PIANO REGOLATORE GENERALE DEL COMUNE DI MILO RELAZIONE GENERALE

N.B. Nella presente relazione sono usati due diversi caratteri di stampa, per differenziare le parti di testo elaborate dal prof. ing. A. Salemi, dal dott. ing. A. Giusto e dal dott. ing. G. Mauro, da quelle elaborate dal dott. ing. M. Erbicella.

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RELAZIONE DELL’ATTIVITA’ DI COMPLETAMENTO ED INTEGRAZIONE DEGLI ELABOTATI DEL P.R.G. SECONDO LE DISPOSIZIONI RICHIESTE DALL’UFFICIO DEL GENIO CIVILE DI CATANIA (NOTA PROT. N.45277 DEL 28.12.2006)

0.0 PREMESSE.

Con deliberazione n.62 del 27.09.90 il Consiglio Comunale di Milo conferì incarico per la revisione del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo, approvato con D.A. n.85 del 24.06.85, ad una terna di professionisti composta dal prof. ing. Angelo Salemi (capogruppo), il dott. ing. Adele Giusto e il dott. ing. Giuseppe Mauro. Solo cinque anni dopo, con delibera n.23 del 29.03.95, vennero approvate dal Consiglio Comunale le direttive generali per l’anzidetta attività pianificatoria di revisione del P.R.G. di Milo. Con nota assunta al protocollo generale del Comune di Milo al n.6030 del 23.12.95, i Professionisti incaricati trasmisero lo “schema di massima” per la revisione del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo, affinché il Consiglio Comunale potesse determinarsi. Attesa l’incompatibilità dichiarata dalla maggioranza dei Consiglieri eletti nel Civico consesso, l’Assessorato Regionale al Territorio ed all’Ambiente con apposito decreto nominò, in sostituzione del Consiglio Comunale, un Commissario ad acta per l’assunzione delle determinazioni sullo schema di massima redatto dai suindicati Professionisti. Con delibera n.01 del 29.08.97, assunta dal Commissario ad acta, lo “schema di massima” per la revisione del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo venne approvato con prescrizioni. Con nota assunta al protocollo generale del Comune di Milo al n.3477 del 31.05.04, i Professionisti incaricati trasmisero gli elaborati progettuali loro commessi relativi alla revisione del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo. Successivamente venne avviata dall’Amministrazione la fase istruttoria propedeutica all’adozione della revisione del P.R.G. finalizzata all’acquisizione dei pareri necessari e preliminari all’adozione dello strumento urbanistico de quo. In particolare, in relazione all’acquisizione del parere ex art.13 della L.N. 64/74, il preposto Ufficio del Genio Civile richiese, nella fase istruttoria di competenza, delle integrazioni agli elaborati progettuali costituenti la revisione del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo, formalizzate, in ultimo, con la nota prot.45277 del 28.12.06.

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Successivamente alla presentazione, da parte dei professionisti incaricati, degli elaborati relativi alla revisione del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo, l’Amministrazione si dotò di un nuovo studio geologico integrativo, redatto dal dott. geologo Giuseppe Consoli (cfr. Delibera di G.M. n.121 del 10.08.06), laddove, invee, il progetto di revisione del P.R.G. del territorio di Milo era stato predisposto sulla base delle risultanze di un precedente studio geologico a firma del dott. geologo Venerando Tomarchio (cfr. Delibera di G.M. n.37 del 05.02.91), nel frattempo deceduto. In relazione a tale nuovo studio geologico necessitava, sostanzialmente, una ridefinizione del regime vincolistico del territorio, siccome evidenziato dall’Ufficio del Genio Civile di Catania con la citata nota prot.45277 del 28.12.06. Da ciò scaturì una nuova fase interlocutoria con i professionisti incaricati, cui fecero seguito, in data 29.11.07, le dimissioni dal gruppo di progettazione da parte del dott. ing. Adele Giusto e, in data 12.06.08, quelle del capogruppo prof. ing. Angelo Salemi. Con deliberazione n.134 del 28.07.08, la Giunta Municipale, alla luce della nuova situazione determinatasi, prese atto degli accadimenti anzi rassegnati e formalizzò la risoluzione del rapporto professionale con il gruppo di progettisti, cui al tempo era stata commessa l’attività di revisione del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo. Con atto deliberativo n.23 del 31.07.08 il Consiglio Comunale di Milo prese atto di tale determinazione assunta dall’Organo Esecutivo. Infine, con atto deliberativo n.167 del 09.10.08 la Giunta Municipale ha conferito allo scrivente dott. ing. Maurizio Erbicella l’incarico relativo al completamento ed all’integrazione degli elaborati del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo secondo le disposizioni richieste dall’ufficio del Genio Civile di Catania (nota prot. n.45277 del 28.12.06) per la definizione dell’iter di formazione dello strumento urbanistico generale. Dal che si sono redatte le presenti elaborazioni progettuali costituenti aggiornamento, completamento ed integrazione degli elaborati del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo già trasmessi all’Ufficio del Genio Civile e, da parte di quest’ultimo, oggetto d’interlocuzione con la citata nota.

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0.1 CARTOGRAFIA ED ELABORATI GRAFICI.

Per il completamento e l’integrazione degli elaborati del P.R.G. del Comune di Milo sono state aggiornate le basi cartografiche utilizzando in particolare: - C.T.R. sezione n.625010, scala 1:10.000, prodotta dall’A.R.T.A. Sicilia nell’anno 2004, utilizzata per le tavole n.2 e n.6;

- Carta numerica regionale, mosaicatura fogli n.6250607, n.6250612, n.6250613, scala 1:2.000, prodotta dall’A.R.T.A. Sicilia nell’anno 2005, utilizzata per le tavole n.3, n.7 e n.9;

- Aerofotogrammetria numerica della Provincia Regionale di Catania, prodotta nell’anno 2001, in scala 1:2.000 e 1:5.000, rielaborata dai professionisti incaricati della prima stesura del P.R.G. (Prof. Ing. Angelo Salemi, Dott. Ing. Adele Giusto, Dott. Ing. Giuseppe Mauro), utilizzata per le tavole n.4a, n.4b, n.5, n.8a e n.8b;

Gli elaborati grafici del P.R.G., a seguito dell’attività di completamento ed integrazione svolta dal dott. ing. Maurizio Erbicella, sono stati, altresì, oggetto di rielaborazione nell’editing e risultano così composti: TAV. 1 – INQUADRAMENTO TERRITORIALE REGIONALE scala 1:350.000 TAV. 2 – STATO DI FATTO DEL TERRITORIO scala 1:10.000 TAV. 3 – STATO DI FATTO DEL TERRITORIO scala 1:2.000 TAV. 4A – ANALISI DEL TERRITORIO scala 1:2.000 (Unità edilizie pubbliche ed emergenze architettoniche Milo Nord - Fornazzo - Praino) TAV. 4B – ANALISI DEL TERRITORIO scala 1:2.000 (Unità edilizie pubbliche ed emergenze architettoniche Milo Centro e Caselle) TAV. 5 – IL REGIME VINCOLISTICO scala 1:5.000 TAV. 6 – IL PROGETTO DI PIANO scala 1:10.000 TAV. 7 – IL PROGETTO DI PIANO scala 1:2.000 TAV. 8A – IL PROGETTO DI PIANO - ZONIZZAZIONE scala 1:2.000 (Milo Nord – Fornazzo - Praino) TAV. 8B – IL PROGETTO DI PIANO - ZONIZZAZIONE scala 1:2.000 (Milo Centro e Caselle) TAV. 9- IL PROGETTO DI PIANO SU BASE CATASTALE scala 1:2.000

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0.2 BREVE SINTESI ILLUSTRATIVA DELL’ATTIVITÀ DI COMPLETAMENTO, AGGIORNAMENTO ED INTEGRAZIONE DEL P.R.G. DI MILO.

Nell’attività di completamento, aggiornamento ed integrazione degli elaborati del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo secondo le disposizioni richieste dall’Ufficio del Genio Civile di Catania (nota prot. n.45277 del 28.12.06) per la definizione dell’iter di formazione dello strumento urbanistico generale, si è tenuto conto delle relazioni territoriali contermini all’ambito comunale milese secondo il seguente ideogramma che mostra sinteticamente i rapporti (territoriali, sociali, economici e ambientali) intrattenuti d Milo con il territorio circostante.

Il Comune di Milo si incunea tra i territori comunali di e Sant’Alfio, sul versante orientale del cono vulcanico dell’Etna, connotando fortemente il suo territorio. Si rileva, altresì, che una considerevole porzione di territorio comunale, pur non arrivando alla sommità del cratere centrale, ricade all’interno del Parco Regionale dell’Etna. A valle Milo confina con il Comune di , con il quale, costituendo il principale centro di riferimento dell’area, possiede i maggiori scambi al pari di quelli con il capoluogo provinciale. Nell’ideogramma sono presi in considerazione i comuni viciniori (, e ) sia per la vicinanza sia per i rapporti storici ed economici che Milo ha consolidato con questi, soprattutto con i comuni costieri.

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0.3 DISPOSIZIONI DELL’UFFICIO DEL GENIO CIVILE DI CATANIA (nota prot. n.45277 DEL 28.12.06).

In riferimento alla nota del Genio Civile di Catania, prot. n.45277 del 28.12.06, indirizzata al Sindaco del Comune di Milo e riguardante “incongruenze” fra la “Carta della pericolosità geologica” e gli altri elaborati del Piano Regolatore Generale, nell’attività svolta si sono presi in considerazione tutti i rilievi mossi dall’Ufficio del Genio Civile di Catania, apportando agli elaborati del P.R.G. le correzioni richieste ed operando le integrazioni conseguenti. In particolare, per quanto riguarda le prime tre osservazioni, a seguito della ridefinizione delle ‘Carte della pericolosità geologica’ (cfr. tav. Gi05a, Gi05b, Gi06 del nuovo studio geologico) redatte e ridefinite dal geologo incaricato dall’Amministrazione comunale, sono stati rielaborati ex novo, mantenendone i contenuti di merito, ove compatibili, tutti gli elaborati grafici progettuali del P.R.G. L’attività de quo ha comportato la definizione e classificazione di tre livelli di aree (riportate negli elaborati con differente rappresentazione grafica, sia per colore che per campitura) con pregiudizio differente per l’edificazione “ad utilizzo negativo”, e con tre livelli di caratterizzazione (geolitologica, geomorfologica, strutturale), secondo l’enucleazione che di seguito si riporta: 1. Aree a caratterizzazione (geolitologica e/o geomorfologica) condizionante l’edificazione. In tali aree sono prescritti approfondimenti geognostici e d’interazione suolo – strutture nel rispetto del D.M. 11.03.98, estesi al lotto di intervento.

2. Aree di contatto a differente caratterizzazione (geolitologica e/o geomorfologica) sconsigliate per l’edificazione. In questo caso sono prescritti approfondimenti geognostici e d’interazione suolo – strutture nel rispetto del D.M. 11.03.98, estesi anche alle aree contermini al lotto d’intervento, con preliminari opere di messa in sicurezza dell’area vasta, approvati dai competenti uffici.

3. Aree a caratterizzazione (geomorfologica e/o strutturale) pregiudizievole per l’edificazione, in questi casi è vietata l’edificazione.

Per gli ultimi due punti, ovvero la definizione delle previsioni di piano relative alle: a) “aree di confluenza su strade” delle acque torrentizie,

b) integrazione dell’art 16 “Zone di rispetto”,

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si rimanda alle integrazioni operate sulle “Norme tecniche di attuazione”, al “Titolo II - Destinazioni d’uso e norme tecniche delle zone omogenee del P.R.G.”, le quali norme, alla luce delle osservazioni avanzate dal Genio Civile, risultano, quindi, opportunamente adeguate. Nello specifico, per quanto riguarda il punto a), è stato integrato l’art.18 del Titolo II, mentre per quanto attiene il punto b), afferente alla fasce di rispetto delle faglie, è stato opportunamente integrato l’art.16. Dall’attività anzi descritta di completamento ed integrazione degli elaborati del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo secondo le disposizioni richieste dall’ufficio del Genio Civile di Catania con nota prot. n.45277 del 28.12.06, scaturisce conseguentemente, sotto il profilo delle destinazioni urbanistiche ed in relazione alla precedente stesura del P.R.G. (redatta dall’equipe di progettazione composta da il prof. ing. Angelo Salemi (capogruppo), il dott. ing. Adele Giusto e il dott. ing. Giuseppe Mauro e già trasmessa al preposto Ufficio del Genio Civile per l’acquisizione del parere ex art.13 della L.N. 64/74), che parti del patrimonio edilizio esistente, perimetrate all’interno di zone territoriali omogenee “A” e “B”, vengono a ricadere entro aree le quali, in base agli intervenuti approfondimenti geologici ed alla conseguente rielaborazione della “carta delle pericolosità”, sono pregiudizievoli per l’edificazione. Infatti, per tali aree, nella relazione geologica così si legge: “Nell’area in esame, i fenomeni naturali che determinerebbero più elevata pericolosità geologica sono da considerare quelle zone in cui gli elementi geomorgologici e geostrutturali sono tali da condizionare negativamente l’utilizzo1.” Negli elaborati grafici sono stati, pertanto, evidenziati con apposita campitura le parti del patrimonio edilizio esistente interessate da tali fenomeni; in dettaglio esse sono: − Località Praino, zona B all’inizio del centro abitato, via Mazzini;

− Milo Nord, edifici in zona B ubicati in via Bellini;

− Milo, edifici in zona B all’inizio di via Bellini, nei pressi del bivio con via Belvedere;

− Milo, edifici in zona B in via Mazzini, nei pressi dell’incrocio con via Viola;

− Milo, edifici in zona B, lottizzazione tra viale della Regione e Corso Italia;

− Milo, edifici in zona B ubicati in via del Bosco,all’ingresso del centro urbano principale, SP 59;

− Località Caselle, zona A tra la vie D’Annunzio e Marconi;

1 Dr. Geol. G. Consoli, Relazione Geologica, dello studio geologico a supporto del Piano Regolatore Generale del comune di Milo,pag. 40 Studio di Geologia Applicata, Trecastagni (Ct), 2006.

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− Località caselle, edifici in zona B ubicati nelle vie Spoto e Marconi.

In tali condizioni, per le aree ancora inedificate è vietata ogni nuova costruzione. Solo per gli edifici esistenti è prescritto, in occasione degli interventi sul patrimonio edilizio esistente senza possibilità di incrementi volumetrici, ove non adeguati alla normativa antisismica attualmente vigente, un consolidamento delle strutture, attraverso un attento e puntuale studio geo-lito-tecnico preliminare, secondo le prescrizioni del D.M. 11.03.88 , recante “Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione” e la Circolare Ministero dei Lavori Pubblici n.30483 del 24.09.88. Analogamente a quanto anzi rassegnato per il patrimonio edilizio esistente, laddove, nell’attività di rielaborazione svolta dallo scrivente, è stato riscontrato che aree classificate edificabili, ovvero zone territoriali omogenee “C” nella precedente elaborazione del P.R.G., risultavano, a seguito degli intervenuti approfondimenti geologici ed alla conseguente rielaborazione della “carta delle pericolosità”, pregiudizievoli o, comunque, sconsigliate per l’edificazione, si è proceduto a limitarne l’estensione alle sole porzioni non interessate da tali problematiche geologiche (zone lungo le vie Mazzini, Martiri d’Ungheria a Praino, viale della Regione nei pressi di Caselle), o, addirittura, a stralciarle completamente, nei casi in cui risultavano pressoché totalmente interessate da tali fenomeni pregiudizievoli l’edificazione (zone lungo la via Viola). Similmente a quanto riportato per le z.t.o. “C”, a seguito dell’aggiornamento dello Studio Geologico, sono state ridotte, per le medesime motivazioni, le aree da destinare ad attrezzature per Agriturismo, localizzate a Praino, in prossimità della via Martiri d'Ungheria. La stessa operazione di verifica ha riguardato anche le aree destinate a servizi (ex D.M. 1444/68), ridimensionate e limitate alle sole parti non interessate da significativi pregiudizi geologici (aree destinate a parcheggio di progetto in via Marconi e via Spoto a Caselle, e lungo la via Mazzini), mentre l’area destinata ad attrezzature collettive di progetto (lungo via Marconi a Caselle) è stata, per analoghe motivazioni, completamente stralciata. In riferimento alle superfici destinate, nella precedente stesura del P.R.G., a servizi, sono state, altresì, stralciate due aree destinate a parcheggi di progetto, ubicate rispettivamente in via D’Annunzio a Caselle e in via Mongibello di fronte il campo sportivo, per la loro localizzazione all’interno della fascia di rispetto a tutela della vegetazione boschiva ed in riferimento allo standard del servizio.

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0.4 NOTE SULLA DEMOGRAFIA E SUGLI STANDARD.

La revisione ed il completamento del P.R.G., a seguito dell’aggiornamento dello studio geologico, ha implicato anche una revisione ed un aggiornamento del dimensionamento del piano e della verifica degli standards urbanistici (ex D.M. 1444/68), che, comunque, si discosta di poco da quella precedentemente stimata. Nel caso del Comune di Milo, il cui dimensionamento di Piano non supera i 3.000 abitanti, è applicabile l’art.4 del D.I. 1444/98 che così recita: “Nei Comuni per i quali la popolazione prevista dagli strumenti urbanistici non superi i 10 mila abitanti, la predetta quantità minima di spazio è fissata in mq 12 dei quali mq 4 riservati alle attrezzature scolastiche di cui alla lettera a) dell’art.3.” Considerando le particolarità e le singolarità orografiche, naturali e ambientali presenti nell’area su cui ricade il territorio comunale milese, appare opportuno elevare da mq 12 a mq 18 la dotazione minima di standards ex D.I. 1444 del 02.04.68 art.4, Circolare A.R.T.A. Sicilia 03.02.76 n.2 prot. n.1268.

In particolare, il precedente studio ha valutato il dimensionamento, per edificabilità e servizi, dello strumento urbanistico per una popolazione totale di 2668 abitanti, contro i 2635 della presente elaborazione. Questa differenza è attribuibile alla modesta diminuzione delle aree edificabili a seguito dell’aggiornamento dello studio geologico. Nonostante la perdita di aree destinate a servizi, la verifica degli standards urbanistici resta ampiamente soddisfatta, sia per il fabbisogno relativo agli abitanti insediati che per quelli insediabili.

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0.5 CONSIDERAZIONI SUL IL SISTEMA VIARIO PRINCIPALE DEL COMUNE DI MILO.

La strada provinciale n.59 è l’asse viario di preferenza per i collegamenti con la città capoluogo e gli altri comuni pedemontani, a valle del comune e nel versante nord dell’Etna, costituendo la principale infrastruttura di accesso e di attraversamento comunale. Questo asse viario è diventato nel tempo l’elemento strutturante dell’insediamento, determinando per gran parte del suo percorso un edilizia nastriforme. Soprattutto in occasione delle festività e in alcuni periodi dell’anno, tale SP 59 è insufficiente ad accogliere il flusso veicolare dei turisti provenienti dalla fascia pedemontana e costiera, generando fenomeni di saturazione viaria e di congestione del piccolo centro. Il P.R.G. previgente, adottato con determinazioni del Commissario ad Acta n.3 del 02.03.83 e n.21 del 04.06.84, seguendo le indicazioni del Piano Etneo di Coordinamento, redatto in illo tempore, prevedeva, in sede di progetto di piano, l’inserimento di una grande strada di collegamento a monte dell’abitato, allo scopo di svincolate il centro abitato di Milo dal traffico pesante e veloce. Il Decreto n.264/85 dell’Assessore Regionale del Territorio e dell’Ambiente di approvazione del P.R.G. del Comune di Milo, a tutt’oggi vigente, seppur in regime di scadenza dei vincoli, al punto 2.8 così recita: “La realizzazione della strada a scorrimento veloce, così come progettata, appare di difficile realizzazione, pertanto il tracciato deve intendersi indicativo potendo subire modifiche in sede di progettazione esecutiva”2. Da ciò si evince che, pur con le dovute modifiche in sede di progettazione esecutiva, sia il C.R.U (Consiglio Regionale dell’Urbanistica) con voto n.173 del 06.12.83 che l’Assessorato al Territorio ritenennero valida la previsione di una strada bypassante il nucleo abitato di Milo e di conseguenza la SP 59. Successivamente, nel 1995 venivano approvate le direttive generali per il nuovo P.R.G. di Milo3, con le quali si indicavano i principali obiettivi che i progettisti dovevano raggiungere in fase di redazione del nuovo Piano. Per quanto riguarda la viabilità, anche in questo caso, venne ribadita la necessità della previsione di un sistema viario alternativo a quello esistente, ma con un tracciato differente rispetto alla proposta del P.R.G. approvato con Decreto A.R.T.A. n.264/85. Nello specifico è stata proposta la realizzazione: a) di un collegamento perpendicolare a via Madonna delle Grazie e via Viola e via Mazzini;

2 D.A. n.264/86 Assessore del Territorio e dell’Ambiente, Regione Sicilia, punto 2.8, pag 4. 3 Delibera consiliare n.23 del 29.03.95, riscontrata dal CO.RE.CO di Catania nella seduta del 13.04.95, decisione n.013396.

