sommario 3

Anno III In questo numero n. 11 • E se non ci fossimo più? ...... 4 • Quando la passione diventa lavoro e Marzo / di Anna Maria Asero rimane Passione: ...... 28 Aprile intervista esclusiva al discografico • Novità dal mondo della musica da film: .... 5 Roberto Zamori 2005 news, case discografiche ed eventi di Massimo Privitera di Fabio D’Italia, Andrea Chirichelli, Luca Cirillo Pietro Rustichelli, & Massimo Privitera • Extra DVD: ...... 32 Viaggio nei contenuti cinemusicali • Il cuore al Cinema: ...... 8 della Extended edition de incontro con il grande Maestro “Il signore degli anelli – Il ritorno del re” di Giuliano Tomassacci & Massimo Privitera & Reportage premiazione della e Pietro Rustichelli seconda edizione degli Italian DVD Awards • Jedidämmerung: ...... 16 di Maurizio Caschetto & Giuliano Tomassacci recensione approfondita del CD di • FictioNote: ...... 33 “Star Wars: episodio 3 – La vendetta dei Sith” recensioni produzioni televisive e del bonus DVD di Maurizio Caschetto, Gianni Bergamino & • Myiazaki e Hisaishi: ...... 34 Massimo Privitera quando musica e cinema vanno a braccetto di Andrea Chirichelli • Le fantastiche avventure soniche di Thomas Newman: ...... 20 • Musical evergreen: ...... 38 viaggio intorno all’arte compositiva di una Analisi dei due CD di Moulin Rouge! delle voci più talentuose dell’Ottava Arte di Barbara Zorzoli di Maurizio Caschetto • Recensioni di CD vecchi e nuovi: ...... 40 • The score designer: ...... 26 intervista ad Angelo Talocci, compositore • Filmografie: ...... 50 della fiction “La stagione dei delitti” filmografie essenziali di Riz Ortolani di Giuliano Tomassacci & Thomas Newman Le altre recensioni discografiche • Casanova & Company e • della Fenice ...... 40 • Vincere insieme...... 45 La vergine di Norimberga ... 13 di Gianni Bergamino di Giuliano Tomassacci di Massimo Privitera • Shrek 2 (score) ...... 41 • Elektra (song album) ...... 45 • Primo amore & Il giorno di Giuliano Tomassacci di Andrea Chirichelli del furore ...... 13 • Shrek 2 (song album)...... 41 • Se devo essere sincera ...... 45 di Massimo Privitera di Jacqueline Valenti di Fabrizio Campanelli Ma quando arrivano le • The final cut ...... 41 • Il pilota del Mississipi ...... 46 ragazze? ...... 14 di Giuliano Tomassacci di Alessio Coatto di Maurizio Torretti • Mercenaries ...... 41 • Piangerò domani...... 46 • The genius of Riz Ortolani .. 15 di Gianni Bergamino di Maurizio Caschetto di Maurizio Torretti • Les choristes ...... 42 • Gli ammutinati del Bounty .. 46 • Lemony Snicket: una serie di Alessio Coatto di Alessio Coatto di sfortunati eventi ...... 22 • Due fratelli ...... 42 • A qualcuno piace caldo ...... 47 di Maurizio Caschetto di Alessio Coatto di Alessio Coatto • Vi presento Joe Black ...... 23 • Sideways ...... 42 • Lo sperone insanguinato .... 47 di Gianni Bergamino di Massimo Privitera di Gianni Bergamino • In the bedroom ...... 24 • Being Julia ...... 42 • Penelope, la magnifica ladra di Gianni Bergamino di Maurizio Torretti & Uno scapolo in Paradiso . 47 • American beauty ...... 25 • Neverland – Un sogno di Massimo Privitera di Maurizio Caschetto per la vita ...... 43 • 3 film indimenticabili di • The best of Riz Ortolani ...... 33 di Maurizio Torretti ...... 48 di Pietro Rustichelli • Natale in affitto ...... 43 di Massimo Privitera • The best of . 33 di Jacqueline Valenti • Ok Connery ...... 48 di Pietro Rustichelli • La fiera delle vanità ...... 43 di Andrea Chirichelli • The best of ..... 33 di Maurizio Torretti • La cosa buffa ...... 48 di Massimo Privitera • Alla luce del sole ...... 44 di Massimo Privitera • La stagione dei delitti ...... 33 di Luca Bandirali • Il mio nome è nessuno ...... 48 di Giuliano Tomassacci • L’amore ritrovato ...... 44 di Andrea Chirichelli • Princess Mononoke ...... 37 di Gabrielle Lucantonio • Good morning Babilonia ..... 49 di Andrea Chirichelli • Le chiavi di casa ...... 44 di Gabrielle Lucantonio • Alexander ...... 40 di Gabrielle Lucantonio • Palermo-Milano solo andata .. 49 di Maurizio Caschetto • La vita che vorrei ...... 44 di Andrea Chirichelli • Man on fire ...... 40 di Fabrizio Campanelli • Il servo ungherese ...... 49 di Maurizio Caschetto • Ricercati: ufficialmente di Fabrizio Campanelli • The forgotten ...... 40 morti ...... 45 • Horror graffiti ...... 49 di Gianni Bergamino di Gianni Bergamino di Pietro Rustichelli Legenda recensioni Mediocre Sufficiente Buono Ottimo Capolavoro

I giudizi delle recensioni di Colonne Sonore si riferiscono a valutazioni artistiche assolutamente personali dei redattori e non vogliono in alcun modo interferire da un punto di vista commerciale e discografico. 4 redazionale

E se non ci fossimo più? Per una volta, con questo redazionale, ma di tutto ciò che viene stampato (libri, voglio soffermarmi su una riflessione che quotidiani, pubblicazioni), rimpiazzando abbiamo fatto noi della redazione e che così inutili programmi televisivi. Leggiamo vorremmo girare anche a voi lettori. Il di più, per nutrire il nostro cervello e il Anno Terzo, Numero 11 quesito nasce da una scelta che ha coin- nostro sapere. Marzo / Aprile 2005 volto i nostri colleghi d’oltreoceano, la E voglio essere ancora più provocato- Registrazione al tribunale di Milano redazione di FSM (Film Score Montly), ria… e se un giorno la nostra rivista non ci che con una decisione non del tutto facile fosse più, cosa succederebbe? Certo, gra- n.356 del 03/06/2003 (almeno a nostro modestissimo avviso) zie al cielo, continueremo a vivere, ma Poste Italiane Spa ha deciso di optare per l’uscita bimestrale, mancherebbe qualcosa di prezioso per la Spedizione in A.P. - DL. 353/2003 abbandonando così quella mensile. nostra conoscenza. Insomma fate anche (Convertito in Legge 27/02/04 n° 46) Allora ci chiediamo: perché le iniziative voi le vostre riflessioni e arrivate ad una art. 1 comma 1 DCB - Milano. editoriali (e non) degne di attenzione conclusione. Abbonamento annuale per 6 numeri: devono avere una vita così difficile? Certo Per la prossima volta, una sorpresa! Un 25.00 € + 3.00 € di spese postali il momento economico non è dei più faci- doppio numero estivo, ottanta pagine di OttavaArte Edizioni li, e capisco bene che il carovita spesso recensioni e articoli. La perla del dodicesi- di Massimo Privitera porta a privarsi delle cose superflue, forse mo numero sarà il monografico, più esauri- Via Wildt n.5 - 20131 MILANO anche di una rivista curata e interessante ente mai scritto, sul compositore Miklos Tel. 347.4072349 - Fax 02.26681884 come la nostra, ma è anche vero che il Rozsa. Festeggeremo gli ottanta anni del [email protected] prezzo del nostro giornale è paragonabile fischio più famoso del west, Alessandro www.colonnesonore.net ad un pacchetto di sigarette o a meno di Alessandroni, pubblicheremo la prima parte Direttore responsabile: otto litri di benzina (che non ti portano di un’accattivante intervista al Maestro Anna Maria Asero certo molto lontano!). Ennio Morricone, un’analisi musicale det- Al contrario, la lettura ci porta lontano e tagliata - dai primi corti a Spartacus – dei Capo redattore: Massimo Privitera forse sarebbe proprio il caso di avviare film di Kubrick, e gli approfondimenti delle Redazione: una campagna pro lettura e non solo di pellicole Via col vento (cd e dvd) e Il Buono, Maurizio Caschetto “Colonne sonore- immagini tra le note”, il brutto, il cattivo. Anna Maria Asero Alessio Coatto, Pietro Rustichelli, Giuliano Tomassacci ATTENZIONE: i previsti due numeri di maggio-giugno e luglio-agosto verranno sostituiti Art Director - Impaginazione: da uno SPECIALE NUMERO DOPPIO di 80 pagine agli inizi di luglio, per una estate di lettura. Pietro Rustichelli Per gli abbonati verrà considerato come cumulativo dei due numeri singoli. Correttore di bozze: Fabio D'Italia La rivista è reperibile o ordinabile Collaboratori: in tutte le librerie della catena nazionale Luca Bandirali, Gianni Bergamino, ‘la Feltrinelli’ e in molti punti vendita in Susanna Buffa, Fabrizio Campanelli, Piero Campanino, Andrea Chirichelli, tutta Italia, tra cui: Luca Cirillo, Chiara Comerci, Gabrielle LOMBARDIA Lucantonio, Roberto Pugliese, CINEMA ANTEO - Libreria del Cinema - Via Milazzo 9 - MILANO Stefano Sorice, Marco Spagnoli, Chiara BLOODBUSTER SNC - Via P.Castaldi 30 - 20124 MILANO Tafner, Maurizio Torretti, Stefano Tosi, LA BORSA DEL FUMETTO - Via Lecco 16 - MILANO Jaqueline Valenti, Barbara Zorzoli DISCO CLUB - Piazza Cordusio (Stazione MM) - 20123 MILANO STRADIVARIUS - Via Pecchio 1 - MILANO Un sentito ringraziamento a: Doug Adams, TAU BETA - Via Pavoni 5/b - 20052 MONZA (MI) Lukas Kendall & Joe Sikoryak di “FSM” LIBRERIA DEL CINEMA - Via Mentana, 15/D - 22100 COMO Alessandro Belloni, creatore della PIEMONTE JW Italian Home Page - www.jwilliamsmusic.it WIDESCREEN - Via San Secondo, 55 - 10128 TORINO Antonio Alesci di Cineclick VENETO Daniela Zacconi di Film TV

Colonne Sonore CINECITY MULTISALA - Via Sile, 8 - 31057 SILEA (TV) Colonne Sonore Roberto Zamori di Hexacord FRIULI VENEZIA-GIULIA Remigio Truocchio, Marco Spagnoli CINECITY MULTISALA - Via Nazionale, 74/2 - 33040 PRADAMANO (UD) Elia Parisi e Gesualdo Privitera EMILIA ROMAGNA Lions Club di Priolo (SR) CASA DEL DISCO di FANGAREGGI & C. - L.go Muratori, 204 - 41100 MODENA LIBRERIA ‘LA FENICE’ - Via G. Mazzini, 15 - 41012 CARPI (MO) Stampa: Grafiche Sala - Novi di Modena DISCHI ‘L’ALLEGRETTO’ di MARY - Via Oslavia, 44 - 00195 ROMA Distribuzione: REVOLVER dischi-cd-dvd - Via S.Gherardi, 90-102 - 00146 ROMA MUSICARTE - Via Fabio Massimo, 35/37 - 00192 ROMA SUPERNOVA RECORDS - Cinecittà Due - Via Palmiro Togliatti, 2 - 00175 ROMA Red Distribuzione - Modena SICILIA 059.212792 - [email protected] ‘BROADWAY’ LIBRERIA DELLO SPETTACOLO - Via Rosolino Pilo, 18 - 90139 PALERMO Dove trovate Dove trovate KINO - AITNAION - Largo Papa Paolo VI, 10 - 95125 CATANIA La documentazione, le immagini, i marchi e quan- t'altro pubblicato e riprodotto su questa rivista è Per ordini particolari, acquisti di copie singole o arretrate è sufficiente un bollettino di versa- protetto da diritti d'autore e qui utilizzato a puro mento su Conto Corrente Postale: scopo informativo e promozionale, e ne è pertan- CCP N° 43457183 intestato: MASSIMO PRIVITERA - Via Wildt n.5 - 20131 MILANO to vietata la copia e la riproduzione. CAUSALE: RIVISTA "COLONNE SONORE" Nel caso i proprietari del materiale pubblicato indicando nel dettaglio la tipologia dell'ordine: abbiano richieste o reclami sono pregati di metter- Copia singola numero attuale: 5€ - Copia singola arretrato* 10 € - Spese di spedizione 2 € si in contatto con la redazione. * I numeri arretrati esauriti saranno inviati in copia stampata digitalmente. Nessuna responsabilità viene assunta in relazio- ne all'uso senza autorizzazione da parte di terzi.

Crediti immagini in copertina: © Sony Classical - © BMG / RCA www.colonnesonore.net © Decca - © RaiTrade / SetteOttavi news 5 Notizie dal mondo della musica da film Case discografiche: nuove incisioni e riedizioni di grandi classici a cura di Fabio D’Italia • Aleph Records offrirà 21 brani inediti dal cult-horror Shining di con Ted Danson e un dinosauro animatronico E’ atteso per il 7 giugno il CD con lo score ori- Stanley Kubrick (la versione finale del film fornito alla produzione dalla premiata bottega ginale di Lalo Schifrin per Caveman (Il caver- contiene solo pochi minuti della musica di del compianto Jim Henson, il “papà” dei nicolo, 1981, di C. Gottlieb), una prehistoric Carlos), tre da Arancia meccanica e sette Muppets); per il 23 agosto The Punisher comedy passata alla storia del cinema più per pezzi composti per i film prodotti dall’UNICEF. (Dennis Dreith; dal primo fallimentare tentativo la love story nata sul set tra l’interprete princi- Rediscovering Lost Scores Vol. 2 chiuderà il di portare sullo schermo, con l’ausilio del mar- pale Ringo Starr (il mitico “brutto” dei Beatles) discorso con altra musica inedita da Shining, moreo Dolph “Io-ti-spiezzo-in-due” Lundgren, e la sensuale comprimaria Barbara Bach (ex sei pezzi scritti per il “videoludico” Tron della le gesta del super-eroe targato Marvel Bond Girl in La spia che mi amava), che non Disney, due tracce dallo score per il thriller Comics). www.perseverancerecords.com per il suo valore artistico. fantascientifico Split Second (Detective www.schifrin.com Stone, 1992, di T. Maylam, con l’ex • Screen Archives Replicante Rutger Hauer: un lavoro abban- Diverse fonti danno per imminenti: The Foxes • Beat donato prematuramente dalla Carlos) e dieci of Harrow (La superba creola, 1947 – David E’ già disponibile il CD con le musiche di da Woundings o Brave New World (1998). Buttolph; edizione integrale in stereo dello Roberto Pregadio per la commedia sexy Il www.noside.com score originale), Son of Fury (Il figlio della medico… la studentessa (1976) di Silvio furia, 1942 – Alfred Newman), e Marjorie Amadio, con Gloria Guida e Jacques Dufilho. • Film Score Monthly (FSM) Morningstar (Vertigine, 1958 – Max Steiner). www.beatrecords.it Sono già disponibili lo score di www.screenarchives.com per il classico di fantascienza The Thing • Chandos From Another World (La “Cosa” da un altro • Silva Screen Diretta da Barry Wodsworth (per una volta al mondo, 1951, di C. Nyby), Take the High E’ già disponibile il CD doppio The Essential posto del solito Rumon Gamba), l’inappunta- Ground (Femmina contesa, 1953 – ancora Film Music Collection, una bile orchestra sinfonica della BBC torna a Tiomkin, e incorporato proprio nel CD della compilation che celebra la lunga e fortunata deliziare gli appassionati della Golden Age “Cosa” come seconda portata), Green carriera del compositore noto per classici cinemusicale britannica con la compilation Mansions (Verdi dimore, 1959 – Bronislau come I magnifici sette, La grande fuga e I The Film Music of Stanley Black, contenente Kaper e Heitor Villa-Lobos; da un classico del Dieci Comandamenti. Sui due dischi, oltre a temi e suite da sette pellicole tra cui Battle of cinema sentimentale interpretato da Anthony questi e ad altri storici titoli che non possono the Sexes (La battaglia dei sessi, 1960, di C. Perkins e Audrey Hepburn) e un CD doppio mancare in una raccolta celebrativa (Il buio Crichton, con Peter Sellers) e Jack the Ripper con le musiche di Ron Goodwin per i film di oltre la siepe, L’uomo dal braccio d’oro e i vari (Jack lo squartatore, 1960, di R. S. Baker e guerra 633 Squadron (Squadriglia 633) e lavori per gli ultimi western di John Wayne), M. Berman). www.chandos.net Submarine X-1 (Sfida negli abissi, 1968, di trovano spazio anche selezioni meno preve- W. A. Graham), quest’ultimo con un James dibili come Zulu Dawn e gli ultimi “hit” del • Decca Caan (il rissoso Sonny Corleone nel primo compositore (L’età dell’innocenza e Lontano E’ atteso per il 28 giugno il CD con lo score di Padrino di Coppola) alle prime armi. dal Paradiso), nonché due chicche tanto ine- John Williams per il kolossal fantascientifico www.filmscoremonthly.com dite quanto a lungo desiderate dai collezioni- War of the Worlds (La guerra dei mondi), rilet- sti, quali la suite da L’aereo più pazzo del tura spielberghiana del classico di H. G. Wells • Intrada mondo (Airplane, 1980) e quella da Un lupo già portato con grande successo sullo scher- E’ già disponibile, in un’edizione limitata a mannaro americano a Londra (An American mo nel 1953 dal produttore George Pal. 1.000 copie, lo score di Randy Miller per la Werewolf in London, 1981), per un totale di www.deccaclassics.com miniserie televisiva Spartacus (id., 2004), con 110 minuti di ottima re-recorded music. Goran Visnjic nel ruolo che, nella ben più nota Sempre a proposito di golose rarità, la compi- • Digitmovies e sontuosa versione cinematografica realiz- lation su CD doppio Music From the Films of E’ già disponibile, in un’edizione estesa (24 zata da Stanley Kubrick nel 1960, fu di Kirk Steven Spielberg, dedicata alla carriera ormai brani contro i 10 incisi nel vecchio 33 giri in Douglas. www.intrada.com trentennale dell’eterno enfant prodige del vinile), lo splendido score “epico-caraibico” di cinema hollywoodiano, presenta in prima Guido & Maurizio De Angelis per Il Corsaro • La-La Land Records assoluta, in una suite, le musiche di Billy Nero (1976) di Sergio Sollima, pirate movie Sono di prossima pubblicazione: Battlestar Goldenberg per il cult Duel (1971). girato con larghezza di mezzi sull’onda del- Galactica: Season One (Bear McCreary), The www.silvascreen.co.uk l’enorme successo internazionale ottenuto Big Empty (Brian Tyler), Farscape Classics dallo stesso regista con lo sceneggiato televi- Vol. 2 (Guy Gross), Hitman / Hitman 2 (Jesper • Varèse Sarabande sivo Sandokan. www.digitmovies.com Kyd), , Mirrormask (Iain Bellamy), Book of Sono attesi: per il 10 maggio Carrie (Carrie - Stars (Richard Gibbs) e, dulcis in fundo, lo Lo sguardo di Satana, 1976 – ; • East Side Digital score di Pino Donaggio per il classico di Joe ristampa a prezzo ridotto del CD Rykodisc Due CD, attesi rispettivamente per maggio e Dante The Howling (L’ululato, 1981). uscito alcuni anni fa) e House of Wax (John giugno, porteranno alla luce tutta la musica www.lalalandrecords.com Ottman); per il 17 maggio Hour of the Gun “perduta” (da qui il titolo dato agli album in (L’ora delle pistole / Vendetta all’O.K. Corral, questione) scritta per il cinema (e non solo) • Perseverance 1967 – Jerry Goldsmith; ristampa a prezzo dalla lady-composer Wendy Carlos (ex Sono attesi: per il 21 giugno Loch Ness (id., ridotto del CD Intrada ormai introvabile). Walter). Rediscovering Lost Scores Vol. 1 1995 – Trevor Jones; dal fantasy-avventuroso www.varèsesarabande.com

Premi a cura di Massimo Privitera • Premio David di Donatello 2005 a Riz Ortolani I candidati per la miglior colonna sonora italiana all’ultimo David di Donatello erano per Manuale d’amore di , Pasquale Catalano per Le conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino, per Cuore sacro di Ferzan Ozpetek, per Le chiavi di casa di Gianni Amelio e Riz Ortolani per Ma quando arrivano le ragazze? di . Il Maestro pesa- rese, autore di tutte le più belle colonne sonore dei film di Avati, si è aggiudicato l’ambito premio con- segnatogli lo scorso 29 aprile dall’illustre collega Ennio Morricone. Per la categoria miglior canzone ha vinto per “Christmas in love” dall’omonimo film.

NB: Le anticipazioni discografiche di queste pagine si basano sulle informazioni reperibili dai comunicati e dai siti ufficiali delle case di produzione e da fonti non ufficiali. La stessa natura bimestrale della Rivista impedisce di garantire la fedeltà del mercato a tali annunci. AD Michele Spera

98 eventi Giuria sezione Fiction: Musiche di Nicola Piovani, Fabrizio Costa (presidente), testi di Vincenzo Cerami dal 1 luglio al 18 settembre Maurizio Abeni, Anna Maria Asero, Ermanno Comuzio, CineMusic Ragazzi Musica, Danza, Cinema, Pino Insegno, Marco Eroi di carta, eroi Arti Visive, Formazione Streccioni di cartone... a seguire proiezione dei film Giovedì 4 agosto e dei videoclip vincitori Spiderman 2 di Sam Raimi

Sabato 6 agosto Venerdì 5 agosto IL CONTRASTO Speciale Hiroshima Gli incredibili di Braid Bird 60 anni dopo La guerra dei mondi (2005) Sabato 6 agosto Domenica 31 luglio di videoclip in collaborazione di Steven Spielberg, Batman begins di Incontro con con Tirrenia a seguire Christopher Nolan Abbas Kiarostami La guerra dei mondi (1953) a seguire Tickets (2005) Venerdì 5 agosto di Byron Haskin Domenica 7 agosto di A. Kiarostami, K. Loach, Simposio sulla colonna sonora Concerto dei Solisti E. Olmi Fiction o Cinema? Sabato 6, domenica 7 dell’Orchestra dell’Accademia Intervengono i compositori e lunedì 8 agosto Nazionale di Santa Cecilia Martedì 2 agosto Paolo Buonvino, Pino Retrospettiva - Spike Lee: a seguire Shark Tale Zingari dell’Est, zingari Donaggio, Pivio, Marco cinecontrasti di V. Jenson, B. Bergeron, del Mediterraneo Frisina, Riccardo Giagni, Fa’ la cosa giusta (1989), R. Letterman Contrabbanda in concerto Andrea Guerra, Stefano La venticinquesima ora Un progetto di Luciano Russo Mainetti, Franco Piersanti, (2002), Jungle Fever (1991) Lunedì 8 agosto a seguire Carlo Siliotto Concerto dei Solisti La vita è un miracolo (2004) Moderano: Pietro Rustichelli e Domenica 7 , lunedì 8 dell’Orchestra dell’Accademia di Emir Kusturica Giuliano Tomassacci e martedì 9 agosto Nazionale di Santa Cecilia in collaborazione con la Premio Ravello CineMusic a seguire I fantastici 4 Mercoledì 3 e giovedì 4 rivista Colonne Sonore 2005: proiezione dei film di Tim Story agosto vincitori Retrospettiva Venerdì 5 agosto Martedì 9 agosto Abbas Kiarostami: Consegna dei Premi Ravello Martedì 9 agosto Robots di C. Wedge e C. per un cinema di contrasto CineMusic 2005 e Ravello Incontro con il compositore Saldanha Dieci (2002) e ClipMusic 2005 Nicola Piovani Il sapore della ciliegia (1997) Giuria sezione Cinema: Nicola Piovani (presidente), Valerio Martedì 9 agosto MPer informazioni e biglietti: Da venerdì 5 Caprara, Lukas Kendall, Concerto Fotogramma 2005 www.ravellofestival.com a martedì 9 agosto Riccardo Milani, Massimo Pianista e Direttore: [email protected] ClipMusic, rassegna Privitera, Lina Wertmuller Nicola Piovani tel. 089 858 360 news 7

Mondo Soundtrack a cura di Luca Cirillo • NAPOLI CHE CANTA – GIUNI RUSSO

“NAPOLI CHE CANTA” è un incantevole e commovente “documento muto”, girato nel 1926 da Roberto Roberti (il padre di Sergio Leone), che mostra con realismo la condizione di chi era costretto ad emigrare per cercare una vita migliore. Paolo Cherchi Usai, direttore della cineteca americana “George Eastman House”, entrato in posses- so della pellicola solo pochi anni fa (il film infatti, negli anni del fascismo, sparì dalla circolazione per- chè, si suppone, “non propagandistico”…) e, dopo averla restaurata, ne propose la sonorizzazione a Giuni Russo, artista che stimava da tempo. Lusingata dalla proposta, Giuni (scomparsa prematuramen- te lo scorso settembre), lavorò con entusiasmo al progetto eseguendo, con il suo inconfondibile stile, una ventina di brani del repertorio classico napoletano, aiutata dal Maestro Aurelio Fierro per la ricerca delle partiture originali. Così, agli standard della tradizione partenopea (da “Funiculì Funiculà” a “O sole mio” fino a “Tu ca nun chiagne” e “Torna a Surriento”), l’artista siciliana aggiunse una chicca personale: dopo aver letto una poesia di Totò, intitolata “A’ cchiù bella”, decise di musicarla insieme a Maria Antonietta Sisini e inserirla nel film: il brano è un piccolo capolavoro… Il magnifico DVD, edito da Sony Music – Columbia, raccoglie: il film completo di colonna sonora (uscita, separatamente, anche in CD), le prove in studio, il concerto che Giuni ha tenuto in occasione del Festival Internazionale del Cinema Muto al Teatro Zancanaro di Sacile (Pordenone) la sera del 18 ottobre 2003, più la bonus track “Mediterranea”, un classico del suo repertorio eseguito con un’impre- vedibile ironia, quasi a voler stemperare i suoi immensi e naturali virtuosismi, le sue indimenticabili “note da gabbiano”… Ecco un breve ricordo rilasciatoci dalla cara Maria Antonietta Sisini, produttrice di “Napoli che canta” e che di Giuni Russo è stata amica e fedele collaboratrice di tutta una vita. Quale fu l’approccio di Giuni a “Napoli che canta”? “Giuni aveva molto rispetto per i brani tradizionali napoletani e, proprio per questo, inizialmente era scettica sull’intera operazione; per troppo amore e umiltà, si faceva scrupolo di andare a toccare qualcosa di già ampiamente “detto” dai più grandi tenori del mondo. Si convinse del tutto solo quando, visionando il film, notò una coincidenza quasi magica tra il finale del film, in cui si vede una donna, su una nave, che intona “Santa Lucia luntana” e la storia della mamma di Giuni (a cui è dedicato il film – NdR.) che, durante un festino di Santa Rosalia a Palermo, fu accompagnata dal marito sulla barca di un pescatore per vedere meglio le luci della festa. In quel momento, passò una nave diretta verso Napoli e che da lì avrebbe preso il largo per l’America e la mamma di Giuni salutò il bastimento cantando proprio “Santa Lucia luntana”: una incredibile analogia con le immagini del film… Il concerto-sonorizzazione presente nel DVD fu l’unica data della tournée che Giuni riuscì a fare e quindi non abbiamo avuto la possibilità di sce- gliere tra più live; una sorta di “buona la prima”, ma comunque il risultato fu più che soddisfacente. Alcuni colleghi le consigliarono di tornare in sala per dare qualche ritocco al lavoro, ma Giuni decise che ciò che andava inserito era proprio quell’unico concerto, ricco di quell’emozionalità che altrimenti si sarebbe persa. Giuni diceva spesso che questa pubblicazione era un vero e proprio miracolo. Era appassionata di colonne sonore? Giuni amava la musica quando era bella, indipendentemente dai generi… comunque aveva un debole per le colonne sonore. Abbiamo trovato un vecchio articolo del 1977 in cui diceva: “Vorrei scrivere una colonna sonora per un regista di gran nome, prima o poi ci riuscirò”… e davvero c’è riuscita! Giuni era una grande estimatrice di Leonard Bernstein, specialmente per la colonna sonora di West Side Story e il brano “Maria” che cantava spesso. In passato, se non sbaglio, Giuni lavorò ad altre colonne sonore e jingle pubblicitari… Si è vero. A vent’anni lavorammo alle musiche di un film grazie alla prima moglie di Teddy Reno che si occupava di distribuzione cinematografica (Vania Protti Traxler, presidente di “Academy Pictures” – NdR), ma ora purtroppo non ricordo che film fosse! Sono quei lavori che si fanno ad inizio car- riera… il famoso “gavettone”! Di Giuni è anche la voce del celebre spot “Colore sempre vivo Philips”, che dal 1979 fino alla metà degli anni ’80, fu un vero tormentone televisivo… lo cantò anche in portoghese per il mercato straniero! Pensa che l’accordo per lo spot scadeva nel 1981, ma l’anno suc- cessivo, dopo il grosso successo popolare di Giuni con “Un’estate al mare”, ci chiesero di poter riproporre nuovamente la pubblicità e ovviamente accet- tammo, dopo aver firmato un nuovo contratto! Infine nel 1991, Giuni scrisse e cantò “Black Image”, sigla del telefilm “Detective Extralarge” diretto da Enzo G. Castellari e interpretato da Bud Spencer… Un doveroso ringraziamento a Yuri Malizia (e ai siti web www.giunirusso.it e www.webalice.it/giunirusso), Antonio Mocciola e naturalmente a Maria Antonietta Sisini, Artista e Amica, per l’affettuosa collaborazione.

Concerti a cura di PIetro Rustichelli • Roma: The Passion Concert - John Debney a S. Cecilia La cavea Mercoledì 6 luglio • ore 21.00 S.Cecilia - Stagione Estiva 2005 - Auditorium Parco della Musica: La Cavea John Debney • The Passion Concert - Prima esecuzione assoluta Suite sinfonica nata dalla colonna sonora del superpremiato film che Mel Gibson ha dedicato alla Passione di Cristo. Orchestra e Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia direttore: John Debney

‘NERIDA CORRIGE’ “Una lettura affrettata delle poche informazioni reperite sul conto di Nerida Tyson-Chew, autrice della colonna sonora di Anacondas, mi ha trat- to in inganno, inducendomi a parlarne, nella recensione che è stata pubblicata nel nr. 10 di CS, pag. 36, come se si trattasse di un composito- re di sesso maschile. Mi scuso pertanto con la musicista in questione e con i lettori della rivista per l’evitabile equivoco, sottolineando come l’im- pegno mio e di tutti coloro che operano per la pubblicazione di CS sia sempre, in primo luogo, finalizzato a fornire informazioni e valutazioni accurate e ponderate, consapevoli tuttavia che incidenti di questo genere, sempre possibili seppur imbarazzanti, non intaccano minimamente il nostro proposito di rendere il miglior servizio a chi apprezza e studia con dedizione la musica realizzata per il cinema.” Gianni Bergamino 8 riz ortolani IlIl cuorecuore Il M° Ortolani nel suo studio alal cinemacinema

IncontroIncontro concon RizRiz OrtolaniOrtolani aa curacura didi GiulianoGiuliano TomassacciTomassacci intervistaintervista preparatapreparata dada MassimoMassimo PriviteraPrivitera ee PietroPietro RustichelliRustichelli

Finalmente la vastissima opera di Traino primario della recente ‘rilettu- (“sono innamorato della scuola cinema- Riz Ortolani sta godendo un periodo di ra’ ortolaniana è stato il commento per tografica americana, della loro stagione meritata riscoperta, che in molti, da l’ultimo film di Pupi Avati, con il quale rachmaninoviana, di quella mahleria- tempo, aspettavano con trepidazione. Ortolani collabora da oltre vent’anni, na…”) e ricca del melodismo italiano Ben più di un rinato interesse nei con- Ma Quando Arrivano Le Ragazze?, tanto quanto protesa ai richiami moder- fronti dell’autore, si tratta di uno sguardo impreziosito da un raffinato tema con- ni del jazz e del sinfonismo del ‘900 – maggiormente concentrato al lavoro di duttore, cui si sono aggiunti, a breve Riziero Ortolani è un assolu- un compositore che in fondo – dopo distanza, due CD antologici colmanti tamente non databile e ancor meno cir- averla caratterizzata con classe e per- lacune discografiche imperdonabili. E coscrivibile al preciso tratto italiano: “Mi sonalità nella fiorente stagione del in parte il compositore si fa carico delle sento di dire che il mio stile non è italia- miglior cinema italiano – non ha mai responsabilità di tali mancanze: “Sono no, è musica. All’estero, la paternità di smesso di contribuire alla cultura musi- sempre stato molto riservato, non ho molti miei pezzi è ancora una sorpresa, cale italiana. Quel tipo di contributo, tal- mai voluto pubblicizzarmi. Ho cercato c’è chi pensa che sia stato un america- mente sentito, valido e passionalmente di non buttarmi mai avanti…forse no a scriverli, per loro io sono un italo- offerto, in grado di prescindere le talvol- anche per durare di più. Devo ringra- americano. Senza saperlo mi sono ta costringenti barriere artistiche della ziare la Bmg, che ha insistito talmente creato un gusto internazionale”. musica da film per influire direttamente tanto; da molto tempo mi chiedevano di Sebbene abbia iniziato negli ultimi nel costume nazionale, arrivando con realizzare una mia collezione antologi- anni a scremare gli impegni, selezio- spontaneità ad incidere sul panorama ca e devo dire che hanno fatto un gros- nando un numero sempre più ristretto estero fino a farsi emblema della quali- so lavoro. So bene che era un disco di progetti ai quali dedicarsi, all’età di tà cinematografica italiana in tutto il molto atteso. Ma forse troppi doppi cd settantaquattro anni il compositore non mondo. “Si tratta di amare il proprio servirebbero ancora per raccogliere nasconde quanto sia importante alle- lavoro”, si lascia sfuggire candidamente tutto quello che ho fatto!”. nare la mano: “Bisogna scrivere, l’artista marchigiano mentre rivive per E ha di che ben dire, Ortolani. Oltre anche a vuoto”, confermandoci un’atti- Colonne Sonore i fasti professionali e trecento film, sparsi tra l’Italia, l’Europa vità compositiva che non ha bisogno di le avventure private di una vita offerta e una fervidissima collaborazione con troppe lusinghe per attivarsi. Quando alla musica. Distrattamente, quasi invo- gli Stati Uniti (che gli valse la qualifica di lo incontriamo, infatti, il Maestro è lontariamente. Come se la devozione al “pendolare a lungometraggio” dal presi- seduto a comporre, assorto, forse, proprio mestiere fosse presupposto tal- dente della United Artists, Mike nella preparazione di un lavoro concer- mente insindacabile, scontato nel muo- Stewart). Non meno proficua la sua tistico di cui preferisce non parlare. vere l’artista verso le proprie opere da significativa attività televisiva, dai glorio- Tutt’intorno la stanza parla di un tra- renderne accessorio anche il solo si teleromanzi RAI di Anton Giulio scorso professionale fittissimo e l’am- accenno. Un modo di intendere la musi- Majano – quasi un padre artistico che pio curriculum del musicista si cristalliz- ca da film che proietta nuova luce sulle aveva avuto fiducia nel giovane e timi- za nelle foto appese ai muri: Fellini, sue partiture e favorisce sguardi ancor do musicista pesarese - alle celebrate Mastroianni, , Robert più illuminanti a pagine come Fratello serie storiografiche. Così come la sua Redford, Walter Matthau colgono subi- Sole, Sorella Luna, Il Cuore Altrove, musica – sempre raffinatissima e ricer- to il colpo d’occhio, ritratti al fianco del Una Gita Scolastica o, ancora, a La cata nelle soluzioni orchestrali, orgo- musicista e della compagna, la grande Primavera di Michelangelo. gliosa del retaggio classico americano cantante toscana . riz ortolani 9

