GEOLOGICA TOSCANA 1 Studio Associato

Dott. Paolo Castellani Dott. Stefano Nastasi Dott. Damiano Guarguaglini Dott. Annalisa Fontanelli Dott. Andrea Castellani

COMUNE DI PALAZZAGO Via Maggiore, n.17 – 24030 Palazzago (Bg)

PIANO URBANO GENERALE DEI SERVIZI NEL SOTTOSUOLO ai sensi del Regolamento Regionale n. 6 del 15/02/2010 e successivo D.d.g. 10 aprile 2014 - n. 3095 “Modifiche all’allegato 2 del Regolamento Regionale 15 febbraio 2010, n. 6”

Relazione tecnica

Bagnatica, settembre 2014

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Sommario

§ 1) FUNZIONE E TERMINI PER LA REDAZIONE DEL PUGSS - 4 -

§ 2) DOCUMENTI DI RIFERIMENTO NELLA REDAZIONE DEL PUGSS - 5 - 2.1 Riferimenti normativi - 6 -

§ 3) FASI REDAZIONALI . - 7 - 3.1 Analisi metodologica - 8 -

§ 4) ELEMENTI COSTITUTIVI DEL PUGSS E RELATIVI CONTENUTI - 11 - 4.1 Rapporto territoriale - 11 - 4.1.1 Sistema geoterritoriale - 11 - 4.1.2 Inquadramento geologico e geomorfologico - 12 - 4.1.3 Inquadramento idrografico e idrogeologico - 21 - 4.1.4 Sistema urbanistico - 24 - 4.1.5 Il sistema dei vincoli - 27 - 4.1.6 Il sistema dei trasporti. - 30 - 4.1.6.1 Classificazione stradale - 31 - 4.1.6.2 Parcheggi - 32 - 4.1.6.3 Marciapiedi - 34 - 4.1.6.4 Circolazione veicolare e dei flussi di traffico dominanti - 35 - 4.1.7 Sistema dei servizi a rete - 35 - 4.1.7.1 Rete di acquedotto - 37 - 4.1.7.2 Rete di fognatura - 38 - 4.1.7.3 Rete di trasporto e distribuzione elettrica - 40 - 4.1.7.4 Rete elettrica per l’illuminazione pubblica - 41 - 4.1.7.5 Rete trasporto e distribuzione per le telecomunicazioni - 41 - 4.1.7.6 Rete per la distribuzione del gas - 43 - 4.2 Analisi delle criticità - 45 - 4.2.1 Analisi del sistema urbano - 45 - 4.2.2 Censimento cantieri stradali - 48 – 4.2.3 Vulnerabilità delle strade - 49 - 4.3 Piano degli interventi - 52 - 4.3.1 Scenario di infrastrutturazione - 52 - 4.3.2 Criteri di intervento - 54 - 4.3.3 Soluzioni per il completamento della ricognizione - 56 - 4.3.4 Crono programma degli interventi e sostenibilità economica del piano - 57 - 4.3.5 Procedure di monitoraggio - 58 -

§ 5) INDICAZIONI PER LA COSTITUZIONE DELL’UFFICIO DEL SOTTOSUOLO - 59 - 5.1 Specifiche tecniche per la mappatura delle reti tecnologiche - 60 -

§ 6) CONCLUSIONI - 61 -

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TAVOLE

Tavola 1 (A - B) – Rete acquedottistica (scala 1:5.000);

Tavola 2 (A - B) – Rete di smaltimento acque (scala 1:5.000);

Tavola 3 (A - B) – Rete di trasporto e distribuzione elettricità (scala 1:5.000);

Tavola 4 (A - B) – Rete elettrica per l’illuminazione pubblica (scala 1:5.000);

Tavola 5 (A - B) – Rete di trasporto e distribuzione per le telecomunicazioni (scala 1:5.000);

Tavola 6 (A - B) – Rete di trasporto e distribuzione del gas (scala 1:5.000).

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§ 1) FUNZIONE E TERMINI PER LA REDAZIONE DEL PUGSS

Il Piano Urbano Generale dei Servizi nel Sottosuolo (PUGSS) è istituito dalla direttiva del 3/03/1999 “Razionale sistemazione nel sottosuolo degli impianti tecnologici” e dalla legge regionale n. 26 del 12/12/2003 “Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche” attuata dal Regolamento Regionale n. 6/2010. Quest’ultimo regolamento ha sostituito il precedente Regolamento n. 3/2005. Inoltre abbiamo adeguato in corso d’opera l’attuale elaborato sulla base del “D.d.g. 10 aprile 2014 - n. 3095 Modifiche all’allegato 2 del Regolamento Regionale 15 febbraio 2010, n. 6 recante «Criteri guida per la redazione dei piani urbani generali dei servizi nel sottosuolo (PUGSS) e criteri per la mappatura e la georeferenziazione delle infrastrutture (ai sensi della l.r. 12 dicembre 2003, n. 26, art. 37, comma 1, lett. a e d, art. 38 e art. 55, comma 18)», ai sensi del comma 3 bis dell’art. 42 della l.r. 7/2012 «Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione» In base a queste direttive, i Comuni sono obbligati non solo a conoscere nel dettaglio le reti dei servizi allocate nel proprio territorio, ma soprattutto ad attuare una gestione ed un controllo integrati delle attività che riguardano il sottosuolo nel suo complesso; il PUGSS, appunto, costituisce lo strumento di gestione del sottosuolo urbano. Ciò deriva dalla necessità sempre più pressante di una gestione integrata del sistema nel suo complesso e di una profonda azione di rinnovamento, sia relativamente alle infrastrutture, che riguardo alle scelte più strettamente tecnologiche. Tale approccio comporta necessariamente un rilevante impegno, sia economico che logistico, che l’amministrazione comunale, unitamente alle aziende che gestiscono i diversi servizi, dovrà sostenere per raggiungere gli standard previsti. I gestori sono infatti obbligati a contribuire fattivamente all’azione di conoscenza e di miglioramento dei sistemi a rete. Infatti accade spesso che a causa della ridotta conoscenza della collocazione topografica e della geometria delle reti dei servizi presenti nel sottosuolo, si verifichino fenomeni di interferenza fra le varie infrastrutture interrate, generando uno stato di inefficienza nell’uso del sottosuolo.

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Il raggiungimento degli obiettivi che sono alla base del PUGSS necessita di uno sforzo continuo di tutti gli attori coinvolti nella gestione del territorio finalizzato al miglioramento del sistema di infrastrutturazione e gestione dei sottoservizi, limitando il più possibile le manomissioni delle sedi stradali e, contemporaneamente, implementando l’utilizzo di tecnologie innovative che offrano servizi di qualità, ridotti impatti ambientali e contenuti costi economici. L’attività di cantiere, a tal proposito, va pianificata e limitata ai casi realmente indispensabili, valutando in alternativa differenti forme di intervento che riducano il più possibile i disagi alla popolazione. Inoltre il PUGSS quale strumento per l’analisi integrata del sistema territoriale con le infrastrutture di rete e i relativi servizi, deve essere congruente con le previsioni contenute negli strumenti urbanistici generali e deve rappresentare un elemento propulsivo per l’applicazione di tecnologie innovative e non invasive. A tal proposito il recente D.d.g. n. 6630 del 19 luglio 2011 “Indirizzi per l’uso e la manomissione del sottosuolo” mette a disposizione, delle amministrazioni pubbliche e degli operatori, una serie di linee guida e documenti tipo per favorire uno sfruttamento e una gestione ottimale del sottosuolo.

§ 2) DOCUMENTI DI RIFERIMENTO NELLA REDAZIONE DEL PUGSS Per la redazione del PUGSS si è seguito lo schema strategico indicato nelle linee guida regionali (Regolamento Regionale n. 06/2010 e successive integrazioni). A tal proposito il presente elaborato contempla una fase conoscitiva, una fase di analisi e una fase pianificatoria. La prima fase è contenuta all’interno del Rapporto Territoriale, la seconda all’interno delle Analisi delle Criticità, mentre la terza fase costituisce il Piano degli Interventi. Il Rapporto Territoriale rappresenta la fase di analisi della realtà urbana strutturata ed infrastrutturata e del contesto territoriale nel suo complesso. La sua finalità è di predisporre un rapporto che sia in grado di fornire un quadro completo dello stato di fatto e degli elementi conoscitivi del soprassuolo e del sottosuolo. A tal proposito si ricorda che molti elementi nel seguito trattati sono oggetto di analisi e di approfondimento anche negli elaborati conoscitivi del Piano di Governo del Territorio.

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L’Analisi delle Criticità si basa sugli elementi conoscitivi contenuti nel Rapporto Territoriale e persegue la finalità di individuare le problematiche e gli aspetti di criticità predominanti. In particolare, prende in esame i fattori di attenzione del sistema urbano consolidato e di quello in evoluzione, analizzando le statistiche riguardanti i cantieri stradali, la sensibilità del sistema viario nel contesto della mobilità urbana, il livello e la qualità delle infrastrutture esistenti e gli elementi di criticità dell’area di indagine, ivi comprese le eventuali criticità riscontrate nella fase di ricognizione delle infrastrutture esistenti. Il Piano degli Interventi, infine, pone l’attenzione sulle scelte di pianificazione predisposte definendo gli scenari di infrastrutturazione, le strategie di utilizzo del sottosuolo, i criteri di intervento per la realizzazione delle infrastrutture e le tecniche di posa delle diverse reti interrate. In ultimo, analizza le soluzioni da adottarsi per provvedere al completamento e al miglioramento dell’attività di ricognizione delle infrastrutture attualmente esistenti

2.1) Riferimenti normativi Per la redazione del Piano Urbano Generale dei Servizi nel Sottosuolo si è fatto riferimento al quadro legislativo vigente in materia di gestione delle reti tecnologiche del sottosuolo. Nel seguito sono riportati i principali riferimenti legislativi nazionali e regionali.

Normativa nazionale * D.M. 24/11/84: Norme di sicurezza antincendio per il trasporto, la distribuzione, l'accumulo e l’utilizzazione del gas naturale con densità non superiore a 0,8 e s.m.i.; * D.M. 12/12/1985: Norme tecniche relative alle tubazioni; * D.Lgs. n. 285 del 30/04/1992: Nuovo Codice della Strada; * D.P.R. n. 503 del 24/07/1996: Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici; * D.P.R. n. 318 del 19/09/97: Regolamento per l’attuazione delle direttive comunitarie nel settore delle telecomunicazioni; * D.P.C.M. del 03/03/1999: Razionale sistemazione nel sottosuolo degli impianti tecnologici (Direttiva Micheli).

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Normativa Regionale * L.R. n. 1 del 15/01/2001: Disciplina dei mutamenti di destinazione d’uso di immobili e norme per la dotazione di aree per attrezzature pubbliche e di uso pubblico; * L.R. n. 26 del 12/12/2003: Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche; * L.R. n. 12 del 11/03/05: Legge per il Governo del Territorio; * D.G.R. n. 8/5900 del 21/11/2007: Determinazioni in merito alle specifiche tecniche per il rilievo e la mappatura georeferenziata delle reti tecnologiche; * R.R. n. 6 del 15/02/2010: Criteri guida per la redazione dei piani urbani generali dei servizi nel sottosuolo (PUGSS) e criteri per la mappatura e la georeferenziazione delle infrastrutture (ai sensi della L. R. 12 dicembre 2003, n.26, comma 1, lett. a e d, art. 38 e art 55, comma 18); * D.d.g. n. 6630 del 19 luglio 2011: Indirizzi per l’uso e la manomissione del sottosuolo; * D.d.g. 10 aprile 2014 - n. 3095 Modifiche all’allegato 2 del Regolamento Regionale 15 febbraio 2010, n. 6 r.

§ 3) FASI REDAZIONALI Il Piano Urbano Generale dei Servizi nel Sottosuolo, quale strumento di gestione del territorio, ha come obiettivo principale l’organizzazione e la gestione del sottosuolo stradale e dei servizi presenti nel territorio. Esso disciplina le modalità di realizzazione delle opere ordinarie e straordinarie e coordina gli interventi nel sottosuolo stradale, ponendosi l’obiettivo di definire le modalità di gestione dei servizi presenti. Con tali finalità si è proceduto alla redazione del PUGSS a partire dal quadro urbano ed dalla ricognizione dei sottoservizi presenti nel territorio comunale, allo scopo di riordinare i diversi sistemi delle reti, in rapporto alle trasformazioni ed alle nuove realizzazioni locali e sovra - comunali. Le linee di indirizzo presenti nel PUGSS sono state predisposte attraverso un’iniziale fase conoscitiva, una successiva analisi delle criticità riscontrate e infine attraverso un’attività di pianificazione e programmazione dei diversi interventi.

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L’analisi conoscitiva ha preso le mosse dalla valutazione del sistema territoriale ed urbanistico, dal sistema della rete delle strade e dal sistema dei servizi a rete, consentendo così, in una fase successiva, di individuare i fattori di attenzione e di maggiore criticità presenti nel territorio di Palazzago. L’Amministrazione Comunale, nello specifico, dovrà operare su diversi livelli al fine di:

* realizzare un quadro conoscitivo delle reti presenti nel territorio comunale secondo gli standard fissati dalla Regione Lombardia. Tale analisi dovrà riportare informazioni sulle caratteristiche tecniche, sulla giacitura delle reti, sulla tipologia dei servizi forniti, etc.;

* dotare progressivamente il territorio comunale di un sistema di infrastrutture in grado di collocare in modo ordinato i servizi allocati nel sottosuolo, garantendo un agevole accesso per la gestione e la manutenzione dei vari sottosistemi. In tal modo sarà possibile offrire un servizio efficiente riducendo, al tempo stesso, i disservizi alla popolazione nonché ottenere economie di scala;

* ridurre ai casi realmente necessari il numero dei cantieri aperti per interventi sulle reti con conseguente smantellamento e ripristino dei manti stradali. In tal modo sarà possibile ridurre la congestione del traffico veicolare, limitando parimenti i costi sociali ed economici connessi;

* promuovere il più possibile modalità di posa delle reti che favoriscano le tecniche senza scavo (No - Dig) e gli usi plurimi di allocazione dei sistemi.

Le tavole allegate al presente piano riportano la collocazione, l’estensione e la composizione delle principali reti tecnologiche presenti nel sottosuolo del di Palazzago. Tali tavole sono state realizzate sfruttando la stessa base topografica, fornita dall’Ufficio Tecnico comunale, usata per la stesura del P.G.T..

3.1) Analisi metodologica Il PUGSS costituisce lo strumento di pianificazione e gestione del sottosuolo in relazione agli indirizzi previsti dal Piano di Governo del Territorio (PGT) e rappresenta una parte integrante del Piano dei Servizi (Legge Regionale n. 12 del 11/03/05).

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Il presente studio è stato impostato seguendo le linee guida regionali dettate dal R.R. n. 6 del 15/02/2010 e i successivi aggiornamenti previsti dal D.d.g. 10 aprile 2014 - n. 3095 Modifiche all’allegato 2 del Regolamento Regionale 15 febbraio 2010, n. 6 r.

La fase propedeutica iniziale ha preso le mosse dalla ricognizione dei fattori strutturali costituenti il territorio comunale di Palazzago. La conseguente elaborazione di questi elementi ha consentito di evidenziare il quadro territoriale, il grado di infrastrutturazione e gli interventi effettuati nel sottosuolo, al fine di tracciare gli scenari di sviluppo dell’infrastrutturazione sotterranea. Tale ricognizione necessita di essere ulteriormente implementata al fine di estendere, nel tempo, le attuali conoscenze, anche tramite la predisposizione di specifiche campagne di monitoraggio. La finalità è di fornire una visione dello stato di fatto del territorio comunale, una valutazione dei fabbisogni del Comune in termini di offerta di servizi e del relativo soddisfacimento e, attraverso l’analisi delle previsioni di sviluppo urbanistico, una valutazione delle necessità di infrastrutturazione future. Il PUGSS inoltre ipotizza una strategia di riqualificazione dei servizi a rete, principalmente in funzione delle strade reputate con maggiore esigenza di adeguamento. Esso infatti chiarisce la localizzazione delle strutture al di sotto della rete stradale sulla base della caratterizzazione territoriale e dell’individuazione dei sottoservizi, combinando le fasi conoscitive precedentemente citate. La scelta di tali linee guida previsionali deriva da un lato dall’analisi dei fattori descrittivi della realtà territoriale e dall’altro dalla ricognizione dei parametri relativi ai diversi sistemi a rete. Il PUGSS è stato redatto prendendo le mosse dal presupposto che le linee di intervento a livello comunale porteranno ad una trasformazione del sistema infrastrutturale dei sottoservizi presenti nel territorio volta ad assicurare una migliore funzionalità dei servizi ed, in particolar modo, un miglioramento della qualità della vita urbana, grazie alla diminuzione del numero di interventi di manutenzione sulle reti esistenti. A tal fine, un ruolo fondamentale deve essere svolto dai gestori dei vari servizi il cui contributo è previsto dalla normativa vigente.

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A tal proposito la Direttiva Micheli stabilisce il principio dell’intervento coordinato per la realizzazione di nuovi impianti e l’attuazione delle opere di manutenzione per quelli esistenti, con le seguenti finalità:

* ridurre gli interventi di manutenzione sulla sede stradale e conseguentemente i connessi costi sociali;

* facilitare il più possibile l’accesso alle reti per i necessari interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria;

* introdurre sistemi di controllo automatico della funzionalità delle reti.