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b) di un collegamento tra via Bellini, al bivio con via Belvedere, e la via Urnazza, con riallaccio in via Bellini, in prossimità del campo sportivo; c) di un collegamento fra la parte iniziale di via Mongibello e la via Sciara Praino; d) del prolungamento di via Risorgimento, località Fornazzo, per facilitare l’accesso alla sede del centro visite del Parco dell’Etna; e) di un collegamento tra viale della Regione e corso Italia.

Tali proposte sono state recepite nello schema di massima del P.R.G., approvato con delibera n.01 del 29.08.97 dal Commissario ad Acta, in sostituzione del Consiglio Comunale e, successivamente, introdotte nella proposta di P.R.G. redatta dai professionisti precedentemente incaricati. Oggi, a seguito degli aggiornamenti intervenuti sul regime vincolistico derivante dagli studi di settore, come evincibile dagli elaborati grafici aggiornati (tavola n.5 e tavole nn.8a e 8b), parte delle previsioni afferenti a tale nuova viabilità ricadono all’interno delle fasce di rispetto del bosco o in aree pregiudizievoli per l’edificazione. In particolare, si evidenzia che: a) parti dei tracciati, anzi elencati, attraversano aree che per le caratteristiche geo-morfologiche sono pregiudizievoli per l’edificazione; b) l’intero tracciato del prolungamento di via Risorgimento, località Fornazzo, per facilitare l’accesso alla sede del centro visite del Parco dell’Etna, ricade entro la fascia di rispetto del bosco; c) una porzione del tracciato del collegamento fra la parte iniziale di via Mongibello e la via Sciara Praino ricade in fascia di rispetto del bosco, esattamente a partire dall’innesto con via Mongibello; d) il tratto finale del collegamento tra via Bellini, al bivio con via Belvedere, e la via Urnazza con riallaccio in via Bellini, in prossimità del campo sportivo, ricade anch’esso entro la fascia di rispetto del bosco.

Nonostante quanto sopra esposto l’Amministrazione Comunale ritiene di confermare la nuova viabilità di progetto, anche per quelle porzioni di tracciato ricadenti entro aree vincolate, per le quali, pertanto, ove occorrente, ravvisa la necessità della deroga, ai sensi delle vigenti normative. Nello specifico, per:

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1. i segmenti di strada ricadenti in aree pregiudizievole per l’edificazione, principalmente alvei torrentizi e incisioni, trattandosi di opere di pubblica utilità, è applicabile, come menzionato nella relazione geologica, il D.M. 11.03.88 , recante “Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione” e la Circolare Ministero dei Lavori Pubblici n.30483 del 24.09.88.

2. le porzioni di tracciato stradale all’interno delle fasce di rispetto dei boschi, trattandosi di opere di pubblica utilità e di connessione, è applicabile l’art. 10 comma 84, Legge Regionale n.16 del 06.04.96, sul “Riordino della legislazione in materia forestale e di tutela della vegetazione”.

4 “…E’ altresì consentita la realizzazione di infrastrutture connesse all’attraversamento di reti di servizio di interesse pubblico e strutture connesse alle stesse” ex L.R. n.16, art.10 comma 8, del 16.04.96.

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0.6 CONSIDERAZIONI A MARGINE SULLA PROPOSTA DI P.R.G. DEL COMUNE DI MILO.

L'acquisizione di aree per realizzare attrezzature pubbliche e nuove infrastrutture e per tutelare ambiti di rilevanza ambientale e paesaggistica rappresenta uno degli obiettivi perseguiti dall'Amministrazione Comunale nella formazione del nuovo Piano Regolatore Generale. Nella progettazione urbanistica, fino ad anni recenti, era molto diffusa la prassi di reiterare i vincoli espropriativi in scadenza, soprattutto perché i Comuni quasi sempre non disponevano, e non dispongono neanche oggi, dei mezzi finanziari per poter realizzare le opere pubbliche previste. La presente proposta di P.R.G., sin dalla sua impostazione originaria, si fonda su tali presupposti. I più recenti pronunciamenti della Corte Costituzionale (dalla sentenza del 20 maggio 1999, n.179) rivestono importanza essenziale nella rielaborazione dei P.R.G., relativamente ai vincoli espropriativi e alla loro reiterazione, infatti, secondo la Corte, i vincoli espropriativi o di inedificabilità debbono essere delimitati nel tempo dalla legge statale o regionale, in modo non irragionevole e non arbitrario e, una volta delimitati, non debbono superare quel limite temporale, che diventa il limite di sopportabilità del vincolo da parte del titolare del bene. La Corte Costituzionale ha stabilito, pertanto, che la reiterazione dei vincoli urbanistici preordinati all’espropriazione è indennizzabile: l’obbligo specifico di indennizzo deve sorgere una volta superato il primo periodo di ordinaria durata temporanea del vincolo, quale determinata dal legislatore entro limiti non irragionevoli, riconducibili alla normale sopportabilità del peso gravante in modo particolare sul singolo proprietario. In sostanza, la Corte non ha stabilito come debba essere determinata la misura dell’indennizzo, ma ha soltanto accennato all’esigenza della sua commisurazione al sacrificio subito, consistente nella diminuzione del valore di mercato del bene; rispetto alla destinazione giuridica precedente lo strumento urbanistico generale o la variante che ha imposto il vincolo. Per il resto, la Corte ha demandato al legislatore di esercitare le scelte tra misure risarcitorie, indennitarie e, in taluni casi, tra misure alternative riparatorie anche in forma specifica, mediante offerta ed assegnazione di altre aree, idonee alle esigenze del soggetto che ha diritto ad un ristoro, ovvero mediante altri sistemi compensativi che penalizzano i soggetti interessati dalle scelte urbanistiche incidenti su beni determinati. Il testo unico sulle espropriazioni (di cui al D.P.R. 8 giugno 2001, n.327 e successive modificazioni: “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamenti in materia di espropriazione per pubblica utilità”) disciplina negli articoli da 8 a 12 i vincoli urbanistici preordinati all’esproprio in modo

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sistematico, fissando di regola una quinquennale entro la quale deve intervenire la dichiarazione di pubblica utilità, la L.R. n.7/02, all’art.36 ha recepito tale norma in Sicilia. Se entro il periodo indicato non interviene la dichiarazione di pubblica utilità, si ha la decadenza automatica del vincolo preordinato all’esproprio, e sul bene sono consentiti gli interventi in conformità alle prescrizioni di cui al D.P.R. 6 giugno 2001, n.380, e successive modificazioni: ”Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia”, con il conseguente obbligo per il Comune della nuova pianificazione e, qualora ciò non avvenga, con la possibilità per il proprietario dell’area interessata di promuovere gli interventi sostitutivi della Regione o dell’ente locale al quale sia stata conferita la funzione. Ora, il testo unico sull’espropriazione, all’art.9, comma 4, precisa che il vincolo preordinato all’esproprio, dopo la sua decadenza, può essere motivatamente reiterato, con la rinnovazione dei procedimenti di approvazione del piano urbanistico generale, ovvero di una variante, e tenendo conto delle esigenze di soddisfacimento degli standard urbanistici. L’art.39 del testo unico sull’espropriazione prevede, “in attesa di un’organica risistemazione della materia”, la corresponsione al proprietario di un’indennità, commisurata all’entità del danno effettivamente prodotto. L’adunanza generale del Consiglio di Stato, nell’esprimere il proprio parere su quello che sarebbe divenuto l’art.39 del testo unico sull’espropriazione, aveva osservato che, commisurando l’indennità all’entità del danno effettivamente prodotto e considerando che fino all’espropriazione l’area continua ad essere utilizzata dal proprietario, si addossava a quest’ultimo l’onere di dimostrare il danno effettivamente subito a causa della reiterazione del vincolo. Il comma 2 dell’art.39 in esame dispone che, in mancanza di previsione della corresponsione dell’indennità negli atti di imposizione del vincolo preordinato all’esproprio, l’autorità che ha disposto la reiterazione del vincolo è tenuta a liquidare l’indennità, entro il termine di due mesi dalla data in cui abbia ricevuto la documentata domanda di pagamento, ed a corrisponderla entro i successivi trenta giorni, decorsi i quali sono dovuti anche gli interessi legali. Al riguardo, l’adunanza generale (nel citato parere) aveva sottolineato che la disposizione evita la pronuncia di annullamento del provvedimento di reiterazione del vincolo in caso di mancata previsione dell’indennizzo. Infatti, come già segnalato in precedenza dall’adunanza plenaria del Consiglio di Stato (sentenza 22 dicembre 1999 n.24), la mancata previsione dell’indennizzo comporta l’annullamento degli atti che hanno reiterato il vincolo non integralmente o nella parte in cui hanno inciso sul bene, ma

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soltanto nella parte in cui l’indennizzo non sia stato previsto. Ciò perché l’indennizzo è dovuto direttamente per legge. L’attuale proposta di Piano Regolatore Generale di Milo, coerentemente con i dettami dell’urbanistica tradizionale, si fonda, “ab origine” sulla “politica dei vincoli” preordinati all’esproprio, capillarmente distribuiti sul territorio anche su aree estese, in totale affrancamento dai costi generali del progetto urbano. Pertanto, dopo anni di tale indirizzo dottrinale, ed in assenza di un’adeguata norma sul regime dei suoli, le previsioni urbanistiche discendenti dalla “politica dei vincoli” si prestano a creare le condizioni di significativa previsione economica volte a fronteggiare la situazione che potrebbe determinarsi, stante la presenza di un regime vincolistico esteso e che individua diffuse ed economicamente significative espropriabilità per destinazioni collettive, per colmare deficit urbanistici consolidati anche a causa delle limitate risorse finanziarie pubbliche fin oggi disponibili. L’applicazione diffusa della “politica dei vincoli” appare, quindi, come l’utilizzazione di uno strumento giuridico coercitivo che trova la sua giustificazione soltanto di fronte ad effettive esigenze di realizzazione pubblica e di attendibilità finanziaria delle correlative previsioni attuative. Nella situazione urbanistica del Comune di Milo, dove le tematiche ambientali devono aprirsi a “contenuti di razionalità”, senza i quali la valutazione del piano da parte del Consiglio Comunale non può affatto muoversi in ambiti di obiettività, e quindi di verificabilità, a parere dello scrivente, deve ritenersi auspicabile la costruzione di un “quadro di certezze” sul quale fondare la necessaria collaborazione fra soggetti pubblici e soggetti privati. Per ottenere nel territorio di Milo la massima riqualificazione del territorio ed un’effettiva realizzazione delle ampie previsioni pubbliche, deve perseguirsi, senza riserve, una redistribuzione dei vantaggi edificatori ed insieme dei carichi conseguenti, con criteri che devono considerarsi correlati ad un regime immobiliare perequativo. Nel mutato scenario del sistema vincolistico, che ha la sua ultima espressione legislativa nel più recente “testo unico sull’espropriazione”, sarebbe auspicabile, a parere di chi scrive, abbandonare il criterio dell’esproprio generalizzato per adottare quello delle regole generalizzate. Occorrerebbe, quindi, che il piano comunale definisca potenzialità edificatorie uguali su tutte le aree di trasformazione che si trovano nella stessa condizione urbanistico-giuridica, e chiedesse in cambio alle proprietà – operanti solidamente, perché vincolate in comparti obbligatori – la stessa quota di aree, di opere realizzate e di contributi finanziari. In questo modo il piano urbanistico si adeguerebbe alla mutata

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concezione del ruolo dello Stato: non più lo Stato operatore, che attraverso il Comune procede all’urbanizzazione delle aree, poi cedute agli utilizzatori privati, ma lo Stato regolatore, che attraverso il Comune fissa le regole perequate per la trasformazione delle aree, sulle quali interverranno operatori e utilizzatori privati. La possibilità di correlare una definita metodologia perequativa - idonea a risolvere due questioni la fattibilità e l’equità del piano urbanistico - all’attuazione del P.R.G,, previa univoca definizione delle regole di perequazione da applicare nelle zone della trasformazione urbana, proposte per comparti e tali da assegnare l’onere dell’attuazione e della realizzazione di gran parte delle attrezzature ad operatori privati, potrebbe ridurre, nella fattispecie milese, di molto il ricorso agli espropri per l’attuazione del P.R.G., che resterà comunque inevitabile, in particolari circostanze, per realizzare singole specifiche opere pubbliche. Risulterebbe ipotizzabile, pertanto, l’applicazione di un criterio perequativo quale momento fondante del principio dell’eguaglianza tra i cittadini quanto come strumento concreto di attuazione delle previsioni del Piano e di formazione delle relative strategie economico-finanziarie, secondo lo schema che di seguito si riporta.

Le 3 dimensioni della perequazione

SOSTENIBILITÀ SOCIALE EQUITÀ (PARITÀ DI TRATTAMENTO)

SOSTENIBILITÀ CAPACITÀ DI CARICO URBANISTICO AMBIENTALE AMBIENTALE

SOSTENIBILITÀ FUNZIONAMENTO EFFICIENTE ISTITUZIONALE DELL’AMMINISTRAZIONE

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RELAZIONE PRELIMINARE

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1.0 - RELAZIONE PRELIMINARE

A più di mezzo secolo della legge urbanistica n° 1150 del 17/08/1942, occorre chiedersi a cosa serve il P.R.G. Esso definisce e contiene le scelte politiche urbane capaci di determinare lo sviluppo civile, economico e sociale delle città, oppure, come descrive l’art. 5 della sopracitata legge deve indicare essenzialmente “..1) la rete delle principali di comunicazione stradali e dei relativi impianti; 2) la divisione in zone del territorio, con la precisazione delle zone destinate all’espansione dell’aggregato urbano e la determinazione dei vincoli e dei caratteri da osservare in ciascuna zona; 3) le aree destinate a formare spazi di uso pubblico e sottoposte a speciali servitù; 4) le aree da riservare a edifici pubblici o di uso pubblico nonché ad opere e impianti di interesse collettivo o sociale; 5) i vincoli da osservare nelle zone di carattere storico, ambientale, paesistico; 6) le norme di attuazione del piano..” ? Nel 2004, in epoca di globalizzazione delle economie e dei mercati, pensare al P.R.G. in assenza di piani territoriali generali di coordinamento, di piani di sviluppo settoriali ed integrati è possibile pensare al P.R.G. come ad un progetto globale chiuso e definito, capace di decidere oggi, tutto il futuro delle attività delle città per i prossimi decenni? L’avere caricato la stesura e/o la rielaborazione di un P.R.G. di troppi pesi e significati non è forse una tra le più importanti ragioni che hanno determinato, anche per la città di Milo, iter formativi lunghi, gravati da ritardi e responsabilità? Questi interrogativi, in uno con la estrema complessità ambientale e paesaggistica derivante sia dallo strenuo e continuo lavoro dell’uomo che ha realizzato i suoi artefatti subendo (e godendo) dell’incombente presenza del vulcano, sia dalla struggente bellezza generata dall’estrema varietà naturale dell’areale, tenendo presente la storia ed i fatti che hanno generato l’insediamento (o meglio ancora i diversi insediamenti) urbano di Milo, ci hanno portato, con molta umiltà, a tentare di dare forma e contenuto alle aspirazioni dell’Amministrazione comunale democraticamente eletta a rappresentare gli interessi della città, che si è manifestata con l’emanazione delle Direttive di Piano. Seguendo le direttive programmatiche espresse dal Consiglio Comunale di Milo, il nuovo Piano Regolatore Generale, o sarebbe più corretto dire la revisione del P.R.G.

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esistente (in quanto il Comune risultata già fornito di strumento urbanistico da aggiornare ai sensi dell’art. 2 della L.R.S. n.71/78) ha cercato e cerca di riqualificare la città definendo un quadro normativo capace di dare ordine e razionalità alle principali attività della città stessa prevedendo quindi una serie di interventi edilizi minimali destinati ad attivare alcune vocazioni mai sopite degli abitanti (come la possibilità di una leggera espansione edificatoria per permettere alle giovani coppie di insediarsi nel territorio e non emigrare nei comuni limitrofi, la realizzazione di piccole attività turistico-alberghiere legate alla vocazione ambientale del sito, ecc..) ma che ancora oggi vengono richieste con forza da tutta la comunità milense. Con la delibera consiliare n° 23 del 29.03.1995, riscontrata dal CO.RE.CO di Catania nella seduta del 13.04.1995, decisione n. 013396, venivano approvate le direttive generali per la redazione del nuovo Piano Regolatore Generale di Milo (impartite ai sensi dell’art. 3 della L. 15/91), indicanti sia gli specifici obiettivi che i progettisti dovevano raggiungere in ogni ambito del piano sia le modalità ed i principi di funzionamento dello stesso delineando, in particolare modo per l’edilizia pubblica e privata, la filosofia da seguire nella progettazione per il raggiungimento delle finalità individuate. I principali punti affrontati dalle suddette direttive sinteticamente riguardano:

1 La situazione demografica. Viene indicato un incremento della popolazione residente per i prossimi 20 anni fino a raggiungere i 3000 abitanti. Tale crescita viene attribuita in parte ad un aumento della popolazione presente in parte al trasferimento di residenti dai Comuni vicini.

2 Il patrimonio edilizio esistente, l'edilizia pubblica e privata. Rilevata la carenza del patrimonio edilizio esistente, sia a causa della forte incidenza quantitativa causata dalla presenza di grandi case padronali disseminate nel territorio comunale (abitate da un numero esiguo di non residenti o fatiscenti) sia a causa dell'insufficiente dimensionamento del preesistente P.R.G. che ha praticamente esaurito le aree destinate ad edilizia residenziale (in particolar modo quella destinata ad edilizia convenzionata e popolare), viene chiesto il reperimento di nuove aree mediante Ampliamento delle zone B esistenti, una previsione di nuove zone V.T. (villeggiatura turistica), nonché la creazione di nuove zone C1, C2 e C3 (con

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coefficienti di cubatura decrescenti) da destinare all'espansione dell'abitato. Inoltre, a causa delle dimensioni del Comune che non consentono un decentramento dei servizi fondamentali, le aree che possono essere interessate al pur modesto incremento edilizio debbono assolutamente essere attigue al centro urbano. Si ritiene altresì necessario: evitare l'individuazione di estese aree come zone di espansione e, al fine di conservare l'identità di frazioni e quartieri come Fornazzo, Praino e Caselle, prevedere ampliamenti delle zone residenziali rapportati alle dimensioni dei singoli agglomerati esistenti prevedendo, in particolare nel quartiere di Caselle, modesti ampliamenti della zona B esistente laddove sono presenti le strade. Infine per quanto riguarda le caratteristiche e la localizzazione delle aree di espansione, le Direttive Generali indicano: per la Zona C1, l'individuazione di piccole aree di espansione delle zone B in prossimità dei vari abitati ed in presenza di strade, specialmente di quelle che collegano le frazioni con il centro abitato di Milo; per la Zona C2, analoghe caratteristiche di localizzazione ma una minore densità fondiaria realizzabile; per la Zona C3, lungo brevi tratti delle strade Mareneve, Musco, Campanaro, Fornaci, Spoto, Sciara Praino, Soglio, Martiri d'Ungheria, Viola, Salice, Aranci, Del Bosco, con densità fondiaria di 0,20 mc/mq e lotti minimi di 1000/2000 mq. Questa zona non dovrebbe interessare più del 5% della cubatura edificabile delle zone C.

3 I beni culturali ed ambientali da tutelare: il centro storico e la zona Vecchio Mulino. Viene considerata soddisfacente la perimetrazione del Centro Storico indicata dal precedente P.R.G. e pertanto per la sua salvaguardia vengono ritenuti sufficienti gli interventi previsti dal Piano particolareggiato del C.S. in corso di approvazione. E' richiesta inoltre la preservazione e la valorizzazione della zona denominata Vecchio Mulino mediante un vincolo, sull'area in questione, il restauro della struttura esistente, il ripristino di due antichi lavatoi (attualmente interrati), una zona a verde pubblico e la creazione di un parcheggio esterno per la fruizione turistica dell'area.