Di fronte ad un pianoforte che profu- ma di capolavori, emblematicamente, un ampio schermo televisivo. E vicino, videocassette e DVD con copertine bianche: sono i film scelti dall’Academy per le votazioni dell’Oscar 2005. “Sono membro dell’Academy e devo dare il voto a tutti. E’ una delle poche occasio- ni per vedere qualche nuovo film. A dire il vero, al cinema non ci vado quasi mai, preferisco vedere i film in privato, ma sono interessato alle nuove gene- razioni di musicisti, anche se non sento molti lavori. Forse non c’è ancora nel- l’aria qualcosa di significativo e poi la nuova generazione sta venendo fuori troppo tardi; quelli che sono venuti subito dopo di noi hanno già 50 anni e non è che abbiamo proprio sfondato. Io con ho cambiato lo stile cinematografico, rispetto a quello che si faceva prima. E’ stato un inizio molto diverso.” Quest’inizio risale al 1962, anno in cui Ortolani esordisce in ambito cine- matografico musicando ben quattro film e aggiudicandosi istantaneamente il successo planetario con la sua com- posizione “More”, inserita nel film di Jacopetti-Cavara-Prosperi Mondo Cane. Ma al suo ingresso nell’Ottava Arte, il compositore, inconsapevolmen- Katyna Ranieri sulla Rolls-Royce Gialla te, è già un musicista fatto, fine arran- giatore e rinomato direttore dell’orche- rio, all’età di 14-15 anni, andavo a fare gnare ai giovani ad orchestrare, in con- stra jazz-sinfonica della RAI. I primi le serate a Rimini e a Riccione. servatorio). Piano piano c’era chi passi del suo cammino musicale sono Lavoravo come pianista per la stagione cominciava a dirmi ‘Ehi Riz, perché mossi infatti già in tenera età, attornia- estiva nei locali più in voga, ritornavo non ci fai una cosetta per quattro…?’ I to da una famiglia di musicisti nella città con il treno degli operai delle 5 e alle 8 primi arrangiamenti mi portavano via della musica, . “Sì, sono pesa- ero di nuovo in conservatorio. Mi è ser- delle ore. Un giorno mi chiesero di fare rese, puro - e ci tengo. Nella mia casa, vito moltissimo, sono entrato in contat- un arrangiamento su Gillespie per al centro della città, vivevamo della to con un ambiente che non trovavo tra un’orchestra jazz della Rai. Impazzivo passione per la musica che mio padre le mura del conservatorio: l’ambiente perché non conoscevo bene la sua ci aveva trasmesso. Voleva assoluta- dei gruppi, delle ‘orchestrette’, di que- tecnica e allora andavo a svegliare una mente che studiassi musica; e così sto ‘jazzetto’ che si faceva un po’ così, tromba alle sette del mattino per chie- anche i miei fratelli. In casa si sentiva casalingo. Una vita musicale differente dere consigli…Tutte queste cose mi suonare dalla mattina alla sera: mio e anche un gusto musicale diverso.” hanno arricchito, perché il nostro fratello, che ora è generale, era diplo- “La mia preoccupazione, sebbene mestiere è fatto di tanti stili e generi: un mato in violino e mia sorella in violino e fossi ancora un ragazzo, era il mio futu- regista può chiedere una musica dode- pianoforte. Io che ero il più piccolo, ro. A Pesaro, nel corso e nei bar dove cafonica, oppure una cosa cinquecen- ancora prima di iscrivermi al conserva- ci incontravamo noi ragazzi, conosce- tesca, e in tutti i casi bisogna avere torio Gioacchino Rossini avevo preco- vo molte persone che avevano studia- un’infarinatura, certo sostenuta poi da cemente incamerato tutti gli studi del to, bravissimi esecutori, diplomati che una capacità di scrittura.” settimo ed ottavo anno – mi trovavo in avevano dovuto ripiegare su altre attivi- Il contatto con il cinema, a Roma, è grande vantaggio. Già all’età di quattro tà con un posto fisso, sicuro. Studi dietro l’angolo. Quel cinema che al anni, quando andavo all’asilo, mi chia- sacrificati e spezzati perché non ave- Maestro, fino a poco tempo prima, si era mavano prodigio perché suonavo il vio- vano avuto la possibilità di realizzarsi, presentato come entità leggendaria, lino. Lo suonavo leggendo la musica, di evadere. Cosa avrei fatto io senza la avvolta nel mistero e quasi irraggiungibi- non ad orecchio. Gli altri giocavano con musica? A me è andata meglio.” le. “Al conservatorio non conoscevamo gli aereoplanini e io con in mano il vio- “Appena diplomato in flauto, dopo affatto la musica da film. Il mio ricordo lino! I giochi per me non esistevano.” aver studiato armonia e contrappunto, più vivo è legato al mio insegnante di Non si parli di talento: Ortolani preferi- ho avuto la fortuna di potermi trasferire armonia principale, Piero Giorgi, una sce chiamarlo “lavoro fatto professio- a Roma. Mia sorella si era sposata lì e persona straordinaria. Era molto malato nalmente”, senza però negare la fortu- quindi avevo un appoggio. Avevo circa e un giorno mi chiese di riaccompagnar- na di aver sentito il bisogno “di tirare 19 anni e ho trovato un lavoro come lo a casa. Mi disse che doveva andare fuori qualcosa che sentivo dentro di pianista nelle serate ‘danzanti’. Grazie a Roma per fare un film. ‘Un film? me, che era già lì; come il marmo di ad alcuni contatti di quest’orchestra, Maestro lei va a fare un FILM??’; per Michelangelo!”. Il sacrificio della gavet- sono entrato come primo flauto nell’or- me era commovente… Ho pensato ta diventa quindi fondamentale, soprat- chestra ritmo-sinfonica della Rai, dove moltissimo a questo mio insegnante tutto perché l’ambiente accademico ho cominciato a fare i primi arrangia- quando anch’io ho cominciato a fare il non soddisfa tutte le tensioni del musi- menti – non avevo idea di cosa fosse cinema vero. In Francia, in Germania, cista. “Mentre studiavo al conservato- l’orchestrazione (è un errore non inse- ogni volta che viaggiavo per l’Europa, e 10 riz ortolani

poi in tutta l’America, ripensare alle sue lelamente: un milione More, un milione ne a lui. Noi siamo dei collaboratori. Per parole mi faceva sentire eccitato!” Yesterday, fino agli attuali sei milioni – lui è un figlio: sbagliare un film è come Nel 1962, la grande esperienza di e andiamo per i sette. E’ un tema anco- ammazzare un figlio. Bisogna entrarci Mondo Cane, su cui Ortolani interviene ra modernissimo, funziona così bene dentro bene, l’orchestrazione è una dopo aver collaborato anche a vari che è diventato uno standard; la figlia di grande responsabilità. E’ importantissi- documentari. “Era un film in cui c’era Nixon lo ha voluto come sottofondo ma la prima volta che il regista sente la spazio, se avevi voglia di uscire ne durante il suo matrimonio alla Casa musica in sala d’incisione. Anche se si avevi la possibilità. E poi avevo trovato Bianca. Ma non solo in America: addi- preparano delle anteprime al pianofor- una mia maniera, studiando il film, rittura in Africa, in Australia, Giappone, te, quando si arriva in sala, con l’orche- stando con i registi dalla mattina alla in Cina e in Russia, dove lo suonano stra, cambia tutto.” Fondamentale, per sera e in montaggio già dalle prime ore con le balalaiche. Se si va’ in un alber- Ortolani, anche la direzione d’orchestra di lavorazione: ho pensato al contrasto go dove c’è un pianista che suona, delle proprie partiture cinematografiche, musicale, ad addolcire la violenza e ad dopo non più di mezz’ora sicuramente prassi cui il compositore ha sempre aggredire il docile.” si sentirà More. Neanch’io in verità so tenuto moltissimo e che, scusandosi A proposito del cardine della partitu- quante versioni siano state incise. Una per la necessaria presunzione, non ra, il tema “More”, Ortolani rispolvera il settimana dopo l’uscita americana, nasconde di saper praticare molto racconto di una genesi a dir poco inim- quando Katyna l’ha interpretata al bene: “E’ una cosa che mi affascina. In maginabile: “Il regista Gualtiero Plaza di New York, c’erano già sette realtà, terminato il conservatorio, avrei Jacopetti aveva avuto un incidente versioni! Se avessi saputo che sarebbe voluto iscrivermi all’Accademia automobilistico e veniva a casa mia diventato così importante non sarei riu- Chigiana per perfezionarmi in direzio- sull’Appia Antica, tutto ingessato, scito a scriverlo: una cosa del genere ne, ma poi ho perso prematuramente accompagnato da una crocerossina di mi avrebbe spaventato.” mio padre e non ho avuto la possibilità. cui ricordo ancora la grande bellezza. Parlando ancora di composizione, Credo che dirigere personalmente le Voleva sentire qualcosa per il film e mi chiediamo al musicista del suo discorso proprie musiche è tutta un’altra cosa. chiese cosa avrei composto per i pulci- con le immagini in fase di concettualiz- Principalmente per l’interpretazione: chi ni pasquali – quei pulcini che venivano zazione dello score: se si senta più vici- riceve una partitura da dirigere, non sempre riesce a vedere tutto quello che il compositore ha messo dentro, non può entrarci completamente. L’orchestra è il mio mondo: mi piace, la sento. Lo dimostra il fatto che ho diretto tantissime orchestre nel mondo e non ho avuto mai uno scontro - e non è faci- le avere un feeling con orchestre di set- tanta, ottanta, anche novanta elementi. Non è una cosa semplice, bisogna avere polso perché i professori d’orche- stra sanno il fatto loro.” Viene da chie- dere, saggiando la passione del Maestro per la direzione d’orchestra su schermo, se in fondo il compositore cinematografico, data la specificità del suo dirigere ai sincroni, non stia ancora Ortolani con Pupi Avati ‘scrivendo’ nel momento in cui guida colorati in forno, a bassa temperatura, no alla scuola williamsiana che gradi- l’orchestra alle immagini? “Certamente. per le feste pasquali – una scena che sce partire dalla sceneggiatura prima E non è facile, ci vuole grande mestie- avevo già visionato e che mi aveva col- che il film sia completato, per godere re. L’esperienza con il cronometro mi pito per le tenerezza di questi piccolis- dell’impatto emozionale del testo, o se permette di prendere sempre il synch, simi pulcini tutti colorati che uscivano invece opti per un approccio a posterio- di accelerare e rallentare senza correre dal forno svolazzando allegri. Non ri, iniziando a comporre solo dopo aver rischi, magari tenendo una nota, maga- sapevo cosa fare e improvvisai al pia- visto il film montato. Argomento su cui ri facendo una corona corta, ma arri- noforte la cosa più ovvia che mi veniva non sembra avere indecisioni di sorta: vando sempre al sincrono con perfe- in mente, una frase di poche misure “A me interessano anche i giornalieri. zione. Per le cose più importanti, poi, nello stile di un carillon, logico, no? E lui Seguendo il regista che sceglie un utilizzo il click. Io ho sempre seguito la mi dice di scriverlo, ‘Con questo ci fac- pezzo di film piuttosto che un altro, si scuola americana. Ero affascinato dai ciamo tutto il film!’. In effetti, se si presta comincia ad entrare nel clima dello cartoni animati di Walt Disney: mi chie- attenzione, il tema, con tutti quei voli stesso. La sceneggiatura non è il film, è devo come facessero ad essere così d’orchestrazione ha una spaziosità che molto diversa dal girato. Certo poi l’im- precisi, a far corrispondere un colpo di ricorda molto gli uccelli…”. magine aiuta moltissimo, non c’è niente coda con un colpo d’orchestra, oppure “More”, infatti, interpretato interna- da fare.” Altrettanto metodico lo sviluppo una caduta dalle scale con l’orchestra zionalmente dalla Ranieri, vola altissi- dei materiali tematici, sul quale il com- che va giù…Dei veri capolavori musi- mo e diventa un successo inarrestabi- positore investe direttamente il pensiero cali. Poi un montatore mi disse che era le. “In Italia si ignora”, ci conferma il orchestrale: “Parto da un tema che è già semplicissimo: si prendeva un foglio di musicista, “ma More oggi esiste anco- orchestrato e arrivo a svilupparlo. Poi è riferimento, che rappresentava il foto- ra e sta andando di pari passo con importante parlare con il regista, avere gramma, e si divideva in otto parti per Yesterday. Sono anni che in fatto di un dialogo, cercare di capire il più pos- avere i tempi esatti1. Tutto esecuzioni radio e tv avanziamo paral- sibile cosa vuole, perché il film appartie- l’ho fatto così! Quando incidevamo la 1) Ortolani fa riferimento alla divisione in ottavi del fotogramma, praticata dai montatori delle musiche prima dell’avvento del metronomo digitale. “Anelli” di pelli- cola venivano forati sulla banda ottica sonora ad intervalli regolari così da produrre ‘click’ durante la proiezione in sessione di registrazione, per orientare il diret- tore d’orchestra nella sincronizzazione. La soluzione ottimale, e di maggior precisione, era appunto quella di frazionare il frame in otto parti (da 0 a 7/8) usan- do come guida di allineamento le quattro perforazioni per fotogramma del positivo 35 mm (NdR). riz ortolani 11

parte dell’elefante, lasciavo una pausa ho pensato di incastrare le progressioni folle. Mi sono messo al pianoforte, ho per lo sparo e poi riprendevo con l’or- di trombe e tromboni, sax e ritmica, suonato i temi e lui ha tirato fuori il cla- chestra: quel colpo diventava parte proprio per esasperare la corsa della rinetto, segno che i temi gli erano pia- musicale, entrava nella partitura. Preso macchina, le curve spericolate ed il ter- ciuti! Abbiamo passato mezza giornata come lavoro cinematografico era una rore negli occhi del povero predestina- a suonare. ‘Ci vediamo a Roma, vengo cosa interessantissima. Sfruttare i click to”.Ma il jazz, per Ortolani, assurgerà all’incisione’. Non scorderò mai la in quel modo permetteva di lavorare ben presto a linguaggio prediletto, serietà di quell’uomo: alle 8 in punto con gran precisione, anche senza pro- espresso attraverso una vena brillantis- era già fuori dallo Studio Forum di vare, perché una volta che io e il primo sima e inesauribile. Forse perché, così Piazza Euclide, a Roma…e dovevano violino avevamo il click in cuffia, si par- flessuoso e insinuante, si adatta parti- ancora aprirlo! Lui era lì che aspettava, tiva con l’orchestra e tutti i sincroni colarmente bene al racconto cinemato- era venuto prima per fare le note lun- erano perfetti.” grafico? “Come no! E non è sfruttato ghe. Quello delle registrazioni, poi, è un Non stupisce che il regista Gualtiero come si dovrebbe, perché non abbiamo ricordo bellissimo: l’ho messo in mezzo Jacopetti e la produzione rimasero di gli elementi. Io ho provato di tutto: ho all’orchestra d’archi e abbiamo inciso. stucco di fronte al lavoro di sincronizza- fatto delle incisioni per 4 trombe, 4 mel- Per fortuna il figlio di , Marco, zione di Ortolani, come lui stesso ricor- lophone, 4 tromboni e 5 sax. Ecco il era lì con una videocamera e ha ripre- da, rilevando però anche la difficoltà mellophone ad esempio (una tromba so tutto! Benny Goodman ha fatto del metodo: “Poi non l’ho più fatto; per- con il suono del corno, un po’ più gran- un’epoca e ho avuto la fortuna e la pos- ché lavorare in questo modo è sfibran- de del flicorno e suonato dai trombetti- sibilità di averlo. te. Durante la composizione, ogni mez- sti) ad esempio, non lo usa più nessu- Lavorare con artisti del genere è z’ora dovevo sdraiarmi sul divano per no. La ricerca mi ha sempre affascina- sempre un piacere. Come con Johnny riprendere una respirazione normale, to. Ero un patito di Stan Kenton, di cui Mathis, che ho avuto a Londra, a New tanta era l’ansia e la concentrazione”. poi sono diventato grande amico. Mi York, a Los Angeles. Mi ricordo di aver- Facile capire, dunque, perché l’im- chiese di fargli da arrangiatore ma ho lo inserito in un’orchestra immensa e portanza e la professionalità del lavoro detto di no, perché lo stimavo troppo. mi guardava con grande interesse e di Ortolani non siano mai passati inos- Ho avuto dello offerte anche da Sinatra, curiosità come se fosse un bambino, fu servati alla critica internazionale. In pochi sanno infatti che fu lui il primo compositore italiano ad essere stato candidato all’Oscar per “More”, brano che ricevette anche il Grammy Award come Best Instrumental Theme. Anche lo score di Una Rolls-Royce Gialla gua- dagnò due nomination e vinse il Golden Globe con “”, Best Film Song, cantata nel film da Katyna in persona. “I riconoscimenti mi fanno certo molto piacere, ma non è che impazzisca. Come collaboratore, mi fa molto piacere per il film. Una Rolls-Royce Gialla, poi, era una pellico- la straordinaria, con un cast altrettanto stupendo. Seguire la ‘vita’ di questa macchina mi portò a scrivere in diversi Dino Risi, Riz Ortolani, Benny Goodman e Marcello Mastroianni stili: quando eravamo a Londra c’era ma sento di voler fare solo la mia musi- bravissimo, grande professionista. E un tono majestic, in Italia avevamo uno ca per il cinema, e fare lì le mie ricerche poi Placido Domingo. Con lui ho inciso stile italiano, e così via…E poi ho avuto sugli arrangiamenti. Anche se poi ho il Cristoforo Colombo e Fratello Sole delle bellissime incisioni: forse non fatto interessanti arrangiamenti per Sorella Luna – un uomo straordinario.” molti sanno che la Fitzgerald, i Katyna: cose importanti, con quartetto Guarda caso, l’ultimo lungometrag- Tiquana Brass e hanno d’archi e voce solista.” gio di Avati è incentrato proprio intorno cantato i temi della Rolls-Royce.” L’amore per il jazz ha portato il alla vita di due giovani aspiranti jazzisti, Nel 1962 Ortolani compone anche Maestro anche ad un’altra, eccellente e la musica diventa così il vero protago- le musiche de Il Sorpasso, famosissi- collaborazione artistica, quella con nista del film. Un elemento di sceneg- ma pellicola di Dino Risi che porta il Benny Goodman, che nel 1981 prende giatura che ha stimolato Ortolani nella compositore a scontrarsi con i rutilanti parte alla colonna sonora di Fantasma composizione di un tema che lo stesso meccanismi produttivi del Bel Paese e D’Amore, ancora una volta per la regia Avati ha definito il più bel tema che il la conseguente sottovalutazione del di Dino Risi. “Benny Goodman l’ho musicista abbia mai scritto per un suo processo di scoring. voluto io. Il film di Risi era molto bello. film. “Per Ma Quando Arrivano Le “Ho visto molto poco il film, perché Parliamo di musica – parliamo, parlia- Ragazze? mi ha chiesto ‘qualcosa per quando Mario Cecchi Gori mi chiamò mo - e non so come mi viene fuori que- tromba e orchestra, struggente ma con per musicarlo erano vicinissimi all’usci- st’idea di Goodman. Mi dicono: ‘Se ci un certo stile’ – sono parole che metto- ta nelle sale e avevano pochi giorni per riesci a contattarlo per noi va bene’ . no in crisi – mica storie! Allora sono par- le musiche. Dovetti registrare in pochis- Allora mi butto, con l’edizione che mi tito da un minore che poi diventa mag- simo tempo. Scrissi una cosa jazzistica, dava una mano. Chiamano New York e giore. Quando lo ha sentito, lo ha capito dissonante, per seguire la corsa di mi dicono che Goodman mi aspetta e subito e si è alzato di scatto: ‘E’ questo!’” Gassman, quest’uomo alla ricerca che vuole ascoltare i miei temi. Così “Se si studia attentamente l’orche- disperata di qualcosa che neanche lui sono andato a casa sua, a Park strazione del pezzo”, spiega il musici- conosce e che coinvolge un poverino Avenue, in un bell’appartamento. Sono sta, “si troverà un’armonizzazione nelle sue peripezie. Vedendoli attraver- andato con molta timidezza, perché modernissima, con tutti gli archi divisi sare questa Roma vuota, proprio il 15 di sapevo di avere a che fare con un che abbracciano la tromba, tanto che Agosto, con questa Spider velocissima, uomo che aveva fatto impazzire le Boltro [Flavio, trombettista solista dello 12 riz ortolani

posto questi titoli di testa cercando di accontentarlo ed è successo che durante una proiezione, il suo prete confessore – che lo aiutava come con- sulente durante la lavorazione – pro- prio sui titoli dice: ‘E’ una musica stra- na, una musica che ti avvolge ma non l’afferri…’, e Damiano, soddisfatto, ‘proprio quello che volevo io!!’”. “Devo dire la verità, ho lavorato con tanti registi, ma con tutti ho sempre avuto un grande feeling, sempre un’enorme amicizia. Ma c’è da dire che questo accade finché la musica va bene. Se sbagli un film, è dura. Il film, come dicevo, è la loro creatura e biso- gna immedesimarsi. Forse, a dire il vero, avrei potuto continuare con molti Riz Ortolani e Claudio Santamaria in una scena di Ma quando arrivano le ragazze? altri autori, forse avrei potuto fare più score, NdR], durante le registrazioni, del 2004 sul poker e sulla vita che ritro- film con Dino Risi, grande regista. Ma non smetteva mai di ripetermi quanto vava gli stessi protagonisti di Regalo di lavoravo molto all’estero e non avevo fosse bello l’arrangiamento.” Il Maestro Natale ancora seduti intorno al tavolo la capacità di mantenere un rapporto compare anche nel film, in un cameo verde. Per il primo capitolo, datato continuato con i registi, come avrei che si inserisce in quel raro elenco di 1987, il musicista fu insignito del David voluto, è un’abilità di cui non sono musicisti per lo schermo prestati alle di Donatello per il Best Instrumental capace, e non telefonavo mai, sono immagini, come l’Herrmann de L’uomo Theme ed è interessante apprendere troppo riservato.” che sapeva troppo e il futuro Shore di come si sia mosso approcciando que- Riservatezza a parte, il talento di King Kong: “Abbiamo registrato in sta nuova ‘partita’: “Ho dimenticato Ortolani ha comunque incontrato i favo- diretta un pezzo classico mentre dirigo tutto quello che era stato l’altro film. ri di una nutritissima lista di autori italia- l’orchestra. Per l’occasione ho voluto la Pupi voleva che riutilizzassi il tema ori- ni, su cui spiccano, oltre ai già menzio- prima tromba del Maggio Fiorentino, ginale, visto che nel film ci sono anche nati, anche i nomi di De Sica, Lattuada, che suona in modo straordinario, dei flashback. Ma io il primo film non Fulci e Di Palma (il grande direttore Andrea Dellira”. l’ho neanche rivisto e ho cercato di della fotografica che nel 1974 volle il Per quanto veramente ragguarde- aggiornare l’ambientazione. Mi sono musicista per il suo esordio registico vole, è certo difficile pensare al tema de circondato di ottimi musicisti e ho scrit- Teresa La Ladra). Importantissimo Le Ragazze come al migliore di tutta la to per sax, archi, batteria e pianoforte.” anche il suo incontro con Franco collaborazione tra Avati e il musicista “Cerco sempre di dimenticare i film Zeffirelli per Fratello Sole Sorella Luna pesarese. Il medesimo Ortolani cita precedenti e di non ripetermi. La (1972), risultante in uno score ormai allo stesso livello le partiture per Una paura di ogni compositore è di rifare le entrato di diritto nel repertorio nazional- Gita Scolastica, Festa di Laurea, I stesse armonizzazioni, le stesse popolare e liturgico. “Quello che mi ha Cavalieri Che Fecero L’Impresa e cose, cambiando magari solo il tema. ispirato maggiormente è stato il monte Aiutami a Sognare. Quest’ultima meri- Penso sia la mia onestà che mi fa che si vede inizialmente, nella sequen- ta senz’altro un posto di rilievo, primo dimenticare tutte le pellicole passate. I za dei titoli. Sono partito da lì, lavoran- incontro tra i due artisti. miei temi non sono uguali, magari la do ad una sonorità trasparente con la “Pupi mi chiamò per questo film. personalità dell’orchestrazione, i colo- sezione d’archi divisa per ottave. Poi, C’erano dei balletti, tutti ideati dal ri, ma non i temi, che sviluppo sempre pian piano, su questa trasparenza ho coreografo di Fred Astaire, Hermes studiandoli con accuratezza. E’ un aggiunto un corno lontanissimo con Pan. Un film arioso, solare. Ci incon- lavoro di cesellatura.” eco. Quando si riesce ad impostare la trammo alla Fono Roma e mentre mi Ripercorrendo la saga artistica di partitura in questo modo è già una raccontava il film, a quanto mi dice, Ortolani non si può tacere dell’altro grande cosa.” capì che i miei occhi esprimevano grande sodalizio, quello con Damiano Ortolani ricorda poi le esperienze quanto fossi già preso dalla cosa. Dalle Damiani, solido regista dei film ‘inchie- d’oltreoceano che più gli hanno dato mie espressioni capì che ero già dentro sta’ anni ’70, pellicole contro il potere piaceri e soddisfazioni: giustamente, al film. E’ una cosa che mi è successa mafioso e la corruzione come visto che la sua filmografia estera anche con altri registi; con Lizzani ad Confessione Di Un Commissario Di include collaborazioni con Edward esempio, per Banditi A Milano. Così Polizia Al Procuratore Della Repubblica Dmytrik, , Robert facemmo il film e anche in quell’occa- e creatore della prima, storica serie Siodamk, , e sione prestai molta attenzione ai synch dello sceneggiato (l’unica Antony Asquith. per musicare i balletti. Tutti indovinatis- con le musiche di Ortolani poiché, mal- “La prima volta che ho varcato la simi tra l’altro.” grado l’enorme successo, il regista cancellata Cecil De Mille degli studi “Di solito con Pupi parliamo molto Damiani rifiutò di ripetersi con altre Paramount, per lavorare ad un film del film. Lui mi manda il copione e poi serie e il compositore fu solidale). Il della United Artist, sono andato in que- vuole sapere cosa ne penso. musicista specifica il differente rappor- sta grandissima sala d’incisione e ho Comunque non abbiamo mai avuto to lavorativo rispetto all’altro collabora- accarezzato il podio, pensando a problemi, ha sempre approvato tutti i tore. “Con Damiano ero io a dover cer- quanti eccellenti musicisti lo avevano miei temi senza discutere. C’è una care di più. Ricordo un film bellissimo, calcato prima di me: Tiomkin, Steiner, bella intesa, anche perché sappiamo L’Inchiesta. Me ne parlò, dicendomi: Young.” cosa vuole l’uno dall’altro.” ‘Vorrei una musica che non è musica, “In America non ci sono differenze Avati è stato inoltre l’unico regista ad una musica che si sente ma non si d’intendere la musica da film. Quello aver impegnato Ortolani nello scoring afferra, che è nell’aria…’. Ero in crisi, che è diverso è la collaborazione. di un sequel, La Rivincita di Natale, film non sapevo cosa fare. Allora ho com- Massima collaborazione. Il primo film riz ortolani 13

che ho fatto me lo sono orchestrato, tutta la parte cronometrica. E c’era vengono spesso etichettati. Questi come sempre, da solo. E i produttori gente come Donato [Salone, storico e sono film che magari hanno avuto mi chiedevano perché non usavo gli attivissimo copista del panorama cine- meno fortuna, ma non vuol dire che orchestratori: ‘Faccia orchestrare!’. E’ musicale italiano, NdR] che orami face- siano stati meno impegnativi. Per Il una questione di mentalità differente. va i calcoli a mente (ma Donato era Merlo Maschio [1970, di P.F.Campanile, Se si guardano i titoli di coda di un film uno con l’esperienza di 3000 film alle NdR] ho fatto venire addirittura il bravis- con le musiche di un musicista come spalle, uno che per dare i synch al simo violoncellista Selmi, per la storia di John Williams, si leggono almeno 4-5 grande direttore d’orchestra Franco Lando Buzzanca che, nel film, era pro- orchestratori. Lì ci sono i veri orche- Ferrara gli tirava la giacca mentre diri- prio un violoncellista”. stratori, i professionisti, che sanno fare geva…era straordinario!).” Un altro esempio di qualità aggiunta il loro mestiere. Guai a non dar loro il “Comunque mi piacerebbe che al cinema di genere sono le musiche lavoro! Alcuni potrebbero fare anche i anche i giovani lavorassero con la per il cult , brutale compositori, ma non lo pensano nem- serietà degli americani.” film di caratterizzato meno. Qui da noi, invece, molte volte Parlando del panorama americano, da un approccio musicale in contrap- gli arrangiatori diventano anche com- spunta fuori il nome di Bernard punto, con il dolce e romantico score di positori ma non sempre riescono, per- Herrmann e il Maestro si sofferma a Ortolani a contrastare l’efferatezza ché si può essere ottimi musicisti e ripeterlo, come per celebrarne la gran- delle immagini. Il musicista dichiara di orchestratori, grandi tecnici ma freddi dezza. Cogliamo l’occasione e chiedia- essere impressionato dal successo del compositori per il cinema. Se sei fred- mo se uno score come (1983), film: “Ho delle grosse richieste dagli do non arrivi sullo schermo, non sfon- con quel frastagliato d’archi nei titoli di Stati Uniti e dal Giappone. La colonna di. Non che a Hollywood sia più facile. testa, non nasconda una citazione her- sonora è richiestissima, e francamente Per esempio ero amico di Henry rmanniana. “Ricordo una costruzione non ne vedo il motivo. Devo riconosce- Mancini e di Pete Rugolo, un fortissi- tutta in contrappunto, con orchestra re che quando Deodato mi chiamò mo arrangiatore italo-americano. Un d’archi. Si può essere anche influenza- apprezzai molto le immagini, tutte gira- giorno sono andato a conoscerlo per- ti, certo, tutti i musicisti lo hanno fatto. E te con la cinepresa a mano e tutte di ché mi interessava molto il suo modo poi Herrmann è stato veramente un grande drammaticità. Per contrasto di fare musica, e ricordo che si lamen- grande compositore…”. musicale le ho commentate con un tava perché non riusciva a comporre Zeder si inserisce in quella lunga adagio; ho inciso con l’orchestra anche per il cinema. Un grandissimo arran- schiera di film di genere italiani che un ritmo con dei veri sassi, per dare giatore che non è mai riuscito a fare un hanno contribuito ulteriormente alla questo senso un po’ selvaggio, anche film e si è dovuto accontentare di pic- risonanza del nome di Ortolani in tutto il per dare un’anima a queste persone cole cose televisive.” mondo, data la loro grande esportabili- che venivano massacrate. Molti registi “Gli americani lavorano bene, seria- tà. Così come l’horror-thriller (da ricor- mi hanno detto che nella mia musica mente – e si sente. A proposito della dare anche Passi Di Morte Perduti Nel c’è sempre un gran tristezza. Quando loro professionalità: un giorno mi chia- Buio), la cifra ortolaniana ha investito scrivo un pezzo in maggiore, per tra- mano alla Paramount. Vado negli studi anche lo e il boccac- smettere tristezza non ho bisogno di e mi ritrovo a sentirmi dire che si scusa- cesco anni ’70, ma senza mai svender- passare al minore, come di solito si fa.” vano perché erano stati costretti a si allo stile più in voga: “Non avevo pro- “Mi piacerebbe vedere questo film tagliare un fotogramma del film su cui blemi ad usare il chitarrone per il musicato da altri, un film con questo stavo lavorando. Roba da matti! In western e il lounge per le commedie. stile…Sono sicuro che potrei sentire Italia mi tagliano 50 metri senza nean- Ma è anche vero che ho trattato in chia- delle cose molto interessanti. Sarebbe che dir niente e qui addirittura si scusa- ve modernissima un western come I bello capire in quante maniere diverse no per un fotogramma! Questo perché Giorni Dell’Ira, di – un ognuno di noi vede una pellicola.” sapevano che per un musicista non era brano è stato utilizzato da Tarantino in L’episodio in questione porta a cosa da poco. Quando succedeva da entrambi i film di Kill Bill. Sinceramente necessarie osservazioni sul rischio di noi, eravamo costretti a rifare subito il però non capisco questa distinzione tra superare con la musica le immagini di conto delle battute, perché cambiava film di serie A e B, come questi ultimi un film. Esempi di soluzioni musicali

La CAM, prestigiosa etichetta discografica italiana della migliore musica da film di ieri e di oggi, tra le sue pubblicazioni può anno- verare due delle più famose e belle colonne sonore del Maestro Riz Ortolani, Mondo cane e Fantasma d’amore con l’intramonta- bile Benny Goodman al clarinetto. Di queste due soundtrack s’è detto tanto, giustamente, ma ciò che ci preme in questo caso è portare alla vostra attenzione due CD contenenti le musiche per quattro film meno noti, ai quali il compositore pesarese ha donato il suo inconfondibile tocco musicale: Casanova & Company nello stesso album con La vergine di Norimberga e Primo amore insie- me con Il giorno del furore. In tutte e quattro le partiture l’elemento che risalta maggiormente è la grandeur melodica ortolaniana: sia che si tratti di una pittoresca parodia con Tony Curtis del più grande amatore di tutti i tempi (Casanova & Company) che di un horror non eccelso alla Margheriti (La vergine di Norimberga), sia di una commedia amara di Dino Risi con Tognazzi e la Muti (Primo amore) o di un dramma familiare russo con la Cardinale (Il giorno del furore), Ortolani riesce a dar vita a dei temi sentimentali, sot- toposti a differenti variazioni nei CD, di stupefacente carica emozionale, che rimangono impressi per la loro immediata cantabilità. Si ascoltino “Il dubbio di Mary” e “Atroci sospetti” da La vergine di Norimberga, “Casanova e Francesca” e “Beauties at the castle” da Casanova & Company, “First love” e “Dreams mode of love” da Primo amore e “Il ritorno di Yuri” e “Un uomo solo” da Il giorno del furore. Non soltanto temi ricchi di pathos, anche balalaike, motivetti popolari tanto vicini a quelli composti da Rustichelli e Trovajoli, barocchismi e disco music, a testimonianza della poliedrica genialità di un Maestro in splendida forma. Due acquisti viva- mente consigliati a chi voglia scoprire dei titoli di un Ortolani meno conosciuto, ma altrettanto notevole. MP

Riz Ortolani Riz Ortolani Casanova & Company (1976) Primo Amore (1978) La vergine di Norimberga (1964) Il giorno del furore (1973) CAM CSE 109 CAM CSE 114 10 brani (Casanova...) + 13 brani (La vergine...) 8 brani (Primo...) + 10 brani (Il giorno...) Durata: 61’23” Durata: 60’03” 14 riz ortolani

Katyna Ranieri e Riz Ortolani particolarmente capaci di spiccare re. Non si possono mica scrivere i Giannini oppure un tema drammatico, autonomamente sul girato si rintraccia- ‘patacconi’ e togliersi il pensiero con le o uno particolarmente allegro. Majano, no, nell’opera di Ortolani, soprattutto note lunghe. E allora insieme al tema poi, era convinto che gli attori lavoras- nei maestosi lavori televisivi per la Rai. devi trovare sempre un contrappunto, sero meglio ascoltando la musica men- Ricordiamo l’incipit da La Primavera di riuscire a far diventare le parti seconda- tre recitavano, ed aveva ragione.” Michelangelo, dove il colpo di scalpello rie più interessanti del tema stesso. Si Spunta un dietro le quinte del David diventa metafora e sottolineatura “della trattava di lavori sempre molto costruiti. Copperfield: “Durante quel periodo scintilla di genio”, o la grandiosa scena Ho inciso all’Auditorium della dovetti partire per Los Angeles per del trasporto del David, sempre dallo Farnesina di Roma, con questa stu- lavorare ad un film, ma visto che i tempi stesso sceneggiato. penda orchestra più un coro di circa 80 negli Stati Uniti erano sempre molto lar- “Alle volte c’è questo pericolo, persone. Erano colonne costosissime.” ghi, dai 5 ai 6 mesi (e c’era anche il soprattutto se c’è lo spazio giusto. Però Prima ancora degli sceneggiati sto- tempo per andare a giocare a Las bisogna stare attenti a non andare rici, c’erano le esperienze televisive dei Vegas!), scrissi lì tutta la musica. sopra le righe, a non essere invadenti; teleromanzi: titoli come La Cittadella, Purtroppo però fui costretto a mandare anche questo è un modo di scrivere. David Copperfield e La Freccia Nera. le partiture in Italia, perché non potevo Bisogna stare attenti alle punte musi- Progetti che per la loro natura di messa dirigerle io, e fu un po’ diverso.” cali, alla logica di dialogo e capire se e in onda, impegnarono il musicista in “Con il tempo abbandonai, avevo ini- quando è il momento di uscir fuori. una pianificazione del lavoro ancora ziato a lavorare per il cinema e comin- Anche questo è mestiere.” diversa: “Le trasmissioni andavano in ciavo a sentire troppa pressione. Mi “Lavorare agli sceneggiati è stato diretta e il carissimo regista Majano dispiacque soprattutto per Majano, con molto impegnativo. Avevo a disposizio- mandava in diretta anche le mie musi- il quale ho avuto l’opportunità di fare ne l’orchestra sinfonica della Rai. Uno che. In preparazione, lui mi proponeva tutto il pacchetto dei migliori teleroman- scrive e ha sempre questa massa di di scrivere alcuni temi: magari un tema zi e che, purtroppo, finì bersagliato dalla gente che deve cercare di accontenta- romantico per la Guarnieri, uno per cattiveria dell’ambiente, da certi registi

