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il quotidiano del basket dal lunedì al sabato alle ore 10:30 www.superbasket.it • [email protected] a cura di Giuseppe Sciascia # 3 • Mercoledì 25 Settembre 2019

LBA Serie A

L’Olimpia di Messina vuole aprire una dinastia di Giuseppe Sciascia

Milano ancora favorita col nuovo corso per vincere in Italia e competere ai vertici d’Europa. Ma , Venezia e Sassari sono pronte a dare battaglia. Rodriguez e Teodosic uomini copertina di un campionato intrigante che ritrova Treviso, Roma e il derby di Bologna.

Milano si schiera in pole position per il settimo anno consecutivo nell’ ideale griglia di partenza del campionato numero 98. L’anno I dell’era Ettore Messina inizia con il medesimo copione delle stagioni precedenti; ma aver riportato in serie A il tecnico italiano più vincente di tutti i tempi all’estero, a livello di Club, è un chiaro messaggio da parte dell’Olimpia. Il coach-presidente dell’area tecnica nell’accezione NBA ricoprirà all’Ax Exchange un ruolo alla Gregg Popovich, il suo mentore nelle ultime 5 stagioni da assistente a San Antonio: l’obiettivo è sfatare il tabù della maledizione degli anni dispari costata gli Scudetti 2015, 2017 e 2019 e provare a inaugurare una dinastia sul modello Siena. Sul mercato non ha rifondato – 8 conferme rispetto alla stagione passata – ma il restyling è stato massiccio, soprattutto nello stile di gioco. La rinuncia non senza polemiche a Mike James (unico epurato illustre della gestione Pianigiani) indica il passaggio dalla vocazione offensiva del top scorer dell’Eurolega 2018/19 al basket di esecuzioni e sacrificio difensivo caro a Messina. Acquisti mirati soprattutto sul perimetro, partendo da un campione d’Europa in carica come il pezzo pregiato Chacho Rodriguez, al quale l’ex coach del CSKA ha abbinato un giocatore fisicamente forte come Shelvin Mack per ragioni difensive, mentre Michael Roll ed Aaron White sono elementi rodati in Eurolega. L’obiettivo principale è fare strada in Europa rompendo un digiuno playoff che dura dal 2014/15; ma l’Olimpia vuol riempire la bacheca anche in Italia, dove l’aspetta un campionato intrigante con avversarie vecchie e nuove tra la Venezia tricolore e la dalle ambizioni rilanciate da una proprietà che col massiccio investimento per la nuova superstar Milos Teodosic si propone di rinverdire la rivalità degli anni ‘80 con Milano. E il

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ritorno delle nobili decadute , Treviso e – assenti rispettivamente da 10, 7 e 4 anni dal torneo professionistico – aumenterà il numero degli spettatori e l’interesse del campionato che proporrà un inusuale format a ranghi dispari già visto solo nel 2011/12 negli oltre 40 anni a girone unico. LA FORMULA – La novità principale è il passaggio da una a due retrocessioni dopo nove campionati con interscambio ridotto fra A e A2. L’ampliamento a 18 squadre predisposto da due anni è andato a regime in versione zoppa e con la certezza che FIP e LBA vogliono tornare rapidamente a quota 16: la rinuncia non sostituita di Avellino lascia 17 pretendenti al via del campionato, con due turni di riposo per ogni club nell’ambito delle 34 partite di regular season. I tempi ristretti imposti dalla FIBA in vista del Preolimpico 2020 impongono una inedita partenza infrasettimanale e un rush finale da 11 partite dall’1 marzo al 26 aprile che potrà pesare soprattutto per i club coinvolti nelle coppe europee (Milano giocherà 66 partite di regular season fra campionato e la nuova Eurolega a 18 squadre...). IL RANKING – Milano favorita come e più delle ultime stagioni, ma la concorrenza sarà sempre agguerritissima a partire da Venezia, due volte tricolore nelle ultime tre stagioni. L’Umana ha puntato sulla continuità garantita dalle 9 conferme a partire dalla stella , aggiungendo elementi rodati come Chappell, Udanoh e il cavallo di ritorno Filloy con un organico di maggior taglia fisica vista l’asticella alzata a livello internazionale con la scelta di tornare in Eurocup. Il colpo Teodosic, riportato in Europa dopo due stagioni ai contrassegnate dagli infortuni, ha riportato la Virtus Bologna al centro dell’attenzione internazionale come non accadeva dall’era Danilovic: il triennale al 32enne play serbo – auspicando che possa superare i problemi al piede sinistro – è un segnale chiaro della volontà della proprietà di Massimo Zanetti di riportare la Segafredo al top in Italia ed in Europa, anche attraverso il passaggio in corsa dalle competizioni FIBA (dove era campione in carica della Champions League) a quelle ECA partendo per andare in fondo all’Eurocup. Poi c’è Sassari, vicecampione in carica, che ha perso molti protagonisti della rimonta targata Pozzecco ma ha costruito un roster intrigante responsabilizzando sul perimetro l’emergente Spissu e