4 Il piano dei Servizi. Poiché in alcuni settori i servizi risultano assolutamente carenti si rende indispensabile prevedere nel P.R.G. nuove aree destinate a strutture per servizi. In particolare il Piano, nella sua generalità, dovrà essere articolato tenendo presente la

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necessità che gli stessi siano prossimi ai centri abitati e diffusi nelle varie zone e quartieri, in considerazione della struttura urbana frazionata di Milo. 4.1 Scuole. Poiché manca un edificio per ospitare la scuola media, sembra possa essere confermata l'area prevista nel vecchio P.R.G. ovvero la stessa zona ove attualmente sono ubicate la scuola Elementare e la scuola materna. 4.2 Impianti sportivi. Esistendo un unico impianto in contrada Sgarbaglio, consistente in un campo di calcio, é opportuno che la previsione di altri impianti, indispensabili alla fruizione del campo preesistente ed atti a differenziare il tipo di attività sportiva, venga orientata nella stessa area. Per altro detti impianti sono già previsti nel vecchio P.R.G. e nel Piano Triennale delle OO.PP.. 4.3 Servizi turistici. La graduale riscoperta del Comune di Milo, l'elevato grado di conservazione del paesaggio e del territorio insieme alla quasi totale assenza di strutture ricettive (risulta presente nel territorio solo il Campeggio Mareneve) consigliano l'individuazione di aree per la costruzione di edifici destinati alla ricezione turistica; di dette aree una potrebbe interessare la frazione di Fornazzo ed un'altra il centro di Milo. L'area individuata nel vecchio P.R.G. nel quartiere Rinazzo non appare adeguata. Le aree suddette dovranno avere le seguenti caratteristiche: vicinanza al centro abitato, presenza di strade o loro previsione nel P.R.G.. Al fine di evitare grosse concentrazioni di servizi turistici, che snaturerebbero il territorio, si potranno prevedere servizi turistici diffusi purché funzionali e prossimi al centro abitato. Si dovrebbe prevedere inoltre un'altra area, destinata a campeggio e/o per la realizzazione di un Ostello della Gioventù, localizzata a monte della frazione di Fornazzo, sulla strada Mareneve.

5 La viabilità. Non avendo subito, la rete viaria, negli ultimi trenta anni alcun sviluppo ed essendosi sviluppato il centro urbano soprattutto lungo l'asse viario costituito dalla strada provinciale n° 59, si propone il recupero ed il riuso delle vecchie trazzere di collegamento fra i vari quartieri e frazioni di Milo con il centro, la previsione del loro restauro per la percorribilità pedonale o con mezzi a motore o come piste ciclabili (in rapporto alla loro consistenza, riadattabilità, utilità e funzionalità) nonché la creazione di: - un collegamento perpendicolare di via Madonna delle Grazie con via Viola e via Mazzini;

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- un collegamento tra via Bellini (al bivio con via Belvedere) e la via Urnazza con riallaccio in via Bellini in prossimità del campo sportivo; - un collegamento fra la parte iniziale di via Mongibello e la via Sciara Praino; - un collegamento fra via Algerazzi e via Pianogrande; - un collegamento fra viale della Regione e corso Italia; - un collegamento fra corso Italia e via Marconi. Per un possibile recupero, inoltre, vengono proposte: via Finaita (da via Spoto alla Mareneve), via Sciara Praino, via Belvedere (fra via Bellini e via Mazzini).

6 La zona Artigianale e gli Insediamenti produttivi. La zona in esame è già prevista nel vecchio P.R.G. nella frazione di Fornazzo, lungo la strada provinciale 59/II. Appare opportuno confermare tale area (con le modifiche che i sigg. progettisti vorranno apportare) ed ipotizzare altra area a Caselle, in prossimità di altri insediamenti esistenti. Successivamente con protocollo del Comune n. 6030 del 23.12.1995 veniva consegnato lo schema di massima sul quale il Consiglio Comunale, convocato per le determinazioni di competenza, deliberava, con atto n. 20 del 22.03.1996 la propria incompatibilità, dichiarando l’impedimento dell’organo per “incompatibilità della maggioranza dei suoi componenti ai sensi dell’art. 176 dell’OREL, così come modificato dall’art. 1 della L.R.S. n. 57 del 10.08.1995”.

Conseguentemente, giusto decreto dell’Assessore Regionale del Territorio e dell’Ambiente n. 03/DRU del 10.01.1997 e successive proroghe, veniva nominato in qualità di Commissario ad acta il dott. Italo Marinaro, al fine di provvedere, in sostituzione del Consiglio Comunale, in ordine agli adempimenti connessi al Piano Regolatore Generale. Questi, richiamata la delibera Consiliare n. 62 del 27/09/1990 riscontrata dalla C.P.C. di Catania con provvedimento n. 59077 del 25.10.90 relativa al conferimento dell’incarico per la revisione del Piano Regolatore Generale, Prescrizioni Esecutive e Regolamento edilizio agli ingegneri SALEMI Angelo, GIUSTO Adele e MAURO Giuseppe, dopo aver “..DATO ATTO che con delibera Consiliare n. 23 del 29/03/1995, riscontrata dal CO.RE.CO. di Catania nella seduta del 13.04./95, decisione 013396, erano state approvate

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le direttive generali per la redazione della revisione del Piano Regolatore Generale (che da questo punto in poi sarà chiamato semplicemente Piano Regolatore Generale); DATO ATTO che come da risultanze in atti con lettera del 22.12.1995 assunta al protocollo del Comune al numero 6030 del 23.12.1995 era stato consegnato lo schema di massima sul quale il Consiglio Comunale convocato per le determinazioni di competenza aveva deliberato la propria incompatibilità con atto n. 20 del 22.03.1996, dichiarando l’impedimento dell’organo per incompatibilità della maggioranza dei suoi componenti ai sensi dell’art. 176 dell’OREL così come modificato ai sensi dell’art. 1 della L.R.S. n. 57/85; VISTA la relazione predisposta dall’Ufficio Tecnico Comunale protocollo n. 1651 del 11.04.1997; VISTI gli atti relativi allo schema di massima costituiti da Relazione tecncia, Planimetria dello schema di massima in scala 1:5.000 e Planimetria della Carta dei Vincoli in scala 1:10.000; CONSIDERATO che occorre adottare le determinazioni sullo schema di massima per procedere alla progettazione definitiva del Piano Regolatore Generale ed all indicazione delle aree da sottoporre a Prescrizioni Esecutiva di cui all’art 2 della L.R.S. n, 71/78 e successive modifiche ed integrazioni; PRESO ATTO del contenuto della relazione dell’Ufficio Tecnico Comunale e delle osservazioni esplicitate che si ritengono condivisibili al fine dell’approvazione dello schema di massima con le modifiche appresso riportate e per prevenire ad un assetto del territorio che risulti coerente con la situazione di fatto e con gli obiettivi posti dalle direttive generali: 1) Preliminarmente dovrà procedersi all’aggiornamento dello stato di fatto…alla visualizzazione di alcune attrezzature esistenti quali il depuratore comunale, le numerose strutture religiose utilizzate per i soggiorni estivi, il camping Mareneve, il Villaggio Angelo Musco… l’esistente stabilimento di acque oligominerali sito in località Cavagrande, nonché le fonti di approvvigionamento… 2) Le ipotesi progettuali proposte dallo schema di massima dovranno essere verificate alla luce delle risultanze dello studio agro-forestale…in conseguenza dell’entrata in vigore della L.R. n. 16/96 che all’arte.4 reca disposizioni riguardanti la definizione di bosco; a riguardo …si ritiene opportuno evidenziare la necessità di operare la valutazione di

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utilizzazione della fascia di arretramento dai boschi fissata in metri 200, in conformità della L.R. 16/96 prima citata… 3) L’ipotesi di dimensionamento del Piano Regolatore Generale… dovrà essere esplicitata attraverso l’andamento demografico desumibile dai dati ISTA..nonché mediante la valutazione della consistenza del patrimonio edilizio esistente, con riferimento all’effettiva destinazione d’uso e/o utilizzazione ed alle concrete possibilità di recupero di quella parte risultante in condizione di degrado… 4) L’enucleazione delle zone A e B…dovrà essere definita in conseguenza di un’attenta analisi dello stato di fatto per verificare la sussistenza dei caratteri storico-artistico- ambientale nonché delle condizioni ex art. 2 del D.I. 2/4/1968, rispettivamente. In particolare, relativamente alla zona B in fregio alla Via della Regione, ove dalla chiesta verifica non si riscontrasse la sussistenza delle richiamate condizioni del D.I. 2/4/68, dovrà essere ripristinata l’originaria destinazione come zona residenziale con gli stessi indici e parametri del vigente Piano Regolatore…Considerata altresì la morfologia dell’impianto dell’esistente abitato, si ritiene occorra preservare le relative peculiarità mediante la individuazione di una sottozona intermedia tra la A e la B, avente speciale disciplina edilizia che rispetti le caratteristiche, la tipologia e le modalità costruttive proprie della zona A con possibilità edificatoria a mezzo di singola concessione..; 5) Relativamente alle previsioni per l’edilizia stagionale ed insediamenti a carattere turistico-ricettivo, si ritiene che le stesse rispondano ad una effettiva necessità in considerazione della particolare vocazione dei territori interessati da sempre al fenomeno della seconda casa a carattere stagionale ..Si ritiene che debba prioritariamente porsi l’attenzione sugli antichi manufatti, esistenti numerosi nel verde agricolo, al fine di ipotesi di recupero e utilizzazione del relativo patrimonio per attività agro-turistiche… 6) Relativamente alle previsioni a carattere produttivo ..consentire l’adeguamento delle strutture esistenti dello stabilimento Cavagrande sito nell’omonima località... considerata la rilevanza dell’attività nell’intero contesto socio-economico.. Relativamente alle esistenti attività per la lavorazione del legno, la relativa previsione dovrà tenere conto dell’utilizzazione effettiva nell’ambito proposto nello schema di massima in località Fornazzo…

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7) Relativamente alle previsioni viarie si ritiene necessario ..recuperare e semmai potenziare i tracciati esistenti … in particolare … il collegamento tra la via Bellini e la via Mazzini in relazione alla concreta possibilità di migliorare l’esistente tracciato … la previsione viaria che dipartendosi da via Crispi si immette nella via Angelo Musco … la strada che dipartendosi dalla via Spoto nella frazione Caselle interseca le aree a destinazione produttiva va studiata in relazione alle esigenze della circolazione con possibilità di ritorno attraverso l’inserimento nella previsione di una apposita piazza di sosta, parcheggio e manovra. 8) Relativamente alla previsione di servizi in generale, si ritiene possa costituire valido momento di riflessione ..in ordine alla possibilità di utilizzare i grandi contenitori esistenti.. che oltre a costituire premessa per il recupero di edilizia di qualità fatiscente consentirebbero il recupero e la valorizzazione dell’ambiente circostante. 9) In considerazione dell’esigenza manifestata dall’Amministrazione comunale, occorrerà prevedere la possibilità dell’impianto cimiteriale con conseguente adeguamento della relativa fascia di rispetto… … OMISSIS… con delibera n.01 del 29/08/1997 (del Commissario ad ACTA in sostituzione del Consiglio Comunale) e con le prescrizioni sinteticamente sopra indicate, approvava lo schema di massima del P.R.G., disponendo parimenti la pubblicazione del provvedimento all’albo pretorio del Comune e la notifica ai progettisti incaricati ad intervenuta esecutività dello stesso. Sulla scorta delle direttive programmatiche espresse dal Consiglio Comunale di Milo, integrate dalle prescrizioni contenute nella delibera di approvazione dello schema di massima emanate dal Commissario ad acta nominato in sostituzione del Consiglio, e tenuto conto delle risultanze degli specifici studi ed approfondimenti geologici ed agronomo-forestale, si è proceduto quindi all’elaborazione del Piano che, tenendo conto che la principale caratteristica della struttura insediativa presente nel territorio da pianificare é la policentricità degli insediamenti abitativi esistenti, in sintesi, si propone:

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• l’individuazione, la delimitazione e la salvaguardia delle diverse zona A che costituiscono i centri più antichi, origine dei diversi agglomerati costituenti la rete insediativa presente nel territorio; • la verifica, la riclassificazione ed il ridimensionamento delle preesistenti zone territoriali omogenee individuate nel precedente piano come zone B, limitando di fatto la formazione di nuovi carichi insediativi, se non minimali, nelle zone centrali di completamento degli agglomerati esistenti ed ottimizzando la dotazione dei servizi e delle attrezzature urbane e di quartiere; • di favorire una più consona qualità della vita migliorando la dotazione degli spazi pubblici di uso collettivo (parchi, aree per lo sport, ecc.); • di facilitare l’avvio di nuovi processi economici che, partendo dalle notevolissime ed ingenti risorse naturali, ripensino l’agricoltura, l’artigianato di servizio, il turismo; • di operare all’interno di un quadro di azioni possibili e fattibili in coerenza con quanto di buono è già esistente assecondandone gli aspetti positivi.

Di grande aiuto è stato il ruolo svolto dall’U.T.C. con competenza e grande spirito di servizio e collaborazione cui tutti esprimiamo sincera gratitudine.

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RELAZIONE GENERALE ANALITICA E CALCOLO DEI FABBISOGNI.

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2.0 - RELAZIONE SULLO STATO DI FATTO.

2.1 IL TERRITORIO.

Il territorio di Milo, situato alle pendici dell’Etna, ha una giacitura prevalentemente montuosa ed una estensione pari ad ha 1.824. Esso confina con i comuni di Zafferana, Giarre e S.Alfio, ai quali è collegato tramite una serie di strade provinciali e comunali che assicurano anche il collegamento con la città di Catania, con Giarre e con lo svincolo dell’autostrada Catania - Messina, posto in prossimità di quest’ultimo centro. Il suo capoluogo (e principale centro abitato) risulta posto a circa 800,00 m. slm.

2.1.1 Organizzazione amministrativa.

Il Comune di Milo fa parte della provincia di Catania. Appartiene alla circoscrizione Giudiziaria di Giarre, sezione distaccata del Tribunale di Catania. L’amministrazione finanziaria fa capo agli Uffici del Registro e delle Imposte di , mentre l’Ufficio del Territorio di Catania, già Ufficio Tecnico Erariale ed l’Intendenza di finanza, risulta essere quello competente per tutto il territorio comunale. L’ufficio Leva da cui dipendono i cittadini di Milo è quello del Distretto Militare di Catania. La circoscrizione ecclesiastica in cui il Comune ricade é quella di Acireale, dove ha sede la Curia Vescovile.

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2.1.2 Strumenti urbanistici già operanti.

Con decreto dell’Assessore del Territorio ed Ambiente della Regione Siciliana, n. 264 del 24.06.1985, veniva approvato un Piano Regolatore Generale, le relative Norme di Attuazione ed un Regolamento Edilizio cui veniva affidato, a partire da tale data, il compito di regolamentare ed ordinare lo sviluppo nel territorio di Milo. Il progettista, come è indicato nel punto 9) della Relazione del P.R.G., assumeva per la redazione del Piano i seguenti criteri: • ..Coerentemente alla funzione che il Comune di Milo dovrà assumere nel territorio, il piano prevede per i nuclei di servizio turistico e per gli insediamenti per la villeggiatura indicati nel P.T.E. un’integrazione con l’attuale agglomerato urbano e con le localizzazioni previste, localizzandoli in aree opportune scelte tenendo anche conto delle indicazioni della relazione geologica.. • ..La previsione poi, in sintonia con le indicazioni del PTE, di una strada destinata al traffico veloce e pesante a monte dell’abitato permette da un lato la razionalizzazione dell’attuale attrezzatura residenziale che assume il molo di centro di tutto l’organismo e dall’altro il collegamento di tutto il sistema – residenze - attrezzature turistiche – servizi... • ..La previsione, in una zona tra Milo e Fornazzo, .. di un’area per attrezzature sportive collegate con il Parco Comunale e la previsione nelle immediate vicinanze di Fornazzo di una zona Artigianale che conferma la tendenza riscontrata per insediamenti di questo tipo.. • ..Il parco territoriale urbano è stato localizzato nella zona boschiva esistente all’ingresso del paese provenendo da Zafferana Etnea, anch’esso quindi in stretta connessione con le residenze e le aree destinate alla villeggiatura e al turismo.. • ..In un’ampia area libera ubicata a valle di Milo Centro è stata localizzata l’attrezzatura scolastica per l’istruzione superiore prevista dal P.T.E... Inoltre nel punto seguente della stessa relazione (10 - Dimensionamento del Piano), dopo aver rilevato un leggero decremento demografico della popolazione, l’esistenza su 1781 vani di soli 700 vani utili (in quanto dai 1781 esistenti dovevano essere sottratti 701 in quanto

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vani destinati alla villeggiatura e 356, pari al 20% dei 1781 vani esistenti, in quanto fatiscenti), al fine di riportare l’indice di affollamento a 1, il progettista riteneva necessario ..prevedere la possibilità di costruire 680 nuovi vani cioè la possibilità di edificare 680 × 100 = 68.000 mc.. che, con un indice di 1,5 mc/mq, ..comportavano la edificabilità di circa 45.000 mq di superficie fondiaria.. Il progettista, inoltre, per tenere conto ..dell’impossibilità di raggiungere l’indice di 1,5 mc/mq, a causa dell’eccessivo frazionamento della proprietà e dell’orografia del terreno.. prevedeva 90.000 mq di aree di espansione in zona “C”. Tale strumento urbanistico, come si legge nelle premesse delle Direttive Generali ex art. 3 L.R.S. n.15 del 30/04/91 emanate dal Consiglio Comunale, venne ritenuto ben presto “..ormai superato sia per quanto concerne gli indirizzi di carattere generale che per quanto concerne la disponibilità di aree edificabili e di servizi indispensabili ai nuovi modelli di vita e alle nuove esigenze sociali..”, per cui con delibera consiliare n. 62 del 27709/1990, riscontrata dalla CPC di Catania con provvedimento n. 59077 del 25/10/1990, veniva conferito agli ingg. Angelo SALEMI, Adele GIUSTO e Giuseppe MAURO l’incarico per la Revisione del Piano Regolatore Generale, Prescrizioni Esecutive e Regolamento Edilizio, piano di cui il presente scritto costituisce la Relazione Generale.

2.1.3 I vincoli esistenti.

Il Territorio comunale di Milo, anche a causa della sua specifica localizzazione ed orografia, risulta soggetto ad una serie di vincoli che di fatto ne regolano, ne limitano e condizionano lo sviluppo.

Il 2.12.1952, quando ancora Milo faceva parte del Comune di S. Alfio, sul territorio fu apposto un VINCOLO IDROGEOLOGICO ai sensi dell’art. 1 del R.D.L. n. 3267 del 30.12.1923.

Il territorio comunale, ai sensi della L. n°1150 del 17.08.1942 è stato inserito con D.A. n.197 del 22.11.1965 dell’Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Siciliana nel comprensorio del PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO ETNEO. Il

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suddetto piano diveniva successivamente operante con Decreto del Presidente della Regione Siciliana nel 1975.

Con verbale n. 42 del 25.10.1966 la Soprintendenza per i BB. CC. e AA. di Catania, ha apposto su tutto il territorio comunale il VINCOLO PAESAGGISTICO AI SENSI DELLA L. 1497/1939. Tale vincolo successivamente veniva confermato con Decreto del Presidente della Regione Siciliana del 10.12.1975.

Dalla L.R. n. 98 del 06.05.1981, dettante norme per l’istituzione di parchi e riserve naturali nella Regione Siciliana, il Comune di Milo è stato inserito, in parte, nell’area destinata allo istituendo PARCO DELL’ETNA, con brani di territorio localizzati all’interno delle zone B, C e D.

Con D.M. dei LL.PP. del 23.09.1981, il territorio del Comune di Milo è stato confermato SISMICO AI SENSI DELLA LEGGE N. 64 DEL 02.02.1974.

Oltre a tali vincoli, dettati da normative emanate dai diversi organi di controllo e tutela, specificatamente, come peraltro prevede la normativa vigente preposta alla formazione, all’elaborazione e per la revisione degli strumenti urbanistici generali nella Regione Siciliana, sono stati condotti quegli studi propedeutici sul territorio da pianificare, per definire la cosiddetta Carta dei vincoli e delle suscettività d’uso, mappatura necessaria e preliminare per ogni atto operativo (sia di conservazione che di trasformazione), e cioè: a) Lo studio geologico, redatto ai sensi dell’art. 5 della L.R.S. n. 65 del 11.04.1981; b) Lo studio agricolo-forestale, redatto ai sensi delle LL.RR. n.15/91, 16/96 e 13/99.