Le reti tecnologiche oggetto di analisi nel presente documento sono riportate, insieme agli Enti Gestori dei servizi, nell’elenco sottostante:

• Rete di acquedotto Hidrogest S.p.A. comprende nel suo complesso le opere di prelievo e la rete di distribuzione all’utenza comunale;

• Rete fognaria Hidrogest S.p.A. comprende la rete di raccolta delle acque meteoriche e reflue urbane dall’utenza;

• Rete di trasporto e distribuzione elettrica Enel S.p.A. comprende le reti di distribuzione elettrica;

• Rete di illuminazione pubblica Elettrobonatese S.r.l. considera il sistema di fornitura dell’illuminazione nelle strade urbane;

• Rete di trasporto e di distribuzione per le telecomunicazioni e cablaggio Telecom S.p.A. comprende le reti della telefonia;

• Rete di distribuzione del gas Condotte Nord S.p.A. considera il sistema di fornitura del metano con l’indicazione della rete a media pressione e a bassa pressione.

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§ 4) ELEMENTI COSTITUTIVI DEL PUGSS E RELATIVI CONTENUTI

4.1) Rapporto territoriale Il rapporto territoriale, in base a quanto previsto dal Regolamento Regionale n. 6 del 2010 analizza i seguenti aspetti, di seguito analizzati: • il sistema geoterritoriale; • il sistema urbanistico; • il sistema dei vincoli; • il sistema dei trasporti; • il sistema dei servizi a rete.

4.1.1 Sistema geoterritoriale Il territorio del Comune di Palazzago è ubicato nell'Almennese, in un’area a margine della pianura, circa 10 Km a ovest – nord - ovest di , all'imbocco della Valle San Martino in direzione Nord - Ovest; il suo territorio è morfologicamente vario. Si estende per 13,98 Km² di superficie (secondo i dati ufficiali) ed è situato fra la cresta del Monte Linzone (gruppo dell'Albenza) e il corso del Torrente Dordo; ha un'altezza media dal livello del mare di 407 metri ed una notevole escursione altimetrica, a partire da 270 fino a 1.400 metri s.l.m.. È attraversato dal corso del torrente Borgogna. Confina con i comuni di: a nord, e a est, e a sud, e a ovest. Il paese si caratterizza per i numerosi nuclei abitati che punteggiano il suo vasto territorio: oltre al capoluogo, si trovano le contrade di Precornelli, Ca' Quarengo, Prato Marone, Acqua, Burligo, Alborghetto, Grumello, Collepedrino, Brocchione, Salvano e Montebello. Più spostati dal capoluogo si trovano le frazioni di Beita, Secchia, San Sosimo, Pelosello, Brughiera, Belvedere e Gromlongo. Il comune di Palazzago è attraversato, nella parte meridionale, dalla S.S. 342, nota come "Briantea", che collega la città di Bergamo con la città di Lecco; mentre in senso longitudinale dalla S.P. 176, che collega il capoluogo comunale con Barzana in direzione sud e con a nord. I collegamenti secondari sono a servizio dei vari quartieri.

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L’area in esame è compresa nelle sezioni B5e1, C5a1 e C5a2 della Carta Tecnica Regionale della Regione Lombardia in scala 1:10.000. L'area presenta caratteristiche fisioclimatiche di tipo collinare, contraddistinte da un clima di tipo "prealpino" di transizione tra il clima temperato continentale della Pianura Padana e il clima alpino; quest’ultimo è caratterizzato da precipitazioni elevate e umidità atmosferica in estate. Per la caratterizzazione meteo climatica del territorio di Palazzago sono stati utilizzati i dati pluviometrici e termometrici rilevati nelle stazioni meccaniche di alcuni comuni confinanti come Pontida e . La precipitazione media annuale registrata nell’area, relativamente al periodo 2000 - 2012, è di circa 900 mm; le medie mensili delle precipitazioni hanno una distribuzione simile a quella dei regimi sublitoranei alpini ed appenninici, caratterizzata da due massimi e da due minimi annuali. Le precipitazioni più abbondanti cadono infatti nei mesi primaverili ed autunnali mentre quelle minime si verificano in inverno. La temperatura media registrata nelle stazioni di Pontida e di Almenno San Salvatore è compresa tra i 13 °C (Almenno San Salvatore) ed i 12,5 °C (Pontida) con minimi e massimi giornalieri assoluti rispettivamente di - 11 °C e di 36 °C ad Almenno San Salvatore e di - 8 °C e 35 °C a Pontida.

4.1.2 Inquadramento geologico e geomorfologico Gli elementi geologici, geomorfologici e idrogeologici dell’area oggetto di studio sono stati desunti dalla “Componente geologica, idrogeologica e sismica del P.G.T.” del Comune di Palazzago redatto dallo Studio EuroGeo di Bergamo (1998 – aggiornamento 2011). Il territorio di Palazzago è situato al limite meridionale della provincia tettonica delle Prealpi Orobiche. Queste sono suddivise in tre settori, estesi in senso est-ovest, con diverse caratteristiche strutturali.

1. Anticlinale orobica: ubicata nel settore settentrionale della provincia di Bergamo. Rappresenta una vasta culminazione del basamento cristallino da cui si è staccata la copertura sedimentaria permo - triassica.

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2. Parautoctono e unità alloctone: ubicato nel settore centrale delle Prealpi Orobiche dove costituisce l'unità strutturale fondamentale. Tale unità è caratterizzata da uno stile strutturale a faglie e sovrascorrimenti che localmente provocano una duplicatura o triplicatura della sequenza carbonatica triassica.

3. Settore a pieghe e pieghe - faglie: ubicato nel settore meridionale delle Prealpi Orobiche fino al margine della pianura. Esso è caratterizzato da uno stile a pieghe e a pieghe - faglie, con assi prevalenti est - ovest.

Nell'ambito del terzo settore si individua l'unità tettonica denominata Flessura Pedemontana; quest’unità è rappresentata da una cintura di pieghe sovrascorse e faglie, con immersione regionale N 100 - 120, che interessano le formazioni dal Retico al Cretacico superiore; l'unità si estende verso ovest dove è interrotta lateralmente dalla faglia Roncola - Catremerio. In questa parte delle Prealpi Orobiche la Flessura Pedemontana è ben rappresentata dall'anticlinale dell'Albenza e da diverse pieghe associate, diritte o rovesciate. La piega a ginocchio, in letteratura, è interpretata come un'anticlinale di ramp di un thrust cieco, il cui fronte è sepolto sotto i flysch cretacei scollati o retroscorsi. Sul fianco settentrionale di quest’ampia piega, nei pressi di Corna Rocchetto, si verificano importanti movimenti di tettonica gravitativa profonda del Quaternario. Il territorio di Palazzago è in gran parte caratterizzato da una successione sedimentaria a giacitura monoclinale, con immersione verso sud compresa tra i 45° e gli 80°. Nel settore posto più a ovest, verso Cresta Massaia, sono presenti faglie e fratture dovute alla risposta complessivamente rigida della dorsale calcarea alle spinte che hanno edificato la piega. Faglie disposte con angolazioni da sub parallele a ortogonali rispetto all'asse della piega, e con rigetti notevoli, suddividono il settore in zolle. Faglie distensive post orogenetiche con orientamento nord - sud sono presenti nella cava Italcementi di Colle Pedrino e soprattutto nei pressi di Ca' Bassa. Le principali dislocazioni a sud di Palazzago sono rappresentate da due importanti faglie sub verticali che causano la ripetizione della serie cenomaniana.

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L’intervallo temporale rappresentato dalla successione sedimentaria descritta è compreso tra il Retico inferiore (Triassico superiore) e il Coniaciano (Cretacico Superiore), ed è caratterizzato dal passaggio da litologie prevalentemente carbonatiche a rocce di tipo flyschoide. Fino al Titoniano superiore la sedimentazione avviene in un ambiente anorogenico con tendenza alla subsidenza. Sono presenti formazioni di piattaforma peritidalica (Dolomia a Conchodon), di mare poco profondo (Calcare di ) e batiali (calcari di Zu, di Moltrasio, di Domaro). In questa fase la regione è interessata da un progressivo approfondimento del bacino fino alla fine del Lias medio dove si instaurano condizioni generalizzate di tipo pelagico. Alla deposizione della Formazione di Sogno, delle Radiolariti e del Rosso ad Aptici segue quella della Maiolica, sempre pelagica, e successivamente delle Marne di Bruntino deposte in un ambiente caratterizzato da condizioni di anossia. A partire dall'Albiano, con la deposizione del Sasso della Luna, la serie stratigrafica è interessata da meccanismo di deposizione prevalentemente flyschoide che testimonia l'instaurarsi di una fase orogenetica (fase eoalpina) con conseguente smantellamento della catena in emersione e deposizione di sedimenti al fondo del bacino mediante correnti di torbida. Dopo il Coniaciano, il persistere del sollevamento orogenetico della regione ha portato all’instaurarsi di una fase continentale accompagnata dallo spostamento verso la Pianura Padana del depocentro del bacino. Gli unici sedimenti post - coniaciani si trovano nei fondovalle dei torrenti Borgogna e Dordo, costituiti da sedimenti fluvioglaciali deposti in un bacino proglaciale quaternario. Si possono distinguere sedimenti lacustri, fluviali, di versante e colluviali; in corrispondenza del Borgogna nei depositi fluviolacustri sono frequenti interdigitazioni di lenti ghiaiose di origine fluviale. I depositi attuali sono costituiti da piccole barre alluvionali, presenti soprattutto nell'alveo del Borgogna, corpi eluvio - colluviali, accumuli di frana e di origine antropica. L'esposizione del substrato roccioso è generalmente buona. Lo spessore della copertura eluvio colluviale sui versanti generalmente non è superiore a 1 metro, solo in corrispondenza del fondovalle fra Burligo e Palazzago e in aree localizzate può raggiungere anche qualche metro di spessore.

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Sulla base della Carta Geologica del PGT, nel territorio di Palazzago sono individuate le seguenti unità litostratigrafiche costituenti il substrato roccioso (vedi Carta geologica del P.G.T.)

Estratto della Carta Geologica del P.G.T.

Arenaria di (SAR): arenarie micacee flyschoidi gradate, di colore grigio scuro con patina di alterazione marrone - rossiccia; in strati di spessore superiore a 20 centimetri, cui si intercalano livelli pelitici. Il rapporto arenaria/marna decresce nella parte inferiore fino al graduale passaggio al sottostante Flysch di Pontida. Il litotipo arenaceo si presenta compatto e con buone caratteristiche geomeccaniche, solo in corrispondenza del limite meridionale dell’area di affioramento si manifestano fenomeni di alterazione che causano decolorazioni e dissoluzione dei legami cementizi. La formazione affiora in un ampia fascia sulle colline a nord di Gromlongo e San Sosimo (Coniaciano).

Flysch di Pontida (PTD): arenarie torbiditiche gradate di colore grigio - giallastro o grigio - verde, alternate a marne e marne siltitiche. Gli strati, pianoparalleli, hanno spessore da centimetrico a decimetrico con rapporto fra lo spessore dei due litotipi principali di 1:1. Il passaggio avviene in maniera graduale sia alla sovrastante Arenaria di Sarnico, con un progressivo aumento dello spessore dei livelli arenacei, sia alle sottostanti Peliti Rosse. L'area di affioramento occupa la cresta compresa fra Monte Chignoletti e Salvano (Turoniano sup. - m.).

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Peliti Rosse (pRe): arenarie, siltiti, calcari marnosi di colore rosso e, più raramente, verde finemente stratificati. Il limite inferiore è netto, mentre quello superiore è caratterizzato da un graduale inspessimento dei livelli arenacei. Questo litotipo affiora con continuità in una stretta fascia a sud di Monte Brocchione (Turoniano m.- inf.).

Peliti Nere Superiori (pNS): argilliti e marne grigio scuro o nerastre fino a black shales. In letteratura sono segnalate intercalazioni di arenarie torbiditiche. Il livello, che ha caratteristiche di marker stratigrafico, costituisce una stretta fascia, non sempre rilevabile per osservazione diretta, sul versante in sponda destra al Torrente Borgogna con limiti netti a tetto e a letto (Turoniano inf. - Cenomaniano sup.).

Torbiditi Sottili (tSo): alternanze di arenarie marne e siltiti in sequenze torbiditiche con strati generalmente fini, raramente superiori ai 20 centimetri di spessore. I limiti inferiore e superiore sono marcati dalla presenza di banchi calcarei caotici che nell'area studiata sono caratterizzati da litologie calcareo marnose arenacee (Cenomaniano sup.).

Marne Rosse (mRo): marne e calcari marnosi di colore rosso. La roccia si presenta competente, in strati generalmente di 20/30 centimetri di spessore. Il passaggio al sottostante Sasso della Luna avviene in modo rapido con graduale scomparsa degli strati marnosi rossastri. Affiora in tre fasce, la cui ripetizione è causata alla presenza di faglie, nel tratto compreso fra il Torrente Borgogna e la dorsale Monte Chignoletti - La Vena (Cenomaniano).

Sasso della Luna (SDL): calcari marnosi grigio - nocciola o azzurrognoli gradati, intercalati a marne calcaree più chiare e, più raramente, a calcari arenacei giallognoli. Gli strati, piano paralleli, hanno spessore variabile da pochi centimetri fino a circa 1 metro. Superiormente passa in pochi metri alle Marne Rosse con l'infittimento progressivo di strati calcareo - marnosi rossi, inferiormente passa in modo netto alla Marna di Bruntino. L'area di affioramento è localizzata sul fondovalle e sul versante alla destra idrografica del Torrente Borgogna (Albiano sup.).

Marna di Bruntino (BRU): marne e argilliti talora debolmente arenacee, scheggiose. Il colore varia dal grigio scuro al rosso vinaccia al verde. Talvolta si osservano livelli caratterizzati da aumento della frazione carbonatica e pertanto leggermente più competenti. In corrispondenza del

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passaggio alla sottostante Maiolica sono presenti alcuni interstrati di calcare giallastro. Superiormente passa in modo netto al Sasso della Luna. Affiora alla Forcella di Burligo e in una stretta fascia passante fra Acqua, Pratomarone e Annunciata (Albiano sup. - Aptiano).

Maiolica (MAI): calcilutite di colore grigio chiaro fino a biancastro, giallo all'alterazione, con frattura concoide e noduli di selce. Talvolta si rinvengono strati di calcarenite di origine torbiditica. Sono presenti noduli e liste di selce meno frequenti verso l'alto. Il limite superiore è marcato dalla presenza sempre più fitta di intercalazioni marnose scure dapprima sottili e poi via via più spesse. Il passaggio inferiore al Selcifero Lombardo si realizza gradualmente nello spazio di alcuni metri. L'area di affioramento è compresa fra Burligo e Annunciata e comprende la cava di calcare situata alla testata della Val Tazzera (Aptiano inf. - Titoniano sup.).

Selcifero Lombardo (SLO): strati pianoparalleli con spessore variabile da 10 a 50 centimetri di selce rossa e, nella parte più bassa, anche verdastra o grigia (Radiolariti). Caratteristica è la fratturazione che produce detriti di forma prismatica. Il membro superiore è costituito da strati decimetrici di calcari marnosi e marne di colore rosso, talora tendente al grigio, con noduli di selce prevalentemente rossa o verdastra (Rosso ad Aptici). Il passaggio alla Maiolica è graduale, con sostituzione in pochi metri dei calcari rossi con calcari biancastri, quello inferiore con la Formazione di Sogno è netto. Affiora in una stretta fascia immediatamente a nord degli abitati di Burligo, Precornelli e Annunciata (Titoniano - Batoniano sup.).

Formazione di Sogno (SOG): calcari arenacei e calcari marnosi nodulari in strati di potenza variabile da 20 centimetri a oltre 50 centimetri. Il colore varia dal grigio chiaro dei livelli inferiori a quello rossastro in prossimità del passaggio alle Radiolariti del Selcifero Lombardo che avviene in modo netto. In letteratura è segnalato, a Col Pedrino, un livello ad ammoniti. Il passaggio al sottostante Calcare di Domaro avviene in pochi metri. Questa formazione è osservabile in un’area di affioramento estesa fra Col Pedrino e Dusnale (Aaleniano- Toarciano).

Calcare di Domaro (DOM): calcari marnosi di colore grigio o grigio-nocciola, selciferi, con interstrati pelitici. Lo spessore degli strati varia da circa 15 cm a oltre 1 metro. Nella parte superiore sono presenti pochi metri di calcari marnosi rossastri che preludono al graduale, ma rapido, passaggio alla Formazione di Sogno, inferiormente è limitato dal Calcare di Moltrasio cui

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passa con una diminuzione della componente terrigena e del contenuto in selce. Affiora estesamente fra gli abitati di Col Pedrino, Ciocallo e Dusnale Superiore (Pliensbachiano).

Calcare di Moltrasio (MOT): calcari grigi o grigi scuri in strati di spessore maggiore di 20 centimetri, frequentemente di dimensione metrica, con sottili intercalazioni pelitiche. Sono presenti abbondanti noduli di selce di colore nerastro più frequenti che nel Calcare di Domaro. Il litotipo, tenace, è interessato da almeno due set di fratturazione perpendicolari alla stratificazione. Inferiormente passa al Calcare di Sedrina in modo graduale, mentre il limite superiore è piuttosto netto. Affiora in un'ampia fascia orientata ovest-est passante per Monte Piacca e in tre piccole placche sulla cresta di Monte Linzone (Pliensbachiano - Sinemuriano).

