30 ottobre Gessi Kunz

49a Stagione 2014/2015 Fondazione Orchestra di Padova e del Veneto via Marsilio da Padova 19 35139 Padova T 049 656848 · 049 656626 F 049 657130 [email protected] [email protected] www.opvorchestra.it

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Con il contributo di

Si ringrazia

Giovedí 30 ottobre 2014 / Serie Verde Auditorium Pollini – ore 20.45

Concerto n° 6263

Direttore Romolo Gessi Pianoforte Eduard Kunz Programma

Pyotr Ilyich Tchaikovsky (1840-1893) Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in sol maggiore op. 44 (Versione di Alexander Siloti) Allegro brillante e molto vivace Andante non troppo Allegro con fuoco

{ intervallo}

Pyotr Ilyich Tchaikovsky Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in si bemolle minore op. 23 Allegro non troppo e molto maestoso Andantino semplice, Prestissimo, Tempo I Allegro con fuoco

4 PROGRAMMA Interpreti

ROMOLO GESSI Russa di Izhevsk, Pécs Symphony Ha studiato direzione d’orchestra Orchestra, Orchestra dell’Accademia con i maestri Kukuskin, Musin, Kalmar di Norvegia, Orchestra da camera di e Renzetti, perfezionandosi a San Vilnius, Orchestra del Teatro Verdi Pietroburgo, Vienna, Milano e Pescara. di Trieste, Orchestra di Padova e del È direttore ospite principale della Veneto, Pomeriggi Musicali di Milano, Filarmonia Veneta, dell’Orchestra Pro Orchestra Sinfonica di Sanremo, Musica Salzburg, direttore stabile Orchestra Sinfonica di Bari, Orchestra dell’Orchestra da camera del Friuli Sinfonica di Lecce, Orchestra Venezia Giulia e direttore artistico Filarmonica Marchigiana, Milano delle Serate Musicali a Villa Codelli. Classica, Teatro Lirico di Spoleto, Dal 2006 al 2008 è stato direttore I Solisti di Alpe Adria, Orchestra musicale dell’Orchestra Cantelli di Sinfonica del Friuli Venezia Giulia. Milano. Si è affermato in numerosi Molto apprezzate sono state le sue concorsi ottenendo, tra l’altro, il primo collaborazioni con la rete televisiva premio al concorso Austro Ungarico Italia Uno, per la quale ha diretto, di direzione d’orchestra di Vienna e con l’Orchestra Cantelli, gli spettacoli Pécs, il secondo premio al Concorso Ice Christmas Gala 2009, Capodanno Gusella e quello di miglior classificato on Ice 2012 e 2013, trasmessi al Concorso nazionale di direzione in oltre 20 nazioni. È docente al d’opera della Reggia di Caserta. È Conservatorio di Trieste, al corso di stato docente di direzione d’orchestra Direzione d’orchestra dell’European al Conservatorio di Milano, al Centro Conducting Academy, al Laboratorio lirico internazionale di Adria, al Corso lirico internazionale OperAverona e ai di perfezionamento europeo del Berliner Meisterkurse. È stato inoltre Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto. professore ospite all’Universität für Ha diretto opere liriche, operette Musik und darstellende Kunst di e concerti sinfonici in Austria, Vienna, all’Accademia musicale di Belgio, Brasile, Croazia, Lituania, Norvegia ad Oslo e al Conservatoire Norvegia, Polonia, Repubblica Ceca, Royal de Mons. Il Cidim, Comitato , Russia, Slovenia, Spagna, nazionale italiano di Musica Cim- Svezia, Svizzera, Ungheria, Usa e Unesco, lo ha inserito tra i sei Italia, con prestigiose orchestre tra direttori d’orchestra del Podium le quali Wiener Kammerorchester, 2000, pubblicazione dedicata ai Opera di Stato di Praga, Orchestra musicisti vincitori di rilevanti concorsi della Radiotelevisione di Cracovia, internazionali. Orchestra Sinfonica di Stato

