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LVLZ MEDIA COMPANY PRESENTA: ANNO I NUMERO 20 27 MAGGIO - 2 GIUGNO 2017 Direttore Responsabile: Laura Primiceri Direttore Editoriale: Francesco Stati Caporedattore: Francesco Spagnol Responsabile Tecnico: Jacopo Nisticò, Valerio Bastianelli Hanno inoltre collaborato a questo numero: Claudio Agave, Ludovico Coletta, Michele Da Re, Arnaldo Figoni, Adriano Koleci, Carlo Paganessi, Anastasia Piperno, Mattia Scarponi, Domenico Sorice, Filippo Tiberi Revisione a cura di Francesco Spagnol La copertina è di Fabio Morra. L’intestazione grafica è di Jacopo Castelletti. theWise è una testata giornalistica che, attraverso un’indagine condotta sui fatti in senso stretto, si propone di trattare Anno I, Numero 20 27 Maggio - 2 Giugno 2017 argomenti di interesse generale con precisione e professionalità, fornendo una chiave interpretativa semplice, chiara e In questo qualificata. numero: Carlo Paganessi 5 Ucraina: l’orso sulla porta di casa Adriano Koleci 10 WannaCry: un nome, una garanzia Mattia Scarponi 14 Il sogno lucido e la scienza dell’onironautica Ludovico Coletta 19 Autismo e disturbi dello spettro autistico Domenico Sorice 24 ETF: lo strumento del momento Michele Da Re Salone Internazionale del Libro di Torino: storia 28 di un successo disarmante Arnaldo Figoni 30 Chris Cornell, un addio che fa male Anastasia Piperno 34 L’intima ricerca di Song to Song Filippo Tiberi 39 In fuga dall’orrore: Prey Claudio Agave 42 Lunga vita al Re: il calcio saluta Francesco Totti 3 Il sogno lucido e la scienza dell’onironautica L’arte di vivere e controllare la realtà oltre la realtà, ovvero “Come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la fase REM”. Fuggire temporaneamente dal mondo, scavalcare i limiti del razionale e gettarsi in una dimensione strana fatta di immagini irreali ma non per questo inverosimili. Quella appena descritta è una delle tante possibili definizioni di ‘sogno’, ossia dell’attività abitudinaria e al contempo misteriosa che prende vita tutte le volte che ci si addormenta: che lo si voglia o meno si viene scaraventati altrove, senza sapere come né perché. «Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un’altra». «Io non ho desideri né paure, – dichiarò il Kan – i miei sogni sono composti o dalla mente o dal caso». «Anche le città credono di essere opera della mente o del caso, ma né l’una né l’altro bastano a tener su le loro mura. D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda». Italo Calvino, Le città invisibili Dialogo tra il Gran Kan (Kublai) e Marco Polo “Il sogno lucido e la scienza dell’onironautica” di Mattia Scarponi prosegue a pagina 14. 4 Carlo Paganessi @linkspayer Photo Credits © Getty Images Ucraina: l’orso sulla porta di casa Uno dei campi di battaglia sui quali si sta svolgendo quella l’Europa, mentre dall’altro lato c’era l’Ucraina orientale, sorta di “nuova guerra fredda” tra Russia e Occidente maggiormente favorevole a un rapporto più stretto con è l’Ucraina, dove quello che è de facto un conflitto civile la Russia e, in definitiva, contraria alle motivazioni della va avanti ormai dal maggio 2014 (o dall’autunno 2013, protesta. In tutto questo, diverse figure iniziano a se si considerano gli eventi che hanno portato alla fuga porsi come mediatori tra piazza e palazzo: tra queste di Yanukhovic da Kiev), e sta proseguendo a tutt’oggi spicca l’industriale (e proprietario della squadra di calcio senza che si possa vedere uno spiraglio di soluzione del dello Shaktar Donec’k) Rinat Achmetov, il quale ottiene il problema. Nell’Ucraina orientale, al momento, si parziale successo di alleggerire la repressione nei confronti stanno incontrando interessi contrastanti tra loro sia dei manifestanti. interni che esterni al paese, e il quadro della situazione non accenna a sbloccarsi nemmeno con i vari tentativi di La protesta, al contrario di quanto accaduto nel 2004 mediazione esterni. con la rivoluzione arancione, sfuggì al controllo delle opposizioni politiche, che non riuscirono a porsi a capo La vicenda inizia il 21 novembre 2013, quando diverse della stessa e a cavalcarne l’onda: come molte proteste migliaia di cittadini ucraini affluiscono in piazza antigovernative dell’ultimo periodo, anche questa nacque per chiedere il ripristino del trattato di associazione e si regolò grazie all’attività sui social network. L’hashtag commerciale con l’Unione Europea e le dimissioni del #euromaidan (‘euro-piazza’) nacque spontaneamente governo di Janukhovic, accusato di corruzione e di fare dopo le prime proteste, e questo contribuì a far nascere l’interesse della Russia. Le proteste proseguirono per i e crescere una pesante differenza di percezione sui media giorni seguenti, nonostante il freddo e le cariche della tradizionali, che successivamente si trasferì anche alla polizia. Durante la prima settimana di dicembre, quasi quota di popolazione (la maggioranza) che non interagiva 800.000 persone