Calcare di Sedrina (SED): calcari selciferi da grigio-nocciola a neri e calcari marnosi. Lo spessore degli strati è generalmente inferiore ai 30 centimetri. Caratteristico del membro inferiore è un livello a lamellibranchi, noto in letteratura come Grenzbivalvenbank. A Prabaciocc sono presenti frequenti livelli silicizzati diasprigni di interesse estrattivo di spessore fino a metrico. La formazione è sede di importanti fenomeni carsici ipo ed epigei. A letto passa al Calcare di Moltrasio gradualmente, a tetto in modo netto alla Dolomia a Conchodon con la comparsa di calcari dolomitici chiari. L'area di affioramento è divisa in due fasce sui fianchi dell'anticlinale dell'Albenza: la prima passante per la cava di Col Pedrino e la cava di Prabaciocc, la seconda si trova poco a valle della cresta del Monte Linzone (Hettangiano).

Dolomia a Conchodon (DCO): calcari dolomitici, dolomie e calcari saccaroidi biancastri, talvolta colore caffelatte. La stratificazione è massiva o in grossi banchi poco distinti. Nella cava di Col Pedrino si rilevano frequenti livelli silicizzati con discreta continuità laterale. In affioramento presenta un evidente rilievo morfologico ed è sede di diffusi fenomeni carsici. Il passaggio alle formazioni a tetto e a letto avviene in modo netto. Affiora nel settore compreso fra la cava di Col Pedrino (dove è presente un importante attività estrattiva) e nella parte alta della Valle Calcarola. In questo settore la formazione, pur costituendo il nucleo della grande piega a ginocchio dell’Albenza, risulta poco fratturata (Hettangiano - Retico sup.).

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Calcare di Zu (ZUU): calcari e calcari marnosi grigio scuri o neri con intercalazioni di marne giallastre e argilliti grigie fogliettate. Si distinguono due membri: il membro inferiore costituito da strati di spessore variabile da 30/50 centimetri fino a oltre 1 metro; il membro superiore (ZUs), in corrispondenza del rapido passaggio alla Dolomia a Conchodon, costituito da strati fratturati di spessore generalmente inferiore a 15 centimetri. L’area di affioramento è limitata da faglie e si trova nella parte alta di Valle Malanotte e nella zona oggetto della coltivazione Italcementi (Retico - Norico sup.).

A livello geomorfologico il territorio comunale di Palazzago (vedi estratto Carta geomorfologica del PGT), prevalentemente montuoso, può essere suddiviso in 4 settori omogenei dal punto di vista dei fenomeni morfodinamici.

Estratto della Carta Geomorfologica del P.G.T.

Si distinguono: 1. area a nord del Torrente Borgogna, caratterizzata da versanti molto acclivi (pendenza generalmente superiore al 50%);

2. piana di Carivelli, Brocchione e Longoni, raccordata ai versanti adiacenti mediante ampie falde colluviali e interessata prevalentemente da dinamica fluviale;

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3. il settore montuoso compreso fra il Borgogna e gli abitati di Gromlongo, Campinette Vecchia e Salvano, dove sono stati distinti alcuni piccoli dissesti di piccola entità;

4. la piana nel tratto più meridionale del territorio comunale, incisa dal tratto terminale delle valli alla sinistra idrografica del Dordo.

Il primo settore presenta due solchi vallivi principali (Valle Malanotte e Valle Calcarola) con orientazione grossomodo nord-sud; il controllo strutturale su queste valli è particolarmente evidente nella alta Valle Malanotte. I versanti sono molto acclivi ed evidenziano un’elevata energia del rilievo; in corrispondenza di Col Pedrino, Spino di La’, Zanelli e Dusnale il regolare andamento del versante è interrotto da terrazzi morfologici impostati in corrispondenza del passaggio dal Calcare di Domaro alla Formazione di Sogno. Pur in presenza di versanti molto acclivi e di canali particolarmente incisi e attivi non sono stati riscontrati fenomeni franosi rilevanti, ciò soprattutto a causa della natura competente dei litotipi che costituiscono il substrato e della giacitura che non permette fenomeni di scivolamento marcati. Numerosi sono i fenomeni carsici ipo ed epigei dovuti alla natura eminentemente calcarea della dorsale dell'Albenza: sono stati osservati grotte, doline e fenomeni incipienti di carreggiamento delle rocce. L’evoluzione del versante è condizionata dall’attività estrattiva della "Cava Italcementi" e della "ex Cava Italsider".

Il secondo settore mostra nella zona di Brocchione e nella zona a est di Grumello, terrazzi morfologici di altezza variabile da 1.5 a 5 metri; queste forme suddividono la piana in due livelli, di cui il più basso è legato alla dinamica fluviale. Il Torrente Borgogna ha fondo alveo piatto e scarsissima pendenza; il corso d’acqua è limitato da profonde ripe alte anche più di 5 metri, incise, a monte di Palazzago, prevalentemente in roccia, e, a valle del capoluogo comunale, nei depositi quaternari. A est di Annunciata la valle si allarga in un'ampia piana con andamento meandriforme presentando la tipica alternanza di fenomeni di erosione spondale (lato concavo) e di deposizione di piccole barre (lato convesso).

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Il terzo settore, caratterizzato da un’alta energia del rilievo, è compreso fra il Borgogna e il Dordo ed è inciso da valli con orientazione nord - sud. In genere i corsi d’acqua esercitano azione erosiva lineare al fondo e scorrono limitati da alte scarpate di erosione fluviale in alvei con sezione a “V”. Sono frequenti piccoli fenomeni di dissesto idrogeologico: soliflussi, colate o scivolamenti che coinvolgono la copertura eluviale del substrato e solo raramente, e in modo marginale, le testate degli strati.

Il quarto settore presenta caratteristiche e problematiche simili a quelle del settore 2: l’unico agente morfodinamico attivo è il Torrente Dordo con moderati fenomeni erosivi in alveo. In prossimità di Il Baracchino è presente un terrazzo fluviale che delimita a sud un’area a moderato rischio di esondazione. Attualmente l'evoluzione del territorio è legata alle attività antropiche, in particolare vanno considerati la presenza di insediamenti abitativi e produttivi e le pratiche agricole. Nella frazione di Gromlongo esistono due aree in passato coltivate per l’estrazione di argille e attualmente completamente recuperate. Va inoltre considerata, in questo settore, la modifica dell’originario reticolo di drenaggio delle acque meteoriche mediante la realizzazione di una rete di canali artificiali a scopi irrigui.

4.1.3 Inquadramento idrografico e idrogeologico Il regime dei corsi d'acqua del territorio del Comune di Palazzago è generalmente di tipo torrentizio, caratterizzato da elevate portate nei periodi di intense precipitazioni, che si riducono drasticamente o si esauriscono nei periodi secchi. I due principali assi di drenaggio sono rappresentati dal Torrente Borgogna e dal Torrente Dordo, che costituiscono due sottobacini del Fiume Brembo; solo un piccolo tratto, presso Dusnale, appartiene al bacino del Torrente Tornago. Il reticolo idrografico del Torrente Borgogna presenta un pattern sub - dendritico con controllo strutturale evidente soprattutto sulla sinistra idrografica; diventa parallelo nel settore compreso fra Brocchione e Montebello.

Nell'area del bacino del Torrente Dordo, il quale sfiora solo marginalmente il comune di Palazzago, il deflusso avviene principalmente per ruscellamento concentrato.

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Nel tratto di bacino compreso nel territorio comunale il pattern è da sub - dendritico a parallelo e mostra un certo controllo tettonico. Infatti le valli degli affluenti in sponda sinistra del Torrente Dordo hanno una caratteristica orientazione nord - sud e presentano un notevole sviluppo lineare. Nel settore pianeggiante il reticolo idrografico è stato rettificato con la realizzazione di canalette artificiali.

La consultazione degli elaborati di P.G.T. ed il rilevamento di campagna ha consentito una stima qualitativa della permeabilità delle formazioni affioranti, la definizione della loro distribuzione areale e la geometria dei rapporti stratigrafici e strutturali tra loro. Sulla base delle caratteristiche litologiche, di fratturazione e dei fenomeni di carsificazione delle diverse unità litologiche è stato possibile classificare dal punto di vista della permeabilità tutte le formazioni affioranti nell'area studiata (vedi estratto Carta ad indirizzo idrogeologico del PGT).

Estratto della Carta ad Indirizzo Idrogeologico del P.G.T.

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La definizione delle classi di permeabilità è stata effettuata esclusivamente in termini qualitativi:

Alla prima classe sono state assegnate quelle unità litologiche che per le loro caratteristiche granulometriche presentano un elevata permeabilità primaria (Alluvioni attuali) e i depositi antropici (Discariche di materiale di cava); Alla seconda classe sono state assegnate quelle unità litologiche che presentano una permeabilità primaria discreta per le loro caratteristiche granulometriche (Corpi di frana, colluvio e alluvioni recenti) o per fratturazione; Alla terza classe sono state assegnate quelle unità litologiche che presentano una permeabilità secondaria media e che hanno un limitato grado di fratturazione rispetto a quelle di seconda classe (Arenaria di Sarnico, Flysch di Pontida, Peliti Rosse, Marne Rosse, Sasso della Luna, Marna di Bruntino, Maiolica, Selcifero Lombardo, Formazione di Sogno, Calcare di Moltrasio, Calcare di Sedrina e membro superiore del Calcare di Zu). Alla quarta classe infine sono state assegnate quelle unità litologiche che risultano praticamente impermeabili essendo scarsamente fratturate (Calcare di Domaro, Dolomia a Conchodon, Calcare di Zu) e quei depositi che risultano impermeabili per proprie caratteristiche granulometriche (depositi fluvioglaciali).

Tali classi di permeabilità si riferiscono all'ammasso roccioso nel suo complesso, sono comunque possibili venute d'acqua consistenti in formazioni rocciose poco permeabili in corrispondenza di faglie o fratture aperte. Sulla carta ad indirizzo idrogeologico, oltre alle diverse unità classificate in funzione delle loro caratteristiche di permeabilità sono stati riportati:

• gli spartiacque superficiali principali e secondari (che rappresentano morfologicamente i limiti dei bacini idrografici presenti sul territorio comunale di Palazzago); • le principali aste di drenaggio superficiale (che consentono di evidenziare i principali assi di deflusso superficiale delle acque); • i solchi di erosione concentrata (che indicano le principali vie di deflusso superficiale, nei casi di precipitazioni abbondanti e concentrate); • l'ubicazione delle sorgenti e dei pozzi idrici rilevati.

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4.1.4 Sistema urbanistico La popolazione residente nel Comune di Palazzago al 09-10-2011, data dell’ultimo Censimento generale della popolazione ISTAT, ammonta a 4.293 abitanti, con una densità abitativa di 301,5 ab/km2. Nel grafico seguente sono riportati i risultati dei censimenti ISTAT relativi agli anni 1971 – 2011, che mostrano un trend costante di crescita della popolazione, con un incremento del 18,9% nel decennio 2001 – 2011.

Anno di 1991 2001 2009 2010 2011 riferimento Popolazione 3.081 3.610 4.101 4.215 4.293 residente Popolazione residente nel Comune di Palazzago. Fonte: Elaborazione su dati ISTAT

Nel territorio di Palazzago (vedi estratto Carta evoluzione storica del tessuto urbano del PGT) l’evoluzione della struttura urbana dei centri storici ha offerto negli anni una forte resistenza nei confronti delle trasformazioni urbanistiche, determinando una netta suddivisione in due parti del territorio comunale: da un lato l’impianto originario dei nuclei abitativi posti alle quote più elevate e distanti dalla pianura; dall’altro lo sviluppo marcato dell’edificato, che in gran parte risale al decennio 1974 - 1984, della parte orientale del capoluogo stesso e di tutte le frazioni poste in ambito pianeggiante o intravallivo.

Estratto della Carta dell’Evoluzione storica del tessuto urbano del P.G.T.

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L’edificazione più recente si colloca, invece, in un’ottica di saturazione del tessuto e presenta spesso, soprattutto per i terreni più pianeggianti, caratteristiche di totale incoerenza tra allineamenti stradali e disposizioni dell’edificio sul lotto, con un effetto di indeterminatezza e di mero accostamento di edifici e strade, di aree libere e di zone densamente edificate e un conseguente spreco di suolo. Si fatica talvolta a cogliere la collocazione reciproca di alcune frazioni comunali, a causa degli sfilacciamenti delle zone di bordo dei rispettivi insediamenti: alcuni centri minori appaiono quasi “fusi” in un unico nucleo abitativo. Solo nel centro storico di Palazzago si è attuata una compenetrazione efficace di più funzioni (residenza a stretto contatto con il commercio di dettaglio e con i servizi), mentre in particolare nel settore meridionale e sud – occidentale del comune si assiste alla presenza monofunzionale di edifici destinati ad abitazioni, in alcuni casi a diretto contatto con il mondo produttivo generando situazioni di convivenza difficile sia dal punto di vista funzionale che infrastrutturale (carenza di parcheggi a distanze contenute e percorsi pedonali o marciapiedi per evitare il traffico di automezzi). All’industria sono dedicate parti limitate di territorio, in parte anche la porzione storica lungo la valle del torrente Borgogna. Si possono distinguere 3 tipologie diverse di insediamento: 1. Le manifatture di più antica formazione, spesso a ridosso dei corsi d’acqua e modellate in funzione dell’andamento del terreno; 2. Gli stabilimenti di più recente edificazione, caratterizzati da rilevanti superfici coperte e da localizzazioni indipendenti dall’andamento del terreno; 3. Piccoli laboratori artigianali, con soprastante o contigua abitazione del proprietario, spesso addirittura inseriti nel tessuto residenziale.

La dotazione dei servizi presente nel comune si concentra principalmente nel centro storico del capoluogo e nelle sue immediate vicinanze. Sul territorio del Comune sono presenti: • un asilo nido privato, denominato “Dolci Sogni”, in Via Volturno; • una scuola dell’infanzia pubblica, denominata “ San Giovanni Battista”, in Via Tezzolo; • una scuola dell’infanzia pubblica, in Via Brughiera, denominata “Giovanni XXIII”; • una scuola primaria pubblica denominata “Salvatore Quasimodo”, in Via Cà Curti.

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Non esiste sul Territorio Comunale una scuola secondaria superiore; questo servizio è sopperito dalla Scuola secondaria di Almenno S. Bartolomeo. Il numero maggiore degli studenti raggiunge gli istituti sia del Capoluogo provinciale, sia di Ponte S. Pietro, tramite trasporto pubblico; le analisi condotte mostrano come i collegamenti siano ritenuti soddisfacenti dall’utenza. La popolazione di Palazzago utilizza per lo più gli Ospedali Riuniti di Bergamo e parzialmente la Clinica di . L’assistenza agli anziani è data prevalentemente in forma domiciliare tranne nei casi di persone non più autosufficienti con gravi problemi, che vengono trasferite in centri specializzati. Le principali funzioni dell’Amministrazione dello Stato sono collocate nel Capoluogo di provincia; i principali Uffici Giudiziari sono ubicati nella città di Bergamo (Tribunale, Procura della Repubblica e Corte di Assise). Sul territorio non vi è una Caserma dei Carabinieri; la funzione di presidio territoriale viene svolta dalla sede dell’Arma del Comune di Almenno San Salvatore. Il territorio comunale fa capo all’A. S. L. di Bergamo, distretto della Valle Imagna e Villa d’Almè. Le Parrocchie sul territorio sono tre e precisamente Burligo, Palazzago e Gromlongo. I Cimiteri sul territorio sono a Palazzago, a Burligo ed a Gromlongo. Gli spazi a verde pubblico sono ben distribuiti sul territorio comunale e sono suddivisi in aree a verde pubblico residenziale (mq 17.180,00) e produttivo (mq 1.320,00).

Il Centro sportivo principale polivalente Don Aldo Tubacher in Via Longoni, si trova in posizione baricentrica e ben servito da parcheggi, accessibile anche ai disabili; è presente un campo sportivo comunale da calcio con spogliatoi ed un campo sussidiario, oltre a due campi da bocce coperti. Inoltre è presente anche un centro sportivo a Gromlongo in Via Brughiera, dove oltre al campo sportivo è possibile praticare il basket, la pallavolo e le bocce. Infine esistono anche due aree socio – ricreative: l’area denominata “Giuramento di Pontida” in Via Annunciata dove è presente un campo da calcetto e l’area di Via Acqua dove analogamente è possibile la pratica del calcetto.

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All’interno della valle, Palazzago tenta di mantenere la consistenza dell’attuale rete commerciale di vicinato e il numero di medie strutture di vendita, quasi tutte ubicate lungo la strada di fondovalle in modo da servire la popolazione dell’intero territorio circostante. Nel seguente estratto della Carta del censimento dei servizi esistenti del PGT è evidenziata la localizzazione dei principali servizi presenti nel territorio comunale di Palazzago.

Estratto della Carta dell’Evoluzione storica del tessuto urbano del P.G.T.

4.1.5 Il sistema dei vincoli Nel territorio comunale di Palazzago, come meglio specificato e rappresentato nella “Componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio”(aggiornamento 2011) redatta dallo Studio EuroGeo (vedi estratto Carta dei Vincoli del PGT), sono stati individuati i seguenti vincoli sovracomunali:

Vincoli di polizia idraulica: sul reticolo idrografico principale (individuato in base alla L. 1/2000 e successive modificazioni) ai sensi del R.D. n. 523/1904 art. 96 “Testo unico delle leggi sulle opere idrauliche” e successive disposizioni regionali in materia, e su quello minore secondo le relative direttive regionali (D.G.R. 7868 del 2002 e D.G.R. 7/13950 del 1 agosto 2003).