5 INTERPRETI EDUARD KUNZ “Dame Myra Hess” e il premio Ha suonato con BBC Symphony “Sviatoslav Richter” della Fondazione Orchestra, BBC Concert Orchestra, Rostropovich di Mosca. Nato a Omsk BBC Scottish Symphony Orchestra, in , ha studiato con Michail Royal Scottish National Orchestra, Khokhlov alla Scuola Speciale Gnessin The Hallé, The Ulster Orchestra, City e con Andrei Diev al Conservatorio of Birmingham Symphony Orchestra, di Mosca dove si è diplomato con Welsh National Opera Orchestra, menzione speciale, ed è stato Royal Liverpool Philharmonic, London medaglia d’oro del Royal Northern Musici, Orchestra Filarmonica di College of Music di Londra. Kunz San Pietroburgo, con Tugan Sokhiev, è artista della Società Filarmonica Christian Mandeal, Gardiner, etc. di Mosca. È stato BBC Radio 3 New Altri appuntamenti importanti con Generation Artist (2006–2008) e Deutsches Symphonie-Orchester Global Artist Yamaha. Berlin alla berlinese Philharmonie, Royal Albert Hall, Royal Stockholm Philharmonic Orchestra, Orquesta ORCHESTRA DI PADOVA Sinfónica de Castilla y León, Orkest E DEL VENETO van het Oosten, Orchestre National du L’Orchestra di Padova e del Veneto Capitole de Toulouse e Braunschweig si è costituita nell’ottobre 1966 e Symphony, e recitals a Wigmore Hall, nel corso di quasi cinquant’anni di alla Bridgewater Hall (Manchester), attività si è affermata come una all’Auditorium del Louvre, al delle principali orchestre da camera Concertgebouw (Amsterdam) alla italiane nelle piú prestigiose sedi Winterthur Hall (Barcellona). Sue concertistiche in Italia e all’estero. esecuzioni sono state trasmesse da L’Orchestra è formata sulla base BBC Radio 3, Radio France, RAI, RNE, dell’organico del sinfonismo ‘classico’. Deutschland Radio Kultur e Orpheus. Peter Maag – il grande interprete Collabora frequentemente con artisti mozartiano – ne è stato il direttore del calibro di Sol Gabetta, Boris principale dal 1983 al 2001. Alla Andrianov, Vagram Sarajian, Patricija direzione artistica si sono succeduti Kopachinskaja, Andrey Baranov, Claudio Scimone, Bruno Giuranna, Julian Rachlin e Alexandru Tomescu, Guido Turchi, Mario Brunello Alexander Ghindin, Andrei Diev e (direttore musicale, 2002-2003). Yuri Medyanik. Ha ricevuto 13 primi Filippo Juvarra (Premio della Critica premi in concorsi di primo piano, tra Musicale Italiana “Franco Abbiati” cui il Grand Prix del Concorso Enescu 2002) ha firmato la programmazione di Bucarest e le medaglie d’oro ai artistica fino al 2014-2015.Dall’agosto Concorsi New Orleans e Paderewski. 2014 il direttore artistico è Clive Tra gli altri riconoscimenti quelli del Britton. Nella sua lunga vita artistica Festival di Verbier, della Worshipful l’Orchestra annovera collaborazioni Company of Musicians di Londra, della con i nomi piú insigni del concertismo Hattori Foundation, della Yamaha internazionale, tra i quali si ricordano Music Foundation of Europe, della S. Accardo, P. Anderszewski, M. Fondazione Spivakov, il premio Argerich,

