Fossero Tutti Generosi Come Te, Massimo

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Fossero Tutti Generosi Come Te, Massimo martedì 7 gennaio 2003 21 Giovane divo in ascesa E fu subito leggenda: «Ossessione» Il divo più amato Eleganza d’antan stagioni Massimo Girotti in una foto dei suoi esordi cinematografici L’attore con Clara Calamai in una scena del film di Visconti Accanto a Gina Lollobrigida negli anni Cinquanta Girotti negli anni Novanta ROMA È morto Massimo Girotti, 84 anni, uno dei grandi divi del cinema italiano dagli anni le reazioni 40 a oggi. A portarselo via è stata una crisi cardiaca, al Policlinico di Roma. La came- «Nessuno potrà dimenticare la sua Os- ra ardente sarà allestita oggi, dalle 10, nella sessione in cui fu davvero grande»: per il sala della Protomoteca in Campidoglio. mondo intero, secondo Giancarlo Gian- Tra le 16 e le 17, il sindaco di Roma Walter nini, il nome e il volto di Massimo Girotti Veltroni farà una breve commemorazione. rimarranno legate a quella interpretazio- I funerali si terranno invece domani, alla ne. Giannini, che con Girotti lavorò nell' Chiesa degli Artisti, in piazza del Popolo, Innocente di Visconti, ne ricorda la «in- alle 11.30. credibile precisione e concentrazione sul Bruno Vecchi set». Giannini ne ricorda «il volto straor- dinario e le prove d'attore date con alcuni dei più grandi registi italiani: è stato gran- uscito di scena in silenzio, Massimo Girot- de - conclude - anche in piccole parti ti. In perfetta sintonia con il suo modo come quella che gli aveva offerto Benigni È schivo e appartato di intendere la vita: da nel Mostro. «È un dolore privato, preferi- «silenzioso», da antidivo per eccellenza. Aveva sco non parlare»: è sopraffatto dall' emo- 84 anni e il cuore se l’è portato via ieri in una zione, Ferzan Ozpetek, che ha diretto Gi- camera del Policlinico di Roma. La prima dome- rotti in quello che resterà il suo ultimo nica del nuovo anno. Un anno che segna il suo film, La finestra di fronte. «In queste si- ritorno al cinema in La finestra di fronte di Fer- tuazioni preferisco non dire niente: la sua zan Ozpetek, che gli aveva permesso anche di morte è per me un fatto privato». «Con festeggiare i 64 anni di carriera. E nel quale inter- Massimo Girotti se ne va un pezzo fonda- preta il ruolo di Davide, uno smemorato che mentale del cinema e della cultura italia- viene accolto da Giovanna (Mezzogiorno) e da na. Girotti è stato un artista come pochi suo marito Filippo (Nigro). Un ruolo lontano altri, in grado di stare al passo e addirittu- anni luce da quelli che avevano caratterizzato la ra avanti al tempo della sua lunga vita». sua carriera. Così il sindaco di Roma Walter Veltroni Una carriera da bello, come è stato più volte ha ricordato il grande attore. «Da Blasetti scritto e come verrebbe da sintetizzare per sem- a Visconti da Germi e De Santis a Rossel- plicità e comodità. Ma gli si farebbe un torto. lini e Antonioni, Girotti è riuscito a dare Perché Massimo Girotti, nato il 18 maggio 1918 vita ad una galleria di straordinari perso- a Mogliano (Macerata) non è stato semplicemen- naggi che sono ben radicati nella memo- te un bello con l’anima, un seduttore (cinemato- ria collettiva del paese. Girotti ha dimo- grafico) a tempo pieno. La sua è una carriera strato la sua longevità artistica anche d’attore da ricordare soprattutto per la qualità con registi più vicini al nostro tempo co- delle scelte. Certo, agli inizi la bellezza aveva me Pasolini, Scola, Bertolucci, fino alle giocato la sua parte. Figlio di un farmacista, del ultime interpretazioni dirette da Benigni e quale i fratelli continueranno la professione, ter- Ozpetek». Un ottantenne «trepidante e minato il liceo si era iscritto alla facoltà di inge- scrupolosissimo», felice e «quasi incre- gneria nella Capitale. E si era dedicato allo sport, dulo» che gli fosse stata affidata da un come nuotatore nella squadra Lazio. Complicità giovane regista la parte del protagonista o casualità della vita, l’allenatore di quella squa- maschile di un film, deciso a «fare un dra, Fulvio Jacchia, lavorava anche nel cinema provino, anche se non ce ne era biso- come scenografo e lo segnalò a Cinecittà. gno»: così Gianni Romoli, produttore e sceneggiatore del film di Ozpetek. Eroi & postini Ovviamente, la prima particina che viene affida- ta all’atletico giovanotto è quella del bello in Dora Nelson di Mario Soldati. Protagonista era regista voleva. Nel 1952 è in Ai margini della 1961 lo troviamo anche in una parodia, Il giorno zione. Il sodalizio con Pasolini avrà un seguito, una delle dive incontrastate di quel tempo, Assia metropoli di Carlo Lizzani. L’anno successivo Occhi azzurri, fisico statuario, più corto di Sergio Corbucci, dove la Prima guer- l’anno successivo con