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Vincoli derivanti dalla pianificazione di bacino ai sensi della L. 183/89, art. 17 comma 5 e in particolare del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico, adottato con delibera del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del Fiume Po n° 18/2001 del 26/04/2001 e recepita dalla Regione Lombardia nella D.G.R. 7/7365 dell’11/12/2001.

Estratto della Carta dei Vincoli del P.G.T.

Nel territorio di Palazzago sono state perimetrate le aree di dissesto idrogeologico così classificate: _ Aree franose: Fq, frana quiescente; Fs, frana stabilizzata. _ Esondazioni e dissesti morfologici di carattere torrentizio lungo le aste dei corsi d’acqua: Ee, aree coinvolgibili dai fenomeni con pericolosità molto elevata; Eb, aree coinvolgibili da fenomeni con pericolosità elevata.

Ambiti estrattivi individuati dal Piano Cave della Provincia di Bergamo del 2006, all’interno dei quali valgono le norme previste dalla Legge Regionale 14/98 per le attività di cava, ambiti estrattivi ATEc2 e ATEa8.

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Aree di valore paesaggistico e ambientale a spiccata connotazione geologica: nel territorio di Palazzago è stata individuata la località tipo della Formazione dell’Albenza (elenco presente nell’allegato 14 alla D.G.R. 8/7374 del 28 maggio 2008), tutelata ai sensi dell’art. 22 della D.G.R. 8/6447 del 16 gennaio 2008 e non ancora perimetrata ufficialmente.

Inoltre un’estesa parte del territorio comunale di Palazzago è sottoposta al vincolo idrogeologico ai sensi del R. D. 3267/23 (vedi estratto Carta del Vincolo idrogeologico comunale), e a quanto previsto dall’art. 146 del D.Lgs. 490/99 sia per le aree boscate (lettera g), che per quelle di pertinenza dei corsi d’acqua principali (lettera b, c e d).

Estratto della Carta del Vincolo Idrogeologico comunale

A questi vincoli di tipo ambientale si aggiungono le zone di rispetto cimiteriali così come delimitate negli strumenti urbanistici a cui si rimanda, i beni immobili di interesse storico e artistico (D. Lgs. 490/99, art. 2) e le bellezze individuali e d’insieme (D. Lgs. 490/99, art. 139).

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4.1.6 Il sistema dei trasporti Il sistema stradale costituisce la rete strutturale per la mobilità urbana e per le relazioni sociali e i rapporti economici all’interno del territorio comunale. La pianificazione del sottosuolo presenta in termini di funzione e morfologia delle infrastrutture a esso dedicate, una correlazione diretta con il sistema infrastrutturale della mobilità urbana. Per tale ragione risulta di primaria importanza analizzare l’assetto del sistema stradale del territorio comunale al fine di evidenziare le criticità eventualmente presenti. Dal punto di vista della mobilità e dei trasporti Palazzago presenta collegamenti con il Capoluogo di Provincia assicurati tramite la SS 342 “Briantea”, che collega la città di Bergamo con la città di Lecco. Il comune è servito dalla linea di collegamento ferroviaria “Bergamo - Lecco” usufruendo della stazione di Ambivere, che dista 7 Km da Palazzago. Palazzago si trova nelle vicinanze dell’Autostrada A4 Milano - Venezia: nello specifico dista 25 Km dal casello di , 21 Km dal casello di Bergamo e 27 Km dal casello di . Dista inoltre 22 km dall’aeroporto di , 68 km dall’aeroporto di Milano Linate e 101 km dall’aeroporto di Milano Malpensa. L’abitato di Palazzago si trova in posizione abbastanza defilata rispetto alla trafficata SS 342 Briantea; in contrapposizione la SP 176 che attraversa il capoluogo è caratterizzata da un traffico veicolare limitato e prettamente locale. Pertanto, per quanto l’attività industriale del comune di Palazzago richiami un traffico sostenuto, anche pesante, distribuito lungo tutto l’arco dell’anno, tale flusso riguarda solo marginalmente il centro di Palazzago, ma più direttamente le frazioni occidentali disposte lungo la Strada Statale Briantea. Il fenomeno turistico non genera aggravi viabilistici particolari, dal momento che l’esodo estivo compensa gli arrivi. Infine vale la pena ricordare che il comune di Palazzago è indirettamente implicato nella Variante alla SS 342, Asse Interurbano di Bergamo: “Completamento dell’asse Interurbano, da fino a Mapello”. L’ultimazione di tale tratto dell’opera consente il completamento dell’Asse Interurbano fino a Mapello, evitando l’abitato di Ponte S. Pietro.

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Nella primavera del 2010 è stato completato il tratto dell'asse interurbano da a Mapello, che sbuca sulla strada Briantea nei pressi della frazione di Prezzate. E’ stata così ultimata un'infrastruttura il cui primo cantiere fu aperto nel 1988 a Seriate. Sedici chilometri tra Seriate, Bergamo, Bonate Sopra e Mapello, per girare attorno alla città e soprattutto per alleggerire, fin dove possibile, la mole di traffico della Briantea.

4.1.6.1 Classificazione stradale Secondo quanto riportato nel D.L. n. 285 del 30/04/1992 “Nuovo codice della strada” (G.U. 18-05-1992, n. 114, Supplemento Ordinario) le strade sono classificate in base alle loro caratteristiche costruttive, tecniche e funzionali nel seguente modo: A - Autostrada: B - Strada extraurbana principale C - Strada extraurbana secondaria D - Strada urbana di scorrimento E - Strada urbana di quartiere F - Strada locale

Le strade urbane D, E ed F, sono sempre comunali quando siano situate nell'interno dei centri abitati, eccettuati i tratti interni di strade statali, regionali o provinciali che attraversano centri abitati con popolazione non superiore a diecimila abitanti. Relativamente al comune di Palazzago la relazione tecnica allegata al Documento di Piano del P.G.T. vigente, gerarchizza l’infrastrutturazione stradale di Palazzago nel seguente modo:

1) la SS 342, nota come "Briantea" che collega la città di Bergamo con Lecco, ricade nella tipologia di “strada extraurbana secondaria di categoria C appartenente alla rete viaria principale”. Per tali strade la fascia di rispetto stradale fuori dai centri abitati, indicata ai fini della vincolistica urbanistica dal DPR 495/92 è di 30 metri. Tale fascia si riferisce alla distanza dal confine stradale, per le nuove costruzioni, ricostruzioni di demolizioni integrali o per ampliamenti fronteggianti le strade. Si applicano vincoli meno restrittivi, se le strade sono poste all’interno di aree edificabili con strumenti urbanistici attuativi già esecutivi: 10 m per strade C.

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2) La viabilità che collega la SS 342 con il comune di Barzana e quindi con il comune di Almenno San Bartolomeo ricade nella tipologia di “strada extraurbana secondaria di categoria C appartenente alla rete viaria secondaria.”

3) La viabilità che collega il centro di Palazzago con il comune di Barzana appartiene alla rete locale di categoria F per la quale le fasce di rispetto previste sono di 10 m nell’ambito urbano e 20 m in quello extraurbano.

Infine si ricorda che il comune di Palazzago è inserito nel sistema delle ciclovie del piano delle Valli. Il sistema di percorsi proposto si struttura con una tratta Est - Ovest, che da Almenno S. Salvatore raggiunge , fino al confine provinciale in area fluviale dell’Adda, sulla quale si diramano due tronchi orientati a Nord in direzione (nella Valle Imagna) e Palazzago; dal nucleo urbano di Barzana lungo la S.P. 176, il percorso corre in sede propria in adiacenza alla strada fino al centro di Palazzago.

4.1.6.2 Parcheggi Il Comune è dotato di diverse aree per la sosta autorizzata sparse su tutto il territorio comunale; complessivamente nel nucleo urbano sono presenti 46 aree adibite alla sosta disposte longitudinalmente, in diagonale e perpendicolarmente all’asse viario e la cui localizzazione di massima è riportata nella Tabella 1 seguente. UBICAZIONE NUMERO POSTI H Via Acqua 47 2 Via Burlingo 13 13 Via al Borghetto 37 Piazzale Barlinét 10 Piazza Don Ceroni B. 14 Via Cà Curti 30 1 Piazza degli Alpini 13 Via Verzella 33 Via Maggiore 10 Parcheggi privati ad utilizzo pubblico

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Via Annunciata 51 Via Longoni 216 3 Via Molino 44 Via Botti 6 Via F.lli Ripamonti 53 1 Via Salvano 12 12 Via Montebello 48 1 1^ traversa di Via Longoni 18 1 2^ traversa di Via Longoni 44 1 Via Secchia 75 1 Via Beita 45 Via San Sosimo SP.175 43 Via 1° Maggio 7 Via Longoni 7 Parcheggi privati ad utilizzo pubblico Via Campinette 51 1 Via Briantea 47 Via Brughiera 87 3 Via Padania 77 2 Via Lega Lombarda 83 3 Via Volturno 24 Traversa di Via Volturno 7 Via Martiri di Via Fani 7 7 Via Gromlongo 6 Via Volpe 22 1 Via Grumello 12 Via Belvedere 12 Via Valle 5 Via Pratomarone 25 Via Colpedrino 19 Via Volturno 45 Via Briantea 6 Parcheggi privati ad utilizzo pubblico

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Via San Sosimo 24 Parcheggi privati ad utilizzo pubblico Via Briantea 8 Parcheggi privati ad utilizzo pubblico Via Volturno 4 Parcheggi privati ad utilizzo pubblico Via San Sosimo ang. Via Beita 9 Parcheggi privati ad utilizzo pubblico Via Briantea 8 Parcheggi privati ad utilizzo pubblico Via Cà Quarengo 24 1

Tabella 1: Localizzazione e numero di stalli presenti nel Comune di Palazzago

La localizzazione di parcheggi a servizio del nucleo storico di Palazzago permette una buona fruizione dello stesso. Relativamente alle frazioni collinari esistono alcune criticità riguardo il sistema viabilistico, alcuni calibri stradali sono inadeguati ed il sistema dei parcheggi è insufficiente.

4.1.6.3 Marciapiedi L’articolo 3 comma 1° n. 33 Codice della Strada definisce il marciapiede come: “quella parte della strada, esterna alla carreggiata, rialzata o altrimenti delimitata e protetta, destinata ai pedoni”; questo significa che un veicolo non ha alcun diritto a stazionare o a circolare sul marciapiede, ad eccezione delle rampe apposite per l’accesso ad eventuali aree esterne alla carreggiata appositamente create. I marciapiedi devono essere predisposti nei percorsi pedonali adiacenti a spazi carrabili e devono presentare le seguenti caratteristiche progettuali: - il dislivello tra il marciapiede e la zona carrabile non può superare i 15 cm; - la larghezza deve essere sufficiente per permettere il passaggio anche a persone con ridotta mobilità; - la pavimentazione deve seguire le specifiche del D.M. 236/89 (percorsi pedonali). Nel complesso l’analisi del territorio ha rilevato la presenza di marciapiedi nella maggioranza delle strade che attraversano i centri abitati del Comune di Palazzago; talvolta, come per esempio nel tratto di strada che costeggia la frazione di San Sosimo in direzione Barzana lungo la SP 175, il marciapiede è presente solo in un lato della carreggiata.

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4.1.6.4 Circolazione veicolare e dei flussi di traffico dominanti E’ possibile considerare nulla la componente del traffico di attraversamento dell’abitato di Palazzago in funzione della sua localizzazione intravalliva, senza valichi stradali significativi, con accesso praticamente solo dalla direzione sudest. Per quanto riguarda la viabilità di ingresso al comune, nelle fasce orarie di maggior traffico si assiste a fenomeni piuttosto intensi legati allo spostamento per motivi lavorativi. Tale traffico riguarda, però, marginalmente le zone centrali e residenziali condizionando comunque la possibilità di spostamento da e per il fondovalle. Inoltre, sentiti gli uffici comunali, si ritiene modesto il grado di utilizzazione della rete stradale del territorio comunale e quindi non necessario il rilievo dei flussi di traffico. Il traffico assume, in contrapposizione, maggiore importanza esclusivamente nella piccola porzione meridionale del territorio comunale di Palazzago, dove la SS Briantea marca il confine comunale con Ambivere e interessa marginalmente la frazione di Gromlongo.

4.1.7 Sistema dei servizi a rete L’analisi delle reti dei servizi interrati costituisce il presupposto fondamentale per impostare correttamente le strategie di infrastrutturazione delle diverse reti del sottosuolo. Tale disamina deve affrontare nel dettaglio i seguenti aspetti: rappresentazione dei diversi sistemi di reti presenti nel territorio comunale; restituzione dei vari elementi strutturali costituenti le diverse reti di servizi; individuazione delle nuove zone ad espansione edilizia. L’analisi del sistema delle reti dei servizi in sottosuolo permette, infatti, di evidenziare il grado di copertura comunale, consentendo così di rilevare eventuali carenze del sistema. Il grado di dotazione e di efficienza determina, infatti, la qualità dei servizi erogati alla cittadinanza e le eventuali potenzialità ancora inespresse. Obiettivo primario è razionalizzare l’impiego del sottosuolo in modo da favorire il coordinamento degli interventi per la realizzazione delle opere, facilitando la necessaria tempestività degli interventi stessi al fine di consentire la regolare agibilità del traffico ed evitare, il più possibile, il disagio alla popolazione.

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A livello comunale, indicazioni relativamente alle reti di sottoservizi si trovano nei seguenti documenti:

1. Piano di Governo del Territorio - Documento di Piano – Relazione Tecnica paragrafo 5.9 “Reti degli impianti tecnologici”; 2. Piano di Governo del Territorio – Piano dei Servizi – Relazione Tecnica capitolo 7 “Analisi del Sistema dei Servizi”; 3. Regolamento comunale di Polizia Urbana in relazione alla realizzazione di interventi edilizi, di opere pubbliche o circa l’occupazione di suolo pubblico.

Per ottenere un coordinamento ottimale nella realizzazione, manutenzione e gestione delle reti si rimanda inoltre al recente D.d.g. n. 6630 del 19 luglio 2011 “Indirizzi per l’uso e la manomissione del sottosuolo” che si compone della seguente documentazione: 1. «Schema tipo di istanza per il rilascio di concessione/autorizzazione/nulla osta» (Allegato 2), che contiene il modulo tipo utilizzabile per la richiesta dei provvedimenti alle Amministrazioni, con l’indicazione degli elementi relativi all’intervento, alla sua ubicazione, alle tempistiche e alla documentazione che deve essere presentata; 2. «Schema tipo di disciplinare di concessione» (Allegato 3), che fornisce a titolo esemplificativo indicazioni per la predisposizione dei disciplinari di concessione delle amministrazioni locali; 3. «Prescrizioni tecniche» (Allegato 4), che contiene le indicazioni tecniche generali che le Amministrazioni potranno richiedere agli operatori dei servizi a rete nell’esecuzione delle proprie opere, preventivamente autorizzate. Le Amministrazioni potranno sempre fornire agli operatori prescrizioni differenti in funzione della tipologia di opere e della peculiarità dei luoghi interessati dai lavori; 4. «Tecnologie a basso impatto ambientale (no - dig e tranchless technology)» (Allegato 5), che descrive le principali tecnologie a basso impatto ambientale che in molte situazioni possono sostituire le tecniche tradizionali a cielo aperto con vantaggi in termini di riduzione delle tempistiche e dell’effrazione del suolo.

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Le tavole tematiche allegate alla presente relazione tecnica riportano posizione, estensione e composizione delle reti tecnologiche presenti nel sottosuolo del territorio comunale. Le informazioni ed i dati utilizzati per lo studio propedeutico alla redazione del PUGSS sono stati forniti dalle aziende che gestiscono le reti nel territorio e dagli uffici comunali di Palazzago. I tracciati delle reti, estrapolati dalle cartografie esistenti, risultano puramente indicativi e non possono essere considerati attendibili, alla scala della progettazione esecutiva per l’acquisizione di informazioni relative all’esatto posizionamento dei servizi, specialmente quelli interrati.

4.1.7.1 Rete di acquedotto La rete di acquedotto è gestita dalla Società Hidrogest S.p.A. di Sotto il Monte Giovanni XXIII (BG). Essa è costituita dall’insieme delle tubazioni e delle apparecchiature che si sviluppano nel territorio comunale al fine di distribuire la risorsa idrica alle singole utenze e ai servizi pubblici. Schematicamente la rete di approvvigionamento idrico è costituita da elementi di tipo lineare e puntuale; i primi si identificano con il tracciato della condotta, derivato a partire dagli impianti e dai pozzetti, mentre i secondi rappresentano i punti di discontinuità del sistema, quali pozzetti, valvole, riduttori, punti di prelievo, serbatoi, etc. La rete di acquedotto è costituita da maglie chiuse e il suo tracciato segue i percorsi stradali, in modo da essere sviluppato all’interno degli insediamenti civili o produttivi e delle relative reti di scarico; essa è generalmente posta a una profondità di circa 1 - 1,50 m al fine di evitare eventuali problemi di sollecitazioni meccaniche provocate dai carichi stradali, congelamento durante la regione invernale e manomissioni. In merito al sistema di fornitura dei servizi di acquedotto il territorio di Palazzago risulta coperto da una rete di 44,53 km.

Dal punto di vista funzionale la rete di distribuzione idro - potabile è illustrata nella Tavola 1 (a & b) redatta in scala 1:5.000 e allegata alla presente relazione tecnica.

