Rapporto Ambientale

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Rapporto Ambientale RAPPORTO AMBIENTALE Assessorato all’Urbanistica e programmazione territoriale, Beni ambientali, Edilizia e Legale Assessore Ugo Cavallera Direzione Regionale Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia Direttore Livio Dezzani Settore Pianificazione Territoriale e Paesaggistica Responsabile e coordinatore generale del Piano Giovanni Paludi Ufficio del Piano Contributi Rapporto Ambientale Guido Baschenis Raffaella Delmastro Raffaele Madaro Francesca Finotto Renata Pellizzaro Marta Parodi Maria Quarta Collaborazione tecnica Tito Ciampi Silvana Fasan Luisa Aprosio ------------------------------------------------------------------------------------------------ Gruppo di ricerca - Dipartimento Interateneo Territorio - Politecnico e Università di Torino Coordinamento scientifico Giuseppe Dematteis responsabile scientifico Cristiana Cabodi Analisi delle componenti strutturali collaborazione di Giuseppe Dematteis Luisa Ballari Cristiana Cabodi Nadia Caruso Fabio Minucci Alberto Di Gioia Francesca Governa Definizione degli obiettivi e delle strategie Costanzo Mercugliano Giuseppe Dematteis Guido Morbelli Cristiana Cabodi Cristiana Rossignolo Alessandro Fubini Alessia Toldo Fabio Minucci Attilia Peano Coordinamento operativo Francesca La Greca Coordinamento giuridico-normativo Fabio Minucci Claudio Simonelli Altri contributi Contributi per la redazione del Rapporto Ambientale Contributi sulle componenti ambientali Agenzia Regionale per la Protezione Dipartimento Interateneo Territorio dell’Ambiente (ARPA) Roberto Gambino Luciano Crua Dipartimento di Progettazione Architettonica Silvia Matteucci Paolo Castelnovi Laura Sartore Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente Davide Vietti (IPLA) Ha coordinato la progettazione iniziale del Piano Mauro Giudice Supporti informatici ed elaborazioni cartografiche - CSI Piemonte Parlare di valutazione applicata al processo di programmazione e pianificazione significa affrontare un tema che negli ultimi anni ha interessato il dibattito a livello comunitario, nazionale e locale, rappresentando un aspetto sempre di maggior rilevanza connesso, in primo luogo, alla necessità di salvaguardare l’ambiente e il territorio. L’introduzione del concetto di sviluppo sostenibile ha ampliato la sfera di azione dei modelli valutativi che, dall’interesse specifico verso le sole discipline ambientali, si stanno orientando e strutturando per affrontare nuovi scenari legati alla necessità di promuovere processi di valutazione integrata in grado di esaminare i molteplici aspetti connessi alle tematiche proprie dei sistemi di programmazione e pianificazione. Si valuta per migliorare le scelte, per stimarne le conseguenze, per seguire i processi attuativi e per verificare la correttezza delle previsioni avanzate, quando queste diventano interventi concreti. Agli aspetti metodologici e di principio si affianca la necessità di affinare i sistemi valutativi come strumenti di accompagnamento e razionalizzazione dei processi di pianificazione e programmazione: questa finalità si afferma, in modo sempre più rilevante, in relazione al mutare dei sistemi procedurali e di controllo, che stanno passando nei fatti dalla visione gerarchica della struttura della pubblica amministrazione, alla concezione sussidiaria dei rapporti tra le istituzioni, dove ciascuna è chiamata, in prima persona, ad assumersi la responsabilità diretta delle proprie azioni nei confronti della comunità. Questo nuovo modello trova nei sistemi valutativi un valido supporto finalizzato a rendere più coscienti e partecipate le scelte operate, a fronte di un sempre minore controllo dei processi da parte degli enti di livello superiore. L’approccio iniziale a questi nuovi principi si trova nei processi valutativi derivanti dalle indicazioni e direttive europee inerenti alla programmazione comunitaria. L’applicazione alle discipline ambientali del metodo valutativo si è evoluta segnando il passaggio dalla Via alla Vas, cioè (almeno questa dovrebbe essere la finalità principale) dal voler valutare i singoli interventi al voler valutare anche le politiche da cui, poi, derivano le previsioni degli interventi stessi. Si tratta di un passaggio di scala importante, per poter gestire a livello integrato più discipline, prendere in considerazione più aspetti, confrontarsi con i diversi strumenti di programmazione e pianificazione e, non ultimo, garantire, fin dall’inizio dei processi, la capacità di agire verso un certo obiettivo, definito e perseguito attraverso un percorso che deve essere in primo luogo logico e poi partecipato e condiviso. I II SOMMARIO INTRODUZIONE 1 1. LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA: INQUADRAMENTO NORMATIVO 3 1.1 LA VAS NELLA DIRETTIVA COMUNITARIA 2001/42/CE 3 1.1.1 I principi generali della Direttiva 2001/42/CE 4 1.1.2 Il processo di partecipazione, consultazione e