protestarono in Piazza Indipendenza tramite i principali social network (per l’Ucraina questi a Kiev, e, con l’andare del tempo, più aumentavano le sono principalmente Facebook, Vkontakte e Twitter). repressioni più aumentavano le persone in piazza, con Tale circostanza ha contribuito a esacerbare gli animi una base che andava allargandosi anche ideologicamente tra popolazione ucraina e russa etnica, polarizzando e ricomprendeva ora, oltre a studenti universitari e parte notevolmente le posizioni. Se per i media ucraini e della media borghesia, anche i nazionalisti ucraini, che occidentali quella in corso era la “rivoluzione europeista”, vedevano di pessimo occhio la volontà di Janukhovic di per i media dell’Ucraina orientale e russi le proteste erano stringere rapporti più stretti con il Cremlino. parte di un colpo di stato ai danni del filorusso Janukhovic. La popolazione del paese, in verità, era piuttosto spaccata: Alla fine di gennaio Janukhovic cercò nuovamente di da una parte stavano le regioni occidentali e le maggiori scendere a compromessi offrendo cariche istituzionali città favorevoli alla protesta e ad un rapporto più stretto con importanti a diversi leader della protesta, ma senza esito. I 5 dimissioni a Janukhovic, che un’ora prima era comparso sulla televisione ucraina dicendo che non avrebbe mai presentato le proprie dimissioni. Il voto non seguì la procedura costituzionale prevista per la messa in stato d’accusa del presidente, ma nonostante questo la maggioranza era talmente ampia e schiacciante che Janukhovic decise di anticipare un’eventuale impeachment, rassegnare le dimissioni e fuggire prima verso Kharkiv e poi in Russia presso Rostov. Gli attivisti sono entrati indisturbati sia nella casa che nell’ufficio del presidente, trovando uno zoo privato e altri segni di grande opulenza che sono stati prontamente denunciati. Il 22 Febbraio Yulia Timoshenko venne scarcerata insieme a molti altri oppositori politici. Salì al potere il nuovo governo Yatseniuk, che tra le prime leggi ne promosse una sulla purificazione delle Pubbliche Amministrazioni, dove quasi un milione di ucraini perse il lavoro in quanto legati a vario titolo al governo precedente. Con il nuovo governo si esauriva de facto la spinta di Euromaidan, e si formava quindi un’altra spinta che era quella del dissenso nei confronti del nuovo governo al potere grazie (secondo la loro versione) a un golpe sionista. Il nuovo movimento di protesta si formò principalmente nell’est e nel sud del paese, dove la percentuale di cittadini di origine russa era più rilevante. Janukhovic, ex presidente dell’Ucraina, di ispirazione politica filo-russa. Photo Credits © Ria / Novosti La guerra civile, da spauracchio che era, inizia ad assumere sempre maggior consistenza, fino a manifestarsi in manifestanti procedono con l’occupazione di “Casa carne e ossa con la crisi crimeana: con la confusione Ucraina”, edificio realizzato in epoca sovietica generata dal cambio di governo e con l’indebolimento e ospitante alcune esposizioni. In quei momenti dell’amministrazione pubblica ucraina dovuta alla purga, l’edificio era stato adibito a dormitorio dalle forze ecco che il Cremlino ne approfitta, e meno di una settimana di polizia. Nel corso del mese successivo gli scontri si intensificano: il bilancio dopo il 20 febbraio ammonta a 17 dopo la cacciata di Janukhovic le forze paramilitari russe morti tra gli agenti di polizia e oltre 70 tra i manifestanti. prendono il controllo della Crimea, anche grazie ad una Parte di queste morti è da attribuirsi ad alcuni cecchini banda di motociclisti di origine russa legata a doppio filo posizionati sui tetti degli edifici circondanti la piazza, il cui alla malavita moscovita (i Lupi Notturni). I paramilitari schieramento (ossia, volgarmente, per chi lavorassero e che si erano uniti a loro, si scoprirà più tardi, non quale fosse l’obiettivo preciso di questo gruppo di fuoco) erano semplici civili con le armi in braccio, bensì a tutt’oggi non è noto. militari russi senza insegne. I militari posero un politico filorusso, Sergej Aksenov, come primo Allo stesso tempo iniziò anche l’occupazione, da parte ministro della Repubblica Autonoma di Crimea: degli attivisti dell’Euromaidan, di edifici amministrativi giunse immediatamente la condanna da parte delle autorità non solo a Kiev ma anche a Odessa, Zaporozhye, Mariupol di Kiev e dei tatari di Crimea, che vedevano nelle autorità e via dicendo. Due giorni dopo gli scontri del 20 Febbraio, ucraine una sorta di giudice imparziale nei contrasti con i che videro persone rimanere sul terreno in piazza, il russi. Aksenov decise di indire un referendum per maggio parlamento votò una mozione con cui si chiedevano le sull’appartenenza della Crimea a Kiev o a Mosca: tale referendum fisserà il passaggio di mano della Crimea, con 6 Il conflitto civile ucraino sta proseguendo da oltre due anni, sebbene nell’ultimo anno sia entrato in una sorta di stasi.