“VI PREGO, NON VIZIATEMI” L’Amore Dei Nonni Verso I Nipoti È Certamente Un Dono Meraviglioso Del Quale I Nostri Ragazzi Hanno Bisogno
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
ANNO 8 - N°29 Domenica 15 luglio 2012 L’ incontro Settimanale di formazione e d’informazione cristiana. Organo della Fondazione Carpinetum onlus, dei Centri don Vecchi, dell’Associazione Carpenedo solidale onlus, dell’associazione “Vestire gli ignudi”, della Pastorale del Lutto e del cimitero di Mestre - Autorizzazione del Trib. di VE n. 624 del 5/2/1979 - Direttore don Armando Trevisiol - tel. 334.9741275 www.fondazionecarpinetum.org - [email protected] “VI PREGO, NON VIZIATEMI” L’amore dei nonni verso i nipoti è certamente un dono meraviglioso del quale i nostri ragazzi hanno bisogno. L’amore però non è quello di accontentare sempre i nipoti, avallare ogni loro desiderio e soprattutto ogni loro capriccio, magari all’insaputa, o peggio ancora, contro il volere dei loro genitori, ma consiste nell’aiutarli a crescere onesti, volonterosi, impegnati a fare il loro dovere, capaci di accettare una vita sobria ed impegnata. Solamente così si offre ai ragazzi la capacità di affrontare la vita con tutte le sue diffi coltà, perché i rammolliti o i viziati sono destinati ad una vita squallida e deludente. 2 INCONTRI CRISTO E’ VENUTO PER TUTTI a scelta dell’argomento dell’edi- toriale di questa settimana non Lso se sarà condivisa da tanti let- tori de “L’in- contro”, io però, dopo averci pensato per un po’, ho deciso di proporre questo argomento insoli- to. Si tratta della vita e dell’apostolato di un prete che da un quarto di secolo vive in mare e si occupa della gente di mare. Questo prete non credo sia un santo e neppure un eroe e tanto meno può essere preso a modello, nella sua scelta specifi ca, da tanta gente della nostra società, eppure penso che la sua testimonianza di spendere la sua vita di prete per la gente di mare, una categoria la cui vita è pressoché sconosciuta da molti, meriti di essere conosciuta. Quasi tutti diamo per scontata la fatica e i sacrifi ci dei marinai e non doniamo loro un pensiero di ricono- scenza e di stima o una preghiera, né teniamo conto che siamo assolu- tamente interdipendenti e le nostre vite sono strettamente legate le une alle altre. una semplicità di vita e un approccio tanto sacrifi cio e solitudine non solo La scelta di pubblicare questo arti- umano e pastorale invidiabili. permette di mantenere i propri cari colo del concittadino Alberto Laggia Il secondo motivo che mi ha spinto a lontani, ma offre pure la prospettiva del “Messaggero di sant’Antonio”, proporre la lettura dell’articolo del del Regno. intitolato “Cappellano degli oceani”, periodico degli Antoniani di Padova Nell’ultima parte dell’articolo questo mi nasce pure da due ricordi vecchi che parla della singolare vita di que- prete, che opera nella più strana e quasi di mezzo secolo. sto prete di mare, don Giacomo Mar- più vasta parrocchia, grande quanto Il primo è quello di don Giorgio Zot- tino, è stata la mia prima esperienza il globo terrestre, confi da le diffi col- ti, uno dei tredici fi gli del direttore fatta ai Gesuati, la parrocchia che si tà di questo approccio pastorale, che del Lloyd triestino, che conobbi nella affaccia sul Canale della Giudecca, a spesso si riduce a pochissimo tempo, mia prima esperienza nella chiesa dei due passi dall’approdo delle navi del eppure è il tempo suffi ciente per di- Gesuati di Venezia. Questa splendida Lloyid Adriatico dell’Adriatica e della ventare segno di fraternità e di soli- famiglia di cristiani ha offerto alla Tirrenia. Mi capitava non di rado di darietà, e soprattutto per ravvivare il Chiesa don Giorgio, un prete parti- incontrare in chiesa, o meglio ancora ricordo della paternità di Dio. colare che, pure lui, fece il cappel- nel confessionale, i marinai che scen- Non meno importante poi, nell’ apo- lano sulle navi che solcavano il mare devano a terra, anche per tempi bre- stolato di questo sacerdote, il poter Adriatico. Un altro fi glio lo diedero vi, prima di ripartire. Ho avuto modo offrire strutture di accoglienza e di all’arte – infatti è un pittore contem- di sentire il desiderio, la nostalgia di ristoro fi sico e spirituale nei porti di poraneo assai famoso – ed un terzo questi uomini di mare non solamente approdo, sviluppando quella splen- alla scienza, in quanto primario nel- delle loro famiglie, ma anche delle dida attività denominata “Stella ma- la divisione chirurgica dell’ospedale loro comunità. ris”, luoghi di accoglienza ove i mari- mestrino Umberto I°e, alla fi ne della La vita in nave è una vita fi ttizia a nai possono fi nalmente respirare aria sua carriera, in clinica a Padova. senso unico, innaturale perché man- di famiglia e di fraternità. Don Giorgio, che fece una breve cante delle