6 INTERPRETI V. Ashkenazy, J. Barbirolli, Y. Bashmet, di Verdi, La voix humaine di Poulenc R. Buchbinder, M. Campanella, e Il telefono di Menotti. A partire G. Carmignola, R. Chailly, C. Desderi, dal 1987 l’Orchestra ha intrapreso G. Gavazzeni, R. Goebel, N. Gutman, una vastissima attività discografica Z. Hamar, A. Hewitt, C. Hogwood, realizzando oltre cinquanta incisioni L. Kavakos, T. Koopman, A. Lonquich, per le piú importanti etichette. R. Lupu, M. Maisky, V. Mullova, L’Orchestra di Padova e del Veneto A.S. Mutter, M. Perahia, I. Perlman, è sostenuta da Ministero per i Beni M. Quarta, J.P. Rampal, S. Richter, e le Attività Culturali, Regione del M. Rostropovich, H. Shelley, J. Starker, Veneto, Provincia di Padova, Comune R. Stoltzman, H. Szeryng, U. Ughi, di Padova e Fondazione Antonveneta. S. Vegh, K. Zimerman. L’Orchestra Dall’ottobre 2011 ha acquisito la è l’unica Istituzione Concertistico- natura giuridica di «Fondazione». Orchestrale (ICO) operante nel Veneto www.opvorchestra.it e realizza circa 120 concerti l’anno, con una propria stagione a Padova, concerti in Regione, in Italia per le maggiori Società di concerti e Festival, e tournée all’estero. Tra gli impegni piú recenti si ricordano i concerti diretti dal Maestro Tan Dun per il Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, il concerto al Festival «In terra di Siena» diretto dal Maestro Vladimir Ashkenazy, i concerti a Milano per il Festival MITO SettembreMusica con il pianista e direttore Olli Mustonen, e a Venezia per il 7° Festival Internazionale di Danza Contemporanea e per il 57° Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale, a Orenburg (Russia) per il 4° Festival Internazionale Msitislav Rostropovich con il violoncellista e direttore David Geringas, tutti appuntamenti che hanno riscosso l’unanime plauso della critica. Nelle ultime Stagioni l’Orchestra si è distinta anche nel repertorio operistico, riscuotendo unanimi apprezzamenti in diversi allestimenti di Don Giovanni, Le nozze di Figaro e Cosí fan tutte di Mozart, L’elisir d’amore, Don Pasquale e Lucrezia Borgia di Donizetti, Rigoletto

7 INTERPRETI L’Orchestra di Padova e del Veneto all’Auditorium del Parco, L’Aquila del Parco, all’Auditorium e del Veneto di Padova L’Orchestra Casciola Francesco Photo

8 Partecipano al concerto

Violino principale Clarinetti Grazia Raimondi Luca Lucchetta * Violini primi Roberto Scalabrin Stefano Bencivenga ** Fagotti Enrico Rebellato ** Aligi Voltan * Davide Dal Paos Laura Costa Sonia Domoustchieva Corni Chiaki Kanda Marco Bertona * Matteo Anderlini ° Michele Fait Shuji Fujiki ° Danilo Marchello * Violini secondi Giovanni Catania Gianluca Baruffa * Trombe Serena Bicego Simone Lonardi * Pavel Cardas Roberto Caterini Ivan Malaspina Tromboni Roberto Zampieri Matteo Del Miglio * Erica Zerbetto ° Alberto Pedretti Viole Luigi Duina Alberto Salomon * Timpani Floriano Bolzonella Alberto Macchini * Silvina Sapere Giada Broz Violoncelli Mario Finotti * Caterina Libero Fernando Sartor Giancarlo Trimboli Contrabbassi Lorenzo Baroni * Giorgia Pellarin * Prima parte Flauti ** Concertino Mario Folena * ° L’organico del concerto prevede Riccardo Pozzato l’inserimento di studenti nell’ambito Oboi di una collaborazione fra l’OPV Stefano Romani * e il Consorzio tra i Conservatori Viktor Vecchioni del Veneto.