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il rientrante , mentre il cambio in corsa McLean per Polonara toglie esplosività ma aggiunge potenza. La seconda fila dietro l’Olimpia è composta da Venezia, Virtus Bologna e Dinamo, poi nella bagarre assoluta per i playoff con le porte girevoli del mercato aperto che potranno cambiare ripetutamente i valori Trento, Brescia e Reggio Emilia sembrano partire leggermente davanti alle altre, comprese le rivelazioni della stagione passata Cremona e Brindisi. La Dolomiti Energia ha chiuso dopo 9 stagioni il ciclo Buscaglia affidandosi alla novità Brienza con l’asse portante Craft- Forray a garantire un assetto più votato all’attacco con i bomber Blackmon e King. La Germani ha voltato pagina passando il testimone da Diana ad Esposito, che ha scelto stranieri da battaglia per supportare la voglia di riscatto dei veterani dopo il dodicesimo posto della prima stagione col doppio impegno campionato-Eurocup. La Grissin Bon prova a rilanciarsi dopo due stagioni senza playoff, affidando a Buscaglia le chiavi per tornare in alto e consolidarsi attraverso un nuovo assetto societario visto il disimpegno annunciato del patron Landi. GLI ALLENATORI – Sette volti nuovi su 17 squadre rappresentano un massiccio dopo le due estati precedenti all’ insegna della continuità (rispettivamente solo 3 e 4 cambi). La novità prinicipale è ovviamente il ritorno di Ettore Messina che mancava dall’Italia dal lontano 2004/05; rimasto in sella un solo straniero sia pur italianizzato (almeno per residenza...) come Sasha Djordjevic alla Virtus Bologna. Avendo rimesso il mandato alla guida della Serbia sono rimasti due i c.t. part time sulle panchine di serie A (oltre a Meo Sacchetti a Cremona c’è la novità Maurizio Buscaglia che guiderà l’Olanda). Il rapporto più longevo si conferma quello fra Trieste ed Eugenio Dalmasson, che inizia la decima stagione in terra giuliana, mentre il brillante andamento del 2018/19 ha blindato fino al 2022 i rapporti fra Sacchetti e Cremona, Vitucci e Brindisi e Caja e Varese. Tre gli esordienti al via: Antimo Martino si è conquistato sul campo l’occasione con la matricola Fortitudo Bologna, Pistoia ha scelto Michele Carrea nel ticket da Biella con il nuovo g.m. Marco Sambugaro, Pesaro ha affidato una squadra verdissima al più giovane del lotto, il 35enne Federico Perego mentre il decano sarà Cesare Pancotto a Cantù. GLI STRANIERI – Rodriguez e Teodosic sono ovviamente gli uomini copertina, ma ci sono altri esordienti intriganti – a partire dal trio Mack, Roll