A) STUDIO GEOLOGICO Sulla scorta della deliberazione di G.M. n. 37 del 05.02.1991, approvata dalla C.P.C. nella seduta del 23.04.1991, prot. n. 22.769, è stato dato incarico ad un professionista di redigere ..lo studio geologico di supporto alla pianificazione urbanistica Revisione del Piano Regolatore Generale.., in ottemperanza alla L.R. n. 65 del 11.04.1981, alle norme emanate in materia dall’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, tramite Circolari n. 33139/89 del

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23.06.1989 e n. 1/92 del febbraio 1992, nonché secondo quanto prescritto dal D.M. 11 marzo 1988. Lo studio geologico si è articolato in due fasi di lavoro distinte: - la prima, è consistita nella predisposizione geologica generale del sito, per costruire quindi, sulla scorta dei rilievi di campagna, di specifiche indagini e rilettura di quanto contenuto nella bibliografia esistente sulle specifiche problematiche affrontate, le carte tematiche atte a visualizzare la situazione generale di insieme del territorio studiato; tale lavoro è servito per elaborare la carta delle suscettività d’uso, carta finalizzata ad una classificazione e suddivisione del territorio in aree omogenee per caratteristiche e problematiche geologico-tecniche. Tutti gli studi condotti in questa fase, quindi sono serviti per verificare la reale fattibilità geologica rispetto alle scelte urbanistiche da adottare e per potere, tempestivamente, evidenziare eventuali condizioni particolari che possano determinare dei limiti di progettazione del Piano Regolatore stesso. Lo studio, sinteticamente, è stato strutturato nei seguenti punti: 1. Studio morfologico, comprendente la descrizione dei principali lineamenti morfologici ed in particolare degli eventuali fenomeni di erosione e dissesto dei principali processi indotti da antropizzazioni, l’andamento delle precipitazioni, delle temperature, dei venti e dell’evapotraspirazione; 2. Studio geolitologico, contenente la descrizione delle formazioni presenti (caratteristiche litologiche, rapporti di giacitura, spessori) e dei lineamenti tettonici; 3. Studio idrogeologico, in cui sono racchiuse le descrizioni dei lineamenti essenziali sulla circolazione delle acque superficiali e sotterranee in relazione allo smaltimento delle acque dilavanti ed alla protezione delle falde idriche; 4. Studio del rischio vulcanico, con valutazione della possibilità che il territorio in esame possa essere soggetto ad invasioni laviche; 5. Studio del rischio sismico, con giudizio comportamentale sui diversi terreni presenti in caso di sisma; 6. Studio geologico-tecnico, con valutazione delle caratteristiche meccaniche dei terreni affioranti; 7. Studio della suscettività d’uso, con una zonizzazione del territorio in classi di suscettività alle trasformazioni e/o edificazioni.

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- la seconda, da redigere in un secondo tempo a seguito dell’esecuzione di indagini geologiche in sito ed in laboratorio, sarà costituita da uno Studio geolitologico, uno geologico-tecnico e da una microzonazione. Essa, ..tratterà la descrizione particolareggiata delle aree interessate dai piani attuativi al fine di permettere oculate scelte urbanistiche puntuali, per minimizzare l’impatto nell’ambiente geologico e contemporaneamente per verificare la compatibilità di dette scelte in relazione all’assetto geomorfologico..(dalla relazione dello Studio geologico redatto dal dott. Venerando Tomarchio). Ai sopraindicati studi, sono state allegate diverse planimetrie (che possono puntualmente e con maggiore dettaglio essere visionati unitamente alla relazione prodotta dal geologo incaricato dalla Amministrazione comunale), che hanno condizionato le scelte urbanistiche condotte, diventando conseguentemente parte integrante e fondamentale di ogni elaborazione urbanistica effettuata.

B) STUDIO AGRICOLO-FORESTALE Sulla scorta della deliberazione di G.M. n. 168 del 09.10.93 ed in ottemperanza della L.R. 15/91, veniva dato l’incarico di redigere uno studio agricolo-forestale a supporto della rielaborazione del Piano Regolatore Generale. In data 10.03.95, il tecnico all’uopo incaricato faceva pervenire all’Amministrazione (che trasmetteva il tutto ai progettisti incaricati della rielaborazione dello strumento urbanistico) la Relazione richiesta e la Carta di stratificazione in cui, dopo aver individuato le U.P. (Unità di Paesaggio), venivano definite e si riportavano le aree e le fasce boscate presenti nel territorio e da sottoporre a tutela, per le quali scattavano le prescrizioni dettate dall’art. 15 lett. e) della L.R.78/76. A seguito della pubblicazione della L.R. n.16 del 6.04.96 avente per oggetto il “Riordino della legislazione in materia forestale e di tutela della vegetazione”, su richiesta dell’Amministrazione, a quel tempo rappresentata dal Commissario ad acta (nominato in data 15.05.1997 dall’Assessore Regionale del Territorio e dell’Ambiente in sostituzione del Consiglio Comunale in ordine agli adempimenti connessi al Piano Regolatore Generale) si procedeva all’aggiornamento e ad una nuova individuazione e delimitazione dei boschi ricadenti nella parte del territorio comunale oggetto dell’incarico, estendendo inoltre

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l’indagine anche alla fascia C del Parco dell’Etna prossima all’abitato ed all’individuazione e localizzazione di un’area da destinare a parco sub-urbano nella frazione di Fornazzo, ..scelta questa motivata dalla vocazione che la frazione di Fornazzo ha per diventare base per l’escursionismo verso l’Etna ed un parco opportunamente attrezzato appare funzionale per tale finalità.. L’adeguamento alla normativa e la individuazione dell’area da destinare a parco veniva eseguito e presentato all’Amministrazione in data 6.08.1997 ma, a seguito di alcune incongruenze riscontrate, il tutto veniva ulteriormente aggiornato in data 26.03.1998. Successivamente, con l’entrata in vigore della nuova L.R. n. 13 del 19.08.1999, pubblicata sulla G.U.R.S. del 23.08.1999 parte I n. 40, “Modifiche alla legge regionale n. 16 del 6.04.1996, concernente il Riordino della legislazione in materia forestale e tutela della vegetazione”, ed in particolare degli artt. 4 “Definizione di bosco” e 10 “Attività edilizia”, in cui venivano modificati, tra l’altro, l’estensione minima dei boschi (che passava dagli originari 5.000 mq. a 10.000 mq) e la definizione di fascia di rispetto, che risultava essere funzione della estensione del bosco stesso (da ml. 50 per boschi di un ha a ml 200 per boschi da 10 ha), si ravvisava la necessità di rivedere ed approfondire ulteriormente la Carta di stratificazione annessa allo studio agricolo-forestale prodotto, in quanto la istituzione delle nuove fasce di rispetto (pari a ml. 200 dal limite dei boschi maggiori) condizionava fortemente l’attività edilizia sia nello strumento urbanistico vigente, sia nelle future zone soggette ad edificabilità da prevedere in seno allo strumento in fase di elaborazione. Tale rielaborazione quindi veniva riproposta all’Amministrazione che, con Delibera del Consiglio Comunale n. 67 del 24.11.1999, ne prendeva atto e trasmetteva i relativi elaborati ai progettisti al fine di tenerne conto nell’elaborazione dello strumento urbanistico. Con decreto del Presidente della Regione del 28.06.2000, venivano ulteriormente determinati e precisati i criteri per la individuazione delle formazioni rupestri, riparali e della macchia mediterranea, per cui, con lettera del 7.03.2001, l’Ufficio Tecnico Comunale chiedeva all’estensore dello studio agricolo-forestale di aggiornare la Relazione prodotta e la relativa Carta delle aree boscate in conformità di quanto prescritto dal nuovo decreto presidenziale.

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L’aggiornamento richiesto, nel marzo del 2001 veniva presentato all’Amministrazione che, conseguentemente, trasmetteva il tutto ai progettisti per aggiornare i vincoli scaturenti dal nuovo elaborato. Essenzialmente, sulla scorta del sopraddetto aggiornamento, venivano ridefiniti i boschi esistenti e le relative fasce di rispetto secondo la sottostante tabella e specificatamente: - l’area n. 6, avendo una estensione inferiore all’ettaro di superficie, non doveva essere ritenuto più considerata bosco; - come conseguenza della deliberazioni n. 7 del 1.02.2001, avente per oggetto la localizzazione da destinare all’ampliamento a parco sub-urbano Scarbaglio, “..per diversa destinazione di alcune parti di esse, vengono modificate nella loro estensione, pertanto per esse cambia il vincolo di inedificabilità.. Inoltre, nel rispetto del sopracitato decreto veniva rappresentata graficamente “..la presenza diffusa di Genista aetnensis, meglio conosciuta come ginestra dell’Etna..”.

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DEFINIZIONE DEI BOSCHI E DEI VINCOLI (L.R.S. n.13/1999 e Decr. Presidenziale del 28.06.2000) AREA SUPERFICIE FASCIA DI RISPETTO BOSCATA (in mq.) (in ml.) 1 >100.000 200 2 79.400 166 3 13.100 55 4 67.500 146 5 >100.000 200 6 <10.000 Non più bosco (art. 4 L. 13/99) 7 43.100 105 8 10.600 51 9 >100.000 200 10 30.000 83 11 >100.000 200 12 62.500 137 13 23.100 72 14 >100.000 200 15 >100.000 200

Infine, l’entrata in vigore della L.R.S. n.6 del 3.05.2001, che detta ulteriori norme sui boschi, sulle fasce boscate, nonché sulla definizione delle relative fasce di rispetto ai fini edificatori, modificava ulteriormente la sopraindicata tabella che, conseguentemente, veniva pertanto ad assumere la conseguente configurazione definitiva.

N.B. Le aree 4 e 9 risultano confinanti con il parco Sub-urbano Sgarbaglio. Le superfici indicate sono le aree residue libere adiacenti al parco.

In conclusione, i risultati scaturenti dagli studi sopraindicati, che devono considerarsi delle limitazioni e dei condizionamenti all’attività edificatoria nel territorio (tutti riportati nella planimetria di progetto denominata ZONIZZAZIONE, VINCOLI, SUSCETTIVITA’ D’USO), vincolano la regolare attività edilizia secondo le seguenti modalità:

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DEFINIZIONE DEI BOSCHI E DEI VINCOLI (L.R.S. n.6 del 3.05.2001) AREA SUPERFICIE FASCIA DI RISPETTO BOSCATA (in mq.) (in ml.) 1 >100.000 200 2 79.400 150 3 13.100 75 4 42.500 100 5 >100.000 200 6 <10.000 Non più bosco (art. 4 L. 13/99) 7 43.100 100 8 10.600 75 9 >87.500 150 10 30.000 100 11 >100.000 Parco Urbano di Fornazzo 12 62.500 150 13 23.100 100 14 >100.000 200 15 >100.000 200

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AREE – ZONE VINCOLO EDIFICATORIO AREA CIMITERIALE / ZONA EDIFICAZIONE VIETATA CIMITERIALE (fascia di rispetto >200 ml.) AREE BOSCATE / FASCE EDIFICAZIONE VIETATA BOSCATE SALVO QUANTO PRESCRITTO DALL’ART. (fascia di rispetto variabile) 42 DELLA L.R.S, N. 7/2003 AREE DESTINATE A PARCHI EDIFICAZIONE VIETATA SUBURBANI ZONE A VALORE EDIFICAZIONE VIETATA PAESAGGISTICO E/O NATURALISTICO ZONE INTERESSATE DA EDIFICAZIONE FORTEMENTE POSSIBILI INVASIONI LAVICHE SCONSIGLIATA ZONE IN PROSSIMITÀ DI CORSI EDIFICAZIONE SCONSIGLIATA TORRENTIZI: (fascia di rispetto >10 CONSENTITO SOLO IL RECUPERO DEGLI ml.) EDIFICI ESISTENTI AREE A CARATTERIZZAZIONE EDIFICAZIONE E RECUPERO SUBORDINATI (GEOLITOLOGICA E/O ALL’ACCERTAMENTO DELLE CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICA) CONDIZIONANTE DEI TERRENI L’EDIFICAZIONE AREE DI CONTATTO A DIFFERENTE EDIFICAZIONE POSSIBILE A SEGUITO DI INDAGINI CARATTERIZZAZIONE GEOLOGICHE APPROFONDITE ESTESI ALLE AREE (GEOLITOLOGICA E/O CONTERMINI AL LOTTO D’INTERVENTO E GEOMORFOLOGICA) SCONSIGLIATE PRELIMINARI OPERE DI MESSA IN SICUREZZA PER L’EDIFICAZIONE DELL’AREA VASTA PARCO DELL’ETNA EDIFICAZIONE CONSENTITA ZONA B NEI LIMITI IMPOSTI DALLA NORMATIVA DEL PARCO DELL’ETNA PARCO DELL’ETNA CONSENTITE LE TRASFORMAZIONI AI FINI ZONA C DELLA VALORIZZAZIONE DI STRUTTURE TURISTICO-RICETTIVE PARCO DELL’ETNA CONSENTITE LE COSTRUZIONI IN GENERE ZONA D PURCHÉ COMPATIBILI CON LE FINALITÀ DEL PARCO

Si fa rilevare, infine, che per le strade comunali, valgono le prescrizioni di cui agli artt. 26 e 27 del D.P.R. n. 495 del 16.12.1992 e D.P.R. n. 142 del 26.04.1993.

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2.2 MILO ED IL SUO COMPRENSORIO.

Il comune di Milo costituisce un comprensorio ad alta valenza ambientale compreso nella zona tutelata costituente il Parco dell'Etna e nei comuni della seconda fascia collinare del sistema metropolitano catanese. A differenza dei comuni pedemontani limitrofi, investiti dai processi di crescita disordinata, Milo ha mantenuto la morfologia ed i caratteri ambientali dell'insediamento originario anche se in presenza di isolati e limitati fenomeni di sostituzione edilizia.

2.2.1 Cenni storici. Sin dai tempi più remoti il territorio di Milo giuridicamente ha fatto parte della Contea di Mascali. Quando nel 1815 il borgo di Giarre acquistò l'autonomia i nuclei abitati di Milo e S. Alfio furono annessi al nuovo Comune. In quegli anni Milo era un grosso borgo che viveva soprattutto dei suoi boschi e di altre attività legate all'agricoltura ed alla pastorizia; nel 1812 contava ben 1.020 abitanti che continuarono a crescere nel corso di tutto il secolo. Nel 1905 il paese risultava collegato con una buona strada al fiorente agglomerato chiamato Fornazzo, centro della lavorazione del legno e della produzione e commercio della neve. Da questa data in poi ha inizio lo sviluppo turistico di Milo che proseguirà ininterrottamente sino al 1950. Dopo il 1923 il Comune di S. Alfio, unitamente a Milo ed agli altri insediamenti circostanti, ottengono l'autonomia da Giarre; da quella data Milo, anche se già aspirava in quel tempo all'autonomia amministrativa, passa alle dirette dipendenze del Comune di S. Alfio. Il 26 novembre del 1950 Milo visse l'esperienza più terribile della sua storia: l'apertura di due bocche eruttive a quota 1.800 metri che provocarono lo sfollamento dei milesi nei centri vicini. Successivamente (dall' aprile dell'anno seguente) i milesi tornarono a casa, ma le ferite inferte al territorio dalla violenta eruzione, rimasero per sempre: scomparirono le Fontanelle del Milo sotto Monte Fontane, la famosa acqua dello Scarbaglio (che solo nel

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giugno dell'anno seguente verrà riportata in superficie dai tecnici del Genio Civile), furono divorati ettari di vigneto, frutteto e bosco, decine di casette rurali, palmenti, trazzere. Per mesi Milo sembrò un teatro di guerra e fu meta di decine di personalità del mondo scientifico e del mondo politico. Nel 1955, con L.R. n° 8 del 29 Gennaio, la frazione di Milo, che aveva seguito da sempre il Comune di S. Alfio in tutte le rivendicazioni territoriali, diventa autonoma. Con l'autonomia vengono ridefiniti i confini territoriali dei due nuovi Comuni ed alla nuova realtà amministrativa vengono assegnate una serie di centri di più modesta entità dei quali i più consistenti sono quelli di Praino, Caselle e Fornazzo.

2.2.2 La posizione geografica, il sito, le caratteristiche della struttura insediativa. Come detto in precedenza il territorio oggetto delle nostre attenzioni, ovvero quello appartenente al Comune di Milo, si estende sulle pendici dell'Etna confinando a sud con il comune di Zafferana Etnea, ad est con il comune di Sant'Alfio e Giarre, a nord con il comune di ed a ovest con la sommità del vulcano Etna. Il sito risulta possedere notevoli valori ambientali e paesaggistici infatti in esso si riscontrano sia numerosi torrenti sia diverse fasce boschive che, in base alle caratteristiche precipue delle singole specie presenti, si estendono fino alle zone più elevate del vulcano. Il notevole valore ambientale inoltre risulta evidenziato dalla quasi totale inesistenza di insediamenti abitativi abusivi e dalla mancata cementificazione del territorio che, se da un lato ha portato ad un abbandono delle vecchie trazzere e dei vecchi percorsi montani, con la mancata realizzazione di adeguate infrastrutture ha reso quasi inaccessibili molti siti di struggente bellezza. L'istituzione dell'Ente Parco dell'Etna (interessante una grossa parte del territorio comunale), infine, ha consentito, con il regime vincolistico da esso imposto, il mantenimento ed il perdurare sino ad oggi dei valori ambientali rilevati. L'abitato costituente l'agglomerato propriamente denominato Milo, come é facile comprendere sia da una lettura diacronica degli eventi che hanno portato alla sua costituzione amministrativa (vedi punto 2.2.1) sia da un'analisi morfologica-strutturale degli insediamenti

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esistenti nel territorio, non può essere considerato né come l'elemento unico né il nucleo generatore delle strutture insediative presenti nel territorio comunale; anzi, come é stato accertato dalle indagini storiche condotte da studiosi locali, non risulta essere neanche il più antico di tutti gli agglomerati presenti. Nel territorio comunale infatti si rilevano almeno quattro forti strutture insediative (Milo, Fornazzo, Caselle e Praino) che, se pur facenti parte di un unico Comune, risultano dotate di quelle proprie caratteristiche sociali e culturali che fanno immediatamente individuare l'esistenza di distinte comunità. Da quanto detto emerge la principale caratteristica della struttura insediativa presente ovvero "..la policentricità degli insediamenti abitativi esistenti..", caratteristica questa che in ogni corretta operatività sul territorio dovrà essere rispettata e salvaguardata. Si sono pertanto individuati i quattro agglomerati omogenei di: a) Milo, (sede amministrativa del Comune) costituente certamente l'elemento più forte dei diversi insediamenti del territorio. Risulta formato da un tradizionale tessuto urbano minuto (non esistendo né nuovi grandi contenitori edilizi né forti sostituzioni) che si svolge essenzialmente su un asse viario: la SP 59. La trascurabile presenza di fenomeni di abusivismo edilizio, unitamente all'esistenza di un P.R.G. molto vincolante, che ha regolato e limitato la crescita urbana, ha fatto sì che il numero delle nuove edificazioni negli ultimi anni sia risultato limitato non modificando pertanto né le caratteristiche di vivibilità né la forma urbana preesistente. L'unico insediamento recente di medio peso, dal punto di vista edilizio, risulta essere l'edilizia sovvenzionata e convenzionata, costituita peraltro da fabbricati necessari per i residenti, compatibili con la struttura urbana esistente ed omogenei con lo strumento urbanistico vigente all'epoca della loro realizzazione. b) Caselle (frazione del Comune di Milo), costituisce il nucleo di più antica formazione da cui é stato generato il borgo di Milo. Posto a qualche centinaio di metri dal centro di Milo, prende il nome dalle Caselle, ovvero da una serie di minute strutture edilizie tradizionali in linea che, nella loro serialità hanno formato, forse, il primo tracciato urbano del territorio. Attualmente la frazione, cresciuta attorno al nucleo originario, risulta costituita

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da tipi edilizi minuti (mediamente due elevazioni fuori terra), abitati sia da residenti che da stagionali, strettamente connessi con il verde. Quest'ultimo infatti trova posto quasi in ogni unità edilizia ed, in ogni caso, lambisce e contorna globalmente tutto l'edificato. Anche nella frazione di Caselle non si rilevano grossi interventi edilizi né diffusi interventi abusivi ma puntuali sostituzioni del tessuto edilizio preesistente attorno alla viabilità storica che, conseguentemente, oggi risulta decisamente modificato. Negli ultimi anni però si sta assistendo ad un fenomeno di recupero dell'edilizia tradizionale concretizzatosi sia con un restauro di diverse Caselle sia mediante il riuso di numerosi edifici tradizionali creando, pertanto, uno specifico vero e proprio mercato dell'esistente. c) Fornazzo (frazione del comune di Milo). Viene definita La porta dell'Etna in quanto, tramite la strada Mareneve risulta essere uno degli accessi preferenziali verso la sommità del vulcano. Il borgo, formatosi i primi anni del secolo a causa dell'interesse destato da alcune attività profondamente legate alla natura del luogo (lavorazione del legno, commercializzazione della neve, ecc..), analogamente a quelli descritti in precedenza, sorge essenzialmente lungo un asse di comunicazione, la stradale SP 59/II. Anche nel caso in esame la struttura insediativa risulta formata da comparti molto limitati che, svolgendosi lungo tre assi principali (la direttrice sud-nord di collegamento con Milo e Linguaglossa, la direttrice ovest Mareneve che collega l'hinterland con il Vulcano e la direttrice est di collegamento con il comune di Sant'Alfio), risultano formati da un alternarsi di tipi edilizi terranei alternati da edifici a due elevazioni fuori terra sia in linea che isolati. Caratteristica principale di tutta la struttura insediativa, a causa sia del verde presente quasi in ogni unità edilizia sia per la limitata dimensione di ogni comparto edilizio, é il continuum di verde che contorna e permea tutto l'abitato. Non essendosi rilevato, da una lettura del tessuto a scala edilizia, nessun fenomeno né di violenta sostituzione edilizia né di selvaggio abusivismo si comprende facilmente perché la comunità di Fornazzo, recentemente, é stata proclamata in un concorso nazionale "villaggio ideale". d) Praino (frazione del comune di Milo) costituisce, forse, il nucleo abitato più antico tra i quattro insediamenti rilevati. Posto ad est e ad una quota più bassa di Milo, la frazione, a

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differenza di quelle già esaminate, presenta le caratteristiche proprie degli insediamenti di tipo rurale. La struttura insediativa, essendo generata da case rurali poste a servizio dei fondi agricoli (coltivati prevalentemente a vigneto), si presenta quasi esclusivamente come un continuum di case unifamiliari, terranee o a due elevazioni, aventi un verde privato di pertinenza esclusiva. Da un'analisi dello stato di fatto, per le caratteristiche proprie rilevate nel tessuto edilizio non si riscontrano massicce sostituzioni tali da alterare il tessuto preesistente (ma solo puntuali) né frequenti fenomeni di abusivismo edilizio. Unico fatto rilevante dal punto di vista urbanistico, in seno al tessuto presente, risultano essere gli edifici destinati ad edilizia convenzionata, peraltro tutti localizzati, sino alla completa saturazione, nella zona ad essi destinata dal vecchio P.R.G.