9 PARTECIPANO AL CONCERTO Sul programma di stasera

TCHAIKOVSKY Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra

Nel maggio del 1877 Tchaikovsky ricevette una lettera da Antonina Miljukova, una giovane incontrata anni prima in Conservatorio: ella gli confessava d’essere innamorata di lui da molti anni, sin dai tempi in cui era studentessa di pianoforte. Il compositore, all’epoca assorbito dalla scrittura dell’Evgenij Onegin, non diede corso a un rapporto epistolare. Tuttavia, mentre era intento alla composizione di una scena dell’opera, quella in cui Tatjana scrive una lettera d’amore a Onegin, la Miljukova gli fece recapitare una seconda missiva. La concordanza tra fatto reale e fatto musicale impressionò Tchaikovsky. In piú, il bisogno di legittimarsi socialmente, quello di mettere a tacere malevole voci sulla sua omosessualità, un vago desiderio di paternità, lo spinsero a un gesto carico di nefaste conseguenze: nel luglio del 1877 sposò, pur non essendone innamorato, Antonina Miljukova e si trovò ben presto con l’urgente bisogno di porre fine al matrimonio. Tentò il suicidio senza riuscirvi, fuggí a San Pietroburgo e vi rimase quindici giorni in uno stato mentale quasi confusionale. Fu il lavoro a salvarlo; furono la Sinfonia n. 4, l’Onegin, il Concerto per violino, il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 (tutte partiture composte tra il 1877 e il 1880) che guidarono Tchaikovsky verso un periodo di stabilizzazione emotiva. Il Concerto n. 2, in particolare, fu scritto tra dicembre 1879 e maggio 1880. Cavallo di battaglia di molti celebri pianisti per la sua difficoltà, oscurato ingiustamente dalla notorietà del Primo Concerto, è creazione brillante che sfrutta al meglio, grazie alle pregevoli idee musicali che lo permeano, le potenzialità dello strumento solista.

Pensata come partitura in cui si fondono virtuosismo esecutivo e temi popolari slavi, il primo movimento del Concerto, Allegro brillante e molto vivace, si apre con un veemente tema orchestrale di sapore russo subito seguito da un successivo tema dalle sfumature popolari piú discrete. L’intervento solistico si cimenta nella ripresa dei temi suddetti ma anche nella loro elaborazione tramite fioriture e giochi d’eco. Sopra un terzo tema lirico l’orchestra si culla a lungo, accompagnan- do il solista in escursioni armoniche che fanno presagire direzioni poi schivate. L’esposizione e lo sviluppo del materiale melodico sono estremamente ravvicinati, quasi amalgamati in un momento unico; anche le riprese tematiche sono gestite dal compositore sfruttando effetti di sorpresa: nel momento in cui pregustiamo il ritorno del tema iniziale, per esempio, ci viene invece riproposto il secondo tema. I giochi dell’inaspettato servono a Tchaikovsky per creare tensione musicale: il

10 SUL PROGRAMMA DI STASERA compositore si dimostra qui maestro nell’assecondare o tradire le nostre attese. Solo quando le possibilità della tastiera sono state ampiamente sondate con una prolungata cadenza del solista, torna, chiudendo il movimento, il festoso tema ini- ziale. Questo primo Allegro è, in fondo, una Fantasia per pianoforte e orchestra su temi popolari russi. Sulla presenza e il significato di questo materiale si sofferma il compositore in una lettera del marzo 1878: «Per ciò che attiene l’elemento russo nella mia musica, cioè i giri armonici e melodici imparentati con il canto popolare, questo viene dal fatto che sono nato in una provincia periferica, che fin dalla mia infanzia sono stato impregnato dell’ineffabile bellezza e dei tratti caratteristici del canto russo». L’approfondimento teorico e intellettuale in merito era comunque iniziato presto. Tra il 1868 e il 1869 Tchaikovsky aveva adattato per pianoforte a quattro mani cinquanta canti folcloristici prendendoli in parte da una edizione di Cento canti popolari russi pubblicata nel 1860 da Kostantin Villebois, in parte dalla collezione del compositore Balakirev. Nel 1872 aveva poi approntato una nuova versione della raccolta Sessantacinque canti popolari editi da Vladimir Prokunin e nel 1877 aveva curato l’armonizzazione di due raccolte di canti russi e ucraini destinate all’educazione dei bambini. Ritorna costantemente nel suo epistolario la riflessione sull’utilizzazione del materiale folcloristico, necessario, secondo Tchaikovsky, all’artista desideroso di donare alla propria musica l’intensità pro- fonda del mondo slavo. Gli strumenti compositivi della tradizione europea sono poi, nell’opinione del compositore, un viatico essenziale per far assurgere alla dignità dell’arte tale humus espressivo nazionale.

Riguardo alla combinazione di tratti europei e nazionali, è significativo il secondo movimento, un meditativo Andante non troppo: la melodia principale, preludia- ta da un morbido sipario dell’orchestra, è cullante e romantica, guarda un po’ all’Europa ma accenna sfumature popolari. Gli archi intervengono presto in suo sostegno per poi nuovamente lasciare da solo il solista. Tuttavia, poco dopo, egli si trova impegnato nel ruolo di accompagnamento, sezione che introduce un co- mune momento lirico. Altro luogo, oltre a quello iniziale, in cui le due tendenze culturali sopraccitate si fondono con risultati di notevole suggestione, è la coda, dove l’Andante sfuma in chiaroscuri minacciosi e a un tempo sognanti sul vibrato degli archi e gli arpeggi del pianoforte.