Da esperto di musica, soprattutto del jazz puro, e clarinettista mancato (proprio come ama definirsi anche Woody Allen), il regista bolognese ha sempre affermato che il jazz è una malat- tia contagiosa da cui non si guarisce più. Per dirla tutta, e per nostra fortuna, Pupi Avati dal jazz non ha mai voluto guarire, anzi, ha continuato e continua ad essere il linguaggio musicale pre- diletto delle sue storie, quello che ha arricchito, di volta in volta, il suo stile cinematografico e che meglio di tutti è riuscito a tratteggiare sentimenti e modi dei suoi personaggi. Per questo si è sempre lasciato sedurre dal jazz. Anche nel suo trentaquattresimo film Ma quando arriva- no le ragazze?, pellicola dai forti segnali autobiografici, nello scegliere l’universale tema della giovinezza con i suoi desideri e passioni, aspettative e disillusioni, Pupi Avati ha posto proprio al centro del racconto la musica. Garantita ancora una volta dalla inesauribile vena creativa e Riz Ortolani dalla cifra stilistica di Riz Ortolani, che per il regista emiliano ha già firmato altre bellissime Ma quando arrivano colonne sonore, la partitura del film presenta un approccio più moderno e distaccato dal jazz le ragazze? (2004) classico senza peraltro perdere forza, convinzione e intensità. Il risultato complessivo è inte- Rai Trade CRT 304 ressante, in un gioco di riflessi e di rimandi evocativi, che legano l’uno all’altro i brani. Anche 14 brani – Durata: 47’46” stavolta, Riz Ortolani, che si è avvalso della collaborazione di alcuni talentuosi nomi del jazz italiano – Flavio Boltro (tromba solista), Danilo Rea e Luca Mannuzzo (pianoforte), Daniele Scannapieco e Javier Girotto (sax), Dino Piana (trombone), Giovanni Tommaso (c. basso) autore dei brani jazz, Massimo Manzi e (batteria) – non è venuto meno alla sua figura di compositore d’eccezione, tessendo trame melodiche di indubbia efficacia. MT riz ortolani 15

intellettuali e troppo sofisticati che non Il desiderio di un concerto riepiloga- tello del ben più celebre regista vedevano qualità e stile in quello che tivo dell’opera ortolaniana, sulla scia Roberto, di cui ha musicato tutti i film. faceva. E invece ha saputo dirigere dei tributi recentemente pubblicati e del Colonne sonore come Roma Città delle cose bellissime, grandi successi crescente interesse concertistico per la Aperta e Paisà sono andate completa- popolari, ricordati ancora oggi con molto musica da film, ci esorta a chiedere al mente perse. Io ne ho fatto una suite affetto dal pubblico di quegli anni.” compositore se magari qualcosa sta con cui apro sempre tutti i miei concer- Tra i tanti ricordi fotografici che ci cir- bollendo in pentola. “Di concerti ne ho ti. E’ un modo di ridare vita alla musica condano, notiamo una locandina della fatti tantissimi, ma ‘senza gran cassa’. di Rossellini, un musicista preparatissi- prima Sinfonia del Maestro, intitolata Ho portato la Sinfonica di Vienna in giro mo ed anche un ottimo giornalista”. alla Memoria ed eseguita nel 2001 al per il mondo suonando musica cine- Nel salutare il grande compositore, Teatro Rossini della nativa Pesaro dalla matografica. Poi in Messico, in Brasile, ancora immersi nel fluire di storie cine- Symphony Orchestra of Bratislava. a Padova, a Palermo, Trento…Mi sono musicali e frammenti personali di una “Quando sono venuto a Roma, da dedicato anche al balletto, che mi piace carriera così vasta e multiforme, quasi ragazzo, la prima cosa che ho fatto è molto. Ultimamente a Firenze, il Teatro a voler suggellare l’essenza del tema stata quella di visitare i posti che da del Maggio Musicale Fiorentino ha pre- dell’incontro, formuliamo la domanda sempre volevo vedere: Piazza Venezia, sentato il balletto dedicato al genio di più banale e complessa: cos’è la musi- le Fosse Ardeatine, Cinecittà. Avevo un Michelangelo, “In Una Parte Di Cielo”, ca da film per Ortolani? foglietto dove, camminando, appuntavo con mie musiche e coreografie di “La musica da film è un’espressione tutte le date storiche importanti, come la Giorgio Mancini.” che se compresa e apprezzata può dichiarazione di guerra, l’Olocausto, la Poi Ortolani, incapace di sorvolare permettere ogni cosa, non importa Liberazione…Questo foglietto l’ho tenu- su quello che inizialmente preferiva quale sia il genere su cui si lavora. to sempre dentro un cassetto ed ogni tacere per scaramanzia, ci mostra il Spero che ci sia anche per i giovani la volta che lo aprivo, durante gli anni, suo attuale lavoro, quello da cui l’ave- possibilità di avere il loro merito, di spuntava fuori. Mentre ero impegnato in vamo distolto: “Sto trasformando le esprimere nel miglior modo possibile qualche film, questo foglietto me lo ritro- mie colonne sonore in suite della dura- quello che ora sono costretti a fare con vavo sempre davanti. Fino a quando, ta di circa 13-15 minuti. Tutte queste piccoli mezzi.” nel 2000, ho deciso di non fare più altre nuove orchestrazioni sono senza ritmi- Si aggiunge il commento sentito di colonne sonore e di dedicarmi a questi ca, perché la ritmica ad un certo punto Katyna Ranieri che, partecipe e appunti, a questa Sinfonia. E’ un lavoro cambia lo stile: l’orchestra con le chi- appassionata, ha rivissuto accanto al completamente politonale, diviso in tarre non so a cosa possa servire. compagno d’arte e di vita questi emo- quattro tempi e della durata complessi- Questo è un discorso diverso, una zionanti ricordi: va di un’ora – con un adagio che dura mentalità differente.” “Per il Cinema, si può fare della 27 minuti. E’ stato per me un grande Rincuorati dalla possibilità che que- musica straordinaria”. piacere perché si trattava di una cosa sti sparititi autografi riempiano presto E non c’è dubbio che la moglie di che avevo sempre voluto fare: non un nuovo concerto del Maestro, sco- Riz Ortolani ne sappia qualcosa. volevo più vedere quel fogliettino! Non priamo anche il suo impegno filologico l’ho diretto io, volevo la mano di qualcun per la musica da film. “Non è molto Un sentito ringraziamento a Riz, altro, volevo che il direttore d’orchestra risaputo, ma ho omaggiato i fratelli Katyna e Rizia Ortolani per la disponi- [Niels Muus, NdR] ci trovasse qualcosa Rossellini ricostruendo le partiture cine- biltà e la cortese concessione del che io ancora non avevo visto.” matografiche di Renzo Rossellini, fra- materiale fotografico.

Riascoltare le bellissime compo- armonico e timbrico efficace, ricco di (“Fratello Sole e Sorella Luna”) e sizioni di Riz Ortolani: per questo effetti suggestivi. Come ha scritto alcuni prestazioni orchestrali di grande incisività ambizioso scopo molto opportunamente anni fa su di lui Ermanno Comuzio, noto (orgiastica e inebriante l’avventura sono- è stata pubblicata da Bmg una doppia critico musicale: “Abbondano, nel lungo ra di “Mondo Cane Suite and More”, ese- raccolta di 36 brani tra i più rappresenta- inventario dei suoi film, i crolli di Roma, le guita dalla sublime voce di Katyna tivi di uno dei maggiori compositori per il cinture di castità, i colpi grossi, le calde Ranieri). Irreprensibile è anche la qualità cinema italiano e internazionale. Una rac- notti, i lunghi fucili, i merli maschi, gli atti delle esecuzioni e della registrazione, ma colta che con il suo approccio “trasver- impuri, le orchidee macchiate di rosso, i può darsi che la bellezza di alcuni brani in sale” riesce ad andare molto oltre le solite figli di cane, gli uomini della vendetta, le particolare invogli a procurarsi le incisioni biografie musicali – da Il sorpasso (1962) guerriere dal seno nudo, la morte negli complete. L’opera viene proposta in una a Ma quando arrivano le ragazze? occhi del gatto e i corpi delle ‘ragasse’”. elegante veste editoriale corredata da un (2005), tema dell’omonimo ultimo film di Ma ci sono anche le soundtrack funzion- libretto di 32 pagine con rare foto Pupi Avati – portandoci direttamente al ali e scattanti, che occorre estrarre dalla d’archivio e, dulcis in fundo, una chicca cuore della musica di Riz Ortolani e per- massa pittoresca. Per esempio Mondo per fans e collezionisti: un doppio poster mettendo di fare il punto su alcune auten- Cane (1962), il cui splendido motivo con- pieghevole. Maurizio Torretti tiche icone del suo repertorio, tra cui duttore, “More”, è qui riproposto in una Mondo Cane, Il sorpasso, Africa nuova versione strumentale arricchita Addio,Una Rolls-Royce gialla, Girolimoni, con archi e ritmica, inserendo una voce di Confessioni di un commissario…, Ultimo soprano che richiama l’effetto vocale già minuto, La piovra, Fratello Sole Sorella usato nella colonna sonora originale. Luna, La Primavera di Michelangelo, fino Il cofanetto The Genius of Riz alle recenti fatiche di Una gita scolastica, Ortolani, della durata complessiva di oltre Il cuore altrove, La rivincita di Natale. In due ore, raccoglie dunque 36 pezzi molto tutte, ciò che colpisce di più nel lavoro del eloquenti dell’ammirevole carriera del compositore pesarese è la curiosità artis- Maestro pesarese e ha il pregio di con- tica, l’attività creativa sempre in moto e tribuire a ridestare ricordi, immagini e Riz Ortolani l’incessante rinnovamento. La sua filmo- sentimenti che hanno segnato la storia The genius of Riz Ortolani (2004) grafia è fittissima di titoli di tutti i generi, e del cinema italiano. L’antologia è già in sé la sua caratteristica è la duttilità e l’abilità godibilissima, curata nei dettagli e nelle BMG / RCA 82876664332 di fornire sfondi tra i più variegati, atmos- delibazioni coloristiche, per quanto non CD 1: 20 brani – Durata 66’36” fere polivalenti suggerite da un linguaggio manchino riflessioni dal carattere lirico CD 2: 16 brani – Durata 67’55” 16 star wars episodio III

La vendetta dei Sith conclude la Saga musicale “stellare” di John Williams. i diritti riservati. Tutti TM. © Lucasfilm Ltd. &

Jedidämmerung di Maurizio Caschetto e Gianni Bergamino

Maggio 2005: la conclusione è nasconde un cuore narrativo che di John Williams verso il suo sco- arrivata. più classico e archetipico non si raggiato approdo di perdizione, per- La sensazione che domina è può, anche se lo sviluppo narrativo fetto e fedele controcanto delle fan- quella del compimento, della realiz- tradisce l’incertezza e le ansie di un tasie di Lucas. zazione finale o, per dirla con una pianeta che si riscopre rimpicciolito Su queste pagine ci siamo citazione amata dai fan, del “cerchio dalla comunicazione globale e con recentemente occupati di questa finalmente completo”. Dopo 28 anni un rimescolato senso dell’etica. immensa opera “stellare” (vedi CS le guerre stellari di George Lucas Se le avventure dei Jedi, del loro n°9, Settembre/Ottobre 2004). Le arrivano alla resa dei conti, alla stret- culto per un misticismo esoterico ed ormai sei colonne sonore per la ta conclusiva: La vendetta dei Sith, ambientalista contrapposto al Lato Saga sono un corpo unico nella sto- terzo episodio in ordine cronologico, Oscuro delle passioni istintive, fero- ria della musica da film, un impo- sesto in ordine produttivo. ci e irrazionali, sono state racconta- nente traguardo di questa disciplina Pur con i limiti che i detrattori non te in ordine sfalsato, il procedere e della sua dirompente forza mancheranno di evidenziare, va dei film rispetta in compenso un espressiva multimediale. Una riconosciuto che questa operazione cammino psicologico terribilmente valutazione consolidata dall’ago- cinematografica ormai trentennale cupo e fatalista. Sembrano così gnato ascolto di tutte sei le partitu- è stata il tentativo più esplicito e lontane ormai la spensieratezza, la re, finalmente davanti a noi come consapevole (e forse anche il più ribalda voglia di avventura e le un granitico e venerato monolito riuscito) di forgiare una nuova mito- smargiasse scorribande a lieto fine cinemusicale. logia di massa, la prima a memoria di Luke Skywalker e Han Solo. d’uomo che abbia davvero un respi- Morte, vendetta, rancore, dispe- Negli ultimi mesi l’attesa per que- ro mondiale, capace di riscrivere e razione, omicidio, sterminio sono le sto epilogo williamsiano ha raggiun- lasciare il segno nell’immaginario nuove coordinate dell’epopea. Ma to livelli di spasmodica eccitazione, collettivo, un pregevole esperimen- soprattutto paranoia, sospetto, sfi- ha suscitato negli estimatori to per dare alle menti giovani di ducia. L’eroe è negativo, è votato un’aspettativa di portata storica, tutte le generazioni una colorata e alla perdizione, il suo destino è superiore a quella riservata a qual- divertente mappa con cui orientarsi segnato da una hubris dissennata siasi altra opera di ogni autore di e baloccarsi negli infiniti e ricchissi- contro l’invincibile barriera della musica per film del passato. La mi territori del Mito e della Fantasia. morte, e per questo la sua saga consapevolezza che il sipario La creazione lucasiana, pur con il precipita senza appello nella trage- sarebbe calato con una presagita suo corollario più sfacciatamente dia annunciata, avvicinando la sua cortina di cupezza e drammaticità “mercantile”, è un prodotto dei figura a quella di un altro mito senza precedenti nell’intera esalo- nostri tempi, un distillato fedele di moderno: il Faust. gia non ha che aumentato la fibrilla- luci ed ombre di questi ultimi tren- Proprio queste tempestose cor- zione della vigilia. t’anni. La patina fiammante dei renti introspettive sospingono Fin dai primi ascolti, dunque, si è sempre sbalorditivi effetti speciali anche l’immortale opera musicale ansiosi di scoprire come sia stata star wars episodio III 17 affrontata da Williams la discesa agli inferi e la conversione al Lato Oscuro del giovane Eletto, il cam- pione Jedi Anakin Skywalker, futuro padre di Luke e Leia ed imminente tiranno della Galassia altrimenti noto con il nome di Darth Vader, uno dei più amati “villain” della sto- ria del cinema. i diritti riservati. © Lucasfilm Ltd. & TM. Tutti Le partiture de La minaccia fan- tasma e L’attacco dei cloni ci hanno presentato un Williams sontuoso e brillante, prodigo di invenzioni tematiche e musicali, attento e mai banale nel riprendere e variare i temi dei precedenti episodi e asso- lutamente padrone di una perizia di scrittura e orchestrazione che nes- sun autore di film music può vanta- re. Tuttavia queste ricche e mature composizioni, ineccepibili nella loro La principessa Padme (Natalie Portman) raffinatezza formale, sono sembra- da sensazioni di rivalsa, di odio, di Tuttavia non è l’arcana e batta- te carenti del vigore espressivo e confronto ostile. gliera melodia di “Battle of the dell’eloquenza emotiva che impre- Heroes” che esaurisce la ricchezza gnavano le partiture della prece- Alla libreria melodica della saga inventiva della partitura, rappresen- dente Trilogia. Proprio come i con- Williams aveva aggiunto in La tata questa volta non tanto da temi troversi due episodi filmici, anche la minaccia fantasma due idee temati- nuovi, quanto piuttosto da comples- musica è parsa priva di quell’aura che maggiori: l’orffiano “Duel of the se figurazioni, da architetture emo- magica, di quello stupore meravi- Fates” e il grazioso movimento per tive abilmente costruite, da elettri- gliato, di quell’energia giocosa il cui Anakin bambino. In L’attacco dei che pagine d’azione e da repentini dissolvimento è stato percepito Cloni veniva introdotto il malinconi- ed imprevedibili mutamenti d’umo- soprattutto dagli spettatori che co e struggente love theme di re. erano ragazzi ai tempi ingenui in cui Anakin e Padmè, “Across the Trovano spazio istanti di profon- la saga sorgeva. Stars”. La principale new entry da partecipazione come “Anakin’s Per fortuna, con un vero colpo di tematica che ci viene offerta in La Betrayal”, un dolente adagio per scena, la partitura de La vendetta vendetta dei Sith è “Battle of the coro e orchestra di mahleriana dei Sith spazza via i timori della Heroes”, che fin dalla struttura intensità, quasi un “lamento” musi- vigilia e offre un vigore imprevedibi- espositiva mostra di essere un’evo- cale che dipinge con uno scorag- le e “spiazzante” per la passionalità luzione estrema del duello del giato cordoglio l’ineluttabile destino dei contenuti, per la scelta di un primo episodio: su un ostinato ritmi- della Repubblica, dell’Ordine dei trattamento più introspettivo, coe- co di celli e viole, i corni enunciano Jedi e dello stesso Anakin. La raffi- rente con la drammaticità della una melodia, che riecheggia - non a nata tessitura della pagina ci riporta trama. sproposito - il “Dies Irae” gregoria- ai momenti più intensi della Prima Ciò che sorprende è piuttosto la no. Una figura melodica di perento- Trilogia, come lo scontro estremo scelta del musicista di premere fino ria linearità, subito ripresa dall’or- tra Luke e Vader ne Il ritorno dello in fondo, senza esitazioni, sul peda- chestra intera e da una poderosa Jedi. Non meno densa di emozioni le del pathos, arrivando a vette compagine corale. La pagina si svi- tragiche è “The Immolation Scene”, emotive degne di un compositore luppa attraverso cadenze e accenti magistrale pagina per archi di gran- lirico. Siamo al cospetto della parti- tipici della musica da balletto, dove de rigore formale (gli estimatori di tura stellare più matura, cupa e la performance della sempre formi- Williams non mancheranno di per- complessa mai prodotta dalla dabile London Symphony cepire in questo brano echi della penna del Maestro, pur senza Orchestra convoglia tutta la com- bellissima partitura di The Fury, una dover rinunciare alla ricchezza ed battiva frenesia del brano verso il colonna sonora che stilisticamente alle cesellature del suono già dimo- poderoso climax emozionale, in cui ha più di un punto in comune con strate nelle altre partiture prequel, la punteggiatura ritmica richiama i Revenge of the Sith). un’inconfondibile traccia stilistica momenti che precedono l’esplosio- Alcuni temi minori dei due film del Williams più recente (Minority ne della Morte Nera nel primissimo precedenti assumono a sorpresa Report, Harry Potter e il prigioniero Star Wars. Nuovo tema che viene ruoli imprevisti. In “Birth of the di Azkaban). ripreso con entusiasmo in “Anakin Twins and Padme’s Destiny” torna il Ne emerge un lavoro granitico, Vs. Obi-Wan”, epocale duello di wagneriano coro funebre per il rogo travolgente, velato da un consape- spade laser per cui Williams integra del maestro Jedi Qui-Gon Jinn; il vole senso di disperazione e di ine- una disperata lettura del tema della motivo della madre, quando il suo luttabilità. I motivi familiari si inturgi- Forza e una ripresa ante litteram ricordo turba i sonni di Anakin nel discono, si fanno perentori. Non si è della musica che commentava il secondo episodio, ricompare trasfi- mai ascoltato, ad esempio, un tema duello tra Luke e Vader ne L’impero gurato dalle sfumature livide che della Forza così rabbioso e deter- colpisce ancora, creando un’inte- illuminano la timbrica dell’opera minato. Le pagine intrise di tragicità ressante e indovinata rima musica- intera. E torna naturalmente il tema non si contano, i colori sono accesi le tra le due Trilogie. d’amore “Across the Stars”, in una 18 star wars episodio III

“General Grievous” è forse uno dei vertici della partitura, un gioiello di perizia e complessità in cui la sor- prendente vivacità poliritmica e i tempi dispari sembrano omaggiare lo stile secco e sperimentale di Jerry Goldsmith, ma riecheggiano anche un’ambita ed inedita partitura © Lucasfilm Ltd. & TM. Tutti i diritti riservati. © Lucasfilm Ltd. & TM. Tutti dello stesso Williams, quella scritta nel 1977 per Black Sunday. Come si diceva, ci sono momen- ti che paiono uscire dritti dall’opera lirica. “Anakin’s Dark Deeds” è uno di questi, in cui si evitano mere rilet- ture dei temi noti, ma ci si innalza verso un climax di dolorosa emo- zione mediante un calibrato dosag- gio dei tempi drammaturgici, sca- gliando con prepotenza sulla tela ampie pennellate di cupi e violenti Anakin Skywalker (Hayden Christensen) e Obi-Wan Kenobi (Ewan McGregor) colori orchestrali e corali. rilettura raccolta e meditabonda, marziali che hanno caratterizzato Inaspettate anche le parentesi come nell’incipit di “Anakin’s tanti momenti passati della Saga: “ambient” di alcuni brani come Dream” dove il tema è esposto con ostinati martellati, veloci insegui- “Padme’s Ruminations” (dove in un bellissimo controcanto della menti dei settori dell’orchestra, per- mezzo a un cupo tappeto elettroni- viola, che testimonia l’affievolirsi del cussioni militaresche, su cui si inne- co fa capolino un vocalizzo femmi- sentimento che lega i due giovani stano sia il tema di Darth Vader sia nile “à la” Lisa Gerrard) e sposi. l’eroica melodia dei Jedi, nella sua “Palpatine’s Teachings” (introdotta I settanta minuti del CD, su oltre inedita corazza di risentimento e da uno scuro e minaccioso coro due ore di partitura, escludono una furia. Meglio di altre pagine, gli epi- tibetano), in cui i momenti di secon- messe di materiale senza il quale è sodi d’azione denotano la vistosa do piano fanno pensare anche alle impossibile offrire una valutazione maturità del magistero di scrittura nere tessiture ed ai tormentati tratti globale dello sforzo creativo di williamsiano: sono lontani i celebri e timbrici di Bernard Herrmann. Williams (si vocifera dell’uscita, nel prokofieviani “scherzi” tipo “A New Hope and End Credits” 2006, di un cofanetto con le tre par- “Asteroid Field” o “TIE Fighter conclude l’appassionante galoppa- titure prequel in versione integrale). Attack”. La penna del Maestro oggi ta musicale. Williams si congeda da Nonostante l’ascolto del disco sia – in coerenza con l’evoluzione della questa relazione artistica lunga ricco ed appagante, si sente la sua musa – rinuncia a colorare di come un’intera carriera con un bel- mancanza di temi fondamentali un leggero senso di divertissement lissimo omaggio finale. Il brano si come quello di Yoda, quello di simili pagine, e sprofonda piuttosto apre su una ripresa del tema di Leia Anakin e di “Duel of the Fates” (che in frenetiche e furibonde scorriban- seguita da una struggente variazio- le fonti ufficiali assicurano essere de ritmiche, in cui ribolle un sangue ne per archi del tema di Luke. Ma è presenti nella partitura). stravinskiano/bartokiano sempre al crepuscolare e quanto mai Non mancano i vibranti colossi più pronunciato. In tal senso, nostalgico tema della Forza che è Un viaggio musicale senza precedenti: il DVD ‘A musical journey’ Da una galassia lontana lontana giun- con estratti di dialoghi ed effetti sonori, in heroes”, “The imperial march”, “Yoda’s ge a noi un DVD senza precedenti, perfetto sincrono con i vari passaggi theme”, “The forest battle (concert accompagnato dall’immenso potere musicali williamsiani), la leggendaria sto- suite)”, “Across the stars”, “The asteroid della “forza” musicale del Maestro Jedi ria di Anakin Skywalker- Darth Vader, field”, nonché l’epico e sempreverde John Williams che, tra un duello all’ulti- Padme Amidala, Obi-Wan Kenobi, Luke “Star Wars main title”, associati alle mo sangue con la spada laser, grandio- Skywalker e la sorella gemella Leia inquadrature indimenticabili dei film di se battaglie stellari, amori impossibili, Organa, Han Solo, Chewbacca, i droidi Lucas, è un’esperienza impagabile. Un alieni pericolosi e amichevoli, l’eterna C3PO e R2D2, il Maestro Yoda, il sena- bellissimo viaggio musicale che la Sony lotta tra Repubblica, Federazione e tore Palpatine (interpretato da Ian Classical ci ha regalato con una cura Alleanza, ci trasporta verso la conclusio- McDiarmid, che nel DVD introduce ogni dettagliatissima nella confezione: il pac- ne dell’opera spaziale di Star Wars. 70 capitolo) e tutta la sfilza di buoni e cattivi kaging della colonna sonora contiene minuti di puro godimento sonoro e visivo che si sono succeduti dal 1977 al 2005. note di copertina di George Lucas, oltre per i fan della saga di fantascienza più I film dell’esalogia lucasiana vivono ad un esclusivo poster di grande impat- famosa della storia del cinema! Un insieme, parallelamente, a volte avvin- to. Non vi aspettate di trovare nei 16 bonus DVD da collezione, pubblicato ghiandosi, fotogramma su fotogramma, capitoli immagini dal backstage delle insieme alla soundtrack dell’episodio 3, uno sull’altro, attraverso questi 16 nuovi sessioni di registrazione ai mitici Abbey suddiviso in 16 capitoli nei quali si rac- video-capitoli musicali che, seguendo il Road Studios di Williams con la London conta, con una notevole veste audio dipanarsi cronologico della saga, creano Symphony Orchestra, perché rimarreste (musica remixata e rimasterizzata in 5.1 un legame incredibile tra tutti i numerosi delusi. Ma ciò non intacca il nostro giudi- surround dall’impatto sonoro davvero leitmotiv composti nell’arco di 28 anni dal zio sulla qualità di un DVD che è un straordinario) e visiva (uno spettacolare grande John Williams. Ascoltare temi esempio di come molte altre opere cine- montaggio di immagini da tutti e sei i film, quali “Duel of the fates”, “Battle of the musicali andrebbero omaggiate. MP star wars episodio III 19 © Sony Classical

Lucas e Williams discutono Revenge of the Sith affidato il compito di far calare il rita dall’autore e dunque questa personali, non potrà non godere con sipario prima dei titoli di coda. chiusura assomiglia quasi ad un assoluto trasporto di questo difficile, Esattamente come nella partitura encore concertistico, un regalo a oscuro e ammaliante nuovo capitolo, del 1977, quando commentava la tutti gli appassionati in chiusura di così diverso dai precedenti, e proprio sequenza del tramonto dei soli un comune viaggio artistico. Una per questo così fresco e passionale, gemelli, il corno espone per l’ultima scelta che suona anche come un così utile all’equilibrio dell’intera saga volta questa magnifica melodia, la testamento sincero ed onesto: per musicale. più bella invenzione tematica della moltissimi amanti della musica Per questo applaudiamo con saga, prima che gli archi la portino cinematografica, la passione per forza il Maestro Williams: grazie a compimento facendola confluire questa disciplina e per questo auto- alle sue immortali e splendide note, nell’attacco dei titoli di coda. re nasce proprio nel 1977 grazie quella galassia lontana lontana E’ il ponte finale verso l’Episodio alla colonna sonora di Guerre stel- creata tanto tempo fa da George IV, la commossa conclusione di un lari. L’ultima partitura del ciclo stel- Lucas continuerà ad essere per lungo percorso musicale, di una lare termina proprio laddove la sempre molto vicina ai cuori di coerenza senza precedenti, la qua- prima cominciava. “Ora il cerchio è milioni di spettatori. dratura di un cerchio artistico florido completo”. e geniale. Nella lunga suite dei tito- Non si dubita che le scelte estreme li di coda si ascoltano un’ulteriore compiute in questa nuova opera e le reprise del tema di Leia e di “Battle molte differenze stilistiche dai prece- of the Heroes”. E poi, nonostante la denti episodi possano suscitare una cupezza e la tragicità della partitu- punta di delusione per alcuni estima- ra, Williams suggella il tutto con tori, soprattutto per chi considera un’inaspettata e apparentemente Williams un campione della melodia fuori luogo ripresa della “Throne e mal tollera le sue escursioni nello Room Fanfare”, ossia la pagina sperimentalismo, nell’avanguardia e finale del primo Star Wars. E’ pur nel commento meno melodico. Ma John Williams vero che la marzialità cerimoniale chi sa riconoscere a questo titanico Star Wars - Episode III - del brano non si addice granché al autore la sapienza e il coraggio di un Revenge of the Sith tono generale della partitura, ma si musicista che in tanti anni ha sempre (Star Wars - Episodio III - La vendetta dei direbbe che Williams abbia voluto rimesso in discussione il proprio stile, Sith - 2005) concedersi un meritato omaggio facendo di rigore, originalità, innova- Sony Classical SK 94220 personale. La “Throne Room zione e partecipazione sincera alle 15 brani - Durata: 70'51" Fanfare” è la pagina stellare prefe- emozioni filmiche i propri traguardi (Durata Bonus DVD: 70') 20 thomas newman

Le fantastiche avventure soniche di Thomas Newman

Viaggio intorno all’arte di una delle voci più originali e talentuose del panorama contemporaneo, l’impressionista della musica da film. di Maurizio Caschetto

Essere figlio d’arte comporta un scibili, una personalità che ha saputo registrava. Ho un sacco di bellissimi peso e una responsabilità tra i più uscire dalle barriere della convenzio- ricordi a proposito, tuttavia rammento ingombranti e fastidiosi che si possano nalità e indicare una strada nuova che, anziché giocare a baseball con i immaginare, soprattutto quando si all’approccio verso l’Ottava Arte. Ma miei amici, ero costretto ad andare a decide di avventurarsi nei medesimi questo traguardo è il risultato di un per- vedere papà dirigere! Morì quando territori in cui il genitore ha eccelso e corso artistico lungo e composito. E avevo 14 anni e ricordo che, oltre a brillato. La storia del Cinema vanta un proprio a causa dell’ingombrante ere- suonare il piano, non mostravo ancora lungo elenco di “figli di papà” che dità artistica, è facile intuire quanto un grande interesse verso la musica”. hanno intrapreso carriere più o meno debba essere stato difficile per Divenuto adolescente, continua tuttavia di successo, e anche la nostra benea- Thomas portare a compimento il suo a respirare l’aria cinemusicale che cir- mata “Ottava Arte”, come ci piace chia- fiorente cammino artistico, uscendo cola nella sua famiglia: suo zio Lionel marla, non fa eccezione. Quello che ci dall’ombra paterna e affermandosi in (fratello di Alfred) – supervisore musica- accingiamo ad analizzare in queste modo autonomo e personale. le alla 20th Century Fox dopo la morte pagine è un esempio che sembra usci- di Alfred ed arrangiatore e direttore d’or- re da qualsiasi schema, per la portata Nato il 20 ottobre 1955, Thomas chestra per numerosissimi film – lo del successo e della qualità artistica di Montgomery Newman cresce in una prende sotto la sua ala e lo porta a uno dei compositori contemporanei casa nella quale musica e cinema sono spasso negli studi di registrazione della più versatili, brillanti e originali: il pane quotidiano. Proprio l’anno della Fox, dove Thomas può guardare titani Thomas Newman, figlio del grandissi- sua nascita, Alfred realizza tre partiture come John Williams e Jerry Goldsmith mo Alfred Newman. storiche: A Man Called Peter di H. al lavoro. Completati gli studi superiori, Quando si parla della famiglia Koster, Quando la moglie è in vacanza si iscrive alla University of Southern Newman, si ha a che fare con una (The Seven Year Itch, di B. Wilder) e California, che frequenta per due anni e vera e propria “dinastia” artistica dedi- L’amore è una cosa meravigliosa (Love dove trova fra i suoi insegnanti David ta alla musica per il cinema, un esem- is a Many-Splendored Thing, di H. Raksin. Il suo cammino universitario si pio unico e singolare nella storia di King). Bernard Herrmann era uno degli conclude successivamente alla Yale questa disciplina. Considerato questo ospiti più frequenti di casa Newman a University, dove si laurea in Arti importante dettaglio, non stupisce Pacific Palisades e, come ha racconta- Musicali sotto la guida di Jakob forse che Thomas abbia seguito le to lo stesso Thomas, compose proprio Druckman, Bruce Macombie e Robert orme gigantesche di papà Alfred, valu- lì parte della sua opera lirica, Cime tem- Moore. Ma Thomas non è ancora con- tato storicamente fra i “padri della pestose. Il giovane Tommy dimostra vinto di voler seguire le orme paterne: musica da film”. E’ proprio per questo presto una predisposizione naturale preferisce dedicarsi alla musica pop, che è altrettanto facile comprendere verso l’arte musicale, ma gli studi (in prestando il suo talento all’interno di quanto debba “pesare” dover racco- pianoforte e violino) sarebbero arrivati band, gruppi musicali e cominciando a gliere un’eredità di tali proporzioni. solo qualche anno più tardi. “Io e mio lavorare su qualche commissione Thomas Newman è oggi una delle fratello David venivamo trascinati spes- teatrale. Viene poi notato da Stephen voci cinemusicali più influenti e ricono- so in studio a guardare papà mentre Sondheim, il geniale compositore/libret- thomas newman 21

tista di numerosi musical, che, impres- Newman. A questo incarico ne seguiro- tronico che quello orchestrale e cerco sionato dal talento di Newman, diviene no altri e nel 1985 ne arriva uno impor- di non scegliere mai soltanto uno dei promotore del suo primo lavoro teatra- tante: viene chiamato a comporre la due”, ha detto nel 1990. “Detesto l’idea le, Three Mean Fairy Tales. Thomas colonna sonora della commedia che l’elettronica è la strada banale di continua a suonare in band di rock Cercasi Susan disperatamente fare le cose e che l’orchestra invece sia alternativo (The Innocents) e gruppi di (Desperately Seeking Susan, di S. l’unico approccio ‘vero’ di scrivere per il improvvisazione di musica sperimenta- Seidelman), uno star-vehicle concepito cinema. Capisco tuttavia molto bene le (Tokyo 77), nei quali collabora con e realizzato su misura per la popstar questo genere di critiche poiché l’elet- musicisti che in futuro continueranno . Il compositore scrive una tronica ti permette di trovare strade più ad accompagnarlo. colonna sonora dominata da groove facili e comode. Il sintetizzatore può Ma la chiamata cinemusicale è moderni, colorata di influenze etniche e essere il luogo dove nascondere la forte e quasi inevitabile. Zio Lionel è il poggiata su cadenze ritmiche che si propria inesperienza, ma ti può portare primo che lo introduce alla carriera hol- allacciano alla perfezione con lo stile del allo stesso tempo in posti che non lywoodiana: nel 1983 decide di metter- film. La ricerca sul colore strumentale – osavi immaginare. Ho sempre voluto lo alla prova e di fargli orchestrare un caratteristica dominante dello stile new- che le due frontiere non avessero un brano di John Williams. “In quegli anni maniano – è già in corso: l’autore confine distinto”. mio zio e John Williams collaboravano ammetterà in seguito di aver cercato Il sound di Thomas Newman spesso e credo fu per questa ragione una via diversa e di aver tentato di trova- comincia a prendere forme più definite che uno dei miei primissimi incarichi a re un’armonia tra elettronica e acustica. e a far intravedere una certa “autoriali- Hollywood fu di orchestrare un brano tà”. Il compositore è ancora molto guar- de Il ritorno dello Jedi. Si trattava della Negli anni immediatamente dingo a entrare nelle acque paterne e sequenza della morte di Darth Vader seguenti, Thomas Newman presta i limita l’uso dell’orchestra e l’approccio alla fine del film. Il brogliaccio di John suoi servigi prevalentemente per com- tradizionale al minimo indispensabile. era talmente completo che per me si medie e teen movies, dove la parte elet- Sebbene ormai inserito negli ingranag- trattò più che altro di un esercizio… tronica e la sensibilità moderna sono gi produttivi hollywoodiani, le commis- anche se era un buonissimo e validis- sempre preponderanti. Tuttavia, conti- sioni non sono ancora di altissimo pro- simo esercizio, ovviamente!”.