La rete utilizza le disponibilità idriche fornite da 6 serbatoi siti nel territorio comunale.

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I serbatoi a servizio della cittadinanza sono: - Il serbatoio Colle Pedrino Superiore - Il serbatoio Colle Pedrino Inferiore - Il serbatoio Forcella - Il serbatoio Palazzago - Il serbatoio Brocchone - Il serbatoio Capietaglio Relativamente ai bacini di accumulo il serbatoio Capietaglio in quanto vetusto e danneggiato, è stato abbandonato e realizzato ex novo nelle immediate vicinanze; inoltre la Società Hidrogest non ha fornito i volumi dei serbatoi che servono il Comune di Palazzago. Nella seguente Tabella 2 sono riportate alcune caratteristiche dei suddetti serbatoi:

Denominazione serbatoio Quota s.l.m. (m) Colle Pedrino Sup. 877 Colle Pedrino Inf. 807 Forcella 595 Palazzago 395 Brocchione 409 Capietaglio 415 Tabella 2: Caratteristiche dei serbatoi presenti nel territorio di Palazzago

La rete di acquedotto è costituita da condotte realizzate in acciaio e in polietilene ad alta densita (PeAD), con diametri che oscillano tra 17 mm e 150 mm. Non vengono segnalate particolari criticità alla rete acquedottistica.

4.1.7.2 Rete di fognatura La rete fognaria è gestita dalla società Hidrogest S.P.A. di Sotto il Monte (BG). L’impianto di fognatura, normalmente funzionante a pelo libero (tranne particolari tratti quali condotte di mandata da stazioni di sollevamento, attraversamenti in sifoni, etc.) è il complesso di canalizzazioni finalizzate alla raccolta e all’allontanamento, dai centri abitati e dagli insediamenti produttivi, delle acque reflue e delle acque superficiali (meteoriche, di lavaggio, etc.).

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Le reti fognarie vengono classificate, in base allo stato della condotta, in due diverse categorie: - Fognatura esistente; - Fognatura in progetto, della quale però non si riesce a prevedere se e quando verrà effettivamente realizzata.

Esistono condotte principali, condotte collettrici e, in ultimo, condotte di allacciamento. Le prime due rappresentano le cosiddette tratte generatrici, mentre le terze costituiscono le tratte di connessione. La rete di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche e reflue urbane, parimenti a quanto detto per la rete di approvvigionamento idrico, può essere schematizzata come una serie di elementi di tipo lineare e di tipo puntuale; gli elementi lineari rappresentano il tracciato della condotta, derivato dagli impianti e dai pozzetti, mentre quelli puntuali si identificano con elementi della rete quali, caditoie, valvole, riduttori, etc. La posa della rete fognaria, determinata anche in funzione delle esigenze del traffico e concordata con l’Azienda che gestisce il servizio dell’acquedotto, è messa in opera a una profondità massima di circa 3 - 4 metri dal piano stradale; si ricorda inoltre l’importanza del posizionamento della stessa almeno 30 cm sotto il livello della rete di acquedotto per evitare il verificarsi di possibili contaminazioni. Il Comune di Palazzago è dotato di una rete fognaria che copre quasi interamente le aree urbanizzate per una rete di 42,57 km, la restante percentuale riguarda piccoli scarichi domestici su suolo trattati in modo appropriato. Sono presenti 40 punti di scarico della fognatura comunale nel reticolo idrico superficiale. La rete è costituita in gran parte da tubazioni di calcestruzzo e pvc (cloruro di polivinile) con diametri compresi fra 100 mm e 1200 mm, in misura minore da gres ceramico (con i diametri minori compresi tra 250 mm e 500 mm). Dalle analisi condotte risulta che vi sono elementi di criticità, in considerazione della vasta estensione del territorio e del frazionamento di nuclei abitati. Alcuni agglomerati non sono collettati alla rete principale e scaricano per lo più in corso d’acqua superficiale ed in aggiunta diversi case sparse sono nella medesima situazione.

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L’Amministrazione comunale ha stipulato un accordo con la Società Hidrogest S.p.a. in maniera tale da procedere ad uno studio inerente la revisione complessiva della rete di fognatura; onde poter stabilire per lotti funzionali i vari interventi e poter programmare le risorse necessarie. Opera urgenti sono i collettamenti dei reflui della frazione Burligo e della contrada Acqua, nonché della rete fra Precornelli ed il Capoluogo; in maniera tale da poter convogliare alla depurazione, diversi scarichi che oggi sversano in corsi d’acqua superficiali. In ultimo, al fine di evitare ripercussioni negative relativamente al controllo delle acque reflue scaricate, si dovrebbero evitare situazioni di fabbricati isolati con scarichi non allacciati al sistema fognario, fatti salvi i casi isolati esistenti, i quali dovranno essere regolarmente autorizzati dall’Autorità competente. La Tavola 2 (a & b) redatta in scala 1:5.000 e allegata alla presente relazione tecnica, riporta la rete del sistema fognario del Comune di Palazzago, aggiornata al 31/12/2013.

4.1.7.3 Rete di trasporto e distribuzione elettrica La rete di distribuzione dell’alta e della media tensione è gestita nel territorio comunale di Palazzago dalla società Enel S.p.a.. Il database cartografico è stato redatto sulla base delle informazioni fornite dai gestori. I dati sono stati correttamente georeferenziati (WGS84 – UTM 32N) e adattati alla cartografia aggiornata del Comune di Palazzago (Geodatabase topografico). La distribuzione a Media Tensione (M.T.) avviene tramite una rete di linee alimentata da alcune cabine primarie tramite trasformatori A.T./M.T. e ha lo scopo di fornire energia agli utenti M.T. o di alimentare le cabine M.T./B.T. cui fa capo la rete di distribuzione B.T. La distribuzione a Bassa Tensione (B.T.) realizza l’ultima fase della distribuzione fino alla consegna dell’energia alle piccole utenze industriali e domestiche. Il livello di tensione normalizzato è mantenuto dai suddetti trasformatori M.T./B.T. installati presso cabine secondarie di distribuzione. Le linee a media e a bassa tensione possono essere realizzate su palo o posizionate al di sotto della superficie stradale. Nel primo caso le linee possono avere conduttori o cavi aerei, mentre nel secondo caso le linee aeree sono sempre in cavo. Le cabine di trasformazione che ricadono nel Comune di Palazzago in totale sono 26. I quadri elettrici che ricadono nel Comune di Palazzago in totale sono 18.

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Dalle cabine di trasformazione si sviluppa la rete di distribuzione elettrica a Bassa Tensione. Lo sviluppo delle due reti (Media e Bassa tensione) ammonta complessivamente a circa 113,87 chilometri. La Tavola 3 (a & b) redatta in scala 1:5.000 e allegata alla presente relazione tecnica, riporta la rete di trasporto e distribuzione elettrica del Comune di Palazzago.

4.1.7.4 Rete elettrica per l’illuminazione pubblica La rete per l’illuminazione pubblica è gestita da Elettrobonatese S.r.l.. Il database cartografico è stato redatto sulla base delle informazioni in formato digitale fornite dal gestore. I dati sono stati correttamente georeferenziati (WGS84 – UTM 32N) e adattati alla cartografia aggiornata del Comune di Palazzago (Geodatabase topografico). I punti luce presenti e rilevati sul territorio comunale sono in totale 796. La rete di illuminazione pubblica è costituita da cavi del tipo FG7 in rame del diametro di 25 mm posati in tubi in PVC dal diametro di 125 mm; essa presenta una lunghezza complessiva pari a 21,10 chilometri. La rete di illuminazione pubblica, dove non specificata segue l’andamento della rete elettrica a bassa tensione. La Tavola 4 (a & b) redatta in scala 1:5.000 e allegata alla presente relazione tecnica, riporta la rete elettrica per l’illuminazione pubblica del Comune di Palazzago.

4.1.7.5 Rete trasporto e distribuzione per le telecomunicazioni La rete per il trasporto e la distribuzione per le telecomunicazioni è gestita da Telecom S.p.A.. Il database cartografico è stato redatto sulla base delle informazioni, in formato digitale, fornite dal gestore. I dati sono stati correttamente georeferenziati (WGS84 – UTM 32N) e adattati alla cartografia aggiornata del Comune di Palazzago (Geodatabase topografico). Si sottolinea come Telecom S.p.A. utilizzi una base cartografica vettoriale propria, che presenta grosse differenze sia con il C.T.R., che con la base cartografica comunale.

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La rete di telecomunicazione di Telecom S.p.a., che consente la connessione tra centrali periferiche ed utenze finali, è composta dalle centrali terminali dalle quali si dipartono i cavi, prevalentemente in rame, della rete di distribuzione. La rete di distribuzione è costituita da una rete primaria, una secondaria e dai raccordi. La rete primaria collega il permutatore (dispositivo che opera commutazioni, conversioni o collegamenti in una rete di telecomunicazioni) con un terminale (armadietto di distribuzione) ubicato in posizione intermedia rispetto all’utente finale. Si tratta di cavi ad alta potenzialità posati prevalentemente nel sottosuolo. Il terminale identifica il confine con la rete secondaria, caratterizzata da cavi a media - bassa potenzialità, con modalità di posa sia aerea (a muro, su palo) che sotterranea (prevalente in aree urbane). Questa seconda tipologia di rete collega gli armadi di distribuzione con il distributore dell’utente finale. L’ultimo tratto di rete, definito raccordo, unisce il distributore alla rete domestica dell’utente finale. A seconda della tipologia di posa i cavi di rete hanno diverse caratteristiche costruttive. I cavi per la posa in trincea presentano guaine in polietilene e armatura di nastri in alluminio e acciaio mentre quelli per la posa in canalizzazioni sono protetti da una guaina in polivinilcloruro. I fili utilizzati per i collegamenti nelle centrali e armadietti di distribuzione hanno guaine in alluminio e materiale ignifugo a bassa emissione di fumi. Nel territorio comunale di Palazzago l’estensione complessiva della rete delle telecomunicazioni è di circa 30,76 chilometri posati in trincea. I tubi interrati hanno diverse caratteristiche e diametri; solitamente TELECOM. S.p.A. utilizza: - tritubi per fibre ottiche (diametro 50 mm); - tubi in PVC o corrugati (diametro compreso tra 50 e 125 mm); - canalizzazioni/polifere costituite da tre tubi (diametro compreso tra 100 e 125 mm); - tubazione secondarie (diametro compreso tra 50 e 125 mm).

La rete è inoltre completata da 489 pozzetti di ispezione (dalle dimensioni di 50/60x50/60 cm) e camerette (dimensioni di 2x1,5x1,5 m).

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Queste ultime sono state posate in corrispondenza delle canalizzazioni/polifere. La profondità di posa della rete delle telecomunicazioni è indicativamente di circa 80 cm dal piano campagna in corrispondenza delle strade, mentre 60 cm dal piano campagna in corrispondenza dei marciapiedi. La Tavola 5 (a & b) redatta in scala 1:5.000 e allegata alla presente relazione tecnica, riporta la rete di trasporto e distribuzione per le telecomunicazioni del Comune di Palazzago.

4.1.7.6 Rete per la distribuzione del gas La rete per la distribuzione del gas è gestita dalla società Condotte Nord S.p.A. di Bergamo. Il database cartografico è stato redatto sulla base delle informazioni, in formato cartaceo, fornite dai gestore rappresentative dello stato di fatto al maggio 2010. I dati sono stati correttamente georeferenziati (WGS84 – UTM 32N) e adattati alla cartografia aggiornata del Comune di Palazzago (Geodatabase topografico). Le tubazioni della rete di distribuzione gas, possono essere classificate in funzione della pressione di esercizio: Condotte di 1a specie Alta pressione (A.P.) > 24 bar Condotte di 2a specie Alta pressione (A.P.) 12 bar

Le condotte di 1° specie sono generalmente utilizzate per trasportare il gas dalle zone di produzione alle zone di consumo e per allacciare le utenze ubicate all’esterno nei nuclei abitati. Le condotte di 2° specie vengono utilizzate per collegare, ove necessario, le condotte di 1° specie con quelle di 3° specie e per allacciare le utenze ubicate alla periferia dei nuclei abitati. Infine quelle di 3° specie sono generalmente utilizzate per costruire le reti di distribuzione locale. Tutte condotte devono essere sezionabili mediante apparecchiature di intercettazione.

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Le condotte di 1° specie, in tronchi della lunghezza massima di 10 km, quelle di 2° specie generalmente in tronchi della lunghezza massima di 6 km, mentre quelle di 3° specie, in tronchi della lunghezza massima di 2 km. Le condotte di 4° e 5° specie devono essere sezionabili, mediante organi di intercettazione, in tronchi della lunghezza massima di 2 km. Le condotte, in ciascun tronco ottenuto a seguito del sezionamento, devono essere munite di idonei dispositivi di scarico che consentano di procedere rapidamente allo svuotamento. Le tubazioni devono essere interrate a una profondità minima di 90 cm e, nelle reti urbane, non possono essere collocate in cunicoli insieme agli altri servizi a rete, in quanto soggette a eventuali esplosioni prodotte da possibili perdite di gas, che con un insufficiente o nullo ricambio d’aria, potrebbero formare miscele esplosive. Per tale ragione i metanodotti vengono posti in cunicoli separati, muniti di sfiati e realizzati in opere in muratura. È possibile, nel caso di attraversamenti di corsi d’acqua, porre fuori terra le tubazioni; in questo caso la condotta deve prevedere speciali strutture di protezione e di ancoraggio. La rete di distribuzione si sviluppa, in modo abbastanza uniforme in tutta la porzione urbanizzata di Palazzago, per circa 26,88 chilometri di cui 5,84 chilometri di condotte a media pressione e la parte rimanente di linee a bassa pressione. Le tubazioni di distribuzione del metano sono prevalentemente in acciaio mentre per quanto riguarda alcuni brevi tratti il materiale non viene specificato. Il diametro delle tubazioni è molto variabile a seconda della lunghezza del tratto di condotta e della pressione di trasporto, la rete ha tubazioni di diametro compreso tra i 50 e i 125 mm. Solitamente le linee interrate sono posate ad almeno 90 cm dal piano campagna e non possono essere installate in cunicoli insieme ad altre reti per evitare eventuali esplosioni dovute a perdite di gas. La Tavola 6 (a & b) redatta in scala 1:5.000 e allegata alla presente relazione tecnica, riporta la rete per la distribuzione del gas del Comune di Palazzago.

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4.2) Analisi delle criticità All’interno di questa sezione vengono riportati gli elementi caratterizzanti sia il sistema urbano consolidato, che quello in evoluzione dedotti dal Piano di Governo del Territorio. L’analisi prosegue con il reperimento dei cantieri stradali realizzati negli ultimi tre anni così come richiesto dalla normativa vigente; il quadro di valutazione continua quindi con l’analisi della vulnerabilità delle strade poste all’interno del territorio comunale e del grado di qualità dell’infrastrutturazione esistente.

4.2.1 Analisi del sistema urbano Per quanto riguarda il sistema urbano consolidato si rimanda a quanto illustrato nel paragrafo 4.1.4.. Invece per ciò che concerne le aree in evoluzione, come gli ambiti di trasformazione destinati alla residenza, dedotti dal PGT, sono la reiterazione delle precedenti previsioni insediative e l’introduzione di nuove aree basate sul fabbisogno abitativo al 2020. Le previsioni di sviluppo demografico di Palazzago per i prossimi 10 anni, con relativo dimensionamento dei fabbisogni abitativi di Piano, sono state definite seguendo le indicazioni dell’Amministrazione Provinciale contenute nelle “Linee guida per il dimensionamento e l'individuazione degli sviluppi insediativi, per la verifica dell'impatto ambientale e della qualificazione architettonica ed urbanistica degli interventi di trasformazione territoriale ed edilizia”. Lo scenario di piano introduce un incremento di 1.184 abitanti, con un aumento del 16,75 % rispetto alla popolazione oggi residente.

Nel PGT vigente si distinguono 4 diversi ambiti soggetti a trasformazione urbanistica: • AMBITI DI TRASFORMAZIONE RESIDENZIALE (45.667 MQ) • AMBITI DI TRASFORMAZIONE DI RECUPERO (7.995 MQ) • AMBITI DI TRASFORMAZIONE PRODUTTIVA (63.181 MQ) • AMBITI DI TRASFORMAZIONE A SERVIZI (59.530 MQ)

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Tutte le aree comprese nelle previsioni di trasformazione sono riportate nell’estratto della apposita cartografia di Piano di Governo del Territorio.

Estratto della Carta degli Ambiti di Trasformazione previsti dal P.G.T.

Ogni Ambito deve essere dotato di tutti i Servizi Primari previsti dal Piano dei Servizi e deve prevedere Servizi Secondari (aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico) obbligatoriamente da cedere gratuitamente.

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Nello specifico nelle tabelle seguenti sono riepilogati i vari ambiti di trasformazione (AT) e, ove presenti, le relative superfici:

PREVISIONE DECENNALE Abitanti ATr2 8 ATr3 4 ATr4 3 ATr5 3 ATr6 12 ATr7 6 ATr8 8 ATr10 8 ATr11 4 ATr12 84 Tabella 3: Caratteristiche ambiti di trasformazione residenziale

A tale ambito vanno sommati ulteriori 83 abitanti di derivazione dal vecchio P.R.G. relativi alle ATr1 (PL1a – Via Acqua 1), ATr9 (PL9b – Via Secchia Inferiore) e ATre1 (PR Via Maggiore), ATre2 (PA Via Brochione), ATr3 (PR Via Salvano).