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e White di Milano e Weems, Hunter e Gamble della Virtus – al via del campionato numero 98. La riduzione dei visti (da 8 a 7 per chi ha scelto il 6+6 e da 7 a 6 per chi usa il 5+5) ha riportato in auge la categoria degli europei Bosman A. Come da tradizione si è puntato molto sull’usato sicuro: lo ha fatto la Reyer campione in carica con Udanoh e Chappell, poi da Blackmon e Knox a Trento a Kelvin Martin e Tyler Stone a Brindisi fino alla coppia ex milanese Jerrells-McLean a Sassari, passando per Owens e Johnson Odom a Reggio Emlia, Stipcevic ed alla Fortitudo Bologna, Dowdell e Petteway a Pistoia, l’asse Dyson-Jefferson a Roma e quello Mayo-Vene a Varese. Ma ci sono anche tanti debuttanti da seguire, dal play sloveno Nikolic di Treviso al bombardiere King di Trento, dal lungo croato Bilan di Sassari (fresco campione di Francia al Villeurbanne) all’esplosiva ala Upshaw della Grissin Bon fino alla 19enne scommessa lettone Drell di Pesaro che è già sul taccuino di molti scout NBA. Nella pattuglia dei rookies spiccano il play Elmore di Trieste e il lungo Hayes di Cantù. GLI ITALIANI – Persi altri due protagonisti come Diego Flaccadori e , accasatisi in Eurolega rispettivamente a Monaco di Baviera e Vitoria, il piccolo aumento dei club che hanno scelto la formula 5+5 (7 rispetto alle 6 di 12 mesi fa, poi conservato fino a fine stagione solo da 3 società) non ha generato grandi colpi di mercato. Milano ha inserito Moraschini e Biligha (portato per la prima volta in Nazionale da Messina), Venezia ha ripreso Filloy che aveva già vinto il tricolore 2016/17, Bologna ha aggiunto la rivelazione , Sassari ha riportato in Italia Michele Vitali dopo l’esperienza ad Andorra; il trasferimento più eclatante è stato il passaggio per certi versi epocale di dalla Virtus alla Fortitudo Bologna, da seguire anche che sarà pedina chiave in quintetto dell’auspicato riscatto di Reggio Emilia. Gli italiani in quintetto resteranno pochi: Spissu e Vitalino alla Dinamo, ed Abass a Brescia, Aradori alla Effe e Fontecchio alla Grissin Bon, mentre a Venezia l’addio di Haynes potrebbe aprire spazi superiori per . Attesi alla prova del campo esordienti intriganti come Fantinelli alla Fortitudo, Pecchia a Cantù ed Akele a Cremona. In chiave azzurra Sacchetti potrà sperimentare qualche novità a febbraio contro Russia ed Estonia nelle gare di preparazione ad Eurobasket 2021 a cui l’Italia è

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qualificata d’ufficio; per il Preolimpico 2020 difficile però che la serie A alle porte proponga nomi totalmente nuovi rispetto ai 24 della lista premondiali.

• Fonte Superbasket # 47

Rai: escono Pittis ed Overtime

Riccardo Pittis ha comunicato attraverso la sua pagina Facebook che non farà parte della squadra RAI per il basket dopo 4 anni di collaborazione. L'emittente pubblica, che non manderà più in onda la Champions League FIBA, trasmetterà una sola gara alla settimana di regular season oltre alla copertura dei playoff affidandosi a Sandro De Pol e Stefano Michelini come commentatori tecnici. Cancellato il rotocalco Overtime che andava in onda alle 22:30 del mercoledì dopo la Champions, allo studio comunque l'inserimento del basket in un contenitore multisportivo che dovrebbe essere inserito nel palinsesto in prima serata.

Pesaro, debutto davanti al padre per Lorenzo Calbini

Prima in serie A davanti agli occhi del padre per Lorenzo Calbini. Il 16enne prospetto della Vuelle Pesaro, figlio di Paolo – attuale vice di Federico Perego ma prodotto del vivaio marchigiano che ha all'attivo 247 gare di A e A2 dal 1989/90 al 1997/98 - è entrato in campo per 12 secondi nella gara di ieri contro la Fortitudo Bologna.

Pesaro aumenta il ritmo sul nuovo centro

Pesaro prosegue il monitoraggio del mercato dei lunghi stranieri in cerca del pivot titolare. Senza riscontri i tentativi con Trevor Mbakwe (già con coach Perego a Bamberg nel 2014/15) e l'ex biancorosso O.D. Anosike (chances in Cina?), la Carpegna Prosciutti prova ad intensificare la ricerca dopo lo stop casalingo dell'esordio contro la Fortitudo Bologna.

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Brescia, Warner in campo contro Kazan

Angelo Warner debutterà con ogni probabilità nel match di Eurocup contro l'Unics Kazan in maglia Germani Brescia. Il play-guardia che ha preso il posto di Bronson Koenig (ufficiale la separazione consensuale con l'ex Mornar Bar) non dovrebbe fare in tempo ad essere tesserato per la trasferta di domenica a Milano, facendone slittare l'esordio al 2 ottobre contro i russi.

Roma, out anche Dyson a Bologna

Roma sarà priva di nel match inaugurale di stasera sul campo della Virtus Bologna. Oltre a Davon Jefferson, out per problemi di tesseramento, la formazione di dovrà fare a meno anche del bomber ex Sassari e Torino, ai box per noie muscolari.

