- pevoli di che cosa è accaduto l'11 settembre e della te» un lungo cammino insieme «poi- necessità di un salto di qualità nella lotta al terrorismo, ché non hanno più senso le divisioni poichè è stato il terrorismo a farne uno oltre ogni limite. di una volta». Un dialogo non più »Noi non ci dividiamo sulla legittimità dell'uso della forza. tra ex, comunisti o socialisti che sia- Siamo tutti impegnati per un mondo di pace: non c'è no, ma tra persone che non debbo- divisione fra chi è a favore o chi è contro alla guerra. Ma è no dimenticare «di essersele date di proprio per far tornare la parola alla politica che il terrori- santa ragione» nel passato «ma an- smo va sconfitto anche con l'uso della forza». Ma, conclu- che di essere figli dello stesso sangue. de, «non voglio che ci siano dubbi neanche su questo: io Siamo nati tutti da quel partito fon- sono un uomo di pace». dato nel 1982. Non lo volete conside- Piero Fassino, si congratula con Giuliano Amato dopo l’intervento al congresso di Pesaro dell’ex primo Ministro ; In basso Walter Veltroni durante il suo discorso Medichini/Ap rare padre, consideratelo nonno. Ma quando si arriva ai nipoti il sangue è lo stesso». Scatta l'applauso. Uno dei tanti, calorosi, che punteggeranno l'intero intervento del vicepresidente del so- cialismo europeo, l'unico delegato insieme dai socialisti italiani e dai democratici di sinistra, che gioca un Amato: siamo figli dello stesso sangue po’ come il gatto con il topo, asse- condando gli umori dei delegati e di quanti affollano le tribune, ferman- «Ricuciamo insieme le divisioni. Pronto ad innaffiare la Rosa, con la Margherita sarà pilastro dell’Ulivo» dosi al punto giusto, insistendo su alcuni concetti. Ed alla fine l'applau- so più forte e convinto viene rivolto propone all'assise dei Ds. Del rifor- La stessa chiave per l'assetto colo dell'universo femminile, con- gue comune che, tiene a ribadire l'ex avere come segretario «un socialde- problema di andare a Genova o da al compagno di una nuova avventu- mismo ricorda che «ha reso possibi- odierno del mondo del lavoro. Que- dannato spesso a non guardare oltre premier, rischia proprio per questo mocratico estremista che si preoccu- qualche altra parte». Mano tesa, dun- ra che ha affermato con convinzione le le società democratiche e il benes- sta volta il ricorso è al cinema, al le mura di casa «è riuscire a fare tutte di indebolirsi. Sarebbe «un errore pa solo della distribuzione delle ric- que, ai giovani che contestano la glo- «oggi finalmente siamo tutti riformi- sere del Ventesimo secolo, e questa bellissimo film di De Sica, «Ladri di e due le cose». Da qui discende l'im- medico» continuare a farlo ma non chezze e non pensa minimamente a balizzazione, ricordandogli, però sti». Che, non rinunciando nemme- non è cosa da poco. Se non ci fossero biciclette». «Al protagonista avevano portanza del sindacato, soggetto «im- sarà lui, aggiunge, alludendo a quale come si possano produrre» e che pas- che quello è un fenomeno da gover- no per un attimo alla sua vena ironi- state le imprese e il mercato non dato la bicicletta e poi gliela rubano. prescindibile» che deve lavorare te- ruolo lui prefigura per sé nella strut- sa con troppa disinvoltura dalla piaz- nare in modo sovranazionale non da ca, ha ricordato che «un tempo rifor- avremmo avuto lo sviluppo che ab- Aveva perso ciò che ha noi pareva l' nendo presente «nuove esigenze e tura di un nuovo partito «la robusta za al salotto mediatico di Bruno Ve- cancellare. Il bisogno di riscatto dei mista ero solo io. Voi vi chiamavate biamo avuto ma, al tempo stesso, essenza del lavoro, la stabilità. Non nuovi bisogni», un asse che tenga contadina che venne data a Lorenzo spa. paesi poveri è già stato espresso in riformatori perché l'altra parola non quel programma non lo avremmo avendo più la