componenti naturali della Conoscere queste problematiche ed esperienza in una parrocchia di cam- vita normale. I marinai, infatti, sono apprendere che la Chiesa, attraverso pagna, trascorse poi tutta la sua vita gente che passava settimane e setti- questi sacerdoti, si prende cura del- sulle navi da crociera e curandosi an- mane tra il rumore delle macchine, le anime e dei corpi dei fratelli che che della “Stella maris”, una strut- isolati dal mondo. sacrifi cano la vita anche per il nostro tura veneziana di accoglienza per i Pensando a queste creature, ho com- benessere, credo sia doveroso e al- marinai in transito nel nostro porto. preso di quanto conforto sia il poter meno ci suggerisca di accompagnarli Nonostante vivesse nel mondo fatuo parlare con un qualcuno con cui po- con la nostra stima, riconoscenza e e festaiolo delle navi da crociera, egli terti confi dare, qualcuno che ti capi- preghiera. aveva conservato un animo candido sce e può offrirti parole di fi ducia e sac. Armando Trevisiol di fanciullo, una fede forte e serena, di speranza e che può assicurarti che [email protected] L’incontro 3 fare due passi in città, un acquisto al DON GIACOMO MARTINO centro commerciale più vicino. E allora? «Ma come fanno i marinai», CAPPELLANO DEGLI OCEANI diceva una vec chia canzone di Lucio Dalla, poco amata dai marittimi. La Da ventiquattro anni solca le ac- i marittimi, i pescatori e le loro fa- presenza di un volto ami co che sale que di tutto il mondo. Direttore miglie. Insomma, una delle più grandi a bordo e ti chiede semplicemente dell’Apostolato del mare della fon- «diocesi italiane», se si con ta che i «Come va? Da dove vieni? Ti serve dazione Migrantes, questo sacerdo- transiti dei marittimi negli scali ita- qualcosa?», che ti attende sul mo lo te marinaio coordina una pastorale liani ammontano annualmente a 5 mi- per farti trovare le schede telefoni- «fantasma», fatta di persone che lioni e 200 mila, e che ognuna delle che a pochi dollari, o per portarti in tra scorrono gran parte della loro navi da crociera dove sale un cappel- città a passare un’ora d’allegria nella vita chiuse nelle viscere di una lano di bordo è una grande parrocchia se de della Stella maris, diventa pre- nave. galleggian te di alcune migliaia d’ani- ziosa, agli occhi dei marinai, come me e una babele di lingue. l’aria che respi rano. Innamoratosi di onsiderate le sue origini geno- Non dimentichiamo poi i tanti paesi, questa pastorale di frontiera, don vesi, si potreb be scommettere piccoli e grandi, della nostra peniso- Giacomo ha deciso di dedi carvi la sua che fu l’amore per il mare a la che vivono ancora essenzialmente C vocazione. convin cerlo a imbarcarsi. Scommes sa di mare. Nella zona, per esempio, di «Accogliere i marinai che nella vita persa: don Giacomo Marti no decise di Torre del Greco, su 100 mila residen- prendono solo schiaffi o, se va bene, salire su una nave per allergia, non ti, 10 mila posseggono un libretto di ricevono in differenza, mi fa sentire per passione. navigazione. meno inutile. Mi sento al posto giu- Contro la grave forma allergi ca che Il che signifi ca 10 mila famiglie in cui sto», confessa. O almeno in quello lo affl iggeva, i medici gli avevano marito e moglie vivono per la gran meno sbagliato. dato solo tre so luzioni: trasferirsi su parte dell’anno se parati, e dove i un’isola deserta, riparare in Scan- rapporti e gli affetti coniugali sono dinavia, oppure imbarcar si. necessariamente sacrifi cati. LA STELLA MARIS RINASCE «Scelsi la terza, quasi per disperazio- Nel 1998 don Giacomo, in ac cordo con ne», ammette. Co sì nel 1988, un solo COMBATTERE L’INDIFFERENZA l’allora vescovo di Genova, monsignor Dionigi Tettamanzi, rifonda la Stella anno do po la sua ordinazione sacer- Quella di cui si occupa don Giacomo maris nel capoluogo ligure e diventa dotale, don Giacomo Martino saliva è una pastorale sco nosciuta ai più, cappellano del por to. a bordo di una nave da crociera per quasi dimen ticata. Un po’ come i «Non ero fatto per girare stretti pe- la prima volta. Ed è probabile che mari nai imbarcati, «trasparenti» agli rimetri urbani, e quella pastorale mi qualcuno dell’equipaggio se lo ricor- occhi della gente: una categoria di affascinava da sempre». Gli piaceva di ancora questo «armadio» di prete, lavoratori «fanta sma» di ogni lingua, la «Chiesa da sbarco» vicina alla gen- vagamente somigliante a Brutus, il ri- religio ne e razza, per lo più relega- te che non si fi la nes suno: i lavoratori vale di Braccio di Ferro, mentre gua- ti nelle pance delle navi per lunghe più sfrut tati e meno garantiti, quel li dagnava il ponte della nave, attrac- settimane, che riemergono, quando è che vedono casa, se gli in gaggi vanno cata al porto di Venezia, con lo zaino possibi le, durante gli scali, ma che, bene, poche settimane l’anno.