Aumentano i club col 5+5

Saliti a quota 7 i club che adottano la formula 5+5 in serie A. Brescia, Trento, Sassari, Brindisi, Pistoia e le matricole Fortitudo Bologna e Treviso hanno optato per lo schema con 10 contratti che permette di concorrere per i 500mila euro di montepremi messo in palio dalla FIP per le 4 squadre che daranno maggiore spazio in campo ai giocatori di formazione italiana eleggibili per la Nazionale. Nel 2018/19 erano stati 6 su 16 i club a partire col 5+5, ma soltanto 3 – Brescia, Trento e Cremona – avevano mantenuto lo schema fino al termine della stagione dividendosi il montepremi.

Visti extracomunitari, in cinque ne hanno solo uno

La riduzione dei visti extracomunitari (6 per il 5+5 e 7 per il 6+6; erano 7 e 8 nel 2018/19 a 16 squadre) lascia pochi margini di manovra per i correttivi di mercato riportando in auge la categoria degli europei Bosman A. Cinque club su 17 – Trento, Fortitudo Bologna, Brescia, Brindisi e Virtus Bologna – partono con un solo visto di riserva, sono due invece per Varese, Cantù, Pistoia, Sassari, Roma e Trieste. Maggiori margini invece

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per Pesaro, Treviso, Milano, Cremona, Venezia e Reggio Emilia a quota 3. Chi terminerà i visti potrà tesserare stranieri soltanto con status Bosman A o riciclare elementi tagliati in Italia che abbiano giocato almeno 5 partite.

Messina riparte dalla sua Treviso

Ettore Messina ripartirà dal campo dove ha disputato l'ultima partita in Italia. Il tecnico di Catania aveva allenato al PalaVerde di Treviso il 4 giugno 2005 nella gara 5 della semifinale playoff contro Milano, con la quale ritornerà 14 anni dopo nell'esordio stagionale di giovedì sera sul parquet dell'impianto di Villorba ora teatro delle gare casalinghe della matricola De'Longhi. Il coach pluricampione d'Europa con il Cska Mosca vanta la più alta percentuale di vittorie (74% su 457 gare di A) tra i 17 al via del massimo campionato alle porte.

LNP Serie A2

Napoli valuta un rinforzo sul perimetro

Napoli riflette sull'ipotesi di aggiungere un rinforzo sul perimetro al roster attuale. Summit tecnico nella serata di martedì per valutare l'organico a disposizione di coach Lulli ed eventualmente verificare la necessità di un'aggiunta alle rotazioni nel reparto esterni.

LNP Supercoppa, le protagoniste: Tortona

Ecco i profili dei giocatori di rotazione della Bertram Yachts Tortona, una delle quattro protagoniste delle finali di Supercoppa in programma venerdì e sabato all'Allianz Cloud di Milano:

RICCARDO TAVERNELLI (1991, play, Italia) Figlio d'arte prodotto del vivaio di Desio. Uomo d'ordine che ama coinvolgere i compagni, ottimo interprete del pick&roll che sfrutta principalmente per scaricare, la prima opzione è l' ma sa prendersi

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responsabilità quando conta. Difensore tignoso come piace a coach Ramondino, ottimo rimbalzista per la taglia, torna al Nord dopo 4 stagioni fra Latina e Trapani. BRUNO MASCOLO (1996, play-guardia, Italia) Cresciuto nel vivaio Auxilium, torna in Piemonte col ruolo da uomo di rottura che gli si attaglia alla perfezione. La taglia fisica importante abbinata ad un buon primo passo gli permette di attaccare il ferro con energia, tiro alterno ma comunque affidabile. Scariche di adrenalina offensiva dalla panchina per cambiare play e guardia. KENNY GAINES (1994, guardia, USA) Guardia fisicata ma anche esplosiva (vincitore della gara delle schiacciate all'All Star Game 2018 della LKL lituana) che ama avere la palla in mano per creare dal palleggio. Attaccante di razza con ottime doti in palleggio, arresto e tiro, preferisce il mid-range alla tripla con riscontri non sempre affidabili dall'arco. E’ l'uomo con licenza di concludere a giochi rotti, recuperato da un infortunio ad un ginocchio alla Juventus Utena dove ha giocato la Champions League. MATTEO FORMENTI (1982, guardia, Italia) Veterano di lungo corso della categoria, si riavvicina a Casale Monferrato dove ha casa ed affetti. Aggiunta finale della Bertram Yachts dopo l'addio al basket di Blizzard, tiratore micidiale dall'arco in uscita dai blocchi e sugli scarichi ma capace di costruire garantendo qualità di trattamento di palla tra guardia ed ala piccola. Uscirà dalla panchina principalmente per colpire dal perimetro. EDOARDO BUFFO (2001, guardia, Italia) Campione d'Italia Under 16 nella sua Cernusco sul Naviglio, nel 2017 ha partecipato al Basketball Without Borders. Prospetto intrigante per il mix di fisicità e visione di gioco, repertorio offensivo ancora da affinare per l'A2 dove proverà a ritagliarsi uno spazio costante sfruttando la sua duttilità. MATTEO MARTINI (1992, guardia-ala, Italia) Prodotto del vivaio Don Bosco Livorno esploso a Legnano sotto le cure di Mattia Ferrari. Attaccante creativo dal palleggio, migliorato negli anni dall'arco, ha forza e personalità per andare nel traffico, buon difensore anche sugli stranieri. Torna in A2 dopo un'annata poco felice a Pistoia,

