Dream Station
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Simone Galeotti DREAM STATION Urbone Publishing INDICE I PIONIERI DI SHEFFIELD THOSE OF HALLAM STAND UP IF YOU LOVE THE WHITES THE BEE BLISSETT HENDON MEMORIES CON GLI OCCHI DI GILLIAN THE DUCKS CELEBRATION WIMBLEDON FC 1975 DAY OF GLORY THE WIND OF COLCHESTER OLD ENFIELD EMLEY DREAM SUTTON UNITED LE CONCHIGLIE DI SARAH IL VOLO DEI GABBIANI BREAKING HEARTS PLAY UP POMPEY SKY BLUES THE MISSIONERS THE AD..AMS FAMILY I PIONIERI DI SHEFFIELD "We've come a long way, but there's still a long way to go". Richard Tims Il Bedford Duple Coach avanza lentamente con le sue morbide linee metalliche all’interno dell’Abbeydale Park. E’ la mattina del 24 ottobre 1957. L’autunno inglese cala una di quelle sue tipiche velature nebbiose, provando a nascondere tutto l’orgoglio secolare delle vecchie querce, degli arbusti e dei roseti lungo il percorso del mezzo, mentre intanto piccoli scoiattoli si cimentano in vertiginose corse sui mille disegni della corteccia dei tronchi. Quando il piccolo bus si ferma davanti all’ingresso del Club House, i primi a scendere sono eleganti signori incappottati, seguiti da un gruppo di passeggeri più giovani in giacche d’ordinanza. Facce sorridenti, e cappello in testa per i più anziani. Un accessorio, ancora irrinunciabile, soprattutto nelle occasioni formali. Loro, sono i dirigenti e i giocatori dello Sheffield Football Club, la più antica squadra del mondo. Quel giorno, il club fondato nel 1857 festeggiava un importante compleanno. Compiva esattamente 100 anni. E fu proprio in quello spicchio di verde incantato del South Yorkshire, che dal 1921 ospitava le vicende della squadra, che l’organigramma vecchio e nuovo del club si ritrovò per i primi convenevoli di rito e il pranzo, in attesa degli eventi del pomeriggio. Quel giorno, a Sheffield sarebbe arrivato il principe Filippo, Duca di Edimburgo, consorte della Regina Elisabetta. Con quel suo essere così tremendamente inglese, con il suo humour tutto personale, con la sua aria vagamente distratta, sarà lui, l'ospite d’onore per i festeggiamenti. Per l’occasione la squadra avrebbe giocato un’ amichevole allo stadio di Bramall Lane con gli scozzesi del Queen’s Park di Glasgow, per contro la più antica società calcistica di Scozia. Il Principe Filippo arrivò in perfetto orario a bordo di una brillante Rolls Royce applaudito da due ali di folla e scortato da agenti su imponenti cavalli bianchi. I giornali locali titolavano “Welcome”, mentre bandiere, fiori e insegne reali facevano bella mostra di sè su finestre e davanzali, aggraziando e ingentilendo, il rigore post bellico dei palazzi della città dell’acciaio. Per l’occasione la tribuna principale era stata addobbata e inghirlandata con il consueto e aulico nobile aspetto. In oltre 5000 accorsero per l’evento. L’esecuzione dell’inno nazionale, e il cerimoniale di rito. Gli spiders di Glasgow con la loro maglia a finissimi cerchi orizzontali, e “il Club” con una raffinata divisa a scacchi rossoneri. Finì con un salomonico pareggio per 2-2, dopo che gli scozzesi erano passati due volte in vantaggio. Di seguito le celebrazioni previdero una fastosa serata di gala in cui ovviamente al tavolo d’onore sedevano il Duca di Edimburgo, le alte autorità cittadine, e i responsabili del club. "In cento anni hanno giocato per noi oltre seimila calciatori" Fu questa la stima di Jim Hardie, segretario della società, con un passato da attaccante nel periodo compreso tra il 1939 e il 1947. Peccato solo che per ovvi motivi d’anagrafe non spiccava tra i presenti la barba “darwiniana” di Nathaniel Creswick e i baffi a manubrio di William Prest, i due padri fondatori che in quel lontano 1857 decisero di infondere la scintilla del sacro fuoco, in una riunione tenutasi all’interno di un salotto della Parkfield House, nel sobborgo di Highfields. La casa brulicava di avvocati, commercianti, manifatturieri. Non mancavano neppure architetti, medici, e c'era perfino qualche reverendo. Il padrone di casa, un certo Harry Waters Chambers, è un amico stretto di Nathaniel, resosi disponibile ad ospitare tra le mura domestiche il fatale incontro che portò alla fondazione dello Sheffield Football Club. Nathaniel rivestì il doppio incarico di segretario e tesoriere, William si limitò a far parte del comitato fondatore. Per la presidenza la scelta ricadde su Frederick Ward, figlio di Thomas Asline Ward, uno degli uomini più in vista della città, mentre la serra nel giardino della loro abitazione, situata in East Bank Road, fungerà inizialmente da quartier generale della società. Creswick ha 26 anni ed è un avvocato, Prest ha tre anni di meno, è originario di York, e a Sheffield vi arriva per collaborare con il fratello John che gestisce una rivendita di alcolici. I due erano membri di quello Sheffield Cricket Club, che due anni prima aveva organizzato un primo improvvisato torneo di calcio. Alle celebrazioni del 1957 la coppia Creswick- Prest mancava certo, ma non nel ricordo, come pure furono