bicicletta non aveva insieme « individualità e azione col- de Medici per rinsanguare la dina- Ma non dimentica Giuliano un concetto di Carlo Marx che, il vi piaceva. Fa piacere, adesso, sentir- avuto se le riforme non avessero tem- più il suo lavoro. Ma oggi la biciclet- lettiva», che sappia rappresentare tut- stia. Ma è una cosa da fare. L'Italia è Amato, i giovani. Quelli che manife- leader socialista ripete: «Senza la co- vi l itigare su cos'è riformista». E perato, condizionato il capitalismo». ta te la danno per un giorno e ti devi ti e «trovare l'istituto dei nuovi biso- piena di robuste contadin e pronte stano, appunto, e che lui definisce scienza di sé i diritti non crescono». commenta: «Questo è un buon pas- In una sorta di parabola della monta- adeguare, ogni giorno devi trovarne gni». a portare sangue nuovo nel partito «una benedizione del Signore». «È È di questo che c'è bisogno, non di so in avanti» in un mondo, ricorda gna, un professorale Amato spiega il una, aspettando che poi ti chiedano L'operazione di unità non facile. della sinistra». Lui è, invece, pronto bello - aggiunge - che si siano accorti cancellare i problemi. «in cui Putin potrebbe entrare nella concetto con un esempio colorito: il motorino e poi la moto per non Ma affascinante. Confessa lo stesso ad «annaffiare quella rosa che sta lì - della povertà del mondo e che con Non c'è tempo da perdere, a giu- Nato e noi stiamo ancora a discutere «La talpa meccanica scava una galle- finire sulla strada. E poi ci sono le Giuliano Amato di sentirsi un po’ dice indicando il simbolo alle sue semplicismo estremista manifestino dizio di Giuliano Amato che insiste se Boselli e Veltroni possono stare ria e permette di bucare fino all'altra donne cui non viene data né la bici come l'uomo sui trampoli di Proust, spalle - perché cresca e diventi, insie- la loro protesta ». Ma la politica ha molto sul tasto dell'unità e della stra- nello stesso partito. Ma compagni, parte ma se non ci fosse chi si occu- né la moto». Una potenzialità enor- nella ricerca di una nuova identità me alla Margherita uno dei due gran- altre responsabilità, quella di dare ri- da comune da intraprendere lascian- rendetevi conto...rendetevi conto». pa della coesione della montagna, la me che non viene sfruttata «in un comune «alla chiusura di una storia di pilastri di un'alleanza che dovrà sposte. «E se non l'abbiamo fatto è dosi alle spalle le divisioni anacroni- È il discorso delle parabole e dei talpa la distruggerebbe» senza arriva- Paese in cui se si è donna o si ha molto lunga, nel momento in cui se riconquistare l'Italia, cioè, l'Ulivo». perché abbiamo perso le radici della stiche la cui analisi va affidata alla richiami quello che Giuliano Amato re alla fine del l'impresa. famiglia o si lavora» mentre il mira- ne apre un'altra». Una storia di san- Una sinistra unita, dunque. Con società» altrimenti «non nasceva il storia . «Le riforme quotidiane sono il più grande partito che la rappresen- importanti ma in certi momenti bi- ta coeso. «Oggi si chiude un passag- sogna scegliere. Il tempo di scegliere I giovani sono gio e se ne apre un altro - insiste Mi sento come è venuto» dice, ricordando le parole Amato- ma non vorrei che si aprisse- dette da Pietro Nenni ad Eugenio una benedizione ro nuove divisioni. Non lo fate...non l’uomo sui trampoli Scalfari in un'intervista rilasciata in ‘‘ del Signore. Ma ‘‘ lo fate» ammonisce, pur prendendo di Proust alla occasione dell'ottantacinquesimo le distanze da una parte della sini- compleanno. «Il tempo di scegliere è la globalizzazione va stra, quella di Fausto Bertinotti che ricerca di una venuto di nuovo. Non vorrei che ci governata, non «non vorrei come segretario del mio nuova identità trovassimo a 85 anni chiamandoci partito anche se non c'è ragione di ancora ex socialisti ed ex comunisti.