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Tortona lo ha blindato per due anni con l'obiettivo di farne un pilastro della sua scalata verso la A. REI PULLAZI (1993, ala forte, Italia-Albania) Albanese di origine ma romano di nascita e formazione cestistica. Lungo che ama sporcarsi le mani nelle battaglie a rimbalzo, in attacco ha progressivamente costruito un ottimo tiro frontale che lo rende pericoloso nel pick&pop. Giocatore di raccordo e sostanza ma capace anche di produrre punti, ritrova Martini che aveva già avuto come compagno a Legnano nel 2017/18. QUIRINO DE LAURENTIIS (1992, ala-centro, Italia) Lungo dinamico e con piedi veloci, difende bene sui cambi ed è un fattore a rimbalzo, specialmente offensivo. Terzo lungo perfetto per la capacità di giocare da ala forte e da centro, principalmente difensore ma può colpire sugli scarichi da media e lunga gittata. ANDREJS GRAZIULIS (1993,centro, Lettonia) Giocatore molto duro a dispetto della taglia inferiore ai 100 chili, non arretra mai quando c'è da lottare per la posizione dentro l'area e in post basso. Rimbalzista solido, buona dimensione frontale con gittata anche dall'arco, dopo due stagioni in VTB League è sceso in A2 per diventare il perno difensivo del sistema difensivo di Ramondino.

LNP Serie B

Lucca prosegue con qualche esubero

Lucca ha parzialmente risolto le problematiche dei giorni scorsi: definitivamente scongiurato il rischio della rinuncia al campionato, il club toscano parteciperà regolarmente alla serie B pur con la necessità di lasciar partire almeno 2 dei 4 senior già tesserati (Genovese, Vico e Kuschev i più indiziati) per ridurre i costi di gestione. Al momento non sono previsti movimenti imminenti in entrata, fatto salvo un pourparler col lungo viareggino Lorenzo Bruno (lo scorso anno 7,2 punti e 5,3 rimbalzi con la Robur Varese).

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Cecina: niente Banchi, si parte così

Cecina depone le armi sulla pista Alessandro Banchi visto il blocco del mercato in uscita per gli Under di Lucca. Il club toscano partirà con ogni probabilità col roster attuale, ma resta sempre vigile sul mercato in cerca di un playmaker.

Ruvo di Puglia valuta un'aggiunta

Ruvo di Puglia sonda il mercato in cerca di un rinforzo nel settore esterni. Al momento senza sviluppi concreti la pista Ousmane Gueye, 37enne guardia-ala che si è tenuto in forma con Verona in precampionato dopo la stagione passata in B a Chieti (10,1 punti e 3,6 rimbalzi).

Avellino, giornata decisiva

Giornata decisiva per conoscere il futuro di Avellino almeno per quanto riguarda la prima squadra iscritta alla B. Il sindaco Gianluca Festa sta lavorando in extremis per convincere un paio di imprenditori locali a farsi carico della gestione della stagione alle porte con un budget da salvezza, mentre l'attuale a.d. Dario Scalella lavorerà ad un accordo con i creditori. Qualora non si trovasse la quadra in extremis a partire dal saldo del lodo esecutivo con l'agenzia DoubleB sembra probabile la rinuncia al campionato di B, proseguendo l'attività solo con le giovanili già iscritte ai campionati regionali per mantenere il codice FIP ed evitare il fallimento del club. L'eventuale rinuncia di Avellino creerebbe un secondo girone monco di serie B dopo il gruppo A a 15 squadre e senza retrocessioni dirette.