PREVISIONE DECENNALE Superficie Superficie Slp Sup. territoriale fondiaria Max Coperta (mq) (mq) (mq) Max (mq) ATp1 11.200 7.800 4.680 3.120 ATp2 39.200 33.300 17.640 Tabella 4: Caratteristiche ambiti di trasformazione produttiva

PREVISIONE DECENNALE ATs1 43.338 mq ATs2 16.192 mq TOTALE 59.530 mq Tabella 5: Caratteristiche ambiti di trasformazione a servizi

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4.2.2 Censimento cantieri stradali Nel seguito si riportano i dati relativi ai cantieri realizzati negli ultimi tre anni dagli enti gestori dei servizi, forniti dall’Ufficio Tecnico comunale (in particolare si tratta di aggiornamenti o nuove utenze della rete telefonica e della rete elettrica). Gli enti gestori non hanno fornito direttamente indicazioni in merito alle opere eseguite per il relativi sottoservizi.

I cantieri recentemente realizzati sono: 1) TIPO DI OPERA: scavi per la realizzazione di impianti telefonici in Via Cà Curti e in Via Brocchione; ENTE GESTORE: Telecom Italia; ANNO: 2011.

2) TIPO DI OPERA: scavi per la realizzazione di impianti telefonici in Via Secchia; ENTE GESTORE: Telecom Italia; ANNO: 2011.

3) TIPO DI OPERA: scavi per la realizzazione di impianti telefonici in Via Longoni; ENTE GESTORE: Telecom Italia; ANNO: 2011.

4) TIPO DI OPERA: costruzione di linea elettrica a BT a 380 V in Via Acqua per una lunghezza di 75 m; ENTE GESTORE: Enel Distribuzione; ANNO: 2011.

5) TIPO DI OPERA: scavi per la realizzazione di impianti telefonici in Via Cà Quarengo; ENTE GESTORE: Telecom Italia; ANNO: 2012.

6) TIPO DI OPERA: posa impianti telefonici per diffusione servizi a banda larga in Via Volturno; ENTE GESTORE: Telecom Italia; ANNO: 2012.

7) TIPO DI OPERA: posa di linea elettrica a BT a 230/400 V in cavo interrato per nuova utenza in Via Dusnale; ENTE GESTORE: Enel Distribuzione; ANNO: 2013.

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8) TIPO DI OPERA: costruzione di linea elettrica a BT a 380 V in Via Verzella per una lunghezza di 90 m; ENTE GESTORE: Enel Distribuzione; ANNO: 2013.

9) TIPO DI OPERA: sostituzione di parte linea elettrica a MT a 15 kV, tracciato di dorsale B84 in Via Volturno; ENTE GESTORE: Enel Distribuzione; ANNO: 2013.

Si tratta di piccoli interventi a carattere locale, dei quali non si conoscono dettagli più approfonditi; per una migliore comprensione delle dinamiche è necessario tenere presente l’ubicazione piuttosto isolata del Comune di Palazzago e il modesto numero di interventi che sono stati eseguiti nel corso degli ultimi 3 anni.

4.2.3 Vulnerabilità delle strade Al fine di valutare l’adeguatezza delle strade urbane ad accogliere le infrastrutture sotterranee, è stata effettuata un’analisi del grado di vulnerabilità delle strade tramite la creazione di un elenco delle strade sensibili che, sulla base dell’allegato 1 del Regolamento 06/10, tiene conto delle seguenti considerazioni: le strade principali, dotate di marciapiede, presentano una sezione trasversale più grande che consente di organizzare meglio la posa dei sottoservizi. Queste strade sono anche quelle più trafficate e l’apertura di un cantiere può provocare gravi problemi alla circolazione veicolare e alti costi sociali ed ambientali; le strade locali sono meno trafficate, ma sono quelle in cui maggiori sono i problemi di mutua interferenze dei servizi nel sottosuolo; le strade con pavimentazioni di pregio possono presentare i maggiori oneri economici per l’esecuzione dei lavori, mentre quelle ad alta vocazione commerciale e storico monumentale sono più vulnerabili dal punto di vista delle ricadute sull’economia locale.

In base al tipo di informazioni acquisite si è proceduto all’individuazione di un set di 11 indicatori (Regolamento Regionale 06/10) (vedi Tabella 6).

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INDICATORE ALTA MEDIA BASSA CRITICITÀ CRITICITÀ CRITICITÀ

Larghezza sede stradale (m) [lss] 4 < lss < 5 5 < lss < 8 8 < lss < 12

Larghezza banchina laterale (m) [lb] 0 1 < lb < 3 3 < lb < 6 Spartitraffico centrale/laterale (m) [scl] 0 1 < scl < 3 3 < scl < 6

Flussi veicolari (UA/h) [Fv] Fv > 1000 200 < Fv <1000 Fv < 200

Frequenza transito (n/h) [TPL] Alta Media Bassa Circolazione pedonale Si - No Pavimentazione di pregio Si - No Vocazione commerciale (ut/m) Alta Media Bassa Vocazione storica Si - No Affollamento sottosuolo (n. servizi) tra 7 e 9 tra 5 e 7 Meno di 5 Presenza cavità sotterranee No - Si Frequenza cantieri (n/a) Alta Media Bassa Tabella 6: Indicatori utilizzati per l’analisi delle criticità

A ciascuno di questi indicatori è stato assegnato un livello di criticità (alta, media o bassa) con un punteggio che misura la vulnerabilità della strada all’apertura di un cantiere (Tabella 7), secondo le indicazioni del citato Regolamento Regionale.

INDICATORE ALTA MEDIA BASSA CRITICITÀ CRITICITÀ CRITICITÀ Larghezza sede stradale 3 1 0

Larghezza banchina laterale 3 1 0 Spartitraffico centrale/laterale 2 1 0

Flussi veicolari (UA/h) 5 3 0

Frequenza transito [TPL] 2 1 0

Circolazione pedonale 2 - 0

Pavimentazione di pregio 3 - 0 Vocazione commerciale 3 1 Vocazione storica 2 - 0

Affollamento sottosuolo (n. servizi) 3 1 0

Presenza cavità sotterranee 1 - 0

Frequenza cantieri (n/a) 3 1 0

Tabella 7: Assegnazione dei livelli di criticità

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A ogni strada e per ogni indicatore analizzato è assegnato un punteggio: dalla sommatoria dei valori di ogni riga si ottiene un numero che misura il Grado di Criticità (GC) della strada rispetto all’apertura di un cantiere. In tal modo riordinando le righe per valori decrescenti del parametro GC è stato possibile costruire la classifica delle strade sensibili. Le strade che raggiungono i punteggi più alti sono quelle più critiche, ovvero quelle che con l’apertura di un cantiere andrebbero incontro a più elevati costi sociali ed economici. L’analisi della criticità è stata effettuata analizzando esclusivamente le strade più rilevanti all’interno del territorio di Palazzago; in tal modo l’indagine ha interessato le 8 strade riportate in Tabella 8. La somma dei punteggi degli indicatori analizzati ha permesso di ottenere la misura del grado di criticità (GC) di ogni strada rispetto all’apertura di un eventuale cantiere; tale indagine, i cui risultati sono riportati in tabella, evidenzia quali sono, tra le strade oggetto d’indagine, quelle più critiche. Sulla base dei valori ottenuti per ciascun indicatore preso in esame, sono state considerate critiche le strade che hanno ottenuto un punteggio superiore a 11.

NOME STRADA GRADO DI CRITICITÀ (GC) Via Briantea 17 Via San Sosimo – S.P. 175 12 Via Longoni – S.P. 176 10 Via Salvano 8 Via Verzella 8 Via Borghetto 6 Via Precornelli 9 Via Pratomarone 10 Tabella 8: Assi viari analizzati e assegnazione dei livelli di criticità Nell’elenco sottostante sono riportate le strade a maggior grado di criticità presenti nel territorio di Palazzago. • Via Briantea • Via San Sosimo

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4.3) Piano degli interventi In base alle vigenti disposizioni normative, il PUGSS è lo strumento generale di pianificazione dei servizi in sottosuolo in relazione agli indirizzi previsti dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, dal Piano Regolatore Generale e dai Piani Attuativi previsti a livello comunale e deve essere inserito nel Piano di Governo del Territorio (PGT), come specifica settoriale del Piano dei Servizi. Il PUGSS infatti integra, relativamente all’infrastrutturazione del sottosuolo, il Piano dei Servizi (L.R. n. 12 del 11/03/05), che è uno dei tre documenti del PGT, insieme al Documento di Piano ed al Piano delle Regole. La coerenza con il PTCP, il PGT e conseguentemente il Piano dei Servizi permette, infatti, di fissare gli indirizzi strategici su cui impostare la successiva fase di pianificazione, migliorando la funzionalità delle dotazioni presenti nel territorio comunale e diminuendo l’entità dei disservizi ancora presenti nel contesto urbano. Conseguentemente per la redazione del PUGSS sono stati presi in esame i seguenti Piani di programmazione e regolamenti locali: * il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale; * il Documento di Piano del PGT; * i Piani Integrati di Intervento; * il Piano dei Servizi * i programmi di intervento dei gestori dei sottoservizi (ove forniti).

4.3.1 Scenario di infrastrutturazione L’analisi dei documenti sopra riportati costituisce punto di partenza indispensabile per disegnare lo scenario di futura infrastrutturazione del sottosuolo, che non può prescindere dagli interventi di manomissione del sottosuolo previsti dai gestori e dal Documento di Piano. Hidrogest, rispetto allo stato di fatto segnala che la rete fognaria di Palazzago presenta problemi di vetustà e che alcuni tratti dell’attuale rete in uso sarebbero da sostituire. Inoltre come si può ben vedere dalla Tavola 2 (“Rete di smaltimento acque”) è stato eseguito un progetto di parziale rifacimento del sistema fognario comunale; tale progetto non risulta però ancora materialmente eseguito e non è possibile al momento stabilire tempi certi per la sua realizzazione.

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A causa dell’estensione del territorio e del frazionamento di nuclei abitati alcuni agglomerati non sono collettati alla rete principale e scaricano per lo più in corso d’acqua superficiale ed in aggiunta diversi case sparse sono nella medesima situazione. L’Amministrazione comunale ha in corso, una ricognizione della rete esistente, in maniera tale da poter stabilire le opere prioritarie necessarie nel tempo.

Per quanto riguarda la pubblica illuminazione le uniche criticità riscontrate riguardano casi sporadici, limitati ai nuclei montani sparsi sul territorio comunale.

Nel quadro strategico del Documento di Piano - a pag. 132, Il sistema della mobilità - sono riportati gli interventi previsti sul sistema stradale esistente, in particolare in P.G.T vigente pone l’attenzione sulla modifica del tracciato della SP n°. 175 degli Almenni in maniera da by passare l’abitato di S. Sosimo per immettersi sulla ex S.S. Briantea. Inoltre l’Amministrazione comunale non ha ritenuto di confermare nel vigente strumento urbanistico la previsione viabilistica di P.R.G. inerente il collegamento fra l’abitato di S. Sosimo e la via Longoni; le motivazioni a riguardo di tale scelta sono essenzialmente legate alle caratteristiche ambientali e paesaggistiche del territorio che la realizzazione di una nuova strada avrebbe pregiudicato in maniera sostanziale, oltre che in funzione di aspetti di natura finanziaria. Per quanto riguarda le connessioni locali l’Amministrazione ritiene prioritari i seguenti aspetti: - opere di riqualificazione ex S.S. Briantea; - verifica del sistema viario all’interno del tessuto consolidato in maniera tale da programmare una corretta dotazione di spazi di sosta, nonché interventi di sistemazione dei calibri stradali per garantire la sicurezza non solo degli autoveicoli, ma bensì del pedone; - definizione del sistema pedonale e/o ciclabile all’interno del tessuto consolidato; onde creare una rete di percorsi armonica, da realizzarsi nel tempo per collegare il territorio ai centri vitali dei servizi della comunità; - definizione del sistema dei percorsi in ambito collinare, onde garantire maggior fruizione dello stesso; - possibilità di introdurre zone a traffico limitato (zone 30) per alcuni quartieri residenziali.

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4.3.2 Criteri di intervento Uno degli obiettivi principali del PUGSS è quello di tracciare delle linee guida per attuare un processo graduale di sviluppo dei sottoservizi che si inserisca in modo armonico all’interno di una strategia più ampia di trasformazione del territorio comunale. Il sottosuolo va infatti ritenuto come un’importante risorsa che, essendo deputata ad accogliere al suo interno tutti i sistemi a rete, può rappresentare uno stimolo al riordino e all’espansione del territorio comunale, inserendosi nelle azioni più ampie di governo del territorio. L’infrastrutturazione del sottosuolo deve procedere di pari passo con gli interventi di trasformazione del territorio comunale previsti nel PGT, per creare le necessarie sinergie sia in ambito economico, che in quello urbanistico ed ambientale. Scopo del PUGSS è quindi valutare le esigenze di innovazione delle diverse reti interrate e formulare, di conseguenza, adeguate proposte di riqualificazione, valorizzando al meglio l’imprescindibile rapporto tra soprasuolo e sottosuolo. Tale riqualificazione deve aspirare ad un miglioramento della qualità dei servizi erogati sia in termini di funzionalità delle dotazioni presenti, che di sviluppo della qualità della vita urbana, grazie anche alla diminuzione dei costi a carico della collettività e del numero degli interventi di manutentivi sulle reti. Sulla base di queste considerazioni sono state tracciate le linee strategiche del PUGSS e conseguentemente sono state effettuate le scelte di piano qui presentate e condivise con l’amministrazione comunale. Tali scelte rappresentano il risultato di un’analisi della realtà urbana comunale e del quadro globale dei diversi sistemi a rete. È importante sottolineare che le analisi hanno preso le mosse dal reperimento e dalla successiva codifica di una grande quantità di dati relativi ai diversi sistemi di gestione delle varie tipologie di reti, che presentano tra loro un differente grado di precisione e di approfondimento. Bisogna inoltre rilevare che molte informazioni tecnico - gestionali, relative al sistema delle reti, non sono state rese disponibili dai gestori dei vari servizi, cosa che ha reso incompleta e talvolta molto lacunosa la rappresentazione del quadro globale.

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Risulta quindi di primaria importanza procedere all’integrazione ed all’approfondimento continuo dei dati in possesso dell’Amministrazione comunale, al fine di pervenire ad una conoscenza di base il più possibile particolareggiata degli elementi che costituiscono le diverse reti di sottoservizi. Tale obbiettivo dovrà essere raggiunto tramite la realizzazione di un idoneo Sistema Informativo Territoriale (SIT), che rappresenterà il punto di partenza per tutte le successive scelte progettuali. Al fine quindi di pianificare razionalmente le tipologie e le modalità di intervento nel sottosuolo è opportuno che la scelta di infrastrutturazione ricada il più possibile sulla realizzazione di Strutture Sotterranee Polifunzionali (SSP), che costituiscono indubbiamente la scelta più innovativa per il riordino del territorio. Si veda per i dettagli relativi a queste tipologie di manufatti l’allegata Appendice A.

Per quanto riguarda le aree soggette a trasformazione urbanistica elencate al paragrafo 4.2.1., in quasi tutti i casi non è necessario il prolungamento delle reti infrastrutturali; casomai talvolta alcune reti non raggiungono il lotto, ma sono presenti nelle vie adiacenti .

Sia nel caso di posa di nuove reti che in occasione degli interventi sulla viabilità previsti dal Documento di Piano e illustrati al paragrafo 4.3.1 (qualora prevedano la riallocazione dei sottoservizi presenti), si suggerisce la concentrazione delle infrastrutture da realizzare a lato della viabilità veicolare, prevedendo per i marciapiedi al servizio delle aree urbanizzate larghezze non inferiori a 4 m. La scelta di tale larghezza deve essere adottata negli ambiti di trasformazione e anche nelle zone già urbanizzate ma soggette a rilevanti ristrutturazioni urbanistiche. L’utilizzazione infatti di cunicoli tecnologici e di polifore posate contestualmente alla realizzazione delle restanti opere di urbanizzazione comporta infatti un notevole contenimento dei costi unitamente ad una riduzione dei disagi per la popolazione. La tipologia preferenziale di posa degli impianti nel sottosuolo e costituita da cunicoli tecnologici e polifere, dimensionate in modo da poter contenere, oltre agli esistenti anche gli impianti necessari all’erogazione di prevedibili nuovi pubblici servizi.

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Per quanto riguarda l’ammodernamento delle reti esistenti, si prevede di intervenire secondo le modalità e le tempistiche specificate nei paragrafi successivi (criteri di intervento e fasce di priorità).