2.2.3. La struttura demografica ed il patrimonio edilizio esistente. Dal confronto dei dati ISTAT relativi agli ultimi censimenti nazionali si può osservare che la popolazione residente nel comune di Milo dalle 1270 unità del 1981 (ovvero prima dell’entrata in vigore del precedente P.R.G., di cui la presente relazione rappresenta l’aggiornamento e la rielaborazione) é passata alle 1122 unità del 1991 per poi attestarsi, con l’ultimo censimento del 2001, a 1104 (1048 persone dimoranti abitualmente in famiglie oltre 56 convivenze) dimostrando pertanto, a prima vista, una leggera diminuzione nell’ultimo decennio pari a 18 unità, ovvero un decremento di circa l’1,60 % sul totale. Tale dato che fa supporre una popolazione pressoché stabile é attribuibile, si ritiene, in gran parte al P.R.G. vigente nel territorio che, adottato in data 1982 ed approvato con D.A. n. 264 del 24.06.1985, ha fortemente limitato, dal momento in cui è entrato in vigore, l'insediamento delle nuove famiglie, soprattutto quelle appartenenti alle fasce sociali più deboli (come si può rilevare dall'immediata saturazione della zona destinata ad edilizia convenzionata), favorendo conseguentemente l'emigrazione presso i comuni limitrofi (principalmente secondo la direttrice sud, ovvero il comune di Zafferana Etnea) e/o presso i comuni di Giarre e Catania. Tale situazione, oggi, risulta rifiutata da tutti i milesi; da un’attenta indagine sui luoghi, si rileva infatti una crescente domanda di abitazioni sia da parte dei residenti

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(soprattutto per le famiglie di nuova formazione), sia dei "trasferiti" dell'ultimo decennio (famiglie di media formazione da 0 a 5 anni) che desiderano insediarsi nelle vicinanze dei propri cari, sia da parte degli emigrati "stabili" (quasi sempre formata da lavoratori che operano all'estero da oltre un decennio), mediamente un centinaio, che intendono ritrovare, in prossimità dell'età di pensionamento, le proprie radici culturali ed affettive, ritornando nei siti delle proprie origini. Analizzando, inoltre, i dati ISTAT relativi ai vani esistenti nel territorio nell’ultimo trentennio si ha:

DATI ISTAT Censimento Censimento Censimento Censimento 1971 1981 1991 2001 Vani occupati 1.265 1.256 1.664 1.469 Vani non occupati 537 915 1.207 1.673 Totale Vani 1.802 2.171 2.873 3.142

Da un'attenta lettura dei superiori dati si rileva quindi che il patrimonio edilizio esistente nel 1971 era formato da un totale di 1802 vani (di cui 1265 occupati e 537 n.o.) che diventano 2171 nel 1981 (di cui 1256 occupati e 915 n.o.), 2873 nel 1991 (di cui 1664 occupati e 1207 n.o.), per poi attestarsi a 3.142 nel 2001 (di cui 1.469 occupati e 1.673 n.o.). Una lettura critica comparata dei risultati dei passati censimenti fa rilevare: 1. Prima dell'entrata in vigore del P.R.G. (censimento 1981) esistevano nel Comune 467 famiglie residenti ma, soprattutto, 423 vivevano in una abitazione ad uso esclusivo mentre 44 vivevano in coabitazione. Oggi, con i limiti edificatori dettati dal Piano (censimento 2001) le famiglie diventano 438 di cui 435 appartenenti alla prima categoria e 3 alla seconda. 2. Premesso che il numero totale dei vani esistenti risulta costituito dalla somma di quelli abitati più quelli non abitati, analizzando lo stesso periodo temporale si ha che da un numero iniziale di vani esistenti prima dell’entrata in vigore del P.R.G. pari a 2.171

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(ISTAT 1981), si passa dopo un decennio a 2.873 (ISTAT 1991), dato questo certamente attribuibile alle nuove edificazione derivanti dal nuovo assetto urbanistico per giungere, infine, agli attuali 3.142 (ISTAT 2001); ma il dato più sconvolgente, che non può non balzare all’occhio di un attento lettore, è quello relativo ai vani non occupati (destinati ad essere utilizzati come abitazioni temporanee o stagionali o ad essere realmente abbandonati per problemi di fatiscenza) in quanto si passa dai 915 vani non abitati del 1981, ai 1.207 del 1991 per giungere agli attuali 1.673 del 2001. Sulla scorta dei superiori rilievi, si ritiene opportuno, quindi, effettuare due considerazioni: • il precedente P.R.G. non solo non ha consentito a tutte le famiglie di residenti che coabitavano di ottenere una propria abitazione, ma ha provocato l'allontanamento di quelle di nuova formazione e l'espulsione di ben 29 famiglie (467 − 438), oltre a tutte quelle di nuova formazione; • la impressionante crescita dei vani non abitati, pari al 53,25% dei vani esistenti (1653 vani non abitati su un totale di 3.142, ISTAT 2001), deriva dalla specifica tipologia della struttura edilizia presente nel territorio, in cui trovano posto grossi edifici di origine contadina, oggi sempre più abbandonati e dal sempre maggiore uso degli alloggi esistenti come case per non residenti, utilizzati quasi esclusivamente per villeggiatura. Ciò fa si che il reale fabbisogno di case nell’areale risulta elevatissimo, creando di fatto un mercato immobiliare del nuovo quasi inesistente (a causa della mancanza di nuove aree edificabili) ed uno dell'usato che presenta, a causa delle grandi consistenze volumetriche in gioco e del notevole stato di decadimento esistente, costi di recupero elevatissimi, a valori commerciali elevatissimi sicuramente ben superiori anche rispetto a quelli metropolitani, pertanto inavvicinabile per i residenti.

2.2.4 Il sistema infrastrutturale esistente. Il comune di Milo, per la sua posizione geografica, ha essenzialmente rapporti funzionali e di scambio con Catania e con Giarre sia per le attività economico-lavorative sia per la fruizione di attrezzature sanitarie, scolastiche e sportive.

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Occorre far notare che, nel territorio i trasporti avvengono esclusivamente su ruote gommate non esistendo trasporto su rotaia, pertanto le principali infrastrutture di collegamento del comune risultano essere la strada che, attraversando Zafferana Etnea e tutti i comuni di I° e II° fascia dell'Area metropolitana Etnea, collega Milo con Catania e la strada che passando per Macchia (frazione di Giarre) giunge sino a Giarre. Per completare la descrizione del sistema infrastrutturale non si può fare a meno di citare altri tre collegamenti intercomunali esistenti che mettono in comunicazione il territorio con le aree limitrofe, e precisamente: - la strada di collegamento tra Milo centro e Fornazzo che, dopo aver attraversato la piazza principale della frazione, biforcandosi mette in relazione il comune di Milo, ma soprattutto i comuni della seconda fascia dell'area metropolitana Etnea (Zafferana, , Trecastagni, ecc.), con il comune di Linguaglossa (ovvero con il versante nord dell'Etna); - la strada che da Fornazzo raggiunge il comune di Sant'Alfio, antica sede comunale di tutto il comprensorio; - la strada che, attraversando la frazione di Praino, collega Milo con il mare. Si fa notare però che la valenza e l'uso delle ultime tre infrastrutture citate risulta essere, certamente, di gran lunga inferiore con le due direttrici principali. Per quanto riguarda i parcheggi esistenti si può affermare che la situazione presente non risulta eccessivamente gravosa sia per la realizzazione di alcune infrastrutture previste nel vecchio P.R.G. sia per la limitata presenza e circolazione di autoveicoli. Da una più attenta indagine sulla situazione esistente si rileva l'insufficiente sezione stradale dei collegamenti sia con Zafferana Etnea (e quindi con Catania), che con Giarre, situazione questa che in occasione di festività o eventi straordinari porta alla saturazione viaria.

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2.2.5 I beni culturali ed ambientali. Il territorio del comune di Milo sia per la specifica localizzazione sia per il particolare carattere di antropizzazione del suo territorio, presenta beni culturali ed ambientali di grande rilevanza. Essi sono stati individuati sia in corrispondenza del singolo tessuto urbano consolidato di ogni frazione sia diffusi nel territorio (avendo rilevato la presenza di episodi isolati certamente da tutelare e conservare). Sulla scorta di quanto affermato in precedenza circa le specifiche caratteristiche della struttura insediativa esistente nel territorio da pianificare (vedi punto 2.2.2), ritrovandoci in presenza di un tessuto policentrico, cioè di una rete di insediamenti autonomi che scambiano forti relazioni fra di loro, e dovendo conseguentemente rispettare e salvaguardare tale specificità, è chiaro che il principale Bene Culturale da salvaguardare e tutelare deve essere non solo il centro storico di Milo, ma anche gli immobili che hanno dato origine ad ogni nucleo insediativo costituente le diverse frazioni. Ciò ha comportato che all’interno di ogni frazione si è riconosciuto un nucleo, classificato come Zona Territoriale omogenea “A”, a cui dovranno essere applicate tutte le specifiche norme relative alla sua salvaguardia e tutela. Secondo questo principio si è pertanto recepito come bene culturale: - il Centro Storico di Milo così come delimitato nel precedente P.R.G., in quanto la sua identificazione e definizione, ad una lettura dell’attuale stato di fatto, si è ritenuta soddisfacente; - le Caselle, costituite da una serie di minute fabbriche edilizie tradizionali in linea che con la propria serialità che forse hanno dato vita al nucleo più antico di tutti gli insediamenti presenti nel territorio; - la zona prospiciente la chiesa di Fornazzo con il relativo invaso costruito, sorto lungo lo snodo viario che collegava Milo con S. Alfio (direttrice est), con il vulcano (direttrice ovest, Mareneve) e con Linguaglossa ed i rimanenti paesi del versante nord del vulcano (direttrice nord);

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- la struttura insediativa che ha originato la frazione di Praino, formata da un insieme di minute case rurali, quasi tutte unifamiliari e terranee, sorte lungo l’asse stradale che collega Milo centro con i paesi della costiera ionica. Da un’attenta e puntuale analisi sugli insediamenti esistenti nel territorio oggetto della pianificazione, immediatamente balza agli occhi, anche di un poco attento lettore dei fatti insediativi esistenti, la presenza di una serie di grosse fabbriche edilizie isolate sparse nella campagna, formate essenzialmente da una casa padronale e da un insieme di edifici minuti posti in relazione fra di loro, spesso, attorno uno slargo comunitario. Tali agglomerati, originariamente costituivano la residenza temporanea del proprietario del fondo ed i nuclei abitativi dei lavoratori che, durante tutto l’anno, operavano nella tenuta agricola. Oltre a tali edifici (destinati a residenze), quasi sempre prospicienti al sopraddetto slargo comunitario, si riscontano quegli ulteriori corpi di fabbrica destinati ad accogliere le specifiche attività produttive legate al fondo agricolo, ovvero i manufatti edilizi entro cui avvenivano le principali operazioni di trasformazione dei prodotti. A testimonianza dell’antica vocazione vinicola della zona, in quasi tutti questi edifici accessori, si riscontrano dei locali nati per la raccolta dell’uva, per la vinificazione e per la conservazione del prodotto trattato, in cui frequentemente ancora oggi trovano posto le antiche strumentazioni per vinificare (palmento, torchio con vite lignea, botti di notevoli dimensioni, ecc..). Tali episodi nella loro specificità, in quanto rappresentano sia un modo di lavorare il fondo agricolo, sia una tipologia costruttiva tradizionale dell’areale e quindi la maniera in cui la società locale si aggregava nel passato per coltivare e sfruttare i prodotti naturali del suolo, si ritiene debbano essere tramandati alle future generazioni, in quanto posseggono il valore di testimonianza e quindi, a pieno titolo, devono ritenersi dei Beni Culturali oggetto di tutela.

2.2.6 Il sistema delle attrezzature e dei servizi. Le attrezzature ed i servizi presenti nel comune di Milo si ritengono assolutamente insufficienti al fabbisogno della popolazione residente sia quantitativamente (ad una verifica di massima sembra che non siano rispettati neanche gli standard per abitante residente di cui al D.M. 1448/68) sia qualitativamente (non esistendo in un territorio a forte vocazione

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turistica aree ed attrezzature né specifiche né incentivanti tali destinazioni d'uso). Le poche attrezzature esistenti, peraltro, gravitano principalmente su Milo centro dove, in prossimità della Piazza Belvedere, il nucleo principale attorno al quale si svolge la vita del paese, sono ubicati la Chiesa Madre, il Municipio, la Biblioteca Comunale, l’Ufficio Postale ed il Centro Servizi. Sempre gravitanti su Milo Centro, si riscontrano delle attrezzature scolastiche costituite da una scuola elementare ed una scuola materna. Dei rimanenti servizi per la collettività solo il parco suburbano dello sgarbaglio ed un campo di calcio (facente parte di una più ampia area già acquisita al demanio comunale e destinata dal precedente p.r.g. Alla creazione di impianti sportivi) sono posti lungo il collegamento viario milo-fornazzo, mentre un centro visite del parco dell’etna ed un edificio polivalente sono situati a fornazzo. Come si può notare dalla descrizione sopraindicata, i servizi presenti nel territorio sono assolutamente insufficienti per le diverse comunità esistenti sia dimensionalmente che per dislocazione, in quanto lasciano alcune frazioni (Praino e Caselle) prive di qualunque servizio anche primario e ad una assoluta dipendenza di quelli posti nella comunità centrale. Si ritiene che le carenze più gravi siano costituite dalla mancanza di un'attrezzatura scolastica specifica atta a ricevere la scuola media e dalla quasi inesistenza di attrezzature sportive (come detto in precedenza esiste solo un solo campo di calcio) in quanto, anche quelle previste nel vecchio P.R.G., di fatto, non sono mai state realizzate. Occorre fare, inoltre, una notazione particolare per le attrezzature turistiche esistenti: si ritengono gravissime, per un territorio così vasto ed a così marcata vocazione turistica., la presenza isolata di un campeggio (il Camping Mareneve) e la totale inesistenza di attrezzature ricettive (alberghi, Ostelli, ecc..), fatto questo che limita notevolmente la reale e corretta fruizione e valorizzazione del territorio. Le attrezzature tecnologiche esistenti sono costituite da un acquedotto che attinge acqua da pozzi per il fabbisogno idropotabile del Comune e dalla rete per la distribuzione dell’energia elettrica.

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Esiste la rete di fognatura e l’impianto di depurazione però, in atto, non utilizzati. Esiste la rete di distribuzione del gas metano ma, attualmente, serve esclusivamente Milo Centro, gli agglomerati di Caselle e Rinazzo nonché il quartiere Volpare.

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3.0 - PROGETTO DI PIANO.

3.1 SCHEMA MORFOLOGICO E ORGANIZZATIVO DI PIANO.

3.1.1 Il sistema residenziale ed i beni culturali da tutelare. Il nuovo studio di piano, parte fondamentalmente: - dallo stato di fatto che si è venuto a creare con le realizzazioni eseguite in conformità del precedente P.R.G.; - dalla forte richiesta di residenzialità da parte dei residenti che, unitamente ai grandi fenomeni di fatiscenza presenti nel patrimonio edilizio esistente, (con conseguenti grandi parti dell’edificato non abitato stabilmente), non riescono a trovare delle aree idonee per nuove abitazioni; - dalla praticamente inesistente edilizia abusiva e dalla fortissima richiesta, da parte dei non residenti, di abitazioni stagionali per fruizione prevalentemente turistica. Sulla scorta delle indagini condotte sulle caratteristiche del sistema insediativo presente nel territorio comunale di Milo e dalle direttive programmatiche indicate dal Consiglio, sono state tratte le linee-guida della presente proposta progettuale. Essendosi evidenziata come caratteristica principale della struttura abitativa “la policentricità degli insediamento abitativi esistenti”, tipologia insediativa che in ogni corretta operatività sul territorio dovrà essere rispettata e salvaguardata, sulla scorta dei dati demografici e sulla base di quanto indicato nei precedenti capitoli, si sono ipotizzati una serie di interventi progettuali che, con la medesima metodologia operativa, sono stati riproposti per ogni insediamento rilevato. Come prima operazione si è individuato il nucleo originario d’ogni agglomerato (o in ogni caso il tessuto urbano avente una notevole istanza storico-ambientale); tale operazione, oltre ad essere un fatto a forte valenza culturale, perché ha determinato più o meno il sito ove la specifica comunità si riconosce, ha come ricaduta operativa l’individuazione di quella

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parte dell’abitato che dovrà essere soggetto a salvaguardia, ovvero la delimitazione della Zona Territoriale omogenea A. Conseguentemente a quanto detto si sono individuate le quattro zone territoriali omogenee A in cui si riconoscono gli agglomerati di Milo e le frazioni di Fornazzo, Praino e Caselle che nelle tavole di progetto allegato alla presente relazione, riportano una campitura in rosso. Con la medesima campitura in rosso sono inoltre individuati i siti e l’edilizia storica da assoggettare a tutela. Entro dette perimetrazioni fra l’altro, sono inclusi i manufatti e le aree per cui il Consiglio Comunale aveva ipotizzato l’apposizione di un vincolo. Entrando nello specifico dei manufatti, o ancor meglio dei complessi edilizi per cui si propone un vincolo, la scelta è caduta su alcuni fabbricati che risultano essere emblematici per la cultura insediativa della zona, fabbriche che non posseggono certamente un elevato valore estetico-formale, ma che per la propria istanza storica, intesa come forte valenza culturale in quanto rappresentano nello specifico un momento significativo della società locale sia per il modo di manifestarsi dal punto di vista edilizio (materico, tecnico- costruttivo, formale, ecc..) sia come memoria storica delle modalità produttive e trasformative del passato, necessariamente devono essere tramandati alle future generazioni essendo le manifestazioni visibili di una società e quindi da intendere come beni culturali. Nell’individuazione di tali beni, la scelta si è limitata a soli sette episodi, i più notevoli e rappresentativi dei valori sopra esposti, ricadenti prevalentemente nelle zone più esterne ai centri abitati. In dettaglio si sono individuati: 1. Analisi del Territorio tav 4b: “Milo Centro, Caselle”. Il complesso da vincolare è costituito da un insieme di manufatti in muratura, oggi in avanzato stato di fatiscenza, che si affacciano lungo il vecchio asse stradale (oggi in disuso) che collegava Milo centro con Zafferana Etnea. A breve distanza dall’insediamento di Caselle, è chiamato localmente “Quartirello”, forse a testimonianza di un vecchio quartiere autonomo, presente nel territorio. L’insieme, d’alto valore storico ed ambientale, dopo essersi snodato su un