Chiude il Concerto n. 2 un Allegro con fuoco: la sua vivace apertura danzante consiste nell’esposizione di una tema popolare, seguito da un virtuosismo minuto dai tratti scherzosi e brillanti. Anche il successivo tema, ancora tra il volante e il danzante, innesca uno scintillante scambio di parti tra l’orchestra e il pianoforte. Il colore terso dell’orchestrazione, la sfavillante digitazione pianistica, donano a tutto il movimento una trascinante luminosità.

11 SUL PROGRAMMA DI STASERA Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra

Scritto tra la fine del 1874 e gli inizi del 1875, il Concerto n. 1 è senz’altro, insieme alla Sesta Sinfonia e al balletto Lo schiaccianoci, la piú nota delle com- posizioni di Tchaikovsky; per alcuni aspetti ha poi assunto nell’immaginario popolare i tratti del ‘tipico’ concerto romantico, divenendo emblema di uno stile caratterizzato da forte espressività legata a melodie di grande impatto emotivo, e da un virtuosismo strumentale a volte brillante, a volte drammatico o malinco- nico, erede delle conquiste del pianismo lisztiano. L’andamento rapsodico dei tre movimenti che lo compongono dà l’impressione all’ascoltatore che il brano sia scaturito di getto dalla penna dell’autore; questo senso di facilità comunicativa lo rende estremamente vicino a colui che vi si accosta anche senza conoscere la musica, la sua storia, gli stili ed i periodi. Seppur frutto d’ispirazione, Tchaikovsky ritornò su questo concerto per perfezionarlo facendone in tutto tre versioni, di cui l’ultima, nel 1889, fu quella definitiva ed attuale; il lavoro di lima e trasforma- zione ovviamente riequilibrò l’immediatezza della prima giovanile stesura, allo stesso tempo aggraziata e barbarica, che proprio per la sua struttura a blocchi e per le particolari soluzioni virtuosistiche della tastiera, fece dichiarare a Nikolaj Rubinstein che il concerto era ineseguibile.

Rubinstein, valente pianista e fratello di Anton con il quale Tchaikovsky aveva studiato a Pietroburgo, aveva chiamato il compositore a Mosca nel 1865 per insegnare armonia alla Società Musicale Russa da lui diretta e che nel 1866 si trasformò in Conservatorio; l’attività di Tchaikovsky al fianco di Rubinstein durò per ben 11 anni, e fu proprio quest’ultimo ad incitarlo nel 1866 a scrivere la sua Prima Sinfonia. Fatto sta però, che quando Tchaikovsky nel 1875 presentò a Ru- binstein il suo Primo Concerto per pianoforte e orchestra in cerca d’approvazione e consiglio, la risposta del musicista fu di inesorabile condanna, e neanche l’aver letto che il Concerto gli era stato dedicato riuscí a stemperare le critiche verso il giovane compositore. Tchaikovsky ritirò ovviamente la dedica al pianista, e girò il concerto ad Hans von Bülow che, lusingato, lo inserí con piacere nel suo repertorio facendolo esordire a New York nello stesso 1875. Essendo difficile ritenere che Rubinstein potesse avere dell’ostilità nei confronti di Tchaikovsky, il suo atteggiamento dovette essere senz’altro motivato dalla carica innovativa della composizione che evidentemente si scontrava con gli schemi e le abitudini del pianismo tradizionale della metà dell’800 al quale egli si era formato. Espo- nenti di una cultura di tradizione tedesca, Anton e Nikolaj Rubinstein studiarono composizione a Berlino con Siegfried Dehn, e furono interpreti di un pianismo di derivazione beethoveniana, con gli influssi piú salottieri dello stile chopiniano, e quelli virtuosistici del primo Liszt; fu dunque loro estranea la tendenza verso la formazione di uno stile essenzialmente ‘russo’ caratterizzantesi nell’uso di soggetti storici da narrare, e nell’inserimento di melodie di origine popolare nel discorso tematico e ritmico, stile che invece si stava delineando nelle opere del pietroburghese «Gruppo dei Cinque».