4.3.3 Soluzioni per il completamento della ricognizione Obiettivo fondamentale del PUGSS è effettuare la ricostruzione puntuale del sistema delle reti dei servizi presenti nel territorio comunale, cercando al contempo di valutare le carenze ed i bisogni di adeguamento delle diverse reti a servizio della collettività. La complessità insita nella materia infatti richiede uno sforzo da parte di tutte le parti coinvolte nella gestione delle reti interrate. Una prima azione in tal senso consisterebbe nella messa a punto di un database contenente una lista delle carenze delle diverse reti locali e dei gap tra domanda e offerta percepiti dalla popolazione. Una volta individuati i punti di insufficienza nel funzionamento delle reti e dei servizi, sarebbe necessario promuovere un’azione sistematica di monitoraggio, a cui tutti gli enti coinvolti sono chiamati a concorrere, investendo conseguentemente le risorse per recuperare le criticità più evidenti. Un’ulteriore azione da intraprendere e che nel presente studio ha rappresentato il maggiore elemento di criticità, riguarda la condivisione delle conoscenze relative al territorio in esame e la completezza del dato fornito. Per sopperire a tale circostanza è opportuno, così come sancito dalla normativa vigente, operare per la creazione di un “Gruppo di lavoro” adibito all’integrazione delle informazioni disponibili, che coinvolga sia l’Amministrazione Comunale che i vari soggetti che gestiscono i servizi, con il fine di creare e rendere fruibile un sistema informativo territoriale che contenga tutte le categorie di informazioni utili per la corretta gestione dei servizi interrati e che permetta, di conseguenza, un affinamento delle conoscenze di base e degli elementi tecnici a supporto dei diversi indirizzi progettuali. Sarà compito dell’Amministrazione Comunale provvedere alla predisposizione di appositi moduli sui quali gli Enti Gestori, al termine di qualsiasi intervento nel sottosuolo urbano, si impegnino a restituire sia lo stato di fatto della rete oggetto dell’intervento, sia un rilievo delle altre infrastrutture rinvenute all’interno del cantiere stesso.

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Gli enti gestori dovranno provvedere al trasferimento dei dati relativi ai tracciati delle reti di loro competenza all’Amministrazione Comunale secondo un modello concordato, finalizzato ad alimentare un flusso informativo fondato su presupposti di efficacia ed efficienza, di riservatezza e sicurezza del dato. L’Amministrazione Comunale, da parte sua, acquisisce ed integra le informazioni fornite dagli enti gestori, provvedendo a trasferire le informazioni elaborate ai livelli provinciale e regionale, in rapporto ai fabbisogni informativi di tali livelli. Inoltre l’Amministrazione Comunale deve rendere disponibile agli enti gestori la base cartografica vettoriale georeferenziata rappresentativa del territorio comunale e deve pubblicare i propri dati, consentendone ai Gestori l’utilizzo per fini gestionali ed operativi.

4.3.4 Cronoprogramma degli interventi e sostenibilità economica del piano Il PUGSS si attua seguendo le indicazioni e le modalità di intervento previste nel PGT e nello specifico nel Piano dei Servizi, integrando le sue funzioni con i Sistemi che ne fanno parte e facendo proprie le azioni per gli interventi previsti. Inoltre è priorità del PUGSS agire in armonia con gli Ambiti di Trasformazione previsti ed in rispetto degli elementi vincolanti di questi previsti nel Piano dei Servizi. Il PUGSS verrà inoltre adeguato rispetto alle modifiche apportate al Piano di Governo del Territorio dalle sue varianti. Inoltre gli obbiettivi del Piano Triennale delle Opere Pubbliche (PTOP) vengono recepiti come prioritari per il PUGSS, perciò la programmazione delle opere pubbliche sarà chiaro riferimento per il Gestore nella pianificazione dei propri interventi. Per tale ragione a ogni successivo aggiornamento del PTOP verranno introdotte modifiche anche alla programmazione triennale del PUGSS per mantenere gli obiettivi e le finalità dello stesso. Il cronoprogramma degli interventi illustrati nel par. 4.3.2 discende direttamente dall’ordine di priorità indicato dall’amministrazione, che andrà coordinato con gli interventi previsti dai vari gestori sui sottoservizi di competenza.

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4.3.5 Procedure di monitoraggio Le procedure di monitoraggio, realizzate dall’Amministrazione Comunale attraverso la costituzione dell’Ufficio del Sottosuolo (si veda il seguente cap. 5), possono essere a livello di Intervento e a livello di Piano così come descritto nel seguito: • Il monitoraggio a livello di Intervento deve essere effettuato ogni qualvolta viene pianificato un nuovo intervento sui sottoservizi. • Il monitoraggio deve essere effettuato tramite la compilazione di una scheda informativa dedicata (predisposta dall’Ufficio del Sottosuolo Comunale), da parte di chi esegue l’intervento. Durante la realizzazione dei lavori potranno essere allegati alla suddetta scheda tutti i documenti necessari a descrivere l’avanzamento dei lavori. In tal modo l’ufficio del Sottosuolo avrà sempre evidenza dello stato di fatto delle reti e potrà attuare le opportune azioni di controllo. • Il monitoraggio a livello di Piano deve attuarsi da parte dell’Ufficio del Sottosuolo alla conclusione di ogni intervento relativo alle reti interrate. Più nel dettaglio, l’esecutore dell’intervento dovrà aggiornare i dati relativi alle reti coinvolte, nonché fornire tutte le informazioni indispensabili per una puntuale conoscenza delle reti (planimetrie, sezioni, particolari costruttivi, materiale fotografico, etc.). a conclusione di ogni intervento ogni ente dovrà fornire i dati su: l’aggiornamento dei dati cartografici (secondo quanto previsto nel R.R. 06); le specifiche tecniche degli impianti realizzati; le indicazioni sulla rintracciabilità e sulle eventuali protezioni esterne e giaciture delle linee posate (sistema di posa, nastri di segnalazione, etc.); le sezioni significative del percorso, in cui siano riportate la profondità di posa delle tubazioni, le distanze tra gli impianti, la loro posizione orizzontale, etc.; tutta la documentazione necessaria a completare l’informazione sull’intervento effettuato; le eventuali riprese fotografiche eseguite durate i lavori.

In merito ad ulteriori caratteristiche relative alle attività di monitoraggio si faccia riferimento a quanto riportato di seguito all’interno delle indicazioni per la costituzione dell’Ufficio del Sottosuolo.

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§ 5) INDICAZIONI PER LA COSTITUZIONE DELL’UFFICIO DEL SOTTOSUOLO Secondo quanto stabilito dal D.P.C.M. del 03/03/1999 le Amministrazioni comunali e gli altri Enti dovranno dotarsi di adeguati sistemi informativi con l’obiettivo di realizzare un archivio comunale integrato delle infrastrutture sotterranee. A tal fine i gestori dei vari servizi dovranno assumere la cartografia comunale del sottosuolo e mantenere costantemente aggiornati i dati cartografici e le informazioni relative ai propri impianti e su richiesta dell’Amministrazione Comunale (o degli altri Enti interessati) renderli disponibili senza alcun onere aggiuntivo. Gli enti gestori dovranno fornire al Comune la cartografia delle proprie reti su supporto magnetico compatibile, nei formati propri degli elaborati di tipo GIS (shape file) e di tipo CAD (DGN, DWG, DXF). Tecnicamente al fine di rendere maggiormente confrontabili i vari elaborati, è necessario che la loro elaborazione segua modalità unitarie di rappresentazione grafica (quotatura, campitura, etc.); perciò tutte le rappresentazioni grafiche devono rispondere ai criteri di unificazione riconosciuti e codificati. Le Aziende dovranno precisare, per ciascun tipo di impianto, l’ubicazione indicando, dove possibile, il lato della strada occupato, la profondità e la distanza dai punti di riferimento degli edifici. Più nel dettaglio le Aziende che gestiscono il servizio di distribuzione del gas e dell’acqua dovranno indicare la specifica della condotta, il materiale, e la dimensione; quelle preposte alla distribuzione dell’elettricità dovranno fornire i dati relativi alle tensioni nominali ed alla tipologia di materiali impiegati, mentre le Aziende che curano i servizi di telecomunicazioni dovranno rendere disponibili i dati relativi alle canalizzazioni, ai tubi affiancati ed ai cavi in trincea (D.P.C.M. del 03/03/1999). Ciò permetterà di disporre di una cartografia numerica del territorio aggiornata da utilizzare come base Comune per tutti gli utenti che interagiscono nella medesima attività dando luogo, in tal modo, ad un sistema unitario da condividere quale mezzo indispensabile per lo scambio delle diverse informazioni tra gli utenti stessi. In tal modo, coerentemente con le direttive AIPA (Autorità per l’Informatizzazione nella Pubblica Amministrazione), sarà possibile realizzare un SIT nel quale le diverse esigenze di progettazione e pianificazione trovino un’unica base di riferimento.

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5.1) Specifiche tecniche per la mappatura delle reti tecnologiche Si riportano nel seguito alcune indicazioni tratte dal Regolamento Regionale n. 6 del 15 febbraio “Criteri guida per la redazione dei piani urbani generali dei servizi nel sottosuolo (PUGSS) e criteri per la mappatura e la georeferenziazione delle infrastrutture (ai sensi della L.R. 12 dicembre 2003, n. 26, art. 37, art. 38 e art. 55)” (BURL - 1° Suppl. Ordinario – 23/02/2010) e successivo aggiornamento “D.d.g. 10 aprile 2014 - n. 3095 Modifiche all’allegato 2 del Regolamento Regionale 15 febbraio 2010, n. 6,, in cui vengono descritte le metodologie di rilievo, le strumentazioni da utilizzare e le precisioni da rispettare relativamente agli elementi che costituiscono l’oggetto del rilievo delle reti tecnologiche. Il R.R. fornisce le linee guida per l’implementazione di un Database delle Reti di Sottoservizi e definisce, oltre ai contenuti delle Classi di oggetti che costituiscono le reti dei servizi, gli aspetti di strutturazione (tipo di formato, nomi dei file di fornitura e dei campi comuni a tutte le Classi) e di geometria di queste. Nell’ambito del presente lavoro, per ogni classe di oggetti, è stato generato uno shapefile il quale è stato strutturato utilizzando la codifica Strato – Tema - Classe per il nome dello shapefile ed il “nome breve” per i campi dello shapefile che rappresentano gli attributi delle Classi delle reti di sottoservizi. Ogni shape riporta i seguenti attributi generali, già previsti dalle “Linee guida per la realizzazione di data base topografici (DBT)” elaborato dal CNIPA: • CLASSE, 6 STRINGA (codice definito dalla concatenazione dei codici di strato – tema - classe); • FILE_ID, NUMERICO (identificativo univoco progressivo per la classe di oggetti); • RILIEVO, DATA (data di rilievo/inserimento nel sit); oltre agli attributi specifici per le reti di sottoservizi che ne definiscono le caratteristiche. Il nome breve di tali attributi è stato definito anteponendo la lettera L (per gli attributi delle classi di tipo lineare) e P (per gli attributi delle classi di tipo puntiforme) alla lettera che richiama la tipologia di rete considerata a cui viene fatta seguire una stringa che richiama l’attributo descritto nel campo.

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Le lettere identificative delle differenti tipologie di reti (temi dello strato 07) sono le seguenti: A – approvvigionamento idrico; F – fognatura (smaltimento delle acque); E – rete elettrica; G – rete gas; TC – rete di telecomunicazione e cablaggio.

Relativamente all’incompletezza dell’informazione si faccia riferimento alla precisazione riportata alla pag. 7 dell’All. A del “D.d.g. 10 aprile 2014 - n. 3095 Modifiche all’allegato 2 del Regolamento Regionale 15 febbraio 2010, n. 6, in cui sono riportati i codici da utilizzare nel caso in cui il dato sia mancante. Gli attributi dei campi indicati con il codice “DEF” sono attributi definiti, ma non obbligatori; sarà quindi l’appaltatore, di volta in volta, a decidere se far diventare obbligatori o meno questi campi; gli attributi dei campi indicati con il codice “DOB” sono invece considerati definiti e obbligatori per la data scala di riferimento, dunque indispensabili per la gestione informatica della rete (per maggiore chiarezza fare ancora riferimento alla pag. 7 dell’All. A del “D.d.g. 10 aprile 2014 - n. 3095 Modifiche all’allegato 2 del Regolamento Regionale 15 febbraio 2010, n. 6).

§ 6) CONCLUSIONI Il Piano Urbano Generale dei Servizi nel Sottosuolo riveste un ruolo di primaria importanza nel governo del sottosuolo stradale nelle aree urbanizzate, offrendo la possibilità di attuare una gestione dei servizi innovativa, monitorabile, implementabile e, nella fase a regime, economica, sia per le reti presenti che per quelle in progetto. Tramite la realizzazione delle linee di infrastrutturazione ipotizzate dal PUGSS si vogliono, infatti, anche contenere i costi sociali ed economici derivanti, da un lato, dall’inefficienza delle reti tecnologiche e, dall’altro, dal mancato coordinamento degli interventi sulle stesse.

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Il PUGSS, fornisce indirizzi e criteri per la realizzazione degli interventi necessari all’ammodernamento del sistema dei diversi servizi, al fine limitare al massimo i disagi per la popolazione ed i dissesti del suolo pubblico. Il PUGSS si compone di un Regolamento per la realizzazione degli interventi per i quali definisce, inoltre, l’iter autorizzativo, i relativi oneri economici, le garanzie e le eventuali sanzioni da corrispondere all’amministrazione comunale. Di primaria importanza nell’intero processo realizzativo è l’indispensabile coordinamento tra i diversi enti gestori che esprimono interessi economici nell’uso del sottosuolo e che, in un’ottica di partecipazione e condivisione, devono collaborare con l’amministrazione comunale al fine di ridurre i disagi alla popolazione e, nel contempo migliorare, in un processo continuo, la qualità dei diversi sistemi a rete. I servizi, infatti, costituiscono un fattore essenziale per lo sviluppo del territorio, contribuendo alla competitività dell’economia locale e garantendo un sempre migliore livello di confort e sicurezza per la cittadinanza. La pianificazione del sottosuolo, voluta dalla Regione Lombardia e attivata dall’Amministrazione comunale di Palazzago, è un’occasione che va sviluppata ed implementata sulla base delle esigenze delle collettività che ne usufruirà, attraverso la realizzazione degli interventi previsti dal piano. È opportuno ricordare che le operazioni di raccolta e successiva analisi delle varie informazioni che descrivono i sistemi a rete, nonché quelle relative al coordinamento e alla programmazione dei diversi interventi presuppongono, per l’Amministrazione comunale, ingenti costi economici che devono essere supportati anche dall’introduzione di specifici oneri a carico delle aziende erogatrici che operano nel settore. Il dibattito sviluppatosi anche a livello nazionale, relativamente alla pianificazione del sottosuolo, ha trovato un generale accordo circa la necessità che tali oneri economici debbano, non solo essere sostenuti dalle aziende erogatrici, ma debbano anche comprendere le spese sostenute dall’amministrazione comunale per l’attività di coordinamento e programmazione dei vari interventi, tra cui anche la creazione e la gestione delle banche dati informatizzate volute dalla normativa vigente. Riveste una primaria importanza il ruolo svolto dalle suddette banche dati informatizzate che, una volta a regime, costituiranno un indispensabile strumento a servizio dell’amministrazione comunale per la pianificazione dei servizi allocati nel sottosuolo.

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Il Comune di Palazzago relativamente all’uso e all’infrastrutturazione del sottosuolo, non dispone ancora delle informazioni in maniera diretta e le conoscenze sono, in alcuni ambiti, ancora scarse e frammentarie. A tal proposito, il passaggio di informazioni tra l’Amministrazione comunale e le aziende erogatrici dei diversi servizi nel sottosuolo deve essere fortemente incrementato. Il PUGSS, in tal senso, può rappresentare un valido strumento per la creazione di un rapporto di collaborazione continuativo tra la pubblica amministrazione e le aziende erogatrici dei vari servizi al fine di migliorare la conoscenza e la gestione informatizzata ed operativa del sottosuolo.

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APPENDICE A

Principali caratteristiche tecniche di riferimento per la realizzazione delle reti dei sottoservizi

Le infrastrutture sotterranee in cui allocare le reti dei sottoservizi sono classificate in tre categorie:

• TRINCEA: Scavo aperto di sezione adeguata realizzato in concomitanza di marciapiede e strade

• POLIFORA: Manufatto con elementi continui affiancati (o termosaldati) per l’inserimento di più servizi di rete

• STRUTTURA SOTTERRANEA POLIFUNZIONALE: Galleria pluriservizi percorribili e Cunicolo tecnologico ispezionabile

La polifora, manufatto in calcestruzzo non percorribile, è costituita da uno o più fori per l’alloggiamento delle canalizzazioni in polietilene ad alta densità, destinate alla posa dei cavi per la distribuzione dell’energia elettrica e/o per le telecomunicazioni (cavidotti) . Le Strutture Sotterranee Polifunzionali (SSP) possono essere delle “Gallerie pluriservizi percorribili” o dei “Cunicoli tecnologici ispezionabili” in funzione delle loro differenti dimensioni. La Galleria tecnologica è una struttura multifunzionale percorribile (di dimensioni libere minime di 0,7 m di larghezza e 2 m di altezza) dotata di un sistema automatizzato per gli aspetti gestionali, manutentivi e di sicurezza e capace di alloggiare, al suo interno, diverse reti di servizi (rete elettrica in bassa e media tensione, rete di illuminazione pubblica, rete di telecomunicazione, rete idrica, etc.), che devono essere posti in corrispondenza delle pareti della galleria, mentre nella zona centrale della stessa deve essere lasciato un corridoio per il transito del personale addetto. In alternativa alla galleria può essere realizzato il Cunicolo tecnologico (figura 1b) che rappresenta un’infrastruttura pluriservizi tecnologici, ma contraddistinta da dimensioni più ridotte.

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Le sue dimensioni esterne, infatti, vanno da 130 cm di larghezza x 90 cm di altezza a 190 cm di larghezza x 110 cm di altezza. Le SSP consentono la posa congiunta di diverse tipologie di reti (esclusa la rete di distribuzione del gas) all’interno di un unico manufatto facilmente accessibile e che permette di intervenire per le normali azioni di manutenzione (ordinaria e straordinaria) senza impiantare cantieri nella sede stradale e quindi non arrecando disturbo alla circolazione viaria. Il ricorso a tale tipologia di infrastrutturazione offre la possibilità di rinnovare radicalmente il sistema delle reti, assicurando una manutenzione tempestiva ed agevole.