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breve tratto diario (di cui ancora oggi è presente la memoria in quanto i manufatti terranei che vi si affacciano riportano gli originari numeri civici) si snoda attorno uno slargo pubblico, certamente luogo d’incontro tra gli abitanti, in cui trova posto un pozzo in pietra lavica da cui attingere l’acqua. Il complesso edificato risulta costituito da una serie di case tradizionali minute (alcune con la copertura crollata) destinate alcune a residenza, diversi palmenti e depositi vari per i prodotti agricoli dell’intorno territoriale; il tutto si configura come un borgo tradizionale certamente da recuperare. 2. Analisi del Territorio tav 4a: “Milo nord, Fornazzo, Praino”. Oggetto del recupero è un terreno prospettante lungo la via di collegamento tra Milo e Fornazzo in cui trova posto un interessante manufatto edilizio testimonianza delle tradizioni costruttive tradizionali locali. Tale manufatto, chiamato localmente “Calcara”, non era altro che un forno tradizionale in cui venivano approntate, mediante cottura dei materiali-base presenti nell’apparecchiatura di fabbrica della tradizione etnea. 3. Analisi del Territorio tav 4a: “Milo nord, Fornazzo, Praino”. Il complesso in esame è certamente l’insieme costruito più significativo sia della cultura costruttiva a cavallo tra l’ottocento ed i primi del novecento sia del modo in cui i locali si aggregavano per produrre e trasformare i prodotti del suolo. Conosciuto localmente con il nome di “Case Continella”, é realizzato totalmente da un insieme di fabbriche in muratura basaltica semisquadrata e malta di ghiara o di azolo che si snodano attorno ad un grande spiazzo (la piazza della comunità) dotato di una suggestiva vista di tutta la costa a valle. Attorno a tale spazio, in origine dotato di tavoli in pietra, lavatoi, ecc.., purtroppo oggi a causa dei continui furti (in quanto gli attuali proprietari non risiedono nell’isola, lasciando il tutto in un notevole stato di abbandono pluridecennale) non più presenti, si snodano numerosi manufatti edilizi costituiti da: un insieme di case per i lavoratori della terra, un edificio principale in cui, si presume, risiedeva (e a volte villeggiava) il proprietario latifondista (n.b.: un piccolo vano di tale edificio, raggiungibile direttamente dal cortile, era destinato a cappella per le funzioni religiose della comunità), due corpi edilizi prospettanti uno sullo slargo ed uno sulla via comunale destinati a palmento ed un grande deposito, ancora oggi

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occupato da enormi botti lignee atte a contenere il vino e realizzato con notevole sapienza costruttiva (passerelle lignee a mezza altezza per circuitare le botti, capriate lignee a grandi luci per sorreggere la copertura in coppi e canali, elementi di sostegno puntuali verticali realizzati in conci lapidei basaltici perfettamente lavorati, ecc..). L’insieme di grande suggestione si ritiene ad alta valenza culturale e quindi necessario di tutela. 4. Analisi del Territorio tav 4a: “Milo nord, Fornazzo, Praino”. L’insieme costruito, conosciuto localmente come “Case Rossi” è formato da diversi fabbricati tradizionali testimonianza degli insediamenti rurali del territorio dei primi del novecento. Il complesso in esame risulta costituito da alcune case basse (in buono stato di manutenzione), delle vie interne padronali (su cui si trova anche un vecchio pozzo) ed un edificio padronale, in muratura, che si eleva su due piani fuori terra. Si ritiene che il tutto debba essere tutelato come testimonianza dei tradizionali insediamenti abitativi che punteggiavano originariamente il territorio. 5. Analisi del Territorio tav 4a: “Milo nord, Fornazzo, Praino”. L’agglomerato in esame, in buone condizioni d’uso, è conosciuto localmente come “Casa Battiato”. E’ un insieme di fabbricati il cui impianto è, probabilmente, di fine ottocento, ma su cui sono avvenute nel tempo diverse manomissioni ed ampliamenti. Oggi si presenta con un corpo principale destinato a residenza, uso perfettamente congruente con la tipologia architettonica originaria, e dei corpi accessori oggi riusati con funzioni diverse rispetto a quelle primitiva. Il tutto manifesta un caratteristico uso del territorio per villeggiatura e quindi non destinato ai residenti, ma sempre legato e complementare alle attività agricole dell’intorno. Pertanto si ritiene che il complesso debba essere soggetto a tutela per tramandare la specifica istanza culturale descritta. 6. Analisi del Territorio tav 4b: “Milo Centro, Caselle”. Il complesso in esame, di grande consistenza edilizia, è conosciuto localmente con il nome di “Case Spoto”; esso è formato da numerosi corpi di fabbrica che si snodano attorno ad uno spazio privato, in cui si svolgeva la vita quotidiana dei lavoratori addetti alla conduzione del fondo agricolo nonché delle relative famiglie. Dal punto di vista edilizio esso è costituito da un serie di

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manufatti in muratura basaltica tradizionale, definiti superiormente da un insieme di coperture in coppi e canali tradizionali. L’agglomerato (in quanto per consistenza edilizia si può così definire), si ritiene debba essere soggetto a tutela in quanto rappresenta sia un modo di coltivare il territorio sia come, nel passato contadino locale, gli addetti, raggruppati in piccole comunità, andavano ad insediarsi e vivere. 7. Analisi del Territorio tav 4b: “Milo Centro, Caselle”. Analogamente al punto precedente, l’insediamento in esame risulta formato da diversi corpi di fabbrica, ma con un elemento edilizio, la casa del proprietario ed annessa quella del massaro, che per consistenza si erge su tutto l’insieme sino a diventare quasi un elemento residenziale distintivo del tutto, cioè un palazzo residenziale. Infatti l’elemento principale del complesso, conosciuto localmente con il nome di “Volpare”, dalla denominazione di un circolo culturale gastronomico che ha avuto sede in esso in un recente passato, si snoda su diverse elevazioni sì da renderlo visibile anche da grandi distanze. L’insieme, di elevato valore culturale, proprio per il rapporto esistente tra il modello insediativo ed il territorio, si ritiene debba essere tutelato a causa della propria istanza culturale. Degli agglomerati descritti viene accluso un breve rilievo fotografico. Si è passato quindi, come richiesto dal Consiglio Comunale (vedi punto 1.0), ad individuare le aree che risultano passibili di riclassificazione e precisamente quelle zone che, per caratteristiche proprie, possono essere classificate Zone territoriali omogenee B. In conformità ai principi già sopra esposti, sulla base dell'art. 2 del D.M. 2 aprile 1968 n.1444, che prevede classificabili come Zone territoriali omogenee B solo quelle zone in cui la superficie coperta degli edifici esistenti risulta non inferiore al 12,5% (un ottavo) della superficie fondiaria della zona e nelle quali la densità territoriale sia superiore a 1,5 mc/mq, si sono individuate in ogni agglomerato (Milo, Fornazzo, Caselle e Praino), con apposita campitura in blu, delle Zone territoriali omogenee B aventi tutte la peculiarità di essere servite da strade esistenti e, per quelle porzioni di territori localizzate anche in prossimità della nuova viabilità di progetto, cercando di consentirne la fruibilità oltre che dalla viabilità esistente anche da quella prevista in progetto.

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Per quanto riguarda infine le zone d’espansione dei vari nuclei abitati, la scelta insediativa ipotizzata risulta finalizzata all'individuazione delle nuove direttrici d’espansione dei vari insediamenti. Pertanto, oltre al già citato principio della policentricità del sistema insediativo presente, si sono individuati alcuni principi che sono stati applicati in dettaglio in seno al progetto esecutivo e cioè: - abbandono della filosofia della zonizzazione per puntare all'individuazione di aree urbane integrate con il centro urbano principale e funzionalmente ad esso collegate; - le aree di espansione sono sempre confinanti con i nuclei esistenti e risultano diffuse nel territorio, evitando, pertanto la concentrazione in pochi siti sì da evitare la nascita di nuovi quartieri; - le varie aree residenziali sono dimensionate e rapportate al singolo agglomerato di cui rappresentano l'espansione; - vengono individuate due sottoclassificazioni all'interno delle zone di espansione C e C1 (con differenti cubature realizzabili C=1 mc/mq C1= 0,75 mc/mq) per rispondere alla diversa richiesta abitativa presente e tenere conto sia delle aree classificate nel precedente P.R.G. come zone di espansione (sottozona C) sia delle nuove aree di espansione individuate nella presente redazione progettuale (sottozona C1); - vengono perimetrate delle particolari zone di espansione, denominate AT (aree turistiche), da destinarsi alla specifica residenza temporanea. Fissati i principi sopraddetti, per quanto riguarda la localizzazione delle direttrici di espansione, si sono confermate le aree C (secondo la previsione del vecchio P.R.G.) non ancora edificate e si é ipotizzata una nuova espansione nei seguenti siti: - a Fornazzo, lungo la direttrice di via Sciara-Praino; - a Praino, lungo le strade via Martiri d'Ungheria e via Soglio; - a Milo, lungo via Marconi e via della Regione (sino a Caselle); - a Caselle, lungovia Pianogrande. Si precisa che alcune aree da destinare a tali zone, indicate come possibili zone di espansione nelle Direttive programmatiche del Consiglio Comunale e non riportate nel

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presente progetto di piano, non risultano edificabili a causa della presenza di vincoli idrogeologico, agronomico-forestale e/o di Parco Dell'Etna. In particolare ci si riferisce alle zone lungo le strade Mareneve, Musco, Campanaro, Fornaci, Spoto, Salice, Aranci, del Bosco. Per lo stesso motivo alcune aree classificate edificabili nel precedente P.R.G. (nelle zone di Praino e Milo) oggi risultano vincolate con inedificabilità totale.

3.1.2 Il sistema viario Il nuovo sistema viario previsto in progetto cerca di ottimizzare, senza peraltro stravolgere, il sistema infrastrutturale esistente. Costituendo la strada provinciale Sp 59 essenzialmente sia l'asse portante dell'abitato di Milo e Fornazzo sia la via di collegamento preferenziale con Catania (ed i comuni della fascia pedemontana) e con il versante nord dell'Etna, diventando pertanto sede di percorrenza anche per il traffico occasionale di transito, si é rilevata la necessità di creare una valida alternativa prevedendo, limitatamente ad alcuni tratti, una viabilità parallela cui viene affidato il compito sia di bypassare alcune zone dell'abitato (o tratti stradali particolarmente tortuosi), che fornire una nuova via di smaltimento per eventuale traffico occasionale e/o eccezionale presente (festivo o, anche, provocato da calamità). Caratteristica principale di tale viabilità, non potendo per motivi orografici e di tutela paesaggistica né allargare la sede stradale né eliminare alcuni tornanti esistenti, risulta essere il funzionamento circuitale; infatti, rispettando le Direttive indicate dal Consiglio Comunale, é stato possibile prevedere una serie di strade di piano che consentono, a tratti, percorsi alternativi a quelli esistenti, migliorando decisamente ed in maniera non traumatica la viabilità attuale. Tale filosofia di intervento é stata altresì applicata anche alla via Mazzini con conseguenti benefici per il traffico veicolare che da Milo centro va verso la frazione di Praino. Entrando specificatamente nello schema di funzionamento della sopraddetta viabilità si ha:

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- per quanto riguarda la SP 59/II si è ipotizzato un nuovo percorso viario che va da via Bellini (al bivio con via Belvedere) e la via Urnazza con riallaccio in via Bellini in prossimità del campo sportivo. Un secondo anello viene creato dal collegamento tra via Mongibello e via Sciara Praino. Tale circuitazione viene completata a sud fino al bivio tra corso Italia e via Etnea. - per quanto riguarda la viabilità da Milo centro a Praino, si é prevista una strada che partendo da Piazza Madonna delle Grazie si congiunge con l'esistente al bivio tra via Viola e via Mazzini. - per quanto riguarda Caselle é stato previsto un collegamento tra via Algerazzi e via Pianogrande. Infine, il collegamento richiesto nelle direttive tra Corso Italia e via Marconi non viene previsto per le difficoltà tecniche derivanti dall’orografia naturale. Oltre alle nuove strade di progetto descritte, si è recepita la viabilità programmata dall'Amministrazione ed inserita nel Piano triennale delle OO.PP.. Le principali vie di collegamento previste nel P.R.G. risultano individuate, in seno agli elaborati grafici, con una campitura denominata in Legenda “Nuova viabilità”

3.1.3 Il sistema delle attrezzature e dei servizi.

L'analisi dello stato di fatto, sulla scorta di quanto previsto dal D.M. 1444/68, ha evidenziato che le superfici necessarie a soddisfare il fabbisogno di spazi pubblici, specialmente quelli riservati alle attività collettive, parcheggi ed attrezzature scolastiche, risultano superiori a quelle attualmente presenti. Essendo quindi necessario reperire ulteriori aree da assoggettare a tale destinazione, si sono fissati i criteri da seguire per la loro individuazione e localizzazione in seno al territorio comunale: - Le aree da destinare ad attrezzature e servizi, compatibilmente con lo specifico stato di fatto, saranno localizzate in prossimità d’ogni agglomerato edificato ribadendo il già citato principio della "policentricità dei sistemi insediativi presenti".

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- I servizi, compatibilmente alla specifica destinazione d'uso ed alla dimensione minima atta ad assicurare un loro ottimale funzionamento, saranno localizzati in maniera diffusa nel territorio. - Sia i servizi sia le attrezzature esistenti e di progetto, non saranno progettati e localizzati nel territorio come singole attività non residenziali destinati ad assolvere prestazioni specifiche poste a servizio della residenza, ma s’ipotizzeranno come "un sistema complesso" ovvero come un unicum d’attività interconnesse dislocate nel territorio aventi il duplice compito sia di riequilibrare eventuali carenze presenti sia di ricucire il tessuto urbano frammentato in quattro singole comunità. Per quanto riguarda inoltre l'individuazione e la localizzazione degli stessi in seno al territorio, pur rimandando alla fase esecutiva della progettazione urbanistica ogni esatta specificazione e quantificazione, sulla scorta di quanto richiesto dal Consiglio Comunale sono stati individuati i principali siti ove s’ipotizza di localizzare tali aree. In particolare si ha per:

3.1.3.1 Le scuole.

Poiché manca un edificio destinato specificatamente alla scuola media, si conferma l'area prevista nel vecchio P.R.G. ovvero la stessa zona ove attualmente sono ubicate la scuola Elementare e la scuola materna.

3.1.3.2 Impianti sportivi.

Poiché si ritiene importante, per un’ottimizzazione del funzionamento delle strutture esistenti ed in progetto, effettuare una concentrazione di tutte le attività sportive, esistendo un unico impianto in contrada Sgarbaglio (consistente in un campo di calcio), si è ritenuto opportuno reperire le nuove aree da destinare ad ulteriori attività in aderenza e contiguamente ad esso. Si fa notare, peraltro, che alcuni impianti sportivi risultano già previsti nel vecchio P.R.G. ed inclusi nel Piano Triennale delle OO.PP..

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3.1.3.3 Servizi turistici. L'elevato grado di conservazione del paesaggio e del territorio unitamente alla quasi totale inesistenza del fenomeno dell'abusivismo, alla genuinità dei prodotti locali, delle tradizioni culturali, alla salubrità del sito ed alla possibilità di poter effettuare, nell'arco di qualche ora, delle escursioni sia sull'Etna, sia negli splendidi boschi dell'intorno, sia sul litorale marino (specialmente quello che va da Riposto a Mascali), ha provocato l'innesco di un flusso turistico che ha portato, negli ultimi anni, alla graduale riscoperta del Comune di Milo. Benché ormai da un quinquennio questo fenomeno risulta in atto, la quasi totale assenza di strutture ricettive (risulta presente nel territorio solo il Campeggio Mareneve posto a sud del Comune di Milo) ha però frenato la forte vocazione turistica del comprensorio consentendo, attualmente, l'unico turismo possibile di fatto: quello giornaliero. Appare chiara, pertanto, la necessità di reperire in seno al territorio una serie di aree da destinare a tutte quelle attività che risultano, direttamente od indirettamente, poste a servizio del turismo. La scelta delle suddette aree è avvenuta in conformità dei principi generali enunciati in precedenza, validi per tutti i servizi (policentricità degli agglomerati, localizzazione in prossimità dell'abitato, diffusione nel territorio). Rilevate e fatte proprie le direttive del Consiglio Comunale che specificano, fra l'altro, l'inadeguatezza della scelta effettuata dal vecchio P.R.G. che individuava una grossa area destinata a nuclei di servizio turistico (alberghi, pensioni, ristoranti, rifugi, ecc.) nel quartiere di Rinazzo, si è proposta la sua sostituzione con una serie di piccole zone (aventi la medesima destinazione urbanistica) diffuse nel territorio, di cui la maggiore e più articolata è stata localizzata nella frazione di Fornazzo. In una parte di essa potrebbe trovare posto, oltre a tutte le attività legate alla ricezione ed alla ristorazione turistica, anche un Ostello della Gioventù mentre nella rimanente parte, ad essa confinante e collegata, s’ipotizza di localizzare un campeggio. Almeno un'altra area, sempre destinata a servizi turistici, trova posto in Milo centro, un'altra ancora nella frazione di Caselle. Infine, con opportuna e specifica classificazione all'interno delle zone a servizi, si sono previste: - due aree da destinare a piccoli mercatini per la commercializzazione diretta dei prodotti tipici del territorio di Milo; il primo sarà localizzato in prossimità di Fornazzo mentre un secondo nelle adiacenze del centro di Milo.

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- un’area da destinare ad attrezzature per Agriturismo, localizzata a Praino in prossimità della via Martiri d'Ungheria. Per quanto riguarda l'identificazione e la localizzazione di massima dei servizi essi sono stati individuati tutti con una campitura in verde denominando ulteriormente con la sigla AT quelli specificatamente destinati al turismo.

3.1.4 La zona artigianale e gli insediamenti produttivi. Attualmente, in seno al vigente P.R.G. viene identificata una zona artigianale, posta lungo la SP 59/II, ove si svolgono delle attività relative al taglio ed alla lavorazione del legno. Nel presente progetto di Piano si prevede pertanto un suo ampliamento al fine di ottimizzare gli spazi esistenti ed incentivare successivi nuovi insediamenti produttivi. Durante il rilievo dello stato di fatto, a monte della frazione di Caselle si è rilevata inoltre un altro insediamento produttivo, peraltro non inserito organicamente nello strumento urbanistico vigente. Rilevata la necessità di normare l'esistente e di incentivare l'insediamento di nuove strutture, viene ipotizzata quindi, in tale sito, una seconda zona territoriale destinata a tali usi. Anche tali aree, classificate come zone territoriali omogenee “D”, vengono individuate nella planimetria allegata con un’opportuna campitura colore marrone.

3.1.5 Aree da destinare ad insediamenti commerciali ed a mercati per la vendita diretta di prodotti tipici. Per quanto riguarda le aree in esame, e specificatamente gli insediamenti commerciali medi e grandi per la vendita a dettaglio e per la vendita dei prodotti tipici, vista la L.R. n.28/99 relativa alla “Individuazione di aree da destinare ad insediamenti commerciali e di aree da destinare a mercati per la vendita diretta dei prodotti tipici” ed alcune delibere consiliari inerenti la tematica, il Consiglio Comunale di Milo, con deliberazione n. 25 del 16.07.2003, deliberava: - Di non prevedere aree da destinare agli insediamenti commerciali ed, in particolare, le aree in cui possono essere consentiti gli insediamenti di media e grandi strutture di vendita a dettaglio;

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- Di confermare le aree per il commercio su aree pubbliche di cui alla delibera del Commissario ad Acta n. 1 del 22.02.2000 Pertanto, analizzato lo stato di fatto, il fabbisogno reale degli abitanti residenti nel territorio da pianificare e la volontà espressa dal Consiglio Comunale con la sopraddetta deliberazione, si ritiene opportuno recepire l’istanza del Consiglio comunale e non prevedere degli specifici spazi nel territorio comunale da destinare agli usi di cui in oggetto.

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3.2 IL DIMENSIONAMENTO DEL PIANO.

Nelle direttive predisposte dal Consiglio Comunale, ..viene indicato (per il territorio di Milo) un incremento della popolazione residente per i prossimi 20 anni fino a raggiungere i 3.000 abitanti.. (dalle direttive del C.C., delibera Consiliare 23/95, vedi pag 5 della presente relazione); tale ..ipotesi di dimensionamento, però, come recita al punto 3) la delibera n.01 del 29/08/97 del Commissario ad Acta in cui viene adottato lo Schema di Massima del Piano, dovrà essere esplicitata attraverso l’andamento demografico desumibile dai dati ISTAT, nonché mediante la valutazione della consistenza del patrimonio edilizio esistente, con riferimento all’effettiva destinazione d’uso e/o d’utilizzazione ed alle concrete possibilità di recupero di quella parte risultante in condizione di degrado... Si ritiene opportuno quindi, prima di procedere al dimensionamento del piano, riprendere dei concetti relativi all’andamento demografico della popolazione già esplicitati in precedenza (vedi punto 2.2.3), supportati da alcune considerazioni sullo stato di fatto consequenziali all’analisi condotta sul territorio effettuata estrapolando una serie d’informazioni inerenti alla popolazione presente (dati ISTAT disaggregati del 14° Censimento della popolazione e delle abitazioni, Popolazione dell’AIRE, ecc.) nonché dal relativo utilizzo dei principali servizi presenti (Dati raccolta rifiuti solidi urbani, numero utenze acquedotto e T.A.R.S.U., ecc..). La popolazione residente nel territorio, come si è visto (vedi pag. 28) è passata da 1270 unità presenti nel 1981 (ovvero prima dell’entrata in vigore del presente P.R.G.) alle 1122 del 1991, con un decremento percentuale pari a circa 11,65%, per attestarsi a 1104 con l’ultimo censimento (per un totale di 1048 persone dimoranti abitualmente, costituenti 435 famiglie, e 56 convivenze), ovvero stabilizzandosi in quanto la perdita di sole 18 unità rispetto al precedente decennio (una variazione di circa l’1,60% della popolazione), statisticamente, si può ritenere praticamente posta all’interno delle oscillazioni fisiologiche previste negli intervalli di confidenza prefissati per i rilevamenti statistici.

