23 gennaio 2016 Pagina 37 La Gazzetta dello Sport

C. C. NAPOLI

Setterosa con gli artigli Il bronzo arriva in volata La rete di Bianconi a 1'22" dalla fine piega la Spagna in un match di grande intensità. Conti: «Il giusto premio a chi è abituato a lottare»

Inviato a belgrado (serbia) Riecco le tigri d' Italia: anche stavolta sono lacrime, però l' epilogo è diverso. Il Setterosa torna dalla Serbia con un bronzo che non vale il pass per Rio ma lascia ben sperare per le qualificazioni di fine marzo. «Il giusto premio per un gruppo abituato a lottare», commenta dopo il 10­9 con cui le azzurre battono la Spagna, al termine di un match straordinariamente intenso. A ventiquattr' ore di distanza dalla delusione nella semifinale con l' Ungheria, arriva lo splendido acuto. «Per la prima volta, non abbiamo preparato la partita tatticamente. Ho preferito trascorrere la vigilia con una semplice chiacchierata, ricordando alle ragazze che dal 2011 a oggi siamo usciti dalle prime quattro soltanto ai Giochi di Londra e ai Mondiali di Barcellona. Non dovevano temere quest' altra sfida da medaglia», continua il c.t. BRIVIDI La neve fuori, il fuoco dentro. Nel gelo di Belgrado, il Setterosa mostra gli artigli contro le campionesse uscenti. Va sotto di due reti all' inizio del secondo tempo (2­4), ma trova la forza di reagire in uno scintillante terzo quarto. È a suonare la carica(meraviglioso l' assist a per il 6­5), mentre tra i pali si esalta, ma è di il pesantissimo gol che ci manda all' ultimo intervallo sull' 8­7 (servizio di ), a 1" dallo scadere. firma il primo doppio vantaggio al 26' con l' uomo in più, poi Beatriz Ortiz e Maria Pena approfittano di due svarioni per riequilibrare il match in appena 20" (9­9). Il gol della vittoria è firmato da Bianconi, a 1'22" dal termine, in superiorità numerica. LA GIOIA «Un aggettivo per questa squadra? Cattiva», sussurra Di Mario. «Ecco il vero Setterosa», garantisce la ritrovata Cotti. «Ho fatto tre falli gravi in 13' e ho sofferto da matti in panchina. Non potrei mai fare l' allenatrice», libera la tensione . «Abbiamo giocato divertendoci», sottolinea . Ai microfoni della Rai con Dario Di Gennaro, poi, è uno show: le azzurre, assieme al figlioletto di Conti (Alexander), intonano una canzone neomelodica scherzando con l' assistente Paolo Zizza, napoletano verace. Italia e Spagna si erano affrontate pure in chiusura del girone preliminare (9­8). Anche nel 2014, a , le azzurre disputarono la finale di consolazione, vinta 10­9 dall' Ungheria. IL FUTURO Adesso l' attenzione si sposta sul preolimpico in programma a Gouda, nell' Olanda meridionale, dal 21

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al 28 marzo. Ieri, scaduti i termini per eventuali rinunce, la Fina ha potuto ufficializzare le 12 squadre: Olanda, Italia, Spagna, Grecia, Russia, Francia, Stati Uniti, Canada, Cuba, Nuova Zelanda, Sudafrica e Giappone. Le prime quattro andranno a Rio, non ci saranno altre opportunità. In Brasile parteciperanno otto formazioni, numero che potrebbe salire a Tokyo 2020 se passasse una delle modifiche al vaglio della Fina: liste da 11 giocatori (e giocatrici) anziché 13. Dice capitan Di Mario: «L' aumento delle Nazionali donne, ai Giochi, sarebbe evidentemente auspicabile. Però dovrebbero andarci realmente le migliori. Quando invece prevale il criterio della distribuzione tra i continenti, i valori sono inevitabilmente alterati». Come si fa a darle torto?

Franco Carrella

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