La svolta arriva tuttavia l’anno suc- cessivo. L’amico Scott Rudin (futuro produttore di prestigio di grandi succes- si come Il socio, Sister Act, La famiglia Addams, The Truman Show, I Tenenbaum e The Hours) gli chiede di scrivere qualche brano per la colonna sonora di un film che sta producendo, la commedia romantica Amare con rabbia (Reckless, di J. Foley). Thomas accetta e di colpo si trova a dover occu- parsi dell’intero score, che diventa così il suo primo incarico. Ma non è sulle tracce di papà che Thomas vuole muo- versi e la colonna sonora del film infat- ti segue la linea della contemporaneità Mena Suvary, sogno probito di Kevin Spacey in American Beauty musicale, una sensibilità verso cui si nua a seguire una strada di ricerca filo, ma gli danno tuttavia la possibilità sente più incline. Questa prima vera sonora personale e di “progetto musi- di sperimentare, affinare e modellare la prova mise il compositore di fronte alla cale” (lui stesso si è riferito al proprio sua tecnica e la sua voce. La commi- praticità del mestiere e alle problemati- approccio col termine compositional stione tra elettronica e orchestra si fa che in seno all’arte dello scoring.“Non design). E’ con Ragazzi perduti (The sempre più particolare e raffinata, met- sapevo assolutamente come realizza- Lost Boys, 1987), teen-horror di Joel tendo in luce la predisposizione nei re in termini pratici quel che avevo in Schumacher, che Newman giungerà confronti di timbro e colore in luogo di testa. Lavorai con un sequencer e pro- ad un primo compimento della propria tematismo e melodia. vai a mettere insieme tutte le tracce evoluzione stilistica. Il compositore che registravo. Quella fu la prima volta lavora ancora su un tappeto prevalente- Un altro punto nodale della sua car- in cui dovetti seriamente pensare in mente elettronico, ma integrandovi parti riera lo troviamo nel 1991, con la colon- che modo trasporre le idee dalla mia per orchestra ed elementi acustici, coin- na sonora del film di Michael Tolkin testa allo schermo in maniera onesta, o volgendo inoltre alcuni solisti (membri Sacrificio fatale (The Rapture), un perlomeno tentare di rendere il proces- del gruppo Tokyo 77), rimaneggiando in dramma maturo e ambiguo che gli dà so sufficientemente onesto da far sì seguito i suoni e i timbri tramite filtri e finalmente la possibilità di lavorare su che non ci fosse un’enorme discrepan- manipolazioni elettroniche. Il risultato è un soggetto più stimolante e affine alla za tra le mie idee e il prodotto finito”. una partitura molto insolita e fuori da sua sensibilità. La partitura balza subi- Senza quasi accorgersene, il composi- qualsiasi schema o etichetta, grazie ad to all’attenzione di critica e addetti ai tore si trova già al lavoro sulla propria un sapiente uso dell’elettronica e dei lavori per la carica innovativa e per lo estetica e personalità. Nonostante il “lisergici” Tokyo 77. sperimentalismo radicale: Newman uti- non alto profilo dell’incarico e i limiti Newman comincia a intravedere le lizza un’orchestra di dimensioni came- imposti dal tipo di prodotto, Newman si vere potenzialità di combinare l’elettro- ristiche, elettronica e assoli assai parti- sforza di comporre qualcosa di elabo- nica con le tradizionali tessiture orche- colari (spiccano per la prima volta stru- rato e non banale. strali, senza dover cedere a un approc- menti dai nomi esotici come xaphoon e Amare con rabbia non fu un grande cio tradizionalista o scontato e andan- scratch phonograph) eseguiti da Rick successo, ma la porta del mondo della do dritto al cuore emotivo del dramma. Cox, Chas Smith e George Budd, film music si aprì di colpo per Thomas “Mi interessano molto sia il mondo elet- ponendo un’attenzione particolare al 22 thomas newman

cettati. La divertente e briosa partitura per Profumo di donna (Scent of woman - 1992, di M. Brest), con accenni al tango argentino e uno spiccato senso sinfonico, conferma tutte le impressioni positive suscitate finora e apre la stra- da definitiva verso il cinema mainstre- am e le grandi produzioni di studio.

Sebbene il compositore abbia ammesso di trovarsi più a suo agio in produzioni di medio cabotaggio, dove vige maggiore libertà espressiva, è grazie a film marcatamente hollywoo- diani come Le ali della libertà (The Shawshank Redemption, 1994, di F. Anthony Hopkins e Brad Pitt in Vi presento Joe Black Darabont) che Newman prende il volo missaggio e alla post-produzione dei questo genere di confronti. verso il pantheon dei grandi. La partitu- suoni. Lo stile subisce fortissime spinte L’eredità artistica familiare diverrà ra per il film di Darabont, da molti rite- moderniste, astratte, arrivando a solu- uno dei motivi della successiva com- nuta una delle vette artistiche più alte zioni di marca impressionista, quasi missione, una delle più importanti della raggiunte dal musicista, è particolar- puntillinistica. La parte melodica è ridot- carriera di Thomas Newman. Robert mente elaborata e complessa, una sot- ta all’osso tramite pochi accordi piani- Altman lo assolda per comporre la tile e raffinata intelaiatura che sorregge stici, facendo intravedere pulsioni mini- colonna sonora de I protagonisti (The gran parte dell’impianto drammatico ed maliste non lontane da autori colti Player, 1992), un cinico, beffardo e emotivo della pellicola. Newman lavora come Steve Reich e John Cage (due disilluso ritratto dell’industria cinemato- sempre di più sul colore e sui timbri, compositori che Newman ha ricono- grafica hollywoodiana. Il musicista ritie- quasi in sottrazione; anziché mostrare i sciuto più volte come i suoi modelli di ne che Altman lo abbia scelto non tanto muscoli e aumentare il carico tragico riferimento insieme a Charles Ives). Il perché conoscesse la sua musica, ma del dramma, la partitura diventa la voce musicista, nel faticoso e lodevole tenta- soprattutto perché l’eredità musicale intima e sussurrata del protagonista tivo di trovare “una voce unica e perso- della famiglia Newman avrebbe rivesti- interpretato da Tim Robbins. Lo spot- nale”, mostra una via nuova all’arte to un ruolo di ironico contrappunto in ting è giudizioso e la musica interviene della musica applicata al cinema. questo amaro racconto su Hollywood. soprattutto nei momenti più intimi, E forse non è un caso che proprio Lo score è intessuto di modernità e facendo attenzione a non prevaricare nella medesima annata realizzi una sperimentalismo, ma è allo stesso mai la voce fuori campo di Morgan partitura che guarda in direzioni assolu- tempo lieve e intriso di umor nero; il Freeman. Prevalgono tessiture per tamente diverse: Pomodori verdi fritti tema principale è una sorta di valzer archi e legni, brevi e semplici accordi alla fermata del treno (Fried Green dall’andamento sghembo e incerto, del pianoforte (sempre più un topòs Tomatoes, 1991, di J. Avnet) rivolge lo affidato al pianoforte accompagnato da newmaniano) e l’ormai usuale parata di sguardo alla lezione coplandiana del elaborati pad elettronici e da assoli di strumenti solisti (violino folk, chitarre cosiddetto stile Americana, conceden- sax contralto e chitarre elettriche scor- acustiche, pedal steel guitar, mandolini dosi ampie campiture orchestrali e otti- date. La plasticità della composizione è scordati), alcuni dei quali elaborati elet- mi interventi pastorali dei legni (gruppo evidente nell’incipit, dove la musica tronicamente. Newman consegna poi strumentale tra i più cari all’autore) e accompagna in modo sardonico il cele- un pezzo di bravura nella sequenza degli archi. La composizione fa affiora- bre piano sequenza di otto minuti. Il film dell’evasione dalla prigione, una pagi- re tutto il notevole talento melodico – ottiene un notevole successo e posizio- na a lenta combustione, alternando fino a questo punto rimasto sopito e na il compositore ancora più in alto nel sapientemente la tonalità da minore a forse anche un po’ represso – del musi- borsino hollywoodiano, dimostrando maggiore. Nel finale, invece, la musica cista. Qualcuno osa addirittura fare inoltre che il suo stile personale diven- può spiccare letteralmente il volo in un paragoni col fluente lirismo di papà ta più caustico e pungente quando liberatorio pieno sinfonico, che impasta Alfred, ma Thomas preferisce evitare opera in contesti filmici ambigui e sfac- echi coplandiani e un lirismo “inglese”

Etichettato da alcuni come “la risposta dark a Harry Potter”, Lemony Snicket sembra avere in realtà ben più di un debito con il fanciullesco e inquietante immaginario gotico di Tim Burton, e ad avvalorare la tesi contribuiscono le scenografie di Rick Heinrichs, i costumi di Colleen Atwood e la fotografia di Emmanuel Lubezki (guarda caso tutti abituali collaboratori del regista di Burbank). Ma dal punto di vista musicale, la scelta del regista Brad Silberling è stata meno ovvia: niente Danny Elfman dunque (che pure si sarebbe trovato a suo agio con un soggetto del genere) e largo all’al- trettanto poliedrico Thomas Newman. Il compositore si tiene alla larga da qualsiasi “elfmanismo” e si affida esclusivamente alla propria originale voce stilistica, proseguendo un personale discor- so musicale. La partitura è difatti una sorta di continuazione del coloratissimo mondo musicale esplorato in Finding Nemo, in cui viene arricchita ulteriormente soprattutto la tavolozza timbrica. Newman – coadiuvato dal suo solito gruppo di eccezionali solisti – ricama un raffinatissimo mer- Thomas Newman letto strumentale, reso ancora più stupefacente dalla ottima ripresa fonica e dal notevole lavoro di Lemony Snicket’s missaggio. Il compositore continua a preferire un approccio obliquo all’arte dello scoring: i temi A Series of sono pochi e abbozzati in brevi incisi (“Chez Olaf”, “The Baudelaire Orphans”), spesso affidati ad Unfortunate Events assoli di singoli strumenti e stesi su elaborati pad elettronici, e racchiudono un forte senso malin- conico (“Resilience”, “The Letter That Never Came”). Non mancano nemmeno pagine orchestrali (Lemony Snicket: Una serie di robuste (“Hurricane Herman”, “Attack of the Hook-Handed Man”), che testimoniano quanto la sfortunati eventi – 2004) penna di Newman sia abile anche quando si esprime con stilemi più classici. La frammentarietà Sony Classical / dell’album purtroppo non favorisce un ascolto particolarmente omogeneo, ma si rimane molto Sony Music Soundtrax SK 93576 impressionati dall’irriverente (e, insieme, sorvegliatissima) varietà stilistica e dall’abilità compositi- 29 brani – Durata: 69’00” va di questo autore, come si evince dal bellissimo brano finale (“Drive Away”). MC thomas newman 23

alla Vaughan Williams. Lo score viene fare paragoni con la pittura: come un grafico sia cambiato nel corso degli candidato all’Oscar 1994 e Newman moderno impressionista, Newman anni. “Scrivere musica da film era qual- ottiene addirittura un doppio riconosci- sembra sempre più interessato ad un cosa di enormemente diverso all’epoca mento: oltre a Le ali della libertà viene approccio fondato sul colore (termine di papà. C’era molta più magia. infatti nominata la partitura di Piccole usato frequentemente da lui stesso Sposare la musica alle immagini era un donne (Little Women, 1994 di G. nelle interviste) e sul timbro. La melo- atto di cieca poesia. I compositori della Armstrong), sontuoso e brillante affre- dia sembra non essere sufficiente a generazione di mio padre scolpirono sco interamente sinfonico, ricco di temi questo autore; essa deve essere sem- un percorso che agiva sotto il tessuto cantabili ed eseguito dalla London pre dipinta da colori particolari per delle immagini in movimento”. Symphony Orchestra, in cui il composi- diventare qualcosa di unico e speciale, tore affranca tutta la sua perizia orche- un obiettivo spesso raggiunto grazie Come abbiamo già visto, Newman strale e salda finalmente il conto con all’integrazione dell’elettronica. “Molti non disdegna comunque occasionali l’ingombrante eredità paterna. dei miei “colori” e delle mie sensibilità incursioni nel modello sinfonico più tra- Entrambe le partiture perdono la sono arrivate dal confronto con l’elet- dizionale. Nel 1998 compone difatti la statuetta, ma il prestigioso riconosci- tronica. Non mi piace usare il termine colonna sonora di Vi presento Joe mento dell’Academy è sufficiente a far “sintetizzatore”, preferisco definirla Black (Meet Joe Black, di M. Brest), diventare Newman ufficialmente uno “elettronica”, che per me significa pren- una partitura sentimentale, dominata dei “numeri uno”. Il compositore non si dere suoni acustici e manipolarli in un da temi lirici suadenti e malinconici, adagia però sugli allori del successo ambiente elettronico. (…) I colori della dove primeggia il pianoforte. La natura ottenuto e continua il suo personalissi- musica mi hanno sempre affascinato”. convenzionale e impettita del film mo cammino artistico, cercando di raf- Per concretizzare le sue idee, costringe Newman a soluzioni più pre- forzare ulteriormente le basi della pro- Newman predilige lavorare con gruppi vedibili, ma il lirismo e la grandeur di pria estetica musicale. Gli incarichi che strumentali esigui al posto della grande certe pagine (come il lungo finale di 10 seguono viaggiano su profili assoluta- orchestra. “Preferisco le dimensioni minuti, in cui l’orchestra si libra in un mente hollywoodiani (Qualcosa di per- ridotte, perché mi consentono di trovare pieno sinfonico williamsiano) appaiono sonale, commedia all-star con Robert luoghi più interessanti dove intervenire. sinceri e mai troppo banali. Redford e Michelle Pfeiffer; Quando hai a disposizione un’orchestra L’uomo che sussurrava ai cavalli Phenomenon, sci-fi sentimentale con di 90 elementi, l’interazione coi musici- (The Horse Whisperer, 1998, di R. John Travolta; L’angolo rosso, thriller sti è completamente differente, sei sul Redford) consente invece a Newman di politico con Richard Gere), ma podio e devi comunicare con un nume- coniugare con sempre maggior cura e Newman non cede al ricatto della stra- roso gruppo di persone. Le sfumature e raffinatezza la commistione tra orche- da facile o del mestiere. L’unicità del i risvolti diventano il risultato di uno sfor- stra ed elettronica. Chiamato a rimpiaz- suo sound, che registi e produttori zo collettivo e questa è una cosa molto zare uno score di (ritenuto cominciano a chiedergli specificamen- difficile da ottenere. Preferisco trovare poco incisivo dal regista e protagonista te, gli consente di trovare soluzioni forme di comunicazione più dirette e Robert Redford), Newman applica la audaci e off-beat anche all’interno di dunque ridurre le dimensioni dell’orche- sua particolarissima sensibilità ad una produzioni di largo consumo. Nel 1995 stra in modo da farla entrare nella mia pellicola dai toni nostalgici e crepuscola- l’Academy conferma la stima nei suoi tavolozza timbrica, anziché metterla ri, scegliendo di commentare soprattut- confronti con una nomination per Eroi sopra ogni altra cosa”. to l’ambiente piuttosto che i personaggi di tutti i giorni (Unstrung Heroes, 1995, Nonostante possa ad alcuni appari- e le azioni. Il compositore opta per un di D. Keaton), una partitura altrettanto re strano, è chiaro che Thomas segue commento prevalentemente low-key, singolare, obliqua, ricchissima di speri- percorsi creativi molto diversi da quelli dominato dal pianoforte, dai legni e da mentalismi timbrici e puntillinismo, in di papà Alfred e lui stesso ne è assolu- sottili effetti elettronici, ma che si schiu- cui l’approccio è ancora una volta tamente cosciente. “Credo di essere de poi su sontuose aperture orchestrali dominato dal colore e dalla tessitura capace di scrivere in uno stile simile a alla Copland che descrivono gli enormi piuttosto che dalla melodia. quello di papà, ma preferisco comporre spazi e la gioia della cavalcata. Non Il sound newmaniano è ormai chia- una colonna sonora come Eroi di tutti i mancano poi parentesi che si rifanno al ro e totalmente impostato e il composi- giorni, poiché mi consente di sviluppa- bluegrass e al country, con violino e chi- tore infatti mostra un totale controllo re una voce distinta e personale”. Il tarre acustiche in primo piano. sulla sua notevole tavolozza creativa. musicista è poi consapevole di quanto La consacrazione definitiva di Parlando della sua musica, è naturale il mestiere di compositore cinemato- Thomas Newman arriva nel 1999. E’

Un intenso lirismo governa questa partitura, dove un Thomas Newman contemplativo e ric- camente melodico espone i suoi molti temi prima con una scrittura cameristica esile, fatta di delicati assoli dei legni e del piano, di eterei accordi degli archi, di arpeggi serafici, e poi, nel- l’epilogo, con una ricchezza sinfonica di stampo williamsiano, inusuale per i suoi registri di norma più raccolti ed intimistici. Molte direttive tonali si intrecciano attraverso quest’opera destinata al remake di La morte in vacanza, celebre commedia della golden age. I temi dedicati a William Parrish, l’anziano protagonista, ricco filantropo innamorato della vita e circondato da affetto e ammirazione per la sua esemplare esistenza: per lui ci sono leggeri incanti di sapore barocco (“Everywhere Freesia”) e un’austera, seducente eulogia per flauto (“Walkaway”, “That Next Place”). Il tema di Joe Black, l’incarnazione della Morte, rapito dalle pulsioni sensoriali dell’esisten- Thomas Newman za umana: musica frivola, con oziosi pizzicati di sapore mitteleuropeo (“Peanut Butter Man”). Il Meet Joe Black tema d’amore tra Joe Black e Susan, un’altra carezzevole canzone per flauto, archi e oboe (Vi presento Joe Black – 1998) (“Whisper of a Thrill”), che nel finale si prolunga in una fulgida variazione a tutta orchestra Universal Records UD55229 (“Someone Else”). 20 brani E infine il tema dell’imperscrutabile destino che attende Parrish di fronte alla soglia senza (16 di commento + 4 canzoni) ritorno: un panorama incerto di suoni onirici e surreali, di accordi dissonanti, di rintocchi e di Durata: 52’18” tremori, una finestra sull’arcano mistero dopo la vita (“Yes”, “Meet Joe Black”). Trasognato e memorabile capolavoro. GB 24 thomas newman

con le immagini “astratte” della sigla. Il compositore sembra ormai aver toccato quasi tutti i generi cinematogra- fici, ma ecco che nel 2003 gli si presen- ta proprio l’opportunità che mancava. Viene incaricato di comporre la musica del cartoon digitale Alla ricerca di Nemo (Finding Nemo, di A. Stanton), prodotto dai geniali Pixar Animation Studios. Il film dà a Newman la possibilità di poter dare fondo a tutto il suo talento di crea- tore di timbri. Lo score è un coloratissi- mo pot-pourri musicale, dove il compo- sitore applica con ormai sempre più sapienza il suo caratteristico ed elabo- rato mix di orchestra ed elettronica. Lo Un’onirica immagine da Angels in America stile newmaniano si sposa alla perfe- infatti l’anno di American Beauty (id., sempre crescente ammirazione da zione con le meraviglie digitali della 1999), acclamatissimo film di Sam parte dei colleghi più illustri (John Pixar e fa fare un enorme passo in Mendes vincitore di 4 premi Oscar. Lo Williams, Elmer Bernstein e Jerry avanti al cartoon scoring di scuola score newmaniano – un ipnotizzante Goldsmith hanno più volte dichiarato il disneyana: non sono presenti canzoni caleidoscopio di invenzioni timbriche loro apprezzamento per Thomas o numeri musicali, ma solo interventi di orchestrato per un ensemble da came- Newman). Prova ne sono gli score che commento, come in un film “dal vivo”; ra di percussioni, strumenti ad arco e a seguono, come Era mio padre (Road seppur vivace, la musica è insolitamen- corda, pianoforte ed elettronica – to Perdition, 2002). Questa crepuscola- te intimista e sospesa per un cartone viene acclamato tanto quanto la pelli- re gangster story dipinta con tratti visivi animato. Nemo trae un grande giova- cola e riceve una meritata nomination molto marcati dal regista Sam Mendes, mento da questo approccio maturo e all’Oscar, ma la statuetta viene negata trova una perfetta controparte negli sensibile, facendo ottenere al composi- ancora una volta. Nonostante il man- obliqui e sospesi colori newmaniani, tore la sua sesta nomination all’Oscar, cato riconoscimento, questa colonna espressi tuttavia con grande dispendio che comunque perde anche stavolta. sonora diventa improvvisamente un di mezzi tra orchestra, assoli di uiellie- Il sempre crescente prestigio di nuovo modello di scoring a Hollywood. an pipes, oboe, strumenti a corda e Thomas Newman viene ulteriormente Saranno infatti molti i registi che utiliz- percussioni. Dall’Academy arriva un innalzato nel 2003 a seguito del suo zeranno American Beauty come temp nuovo riconoscimento per la statuetta, coinvolgimento nella celebrata e accla- track nei propri film e saranno molti i che Newman perde però ancora una matissima miniserie prodotta dal cana- compositori ai quali verrà chiesto un volta, stavolta in favore dell’imponente le televisivo via cavo HBO, Angels in sound che si avvicini il più possibile a primo capitolo de Il signore degli anelli America (id., di M. Nichols). Tratto dalla quello di Newman. Il compositore di . pièce teatrale del Premio Pulitzer Tony diventa così un modello da imitare, Newman torna poi al cinema indi- Kushner, questo innovativo e coraggio- quando non addirittura da copiare, una pendente con l’acclamato In the so prodotto televisivo offre a Newman conseguenza della quale anche lui Bedroom (id., 2001, di T. Field), mentre la possibilità di comporre quella che stesso diverrà parzialmente vittima in presta il suo talento alla televisione d’al- diverrà, nel parere di chi scrive, la sua un paio d’occasioni: non è difficile difat- to profilo con Six Feet Under, cinica e opus magna, una partitura che ribolle ti ravvisare influenze evidenti di pregevolissima serie che racconta le di talento e creatività degni di un mae- American Beauty nelle partiture di Erin vicende della stralunata famiglia Fisher stro affermato. Qui troviamo entrambe Brockovich (id., di S. Soderbergh) e e della loro attività di pompe funebri. le anime del musicista, quella speri- Un sogno per domani (Pay It Forward, Compone solamente il title theme, un mentale e innovativa e quella più spe- 2001, di M. Leder). azzeccato e apparentemente semplice cificamente lirica e fluente. L’approccio tema musicale che caratterizza imme- visionario della regia di Nichols con- Il “Newman Sound” si afferma e si diatamente il tono da black comedy con sente al compositore di lavorare su una consolida definitivamente, raggiungen- poche e sapienti pennellate di colore tela vasta e composita, sulla quale do proprio in questi anni una matura- (oboe, archi in pizzicato e percussioni disporre colori ora tenui e acquerellati, zione stilistica evidente, oltre a una assortite), sposandosi alla perfezione ora accesi e violenti, alternando pen-

L’arte musicale applicata al cinema non risiede solo nel saper “descrivere” con accordi e melo- die, ma, prima di tutto, nell’interpretare lo “spirito” del racconto. Newman lo sa bene e lo dimostra con il rigore e l’ispirazione che ha dedicato alla difficile partitura scritta per In the Bedroom. Il regi- sta di questo glaciale capolavoro, Todd Field, chiarisce il concetto: “Avevo finito di montare il film, era dormiente, in attesa di essere condotto alla vita dal bacio di un principe”. Pur con pochi soldi e tempi impossibili, Newman si appassiona e traduce la storia in musica per orchestra d’archi e tastiere elettroniche. Fa vibrare la triste cronaca di delitti e castighi, di una morte inutile vendicata con una morte dovuta, di esistenze annichilite da istinti e deriva morale. Field racconta la realtà sfruttando i tempi surreali del cinema: i fatti sono montati in sequenze di istanti essenziali, si comprendono dalla trasparenza degli sguardi e dalla suggestione del “non Thomas Newman detto”. Newman, estroverso analista di suoni, architetto di quintessenze timbriche, procede con lo In the Bedroom stesso criterio: individua pochi momenti “giusti” per i suoi interventi. La quiete solarità agreste (id – 2004) (“Baseball”), il rimorso per un gesto catastrofico, nella muta operosità quotidiana (“Swingbridge”), Varèse Sarabande VSD-6319 il vuoto per una perdita brutale (“Thirteen”), le notti insonni in quella stanza da letto dove si coltiva 19 brani (3 tradizionali) l’odio (“Can’t Sleep”). Brevi sipari di riflessione sonora, abbracciati a dolorosi canti del medioevo Durata: 30’40” bulgaro e croato. Un’opera scarna, difficile, spirituale, che delizia e rapisce senza melodie, a patto di non stare in superficie, ma di lasciarsi drogare dall’insolita miscela di pensiero e poesia. GB thomas newman 25

nellate di ricamo e dettaglio ad altre più ampie e primarie. L’impianto timbrico e tematico è sorvegliatissimo, mai sovraccarico di inutili orpelli o di facili concessioni a soluzioni di maniera: spiccano momenti di prezioso intimi- smo per oboe, arpa, clarinetto, violino e voce solista, così come pagine di con- trito spiritualismo per coro e orchestra o parentesi di rude sperimentalismo. La lunga durata della fiction richiede un’impegnativa partitura di oltre 100 minuti, che comunque vengono distri- buiti con molta parsimonia e attenzione nell’arco delle sei ore di metraggio. La verbosità dei bei dialoghi di Kushner costringe poi il compositore a lavorare Jim Carrey tra i giovani protagonisti di Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi di sottrazione, senza però rinunciare a verso una continua maturazione e un di comporre per il cinema con mente rendere la composizione complessa e costante inseguimento di una forma aperta, giungendo alle idee tentando ricamata: neanche per un istante estetica scolpita e personalizzata, cer- esperimenti in maniera “non concettua- Newman cede al ricatto del commento cando di essere originale quanto le pel- le”, manipolando i colori della tavolozza televisivo piatto e banale, ma anzi riaf- licole su cui lavora gli possono consen- orchestrale e di quella elettronica nel ferma la profondità e la complessità di tire. Considerate le vistose differenze tentativo di trovare una voce distinta e uno scoring degno di un prodotto per il stilistiche, appare sempre più difficile (e personale, Thomas Newman ha nei grande schermo. Un risultato enorme, probabilmente inutile) cercare un con- fatti dimostrato quasi l’esatto opposto e dunque, a cui però mancherà il merita- fronto con l’opera del padre Alfred ha impresso in modo convincente la to suggello finale dell’atteso e apparen- Newman. Tuttavia una sorta di parago- sua inconfondibile firma su ogni film temente scontato riconoscimento ne può essere abbozzato: Thomas che si fregia del suo commento musi- dell’Emmy Award (l’Oscar della televi- segue l’esempio di Alfred soprattutto cale. Come suo padre ha fatto conti- sione americana): un impietoso verdet- nello spirito profondo, nell’approccio nuamente prima di lui. to nega a Newman persino la nomina- alla musica applicata al cinema e nella “E’ davvero strano, ma forse acca- tion, sebbene il serial riceva quattordici consapevolezza estetica nei confronti de alla maggior parte delle persone: candidature nelle altre categorie. della disciplina. Il figlio sembra seguire alla fine ci ritroviamo esattamente dove La penuria di premi e riconoscimen- l’ideale paterno di lasciare che sia il film cominciarono i nostri padri”. ti blasonati sembrano comunque non ad ispirare la musica e in tal senso arrestare il torrente creativo newmania- dimostra una ammirevole mancanza di Le citazioni di Thomas Newman sono tratte dalle no. Nel 2004 si concede un’unica cinismo nei confronti del suo stesso seguenti interviste: - An Interview with Thomas Newman, Soundtrack! escursione cinematografica per la com- ruolo all’interno del meccanismo pro- #38, Giugno 1990 media dark Lemony Snicket - Una serie duttivo. Newman è infatti cosciente che - Scoring “The Shawshank Redemption”, Film Score di sfortunati eventi (Lemony Snicket’s A il ruolo del compositore – nella fattispe- Monthly #51, Novembre 1994 Series of Unfortunate Events, di B. cie quello che lavora nell’industria hol- - A Refreshing Alternative, Music from the Movies #8, Silberling), partitura che sembra prose- lywoodiana – è soprattutto elemento “di Primavera 1995 guire gli esperimenti sonori e le dense servizio” e sostegno alla narrazione - Unstrung Newman, Film Score Monthly #65-67, Inverno 1996 tessiture esplorate in Finding Nemo, cinematografica. Così come Alfred - Thomas Newman: Family Man, Amazon, 1998 aggiungendone considerevoli pennel- sosteneva che il compositore non può late di colori cupi e distorti. essere motivato dal desiderio di espri- mersi in termini esclusivamente musi- La parabola creativa di Thomas cali o di mostrare qualsiasi tipo di “vani- risorse web Newman ha subìto, come si può evin- tà creativa”, oggi Thomas è convinto cere dal percorso che abbiamo cercato che il compositore di colonne sonore Thomas Newman Complete http://users.pandora.be/obelisk/tnc/ di tracciare, una notevole impennata debba supportare le necessità filmiche Sito non ufficiale che comprende molte qualitativa soprattutto negli ultimi dieci con umiltà e consapevolezza del informazioni e articoli sul compositore. anni. Il compositore sembra instradato mezzo. Tuttavia, affrontando il mestiere

Se dovessimo selezionare una colonna sonora ideale che esprima meglio di ogni altra il “Newman Sound”, probabilmente la scelta cadrebbe proprio su American Beauty. La partitura per il brillante film di Sam Mendes è un crogiolo di invenzioni sonore originalissime, che il com- positore riesce a far risaltare in maniera lucida e insinuante. Basterebbe solo la percussiva e ossessiva pagina d’apertura (“Dead Already”, affascinante tessitura per marimba, tablas e stru- menti a corda e percussione della natura più varia) a stabilire la grandezza di questa opera. Newman entra nelle pieghe più nascoste della narrazione, rinunciando categoricamente a un prevedibile scoring di accompagnamento e ponendosi invece come interlocutore musicale ambiguo e trasversale. L’audacia delle scelte timbriche newmaniane è evidente in ogni singo- la pagina: l’ensemble cameristico di percussioni e strumenti a corda e ad arco fa raggiungere all’intero score vette di ricchezza timbrica e di profondità musicale inaspettate (“Power of Thomas Newman Denial”, “Bloodless Freak”, “Choking the Bishop”). Il lessico tematico è invece ridotto ai minimi American Beauty termini, frammentato in cellule motiviche di stampo minimalista, anche laddove si raggiungono (id. – 1999) aree più sensibili e toccanti (“Mental Boy”, “American Beauty”). La celebre e commovente pagi- Dreamworks 0044-50233 na finale (“Any Other Name”) – purtroppo saccheggiata da innumerevoli spot – testimonia infi- 19 brani – Durata: 37’31” ne la straordinaria abilità di Thomas Newman, che dimostra che non servono mezzi titanici per raggiungere vette di grande forza espressiva. MC 26 angelo talocci TheThe ScoreScore DesignerDesigner