condivisione 4 1.2 LA LEGISLAZIONE ITALIANA 5 1.2.1 La Vas nel Testo unico dell’ambiente 5 1.3 LA NORMATIVA DELLA REGIONE PIEMONTE 7 1.4 LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA 10 2. LA METODOLOGIA DELLA VALUTAZIONE 13 2.1 LE FASI DEL PROCESSO DI VAS 13 2.1.1 La Valutazione durante la formazione del piano 13 2.1.2 La Valutazione durante l’attuazione del piano 14 3. LA METODOLOGIA OPERATIVA PER LA VAS DEL PIANO TERRITORIALE REGIONALE (PTR) E DEL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE (PPR) 15 3.1 IL METODO VALUTATIVO 16 3.2 LE FASI DEL PROCESSO DI VAS DEL PTR E PPR 18 3.2.1 Processo di valutazione durante la formazione dei piani 18 3.2.2 Processo di valutazione durante l’attuazione dei piani 20 3.3 LE ANALISI DI COERENZA 22 3.3.1 Analisi di coerenza esterna 22 3.3.2 Analisi di coerenza interna 23 3.4 INDICATORI PER LA VALUTAZIONE 24 3.4.1 Gli indicatori nella fase di formazione dei piani 26 3.4.2 Gli indicatori per il monitoraggio 27 4. LA PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE IN PIEMONTE 29 4.1 LA LEGISLAZIONE VIGENTE 29 4.1.1 Il Piano territoriale regionale nella l.r. 56/77 e s.m.i. 30 III 4.1.2 Il Piano paesaggistico regionale nella normativa vigente 30 5. LO SCENARIO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE 31 5.1 LE CARATTERISTICHE GEOGRAFICHE 31 5.2 LE COMPONENTI E LE CRITICITÀ AMBIENTALI 31 5.2.1 Aria 34 5.2.2 Acqua 43 5.2.3 Rumore 54 5.2.4 Suolo 56 5.2.5 Rifiuti 69 5.2.6 Attività produttive a rischio di incidente rilevante, radiazioni ionizzanti e non 72 5.2.7 Natura e biodiversità 76 5.2.8 Inquinamento luminoso 82 5.2.9 Energia 83 6. LA COSTRUZIONE DELLE STRATEGIE E DEGLI OBIETTIVI DEL PIANO TERRITORIALE MEDIANTE L’ANALISI DI COERENZA ESTERNA 87 6.1 IL SISTEMA DELLLE STRATEGIE DI RIFERIMENTO 87 6.1.1 Le politiche, i piani e i programmi internazionali, comunitari e nazionali 100 6.1.2 Le politiche, i piani e i programmi regionali settoriali 102 6.1.3 Le politiche, i piani e i programmi provinciali 118 6.2 LE STRATEGIE E GLI OBIETTIVI DEI PIANI 139 6.2.1 Il sistema delle strategie 139 6.2.2 Il sistema degli obiettivi 140 6.2.3 Le tematiche settoriali di rilevanza territoriale 151 6.3 COERENZA CON IL SISTEMA DELLA PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE 153 6.4 COERENZA CON GLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE 178 6.4.1. Indicatori di relazione e coerenza 182 7. LE ALTERNATIVE PER LA COSTRUZIONE DEL PIANO 185 7.1 LE RAGIONI DEL PIANO 185 7.2 LE ALTERNATIVE METODOLOGICHE 185 IV 8. I CONTENUTI, LA STRUTTURA DEL PIANO TERRITORIALE, GLI INDICATORI DI SISTEMA E L’ANALISI DI COERENZA INTERNA 191 8.1 LA STRUTTURA DEL PIANO TERRITORIALE REGIONALE 191 8.2 LE ANALISI DI SUPPORTO ALLA REDAZIONE DEL PTR 194 8.2.1 Analisi per la definizione del Quadro Strutturale 194 8.2.2 Ambiti di integrazione territoriale: definizione e criteri per la loro individuazione 195 8.2.3 Analisi per la definizione della componente regolamentativa 204 8.2.3 Analisi per la definizione della componente regolamentativa 205 8.2.4 Gli indicatori di sistema del Ptr 205 8.3 LA COERENZA INTERNA DEL PIANO 212 8.3.1 Il processo di consultazione 212 8.3.2 Coerenza tra le strategie, le norme e gli obiettivi di sostenibilità ambientale 214 9. VALUTAZIONE DEI POSSIBILI EFFETTI SIGNIFICATIVI SULL’AMBIENTE DEL PTR: IL SISTEMA DEGLI INDICATORI PER IL MONITORAGGIO 221 9.1 LE RICADUTE AMBIENTALI DEL PTR 221 9.2 LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA 222 9.3 LA SCELTA DEGLI INDICATORI: IL METODO DEL BILANCIO AMBIENTALE TERRITORIALE 223 9.4 ANALISI DEGLI AMBITI DI INTEGRAZIONE TERRITORIALE IN BASE AL BAT 227 9.5 ALTRI INDICATORI 299 9.6 IL PIANO DI MONITORAGGIO 303 10. CONCLUSIONI 341 V VI INTRODUZIONE L’approccio alla Vas relativa agli strumenti della pianificazione di area vasta implica la necessità di confrontarsi in primo luogo con le politiche generali di programmazione e pianificazione che agiscono nei vari settori, andando a ricercare gli obiettivi comuni e il loro grado di correlazione per definire ipotesi di governo del territorio in linea con i principi dello sviluppo sostenibile e delle azioni di salvaguardia dell’ambiente poste in atto a livello comunitario, nazionale e soprattutto regionale. La costruzione del nuovo Piano Territoriale rappresenta quindi il momento nel quale analizzare e far convergere gli obiettivi delle politiche ambientali regionali all’interno dei principali documenti di indirizzo per il governo del territorio, in relazione agli aspetti che direttamente si correlano alle ipotesi di disciplina e trasformazione dell’uso dei suoli. Il panorama piemontese, riguardo a tali tematiche, si presenta in piena evoluzione: la redazione di nuovi strumenti regionali per il governo del territorio si affianca ad una generale ridefinizione del sistema normativo della pianificazione. La riforma dell’attuale legislazione vigente, in corso di approvazione,
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