ricordati quei giocatori che scesero in campo almeno una volta con la nazionale inglese. Charles Clegg su tutti, in seguito diventato presidente della FA, e che ebbe l'onore di giocare nella prima famosa partita internazionale contro la Scozia ad Hamilton Crescent nel 1872, e poi John Owen convocato nel 1874, e infine John Hudson che indossò la divisa con i tre leoni sul petto nel 1883. Un passo indietro. Cambridge, 1848. Mentre l’Europa è sconvolta da venti irridenti, e le aspre contese di confini e libertà, infiammano i cuori degli uomini, nel rinomato college si tratta anche di argomenti meno impegnativi. Gli sforzi di H. de Winton e J.C. Thring porteranno alla formulazione di un gioco, che prevedeva dieci alunni, ed un maestro (da qui gli 11 uomini e la figura del"capitano", ossia il responsabile della direzione dei propri alunni) che sfidavano altri dieci più uno di altre classi, tutte elitarie, in spazi chiusi. Il fatto di giocare esclusivamente tra di loro, stava un po’ stretto alle classi dell'università di Cambridge, così, Winton e Thring decisero di unire Eton, Harrow, Rugby School, Winchester, e Shrewsbury, per cercare di sviluppare prime regole basilari: le Regole di Cambridge, le primordiali regole del calcio. La palla da quel momento sfila dalle mani e rotola a terra. Forse meno nobile, ma forse più divertente. Nella mite bellezza della campagna inglese, iniziano a echeggiare rimbombi profondi, nuovi, è il rimbalzo, il metronomo cardiaco della vita calcistica. Si gioca con i piedi; non si passa più solo e soltanto indietro, no, adesso si scambia lateralmente, per poi evolversi nel lancio in avanti. Sostanzialmente il calcio restò, comunque, confinato tra le mura universitarie per circa nove anni, ma evidentemente per qualcuno il decalogo degli universitari di Cambridge non era più sufficiente. Per il duo di Sheffield, Creswick - Prest, occorreva redigere un nuovo regolamento, migliorativo e più moderno. E’ così il 21 ottobre 1858 prendevano vita su carta, le cosiddette Sheffield Rules. Si trattò di legiferare sui calci d’angolo, sulle rimesse laterali, su quelle dal fondo, sui colpi di testa, sull’introduzione della traversa sulle porte, e del primo barlume di fuorigioco, poi codificato meglio con la nascita della Football Association nella Freemasons' Tavern di Queen Street a Londra, lunedì 26 ottobre 1863. Una specifica quest’ultima assai importante, perché a quei tempi molti calciatori sostavano pigri e indolenti nei pressi del portiere, giacché ogni occasione era buona per segnare un goal e strizzare l’occhio compiaciuto alla signorina sorridente a bordo campo. La Regina Vittoria era in carica da quasi vent’anni e Sheffield era una grigia e facoltosa città industriale dell'impero attraversata dal fiume Shaf. Forse, troppo facoltosa. Si presume che il proliferare delle nuove fabbriche fu fra le cause principali dell’epidemia di colera che nel 1839 uccise quasi 400 persone. Nessuno, avrebbe mai pensato che da qui potesse partire l'impulso forse decisivo nella storia del calcio. E invece, nel giro di cinque anni l'area cittadina arrivò a contare più di quindici squadre, e questo permise, di fatto, una ramificazione costante e sempre più produttiva di questo sport, che ben presto spinse altre città a formare squadre, scendere in campo e confrontarsi. Inizialmente, però poiché non c’erano altri team con cui giocare, le partite erano disputate tra i giocatori della stessa compagine. E quindi, ecco le classiche sfide scapoli contro ammogliati, o le più originali divisioni fra occupati contro disoccupati, alti contro bassi e altre amene trovate, finché nel 1860, sempre nella cittadina di Sheffield, scoppia l'altra scintilla. Fu fondata un’altra squadra, l’Hallam Football Club, contro la quale inevitabilmente lo Sheffield FC disputò la sua prima partita. L’incontro finì due reti a zero per lo Sheffield, con l’unica rete refertata siglata del capitano Creswick, ma pare con una grande prestazione del capitano avversario John C. Shaw, figura leggendaria del calcio inglese, che, grazie alla sua maestria, permise al gioco di diffondersi anche in altre realtà. Ah, una piccola curiosità. E qui che nasce la divisione dei classici colori, Rossi contro Blu, riportata poi ovunque nei giochi dediti a emulare questo sport, dai pupazzi del biliardino d’origine franco-tedesca, agli “omini” del subbuteo di natali britannici. La stracittadina sarà ripresentata l'anno seguente, per scopo nobile e benefico: raccogliere fondi per l'ospedale di Wall Street. All'Hyde Park saranno presenti oltre 600 persone. La partita durò circa tre ore e i calciatori non si risparmiarono negli interventi e in qualche colpetto vietato, per quella che passò alla storia come la "Battaglia di Bramall Lane", finita a reti inviolate. Pensate, la partita non si sarebbe dovuta disputare, per via della reticenza dei proprietari dell’impianto che non vedevano altri “dei” sportivi all'infuori del cricket, ma la motivazione a scopo benefico lasciò alla fine spazio per la gara.