IntervistaIntervista adad AngeloAngelo TalocciTalocci di Giuliano Tomassacci

Davvero difficile inquadrare pro- st’ultima è rimasta conquistata a sua re completamente tutto quello che fessionalmente la figura artistica di volta da queste mie qualità e si interes- avevo messo in piedi e mi sono inse- Angelo Talocci. Attivo in televisione – sò di sviluppare tale mio lato artistico. rito come ospite in alcuni studi di post- tra i suoi ultimi impegni il commento Per scelta non ho frequentato il produzione video. Naturalmente non per la mini-serie RAI La stagione dei conservatorio, e non saprei dire preci- mi occupavo solo della parte musica- delitti (recensione a pag. 33) – e non samente perché, non c’è stato nulla di le. Si facevano lavorazioni audio e si nuovo all’ambiente cinematografico, programmato, forse sentivo che pote- affrontavano cose come il disc-recor- la polivalenza produttiva che emerge va deviarmi da certe mie idee. ding e il famoso audio-frame. Nell’89 del suo variegato curriculum lo porta Chiaramente, in contemporanea già ci lavoravo. Da lì ho iniziato a com- ad imporsi sullo scenario italiano c’era la scuola. Al liceo scientifico ho porre per i primi programmi televisivi e come esperto della musica applicata avuto la fortuna di essere coinvolto i primi spot, e a sentirmi più realizzato. a tutto tondo, dalla progettazione pre- nelle attività extrascolastiche: musica, Il 28 dicembre del ’93, io e un mio produttiva alla confezione sonora fina- teatro e cinema. Ero così preso che collega, Massimo Puccio, con il quale le, passando naturalmente per la alla fine mi ritrovai ad avere “non clas- avevo deciso di associarmi per fon- composizione e l’arrangiamento. sificato” in tutte le altre materie! dare la SpiritoSound, chiediamo Romano, pioniere della registrazione A quel tempo mi ero già appas- all’unico distributore della DigiDesign elettronico-digitale in Italia, vanta un sionato all’elettronica e alla fine della di visionare una nuova macchina lungo trascorso negli ambiti pubblici- maturità sono riuscito a farmi fare un ancora ignota sul mercato italiano: tari (dove è ancora molto attivo) e regalo dai miei: il mini moog – che quella che oggi tutti conoscono come documentaristici. Dal ’94 opera stabil- ancora conservo gelosamente. Mi ProTools. Nel giro di qualche mese mente nel suo studio di registrazione ricordo che quando andai a ritirarlo ne avevamo già tre. della Capitale, lo SpiritoSound, dove ero talmente preso che passai con Inoltre abbiamo realizzato il primo continua il lavoro di compositore tutti i semafori rossi e mi ritrovai a film italiano in Dolby Digital, Poliziotti, parallelamente a quello di sound desi- giustificarmi con la polizia, che mi di Giulio Base. Siamo partiti con que- gner all’avanguardia. aveva fermato, dicendo che era tutto sta struttura curando moltissime fic- dovuto a quella nuova tastiera. E tion (come Un medico in famiglia), ma Qual è stato il Suo percorso m’hanno creduto! anche film stranieri come Il tagliaerbe dagli studi musicali fino alla Decisi di iscrivermi ad ingegneria 2 e Minority Report, per il quale ci SpiritoSound? elettronica, anche se poi la cosa è siamo occupati del trattamento delle “Ho studiato pianoforte classico rimasta un po’ sul vago perché a 18 voci “effettate” e del montaggio del dall’età di 6 anni. Poi, intorno ai 13, mi anni avevo già iniziato a fare l’arran- doppiaggio italiano”. sono invaghito di tutto quello che è il giatore e passavo le giornate in sala. lato compositivo. Proprio come se fossi Ovviamente ero troppo giovane per Come si è presentata la prima arrivato ad una scelta di maturità, ho quel settore, i fonici avevano almeno esperienza di composizione per il abbandonato gli esercizi tradizionali e una quarantina d’anni e si poteva cinema? ho sconvolto la mia insegnante pre- creare un problema di sudditanza. Ho “Era un progetto intitolato “La Mia sentandomi a lezione con pezzi che dovuto lottare. Musica”. Sicuramente sarebbero avevo composto da solo, studiando Il cambio radicale c’è stato nel capitate cose anche prima, ma sono armonia e composizione. Proprio que- 1987, quando ho deciso di smantella- stato io a non volerlo. Se avessi fatto angelo talocci 27 un film a 19 anni mi avrebbero rovina- to: è il problema dei rapporti con gli addetti ai lavori, come dicevo prima. Poi c’è stato un film del ’94: Tra di noi tutto è finito, con Elena Sofia Ricci. In Italia è difficile inserirsi nel campo cinematografico per un compositore, io mi lamento del fatto che non esiste l’agente per i musicisti, come c’è inve- ce negli Stati Uniti, da noi manca pro- prio la cultura del saper proporre il musicista. L’anno scorso ho partecipato al film Pater Familias, un prodotto a basso a costo che partendo da Berlino ha girato vari festival. Adesso ne ho terminato un altro ambientato nel deserto e girato in Tunisia, Le quattro porte del deserto. C’è tanta I protagonisti de La stagione dei delitti musica, anche se inizialmente doveva vanno; oppure devi provare, vuol dire ispirare. Con tutto il rispetto che ho essercene molto meno. Conta molto spendere altri soldi. E poi io non riu- per lui: per favore, lasciamole al pub- che il regista capisca l’importanza scirei a chiudere tutto in 15 giorni blico queste stupidaggini! della colonna musicale. Molti all’inizio senza poterci più mettere le mani Mi viene in mente un altro esempio ne richiedono poca e poi, a prodotto sopra, senza incrementare i pezzi a proposito di stimoli istintivi. Dovevo finito, quando trovano dei buchi dove perché non ho più l’orchestra a dispo- comporre la famosa sigla per Rai manca il commento si lamentano! Per sizione. Inoltre io le mie musiche devo Educational e il grafico che l’aveva esempio, ne La stagione dei delitti c’è montarle, nel mio studio, se vado in disegnata viene nel mio studio. Faccio una copertura musicale che in alcuni un’altra sala mix inizio ad avere il pru- partire il video e di getto butto giù un casi supera il 90% della durata della rito, perché so che la finalizzazione giro di note con una chitarra acustica fiction, perché dietro c’è un ragiona- audio potrebbe essere fatta in un’altra che tenevo caricata in quel momento. mento ben preciso. maniera. Infatti io il mix, praticamente, E lui mi fa: “E’ questa la musica!”. Io Io amo le musiche molto enfati- non lo faccio in modo tradizionale con neanche la stavo registrando… Ho che, “grosse”, imponenti e, chiara- tutte le piste separate. La variazione impiegato più tempo a digitalizzare il mente, con il cinema italiano ho dei dei livelli di suono è data solo dalla video che a fare la musica! problemi, quindi mi sfogo coi pro- dinamica della tastiera. Parto dall’idea Ma devo essere sincero, secondo grammi televisivi. Mi è capitato di che l’orchestra, mentre suona, non ha me non esistono teorie”. poter lavorare al film Soldati di pace, una regolazione di volume: è un fatto dove ho potuto scrivere questo tipo di di espressività, un fattore umano. Chiudiamo con un suo parere musica, perché ho trovato un regista Sull’elettronica io questa cosa devo sulla musica da film hollywoodia- che è diventato mio complice, che mi simularla e quindi ricorro alla dinami- na, alla quale, chiaramente, Lei ha dato spazio. Di solito i registi inve- ca. Ho lavorato sempre così, già da sembra essere molto affine… ce sono molto intimoriti da queste quando usavo il primo sequencer”. “Si sta seguendo molto la scia cose, forse hanno paura che la musi- dello stile Zimmer. Era già latente: lui ca scavalchi il film”. L’altro Suo grande campo ha solo aperto la porta. Il trucco è stato d’azione è la forma breve: trasmis- quello di usare molto la calata dei Qual è la Sua opinione generale sioni televisive e pubblicità. Come Paesi dell’Est, un po’ alla Russia – è sulla musica da film italiana con- si accosta all’ideazione di una ciò funziona, per qualsiasi genere. temporanea? nuova sigla o di un jingle? Tanto è vero che anche La sottile linea “In Italia c’è troppo minimalismo. “Di solito preferisco avere un riferi- rossa, che per certi versi ha un atteg- Tempo fa, mi hanno detto di esse- mento visivo. E’ più stimolante. Più giamento più morbido, batte sempre re stato troppo polemico in un articolo che altro, poi, perché potrebbero da quelle parti. Anche le musiche de dove asserivo che i musicisti italiani esserci dei particolari synch da rispet- La Passione di Cristo, per esempio, hanno poca esperienza nell’uso di tare, che anche musicalmente posso- sono molto interessanti. Insieme a alcune sezioni di strumenti. La tipolo- no fare gioco. Zimmer, anche Harry Gregson- gia standard è quella degli archi dal Per esempio, ho composto la sigla Williams, che seguo fin da Spy registro medio-alto, molti pochi fiati. di un programma intitolato Drug Games, è un ottimo punto di riferimen- Ormai viene fatto tutto a Sofia. Io Stories, che adesso fa parte di Rai to. Il fatto è che in America hanno gli dichiaratamente adopero da tempo la Educational. La sigla è stata concepi- spazi e le possibilità per fare questo tecnologia e non ho nessun bisogno ta sulla grafica, perché dentro c’era di tipo di musica. In Italia c’è molta paura di ricorrere all’orchestra. Quando vai tutto visto che la storia trattava del delle cose importanti sotto il profilo ad incidere per 15 giorni a Sofia, ti problema della droga a livello mondia- musicale, per cui siamo rimasti a qual- metti lì e sai benissimo che l’orchestra le. Io penso che molto venga dettato cosa che è molto provinciale. ti suona bene solo sugli archi. Non lo dal momento, dall’istinto. Non credo Qui da noi c’è bisogno di una certa dico per cattiveria, ma gli ottoni ven- nelle musiche studiate a tavolino. Ho mastodonticità. Cinemato-grafica- gono usati meno e sempre per cose sentito un’intervista ad Hans Zimmer mente siamo un po’ perdenti proprio molto lineari, non riescono a fare altro. in cui diceva che per scrivere un per questo motivo. Se devi fare musica che cammina, brano de Il gladiatore era andato sul Non si può scrivere la musica per d’azione, quelli si alzano e se ne set, si era inchinato e si era lasciato un film che non c’è”. 28 roberto zamori

Roberto Zamori con l’amico Alessandro Alessandroni “Quando“Quando lala passionepassione diventadiventa lavorolavoro ee rimanerimane passione!”passione!”

RobertoRoberto ZamoriZamori intervistatointervistato dada MassimoMassimo PriviteraPrivitera

Un solare sabato invernale mi reco a Iolo, in provincia di Prato, per intervistare a casa sua il produttore disco- grafico Roberto Zamori e inaugurare così sul nostro bimestrale una lunga serie di incontri e interviste con tutti i maggiori discografici italiani e stranieri attivi nel settore delle colonne sonore. Ho conosciuto Zamori proprio agli inizi della mia avventura editoriale con Colonne Sonore per prendere accordi sulle future recensioni dei suoi CD su etichetta Hexacord, e successivamente ho stretto con lui un forte legame di amicizia. Di padre toscano e madre svizzera, Roberto Zamori è uno dei melomani più entusiasti e gentili che abbia mai incontrato in vita mia. Parlare con lui di musica da film vuol dire respirare la storia dell’Ottava Arte, perché accanto a Roberto sono passati i più grandi e importanti compositori della Golden Age italiana, e questa intervista ve lo dimostrerà!

Quand’è nata la sua passione per come credo tutti quelli della mia genera- io facevo molta attenzione alle melodie la musica da film, quella che poi l’ha zione: lo spettacolo di Ben-Hur iniziava e all’“orchestrazione”. Mi resi conto, portata a diventare un discografico di alle 12.30, e la proiezione durava circa dopo aver ascoltato per tanti anni musi- colonne sonore? quattro ore e quaranta minuti, compresi ca classica, soprattutto sinfonica e da “All’età di 14 anni, vedendo il Ben- i lunghissimi spazi – che oggi purtroppo concerto – che mi piaceva da morire, Hur del 1959, con la regia di William noi amanti di colonne sonore rimpian- infatti sapevo a memoria tutto sull’argo- Wyler! E non poteva che essere una giamo – dedicati alla sola musica di mento – e l’opera lirica, che l’unica colonna sonora non italiana (la grande commento in sala, che costituivano l’in- forma musicale che si avvicinava a sinfonia epica di Miklos Rozsa), visto troduzione e gli intervalli tra un tempo e quella da me approfonditamente vissu- che in quel periodo, per noi ragazzi, ma l’altro del film. A mezzogiorno e trenta, ta per lungo tempo era la musica per le non solo, per tutti gli italiani, l’unico con le luci accese in sala, partiva l’ou- immagini. Ho ritrovato i grandi composi- momento di distrazione era offerto dal verture di quindici minuti di Ben-Hur, poi tori del sinfonismo classico al cinema. cinema, la domenica pomeriggio. Allora si spegnevano le luci, via il sipario, per- Dapprima con le pellicole hollywoodia- si andava a vedere per lo più le pellico- ché c’erano le tende come in teatro, e il ne e successivamente con i film di casa le americane, anche perché non c’era- “preludio” per i titoli di testa. La stessa nostra, perché certe partiture di compo- no altre fonti di divertimento come quel- cerimonia si ripresentava tra la fine del sitori nostrani come Francesco De Masi le di cui dispongono i giovani d’oggi: primo tempo e l’inizio del secondo con per i film “peplum” (quelli con Ercole e DVD, VHS, PlayStation e Internet. Il l’“interludio” di 10 minuti. Infine, la “exit Maciste per intenderci!), che solo pro- cinema è stato per lungo tempo, soprat- music”, che ci accompagnava mentre nunciando i titoli oggi verrebbe da ride- tutto dal dopoguerra in poi, l’unico gran- riprendevamo il cappotto dal guardaro- re, anche se la maggior parte sono stati de svago di massa per gli italiani! ba! Il cinema era un’esperienza incredi- rivalutati, erano eseguite da orchestre Pensate che le sale erano gremite di bile! Questo film mi colpì tantissimo, sinfoniche incredibilmente numerose gente anche al lunedì pomeriggio, allo soprattutto per chi come me aveva un (dai 60 ai 90 elementi), che ora sono spettacolo delle 14.30, e oggi viene orecchio particolare per la musica”. inimmaginabili, con eccellenti registra- quasi da stupirsi nel crederlo, e faccio zioni in stereo, che venivano eseguite soprattutto riferimento alla prima proie- Ha avuto una formazione musica- negli studi romani talvolta con due soli zione di quel western italiano, ma con i le? microfoni: due giraffe alte svariati metri. titoli di testa in inglese, entrato di diritto “In casa mia si ascoltava continua- Si registrava in diretta (buona la prima!), nella storia del cinema, dal titolo Per un mente musica. Il fratello di mio nonno senza fare alcun missaggio, anche per- pugno di dollari del grande Sergio era direttore d’orchestra, e ogni giorno, ché le piste erano due, essendoci solo Leone! Ad ogni modo, ho cominciato ad finito di pranzare, il nonno metteva sul due microfoni. Ottanta musicisti suona- appassionarmi alla musica per il cine- giradischi un 78 giri e tutti in famiglia ci vano, e il concertatore dirigeva! Certo, matografo con le pellicole americane, lasciavamo trasportare dalla musica, ed c’era il fior fiore dei professori musicisti, roberto zamori 29

direttori e soprattutto i solisti. pio per quel che riguarda la cose durante le sessioni di registrazio- Nella partitura di De Masi per il film direzione delle musiche di per ne. Mi è capitato di conoscere molti altri Maciste, l’eroe più grande del mondo . Rammento che Savina compositori famosi sempre durante (1963, regia di Michele Lupo) c’è un attese tanto che arrivasse in studio la queste circostanze, e quello che voglio tema d’amore in cui troviamo una frase cetra dall’Austria, uno strumento origina- sottolineare è che del violino solista da brivido, suonato le, per creare quei suoni particolari per Il negli anni sono riuscito a conservare la divinamente dal grande Stefanato. Una Casanova di Federico Fellini nel 1976. stessa amicizia con tutti. Non solo anda- volta conosciuto De Masi gli dissi che, Ho vissuto molte di queste piacevoli, vo da loro, ma loro ricambiavano venen- pur avendo scritto un eccezionale love divertenti, istruttive e anche problemati- domi a trovare a casa mia a Iolo, per theme e avendo diretto magistralmente che situazioni in un periodo estrema- mangiare e chiacchierare di musica fino l’orchestra, senza il notevole apporto mente bello e creativo della composizio- a tardi. Nacque un’amicizia talmente del violinista sopraccitato il tema non ne per il Cinema italiano. Perché c’era forte, costruttiva, attiva che mi portava avrebbe ottenuto la stessa enfasi! Il un grande Cinema, che secondo me fattivamente a seguire il loro lavoro dal- compositore mi diede ragione. Questa è oggi non esiste più, e, conseguentemen- l’inizio alla fine, e soprattutto propagan- l’essenza, il peso, di chi interpreta la te, una straordinaria musica fatta da darlo e farlo conoscere ai giovani, e da musica, di chi ci mette l’anima e nello incredibili talenti!” qui è iniziata la mia attività con i disco- stesso tempo si diverte! Il compianto In che modo è avvenuto il contat- grafici e il rapporto con gli editori. Per amico Maestro Piero Umiliani mi diceva to diretto con i maggiori compositori intenderci, non ho mai avuto dei grossi che una volta finita la registrazione di della musica applicata? problemi con loro, anche perché non mi una colonna sonora, i musicisti rimane- “Discutevo con loro da grande è mai interessato il business, visto che vano spesso ancora in studio e conti- appassionato, semplicemente contat- di soldi non se ne parlava quasi mai. nuavano a suonare i temi solo per il tandoli per telefono o andandoli a trova- Eravamo tutti un branco di matti scate- gusto di eseguire insieme la musica. re a Roma o Milano mentre incidevano nati! Insieme ai miei cari amici composi- Oggi è impensabile questo modo di le colonne sonore. Ci si vedeva per par- tori, , Carlo vivere le recording sessions.” lare di musica per ore e ore. Ritornando Rustichelli e Piero Umiliani, in Piazza a Carlo Savina: con lui c’incontrammo la Vittorio a Firenze, fino alle due di notte Fondamentalmente Lei è un prima volta mentre sonorizzava uno di al caffè ‘Le giubbe rosse’, non si è mai nostalgico… quei film italiani minori, e nello studio di parlato di come far soldi, perché l’impor- “E’ un mondo, quello di come si faceva musica per film dagli anni ‘40 ai ‘70, che oggi vedo quasi cancellato! Mi viene in mente un altro simpatico rac- conto su Piero Umiliani e un suo affezio- natissimo musicista, Antonello Vannucchi, organista Hammond. Piero diceva scherzosamente ad Antonello che avrebbe fatto volentieri anche l’amo- re con lui, se fosse stato una bella donna, per come suonava divinamente l’Hammond. Comunque non sono un nostalgico, perché ci sono cose molto belle anche oggi nella musica da film; però, chiaramente, chi ha avuto, come me, nelle orecchie un periodo così fecondo nel Cinema sia italiano che americano, musicalmente parlando, non può che essere dispiaciuto in qualche modo. Non per niente quegli anni ven- gono detti ‘La Golden Age’ (l’età d’oro)”. Roberto Zamori, la moglie Paola e Philip Glass registrazione si trovava anche il regista tante era stare insieme e divertirsi, par- Come è riuscito ad entrare nel della pellicola, seduto in disparte e lando, senza stancarsi mai, della nostra mondo della musica da film italiana? annoiato, che continuava a dire a Carlo, comune passione: la musica!” “Non ho avuto altre passioni. Una ascoltando la sua composizione, che ci volta scoperta la musica da film a 14 voleva più “corpo” nella scena che Quando ha iniziato ad occuparsi anni, all’infuori del collezionare, ascolta- musicava, per tre quattro volte di segui- più direttamente di discografia e di re avidamente e studiare gli LP di colon- to, ma il problema fondamentale era colonne sonore su dischi? ne sonore italiane e americane, non mi che la sequenza in questione non “Con precisione negli anni ‘60, sono interessato ad altro. Un amore aveva affatto “corpo”, d’altronde si trat- quando, lavorando attivamente a stretto incondizionato, folle e totale, che non si tava di una donna seminuda in un fieni- contatto con i miei amici compositori e è mai assopito, pur avendo ora 59 anni, le con il contadino che le stava sopra. E promuovendo i loro concerti, abbiamo che mi fa sentire come allora. la musica della sequenza d’amore (tra sentito il bisogno di lavorare sui dischi. Logicamente parlo di stato d’animo! l’altro un bellissimo tema sentimentale) Fra le prime registrazioni, quella su vini- Ho avuto la possibilità, nel seguire il era eseguita da un’orchestra di 40 ele- le di Angelo Francesco Lavagnino (sue meraviglioso campo della musica da menti con l’assolo di una fisarmonica le musiche per l’Otello di Orson Welles film, di vivere l’epoca d’oro del Cinema e suonata da Wolmer Beltrami. Ma il regi- e Un americano a Roma di ), dedi- delle soundtracks italiane da vicino, e sta continuava a dire: “Più corpo, più cato ai suoi nastri d’argento. Mi pare quelle di Hollywood attraverso la corri- corpo”. Finché Savina, indispettito, gli con la Phonogram. spondenza e le telefonate con i più gran- rispose: “Ma che cavolo di corpo vuoi Lavorai con le maggiori – ma sareb- di compositori. In Italia, a Roma, che ci metta, non siamo mica durante la be meglio dire quasi tutte – case disco- seguendo le registrazioni delle colonne battaglia delle Ardenne!”. Ne grafiche italiane, ed era per me il modo sonore dal vivo, frequentando per esem- succedevano molte di queste singolari migliore per poter portare fuori dagli 30 roberto zamori

schermi cinematografici la musica da “Perché no?”. Così sono nati i CD de Il ci mesi interi. Procedo con mani molto, film. Un altro tassello importante nella conte di Melissa, Zoo, primo film con molto leggere, affidandomi soprattutto al mia vita di grande cultore di colonne Asia Argento protagonista, che vinse il ricordo, in me indelebile, di com’erano i sonore! Solo in questa maniera potevo Premio Colonna Sonora 1989, e Il diario suoni originali degli strumenti utilizzati far capire alle persone che gran bella di un prete (recensito a pag. 44 nel all’epoca, e cercando di ricostruirli inte- musica, lavoro, autori, artigianato vi era numero 4 di Colonne Sonore – N.d.R). gralmente. Preferisco lasciare una mini- dietro la creazione di una partitura cine- Questo è stato un ulteriore modo per far ma percentuale di difetto nel suono, e matografica. Dai miei inizi con le etichet- conoscere le soundtracks del cinema parlo di percentuali molto basse, che te più celebri e miriadi di dischi fatti giun- italiano, sia quelle di ieri che di oggi, a non compromettono assolutamente giamo al 1999, quando creo il mio pro- tanti che non le hanno notate. l’ascolto (le sento io, perché so dove getto personale, il progetto Hexacord. Ed è anche vero che noi tutti, io per sono e ho l’orecchio addestrato nel per- Una sorta di marchio discografico – non primo, ci auguriamo che vicino ai nomi cepirle!), a vantaggio di lasciare intatto è un’etichetta vera e propria, più un pro- illustri dei compositori del passato ce ne l’humus del suono di quell’epoca, che getto artistico, direi – che mi permette di siano altri in futuro che riescano a rim- purtroppo non esiste più oggi, anche realizzare le mie idee ed i miei ripescag- piazzare , Carlo perché non ci sono più gli strumenti di gi, da tanto tempo sognati, di portare in Rustichelli, Nino Rota, Armando quegli anni per ricrearlo. Tenete presen- modo indipendente delle colonne sono- Trovajoli, Bruno Nicolai, e tutti coloro te che per avere tra i 60 e i 70 secondi re, alquanto sconosciute, a casa degli che hanno segnato un’epoca.” di suono pulito, come dico io, si deve appassionati, matti, come noi, di musica stare in studio dalle 8 alle 10 ore, allora da film. Pubblico soundtracks senza Perché ha chiamato Hexacord la se fate due conti, sapendo che per alcun pensiero riservato al business, sua etichetta discografica, e come avere un minuto di suono restaurato ci anche perché le mie produzioni non restaura i master originali di colonne vogliono 9 ore, per un disco di un’ora hanno un mercato evidente, che altri- sonore oramai inascoltabili? quanto lavoro ci vuole? Tantissimo, pur- menti rimarrebbero nel dimenticatoio, e “’Hexacord’ altro non è che l’esacor- troppo! Senza stancarsi e mollare mai, che nessun altro avrebbe mai voluto do, l’accordo delle sei note e corde della impiegandoci un’attenzione minuziosa. stampare. Come per esempio, i lavori di chitarra. Nel mio pensiero immaginifico Però devo essere sincero: il risultato Armando Sciascia per le pellicole sta a rappresentare in una parola sola finale premia la mia dedizione maniaca- Tropico di notte, Mondo caldo di notte, l’essenza della musica! Invece, il mio le ed estenuante, perché quando ascol- La donna di notte, che nemmeno il com- lavoro del restauro dei master originali, to un CD da me restaurato, mi sembra positore stesso, titolare delle edizioni, per il quale spendo tante ore, giorni inte- che sia stato inciso oggi, e l’emozione è avrebbe mai supposto di produrre o ri, che diventano settimane e a volte inspiegabile.” vedere pubblicati, dato che non fanno mesi, è più facile a dirsi che a farsi! Si fa presagire un mercato. Ma io, sempre presto a desiderare di voler riproporre I suoi prodotti si vendono di più all’insegna del mio motto che dice: “Ma una colonna sonora di 20-30 anni fa, ma in Italia o all’estero? chi se ne frega del business!”, ho messo i problemi di questa operazione sono “L’80% all’estero e il restante nel anima e corpo in quest’avventura disco- immani. Specialmente per noi in Italia, nostro territorio, con mia grande delu- grafica, e devo dire sinceramente che dove il nostro patrimonio culturale è sione! Ciò è dovuto soprattutto dalla questa mia produzione ha avuto un stato buttato al vento! Non si trova più nostra catastrofica situazione culturale, certo riscontro; infatti hanno cominciato nulla, e quel poco che si riesce a rinve- perché nelle scuole la musica viene a scrivermi gli appassionati collezionisti nire è in una condizione tale da mettersi insegnata poco e male. Manca chiedendomi di pubblicare alcune colon- le mani nei capelli, perché chi ha gestito proprio la conoscenza approfondita di ne sonore introvabili, ma non solo loro, i master delle colonne sonore, gli edito- che cosa vuol dire saper ascoltare la perché i miei amici compositori, ed altri ri, anche se, ribadisco, con loro non ho il musica. nuovi aggiuntisi nel corso del tempo, dente avvelenato, sono solo da rimpro- In tanti anni di gente che ha frequen- sono venuti da me per farmi mettere su verare. Il materiale è stato gestito da loro tato il salotto di casa mia, alla quale ho CD delle loro partiture rimaste chiuse nel in modo inappropriato, addirittura scon- fatto ascoltare molti dischi di musica da cassetto e mai pubblicate. Tuttora si va siderato a volte! Nella maggior parte dei film, non uno mi ha detto: “Com’è brutta ancora avanti con difficoltà, visto che la casi si parla di nastri da ¼ di pollice, regi- questa musica!”, al contrario tutti sono Hexacord non è una vera etichetta, strati con i sistemi e sui supporti di allo- rimasti esterrefatti dalla bellezza di certi bensì – mi piace ripeterlo – un progetto ra, che avrebbero dovuto esser conser- temi, chiedendosi il motivo per cui non li di cultura musicale cinematografica, che vati nella maniera più ottimale possibile, avevano mai sentiti prima! A volte rinca- trova la concretizzazione nei suoi CD cosa che nessuno ha fatto! Mi sono ravano la dose, domandandosi come che regalano gioielli nascosti agli aman- ritrovato, quindi, a dover restaurare il mai questi meravigliosi temi non si ti di colonne sonore. Ho realizzato un suono di tanti anni fa, partendo da alcu- avesse la possibilità di trovarli in com- sogno, perché far sentire quel capolavo- ne situazioni disperate. Oggi l’informati- mercio o se esistevano già su disco. ro - e lo hanno scritto e detto in tanti - ca ci viene incontro parecchio, risolven- Tutto ciò mi ha rincuorato, dandomi la rappresentato dal suadente e virtuoso doci determinati problemi che quindici forza di andare avanti! Voglio solo cita- violino di Armando Sciascia in Sexy (CD anni fa erano insolubili, però si deve re, a questo punto, e perché qui tu me recensito a pag. 29 nel primo numero stare molto attenti! Odio tutti quei restau- ne dai la grata occasione, i miei corsi di della nostra rivista – N.d.R.) mi ha riem- ri fatti elettronicamente con i computer e “MUSICA-IMMAGINE”, lezioni-incontro pito di orgoglio! Aggiungo una cosa per con determinate soluzioni a certi casi dif- al mattino per gli studenti delle scuole, e me molto importante: Marco Werba, uno ficili di suono deteriorato, che implicano – nelle ore serali – Cinemaconcerto, dei giovani compositori italiani di grande un ulteriore peggioramento della grana che ho tenuto a Prato per ben dieci valore artistico, che mi veniva a trovare a musicale. Si tolgono alcuni difetti, però si anni, dal 1981 al 1991, patrocinati dal Prato alla fine degli anni ‘80 durante i perde il gusto di sentire come suonava Comune attraverso gli Assessorati alla concerti che organizzavo, e che conti- per davvero una batteria Trixon, una chi- cultura ed alla formazione scolastica. nuo a fare, mi disse: “Perché, oltre a pro- tarra-basso Fender, il legno e le pelli Pensa che vennero a parlare ai pagandare le musiche della Golden Age delle percussioni! In tal modo si fa prima ragazzi nomi come Morricone, Nicolai, italiana, non ti spingi a pubblicare e pro- e più in fretta a risolvere i problemi del Piccioni, Rustichelli, Cicognini, Umiliani, durre anche le colonne sonore di un gio- suono danneggiato, ma io non voglio né Nascimbene, De Masi e tanti tanti altri. vane autore come me?” Ed io gli risposi: far prima né più in fretta, al costo di star- E poi editori, discografici, tecnici del roberto zamori 31

Ennio Morricone e Roberto Zamori alla presentazione di un disco da lui curato suono, insomma, tutto quello che era e “La musica gronda dallo schermo!” nella sua tremenda possanza grazie al che è il mondo della Musica per il Deve venire giù dallo schermo sequen- silenzio della prima parte della pellicola, Cinema in Italia. Sono orgoglioso – se za per sequenza, momento per che l’ha resa ancor più di rilievo nel suo me lo consenti – ancor oggi di ricordare momento con una sua giustificazione significato di ascesa verso l’incubo fina- che alcuni di questi giovani, proprio per precisa: allora diventa opera d’arte auto- le! Queste sono prove di genialità in chi l’opportunità dei miei corsi, sono oggi a noma. Diventa un prodotto maggiore, e è chiamato come musicista a lavorare Roma, e lavorano con successo in que- non minore rispetto alle grandi opere liri- per il Cinema, e non a creare una sem- sto campo. Se leggeranno la rivista, li che o composizioni classiche, perché, plice zuppa di note, appiccicate alle saluto con grande affetto!” torno a ribadire, rispetta determinati immagini tanto per riempire i fotogram- vincoli dell’altra Arte con cui si accoppia mi. Ci tengo a dire che si può essere Cos’è per Lei la musica per im- e nel medesimo tempo riesce a venirne geniali non solo utilizzando una grande magini? fuori con una sua vita propria!” orchestra sinfonica, ma anche pochi “In generale, nessun ordine, nessu- strumenti, l’importante na legge prescrive che un film debba E’ veramente importante tutto è saper scrivere per il film. John avere la musica. Sono due arti che quello che ha detto… Williams con la superlativa London vanno a braccetto, anche se la musica il “Grazie! Tante volte si va al cinema Symphony Orchestra ci ha donato quel più delle volte viene sottomessa dal film, e quali sono i difetti della colonna sono- capolavoro di Guerre Stellari, da par perché nasce come subalterna alla ra: in taluni casi la musica fa da tappez- suo (ero molto affe- Settima Arte. Allora, come ha detto giu- zeria, cioè non è né bella né brutta, non zionato a lui quand’era in vita, e stamente più volte Ennio Morricone, il va bene non va male, e quindi non val la tuttora lo stimo moltissimo) con l’effetto musicista cinematografico chiamato a pena di esser ricordata, altre volte c’è realistico del suono delle cicale, la voce fare il commento per un film ha modo di una musica che serve soltanto a magni- ricca di pathos di Sonali Das Gupta, e creare ciò che ha dentro nel rispetto ficare il compositore che l’ha creata, e alcuni strumenti indiani, tra cui il sitar, della propria integrità e soprattutto nei questo è ridicolo. Invece in altre occa- oltre l’ebraico Shofar ricavato da un riguardi dei vincoli che la pellicola gli sioni è giusto che non ci sia. A tal propo- corno di bue, ha creato la lirica musica impone. Per scrivere musica applicata sito si potrebbe citare un episodio molto per il televisivo Atti degli Apostoli al Cinema bisogna essere degli ottimi bello del caro Nascimbene, il quale mi (Roberto Rossellini,1968). Questo è il musicisti! Non è affatto musica di tap- raccontò che, chiamato a musicare il suono e la forza del Cinema! pezzeria, anche se spesso se ne ascol- film di Sidney Lumet La collina del diso- Vorrei soltanto aggiungere questo: ta durante la visione di una pellicola. La nore (The Hill, 1965) con Sean oggi, come non mai, in un mondo diven- musica da film diventa opera d’arte Connery, si prese la libertà di dire al tato piccolo anche e soprattutto per il dif- quando, nel rispettare i vincoli che il regista che “talmente è straordinario il fondersi della multimedialità e delle tec- Cinema le dà, che sono imprescindibili, tuo film che non abbisogna di musica, nologie applicate alle telecomunicazio- il musicista la rende autonoma e valida, perché lo imbruttirebbe. Va bene già ni, l’importanza del linguaggio musicale al di là di quella che è la funzione per cui così, perché la sua musica è data dai applicato alle immagini è divenuto asso- è nata! Non crediate che sia più facile, suoni e dalle parole!”. Il compositore lutamente parametro fondamentale e più scontato e immediato far la musica rinunciò all’ingaggio e ad un cospicuo centrale per ogni messaggio lanciato in per un film che per un concerto, è più profitto, data la grossa produzione ame- queste vesti. Se le lingue ancora ci difficile comporre per il Cinema. ricana, e Lumet seguì il suo consiglio separano – e forse non sarà neanche Altrimenti si fa il discorso di Stravinsky lasciando la pellicola senza musica. per sempre – certo l’esperanto della che diceva: “Io posso scrivervi tutta la Questo era Mario Nascimbene! Per musica ci mette sicuramente in condi- musica che volete, non ho bisogno di esempio, il film Coma profondo zione di essere tutti vicini, solo metten- vedere il film, ecco 40 minuti di musi- (Michael Crichton, 1978) nel primo doci ad ascoltare. E nel violino di ca!”, ma non era la musica per il film, tempo non ha musica, sebbene il Stefanato che accompagna “L’idillio al seppur bella, perché inapplicabile ai secondo ne sia cosparso. La partitura ruscello” di Francesco De Masi c’è tutta fotogrammi. La musica scritta per un straordinaria del compianto Jerry l’anima del mondo! Basta dedicargli film è quella! Mario Nascimbene diceva: Goldsmith si è preparata a sbucare fuori solo qualche minuto di noi stessi”. 32 extra DVD

Viaggio nella Terra di Mezzo… in DVD La Extended Edition de Il Ritorno del Re ci regala un esclusivo sguardo alle imponenti opere musicali di Howard Shore per la Trilogia tolkieniana.

di Maurizio Caschetto

Il DVD è uno strumento davvero chito da numerose scene inedite Signore degli Anelli: il viaggio del utile e avvincente per chi è appas- (per un totale di 50 minuti) e da una compositore nella Terra di Mezzo. sionato di cinema. Nei casi migliori, pletora di contenuti speciali e appro- Si tratta di un bellissimo documenta- oltre a poter godere della (finora) fonditissimi documentari sulla rea- rio della durata di quasi un’ora, rea- migliore qualità audio/video con cui lizzazione del film. Tra questi ultimi lizzato dalla televisione canadese, vedere i film, il dischetto ad alta den- spicca una featurette di 25 minuti che ci mostra una ripresa live del sità regala numerosi documentari, dedicata ad Howard Shore e alle concerto diretto da Howard Shore e dietro le quinte e special features di sue musiche premio Oscar. E’ uno tenutosi al Wilfried-Pelletièr Place varia natura, che permettono allo sguardo esclusivo e particolareggia- Des Artes di Montreal nel febbraio spettatore di gettare uno sguardo to sull’eccellente lavoro del compo- 2004. Possiamo così ascoltare alcu- privilegiato sul senso del termine sitore: Shore parla appassionata- ni estratti della celebrata “Sinfonia “fare cinema”. E’ dunque con enor- mente del suo mestiere e possiamo degli Anelli” (eseguita dall’Orchestra me piacere che constatiamo il sem- inoltre vederlo in immagini riprese in Sinfonica di Montreal), intervallati pre maggior interesse dei produttori studio di registrazione durante le da interviste con il compositore che di DVD a inserire, tra le varie featu- sessioni della colonna sonora. Oltre racconta la genesi del progetto, le rette che compongono i contenuti al compositore, sono intervistati il sue scelte musicali e la sua perso- extra, almeno un documentario regista Peter Jackson, i tecnici del nale esperienza nel portare la sua sulla musica da film. suono e i membri del cast, che ci musica in giro per il mondo; è un Le edizioni DVD che contengono regalano le loro personali esperien- ulteriore sguardo sul lavoro del argomenti di interesse per i lettori di ze “musicali” a proposito de Il compositore di musica da film, che Colonne Sonore sono dunque già Signore degli Anelli (particolarmente porta lo spettatore ad essere testi- numerose (e vi invitiamo a segnalar- bella la testimonianza di Viggo mone della ricchezza e delle sfac- cele), ma fra tutte finora spiccano “Aragorn” Mortensen). cettature di questo mestiere. Un soprattutto i celebrati cofanetti E come se non bastasse, un applauso meritato va alla New Line “Extended Edition” de Il Signore degli altro piacevolissimo bonus è stato Home Video e alla nostrana Anelli. E dunque, in tempo per le pas- regalato agli appassionati: nella Medusa Home Entertainment per sate feste natalizie, è arrivato sul mer- limitata edizione “Gift” (quella conte- aver contribuito a realizzare un’ope- cato l’attesissimo cofanetto DVD de Il nente una riproduzione in miniatura razione così importante e riuscita. Ritorno del Re – Extended Edition. di Minas Tirith) è stato inserito uno Ci auguriamo che questo esempio Come le precedenti due pellico- speciale DVD aggiuntivo intitolato venga seguito sempre più spesso le, anche stavolta il film è stato arric- La composizione della Sinfonia de Il dalle case produttrici di DVD. Premiazione DVD Awards alla Casa Del Cinema di Roma Quest’anno, l’evento romano tore Massimo Privitera ha così dato sici del calibro di Quarto potere e DVD Awards aveva una marcia in il La ad una serata fittissima di rico- Spartacus (ex aequo nella catego- più. Ad impreziosire la già interes- noscimenti e ospiti d’eccezione, ria Miglior Classico) e la trilogia di santissima lista di premi ordinari dove l’ultimo capitolo della saga Star Wars, giudicata quale migliore selezionati dagli organizzatori tolkieniana diretta da Peter edizione speciale in cofanetto. Marco Spagnoli e Norberto Vezzoli Jackson ha trionfato, aggiudican- Sul palco della Casa del Cinema c’era anche l’inedito riconoscimen- di Roma, Spagnoli (anche direttore to assegnato dalla nostra rivista. artistico dell’evento) e Daniela Inserito nella rosa dei ‘premi spe- Poggi hanno amministrato con ciali abbinati a testate’ (tra cui ritmo e scioltezza una serata spi- FilmTV e Nick), il premio Colonne gliata e lontana dalla formalità – Sonore non poteva che spettare al complici anche piccoli contrattempi DVD de Il Signore degli Anelli: Il tecnici (la proiezione ‘saltata’ di clip ritorno de Re – Special Extended illustrative di alcuni premi) che però Edition, meritorio per un backstage non hanno guastato la spontaneità sullo scoring veramente appagan- della cerimonia, stimolando la gran- te, esaustiva indagine nel lavoro dosi il titolo di Miglior DVD de autoironia dei due presentatori. orchestrale del due volte premio dell’Anno (la Medusa si è inoltre Vero protagonista di questa secon- Oscar Howard Shore (cui si distinta per lo sviluppo tecnologico da edizione è stato comunque il aggiunge il bonus-DVD della del supporto digitale, collezionando DVD: riverito ed onorato per i sem- “Sinfonia dell’Anello”). Nel conse- anche un premio per il primo DVD pre più indispensabili servizi presta- gnare per primo il premio alla in alta definizione italiano, Terra di ti all’arte audiovisiva. Medusa Home Video, il caporedat- confine). Tra i premiati anche clas- Giuliano Tomassacci fictionote 33

Dedichiamo questo spazio ad un genere che nel nostro paese sta riservando da diverso tempo molte buone sorprese: le Colonne Sonore per le produzioni televisive. In una parola: FictioNote!