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Basket Europeo: geni e maghi (Lou Silver) di Dan Peterson (# 5)

* In collaborazione con Alessio Cattaneo

Lou Silver portò decisamente un approccio intellettuale al suo gioco: era laureato ad Harvard! Giocò per quattro anni, dal 1971 al 1975, per la squadra di Crimson, ne diventò il capitano al suo ultimo anno e fu inserito nel miglior quintetto della Ivy League per due volte. Quest' ala di 2 metri e 03 non fu scelta al Draft NBA del 1975 ma fu reclutato dalla potente squadra d'Israele, il Maccabi Tel Aviv, che conoscendo le sue radici israeliane lo firmò immediatamente. Giocò per dieci anni nel Maccabi, dal 1975 al 1985, e vinse 10 campionati e 8 coppe di Israele. Inoltre vinse la Coppa Intercontinentale nel 1980 e la Coppa dei Campioni nel 1977 e nel 1981, arrivando secondo per due volte. Lou Silver giocò poi tre Europei con la nazionale israeliana conducendola ad una sorprendente medaglia d'argento nell'edizione del 1979 e al sesto posto nel 1981 e nel 1983. Quel secondo posto nel 1979 rappresentò una delle più grandi sorprese nella storia degli Europei. La vittoria chiave arrivò in uno snervante 77-76 finale contro la grande favorita Jugoslavia, Campione del Mondo in carica e futura medaglia d'oro nelle Olimpiadi del 1980. Israele riuscì poi a strappare la vittoria per un punto anche contro la Cecoslovacchia, 94-93, grazie ai 27 punti di Lou Silver. Ma si fermò lì. L'Unione Sovietica risultò semplicemente troppo forte per Israele in finale vincendo 98-76. All'interno di quel grande risultato Lou Silver fu il giocatore chiave. Silver era un giocatore versatile; in sostanza era un'ala grande di 2 metri e 03 per 100 kg ma poteva giocare anche da centro quando necessario. Per le sue abilità al tiro poteva anche muoversi da ala piccola. Non era un giocatore che produceva 30 punti e 20 rimbalzi ma garantiva 12 punti e 8 rimbalzi in ogni gara e raramente scendeva sotto questi standard. L'ex capo ufficio stampa del Maccabi Mike Karnon fornì questa descrizione di Silver: “Era un giocatore totale, completo, intelligente, con una grande conoscenza del gioco. Era conosciuto per il suo tiro a due mani che lasciava partire da dietro la testa, davvero unico”.

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I numeri non raccontano sempre l'intera verità ma in questo caso rendono bene l'idea di quanto fosse consistente Silver: nelle 196 partite di campionato con il Maccabi segnò 15.4 punti a partita; sempre con gli israeliani in 138 partite di Coppa dei Campioni segnò 14.4 punti di media mentre con la nazionale israeliana ebbe una media di 14.5 punti nelle 66 gare disputate. Numeri assolutamente solidi. Il suo periodo al Maccabi avvenne durante i loro 'Anni d’Oro' e i propri tifosi gli resero omaggio con una partita di esibizione contro la selezione dei migliori giocatori europei del 1987. In più fu inserito nella miglior squadra europea FIBA nel 1981. Era un giocatore clutch, che sapeva giocare nei momenti caldi e non aveva paura di prendere il tiro per decidere la gara. Insomma, Lou Silver ha fatto di tutto: con Harvard; con il Maccabi Tel Aviv; con la nazionale israeliana. È il classico esempio del giocatore americano in grado di avere un grande impatto nel proprio paese di origine, a tal punto da essere stato capitano del Maccabi per quattro stagioni. Recentemente è stato inserito nell’Hall Of Fame del Maccabi, un onore atteso da molto tempo. Oggi, Lou Silver è un uomo d'affari di grande successo internazionale. Ma è ricordato dai fan di tutta Europa, specialmente quelli in Israele, per la sua calma efficienza in campo e per essere stato il giocatore di squadra per eccellenza: realizzatore, passatore, difensore, rimbalzista e leader. Come scrisse di lui un giornalista: “He was the Silver man in the Golden Era” (“Fu l'uomo d’Argento nell’età dell’Oro”). Questo dice tutto.

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