Qualsiasi tipologia di infrastrutture si progetti, si devono comunque soddisfare i seguenti requisiti: • essere realizzate con l’ausilio di tecnologie improntate al contenimento dell’effrazione della sede stradale; • essere dotate di derivazioni funzionali alla successiva realizzazione degli allacciamenti verso l’utenza finale; • essere realizzate contemporaneamente alle altre opere di urbanizzazione (nel caso l’infrastruttura interessi aree di espansione urbana); • essere strutturate in modo da poter alloggiare, il più possibile, tutti i servizi compatibili (conformemente alle norme tecniche UNI - CEI).

Più nel dettaglio la progettazione delle gallerie polifunzionali deve valutare: le caratteristiche costruttive tali da resistere alle sollecitazioni esterne; la presenza di dislivelli e pendenze stradali eccessive; i sistemi di drenaggio e l’eventualmente impermeabilizzazione necessaria; la disponibilità di passerelle, passaggi interni, altezze ed alloggiamenti dedicati; l’esigenze di gestione, manutenzione e riparazione. Inoltre vanno attentamente stimate le probabilità del verificarsi di incidenti (cedimenti, esplosioni, incendi, allagamenti, tensioni pericolose, emissioni nocive, etc.) e valutati i rischi per la sicurezza dei lavoratori e per la continuità dei servizi erogati. Le infrastrutture polifunzionali, inoltre, ai sensi dell’art. 66 del DPR n. 495 del 1992, devono essere accessibili dall’esterno per consentire i normali interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.

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Deve essere pertanto attentamente progettato il sistema degli accessi alle reti nel sottosuolo, che deve essere tale da: garantire la massima sicurezza e le eventuali operazioni di soccorso agli addetti eventualmente infortunati; non intralciare il traffico stradale; permettere l’agevole movimentazione dei componenti voluminosi (condotte, valvole, etc.); essere agevolmente raggiungibile; limitare la possibilità che si verifichino infiltrazioni di acqua, fumi, gas, etc.; garantire la massima sicurezza impedendo l’accesso ai non addetti. Le gallerie inoltre devono essere dotate di opportuni servizi (energia elettrica, illuminazione, ventilazione naturale e/o forzata, sistemi di comunicazione con l’esterno, mezzi tagliafuoco, sistemi per il controllo dei valori di temperatura, umidità, gas, vapori e fumi) per lo svolgimento delle normali operazioni di manutenzione in condizioni di massima sicurezza. Esse, inoltre, vanno realizzate in modo da poter essere abbandonate in entrambe le direzioni ed i percorsi di fuga devono essere chiaramente visibili anche in condizioni sfavorevoli (presenza di fumo, acqua, etc.). La fase di scelta tra le possibili soluzioni di ubicazione delle diverse infrastrutture sotterranee deve essere un processo partecipato tra l’Amministrazione Comunale e le Aziende che gestiscono i diversi servizi, in relazione alle aree interessate, alle dimensioni e alla potenzialità degli impianti ed al numero degli utenti serviti. Le infrastrutture atte a contenere i sottoservizi sono generalmente poste al di sotto del marciapiede (o comunque nelle fasce di pertinenza stradale) in modo da limitare il disagio alla circolazione stradale e non devono mai essere collocate, nel loro andamento longitudinale, al di sopra di altri servizi interrati. La profondità di interramento, misurata dall’estradosso del cavidotto, è variabile in funzione del tipo di servizio allocato e delle corrispondenti norme di settore. Qualora non sia possibile impiantare i sottoservizi in corrispondenza dei marciapiedi o delle banchine, le infrastrutture possono essere poste longitudinalmente sotto la carreggiata, quanto più possibile in prossimità del bordo stesso o, nel caso di presenza del marciapiede, in prossimità del cordolo delimitante lo stesso. In questo caso l’infrastruttura deve essere opportunamente progettata, realizzata e testata per sopportare le sollecitazioni dinamiche insistenti sui diversi manufatti. Gli eventuali attraversamenti trasversali devono essere posizionati in appositi manufatti o in cunicoli e pozzetti e, dove possibile, devono essere realizzati con sistema a spinta degli stessi nel corpo stradale.

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La profondità dell’estradosso dei manufatti protettivi degli attraversamenti in sotterraneo, rispetto al piano stradale, deve essere preventivamente approvata dall’Amministrazione comunale in relazione alla condizione morfologica dei terreni e alle condizioni di traffico. In ogni caso la profondità minima misurata dal piano viabile di rotolamento non deve essere inferiore a 1 m (D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495), salvo prescrizioni più restrittive imposte dagli enti gestori dei diversi servizi. La presenza di qualsiasi tipologia di servizio interrato deve essere segnalata tramite l’utilizzo di un apposito nastro segnalatore plastificato di idoneo colore (nel rispetto delle convenzioni internazionali) posto in asse con gli impianti stessi, a circa metà tra l’estradosso della conduttura ed il piano viabile, al fine di segnalare la presenza delle tubazioni posate. Tale nastro segnalatore dovrà essere di materiale plastico, pigmentato, resistente alle operazioni di rinterro, alle deformazioni da assestamento e compattazione del terreno, agli agenti chimici e pertanto non degradabile nel tempo e dovrà riportare l’indicazione del tipo di condotta sottostante (es. Enel, Gas, Acqua, etc.). Oltre all’utilizzo dei nastri segnalatori la presenza dei sottoservizi può essere segnalata anche tramite l’ausilio di reti di segnalazione, targhe verticali e targhe in ghisa poste a livello della pavimentazione stradale. Le reti, realizzate in polietilene ad alta densità espansa, possono a loro volta suddividersi in reti con nastro segnalatore (che indica la presenza della condotta interrata) e reti con nastro rilevatore, che consentono di rilevare i percorsi e le profondità di interramento delle tubazioni grazie all’utilizzo di idonee apparecchiature a generazione di impulsi. Infine le targhe che devono essere in accordo alle relative norme DIN per quanto riguarda la colorazione e le diciture in esse riportate, si applicano sui muri o sui pali in corrispondenza alle condotte interrate. Quando nella fase di progettazione dei diversi sottoservizi si verifica il caso di sovrapposizione, nello stesso tratto di strada, di interventi da parte di più Aziende, è preferibile che venga realizzato, se tecnicamente possibile, un idoneo manufatto multiservizi a servizio di tutte le Aziende interessate. Il D.P.C.M. del 03/03/1999 a tal proposito stabilisce che nel caso in cui un intervento straordinario comporti l’interruzione dell’intera sede stradale, per almeno 50 metri consecutivi, si debba realizzare, se tecnicamente possibile, una struttura polifunzionale, anche in previsione dei possibili sviluppi urbanistici futuri.

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Tali strutture polifunzionali, che rappresentano (secondo la Direttiva del 3/3/99 art. 8) una soluzione da privilegiare, devono avere, coerentemente con le indicazioni UNICEI, una dimensione non inferiore ai 2 metri di altezza e 70 cm di larghezza, quale spazio libero di passaggi (anche per il caso di emergenza), oltre allo spazio di ingombro da riservare alle varie utenze, passerelle ed altro. Qualora inoltre i lavori riguardino i marciapiedi le altre pertinenze, stradali si deve garantire la mobilità delle persone con ridotta o impedita capacità motoria, predisponendo adeguati transennamenti e ripristinando la continuità dei passi carrai con adeguati accorgimenti. Nel caso in cui si debba intervenire su strade definite “sensibili”, si dovranno utilizzare tecnologie il più possibile non invasive, facendo ricorso a sistemi di scavo che riducano al minimo il danneggiamento della sede stradale. Si dovranno favorire le seguenti soluzioni: condivisione di scavi e di infrastrutture sotterranee; realizzazione di minitrincee; posa di condotte attraverso perforazioni teleguidate. In ogni caso le infrastrutture per l’alloggiamento delle reti in sotterraneo dovranno essere realizzate secondo quanto riportato nella L.R. n. 26 del 12/12/2003.

Tecnologie non invasive Le tecnologie non invasive No - Dig (tecnologie “senza scavo”) rappresentano un valido strumento per equilibrare l’esigenza continua di realizzare nuovi servizi interrati (ed effettuare le normali opere di manutenzione) con la necessità di rispettare l’ambiente ed arrecare il minor disagio possibile alla popolazione. Queste tecniche vengono impiegate sia per realizzare nuove installazioni di reti tecnologiche che per ristrutturare canalizzazioni già esistenti, ma che necessitano anche di importanti interventi di manutenzione. Questa seconda tipologia risulta la più vantaggiosa (in termini di impatto sull’ambiente urbano) dal momento che limita ulteriormente il numero e l’entità degli scavi e conseguentemente la volumetria del materiale di risulta (con innegabili vantaggi economici). Per entrambe le applicazioni comunque esistono molteplici tecniche di intervento le più usuali delle quali sono presentate successivamente.

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In particolare la “Perforazione guidata”, il “Microtunneling”, lo “Spingitubo” e la “Mole” riguardano le tecniche per realizzare nuove installazioni, mentre le altre sono impiegate per il ripristino di canalizzazioni già esistenti; scendendo maggiormente nel dettaglio queste ultime si differenziano a seconda della tipologia di intervento, che può essere puntuale (Cured in Place) o esteso ad intere tratte della condotta (in tal caso la vecchia condotta può essere conservata, integrata o sostituita).

Nel seguito vengono brevemente presentate le più comuni tecnologie No-Dig:

Perforazione guidata (HDD: Horizontal Directional Drilling): Tecnica di trivellazione guidata che consente di limitare lo scavo in superficie solo alle due estremità della trivellazione (punto inizio e finale della trivellazione). Questa tecnica viene impiegata per la realizzazione di nuove canalizzazioni per le reti del gas naturale, dell’acquedotto, dell’energia elettrica e delle telecomunicazioni. Le canalizzazioni sono realizzate in PEAD (fino a 400 mm di diametro).

Microtunneling: Tecnica impiegata per l’installazione di condotte in calcestruzzo o in grès (di diametro fino a 1400 mm) mediante perforazione orizzontale ottenuta tramite l’impiego di una ruota fresante. Questa tecnica viene utilizzata per creare condotte idriche e fognarie.

Spingitubo: Tecnica simile al metodo precedente (Microtunneling), ma che si differenzia da questa per il fatto che la condotta, solitamente in calcestruzzo o grès, viene realizzata senza l’ausilio della fresa come utensile di scavo. Questa tecnica viene impiegata per la realizzazione di condotte idriche e fognarie e soprattutto per il superamento di contropendenze topografiche.

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Mole (Siluro): Le mole sono particolari attrezzature utilizzate per compiere limitati attraversamenti, costituite da un meccanismo di scavo a percussione dotato di sistema di avanzamento guidato. Tramite queste apparecchiature è possibile posare, per traino, tubi in ferro e in materiale plastico. Il campo di applicazione riguarda l’installazione di condotte in pressione e cavidotti di piccolo diametro (in PEAD e/o acciaio).

Cured in Place Pipe (Riparato sul posto): Tecnica basata sull’utilizzo di particolari guaine (in fibra di poliestere, fibra di vetro o a composizione tessile o mista) che, collocate all’interno un tratto di condotta danneggiato e a seguito di particolari procedimenti, permettono di ricostruirla.

Pipe Coating (Rivestimento dei tubi): Tecnologia fondata sull’utilizzo di resine epossidiche che vengono spruzzate all’interno della condotta direttamente sulla parte da riparare. Le resine epossidiche vengono utilizzate principalmente nelle reti in cui è necessario porre estrema attenzione alle caratteristiche chimico-fisiche dei fluidi trasportati.

Slip - Lining (Rivestimento Infilato): Tecnica tramite la quale viene inserito all’interno della condotta da riparare un tubo di polietilene avente un diametro esterno inferiore rispetto al diametro del tubo preesistente.

Compact Pipe: Tecnica basata sull’utilizzo di un tubo in PE (deformato a forma di “C”) che viene inserito all’interno della condotta da rinnovare in modo da ridurre al minimo lo spazio residuo tra la vecchia e la nuova tubazione. Questa tecnologia viene utilizzata per la ricostruzione di reti di acquedotti, reti di distribuzione del gas e fognature (circolari) aventi un diametro compreso tra 100 mm e 400 mm.

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Sublime: Tecnica basata sull’inserimento di tubi in PE all’interno della condotta da ripristinare (fino a un diametro massimo di 1600 mm), previa deformazione elastica finalizzata alla riduzione del diametro. Al termine della fase di pressurizzazione, il tubo in PE riassume la forma originale andando ad aderire perfettamente alle pareti interne della condotta rinnovata. Questa tecnica viene ampiamente adoperata poiché elimina il problema del rinnovo delle vecchie condotte in cemento amianto senza dover affrontare gli oneri dello smaltimento del materiale.

Roll Down: Tecnica basata sulla momentanea riduzione del diametro della tubazione in PE, preventivamente saldata per la fusione testa - testa, da inserire nella condotta da ripristinare. Dopo essere stata inserita, la tubazione ridotta di diametro viene riportata al suo diametro standard (tramite pressurizzazione con acqua) in modo da ottenere un’aderenza perfetta della stessa alle pareti della condotta da rinnovare.

Pipe - bursting (Distruzione dei tubi): Tecnica consistente nell’introduzione, all’interno del tubo preesistente, di una ogiva in acciaio dotata di congegno di taglio oleodinamico che contestualmente al suo avanzamento distrugge la vecchia condotta e installa la nuova. Questa tecnica viene utilizzata per la sostituzione di vecchie condotte costituite da materiali fragili quali ghisa grigia, PVC, cemento, cemento-amianto e grès.

Pipe splitting: Tecnica simile alla precedente tranne che per il fatto che il congegno di taglio è dotato di lame adatte a tagliare particolari materiali duttili (quali l’acciaio, il PVC, etc.) di cui sono costituite le condotte da sostituire.

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Edifici ed attrezzature destinate ad impianti tecnologici Gli edifici e le attrezzature destinate ad accogliere gli impianti tecnici a servizio delle reti tecnologiche, quali cabine di trasformazione, cabine di decompressione, attrezzature per il sollevamento e la distribuzione dell’acqua, devono essere progettate in modo da garantire le massime condizioni di sicurezza. I manufatti dedicati all’alloggiamento dei gruppi di riduzione delle reti del gas possono essere costituiti da cabine in muratura (in mattoni o in calcestruzzo) o da armadi di lamiera metallica (o di materiali di classe 1 di reazione al fuoco). Per le cabine fuori terra la copertura deve essere in fibrocemento (o materiale equivalente), mentre per quelle interrate o seminterrate la copertura deve essere progettata in funzione dell’entità dei carichi che possono sollecitarla. Nelle cabine fuori terra e seminterrate devono inoltre essere presenti aperture libere (con superficie complessiva non inferiore a 1/10 della superficie in pianta) per garantire adeguati livelli di aerazione. Tali aperture devono essere protette con idonee reti metalliche. Per le cabine interrate invece la superficie totale delle aperture di aerazione deve essere pari almeno all’1% di quella in pianta del locale. Relativamente alla collocazione di questi manufatti deve essere verificata una distanza minima tra l’alloggiamento del gruppo di riduzione ed i fabbricati esterni non inferiore a 2 m. Per gli impianti caratterizzati da condotte di 4°, 5° o 6° specie non è fissata alcuna particolare prescrizione per le distanze minime da mantenere. I pozzetti a servizio delle reti di acquedotto e fognatura, normalmente collocati su marciapiede, devono essere realizzati in modo da consentire agevolmente l’inserimento, la giunzione e la derivazione dei diversi servizi a rete. Vengono utilizzati pozzetti prefabbricati in calcestruzzo vibrocompresso ad elementi modulari o monolitici. Nel caso in cui, a causa della presenza di altre reti interrate (o per altri motivi ostativi), non si possano collocare i pozzetti sui marciapiedi, è consentita la costruzione di camerette in cemento armato gettato in opera.

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I dispositivi di chiusura di pozzetti e camerette (chiusini), secondo la norma ISO 1083 (1987), devono essere realizzati in ghisa (sferoidale o lamellare) conformi alla classe D400 della norma UNI-EN 124 (1995) con carico di rottura >400 KN e dotati di semicoperchi incernierati al telaio e chiusura di sicurezza con chiave codificata. Per l’impiego su marciapiede, per pozzetti di derivazione d’utenza (cm 40x40), sono ammessi chiusini conformi alla classe C250 (della norma UNI-EN 124 1995) con carico di rottura >250 kN. Le griglie per la raccolta delle acque meteoriche devono essere di classe C250 (con carico di rottura > 250 KN), secondo la normativa europea UNI-EN 124; devono riportare una marcatura durevole indicante: la classe, il nome e/o la sigla del fabbricante, la sigla dell’impianto (ENEL, gas, acqua, etc.). In caso di posa in sedi stradali con pavimentazioni in pietra naturale, i chiusini devono essere preferibilmente del tipo “a riempimento”. I pozzetti a servizio della rete elettrica di distribuzione, le cui dimensioni dipendono dalle sezioni del cavo utilizzato, devono avere dimensioni tali da permettere l’inserimento dei cavi rispettando il raggio minimo di curvatura ammesso (comunque almeno 12 volte il diametro del cavo).

Bagnatica (BG), settembre 2014

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