La neonata SetteOttavi debutta con una serie di raccolte dedicate ai lavori per il piccolo schermo di grandi nomi dell’universo cinemusicale italiano. Ed è con vero piacere che possiamo finalmente ritrovare nei negozi gli importanti lavori di Riz Ortolani per gli sceneggiati (allora si chiamavano così) degli anni ‘80, ad iniziare dalla prima storica serie de La Piovra. Le gesta del Commissario Cattani sono accompagnate dalle ritmiche incalzanti tipiche del genere poliziesco (“La Piovra - Titoli”, “Sequestro mafioso”), ma l’autore trova le occasioni per incastonare alcuni passaggi orchestrali (“Amore e tormento”, “Felice ritorno”) di notevole spessore e intensità. Tutt’altro approccio per il Cristoforo Colombo: la poderosa voce di Placido Domingo accompagna le gesta del navigatore genovese in modo fin troppo magniloquente, bilanciato però dal quieto coro di “Lord send an angel down” e nuovamente da Domingo in “The great dreamer”; peccato non siano rappresentate le Riz Ortolani magnifiche pagine sinfoniche di questa serie. Viene altresì lasciato generoso spazio a quella che The Best of rimane (accanto al di Morricone) una delle maggiori vette delle colonne sonore televisi- Riz Ortolani (2004) ve (che, comunque, resta in attesa di una completa e degna riedizione rimasterizzata): La Primavera SetteOttavi Music Fiction di Michelangelo. Il compositore pesarese sfoga tutto il suo amore per il contrappunto e la scrittura / RaiTrade SORTF 008-004 classica. Dalla scintilla dei titoli di testa si dipartono doppie fughe corali (“La cava di marmo”), toccan- 15 brani - Durata: 47’48” ti melodie stupendamente armonizzate (“Onoria”), cori litugici di grande spessore (“La pietà”) fino alla gloriosa esplosione corale del “David (in piazza della Signoria)”. Un disco da possedere! PR

Quasi due decenni di storia della fiction italiana sono rappresentati in questa raccolta dedicata al Maestro romano, quasi un’enciclopedia del suo stile compositivo. Già ne La Piovra (nell’84 Morricone ricevette il testimone da Ortolani e musicò dalla seconda alla quinta serie dello storico sceneggiato) ritroviamo sia l’ispirata scrittura melodica (“Canzone per la sera” o lo stupendo ada- gio “Mille echi”) che la tesa scansione ritmica tipica dei drammi anni ‘70 (“La morale del’immora- le”), nonché un richiamo diretto a C’era una volta in America (“My heart and I” stupendamente inter- pretata da Amii Stewart, ma di più nella versione orchestrale “Per An-na”, entrambe firmate insie- me al figlio Andrea). Perlasca (del 2002) è invece pervaso da un malinconico colore cameristico in cui gli interventi dei solisti si posano dolcemente sui tappeti degli archi come sempre armonizzati magistralmente (“Doppio canto”, “Romanticamente interiore”) anche se non mancano i sapienti Ennio Morricone passaggi di tensione (“Un canto antico”, “Estasi tensiva”). Con I promessi sposi dell’88 abbiamo il The Best of Morricone lirico e classico già visto in Marco Polo e Mosè, e per questo meraviglioso (perché solo Ennio Morricone (2004) quattro brani? Perché non pubblicare un’edizione integrale di questo capolavoro?) con la melodia SetteOttavi Music Fiction / infinita che passa da flauto a viola (“I promessi sposi”) al coro femminile (“A Lucia”, quasi un canto RaiTrade SORTF 007-004 liturgico) fino all’appassionato “Finale”, senza dimenticare colori militareschi (“I Lanzichenecchi”). 17 brani - Durata: 59’20” Anche per Missus (del ‘93) il Maestro ha composto un commento di sicuro effetto; peccato (come per La Piovra) che le evidenti assonanze a precedenti lavori (ancora C’era una volta in America in “Per Olga”) disturbino un poco un disco altrimenti pregevole. PR

Degno erede della scuola cinemusicale di Nino Rota e - ricca di citazio- ni colte dalla musica classica-operistica e al contempo impregnata del folklore italiano - il compositore premio Oscar per La vita è bella, Nicola Piovani, ha composto parecchie colon- ne sonore per la televisione. Sei di queste, e più precisamente Il generale (Luigi Magni, 1987), Linda e il brigadiere (Gianfrancesco Lazotti, 1997-98), Il giovane Mussolini (Gianluigi Calderone, 1993), (Paolo Poeti, 1993-98), A che punto è la notte (Nanni Loy, 1995) e Una questione privata (, 1991), compongono questa raccolta. Un “Best of” che vale la pena di possedere soprattutto per i sei brani tratti dallo sceneggiato sto- rico su Garibaldi, Il generale, e per le tre tracce de Il giovane Mussolini: nel primo caso marce trionfali per ottoni, fiati e archi (“Il generale”) e valzer ariosi (“I giardini di Caserta”), nel secon- Nicola Piovani do drammaturgie di legni (“Il giovane Mussolini”) e incessanti incisi per piano e ottoni (“La The Best of sfida”). Il resto delle composizioni sono puro Piovani’s touch, come nel caso della scanzona- Nicola Piovani (2004) ta ballata per voci fanciullesche di “Amico mio” (dall’omonima serie con Massimo Dapporto) RAI Trade / SetteOttavi SORTF 010-004 o del ritmato tema principale di Linda e il brigadiere, che ricorda alcuni buffi leitmotiv compo- 17 brani – Durata: 57’00” sti per i film di Fellini, Albanese e Moretti. MP

Il format poliziesco sta catalizzando sempre più l’attenzione del pubblico televisivo, defi- nendo di conseguenza direttive canoniche imprescindibili. Anche Angelo Talocci segue un trend musicale ben consolidato e di sicura efficacia per La stagione dei delitti, puntando soprattutto all’attivazione di sezioni ritmiche ben dosate, giocando sull’impasto strumentale massiccio e l’andamento incessante. L’influsso della scuola zimmeriana è particolarmente evidente nei corposi blocchi di spiccata urgenza (“La stagione dei delitti”, “UACV”, “Andremus Nottes”) e nelle contaminazioni esotiche affidate alla vocalist Orjana Dimitrijevic, interprete anche del tema “The Voice of Your Love” (testo di Fabrizio Sciannameo) – che la memoria più recente associa al “Pandora’s Box” del Silvestri di Tomb Raider. Anche una certa atmosfera shoriana scorre in filigrana tra le pagine più contratte (“Andamelento”), di Angelo Talocci grande validità – tanto quanto il martellante industrial di “In the Cut” – nello sbozzo urbano. La stagione dei delitti Ma la natura derivativa dello score scolorisce d’importanza di fronte alla ragguardevole (2004) padronanza elettronica di Talocci, vero punto di forza del commento. La tecnica di mix “dina- Rai Trade / SetteOttavi SORTF 014-004 mico” del musicista propone alcuni degli ostinato per archi sintetizzati più convincenti che si 20 brani – Durata: 60’27” siano ascoltati recentemente (“Spiral”), ottimamente amalgamati ad ottoni (di norma la sezio- ne più difficile da emulare e gestire) ugualmente convincenti. Una dimestichezza nell’uso dei sampler che conferisce organicità ad una prova al di sopra della media. GT 34 miyazaki & hisaishi

Princess Mononoke MiyazakiMyazaki && Hisaishi

Quando musica e cinema vanno a braccetto di Andrea Chirichelli

Miyazaki e Hisaishi come capolavori assoluti, s’incentra su sun altro avrebbe potuto mai fare, è Spielberg e Williams? Sì, certamen- alcuni temi cardine: il rapporto tra riuscito a cogliere nel profondo te… e no, non siamo impazziti. Il l’uomo e la natura, il contrasto tra il l’animo di un artista e, artista lui mondo del cinema d’animazione progresso e la tradizione, il recupe- stesso, a riproporlo intatto sulle giapponese è purtroppo ancora ro dei valori: il Giappone dei video- pagine di uno spartito. quasi del tutto sconosciuto a gran giochi e della tecnologia è lontano Joe Hisaishi nasce il 6 dicembre parte del pubblico occidentale. anni luce. Il percorso del regista è 1950 a Nagano, in Giappone. Nonostante i festival, i premi, le edi- sempre andato di pari passo con Studente al Kunitachi College of zioni in lingua originale su DVD quello del fido alleato musicale, Joe Music, Joe firma il suo primo album, facilmente reperibili su Internet, in Hisaishi, che ha composto le colon- assai minimalista, nel 1982, dal tito- molti stentano ancora a riconoscere ne sonore di tutti i film del Maestro lo Information. Nel 1983 riceve le figure più importanti di questo “made in Ghibli” (il mitico studio di dalla sua casa discografica il com- peculiare mercato, che, se nel Sol animazione fondato a metà degli pito di curare l’image album di un Levante ha una grandezza pari se anni ‘80 da Miyazaki e Takahara). film d’animazione in fase di svilup- non superiore a quello del cinema Scandagliare i percorsi musicali del po, intitolato Nausicaa. E’ l’inizio di con attori in carne ed ossa, da noi è compositore significa fare un tuffo, tutto. Il regista, Hayao Miyazaki, considerato ancora limitato ad un non metaforico, in un oceano di rimane favorevolmente colpito dalla target bambinesco-adolescenziale emozioni, magie, sensazioni, fiabe capacità di Joe di creare partiture con tutti i problemi di distribuzione, che, se sulla pellicola appaiono sognanti e oniriche, che aderiscono reperibilità e pregiudizi che questo disegnate con tratto semplice e perfettamente alle realizzazioni di stato mentale comporta. Il tempo fermo dalla saggia mano del quello che dal 1984 in poi diventerà colmerà il gap; tuttavia, già oggi, si Maestro, musicalmente costruisco- il faro dello Studio Ghibli e del cine- può affermare con assoluta certez- no cattedrali sonore, arie di ampio ma nipponico tutto. La collaborazio- za che il rapporto simbiotico esi- respiro, percorsi tortuosi, che deli- ne tra i due diventa, col passare stente tra i due protagonisti di que- ziano le orecchie dell’ascoltatore e degli anni, simbiotica. Dove c’è sto articolo rappresenta uno degli che nulla hanno da invidiare alle uno, c’è l’altro. Il registro dei film di esempi più fulgidi, fecondi e artisti- suite orchestrali dei big della musi- Miyazaki è cambiato parecchio dai camente validi dell’intera storia del ca da film che riempiono le pagine primi tempi e nonostante questa cinema tout court, proprio come il di questo periodico. Recentissima è continua evoluzione, Hisaishi è sodalizio celeberrimo tra i due la notizia che il Maestro sarà insi- stato sempre e costantemente colossi hollywoodiani. gnito, nell’edizione 2006 della capace di affiancare il Maestro, cre- Miyazaki sta all’animazione nip- Mostra del cinema di Venezia, del ando partiture sempre differenti, ma ponica come Disney sta a quella Leone d’oro alla carriera (prima adagiate sullo stile classico, sfidan- americana. La filmografia del regi- volta in assoluto per un regista del do lo spettatore e l’ascoltatore a sta che, come Kubrick – ed il para- cinema d’animazione). Ci piace riconoscere il marchio di fabbrica, il gone non è fuori luogo – ha girato credere che parte del merito sia tratto distintivo. Hisaishi ha compo- pochi film nella sua vita, tutti o quasi anche di Hisaishi, che come nes- sto negli anni anche per il cinema miyazaki & hisaishi 35 tradizionale curando, in particolare, la colonna sonora di un film, L’estate di Kikujiiro, realizzato da un altro totem della cinematografia nipponica, Takeshi “Beat” Kitano. Tra le sue produzioni extra-cinema- tografiche ricordiamo il tema realiz- zato per le para-olimpiadi di Tokio del 1998. L’autore è ora al lavoro sul prossimo film di Miyazaki – che, per fortuna, pare aver definitiva- mente accantonato l’idea di ritirarsi – che dovrebbe uscire nel 2007. E noi aspettiamo impazienti.

Nausicaa - 1984

Il film, che dà il là alla storia dello studio Ghibli, è caratterizzato da Hisaishi e Miyazaki una OST di grande atmosfera che per clavicembalo n. 11 di Handel, l’orecchiabile “Kimi wo Nocete”, si sposa perfettamente con il mix di già usata nel film Barry Lyndon di cantata da Azumi Inoue. azione e riflessione imposto dal Stanley Kubrick (tra Maestri ci si regista nella sua opera più famosa. intende…). My Neighbor Totoro - 1988 Si mostra la Terra nel futuro, dopo le terribili guerre che l’hanno deva- Il film più autobiografico del regi- stata (in questo il plot di partenza è Laputa: The Castle in the sky sta, una dolce madeleine proustia- molto simile alla serie animata 1986 na inzuppata nei ricordi d’infanzia, Conan ragazzo del futuro) e che spesso anche dolorosi. Le due hanno dato vita a una giungla tossi- A detta di tutti, Laputa è il film ragazzine protagoniste, come il ca che copre quasi tutto il pianeta, più “semplice” di Miyazaki, un diver- regista nella vita vera, vivono in eccetto alcune “isole felici”. Il tema tito omaggio al mondo di Giulio campagna sole col padre e la principale, “Kaze Kaze no Verne e nel quale la sua passione mamma in ospedale. Crescere è Densetsu”, è famosissimo e per- per il cinema d’avventura vecchio difficile, ma in loro aiuto arriva il mette a Hisaishi di acquisire una stile si fa sentire in ogni inquadratu- morbidissimo Totoro (in varie ver- grande notorietà.L’intera colonna ra. La coppia di protagonisti alla sioni!), creatura mangia-noci della sonora fa della contaminazione ricerca della mitica città volante di foresta, assieme ad un gatto-taxi musicale un proprio tratto distintivo, Laputa, ricorda l’altrettanto affanno- con gli occhi illuminati come fari e alternando brani orchestrali a pezzi sa ricerca dell’Arca dell’Alleanza o piccoli spiriti del bosco, pronti a vagamente rock con ammiccamen- del Graal da parte di Indiana Jones. dare una mano alle due. La partitu- ti alla new age e alle sonorità tipi- La OST, di grande varietà e respiro, ra, minimalista e caratterizzata da che degli anni ‘80: i migliori esempi è caratterizza dalla presenza di fre- una semplicità strumentale disar- di questo mix sono indubbiamente netiche pagine d’azione e brani mante, è orecchiabile e replica per- “Yomigaeru Kyoshinhei”, “Kushana concitati che si alternano a momen- fettamente l’atmosfera al tempo no Shinryaku” e l’emozionante “Tori ti di riflessione e meditazione. Il stesso spensierata e drammatica no Hito”. Ancora migliore, sia sotto il main theme, “Sora kara Futtekita del film. Il brano più rappresentativo profilo della qualità che sotto quello Shoujo”, è famosissimo sia nella è il bellissimo “Kaze no Toorimichi”, della capacità di coinvolgere versione originale che in quella rie- mentre il tema cantato iniziale e l’ascoltatore, è la partitura della ver- laborata nel 1999, per l’edizione finale, “Tonari no Totoro”, è estre- sione Symphonical, che mescola americana del film che annoverava mamente orecchiabile e tende ad echi classici con rielaborazioni tra i doppiatori Anna Paquin, Mark essere canticchiato già dopo il modernissime dei brani più famosi. “Skywalker” Hamill e James Van primo ascolto. La capacità di Piccola chicca: “Battle” cita esplici- der Beek. Le tracce più emozionan- Hisaishi di tradurre in musica le fan- tamente il tema del quarto movi- ti sono la toccante “Robotto Hei tasie oniriche di Miyazaki, produce mento della quarta sinfonia di (Fukkatsu ~ Kyuushutsu)”, che brani come “Zubunure Obake”, Brahms ed il “Requiem” di commenta magistralmente uno dei “Nekobasu”, e la toccante Nausicaa è una rielaborazione momenti più toccanti del film, la “Okaasan”, dedicata alla madre dei della Sarabanda tratta dalla suite drammatica “Rapyuta no Houkai”, e protagonisti e del regista.

Glossario Image album: queste incisioni discografiche raccolgono i brani musicali Original SoundTrack: è l’esatta scaletta sonora che compare nel film. I elaborati dai compositori nelle prime fasi di sviluppo del film seguendo le brani hanno una durata più breve e sono l’esatta replica dei temi ascolta- indicazioni di massima del regista per quanto riguarda atmosfere e clima ti nei film. sonoro; a volte parte di questo materiale non finisce nel film vero e proprio, Symphonical Suite: sono riletture orchestrali a posteriori dei brani più non sempre perché mediocre ma perchè non si inserirebbe bene nel con- significativi o che meglio si adattano ad una trasposizione in tal senso. testo o per diverse scelte sonore. I brani, poi, non dovendo sottostare ai Spesso sono eseguite da orchestre sinfoniche di prestigio internazionale tempi del film (quindi “tagliati” ad hoc per la durata delle scene in cui com- e possono contenere dei nuovi arrangiamenti rispetto ai brani originali. paiono), sono in versione estesa. Hi-Tech Series: la soundtrack è rieseguita per mezzo di strumenti elettronici. 36 miyazaki & hisaishi

Nausicaa Da segnalare la presenza di una compositore di sbizzarrirsi in una ché compagno d’armi e rimane sfi- versione orchestrale, uscita in partitura più vicina alle sonorità di gurato, assumendo le sembianze di occasione dei quindicesimo anni- casa nostra con tanto di fisarmoni- un maiale: da qui il soprannome versario del film, che ripropone con che, chitarre, mandolini e strumenti “Porco Rosso”. Il film è ambientato un diverso arrangiamento e la a corda che tratteggiano con ritmi- negli anni Trenta ed il protagonista presenza di una narrazione, i temi che vivaci una timbrica del tutto vive sulle sponde dell’Adriatico, più importanti della soundtrack particolare. pilotando il suo Savoia S.21 ed originale. Tra i brani più riusciti segnalia- ingaggiando duelli aerei con una mo “Bou-Hikou no Jiyuu no Bouken banda di pirati dell’aria chiamata Gou”, “Yasashisa ni Tsutsumareta “Mamma Aiuto!”. Amore, umorismo, Kiki’s Delivery Service - 1989 nara” (la sigla finale, cantata da scene di volo spettacolari ed un piz- Yumi Arai) e la palpitante “Umi no zico di nonsense (in una scena di L’omaggio di Miyazaki al mondo Mieru Machi” che introduce agli duello aereo due rivali, esauriti i delle streghette, genere popolaris- spettatori la città in cui è ambienta- proiettili, cominciano a tirarsi chiavi simo in Giappone (ma anche in to il film. inglesi e altra roba da un aereo Italia: chi non si ricorda di Creamy, all’altro…). Ransie e Bia?). Il film è ambientato Porco Rosso - 1992 Memorabili, nel novero dei in una città europea senza nome e brani, “Jidai no Kaze”, “Sensou racconta la storia di una giovane L’omaggio di Miyazaki al nostro Gokko”, “Adriano no Mado”. I richia- strega, alle prese con i problemi paese, con il quale era entrato in mi alla guerra, meno evidenti nel dell’adolescenza. Hisaishi dimostra contatto ai tempi della serie a carto- film, tornano nella soundtrack sotto con la sua partitura una crescita ni animati basati sulle storie di forma di marce militari, sonorità a professionale invidiabile. Rispetto Sherlock Holmes, commissionati volte squillanti come fanfare, a volte ai film precedenti si cambia comple- da una Rai ancora non imbalsama- cupe come il rimbombo dei canno- tamente registro e la particolarissi- ta e schiava dell’Auditel. ni. Deliziano i timpani brani come ma ambientazione scelta dal regi- Marco è un aviatore che, dopo “Porco e Bella”, “Adoria no Umi he”, sta per raccontare le avventure un incidente durante la prima guer- “Tooki Jidai wo Motomete”. Da della protagonista, permette al ra mondiale, perde un amico non- segnalare la presenza di un corpo- so image album con molti brani in versione estesa e orchestrazioni molto particolari dei temi originali.

Mononoke Hime - 1997

Da segnalare, a corredo della recensione pubblicata su questo numero, l’esistenza di uno strepito- so symphonical album che si fregia di ben otto versioni estese dei brani più famosi contenuti nella soun- dtrack originale, oltre al tema di Mononoke suonato dallo stesso Hisaishi al pianoforte. L’image album completa la raccolta con l’in- serimento di brani non presenti Kiki’s Delivery Service nella partitura originale. miyazaki & hisaishi 37

My Neighbor Totoro Spirited Away - 2001 in una serie di brani che dimostrano immaginarie. l’eclettismo di Hisaishi quali Atipica la pellicola, atipica la Dal film premio Oscar una soun- “Yu-Baaba Kyouran”, “Toorimichi” e colonna sonora: si ritorna in Europa dtrack altrettanto valida e meritevo- “Ryuu no Shounen”. e i timbri mediterranei di alcuni le di elogi, molto particolare, che Da segnalare la disponibilità di brani si alternano a fanfare e marce mescola musica etnica, percussioni un image album altrettanto peculia- militari. a go-go, pianoforte ed archi che re che vede la presenza di ben Nessun brano cantato, nemme- vanno a comporre un puzzle cinque brani cantati e altri assoluta- no il tema finale, ma un misto di sonoro atipico e spiazzante che mente inediti e non presenti nella sonorità rarefatte e temi ariosi accompagna le gesta e le avventu- soundtrack, mentre è assente la (“Sulliman no Mahoujin ~ Shiro he re della piccola Chichiro. Stupende symphonical suite. no Kikan”, “Hoshi no Umi he”, “Ano Natsu he”, “Shigoto wa “Youki na Keikihei”) che Tsuraize”, “6 Banme no Eki” (il stigmatizzano il contrasto tra i pro- pezzo che accompagna uno dei Howl’s Moving Castle - 2004 tagonisti ed il processo di crescita momenti più toccanti del film, che porterà la protagonista ad ambientato in una stazione ferrovia- L’ultima fatica di Miyazaki e essere più consapevole dei propri ria) e “Itsumo Nando demo”, canta- Hisaishi, ovviamente non ancora mezzi. Nel novero dei brani più ta da Yumi Rimura, che chiude la distribuita in Italia, racconta la melodici ci piace ricordare pellicola. storia, tratta da un romanzo di “Opening - Jinsei no Merry-go- La varietà che Miyazaki propone Diana Wynne Jones, di una round” e “Ending - Sekai no allo spettatore, con le assurde e giovane ragazza gentile e disponi- Yakusoku ~ Jinsei no Merry-go- pittoresche divinità che si recano bile, tramutata in vecchia da una round”, le suite iniziali e finali. alla sauna nella quale la piccola strega invidiosa del suo presunto e Lo stile di Hisaishi è ancora eroina si trova a dover lavorare per platonico rapporto con Howl, chiaro e ben definito. riscattare i genitori trasformati in bellissimo e sprezzante mago che Da segnalare infine la presenza maiali da un strega cattiva, la alimenta, con il suo operato, una di un’eccellente raccolta che unisce ritroviamo puntualmente riproposta guerra infinita in corso tra nazioni symphonical e image album.

Due mondi contrapposti. Da un lato la foresta millenaria e i suoi abitanti guidati e protetti da una volitiva ragazza che lotta sul dorso di un gigantesco lupo, dall’altro una grande cittadella fortificata, in cui una tena- ce signora della guerra cerca di far sopravvivere i suoi sudditi togliendo risorse naturali al bosco magico. Hisaishi firma con Mononoke il suo capolavoro. La dicotomia tra luce e oscurità è presente in tutta la partitura che riecheggia forte, grazie all’epica di brani come “The Legend of Ashitaka”, il tema principale, probabilmente il pezzo più famoso della corposa produzione del- l’artista, di grandissimo respiro, solare e cupo al tempo stesso; “Lady Eboshi”, pezzo dalla palpitante apertura sonora; l’asciutto “Requiem”, che accompagna il risveglio degli spiriti della foresta. Joe Hisaishi La felice, ed ennesima, conferma della capacità di Hisaishi di assecondare le immagini Princess Mononoke dipinte sullo schermo da Miyazaki, la si apprezza nei timbri limpidi e vigorosi di “The Battle in (Mononoke Hime) front of the Ironwors” che introduce la cruenta battaglia finale, elemento atipico della produzio- (1997) ne miyazakiana, dalla quale non emergeranno né vinti né vincitori, ma solo persone più con- Milan Music 5050466 3087 2 6 sapevoli, e nella splendida “The Land of Empire”, che accompagna lo spettatore in un mondo 230 brani + 3 canzoni pericoloso e magnifico nel quale perdersi. Nell’alternarsi freneticamente, piano, violini e per- Durata: 63’10’’ cussioni creano un affresco saturo di note e colori, mentre i pochi brani cantati colpiscono al cuore per intensità e fascino, e dimostrano ancora una volta la magnifica maturazione e con- sapevolezza dei mezzi di Hisaishi. ACh 38 musical evergreen Moulin Rouge!

La più grande cosa che tu possa imparare è amare e lasciarti amare! Verità, bellezza, libertà, amore. di Barbara Zorzoli

Marcel Proust, nel 1913, narrava chiome rosse e Toulouse Lautrec, il sonori differenti). E Luhrmann avverte come il sapore di una petite madelei- tutto spruzzato di un po’ d’assenzio. fin dalla prima inquadratura, appro- ne (una focaccina dolce) inzuppata I due straordinari protagonisti, priandosi della classica sigla della Fox nel tè gli avesse improvvisamente Ewan McGregor e Nicole Kidman, e mutandola abilmente nel classico restituito il ricordo della sua infanzia: volano sui tetti di una Parigi ricreata Can-Can. Questo è solo l’inizio di un la casa, il giardino, la città, i volti della artificialmente, vivono l’amore alla lavoro musicale tanto bello quanto gente di un tempo. Tutto ciò grazie al luce di una luna sorridente e canterina ardito, il cui scopo è quello di raccon- gusto di quel dolce, rivelatore di una alla Georges Méliès, vivono una real- tare una grande storia d’amore ser- coincidenza tra un passato eterno e tà alternativa amplificata, fantastica e vendosi di tutto il materiale sonoro dei un ricordo, perché l’odore e il sapore bohémien su cui aleggiano indisturba- giorni nostri. Ecco che Satine-Kidman sono i più fidati mezzi con cui viaggia- ti Madonna, i Beatles, Bowie e compare in scena miscelando, con re a ritroso nel tempo. Così è per la Offenbach. voce ora calda e drammatica, ora musica, colonna sonora di tutta una Moulin Rouge! è un’opera sfolgo- comica e affascinante, “Diamonds Are vita che talvolta è in grado, da sola, di rante, sorretta da un uso suadente a Girl’s Best Friend” (interpretazione ripercorrere un intero film. Accade in delle tecnologie, contraddistinte da “mito” di Marilyn Monroe) e “Material un caso eclatante, un musical classe una personalissima visione artistica Girl” di Madonna. Il giovane innamora- 2001, che deve gran parte del suo che non ammette compromessi. Dalle to Christian-McGregor reinventa, con successo ad una colonna sonora vin- sequenze iniziali (invecchiate ad arte forsennato sentimento, “Your Song” di cente: Moulin Rouge!. per ricordare il cinema muto) in cui ; non solo una canzone, ma Si tratta di un film in cui trama e Christian/McGregor rievoca l’arrivo a la più bella dichiarazione d’amore di dialoghi sono costruiti sulla musica, Parigi, sino al caleidoscopico turbinio tutti tempi (in un’atmosfera in bilico tra con il mélo che diviene un musical delle performance musicali, il film il cinema di Marcel Carné e la magia di colorato e irrefrenabile. Ispirandosi al mescola incessantemente realtà, fin- Mary Poppins, i due innamorati emer- mito di Orfeo, che cerca invano di zione e intuizioni geniali. L’impresa gono dal fastoso boudoir di Satine e riportare in vita il suo amore strappan- dell’ingegnoso Baz Luhrmann parte danzano sui tetti, sotto la luna). dolo all’inferno, Baz Luhrmann deli- dalla sua volontà di fare della storia un Ma andiamo per ordine; il prologo nea la storia del terzo capitolo della tri- musical, quindi, una volta scritta la è affidato a John Leguizamo logia sull’amore, iniziata con Ballroom sceneggiatura, il regista cerca canzoni (Toulouse Lautrec) che intona “Nature - Gara di ballo (1992) e proseguita facilmente riconoscibili dal pubblico, i Boy” di David Bowie (brano che, ripro- con Romeo + Giulietta (1997). Moulin cui testi trasformati in dialoghi siano in posto in chiave elettronica e speri- Rouge! dona a Luhrmann l’opportuni- grado di raccontare la storia. Mutati i mentale dai Massive Attack, chiuderà tà di scatenare liberamente il suo spi- protagonisti in cantanti provetti (la la colonna sonora). In una delle prime rito romantico, visionario e scalpitan- Kidman da ragazzina cantava nella battute del film, McGregor prende a te. Il risultato è una sorta di gigantesco band Divine Madness, e McGregor prestito da “The Times Are videoclip che corre a ritmo incessan- aveva già cantato in Velvet Goldmine, Changing”, prima di addentrarsi nel te, sfondo di una classica storia Little Voice e Nora) l’esperimento luogo della perdizione, il Moulin d’amore, in una Parigi fatta di can- prende la forma di una sola opera Rouge, sulle note di “Lady can, artisti bohémien, gonne al vento, (benché proveniente da materiali Marmalade” (Christina Aguilera, musical evergreen 39

Lil’Kim, Mya e Pink) e di “Saber” di Marilyn Manson. Jim Broadbent (Zidler), manager-padrone del Moulin Rouge, si scatena nel “Zidler’s Rap” che lo lancia nel cielo a far capriole tra stelle e Tour Eiffel, e in un “Can-Can” di Offenbach, talmente chiassoso e distorto da stordire, mentre i frequen- tatori del Moulin Rouge si presentano poi attraverso “Children of the Revolution” di . Satine spera in un destino migliore con “One Day I’ll Fly Away”, a cui segue sul boudoir/elefante di Satine “Elephant Love Medley”, sequenza tra le più belle, in cui i protagonisti attingono da “All You Need Is Love” di Lennon- McCartney, “One More Night” di , “Pride” degli U2, “Don’t Leave Una scena dal film di Baz Luhrmann Me This Way” di Gamble, “Silly Love xata da Tony Phillips, in cui si amalga- sfioramento dei tasti del pianoforte e i Songs” di McCartney, “Heroes” di mano perfettamente una batteria che superbi archi si uniscono a ritmi dance Bowie e Eno, e “I Will Always Love cadenza il ritmo come passi verso inebrianti sempre in crescendo. You” di Dolly Parton. L’amore trova l’avvenire, echi distorti alla Massive Il Moulin Rouge, la traviata Satine, forza e motivo di esistere nella straor- Attack e cori ieratici. l’amore sfumano in un lontano ricordo dinaria e dolorosa “Come What May” Poi un guizzo scanzonato con mentre Christian, in lacrime, batte i tasti (McGregor e Kidman). La gelosia si “The Pitch Spectacular Spectacular”, il della macchina da scrivere, per rac- snoda lungo le note di “Roxanne” dei cui ascolto riporta alle immagini del contare la sua storia d’amore, e quella Police, qui ribattezzata “El Tango De siparietto improvvisato in cui gli attori di un’opera unica nel suo genere. Roxanne”, versione struggente, presentano al duca la commedia sulle Alla fine di questo viaggio, durato appassionata e rabbiosa, inserita in allegre note del Can–Can. per Luhrmann più di un anno, ottenia- un montaggio frenetico di situazioni Uno degli apici dell’intera colonna mo una colonna sonora che un pò ci concomitanti, cantata da un trio d’ec- sonora è toccato da “Come What appartiene, con la capacità (proprio cezione: Josè Feliciano, J. Koman e May”, canto liberatorio e vaneggiante come la focaccina di Proust) di rende- McGregor. Segue “Hindi Sad (assurta a canzone segreta degli re il film attuale ed eterno. Dopo Diamonds”, che apre la rappresenta- amanti) in cui i due innamorati subli- l’ascolto, l’impressione è quella di zione teatrale del Moulin Rouge mano il loro amore. Amore che sfocia essere entrati dentro al film, di esser- “Spectacular, Spectacular”. nel toccante finale in cui la frase traino ne, in qualche modo, parte. Perché In tutto questo bailamme di sette del film, urlata da John Leguizamo basta ascoltare uno di questi brani ed note combinate secondo l’incande- (“La più grande cosa che tu possa è subito Moulin Rouge! scente vena artistica di Luhrmann, imparare è amare e lasciarti amare”) non potevano mancare musiche e dà vita a “Come What May”. brani originali (composti ad hoc da Tra le più divertenti e coreografica- Craig Armstrong) o nobili rivisitazioni, mente impeccabili scene del film si quali la bohémienne “Complainte De ricorda Jim Broadbent che intona La Butte”, interpretata da un nostalgi- un’esilarante, ammiccante, comica ed co Rufus Wainwright (canzone il cui ambigua “Like a Vergin”, cui segue testo fu scritto nel 1954 da Jean senza infamia e senza lode “Meet Me Renoir in occasione del suo film In The Red Room” (Amiel) che con un French Can-Can). po’ di attenzione si ascolta in sotto- AA.VV. Tutto questo accade nel primo CD fondo nella scena in cui Moulin Rouge! (id. – 2001) di Moulin Rouge!. Nel secondo, inve- McGregor/Christian si reca nel boudoir Interscope Records 490 507 2 ce, il film rivive in tutta la sua romanti- di Satine, la red room per l’appunto. 16 brani – Durata: 61’27” ca drammaticità attraverso tracce Ecco finalmente “Your Song”, nella strumentali e le versioni originali delle seconda versione strumentale com- canzoni tratte dal film. presa nel CD, qui proposta in chiave Ad aprire le danze è la prima delle operistica, che ripercorre i passi più due versioni strumentali di “Your drammatici del film. Ma con “The Show Song”, avvolgente e mélo quel tanto Must Go On” (Queen) Jim Broadbent che basta per far comparire sulle rivela la sua natura, smascherandola braccia una fila sottile di peli che si con il tono arrendevole e al tempo stes- sollevano perplessi. Dopo pochi so perentorio della canzone. secondi è già pronta “Sparkling Il finale si avvia verso le lacrime, AA.VV. Diamonds”. All’opera una roboante e con traccia strumentale, disarmante coinvolgente Nicole Kidman, che rivi- nella sua fragilità, “Ascension/Nature Moulin Rouge! 2 sita la celebre “Diamonds Are a Girl’s Boy”. E finalmente un vero capolavo- (Moulin Rouge! – 2001) Best Friend”. L’aria si fa rarefatta nel- ro su cui scorrono i titoli di coda: Interscope Records 493 228 2 l’atmosfera sospesa tra modernità e “Bolero”. Pezzo strumentale lieve e al 11 brani (7 canzoni + 4 di commento) Durata: 42’54” rétro di “One Day I’ll Fly Away”, remi- contempo vigoroso, in cui il leggero 40 recensioni