Medea. Di lui e delle sue Noris. È il 1939. Nel 1941 Alessandro Blasetti lo ritrova Giuseppe De Santis che lo dirige in Un ra mondiale è sfondo e contorno per altre avven- capacità d’attore si ricorda Bernardo Bertolucci chiama sul set di La corona di ferro, più per la marito per Anna Zaccheo. Ma è nel 1954 che ture. La sua sembra diventata una carriera in per Ultimo tango a Parigi, dov’è l’amante della prestanza del fisico che per le qualità artistiche. interpreta il film che più sarà ricordato nelle se n’è andato a 84 anni penombra, dopo la stagione dei grandi autori. O moglie di Marlon Brando. Un personaggio al Girotti conquista il pubblico, nei panni dell’eroe cronache del cinema: Senso di Luchino Viscon- più semplicemente una carriera di ordinaria am- quale regala una struggente e lucida delicatezza. che combatte a fianco del re (Gino Cervi). L’an- ti. Nel quale è il patriota Roberto Ussoni. Un il «bello» del cinema italiano ministrazione, in cui c’è spazio anche per una no successivo, Roberto Rossellini lo scrittura per ruolo a tutto tondo che Girotti caratterizza con parte nell’episodio Streghe da bruciare in Le stre- Quel non so che... Un pilota ritorna, soggetto di Tito Silvio Mursi- foga recitativa. Bello, ma soprattutto bravo: ghe, film diretto a quattro mani da Mauro Bolo- Il resto fa già parte del presente. Pagine di una no, anagramma di Vittorio Mussolini, figlio del Visconti, De Santis, Antonioni: tre tappe che gnini e Vittorio De Sica. vita d’attore che tende sempre più a defilarsi duce e presidente dell’Aci, la società produttrice. sembrano avviarlo a stagioni felici. Invece, il l’hanno voluto con sé Visconti, Ma all’improvviso, la casualità o le coincidenze dalle luci della mondanità. C’è un po’ di televisio- Ma è con Ossessione di Luchino Visconti, ispira- cinema quasi un po’ si scorda di lui. Oppure lo tornano a giocare un ruolo. È il 1968 e Pier ne, non molta. Le ultime due volte, in ordine to a Il postino suona sempre due volte, che si confina nuovamente nei ruoli di bello e atletico. Paolo Pasolini gli offre la parte che dà inizio ad temporale, sono in una fiction tedesca, Der Kar- impone. E inizia un sodalizio con il cinema d’au- È una stagione di peplum quella che si affaccia Pasolini, Bertolucci e Benigni una seconda vita artistica: l’emblematico borghe- dinal, accanto a Horst Tappert. E nell’italiana tore che, pur tra molti intervalli, ne caratterizze- al’orizzonte. Nella quale Girotti riprende la col- se di Teorema. Parte difficile, «estrema», per alcu- Senso di colpa di Massimo Spano con Vittoria rà la carriera. Nel dopoguerra è con Giuseppe laborazione con Riccardo Freda, iniziata nel E poi, andatevi a rivedere ni aspetti: basti citare la scena in cui, nudo, gira Belvedere e Barbara De Rossi. Poi c’è il riappari- De Santis in Caccia tragica. Nel 1949 è un giova- 1950 con Spartaco, che darà vita, nel decennio per la stazione Centrale di Milano. Ancora una re costante al cinema in Agnese va a morire di ne magistrato arrivato in Sicilia per combattere d’oro Cinquanta/Sessanta, ad una sequenza di «Ossessione»: indimenticabile volta, Massimo Girotti vince la sua scommessa. Giuliano Montaldo, Monsieur Klein di Joseph la mafia ne In nome della legge di Pietro Germi. kolossal epici: Erode il grande, I giganti della Anche nei confronti di quel passato da «bello e Losey, L’innocente di Visconti, Passione d’amore L’occhio azzurro, lo sguardo penetrante, il fare Tessaglia, Romo e Remo, Oro per i Cesari. Nel atletico», che sembrava ormai solo una danna- di Ettore Scola. Ai quali seguono film di giovani «nobile», Massimo Girotti diventa una delle pre- autori che immancabilmente bussano alla sua senze del cinema italiano e dell’immaginario di porta in cerca di «quelnonsochè» che solo lui sa molte spettatrici. regalare ad un personaggio: così com’è a capita- Con Michelangelo Antonioni, nel 1950, c’è un to a Roberto Benigni, che l’ha voluto - in una nuovo scarto, un salto in avanti verso una di- parte piccola ma significativa - del Mostro. mensione d’attore più completa e sfaccettata. Il Fossero tutti generosi come te, Massimo Sempre e comunque film di qualità, come di film è Cronaca di un amore, nel quale recita qualità è sono state la sua vita (fuori dal set) e le accanto a Lucia Bosè, icona dell’immaginario sue scelte. Che ha sintetizzato in quella che è del pubblico maschile. La bellezza, insomma gio- Carlo Lizzani molto più di un’epigrafe: «Interessarsi alle cose, ca la sua parte, ma senza oscurare le qualità alla politica, a tutto quello che accade intorno a recitative. Tenere testa ai desideri di Antonioni, onobbi Massimo Girotti nel 1943 quando Vi- incontro come membri della giuria del David di tanti altri film importanti.
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