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Quindi, come dato progettuale di partenza si ha che, dopo una prima diminuzione della popolazione intervenuta con l’entrata in vigore del precedente strumento urbanistico (anni 1981/1991), il numero degli abitanti rimane stabile per oltre un decennio sino ai giorni nostri.

ABITANTI COMUNE DI MILO (ISTAT 2001) Fornazzo 161 Praino 96 Milo Centro 643 Caselle 108 Contrada Zappino 6 Case sparse 90 TOTALE 1104

Sempre riferendoci ai precedenti periodi temporali, guardando specificatamente ai due passati decenni, è necessario inoltre evidenziare l’andamento quantitativo delle abitazioni nell’areale: da un totale di 2.171 vani presenti nel 1981 si passa ai 3.142 attuali; dato questo che però occorre correggere rapportandolo alle abitazioni effettivamente disponibili per i residenti. Come già fatto rilevare (cfr. punto 2.2.3), infatti, un fenomeno abnorme presente nel territorio è quello dei vani non occupati (ovvero utilizzati temporaneamente o in abbandono), che passano dai 915 del 1981 ai 1.673 del 2001 (dati desunti dai censimenti ISTAT), rendendo così in pratica disponibili per i residenti meno del 50% dei vani esistenti nel territorio. Per quanto riguarda l’utilizzo del patrimonio esistente, ovvero l’andamento qualitativo delle abitazioni con riferimento alla reale possibilità abitativa da parte dei milesi (attuali ed insediabili durante la vigenza del P.R.G.), le indagini condotte hanno fatto rilevare che: − La popolazione dell’AIRE del Comune è pari a 133 unità (come da certificazione dell’Ufficio Anagrafe e stato civile del Comune del 27.03.2003). − Le utenze del servizio idrico sono 862 di cui tre per uso turistico, 22 per uso industriale temporaneo e quattro per uso industriale permanente.

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− I dati definitivi relativi alla raccolta dei rifiuti solidi urbani (ultimo anno utile: anno 2002) indicano un totale di 652.376 Kg prodotti nel Comune in dodici mesi; la lettura disaggregata di tale dato, però, fa rilevare che la raccolta media mensile non é costante durante tutto l’anno mesi ma varia notevolmente attestandosi, con riferimento alla produzione annuale, nel periodo compreso tra novembre e giugno (con l’esclusione del mese di aprile) con una percentuale mensile pari al 6,8% mentre, nei mesi che vanno da luglio ad ottobre (ivi compreso il mese di aprile che solitamente include le ferie pasquali), con una percentuale di raccolta di rifiuti mensile pari al 10,4 %. Da tali dati si deduce quindi che in corrispondenza di alcuni limitati periodi dell’anno, coincidenti con i mesi a vocazione turistica, la produzione di rifiuti aumenta di oltre il 50% rispetto a quanto prodotto durante il rimanente periodo annuale, fatto questo che indica inequivocabilmente un intenso uso turistico del patrimonio abitativo esistente. − Disaggregando i dati ottenuti con il 14° Censimento Generale della Popolazione, relativamente alla distribuzione delle famiglie nel territorio da pianificare (dal Riepilogo dei Computi giornalieri dei dati provvisori delle sezioni), è possibile inoltre valutare con notevole attendibilità il numero degli abitanti residenti all’interno di quelle zone che sono certamente da considerarsi come nuclei storici dei diversi agglomerati urbani generatori della rete policentrica che hanno formato l’insediamento abitativo del territorio milese. Da tale indagine si ha che i residenti censiti nelle vie ricadenti all’interno di tali nuclei sono: in Milo centro, risultano presenti circa 100 abitanti; nella frazione di Fornazzo 40; nella frazione di Caselle 25-30 e nella frazione di Praino 20. Sulla scorta dei risultati delle indagini descritte, prima di effettuare un dimensionamento del fabbisogno abitativo, si è reso necessario infine analizzare in dettaglio le tipologie e lo stato d’uso del patrimonio edilizio, per comprendere se gli edifici esistenti sfruttano al meglio le potenzialità abitative derivanti dalle volumetrie presenti, anche sulla scorta del reale stato di conservazione dei manufatti.

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Il patrimonio attuale, per quanto riguarda gli edifici configuranti i diversi centri abitati, risulta essenzialmente costituito da una serie di fabbriche a due elevazioni, formate solitamente da un doppio corpo a maglia muraria (con passo pari ad almeno ml. 4,00 × 4,00) in cui il piano terra, all’epoca dell’impianto, era solitamente destinato ad attività non residenziali (depositi, commercio, ecc.); mentre, per quanto riguarda l’edilizia rurale, esso risulta formato da una serie di grossi manufatti edilizi, disseminati per il territorio che fungevano da centro di raccolta e luogo di trasformazione dei prodotti del suolo, da residenza stabile per gli addetti a tali lavorazioni, nonché, spesso, da sito di villeggiatura per i proprietari del latifondo. La caratteristica che maggiormente balza all’occhio, anche ad una analisi superficiale dello stato di fatto, è la notevole vetustà di tale patrimonio edilizio che, già in sede di stesura del precedente P.R.G., veniva evidenziata nella Relazione del P.R.G. con la citazione dei dati SVIMEZ (Guida statistica per i Comuni e le Aree del Mezzogiorno – Sicilia, edito dallo SVIMEZ nel 1975) dell’epoca che accertavano l’esistenza di un notevole patrimonio vetusto in cui “..oltre il 20% delle abitazioni esistenti sono datate, come epoca di costruzione, anteriormente al 1919..” (dalla Relazione del P.R.G. di Milo, 24.06.85, punto 10 Dimensionamento del Piano). Da tale data ad oggi, come è possibile verificare dalle sporadiche richieste manutentive o per trasformazioni edilizie effettuate dai singoli proprietari presso l’U.T.C. di Milo e sulla scorta dei sopralluoghi condotti, il patrimonio esistente è andato via via depauperandosi sempre più. Oggi, pertanto, si assiste: nei nuclei storici dei centri abitati, alla presenza di notevoli fenomeni di degrado e fatiscenza che, unitamente alla impossibilità ad organizzare migliori spazi abitativi (anche frazionando in più e distinte abitazioni le volumetrie esistenti), comportano una bassa utilizzazione residenziale del costruito (provocando di fatto l’espulsione delle nuove coppie che si vanno a formare); nei grossi contenitori edilizi che punteggiano il territorio, che peraltro hanno da tempo perso la loro originaria funzione commerciale e produttiva (a causa degli elevati costi di gestione necessari per la loro conservazione ed utilizzazione), ad un generale stato di abbandono che li conduce

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al totale decadimento e quindi all’inevitabile stato di rudere, negando per essi ogni futura possibilità residenziale. In conclusione quindi, dagli accertamenti e dalle indagini condotte, sinteticamente, si può affermare: - Il patrimonio abitativo esistente, soprattutto in corrispondenza dei nuclei storici della rete insediativa, è costituito da una serie di edifici sottoutilizzati a causa sia della loro vetustà sia per la presenza di notevoli fenomeni di fatiscenza, mentre, quello disseminato per il territorio, è formato da grossi contenitori quasi tutti con un elevato stato di decadimento o in totale abbandono, complessi insediativi quest’ultimi che rappresentano la memoria di processi produttivi del passato ma attualmente in fase di dismissione. - Una grande quantità dei vani esistenti non sono stabilmente occupati, con percentuali di utilizzo superiore al 50% del patrimonio presente. - Dai dati relativi alla raccolta dei rifiuti solidi urbani si rileva che i nuclei insediativi hanno un’elevatissima vocazione turistica; infatti, nei mesi estivi, la raccolta dei rifiuti solidi aumenta notevolmente, circa il 50 % rispetto al residuo periodo dell’anno. - Gli abitanti residenti nei nuclei storici della rete insediativa sono circa 190, mentre la restante parte è localizzata nelle rimanenti porzioni di territorio. Si ritiene a questo punto, inoltre, opportuno riportare le due considerazioni già condotte in precedenza a conclusione del capitolo 2.2.3 avente per oggetto LA STRUTTURA DEMOGRAFICA ED IL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE e cioè: • il precedente P.R.G. non solo non ha consentito a tutte le famiglie di residenti che coabitavano di ottenere una propria abitazione, ma ha provocato l'allontanamento di quelle di nuova formazione e l'espulsione di ben 29 famiglie (467 − 438), oltre a tutte quelle di nuova formazione; • la impressionante crescita dei vani non abitati, pari al 53,25% dei vani esistenti (1653 vani non abitati su un totale di 3.142, ISTAT 2001), deriva dalla specifica tipologia della struttura edilizia presente nel territorio, in cui trovano posto grossi edifici di origine contadina, oggi sempre più abbandonati e dal sempre maggiore uso degli alloggi

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esistenti come case per non residenti, utilizzati quasi esclusivamente per villeggiatura. Ciò fa si che il reale fabbisogno di case nell’areale risulta elevatissimo, creando di fatto un mercato immobiliare del nuovo quasi inesistente (a causa della mancanza di nuove aree edificabili) ed uno dell'usato che presenta, a causa delle grandi consistenze volumetriche in gioco e del notevole stato di decadimento esistente, costi di recupero elevatissimi, a valori commerciali elevatissimi sicuramente ben superiori anche rispetto a quelli metropolitani, pertanto inavvicinabile per i residenti. Sulla scorta dei risultati pervenuti dalle sopraindicate indagini, per procedere al dimensionamento del piano, si ritiene che l’indicazione di 3000 abitanti che la popolazione del Comune di Milo dovrebbe raggiungere nel suo periodo di vigenza, (indicazione data dal Consiglio Comunale nelle Direttive impartite ai progettisti), anche tenendo conto della fortissima richiesta di residenza da parte degli abitanti e delle famiglie di nuova formazione, che attualmente sono costrette a trasferirsi nei Comuni limitrofi, sia leggermente superiore al reale fabbisogno abitativo. Dopo aver condotto le indagini e le verifiche prescritte dal Commissario ad acta nella deliberazione di adozione dello schema di massima del piano e tenendo conto delle edificabilità consentite dal precedente P.R.G., entrando nello specifico del dimensionamento si ritiene che il numero della popolazione insediabile nel territorio debba quantificarsi al massimo pari a 2635, entità questa necessaria e finalizzata per: - applicare una corretta politica edilizia che miri al recupero abitativo dell’esistente sia nei confronti dell’edificato storico (tutela e conservazione) sia di quello recente (con un maggiore utilizzo delle volumetrie presenti; - riequilibrare gli scompensi abitativi riscontrati all’interno nell’edilizia esistente; - tenere conto delle volumetrie presenti e, di larga massima, delle edificabilità consentite dalle previsioni del P.R.G. oggetto di rielaborazione (limitatamente e specificatamente alle zone territoriali omogenee di completamento, zone “B”);

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- consentire una piccolissima nuova edificazione tenendo conto che i nuovi abitanti insediabili saranno ripartiti nelle quattro diverse realtà insediative esistenti (Milo centro, Fornazzo, Praino e Caselle). In dettaglio, per quanto riguarda la definizione della: • Zona territoriale omogenea “A”, identificata già in sede di stesura del precedente P.R.G., essa si ritiene corretta, assumendo tale delimitazione però, come nucleo storico dell’insediamento di Milo Centro; per cui si conferma la delimitazione esistente. Vengono inoltre nel nuovo piano individuate altre tre nuove zone territoriali omogenee “A”, in corrispondenza di ogni nucleo generatore dei diversi centri urbani che ha originato la rete policentrica presente nel territorio (Fornazzo, Praino e Caselle). Tenendo conto della fatiscenza del patrimonio abitativo ricadente all’interno di tali aree, certamente il più antico fra tutto quello presente, e dei dati ISTAT (XIV° Censimento Nazionale della Popolazione), che identificano in 190 gli abitanti stabilmente residenti all’interno di tali zone, si ritiene che operando con una corretta attività finalizzata al recupero ed alla rivitalizzazione del patrimonio edilizio esistente, con tutte le metodiche opportune e consentite dalle normative specifiche per le operazioni edilizie possibili all’interno dei nuclei storici, si possa notevolmente migliorare la utilizzazione per fini residenziali dei manufatti già esistenti, provocando un aumento della popolazione insediabile sino a circa il 50% rispetto a quella attuale, che a regime di piano passerebbe da 190 a 300.

AbitA = 300 abitanti • Zona territoriale omogenea “B”, si è iniziato ad operare considerando come stato di fatto la delimitazione effettuata nel precedente P.R.G. di cui si sta eseguendo l’elaborazione e l’aggiornamento, verificando quindi in prima istanza se le diverse aree ricadenti all’interno di tale zone possedessero in realtà tutte le caratteristiche normative affinché potessero essere incluse nelle zone territoriali omogenee “B” (rapporto di copertura, ecc.). Quindi, entrando all’interno del significato concettuale che tale zona dovrebbe assumere in una generale classificazione e gerarchizzazione delle aree in un territorio, zona di completamento del tessuto esistente, tenendo conto delle tipologie abitative riscontrate

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(edilizia nastriforme che si estende lungo le vie di comunicazione sino a formare una rete di tessuto urbano, ma con corpi di fabbrica aventi una limitata profondità – infatti subito dietro la cortina edificata si riscontra sempre il verde agricolo o il bosco –) che privilegia realizzazioni lungo assi ortogonali alla viabilità esistente consolidata, si è ritenuto necessario normare lo stato di fatto attuale limitando l’estensione della zona “B” a quelle aree che etimologicamente e concettualmente possano essere definite realmente di completamento, cioè: quelle in cui attualmente insistono dei fabbricati e quelle contigue strettamente di pertinenza ed atte a completare il tessuto esistente lungo le cortine edilizie prospettanti sulle vie pubbliche; limitando, nel contempo, al massimo la edificabilità per le aree poste a valle o a monte dei fabbricati retrostanti all’edilizia esistente quando questa risulta confinante con grandi spazi liberi. Considerando le specifiche caratteristiche edilizie presenti che risultano formate da grandi volumi edificati con notevoli cubature, in cui il piano terreno è quasi sempre destinato ad usi differenti da quello residenziale, dopo aver ristretto la delimitazione della zona “B” secondo le modalità sopra descritte (verifiche normative ed esclusione delle parti non assimilabili a zone di reale completamento edilizio), nella rielaborazione del P.R.G. si sono identificate delle nuove zone “B” (una per ogni nucleo insediativo) per una superficie totale pari a 96.158,25 mq.. Considerando per la zona in esame un indice di densità fondiaria pari a 1,5 mc/mq., la volumetria massima realizzabile risulterebbe essere:

• Vb = 108.9834× 1,5 = 163.476 mc. Tenendo conto che attraverso il recupero dell’edilizia esistente, che consente un maggiore sfruttamento edilizio per fini residenziali, data la specificità tipologica riscontrata e le destinazioni attuali si ritiene plausibile considerare insediabile 1 abitante per ogni 100 mc. di edilizia consentita. Si ha conseguentemente che gli abitanti insediabili nelle diverse zone “B” risultano essere

AbitB = 163.476 / 100 = 1.634 abitanti • Zona territoriale omogenea “C” analogamente a quanto fatto per le zone “A” e “B” descritte in precedenza, si è iniziato a verificare la rispondenza tra la vocazione delle

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diverse aree classificate nel precedente P.R.G. come omogenee “C” alle indicazioni dettate dal Consiglio Comunale, identificando e suddividendo, quindi, per i diversi agglomerati urbani (Milo Centro, Fornazzo Praino e Caselle), le reali necessità abitative da addebitare alla futura edilizia di espansione; quindi, dopo aver verificato puntualmente: - l’assoluta indisponibilità attuale di aree edificabili; - l’estrema parcellizzazione del territorio che rende difficili ipotesi di lottizzazione da parte di privati; - la peculiare struttura dell’abitato che non sopporta la nascita di altri quartieri, considerata l’esiguità dei centri abitati di Milo Centro, Fornazzo, Praino e Caselle e considerata la non rilevante consistenza del fabbisogno di volumi realizzabili; si è ritenuto opportuno individuare, per quanto riguarda le zone in argomento, due aree omogenee, indicate come “C” e “C1”, aventi il compito di soddisfare le future esigenze abitative di espansione per i diversi nuclei insediativi presenti. La zona “C”, di massima, riconferma le aree classificate dal precedente piano come zone di espansione (naturalmente quando tali aree risultano compatibili con: i diversi vincoli dettati dall’attuale normativa, la realtà presente, con le direttive emanate dal Consiglio Comunale e, conseguentemente, con la struttura generale del nuovo P.R.G.), prevedendo per esse un indice di densità fondiaria pari ad 1 mc/mq. (confermando quindi, generalmente, delle aspettative già acquisite dai diversi proprietari con il precedente piano). La zona “C1”, invece, scaturisce sia da un analisi di dettaglio del territorio sia per assecondare le richieste contenute nelle Direttive del Consiglio, nonché dalla reale esigenza di creare diverse piccolissime nuove zone di espansione (solitamente lungo i tracciati pubblici) che consentano una modesta edificazione futura riequilibratrice della domanda di residenza delle diverse comunità. Per tale zona viene previsto un coefficiente di densità fondiaria ridotto rispetto al primo, pari a 0,75 mc/mq.

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Avendo identificato, per le diverse zone “C”, aree aventi una estensione pari a 19.444,20 mq. e tenendo conto del relativo indice di densità fondiaria pari a 1 mc/mq., si ha che le volumetrie realizzabili con il nuovo piano saranno:

VC = 19.444,20 × 1,0 = 19.444 mc Per quanto riguarda le nuove zone “C1”, invece il piano prevede aree aventi una superficie totale pari a 38.699,98 mq che, considerando un indice di densità fondiaria pari a 0,75 mc/mq, consentirà delle volumetrie realizzabili pari a:

VC1 = 38.699,98 × 0,75 = 29.024 mc In totale, pertanto, per le zone di espansione si prevede una edificazione pari a:

VC + VC1 = 19.444 + 29.024 = 48.468 mc. Tale volumetria, tenendo conto come insediabile all’interno delle zone in esame 1 abitante per ogni 80 mc di edificato, rende possibile prevedere la residenzialità per

AbitC+C1 = 48.468 / 80 = 605 abitanti In definitiva lo strumento urbanistico di cui si tratta prevede, edificabilità e servizi dimensionati per un totale di abitanti pari a: Abitanti tot = 300 + 1.634 + 605 + 96 = 2635 Nelle tabelle di seguito riportate, sono espressi sinteticamente i dati del dimensionamento abitativo del progetto di piano e la dislocazione delle diverse edificabilità nei diversi nuclei insediativi del Comune di Milo

SUPERFICI

TOTALE DELLE SUPERFICI TERRITORIALE OMOGENEE IN MQ Nuclei abitati ZONA A ZONA B ZONA C ZONA C1 Fornazzo 15.507,96 17.228,15 / 10.750,38 Praino 11.119,28 10.599,37 2.954,4 2.351,8 Milo centro 24.917,92 63.551,76 16.489,8 16.249,44 Caselle 6.707,92 17.604,72 / 9.348,36 TOTALE 58.253,08 108.984 19.444,2 38.699,98 TOTALE C+C1 58.144,18

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VOLUMETRIE REALIZZABILI

INDICE FONDIARIO CALCOLO DELLA VOLUMETRIA REALIZZABILE (Sup. fondiaria x If = Vol) ZONA B VB = 10.8984 x 1,5 = 16.3476 mc densità fondiaria: 1,5 mc/mq ZONA C Vc = 19.444,2 x 1,00 = 19.444 mc densità fondiaria: 1,00 mc/mq ZONA C1 Vc1 = 38.699,98 x 0,75= 29.024 mc densità fondiaria: 0,75 mc/mq

ZONA C + C1 Vc + Vc1 = 19.444 + 29.024= 48.468 mc

ABITANTI INSEDIABILI

ZONE TERRITORIALI OMOGENEE CALCOLO DEGLI ABITANTI INSEDIABILI ZONA A Abit.A = 300 Abitanti ZONA B Abit.B = 16.3476 / 100 = 1.634 Abitanti 1 ABITANTE PER OGNI 100 MC ZONA C Abit.c = 19.444 / 80 = 243 Abitanti 1 ABITANTE PER OGNI 80 MC ZONA C1 Abit.c1 = 29.024 / 80 = 362 Abitanti 1 ABITANTE PER OGNI 80 MC ZONA C (C + C1) Abit.c+c1 = (19.444 + 29.024) / 80 = 605 Abitanti ZONA E 96 Abitanti TOTALE ABITANTI INSEDIABILI Abitanti tot. = 300 + 1.634 + 605 + 96 = 2.635

DIMENSIONAMENTO DEGLI ABITANTI

DIMENSIONAMENTO DEGLI ABITANTI ZONA Abitanti attuali Abitanti di progetto ∆ A 190 300 110 B 639 1.634 995 A+B 829 1.934 1.105 C 179 605 426 E 96 96 / TOTALE 1.104 2.635 1.531

∆ = differenza tra abitanti insediati e abitanti insediabili

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Abitanti insediati ZONA A ZONA B ZONA C ZONA C1 Fornazzo 161 40 96 / 25 Praino 96 20 66 10 / Milo Centro 643 100 432 80 31 Caselle 108 30 45 / 33 Case spaese+C.da Zappino 96 / / / / TOTALE 1.104 190 639 90 89 TOTALE C+C1 179

Abitanti insediabili ZONA A ZONA B ZONA C ZONA C1 Fornazzo 25 162 / 76 Praino 10 93 27 22 Milo Centro 60 521 126 121 Caselle 15 219 / 54 TOTALE 110 995 153 273 TOTALE C+C1 426

Abitanti totale ZONA A ZONA B ZONA C ZONA C1 Fornazzo 424 65 258 / 101 Praino 248 30 159 37 22 Milo Centro 1.471 160 953 206 152 Caselle 396 45 264 / 87 Case spaese+C.da Zappino 96 / / / / TOTALE 2.635 300 1.634 243 283 TOTALE C+C1 526

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3.3 VERIFICA DEGLI STANDARDS

Dimensionati i fabbisogni residenziali del territorio è necessario, in conformità da quanto previsto dal D.M. del 2.04.1968, n. 1444, verificare per tali abitanti la dotazione di spazi da destinare a servizi che il piano deve prevedere, affinché siano rispettate le dotazioni minime di legge. Tenuto conto che sia per le indicazioni contenute nelle Direttive emanate dal Consiglio comunale, sia per la relativa buona quantità di spazi liberi presente nel territorio e, soprattutto per una scelta ideologica del piano, che intende fornire una buona quantità di servizi con l’inserimento d’aree specificatamente destinate dimensionate (secondo le reali necessità evidenziate dalle indagini sul campo), si sono individuate delle aree che non solo rispettano le quantità minime previste dalla legge, ma risultano più che sufficienti per dotare gli abitanti di un elevato standard di servizi. In dettaglio, come recita l’art. 3 del citato D.I. n. 1444/68, “…i rapporti massimi … sono fissati in misura tale da assicurare per ogni abitante – insediato o da insediare- la dotazione minima, inderogabile di mq. 18 per spazi pubblici o riservati per attività collettive, a verde pubblico o a parcheggio, con esclusione degli spazi destinati a sedi viarie…” Tale quantità complessiva va ripartita, di norma, nel modo appresso indicato: a) mq. 4,50 di aree per l’istruzione: asili nido, scuole materne e scuole d’obbligo; b) mq. 2,00 di aree per attrezzature di interesse comune: religiose, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, per pubblici servizi (uffici P.T., protezione civile, ecc.) ed altre; c) mq. 9,00 di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade; d) mq. 2,50 di aree per parcheggi (in aggiunta alle superfici a parcheggio previste dall’art. 18 della Legge n. 765).