Dopo un lungo periodo di assenza dalle ha reso celebre (“Introduction”, “Young scene cinemusicali, il compositore greco Alexander”), ossia un tappeto omofonico di sin- Vangelis, che deve buona parte della sua fama tetizzatori new age. Vangelis non si sforza di proprio alle colonne sonore di film come Blade creare sonorità più autentiche e opta invece per Runner, Momenti di gloria e Antarctica, ritorna soluzioni oramai irritanti e al limite della nausea, al mondo della celluloide grazie al regista Oliver come gli onnipresenti vocalizzi femminili Stone, che lo ha voluto a tutti i costi per musi- (“Gardens of Delight”), strumentazione etnica care la sua discussa versione cinematografica (“Eastern Path”, con l’immancabile duduk) e un della vita di Alessandro Magno. La pellicola – fronte di percussioni assortito e tambureggian- nonostante l’indubbio talento registico di Stone te (“The Drums of Gaugamela”). Vangelis non Vangelis e al di là delle stroncature tout court della bigot- convince nemmeno quando tenta la carta epica Alexander (id. – 2004) ta stampa USA – è un’operazione poco riuscita (“Titans”, “Across the Mountains”), facendosi da molti punti di vista e certamente la partitura supportare in diverse tracce da una compagine Sony Classical SK 92942 di Vangelis non aiuta a sollevarne le sorti. Anzi, orchestrale, ma – cosa davvero curiosa – la cui 18 brani – Durata: 56’20” forse è l’elemento più disturbante e “fuori luogo” presenza viene annullata e seppellita totalmen- di tutta la produzione (basti l’ascolto di te da un missaggio che privilegia invece gli “Roxane’s Veil”, che somiglia più alla musica di ormai datati sampler del compositore greco. In uno spot per un bagnoschiuma). Il compositore conclusione, un ritorno sulle scene che ha il sembra adagiarsi sugli allori del sound che lo sapore di una sonora disfatta. MC

Harry Gregson-Williams è, insieme a John ambient, come ben dimostra l’iniziale “Main Powell, il compositore che ha mostrato meglio di Title”. Il tutto viene avviluppato da timbriche elet- saper uscire dall’ingombrante ombra musicale troniche e da una tavolozza di suoni campionati del “padre putativo” Hans Zimmer e di dimostra- particolarmente curata, che tende a sposarsi con re una personalità un po’ più forte rispetto agli naturalezza allo stile “tachicardico” della regia di esecrabili “soldatini” della Media Ventures. Scott. A questo il compositore aggiunge i vocaliz- Tuttavia, partiture come questa Man On Fire ci zi di (indovinate?) Lisa Gerrard. Ciò che non con- fanno rivedere momentaneamente il giudizio vince è la parte orchestrale, che paga un pegno entusiasta dato alle colonne sonore di Sinbad e davvero troppo evidente allo stile di Thomas Shrek. Per il film di Tony Scott, Gregson-Williams Newman (“Pita’s Sorrow”, “You’re Her Father”). Harry Gregson-Williams preferisce navigare su rotte sicure – indubbia- Sicuramente Man On Fire è una colonna sonora Man On Fire (id. – 2004) mente tracciate da una temp-track che non inco- che compie perfettamente il suo dovere come Varèse Sarabande VSD-6583 raggiava eventuali cambi di percorso – e di pun- efficace commento a un thriller, ma il risultato non 27 brani - Durata: 60’14” tare all’approdo del mestiere senza infamia e brilla per particolari invenzioni o “zampate” impre- senza lode. Il modello di riferimento è chiaramen- vedibili di cui crediamo Gregson-Williams sia te Heat di Elliot Goldenthal: lo score alterna capace. Lo attendiamo al varco nelle sue attese repentinamente momenti di accorata riflessione e imminenti nuove prove, Kingdom of Heaven e per archi a squarci di febbrili sonorità techno e The Chronicles of Narnia. MC

Può una donna obbligarsi a dimenticare il sa del violino solo, solidale con l’inestinguibile proprio figlio scomparso? O desiderarlo così dolore della madre dal volto smarrito di tanto da struggersi fino alla paranoia, nel rim- Julianne Moore. Nella seconda metà, quando pianto di un bambino mai esistito? Intorno a l’enigma svela i suoi sviluppi impensabili, ci questo doloroso interrogativo si snoda l’impre- sono fasi ritmate, chitarre elettriche, un isterico vedibile groviglio narrativo del nuovo, strano parlottare dei synth, oscure e nebbiose litanìe thriller di Joseph Ruben. Le insidiose trappole elettroniche. Il commento è efficace, stringe in che ci tendono i ricordi, quando si mescolano una morsa alienante lo sviluppo del racconto, agli echi dell’immaginazione, sono al centro oscilla tra l’elettronica di Carpenter e il Mark della prima parte della storia. Ed è proprio Snow di X-Files. L’arte di Horner, nelle opere l’idea che sembra fornire ispirazione ad Horner, recenti, attraversa momenti di incertezza, in nel realizzare un ectoplasma sonoro lieve e tra- cerca di qualche auspicabile evoluzione. Se The Forgotten (id. – 2004) sparente, dove si ritrovano i suoni rarefatti di anche sembrano superate per il momento le Varèse Sarabande VSD6619 lavori come A Gillian nel suo 37° compleanno, ridondanze e le ripetitive enfasi sinfoniche, 11 brani - Durata: 59’29” Dad - Papà o La ragazza di Spitfire Grill. queste tessiture intimistiche ed elettroniche, Pianoforte e sintetizzatori, percussioni metalli- anch’esse già sentite, fuori dal film non sempre che sparse, la cantilena sconsolata e lamento- convincono del tutto. GB

Beltrami è in piena foga creativa. Dopo i una curiosa frammentazione dei tempi, blockbusters Hellboy e Io, Robot, lo troviamo costruiti per segmenti sincopati in un insolito alle prese con il remake de Il volo della Fenice, intreccio strumentale, da applauso. Peccato avventura sahariana che venne portata per la che nella parte centrale l’omogeneità del lavo- prima volta sullo schermo nel 1965 da Robert ro si sgretoli in una discutibile digressione in Aldrich, con musiche marziali e romantiche di pagine elettroniche, con l’immancabile pre- Frank De Vol, solo di recente pubblicate nella senza di vocalizzi etnici (“Frank’s Plea”, “Heat collana di Film Score Monthly. La nuova ver- Stroke”). Verso la fine ritrova spazio la live per- sione del film, interpretata da Dennis Quaid e formance della Hollywood Studio Symphony, Giovanni Ribisi, ha suggerito a Beltrami un si ascoltano episodi di appassionato lirismo Marco Beltrami curioso approccio bifronte. Il racconto dell’inci- (“Men Hugging”), alcune affannate parentesi Flight of the Phoenix dente aereo, la difficile lotta contro le insidie d’azione (“Wing Crash”), fino al climax, un per- (Il volo della Fenice – 2004) del deserto, il disperato tentativo dei soprav- cussivo e coinvolgente crescendo che si Varèse Sarabande 302 066 628 2 vissuti di riprendere il volo, ispira brani sinfoni- effonde in “Nomad Surprise”. Partitura inegua- 19 brani - Durata: 40’05” ci molto ritmati e brutali, con una scrittura raffi- le e troppo ibrida, che si chiude con un’espo- nata anche sul piano timbrico, su cui spicca sizione distesa, anche se un po’ prevedibile, l’introduttivo “Elliot”, iniziato dal fagotto, con del tema principale (“Homeward”). GB recensioni 41

All’orco verde più simpatico e remunerativo Shrek 2 ha veramente poco da chiedere alla del cinema americano, dopo traguardi straordi- musica, se non di accentuare lo slapstick e sot- nari di critica e botteghino, va riconosciuta tolineare l’ironia dilagante. Gregson-Williams, anche la definitiva convalida al divorzio artisti- quindi, torna con successo al fatato tema prin- co tra John Powell e Harry Gregson-Williams, cipale (“Not Meant To Be”) e condisce un com- che proprio nel primo capitolo del fortunato car- mento snello e puntuale con siparietti straus- toon Dreamworks avevano dato buona prova siani (“Family Dinner”), spruzzate schifriniane della loro intesa musicale per il cinema d’ani- (“The Mission”) e lustrini swing (“The Ball”), mazione. A sobbarcarsi, solitario, l’onere di un senza mai tradire il tocco pungente e citazioni- nuovo score è stavolta Gregson-Williams, già stico del lungometraggio. A ciò si deve un glorioso reduce dall’esperienza autonoma per album frammentario che, come nel caso del Harry Gregson-Williams Sinbad: la leggenda dei Sette Mari. Se è vero, primo score, colleziona brevi estratti saltando Shrek 2 (id - 2004) però, che la debolezza di script dello swa- di stile in stile e ponendo in risalto la capacità Varèse Sarabande VSD-6629 shbuckler marinaresco abbisognava fisiologi- del compositore inglese di strutturare brillante- 22 Brani – Durata: 40’37” camente di una partitura di rinforzo, dove il mente interventi assai ridotti (“ grandeur orchestrale e l’architettura leitmotivi- Charming”, “The Factory”). Una prova spensie- ca donassero carattere e organicità alle gesta rata dell’esponente Media Ventures, da gusta- epiche e mitiche della pellicola, la spavalderia re senza troppe pretese e, ancor meglio, ripen- della brillantissima ed equilibrata narrazione di sando alle immagini di riferimento. GT

Spumeggiante e accattivante la colonna tato dai Butterfly Boucher. Il pezzo forte però è sonora di Shrek 2, divertentissimo film d’ani- “Accidentally in Love”, scritta e interpretata dai mazione digitale della Dreamworks. Troviamo Counting Crows, che accompagna la gustosis- vecchie hit evergreen rilette in chiave moderna, sima sequenza della luna di miele di Shrek e come “Holding out for a hero”, successo anni Fiona, piccolo film nel film densissimo di trova- ‘80 di Bonnie Tyler, nel film riproposto in una te e citazioni cinematografiche. La colonna doppia versione: quella postmoderna di Frou sonora si chiude con un’esilarante versione di Frou (con una rilettura techno-pop) e quella di “Livin’ la vida loca” interpretata da Eddie Jennifer Saunders, “voce” della Fata Turchina Murphy e Antonio Banderas con lo stile dei loro nell’ironica “Fairy Godmother Song” (l’esilaran- personaggi: Ciuchino e il Gatto con gli Stivali. te parodia di tutte le canzoni che siamo abitua- Un CD piacevole e divertente con una serie di AA.VV. ti ad ascoltare nelle favole). Da segnalare: Tom canzoni che commentano i momenti più buffi Shrek 2 (id - 2004) Waits, che presta la sua voce a Capitan del secondo episodio della saga dell’orco DreamWorks records Uncino, mentre strimpella in un pub “Little Drop verde. Non ci resta che metterci comodi e 14 brani - Durata: 51’31” of Poison”, e David Bowie, che ha partecipato aspettare Shrek 3 che dovrebbe uscire sugli all’incisione del suo pezzo “Changes”, interpre- schermi nel 2006! Jacqueline Valenti

Piacerebbe potersi avvicinare ad un nuovo tà ma platealmente votato al più rassicurante lavoro di Brian Tyler senza reticenza; senza citazionismo. Questa cupa fiaba fantascientifi- fermarsi alle apparenze di uno stile musicale ca sui rischi della memoria artificiale avrebbe sempre più indefinibile e anonimo; senza dover meritato qualcosa di più di un ricercato collage ricorrere ogni volta al triste paragone con i di influenze (“The Final Cut Main Title”, tema materiali ben più originali cui il compositore principale dotato di un’urgenza caleidoscopica sembra impunemente richiamarsi ad ogni saccheggiata dalle pagine iniziali di Hulk) e nuova prova cinematografica. Si avrebbe così gradazioni elfmaniane (“Riga De Pichetto”) sfu- modo, perlomeno, di lodare la maggior concre- mate all’occorrenza con tonalità minimali tra il tezza che Tyler riserva al suo lavoro (la direzio- Glass (“Alan’s Memory”), il Williams più moder- ne d’orchestra, il contributo alle orchestrazioni no (“Fletcher the Cutter” e “Rememory” chia- Brian Tyler del goldenthaliano Robert Elhai) rispetto a col- mano pesantemente in causa A.I.) e la cifra The Final Cut (id. 2004) leghi altrettanto sterili tanto nell’ispirazione sinistra dello Shore più fosco (“Eye Tech”). Varèse Sarabande VSD-6615 quanto nella forma. Non è questa l’occasione. Si attendono prove di ben altra caratura, 28 brani – Durata: 63’14” Anche per The Final Cut, infatti, si attesta che magari manifestino quel talento latente uno score di proforma, ai limiti della funzionali- ancora impossibile da saggiare. GT

Dall’universo musicale dei videogames è Mercenaries. Si limita a tracciare una man- già emerso il talento esplosivo di Michael ciata di temi malleabili ed estrosi e lascia la Giacchino, compositore estroverso, eclettico ribalta a questa giovane promessa, di cui, e geniale tanto da salire come un fulmine ai dopo un simile esordio, osserveremo la car- vertici delle grandi produzioni hollywoodiane. riera con grande interesse. Pagine orche- Sarebbe ipocrita e stupido trattenere l’ap- strali grandiose, propulsive e divertenti, arric- prezzamento per la sua esaltante creatività, chite da strumentazioni orientali, percussioni così generosa da rinverdire l’interesse per la taglienti, quasi nulla di elettronico. Il prezioso scrittura orchestrale di grande spessore disco della LaLa Land Records, in un’ora di emotivo, che si temeva ormai irrimediabil- scorribande battagliere ed evoluzioni a tutta mente banalizzata dalle logiche commerciali. orchestra e coro, offre esattamente quello Michael Giacchino & Ma le new entry dell’entertainment virtuale che un appassionato di colonne sonore sin- Chris Tilton non sono finite: è lo stesso Giacchino ad foniche può desiderare e anche di più. Siamo Mercenaries (id. – 2004) affiancarsi all’eccezionale talento di Chris nel regno del Williams de I predatori dell’arca La-La Land Records LLLCD 1029 Tilton, suo apprendista e “padawan” (com’è perduta e del Goldsmith di Atto di forza, ma 21 brani - Durata: 58’38” chiamato nelle scuderie della LucasArts). senza comodi riciclaggi delle pagine di quei Giacchino, preso dalle gesta de Gli Incredibili grandi, solo l’imitazione della loro inesauribi- della Pixar, ha poco tempo per le musiche le grinta. Da ascoltare a pieno volume, in par- del bellicoso e adrenalinico gioco tecipe fibrillazione. GB 42 recensioni

Il film del debuttante Christophe Barratier natura musicale di queste composizioni. “I Les Choristes – I ragazzi del coro è stato un cori che si sentono nel film”, scrive Coulais, inaspettato ma meritato successo in Francia “si presumono essere stati composti dal per- e nel resto del mondo. La storia è ambienta- sonaggio principale, Clément Mathieu, un ta nel 1949 e narra di un insegnante di musi- buon musicista ma certamente non all’avan- ca disoccupato, Clément Mathieu, che trova guardia [né erudito] circa le differenti corren- lavoro in un istituto correzionale per - ti musicali. Dovevo dunque rispettare uno renni e che tenta di portare la speranza nelle stile tonale, ma al tempo stesso evitare i cli- vite di questi ragazzi disadattati attraverso la ché legati a questo repertorio. […] La musi- magia della musica. Un soggetto potenzial- ca era il soggetto del film. Bisognava rende- Bruno Coulais mente “larmoyant” viene trattato dal regista re visibili i progressi del coro attraverso il film Les Choristes con pudore e sensibilità ed è ben servito e comporre qualcosa di semplice e senza dalle musiche toccanti di Bruno Coulais (I pretese, giocando più sull’emozione che (Les Choristes – I ragazzi del coro - 2004) fiumi di porpora). sulla ricerca stilistica.” Wea Music 5050467-2152-2-1 A fare la parte del leone nella partitura Obiettivo pienamente raggiunto in pagine 21 brani – Durata: 38’38” sono ovviamente i brani per coro di voci di un lirismo tenue ed innocente quali “Voir bianche e orchestra. Sur Ton Chemin” (canzone candidata agli E’ lo stesso compositore a spiegare la Oscar 2004) e “In Memoriam”. AC

Con Due fratelli (Two Brothers, 2003), il una superficiale ma gradevole sfumatura regista Jean-Jacques Annaud ritorna alla for- esotica, frutto di una calibrata scelta di stru- mula – collaudata con successo ne L’orso menti etnici o comunque inconsueti (L’Ours, 1988) – del “documentario romanza- (“Havoc”). Di buona fattura le tracce di action to”, della favola animalista. Il film narra la sto- music (“Chasing the Truck”, “Through the ria toccante di due cuccioli di tigre che vengo- Flames”) e curioso il brano in stile quasi- no separati da un crudele cacciatore e attra- country “To Freedom”, fischiettato dallo stes- versano mille peripezie prima di potersi ritro- so Annaud. vare. Per le musiche di questa bella fiaba, Nel complesso un lavoro di solido mestie- Annaud ha scelto il compositore Stephen re, senza particolari guizzi inventivi (molto Stephen Warbeck Warbeck – già premio Oscar per la colonna bella la melodia introdotta in “The Raft”, sonora di Shakespeare In Love (id., 1998). anche se la sensazione di déjà entendu è Two Brothers (Due fratelli - 2003) Lo stile musicale scelto da Warbeck per il difficilmente eludibile), ma sufficientemente Decca Records 986 2124 film è quello di un limpido lirismo di scoperta curato da regalare un ascolto piacevole e 19 brani – Durata: 59’39” matrice romantica (“The Two Brothers”, “In rilassato. Certo, John Barry e il suo Born the Forest”, “Goodnight Story”), tinteggiato di Free erano un’altra cosa! AC

Spumeggiante, vaporosa, meditativa, bril- dare l’ottima colonna sonora per A proposito lante, calda e trascinante la musica che di Schmidt), coadiuvato dai numerosi e vir- accompagna il viaggio esistenziale tra i tuosi musicisti della Sideways Jazz vigneti della California dei due protagonisti di Orchestra (messa in piedi appositamente questa commedia amara, vincitrice per il film), compone uno score impeccabile dell’Oscar per la miglior sceneggiatura non sia dal punto di vista dell’ascolto che da originale. Un “on the road” a base di Pinot, quello della performance, rispettando il vole- Cabernet e jazz in stile Piero Umiliani, come re del regista di cospargere i 15 brani del CD il regista Alexander Payne tende a sottoli- di quell’essenza jazzistica, melodica e neare nelle note sul CD, dicendo che per la timbrica, tipica delle migliori soundtrack Rolfe Kent sua pellicola desiderava avere una musica nostrane, anche se qua e là affiorano Sideways (id. – 2004) che ricordasse da vicino quella delle com- fraseggi jazz alla Schifrin e Barry prima Silva Screen Records/Edel SILCD 1174 medie italiane anni ’50 e ’60 (soprattutto I maniera (“Costantine Snaps His Fingers” e 15 brani – Durata: 37’26’’ soliti ignoti) mischiata alle sonorità dei film “Drive!” su tutte). Vi sono anche momenti di americani anni ’70. intima meditazione davvero commoventi Il compositore inglese Rolfe Kent, alla sua (“Miles and Maya”, “Abandoning the quarta collaborazione con Payne (da ricor- Wedding”, “Los Olivos”). MP

E’ una partitura ricca di contrasti e sfumatu- Alison Jiear, e già inserita da Danna anche nel re il nuovo lavoro firmato e prodotto da film Cuori in Atlantide (nella versione dei Mychael Danna. Un gioco raffinato e vorticoso Platters), il musicista canadese, considerato seppur nella differente scelta e costruzione del uno fra i maggiori autori di musica per immagi- repertorio, funzionale nei frequenti richiami ni, si dimostra perfettamente all’altezza della classici dall’andamento trasognato, godibilissi- situazione, sfoggiando versatilità nella scrittu- mo nei riferimenti agli intramontabili stilemi ra musicale, ma soprattutto una specifica qua- jazz anni ’30. lità dell’invenzione melodica, raffinata per liri- Percorsi paralleli, ma non convergenti, smo ed eleganza. Non mancano peraltro costituiscono dunque una delle caratteristiche momenti riflessivi come “Laird O’Drumblair”, Mychael Danna salienti del soundtrack, che trovano però la brano tradizionale celtico, sempre magnifica- perfetta adeguazione della musica alle ragioni mente arrangiato da Danna. Being Julia (inedito - 2004) espressive della sceneggiatura. Ottima la resa orchestrale che offre una Varèse Sarabande VSD-6621 Nell’apparente divario stilistico tra brani vera parata di mirabili solisti, a cominciare dal 28 Brani (6 canzoni e 22 di score) classici quali “Curtain up” oppure “Farewell my primo violino impegnatissimo di Stephen Durata: 36’05” love” - un sincero abbandono alle turgide Sitarski. Tuttavia si tratta di un lavoro in cui la seduzioni classiche -, e le sempreverdi note musica, estratta dalla trama filmica, permeata swing di “Bei mir bist du schon” o della bellis- di sentimenti e forti passioni, riesce a comuni- sima “Smoke gets in your eyes”, eseguita da care relativamente poco. MT recensioni 43

Per la sezione musicale, il vincitore della turgo scozzese James M. Barrie, autore di 77esima edizione degli Oscar è stato un Peter Pan, il celebre classico di narrativa per europeo, Jan A. P. Kaczmarek, con la colon- ragazzi, e del suo casuale incontro con la na sonora di Finding Neverland. famiglia Llewelyn Davies formata da quattro Come da copione, il cinquantaduenne piccoli simpatici orfani di padre e dall’affasci- compositore polacco è salito sul palco con nante madre Sylvia, che gli cambierà la vita fare spigliato e sicuro, ha ringraziato tutti i e darà un nuovo impulso alla sua vena suoi collaboratori e con una invidiabile creativa. pronuncia inglese ha tenuto un breve e Già da un primo ascolto si intuisce che intenso discorso rivolto ai tanti applausi che Kaczmarek, compositore di grandissima l’hanno accolto, guadagnandosi anche la sensibilità, una volta individuato in sé il Jan A.P. Kaczmarek simpatia di quegli americani che nutrono significato profondo della sceneggiatura, in Finding Neverland qualche idiosincrasia verso gli artisti europei. cui la fantasia e l’immaginazione giocano un (Neverland, Un sogno per la vita – 2004) Di stanza a Hollywood ormai da quindici ruolo preponderante, l’ha adeguato alle anni, attivo e richiesto dalle maggiori produ- esigenze filmiche con una musica orchestra- Decca Records B0003492-02 zioni hollywoodiane (Unfaithful, Edges of the le dolcemente sognante e appassionata, 23 brani – Durata: 58’33” Lord, Quo Vadis, Lost Souls, Bliss, Aimèe & ricca di insospettabili suggestioni. Jaguar), già vincitore di alcuni premi impor- La melodia si svolge libera, torrenziale, a tanti (Wings Award 2002, Polish Film lungo periodo, riuscendo ad esprimere in Festival in America, 2002 Orly – Polish Film maniera meravigliosamente compiuta tutte Awards per Quo Vadis), Kaczmarek è balza- le sottili peculiarità di ciascun brano e trovan- to all’onore della ribalta musicale soltanto do di volta in volta, nel dominio della fanta- quest’anno con la colonna sonora di sia, differenti sfondi di ideazione. Neverland, sicuramente la più bella tra quel- Si alternano così momenti distesi, come le in gara. in “The Park” e “The Kite”, ad altri puramen- Dando uno sguardo complessivo alla sua te giocosi in cui sono felicissime e indimenti- produzione musicale appare evidente come cabili le invenzioni melodiche di “The egli sia sempre stato sostenuto da un solido Pirates”, “Children Arrive”, “The Park on orientamento estetico nel quale si equilibra- Piano”, “Neverland-Minor Piano Variation” in no esperienze che rispecchiano la sua pro- cui il pianoforte da solo suona perfetto: fonda adesione alla musica europea, classi- momenti che rispecchiano eloquentemente ca e popolare (Neverland ne è la prova), un profondo accordo tra sentimento, spiri- nonché dalla ricerca di sempre nuovi stimoli tualità e impulso fantastico. creativi dettati dalle più disparate esigenze di Un disco da possedere. copione. Neverland è la storia del dramma- Assolutamente. MT Jan A.P. Kaczmarek

Non passerà di certo alla storia l’ultimo Feliciano; da una delle più celebri canzoni di film di Mike Mitchell, Natale in affitto, nel Natale, “Have Yourself a Merry Little quale il protagonista è un uomo, interpretato Christmas”, nella famosa interpretazione di da Ben Affleck, disposto a tutto pur di non Judy Garland, all’ironica “Happy Holidays rimanere da solo a Natale. (Beef Wellington Remix)” di Bing Crosby. Degna di nota è però la colonna sonora Gli ultimi venti minuti sono di Randy affidata a Randy Edelman, compositore con Edelman, che, insieme alla Hollywood all’attivo più di 50 colonne sonore, tra le quali Studio Symphony, commenta i momenti cul- Ghostbusters II, Beethoven, L’ultimo dei minanti del film rimanendo fedele alla tipica Mohicani, The Mask, Dragonheart, Daylight, atmosfera natalizia. Ed-TV. Il compositore americano dà il meglio di Randy Edelman L’album si apre con sei canzoni classiche sé nella magnifica “Kissed by Snowflake” e Surviving Christmas che ci riportano indietro negli anni e proietta- nel gran finale con “Christmas Pageant”, (Natale in affitto – 2004) no l’ascoltatore in una tipica atmosfera nata- dove ritroviamo gli elementi tipici della sua Varèse Sarabande VSD-6620 lizia. Si passa dalla sontuosa “The Most musica. In definitiva un disco gradevole, 22 brani (6 canzoni + 16 di commento) Durata: 38’06” Wonderful Time of the Year” di Andy ideale come sottofondo musicale durante il Williams, alla mitica “Feliz Navidad” di Josè cenone di Natale. JV

Ancora una volta, la pluripremiata regista Amelia”); per fortepiano e voce (una menzione indiana Mira Nair e il compositore canadese particolare per “She Walks in Beauty” con il Mychael Danna non smentiscono le aspettative soprano Sissel, “The Great Adventurer” e “Now e il grande affiatamento già collaudato con suc- Sleeps the Crimson Petal” ma questa volta con cesso in Monsoon Wedding e Kamasutra. il soprano Custer Larue). Se da un lato i riferi- L’intrecciarsi di queste due vite artistiche ha menti musicali che con maggior forza emergo- conseguenze feconde anche in Vanity Fair, ulti- no dall’ascolto di questo disco hanno debiti evi- mo lavoro della Nair, presentato alla 61a Mostra denti nei confronti del romanticismo europeo, internazionale del cinema di Venezia (2004). dall’altro seguono le connessioni con l’India di Ambientato nell’Inghilterra ottocentesca e nella cui è impregnato il grande romanzo di conturbante bellezza di un’India esotica e colo- Thackeray che conducono l’ascoltatore attra- Mychael Danna niale, La fiera della vanità è l’ennesima traspo- verso brani d’ispirazione indiana come “El Vanity Fair sizione dall’omonimo romanzo di William Salama” eseguito con ritmo e virtuosismo dal (La fiera delle vanità - 2004) Makepeace Thackeray. Qui Mychael Danna fa celebre Hakim, e “Gori Re”, gioiosa ballata Decca/Universal Music 986 3125 ricorso a suggestioni musicali di diversa prove- interpretata da Shankar Mahadevan e Richa 25 Brani (5 canzoni e 20 di score) nienza: brani sinfonici dall’andamento ritmico Sharma, stelle del firmamento indiano che ricor- alternati a momenti dilatati; intense composizio- da molto la gettonatissima “Chunari Chunari” Durata: 46’24” ni per solo piano; altre per piano e orchestra del film Monsoon Wedding. Una colonna sono- (bellissima la finezza di colori di “Piano for ra di raffinato equilibrio. Maurizio Torretti 44 recensioni

Di assoluto rilievo la partitura di Andrea ne per un suono orchestrale rigonfio, specie Guerra per il film di , sin d’ora degli archi, e per un tematismo assai semplifi- nel novero delle rarissime prelibatezze musi- cato (ne è un esempio il leit motiv di due sole cali offerte dal cinema italiano d’impegno civi- note ripetute, sottoposte a una congerie di le, assieme ai noti capisaldi morriconiani. variazioni timbriche e armoniche); composito- L’impasto elettro-acustico, funzionale ad re di eclettismo agile, Guerra combina senza un’asciutta riformulazione dei regionalismi, difficoltà l’esposizione lineare con una limpida colpisce sin dalla prima traccia (“L’uomo che scrittura contrappuntistica (“Dritto sulle righe sparava dritto”, per fisarmonica e sintetizzato- storte – seconda versione”). Dominato dai cupi re) e si va poi precisando e articolando affetti degli accordi in minore, il testo musicale Andrea Guerra (“L’uomo che colorava i sogni”, per chitarra, si illumina nella sola title-track, cui fa da con- Alla luce del sole (2005) fisarmonica e sintetizzatore, con interventi del traltare un brano programmaticamente nerissi- CAM 515326-2 flauto) sino a darsi come cifra stilistica dell’in- mo, “Luce sacrificata”, ribollente di bassi 15 brani – Durata: 29’28’’ tero lavoro. cavernosi e psichedelici effetti di nastri al con- Elemento complementare (non secondario) trario. di un linguaggio giunto a piena maturazione è Chissà che il buon esito di questo cauto il calibrato impiego della nota pedale (“15 set- sperimentalismo non incoraggi ulteriormente il tembre ’93 – seconda versione”), mai degene- compositore a proseguire (anche) su questa rante nell’ossessivo continuum zimmeriano; a strada. livello episodico, si notano altresì la predilezio- Luca Bandirali

L’ultimo film di Carlo Mazzacurati L’amore notte”. C’è un tema, intitolato “Ballata”, che ritrovato, un adattamento del romanzo di viene presentato in tre versione diverse: per Carlo Cassola, interpretato dai bravi Stefano orchestra, per violino e pianoforte soli, per Accorsi e Maya Sansa, narra di una storia violino e orchestra, mettendo in primo piano d’amore impossibile, alla fine degli anni due grandi musiciste, collaboratrici del mae- Trenta. stro romano: la violinista Lisa Green (colei La partitura realizzata dal talentuoso com- che ha creato il “suono povero” della magni- positore romano Franco Piersanti non è fica partitura di Lamerica) e la pianista Gilda assolutamente ripetitiva e comporta temi Buttà. molto diversi gli uni dagli altri, che sembrano La colonna sonora di L’amore ritrovato è Franco Piersanti seguire le diverse fasi di una storia d’amore malinconica e struggente, bella e dolorosa L’amore ritrovato (2004) difficile e tormentata. come un amore condiviso ma impossibile. Emergency music EM 06.05 CD I titoli dei differenti brani sembrano evoca- L’immenso Franco Piersanti dimostra, una 11 brani – Durata: 42’53” re i distinti luoghi in cui il sentimento ha volta di più con questa partitura, di essere preso forma e si è sviluppato: “Stazioncine di uno dei compositori italiani più sensibili e periferia”, “La pineta”, “Il tunnel”, “Il ponte di raffinati. GL

Solo la musica minimalista di Franco iniziale, in primo piano, il violino e le percus- Piersanti poteva esprimere il “non detto” del sioni. Nella seconda, abbiamo la chitarra e il film di Gianni Amelio Le chiavi di casa. sassofono, allorché nella terza, possiamo Minimalista perché Piersanti ha utilizzato ascoltare la chitarra accompagnata dal pia- solo cinque strumenti, ma anche perché è, in noforte. Il CD presenta anche “Sera, cielo un certo modo, sussurrata, come per meglio inquieto” e “Sera, cielo inquieto, soliloquio”, esprimere l’amore inespresso tra un padre e in poche parole due versioni dello stesso un figlio. tema. Il compositore romano ha scritto solo tre Nella prima, ascoltiamo all’inizio il flauto, temi: “Mattina, cielo chiaro”, “Sera, cielo poi il sassofono e finalmente il pianoforte. Franco Piersanti inquieto” e “Armonici”. Ma questi tre tremi si Nella seconda versione, il violino è messo in Le chiavi di casa (2004) declinano, nel corso del film e del CD. Ci primo piano. Il compositore presenta anche Emergency Music EM 03.05 CD sono, infatti, 10 versioni diverse di “Mattina, due variazioni del tema “Armonici”, che è a 15 brani – Durata: 56’34” cielo chiaro”. sua volta una variante del bellissimo tema Tra una e l’altra cambiano le tonalità, le “Mattina, cielo chiaro”. durate e gli strumenti. Utilizza nella versione Da non perdere. GL

C’è un luogo, lontano (non troppo) e pone lo spettatore-ascoltatore sui binari magico (forse) dove nuvole di note nuotano paralleli di un percorso che tocca Joseph nell’aria prima di essere rapite, custodite e Strauss (un ripescaggio “Naxos” eseguito trasformate in lunghe, lunghissime serie dalla Slovak State Philarmonic), i brani origi- numeriche. nali di Fedrigotti con lo zampino dello stesso Quel luogo è l’Est europeo e le note altro Piccioni e l’ormai immancabile Adagio per non sono che la rappresentazione di italiche archi di Barber. pagine di musica da film. L’esercizio La formazione orchestrale scelta per economico-geografico si rinnova per l’enne- l’occasione è di media grandezza e si muove sima volta con la Czech National Symphony su canoni stilistici oramai ampiamente Michele Fedrigotti Orchestra alle prese con le musiche del film riconoscibili, per la resa sonora incolore, per La vita che vorrei (2004) di Piccioni, composte e dirette dal bravo l’assenza di una spiccata personalità, per CAM 515324-2 Michele Fedrigotti. l’amaro in bocca che rimane pensando ad un 17 brani – Durata: 58’09” Il trucco della pellicola è noto: il film nel sistema artistico musicale, quello italiano, film e il conseguente parallelismo fra le vite autoreferenziale ma in caduta libera, lascia- dei protagonisti-attori e quelle degli ottocen- to solo a se stesso ma non appetibile. teschi personaggi da loro interpretati. Non è proprio quello che vorremmo. La musica reagisce di conseguenza e FC recensioni 45

Texas e Mexico, terre di confine. Pianure partitura avrebbe meritato, percussioni ser- aride, orizzonti resi torbidi dalla calura. rate e glaciali, lamenti distorti, uno sparso Rapine in banca, inseguimenti, sparatorie, sapore latino. Suoni che rafforzano il vivido esplosioni, veicoli accartocciati, sguardi di realismo dello scenario filmico e confermano uomini violenti nascosti dietro lenti a spec- la ben nota sensibilità dei commenti di chio. Il poliziotto granitico Nick Nolte e lo Goldsmith. La nuova edizione La-La Land, spacciatore Powers Boothe, un tempo amici, con pochi minuti inediti in più, consente di oggi schierati sulle opposte sponde dei sen- riscoprire quest’opera di transizione, su un timenti e della legge. Uno scontro finale che percorso che porterà solo sporadicamente omaggia al tempo stesso il Mucchio selvag- Goldsmith ai vertici creativi del passato. gio di Peckinpah e i duelli di Sergio Leone. Massimo interesse per la sequenza tutta Jerry Goldsmith Walter Hill comprime violenza, western e on synth e pulsazioni che commenta la rapina Extreme Prejudice the road in un solo film, e assegna ad un (“The Bank”), usata nel film al posto del (Ricercati: ufficialmente morti – 1987) Goldsmith in fase di incertezze artistiche il grandioso e lungo brano sinfo-elettronico La-La Land Records LLLCD 1028 compito di raccontare tutto in musica. Fiumi dell’edizione Intrada (“The Plan”). E anche 20 brani - Durata: 64’12” di elettronica, come non se n’erano ascoltati per il caldo contrappunto del bolero conclusi- prima nei suoi lavori, un’orchestra unghere- vo (“A Deal”), memore di Sotto tiro e del fol- se che solo a tratti dimostra la grinta che la clore della natìa California meridionale. GB