12 SUL PROGRAMMA DI STASERA Sebbene tra i due fratelli Rubinstein, Nikolaj passasse per il piú aperto e progres- sista, il lavoro operato da Tchaikovsky nel suo Concerto sul pianoforte, sia nelle parti solistiche che in quelle di dialogo con l’orchestra, dovette suonare come una sfida troppo forte al comune gusto del pubblico moscovita per essere accettata; i famosissimi accordi con cui Tchaikovsky introduce il pianoforte nel tema del pri- mo movimento affidato agli archi, erano uno schiaffo alla tradizione ed inspiega- bili secondo le consuetudini compositive accettate da Rubinstein, prese ad esem- pio nel Conservatorio da lui diretto. Altro punto incomprensibile a Rubinstein fu senza dubbio l’uso di un tema popolare ucraino, La canzone dei ciechi, adoperato nella seconda parte del primo movimento, l’Allegro con spirito, in cui la brillante figura ritmica deriva proprio dalla vivace melodia popolare a cui Tchaikovsky si era ispirato.

Nell’Andantino semplice del secondo movimento il compositore dà massimo spa- zio al gioco orchestrale dei timbri fra archi e fiati in una scena di sognante lirismo, preludendo alla seconda parte del tempo, il Prestissimo, in cui il compositore rav- viva il discorso melodico e ritmico grazie a brillantissimi scambi fra pianoforte ed orchestra su di una reminiscenza dalla melodia popolare, questa volta francese, Il faut s’amuser (brano non casuale, bensí legato al repertorio della cantante belga Désirée Artot della quale Tchaikovsky si era invaghito nel 1868 nel corso di una sua tournée in Russia), e conduce l’ascoltatore al travolgente rondò del terzo mo- vimento, Allegro con fuoco. Costruito con estrema cura per dare salda struttura ad un discorso apparentemente rapsodico, l’Allegro si presenta come una tipica danse à la russe, caratterizzata da slancio ritmico, limpida inventiva melodica e brillante colorismo orchestrale, in cui il tema passa dal solista all’orchestra in- trecciandosi in proposte e rimandi che lo rendono veemente anche grazie ad un policromo virtuosismo pianistico.

13 SUL PROGRAMMA DI STASERA Prossimi concerti P. Berman M. Angius

Giovedí 13 novembre Giovedí 20 novembre Serie Blu Serie Verde Auditorium C. Pollini, ore 20.45 Auditorium C. Pollini, ore 20.45

MICHELE CARULLI MARCO ANGIUS Direttore Direttore

PAVEL BERMAN Johann Sebastian Bach Violino L’Arte della Fuga BWV 1080 (orchestrazione di H. Scherchen) Wolfgang Amadeus Mozart Idomeneo, Ouverture Richard Strauss Concerto op. 8 per violino e orchestra Sinfonia per fiati op. post.

Nel 150° anniversario della nascita di R. Strauss (1864-2014)

14 PROSSIMI CONCERTI Fondazione OPV

Enti Fondatori Assistente alla direzione artistica Comune di Padova Maffeo Scarpis Provincia di Padova Regione del Veneto Segreteria generale Fabrizio Rosso Consiglio generale Massimo Bitonci Presidente Segreteria artistica e organizzativa Vittorio Trolese Vicepresidente Lucio Lentola Luca Zaia Cecilia Mantovani Mirko Patron Claudio Scimone Responsabile amministrativa Fabiana Condomitti Collegio dei Revisori dei Conti Alberto Galesso Presidente Segreteria amministrativa Francesco Secchieri Silvia Paccagnella Paola Ghidoni Progetti scuole e università Direttore Artistico Anna Linussio Clive Britton Ufficio stampa, comunicazione e progetti speciali Alberto Castelli

Organizzazione tecnica e logistica Pietro Soldà

15 FONDAZIONE OPV www.opvorchestra.it

Bunker / Cristina Amodeo