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Nel caso in esame si è cercato, tenendo conto del già citato principio di policentricità degli insediamenti abitativi, di diffondere di massima i servizi in tutto il territorio, tenendo in particolare evidenza le eventuali specifiche carenze rilevate in alcuni agglomerati esistenti, cercando cioè di compensare gli squilibri presenti attualmente. Nel determinare la ripartizione delle sopraindicate aree, si è tenuto conto (specie per quanto riguarda le attrezzature scolastiche) di quanto previsto dalle vigenti normative circa i minimi da rispettare, in relazione dell’impianto e conseguentemente all’estensione dell’area da vincolare, per assicurare la funzionalità dell’impianto stesso. Pertanto nei seguenti prospetti come le aree destinate ai servizi, complessivamente distribuite sull’intero territorio comunale, soddisfino abbondantemente i requisiti minimi si legge.

Nab (Fabbisogno abitativo) = Abitanti insediati + Abitanti di progetto = 2635

SUPERFICI ESISTENTI DESTINATE A SERVIZI \ SUPERFICI DESTINATE AI SERVIZI ESISTENTI IN MQ Aree ed attrezzature Aree per attrezzature di Aree per spazi pubblici a Nuclei abitati Aree per parcheggi per l'istruzione interesse comune parco, gioco e sport Fornazzo / 3.197,6 1.076,32 127,64 Praino / 1.997,68 / / Milo Centro 3.805,44 4.809,88 16.583,56 1.388,84 Caselle / 675,52 / TOTALE 3.805,44 10.005,16 18.335,4 1.516,48

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COMUNE DI MILO DISTRIBUZIONE DEGLI STANDARD URBANISTICI . AREE PER ATTREZZATURE DI VERDE ATTREZZATO SPAZI AD USO PUBBLICO PARCHEGGI L'ISTRUZIONE INTERESSE COMUNE E SPORT

AREE PER L'ISTRUZIONE Scuola materna + elem. (Milo centro) 3.200,32 Scuola media+poliambulatorio(Milo centro) 605,12 Sommano mq 3.805,44

ATTREZZATURE DI INTERESSE COMUNE Municipio (Milo centro) 1.599,04 Centro sociale (Milo centro) 110,28 Centro plurifunzionale comunale (Fornazzo) 189,00 Centro servizi (Milo centro) 1.474,96 Centro visite Parco dell'Etna (Fornazzo) 1213,00 Area raccolta differenziata "Isola ecologica" (Fornazzo) 263,44 Chiesa Madre (Milo centro) 799,92 Chiesa (Milo Nord) 77,48 Chiesa parrocchiale (Fornazzo) 1.532,16 Ufficio postale (Milo centro) 748,20 Attrezzatura collettiva polifunzionale (Praino) 1.997,68 Sommano (mq) 10.005,16

VERDE ATTREZZATO E SPORT Verde pubblico attrezzato (Fornazzo) 1.076,32 Verde pubblico attrezzato "via Bellini" (Milo nord) 505,08 Verde pubblico attrezzato "via del Bosco" (Milo centro) 753,92 Verde pubblico attrezzato "via Mons. Fichera" (Milo centro) 1.356,24 Verde parco urbano "via Mons. Fichera" (Milo centro) 4010,40 Verde parco urbano "via Mons. Fichera" (Milo centro) 9.957,92 Verde pubblico attrezzato (Caselle) 675,52 Sommano (mq) 18.335,40

PARCHEGGI Area adiacente centro plurifunzionale (Fornazzo) 127,64 Area adiacente campo sportivo "Scarbaglio" (Milo nord) 938,88 Area adiacente centro servizi (Milo centro) 449,96 Sommano (mq) 1.516,48

TOTALI SUPERFICI (mq) 3.805,44 10.005,16 18.335,40 1.516,48

TOTALE GENERALE mq. 33.662

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SUPERFICI DI PROGETTO DELLE AREE DESTINATE A SERVIZI

SUPERFICI DESTINATE AI SERVIZI DI PROGETTO IN MQ Aree ed attrezzature Aree per attrezzature di Aree per spazi pubblici a Aree per parcheggi Nuclei abitati per l'istruzione interesse comune parco, gioco e sport Fornazzo / 5.724,2 / / Praino 4.734 / 5.710,8 2.042,96 Milo Centro 7.532,88 4.282,56 48.753,92 12.797,6 Caselle / / / 1.770,2 TOTALE 12.266,88 10.006,76 54.464,72 16.610,76

SUPERFICI ESISTENTI E DI PROGETTO DELLE AREE DESTINATE A SERVIZI

TOTALE DELLE SUPERFICI DESTINATE A SERVIZI IN MQ Aree ed attrezzature Aree per attrezzature di Aree per spazi pubblici a Aree per parcheggi Nuclei abitati per l'istruzione interesse comune parco, gioco e sport Fornazzo / 8.921,8 1.076,32 127,64 Praino 4.734 1.997,68 5.710,8 2.042,96 Milo Centro 11.338,32 10.997,68 65.337,48 13.093,2 Caselle / / 675,52 1.770,2 TOTALE 16.072,32 20.011,92 72.800,12 18.127,24

VERIFICA COMPLESSIVA DEGLI STANDARDS

VERIFICA DEGLI STANDARDS (sup. totale mq / n. abitanti di progetto) Tipo di servizio Superficie totale e standard previsti Fabbisogno ex D.I. n. 1444/68 Scarto dalla standard Aree ed attrezzature 4,50 mq dotazione minima di legge + 4.214,82 mq 16.072,32 / 2.635 = 6,09 mq/ab per l'istruzione (4,50 * 2635 = 11.857,5 mq) (16.072,32 - 11.857,5) Aree per attrezzature di 2,00 mq dotazione minima di legge + 14741,92 mq 20.011,92 / 2.635 = 7,59 mq/ab interesse comune (2,00 * 2635 = 5.270 mq) (20.011,92 – 5.270) Aree per spazi pubbl. 9,00 mq dotazione minima di legge + 49085,12 mq 72.800,12 / 2.635 = 27,62 mq/ab a parco, gioco e sport (9,00 * 2.635 = 23715 mq) (72.800,12 – 23.715) 2,50 mq dotazione minima di legge + 11.539,74 mq * 18.127,24 / 2.635 = 6,87 mq/ab Aree per parcheggi (2,50 * 2.635 = 6.587,5 mq) (18.127,24 - 6587,5) *Le aree destinate a parcheggio sono in aggiunta alle superfici a parcheggio previste dall’art.18 della Legge n. 765.

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VERIFICA DEGLI STANDARDS ESISTENTI

FORNAZZO - VERIFICA DEGLI STANDARDS 18 mq/ab (sup. sevizi esistenti mq / n. abitanti attuali) Tipo di servizio Superficie esistente e standard attuali Fabbisogno ex D.I. n. 1444/68 Scarto dalla standard Aree ed attrezzature per 4,50 mq dotazione minima di legge / -724,5 mq l'istruzione (4,50 * 161 = 724,5 mq) Aree per attrezzature di 2,00 mq dotazione minima di legge 3.197,6 / 161 = 19,86 mq/ab + 2.875,6 mq interesse comune (2,00 * 161 = 322 mq) Aree per spazi pubbl. a 9,00 mq dotazione minima di legge 1.076,32 /161 = 6,68 mq/ab -372,68 mq parco, gioco e sport (9,00 * 161 = 1.449 mq)

2,50 mq dotazione minima di legge Aree per parcheggi 127,64 / 161 = 0,79 mq/ab -274,86 mq (2,50 * 161 = 405,5 mq)

PRAINO - VERIFICA DEGLI STANDARDS 18 mq/ab (sup. sevizi esistenti mq / n. abitanti attuali) Tipo di servizio Superficie esistente e standard attuali Fabbisogno ex D.I. n. 1444/68 Scarto dalla standard Aree ed attrezzature per 4,50 mq dotazione minima di legge / -432 mq l'istruzione (4,50 * 96 = 432 mq) Aree per attrezzature di 2,00 mq dotazione minima di legge 1.997,68/ 96 = 20,80 mq/ab + 1.805,68 mq interesse comune (2,00 * 96 = 192 mq) Aree per spazi pubbl. a 9,00 mq dotazione minima di legge / -864 mq parco, gioco e sport (9,00 * 96 = 864 mq)

2,50 mq dotazione minima di legge Aree per parcheggi / -240mq (2,50 * 96 = 240 mq)

MILO CENTRO - VERIFICA DEGLI STANDARDS 18 mq/ab (sup. sevizi esistenti mq / n. abitanti attuali) Tipo di servizio Superficie esistente e standard attuali Fabbisogno ex D.I. n. 1444/68 Scarto dalla standard Aree ed attrezzature per 4,50 mq dotazione minima di legge 3.805,44 / 643 = 5,91 mq/ab +911,94 mq l'istruzione (4,50 * 643 = 2.893,5 mq) Aree per attrezzature di 2,00 mq dotazione minima di legge 4.809,88 / 643 = 7,43 mq/ab + 3.523,88 mq interesse comune (2,00* 643 = 1.286 mq) Aree per spazi pubbl. a 9,00 mq dotazione minima di legge 16.583,56 / 643 = 25,79 mq/ab +10.796,56 mq parco, gioco e sport (9,00 * 643 = 5.787mq)

2.50 mq dotazione minima di legge Aree per parcheggi 1.388,84 / 643 = 2,15 mq/ab -218,66 mq (2.50 * 643 = 1.607,5 mq)

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CASELLE - VERIFICA DEGLI STANDARDS 18 mq/ab (sup. sevizi esistenti mq / n. abitanti attuali) Tipo di servizio Superficie esistente e standard attuali Fabbisogno ex D.I. n. 1444/68 Scarto dalla standard Aree ed attrezzature per 4,50 mq dotazione minima di legge / -486 mq l'istruzione (4,50 * 108 = 486 mq) Aree per attrezzature di 2,00 mq dotazione minima di legge / -216 mq interesse comune (2,00 * 108= 216 mq) Aree per spazi pubbl. a 9,00 mq dotazione minima di legge 675,52 / 108 = 6,25 mq/ab -296,46 mq parco, gioco e sport (9,00 * 108 = 972 mq)

2,50 mq dotazione minima di legge Aree per parcheggi / -270 mq (2,50 * 108 = 270 mq)

VERIFICA DEGLI STANDARDS MINIMI ESISTENTI ZONA A + B

FORNAZZO - VERIFICA STANDARDS MINIMI 9 mq/ab (sup. sevizi esistenti mq / n. abitanti attuali ZONA A+B) Tipo di servizio Superficie esistente e standard attuali Fabbisogno ex D.I. n. 1444/68 Scarto dalla standard Aree ed attrezzature 2,25 mq dotazione minima di legge / -306 mq per l'istruzione (2,25 * 136 = 306 mq) Aree per attrezzature di 1,00 mq dotazione minima di legge 3.197,6 / 136 = 23,51 mq/ab +3.061,6 mq interesse comune (1,00 * 136 = 136mq) Aree per spazi pubbl. a 4,50 mq dotazione minima di legge 1.076,32 /136 = 7,9 mq/ab +464,32 mq parco, gioco e sport (4,50 * 136 = 612 mq)

1,25 mq dotazione minima di legge Aree per parcheggi 127,64 / 136= 0,93 mq/ab -42,36 mq (1,25 * 136 = 115,6mq)

PRAINO - VERIFICA STANDARDS MINIMI 9 mq/ab (sup. sevizi esistenti mq / n. abitanti attuali ZONA A +B) Tipo di servizio Superficie esistente e standard attuali Fabbisogno EX D.I. n. 1444/68 Scarto dalla standard Aree ed attrezzature 2,25 mq dotazione minima di legge / -193,5 mq per l'istruzione (2,25 * 86 = 193,5 mq) Aree per attrezzature di 1,00 mq dotazione minima di legge 1.997,68/ 86 = 23,22 mq/ab +1.911,68mq interesse comune (1,00 * 86 = 86 mq) Aree per spazi pubbl. a 4,50 mq dotazione minima di legge / -387 mq parco, gioco e sport (4,50 * 86 = 387 mq) 1,25 mq dotazione minima di legge Aree per parcheggi / -107,5 mq (1,25 * 86 = 107,51 mq)

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MILO CENTRO - VERIFICA STANDARDS MINIMI 9 mq/ab (sup. sevizi esistenti mq / n. abitanti attuali ZONA A+B) Tipo di servizio Superficie esistente e standard attuali Fabbisogno ex D.I. n. 1444/68 Scarto dalla standard Aree ed attrezzature 2,25 mq dotazione minima di legge 3.805,44 / 532 = 7,15 mq/ab +2.708,44mq per l'istruzione (2,25 * 532 = 1.097 mq) Aree per attrezzature di 1,00 mq dotazione minima di legge 4.809,88 / 532 = 9,04 mq/ab + 4277,88 mq interesse comune (1,00 * 532 = 532 mq) Aree per spazi pubbl. a 4,50 mq dotazione minima di legge 16.583,56 / 532 = 31,17 mq/ab +14.189 mq parco, gioco e sport (4,50 * 532 = 2.394 mq) 1,25 mq dotazione minima di legge Aree per parcheggi 1.388,84 / 532 = 2,61 mq/ab +723,84 mq (1,25 * 532 = 665 mq)

CASELLE - VERIFICA STANDARDS MINIMI 9 mq/ab (sup. sevizi esistenti mq / n. abitanti attuali ZONA A+B) Tipo di servizio Superficie esistente e standard attuali Fabbisogno ex D.I. n. 1444/68 Scarto dalla standard Aree ed attrezzature 2,25 mq dotazione minima di legge / -168,75 mq per l'istruzione (2,25 * 75 = 150 mq) Aree per attrezzature di 1,00 mq dotazione minima di legge / -75 mq interesse comune (1,00 * 75 = 75 mq) Aree per spazi pubbl. a 4,50 mq dotazione minima di legge 675,52 / 75 = 9 mq/ab +338,02 mq parco, gioco e sport (4,50 * 75 = 337,5 mq) 1,25 mq dotazione minima di legge Aree per parcheggi / -93,75 mq (1,25 * 75 = 93,75 mq)

I valori indicati in tabella corrispondono alla reale estensione delle relative aree (con riferimento alla specifica tipologia di servizio) localizzate nelle planimetrie di progetto di cui il presente scritto ne costituisce la relazione integrante. Oltre alle aree delle attrezzature e dei servizi sono state vincolate delle aree per l’interesse della collettività come le aree per i servizi cimiteriali. Su queste aree sono scattati i vincoli e le distanze di rispetto volute dal regolamento di igiene e di quanto deliberato in riferimento dal Consiglio Comunale. Le aree del nastro stradale sono vincolate in osservanza ai dettami del D.I. 1444/68, successive modificazioni, nonché di quanto previsto dal nuovo Codice della Strada; ciò al fine di assicurare le protezioni delle sedi della viabilità. Detto vincolo d’inedificabilità riguarda tutte le strade che ricadono nel territorio comunale e sono fuori dei centri abitati; per esse, anche se nei grafici del Piano Regolatore non sono indicate le aree di rispetto, vigono gli elementi riportati nelle leggi.

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INDICE

RELAZIONE DELL’ATTIVITA’ DI COMPLETAMENTO ED INTEGRAZIONE DEGLI ELABOTATI DEL P.R.G. SECONDO LE DISPOSIZIONI RICHIESTE DALL’UFFICIO DEL GENIO CIVILE DI CATANIA (NOTA PROT. N.45277 DEL 28.12.2006) ...... 2 0.0 PREMESSE...... 2 0.1 CARTOGRAFIA ED ELABORATI GRAFICI...... 4 0.2 BREVE SINTESI ILLUSTRATIVA DELL’ATTIVITÀ DI COMPLETAMENTO, AGGIORNAMENTO ED INTEGRAZIONE DEL P.R.G. DI MILO...... 5 0.3 DISPOSIZIONI DELL’UFFICIO DEL GENIO CIVILE DI CATANIA (nota prot. n.45277 DEL 28.12.06)...... 6 0.4 NOTE SULLA DEMOGRAFIA E SUGLI STANDARD...... 9 0.5 CONSIDERAZIONI SUL IL SISTEMA VIARIO PRINCIPALE DEL COMUNE DI MILO...... 10 0.6 CONSIDERAZIONI A MARGINE SULLA PROPOSTA DI P.R.G. DEL COMUNE DI MILO...... 13 1.0 - RELAZIONE PRELIMINARE ...... 18 2.0 - RELAZIONE SULLO STATO DI FATTO...... 28 2.1 IL TERRITORIO...... 28 2.1.1 Organizzazione amministrativa...... 28 2.1.2 Strumenti urbanistici già operanti...... 29 2.1.3 I vincoli esistenti...... 30 2.2 MILO ED IL SUO COMPRENSORIO...... 39 2.2.1 Cenni storici...... 39 2.2.2 La posizione geografica, il sito, le caratteristiche della struttura insediativa...... 40 2.2.3. La struttura demografica ed il patrimonio edilizio esistente...... 43 2.2.4 Il sistema infrastrutturale esistente...... 45 2.2.5 I beni culturali ed ambientali...... 47 2.2.6 Il sistema delle attrezzature e dei servizi...... 48 3.0 - PROGETTO DI PIANO...... 51 3.1 SCHEMA MORFOLOGICO E ORGANIZZATIVO DI PIANO...... 51 3.1.1 Il sistema residenziale ed i beni culturali da tutelare...... 51 3.1.2 Il sistema viario ...... 57 3.1.3 Il sistema delle attrezzature e dei servizi...... 58 3.1.3.1 Le scuole...... 59 3.1.3.2 Impianti sportivi...... 59 3.1.3.3 Servizi turistici...... 60 3.1.4 La zona artigianale e gli insediamenti produttivi...... 61 3.1.5 Aree da destinare ad insediamenti commerciali ed a mercati per la vendita diretta di prodotti tipici...... 61 3.2 IL DIMENSIONAMENTO DEL PIANO...... 63 3.3 VERIFICA DEGLI STANDARDS ...... 75 INDICE ...... 82

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