La pubblicazione di uno score come The Fanfare/Dubois and Grecel”) tanto quanto gli Cutting Edge nell’apprezzata collana Deluxe intimi raccoglimenti acustici (“Kate Saktes Edition della Varèse Sarabande suscita Alone”, “Doug and Kate Get Angry”) e le sim- piacere e sconcerto allo stesso tempo. patiche escursioni big-band (“Chicago Riascoltare una delle poche prove di Patrick Practices”), Williams amministra con succes- Williams - autore alquanto alterno che, so il carattere agonistico e romantico del esploso nell’ambito televisivo (sue le musi- film. Viene da chiedersi tuttavia, ed è questo che di commento a serie come Le strade di a lasciare interdetti, per quale motivo la San Francisco), ha poi limitato il suo raggio Varèse, da sempre meritoria nel suo impe- d’azione proprio al piccolo schermo dopo gno al recupero mirato, non sfrutti la possibi- una parentesi cinematografica tutt’altro che lità di accesso ai cataloghi MGM e 20th Patrick Williams / AA.VV. entusiasmante - è senza dubbio cosa gradi- Century Fox in maniera più oculata, magari The Cutting Edge ta, visto soprattutto il grande apporto che la stabilendo delle priorità che permettano di (Vincere insieme – 1992) pagine del musicista regalano a questo far godere agli acquirenti dell’ascolto di un The Deluxe Edition romantic-drama incentrato sulla storia di due gradevole soundtrack datato 1991 (comple- Varèse Sarabande VSD-6617 aspiranti pattinatori. tato da un repertorio disco anni ’80) solo 22 brani (10 canzoni + 12 di commento) Bravo nel padroneggiare il sound elettro- dopo averli finalmente deliziati con una Durata: 63’51’’ nico venato di orchestra (perfette “Ich versione definitiva dell’Alien di Goldsmith. Namen Gita/Olympic Hockey” e “Olimpic Ad esempio. GT

Elektra è greca, invincibile e porta una ban- Hawthorne Heights , che hanno almeno il pre- dana rossa. Nel film da poco uscito nelle sale è gio di essere orecchiabili. A differenza di altre apolide, ne prende sempre un sacco e una compilation di brani ascoltati quest’anno, la sporta e veste in latex rosso, ma della bandana soundtrack di Elektra difetta di un qualsivoglia non v’è traccia (l’avrà prestata a qualcuno?). nesso causale o filo rosso che la leghi alla pel- Logico che anche la soundtrack abbia in qual- licola che accompagna, con l’aggravante che i che modo dovuto allinearsi alla moda del brani, oltre ad essere completamente deconte- momento, quindi rumore, rumore, rumore, atto stualizzati rispetto allo spirito che “dovrebbe” a coprire le mancanze della pellicola. animare la pellicola, sembrano essere b-sides o Evanescenze a parte, il resto degli autori pre- scarti degli stessi autori che li hanno composti. senti nella compilation naviga nelle placide Purtroppo Elektra manifesta in maniera eviden- AA.VV. acque dell’anonimato, con brani che si assomi- te la scarsa vena e la paresi artistica che pare Elektra: The Album (2004) gliano un po’ tutti. Nell’aura mediocritas che aver attanagliato l’avanguardia rock made in Wind-Up 519542 2 coinvolge anche questo progetto musicale, USA e basta raffrontare questa raccolta a quel- 15 brani - Durata: 57’19” spiccano (si fa per dire) “Hey Kids” dei Jet, la, per citare un esempio recente, di School of “Your Own Disaster” dei Taking Back Sunday e Rock per constatare l’abisso esistente tra la “Angels With Even Filthier Souls” degli musica di allora e quella odierna… ACh

Spiace per gli strumentisti che in numero dtrack emerge con l’abuso della matrice pro- piuttosto nutrito hanno infuso la loro passio- vincial-popolare, che finisce inesorabilmente ne e i loro talenti in questo progetto costrui- con lo sconfinare nel banale, con l’uccidere to, prodotto e diretto da Fabio Barovero. Ma la tradizione di chi, in passato, questa strada non ci siamo! Le difficoltà, soprattutto in ter- ha percorso con arte e dedizione. Certo, mini di tempi e di risorse, cui i compositori viste le premesse, la prova era ardua, anche devono far fronte sono sempre maggiori e per la necessità di affrontare un filmetto note. Ma le pecche di questa colonna sono- Littizzetto-centrico imperniato su una combi- ra sono molteplici e radicali; e non sono altro nazione di registri ‘’ e ‘commedia’ dai che il riflesso di una produzione dai piedi risultati francamente discutibili. Ma questa d’argilla, prigioniera di cliché mutuati dal- colonna sembra cedere l’onore delle armi in Fabio Barovero l’inarrestabile blob televisivo che rischia di partenza, nonostante la molteplicità di colori Se devo essere sincera (2004) legare in un preoccupante gioco al ribasso le strumentali scelti, che nel complesso suona- Warner Chappell Music 5050467-5967-2-6 produzioni del nostro cinema e che spinge – no come campioni lineari, piatti e confusi, 17 brani – Durata: 32’44’’ cosa ancor più grave - ad uniformare i lin- grazie anche al colpo di grazia di un’atroce guaggi. Il carattere masochista della soun- masterizzazione finale. FC 46 grandi classici

Il pilota del Mississippi, di Irving Rapper, è apprendistato a Broadway dove, in qualità di un’enfatica biografia del grande scrittore arrangiatore e direttore d’orchestra, lavorò a americano Mark Twain, creatore degli fianco di compositori quali George Gershwin immortali personaggi di Tom Sawyer e e Jerome Kern. Ciò permise ad un musicista Huckleberry Finn. Si tratta di una pellicola austriaco – cresciuto nell’ammirazione di poco riuscita che non trae ispirazione né Richard Wagner e che fra i suoi insegnanti di dallo spirito caustico e pungente di Twain, né composizione contò nientemeno che Gustav dal poetico languore dell’ambientazione Mahler – di assorbire, come nessun altro “sudista” del racconto. Solo la colonna sono- compositore europeo emigrato ad Hollywood, ra di questo film riesce ad assimilare e resti- il vernacolo musicale del paese che lo ospitò Max Steiner tuire l’essenza autenticamente americana per quasi sessant’anni. The Adventures of del romanziere, nonostante il suo autore In questa nuova registrazione edita dalla Mark Twain fosse un musicista nato a Vienna alla fine Naxos, il sempre più affiatato duo composto da dell’Ottocento: Max Steiner. John Morgan (che ha ricostruito e adattato le (Il pilota del Mississippi – 1944) La cosa non deve stupire. Stabilitosi negli musiche originali) e William Stromberg (diretto- Naxos 8.557470 Stati Uniti nel 1914, Steiner approdò alla re d’orchestra, alla testa della diligente Moscow 29 brani – Durata: 70’49” Mecca del Cinema solo nei primi anni Trenta. Symphony Orchestra & Chorus) regala agli Nel corso dei quindici anni antecedenti il suo appassionati un altro piccolo gioiello musicale debutto alla RKO, egli si giovò di un lungo della Golden Age hollywoodiana. AC

Piangerò domani racconta la tormentata Cry/Bye L’Ums”), che si tramuta poi in un vita di Lilian Roth, stella di Broadway e disegno melodico più complesso e intricato Hollywood degli anni ’30. Girato con garbo man mano che la vicenda prosegue minimalista dal regista Daniel Mann e inter- (“Trance/Mama’s Plea”, “Stood Up/ pretato con grande intensità da Susan Shattered/Tortured”). L’alcolismo di cui è vit- Hayward, il film si distingue anche per tima Lilian Roth è invece dipinto da North un’ineccepibile partitura firmata da Alex attraverso colori orchestrali particolari come North. Fresco del successo di colonne sono- gli ottoni in sordina e i registri gravi dei legni re come Un tram che si chiama desiderio (“Pour Me”, “Transition/Also/Tony”). La bra- (1951) e Viva Zapata! (1952), il compositore vura del compositore è evidente in tutto lo Alex North applica la propria inarrivabile sensibilità score, testimoniando un approccio sensibile, I’ll Cry Tomorrow musicale a questo biopic della MGM. complesso e mai banale (“Real Heel”, “Down (Piangerò domani – 1955) L’approccio è cameristico e sussurrato, Girl/Ashamed”) di cui è stato un nobile alfie- Film Score Monthly, Vol.7 No. 13 accorato e partecipe, dominato da archi e re. L’edizione di FSM è come sempre ottima- 27 brani - Durata: 75’56” legni, colorato appena di morbide inflessioni mente realizzata e include una notevole jazzistiche (“Main Title”) che richiamano pro- quantità di brani scartati dal montaggio fina- prio la seminale partitura per Un tram. le, pagine alternative e musiche di scena (tra L’infanzia della protagonista è caratteriz- cui alcune songs cantate da Susan zata da una figura musicale in 3/4 (“Don’t Hayward). MC

Gli ammutinati del Bounty (Mutiny on the della Casa: Bronislau Kaper. Bounty, 1962) di Lewis Milestone è uno di La partitura del compositore polacco è quei film consegnati alla storia del Cinema sicuramente un lavoro di altissimo pregio per motivazioni che esulano quasi completa- musicale, degna compagna di altre celeber- mente dall’effettiva riuscita artistica dell’ope- rime colonne sonore “epiche” scritte nel ra; un film la cui travagliata gestazione pro- medesimo periodo: I dieci comandamenti di duttiva fornisce materiale per un intreccio Elmer Bernstein, Ben-Hur di Rozsa o assai più appassionante di quello offerto Spartacus di Alex North. Film Score Monthly dalla pellicola in sé: un pallido remake del rende omaggio all’arte di Kaper con una celebre La tragedia del Bounty (Mutiny on completissima pubblicazione discografica Bronislau Kaper the Bounty, 1935) con Charles Laughton e (ben tre CD) delle registrazioni originali dello Mutiny on the Bounty Clark Gable. La MGM stanziò un budget score de Gli ammutinati del Bounty. Oltre a (Gli ammutinati del Bounty – 1962) senza precedenti nella storia dello studio, e raccogliere tutte le pagine musicali così FSM Vol. 7 No. 16 scritturò Marlon Brando per il ruolo principa- come sono state utilizzate nel film, questo Disco 1: 24 brani – Durata: 79’15” le: l’ufficiale in seconda Fletcher Christian. Il cofanetto offre anche la possibilità di ascolta- Disco 2: 17 brani – Durata: 79’01” copione passò attraverso un’interminabile re i medesimi brani in versione “alternativa” – Disco 3: 26 brani – Durata: 79’53” serie di ri-scritture e cambiamenti, la mag- vale a dire precedente ai numerosi cambia- gior parte dei quali richiesti dalla capricciosa menti richiesti dalla tormentata lavorazione star, e la lavorazione si protrasse per circa della pellicola – e in alcuni arrangiamenti “da tre anni, causando fra le altre cose la fuga concerto”, preparati da Kaper per l’LP pubbli- dal set del regista originariamente scelto cato dalla MGM all’epoca dell’uscita del film. dalla produzione: Carol Reed (Il terzo Fra le molte tracce memorabili di questa uomo). Il risultato è un film prolisso e “sfoca- splendida incisione, è d’obbligo ricordare to” il cui discreto successo al botteghino non perlomeno la bellissima “Overture” che si fu sufficiente a coprire le spese affrontate e apre con gli strappi minacciosi del tema del- fece sfiorare alla Metro il tracollo cui dovette l’ammutinamento per poi cedere il passo al far fronte la Fox con il quasi contemporaneo magniloquente motivo associato al Bounty, Cleopatra (id., 1963). in una strumentazione “marinaresca” che Miklos Rozsa – all’epoca, compositore attinge a tutti i colori più sgargianti della tavo- numero uno della MGM – fu la prima scelta lozza orchestrale. per scrivere le musiche del film, ma prece- Altrettanto elettrizzante il “tour de force” denti impegni lavorativi e uno scarso interes- musicale di “Leaving Harbor” e di piacevolis- se del musicista nei confronti di questo pro- simo ascolto tutto il côté esotico dei brani Marlon Brando getto, fecero optare per un altro veterano legati alle sequenze tahitiane. AC grandi classici 47

Classici intramontabili come A qualcuno posizioni strumentali di matrice jazzistica ad piace caldo (Some Like It Hot, 1959) di Billy opera del veterano Adolph Deutsch. Wilder non richiederebbero alcuna particola- Valente compositore alla Warner (Il miste- re introduzione. ro del falco, Una pallottola per Roy) e, suc- La sceneggiatura esilarante di Wilder e cessivamente, arrangiatore di molti celebri I.A.L. Diamond, le interpretazioni memorabi- musical della MGM (Sette spose per sette li di Tony Curtis e Jack Lemmon, lo splendo- fratelli), Deutsch dimostrò in svariate occa- re “extra-large” di Marilyn Monroe e la chiu- sioni il suo solido mestiere musicale, ma non sa leggendaria del film (“Nessuno è perfet- giunse mai a godere della gloria e della fama to!”) hanno da lungo tempo contribuito a con- dei suoi più illustri colleghi compositori. segnare questo capolavoro alla storia del Per il film di Wilder, Deutsch fornisce al Adolph Deutsch Cinema, oltre che a quella del Costume. racconto un acconcio tappeto musicale, Some Like It Hot La Varèse Sarabande ha ora ristampato il intessuto di pezzi originali (“Randolph Street (A qualcuno piace caldo – 1959) CD ex Rykodisc con la colonna sonora del Rag”, “Play It Again Charlie”) e divertiti Varèse Sarabande VSD-6595 film: un’abile e piacevole miscellanea di can- scampoli di brani d’epoca, in perfetta sincro- 14 brani – Durata: 30’59” zoni ormai entrate nel Mito – una su tutte: “I nia con le evoluzioni tragi-comiche di una Wanna Be Loved By You”, morbido swing dai jazz band femminile nell’America dei celebri vocalizzi à la Betty Boop – e di com- “Ruggenti Anni Venti”. AC

Ciò che rende preziosi i CD prodotti da materiale girato, con meno morti e con l’irri- Film Score Monthly, soprattutto per chi ama ducibile Cassavetes, a cui si offre qualche e studia la musica del cinema, è proprio la motivazione in più, che alla fine si toglie di loro completezza. Molti titoli includono e mezzo da solo. Scene rigirate e un montag- mettono a confronto, in un solo disco, le dif- gio più breve hanno reso inutilizzabile l’intro- ferenti partiture scritte per il medesimo film. spettiva partitura già completata da Jeff La sostituzione delle partiture, dovuta alle Alexander, compositore di scuderia della ragioni più varie, non è fenomeno tipico solo MGM. dei nostri anni. Gli è subentrato il giovane Elmer È quanto è accaduto a Lo sperone insan- Bernstein, con un’interpretazione più dinami- guinato, travagliato western di Robert ca e descrittiva, con qualche vaga influenza Elmer Bernstein / Parrish datato 1957. Lo script di Rod Serling jazz e un tagliente predominio degli ottoni (le Jeff Alexander (il creatore di Ai confini della realtà) narra del orchestrazioni sono di Fred Steiner), che uti- Saddle the Wind rapporto tra due fratelli, il più giovane dei lizza spesso, allo stesso modo di Alexander, (Lo sperone insanguinato – 1958) quali, John Cassavetes, soggiogato dalla il tema della canzone “Saddle the Wind”, di Film Score Monthly FSM Vol. 7 No. 15 sua natura violenta, dopo aspro confronto Livingston ed Evans, interpretata da Julie 26 brani - Durata: 66’53” con il fratello Robert Taylor, che cerca inva- London. no di ricondurlo alla ragione, rimane ucciso Proprio questo comune motivo conduttore proprio per mano di questi. avvicina tra loro le due opere, che pure si La brutalità del racconto indusse i produt- dimostrano assai diverse nelle scelte di com- tori a pretendere una completa rilettura del mento ai singoli episodi. GB

Non è un caso che FSM abbia pubblicato you read my mind” da Superman e insieme le colonne sonore integrali di “Somewhere in my memory” da Mamma ho Williams per Penelope, la magnifica ladra perso l’areo. L’altra canzone, “The sun is del 1966 e di Mancini per Uno scapolo in grey”, eseguita dalla flebile voce Paradiso del 1961, visto che i due musicisti dell’interprete principale del film, Natalie erano amici e collaboratori. Wood, non è stata composta dall’autore di L’autore di celebri score come l’esalogia Schindler’s List, bensì da Gale Garnett. Nel di Guerre Stellari e la trilogia di Indiana secondo CD, Bachelor in Paradise è puro Jones aveva suonato il piano nel soundtrack Mancini style con un soave, frizzante e lumi- di Peter Gunn, e a Mancini deve molto del noso tema d’amore (“Main title”, “Welcome”, suo stile compositivo per le colonne sonore “Top shelf”, “Pickles and peanut butter”), che John Williams di film e telefilm dei primi anni ’60: Come è allo stesso tempo il motivo conduttore della Penelope rubare un milione di dollari e vivere felici pellicola, e che anticipa i molti leitmotiv (Penelope, la magnifica ladra – 1966) (1966), Ladri sprint (1967) e Una guida per romantici dei film della Pantera Rosa e di l’uomo sposato (1967), nonché la serie Victor/Victoria. Henry Mancini Scaccomatto (1960). La parte conclusiva del brano “Sexy Bachelor in Paradise La partitura per Penelope (nel primo CD ideas”, con quella ascesa possente degli (Uno scapolo in Paradiso – 1961) FSM sono presenti anche i 12 brani ottoni, ricorda l’incipit di un altro tema com- dell’album originale edito su CD Chapter III posto da Mancini: “The cowboys” dal film Film Score Monthly Vol. 7 No. 18 Records CHA 1002-2, in abbinamento ad una Intrigo a Hollywood di Blake Edwards. In CD 1 (Penelope): colonna sonora di Vic Mizzy) risente del tocco questo secondo CD troverete 10 bonus 18 brani + 12 brani (album recording) manciniano easy-listening, beat e jazz, con tracks da Bachelor e 6 da Penelope consi- Durata totale: 79’54’’ un pizzico di ritmo latinoamericano, di Uno stenti in versioni alternative e demo degli CD 2 (Bachelor in Paradise): sparo nel buio o Colazione da Tiffany, anche score, tranne per i brani dal 20 al 25 che 17 brani + 10 bonus tracks se qua e là affiorano certi passaggi tematici altro non sono che riarrangementi dello stes- + 6 alternate (Penelope) che diventeranno il punto di forza del linguag- so Mancini di celebri temi da film, dagli anni Durata totale: 69’15” gio williamsiano (su tutti “Penny runs ’30 ai ’50, di compositori quali Bronislau away/Penny’s substitute” dove si trova qual- Kaper, Gene De Paul, Nacio Herb Brown, che inciso drammatico riutilizzato per E.T.). Arthur Freed e Sammy Fain, tra gli altri. In La canzone dei titoli di testa “Penelope” è conclusione un doppio CD da non lasciarsi intonata dai Pennypipers su parole di Leslie scappare, considerato il fatto che tutti gli Bricusse, collaboratore abituale di Williams album pubblicati da FSM sono a tiratura limi- per i testi di altre celebri songs, come “Can tata di 3000 copie. MP 48 cult corner

Il grande esperto della Golden Age Matrimonio all’italiana (pubblicato per la musicale italiana, Claudio Fuiano, tra prima volta). l’altro curatore, selezionatore e grafico Il primo film, che valse alla Loren di molte recenti ristampe su CD di l’Oscar per la miglior attrice, è rappre- colonne sonore di quel periodo, nelle sentato da due suite orchestrali in mono note accompagnatrici a questa raccolta (musica dolorosa a commento di un della GDM dice: “Questo CD vuole dramma familiare sullo sfondo della essere un omaggio sincero a tre classi- guerra), egregiamente restaurate in che pellicole dirette da Vittorio De Sica digitale da Roberto Zamori; il secondo, ed ai suoi attori prediletti, Sophia Loren diviso in tre episodi, da 16 brani in ste- e Marcello Mastroianni, attraverso le reo, così come furono pubblicati nell’LP 3 film indimenticabili indimenticabili musiche del M° Armando originale (temi popolari partenopei con di Vittorio De Sica Trovajoli”. intrusioni di beat, lounge, jazz e samba: (1960, 1963, 1964) Il compositore romano, oggi quasi d’altronde Trovajoli è stato il primo GDM / Edel 0156992 novantenne, ha dato vita, colore e pas- musicista ad imporre il jazz in Italia); 19 brani – Durata: 66’14” sione musicale al mondo amaro, burle- l’ultima pellicola da una suite orchestra- sco, esagitato e raffinato delle comme- le di 6’33”, nella quale spicca il delicato die amare del grande regista e attore e tormentoso tema di Filumena, variato romano: La ciociara, Ieri, oggi, domani più e più volte nell’arco della colonna (prima stampa su CD per ambedue) e sonora. MP

OK Connery, ovvero quando i produttori anche in pellicole recentissime, vedi The avevano coraggio. Incredibles di Giacchino, ci sono tutti. Il tema Visto che l’originale Sean costa troppo, iniziale “Man for Me” cantato da Christy e per questa parodia si scritturano il fratello di presente sia in versione italiana che inglese, Connery, Neil, e transfughi dei film passati è perfettamente esemplificativo dello spirito dell’agente segreto come Daniela Bianchi (A goliardico e scanzonato che permea l’intera 007, dalla Russia con amore), Adolfo Celi pellicola, con evidenti richiami parodistici alle (Thunderball - Operazione Tuono) ed title songs dei veri film di 007. Tra gli altri Anthony Dawson (Agente 007 - Licenza di brani degni di nota segnaliamo lo spassoso uccidere). Se il film alla fine risulta poco più “Can Can delle Amazzoni” che inizia con toni Ennio Morricone / Bruno che mediocre, la colonna sonora di Ennio drammatici per poi evolversi su note decisa- Nicolai Morricone e Bruno Nicolai (questa è la prima mente più allegre, l’incalzante OK Connery (1967) partitura scritta a quattro mani, che inaugura “Contrabbando”, la tambureggiante la collaborazione con il regista Alberto De “Turbinosamente” e la morbida “A passo Digitmovies CDDM 025 Martino, che proseguirà fino ad Holocaust d’uomo”, caratterizzata da piacevolissime 28 brani (4 canzoni + 24 2000, creata dal solo Morricone) è di ottima venature jazz. A quasi quarant’anni dalla sua di commento) fattura. I temi classici dei film “con le spie”, creazione, una soundtrack che stupisce per Durata: 57’02” che a distanza di decenni vengono ripresi freschezza ed attualità. ACh

La cosa buffa è che non vi è nulla di buffo pone l’accento sull’ineluttabile destino della nelle musiche composte da Ennio Morricone triste storia d’amore tra i due protagonisti del per questo film drammatico con Gianni film. L’intero album è tinto di un grigio cielo Morandi e Ottavia Piccolo. Si tratta di una armonico: i preoccupanti echi degli archi di pellicola degli anni ’70 di Aldo Lado, che “Esercizio con Marika”, l’adagio mesto di narra del rapporto impossibile tra un giovane “Come Giulietta e Romeo”, il disturbante insegnante di provincia e la figlia di un ricco motivetto da giostra di “Ritorno a casa”, e il industriale, alla quale il Maestro romano, pezzo beat a base di sesso e droga “La cosa attraverso l’uso preminente dei perfetti voca- buffa (ballabile n°1)” (che ritorna in altre tre lizzi di Edda Dell’Orso, elargisce una vena varianti). Il CD, a differenza dell’LP originale, Ennio Morricone melodica fintamente rasserenante. Il leitmo- contiene ben 16 brani in più, in realtà versio- La cosa buffa (1973) tiv (“La cosa buffa”) che viene reiterato, ni alternative o estese del tema principale e Cinevox CD MDF 356 variazione su variazione, più volte lungo l’ar- di pochi altri. Ed è la pecca fondamentale di 25 brani – Durata: 67’37” co di tutto il CD, è affidato ad archi gentili e questa edizione discografica, che a lungo alla voce sospirante malinconia di Edda, e andare tende ad annoiare. MP

Il film di Valeri ebbe una gestazione diffi- “Mucchio Selvaggio”, pezzo decisamente cile: costi enormi (fu uno dei pochi film west- derivativo che ha ne Il buono, il brutto, il catti- ern dell’epoca ad essere girato davvero in vo il proprio padre putativo e che nel corso America e non nelle campagne romane!), due dell’ascolto troviamo ben cinque volte, seppur star di diversa estrazione (Girotti-Hill e con arrangiamenti leggermente differenti. Fonda), lo zampino di Leone che diresse una Quest’edizione comprende tutti i brani del sola scena e finì per oscurare quasi tutto il film, più altri scartati in fase di produzione: nel lavoro del povero Valeri. Di più semplice novero delle tracce si apprezza la creatività e creazione la colonna sonora che rientra nei l’estro de “Il balletto degli specchi” e il pathos binari dei film del genere: il lavoro di di “Uno strano barbiere”, con ticchettio Ennio Morricone Morricone è encomiabile, anche se alcuni d’orologio in sottofondo ma, come detto, si ha Il mio nome è nessuno momenti appaiono un po’ ripetitivi e l’idea che la sensazione che alcuni temi (specie quello (1974) il Maestro abbia voluto dichiaratamente paro- principale) vengano ripetuti troppo spesso, GDM/Edel 0159042 diare alcune sue partiture più celebri si seppure con minime variazioni, rendendo 23 brani - Durata: 74’17” riscontra durante tutto l’ascolto del CD, sen- l’ascolto della soundtrack, separato dalla sazione che si fa palese in brani quali “Buona visione della pellicola, alquanto arduo. Il main fortuna Jack”, che richiama in maniera evi- title è usato dalla BBC per lanciare il program- dente i temi e le atmosfere di Giù la testa, e ma Nighty Night, una dark comedy. ACh cult corner 49

L’etichetta Emergency Music di Piero menti musicali ed emotivi che si svilupperan- Colasanti inaugura la nuova “Serie Oro”, no nel corso del film. Piuttosto lungo (5’10”), dedicata alle grandi partiture del passato, e è all’inizio una specie di valzer orchestrale di ristampa per iniziare un vero gioiello: la sapore epico, che serve da sottofondo sono- magnifica colonna sonora del film dei fratelli ro alla magniloquenza hollywoodiana di Paolo e Vittorio Taviani, Good Morning David Wark Griffith. Verso la metà del tema, Babilonia (1987), scritta, orchestrata e diret- il valzer si trasforma in un vero turbinio sono- ta da un Nicola Piovani in splendida forma. ro, che ci avvolge e ci trasporta, prima di Questa collana pubblicherà ogni mese un tornare alle note dell’inizio del tema, più CD che presenterà una versione rimasteriz- dolce. zata di colonne sonore originali importanti, Lo score oscilla tra l’epico e il satirico, Nicola Piovani diventate oggigiorno introvabili. La prossima quest’ultimo aspetto evidente soprattutto in Good Morning sarà quella della Monaca di Monza realizza- un brano come “Torte in faccia” che sembra Babilonia (1987) ta da Pino Donaggio. riecheggiare le tonalità del pianoforte che Emergency music EM 12.05 CD Il tema principale, intitolato appunto accompagnava le commedie del cinema 11 brani – Durata: 32’48’’ “Good Morning Babilonia”, come l’apertura muto. di un’opera, comporta una sintesi dei movi- Magnifico. GL

Film di scarso successo in sala, il film di hollywoodiana (come “L’autostrada”, altro Fracasso si è rivelato seminale per tutte le pezzo di un minuto), “L’arrivo a Milano”, che produzioni televisive nate sulla sua scia: Ris, riprende il tratteggio melodico del tema prin- Carabinieri, Ultimo e La squadra, sono tutti cipale, ma in un arrangiamento più avvincen- figli suoi. Donaggio crea una colonna sonora te e drammatico, con veloci stilettate di violi- densa, livida ed emozionante. Il tema princi- no, e “Timidi raggi di sole”, ornato da un bel- pale, “Palermo Milano solo andata”, che nel l’assolo di chitarra classica con contrappunti disco è ripreso tre volte, è diventato un pic- di un pungente clarinetto. colo classico e non c’è fiction recente che, al Ad alleggerire il tutto arriva il brioso e leg- suo momento di zenit drammatico, non utiliz- gero tango argentino di “Matrimonio al risto- zi una base simile a quella creata dal compo- rante”, che spezza e rinfresca una partitura Pino Donaggio sitore per le avventure della scorta guidata altrimenti cupa e livida che pare quasi spre- Palermo-Milano solo da Raul Bova, Ricky Memphis e Valerio cata per un film di così scarso spessore. andata (1995) Mastandrea. Eccellente supporto alle immagini, l’opera di Warner Chappel Music 5050467-4421-2-2 Tra i brani degni di nota e plauso sono da Donaggio è piacevole e stimolante anche 16 brani - Durata: 32’02” segnalare “Villa Leofonte”, che colpisce per il all’ascolto separato, e conferma il grande suo incedere drammatico, la brevissima “Il talento del compositore. Insomma, come pullman”, piacevolmente e pomposamente dire: “Se sente er botto!” ACh

E’ un lavoro complesso, quello di Davide una stesura melodica e armonica di più faci- Liuni. Un lavoro che frutta quasi un’ora di le presa. Il coraggio quindi non manca ed è musica per un film che ha come cornice una già esso condizione sufficiente per apprez- delle pagine più buie della nostra storia e zare una soundtrack che vede in “Winter che dipinge come elemento centrale del Work” e “Sephar” (chitarra classica e archi), quadro il potere rieducativo, sensibilizzante degli ottimi spunti musicali. Un piccolo e quasi salvifico delle arti e del sapere. Il appunto va fatto ad alcune esecuzioni non commento musicale di Liuni è interessante, proprio impeccabili. misurato, talvolta severo e rigoroso, ma di Ma ancora una volta (l’ennesima, per gusto sperimentale e cattura man mano che mano degli stessi soggetti) sono evidenti la si procede verso il finale. superficialità e l’approssimazione del Davide Liuni Di certo l’ascolto non sarà facile, ma l’im- mastering finale, reo di schiacciare il suono Il servo ungherese (2004) pegno e il desiderio di percorrere strade in maniera spregiudicata, di renderlo Warner Chappell Music 5050467-4419-2-7 nuove e di tentare soluzioni alternative si confuso e opaco, pregiudicando così il duro 23 brani – Durata: 57’12” manifesta in svariati brani, per poi cedere in lavoro di compositore e musicisti e compro- alcuni momenti (“In ghiaccio”, “Accanto”) alle mettendo il risultato finale. lusinghe –forse un filo troppo retoriche- di Qualcuno faccia qualcosa. FC

Non lasciatevi ingannare dal packaging: Goblin, Lo squalo di Williams (una lunga trac- non si tratta della solita compilation a basso cia, non il ‘solito’ Main Title) o il Keith Emerson costo eseguita da orchestrine raffazzonate di Inferno. In una centrata ottica di varietà (se non da meno nobili e artisticamente incontriamo autori più diversi da Herrmann aberranti schede Midi). Rosza a Carlos (sempre da brividi il Dies Irae La storica etichetta GDM si è imposta di sintetico di Shining), da Donaggio e costruire il percorso più completo possibile Badalamenti a Elfman e Young, dai vari nella letteratura musicale per il cinema horror, di Kilar o Bernard al banjo impazzito di risalendo alle spesso inimitabili incisioni origi- Un tranquillo weekend di paura; senza dimen- nali (a parte poche reincisioni richiamate dal ticare un paio di chicche in prima edizione su catalogo SilvaScreen, comunque di eccellente CD, come l’atonale Suite da Il pozzo e il pen- AA.VV. livello); e a leggere i titoli sembra davvero che dolo di Les Baxter all’originale tema di Zeder di Horror Graffiti (2004) non sia stato dimenticato nessun autore, qui Riz Ortolani. GDM / Self 4002 rappresentato da almeno un tema di portata Insomma, con tutti i difetti di approssima- CD1: 15 brani - Durata: 63'05" storica. Troviamo quindi l’original edit di zione che una raccolta possiede di natura, ci CD2: 15 brani - Durata: 52'15" Tubular Bells (da L’esorcista) di Oldfield, una troviamo tra le mani una delle migliori antologie manciata di Goldsmith (da The Omen e Alien), tematiche pubblicate negli ultimi anni, ed è un Il silenzio degli innocenti dell’ora celeberrimo po’ un peccato che l’aspetto tradisca un conte- Howard Shore. E poi Simonetti da solo e coi nuto di così elevato livello qualitativo. PR 50 filmografie

Filmografia essenziale di Riz Ortolani Compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra. Nato a Pesaro il 25 Marzo 1931. Anno Titolo (Titolo originale) Regista 1962 Mondo cane - Grammy Cavara, Jacopetti, Prosperi 1962 Il sorpasso Dino Risi 1964 Una Rolls-Royce gialla (The Yellow Rolls-Royce) – Golden Globe Anthony Asquith 1967 I giorni dell’ira Tonino Valerii 1968 Colpo grosso alla napoletana (The Biggest Bundle of Them All) 1968 Banditi a Milano 1968 Lo sbarco di Anzio (The Battle of Anzio) Coletti, Dmytryk 1968 La guerra per Roma – prima parte (Kampf Um Rom I) Siodmak, Marton, Nicolaescu 1968 Buona sera signora Campbell (Buona Sera, Mrs. Campbell) Melvin Frank 1969 La guerra per Roma – seconda parte (Kampf Um Rom II-Der Verrat) Siodmak, Marton, Nicolaescu 1971 Confessione di un commissario di polizia al proccuratore della repubblica 1972 Joe Valachi, i segreti di cosa nostra (The Valachi Papers) Terence Young 1972 Fratello sole, sorella luna 1972 Girolimoni, il mostro di Roma Damiano Damiani 1979 Cannibal Holocaust Ruggero Deodato 1981 Fantasma d’amore Dino Risi 1981 Aiutami a sognare – Nastro d’Argento Pupi Avati 1983 Una gita scolastica – Nastro d’Argento Pupi Avati 1984 La Piovra (sceneggiato) Damiano Damiani 1985 Cristoforo Colombo (sceneggiato) Alberto Lattuada 1985 Festa di laurea – David di Donatello Pupi Avati 1986 Regalo di Natale – David di Donatello Pupi Avati 1987 L’inchiesta – Nastro d’Argento Damiano Damiani 1988 Ultimo minuto – David di Donatello Pupi Avati 1991 La primavera di Michelangelo (sceneggiato) Jerry London 1994 Un uomo di rispetto – Emmy Damiano Damiani 2001 I cavalieri che fecero l’impresa Pupi Avati 2003 Il cuore altrove Pupi Avati 2003 La rivincita di Natale Pupi Avati 2004 Ma quando arrivano le ragazze? – David di Donatello Pupi Avati Filmografia essenziale di Thomas Newman Compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra. Nato a Los Angeles il 20 Ottobre 1955 Anno Titolo (Titolo originale) Regista 1984 Amare con rabbia (Reckless) James Foley 1985 Cercasi Susan disperatamente (Desperately Seeking Susan) Susan Seidelman 1987 Ragazzi perduti (The Lost Boys) Joel Schumacher 1991 Pomodori verdi fritti alla fermata del treno (Fried Green Tomatoes) Jon Avnet 1992 Scent of a Woman – Profumo di donna (Scent of a Woman) Martin Brest 1992 I protagonisti (The Player) Robert Altman 1994 Piccole donne (Little Women) Gillian Armstrong 1994 Le ali della libertà (The Shawshank Redemption) Frank Darabont 1995 Gli anni dei ricordi (How to Make an American Quilt) Jocelyn Moorehouse 1995 Eroi di tutti i giorni (Unstrung Heroes) Diane Keaton 1996 Larry Flynt – Oltre lo scandalo (The People vs. Larry Flynt) Milos Forman 1996 Phenomenon (id.) Jon Turteltaub 1996 Qualcosa di personale (Up Close and Personal) Jon Avnet 1997 Oscar e Lucinda (Oscar and Lucinda) Gillian Armstrong 1997 L’angolo rosso (Red Corner) Jon Avnet 1997 Mad City – Assalto alla notizia (Mad City) Costa-Gavras 1998 Vi presento Joe Black (Meet Joe Black) Martin Brest 1998 L’uomo che sussurrava ai cavalli (The Horse Whisperer) Robert Redford 1999 Il miglio verde (The Green Mile) Frank Darabont 1999 American Beauty (id.) Sam Mendes 2000 Boston Public (id.) SERIE TV Vari 2000 Un sogno per domani (Pay It Forward) Mimi Leder 2000 Erin Brockovich – Forte come la verità (Erin Brockovich) Steven Soderbergh 2001 Six Feet Under (id.) SERIE TV Vari 2001 In the Bedroom (id.) Todd Field 2002 White Oleander – Oleandro bianco (White Oleander) Peter Kosminsky 2002 Era mio padre (Road to Perdition) Sam Mendes 2003 Angels in America (id.) SERIE TV Mike Nichols 2003 Alla ricerca di Nemo (Finding Nemo) Andrew Stanton 2004 Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi (Lemony Snicket’s A Series of Unfortunate Events) Brad Silberling Consulta i contenuti extra sul sito ufficiale www.colonnesonore.net